venerdì 30 dicembre 2016
Al via terapia online per l'insonnia cronica
Al via terapia online per l'insonnia cronica
Per combattere l'insonnia cronica ora c'è la terapia online. A dirlo uno studio dell'università della Virginia pubblicato da JAMA Psychiatry, in cui è stata testata una versione personalizzata della terapia. Secondo la ricerca può essere efficace, portando miglioramenti in oltre il 70% dei pazienti. La ricerca ha testato una variante online della terapia cognitivo-comportamentale, una delle più efficaci contro l'insonnia. A 303 adulti, tutti con problemi nel sonno, è stata assegnata per sei settimane o la variante online della terapia, personalizzata sul singolo paziente, o un programma generico contro l'insonnia da seguire sempre attraverso il computer. Un anno dopo l'insonnia non era più un problema per il 57% dei soggetti nel gruppo trattato con la cura online contro il 27% di quelli con il programma generico. Inoltre il 70% delle persone del primo gruppo ha segnalato qualche miglioramento contro il 43% dell'altro. "Questo tipo di intervento non sostituisce quello faccia a faccia, scrivono gli autori, ma può espandere l'accesso a chi preferisce evitare gli incontri o non ha uno specialista vicino". L’insonnia e le malattie del sonno costituiscono una piaga sociale, avverte Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” . Hanno un effetto sul lavoro, sulle relazioni e sugli incidenti stradali. Oggi ad esempio solo l’insonnia è diffusa tra la popolazione Europea e USA con una frequenza che va dal 10 al 30%. È chiara quindi l’importanza del creare una terapia accessibile anche online per curare i disturbi del sonno e per fare prevenzione perché i disturbi del sonno si possono curare.
Unioni civili e convivenze di fatto: al via la reversibilità della pensione per coppie gay omosessuali.
Unioni civili e convivenze di fatto: al via la reversibilità della pensione per coppie gay omosessuali. L'Inps equipara la figura del compagno a quella del coniuge, a fini previdenziali e assistenziali
Con il via libera alle unioni civili cambiano le regole in ambito giuslavoristico e previdenziale. Il componente dell'unione civile è equiparato al coniuge anche ai fini previdenziali e assistenziali. Con il messaggio 5171 del 21 dicembre 2016, l'Inps ha recepito le indicazioni contenute nella legge Cirinnà (L. 76/2016) estendendo anche alle unioni civili le tutele e diritti previste per i coniugi, in attesa di nuove istruzioni operative. Il provvedimento (articolo unico da 69 commi) introduce infatti nell’ordinamento italiano la regolamentazione delle unioni civili nonché la disciplina delle convivenze tra persone dello stesso sesso, nonché le convivenze di fatto. In particolare, il comma 20 dell'unico articolo dispone, con riferimento alle unioni civili, che "Al solo fine di assicurare l'effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall'unione civile tra persone dello stesso sesso, le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole 'coniuge', 'coniugi' o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché' negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso". Pertanto la legge, entrata in vigore lo scorso 5 giugno 2016, ai fini del riconoscimento del diritto alle prestazioni pensionistiche e previdenziali e dell'applicazione delle disposizioni che le disciplinano, il componente dell'unione civile è equiparato al coniuge: tra gli istituti ricompresi emergono, a titolo esemplificativo, la pensione ai superstiti, l'integrazione al trattamento minimo, la maggiorazione sociale, la successione iure proprio e quella legittima. Con effetto dal 1° luglio 2016 tali istituti saranno dunque riconosciuti anche al componente dell'unione civile ora equiparato, per legge e a tutti gli effetti, al coniuge. Questi potrà beneficiare, ad esempio, di quanto previsto dalle disposizioni di legge sulla pensione ai superstiti, prestazione economica che ricomprende sia la pensione di reversibilità che la pensione indiretta. L'importo spettante ai superstiti è calcolato sulla base della pensione dovuta al lavoratore deceduto ovvero della pensione in pagamento al pensionato deceduto applicando le percentuali previste dalla L. 335/95: al componente dell'unione rimasto in vita, in caso di decesso dell'altro, spetterà il 60% del trattamento maturato (o goduto) dal soggetto deceduto, come previsto per il coniuge. Restano applicabili, anche in questo caso, i limiti di reddito e le disposizioni sulla incumulabilità con redditi personali del beneficiario. Per lo scioglimento dell’unione, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” , è sufficiente inviare una comunicazione preventiva, anche separata: la domanda vera e propria si potrà sottoporre dopo tre mesi. Attenzione: l’unione civile si scioglie se uno dei partner cambia sesso, mentre se la rettifica anagrafica di sesso avviene nell’ambito di una coppia sposata, in automatico il loro matrimonio diventa un’unione civile.
giovedì 29 dicembre 2016
Punizione choc, genitori lasciano il figlio di sei anni 15 ore sul balcone, è in fin di vita
Punizione choc, genitori lasciano il figlio di sei anni 15 ore sul balcone, è in fin di vita. Il piccolo era vestito solo con un pigiama: la notizia fa il giro del mondo
Un bambino di sei anni, lasciato all'aperto per 15 ore sul balcone di casa, nonostante le temperature gelide, vestito solamente con un pigiama, è in condizioni «molto critiche». Il fatto è accaduto a Bruxelles lunedì notte alle 20, quando i servizi di emergenza hanno ricevuto una chiamata per un bambino che aveva perso coscienza su un balcone. Il piccolo era privo di sensi, in stato evidente d'ipotermia e di malnutrizione. I medici che hanno evitato la tragedia per un soffio, hanno puntato il dito contro la madre e il patrigno che lo hanno messo fuori casa per punizione ritenendo la loro condotta irresponsabile. Il piccolo si era reso 'colpevole' di essersi servito da solo del cibo in cucina. Anche la sua gemellina è stata trovata fortemente denutrita, ed entrambi recano sul corpo i segni di maltrattamenti precedenti. La madre 31enne, cittadina francese, e il patrigno 21enne di origine belga sono stati arrestati con l'accusa di torture sui minori. La donna nega ogni responsabilità, mentre l'uomo spiega di non essersi reso conto che le conseguenze della punizione potessero essere tanto gravi. Il piccolo non è stato soccorso prima che fossero passate 15 ore in quanto il balcone dell'abitazione, che si trova in una zona popolare della capitale, non è visibile dalla strada. Una vicenda che ha dell’incredibile commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”e che ci riporta a storie di altri tempi, quelli di certe fiabe oscure quando ai bambini “cattivi” venivano inflitte punizioni esemplari e severissime, a tratti crudeli.
mercoledì 28 dicembre 2016
Mamma sotto processo per atti sessuali per aver allattato la figlia di 7 anni
Mamma sotto processo per atti sessuali per aver allattato la figlia di 7 anni. Una madre è stata chiamata in Svizzera a rispondere di quello che è stato giudicato come un caso eccezionale
Alla fine di gennaio una madre dovrà comparire di fronte alla giustizia a Dietikon (ZH). Il motivo? Secondo quanto rivelato dal decreto d’accusa, la donna avrebbe allattato la figlia nata nel 2007 dall’ottobre del 2011 (4 anni) fino alla fine del 2014 (7 anni compiuti). La donna sarebbe pertanto colpevole, secondo il pubblico ministero di Zurigo, di atti sessuali con fanciulli e atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, e ciò perchè non solo avrebbe dato con regolarità il seno alla figlia oramai cresciuta per una ventina di minuti, ma le avrebbe anche permesso di appoggiare la mano sull’altro seno, accarezzandolo. Questo nonostante lo svezzamento fosse terminato e la piccola (che non soffre di alcun disturbo) non avesse più bisogno di latte materno. La segnalazione alle autorità è arrivata dal padre della bambina a fine 2014 dopo che la donna lo aveva lasciato e se ne era andata con la figlia e per questo è stato condannato in aprile per aver taciuto così a lungo. Il padre è stato infatti ritenuto colpevole perché consapevole di ciò che faceva la moglie senza però far nulla per impedirlo, e quindi colpevole di aver favorito degli “atti sessuali” con fanciulli è stato condannato a una pena pecuniaria di 2700 franchi svizzeri, più le spese processuali. Il caso pone una questione importante: fino a che età è lecito allattare? «Possibile abuso». Per gli esperti di diritto è teoricamente possibile che la madre venga condannata per atti sessuali nei confronti di una persona incapace di discernimento, o di atti sessuali con un bambino. E' necessario però capire è perché abbia proseguito con l'allattamento e se ha agito per scopi sessuali. I pediatri difendono la madre sostenendo che probabilmente la bambina aveva bisogno di “questo tipo di attenzione” e che in altre culture l’allattamento al seno prolungato è un comportamento abbastanza normale. Generalmente, i pediatri raccomandano l'allattamento esclusivamente al seno, o al biberon, nei primi quattro-sei mesi d'età. Da quel momento in poi bisogna insegnare loro, gradualmente, ad alimentarsi normalmente. Dopo il primo anno d'età un bambino può mangiare normalmente a tavola. Ma è del tutto possibile che un bambino venga allattato anche per un periodo più lungo. La durata dell'allattamento al seno dipende soprattutto dalla disponibilità di alternative, come prodotti da biberon o alimenti adatti all'età del bambino. È tuttavia impossibile definire un limite di età netto in cui interrompere l'allattamento. Stessa storia con l'Associazione Professionale di consulenza all'allattamento: una madre che allatta il suo bambino di quattro, cinque o sei anni, non è malata o perversa. L'abuso sessuale non avviene attraverso l'allattamento al seno. In Corea, il figlio più giovane di una famiglia viene spesso allattato al seno fino a sette o otto anni, a volte fino a dodici. Non è infine raro che un bambino voglia succhiare il seno anche quando non vi è più disponibilità di latte. Questo perché, oltre alla funzione nutritiva, l'allattamento funge da azione rilassante. Insomma, una brutta storia, sostiene Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,soprattutto per la bambina. Diversi esperti e ricerche sottolineano l’importanza di allattare i figli al seno, esclusivamente fino ai 6 mesi e almeno fino ai 12 mesi del bambino. L’OMS raccomanda inoltre di continuare ad allattare fino ai 2 anni e oltre. Infine ricerche dimostrano che il latte continua ad essere nutriente anche dopo l’anno.
Hatchimals, i peluche-robot giocattolo che hanno rovinato il Natale dei bambini
Hatchimals, i peluche-robot giocattolo che hanno rovinato il Natale dei bambini
Quello che non è mancato per Natale nelle famiglie con bambini è il giocattolo. Quest'anno il gioco più richiesto del momento in particolare di tutta America e Regno Unito è stato l' Hatchimals, un gioco sold out praticamente venduto ovunque anche sui negozi on line ed in particolare su eBay, grazie anche al consueto tam-tam televisivo, potenziato pure da YouTube. Hatchimal, è l’ovetto interattivo tutto da accudire. Interagendo con l’uovo, il piccolo all’interno risponde grazie ai sensori e illumina gli occhi; quando la luce diventa arcobaleno la schiusa è vicina…Pinguino o draghetto? I cuccioli sono tutti tenerissimi e continuano a crescere anche fuori dall’uovo.. Sono così diventati rapidamente merce rara da comprare a una cinquantina di dollari e rivenduti poi online a prezzi folli fino a 600 dollari. Ci sono due razze tra cui scegliere i Pengualas e i Draggles ma il colore della bestiolina, così come, in parte, il comportamento, sono variabili. Una pacchia? Sì, se tutto e soprattutto la componente meccanica, va per il verso giusto. Ma purtroppo il peluche-robot nell'ovetto, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,per molti non è nemmeno uscito dal guscio e, in alcuni casi, si è messo anche a dire parolacce Ma così, come spesso capita quando si ha a che fare con prodotti di questo tipo, non è stato. Sono tantissimi infatti gli "Hatchimals" che, una volta spacchettati, hanno creato problemi ai loro nuovi giovanissimi proprietari rovinando il Natale.
martedì 27 dicembre 2016
Cassazione: il proprietario non deve comunicare i dati di chi guidava l’auto se la multa non è notificata subito
Cassazione: il proprietario non deve comunicare i dati di chi guidava l’auto se la multa non è notificata subito. Quando l’amministrazione sfora i 90 giorni previsti viene meno l’adempimento per il taglio dei punti patente
Stop all’ordinanza-ingiunzione: «il trascorrere del tempo rende evanescenti i ricordi». Se l’amministrazione non notifica in modo tempestivo al proprietario del veicolo il verbale per l’infrazione al codice della strada non puoi poi multarlo perché non ha comunicato alle autorità chi era al volante dell’auto al momento della violazione addebitata, ad esempio l’eccesso di velocità rilevato da strumenti di accertamento elettronico. Tale principio emerge dall’ordinanza 26964/16, pubblicata il 23 dicembre dalla sesta sezione civile della Suprema Corte che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta. Accolto il ricorso dell’automobilista: stop all’ordinanza-ingiunzione notificatagli dalla prefettura violazione dell’articolo 126 bis Cds, la disposizione sulla patente a punti che in caso d’inosservanza prevede una sanzione da 284 a 1.133 euro. E ciò perché l’ente impositore, ad esempio il Comune, può pretendere che il proprietario del veicolo renda note le generalità del trasgressore soltanto quando notifica in modo tempestivo il verbale di accertamento dell’infrazione sottesa: va infatti dato rilievo «al ridottissimo scarto temporale tra lo spirare del termine di cui all’articolo 201 Cds (novanta giorni, nda) e la notifica effettiva». Diversamente, come riconoscono gli stessi “ermellini”, non si può esigere che il titolare del veicolo ricordi chi fosse alla guida dell’auto il giorno in cui la macchina è stata multata. Insomma: la tempestività della contestazione serve a porre il destinatario in condizioni di difendersi e in caso di tardività va invece esclusa la sussistenza dell’obbligo.
Versace nel mirino per discriminazione
Versace nel mirino per discriminazione. L'accusa di un ex dipendente: il gruppo usa un "codice nero" segreto per avvertire lo staff e la sicurezza della presenza di un afroamericano nel negozio
Un ex dipendente di un punto vendita di San Francisco ha fatto causa alla divisione retail del gruppo, accusandola di usare un 'codice nero' segreto per avvertire lo staff e la sicurezza della presenza di afroamericani nel negozio. Nell'azione legale di 30 pagine depositata, è spiegato che il manager istruiva il personale a usare il codice 'D410' in modo causale per segnalare che un afroamericano era entrato nel negozio. La citazione in giudizio è stata presentata dall'ex dipendente ma anche a nome di altri ''in situazioni simili e per il pubblico''. L'espressione 'codice nero' si riferisce alle leggi approvate negli stati americani del sud dopo la guerra civile, che limitavano la libertà degli afroamericani. L'ex dipendente era stato assunto nel settembre del 2016 e licenziato dopo aver comunicato al manager del punto vendita di essere afroamericano: una rivelazione che gli ha fatto perdere i giorni di riposo e le pause, portandolo infine al licenziamento. Con l'azione legale l'ex dipendente chiede che gli venga riconosciuto il salario che non gli e' stato concesso, più i danni. Versace respinge le accuse, e ha già presentato una richiesta per rigettare la causa. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non si tratta del primo caso. E' infatti la seconda volta quest'anno che Versace è legata al razzismo. La prima è stata la campagna pubblicitaria presentata in giugno con la modella 21enne Gigi Hadid e un modello afroamericano: i due sono stati immortalati mentre camminavano con un bambino di 6-7 anni, che indicava secondo i critici una gravidanza in eta' molto giovane. La pubblicità è stata lodata da alcuni perché promuoveva le relazioni interrazziali, ma aspramente criticata da altri.
Allarme Ue sui depuratori e fogne. In 1000 località italiane sono fuorilegge
Allarme Ue sui depuratori e fogne. In 1000 località italiane sono fuorilegge
Un depuratore che non funziona è un depuratore che inquina. Può sembrare una banalità, ma è l' l'allarmante situazione che emerge dalle informazioni raccolte a Bruxelles, dove la Commissione europea ha accumulato, negli ultimi dieci anni, una serie impressionante di dossier che nel 2017, con molto probabilità, sfoceranno in nuove sanzioni e altri deferimenti alla Corte di giustizia. Secondo il report UE,evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, in Italia sono quasi mille le località fuorilegge a causa di reti fognarie o impianti di depurazione inadeguati che non solo rappresentano un rischio per la salute e per l'immagine del Paese, ma possono anche costare milioni di euro in termini di multe Ue. Nel mirino dei servizi dell'esecutivo comunitario ci sono grandi città, mete turistiche di fama internazionale e comuni dove le amministrazioni locali non sono riuscite, nei 25 anni avuti a disposizione, a creare le infrastrutture necessarie per rispettare i limiti fissati per le acque reflue dalla direttiva europea varata nel '91. Limiti fissati all'epoca per garantire condizioni igienico-sanitarie adeguate per la tutela della salute e dell'ambiente. La mappa delle località fuorilegge indica che quasi due terzi sono concentrate in quattro regioni: Sicilia, Calabria, Campania e Lombardia. Ma il problema tocca tutto il Paese, poiché l'unica regione 'esente' dalle procedure d'infrazione aperte dalla Commissione è il Molise. E non perché sia particolarmente virtuosa, ma perché scarica le sue acque reflue in Puglia e Abruzzo. Da Cefalù a Courmayeur, da Rapallo a Trieste, da Napoli a Roma e in parte Firenze, da Ancona a Pisa, le carenze registrate nel sistema di raccolta e trattamento delle acque di fogna, nonostante i ripetuti allarmi lanciati da Bruxelles, risultano ancora essere molto, troppo diffuse. La prima procedura d'infrazione risale al 2004, riguarda 80 località, e si è conclusa nel luglio del 2012 con una sentenza di condanna emessa dalla Corte Ue. L'8 dicembre scorso la Commissione ha deferito nuovamente l'Italia alla Corte accusandola di non aver rispettato la sentenza del 2012 e chiedendo l'applicazione di una doppia sanzione: una multa forfettaria di 62,6 milioni di euro più una penalità di 347 mila euro al giorno. La seconda azione incentrata su 27 località data 2009. Del 2014 è la sentenza di condanna della Corte e ora i tempi sono maturi per un secondo deferimento con multa. La terza procedura d'infrazione riguarda ben 852 agglomerati urbani (di cui 175 in Sicilia, 130 in Calabria e 110 in Campania). Del marzo 2015 è l'ultimatum lanciato all'Italia per mettersi in regole e ora fonti di Bruxelles prevedono che nel 2017 arrivi il deferimento alla Corte di giustizia. Intanto continua a salire il conto delle multe Ue per le discariche fuorilegge e i rifiuti in Campania. Nel primo caso l'Italia ha sborsato, dalla condanna del dicembre 2014 a oggi, circa 140 milioni di euro riuscendo a dimezzare il numero degli impianti fuori norma. Mentre nel caso Campania dal luglio 2015 si sta pagando una multa da 120 mila euro al giorno che sarà bloccata solo quando l'Italia dimostrerà che il ciclo di gestioni dei rifiuti funziona al cento per cento.
lunedì 26 dicembre 2016
Gli Usa leader mondiali della vendita di armi: le vendite hanno raggiunto i 40 miliardi di dollari.
Gli Usa leader mondiali della vendita di armi: le vendite hanno raggiunto i 40 miliardi di dollari. Boom anche per Made in Italy verso Paesi in guerra
Gli Stati Uniti fornitori mondiali di armi. Nel 2015 ne hanno vendute per un valore di 40 miliardi di dollari, confermandosi leader delle vendite nel mondo. Al secondo posto la Francia con 15 miliardi di dollari. È quanto emerge da uno studio condotto per il Congresso americano e riportato dal New York Times, secondo il quale lo scorso anno sono state vendute complessivamente armi per 80 miliardi di dollari, in calo rispetto agli 89 miliardi di dollari del 2015. I Paesi avanzati restano anche nel 2015 i maggiori acquirenti di armi, con acquisti per 65 miliardi. Il calo delle vendite globali è legato all'economia debole, spiega il rapporto. ''Problemi di bilancio hanno spinto molti Paesi a posticipare o limitare gli acquisti. Alcuni Paesi hanno scelto di non acquistare nuove armi e di ammodernare i loro sistemi esistenti''. Boom anche per l'industria delle armi italiane, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che nell’ultimo anno ha triplicata la vendita all’estero aumentando le forniture verso Paesi in guerra, in violazione, attraverso escamotage, della legge 185/1990 che vieta l’esportazione e il transito di armamenti verso Paesi in stato di conflitto e responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Nello specifico quelle verso l’Arabia Saudita, condannata dall’Onu per crimini di guerra nel conflitto in Yemen e per la quale il Parlamento europeo ha chiesto un embargo sulla vendita di armamenti. Cresce anche l’intermediazione finanziaria delle principale banche italiane, Intesa e Unicredit, e tra i piccoli istituti coinvolti compare ancora Banca Etruria e una banca libica.
Regno Unito: pile nel Babbo Natale di cioccolato venduto da Coop. Si indaga per sabotaggio
Regno Unito: pile nel Babbo Natale di cioccolato venduto da Coop. Si indaga per sabotaggio
La catena di superettes Coop sta richiamando 165.000 statuette di Babbo Natale di cioccolato al latte nel Regno Unito, dopo che qualcuno avrebbe inserito due piccole batterie all'interno. In caso di ingestione, queste piccole batterie al litio piatte che hanno una forma di pulsante/moneta, costituiscono un pericolo mortale per i bambini piccoli. È accaduto in un negozio a un bambino che, una volta scartato il Babbo Natale di cioccolato e aperto, ha fatto la scoperta. Il dolce era stato comprato dai genitori che si sono accorti subito del preoccupante ritrovamento e hanno denunciato il fatto. Il negozio ha confermato che un'indagine ha stabilito che le batterie sono state volutamente inserite all'interno cavo della statuetta in almeno due casi distinti. Solo due clienti hanno finora scoperto le batterie nelle loro statuette. Entrambi hanno riferito che solo quando hanno rotto il cioccolato hanno trovato la batteria all'interno, il che suggerisce che la pila è stato messa all'interno del cioccolato prima che la cavità vuota fosse sigillata. La Coop sta lavorando con le autorità competenti per determinare come la manomissione sia potuta accadere. Gli episodi di cui si è venuti a conoscenza solo due giorni fa risalgono alla scorsa settimana e l’ipotesi di reato su cui stanno lavorando le forze di polizia è quella del sabotaggio. Le statuette di Babbo Natale di cioccolato al latte sono commercializzate solo nel Regno Unito e pertanto per l'Italia non esiste nessun pericolo. Si tratta di un trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare, sostiene Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, per evitare che l'allarmismo travolga in modo ingiustificato i nostri ipermercati, supermercati e negozi nazionali che garantiscono qualita' e sicurezza alimentare.
Bmw: deve richiamare quasi 200.000 vetture in Cina per problemi airbag
Bmw: deve richiamare quasi 200.000 vetture in Cina per problemi airbag
Bmw deve richiamare quasi 200.000 vetture in Cina per un problema con l'airbag con conseguenti rischi per la sicurezza. Lo ha annunciato l'Autorita' cinese competente (Aqsiq) sul proprio sito online, precisando che le 168,861 auto in via di richiamo sono importate tra il dicembre 2005 e dicembre 2011 e 24.750 veicoli prodotti localmente dalla joint venture paritaria Bmw Brilliance Automotive tra luglio 2005 e il dicembre 2011. I generatori di gas utilizzati per gonfiare gli airbag potrebbero rompersi improvvisamente, scagliando detriti che potrebbero compromettere la sicurezza dei passeggeri. La Bmw ha assicurato che l’apparecchiatura difettosa verrà sostituita gratuitamente. Nel mese di dicembre, il marchio aveva già dovuto recuperare più di 22mila modelli Bmw e Rolls-Royce sempre a causa di airbag difettosi che, a causa di un errore di programmazione, potevano non aprirsi correttamente.Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato.
"Rischio strangolamento", Prénatal ritira dal mercato cancelletto per bambini su ordine autorità pubbliche.
"Rischio strangolamento", Prénatal ritira dal mercato cancelletto per bambini su ordine autorità pubbliche. E' utilizzato per impedire ai bambini l'accesso a scale o ad aree pericolose
Il RAPEX (Rapid Alert System for non-food consumer products), il sistema di allerta rapido all'interno della UE sui prodotti di consumo pericolosi, ha annunciato la misura ordinata dalle autorità pubbliche (Avviso numero: A12/1757/16) del ritiro dal mercato di un articolo di puericultura e attrezzatura per bambini. Nello specifico si tratta del cancelletto di sicurezza per bambini "Prénatal traphek hout" della Prénatal modello Minerva 71-102 cm; typenummer: 2-201500705 codice a barre: 8717568073002. Sembra infatti che l’articolo metta in pericolo l’incolumità dei bambini. Più precisamente, c’è il pericolo che i bambini rimangano intrappolati con la testa tra le sbarre, che sono troppo larghe, causando difficoltà respiratorie o strangolamento. Inoltre, il cancello di sicurezza ha gli angoli sporgenti dove le vesti di un bambino potrebbero impigliarsi, causando lo strangolamento ed inoltre non è sufficientemente alto: un bambino può salire su di esso e cadere.. Il richiamo del prodotto dai consumatori, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato avviato in quanto non conforme alla norma tecnica europea EN 1930. Alle persone che hanno acquistato questo prodotto si consiglia di sospenderne subito l’utilizzo e di riportarlo al punto accoglienza del negozio Prénatal di riferimento. Il rischio costituito dalla larghezza delle sbarre non è sottovalutabile. Infatti, le aperture tra le barre sono troppo distanziate fra di loro e lo spazio, che c’è tra di esse, è troppo largo. Per tale motivo, a rischio è dunque l’incolumità per i bambini di pochi mesi. Mentre giocano, infatti, potrebbero infilare la testa all’interno e rimanerci incastrati rischiando il soffocamento. Così come potrebbero incastrarsi anche braccia e gambe o cadere perchè non sufficientemente alto.
domenica 25 dicembre 2016
Festa del Natale, in Svizzera la polizia regala fiori al posto delle multe. Curiosa iniziativa della Polizia sangallese
Festa del Natale, in Svizzera la polizia regala fiori al posto delle multe. Curiosa iniziativa della Polizia sangallese
Niente multe sotto Natale. Nella giornate natalizie, la polizia sangallese ha deciso di chiudere un occhio, non multando gli automobilisti che avevano posteggiato in divieto di sosta. È stata sicuramente una sorpresa quella capitata venerdì scorso agli automobilisti indisciplinati di Uznach, piccolo comune di 5500 anime situato nel Canton San Gallo. Mentre recuperavano le proprie auto, parcheggiate in divieto di sosta, hanno infatti trovato sul parabrezza un fiore accompagnato da un piccolo biglietto. «Secondo il regolamento avremmo dovuto multarla. Ma siccome a breve sarà Natale, abbiamo preferito regalarle questo fiore», era scritto sul foglietto, firmato dalla Polizia cantonale sangallese. Le forze dell’ordine hanno confermato di aver applicato il medesimo "criterio di giudizio" nei confronti di tutti gli automobilisti, precisando però di aver chiuso un occhio solo in casi entro i limiti della tolleranza. Il portavoce della Polizia sangallese, Florian Schneider, ha inoltre sottolineato come il gesto non sia da considerare come un invito a parcheggiare ovunque si voglia, spiegando inoltre che «per quanto riguarda le sanzioni di tipo amministrativo, è lo stesso agente a valutare e decidere se sanzionare un automobilista o se limitarsi a richiamarlo all’ordine».Nonostante qualcuno abbia accusato le forze dell'ordine di sessismo, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il gesto è stato considerato dai più dolce e premuroso. L'iniziativa documentata su Facebook ha riscosso un discreto successo e tanti commenti positivi.
sabato 24 dicembre 2016
Allerta europea per Listeria monocytogenes nei formaggi Fedou. Lo segnala l'Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca
Allerta europea per Listeria monocytogenes nei formaggi Fedou. Lo segnala l'Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca
Il comunicato diffuso la vigilia di Natale dall'Agenzia tedesca per la sicurezza alimentare è molto chiaro e non lascia spazio a dubbi. Nei formaggi francesi Fedou, fatti dal latte crudo di pecora, venduti dalle catene di supermercati alimentari in Germania, Austria, Francia, Italia e distribuito ai grossisti in Europa, è stata accertata la presenza del batterio Listeria monocytogenes. Alcuni di questi prodotti, il Tomme du Fédou, Soureliette, Titounet, Lou Claousou, Lou Sounal, Teoulette Brique, Titounet, Fédou, Brie de Brebis Cardabelle, Pérail Excellence, Rocketou, Pérail Tradition sono stati commercializzati prima del provvedimento di recesso, ha dichiarato la società in un comunicato. I lotti dei formaggi in questione sono rispettivamente il Tomme du Fédou Data di scadenza: 2017/02/14, Lotto n. 16.280.003, data di scadenza: 2017/10/02, Lotto n. 16.284.003, data di scadenza: 22/02/2017, lotto n. 16.288.005, data di scadenza: 2017/03/01, Los No:. 16.294.005, data di scadenza: 2017/03/03, lotto n. 16.306.001; Soureliette Data di scadenza: 2017/10/01, Lotto n. 16.280.003, data di scadenza: 2017/01/18, Lotto n. 16.288.005, data di scadenza: 2017/01/20, Lotto n. 16.288.005, data di scadenza: 18/01/2017, Los No:. 16.294.005, data di scadenza: 25/01/2017, lotto n. 16.295.002, data di scadenza: 27/01/2017, lotto n. 16.298.005, data di scadenza: 2017/02/01, lotto n. 16.302.002, data di scadenza: 16302002: 2017/02/10, partita n. data di scadenza: 2017/03/02, lotto n. 16.306.001,data di scadenza: 2017/08/02, lotto n. 16.306.001,data di scadenza: 2017/02/14 ,data di scadenza: 22/02/2017,data di scadenza: 2017/02/24,data di scadenza: 2017/01/03,data di scadenza: 2017/03/03,data di scadenza: 2017/03/08,data di scadenza: 2017/03/10,data di scadenza: 2017/03/15,data di scadenza: 17/03/2017; Lou Claousou Data di scadenza: 2016/08/12, Lotto n. 16.293.001, data di scadenza: 2016/12/10, Lotto n. 16.295.001, data di scadenza: 14/12/2016, lotto n. 16.295.001; Lou Sounal Data di scadenza: 23/12/2016, lotto n. 16.293.001,data di scadenza: 29/12/2016, lotto n. 16.293.001,data di scadenza: 2017/01/04, Lotto n. 16.301.002,data di scadenza: 2017/01/05, Los No:. 16.301.002,data di scadenza: 31/12/2016, lotto n. 16.301.002; Teoulette Brique Data di scadenza: 21/11/2016, lotto n. 16.284.001,data di scadenza: 2016/05/12, Lotto n. 16.298.001, data di scadenza: 2016/12/19, Lotto n. 16.305.00; Titounet Data di scadenza: 2016/12/12, Lotto n. 16.298.004; Fédou Data di scadenza: 26/11/2016, lotto n. 16.284.002, data di scadenza: 2016/10/12, Lotto n. 16.298.004; Brie de Brebis Cardabelle Data di scadenza: 2016/03/12, Lotto n. 16.284.002, data di scadenza: 2016/12/05, Lotto n. 16.284.002, data di scadenza: 2016/12/12, Lotto n. 16.284.002, data di scadenza: 2016/11/24, Los No:. 16.284.002, data di scadenza: 2016/12/16, lotto n. 16.284.002,data di scadenza: 2016/12/18, lotto n. 16.298.004, data di scadenza: 24/12/2016, lotto n. 16.298.004; Pérail eccellenza Data di scadenza: 17/11/2016, lotto n. 16.288.002, data di scadenza: 2016/11/18, Lotto n. 16.288.002, data di scadenza: 2016/11/24, Lotto n. 16.293.003; Rocketou Data di scadenza: 23/11/2016, lotto n. 16.288.002, data di scadenza: 28/11/2016, lotto n. 16.288.002, data di scadenza: 2016/11/29, Lotto n. 16.288.002, data di scadenza: 2016/12/05, Los . No: 16293003; Pérail Tradition Data di scadenza: 28/11/2016, lotto n. 16.288.002, data di scadenza: 2016/11/29, Lotto n. 16.288.002 data di scadenza: 2016/05/12, Lotto n. 16.293.003. Non possono essere esclusi rischi per la salute. I supermercati a loro volta dovrebbero avere sbandierato un cartello per avvisare i clienti. L'Ufficio Federale tedesco per la protezione dei consumatori ha già informato il Sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi dell'Unione europea (UE). Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, ricorda che la Listeria, è una famiglia di batteri composta da dieci specie. Una di queste, Listeria monocytogenes, causa la listeriosi, una malattia che colpisce l’uomo e gli animali. Seppur rara, la listeriosi è spesso grave, con elevati tassi di ricovero ospedaliero e mortalità. Nell’UE sono stati segnalati circa 1 470 casi nell’uomo nel 2011, con un tasso di mortalità del 12,7 %.La Listeria si ritrova nel terreno, nelle piante e nelle acque. Anche gli animali, tra cui bovini, ovini e caprini, possono essere portatori del batterio.Il consumo di cibo o mangime contaminato è la principale via di trasmissione per l’uomo e gli animali. Le infezioni possono verificarsi anche attraverso il contatto con animali o persone infetti.La cottura a temperature superiori a 65 °C uccide i batteri. Tuttavia il batterio Listeria può essere presente in diversi alimenti pronti e, a differenza di molti altri batteri di origine alimentare, tollera gli ambienti salati e le basse temperature (tra +2 °C e 4 °C).Considerata la resistenza di questo batterio, insieme agli elevati tassi di mortalità nell’uomo, la manipolazione sicura degli alimenti riveste un’importanza capitale per tutelare la salute pubblica.Nelle persone infette i sintomi variano, da lievi sintomi simil-influenzali, come nausea, vomito e diarrea, a infezioni più gravi, quali meningite e altre complicanze potenzialmente letali. Le persone più sensibili alle infezioni da Listeria sono gli anziani, le donne in gravidanza, i neonati e le persone con deficit del sistema immunitario.
"Rischio di intrappolamento", Auchan ritira altro lettino per neonati
"Rischio di intrappolamento", Auchan ritira altro lettino per neonati. E' pericoloso, le aperture tra le sbarre alla base sono troppo larghe
Nuovo ritiro di un lettino potenzialmente poco sicuro per i bimbi. La catena francese di supermercati e ipermercati, dopo aver ritirato pochi giorni fa dal mercato il lettino per neonati AMAL, è ora costretta a ritirare, un altro modello di lettino per neonati. "Chiediamo alle persone che hanno acquistato questo prodotto di sospenderne subito l'utilizzo e di riportarlo al punto accoglienza del negozio Auchan di riferimento. Il prodotto reso sarà totalmente rimborsato". Sembra infatti che l’articolo metta in pericolo l’incolumità dei bambini. Più precisamente, c’è il pericolo che i bambini rimangano intrappolati tra le sbarre, che sono troppo larghe alla base. Auchan, si fa avanti e per evitare problemi, attraverso il sito internet avvisa la clientela su possibili "rischi di intrappolamento degli arti superiori e inferiori" per alcuni esemplari di lettino per neonati in legno bianco 'Amal II' - codice prodotto EAN: 5907751413378, chiedendone il reso. Nello specifico il lettino è fornito da SNC ORGANISATION INTRA GROUPE. Il richiamo del prodotto dai consumatori, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato avviato in quanto non conforme alla norma tecnica europea EN 716. Alle persone che hanno acquistato questo prodotto si consiglia di sospenderne subito l’utilizzo e di riportarlo al punto accoglienza del negozio Auchan di riferimento. Il rischio costituito dalla larghezza delle sbarre non è sottovalutabile. Infatti, le aperture tra le barre alla base sono troppo distanziate fra di loro e lo spazio, che c’è tra di esse, è troppo largo. Per tale motivo, a rischio è dunque l’incolumità per i bambini di pochi mesi. Mentre giocano, infatti, potrebbero infilare la testa all’interno e rimanerci incastrati rischiando il soffocamento. Così come potrebbero incastrarsi anche braccia e gambe.
venerdì 23 dicembre 2016
Epifania, troppi ftalati nella bambola segnalata dal RAPEX. Sostanze tossiche nei giocattoli a rischio la salute dei bambini.
Epifania, troppi ftalati nella bambola segnalata dal RAPEX. Sostanze tossiche nei giocattoli a rischio la salute dei bambini.
L’Epifania è la festa di tutti i bambini che, dopo i regali di Natale sotto l’albero, aspettano impazienti la calza della befana piena di caramelle, regali e carbone, ma anche giocattoli. Purtroppo potenziali rischi si annidano nel materiale plastico di cui sono composti molti articoli da regalo, in particolare giochi per bambini per l’utilizzo degli ftalati, sostanze tossiche che possono distruggere il sistemo endocrino. Il pericolo viene dai giochi contraffatti e non certificati, nei quali sono presenti grandi quantità di ftalati, un tipo di sostanze tossiche che possono avere effetti devastanti nei bimbi. A lanciare l’allarme il Rapex (Rapid Alert System), circuito di cui fa parte anche il nostro Ministero della Salute, in ambito europeo, che ha segnalato la bambola “Fashion”, importata dalla ditta Diversity Fashion, una delle bambole più vendute in Italia, fabbricata in Cina. Sui campioni prelevati sono state accertate percentuali di ftalati (“del tipo Dehp”) pari al 31% a fronte di un limite dello 0,1% imposto dal regolamento comunitario. Questo ftalato può nuocere alla salute dei bambini, causando possibili danni al sistema riproduttivo. Gli ftalati sono sostanze tossiche per organi riproduttivi, soggette a restrizione europea. Il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1%, né nei giocattoli né negli articoli destinati all’infanzia. Il motivo della restrizione è dovuto al pericolo di esposizione che può derivare dal masticare o succhiare per lunghi periodi di tempo oggetti che contengono ftalati, distruttori del sistema endocrino umano». La presenza di ftalati nei giocattoli e il conseguente ritiro dal commercio in vari Paesi europei viene segnalato sistematicamente nel sistema RAPEX a partire dal 2005. Secondo gli ultimi rapporti del ministero della Sanità si tratta prevalentemente di articoli di origine cinese. Dal 2008 una media di più di 110 notifiche l’anno riguarda questa categoria di prodotti pericolosi, per la presenza degli ftalati oltre al limite consentito. Nel 2015 hanno rappresentato il 37% delle notifiche totali relative ai giocattoli. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” invita immediatamente le autorità competenti ad attivare una azione di controllo del mercato, per il tipo di rischio cui è esposto il consumatore. Infatti, in Italia che ha delle norme rigidissime in merito, è vietata la commercializzazione e l’importazione di prodotti che contengano alti contenuti di ftalati. Il prodotto oltre a rappresentare un rischio chimico dannoso per la salute umana, inoltre non è conforme al regolamento REACH che prevede il divieto in Europa di circolazione di sostanze non registrate e prive di documentazione sui relativi rischi per salute e ambiente e sulle relative misure di prevenzione necessarie per evitarli. Inoltre per il fabbricante e l'importatore che immettono sul mercato giocattoli con ftalati superiori allo 0,1%, ai sensi dell’art. 16 del Decreto legislativo 14 settembre 2009 n. 133, è prevista una sanzione penale con l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda da 40 mila a 150 mila euro.
Paura legionella: aumento dei casi associati ai viaggi a Dubai. L'allarme dell'Agenzia Europea
Paura legionella: aumento dei casi associati ai viaggi a Dubai. L'allarme dell'Agenzia Europea
Viaggiare per affari o per turismo è diventato sempre più comune in questi ultimi anni. Il grande volume di traffico nazionale e internazionale e la velocità di trasporto sono inevitabilmente legati ad un possibile aumento del rischio di contrarre alcune malattie come la legionellosi, che, di fatto, ha mostrato un costante aumento dell'incidenza negli ultimi anni. Stavolta il campanello d’allarme è suonato per l’Europa. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), ha lanciato un allarme per un aumento dei casi di legionellosi, rispetto agli anni precedenti, segnalato nei viaggiatori europei di ritorno da Dubai. Dal 1° ottobre 2016 sono stati segnalati un totale di 26 casi con insorgenza della malattia. La maggior parte dei casi è associato a diverse località visitate dai pazienti, distribuite geograficamente a macchia di leopardo sul territorio di Dubai. Questo suggerisce che i casi erano esposti a una fonte comune in un ambiente più ampio e non associati a siti degli alloggi. Questo è supportato dal fatto che i campioni raccolti presso i siti degli alloggi dove hanno dimorato i viaggiatori interessati, non sono stati trovati contaminati dai batteri della Legionella. L'aumento dei casi non può essere completamente spiegato dall'aumento del numero di viaggiatori europei a Dubai. L'ECDC ,pertanto, esorta le autorità nazionali ed europee ad effettuare indagini associate ai casi di malattia del legionario contratta da chi ha viaggiato a Dubai. Una raccolta dei dati è in corso nei paesi dell'UE interessati a raccogliere informazioni su nuovi casi, con un focus sui possibili luoghi di esposizione a Dubai e sulla strada da e per Dubai. È importante comunicare rapidamente informazioni sui potenziali siti di infezione alle autorità sanitarie locali a Dubai al fine di contribuire ad identificare le fonti dell'infezione. La Malattia del Legionario, più comunemente definita legionellosi, è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, il cui nome significa appunto “Legionella amante dei polmoni”. Il genere Legionella è stato così denominato nel 1976, dopo che un’epidemia si era diffusa tra i partecipanti al raduno della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. In quell’occasione, 221 persone contrassero questa forma di polmonite precedentemente non conosciuta, e 34 morirono. La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema di aria condizionata dell’albergo. La legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione di aerosol contaminato da microrganismi appartenenti al genere Legionella. La produzione dell’aerosol può avvenire attraverso l’uso di rubinetti o docce, i cui circuiti siano colonizzati dal batterio. Non è stata mai documentata trasmissione interumana, pertanto l’unica sorgente di infezione è l’ambiente. Fattori individuali (sesso maschile, età avanzata, fumo di sigaretta e consumo di alcool) e patologie predisponenti (broncopneumopatie cronico-ostruttive, malattie cardiovascolari e renali, diabete, immunodeficienza acquisita in seguito a trapianti d’organo, terapia con steroidi, infezione da HIV ecc.) sono alla base della diversa suscettibilità alla malattia da parte di persone esposte alla stessa fonte di contagio.L’infezione può dar luogo a due diversi quadri clinici: la Febbre di Pontiac e la Malattia dei Legionari. La prima, dopo un periodo di incubazione di 24-48 ore, si manifesta in forma acuta senza interessamento polmonare, simil-influenzale e si risolve in 2-5 giorni. La Malattia dei Legionari, dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni, si manifesta sotto forma di polmonite, con o senza manifestazioni extra polmonari, risultando a volte letale. Poiché non vi sono sintomi specifici, la diagnosi deve essere sempre confermata dagli accertamenti di laboratorio. Il metodo diagnostico di elezione, ove possibile, è l’isolamento e l’identificazione del microrganismo da secrezioni respiratorie. Di più facile impiego risulta la ricerca dell’antigene solubile nelle urine (ELISA, ICT), che risulta positivo fino a 60 giorni dall’esordio della malattia e la ricerca di anticorpi specifici (IFA), quest’ultima indispensabile per verificare la sieroconversione e, quindi, confermare lo stato di malattia. La legionellosi, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, "pone un serio problema di salute pubblica, perché costituisce un elemento di rischio in tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come case di cura, ospedali, piscine e terme e altri luoghi pubblici, in cui è in funzione un sistema di condizionamento, umidificazione, trattamento dell'aria o ricircolarizzazione delle acque. Pertanto lo screening negli aeroporti resta la migliore soluzione per fermare la diffusione del batterio.
L'AIFA ritira lotto del collirio REDOFF. Risultati fuori specifica con impurezze sconosciute in alcune confezioni
L'AIFA ritira lotto del collirio REDOFF. Risultati fuori specifica con impurezze sconosciute in alcune confezioni
Un’altra allerta salute: dopo gli anti ipertensivi, i gastroprotettori, antidepressivo, anti asmatico e una medicina per la cefalea ritirarati giorni fa, l’Aifa ha appena tolto dal mercato italiano un altro farmaco in poche ore. Si tratta del lotto n. 007016 scad. 07-2017 della specialità medicinale REDOFF*COLL FL 5ML 0,2%+0,1% – AIC 036506018 della ditta Thea Farma Spa. Lo ha comunicato la stessa azienda farameceutica che ne ha predisposto il ritiro. REDOFF è utilizzato per il trattamento antiflogistico; congiuntiviti, blefarocongiuntiviti, cheratiti e cherato-congiuntiviti, episcleriti e scleriti, reazioni post-operatorie ed in varie forme flogistiche del segmento anteriore dell’occhio; calazio, pterigion, dacriocistiti. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della segnalazione da parte della ditta concernente “risultato fuori specifica con impurezze sconosciute” in alcune confezioni del medicinale suddetto. Il lotto in questione non potrà essere utilizzato e la ditta Thea Farma dovrà assicurarne l'avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.
Estimi catastali a Lecce. Lo scandalo senza fine. L'Agenzia delle Entrate ricorre in Cassazione
Estimi catastali a Lecce. Lo scandalo senza fine. L'Agenzia delle Entrate ricorre in Cassazione nonostante le batoste ricevute in primo e secondo grado. La diabolica perseverazione che aumenterà il danno erariale e che ricadrà comunqje sui cittadini. Lo "Sportella dei Diritti": difenderemo i cittadini anche innanzi alla Suprema Corte
Errare é umano, ma perseverare é diabolico. Nel caso dello scandalo degli estimi catastali a Lecce non poteva esserci detto più azzeccato, se proprio ieri l'Avvocatura Generale dello Stato di Roma ha notificato al tributarista Maurizio Villani il primo ricorso per Cassazione, avverso le favorevoli sentenze della Commissione Tributaria Regionale di Lecce in merito alla nota vicenda del riclassamento generale che da una parte aveva visto migliaia d'immobili ricadenti nel comune capoluogo del Salento rivalutati immotivatamente nella rendita catastale e dall'altra la presa di posizione di altrettanti contribuenti fino allaccoglimento fra l'altro, per la prima volta in Italia, di ricorsi tributari collettivi predisposti dallo “Sportello dei Diritti” con la conseguente soccombenza della locale Agenzia del Territorio. Ovviamente l'avvocato Villani non ha mancato di replicare che si costituirà regolarmente in Cassazione per contrastare le assurde tesi dell’Agenzia del Territorio di Lecce. E’, infatti, veramente inconcepibile che ci si ostini a coltivare un contenzioso fiscale quando i giudici di merito di Lecce sia in primo grado che in secondo grado hanno deciso di annullare totalmente e senza alcun contrasto giurisprudenziale, gli avvisi di accertamento catastali perché totalmente illegittimi ed immotivati ed inoltre hanno condannato l’Agenzia del Territorio di Lecce alle spese di giudizio sia di primo che di secondo grado, determinando in tal modo, come ha più volte sottolineato Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un danno erariale di notevoli proporzioni. Infatti, gli accertamenti catastali se non adeguatamente motivati sono nulli: questo principio ormai costante oltre che dalla giurisprudenza di merito, emerge anche dalla giurisprudenza della stessa Corte di Cassazione, che ha stabilito che anche gli atti di classamento catastale sono soggetti all’obbligo di motivazione, al pari di qualunque altro provvedimento emesso dall’amministrazione finanziaria (sentenze nn. 3156, 4712 e 6593 del 2015 della Corte di Cassazione). É importante, quindi, che i cittadini leccesi siano informati su questa allucinante situazione processuale che da molti anni coinvolge l’intera cittadinanza perché come nel recente passato lo "Sportello dei Diritti" continuerà a difendere i contribuenti in questa a dir poco farraginosa, incresciosa questione che a questo punto appare sempre più come una battaglia di principio e di legalità.
giovedì 22 dicembre 2016
Un nuovo farmaco rallenta la sclerosi. Si chiama Ocrelizumab
Un nuovo farmaco rallenta la sclerosi. Si chiama Ocrelizumab
Gli scienziati parlano di una rivoluzione copernicana, pronunciandosi così in merito alla prova dell'efficacia di un nuovo farmaco per il trattamento della sclerosi multipla, sviluppato da Roche in collaborazione con ricercatori internazionali e l'ospedale universitario di Basilea: Ocrelizumab. Due studi clinici sono stati condotti con 1.400 pazienti. La sclerosi multipla, chiamata anche sclerosi a placche, è una malattia autoimmune cronica demielinizzante, che colpisce il sistema nervoso centrale, causando un ampio spettro di segni e sintomi. La sclerosi multipla (Sm) presenta una prevalenza che varia tra i 2 e i 150 casi ogni 100.000 individui, a seconda del paese o della specifica popolazione. Si stima che la malattia colpisca circa tre milioni di persone al mondo, mezzo milione in Europa e 68.000 in Italia, per un totale di 1800 nuovi casi ogni anno; la regione più colpita è la Sardegna. E' una malattia della prima età adulta, che si manifesta perlopiù tra i 29 e i 33 anni, anche se in assoluto può comparire tra i 10 e i 59 anni, ed è diffusa a livello mondiale con frequenze d'incidenza variabili a seconda delle regioni considerate. L'annuncio dell'efficacia di un nuovo farmaco sviluppato da Roche è arrivato ad Ottobre 2015 durante l'ECTRIMS (European Committee for the Treatment and Study of Multiple Sclerosis). L'efficacia di Ocrelizumab è stata dimostrata negli studi cardine OPERA I e OPERA II condotti in pazienti con SM recidivante remittente, ed in uno studio separato ORATORIO, condotto in pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva. La rilevanza dello studio deriva dall'efficacia del farmaco su quest'ultima forma di SM, la più invalidante, che colpisce una persona su 10 e che di solito non ha periodi distinti tra la recidiva e remissione.Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato sperimentale, progettato per colpire in maniera selettiva i linfociti B CD20+, un tipo specifico di cellule immunitarie che si ritiene svolgano un ruolo chiave nel danno alla mielina e all'assone che si osserva nella sclerosi multipla e che determina disabilità. Inoltre si lega ai linfociti B, ma non alle cellule staminali né alle plasmatiche, permettendo di non compromettere le funzioni svolte dal sistema immunitario, ovvero la ricostituzione delle cellule B e la preservazione della memoria immunitaria.Lo studio su Ocrelizumab è uno studio multicentrico, in doppio cieco, condotto su 732 pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva, di cui ad una parte di loro è stato somministrato il farmaco in dose di 600mg ogni sei mesi, con 2 infusioni di 300mg a due settimane l'una dall'altra, all'altra parte dei pazienti è stato somministrato placebo. E' stato dimostrato che Ocrelizumab riduce in maniera significativa del 24% rispetto al placebo il rischio di progressione di disabilità clinica, confermata dopo 24 settimane, e del 29% il tempo di percorrenza di una distanza di 7,6 metri in un periodo di 120 settimane. Il volume delle lesioni iperintense si è ridotto del 3,4% in 120 settimane, mentre con placebo è aumentato del 7,4%. Ha ancora ridotto del 17,5% il tasso di perdita di volume cerebrale, sempre in periodo di 120 settimane. I risultati positivi non sono stati solo rilevati in merito all'efficacia come sopra ampiamente dimostrato, ma anche in relazione alla sicurezza del farmaco, infatti la percentuale di pazienti con reazioni avverse nel gruppo in terapia con ocrelizumab è stata simile a quelli in terapia con placebo sia in relazione all'infusione che alle infezioni. Vista la non curabilità della malattia, avere trovato un farmaco sicuro che permette di ridurre le conseguenze della stessa, le gravi disabilità che ne derivano è veramente importante, davvero una rivoluzione nel campo della medicina. L'azienda produttrice Roche intende inoltrare la richiesta di autorizzazione all'immissione in commercio, per averlo, in Italia dobbiamo attendere ancora un anno. Una notizia importante in campo scientifico, che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” sembra poter dare una speranza a milioni di persone che si ammalano di SM. I risultati sono stati pubblicati giovedì sulla rivista "New England Journal of Medicine".
Usa fanno causa a Barclays: ha ingannato su mutui crisi
Usa fanno causa a Barclays: ha ingannato su mutui crisi
Barclays Plc è stata citata in giudizio dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che la accusata di aver ingannato gli investitori sui mutui al centro della crisi del 2008. Barclays è una di una manciata di banche che non hanno chiarito con il governo degli Stati Uniti la loro gestione dei titoli garantiti da ipoteca in vista della crisi finanziaria. Gli altri istituti, evidenzia Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti" sono la Deutsche Bank AG, Credit Suisse Group AG e la Royal Bank of Scotland Group Plc. Di fronte a queste incertezze sono state immediate le ripercussioni sulle azioni di queste banche.
Ikea, 50 milioni di dollari alle famiglie dei tre bimbi schiacciati dalle cassettiere. Il mobile Malm era stato richiamato in America del nord e in Cina
Ikea, 50 milioni di dollari alle famiglie dei tre bimbi schiacciati dalle cassettiere. Il mobile Malm era stato richiamato in America del nord e in Cina
Lo studio legale Feldman Pastore di Philadelphia ha annunciato che Ikea ha chiuso un accordo con le famiglie dei tre bambini statunitensi che hanno perso la vita rimanendo schiacciati da un mobile dell’azienda svedese. Nello specifico saranno suddivisi 50 milioni di dollari tra le famiglie. Inclusi nella transazione i genitori del piccolo Teddy McGee, 22 mesi, di Apple Valley nel Minnesota. Teddy è stato ucciso schiacciato da un mobile Malm di IKEA lo scorso febbraio che gli era caduto addosso. Inoltre verranno devoluti 100'000 dollari a degli ospedali pediatrici e altrettanti a una fondazione americana che si occupa di sicurezza per i bambini. La cassettiera Malm, ricorda Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, era stata richiamata in America del nord e in Cina. L’azienda aveva osservato: «Le cassettiere richiamate sono instabili, se non adeguatamente ancorate al muro, e presentano un grave rischio di ribaltamento e intrappolamento che può causare la morte o lesioni ai bambini». Altri decessi sono legati a questo mobile tanto che tre membri del Congresso americano, tra cui il senatore Amy Klobuchar del Minnesota, hanno chiesto alla Consumer Product Safety Commissionil di imporre all'azienda l'immediato richiamo dei mobili Malm e il divieto della loro vendita. Il Sen. Klobuchar ha anche presentato un proposta di legge per fissare nuovi standard di sicurezza del settore, al fine di proteggere i bambini dal ribaltamento dei mobili.
Cassazione, Turchia viola diritti umani, bloccate le estradizioni
Cassazione, Turchia viola diritti umani, bloccate le estradizioni
La Turchia viola i diritti umani e la situazione si è "ulteriormente aggravata" dopo il tentato colpo di stato di luglio a seguito del quale il governo Turco ha deciso di sospendere l'applicazione della Convenzione sui diritti umani. Lo ha stabilito la corte di Cassazione con la sentenza n° 54467 depositata il 21 dicembre. Il caso riguarda un trafficante di droga che aveva già scontato la condanna di 7 anni in Germania. che per questi motivi ha deciso di non estradare in Turchia. I supremi giudici hanno così bloccato il via libera al rimpatrio coatto deciso dalla Corte d'Appello di Venezia. La Cassazione ha tenuto in considerazione il rapporto di Amnesty International, evidenzia Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sulla Turchia nel quale "risultano segnalati casi di tortura e di maltrattamenti ai danni di detenuti, nonché un eccessivo impiego della forza da parte della polizia", fatti riferiti anche da altri rapporti sui diritti umani dal 2008 al 2016. Ciò, rileva la Cassazione" consente di ritenere che si tratti di una situazione diffusa e non episodica, di carattere sistemico o comunque generalizzato, che finisce per determinare gravi violazioni dei diritti umani". La Suprema Corte, ricorda inoltre che il resoconto di una delegazione di giuristi e avvocati italiani ha constatato "un quadro assolutamente preoccupante per il rispetto dei diritti della persona, circostanza già emersa da tempo in quanto la Turchia ha subito il maggior numero di condanne in Europa per il mancato rispetto dei diritti umani". Infine, a supporto della decisione di bloccare le estradizioni verso la Turchia, la Cassazione ricorda "le notizie apprese dalla stampa nazionale e internazionale che riferiscono, documentatamente, di destituzioni e sospensioni dall'incarico di migliaia di magistrati (circa 2700), situazione talmente preoccupante da aver determinato il Consiglio superiore della magistratura a sospendere ogni cooperazione con il Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri della Turchia a causa del marcato rispetto dell'indipendenza della magistratura di quel Paese".
mercoledì 21 dicembre 2016
L'Italia con l’influenza: è epidemia. Superata la soglia epidemica con tre settimane d’anticipo rispetto agli anni passati
L'Italia con l’influenza: è epidemia. Superata la soglia epidemica con tre settimane d’anticipo rispetto agli anni passati
Starnuti, tosse e mal di gola e pacchi di fazzoletti che si consumano a vista d'occhio, l'influenza si espande in Italia. La settimana scorsa è stata superata la soglia epidemica per la prima volta, con tre settimane d'anticipo rispetto agli ultimi due anni e il numero di persone ammalate è in crescendo. Lo dicono i dati inviati all’Istituto Superiore di Sanità dai medici “sentinella” (Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta) e raccolti nel database on line Influnet, gestito dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene opportuno diffondere per metterci in guardia e per cogliere l’occasione per ricordare alcuni semplici consigli. Secondo i dati il bollettino, fino ad oggi sono stati già 500mila e si stima che alla fine di febbraio l’epidemia avrà colpito 7 milioni di persone. I tipi virali responsabili dell’influenza sono due: A e B. Il virus di tipo "A” circola attualmente nell’uomo con due sottotipi: H1N1 e H3N2. Il virus di tipo B non possiede sottotipi, ma comprende due lineaggi con corredo antigenico distinto: Yamagata e Victoria. Tra le persone più a rischio sono i bambini piccoli, gli anziani di età superiore a 65 anni, le donne in gravidanza, le persone con patologie cronico-recidivanti e coloro che vivono a contatto delle comunità (ospedali, caserme, scuole, case di cura, ecc.). La capacità dell’influenza di mettere a rischio la salute viene troppo spesso sottovalutata da cittadini e operatori sanitari, basti pensare che, sempre secondo le stime dell’ISS, in Italia si verificano ogni anno in media da 5 a 8 milioni di casi.L’influenza, è opportuno ricordarlo, oltre a causare seri problemi di salute pubblica è responsabile dell’aumento dei tassi di assenza dal lavoro e di perdita di produttività nei Paesi sviluppati. Il rischio di trasmissione dell’infezione può essere ridotto applicando delle regole generali come evitare luoghi affollati, lavarsi regolarmente le mani con acqua e sapone, coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce o starnutisce ed evitare di esporsi a sbalzi di temperatura. Un toccasana indispensabile, è invece il riposo, per chi è malato: per tale ragione è opportuno rimanere a casa, evitando di intraprendere viaggi e di recarsi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti potenzialmente infettanti con altre persone.
martedì 20 dicembre 2016
Test di gravidanza positivi in vendita su internet, l’ultima e preoccupante tendenza della Rete
Test di gravidanza positivi in vendita su internet, l’ultima e preoccupante tendenza della Rete. Così una giovane della Florida incinta si paga il debito di studio
Guadagna circa 300$ dollari al giorno, una giovane studentessa incinta e indebitata della Florida che ha trovato un modo decisamente particolare per uscire dai debiti: vendere test di gravidanza positivi attraverso il portale di annunci Craigslist. «Che li utilizziate per fare uno scherzo o per ricattare il vostro capo con cui avete avuto una notte brava non mi interessa, da me avrete la massima discrezione».Il prezzo? Contenuto: 25$ l'uno, «faccio fra i 200 e i 300$ al giorno, semplicemente andando in bagno», ha commentato sotto anonimato la donna a un'emittente locale. Da dove nasce l'idea? «Sto facendo un master e costa parecchio, non ho dovuto nemmeno pensarci troppo». È questa l’ultima e preoccupante tendenza della Rete, un mercato di compravendita fiorente e particolarmente redditizio. Negli Stati Uniti sta prendendo piede una nuova bizzarra tendenza. Sono sempre di più le donne che mettono in vendita test di gravidanza usati e con risultato positivo, su siti come eBay o Craiglist. Nella maggior parte dei casi gli inserzionisti chiedono circa 25 dollari per ogni test. Spesso, inoltre, l'annuncio assicura che il test è stato nuovamente sigillato ed appare, quindi come nuovo. Di solito i possibili usi di questo prodotto alquanto curioso vengono opportunamente illustrati all'interno degli annunci. Si potrebbe usare il test positivo per spingere, ad esempio, una coppia al matrimonio, oppure come prova per ottenere denaro in vista di un fantomatico aborto. Altri inserzionisti, invece, sono meno specifici. E non si pensi si tratti di episodi limitati: i test vanno a ruba, con centinaia di stick scambiati ogni giorno. Stando all'Fbi la pratica, che sarebbe nata attorno al 2013, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è affatto illecita. Utilizzare uno di questi test positivi per circuire qualcuno, invece, può essere a tutti gli effetti essere considerato frode.
Svizzera: in un incendio il dramma di un italiano senza fissa dimora morto a 40 anni
Svizzera: in un incendio il dramma di un italiano senza fissa dimora morto a 40 anni
Lo hanno notato i pompieri mentre si infilavano nel muro di fumo denso, nero, dentro uno scantinato dove era scoppiato un incendio. Il corpo era sul pavimento. È un italiano di 40 anni "di ignota dimora", la vittima del rogo scoppiato tre giorni fa, sabato, attorno alle cinque in un palazzo di via Martignoni, a Massagno, morto per intossicazione da monossido di carbonio. Molto probabilmente l’incendio è stato causato proprio dalle persone che da alcuni giorni avevano occupato abusivamente una cantina e avevano improvvisato un bivacco per proteggersi dal gelo. La vittima del rogo si chiamava Ignazio Cirillo ed era un papà che aveva perso tutto, dal lavoro all’appartamento in cui viveva e che si era trasformato in un senza tetto. È una storia triste, quella di Ignazio Cirillo. Grande appassionato di musica, il 40enne di origini campane si era trasformato in un senza tetto nel giro degli 12 ultimi mesi. La sua vita era diventata un inferno: viveva tra l’Italia e il Ticino da diverso tempo, in Valtellina la sua ultima residenza. Probabilmente, era riuscito a intrufolarsi nelle cantine, sapendo che lì avrebbe potuto passare la notte al coperto. Ignazio Cirillo aveva anche una pagina Facebook, da cui trapelano alcune informazioni. Ad esempio, che ha un figlio, forse due. E poi il riferimento alla sua città di provenienza, Torre Annunziata, località nei pressi di Napoli. Dal suo profilo traspare anche una grande passione per la musica. La tragedia si è consumata perchè in Ticino non esistono strutture o alloggi per accogliere i senza fissa dimora, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Il problema è drammatico soprattutto d’inverno, quando il freddo si fa pungente e i senzatetto non sanno dove andare. Le poche strutture messe a disposizione da privati caritatevoli non bastano. Ed ecco che, magari attraverso il passaparola, trovano una soluzione in locali abusivi, come probabilmente è accaduta la tragedia.
lunedì 19 dicembre 2016
Centri commerciali e supermercati aperti pure a Natale e Capodanno ma c'è chi dice NO.
Centri commerciali e supermercati aperti pure a Natale e Capodanno ma c'è chi dice NO. Si tutelino i diritti dei lavoratori o sciopero del consumo il 26 dicembre e 1° gennaio
Che alle multinazionali della grande distribuzione poco interessasse dei lavoratori era cosa nota, ma che la tradizionale apertura post natalizia e a capodanno diventasse quasi un rito a dispetto dei più elementari diritti degli operai, non è questione più tollerabile che richiede una presa di posizione da parte dell'intera collettività, giacché sindacati e istituzioni rimangono ancora una volta inerti di fronte alla demolizione delle prerogative di chi lavora tutto l'anno e che meriterebbe, al contrario, almeno di una giornata di meritato riposo consentendo alle persone di concentrarsi serenamente sugli affetti e sulla festa. Insomma, tagliato il panettone da poche ore, molti dipendenti, dovranno varcare la soglia dei rispettivi punti vendita comunque il 26 dicembre ed e il 1° gennaio. In negozi alimentari e non. La corsa alle aperture festive investe infatti diverse categorie merceologiche. E negozi di svariata grandezza. Grande distribuzione organizzata in testa, ma anche piccoli e medi esercizi. Queste aperture straordinarie non portato nulla nelle casse delle aziende che tengono aperto. Il maggior numero di clienti che transitano dai negozi non genera automaticamente maggiori profitti, basti considerare che l’aumento delle spese fisse per un giorno festivo di apertura è pari a circa il 14 per cento senza considerare una media del 50 per cento di maggiorazione sulla paga oraria dei dipendenti. Inconcepibile per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ed è per tale ragione che, invita la cittadinanza a boicottare le aperture dei centri commerciali e dei supermercati che resteranno aperti nei giorni 26 dicembre e 1° gennaio in due giornate di sciopero generale dai consumi che servirà da monito per il futuro. L’unica via d’uscita possibile passa da un «ritorno alla nostra cultura, alle nostre tradizioni: passare i giorni di festa in famiglia senza l’assillo costante del dover spendere.
Google denunciato dai consumatori. Nel mirino della Federal Trade Commission per la privacy
Google denunciato dai consumatori. Nel mirino della Federal Trade Commission per la privacy
L'agenzia americana ha ricevuto una denuncia dell'associazione dei consumatori Consumer Watchdog e Privacy Rights Clearinghouse, nella quale Mountain View viene accusata di aver rivisto le regole sulla privacy in modo da aver maggiore controllo nel valutare su come navigano e l'uso dei servizi Google. Lo riporta il Washington Post, sottolineando che secondo le associazioni il cambio delle regole consente a Google di incrociare i dati dei consumatori raccolti tramite alcuni dei suoi servizi, acquisendo così la possibilità di ottenere maggiori informazioni sugli utenti. ''Prima di aver introdotto l'aggiornamento lo abbiamo testato con l'obiettivo di capire come offrire ai clienti una scelta chiara e trasparente. I clienti possono scegliere, se decidono di non approvare la loro esperienza su Google non cambia'' afferma l'azienda con sede a Mountain View.La sorte è la stessa toccata a Facebook, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, che a maggio è stata colpita da un'accusa per il suo servizio Foto, anche questo in contrasto con la legge dell'Illinois. Tale ordinanza dimostrerebbe che Facebook negli Stati Uniti, raccogliendo e usando in modo illecito i dati biometrici delle persone, non offre un livello di protezione dei dati personali adeguato.
Supermercati ritirano la pasta d'acciughe "Balena": provoca allergie
Supermercati ritirano la pasta d'acciughe "Balena": provoca allergie. Auchan è stata la prima a darne l'annuncio sulla sua pagina ufficiale. Con una nota ha spiegato che il la pasta d'acciughe di grammi 65 contiene solfiti e questo non è stato specificato sull'etichetta
Ritirato dai supermarcati un lotto di pasta d'acciughe: l'azienda ha sbagliato l'etichettatura e nel prodotto è presente una quantità di solfiti che può provocare allergie. A darne l'annuncio per prima è stata la catena di supermercati Auchan. Sulla sua pagina ufficiale ha diramato un annuncio nel quale spiega per filo e per segno cosa sta succedendo. Il lotto interessato al ritiro è: 80031048 con scadenza il 27/01/2018. La pasta d'acciughe di questo lotto contiene solfiti (anidride solforosa ndr)) e la presenza di questo allergene non è segnalata tra i componenti dell’etichetta. Per questa ragione, in via precauzionale, l’azienda produttrice, la Balena srl via De' Vespucci n 210 Firenze, ne ha disposto il ritiro dal mercato. "Invitiamo i consumatori - si legge sul sito della Auchan, in possesso del prodotto del lotto indicato, in caso di allergia o intolleranza ai solfiti, a non consumare il prodotto e di riconsegnarlo al punto vendita. In caso contrario consumare regolarmente il prodotto. Non soltanto Auchan è interessato al ritiro di questo prodotto, ma tutti i supermercati che hanno esposti sui loro scaffali questo lotto. Perciò, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia,controllate attentamente il vostro prodotto e se siete intolleranti o allergici ai solfiti con consumatelo e riportatelo indietro. Le allergie ai solfiti, solitamente, danno luogo a sintomi e malori lievi come vampate di calore, ma possono anche portare a mal di testa e senso di pesantezza, a perdite di peso, a carenze vitaminiche, soprattutto del gruppo B. In caso di allergia, invece, si presentano sotto forma di orticaria, eczemi, riniti, diarrea e, nelle forme più serie, attacchi di asma e manifestazioni respiratorie gravi.
Ambiente Italia: "La sete insaziabile della Gran Bretagna per il prosecco sta cambiando il paesaggio dell'Italia".
Ambiente Italia: "La sete insaziabile della Gran Bretagna per il prosecco sta cambiando il paesaggio dell'Italia".
A lanciare l'allarme un editoriale del Times, insieme a un lungo articolo sui consumi record del vino frizzante in Gran Bretagna. Consumi che contribuiscono alla continua estensione delle coltivazioni a vite nel Veneto, causando, a detta di alcuni ambientalisti, danni al territorio e alla natura.Il giornale ricorda come una certa responsabilità di questo fenomeno sia da attribuire ai sudditi di sua maestà, che negli ultimi anni sono diventati fra i maggiori consumatori di prosecco a livello mondiale.Si calcola che si siano bevuti, ricorda l'editoriale, qualcosa come 86 milioni di bottiglie nel 2015, il 50% in più rispetto al 2014, il doppio rispetto a quanto consumano gli americani, con una popolazione ben superiore a quella del Regno. "Nel rispetto dello spirito della Brexit" il giornale propone quindi di consumare più vino inglese, puntando sulle produzioni del Kent e del Sussex in continua espansione e con etichette sempre più all'altezza di quelle continentali. Preoccupazioni espresse anche degli Enologi italiani: sul mercato globale c’è carenza di Prosecco. Poiché si prospetta una grande domanda di prosecco, i negozianti lo starebbero mettendo sul mercato lentamente e la stanno prendendo come un'opportunità per alzare i prezzi fino, in alcuni casi, del 50%. Una speculazione che se corrispondente al vero, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbe essere verificata dalle autorità a partire dall'Antitrust italiano anche perchè la notizia della crisi del raccolto ha fatto il giro dell'Europa, in particolare della Gran Bretagna, ma non è assurta al livello che merita proprio nel paese di produzione. E' vero, infatti, che risulterebbe che parti enormi del raccolto 2015 non sarebbero andate a buon fine a causa del maltempo nelle pianure italiane dove si coltivano le vigne, ma il controllo dei prezzi, o addirittura le speculazioni, ledono i diritti dei consumatori e perciò devono essere immediatamente bloccate. Il prosecco un vero e proprio prodotto del "made in Italy", ha sostituito lo champagne come vino spumante più amato del mondo nel 2013, vendendo circa 307 milioni di bottiglie rispetto al suo "equivalente" francese fermatosi a 304 milioni, secondo i dati degli analisti. Lo scorso anno, le esportazioni di prosecco verso il solo Regno Unito sono salite del 40,2%, tanto che gli analisti hanno sostenuto che tale tendenza riflette un gusto per il "lusso accessibile".
domenica 18 dicembre 2016
Fumo nocivo anche se occasionale.
Fumo nocivo anche se occasionale. I fumatori che non hanno il vizio corrono comunque il rischio di una morte prematura. Le stime attuali delle morti legate al fumo 'hanno sostanzialmente sottovalutato il peso del fumo sulla società'.
Sarà colpa della lobby del tabacco, sarà perché le autorità non hanno voluto destare ulteriori allarmi perché ci guadagnano i governi e non solo, sarà infine perché gli studi circa le conseguenze del tabagismo non sono ancora completi, ma il fumo è una piaga sempre sottovalutata dalla gran parte della popolazione che non smette mai di sorprendere come più volte ha evidenziato Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. La conferma viene da un nuovo studio americano dei ricercatori del National Cancer Institute (NCI), il quale ha stabilito che fumare occasionalmente, sebbene non sia dannoso come avere il vizio vero e proprio, contribuisce ad incrementare il rischio di una morte prematura. … Ai partecipanti allo studio, chiamato NIH-AARP Diet and Health Study, è stato chiesto di condividere le loro abitudini da fumatori durante nove diversi periodi della loro vita, a partire da quello precedente al 15esimo compleanno e terminando con il raggiungimento dei 70 anni (per i partecipanti più anziani).Quasi 160 fumatori hanno consumato meno di una sigaretta al giorno nel corso di tutti gli anni in cui possedevano il moderato vizio, mentre 1.500 fumatori avevano un limite di 10 nell’arco di 24 ore. Il team del dottor Inoue-Choi tiene a sottolineare che la maggioranza dei partecipanti aveva un’età compresa tra i 60 e gli 70 anni, dunque solo una parte della popolazione generale è stata rappresentata dallo studio. Secondo i risultati, le persone che fumavano regolarmente, seppure poco, hanno riportato il 64% in più di probabilità di una morte prematura, mentre per i secondi la percentuale di rischio è giunta fino all’87%.«I risultati di questo studio supportano le raccomandazioni delle autorità sanitarie secondo cui non esiste un livello di sicurezza quando si fuma tabacco», ha spiegato l’autore della ricerca Maki Inoue-Choi.«Fumare ogni giorno, anche se moderatamente, ha un effetto negativo sulla salute; questi risultati sono l’ennesima prova del fatto che i benefici per chi smette di fumare sono tanti, a prescindere da quante sigarette fumano».
sabato 17 dicembre 2016
La depressione riduce azione cure per fermare il cancro
La depressione riduce azione cure per fermare il cancro. Lo dice uno studio cinese del Policlinico Universitario di Zhengzhou, Henan Cancer Hospital
La depressione? Oltre a provocare non pochi disagi può ridurre l'efficacia delle cure contro il cancro e aumentarne gli effetti avversi. I disturbi depressivi, inoltre, riducono la concentrazione di una molecola nel sangue che aiuta i chemioterapici a fare effetto, il 'fattore di crescita cerebrale' bdnf. A rivelarlo è una ricerca di Yufeng Wu, del Policlinico Universitario di Zhengzhou, Henan Cancer Hospital, in Cina. ''E' cruciale che i medici prestino maggiore attenzione all'umore e allo stato emotivo dei pazienti. La depressione può ridurre gli effetti della chemioterapia e BDNF gioca un ruolo importante in questo processo'', ha spiegato il professore. Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Gli studiosi hanno esaminato 186 individui cui era appena stato diagnosticato un tumore ai polmoni. Prima di iniziare le cure tutti i pazienti sono stati sottoposti a un 'checkup' del loro stato di salute psichica, con questionari ad hoc. Le persone che presentavano disturbi depressivi mostravano una minore risposta alle terapie oncologiche e maggiori effetti collaterali dovuti alle cure, nonché, specie in caso di grave depressione, minore aspettativa di vita anche in assenza di un peggioramento della malattia. Mostravano, inoltre, bassi livelli di BDNF. I ricercatori hanno visto che l'efficacia delle terapie oncologiche nell'uccidere le cellule tumorali aumentava al crescere della concentrazione di BDNF nel sangue dei pazienti, segno che questa molecola è coinvolta in qualche modo nella sensibilità ai farmaci oncologici. I risultati sono così netti che i ricercatori stanno pensando di iniziare una sperimentazione con l'uso di un farmaco antidepressivo in associazione ai chemioterapici per vedere se ciò aumenta la sensibilità alla chemioterapia e ne ridurne gli effetti collaterali. Ma come combattere la depressione e quindi aumentare gli effetti benefici delle terapie nella lotta alla malattia? In questo caso a venire in aiuto è un altro recente studio, pubblicato sull'American Journal of Preventive Medicine, che ha misurato gli effetti benefici della luce, soprattutto quella naturale, sul trattamento e la prevenzione della depressione. Gli esperti in questo caso raccomandano 20-30 minuti al giorno di attività all'aperto, come giardinaggio o passeggiate. Pertanto più forti contro i tumori se non si 'perde il sorriso' durante la lotta per la guarigione. Lo studio è stato presentato a Singapore nel corso del congresso della Società europea di oncologia medica.
Regno Unito: Lidl ritira dal mercato sugo granulare pronto a causa di contaminazione chimica
Regno Unito: Lidl ritira dal mercato sugo granulare pronto a causa di contaminazione chimica. Presenza diluenti chimici per le vernici nocivi per la salute. A dare l’allarme il Ministro della Salute britannico
A dare l’allarme la Food Standards Agency britannica. Lidl, un catena europea di supermercati di origine tedesca, ha provveduto a richiamare dai punti vendita del Regno Unito, due lotti del suo "Kania Gravy Granules" dopo che è stato scoperto essere stato contaminato dallo xilene. Si tratta di due lotti di sugo per condire le fette di roast beef (carne e pollo) confezione da 300 g con scadenze minime ottobre e novembre 2017. Lo xilene è un liquido incolore avente un odore lievemente dolce, è infiammabile e nocivo. È un prodotto che si trova naturalmente nel petrolio, nel catrame e si può formare anche negli incendi boschivi e le sue proprietà chimiche variano leggermente da isomero a isomero. Lo xilene danneggia il cervello esponendo a gravi problemi di salute. L'esposizione ad alti livelli per corti periodi (14 giorni o meno) o lunghi periodi (più di un anno) causano mal di testa, carenza di coordinazione nei muscoli, vertigini, confusioni e cambiamenti di umore. L'esposizione da parte delle persone di livelli molto alti di xilene per corti periodi comprendono l'irritazione della pelle, degli occhi e del tratto respiratorio, difficoltà nella respirazione, danni ai polmoni, tempi di reazione della persona rallentati, perdita della memoria, dolori allo stomaco, danneggiamento del fegato e dei reni. Può causare incoscienza e talvolta anche morte. I clienti che lo hanno acquistato, sono pregati di non utilizzarlo e di di restituirlo al punto vendita dove verrà effettuato il rimborso. Trattandosi di allerta internazionale, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, abbiamo dovuto procedere in tal senso anche noi anche per informare i nostri connazionali presenti nel Regno Unito e non solo, anche perchè prodotto venduto via internet su siti stranieri e negozi online come Amazon, Prozis, Veggie Shop24 e Walmart. Altra cosa da dire che il nostro Ministero della Salute non ha ancora reso pubblica l'allerta.
Svizzera, furto con scuse in italiano. Il ladro educato ruba i gioielli e lascia su una parete del soggiorno una scusa con il rossetto.
Svizzera, furto con scuse in italiano. Il ladro educato ruba i gioielli e lascia su una parete del soggiorno una scusa con il rossetto.
Il colpo si è verificato nella notte di mercoledì, ma la notizia e trapelata solo oggi. Ladro "gentiluomo" forza le porte di un appartamento e dopo aver scassinato e svaligiato l'appartamento si è scusato. Lasciando impressa sulla parete del soggiorno un messaggio, seppur sgrammaticato, di scuse con il rossetto.: "Scusa per questo". In italiano, anche se il furto è avvenuto in Svizzera nella cittadina di Veyrier, nel Cantone di Ginevra. A ritrovare la doppia sorpresa, casa ripulita e messaggio di rammarico, è stato il giovane abitante del monolocale una volta sveglio. Il proprietario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” dormiva e non si era accorto di nulla.
La storia di Natale: Joele, il ragazzino che per una paralisi cerebrale è costretto dalla nascita a stare steso e tenuto in vita artificialmente, comunica ai genitori con lo sguardo
La storia di Natale: Joele, il ragazzino che per una paralisi cerebrale è costretto dalla nascita a stare steso e tenuto in vita artificialmente, comunica ai genitori con lo sguardo. Una vita difficile che viene complicata da tanta indifferenza.
Da quella tragica notte in sala parto, Samuele non si è più alzato dal letto: alle prime problematiche motorie seguì negli anni un peggioramento progressivo, inarrestabile, tanto da essere immobilizzato da una tetraparesi spastica ed a subire interventi chirurgici importanti, come la tracheostomia. Vive allettato, si alimenta con la nutrizione enterale e ha impiantato un diffusore che somministra piccolissime dosi di farmaco direttamente nel liquor cefalorachidiano, oltre ad altri alimentatori artificiali fino al materasso anti decubito, che tengono in vita il piccolo Joele. In questi giorni in prossimità del Natale, i genitori abbandonati a se stessi in un difficile destino, si sono rimboccati le maniche ed hanno smosso mari e monti per garantire al loro figlioletto di continuare a respirare. Perchè hanno rischiato di subire un’interruzione dell’energia elettrica presso la loro abitazione di Lizzanello che avrebbe provocato un blackout dei macchinari che tengono in vita il piccolo Joele. Ma dopo la pubblicazione della notizia di ieri su Lecceprima e all'intervento in prima persona del Sindaco, Avv. Fulvio Pedone, hanno scoperto che l'energia elettrica non è stata interrotta e che è partita una gara di solidarietà per l'acquisto di un gruppo elettrogeno. Il pericolo, quindi, è stato sventato e il Salento si è mobilitato per sostenere Joele. Non è la prima volta che privati e amici hanno teso una mano al piccolo anche quando si trattò di affrontare una lunga trasferta a Roma per la riabilitazione fisica, legata all’intervento di tracheostomia. Condizioni difficili da comprendere, sofferenze impossibili da immaginare, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. L’amore dei genitori e il loro impegno quotidiano per la cura di Samuele non sono sufficienti: occorre costosa strumentazione medica, occorre personale specializzato, occorre denaro. Hanno bisogno di tutto e occorrono soldi a causa anche delle bollette per il pagamento del metano, luce, tassa per i rifiuti anche speciali. Il consumo per le fonti energetiche è elevato proprio a causa delle necessità del ragazzino (ambiente caldo, elettricità per i macchinari che lo tengono in vita). Per tali evidenti ragioni, la famiglia ha deciso di rendere pubblico un indirizzo mail, barbarasignore@gmail.com, ed un numero di conto corrente (Iban) destinato alle donazioni: IT 37J076011600000101757659. Grazie all'aiuto continuo del Sindaco di Lizzanello e alla redazione di Lecceprima, la famiglia Signore è riuscita a superare questo momento molto difficile, seppur abbandonati totalmente dalle istituzioni.
Farmaci falsi: il Fentanyl cinese fa strage. E' stato anche la causa della morte di Prince
Farmaci falsi: il Fentanyl cinese fa strage. E' stato anche la causa della morte di Prince. In Canada 160 morti in tre settimane a causa di pillole in arrivo dalla Cina. Sono pillole che in realtà hanno un contenuto ben diverso da quello dichiarato. Preoccupazione desta anche il Carfentanil
Allarme in Canada per le vittime provocate dal traffico proveniente dalla Cina di pillole contenenti il Fentanyl, il potente antidolorifico a base di oppio. A Vancouver solo nella notte tra giovedì e venerdì vi è stato il decesso di una decina di persone. Da fine novembre in città si registrano già 160 decessi tra i tossicodipendenti stroncati dagli effetti della sostanza, 50-100 volte più potente della morfina. Le autorità valutano di decretare lo stato di urgenza sanitaria per lottare contro il fenomeno che colpisce tutto il Nord America. Un’overdose dell’antidolorifico, lo scorso 21 aprile, è stata anche la causa della morte di Prince. In casa aveva diverse pastiglie falsamente etichettate come ''Watson 385'', una dicitura usata per identificare un preparato con un mix di paracetamolo e idrocodone. In realtà il contenuto era ben altro. Negli Stati Uniti grande preoccupazione desta anche il Carfentanil, un tranquillante per animali ancor più potente del Fentanyl. Solo a Cincinnati in Ohio nella prima metà di settembre 200 persone si sono sentite male e 3 sono morte. Il 38% di tutti i prodotti sequestrati per irregolarità è costituto da medicinali falsificati, un mercato che vale addirittura 200 miliardi di dollari l'anno. E inoltre contiene medicinali il 36% dei colli postali sequestrati. Lo evidenzia l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nel report “Illicit trade: convergence of criminal networks”, che scatta una fotografia del fenomeno negli Stati Ocse senza trascurare i numerosi furti negli ospedali italiani e nella filiera. Nel nostro Paese, recita il report citando il management di un’azienda, “spariscono” ogni mese cinque cargo per il trasporto di medicinali. Il Pharmaceutical Security Institute, citato dall'Ocse, afferma che se nel 2002 si erano registrati 196 eventi criminosi legati alla contraffazione e/o al commercio illegale o al furto di farmaci, nel 2014 questo numero è salito a 2.177. I dati più recenti di comparazione mostrano che sia a livello europeo (Commissione Europea) che a livello mondiale (WCO), la contraffazione continua a crescere parallelamente alla crescita della globalizzazione e del commercio via internet. E questo pur tenendo conto che si tratta in un caso come nell’altro di dati interdoganali, che quindi non includono le contraffazioni prodotte e consumate all’interno della stessa regione doganale. Per quanto concerne la casistica delle falsificazioni, il 32% dei farmaci contraffatti non contiene principio attivo, il 20% ne contiene quantità non corrette, il 21,4% è composto da ingredienti sbagliati, il 15,6% ha corrette quantità di principi attivi ma un packaging falso e l'8,5% contiene alti livelli di impurità e contaminanti. Internet, infine, resta la via più diffusa per vendere e comprare questi prodotti: oltre il 50% dei farmaci reperibili online è falso. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” cresce, quindi, il valore complessivo della contraffazione, ma crescono più che proporzionalmente i rischi per il consumatore perché i prodotti di uso quotidiano e prodotti potenzialmente dannosi per la salute e per la sicurezza dei consumatori ammontano al 38,6% dei sequestri effettuati nel 2014, confrontati con il 24,5% del 2013. Una situazione ancora più allarmante se si considera che circa il 24% dei sequestri ha riguardato farmaci e che tra i colli postali sequestrati (ovvero i piccoli acquisti effettuati direttamente dal consumatore) circa il 36% erano medicinali.
Risperdal: Johnson & Johnson sotto accusa da migliaia di uomini per aumento delle mammelle
Risperdal: Johnson & Johnson sotto accusa da migliaia di uomini per aver nascosto studi farmaceutici che mostrano come il farmaco causi aumento del seno.
Un’azione legale collettiva lanciata da un migliaio di uomini afferma che i ricercatori della unità di Janssen sapevano che uno studio aveva provato che il Risperdal, un potente antipsicotico con numerosi effetti collaterali, aveva causato uno sviluppo delle mammelle nell'uomo, la ginecomastia, ma lo ha insabbiato nel bugiardino del farmaco per un vantaggio competitivo. È normale che durante la pubertà si assista ad uno sviluppo della ghiandola mammaria anche nell'uomo ma, dopo breve tempo, questa si atrofizza. Se l'atrofia non interviene, si ha un aumento di volume che non comporta conseguenze se non di tipo psicologico. Questo è stato quello che è successo a Eddie Bibbia che da adolescente, guardandosi nello specchio vide una ragazza con grandi seni a causa del farmaco Risperdal della Johnson & Johnson e questo, insieme a migliaia di uomini che hanno denunciato l'azienda. "Se io avessi saputo quello che era l'effetto collaterale del farmaco non lo avrei mai preso", ha spiegato Bibbia, che ha assunto il Risperdal sin dai primi anni 2000. Quando i suoi seni cominciarono ad aumentare e diventare evidenti, Bibbia ha smesso di uscire con gli amici. Ha trascorso i suoi giorni nella sua stanza a giocare con i videogame isolato dal mondo esterno. Quando è stato costretto a uscire per andare a scuola ha avuto a che fare con gli sguardi della gente. In una dichiarazione alla CNN, Johnson & Johnson ha dichiarato su mandato della Janssen che Risperdal è considerato un farmaco utile, "essenziale per aiutare coloro che soffrono di malattie mentali ... " . La causa di Eddie Bibbia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ,sta per cominciare dopo che la J & J ha accettato di pagare 158 milioni di dollari per risolvere le accuse dei funzionari del Texas per aver fraudolentemente commercializzato il farmaco.La J & J aveva già affrontato le accuse di quattro degli Stati per aver ingannato; medici e regolatori sui rischi di un altro effetto collaterale e cioè il diabete del Risperdal. La J & J ha affrontato ulteriori contenziosi su Risperdal: lo stato dell’Arkansas un processo contro la casa farmaceutica con l’accusa di aver; indotto in errore medici e autorità sui rischi per la salute legati al farmaco. Inoltre nel 2010, l'azienda ha perso un caso su Risperdal in Louisiana, dove oltre ad un risarcimento di 257.7 milioni di dollari il giudice ha ordinato alla società di pagare 73,3 milioni di dollari in tasse e spese legali. Un anno dopo, un giudice della Carolina del Sud ha ordinato a J & J di pagare 327 milioni di dollari di danni dopo che la giuria aveva riscontrato; che le sue; pratiche di marketing del Risperdal avevano violato le leggi sulla protezione dei consumatori e contro la frode. J & j ha anche accettato di pagare più di 1 miliardo di dollari agli Stati Uniti e ad alcuni Stati per risarcire un’accusa civile sulle pratiche irregolari di marketing del Risperdal. Il governo statunitense ha indagato le pratiche di vendita del Risperdal dal 2004, incluse le accuse sul cosiddetto marketing off-label (cioè per usi non consentiti) del farmaco e la J & J sta trattando con una corte federale per risolvere l'inchiesta. Lo “Sportello dei Diritti” invita a informarsi attentamente prima di assumere farmaci antipsicotici, anche consultando il sito della farmacovigilanza e richiedendo ai medici, quale diritto del cittadino, l'applicazione del consenso informato secondo il codice di deontologia medica art. 33, 34 e 35.
venerdì 16 dicembre 2016
Pezzi di vetro in due varietà di formaggio Etivaz. Ritirato dai market.
Pezzi di vetro in due varietà di formaggio Etivaz. Ritirato dai market.
Presenza di pezzi di vetro in due varietà di formaggio Etivaz scoperti in occasione di un controllo interno. Per questo le catene dei supermercati hanno richiamato le confezioni L’Etivaz 1/8 AOP e L’Etivaz di montagna. Le catene della grande distribuzione, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” raccomandano quindi ai clienti di non consumare il formaggio L’Etivaz 1/8 AOP (n. art. 2101.280.075.00) sino alla data di scadenza 4.1.2017 compreso e il fomaggio di montagna L’Etivaz (n. art. 2101.280.240.00) fino allla data di scadenza 25.12.2016 compreso. L’Etivaz DOP è un formaggio a pasta dura, prodotto artigianalmente in poco più di un centinaio di caseifici di montagna nelle Alpi vodesi da maggio ad ottobre. I clienti possono restituire i prodotti i tutte i supermercati, che provvederanno a rimborsare il prezzo d’acquisto.
Massaggiagengive, un pericolo per la salute dei bimbi. Un nuovo studio USA lancia l'allarme
Massaggiagengive, un pericolo per la salute dei bimbi. Un nuovo studio USA lancia l'allarme: contengono varie sostanze chimiche dannose come il bisofenolo A.
In Italia continua a parlarsene poco, mentre nel resto d’Europa ed in particolare negli USA, la questione dei prodotti che contengono il famigerato BPA (bisfenolo A), è costantemente sotto monitoraggio e alla pubblica attenzione. A lanciare nuovamente l'allarme sono stati alcuni ricercatori statunitensi, dopo aver analizzato un campione di 60 massaggiagengive, e scoperto che tutti gli oggetti contenevano sia il BPA che altri elementi chimici come il triclosano e il triclocarbano, che possono interferire con il normale livello endocrino (ormonale) del bambino. Secondo diversi studi condotti sugli animali, queste interferenze possono a loro volta causare problemi nello sviluppo del bimbo a livello riproduttivo e anche neurologico. «I nostri risultati possono essere utili per la creazione di appropriate polizze per la protezione dei bambini dall’esposizione alle sostanze tossiche che si trovano nei massaggiagengive», scrivono gli autori della ricerca nell’articolo pubblicato dall’American Chemical Society (ACS). La ricerca per intero è stata pubblicata nella rivista scientifica dell’ACS, Environmental Science & Technology. Il monito che arriva dagli USA, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbe far allertare le autorità italiane che invece si sono limitate ad applicare la normativa europea meno restrittiva e diremmo meno salutista. È chiaro, però che alla luce di questi nuovi dati e dell’autorevolezza della fonte, le istituzioni sanitarie italiane a partire dal Ministero della Salute dovrebbero attivarsi per indagini analoghe o ancor meglio per introdurre un divieto generalizzato di vendita di prodotti che contengono BPA in concentrazioni superiori a quelle individuate dal rapporto statunitense. La salute e il benessere dei nostri bambini piccoli dipende in gran parte dalla sicurezza di ciò che portano alla bocca. I biberon e le tazze per bambini, per esempio, secondo una normativa della Commissione Europea in vigore dal 2011, devono essere privi di qualsiasi sostanza chimica o organica dannosa, per esempio il bisofenolo A (BPA), che tuttavia si trova, seppure ad un basso contenuto, in altri oggetti destinati ai più piccoli, come i massaggiagengive. Il consiglio per i consumatori è comunque quello di utilizzare prodotti “free BPA” specie per le categorie più esposte e a rischio come i bimbi normalmente tra i 3 e i 6 mesi di età che a questo punto, nella fase della crescita non dovrebbero mettere in bocca questi aggeggi semi-morbidi, mirati a dare conforto alle gengive che si accostano alla crescita dei dentini.
Condomino rumoroso: se la musica disturba i vicini di casa è reato
Condomino rumoroso: se la musica disturba i vicini di casa è reato. Il genitore risponde per violazione dell’obbligo di vigilanza se lo stereo in casa è tenuto a un volume troppo
Ascoltare la musica ad alto volume costituisce reato. Rischia, dunque, una condanna penale il genitore che non impedisce al figlio adolescente di tenere il volume dello stereo troppo alto, tanto da disturbare tutto il condominio. È infatti necessario vigilare sul minore, anche se giudicato in un separato processo. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza 53102 del 15 dicembre 2016, ha respinto il ricorso di un papà condannato ai sensi dell’articolo 659 del codice penale per le intemperanze del figlio quasi maggiorenne. Nel motivare la conferma della decisione della Corte d’Appello di Roma, la terza sezione penale del Palazzaccio ha chiarito che l'art. 40, comma 2, cod. pen. prevede che "non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo" e non può esservi dubbio che tra gli obblighi giuridici richiamati da tale norma debba ricomprendersi anche quello discendente dalla responsabilità genitoriale nei confronti dei figli minori, essendo i genitori "responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori..." secondo quanto previsto dall'art. 2048 cod. civ.. Va infatti chiarito come da tale disposizione discenda un obbligo di sorveglianza che, senza escludere la concorrente responsabilità del minore ultraquattordicenne e capace di intendere e di volere, non può non radicare una responsabilità anche del genitore in tutti i casi in cui un tale obbligo sia rimasto inadempiuto, solo restando salva la possibilità, espressamente consentita dal comma 3 dell'art. 2048 cit., di provare di non avere potuto impedire il fatto. Si è del resto ulteriormente chiarito che la responsabilità dei genitori per i fatti illeciti commessi dal minore con loro convivente, prevista dall'art. 2048 cod. civ., è correlata ai doveri inderogabili posti a loro carico all'art. 147 cod. civ. e alla conseguente necessità di una costante opera educativa, finalizzata a correggere comportamenti non corretti e a realizzare una personalità equilibrata, consapevole della relazionalità della propria esistenza e della protezione della propria e altrui persona da ogni accadimento consapevolmente illecito. Dunque, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il vicino disturbato dalla musica troppo alta così come da schiamazzi, televisore ecc. alla luce di questa sentenza della Cassazione, non rimane privo di tutela. Se, infatti, il rumore supera la soglia di “normale tollerabilità”, si configura un illecito penale ed egli può agire dinanzi al giudice per ottenere non solo il risarcimento del danno ma anche una condanna penale e, se del caso, un provvedimento di urgenza per intimare al vicino di cessare la condotta lesiva della quiete e del riposo.
mercoledì 14 dicembre 2016
Lecce, il centro storico deturpato dalle bombolette spray. E' emergenza graffitari
Lecce, il centro storico deturpato dalle bombolette spray. E' emergenza graffitari
Dalla chiesa di Sant’Irene, dal Conservatorio Sant'Anna al teatro romano, fra vicoli e corti barocche scarabocchi, slogan, proclami per la squadra che per la donna del cuore con lo spray di ogni colore, segnano il passaggio di improvvisati “artisti” di strada. Il centro storico di Lecce deturpato dalle scritte di persone che all’ignoranza soggettiva sommano la mancanza assoluta di civismo e, sicuramente, non amano il luogo comune dove vivono. Si tratta dei graffitari che di solito, per scambiarsi dichiarazioni amorose, supportate a volte da disegni, sporcano i muri di edifici, segnaletica stradale, colonnine enel-telecom e quant'altro che si prestano a fare da lavagna. Lo fanno con bombolette spray di vari colori e scelgono sempre facciate e muri di palazzi o manufatti diversi, anche da poco restaurati. È sufficiente fare quattro passi nel centro storico per osservare i loro “capolavori”. In pratica quelle zone della vecchia Lecce che dovrebbero costituire il salotto di una città di attrazione per il turista, mentre, per i leccesi, l’espressione del decoro a cui tengono. Graffiti ovunque, anche oltre il buonsenso. Un danno enorme per le casse pubbliche esposte a diverse migliaia di euro per operazioni di ripulitura della pietra leccese, che necessita, per tornare a brillare, di specifici e delicati trattamenti, ma che sono urgenti da fare per evitare lo spettacolo all’arrivo delle quotidiane frotte di turisti che raggiungono vicoli e corti barocche per scattare foto ricordo. Dunque è un nuovo momento critico per le incursioni dei graffitari nel centro storico, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che pur in presenza di una rete diffusa di telecamere, è anche difficile riprenderli e sorprenderli in quanto entrano in azione nottetempo. Gli occhi elettronici delle telecamere sono certamente utili. Però alla città serve far nascere ed attivare la figura del vigile di quartiere che, a contatto quotidiano con gli abitanti può venire a conoscenza dei problemi e trovare le soluzioni valide e risolverli, anche con una più incisiva attività notturna.
Un miliardo di profili rubati: Yahoo vittima del più grande attacco di hacker di sempre
Un miliardo di profili rubati: Yahoo vittima del più grande attacco di hacker di sempre
Arriva dalla California la notizia secondo cui un attacco hacker avvenuto nel 2013 su Yahoo nel mondo avrebbe consentito di carpire i dati di un miliardo di profili di suoi utenti. È stata, infatti, la società ad annunciare Mercoledì, sia il grave evento che il numero dei clienti colpiti. Per gli utenti, come ha comunicato la stessa Yahoo, è utile sapere che tra i dati che sono caduti nelle mani dell’hacker vi sono nomi, indirizzi, date di nascita, sesso. Mentre l'autore o gli autori del reato non avrebbero avuto accesso alle informazioni relative a carte di credite, password, numeri PIN, numeri di cellulare o connessione dati. La società ha precisato che è quasi impossibile per l'autore del reato accedere direttamente ai dati rubati ai conti bancari delle persone colpite. Tuttavia, i criminali potrebbero utilizzare ulteriori attacchi di phishing, ad esempio attraverso falsi messaggi e-mail al fine di recuperare ulteriori informazioni quali password e dati della carta di credito. I dati rubati potrebbero aiutare i criminali che inviano email di phishing particolarmente credibili, perché possono utilizzare, per esempio, nei confronti delle potenziali vittime, i loro veri nomi e il numero di conto. I clienti dovranno essere particolarmente cauti nel prossimo futuro, quando verrà inviata qualsiasi e-mail che richiede l’immissione di dati sensibili. L'intrusione non era stata identificata. La notizia del cyberattacco -si tratterebbe del più grande furto di informazioni digitali della storia- fa il paio con quella dei 500 milioni di conti piratati nel 2014, già resa nota in settembre. Yahoo!, in difficoltà, è in procinto di passare nelle mani del colosso delle telecomunicazioni Verizon per 4,8 miliardi di dollari. Il furto di massa di dati a Yahoo rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è un caso isolato. Nel 2006, ben 17 milioni di numeri di telefono e i dati dei clienti sono stati rubati da T-Mobile. Nel 2011 un altro attacco informatico ha consentito di rubare dal "Playstation Network" di Sony i dati di ben 77 milioni di account utente - di cui 32 milioni in Europa. Ancora una volta ritorna, quindi, il sistema della sicurezza nel campo della rete ed ancora una volta lo “Sportello dei Diritti”, ricorda ai consumatori di stare sempre attenti ai propri dati, e di adottare quelle semplici accortezze come quella di utilizzare password diverse per account diversi e di cambiarle regolarmente. Un altro consiglio è quello di tenere d’occhio sempre il proprio conto e di denunciare immediatamente all’autorità e alla propria banca ogni anomalia per ottenere restituzione dell’eventuale maltolto.
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