sabato 30 aprile 2016
Microonde, i 5 alimenti da non cuocere in questo forno
Microonde, i 5 alimenti da non cuocere in questo forno. A consigliarlo sono la Food Standards Agency e lo European Food Information Council inglesi. Non tutte le pietanze si prestano a essere scaldati nel microonde. Ecco quali
Cinque sono gli alimenti che non andrebbero mai scaldati nel forno a microonde. A consigliarlo la Food Standards Agency ((FSA) e lo European Food Information Council ((EUFIC) inglesi che pongono l'attenzione su questo elettrodomestico. Il forno a microonde, da adoperare solo con i contenitori adatti, è un elettrodomestico che genera nel suo interno, tramite il magnetron, delle onde elettromagnetiche capaci di cuocere le vivande ad una frequenza di 2.450 Mhz. Queste onde consentono di svolgere una cottura molto rapida degli alimenti, e molti lo utilizzano per riscaldare i prodotti da mangiare sul momento. Basti pensare che un prodotto appena uscito dal freezer occorre di 2-3 minuti per essere pronto da gustare. Ma si tratta comunque di un oggetto a cui bisogna stare attenti a ciò che viene inserito, poiché non è possibile mettere di tutto: infatti possono essere inseriti solo alcuni tipi di recipienti, adatti per questo tipo di strumento, oppure alcuni alimenti devono essere evitati proprio per evitare un'esplosione. E non tanto per il gusto o il tipo di cottura. Ma per le alterazioni a cui questi sarebbero sottoposti. Alterazioni che potrebbero avere effetti negativi sulla salute o sulla digestione. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, evidenzia attraverso la guida successiva quali sono i cibi da non mettere a cuocere in questo forno.
Funghi: scaldarli al microonde potrebbe dare adito a mal di stomaco.
Patate: in questo caso fa molto la conservazione dopo la cottura, piuttosto che lo scaldarle nel microonde. Ad ogni modo: se le patate, dopo essere state cotte, vengono lasciate raffreddare a temperatura ambiente, potrebbero sviluppare il batterio Clostridium botulinum. Scaldare successivamente le patate nel microonde non garantisce la totale distruzione del batterio del botulismo.
Pollo: dovrebbe essere noto a tutti che la carne di pollo presenta batteri come salmonella e Campylobacter. Questi possono essere resi inoffensivi grazie alla cottura. Cottura che deve avvenire ad alte temperature e in modo uniforme. Il microonde, però, non scalda uniformemente. Ed emana calore a ondate. Se la questione dei batteri non vi basta, sappiate che la carne bianca è diversa da quella rossa anche per composizione proteica. Attraverso il microonde, le proteine della carne di pollo potrebbero dare fastidio allo stomaco, una volta scomposte attraverso il microonde.
Riso: se lasciato a temperatura ambiente, i batteri presenti si moltiplicheranno, rilasciando sostanze tossiche. Scaldare il cereale con il microonde potrebbe non essere sufficiente all'eliminazione di queste colonie batteriche, portando a problemi come diarrea e vomito.
Spinaci e altre verdure: in questo caso a destare preoccupazione è il possibile livello di ione nitrato. A seconda di dove e come viene coltivata la verdura, possono infatti presentare concentrazioni elevate di nitrati. Di per sé non sono dannosi, ma tramite alte temperature possono diventare prima nitriti, e poi nitrosammine. Queste ultime sono cancerogene.
Nissan richiama 3,5 milioni di veicoli. Problemi all'airbag del passeggero
Nissan richiama 3,5 milioni di veicoli. Problemi all'airbag del passeggero
Nissan ha annunciato una campagna di ritiro di oltre 3,53 milioni veicoli nel mondo, tra cui quasi 3,2 milioni negli Stati Uniti, perché l'airbag del passeggero anteriore potrebbe non funzionare correttamente in un incidente. La casa automobilistica ha dichiarato Venerdì 29 aprile sul sito web della National Administration Highway Traffic Safety, che il richiamo colpisce i modelli più popolari della casa automobilistica: Altima 2013-16 ; Rogue 2014-17; Maxima 2016-17; Murano 2015-16; Pathfinder 2013-17; Leaf 2013-16, e Infiniti Q50 e QX60 2014-16. Ci sono stati fino ad ora tre feriti ma nessun decesso a causa di questo problema. E' il quarto richiamo dal 2013 per difetti potenziali di questo tipo. In pratica, il sistema collegato all'airbag potrebbe classificare il passeggero seduto come un bambino o addirittura percepire il sedile come vuoto non attivando dunque l'airbag in caso di incidente. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari Nissan Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.
venerdì 29 aprile 2016
Allerta alimentare: ritiro europeo per il "ROQUEFORT GRAND MAITRE". Rischio contaminazione da batterio killer
Allerta alimentare: ritiro europeo per il "ROQUEFORT GRAND MAITRE". Rischio contaminazione da batterio killer
Dopo la Francia, la Germania. E dunque l’Europa intera. L’allarme è sul formaggio blu francese “Roquefort” della “Grand Maitre” AOP 100g, contaminato da Escherichia coli. A lanciarlo oggi 29 aprile 2016 le autorità tedesche. Il comunicato diffuso dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco è molto chiaro e non lascia spazio a dubbi. Nel formaggio prima del consumo sono state trovate tracce di Escherichia coli. Tutti i lotti in commercio avente termine scadenza 25.06.2016 possono essere contaminati microbiologicamente e per questo motivo il produttore ha ritirato dai tutti i punti vendita i prodotti interessati ancora esposti sugli scaffali. I supermercati a loro volta dovrebbero avere sbandierato un cartello per avvisare i clienti. Più in dettaglio, si tratta del LOTTO: 151.032 del formaggio francese ” Roquefort” 100 g con marchio commerciale della “Grand Maitre” EAN: 4002156042084. L’Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) può causare i seguenti sintomi: Nausea, Forti crampi addominali, Diarrea acquosa o con forte presenza di sangue,Affaticamento. Il batterio STEC è anche in grado di provocare febbre lieve o vomito. I sintomi di norma si presentano da 2 a 5 giorni dopo l’ingestione dell’alimento contaminato o della bevanda contaminata. I sintomi possono durare anche per 8 giorni, poi la maggior parte dei pazienti guarisce completamente.I pericoli consistono nella sindrome emolitico-uremica (HUS) che è una complicazione seria dell’infezione da Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) e può provocare l’insufficienza renale ed il decesso. I bambini sono particolarmente soggetti a questa complicazione, che è la causa più frequente di insufficienza renale nell’America del nord. Per curare questa patologia molto pericolosa sono necessarie le trasfusioni di sangue e la dialisi, eseguite nel reparto di terapia intensiva di un ospedale. L’8% circa dei pazienti affetti dalla sindrome emolitico-uremica soffrirà per tutta la vita anche di altre complicazioni, ad esempio di ipertensione, convulsioni, cecità, paralisi e delle conseguenze dell’asportazione di parte dell’intestino. Sul sito del nostro ministero della Salute non c’è ancora alcuna informazione. Per tale ragione Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, invita i consumatori di astenersi dall’acquisto del lotto del formaggio interessato invitando chi lo ha già effettuato a non utilizzare il prodotto e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione. L’altra cosa da ribadire è che i formaggi francesi non coinvolti si possono mangiare con serenità.
Listeria nel formaggio francese "Graindorge"commercializzato in Italia e in tutta Europa, al via il ritiro dai supermercati
Listeria nel formaggio francese "Graindorge"commercializzato in Italia e in tutta Europa, al via il ritiro dai supermercati. In Francia sui siti internet aziendali Carrefour e Auchan si scusano e invitano i clienti a non consumare il prodotto e a restituire le confezioni ai punti vendita per il rimborso
Batteri di tipo Listeria sono stati riscontrati in un formaggio camembert a latte crudo Graindorge, Livarot (Calvados) prodotto in Normandia per cui il 29 aprile 2016 l'UFC Que Choisir, associazione dei consumatori francese, e il Ministero delle politiche agricole francese hanno diramato un'allerta alimentare per la presenza di Listeria monocytogenes. Il formaggio, lotto 260216DS0 codice a barre blue box 3252950012016, è stato venduto in diverse catene di supermercati dal 14 marzo al 26 aprile 2016. La lista comprende nomi come: Auchan, e Carrefour che in Francia sui siti internet aziendali hanno implementato un comunicato di allerta con cui oltre ad avvisare della contaminazione e del richiamo a titolo precauzionale da parte della azienda produttrice, invitano i propri clienti a non consumare il prodotto. Il formaggio è stato esportato in tutta Europa compresa l'Italia. Più in dettaglio, si tratta del formaggio normanno “Fromagerie de Livarot”, prodotto dall’azienda Eugène Graindorge, con marchio commerciale: Graindorge. I batteri di tipo Listeria possono causare sintomi simili a quelli di un'influenza: febbre, mal di testa e nausea. Inoltre il periodo di incubazione della Listeria è di minino tre settimane, fino ad un massimo di otto, dunque qualche cliente, che ha consumato il prodotto entro il 26/04 potrebbe manifestare ancora in questi e nei prossimi giorni dei sintomi e dunque le autorità francesi hanno valutato che tale informazione dovesse essere divulgata. Per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, poiché non e' facile individuare la presenza del batterio negli alimenti dato che il cibo non risulta essere alterato ne' nell'aspetto ne' nel sapore invita a non consumare il formaggio e a restituirlo presso i punti vendita per il rimborso. Nel frattempo i cittadini che dovessero avvertire sintomi di malessere dopo aver mangiato il formaggio in questione, in particolare le donne incinte e le persone con deficienze immunitarie, consultino immediatamente un medico. Trattandosi di allerta internazionale, abbiamo dovuto procedere in tal senso anche noi.
giovedì 28 aprile 2016
Sciopero dei dipendenti Unipol. Successo in tutta Italia per la lotta contro il contratto integrativo
Sciopero dei dipendenti Unipol. Successo in tutta Italia per la lotta contro il contratto integrativo. Lo “Sportello dei Diritti”: a Lecce e Taranto confermate dal segretario regionale del sindacato FNA, Nicola Gemma, il 100% di adesioni.
Un successo in tutt’Italia con una punta del 100 % a Lecce e Taranto, a detta del segretario regionale del sindacato FNA, Nicola Gemma, che ci ha mostrato tutta la propria soddisfazione per la grande unità dimostrata dai lavoratori contro l’arroganza del gruppo Unipol che ha deciso di applicare unilateralmente a ben 10.000 lavoratori sparsi negli uffici del territorio nazionale, il contratto meno vantaggioso per i dipendenti, nel mentre si trattava per il nuovo contratto integrativo aziendale di gruppo di armonizzazione, dopo la nota fusione.Non solo a Bologna, quindi, dove ha sede il quartier generale del gigante finanziario assicurativo e dove tantissimi lavoratori hanno manifestato in strada nel mentre si teneva un’assemblea degli azionisti e ad accogliergli c’erano agenti antisommossa, ma migliaia di lavoratori in tutta Italia hanno deciso liberamente di contestare l’arroganza e la protervia di una dirigenza che ha compiuto una scelta a dir poco singolare che non trova precedenti nel settore assicurativo, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dipendente assicurativo e sindacalista FNA, che sottolinea come lo sciopero dei lavoratori Unipol costituisca un esempio da seguire nel prossimo futuro in una stagione di lotte sindacali che si preannuncia caldissima per il cambiamento di rotta da parte dell’Associazione delle Imprese, Ania, e di tutti i gruppi assicurativi nella gestione delle relazioni sindacali e nel tentativo di ridurre drasticamente i diritti dei lavoratori del settore, resosi evidente a partire dallo stallo delle trattative nel rinnovo del contratto collettivo nazionale.
Riciclaggio: circa 5.000 conti sospetti presso la Banca Vaticana. La "Santa Sede" sarebbe stata utilizzata per decenni nel riciclaggio del denaro delle mafie
Riciclaggio: circa 5.000 conti sospetti presso la Banca Vaticana. La "Santa Sede" sarebbe stata utilizzata per decenni nel riciclaggio del denaro delle mafie
Il Vaticano ha chiuso quasi 5000 conti mentre il numero di segnalazioni di operazioni sospette sono triplicate rispetto al 2014. "Abbiamo adottato una linea molto severa nei confronti di qualsiasi account che non rispetta" la legislazione vaticana, ha dichiarto Tommaso Di Ruzza, direttore dell'autorità di rendicontazione finanziaria (AIF) della Santa Sede, nel presentare il report del 2015 dell'organizzazione. "Ora, questa procedura è finita" e "un totale di 4935 conti sono stati chiusi", ha aggiunto spiegando che si trattava di un "numero definitivo". Ciò rappresenta più del triplo delle 147 relazioni del 2014, ma per il Presidente dell'AIF, René Brülhart, questo aumento è dovuto probabilmente a causa di una maggiore vigilanza. In passato, l'IOR aveva anche tra i suoi clienti personaggi mafiosi, che hanno scatenato nel 1980 numerosi scandali di rilevanza internazionale. Trent'anni dopo, il Vaticano non conosceva ancora l'identità di migliaia di titolari di un conto e molti non avevano alcun legame apparente con la Chiesa e le sue attività caritative. Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si augura che questo sia un primo tassello per il recupero di tutti i capitali che sarebbero stati illecitamente esportati all'estero da parte di italiani e che possano essere sempre utilizzati integralmente per fini di utilità sociale.
Scandalo Dieselgatè: partono da 15.000 golf i primi richiami di Volkswagen in Europa
Scandalo Dieselgatè: partono da 15.000 golf i primi richiami di Volkswagen in Europa
Una nota Volkswagen informa che è partita in Europa la campagna richiami per i veicoli con motori Diesel della famiglia EA189 coinvolti nello scandalo 'Dieselgatè. L'attuazione delle misure tecniche è in corso in tutta Europa secondo un calendario e un piano d'azione coordinati con l'Autorità Federale dei Trasporti tedesca (KBA). I primi aggiornamenti di software interesseranno le Golf TDI Blue Motion Technology (BMT) con motore 2.0 litri. In Europa sono circa 15.000 le Golf con cambio manuale interessate. Ulteriori modelli Volkswagen seguiranno presto. "Per assicurare un'implementazione efficiente, i veicoli interessati - precisa la nota - sono stati suddivisi in diversi gruppi. L'obiettivo dichiarato della Volkswagen, "in stretta collaborazione con l'Autorità Federale dei Trasporti tedesca, è quello di fare in modo che le misure tecniche non impattino in alcun modo sul consumo di carburante, sulle prestazioni o sulle emissioni acustiche dei veicoli in questione. Per quanto riguarda le Golf 2.0 TDI BMT, il KBA ha confermato che questo obiettivo è stato pienamente raggiunto".La nota afferma che "la Volkswagen sta lavorando a pieno ritmo per implementare le misure tecniche e aggiornerà tutti i veicoli interessati dalla tematica NOX. Ciò avverrà in stretto coordinamento con le Autorità competenti". I veicoli interessati sono comunque "tecnicamente sicuri e adatti alla circolazione su strada senza alcuna limitazione". I loro proprietari, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti", saranno informati per iscritto e verrà chiesto loro di fissare un appuntamento con il proprio service partner Volkswagen e potranno prendere appuntamento nei Centri di Assistenza. Ai clienti Volkswagen, ha precisato la casa automilistica, non verrà addebitato alcun costo per la realizzazione dell'intervento e a tutti verranno offerte appropriate opzioni di mobilità sostitutiva a titolo gratuito come auto di cortesia.
CTP Lecce: annullati avvisi di accertamento per oltre 700 mila euro alla S.C.R.L. Ambiente e Sviluppo
CTP Lecce: annullati avvisi di accertamento per oltre 700 mila euro alla S.C.R.L. Ambiente e Sviluppo
Un’eclatante decisione della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce, ha sostanzialmente annullato gli avvisi di accertamento per gli anni 2008 e 2009 di oltre 700.000,00 euro notificati alla società cooperativa a responsabilità limitata Ambiente e Sviluppo. Con la sentenza 1084 del 2016 della sezione I della CTP di Lecce resa il 22 aprile, ha accolto le tesi difensive dell’avvocato Maurizio Villani che difende la società cooperativa, nonché la favorevole perizia del CTU che ha dimostrato che tutte le spese sopportate dall’azienda erano corrette, documentate ed inerenti, contrariamente ai rilievi ed alle contestazioni fatte dall’Agenzia delle Entrate di Lecce. Questa sentenza, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è importante perché annulla gli accertamenti quando gli uffici fiscali insistono nel voler contestare i costi di un’azienda che, invece, risultano giustificati, come peraltro confermato dal CTU.
La Guardia Costiera lancia un'allerta urgente per la sicurezza in mare: richiamo per un difetto del trasmettitore di localizzazione d'emergenza Kannad SafeLink EPIRB
La Guardia Costiera lancia un'allerta urgente per la sicurezza in mare: richiamo per un difetto del trasmettitore di localizzazione d'emergenza Kannad SafeLink EPIRB
Il Ministero dei Trasporti e la Guardia Costiera, hanno lanciato un'allerta diramando una circolare per portare a conoscenza che il fabbricante Orolia Ltd, Silver Point, Airport Service Rd, Portsmouth, P03 5PB, United Kingdom ha emanato un "Safety Alert" per informare che è in atto la procedura di richiamo degli strumenti “Emergency position indicating radio beacor1" (EPIRB) Marca: KANNAD Marine Safelink Epirbs Tipo EPlRB SAFELINK Manual + GPS e EPIRB SAFELINK Auto GPS, in quanto, in determinate condizioni ambientali, potrebbero risultare non funzionanti. La Guardia Costiera raccomanda vivamente che se si possiede o si utilizza un modello automatico o manuale SAFELINK EPIRB, NON si potrà usare a bordo dell'imbarcazione per segnalare istantaneamente ed in qualsiasi parte del pianeta, la posizione di navi, aerei e persone in situazioni di grave emergenza. Per tale ragione la Kannad Marine ha emesso una campagna di richiamo mondiale dell' EPIRB SAFELINK. Infatti navi, yacht e aerei, durante la navigazione si possono trovare in una situazione di pericolo, in caso di incidente, se dotati di un trasmettitore di emergenza (radiofaro) installato a bordo, permette alle Unità di ricerca e salvataggio la localizzazione attraverso il sistema di satelliti Cospas-Sarsat. Il segnalatore di emergenza, conosciuto anche come EPIRB, è un dispositivo progettato e realizzato per funzionare in condizioni atmosferiche estremi e in immersione, una volta attivato emette il segnale di soccorso all’istante ed in qualsiasi parte del globo fornendo la posizione di navi, aerei e persone in situazione di grave pericolo. Le Unità SAR ricevono l’allarme via radio, telefono satellitare o Cospas-Sarsat, prontamente intervengono mettendo in campo uomini con mezzi navali, aeromobili e terrestri per affrontare e coordinare la ricerca e il soccorso per il recupero delle vittime in minor tempo possibile. Il trasmettitore di emergenza si interfaccia con il sistema satellitare Cospas-Sarsat per le operazioni di ricerca e salvataggio SAR, trasmette un segnale digitale sulla frequenza di emergenza di 406 MHz, intercettato dalla rete di satelliti in orbita viene ritrasmesso a terra presso i Centri di Coordinamento Soccorso. Alla luce di questa allerta mondiale Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti", data l'importanza di questi strumenti per l'immediata localizzazione dei natanti e delle navi che si trovano in situazione di pericolo, invita i possessori a inserire il numero seriale dell'Epirb verificabile sul sito http://www.safelinkepirbsupport.co.uk/ per controllare se la campagna interessa il trasmettitore in uso sul natante.
USA: richiamati 2 milioni di kg di pollo. La carne è contaminata da "corpi estranei"
USA: richiamati 2 milioni di kg di pollo. La carne è contaminata da "corpi estranei".
La società statunitense Pilgrim's Pride di proprietà del gigante alimentare brasiliana JBS, sta per richiamare dai banchi frigorifero di tutto il mondo 2 milioni di kg di prodotti di pollo già cotti. Il pollo, in scatole confezionate con pepite di pollo croccanti, polpettine impanate, filetto e varietà in stile popcorn, è stato ritirato dalle vendite a scopo preventivo, poichè può essere contaminato con "materiali estranei." Lo ha riferito giovedì 28 aprile in un comunicato stampa il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti che ha inoltre informato che i corpi estranei includono la plastica, legno, gomma e metallo. I prodotti sono stati venduti nei negozi con il marchio Gold Kist Farms, Pierce e Sweet. L’indagine è stata condotta dall'azienda dopo le segnalazioni di alcuni clienti che hanno rivelato la presenza di oggetti estranei all'interno dei prodotti di pollo. L'azienda ha riferito che non sono state segnalate conseguenze alle persone. L'allerta in questione, sottolinea Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti" risulta pubblicata sul siti istituzionali del governo che si occupa di allerte alimentari. La nostra associazione, quindi, dato anche il risalto che ha avuto questa notizia negli Stati Uniti, ritiene utile informare anche i nostri connazionali che si trovano all'estero e che non potrebbero essere messi a conoscenza in virtù della circostanza che l'allerta è indicata in lingua inglese. L'altro aspetto è che l'azienda statunitense produttrice si trova adesso su una montagna di pollo cotto panato. Resta da sperare che 30 milioni di galline non siano morte invano.
martedì 26 aprile 2016
Gli Stati Uniti vietano il pesce essiccato provenienti dalla Russia. Pericolo botulino
Gli Stati Uniti vietano il pesce essiccato provenienti dalla Russia. Pericolo botulino
L'US Food and Drug Administration (FDA) ha introdotto restrizioni temporanee per la fornitura di prodotti ittici, di ditte russe. E' scritto in un comunicato dell'organo statale. Secondo le autorità in partite di pesce essiccato dalla Russia sono stati rilevati batteri del Clostridium botulinum, un batterio che può causare la morte. Le partite di cibo già entrate negli USA sono oggetto di profondite analisi di laboratorio da parte delle autorità. I prodotti sono venduti in sacchetti di plastica sottovuoto non codificati, Vobla (ROACH) DRY eviscerato pesce salato, UPC 4.606.495-001.308 e BREAM - DRY eviscerato pesce salato, UPC 4.606.495,001346 millions. Il rischio di contaminazione è stato riscontrato dopo il prelievo di routine e l'ispezione da parte della Food and Drug Administration e la successiva analisi del pesce. La FDA ha confermato che il pesce contaminato non è stato correttamente eviscerato prima della lavorazione. Il C. botulinum è un batterio anaerobio obbligato, gram positivo che forma delle spore, cioè delle forme di vita resistenti, ed è diffuso in natura e nel suolo, nell’ambiente marino ed agricolo. Ciascun ceppo produce una delle otto tossine antigenicamente distinte e designate dalla lettera A alla lettera H. La malattia umana è provocata dai tipi A, B, E e raramente F. Si tratta di prodotti del batterio che agiscono sul sistema nervoso dell’uomo, di natura polipetidica e di peso 150.000 dalton. La tossina, una volta assorbita, a livello dell’intestino o prodotta in una ferita infetta e disseminata dalla circolazione sistemica, si lega a determinati recettori e blocca la trasmissione dell’acetilcolina. Ne deriva una paralisi che rispecchia i nervi coinvolti manifestandosi come una paralisi flaccida, simmetrica e discendente. La tossina botulina è il veleno più potente per l’uomo. Quella di tipo A determina strabismo e blefarospasmo e distonie. Non e' chiaro se il pesce contaminato sia stato importato anche in Italia, dove per altro sono diverse le societa' che vendono il pesce russo. In attesa di una risposta del ministero del Welfare, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo statunitense, invita i consumatori a prestare la massima attenzione ed a evitare di mangiare il pesce essiccato russo indicato nell'allerta. L’altra cosa da ribadire è che il pesce secco non coinvolto si può mangiare con serenità.
Giappone Paese dove si vive di più, Italia quarta. Lo dice uno studio Ocse
Giappone Paese dove si vive di più, Italia quarta. Lo dice uno studio Ocse
La popolazione italiana è al quarto posto tra i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) per aspettativa di vita alla nascita con 82,8 anni. Davanti al Bel Paese vi sono il Giappone (83,4), la Spagna (83,2), e la Svizzera (82,9) anni. È quanto emerge dall'ultimo rapporto Health at a Glance dell'Ocse, basato sui dati del 2013. In tutto il mondo occidentale, spiega il documento, rimane più alta la speranza di vita delle donne, anche se la forbice si sta richiudendo. I più longevi sono i maschi svizzeri, con 80,7 anni, seguiti dagli italiani con 80,3 e dai giapponesi e spagnoli con 80,2. Tra le donne in testa vi sono sono le giapponesi con 86,6 anni, seguite da spagnole e italiane. La media Ocse, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ,è di 80,5 anni, con un guadagno di oltre 10 anni dal 1970 a oggi. Circa il 50% degli over 65, che rappresenta la media Ocse, riporta di essere in buona salute. Nuova Zelanda e Canada registrano rispettivamente il 90 e l'80%.
Allarme da uno studio USA: attenzione ai detersivi in cialde monouso. Un serio pericolo per i bambini
Allarme da uno studio USA: attenzione ai detersivi in cialde monouso. Un serio pericolo per i bambini: sembrano caramelle. La forma e il colore di questi detersivi in capsule sono molto attraenti per i più piccoli. Lo Sportello dei Diritti: "I genitori dei bambini piccoli dovrebbero usare il detersivo tradizionale"
Allarme dagli Stati Uniti: dal 2013 al 2014 vi è stato un incremento del 17% di casi di bimbi con età inferiore ai 6 anni avvelenati dai detersivi ingeriti, inalati o da esposizione a sostanze chimiche presenti nei detersivi a capsule. Di questi la maggior parte vengono ricoverati, in media un bambino al giorno, e uno muore. Praticamente ogni ora un bambino è in pericolo a causa dei detersivi in casa. Il detersivo confezionato in capsule monouso (Ldc, Laundry detergent capsules) può avvelenare o, in casi rari, addirittura uccidere i bambini che vengono a contatto con le sostanze chimiche in esse contenute. L’allarme viene da un articolo di prossima pubblicazione su Pediatrics, in cui gli autori, utilizzando i dati dei centri antiveleni della American Association, scrivono che nel biennio 2013-14 ben 22.000 bambini sotto i 6 anni sono stati esposti a questo pericolo negli Stati Uniti. Tuttavia, il numero dei bambini esposti al detersivo è aumentato malgrado i medici pediatri, avessero nel 2014, lanciato una campagna di prevenzione a livello nazionale, facendo le stesse raccomandazioni. La questione è relativamente recente: dal 2010 diversi produttori nordamericani hanno commercializzato cialde o capsule contenenti la giusta quantità di detersivo da introdurre in lavatrice o in lavastoviglie per lavare un solo carico. Il problema è che molte di queste confezioni monouso sono vendute in capsule di plastica morbide e vivacemente colorate, che si dissolvono in lavatrice e che assomigliano a giocattoli per la dentizione oppure a caramelle. E le cialde incustodite diventano una ghiotta preda per i bimbi che, sfuggiti al controllo dei genitori, masticano e rompono l’involucro idrosolubile di alcol polivinilico, spalmandosi le sostanze chimiche fuoriuscite in bocca, sulla pelle e sugli occhi. L’esposizione più comune è l’ingestione, con tassi del 79,7%, spiegano gli autori dell’articolo sottolineando che in due terzi dei casi sono coinvolti piccoli di 1-2 anni di età. I sintomi più comuni sono vomito, nausea, sonnolenza e, nel caso di contatto con la pelle, rash cutanei, irritazioni e ustioni chimiche, mentre raramente possono verificarsi impegno respiratorio e perforazione esofagea. Fortunatamente, tuttavia, tra i bambini intossicati uno solo è deceduto, mentre circa metà sono stati gestiti a casa e il 35% è stato curato in una struttura sanitaria. Tra le esposizioni non va dimenticata quella oculare: uno studio pubblicato lo scorso ottobre sul Journal of American association for pediatric ophthalmology and strabismus, descrive lesioni corneali in 10 bambini sotto i quattro anni esposti a detersivi in cialde. Diverse organizzazioni, tra le quali anche la Consumer product safety commission (Cpsc) e l’American association of poison control centers (Aapcc), l’associazione americana dei centri antiveleno, hanno cercato di aumentare la consapevolezza del pubblico sul rischio di lesioni da detergenti monouso. Tanto che per limitare i danni la Cpsc ha lanciato in marzo scorso una campagna di prevenzione, il Poison prevention information system, con lo scopo di evidenziare i pericoli domestici, detersivi in capsule compresi. Ma nonostante questi sforzi i centri antiveleno continuano a segnalare casi di avvelenamento: ben 5.600 nella prima metà del 2014 in cui erano coinvolti bambini sotto i cinque anni. Gli autori dello studio concludono, che è necessario uno standard di sicurezza nazionale per migliorare l'imballaggio e l'etichettatura dei prodotti, raccomandando a pediatri e operatori sanitari di informare i genitori dei bambini sui pericoli di esposizione alle cialde di detersivo. Secondo i ricercatori, infine, non solo è importante conservare questi prodotti in posti sicuri, ma al posto delle cialde monouso le famiglie con bambini piccoli dovrebbero usare il detersivo tradizionale. Ma il pericolo detersivo in cialde non è solo statunitense sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” visto che le monodosi dei detersivi sono ormai molto diffuse anche in Italia: in un recente studio del centro antiveleni di Milano svolto su 578 bambini, dei quali quattro quinti sotto i 4 anni, i dati raccolti dimostrano che il 76% dei casi di ingestione di detersivo in cialde fosse sintomatico, contro il 27% di chi aveva invece ingerito altri detersivi per bucato. In quest'ultimo periodo, riferisce il Wall Street Journal, dietro sollecitazione delle campagne mediatiche dei medici pediatri sull'argomento, alcune aziende si sono impegnate a realizzare delle modifiche, che consistono nel commercializzare le cialde monouso dei detersivi in sacchetti che saranno più difficili da aprire per i bambini. Dunque la raccomandazione dei genitori è di tenerle lontane dalla portata e dallo sguardo dei bambini per evitare ogni rischio. Gli stessi pericoli riguardano ogni detersivo potenzialmente tossico se ingerito. Dunque leggiamo sempre le etichette e facciamo la massima attenzione.
Sigarette elettroniche "nocive per la salute". A dirlo il commissario europeo per la Salute Vytenis Andriukaitis
Sigarette elettroniche "nocive per la salute". A dirlo il commissario europeo per la Salute Vytenis Andriukaitis
Le sigarette elettroniche sono nuovamente nell'occhio del ciclone. Ad alimentare la discussione sulla presunta pericolosità di questi dispositivi "alternativi" alle sigarette tradizionali, arriva la dichiarazione del commissario europeo per la Salute, Vytenis Andriukaitis: "Il mercato delle sigarette elettroniche va regolamentato nella maniera più rigorosa possibile perché, a mio parere, è pericoloso per la salute pubblica". Così il commissario europeo per la Salute, Vytenis Andriukaitis, ha tuonato in audizione davanti ai membri della Commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del parlamento europeo. Il commissario rispondendo alle domande dei deputati ha ricordato che le competenze per regolamentare il settore appartengono agli Stati. Lo prevede la direttiva tabacco approvata nel 2014, ma la Commissione "sta cercando di raccogliere ogni tipo di informazione presso esperti e vari organismi responsabili per studiare come disciplinare il settore". Entro l'estate l'esecutivo dell'Ue vorrebbe pubblicare uno studio sulla sigaretta elettronica, prodotto sul quale si punta a eseguire un monitoraggio di cinque anni per comprenderne gli effetti. Un periodo considerato invece troppo lungo da alcuni eurodeputati. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un ulteriore dato che conferma le incertezze circa i possibili rischi connessi all’utilizzo di questo prodotto. La gente deve essere a conoscenza dei rischi anche perchè è convinta che siano totalmente sicure anche per le donne incinta e i loro feti, ma questo non possiamo dirlo. Anzi la dichiarazione del commissario europeo per la Salute, dovrebbe aprire gli occhi a tanta gente. Il punto fondamentale è che queste sigarette elettroniche dovrebbero essere testate maggiormente. Pertanto le autorità sanitarie europee procedano con verifiche celeri circa l’insussistenza di pericoli per la salute dei consumatori.
lunedì 25 aprile 2016
L'austerità strangola la natalità: aumento di aborti in Europa
L'austerità strangola la natalità: aumento di aborti in Europa. La crisi e la sua gestione ha causato un contraccolpo dopo un decennio di declino delle interruzioni volontarie. L’Italia è la sesta nazione europea per gravidanze interrotte.
Boom in Europa per le interruzioni di gravidanza a causa delle difficoltà economiche. La grande recessione e i successivi adeguamenti economici hanno causato innumerevoli calamità ai cittadini di tutta Europa. Lacune e incertezze hanno anche fiaccato i progetti per le donne di essere madri. Eppure solo qualche anno fa, l'Europa era al centro di un baby boom. Ora però si è costretti ad assistere a una drastica inversione di marcia. Tutta colpa della crisi finanziaria. A causa delle precarie condizioni economiche, infatti, le coppie sempre più spesso decidono di non avere figli in attesa di tempi migliori. L'allarme arriva da uno studio condotto dall'Università di Oxford: dopo lo scoppio della crisi c'è stato un aumento notevole di aborti in tutto il continente. Il fatto è più rilevante perché viene dopo un decennio di continua diminuzione del numero di aborti tra tutti i paesi europei. Gli autori dello studio, che hanno studiato gli effetti delle politiche di austerità sulla salute dei cittadini hanno spiegato: "La percentuale di aborti è diminuito tra il 2000 e il 2009 nella UE, ma dal 2009 questa tendenza si è invertita, con un aumento del 5%". La tendenza è coerente nella maggior parte dei paesi europei in cui è consentito l'aborto, anche se in Germania, Regno Unito e Spagna ha una percentuale simile al periodo prima delle politiche di austerità. Secondo i dati pubblicati nel Journal of Public Health, in particolare, 6.700 aborti supplementari, ogni mille, sarebbero correlati alla situazione politica ed economica. Gli effetti sono statisticamente significativi in tutte le fasce di età delle donne in età fertile, anche se sembrano più accentuati in quelli più giovani. Ad esempio dal paragone con i più recenti valori pubblicati da altri paesi si osserva per le donne con meno di venti anni: in Italia nel 2011 il tasso di abortività è stato pari al 6.4 per 1000 (era il 7.2 nel 2008); nello stesso anno in Inghilterra e Galles è stato il 20 per 1000, in Svezia il 19.8 per 1000, in Spagna il 13.7; in Francia nel 2009 era il 15.2; negli USA nel 2010 era il 19.8. Il rapporto di abortività (numero delle IVG per 1000 nati vivi) in Italia nel 2012 è risultato pari a 200.8 per 1000 con un decremento del 2.5% rispetto al 2011 (206.0 per 1000) e un decremento del 47.2% rispetto al 1982 (380.2 per 1000). Anche se la diminuzione numerica dal 1982 è solo apparente. Infatti, da quell’anno è iniziata una straordinaria campagna in favore di vari tipi di contraccettivi e delle varie pillole (del giorno prima, del giorno dopo, oggi dei cinque giorni dopo, la RU486) che hanno limitato il numero degli aborti presso ospedali e cliniche. Basti pensare che nel 2012 sono state vendute circa 400.000 confezioni di "pillole del giorno dopo", e quel numero aumenta ogni anno. Allora il numero degli aborti procurati da tali mezzi abortivi, perciò, vanno ad aggiungersi alle cifre ufficiali. Mai come adesso la mancanza di soldi dovuta alla precarietà lavorativa e al carovita sta condizionando la decisione di tenere un bambino, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti". Del resto, i figli costano: per il primo anno di vita un neonato costa nel nord Italia anche cinquemila euro. Una cifra spesso troppo elevata per chi non riesce ad arrivare alla fine del mese.
Boom dell’uso dei voucher lavoro. I buoni hanno aumentato il precariato e gli infortuni sul lavoro
Boom dell’uso dei voucher lavoro. I buoni hanno aumentato il precariato e gli infortuni sul lavoro
In Italia sempre più persone vengono pagate in voucher anche per retribuire il lavoro continuativo. Un boom grazie al Jobs Act che ne ha semplificato di molto l’uso in quanto non sono previsti controlli né limiti. Basta andare dal tabaccaio, o in un ufficio postale e con 10 euro, comprensivi di assicurazione e versamento previdenziale, ti compri le prestazioni che ti servono, non regolamentate da un contratto poiché svolte in modo occasionale o discontinuo. Mentre il prestatore ne incassa 7,50. Si chiama buono lavoro, in mano il datore ha un voucher ed un'infinita possibilità di giostrarsi la prestazione d'opera di una colf, un lavapiatti, un muratore, un operaio, un pony express, un addetto alle pulizie o di lavoretti più assortiti. Ci sono anche tagli da 20 e 50 euro di valore, sempre comunque intesi come due o cinque buoni non separabili da 10 euro. S’incassano alle Poste, tramite bonifico o dal tabaccaio. Dipende chi li ha venduti e se hanno natura cartacea o telematica. Il Jobs Act ha semplificato di molto l’uso dei voucher lavoro al tal punto che, nel 2015, se ne sono venduti 114.921.574 dal valore nominale di 10 euro per oltre un miliardo di euro di compensi erogati. Furono introdotti nel 2003 dalla legge Biagi per contenere il lavoro nero ed hanno avuto un primo utilizzo in agricoltura, poi nel 2008 il ministro Sacconi (governo Berlusconi) li ha di fatto liberalizzati, estendendoli ad altri settori, ancorati alla retribuzione oraria col solo il limite di 2.020 euro l'anno come reddito percepibile da ogni singolo committente. Poi, col Jobs Act, il tetto massimo di reddito annuo arriva a 7000 euro nette. Solo che con i voucher non si può accedere alle misure di sostegno al reddito in caso di disoccupazione, malattia, maternità. Com’è evidente, i buoni sono pensati per classi che devono entrare nel mercato del lavoro, che ne sono uscite naturalmente o forzosamente e comunque, in generale, categorie deboli. E' notizia di questi giorni che l'Inail si è accorta che gli infortuni sul lavoro sono triplicati per i lavoratori che vengono retribuiti con i voucher (nel 2012 erano 436, nel 2014 erano 1400).Inoltre l'Inail si è accorta che anche le morti sul lavoro per chi veniva retribuito con il voucher erano più che raddoppiate, passando da 2 nel 2013, a 6 nel 2014 a 15 nel 2015. Quasi sempre, il pagamento del voucher coincide con il giorno dell’infortunio mentre in precedenza non risulta alcun rapporto tra il datore di lavoro e il lavoratore. Secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", il boom dei voucher sembrerebbe incentivare l’irregolarità, non essendo più necessario alcun riferimento qualitativo al carattere occasionale della prestazione. Di fatto, infatti, il voucher viene utilizzato spesso per “mascherare” prestazioni di lavoro continuative e subordinate più che per regolarizzare rapporti di lavoro realmente occasionali. È necessario intervenire subito con controlli ispettivi più frequenti e mirati per contrastare tutti gli abusi.
domenica 24 aprile 2016
La massiccia ondata di migranti italiani. Una delle principali mete la Svizzera
La massiccia ondata di migranti italiani. Una delle principali mete la Svizzera. Le nuove generazioni di migranti italici non più solo operai e muratori ma bancari e consulenti aziendali. Nella Svizzera tedesca siamo considerati «immigrati modello», mentre in quella italiana la situazione sta diventando esplosiva e a rischio aumento razzismo
Lo diciamo da tempo, ma uno dei principali ed evidenti effetti della crisi economica che non vuol mollare il Belpaese, checché ne dica la politica, è la nuova massiccia ondata di migranti italiani, molti giovani e giovanissimi, che partono in Europa alla ricerca di un'occupazione più o meno stabile, che ai più sembra impossibile in Italia. Una delle mete principali è la Svizzera, dove è la stessa stampa elvetica a confermare che siamo tornati ad occupare la prima posizione in classifica in fatto di immigrazione. Dopo la grande ondata degli anni '50 e '60, che ha visto migliaia di nostri connazionali ad ingrossare la manodopera d'Oltralpe, anche ora si conferma come la più numerosa tra le comunità straniere a trasferirsi nella Confederazione. La differenza sostanziale tra i migranti del secondo dopoguerra ed oggi è che coloro che arrivavano in Svizzera, lo facevano quasi esclusivamente per svolgere lavori umili, mentre ai giorni d'oggi, accanto ai tanti che continuano a cercare di scappare via da un destino triste e senza lavoro, specie dalle regioni del Sud, vi è chi - come sostenuto alla «Sonntagszeitung» Gianni D'Amato, professore esperto di migrazione all'Università di Neuchâtel - «ha tra i 20 e i 45 anni, ha studiato e qui vuole fare carriera». Molti dei nostri connazionali che emigrano e arrivano in Svizzera, infatti, sono laureati e appartengono «ad un'élite che trova spesso collocazione con funzioni direttive». I nuovi immigrati trovano lavoro in banca o come specialisti in marketing o consulenti aziendali delle grandi città elvetiche, soprattutto nella Svizzera tedesca. Il professore ha inoltre aggiunto che i nuovi immigrati «guadagnano dal 5 al 10% in più rispetto a quegli italiani che sono immigrati in Svizzera prima del 2009». Peraltro, la comunità italiana ha superato quella tedesca in fatto di immigrazione. Secondo quanto sostenuto sui giornali elvetici, nell'anno appena passato, è stata la comunità straniera che ha visto l'aumento maggiore di immigrati ed è tornata ad essere la più numerosa con 315.157 persone. A fine 2015, infatti, il saldo netto di immigrazione è stato di 11.000 unità in più. Rispetto alle cifre del 2009, nel 2015 è triplicato il numero di arrivi di italiani in Svizzera. In forte aumento anche i francesi, mentre i tedeschi, che per diversi anni hanno rappresentato la comunità più numerosa, stanno cominciando a diminuire. Per quanto specificato dal direttore Comunicazione della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Giangi Cretti, gli italiani se ne vanno perché in Italia vi sarebbero poche possibilità di fare carriera e quando lo si trova, il lavoro si intende, sarebbe mal pagato. Inoltre sono molti gli italiani che scelgono la Svizzera tedesca perché «sono apprezzati in quanto considerati emigranti modello». Ben altra è la situazione in Ticino come più volte noi dello “Sportello dei Diritti” abbiamo evidenziato, sottolineando, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dell'associazione, più volte i numerosi episodi di xenofobia che hanno visto colpiti nostri connazionali. A conferma di tanto, l'opinione di Cretti, che segnala il rapporto «complicato» tra italiani e ticinesi. «I ticinesi parlano italiano e vivono la cultura italiana, ma non vogliono essere italiani e quindi si distanziano da loro», ha confermato Cretti, aggiungendo che la diffidenza nascerebbe dal fatto che i ticinesi temono gli italiani possano portare via loro il posto di lavoro. Ciò che comunque è chiaro è che i datori di lavoro in Svizzera, grazie agli accordi bilaterali, possono usufruire di una scelta molto più ampia di personale qualificato. Ilka Steiner, esperta in demografia all'Università di Ginevra, ha spiegato che questa nuova tipologia di immigrazione, riferendosi alla forte immigrazione tedesca degli ultimi anni, ha avuto un doppio effetto. Di positivo c'è stata indubbiamente la crescita economica, ma dall'altra parte si è assistito ad una crescita nella società svizzera di malumori e attriti. «Alcuni tedeschi avevano sicuramente un'idea sbagliata della Svizzera, mentre lo svizzero non era abituato ad una concorrenza del genere sul mercato del lavoro», ha spiegato Steiner. Tutto ciò ha provocato un clima di tensione nel nostro Paese che ha portato gli svizzeri a pensare che i tedeschi venissero in Svizzera unicamente per fare soldi».Come ha osservato Denise Efionayi-Mäder dell'Università di Neuchâtel, il clima politico si riflette sull'immigrazione. «In particolare l'iniziativa contro l'immigrazione di massa ha mostrato ai tedeschi di non essere soltanto i benvenuti». Come si svilupperà ora la situazione con l'arrivo di italiani e francesi è ancora presto per azzardare a conclusioni. Certo è che «in Ticino la situazione politica ed economica è evidentemente più esplosiva», ha aggiunto Efionayi-Mäder.
Oli minerali tossici negli alimenti: il dito puntato sulle lenticchie Auchan. Si vigili sul territorio nazionale
Oli minerali tossici negli alimenti: il dito puntato sulle lenticchie Auchan. Si vigili sul territorio nazionale
Uno studio della ONG Foodwatch ha scoperto che gli imballaggi di cartone che contengono lenticchie, cacao in polvere, cuscus, popcorn, polenta, o alcuni tipi di pasta, possono contenere degli idrocarburi. Centinaia di prodotti in Germania, Francia e nei Paesi Bassi, sono stati analizzati da questo studio per verificare se gli alimenti sono contaminati: il 43% lo e' con idrocarburi aromatici di olio minerale (MOAH), particolarmente pericolosi per la salute. Oltre ad essere cancerogeni, sarebbero mutageni (che alterano il patrimonio genetico) e conterrebbero dei perturbatori endocrini. Mentre gli idrocarburi saturi (NOSH) che si accumulano negli organi, sono stati ritrovati nella maggior parte dei prodotti (83%). L'ONG no ha problemi a comunicare i nomi delle aziende o delle marche: “Tra questi si trovano prodotti di largo consumo, come delle paste per bambini con marchio Carrefour, del cacao prodotto dalla Nestlé o da Van Houten, delle lenticchie Auchan, dei popcorn Intermarché o Monoprix, del cuscus bio, o del riso E.Leclerce”. Produzione stoccaggio, trasporto, la contaminazione puo' accadere in qualunque momento, nota Foodwatch. “Ma lo studio mostra che la maggior parte degli oli minerali sono trasferiti negli alimenti soprattutto dagli imballaggi di carta o cartone riciclati”. Quello che sarebbe un bene per il nostro ambiente non lo sarebbe per la nostra salute. Tutti i prodotti ne sembrano coinvolti, anche quelli destinati ai bambini e che provengono dall'agricoltura biologica. Gli idrocarburi deriverebbero essenzialmente da inchiostri, solventi o lubrificanti utilizzati nella creazione degli imballaggi alimentari. Foodwatch sottolinea che delle soluzioni esistono: “Solo l'uso di una barriera adeguata (sacchetto interiore separato o barriera integrata all'imballaggio del cartone) potrebbe proteggere efficacemente dalle sostanze tossiche che si spostano verso gli alimenti”. La ONG e' impegnata perche' siano stabili dei valori limite di MOSH e MOAH nell'alimentazione stessa, e non solo negli imballaggi. Rispetto al MOAH, Foodwatch sostiene la tolleranza zero. Una petizione online e' gia' operativa in merito verso la Commissione Europea, invitandola ad agire con urgenza. Il fenomeno della migrazione dell'olio minerale non è un problema nuovo. Scoperto negli anni '90, è stato già condannato nel 2011 dall'Unione federale dei Consumatori (Que Choisir), che ha testato 20 prodotti, di cui 14 sono stati trovati contenere, a livelli preoccupanti, olio minerale da inchiostri da imballaggi di cartone. L'UFC-Que Choisir poi ha chiesto l'applicazione senza indugio delle norme a tutela della salute dei consumatori a fronte di sostanze controllate da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) come "potenzialmente cancerogeni e mutageni" . Ma fino ad oggi, non vi è ancora alcuna raccomandazione ufficiale diffusa in Francia e più ampiamente in Europa. Per evitare questo rischio, l'EFSA raccomanda di utilizzare una barriera funzionale nella confezione alimentare fatta di cartone riciclato. Una misura per prevenire uno stress ambientale per rendere il prodotto non riciclabile. Il Network ambiente salute (RES) e la Foodwatch in una dichiarazione congiunta hanno diffuso: " Il riciclaggio della carta è, ovviamente, importante per l'ambiente, ma la confezione in fibre riciclate presentano un reale pericolo per la salute se il cibo non è non adeguatamente protetto ". In alternativa, l'uso di inchiostri vegetali sulle confezioni alimentari in luogo di inchiostri minerali. Ma ancora una volta, questa alternativa non è perfetta perché "il contatto con gli alimenti di cartone resta di per sé una possibile fonte di contaminazione", ha inoltre dichiarato Chloe Stevenson di Foodwatch. Il 15 aprile, per la mancanza di una risposta esaustiva da parte di Auchan, Foodwatch e RES hanno presentato un esposto chiedendo l'immediato richiamo delle lenticchie Auchan. In una dichiarazione visibile sul sito dell'azienda, Auchan Vendita al dettaglio Francia ha dichiarato che "un nuovo pacchetto di fibra vergine, non riciclata, è stata introdotta a partire dalle consegne nel mese di febbraio 2016" . Contattata dall'associazione consumatori, Auchan ha riferito che le lenticchie "Coral" a marchio Auchan non sono più distribuite nei suoi negozi con il loro ex imballaggio, così come il couscous Pollice, ha sottolineato Foodwatch. Un cambiamento è finalmente stato preso in considerazione di un terzo prodotto citato dall'associazione, il cereale per la colazione "Sugarflakes" a marchio Auchan. Tuttavia, l'azienda ha riferito di non aver effettuato un richiamo volontario dei prodotti contestati. In una dichiarazione di Venerdì, 21 aprile Foodwatch è rammaricata di questa risposta poco brillante. I consumatori hanno interpellano direttamente l'amministratore delegato di Auchan Francia, per chiedere il ritiro dei prodotti incriminati. Ma anche per impegni più efficaci per prevenire la contaminazione degli alimenti da oli minerali. Alla luce di tale notizia, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile da parte delle autorità sanitarie ma anche dei NAS dei carabinieri, un’indagine a campione sul territorio al fine di verificare l’utilizzo corretto di cartoni di cellulosa vergine e non di materiale riciclato. Sul tema, la nostra normativa è tra le più severe in Europa e vieta l’impiego di materiale riciclato e anche la presenza di scritte all’interno dei contenitori che trasportano questo tipo di alimenti. La necessità di questo genere di precauzioni scaturisce dall’esigenza di evitare qualsiasi contaminazione di un alimento che è in grado di estrarre dal cartone sostanze sgradite. Nel cartone riciclato, infatti, non è raro trovare tracce anche di piombo, ftalati e altre sostanze tossiche.
sabato 23 aprile 2016
Usa: allarme nuovo Boeing 787. Il motore rischia di spegnersi in volo
Usa: allarme nuovo Boeing 787. Il motore rischia di spegnersi in volo. Le autorità hanno chiesto alla Boeing di effettuare riparazioni "urgenti"
L'agenzia federale dell'aviazione Usa ha chiesto alla Boeing di effettuare riparazioni "urgenti" a uno dei due motori del nuovo 787. L'aereo di nuova generazione in materiali compositi ha un difetto al motore per l'accumulo interno di ghiaccio che potenzialmente lo può fare spegnere improvvisamente anche in volo. La richiesta della Faa, l'agenzia federale Usa dell'aviazione, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, fa seguito ad un incidente sul volo del 29 gennaio scorso su un 787 della Japan Airlines in volo da Vancouver a Tokyo. Nell'incidente il motore destro si spense in aria e non si riuscì a riavviarlo. Il jet, con 166 persone a bordo, era a circa 90 miglia dall'aeroporto di Tokyo ma i piloti, dopo un'ora e mezzo, riuscirono ad atterrare sani e salvi usando solo l'altro motore. Il problema interessa 176 Dreamliners di 29 compagnie, circa il 44% della flotta mondiale. Su aerei con lo stesso motore su entrambe le ali il problema potrebbe causare uno duplice spegnimento potenzialmente catastrofico. Secondo la Faa si tratta quindi di una "questione di sicurezza urgente".
Equitalia: stop alla cartella esattoriale di oltre 232mila euro.
Equitalia: stop alla cartella esattoriale di oltre 232mila euro. Altra sospensiva di un atto di accertamento in pendenza di un ricorso per Cassazione in applicazione della "riforma Villani". La Commissione Tributaria Regionale di Bari sezione di Lecce ferma Agenzia delle Entrate ed Equitalia.
Una nuova conferma che la "riforma Villani" del processo tributario funziona e riequilibra il rapporto tra Fisco e contribuente.
Anche questa volta un'ordinanza, la n. 377/2016 depositata in segreteria il 19/04/2016 della Commissione Tributaria Regionale di Bari – Sez. staccata di Lecce – Sez. 21, ha disposto su specifica istanza del difensore del contribuente, avvocato Maurizio Villani, la sospensione dell’esecuzione dell’atto originario di accertamento, ai sensi e per gli effetti del nuovo art. 62-bis, comma 1°, secondo periodo, D.Lgs. n. 546/92, aggiunto con le modifiche del D.Lgs. n. 156 del 24/09/2015, che ha ripreso la specifica proposta modificativa del tributarista leccese, secondo cui “Il contribuente può comunque chiedere la sospensione dell’esecuzione dell’atto se da questa può derivargli un danno grave e irreparabile”.
Finalmente rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il contribuente può avere una difesa effettiva in fase cautelare in sede di appello e pendente il giudizio in Cassazione, con la possibilità di bloccare totalmente l’esecuzione dell’atto iniziale impugnato e non pagare nulla sino alla definizione del giudizio in Cassazione, come nel caso in oggetto nel quale la CTR di Lecce ha sospeso una cartella che faceva riferimento a precedenti atti di accertamento per un valore totale di ben oltre 232mila euro.
Migranti salvati da un SMS. Sedici migranti sono stati trovati a Le Havre in un container destinato per le Filippine
Migranti salvati da un SMS. Sedici migranti sono stati trovati a Le Havre in un container destinato per le Filippine. La Marina francese si fa ideatrice di una nuova iniziativa per salvare i migranti: raccogliere vecchi telefoni cellulari da distribuire ai migranti per non rischiare di rimanere vittime di trappole pericolose.
Sedici migranti bloccati in un contenitore a Le Havre sono stati salvati in questi ultimi giorni. Lo svela Sabato 23 aprile un residente di Reims raccontando di essere stato contattato in extremis con un sms di aiuto sul suo telefono. Lunedi notte, sedici migranti che speravano di arrivare in Inghilterra, sono stati salvati dopo avere rischiato di morire soffocati in un container di una nave a Le Havre. Pur trovandosi a centinaia di chilometri dal porto, il giovane ha ricevuto la richiesta d'aiuto tramite un SMS da parte di un giovane afgano che aveva conosciuto a Calais mentre svolgeva opera di volontariato. Con la connessione internet, è riuscito a localizzarli su una mappa digitale vicino a Le Havre, chiamando subito dopo i servizi di emergenza. Per tre ore, è rimasto collegato rendendo possibile il collegamento tra i soccorritori e il migrante che rispondeva oramai "con un filo di voce" . Il giovane immigrato è riuscito a scattare una foto, attraverso una fessura di vetro di piccole dimensioni. Un vigile del fuoco è riuscito a localizzare il posto in tempo per salvare il gruppo. Il container era diretto per le Filippine, lontano dall'Inghilterra, dove i migranti volevano andare. Per evitare trappole pericolose per coloro che fuggono, la Marina francese si fa da oggi ideatrice di una nuova iniziativa: raccogliere vecchi telefoni cellulari da distribuire ai migranti. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, plaude all'iniziativa della Marina francese per salvare vite umane, al contrario dei governi europei che discutono in continuazione lasciando morire molti innocenti. Come tutti sappiamo infatti, c’è sempre più bisogno di attori che operino nel Mediterraneo, per evitare o quantomeno limitare le stragi dei migranti che ogni giorno e con ogni condizione climatica o in situazioni di pericolo come quella appena raccontata, tentano di approdare sulle nostre coste.
venerdì 22 aprile 2016
"Salamella Napoli Piccante Casa Modena" ritirata anche in Germania per Salmonella
"Salamella Napoli Piccante Casa Modena" ritirata anche in Germania per Salmonella. Lo segnala oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco
La "Salamella Napoli Piccante Casa Modena" prodotta in Italia dai Grandi Salumifici Italiani S.p.A, leader nel mercato italiano dei salumi e dei secondi piatti pronti freschi, è stato ritirata dal commercio anche in Germania per la presenza di salmonella che è l’agente batterico più di frequente responsabile delle tossinfezioni alimentari. «Non possono essere esclusi rischi per la salute», ha comunicato dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco raccomandando di non consumare il prodotto, che è stato nel frattempo già stato ritirato dal mercato. Stando a quanto affermato dall’azienda, il salame è stato richiamato «informando i rivenditori e i punti vendita specializzati, dopo che il produttore che rifornisce varie aziende in Europa ha informato della possibilità che il prodotto contenesse tracce di salmonella». Diversi i Paesi interessati dal provvedimento: tutti in Europa. Al momento si tratta di una misura precauzionale, visto che non risultano casi confermati con sintomatologie inerenti: febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea che si manifestano tra le sei e le 72 ore successive al consumo di un alimento contaminato. Il lotto coinvolto della "Salamella Napoli Piccante Casa Modena" da 400 grammi dell’azienda Grandi Salumifici Italiani ha la data di scadenza dell' 11/05/2016 e numero 57602709. Le autorità tedesche hanno comunicato di non conoscere se vi sono dei consumatori colpiti da disturbi gastrointestinali, in seguito all’ingestione del salame. I Grandi Salumifici Italiani S.p.A Casa Modena in una nota diffusa agli organi di stampa ha anche istituito un numero verde gratuito per i consumatori che intendono ottenere chiarimenti. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, invita i consumatori a prestare la massima attenzione astenendosi dall’acquisto del salame provenienti dal lotto interessato dalla contaminazione. L’altra cosa da ribadire è che il salame non coinvolto si può mangiare con serenità.
Virus Zika a rischio in 2,2 miliardi. La malattia è ormai presente in 42 Paesi nel mondo
Virus Zika a rischio in 2,2 miliardi. La malattia è ormai presente in 42 Paesi nel mondo.
Dati shock da uno studio dell'università di Oxford. A rischio Zika nel mondo sono 2,2 miliardi di persone, quasi esclusivamente concentrate in Africa, Asia e Sud America. Il rapporto realizzato dall'università di Oxford e pubblicato dalla rivista eLife, il primo a usare dati specifici per il virus e non quelli mutuati dai "parenti" Dengue o Chikungunya, giunge a conclusioni drammatiche. Secondo l'elaborazione, l'Europa dovrebbe per ora essere immune dal virus, mentre negli USA si dovrebbe limitare agli stati del Sud, senza arrivare fino a New York. In Sud America, invece, ad essere interessate sono le zone costiere ma anche molte aree vicino al Rio delle Amazzoni. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) prevede uno escalation "esplosiva" di casi di Zika nei tre continenti, con nove o dodici milioni di infezioni quest'anno. Intanto i paesi più colpiti dall'epidemia, restano il Brasile che ha già più di un milione e mezzo di casi di Zika dal 2015, e 583 casi di microcefalia che sono stati confermati da ottobre 2015, quattro volte superiore la media storica annua. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, ricorda che il virus Zika, si trasmette principalmente dalle punture della zanzara del genere Aedes aegypti e sta colpendo in modo massiccio soprattutto l’America del Sud. Inoltre casi eccezionali di trasmissione per via sessuale sono stati già riportati all'inizio di febbraio negli Stati Uniti. Un caso di contagio via sessuale è stato confermato anche in Italia, con uno studio retrospettivo dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e si riferisce all'estate-autunno del 2014. Attualmente non esiste un vaccino contro Zika e la maggior parte delle persone colpite dal virus si trovano in Brasile e Colombia dove sono stati registrati casi di microcefalia, grave malformazione pre parto.
Ritiro lotti medicinale omeopatico "CUPRUM OXYDULATUM RUBRUM".
Ritiro lotti medicinale omeopatico "CUPRUM OXYDULATUM RUBRUM".
L’Agenzia Italiana del Farmaco, il 22 aprile 2016, ha disposto il ritiro, su tutto il territorio nazionale, dei lotti n. A028198, A109897 e A121341 del medicinale omeopatico CUPRUM OXYDULATUM RUBRUM UNG 3 – cod. 800883377 della ditta Wala Italia Srl. Il provvedimento si è reso necessario, comunica Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a seguito della comunicazione della ditta Wala concernente una possibile non conformità con gli standard previsti dalla Farmacopea Europea. I lotti del medicinale in questione non potranno essere utilizzati e la ditta Wala Italia dovrà assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.
Nuovo studio contro carni lavorate: aumentano rischio tumori. Due strisce di bacon al giorno fanno salire il rischio del 18%.
Nuovo studio contro carni lavorate: aumentano rischio tumori. Due strisce di bacon al giorno fanno salire il rischio del 18%.
Diversi studi hanno dimostrato che alcol, obesità e carni lavorate, sono tre fattori che aumentano il rischio di sviluppare il tumore allo stomaco. Ora una nuova ricerca dell' "American Institute for Cancer Research e World Cancer Research Fund", relativizza queste conclusioni. Secondo i ricercatori ad esempio due strisce di bacon al giorno fanno salire il rischio del 18%. Lo studio, pubblicato sul sito dell'istituto, si basa su 89 ricerche precedenti, con dati su 17,5 milioni di adulti, tra cui 77mila con un cancro allo stomaco. Per aumentare il rischio 'servono' tre porzioni di alcol al giorno, 50 grammi di carni lavorate o mangiare cibi conservati con il sale. Anche il peso ha una sua influenza, evidenzia Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”,con il rischio che cresce del 23% ogni cinque unità di indice di massa corporea. "Abbiamo trovato anche segni, scrivono gli autori, che consumare carne e pesce grigliati possa contribuire al rischio, mentre il consumo di frutta, specie di agrumi, può prevenirlo".
Pezzi di plastica nei ravioli freschi a marchio Carrefour. Francia, il fornitore ritira il prodotto in vendita nei supermercati
Pezzi di plastica nei ravioli freschi a marchio Carrefour. Francia, il fornitore ritira il prodotto in vendita nei supermercati
In seguito alla segnalazione di un consumatore che avrebbe trovato pezzi di plastica nera in un vassoio, il fornitore ha deciso di ritirare, a titolo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza, le confezioni di ravioli freschi ai quattro formaggi venduti con il marchio Carrefour da tutte le filiali. In particolare si tratta del lotto: LO830 /..../ 05 con il Codice a barre: 3.245.411,400712 millions. Il suo consumo può portare a lesioni. Pertanto chi ha già acquistato il prodotto o chi ne avesse a casa delle confezioni, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può riportarlo in negozio dove il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa.
giovedì 21 aprile 2016
Riforma province. Lo “Sportello dei Diritti”: non chiudete il Progetto Libera. Vittime di tratta senza tutele
Riforma province. Lo “Sportello dei Diritti”: non chiudete il Progetto Libera. Vittime di tratta senza tutele
La disastrosa riforma delle Province sta comportando la perdita, pressoché irrimediabile, di servizi essenziali che riflettevano il livello di civiltà del Nostro Paese. Tra quelli da ritenersi essenziali e che rischiano lo stop definitivo il progetto “Libera” per le vittime di tratta e sfruttamento ed il centro antiviolenza che a Lecce aveva sede principale in viale Marche 17. I progetti “Libera” e “Libera-Percorsi integrati per l’individuazione e l’accoglienza di persone ridotte o mantenute in schiavitù e in servitù”, che dal 2000 assicurano alle vittime di tratta e dei reati di riduzione e mantenimento in schiavitù e servitù, nei territori di Lecce, Brindisi e Taranto e la “co-realizzazione di percorsi di autonomia e autorealizzazione dentro un sistema di accoglienza fondato sulla democrazia delle relazioni”, se non interverranno le istituzioni, in primo luogo la Regione Puglia, dovranno essere chiusi.A lanciare l’appello le operatrici che hanno ricordato che la ragione di questa scellerata fine è dovuta alla: “sincronia di una serie di fattori: la riforma delle Province, il passaggio di funzioni alla Regione, lo sganciamento operato dalla ministra Madia tra personale e funzioni. Ma la Provincia di Lecce non una parola ha speso per difendere il suo progetto e la sua stessa storia di accoglienza, così come la Regione Puglia è completamente assente”. Al momento, salvo un interesse dell'ultima ora, niente sembra poter fermare questo processo. Niente più sostegno dunque per le donne e gli uomini che subiscono la tratta di esseri umani e che vivono una violenza indicibile. “La riduzione in schiavitù e servitù e la tratta di esseri umani rappresentano la più odiosa violazione di diritti umani universali e dei diritti delle donne” spiega Ines Rielli, responsabile del progetto che “per le donne migranti trafficate a scopo di sfruttamento sessuale e/o lavorativo, vuol dire avere 'una stanza tutta per sé', un luogo accogliente e sicuro dentro il quale trovare se stesse/i e riorganizzare la propria vita. Per gli uomini migranti, sfruttati nei campi, nell’industria, nei tanti settori dell’economia sommersa, vuol dire uscire dai ghetti fisici e mentali dello sfruttamento”. Gli operatori impegnati nella rete contro la tratta “Sono donne e uomini che hanno contribuito a rendere più sicuro il nostro territorio: con le loro coraggiose denunce hanno permesso di fermare organizzazioni criminali di trafficanti e di sfruttatori presenti sul nostro territorio”. “In un momento in cui in Puglia si dovrebbero unire tutte le forze per potenziare la lotta ai trafficanti e agli sfruttatori, per rafforzare i sistemi di emersione, protezione sociale e la tutela delle vittime, cosa si fa?” continua “Si chiude! Un regalo a trafficanti e caporali, un oltraggio alle vittime. Un assurdo disinteresse politico e umano del tutto ingiustificato visto tra l’altro che i progetti 'Libera' vivono con fondi del Dipartimento per le Pari Opportunità. La messa in mobilità coatta delle operatrici lascerà le donne e gli uomini vittime di tratta e grave sfruttamento senza alcun riferimento. Nessuno/a si è posto il problema di dove andranno, cosa faranno, che ne sarà delle persone attualmente in carico quando tutto il personale se ne sarà andato”. Eppure una strada percorribile ci sarebbe: “A differenza di altre Regioni che hanno organizzato per tempo sistemi regionali antitratta” aggiunge Ines Rielli, “la Regione Puglia, non ha fatto questa scelta e, nel recente disegno di legge di riordino delle funzioni non fondamentali delle Province, non dedica un solo pensiero alla tratta e allo sfruttamento di esseri umani in Puglia e di fatto abbandona a se stesse le vittime chiudendo dopo 16 anni l’unico presidio antitratta a sud di Bari, un territorio che tanto traffico di esseri umani ha visto e continua a vedere. Ed è questo appello rivolto al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al fine di assumersene la responsabilità e individui soluzioni immediate e non più rinviabili”, che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, condivide e rilancia, affinché il progetto 'Libera' continui ad esistere.
Cambiando letto si dorme male? La colpa è del cervello. Una ricerca rivela perché succede
Cambiando letto si dorme male? La colpa è del cervello. Una ricerca rivela perché succede
Di solito quando la prima notte si dorme in un posto nuovo, che sia una casa o un albergo, siamo implicati da un sonno poco ristoratore e 'faticoso'. È tutta una 'questione di cervello': uno dei suoi due emisferi infatti rimane 'sveglio' e in allerta, l'altro dorme. Un effetto che però si verifica unicamente la prima notte e che scompare già dalla seconda. A scoprirlo sono stati i ricercatori della Brown University di Providence,coordinati da Yuka Sasaki, in uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology. "Sappiamo che gli animali marini e alcuni uccelli dormono con un emisfero cerebrale mentre l'altro rimane sveglio, spiega Sasaki. Anche se il cervello umano non mostra lo stesso loro grado di asimmetria, ha comunque un sistema in miniatura simile a quello di delfini e balene". Per capire cosa c'è dietro quello che è conosciuto come 'l'effetto della prima notte', i ricercatori hanno analizzato il sonno di 35 volontari durante la prima e la seconda notte trascorsa in laboratorio, servendosi di elettroencefalogrammi, magnetoencefalogrammi e risonanza magnetica. In questo modo hanno visto che nella prima notte di sonno i due emisferi del cervello mostravano diversi livelli di attività: quello del lato sinistro dormiva in modo più leggero dell'altro, in particolare nella prima fase di sonno profondo. Lo steso emisfero si è mostrato anche più sensibile a suoni e rumori, e rapido a svegliarsi ed entrare in attività. Ma tutto questo non si è più osservato nella seconda notte di sonno. L'effetto dura dunque la prima notte di adattamento. "In Giappone si dice che se si cambia cuscino, non si riesce a dormire, commenta Sasaki. Sappiamo tutti che non si dorme quando si va in un posto nuovo. Ma magari portandosi dietro il proprio cuscino si può ridurre questo effetto. È anche vero che il cervello umano è molto flessibile e non è detto che dormano male tutti quelli che lo fanno in un posto nuovo".I ricercatori, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, stanno ora cercando di mettere temporaneamente ko l'emisfero che rimane sveglio attraverso la stimolazione magnetica transcraniale, per vedere se il sonno migliora. Tuttavia l'effetto dell'emisfero sveglio è stato misurato solo nella fase di sonno profondo a onde lente. Non si sa quindi se l'emisfero sinistro rimanga vigile per tutta la notte o si dia il cambio con il destro nelle ore successive. È possibile infatti che i due emisferi si alternino nella sorveglianza.
Nuovo richiamo mondiale dai supermercati dei biscotti danesi della Jacobsens Bakery
Pericolo per allergene non dichiarato: nuovo richiamo mondiale dai supermercati dei biscotti danesi della Jacobsens Bakery. L’etichetta non indica la provenienza del latte. La società aveva lanciato un appello simile due settimane fa
Attraverso un avviso pubblicato sul sito web, l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco ha annunciato che è stato disposto un nuovo richiamo mondiale dai supermercati dei biscotti danesi della Jacobsens Bakery. Ancora una volta, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i biscotti al cioccolato nei suoi barattoli con i personaggi della Disney, studiati per i bambini, stanno per essere ritirati in Italia e in altri 37 Paesi, perché contengono latte che però non è indicato sull'etichetta e per questo rappresentano un pericolo per le persone allergiche o intolleranti al latte e ai derivati. La società aveva lanciato un appello simile due settimane fa. I biscotti richiamati giovedì 21 aprile sono confezionati in scatole: Disney Mickey Mouse Clubhouse - choc chip cookies 300g, Disney Favourites Vol 2 - choc chip cookies 150g, Disney Favourites Vol 3 - choc chip cookies 150g e Disney Frozen tins - choc chip cookies 150g. Il ritiro ha assunto dimensioni mondiali visto che i biscotti Jacobsens Bakery con le etichette sbagliate sono stati distribuiti in 38 Paesi, tra cui l’Italia. Più precisamente si tratta di: Andorra, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Egitto, Irlanda, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Giappone, Kazakistan, Libano, Lituania, Malta, Moldavia, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Oman, Polonia, Qatar, Romania, Arabia Saudita, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Taiwan, Turchia, Ucraina e Gran Bretagna. I consumatori allergici al latte sono però invitati a non consumare il prodotto. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza al latte. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare senza problemi il prodotto. L'avviso di ritiro del prodotto è apparso sul sito del Governo tedesco per le allerte alimentari www.lebensmittelwarnung.de. Sul sito del nostro ministero della Salute non c’è ancora alcuna informazione.
Multe dalla "Swiss Police" ma è una truffa.
Multe dalla "Swiss Police" ma è una truffa. Nuova truffa in circolazione da pochi giorni: una raccomandata proveniente da una fantomatica polizia svizzera che ha firmato numerose missive indirizzate a cittadini italiani, notificando loro delle multe per eccesso di velocità in Ticino. Lo Sportello dei diritti avverte sui social network: l’Iban per il pagamento è italiano, non pagate e avvisate le forze dell’ordine.
Nei scorsi giorni, diverse persone in Italia hanno ricevuto delle multe per eccesso di velocità in Ticino da una inesistente "Swiss Police". Le missive, scritte in inglese e recapitate per lo più a cittadini italiani, contenevano indirizzo e numero di targhe corretti. Alcune imprecisioni però, come ad esempio il luogo di rilevamento della contravvenzione, l'unita di misura della velocità e l'importo della multa in euro, hanno messo sull'attenti la Polizia cantonale che ha diramato un avviso di allerta e avvisato le autorità italiane. Tanti gli italiani, che ogni giorno raggiungono il Ticino per lavoro o altro: è facile dunque cadere nel tranello. «E se qualcuno è stato multato veramente in Svizzera? Come facciamo a distinguere una multa vera da una falsa?», si chiede qualcuno sul web: il fatto che l’Iban sia italiano già dovrebbe insospettire non poco, ma in caso di ulteriori dubbi, prima di precipitarsi a pagare, è meglio chiedere consiglio alle forze dell’ordine italiane. Per tale ragione, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, le persone che hanno ricevuto queste comunicazioni sono invitate a recarsi il più presto possibile presso il posto di polizia del loro luogo di residenza e nazione, nonché a sporgere denuncia.
AIFA: ritirato lotto farmaco MORFINA CL SALF della ditta Salf SpA. Il ritiro è dovuto alla “soluzione colorata” in alcune fiale
AIFA: ritirato lotto farmaco MORFINA CL SALF della ditta Salf SpA. Il ritiro è dovuto alla “soluzione colorata” in alcune fiale
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), giovedi' ha comunicato, ha disposto il ritiro del lotto n. A4L022 scad. 12/2016 del farmaco generico MORFINA CL SALF*5F 40MG 1ML – cod. 700022268 della ditta Salf Spa. Il provvedimento si è reso necessario, a seguito della segnalazione pervenuta all’Ospedale di Pavullo concernente “soluzione colorata” in alcune fiale del suddetto medicinale. Il lotto in questione non potrà essere utilizzato e la ditta Salf dovrà assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro dei lotti del medicinale. In virtù di tale comunicazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai pazienti in trattamento con il medicinale di verificare il numero di lotto e, nel caso corrispondesse a quello ritirato, di sospenderne l'uso e di rivolgersi al proprio medico per una nuova prescrizione. Sempre al medico di famiglia gli assistiti potranno rivolgersi per ottenere qualunque tipo di chiarimento sul provvedimento e per avere maggiori informazioni sui motivi che hanno portato al ritiro dal mercato della MORFINA CL SALF.
mercoledì 20 aprile 2016
Auchan: ritirato "PEPE NERO MACINATO" per sospetta non conformità microbiologica
Auchan: ritirato "PEPE NERO MACINATO" per sospetta non conformità microbiologica.
Oggi 20 aprile è stato ritirato dagli scaffali di tutti i supermercati Auchan di Bergamo, Fano e Porta di Roma e altre catene "PEPE NERO MACINATO" per non conformità microbiologica. La ITALPEPE 2 SRL ha diramato un comunicato invitando a ritirare dai punti vendita le confezioni nell’astuccio da 30 grammi. L’azienda precisa che il lotto è stato ritirato “in via precauzionale”, per sospetta non conformità microbiologica. Si tratta del lotto 07 10 2018 - EAN 8 005525 022324. Per capire se nell’armadio della cucina ci sono scatole del lotto ritirato occorre cercare il codice stampato sul cartoncino e/o sul fondo della lattina. L’annuncio è stato rilanciato anche sul sito internet di Auchan. Nel comunicato ufficiale si legge: “A titolo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, si procede al richiamo del "PEPE NERO MACINATO" MOTIVO DEL RICHIAMO: PRESUNTA NON CONFORMITA’ DI NATURA MICROBIOLOGICA. La sicurezza Alimentare è da sempre una nostra priorità, pertanto ITALPEPE invita tutti i clienti che hanno acquistato il prodotto a riportarlo presso il punto vendita per la sostituzione. Pertanto chi ha già acquistato il prodotto o chi ne avesse a casa, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può riportarlo in negozio dove il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa.
Libertà di stampa nel mondo: Italia è fanalino di coda dell'Ue. Scivola al 77mo posto perdendo 4 posizioni.
Libertà di stampa nel mondo: Italia è fanalino di coda dell'Ue. Scivola al 77mo posto perdendo 4 posizioni.
La libertà di stampa è peggiorata quasi ovunque nel 2015. Ma per la prima volta, da quando Reporter senza frontiere (Rsf) ha cominciato nel 2002 a elaborare la sua classifica mondiale, l'Africa mostra una situazione migliore che l'America. Dei 180 Paesi valutati, la Finlandia continua ad essere quello in cui le condizioni di lavoro per i giornalisti sono migliori (è in cima alla classifica accade dal 2010; seguita da l'Olanda, che guadagna due posti, e la Norvegia, che ha perso la seconda posizione. Come detto la Svizzera compie un bel salto guadagnando 13 posizioni Russia, Turchia ed Egitto sono rispettivamente al 48mo, 151mo e al 159imo posto. Fanalini di coda Turkmenistan (178mo), la Corea del Nord (179ma) e l'Eritrea (180ma). L'Italia è al 77mo posto (scivola di 4 posizioni), fanalino di coda dell'Ue (che è comunque l'area in cui c'è maggiore tutela dei giornalisti), seguita solo da Cipro, Grecia e Bulgaria; e i giornalisti in maggiore difficoltà in Italia sono quelli che fanno inchieste su corruzione e crimine organizzato. L'Europa rimane l'area in cui i media sono più liberi, anche se Rsf nota un indebolimento del suo modello. L'Africa si colloca dietro l'Europa e supera l'America, piagata dalla "violenza crescente contro i giornalisti in America latina"", mentre l'Asia continua ad essere il continente peggio valutato. Il nord dell'Africa e il Medio Oriente sono "la regione del mondo in cui i giornalisti sono sottoposti a difficoltà di ogni tipo", per esercitare il proprio lavoro. Rsf rileva il miglioramento della Tunisia, che guadagna 30 posizioni e anche l'Ucraina che sale 22 posti grazie alla stabilizzazione del conflitto. La ragione, secondo il rapporto di Rsf pubblicato oggi, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono le sempre più frequenti intimidazioni che i giornalisti subiscono, da parte da parte di organizzazioni criminali e non solo, ma anche delle cause per diffamazione "ingiustificate" intentate soprattutto dai politici che costituiscono una forma di censura.
Test alterati per 625'000 auto Mitsubishi. Le anomalie sono state scoperte in una inchiesta interna
Test alterati per 625'000 auto Mitsubishi. Le anomalie sono state scoperte in una inchiesta interna
Scandalo in casa Mitsubishi. La casa automobilistica giapponese ha ammesso di aver alterato dati relativi alla pressione dei pneumatici durante i test di quattro modelli per migliorarne l'efficienza energetica. Le manipolazioni riguardano 625'000 veicoli prodotti dalla metà del 2013 incluse 468'000 macchine assemblate per la Nissan. Le anomalie sono state scoperte, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,in una inchiesta interna ordinata dalla stessa casa auto e successivamente comunicate al ministero dei trasporti giapponese. In una affollata conferenza stampa il presidente Tetsuro Aikawa ha chiesto scusa con il tradizionale inchino e ha riferito di aver ordinato lo stop alla produzione dei modelli e l'avvio di una indagine approfondita. Le azioni della sesta casa automobilistica nipponica sono crollate del 15% alla borsa di Tokyo, la maggiore variazione percentuale in dodici anni.
martedì 19 aprile 2016
Pedofilia: per identificare vittime costituita task force tra polizie
Pedofilia: per identificare vittime costituita task force tra polizie. Una commissione di 12 esperti di polizie dei vari paesi Ue, Australia, Canada e Usa, hanno lavorato insieme per due settimane presso il quartier generale Europol a l'Aja per mettere a punto le procedure e condividere i dati per identificare e salvaguardare i minori. Lo scopo fare emergere un "fenomeno sommerso ma molto diffuso".
Sul database dell'Interpol denominato International Child Sexual Exploitation, sono state caricate oltre 250 sequenze riguardanti abusi sessuali di minori contenuti su file di immagini e video, nel quale sono state aggiunte altre 300 sequenze a serie di immagini riguardanti singole vittime già esistenti nello stesso database. Il Direttore dell'Europol, Rob Wainwright, ha dichiarato che "Il problema che stiamo affrontando è globale, e richiede una risposta altrettanto globale attraverso la sinergia tra Istituzioni, partner privati e società civile". "Oggi esistono gli strumenti e la tecnologia per combattere efficacemente l'abuso di minori online; ecco il motivo delle azioni di coordinamento che rappresentano una risposta in tal senso. Ma dobbiamo fare di più, ed è per questo che spingiamo tutti i Paesi ad utilizzare gli strumenti e le reti messi a disposizione da Europol, per lo scambio di informazioni e consentire così che ogni singolo caso possa pervenire ad una conclusione positiva. In questo modo si potranno identificare le vittime e assicurare i loro abusanti alla giustizia"."La Victim Identification Taskforce è un eccellente esempio di cooperazione internazionale che utilizza le ultime tecnologie per proteggere i minori in tutto il mondo. La formazione di un gruppo di esperti nella identificazione delle vittime, ha spiegato Steven Wilson, Direttore dell'European Cybercrime Centre (EC3), serve a sviluppare le tecniche e le strategie investigative, per fare in modo che vengano adottate in tutti i Paesi e garantire così che i nostri minori siano protetti dagli abusi". Alla luce della notizia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre impegnata anche nella tutela dei diritti dell'infanzia, chiede che anche l'Italia utilizzi gli strumenti e le reti messi a disposizione da Europol per prevenire e contenere la pedofilia e la pedopornografia. Sono questi fenomeni sommersi ma diffusi piu' di quanto dicano i numeri ufficiali. Il vero allarme e' legato ai luoghi degli abusi, il 90% degli avvengono in famiglia, e a chi li compie, in gran parte sono commessi da padri e nonni. Il 68% di chi subisce abusi sono femmine. Oltre a questo c'e' il fenomeno del turismo sessuale nel quale l'Italia e' al primo posto con 80mila viaggi l'anno. In continuo aumento sono poi la pedopornografia e la pedofilia online.
lunedì 18 aprile 2016
Allarme cassettiere Malm Ikea: IKEA espande il programma di riparazione dopo la morte di un terzo bambino negli Usa per il ribaltamento di comò
Allarme cassettiere Malm Ikea: IKEA espande il programma di riparazione dopo la morte di un terzo bambino negli Usa per il ribaltamento di comò
Le cassettiere Malm di Ikea sono a rischio ribaltamento. Un terzo bambino si è aggiunto a febbraio ai due morti negli Usa nel giro di due anni. Se non vengono fissate al muro, queste cassettiere possono risultare pericolose. I genitori del bambino del Minnesota che è morto nel febbraio hanno detto che non erano a conoscenza della campagna di riparazione di IKEA. Al centro di questa vicenda troviamo le cassettiere modello Malm a tre o a quattro cassetti di altezza al di sopra dei 60 centimetri per il modello per bambini e al di sopra dei 75 centimetri per quanto riguarda la cassettiera per adulti. La segnalazione di rischio per gli States arriva dalla US Consumer Product Safety Commission (CPSC), secondo cui nei soli Stati Uniti sarebbero stati segnalati oltre 15 casi di pericolo legati a queste cassettiere. Per provare a risolvere la situazione Ikea ha deciso di distribuire gratuitamente a chi abbia acquistato queste cassettiere negli Stati Uniti dei kit per fissare al muro armadi e mobili. Fissare cassettiere e mobili alle pareti dovrebbe garantire che questi prodotti non si ribaltino, nemmeno se un bambino, giocando, tentasse di arrampicarsi sui cassetti. A causa del ribaltamento delle cassettiere Malm di Ikea, nel 2014 hanno perso la vita due bambini: un bimbo di due anni che viveva in Pennsylvania e un altro piccolo di 23 mesi residente nello Stato di Washington. Altri incidenti simili avrebbero causato il ferimento lieve di quattro bambini, sempre negli Stati Uniti. I kit di fissaggio alle pareti messi a disposizione dalla multinazionale negli Usa riguardano circa 7 milioni di credenze Malm in vendita negli Usa dal 2002 insieme ad altri 20 milioni di comò distribuiti da Ikea all'interno degli Stati Uniti. Se vivete negli Stati Uniti e volete sapere come ricevere uno di questi kit, visitate il punto vendita più vicino a voi e la pagina web di Ikea Safer Homes Together, che comprende una guida per il fissaggio dei mobili alle pareti. In ogni caso, ricordate sempre di seguire con attenzione le istruzioni di montaggio dei mobili, soprattutto dal punto di vista della sicurezza, e di fissarli alle pareti quando viene richiesto.Negli Usa è allarme evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, ma in Italia siamo più fortunati, dato che da anni Ikea commercializza questi mobili insieme a tutto ciò che occorre per fissarli alle pareti. Se è vero che questi gravi episodi dovrebbero far riflettere l'azienda svedese, è anche vero che spesso per disattenzione o noncuranza chi acquista i mobili Ikea dimentica di fissarli alle pareti come invece dovrebbe fare. Prima di montare un mobile, dunque, pensiamo bene all'importanza di collocarlo nel posto più adatto e a tutte le precauzioni che possiamo prendere per la sua stabilità, soprattutto se con noi vivono dei bambini. Ikea, comunque rischia di dover ritirare 27 milioni di prodotti in tutto il mondo.
Xylella fastidiosa: scoperto un pesticida naturale a base di latte. Si tratta di una scoperta sorprendente
Xylella fastidiosa: scoperto un pesticida naturale a base di latte. Si tratta di una scoperta sorprendente. Ricercatori belgi hanno trovato una cura miracolosa per la Xylella fastidiosa
Secondo la radio francese RTL, i ricercatori belgi hanno trovato un rimedio contro il batterio killer degli ulivi, la Xylella fastidiosa. È un enzima presente nei mammiferi e specialmente nel latte. Questo enzima presente nel latte materno permette al bambino la protezione contro i batteri. Un processo naturale che ha ispirato gli scienziati dell'Università di Lovanio. Mescolato con acqua, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l'enzima è in grado di uccidere i batteri e curare gli alberi. Si tratta di una scoperta importante che potrebbe diventare un'alternativa naturale agli antibiotici che è vietato spruzzare in natura. L'obiettivo per i ricercatori è quello di collaborare con i produttori di latte di mucca e formaggio per estrarre questo enzima in grandi quantità.
Troppi tumori, l'India vieta il tabacco da masticare. Proibita produzione, distribuzione e vendita
Troppi tumori, l'India vieta il tabacco da masticare. Proibita produzione, distribuzione e vendita
Il Dipartimento della sicurezza alimentare ha diffuso una ordinanza che vieta per un anno tutti i tipi in commercio di tabacco da masticare a causa della loro provata responsabilità nei tumori della bocca e della gola. Il governo di New Delhi ha approvato un nuovo divieto che proibisce produzione, distribuzione e vendita di tabacco da masticare dei tipi 'gutka', 'pan masala', 'khaini' e 'zarda'. L'ordinanza si estende anche agli elementi che servono per la preparazione del prodotto, come noce di betel e tabacco grezzo. Questo perché nella precedente ordinanza si menzionava solo il 'guyka', che è un prodotto finito, per cui i commercianti avevano subito applicato lo stratagemma di vendere le componenti che poi il cliente univa per avere il prodotto finito.L'estensione del divieto è stata accolta in modo molto positivo dall'Associazione medica indiana che ha ricordato come "l'uso di questo tabacco mescolato con la saliva accresce i rischi di leucoplachia (condizione precancerosa che può evolvere in neoplasie maligne)". Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è una buona notizia, un ulteriore importante passo avanti contro il tabagismo, ma c'è ancora molto lavoro da fare per aiutare la gente a smettere di fumare. Il tasso di fumatori può scendere molto di più e molto più velocemente se le strategie che hanno dimostrato di funzionare saranno attuate, incluso l'aumento dei prezzi dei prodotti di tabacco, l'applicazione delle leggi anti-fumo e la campagna mediatica.
400 somali dispersi su quattro barconi nel Mediterraneo. Ci sono inoltre sei cadaveri di migranti in un gommone diretto verso l'Italia
400 somali dispersi su quattro barconi nel Mediterraneo. Ci sono inoltre sei cadaveri di migranti in un gommone diretto verso l'Italia
Una tragedia annunciata, l’ennesima quella accaduta a circa 20 miglia dalle coste libiche. Sei cadaveri sono stati recuperati ieri sera su un gommone carico di migranti diretto verso l'Italia. Inoltre 400 somali risultano dispersi su quattro barconi nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l'Italia dall'Egitto. Lo scrive il Mail online citando la Bbc in arabo, che a sua volta cita media locali. Secondo il tabloid britannico la maggior parte dei migranti fuggiva da Somalia, Etiopia ed Eritrea. Ancora una volta, oggi, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, alcuni barconi pieni di migranti si sono ribaltati forse per l’eccessivo carico, forse per le avverse condizioni del mare, e non sono mai arrivati in prossimità della costa, spezzando le speranze di stranieri che scappano via dalle loro drammatiche esistenze nei loro paesi d’origine per trovare rifugio in quelli che vengono definiti “paesi sviluppati”. Chi era a bordo parla di 400 occupanti a bordo delle carrette del mare, ma al momento ne sono stati recuperati solo circa 30. L'ambasciatore somalo in Egitto ha detto alla Bbc in arabo che le vittime sarebbero oltre 400.
domenica 17 aprile 2016
Batteri, germi e virus in palestra. Sulle superfici degli attrezzi di uso comune si possono nascondere e moltiplicare milioni e milioni di germi e batteri
Batteri, germi e virus in palestra. Sulle superfici degli attrezzi di uso comune si possono nascondere e moltiplicare milioni e milioni di germi e batteri
Non solo sui cellulari o altri oggetti o superfici di uso quotidiano, ma la presenza di batteri pericolosi d’origine fecale pare sia stata evidenziata anche su pesi, cyclette, corsa e sugli attrezzi comuni negli ambienti della palestra. In sintesi siete praticamente circondati dai germi. A precisarlo uno studio evidenziato sul sito statunitense di fitness FitRated, secondo cui risulterebbe che ci siano più germi su uno schermo di un tapis roulant o un peso libero che sulla tazza del water di una toilette pubblica. I tamponi prelevati dalle superfici di questi attrezzi sportivi avrebbero dimostrato la presenza di saliva, sangue, feci, muco e ancor peggio batteri del tipo Listeria, Salmonella, Staphylococcus, E. Coli. Ed ogni volta che uno sportivo che li tocca entra a contatto con una quantità enorme di batteri che possono causare polmonite, sepsi ed altre infezioni spesso resistenti agli antibiotici. Il website ha raccolto i campioni di 27 diversi attrezzi ginnici e scoperto che ognuno di essi possiede circa mezzo milione di germi per centimetro quadrato. Questo significa che una bicicletta da palestra possiede 39 volte i batteri del banco di un bar, mentre la barra di un peso libero circa 362 volte più germi della tavoletta di un WC. I tapis roulant invece «vantano» 74 volte la mole di batteri che si trova comunemente nei rubinetti di un bagno pubblico. Sono cifre spaventose, ma non è finita qui, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Tutti e tre gli attrezzi soprammenzionati sono risultati positivi al batterio Gram-positivo cocco, che causa varie infezioni della pelle, a microscopici bacilli Gram-negativi resistenti all’attacco degli antibiotici, e gram-positivi, non particolarmente dannosi per l’uomo ma in alcuni casi in grado di causare infezioni e problemi di respirazione. Per curare l’igiene bastano poche e semplici regole quali, assicurarsi sempre di disinfettare gli attrezzi prima e dopo l’uso. Inoltre non andare mai scalzi, non toccarsi il viso, lavarsi sempre le mani e cambiarsi immediatamente l’outfit che avete usato in palestra una volta finito l’allenamento.
Germania. Chi conosce questo tatuaggio? Cadavere trovato nel bosco spunta il mistero del tatuaggio. Potrebbe essere anche un italiano
Germania. Chi conosce questo tatuaggio? Cadavere trovato nel bosco spunta il mistero del tatuaggio. La polizia tedesca lanciano un appello per capire l’identità dell’uomo che non aveva con sé documenti e non risulta nella banca dati degli scomparsi. Potrebbe essere anche un italiano
Un tatuaggio con le seguenti parole "Aylin" e "Diego". Questi i dettagli del tatuaggio presente sull'avambraccio del corpo dell’uomo trovato morto a Colonia in una zona boschiva, lo scorso 14 aprile. Niente, da allora, è emerso relativamente alla identità dell’uomo, se non che fosse di razza bianca e dall’età apparente di circa 47 anni. Adesso i poliziotti, che seguono le indagini, hanno deciso di proseguire nella pista dell’eventuale identificazione grazie al tatuaggio presente sul corpo. Dall'esito dell'esame autoptico, si è scoperto che l'uomo è stato ucciso. E dalle verifiche effettuate negli ultimi giorni dalla polizia tedesca è emerso che il cadavere non appartiene a un pregiudicato. E neppure a una persona di cui è stata denunciata la scomparsa, dato che nell’apposita banca dati non risultano inserite le sue impronte digitali. Questi i dettagli tramite i quali i poliziotti, chiedendo aiuto ai cittadini anche italiani, pensano di ottenere qualche informazione in più sull’identità dell’uomo. Chi avesse notizie, utili evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può rivolgersi al Kriminalkommissariat 11 componendo 0221 / 229-0 o via e-mail a poststelle.koeln@polizei.nrw.de.
sabato 16 aprile 2016
Papa Francesco porta a Roma 12 migranti musulmani, 6 i bambini. "L'amore è un gesto concreto".
Papa Francesco porta a Roma 12 migranti musulmani, 6 i bambini. "L'amore è un gesto concreto".
Detto fatto: pochi giorni fa nella sua omelia Papa Francesco lo aveva detto: "Portare la tenerezza di Dio con gesti concreti e semplici". Oggi il Papa coerentemente "ha voluto fare un gesto di accoglienza nei confronti dei rifugiati accompagnando a Roma con il suo stesso aereo tre famiglie di migranti dalla Siria, 12 persone in tutto, di cui 6 minori,. mettendo in pratica con un'opera di misericordia. Si tratta di persone che erano già presenti nei campi di accoglienza di Lesbo prima dell'accordo fra Unione Europea e Turchia. Tutti i membri delle tre famiglie sono musulmani". Lo ha dichiarato padre Federico Lombardi. "L'iniziativa del Papa è stata realizzata tramite una trattativa della Segreteria di Stato con le autorità competenti greche e italiane", ha spiegato il portavoce vaticano. "Due famiglie - ha ulteriormente spiegato - vengono da Damasco, una da Deir Azzor (nella zona occupata dal Daesh). Le loro case sono state bombardate"."L'accoglienza e il mantenimento delle tre famiglie saranno a carico del Vaticano", ha aggiunto padre Lombardi. "L'ospitalità iniziale sarà garantita dalla Comunità di Sant'Egidio". In un mondo lacerato e ferito, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dove la logica mondana poggia sull'ambizione e sulla competizione, combatte con le armi della paura, del ricatto e della manipolazione delle coscienze, servono gesti di misericordia come quello di oggi di Francesco.
Smartphone crash? E' il passato. Finito l'incubo dello schermo dello smartphone graffiato o rotto
Smartphone crash? E' il passato. Finito l'incubo dello schermo dello smartphone graffiato o rotto. Il procedimento per rendere più resistente questo materiale premiato al Salone delle invenzioni
Il telefono cade e il display va in frantumi? E' il passato. Il procedimento per indurire le superfici di vetro presentato dal professore Kok-Wai Cheah, dell'Università battista di Hong Kong, ha ottenuto il Gran premio del 44mo Salone delle invenzioni di Ginevra. Il metodo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, consiste nell'applicare una pellicola di zaffiro, uno dei materiali più duri in natura, su vetro o quarzo. Si garantisce così un alto tasso di resistenza senza, nel contempo, alterare la trasparenza. Secondo una dichiarazione dell' inventore, per quanto riguarda la vita di tutti i giorni, questo processo potrebbe essere esteso a tutti i vetri, comprese le superfici curve, per esempio orologi o televisori.
venerdì 15 aprile 2016
"Buco nero delle banche italiane da 360 miliardi": il sindaco di Londra attacca l'Italia
"Buco nero delle banche italiane da 360 miliardi": il sindaco di Londra attacca l'Italia. L'unione fiscale e finanziaria preoccupa Boris Johnson
Pesantissima battuta all'Italia dal sindaco di Londra,Boris Johnson.Durante un comizio a Manchester in occasione dell'apertura della campagna del fronte anti-Ue in vista del referendum sulla Brexit del 23 giugno, ha preso di mira stasera il sistema bancario della Penisola. "In Italia le banche hanno un buco nero di 360 miliardi di euro", ha tuonato Jonhson facendo cenno ai cosiddetti bad loans, i crediti in sofferenza. Secondo il politico Roma vorrebbe risolvere puntando su una più stretta "unione fiscale e finanziaria" europea. Un disegno che, a dar credito al sindaco della capitale britannica, è destinato inevitabilmente ad avere "un impatto" anche sull'economia del Regno Unito, laddove il referendum non sancisca il "divorzio" da Bruxelles. E’ sempre più chiaro che il sistema bancario italiano, dopo quello Cipriota e Greco, è il grande malato d’Europa, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, e prima o dopo i nodi arrivano al pettine. Nelle banche italiane, ci sono “ufficialmente” circa 200 miliardi di euro di crediti in sofferenza, cifra che in realtà è probabilmente doppia come ha dichiarato oggi il sindaco di Londra.
Giornata storica per l'ambiente: stop all'uso del glifosato
Giornata storica per l'ambiente: stop all'uso del glifosato. La UE vieta l'uso di questo pesticida, anche conosciuto con il nome commerciale Roundup, uno dei più utilizzati diserbanti nel mondo
Giornata storica per l'ambiente. Il Parlamento Europeo ha convalidato il divieto dell'uso di pesticidi contenenti glifosato. Lo ha dichiarato venerdì l'ufficio del Ministro del Governo di Bruxelles, con delega alla qualità della vita Céline Fremault (cdH), su iniziativa della proposta adottata in questa direzione dai ministri giovedì. Il glyphosate, in italiano glifosate o glifosato (N-(fosfonometil)glicina, C3H8NO5P), sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è un analogo aminofosforico della glicina, inibitore dell'enzima 5-enolopiruvil shikimato 3-fosfato sintasi (EPSP sintasi), noto come erbicida totale (non selettivo), di cui Monsanto possedeva il brevetto di produzione, scaduto nel 2001. Il glifosato è spesso erroneamente associato alla categoria dei cosiddetti prodotti "seccatutto", cioè a quei principi attivi non selettivi (risultano tossici per tutte le piante) come i dipiridilici, assorbiti per via fogliare. In realtà il glifosato, a differenza di altri prodotti, viene assorbito per via fogliare, ma successivamente traslocato in ogni altra posizione della pianta per via prevalentemente floematica. Questo gli conferisce la caratteristica di fondamentale importanza di essere in grado di devitalizzare anche gli organi di conservazione ipogea delle erbe infestanti, come rizomi, fittoni carnosi ecc., che in nessun altro modo potrebbero essere devitalizzati.L'assorbimento del prodotto avviene in 5-6 ore, e il disseccamento della vegetazione è visibile in genere dopo 10-12 giorni.In Italia viene utilizzato non solo in agricoltura ma anche per preparare i terreni dei campi da gioco come il golf ed i prati dei campi da calcio. Già dagli anni Ottanta e Novanta l’industria chimica e i commissari Ue hanno avuto sotto gli occhi le prove che il Roundup, il pesticida della Monsanto più venduto al mondo e utilizzato soprattutto come complemento agli Ogm, causa malformazioni genetiche. Ma tutti si son ben guardati dall’informare i cittadini. Questa è la conclusione di un nuovo rapporto “Roundup and birth defects: is the public being kept in the dark” redatto da un gruppo internazionale di scienziati e pubblicato il 7 giugno scorso. Fin dagli Ottanta le indagini dell’industria chimica (inclusa una commissionata dalla stessa Monsanto) mostrano che il glifosato presente nel Roundup causa malformazioni nei feti degli animali da laboratorio. La Commissione Europea è a conoscenza di questi risultati almeno dal 2002, quando le sono stati sottoposti gli studi di cui sopra per l’approvazione alla commercializzazione del pesticida. Ma queste ricerche non sono state rese pubbliche. Anche uno studio indipendente di scienziati argentini ha mostrato come il Roundup sia responsabile di malformazioni in rane e pollame a concentrazioni molto minori di quelle che si possono rivelare sui campi irrorati. La ricerca era cominciata sulla base di studi sull’alto tasso di malformazioni genetiche e cancro nella popolazione del Sud America, area dove si fa un esteso uso di soia Ogm Roundup, creata per tollerare grandi quantità del pesticida Roundup. Claire Robinson, coautore dello studio sul Roundup, spiega: “Sembra che ci sia stata una deliberata volontà di coprire la verità da parte dell’industria chimica (spiegabile ma non giustificabile) e di chi doveva controllare (inspiegabile e ingiustificabile). Tutto ciò sulla pelle della sicurezza pubblica. Anche perché il Roundup non viene utilizzato solo in agricoltura, ma anche nel giardinaggio, nei parchi e nelle aree verdi delle scuole, grazie alla falsa informazione che sia sicuro”. L'Agenzia internazionale per ricerca sul cancro del mondo organizzazione della sanità (Iarc) ha classificato il 20 marzo 2015, cinque come pesticidi cancerogeni "probabile" o "possibile" per gli esseri umani: malathion, diazinone, tetrachlorvinphos, paration e glifosato.
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