lunedì 26 luglio 2021
Incuria e degrado nella periferia a Lecce. L'inferno alle spalle dell'ospedale “Vito Fazzi”
, del nuovo “DEA” e del Polo Oncologico “Giovanni Paolo II” che poteva causare il peggio.
Se ne sta parlando in queste ore, dopo che un incendio divampato ai alle spalle dell'ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, del nuovo “DEA” e del Polo Oncologico “Giovanni Paolo II” a Lecce, ha messo ko anche la Statale Lecce-Gallipoli in entrambe le direzioni e isolato la Tangenziale cittadina, dove il traffico è rimasto paralizzato ed è impossibile procedere a causa del fumo e del pericolo. Le fiamme hanno distrutto rapidamente e con un vastissimo fronte di fuoco tutto il verde incontaminato tra Lecce, San Cesario di Lecce e Lequile, in mezzo a queste tre realtà cittadine, alle spalle come detto del polo ospedaliero che serve la città. Anche recarsi in ospedale, è stato del tutto impossibile costringendo i mezzi di soccorso a riversare eventuali emergenze in altri ospedali a Nord di Lecce, anche perchè tutti gli ospedali a Sud del capoluogo sono rimasti tagliati fuori dall'incendio in corso. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni denuncia anche il degrado e l'abbandono delle periferie del capoluogo salentino si tratta dell'ennesima dimostrazione dello scempio, della trascuratezza e la mancanza di prevedibilità da parte deli enti preposti dovuta alle alte temperature di questi giorni. Per tali ragioni, non possiamo che rivolgere un vero e proprio monito verso le amministrazioni responsabili perchè se dovesse accadere una qualsiasi conseguenza negativa sulle persone a causa dell'incuria e del disinteresse che viene quotidianamente dimostrato, uniche responsabili dovranno ritenersi esse stesse.
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