giovedì 24 dicembre 2015
Caso xylella. Il Washington Post e Nature: scienziati italiani accusati di diffondere l’Ebola degli 'olivi'
Caso xylella. Il Washington Post e Nature: scienziati italiani accusati di diffondere l’Ebola degli 'olivi'. Per lo Sportello dei Diritti si tratta di un’ingiusta accusa ai magistrati che conferma le perplessità sulla sussistenza d’interessi americani nella questione
Anche il Washington Post e Nature, rilancia la notizia dell’inchiesta della procura della Repubblica di Lecce sul caso xylella. Un articolo apparso anche sull’edizione online al seguente link https://www.washingtonpost.com/news/speaking-of-science/wp/2015/12/23/italian-scientists-accused-of-spreading-olive-ebola/ riporta quanto già rilanciato da Nature Magazine. Si tratta per la verità di un’ingiustificata ed assurda, ma anche velata critica, all’operato dei magistrati salentini che, per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, al contrario di quanto sostenuto dall’editoriale in questione, hanno avuto il coraggio di scoperchiare il vaso di pandora relativo ad un fenomeno che, presentava per tutta un’intera comunità, quale quella salentina e pugliese, una serie di punti interrogativi e dubbi che solo un’indagine di tal tipo sta iniziando a dipanare.La stampa statunitense, quindi, difende a spada tratta le attività di coloro che hanno avuto l’incarico di occuparsi della vicenda, ed in particolare i ricercatori indagati, facendo addirittura un ardito parallelo con il caso del terremoto dell’Aquila, quando altri scienziati furono accusati e portati a processo per non aver previsto l’evento e così di aver causato la morte di 300 oltre cittadini, salvo poi essere assolti dalla Cassazione.Si tratta, quindi, di un malcelato tentativo di portare l’attenzione dell’opinione pubblica statunitense sulle posizioni di chi pensa che solo l’eradicazione e la distruzione di un paesaggio, e diciamo noi, di un’intera cultura, possa servire a debellare il misterioso flagello.Questa “strana” attenzione dei media americani, dunque, conferma le perplessità sulla sussistenza d’interessi d’Oltreoceano nella questione e ci spinge ancor di più a sostenere l’operato e l’alta considerazione circa l’indipendenza dei coraggiosi magistrati della Procura della Repubblica di Lecce che avranno l’arduo compito di mantenere alta la bandiera della Legalità e della difesa dei diritti.
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