giovedì 19 gennaio 2012
Protesi PIP: lo Sportello dei Diritti lancia una campagna per una chirurgia estetica più sicura
La ricerca della bellezza, dell’eterna vita, ma anche necessità di natura medico-sanitaria, spingono sempre più cittadini a ricorrere al bisturi dei chirurghi estetici.
Certo però che alla luce dello scandalo internazionale delle protesi PIP e nonostante la continua evoluzione della tecnica di settore che ha comportato la riduzione dell’invasività dei trattamenti e dei rischi o complicanze, è un dato di fatto che la soglia d’attenzione delle migliaia di soggetti che si rivolgono a cliniche o a singoli professionisti si è abbassata nel corso degli anni facendo sembrare tutto, proprio tutto, quasi nell’ottica dell’ordinaria amministrazione se non nella routine, nonostante si tratti pur sempre di chirurgia. Per tali ragioni, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, riporta di seguito alcuni semplici accorgimenti che dovrebbero essere verificati da ogni cittadino che intenda sottoporsi a un qualsiasi tipo d’intervento estetico: che sia una liposuzione, una mastoplastica, una rinoplastica o un trapianto capelli, è sempre bene informarsi adeguatamente per non rimpiangere di non averlo fatto prima.
Alla base di tutto dovrebbe esserci l’incolumità fisica del paziente, per qualsiasi tipo d’intervento minimamente invasivo e quindi sia che si tratti di chirurgia estetica del corpo che del viso, con la necessità di una visita preliminare, con un’imprescindibile e completa anamnesi sullo stato di salute del paziente ed i relativi accertamenti clinici.
Solitamente, secondo quanto sostengono gli specialisti devono essere svolti due tipi di esami: ematochimici e cardiologici, ma in molti casi per particolari tipi d’intervento il chirurgo dovrebbe consigliare anche ulteriori analisi e fra queste esami allergologici e radiologici.
Da non sottovalutare anche un ulteriore ma non meno importante aspetto preliminare prima di passare sotto i “ferri”: i compiti etici e deontologici dei chirurghi che dovrebbero sentirsi obbligati ad analizzare le intenzioni e le aspettative del paziente e sondare quanto queste possano corrispondere con i risultati ottenibili.
Ma venendo alle varie fasi cui dovrà sottoporsi il paziente per la buona riuscita di quanto desiderato, è noto che l’atto chirurgico è il momento centrale e stabilisce di fatto il buon esito dell’intervento. Oltre alla necessaria competenza e professionalità del chirurgo o dell’equipe, la tecnologia utilizzata, è la “sicurezza” la parola d’ordine che deve dominare questa fase.
Va da sé che il monitoraggio continuo del paziente dev’essere effettuato in tutte le fasi operatorie, in una sala operatoria necessariamente dotata di tutte le strumentazioni mediche anche per poter intervenire adeguatamente nel caso di qualsiasi emergenza dovesse presentarsi.
Superfluo dire che la presenza di un gruppo di continuità è d’obbligo anche perché è garanzia del funzionamento continuo delle apparecchiature ritenute indispensabili all’incolumità del paziente, le luci di emergenza e i dispositivi di monitoraggio in caso di black out o riduzione della corrente nell’impianto elettrico, che deve essere dotato di apparecchiature in grado di segnalare acusticamente eventuali dispersioni energetiche.
Ulteriori elementi imprescindibili per una corretto svolgimento dell’operazione sono l’impianto di aspirazione dell’aria, che garantisca un continuo ricambio forzato di aria pura, nonché la certezza dell’assoluta sterilità degli ambienti operatori e degli strumenti
Per quanto concerne l’equipe medica e paramedica che supervisionerà le varie fasi è ovvio che i singoli soggetti devono necessariamente possedere le professionalità specifiche in grado di monitorare e coprire con competenza ogni singola fase dell’intervento, compreso il postoperatorio.
Chiaramente all’interno dello staff le figure professionali determinanti ai fini della sicurezza del paziente, sono quelle del chirurgo e dell’anestesista, che nel primo caso, ovviamente, dovrà avere una conoscenza specifica dell’anatomia e dovrà essere aggiornato costantemente in merito alle continue innovazioni scientifiche in un campo in incessante miglioramento ed in modo da assicurare oltre all’affidabilità, anche risultati estetici sempre più rilevanti. Analogamente anche l’anestesista svolge un ruolo altrettanto basilare anche perché deve garantire la sua presenza durante tutta la durata dell’intervento anche per far fronte a qualsiasi tipo di emergenza che riguardi le sue competenze.
Molti sono, inoltre, gli interventi in day surgery che non necessitano del ricovero. In tal caso è importante verificare il tipo di anestesia praticata che deve essere adeguata al tipo di intervento prescritto, alle caratteristiche del paziente ma anche alle capacità chirurgiche di chi lo esegue. Molti specialisti, nei casi in cui un paziente venga sottoposto ad un intervento superficiale consigliano l’anestesia locale accompagnata da sedazione, in quanto non comporta particolari disturbi e consente una più rapida ripresa post-operatoria. Ciò anche perché viene consentito all’operato il quasi immediato ritorno a casa, evitando tutti i disagi di un ricovero e dell’anestesia totale.
Uno degli altri momenti fondamentali, spesso sottovalutati, è costituito dalla fase post operatoria, in quanto anch’essa deve corrispondere a caratteristiche di sicurezza, che discendono inevitabilmente da una corretta ed adeguata informazione del cliente affinché questi conosca preventivamente le prescrizioni e i comportamenti cui dovrà attenersi. A partire dalle medicazioni successive all’operazione che andranno eseguite in un ambiente adeguatamente controllato, al fine di consentire che eventuali circostanze anomale che dovessero presentarsi, vengano immediatamente risolte.
È evidente che la conoscenza di ciò che comporterà un intervento spetta anche alla responsabilità del singolo paziente che invitiamo vivamente ad informarsi preventivamente su ogni aspetto e conseguenza dell’atto chirurgico e sulle caratteristiche della struttura cui ci si affida. Ai fini di una più compiuta tutela dei pazienti ma anche per instaurare un rapporto di fiducia con il chirurgo, è necessario leggere attentamente il modulo del cosiddetto “consenso informato” che dovrebbe garantire le suddette necessità d’informativa del paziente.
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