domenica 10 luglio 2011
Aborto in Italia e statistiche: in aumento la morte intrauterina spontanea.
Le cause? Oltre quelle naturali le più frequenti sono le Infezioni, il Tabacco, l'Alcol, la Droga, la Caffeina, lo Stress, i Farmaci, le Radiazioni, i Traumi e l’Acqua del rubinetto clorurata.
Sono sempre numerose le coppie che cercando una gravidanza e si trovano all'improvviso di fronte ad un evento drammatico quanto inatteso: la perdita del loro "bambino" .
In base ai dati forniti dall’Istat, che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riporta, l’andamento nazionale continua a registrare un aumento dell’abortività spontanea, cioè interruzione involontaria della gravidanza provocata da diverse cause.
Il rapporto di abortività spontanea (calcolato per 1.000 nati vivi da donne di età 15-49 anni) per l’anno 2009 è pari a 136,5 cui corrisponde un rapporto standardizzato uguale a 121,9.
L’andamento nel corso del tempo mostra una sostanziale stabilità dei livelli di abortività.
La distribuzione geografica. è compreso tra il minimo delle Isole (77,3 per mille) e il massimo del Nord Ovest (148,3). Solo per il Nord Ovest si osserva una diminuzione dell’indicatore (-25%), mentre per le altre ripartizioni geografiche vi è stato un incremento, più consistente per le Isole (+52%).
Approfondendo il dettaglio territoriale e osservando i dati per regione il valore più elevato del rapporto standardizzato spetta al Lazio, con 152,2 aborti spontanei ogni 1000 nati vivi, seguito dal Veneto (il cui rapporto è pari a 145,3) e dal Molise (141,2). L’Umbria e la Liguria hanno invece valori più bassi pari rispettivamente a 91,8 e a 103,3.
Il fenomeno dell’abortività spontanea risulta essere fortemente connesso all’età della donna.
A parte la prima classe di età (15-19 anni), si osserva come il rischio di aborto spontaneo aumenti al
crescere dell’età. Elevati valori dell’indicatore si hanno a partire dall’età di 35 anni, oltre la quale il rapporto cresce in maniera considerevole. La sostanziale diminuzione del rapporto di abortività spontanea osservata nel 2009 per le età più elevate è il risultato della combinazione di un incremento sia di aborti spontanei che di nati vivi, più consistente per questi ultimi che, essendo posizionati al denominatore dell’indicatore, ne determinano appunto la diminuzione.
Numerosi studi hanno riscontrato che le cause oltre quelle naturali sono:
Le Infezioni.
Alcune infezioni come la toxoplasmosi, la listeria o alcune malattie sessualmente trasmissibili come l'Herpes, la Clamidia o la Blenorragia possono causare un aborto spontaneo.
Una cattiva igiene di vita puo' essere all'origine di un aborto spontaneo.
Non ci sono ancora prove concrete ma alcuni fattori possono essere ritenuti responsabili:
Il tabacco
L'alcol
La droga
La caffeina
Lo stress: aumenta il tasso di prolattina che impedisce la secrezione di progesterone
I farmaci
Fortunatamente pochi farmaci sono veramente in grado do provocare aborti, Tra i farmaci maggiormente implicati nella genesi dell'aborto spontaneo vi sono gli antiprogestinici l'RU486 e gli antagonisti dell'acido folico, come il Metrotrexate. Farmaci antineo-plastici come la Ciclofosfamide, il Fluorouracile e la Doxorubicina. L'Anticoagulante Warfain e suoi derivati, e L'isiotretonina quest'ultimo si usa per il trattamento dell'acne.
Le radiazioni
Quando si parla di radiazioni ionizzanti come causa di aborto, intendiamo parlare di situazioni di forte esposizione, quali ad esempio Radioterapia, oppure esposizione ad elementi radioattivi Uranio, Plutonio ecc. situazioni di permanenza in zone adiacenti a centrali nucleari danneggiate.
I Comuni Raggi x alle dosi impiegate in diagnostica, molto difficilmente possono produrre aborti.
I traumi
I comuni incidenti ed investimenti automobilistici, costituiscono la principale causa di aborti isolati, seguono in ordine i traumi sportivi, le conseguenze della aggressioni, ed infine i traumi domestici.
L’acqua del rubinetto clorurata:
Lo studio, condotto dai ricercatori del Dipartimento della Sanità dello Stato della California, Kirsten Waller e Shanna Swan, ha preso in esame i dati relativi a 5.144 donne in gravidanza delle zone di Fontana, Santa Clara e Walnut Creek.
La ricerca, che è stata pubblicata sul numero del 18 febbraio della rivista scientifica Epidemiology, ha fatto rilevare che le donne che bevevano cinque o più bicchieri al giorno di acqua dal rubinetto con un contenuto pari ad almeno 75 microgrammi per litro di THM presentavano un rischio maggiore di aborto spontaneo.
La percentuale di rischio calcolata per queste donne è risultata pari al 15,7, mentre invece quella che riguarda donne esposte in modo minore alla sostanza è del 9,5 percento. Soltanto il 2 percento circa delle donne è stato esposto ai livelli più elevati di rischio, ovvero un consumo di cinque o più bicchieri d'acqua con almeno 75 microgrammi per litro.
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