martedì 4 dicembre 2007

Nulle le multe notificate a mezzo società terze

Nulle le multe notificate a mezzo società terze: il Componente del Dipartimento Tematico Nazionale Tutela del Consumatore di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA segnala un’importante sentenza che ribadisce un orientamento della Cassazione

Le multe notificate a mezzo di società terze sono da annullare: è quanto sostiene il Giudice di Pace di Nocera Inferiore in una recente sentenza che ribadisce un orientamento della Suprema Corte.
E’, infatti, prassi dei Comuni che emettono multe “seriali”, semplificare a proprio piacimento il procedimento di notificazione, che soggiace a precisi e rigorosi requisiti formali, affidare la notificazione degli atti amministrativi a non meglio identificate società e nel caso in questione sarebbe la stessa Società utilizzata anche dal Comune di Lecce, tale Sapidata S.A., con domicilio in San Marino.
Il Giudice di Pace ha rilevato l'inesistenza giuridica della notifica effettuata non da uno dei soggetti indicati dal combinato disposto degli artt. 201 n. 3 e 12 C.d.S., ma da un non meglio identificato soggetto giuridico privato, tale Sapidata S.a. (nel nostro ordinamento tale sigla non indica un qualche tipo di società). Ne consegue che la notifica è inesistente in quanto effettuata non solo da un soggetto diverso da quelli indicati dal C.d.S., ma anche da un soggetto non meglio specificato.
Secondo il Componente del Dipartimento Tematico Nazionale Tutela del Consumatore di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, questo è un altro duro colpo per tutti quelli enti locali che hanno scelto la via delle multe “seriali” a mezzo degli strumenti di rilevazione elettronica tipo autovelox e photored, con lo scopo di far cassa a danno degli utenti della strada.
Si allega di seguito la sentenza.
Lecce, 04 dicembre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA








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Sede Provinciale “Itala dei Valori” di Lecce - via P. Bax n. 8 - 73100 LECCE
Tel. 388/9411240 - e mail: dagatagiovanni@virgilio.it

GIUDICE DI PACE DI NOCERA INFERIORE - 23 aprile 2007

Giurisprudenza di merito
GIUDICE DI PACE DI NOCERA INFERIORE
23 aprile 2007



SVOLGIMENTO DEL PROCESSO. - Con ricorso ritualmente depositato, l'opponente ricorreva contro il verbale di contravvenzione n. PH2079, notificato il 29 ottobre 2006, elevato in data 11 ottobre 2006, relativamente alla violazione di cui all'art. 146 c.s. (transito con semaforo rosso), commessa il 25 giu­gno 2006, eccependo violazioni formali e sostan­ziali delle norme regolatrici della procedura in materia. In particolare deduceva la inesistenza giuridica della notifica effettuata, in quanto la stessa era stata eseguita, non dai messi comunali, ma dalla società Sapidata S.a. Il giudice, con decreto, fissava, per la discussione, l'udienza del 23 aprile 2007, ordinando alla pubblica amministrazione di deposi­tare, nel termine di 10 giorni prima di detta udienza, la documentazione relativa all’oggetto del ricorso. Con memoria depositata in atti, il Comune di Angri, a mezzo dell'avvocato C., insisteva per il rigetto del ricorso e depositava note illustrative e fotocopie, non autenticate, dalle quali, a suo dire, poteva rilevarsi l'omologazione e la taratura dell'apparecchio in questione, n. 2 rilievi fotografici con l'indicazione del giorno, delle ore e dei minuti e lettere, sempre in fotocopie non autenticate, ed indirizzate al Comando Polizia Municipale di Angri ed a firma amministratore società Italtraff Srl e Tec Service Srl. Ometteva il Comune il deposito del ver­bale redatto dall'agente all'atto dell'accertamento della violazione.

All'udienza del 23 aprile 2007 erano presenti i procuratori delle parti, che si riportavano ai loro atti, insistendo per l'accoglimento delle loro richieste. Il giudice, verificata la sussistenza di sufficienti ele­menti per decidere la causa, pronunciava apposito dispositivo.

MOTIVI DELLA DECISIONE. - Il ricorso è risultato ammissibile, essendo stato depositato in data 9 novembre 2006 e cioè nel termine di 60 giorni dalla notifica del verbale di contestazione avvenuta il 29 ottobre 2006. Preliminarmente va rilevata l'inesi­stenza giuridica della notifica effettuata non da uno dei soggetti indicati dal combinato disposto degli artt. 201 n. 3 e 12 c.s.ma da un non meglio identi­ficato soggetto giuridico privato, tale Sapidata S.a. (nel nostro ordinamento tale sigla non indica un qualche tipo di società). Ne consegue che la notifica è inesistente in quanto effettuata non solo da un soggetto diverso da quelli indicati dal C.S., ma anche da un soggetto non meglio specificato. Stante tale rilievo preliminare che comporta una declaratoria di nullità dell'atto impugnato si potrebbe tralasciare l'esame del merito. Pur tuttavia, per completezza, si pongono le seguenti ulteriori osservazioni: 1) nes­suna delle fotocopie depositata dal Comune di Angri riporta il certificato di omologazione dell'apparec­chio che avrebbe rilevata l'infrazione. Infatti, vi sono solo note della Prefettura e del Ministro delle infrastrutture e lettere al Comune di Angri da parte di società private che affermano sic et simpliciter che l'apparecchio di cui trattasi è conforme al prototipo depositato presso il Ministero dei lavori pub­blici e che risulta coerente con le condizioni indicate dal decreto n. 1130 del Ministero delle infrastrutture datato 18 marzo 2004. Allo stato, pertanto, deve rilevarsi che nessuna prova viene fornita di omolo­gazione dell'apparecchio di cui trattasi, con i docu­menti depositati in atti; 2) il caso in esame, relativo al c.d. «controllo remoto» delle infrazioni, è rego­lato dall'art. 201 C.S., comma l ter, dove è prevista la possibilità che, in deroga al principio della con­testazione immediata, alcune infrazioni possano essere accertate anche in assenza degli organi di polizia, purché il rilevamento avvenga mediante l'utilizzo di apparecchiature debitamente omologate. Ne deriva che, proprio per la peculiarità di tali meccanismi, funzionanti in assenza di operatori, vi deve essere una certezza assoluta circa l'effettività e la correttezza delle rilevazioni, certezza che può ritenersi sussistente non solo in presenza di ade­guata omologazione, con certificazione proveniente da ente pubblico, ma anche con debita taratura, con riferimento a campioni nazionali, inizialmente e periodicamente. Infatti, con la legge 273/1991 è stato istituito il sistema nazionale di taratura, con l'istituzione di Centri SIT (servizio di taratura in Italia) che sono preposti a tarare strumenti e ad emettere i relativi Certificati di taratura. In assenza di idonea procedura di taratura, il funzionamento di una qualsiasi apparecchiatura elettronica risulta assolutamente inattendibile non idonea per affer­mare la fondatezza dell'accertamento amministra­tivo. Le norme UNI EN 30012, ora integrate nelle UNI EN 10012 devono essere applicate anche in Ita­lia, considerato che gli enti nazionali sono tenuti a recepire le regole dettate dalla Comunità Europea. Sul punto va inoltre evidenziato che il Ministero dell'interno, con la circolare del 26 gennaio 2005 n. 4, ha chiarito che «gli accertamenti in automatico, ovvero in assenza dell'organo di polizia, delle vio­lazioni previste dagli artt. 146, comma 3 etc. sono correttamente effettuati solo qualora vengano ese­guiti mediante apparecchiature che abbiano ottenuta una specifica omologazione e solo su strade, diverse dalle autostrade e dalle strade extraurbane princi­pali, individuate dal Prefetto». Nel caso di specie non risulta sussistente alcuna di tali condizioni; 3) i due fotogrammi depositati dal Comune di Angri riportano solo i minuti e non anche i secondi ed in una delle due foto la targa dell'auto è totalmente illeggibile, per cui, considerando a) che le foto potrebbero essere state scattate, sia al primo secondo che al cinquantanovesimo dello stesso minuto, con notevole intervallo temporale tra di esse; b) che non risulta indicata la durata del segnale rosso e la durata del segnale verde; c) che dalla foto, in cui si legge la targa, risulta che l'auto è ferma al segnale rosso, si potrebbe avere l'ipotesi che l'auto, fotografata ferma alla fine della durata del rosso, abbia attraversato l'incrocio con il segnale verde e 1'apparecchio, che non riporta i secondi, né la durata del rosso e del verde, terminata la durata del segnale di verde, abbia scattata un'altra foto con un nuovo segnale di rosso accesosi alla fine del minuto riportato sul fotogramma; d) sul display non è indicato il mese e l'anno della com­messa violazione, per cui non è possibile verificare la tempestività della contestazione. Ne deriva da quanto esposto la notevole inattendibilità dell'accertamento, stante la mancanza della indica­zione del secondo in cui avviene lo scatto delle due foto, nonché del mese e dell'anno.
In definitiva, la notifica, effettuata da una società atipica, non ammessa nel nostro ordinamento deve ritenersi inesistente e l'accertamento, sia per carenza di prova sulla omologazione e sulla taratura dell’apparecchio e sia per le modalità di funziona­mento, senza l'indicazione del minuto secondo in cui avviene lo scatto della foto, né del mese ed anno sul display è risultato profondamente inattendibile. Di conseguenza il ricorso è fondato e merita accoglimento. Sussistono giusti motivi per una compensazione integrale delle spese di causa.

sabato 24 novembre 2007

INDENNIZZO DIRETTO: ora basta!

Aumentano i casi di autovetture circolanti senza polizza R.C.Auto o con contrassegni contraffatti: ulteriore conferma che la procedura d’indennizzo diretto non ha portato alcun beneficio per le tasche degli assicurati.
Il Componente Nazionale del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, preoccupato dal silenzio delle Associazioni dei Consumatori, ribadisce la necessità di abrogazione della procedura, e l’apertura di un nuovo tavolo tra Associazioni dei Consumatori, Governo, Associazioni di esperti ed ANIA per cercare soluzioni concrete al caro-polizze compatibili con un più equo sistema di tutele dei danneggiati.
Arrivano conferme da ogni parte d’Italia che la procedura d’indennizzo diretto in materia R.C.Auto, introdotta dagli artt. 149 e 150 del decreto legislativo 2 settembre 2005, n. 209 (Codice delle Assicurazioni) ed attuata con il D.P.R. 254/2006, oltre a comportare svantaggi e lungaggini amministrative per i danneggiati, non ha apportato alcun beneficio nelle tasche degli assicurati.
Questa volta, pare opportuno segnalare l’autorevole voce del presidente dell’AUTOMOBIL CLUB di Modena che in un’intervista ha confermato il dilagante e preoccupante fenomeno della contraffazione dei contrassegni assicurativi e del gran numero di auto circolanti senza polizza R.C.AUTO.
Tutto ciò in un periodo in cui ci si aspettava una cospicua diminuzione dei costi delle polizze R.C.Auto, conseguente ad un preteso abbassamento dei costi di liquidazione dei sinistri che sarebbe dovuto derivare dall’eliminazione pressoché generalizzata delle spese di assistenza legale o professionale in caso di sinistro.
Al di là degli ovvi problemi di natura procedurale che la normativa avrebbe potuto introdurre (e che ha introdotto) in un sistema civilistico come il nostro, ove il soggetto danneggiato è normalmente risarcito dal responsabile civile o da chi lo garantisce, è infatti noto a tutti, addetti del settore e non, che la procedura d’indennizzo diretto avrebbe dovuto comportare in pochi mesi una sensibile riduzione delle tariffe, sino al 15 % dei valori precedenti, mentre ad oggi, in assenza di statistiche ufficiali del Governo o dell’Ania (l’Associazione Nazionale delle Imprese Assicurative), se non qualche timido proclama apparso su qualche giornale economico notoriamente vicino alle grandi imprese, nella collettività degli assicurati non vi è alcuna percezione di abbassamento, anche minimo, dei premi, mentre come è tristemente noto il potere d’acquisto degli italiani è notevolmente calato nel corso degli ultimi anni.
La ovvia conseguenza è invece l’aumento, tra i meno abbienti, dell’incidenza della contraffazione dei contrassegni assicurativi e delle auto circolanti senza polizza assicurativa, con tutte le conseguenze in termini di costi sociali che tale preoccupante fenomeno può comportare.
Per queste ragioni, il Componente Nazionale del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA preoccupato dal silenzio delle Associazioni dei Consumatori, ribadisce la necessità di abrogazione della procedura per la quale sono state presentate ben tre proposte di legge (abrogative) in Parlamento, tuttora pendenti, e l’apertura di un nuovo tavolo tra Associazioni dei Consumatori, Governo, Associazioni di Esperti ed ANIA per cercare soluzioni concrete al caro-polizze, compatibili con un più equo sistema di tutele dei danneggiati.
Lecce, 23 novembre 2007
Il Componente Nazionale del
Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA
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giovedì 15 novembre 2007

MULTE A RAFFICA AGLI STUDENTI UNIVERSITARI

Multe a raffica agli universitari sull’area parcheggio dell’ex “Carlo Pranzo” a Lecce: lo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce denuncia questa nuova ingiustizia su segnalazione di numerosi studenti che si erano rivolti al Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA.

Questione parcheggi a pagamento a Lecce: anche gli studenti universitari nel mirino dell’amministrazione comunale di Lecce.
Dopo che per mesi era sufficiente esporre copia del libretto d’iscrizione all’Università per poter usufruire del parcheggio a pagamento dell’area adibita a sosta presso l’ex “Carlo Pranzo” di Lecce, arriva come un fulmine a ciel sereno un’altra brutta tegola per gli studenti dell’Ateneo leccese ed in particolare di quelli che frequentano l’ex “Sperimentale Tabacchi”.
Nella giornata di ieri e senza alcun preavviso, infatti, decine di verbali sarebbero stati elevati anche alle autovetture che esponevano (per consolidata prassi), i dati degli studenti.
Lo “Sportello dei Diritti della Provincia di Lecce la cui delega è stata assegnata all’assessore Carlo Madaro, su segnalazione di numerosi studenti che si erano rivolti al Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, con il presente comunicato vuole portare all’attenzione dell’Amministrazione del Comune di Lecce tale ingiusta ed ingiustificata azione, affinché faccia un decisivo passo indietro, annullando i verbali elevati e cercando una soluzione al problema parcheggi per gli studenti.
E’ senza alcun dubbio giunto il momento di trovare un accordo formale tra Comune di Lecce, Università, ed SGM che liberi gli studenti da quest’ulteriore ed iniqua tassa.

sabato 27 ottobre 2007

Truffe on-line:Italia dei Valori propone l'istituzione di una Polizia Europea

Truffe su internet ed in particolare sul sito di aste on-line “E-bay”: cittadini ci segnalano possibili organizzazioni criminali transazionali che utilizzano la rete per i loro profitti illegittimi.
Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA propone l’istituzione di una Polizia Europea che vigili sulla sicurezza del web.

Ci giungono con frequenza quotidiana segnalazioni di cittadini truffati on-line specie utilizzando il sito di aste commerciali “E-Bay”.
Sono sempre più i cittadini salentini che utilizzano il web per effettuare acquisti e transazioni, ma con l’aumento delle transazioni economiche on-line si accrescono proporzionalmente anche le frodi: siti clonati, e-mail contraffatte, casi di “phishing”(il fenomeno mediante il quale malintenzionati si fingono istituti bancari per carpire informazioni personali come account e password del correntista,), frodi sugli acquisti effettuati in rete.
Il problema più grave ed irrisolto è che la nostra Polizia Postale pur operando con dispendio di grandi energie e risorse umane per la incredibile mole di lavoro a cui è sottoposta si scontra con la ovvie difficoltà che la gran parte delle frodi vengono architettate e gestite dall’estero e che i colpevoli sono difficilmente rintracciabili al di fuori del territorio dello Stato.
Restano quindi impuniti i responsabili della maggior parte delle truffe che trovano ormai sempre più terreno fertile nella virtualità della rete: non è un azzardo sostenere, infatti, che stiano proliferando vere e proprie organizzazioni criminali transazionali che utilizzano il web per i loro profitti.
Ci sono giunte segnalazioni di cittadini frodati attraverso transazioni perfezionate in Spagna od in Inghilterra: di seguito riportiamo una significativa testimonianza di un cittadino salentino.
Per questi motivi, il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, propone l’istituzione di una Polizia Europea che vigili sulla sicurezza del web e che si coordini attivamente con le Polizie degli Stati membri dell’Unione.
Lecce, 28 ottobre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA




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sabato 20 ottobre 2007

Multa autovelox:monito dell'ANCI

Più trasparenza da parte delle amministrazioni comunali nell’utilizzo dei servizi di autovelox: il Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, segnala un importante nota dell‘ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni), sulle modalità di affidamento in appalto a società terze dei servizi di rilevamento della velocità: l’accertamento delle infrazioni può essere svolto solo dagli organi di polizia stradale e le ditte appaltatrici non possono percepire percentuali sulle multe.

Come a molti automobilisti è tristemente noto, molte amministrazioni comunali sono solite utilizzare apparecchiature autovelox in appalto a ditte fornitrici per la rilevazione della velocità nei propri territori.
Non è raro, infatti, che tali apparecchiature vengano istallate su autovetture non di proprietà dei Comuni, che affidano in appalto il servizio a società terze le quali dovrebbero svolgere solo le operazioni diverse dall’accertamento che spetta, in maniera esclusiva, solo agli Organi di polizia stradale, come il Codice della Strada prevede.
Ai fini della trasparenza e del corretto agire amministrativo, le procedure di rilevazione ed accertamento dovrebbero essere svolte, quindi, dai soli organi deputati a farlo, mentre l’utilizzo improprio di autovetture cosiddette “civetta” di proprietà di società appaltatrici che ospitano a bordo operatori diversi dagli agenti di polizia municipale sembrerebbe un’attività a dir poco impropria e irrispettosa di quelle regole fondamentali dettate dal codice della strada ma ancor più del corretto agire e della trasparenza amministrativa.
La suindicata prassi a dir poco scorretta, se non illegale, è stata più volte segnalata anche in alcuni Comuni della Provincia di Lecce, dallo “Sportello dei Diritti” di cui è delegato l’assessore Carlo Madaro.
L’ultima nota dell’ANCI, di seguito riportata, che ha un valore meramente persuasivo, illustra in maniera illuminante le modalità di svolgimento dell’attività di rilevazione con autovelox mediante apparecchiature in appalto e l’entità del corrispettivo da versare alle società appaltatrici, il quale per ovvie ragioni non dovrebbe essere costituito da una percentuale sull’importo delle multe.
Lecce, 21 ottobre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA


Esternalizzazione servizio velox - Comunicato ANCI del 05-10-2007

Circolazione stradale - Servizio di accertamento delle violazioni al CdS: nota ANCI

A seguito di numerose richieste pervenute all’Associazione sulla possibilità di ricorrere alla procedura d’appalto per l’affidamento del servizio di accertamento delle violazioni al CdS mediante l’utilizzo di apparecchiature fisse di rilevazione delle infrazioni, l’ANCI precisa che “l’accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale ricade tra le attività previste dall’art. 11 comma 1 lettera a), del Codice della Strada e costituisce servizio di polizia stradale. Come tale – si legge nella nota - non può essere delegata a terzi, pena la nullità giuridica degli accertamenti. Il comma 4 dell’art. 345 del Regolamento di attuazione del nuovo Codice della Strada prevede espressamente la “gestione diretta” da parte degli Organi di polizia stradale delle apparecchiature destinate al rilevamento delle infrazioni, nulla dice sulla natura del titolo o del possesso.
E’ pertanto legittimo procedere al noleggio di apparecchiature, debitamente omologate, prevedendo a carico della ditta appaltatrice anche attività puramente manuali quali ad esempio le operazioni di manutenzione, purché le stesse apparecchiature siano nella disponibilità dell’Organo di polizia stradale.
Resta ferma la responsabilità di tale Organo su tutte le operazioni che concorrono alla formazione dell’atto pubblico, quali la convalida dell’accertamento e la sottoscrizione del verbale, nel rispetto delle disposizioni che tutelano la riservatezza.
Possono invece essere affidate a terzi o svolte sotto il diretto controllo degli Organi di polizia stradale le attività puramente manuali quali rimozione e sostituzione dei rullini, sviluppo e stampa dei fotogrammi, masterizzazione dei dati relativi, la preparazione degli atti di notifica, ferma restando la notificazione nelle forme fissate dall’art. 201, comma 3, CdS.
Qualora le operazioni di sviluppo e stampa di fotogrammi siano affidati a privati, devono essere rispettate le disposizioni del garante della privacy, fatte proprie dal Ministero dell’Interno e diramate con circolare prot. n. M/2103/A del 16 marzo 1999.
Per quanto attiene il corrispettivo da riconoscere all’aggiudicatario dell’appalto, si suggerisce di seguire la strada della quantificazione in base al costo che dovrà essere sostenuto per ogni singola operazione effettuata.
Si deve tener conto infatti che le attività che conseguono all’accertamento di una violazione al Codice della Strada, rientrano tra “le spese di accertamento” e come tali, essendo agevole la quantificazione analitica dei costi, è possibile individuare preventivamente il corrispettivo da riconoscere all’impresa appaltante.
Ogni soluzione vincolata al riconoscimento di una somma percentuale per ogni sanzione amministrativa accertata, a prescindere dall’entità, contribuirebbe inevitabilmente ad alimentare dubbi sulle finalità delle attività di cui si parla.
Se si tiene conto inoltre che, nel caso di accertamento di violazioni ai limiti di velocità, a fronte di una identica attività potrebbero essere corrisposte somme enormemente diverse tra loro perché commisurate all’entità del superamento del limite, la conseguenzialità della scelta da effettuare sembra essere scontata. Diversamente ci potrebbe essere non solo un profilo di responsabilità amministrativa in quanto diventa difficile giustificare il pagamento di corrispettivi così onerosi e diversi tra loro senza una motivazione plausibile, ma anche una limitazione della capacità di intervento della Pubblica Amministrazione per migliorare le condizioni di sicurezza della circolazione stradale, così come previsto dall’art. 208 del Codice della Strada”.

domenica 14 ottobre 2007

Nuova emergenza microcriminalità: i parcheggiatori abusivi

Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA rilancia il problema microcriminalità a Lecce.
Sono infatti pervenute segnalazioni da parte di cittadini “perseguitati” dai parcheggiatori abusivi che imperversano nelle strade del centro di Lecce (viale Marconi, viale dello stadio altezza del “Centrum”, piazza Libertini, ecc…).
Al rifiuto di pagare la sosta dell’auto prima ti tolgono i tappi dai copertoni (se la sosta è di breve durata) altrimenti ti tagliano le ruote (vedi foto in allegato).
Visto che tutto avviene nelle ore notturne al cittadino non rimane altro che rimuovere l’autovettura portandola con le ruote a terra lontano da quell’area per evitare di lasciarla in balìa di questi balordi provocando ulteriori danni ai cerchi. Presentare la denuncia all’autorità è praticamente inutile perché è nei confronti di ignoti.
Forse è necessario cha la Polizia Municipale svolga con più vigore le funzioni di Vigilanza del territorio comunale non essendoVi al momento altre alternative per perseguire questi reati.

giovedì 11 ottobre 2007

Conflitto d'interessi al vertice del sistema sanitario pugliese? Quali benefici per gli ammalati ed utenti del servizio!

Quali benefici per gli ammalati ed utenti del servizio sanitario se vi sarebbe un conflitto d’interessi al vertice del sistema sanitario pugliese?
Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA chiede immediata trasparenza e che si fughi ogni ragionevole dubbio.
La soluzione: sgombrare il campo da ogni conflitto di interessi per garantire trasparenza e rispetto del corretto agire amministrativo con l’unico scopo di consentire un’effettiva tutela degli ammalati e degli utenti del servizio.

La sanità e la politica pugliesi sono scosse dalla vicenda, ormai nota, del conflitto d’interesse sollevato dal coordinatore regionale di Italia dei Valori, nei confronti dell’Assessore Regionale, Alberto Tedesco, ed i rapporti con alcune aziende che sarebbero riconducibili a relazioni di parentela, ma lo sono ancor di più gli ammalati e gli utenti del servizio sanitario che avevano sperato in un cambio radicale del sistema quando andarono alle urne due anni e mezzo fa per modificare il Governo e la rotta di questa Regione in tema di sanità.
La questione conflitto d’interessi da una parte, e amministrazione e qualità del sistema sanitario dall’altra, sono problemi che cozzano inevitabilmente e frontalmente con i diritti degli ammalati e degli utenti, i quali sarebbero evidentemente lesi da una gestione poco trasparente che gioco-forza non potrebbe non far caso ad interessi particolaristici e che si pongono su un piano nettamente separato da quelli della collettività.
E’ a tutti chiaro, e non bisogna essere degli economisti per capirlo, che qualsiasi servizio libero da condizionamenti, nella normalità delle cose opera nell’interesse dei serviti.
Italia dei Valori, quindi, non ha alcun interesse ha puntare il dito contro qualcuno, ma ha nel suo Dna, come principi fondamentali e fondativi, il rispetto delle regole democratiche e del corretto agire amministrativo, la lotta ad ogni conflitto d’interesse o trust, tutti principi fondamentali per garantire l’interesse della collettività e della cittadinanza.
Per questi motivi, in qualità di componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, il sottoscritto chiede che venga fatta immediata chiarezza sulla vicenda e su ogni conflitto d’interesse all’interno della Regione, al fine di sgombrare il campo da ogni ragionevole dubbio e garantire trasparenza e rispetto del corretto agire amministrativo con l’unico scopo di consentire un’effettiva tutela degli ammalati e degli utenti del servizio, nel rispetto degli impegni elettorali presi dal Presidente Vendola nei confronti dell’elettorato pugliese.
Lecce, 11 ottobre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

domenica 7 ottobre 2007

Commissione interministeriale termovalorizzatori ed energie alternative

Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, propone la costituzione di una commissione tecnico-scientifica interministeriale presso i Ministeri della Salute, dell’Ambiente dello Sviluppo economico e delle Attività Produttive, che valuti i rischi per la salute dei cittadini connessi centrali termoelettriche a combustibili fossili e termovalorizzatori – inceneritori e indichi la via per alternative ecocompatibili.
Sono ormai anni che per risolvere i problemi energetici del Nostro Paese si discute sull’opportunità di creare nuove centrali termoelettriche a combustibili fossili o addirittura di utilizzare i rifiuti solidi urbani attraverso termovalorizzatori – inceneritori.
La questione energetica cozza inevitabilmente con quelle ambientali e sui rischi per la salute dei cittadini.
Infatti, come è ormai noto ai più, la creazione di imponenti centrali termoelettriche a carbone o che si alimentano dai derivati del petrolio ha comportato un aumento in alcune zone del Paese dell’incidenza di tumori e di malattie alle vie respiratorie con conseguenti notevoli costi per tutta la società.
Solo per fare un esempio, da indagini della Direzione Qualità della Vita del Ministero dell'Ambiente e validate dall'Arpa risulta che nel Nord Salento che è interessato dagli indubbi influssi dell’emissioni della centrale a carbone di Cerano a ridosso delle province di Brindisi e Lecce, la città di Lecce, apparentemente estranea ad un coinvolgimento diretto, sia invece segnata dal peggiore dei primati, che più di un attore ha messo in legame frontale con la centrale brindisina: si tratta delle incidenze neoplastiche diffuse dal Registro tumori jonico - salentino.
La classifica delle tre province del Salento vede Lecce al primo posto con un'incidenza dell11,8% dei casi di tumore alle vie respiratorie, seguita in modo tutt'altro che scontato dai due poli industriali del territorio, Brindisi (9,3%) e Taranto (8,3%).
Discorso analogo va riportato per quella che da alcuni è ritenuta l’ultima frontiera dello smaltimento dei rifiuti, la creazione dei famigerati termovalorizzatori, che ha ottenuto il placet di alcune amministrazioni regionali e di alcuni ambienti governativi nell’intento di risolvere l’emergenza ambientale dei rifiuti con il duplice fine di eliminare i rifiuti e di creare contemporaneamente energia utilizzabile, quando invece, da una parte tali siti sarebbero produttivi di scorie, specie aeree, dannosissime per la salute mentre dall’altra le soluzioni parrebbero sotto gli occhi di tutti a partire da un’ampia campagna nazionale sulla raccolta differenziata.
Ebbene, ad oggi, pur essendo evidente che tale politica “ambientale - energetica” comporterebbe un ulteriore aggravio dell’aumento di gravi malattie nelle zone dove verrebbero a crearsi questi nuovi siti e non solo, perché gran parte della comunità scientifica mondiale è giunta a risultati molto spesso negativi ed intollerabili per la salute pubblica, ci scontriamo con la difficoltà di reperire dati ufficiali di fonte statale per chiarire una volta per tutte se il Nostro Paese può realmente concedersi la creazione di questi siti o se si debbano una volta per tutte abbandonare queste strade per la ricerca di soluzioni ecocompatibili e definitive in tema di energia e di smaltimento dei rifiuti.
Inoltre, non crediamo che per tentare di risolvere un’emergenza ambientale o energetica se ne debba per forza di cose creare un’altra dall’incidenza negativa sulla popolazione e sulla vita dei cittadini, forse maggiore, specie a lungo termine.
Per queste ragioni, il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, propone la costituzione di una commissione tecnico-scientifica interministeriale presso i Ministeri della Salute, dell’Ambiente dello Sviluppo economico e delle Attività Produttive, che valuti i rischi per la salute dei cittadini connessi a centrali termoelettriche a combustibili fossili e termovalorizzatori – inceneritori e indichi la via per alternative ecocompatibili.
Lecce, 08 ottobre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

giovedì 27 settembre 2007

Dalla parte dei lavoratori infortunati

Italia dei Valori dalla parte dei lavoratori: depositata dall’on. Felice BELISARIO un’importante interrogazione parlamentare riguardante le tutele in termini d’indennizzi per i lavoratori danneggiati sul luogo di lavoro e teso a porre fine alla fase sperimentale delle tabelle INAIL e del concetto di danno biologico.
Serve un intervento urgente, completo e definitivo in materia finalizzato a fornire maggiori garanzie per il lavoratore anche in termini di indennizzo del danno!

Il deputato e responsabile dell’organizzazione di Italia dei Valori, on. Felice BELISARIO ha depositato un’importante interrogazione parlamentare riguardante la grave piaga sociale degli infortuni del lavoro, delle malattie professionali e delle tutele approntate dall’ordinamento in termini di indennizzi per i lavoratori danneggiati, cogliendo il monito lanciato di recente dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rivolto a tutte le forze politiche e tendente ad ampliare le garanzie per quei centinaia di migliaia di lavoratori infortunati sul lavoro.
L’interrogazione a risposta scritta rivolta ai Ministri della Salute e del Lavoro, che trae spunto da un’importante studio svolto dai leccesi prof. Giuseppe CERFEDA, medico–legale e già dirigente medico INAIL nonché dal collega dott. Ivano MARCHELLO, rappresenta un importante passaggio per tentare di porre fine alla perdurante fase di sperimentazione prevista dall’art. 13 del D.L. n. 38/2000 e ad una modifica delle tabelle e dei criteri di valutazione medico – legale.
Come è noto infatti, il citato articolo definiva “in via sperimentale” nell’ormai lontano 2000 ai fini della tutela dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, il danno biologico come “lesione dell’integrità psicofisica suscettibile di valutazione medico-legale della persona”.
Poiché il significato giuridico e medico-legale di “danno biologico” è stato ampiamente illustrato sia dalla nota Sentenza della Corte Costituzionale, sia da quelle della Magistratura ad ogni livello, nonché dall’approfondimento scientifico delle scuole medico-legali, l’on. Belisario ha chiesto al Governo quale è la finalità dell’aggettivo “sperimentale” e se tale sperimentazione iniziata nell’anno 2000, ove effettivamente giunta a conclusione, sia arrivata a dei risultati definitivi.
Non è ancora chiarito, peraltro, se anche la tabella promulgata successivamente per l’indennizzo delle menomazioni conseguenti le lesioni psico-somatiche da infortunio lavorativo, sia anch’essa a carattere “sperimentale”.
Il deputato ha inoltre ritenuto opportuno specificare che l’anzidetta tabella è ritenuta incongrua ed inaccettabile – così come attualmente formulata – sia da parte di tutte le scuole medico-legali, sia da parte delle organizzazioni professionali, nonché da parte dei sindacati e degli enti di patrocinio dei lavoratori.
Alla luce della gravità del fenomeno degli infortuni dei lavoratori e degli indennizzi, che sono percepiti come irrisori dalla stragrande maggioranza dei lavoratori e dei cittadini anche a fronte degli spaventosi utili dell’ente previdenziale, il sottoscritto Giovanni D’AGATA, tra i promotori dell’iniziativa, ribadisce la necessità già espressa dall’on. BELISARIO, che l’attuale Governo dirima ogni dubbio sull’effettività delle tutele apprestate nei confronti dei lavoratori infortunati e delle vittime del lavoro a seguito del D.lgs n. 38 del 2000 e se sia quindi opportuno un più incisivo, completo e definitivo intervento in materia teso a garantire maggiori garanzie per il lavoratore anche in termine di indennizzo del danno subito.
Di seguito il comunicato stampa dell’on. BELISARIO di presentazione dell’interrogazione a risposta scritta n. 4-04933 del 25 settembre 2007 ed il testo completo (scaricabile dal sito www.camera.it).
Lecce, 27 settembre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA
INFORTUNI SUL LAVORO, BELISARIO (IDV): URGE INTERVENTO, PRESENTATA INTERROGAZIONE

“Basta con le mezze risposte ed i tentennamenti, gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono un problema sociale gravissimo a cui dobbiamo rimediare il più in fretta possibile seguendo il monito del capo del Presidente Napolitano”. A dichiararlo è stato l’On. Felice Belisario, Coordinatore Nazionale dell’Italia dei Valori, dopo la presentazione di un’interrogazione parlamentare indirizzata ai ministri del lavoro e della salute in cui si chiedono chiarimenti sugli effettivi provvedimenti in favore dei cittadini che subiscono infortuni o contraggono malattie sul lavoro.
“Non è pensabile che l’ultima tabella dell’INAIL sui risarcimenti risalga al 2000 e sia oltretutto considerata sperimentale. Altrettanto vale per quanto riguarda la definizione del “danno biologico” -ha continuato-. A ormai sette anni dall’inizio di questa c.d. sperimentazione la condizione drammatica dei lavoratori che si sono ammalati o infortunati è ancora più evidente, e se si considerano oltretutto le disponibilità finanziarie di cui dispone l’INAIL è chiaro che le valutazioni ed i risarcimenti proposti sono assolutamente scandalosi”.
“I tempi sono maturi -ha concluso Belisario- per un’azione più decisa che dia maggiori garanzie al cittadino lavoratore sia in termini previdenziali che di risarcimento del danno subito”.


ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04933
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15Seduta di annuncio: 210 del 25/09/2007
Firmatari
Primo firmatario: BELISARIO FELICEGruppo: ITALIA DEI VALORIData firma: 25/09/2007
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE
MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE delegato in data 25/09/2007
Stato iter:
IN CORSO
Atto CameraInterrogazione a risposta scritta 4-04933 presentata da FELICE BELISARIO martedì 25 settembre 2007 nella seduta n.210
BELISARIO. -
Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che: l'articolo 13 del decreto-legge n. 38/2000 definisce «in via sperimentale», ai fini della tutela dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, il danno biologico come «lesione dell'integrità psicofisica suscettibile di valutazione medico-legale della persona»; il significato giuridico, e quello della dottrina medico-legale, di «danno biologico» è stato chiaramente illustrato sia dalla nota sentenza della Corte Costituzionale, sia da quelle della Magistratura ad ogni livello, nonché dall'approfondimento scientifico delle scuole medico-legali; in relazione a quanto previsto dall'articolo 13, comma 2, del decreto legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000 è stata promulgata una tabella per l'indennizzo delle menomazioni conseguenti le lesioni psico-somatiche da infortunio lavorativo; l'anzidetta tabella è ritenuta incongrua ed inaccettabile - così come attualmente formulata - sia da parte di tutte le scuole medico-legali, sia da parte delle organizzazioni professionali, nonché da parte dei sindacati e degli enti di patrocinio dei lavoratori -: se tale fase sperimentale, iniziata nell'anno 2000, possa ancora definirsi tale e, ove effettivamente giunta a conclusione, abbia portato a dei risultati definitivi; quale sia l'effettività delle tutele apprestate nei confronti dei lavoratori infortunati e delle vittime del lavoro a seguito del decreto legislativo n. 38 del 2000; se la sopra citata tabella debba considerarsi anch'essa a carattere sperimentale e vada quindi debitamente modificata, e se non sia opportuno - in generale - un più incisivo, completo e definitivo intervento in materia teso a fornire maggiori garanzie per il lavoratore anche in termini di indennizzo del danno subito.(4-04933)

venerdì 14 settembre 2007

I cittadini-consumatori esasperati: troppo contenzioso con le compagnie telefoniche

Troppe controversie fra società telefoniche ed utenti. Alcuni cittadini hanno segnalato allo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce che la Polizia Postale non riesce a ricevere le denunce per la notevole mole di lavoro.
Il Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA propone un intervento dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni che favorisca la creazione di Commissioni di conciliazione per le controversie su base provinciale.

Aumenta vertiginosamente la mole di controversie fra gestori di telefonia sia fissa che mobile ed utenti, in particolar modo privati.
Infatti, secondo alcune segnalazioni giunte allo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce il cui delegato è l’Assessore Carlo MADARO, sembrerebbe che la Polizia Postale non sia in grado di ricevere le denuncie relative a tali controversie, tanto è grande il numero di privati-cittadini-consumatori che si sono rivolti agli uffici di tale sezione di Polizia e così considerevole che gli stessi uffici si sono dotati di apposita modulistica per la segnalazione delle questioni all’AGCOM (Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni) e per promuovere il rituale tentativo di conciliazione innanzi al Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM) competente, prima d’intraprendere qualsiasi azione giudiziaria, anche in via penale.
Tale tentativo obbligatorio di conciliazione introdotto il 19 aprile 2007 dal nuovo regolamento in tema di procedura per la soluzione delle controversie tra utenti ed operatori di comunicazioni elettroniche, nato allo scopo di favorire la composizione delle liti fra gli utenti che intendano agire in giudizio per la violazione di un proprio diritto, può essere svolto solo dinanzi al Co.Re.Com. (Comitato Regionale per le Comunicazioni) che ha sede solo in alcuni capoluoghi di regione e nella Provincia Autonoma di Trento, mentre, ad oggi, in Italia mancano gli uffici periferici che rendano più agevole per i privati cittadini la possibilità di tentare la conciliazione (obbligatoria).
La distanza fra la sede regionale dei CORECOM ed i privati cittadini specie nelle grandi regioni - per fare un esempio un utente di Gagliano del Capo (le) al quale è stato tagliato il telefono di casa dovrà obbligatoriamente percorrere circa 220 Km per un tentativo dall’esito sempre incerto, prima di avviare un’azione innanzi al Giudice di Pace della vicina Alessano -, ha quindi snaturato la funzione semplificatoria della procedura, che mirava in via principale a facilitare la composizione preventiva delle liti fra utenti e grandi aziende di telefonia fissa o mobile ed evitare i gravosi costi e le lungaggini dell’azione in giudizio, che prima poteva quantomeno essere spiegata direttamente innanzi alla vicina Autorità Giudiziaria competente per territorio.
Per queste ragioni e per tentare di comporre il naturale squilibrio tra le posizioni dominanti assunte dalle grandi società di telefonia avvantaggiate da questa nuova situazione e gli utenti – consumatori, pare opportuno un intervento dell’AGCOM, al quale il Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA rivolge un appello, affinché provveda con un’apposita delibera alla creazione di uffici periferici su base provinciale per la promozione del tentativo obbligatorio di conciliazione oggi previsto innanzi ai CORECOM.
Lecce, 15 settembre 2007
Il Componente Nazionale del
Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

venerdì 7 settembre 2007

aumenti tariffari rc auto ed indennizzo diretto

Quali benefici per gli assicurati - danneggiati dall’introduzione della procedura d’«indennizzo diretto»? Un aumento del 4% delle tariffe R.C.Auto e minori tutele per i sinistrati.
Il Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA invita le associazioni dei consumatori a prendere atto del “flop” e a modificare la disciplina.

Come comunicato di recente da alcune associazioni dei consumatori, in particolare dall’ADUSBEF con il comunicato del 04 settembre c.m., le tariffe R.C.Auto subiranno un aumento medio del 4,1 % nell’anno 2007 rispetto al precedente.
E’ sotto gli occhi di tutti, quindi, che ad oggi, gli obiettivi auspicati in termini di riduzione delle tariffe dalla tanto agognata procedura d’indennizzo diretto, introdotta dall’art. 149 del Codice delle Assicurazioni, regolamentata D.P.R. 254/06 ed in vigore per i sinistri avvenuti dal 01 febbraio 2007, sono stati del tutto disattesi, come avevano previsto la gran parte degli esperti del settore e degli stessi assicuratori.
A causa di questi aumenti e delle tariffe esorbitanti, sono giunte segnalazione da parte di agenti ed esperti del settore di un aumento delle autovetture con il premio scaduto e senza copertura assicurativa.
E’ opportuno ribadire che la procedura in vigore ha comportato, peraltro, un notevole compressione del diritto ad una compiuta difesa da parte dei danneggiati costretti ex lege ad essere risarciti dal proprio assicuratore che è anche colui che, infine, deciderà il quantum del danno e quindi senza l’assistenza di un esperto che gli possa guidare ad una piena e completa soddisfazione di tutti i danni subiti, consulenza che altrimenti resterebbe a totale carico dell’assicurato – danneggiato.
Questo al di là delle difficoltà procedurali venutesi a creare a causa della naturale farraginosità del corpo delle nuove norme ed in particolare con la naturale difficoltà d’integrazione nel sistema del diritto civile italiano, tant’evvero che alcuni esperti segnalano un aumento delle lungaggini per ottenere gli indennizzi ed esempi di apertura di più posizioni sullo stesso sinistro e quindi un’inutile duplicazione dei procedimenti, legalizzando, di fatto, le alterazioni dei dati che sono oggetto di indagini presso la Procura di Lecce e di Milano.
Pertanto, è auspicabile che le Associazioni dei Consumatori che appoggiarono e promossero l’introduzione della procedura d’indennizzo diretto prendano atto dell’evidente “flop” e facciano pressing sull’Esecutivo per una definitiva riforma del sistema assicurativo che garantisca maggiori tutele per i danneggiati e per le vittime della strada e che mini una volta per tutte l’oligopolio dei grandi Gruppi assicurativi affinché si favorisca un’effettiva concorrenza sul territorio nazionale.
Lecce, 08 settembre 2007
Il Componente Nazionale del
Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

lunedì 20 agosto 2007

Allarme integratori salini ed infusi

Calura ed eccesso di consumo di bibite a base di infusi o di sali minerali e integratori: il Componente Nazionale del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, invita il Ministero della Sanità ad effettuare più approfonditi controlli sui pericoli alla salute derivanti dall’consumo eccessivo di tali prodotti

Il gran caldo di questa estate ha rilanciato un problema riguardante la commercializzazione dilagante delle bibite composte da infusi o di sali minerali e integratori: da una lato l’eccessivo consumo da parte di tutte le fasce dei consumatori e non solo degli sportivi, mentre diversi studi di laboratorio evidenzierebbero la possibilità che alcune di queste bevande assimilate in quantità eccessive potessero essere cancerogene.
In passato diverse ricerche hanno rilanciato più volte l’allarme, a cui è seguito pedissequamente un quasi assoluto silenzio mediatico.
Secondo la Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, il problema sarebbe legato alla presenza, in alcune bibite, di conservanti fra i quali il benzoato di sodio, il potassio, il calcio e la vitamina C addizionata, che per una reazione chimica favorita dal calore, dalla luce e dalla presenza di acido citrico, generano il benzene, noto cancerogeno. E’noto che l'inalazione dei suoi vapori provoca avvelenamento con emorragia delle mucose, della pelle e degli organi interni.
Per il momento, i risultati degli studi invitano a porre attenzione alla conservazione del prodotto ed alla scadenza dello stesso, oltre che, ovviamente, a preferire bibite che non contengano additivi a rischio.
Per questi motivi il Componente Nazionale del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, ed al fine di evitare inutili allarmismi, invita il Ministero della Sanità ad effettuare più approfonditi controlli e nuove ricerche su eventuali pericoli alla salute derivanti dall’consumo eccessivo di tali prodotti.
Lecce, 21 agosto 2007
Il Componente Nazionale del
Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

lunedì 6 agosto 2007

Accolto dal GdP il ricorso del sordomuto che non aveva sentito l'ALT

Il Giudice di Pace di Campi Salentina (Le) accoglie il ricorso del sordomuto reo di non aver “sentito” l’alt della Polizia Municipale, predisposto dallo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce. Il Componente Nazionale del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, rinnova l’invito agli enti deputati all’emissione di verbali ed ordinanze-ingiunzioni ad usare tutte le accortezze e le cautele nell’esame dei ricorsi.

Il 30 aprile scorso, lo Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce la cui delega è stata assegnata all’assessore Carlo MADARO, segnalava un clamoroso e a dir poco risibile caso di Pubblica Amministrazione poco attenta e superficiale.
La Prefettura di Lecce, infatti, aveva emesso un’ordinanza d’ingiunzione nei confronti di un cittadino sordomuto “reo” di non aver “sentito” l’alt della Polizia Municipale a bordo del proprio ciclomotore, nonostante l’utente della strada avesse proposto ricorso gerarchico al verbale di contestazione, allegando un certificato medico attestante tale invalidità.
Il cittadino, rivoltosi allo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce, proponeva ricorso contro l’ordinanza – ingiunzione innanzi al Giudice di Pace di Campi Salentina (Le), il quale ha accolto le motivazioni del ricorrente ed ha contestualmente annullato l’ordinanza d’ingiunzione.
Per questi motivi e poiché questo è solo l’ultimo caso d’ingiustizia e di scarsa attenzione della Pubblica Amministrazione, il Componente Nazionale del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, rinnova l’invito a tutti gli enti deputati all’emissione di sanzioni avverso il Codice della Strada, comprese le Prefetture, ad utilizzare tutte le cautele e la massima attenzione nei procedimenti sanzionatori, motivando correttamente ed esaurientemente i propri provvedimenti.
Non v’è dubbio, infatti, che vi è un concreto rischio che casi del genere contribuiscano ha creare allontanamento e sfiducia nel già logorato rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione.
Lecce, 06 agosto 2007
Il Componente Nazionale del
Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

venerdì 20 luglio 2007

Interventi in tutta Italia dello Sportello Dei Diritti della Provincia di Lecce in favore dei diversamente abili

Lo “SPORTELLO DEI DIRITTI” della Provincia di Lecce, interviene in aiuto degli invalidi e dei disabili anche in altri Province d’Italia per l’annullamento di verbali relativi ad infrazioni del Codice della Strada.



Lo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce la cui delega è stata assegnata all’Assessore Carlo MADARO ha ricevuto numerose richieste d’intervento da parte di disabili od invalidi che si sono visti notificare multe illegittime per infrazioni al codice della strada.
Tali istanze, andate tutte a buon fine con l’annullamento delle sanzioni, sono spesso venute da altre Province d’Italia, in virtù della ormai nota attività dell’ufficio provinciale tesa anche alla tutela dei cittadini “deboli” ed illegittimamente colpiti da provvedimenti della Pubblica Amministrazione.
Di recente la Prefettura di Firenze ha annullato in via d’auto-tutela una precedente ordinanza-ingiunzione relativa ad un ricorso a verbale nei confronti di un non vedente “colpevole” di aver circolato con l’auto a suo servizio in una Zona a Traffico Limitato.
L’intervento dello “Sportello” ha permesso l’annullamento dell’ordinanza ingiunzione (esecutiva) da parte dell’autorità prefettizia, la quale preso atto della causa di esclusione della punibilità ha ordinato in via d’auto - tutela la revoca dell’ordinanza d’ingiunzione prefettizia con il conseguente annullamento del verbale e delle relative sanzioni.
Lecce, 20 luglio 2007
L’Assessore al “Mediterraneo”
con delega allo “Sportello dei Diritti”
Carlo Madaro












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