giovedì 31 marzo 2016

Nel mondo vivono 640 milioni di persone obese

Nel mondo vivono 640 milioni di persone obese: 375 milioni donne e 266 milioni uomini in sovrappeso o obesi. A dirlo uno studio sul "Body mass index" (BMI) a cui ha partecipato l'Università di Zurigo. L’obesità è una delle piaghe del nuovo millennio con incidenze pesantissime sul welfare di ogni stato per gli effetti sulla salute dei cittadini poiché già il semplice sovrappeso aumenta i fattori di rischio riguardanti le malattie cardiovascolari, il diabete e il cancro ed è all’origine di circa 3 milioni di morti premature ogni anno. Insomma un mondo con troppi chili di cui un terzo della popolazione ha problemi con la bilancia. La conferma viene da uno studio che riferisce che il peso medio della popolazione mondiale è aumentato di 1,5 chilogrammi ogni dieci anni negli ultimi 40 anni.Allo studio, i cui risultati sono pubblicati sulla rivista "The Lancet", hanno preso parte più di 700 ricercatori in tutto il mondo. Da esso emerge che gli USA sono in testa alla classifica dell'obesità.Fra i paesi più sviluppati, il Giappone è quello in cui gli abitanti hanno il più basso "indice di massa corporea". In Europa, le persone con il miglior rapporto fra massa e peso sono le donne svizzere e i gli uomini bosniaci.A livello mondiale il 2,3% degli uomini e il 5% delle donne sono considerati molto obesi ed hanno cioè un BMI superiore a 35. Continuando di questo passo, nel 2025 il 18% degli uomini e il 21% delle donne soffriranno di una grave obesità, scrive l'Università di Zurigo. L'obiettivo fissato dall'Organizzazione mondiale della sanità, ossia di riportare entro il 2025 l'obesità ai livelli del 2010, non è realistico, sottolineano inoltre gli autori dello studio. Diversa la situazione per quanto riguarda le persone al di sotto del peso ideale, che hanno cioè un BMI inferiore a 8,5. Dal 1975 questa categoria è scesa a livello mondiale dal 14 al 9% fra gli uomini e dal 15 al 10% fra le donne. Malgrado il miglioramento, la mancanza di peso continua a rappresentare un grande problema, soprattutto nei paesi dell'Africa centrale e orientale. In paesi come l'India e il Bangladesh quasi un quarto di tutta la popolazione adulta è considerata sottopeso. In Europa ed in particolare Belgio, la Finlandia, la Francia, l’Italia (IMC 28 per le donne adulte) e la Svizzera non risulta esservi stato un incremento significativo dell’Indice, ma ciò non deve fare abbassare la guardia agli organismi deputati al controllo della salute pubblica.Alla luce di tale importante studio che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” teneva a diffondere, affinché anche in Italia si approntino delle strategie pubbliche di prevenzione e cura per combattere il fenomeno, non possiamo non concordare nelle proposte autorevoli che vengono dalla Scienza dell'alimentazione secondo cui bisognerebbe realizzare in ogni regione centri di coordinamento di reti assistenziali che attraverso approcci multidisciplinari integrati di tipo riabilitativo, siano adeguate alla diagnosi e cura dell'obesità e dei disturbi dell'alimentazione ed articolate in unità ambulatoriali, semiresidenziali e di ricovero di riabilitazione intensiva. In alcune regioni sta avendo successo il modello definito “hub and spoke” che prevede la concentrazione dell'assistenza di maggiore complessità in centri di eccellenza (hub) e l'invio dei pazienti ai centri periferici (spoke) in relazione alla prosecuzione del percorso terapeutico e riabilitativo.

Rischio di dipendenza dell'alcol solo con l’odore

Rischio di dipendenza dell'alcol solo con l’odore. Secondo un nuovo studio basta veramente poco per resistere alla tentazione. Basta appena l’odore dell’alcol per far cadere una persona in tentazione e, peggio ancora, nel vizio. A dirlo un nuovo studio condotto dai membri della Edge Hill University, nel Regno Unito, e pubblicato sulla rivista Psychopharmacology che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene necessario far conoscere anche nel nostro Paese per aumentare i livelli di consapevolezza tra la platea dei consumatori di alcol. Secondo i ricercatori oltre a questioni genetiche, alla tolleranza individuale e alle varie esperienze personali risalenti all’infanzia, si aggiunge ai fattori rischio anche il senso dell’olfatto. Lo studio è stato condotto mediante dei computer, ed ai partecipanti è stato chiesto di indossare una maschera con l'odore di alcol, o una maschera che profumava di agrumi,senza odore di alcol. I partecipanti sono stati quindi invitati a premere un pulsante quando appariva sullo schermo la lettera K o la foto di una birra. I ricercatori hanno misurato il numero di volte in cui i partecipanti hanno premuto il tasto in modo scorretto, provocando un 'falso allarme', ed hanno constatato che i "falsi allarmi", che indicano una riduzione della capacità da parte del soggetto di controllare il proprio comportamento, erano più numerosi per coloro che indossavano la maschera trattata con l’alcool. Il team di ricerca inglese, con a capo la dottoressa Rebecca Monk, ha sottolineato che la tentazione di bere aumenta in base alla situazione in cui ci troviamo, ma, come spiegano gli autori dello studio questa ricerca è un primo tentativo di esplorare altri trigger, come l'olfatto, che potrebbero interferire con la capacità delle persone di astenersi dall’assumere un particolare comportamento. Per esempio, durante l'esperimento sembrava che solo l'odore di alcol rendesse, per i partecipanti, più difficile controllare il loro comportamento e smettere di premere il pulsante. Come sottolinea altri coautori della ricerca, come il dottor Derek Heim, si tratta di uno studio importante per arrivare a comprendere meglio le dipendenze e l’abuso di sostanze tossiche.

Campagna di richiamo per 100mila batterie Toshiba

Campagna di richiamo per 100mila batterie Toshiba. Avviata una campagna di richiamo per batterie di portatili vendute tra il 2011 e il 2016 sul mercato USA La Consumer Product Safety Commission statunitense ha disposto il richiamo di oltre 100mila batterie utilizzate nei portatili di quasi 40 differenti modelli Toshiba tra cui Portege Satellite, e Tecra, commercializzati sul mercato USA nel periodo tra il 2011 e il 2016. La causa del richiamo è dovuta al rischio di surriscaldamento, che potrebbe in taluni casi portare le batterie a prendere fuoco, con spiacevoli conseguenze per l'utente. La multinazionale giapponese è a conoscenza solo di quattro incidenti che non hanno causato feriti. Coloro i quali fossero in possesso di una delle batterie previste in questa campagna di richiamo dovranno contattare Toshiba per verificare se la batteria rientra nel novero degli esemplari difettosi e, se così fosse, potrà ottenere una sostituzione gratuita. E' ovviamente consigliato, riferisce Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rimuovere immediatamente la batteria dal sistema. Questo sembra essere il più grande richiamo di Toshiba a causa delle batterie difettose.

mercoledì 30 marzo 2016

Ricercatori belgi hanno scoperto la causa di una malattia rara della pelle

Ricercatori belgi hanno scoperto la causa di una malattia rara della pelle Gravi lesioni della pelle, febbre, dolore e stanchezza, un vero e proprio tormento per le "vittime". Spesso, per questa malattia rara della pelle vi sono trattamenti efficaci, ma in moltissimi casi risulta non curabile. Ora però ci sarebbe una speranza: un team di ricercatori della Katholieke Universiteit Leuven hanno identificato una possibile causa della malattia ed ha anche sviluppato un trattamento, i cui primi risultati sono stati positivi. Secondo i ricercatori Adrian Liston (VIB/KU Leuven) e Carine Wouters (UZ Leuven/KU Leuven), la malattia in questione è causata da una mutazione nel gene CLVS. Quindi, il corpo reagisce come se fosse in presenza di un'infezione batterica della pelle. Per trattare questa condizione, i ricercatori hanno evidenziato il ruolo benefico di un farmaco, l'anakinra, anche usato per trattare l'artrite. I primi risultati sono stati positivi. Le lesioni della pelle di un paziente, come anche la febbre ed il dolore, sono spariti velocemente. Un esperimento allargato è stato condotto su altri pazienti nelle Fiandre al fine di dimostrare l'efficacia del trattamento. Per Adrian Liston, la ricerca sulle malattie rare porta i suoi frutti. "Abbiamo guarito ogni mese dei pazienti affetti da malattie che sino a pochi anni fa non avremmo mai potuto trattare " ha inoltre dichiarato. Vengono considerate tali quelle malattie che colpiscono non più di 5 persone ogni 10mila. In Belgio, di cui soffrono in Italia circa 670mila persone. Amiotrofia spinale, epidermolisi bollosa, fibrosi cistica, anemie ereditarie, malattia di Startgard, sindrome oculo-cerebro-cutanea, distrofie muscolari sono solo alcune delle 6mila patologie considerate rare. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, tale ricerca può accendere la speranza di migliaia di cittadini colpiti da tale patologia che purtroppo sono nell'incertezza di cure non sempre definitive.

Europol ed Interpol: sequestro record di cibo "adulterato". Più di 10.000 tonnellate di alimenti contraffatti ed un milione di litri di bevande illecite tolte dal commercio

Europol ed Interpol: sequestro record di cibo "adulterato". Più di 10.000 tonnellate di alimenti contraffatti ed un milione di litri di bevande illecite tolte dal commercio di 57 paesi in tutto il mondo durante l'operazione battezzata "Opson V". Una parte del lotto di questi prodotti risulta già venduta in Italia. Un euro industria che frutta miliardi alle organizzazioni criminali Le forze dell'ordine di 57 paesi hanno sequestrato 10.000 tonnellate di cibo e di 1 milione di litri di bevanda in un giro di vite sulle reti criminali che rappresentano una minaccia per la salute pubblica, L'ho ha dichiarato l'Interpol Mercoledì 30 marzo. "Cibo e bevande contraffatte e pericolose minacciano la salute e la sicurezza delle persone in tutto il mondo, che sono spesso ignare di acquistare questi prodotti potenzialmente pericolosi", ha commentato Michael Ellis, capo dell'unità dell'Interpol anti contraffazioni. Sempre Ellis ha riferito che "L'operazione congiunta Interpol-Europol soprannominata "Opson V" che ha avuto inizio a novembre 2015 si è conclusa a febbraio 2016, ha provocato un giro di vite delle attività criminali interessate solo a "fare profitto, non importa a quale sia il costo per i consumatori". Gli ufficiali hanno sequestrato nove tonnellate di zucchero contaminato con fertilizzante in Sudan, 85 tonnellate di olive colorate con solfato di rame in Italia e 70 chilogrammi di interiora di pollo conservate in un additivo vietato come la formalina.I doganieri all'aeroporto Zaventum del Belgio hanno trovato diversi chilogrammi di carne di scimmia, mentre in Francia agenti hanno sequestrato 11 chilogrammi di locuste e 20 chilogrammi di bruchi. In Thailandia, la polizia ha sequestrato 30 tonnellate di carne illegale e carne di bufalo non idonee al consumo umano e in Bolivia l'operazione ha trovato migliaia di scatole di sardine con etichette false di una nota marca peruviana. L'operazione ha anche portato al sequestro di alcol adulterato pericoloso in tutto il mondo, in particolare Grecia e Regno Unito. Ma la polizia è intervenuta con successo anche in Belgio, Francia, Corea del Sud, Sudan, Togo, Indonesia e Thailandia. Sono state rilevate anche contraffazioni di prodotti di cioccolato, dolci e altri adatti al consumo dei bambini oltre allo champagne analcolico, prodotti sequestrati dalla polizia e dai doganieri in Ungheria, Lituania, Romania e Italia. I prodotti sono destinati all'esportazione verso i paesi dell'Europa occidentale. La notizia dei sequestri effettuati dall'Interpol-Europol ha scatenato la reazione sdegnata di Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che ha più volte richiamato l’attenzione delle autorità e dei consumatori sulle numerose frodi che riguardano il commercio di cibi e bevande nell’area UE. Occorre diffidare dei prodotti alimentari venduti a prezzi eccessivamente bassi dietro i quali si potrebbe nascondere il mancato rispetto dei requisiti igienico-sanitari minimi che mettono a rischio la salute ma anche lo sfruttamento dei lavoratori o dell'ambiente. Inoltre lo “Sportello dei Diritti" alla luce dei sequestri effettuati, ribadisce l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all'inizio dell'anno 2012, approvata all'unanimità dal parlamento italiano, ma non ancora applicato per le resistenze comunitarie.

martedì 29 marzo 2016

CNR: xylella causa il disseccamento degli olivi salentini

CNR: xylella causa il disseccamento degli olivi salentini. A confermarlo uno studio del Centro nazionale delle ricerche Il disseccamento degli olivi salentini è, senza più dubbi, colpa della Xylella Fastidiosa. La conferma arriva dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), sulla base delle indagini condotte per suo conto dal Centro nazionale delle ricerche (Cnr). Il team di ricercatori del Cnr hanno sottoposto alcune varietà di raccolti al batterio, all'inoculazione diretta o usando insetti come vettori, testando oltre le olive anche uva, limoni, mandorle, ciliege e prugne e alberi come olmo, oleandro e mirto. Secondo le conclusioni di questo studio è il ceppo di Xylella fastidiosa trovato nel Salento a disseccare gli olivi. Lo ha spiegato in una nota Giuseppe Stancanelli, direttore dell'Unità salute di piante e animali dell'Efsa. Le piante di olivo inoculate dai ricercatori con la Xylella, secondo quanto rende noto l'Efsa, hanno presentato gli stessi gravi sintomi di quelle nel Salento, con disseccamento e morte, però è stato confermato che non tutte le varietà reagiscono allo stesso modo. Ad esempio, il batterio sembra richiedere più tempo per colonizzare le varietà di Coratina, Leccino e Frantoio rispetto alla Cellina di Nardò, che è una delle varietà coltivate più comuni della zona contaminata. Secondo i ricercatori occorrono però test su un numero maggiore di varietà per comprendere le diverse risposte fisiologiche dell'olivo all'aggressione del batterio. Gli esperimenti sul campo hanno anche dimostrato che la sputacchina, ampiamente diffusa in Puglia, può trasmettere il batterio a olivi, oleandri e mirto. Al contrario nessuna delle piante di agrumi, vite o lecci sono risultati positivi per Xylella fastidiosa in seguito all'esposizione infettiva o a inoculazioni dirette. Ulteriori prove sono però necessarie per le drupacee come pesco e susino. "I risultati di questo studio,conclude Stancanelli, riducono significativamente le incertezze sui rischi della Xylella nell'Unione europea. Insomma, la Xylella fastidiosa è ormai un problema globale, e non solo rilegato al Salento, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che evidenzia come sia necessario uno sforzo della comunità scientifica per debellare quella che sta assumendo le dimensioni di una vera e propria pandemia del mondo vegetale. Per tale ragione vi saranno programmi specifici per il controllo di questa malattia nell'ambito del programma di finanziamento comunitario della ricerca Horizon 2020 .

Video shock nel mattatoio degli orrori: agnelli sgozzati vivi a cui vengono brutalmente mozzate le zampe.

Video shock nel mattatoio degli orrori: agnelli sgozzati vivi a cui vengono brutalmente mozzate le zampe. Dalla Francia la denuncia dei maltrattamenti agli animali nel mattatoio comunale di Mauléon-Licharre, nel Paese basco francese Sta destando indignazione nel mondo un video molto forte che i quotidiani francesi hanno titolato "Inferno al mattatoio". Si tratta dell'ennesimo video girato con una telecamera nascosta e diffuso dall'associazione L213 che denuncia i maltrattamenti agli animali nel mattatoio comunale di Mauléon-Licharre, nel Paese basco francese, dopo due casi simili nei mattatoi pubblici di Vigan e Alès. Nel video, si vedono dibattersi agnelli sanguinanti ed altre bestie ancora vive a cui vengono brutalmente mozzate la testa o le zampe. Atrocità che hanno suscitato l'immediata reazione del governo di François Hollande. Il ministro dell'Agricoltura, Stephane Le Foll, si è detto "indignato per queste pratiche intollerabili" e ha chiesto "la sospensione immediata dell'attività" del centro carni. Ai prefetti è stato inoltre ordinato di realizzare entro un mese "ispezioni specifiche sulla protezione animale nell'insieme dei mattatoi del territorio nazionale". Chi non rispetta le regole dovrà sospendere l'attività. Da parte sua, il sindaco di Mauléon, Michel Etchebest, ha fatto chiudere il centro "a titolo preventivo e per una durata indeterminata", in attesa che le indagini possano far luce sulle responsabilità. Poco prima, L213 aveva chiesto di fermare le violenze appellandosi a un articolo del codice rurale che riconosce gli animali come "esseri sensibili".Secondo i media francesi le carni di Mauléon sono stampigliate con il 'Label rouge' dei prodotti di alta qualità nonché il marchio Ecocert, l'organismo di controllo e certificazione dei prodotti bio. Tra i 460 clienti ci sono anche grandi personalità del mondo della gastronomia transalpina come il macellaio-star Yves-Marie Le Bourdonnec e lo chef stellato Alain Ducasse. Ogni anno a Pasqua in Italia, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, vengono uccisi 900 mila tra agnelli, capre e pecore, in particolare agnellini che ci ispirano tenerezza quando li vediamo. Eppure a un mese di vita vengono strappati alle madri per arrivare a un lurido macello in cui gli animali terrorizzati vengono immobilizzati, appesi a un gancio per una zampa, e lasciati dissanguare. Prima di essere appesi sentono l'odore del sangue e le urla di terrore dei loro compagni. Non c'è giustificazione per ammazzarli. Salvarli è facile: basta non mangiare agnello a Pasqua, né in altre occasioni.

Allerta in Europa per nuova epidemia di E coli in Francia.

Allerta in Europa per nuova epidemia di E coli in Francia. Le autorità sanitarie francesi hanno ordinato un richiamo di hamburger venduti dalla catena dei supermercato Lidl dopo che sette bambini sono stati ricoverati in ospedale. A lanciare l'allarme è anche la Food Safety News USA La paura del batterio killer che provoca la diarrea mortale arriva in Francia nel peggiore dei modi. Sette bambini finiscono in ospedale a Lille (tre sono in dialisi) dopo aver mangiato hamburger contaminati da un tipo di batterio dell'E.coli. Lo hanno riferito le autorità sanitarie, precisando che i sospetti si concentrano su un tipo di carne venduto nei supermercati Lidl. L'epidemia legata al cosiddetto batterio-killer, potrebbe quindi registrare un nuovo, inquietante capitolo.Anche se il batterio di Escherichia Colinon non è dello stesso ceppo del batterio killer che ha colpito in Germania. Come ha riferito un portavoce della Food Safety News, precisando che «sta per essere lanciato un allarme europeo» mentre le autorità di Bruxelles stanno attendendo chiarimenti sulle cause della contaminazione. L’azienda che produce gli hamburger incriminati, è la SEB di Saint Dizier. che ha dichiarato che i prodotti provengono da aziende agricole della Francia, Germania e Paesi Bassi. Circa 10 tonnellate di carne di manzo sono soggetti al richiamo. Lo stato di salute dei sei è giudicato in alcuni casi 'serio”, dicono i medici che al momento, però, non parlano di prognosi riservata anche se uno è in pericolo di vita. Le autorità francesi hanno già disposto il ritiro delle confezioni di hamburger ed è stato lanciato un appello a chi le avesse acquistate a riportarle nei punti vendita. Secondo il Ministro della Sanità francese Xavier Bertrandnon non ci sarebbe nessun legame con il ceppo del batterio che ha fatto 37 vittime in Germania. Le due infezioni sono differenti anche se questa che avrebbe origine nella carne è ugualmente forte.La Lidl Italia invece precisa Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti" non ha fatto ancora sapere se il prodotto di carne di bovino surgelata è stata posta in vendita anche presso i supermercati Lidl Italia.

lunedì 28 marzo 2016

Lesioni midollo spinale curate con le staminali.

Lesioni midollo spinale curate con le staminali. Un'equipe dell'università della California ha ripristinato il circuito nervoso dei topi Un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall'università di San Diego, California, è riuscito per la prima volta a riparare lesioni nel midollo spinale dei topi con l'utilizzo delle cellule staminali. Il risultato dello studio è stato pubblicato lunedì sulla prestigiosa rivista Nature Medicine. Finora nessuna terapia ha permesso di ripristinare il funzionamento di un particolare circuito nervoso che è presente anche nel corpo umano e che rappresenta la principale via deputata al controllo dei movimenti. Si tratta di una prima assoluta, spiegano gli autori della ricerca, precisando che la rigenerazione ha riguardato il cosiddetto fascio corticospinale, che nell'uomo va dalla corteccia cerebrale al midollo spinale. "Abbiamo usato cellule staminali neurali per verificare se potessero supportarne la rigenerazione e, con nostra grande sorpresa, ne sono state capaci", ha spiegato il coordinatore della ricerca, Mark Tuszynski, che ha subito ammonito: "c'è ancora molto lavoro da fare prima di pensare ad una sperimentazione sulle persone".Una notizia scientifica sensazionale, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che rilancia la speranza in migliaia di pazienti che hanno subìto gravi lesioni midollari che li vedono vivere un'esistenza difficile che potrebbe essere radicalmente cambiata dalla nuova frontiera di terapie che questa scoperta potrebbe aprire.

Volkswagen ancora nella bufera: richiama circa 5mila Golf elettriche per un problema alla batteria.

Volkswagen ancora nella bufera: richiama circa 5mila Golf elettriche per un problema alla batteria. Nel mezzo del dieselgate e dopo gli ultimi richiami di 800mila auto dei modelli Suv delle Touareg, Porsche Cayennne e di 177mila Passat, Volkswagen oggi lunedì 28 marzo ha annunciato un richiamo in officina negli Stati Uniti di 5.200 veicoli Golf elettriche per un possibile problema alla batteria che può provocare lo stallo del motore elettrico. La casa automobilistica ha dichiarato nel dettaglio che il richiamo colpisce i veicoli tutti assemblati fra il 2015 e il 2016. Un portavoce della casa automobilistica ha confermato la notizia, aggiungendo che finora non ci sono notizie di incidenti avvenuti per questo difetto. I clienti coinvolti riceveranno una lettera per posta. L'eventuale difetto, che può causare un arresto di emergenza della batteria ad alta tensione, disattivando a sua volta il motore elettrico, rende la guida pericolosa, mettendo in pericolo gli utenti della strada. La National Highway Traffic Safety Administration, ha riferito che il richiamo ha avuto inizio il 15 marzo. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari Volkswagen Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

Anoressia, una cura potrebbe ridurre i sintomi.

Anoressia, una cura potrebbe ridurre i sintomi. Si tratta della stimolazione magnetica transcranica Le cure somministrate agli anoressici in ospedale sono aumentate del 30% negli ultimi tre anni e l'età dei pazienti s'abbassa mentre i trattamenti con i farmaci e psicoterapie recuperano solo il 10-30% dei casi. Ma un metodo del King's College di Londra, già approvato per la depressione, potrebbe ridurre i sintomi. Si tratta della stimolazione magnetica transcranica, in cui il cervello viene stimolato con degli speciali magneti, che nella forma assomigliano a delle bobine, applicati in una zona direttamente collegata allo sviluppo della malattia e che si chiama corteccia prefrontale dorsolaterale. Questa tecnica che è stata sperimentata su 49 persone, riduce il bisogno di limitare i cibi, diminuendo il livello di sazietà, facendo sentire meno grassi e portando anche a prendere decisioni più prudenti. La ricercatrice, la Dr. Jessica McClelland spiega che non è invasiva in quanto il paziente percepisce come una sensazione di picchiettatura sul lato della testa interessato e i risultati sembrano promettenti già con una sola sessione. Per arrivare a questa conclusione ad alcune delle persone coinvolte è stato offerto un trattamento placebo, mentre altre sono state sottoposte a una sessione di stimolazione magnetica transcranica. Non un'osservazione prima del trattamento, dopo venti minuti e dopo 24 ore, i ricercatori del King's College di Londra hanno rilevato una riduzione dei sintomi principali della malattia, sottoponendo ai partecipanti immagini di cibo appetitoso e chiedendo di dare un punteggio a sapore, aroma e desiderio di mangiarli una volta che li avevano davanti.Gli scienziati hanno anche notato che la stimolazione del cervello portava anche a decisioni più equilibrate. Ad esempio, tra una ricompensa in denaro inferiore ma immediata e una con una cifra più alta ma per cui occorreva attendere, la scelta è ricaduta più sulla seconda opzione. Ora gli studiosi puntano a un trial ampio."L'anoressia nervosa si stima interessi fino al 4% delle donne nel corso della vita. Con l'aumento della durata della malattia, diventa radicata nel cervello e sempre più difficile da trattare. I nostri risultati preliminari supportano le potenzialità di trattamenti di cui c'è disperato bisogno - spiega Ulrike Schmidt, autrice senior dello studio -. Stiamo ora valutando i benefici a lungo termine, in uno studio clinico primo al mondo con 20 sedute su persone con anoressia nervosa". In Italia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, negli ultimi anni purtroppo c'è stata una tendenza crescente dei media e dell'opinione pubblica a mettere in ombra un fenomeno che al contrario non conosce una flessione. Alle istituzioni, a partire dal Ministero della Salute, prendendo spunto da questa nuova scoperta scientifica, non resta che riaccendere i fari su questo diffusissima questione coinvolgendo con campagne informative soprattutto i genitori e le famiglie che sono troppo spesso portate a sottovalutare i problemi connessi alla crescita psicofisica dei propri figli e a non affrontarla con la giusta serietà.

Piove cherosene sulle Alpi. "Conseguenze negative sulla flora e fauna?" Intervenga il ministero.

Piove cherosene sulle Alpi. "Conseguenze negative sulla flora e fauna?" Intervenga il ministero. A causa di problemi tecnici, un Boeing B744 della compagnia Corsair ha dovuto interrompere il suo volo e, per poter atterrare in sicurezza, ha rilasciato in volo circa 70 tonnellate di cherosene. A causa di problemi tecnici un Boeing B744 della compagna Corsair ha dovuto interrompere il suo volo verso mezzanotte e per poter atterrare ha scaricato circa 70 tonnellate di cherosene sulle Alpi italiane e sulla parte svizzera del Giura. L'aereo proveniente da Parigi era diretto all'Isola Maurizio e dopo un ampio giro ha fatto ritorno nella capitale francese, non prima di essersi liberato del carico di carburante per motivi di sicurezza. Conseguenze negative sull’ambiente, almeno per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che reputa a rischio l'area interessata e chiede quindi che le istituzioni responsabili intervengano sulla compagnia area al fine di obbligarla ad effettuare una minuziosa opera di contro e bonifica.

Ghiaccio contaminato per bevande servito in bar e ristoranti.

Ghiaccio contaminato per bevande servito in bar e ristoranti. I cubetti serviti negli esercizi pubblici possono contenere germi come enterococchi, batteri di origine intestinale, ma non solo... I cubetti di ghiaccio serviti negli esercizi pubblici possono nascondere delle brutte sorprese. A evidenziarlo una ricerca della Divisione della salute pubblica svizzera, pubblicata lunedì 28 marzo, che esaminando la qualità microbiologica del ghiaccio aggiunto a bevande o altre derrate alimentari, consiglia di evitarlo. Sì, perché, si legge nello studio, «la qualità del ghiaccio aggiunto a derrate alimentari o bevande, principalmente in esercizi pubblici, non è soddisfacente». Per «spesso non soddisfacente», il Laboratorio svizzero intende «uno su tre». Come viene specificato nel documento, l'acqua potabile proveniente dalle aziende pubbliche che controllano gli acquedotti è di ottima qualità. L'origine di questi problemi di igiene è da cercare nella cattiva manutenzione delle macchine per il ghiaccio. Le mancanze più importanti riscontrate in sede ispettiva sono state infatti «l’assenza di un piano di pulizia regolare e/o di un contratto di manutenzione per le macchine del ghiaccio, ad esempio nessuna sostituzione dei tubi che se usurati possono essere facilmente contaminati». L'inchiesta condotta dagli Ispettori svizzeri delle derrate alimentari, ha controllato 37 esercizi prelevando campioni dalle macchine del ghiaccio presenti principalmente in bar, osterie, ristoranti o di una sagra. Come si apprende dal bollettino, «tredici campioni (33%) sono risultati non conformi per il superamento di uno o più valori di tolleranza. Di questi, 11 campioni sono stati prelevati in un esercizio pubblico, 1 durante una sagra e 1 in un supermercato». In 10 campioni sono stati trovati Enterococchi e/o E. coli, batteri di origine intestinale, anche in concentrazioni elevate (7 campioni con >30 UFC/100ml). In 3 campioni (tutte prelevati presso esercizi pubblici) è stata rilevata la presenza di Pseudomonas aeruginosa, indice di una scarsa igiene di produzione e/o conservazione. Sei campioni (fra cui quello prelevato presso un supermercato) sono risultati non conformi "solo" per il superamento del valore di tolleranza per i germi aerobi mesofili». Con ghiaccio o senza? La contaminazione del ghiaccio per uso alimentare rappresenta ''una preoccupazione sanitaria a livello mondiale'' tanto che l’OMS indica chiaramente il ghiaccio in cubetti tra gli alimenti ad alto rischio di contaminazione biologica. Anche nel nostro paese, la richiesta di ghiaccio per uso alimentare è in aumento e con il caldo aumenta il consumo di bevande con cubetti di ghiaccio che viene direttamente ingerito. Il fatto è che i rischi, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”riguardano anche il nostro Paese, in particolare la ristorazione veloce come bar e discoteche che nei drink servono ghiaccio fortemente contaminato.

Olio di oliva richiamato per tracce di pesticidi. Carapelli e Bertolli ritirati dal mercato USA

Olio di oliva richiamato per tracce di pesticidi. Carapelli e Bertolli ritirati dal mercato USA. Lo segnala la Food and Drug Administration La Fda americana, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha lanciato un’allerta su alcuni lotti di olio extra vergine spagnolo, a marchio Carapelli e Bertolli, venduti dalla Deoleo Usa. Gli oli erano venduti in Massachusetts, Ohio, Wisconsin, Indiana, Mississippi, Arkansas, Oklahoma, Missouri, Arizona, Alabama, New Mexico, Texas, Florida, Iowa, Maine, Illinois, Virginia, New York, Pennsylvania, e Georgia. Negli oli incriminati,lotti 5251R, 5351R e 5551R, su cui pende un richiamo obbligatorio, sono state trovate tracce di trifloxystrobina e tebuconazolo. Si tratta di principi attivi fungicidi sistemici, largamente utilizzati proprio dall’olivicoltura iberica in particolare contro l’occhio di pavone, la cui presenza non è però ammessa nell’olio venduto negli Usa. Come già accaduto per il clorpirifos, anche trifloxystrobina e tebuconazolo, sono ammessi per alcune colture agrarie statunitensi ma non per l’olivo, da cui la necessità, per l’extra vergine venduto negli Usa, dell’assenza di tracce di queste molecole nell’olio. Infatti negli Stati Uniti sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” non vi è alcuna tolleranza per queste sostanze chimiche in olio d'oliva.

sabato 19 marzo 2016

Nissan amplia richiamo ai veicoli prodotti nel 2014 per un problema alla pompa del carburante

Nissan amplia richiamo ai veicoli prodotti nel 2014 per un problema alla pompa del carburante. Nissan sta ampliando un richiamo volontario di veicoli del 2014 per risolvere un problema della pompa del carburante che può impedire l'avviamento del motore o causarne il blocco mentre il veicolo è in movimento. Il richiamo colpisce ulteriori 46,671 veicoli fabbricati tra il 25 luglio, 2013 e 7 giugno 2014, in base alle informazioni che il produttore ha riferito ai funzionari della NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) l''agenzia governativa statunitense facente parte del Dipartimento dei Trasporti. Nissan ha comunicato che il difetto delle pompe di alimentazione interessate è nella nichelatura che può sfaldarsi e creare parti incoerenti che interferiscono con il funzionamento della pompa. Oltre al problema più probabile che il motore non si avvii, Nissan diceha inoltre dichiarato che potrebbe causare un incidente se il motore si ferma durante la guida. Ed il costruttore conclude sinteticamente''non si possono escludere condizioni di guida non sicure''. L'azienda sta informando i proprietari colpiti dal richiamo a portare i loro veicoli ad un concessionario Nissan, che sostituirà la pompa carburante a costo zero.Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. Al singolo proprietario, infatti, non costa nulla tale tipo di verifica e nel caso in cui la propria autovettura sia oggetto del richiamo, l’intervento previsto è a totale carico della casa automobilistica che dovrebbe fornire anche un’autovettura sostitutiva per il periodo necessario alla manutenzione straordinaria. I “recall” di veicoli che possono risultare pericolosi, oramai sono una pratica molto comune nel mercato globale dove le aziende si giocano spesso la reputazione faticosamente costruita con mirate e costosissime azioni di marketing ma anche i propri bilanci con il fondato rischio di class action condotte da studi legali agguerritissimi e specializzati nell’aggredire finanziariamente le multinazionali. Tuttavia dietro ci sono spesso anche strategie di Responsabilità Sociale. La lista dei Recall della aziende mondiali è infinita. E, contrariamente a quanto si possa pensare, rappresenta un buon biglietto da visita per un colosso che spende milioni di euro per veicolare l’immagine di un’azienda con una forte Responsabilità Sociale. La reputazione si gioca soprattutto su questo campo.

Ransomware per le auto? Allarme dalla FBI su "Estorsioni" e "Ad Blocking"

Ransomware per le auto? Allarme dalla FBI su "Estorsioni" e "Ad Blocking". Il virus informatico cripta i dati e chiede un riscatto tramite gli avvisi di richiamo delle case automobilistiche. Ogni volta che si scarica da Internet un’app, clicchi su un link, o apri un’email, ci sono potenziali problemi per la sicurezza a cui la maggior parte delle persone non pensa mai. Il futuro delle minacce online evolverà intorno all’estorsione. Ciò significa che i criminali stanno investendo in truffe che vedranno persone e aziende pagare un “fee” per evitare di essere vittime di minacce online. Il ransomware è un esempio molto noto di questa tendenza. E’ un tipo di malware che blocca, attraverso la crittografia o altro, i dispositivi delle persone fino a quando non viene pagato un riscatto a chi effettua questo tipo di attacco. Ma il prossimo attacco malevolo nella tua casella di posta potrebbe non prendere di mira il vostro computer, ma l'auto tramite un avviso di richiamo truccato. A lanciare l'allarme dagli Stati è addirittura il Federal Bureau of Investigations (FBI). Con i veicoli collegati alla rete e delle auto senza conducente su strada, il Federal Bureau of Investigations (FBI) intravede un ritorno per questi criminali profittevole. L’aumento dell’uso di social media come Linkedin per perpretare attacchi sta offrendo ai criminali una via per collezionare dati e ricercare potenziali bersagli per ricatti, e visto questo tipo di sviluppi, la FBI si aspetta che queste imprese criminali continueranno a usare e a far evolvere questo tipo di estorsione per tutto il 2016 in particolare lo sfruttare le notifiche di protezione e di richiamo dei veicoli inviati dalle case automobilistiche. La differenza alle minacce di oggi è che il malware potrebbe facilmente prendere come bersaglio un computer o un veicolo che si collega più o meno allo stesso modo con le applicazioni di collegamento remoto e l'accesso via smartphone. "Un criminale potrebbe inviare messaggi di posta elettronica ai proprietari di veicoli che stanno cercando di ottenere gli aggiornamenti del legittimo software. Invece, i destinatari potrebbero essere indotti a fare clic sui collegamenti a siti Web dannosi o aprendo gli allegati che contengono software dannosi (malware) ", ha dichiarato l'FBI in un comunicato stampa (PSA). "Il malware potrebbe essere progettato per installare sul computer del proprietario, o essere racchiuso nel file di aggiornamento del software del veicolo, in modo da essere introdotto nel veicolo del proprietario quando il proprietario tenta di applicare l'aggiornamento tramite USB. Inoltre, un utente malintenzionato potrebbe tentare di introdursi nelle superfici di attacco come le unità di controllo del motore per i sistemi di accesso del veicolo, le unità di controllo di motore e trasmissione, il sistema avanzato di assistenza alla guida, i sistemi di chiave a distanza, i sistemi di accesso passivo senza chiave, il ricevitore V2X, le porte USB, l’accesso diagnostico OBD, le applicazioni di collegamento remoto e l'accesso via smartphone.. " Anche le altre agenzie come il Dipartimento dei Trasporti e la National Highway Traffic Safety Administration sono fortemente preoccupati per l'hacking nel settore dell'automotive. Tutti e tre sono preoccupati che gli attacchi contro i PC e gli smartphone migreranno al segmento dei veicoli di Internet of Things (IoT). Le nuove case automobilistiche come la Tesla ma come anche i produttori tradizionali come Ford, forniscono gli aggiornamenti per alcune auto tramite un'unità USB. Nel frattempo i ricercatori stanno correndo ai ripari, concentrandosi sugli scenari relativi ai potenziali exploit dei sistemi automobilistici connessi privi di funzionalità di sicurezza fondamentali o che non rispettano le best practice di security. Mentre le aziende che operano nel settore della sicurezza e le case automobilistiche, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si immagina collaboreranno per sviluppare suggerimenti, ma soprattutto standard e soluzioni tecnologiche per proteggere le numerose superfici di attacco del settore dell'automotive.

venerdì 18 marzo 2016

Germania: ospedale segnala due ulteriori casi di Lassa.

Germania: ospedale segnala due ulteriori casi di Lassa. Misure di sicurezza nel reparto speciale di isolamento delle Malattie Infettive dell'Ospedale Universitario di Düsseldorf. Dopo un decesso, altre due persone in Germania si sono contagiate da febbre di Lassa. Un infermiere aveva portato il virus in Germania all'inizio dell'anno. I due sono stati infettati con il virus a fine febbraio quando avevano partecipato al funerale dei pazienti colpiti dalla febbre di Lassa a Colonia. Le loro condizioni ora sono stabili, ha riferito il portavoce dell'ospedale universitario di Düsseldorf. " Attualmente le loro condizioni non sono critiche". Un terzo che è entrato in contatto è sotto osservazione nel reparto di isolamento speciale. Tutti e tre i pazienti sono stati infettati da un americano morto alla fine di febbraio a Colonia. L'uomo aveva lavorato in Togo come infermiere dove si era ammalato e rientrando direttamente a Colonia, è morto poche ore dopo. Solo dopo una settimana dalla sua morte, si è scoperto che aveva contratto l'infezione con il pericolo virus. Anche l'Ospedale Universitario di Francoforte attualmente sta trattando un malato di Lassa. Questo è il primo caso conosciuto in tutto il mondo di infezione al di fuori dell' Africa. Tutti coloro che sono venuti in contatto con il sanitario deceduto, sono stati messi in quarantena. Per precauzione, tuttavia, il personale medico e paramedico e i pazienti dell’ospedale sono stati sottoposti a controlli dal personale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). Dopo Ebola, in Africa occidentale, torna la febbre Lassa, malattia emorragica acuta causata da un virus trasmesso dai roditori. La Lassa fever è stata già descritta negli anni cinquanta, ma il virus è stato identificato solamente nel 1969, quando due infermiere missionarie morirono di febbre emorragica nella città di Lassa, in Nigeria. L’80 per cento delle persone che si infettano con il virus Lassa presentano sintomatologia lieve e a volte senza sintomi ma, nel restante 20 per cento dei casi, può presentarsi come malattia sistemica grave. L’esordio della febbre di Lassa è graduale e il periodo di incubazione può arrivare anche a tre settimane con sintomi iniziali generici. Il peggioramento della patologia si manifesta con edema al volto e al collo, insufficienza respiratoria , problemi cardiaci, sanguinamento delle mucose. Il tasso di mortalità è inferiore all’uno per cento, mentre sale quasi al 20 per cento nei casi non trattati. La miglior cura per la febbre di Lassa è la prevenzione, specie nell’Africa occidentale dove la malattia è endemica. L’adozione di norme igieniche che riducono l’accesso dei roditori nelle case è indispensabile. Secondo le autorita’, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non c’e’ pericolo per la popolazione perche’ la febbre di Lassa non viene trasmessa attraverso il contatto casuale.

giovedì 17 marzo 2016

USA: batterio killer in scatolette di tonno, ritirate confezioni dal commercio

USA: batterio killer in scatolette di tonno, ritirate confezioni dal commercio. Bumble Bee Foods, azienda californiana specializzata nella cottura e nell’inscatolamento del tonno, ha emesso un richiamo volontario di 31.579 scatolette di tonno che potrebbero essere contaminate. La società di San Diego ha dichiarato che il richiamo coinvolge le scatolette che sono state prodotte nel mese di febbraio e distribuite a livello nazionale. Finora, la società ha riferito di non avere ricevuto segnalazioni di malattie legate a questi prodotti. Bumble Bee ha inoltre riferito che il richiamo di questi prodotti è dovuto alla "deviazione di processo" che si è verificata durante la produzione in un impianto di imballaggio non di proprietà o gestito dalla società. Sempre secondo il comunicato stampa, durante la fase di sterilizzazione commerciale, sarebbe avvenuta la contaminazione da parte di "organismi che causano il deterioramento" o da "agenti patogeni". L'azienda precisa che l'operazione è stata avviata a scopo precauzionale. Bumble Bee Foods sta lavorando a stretto contatto con la FDA per procedere comunque in via del tutto cautelativa al ritiro delle confezioni ancora presenti nei negozi. I consumatori che dovessero avere ancora delle scatolette di tonno in casa, sono pregati di contattare il Servizio Consumatori Bumble Bee Foods per la sostituzione o il rimborso. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”precisa, infine, che solo i lotti 8660000020 5oz Bumble Bee Chunk Light Tuna in Water con scadenza minima del 02/10/2019, 02/16/2019, 02/17/2019, 02/18/2019, 02/22/2019, 02/23/2019, 02/25/2019 - 8660000021 5oz Bumble Bee Chunk Light Tuna in Oil con scadenza minima 02/23/2019 e 8660000736 4 Pack of 5oz Bumble Bee Chunk Light Tuna in Water con scadenza minima 02/9/2019, 02/10/2019, 02/22/2019, 02/29/2019 sono interessati dal richiamo precauzionale, e che tutte le altre referenze di Tonno in scatola sono assolutamente sicure per il consumo.

Alzheimer, scoperta una possibile cura al Politecnico federale di Losanna

Alzheimer, scoperta una possibile cura al Politecnico federale di Losanna. Il laboratorio ha sviluppato un trattamento che potrebbe servire a lottare contro il morbo. Il dispositivo è stato testato con un successo "totale" sui topi. I risultati sono abbastanza significativi da giustificare una sperimentazione clinica su persone. Difficile dire se per l'Alzheimer sia arrivata l'ora delle malattie iscritte all'albo di quelle curabili con una semplice terapia, come fosse una bronchite, ma la notizia di oggi lascia ben sperare per una futura terapia. Il laboratorio di Patrick Aebischer al Politecnico federale di Losanna (EPFL) ha sviluppato un trattamento che potrebbe servire a lottare contro il morbo di Alzheimer: si tratta di un impianto che fornisce al cervello un flusso costante di anticorpi. Il dispositivo è stato testato con un successo "totale" sui topi. Una delle cause probabili di Alzheimer è la formazione di ammassi di proteina beta-amiloide (A-beta) in diverse zone del cervello. Il fenomeno provoca successivamente la formazione di placche, tossiche per i neuroni, spiega l'EPFL in un comunicato odierno. Un mezzo per combattere le placche consiste nel "marcare" le A-beta con anticorpi che allertano il sistema immunitario del paziente, affinché intervenga per distruggerle ed eliminarle. Questo risultato è ottenuto con iniezioni ripetute di vaccino, suscettibili tuttavia di provocare effetti secondari. La capsula bioattiva sviluppata a Losanna contiene cellule geneticamente modificate per la produzione di anticorpi contro le A-beta. Inserito sotto la pelle, l'impianto diffonde un flusso regolare di anticorpi nella circolazione sanguigna. Tutti i materiali utilizzati sono biocompatibili e la membrana della capsula impedisce al sistema immunitario di identificare e attaccare le cellule. Ciò significa che le cellule di un donatore unico potrebbero essere utilizzate per diversi pazienti. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che si occupa anche della tutela degli ammalati di tali malattie neurodegenerative, ricorda che circa 35 milioni di persone in tutto il mondo sono affette da demenza senile, ed il morbo di Alzheimer è il tipo più comune. L’inesistenza di una cura, poiché le medicine attuali possono solo temporaneamente alleviare i sintomi, comporta il fatto che non solo chi è colpito dalla malattia ne subisce le conseguenze che lo portano ad un decadimento progressivo sino alla morte, ma anche i propri familiari che devono assisterli. È difficile, quindi stimare, per la loro enormità, i costi sociali che la malattia porta ai sistemi di welfare, ma è ovvio che la scoperta di una cura efficace potrebbe da una parte portare sollievo a milioni di persone nel mondo, ma anche ridurre notevolmente la spesa pubblica sanitaria a livello globale.

IKEA richiama anche in Italia le lampade "GOTHEM" per il rischio di scossa. Maxi richiamo nel mondo

IKEA richiama anche in Italia le lampade "GOTHEM" per il rischio di scossa. Maxi richiamo nel mondo Molti ci coloro, compresi molti italiani, che hanno acquistato le lampade GOTHEM di IKEA rischiano di avere in casa una lampada che potrebbe dare la scossa a chi lo tocca. IKEA, l'azienda multinazionale fondata in Svezia da Ingvar Kamprad, con sede legale principale a Leida, nei Paesi Bassi, oggi, giovedì, ha volontariamente deciso di richiamare le lampade difettose invitando i clienti che hanno acquistato una lampada "GOTHEM" a non utilizzarla e a riportarla in qualsiasi negozio IKEA dove riceveranno il rimborso. Dopo aver riscontrato alcuni casi di danneggiamento dei cavi, IKEA sta ritirando dal mercato tutte le lampade da terra e da tavolo GOTHEM perché presentano il rischio di scossa elettrica. I cavi danneggiati possono mettere sotto tensione il corpo in metallo della lampada e quindi costituire un pericolo per la sicurezza. IKEA invita tutti i clienti che hanno acquistato una lampada GOTHEM a non utilizzarla, anche se funzionante, e a riportarla in qualsiasi negozio IKEA per ricevere il rimborso. Questo provvedimento riguarda tutti e tre i modelli di lampade GOTHEM: due da tavolo e una da terra. IKEA non ha ricevuto comunicazioni di lesioni a persone, ma sono stati segnalati casi in cui due clienti e un collaboratore hanno subito scosse elettriche. "La sicurezza è da sempre una priorità per IKEA e non possiamo accettare il rischio di ulteriori incidenti. Per questo abbiamo deciso di ritirare le lampade GOTHEM per evitare il rischio di lesioni e per informare i clienti del potenziale pericolo" ha dichiarato l'azienda nel comunica stampa pubblicato sul suo sito. Le lampade GOTHEM sono in vendita in tutti i mercati IKEA compreso quello italiano da ottobre 2015, riferisce Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. I clienti possono riportare le lampade GOTHEM in qualsiasi negozio IKEA, dove riceveranno il rimborso, senza bisogno di presentare lo scontrino fiscale. Per ulteriori informazioni contatta il Servizio Clienti al numero verde 800 92 46 46, dalle 9 alle 20, da lunedì a sabato.

mercoledì 16 marzo 2016

Lo Yogurt contro l'ipertensione

Lo Yogurt contro l'ipertensione. Il problema della pressione bassa può essere tenuto a bada consumando questo snack «magro». Lo dicono due recenti studi Un vasetto di yogurt per cinque giorni potrebbe aiutare a fare abbassare la pressione alta. A dirlo due recenti studi. La scoperta ha importanti implicazioni per milioni di cittadini affetti da tale patologia. I ricercatori hanno scoperto che stimolare i batteri sani nell'intestino con probiotici che si trovano nello yogurt possono migliorare e mantenere la pressione sanguigna regolare. Probiotici o batteri "buoni" sono microrganismi nell'intestino in grado di favorire l’equilibrio della flora intestinale. Ora gli scienziati hanno esaminato gli effetti sulla pressione arteriosa. Nel primo dei due studi la Dott. ssa Jing Sun a capo della ricerca ha detto: "gli studi suggeriscono che il consumo regolare di probiotici può essere parte di un sano stile di vita per contribuire a ridurre la pressione arteriosa alta, così come per mantenere i livelli di pressione sanguigna regolare." Inoltre la Dr Sun Jing ha aggiunto: " crediamo che i probiotici aiutino a stimolare altri effetti positivi come migliorare i livelli del colesterolo, riducendo la resistenza di insulina e glucosio nel sangue e aiutando a regolare il sistema ormonale, il controllo della pressione arteriosa ed equilibrio del fluido. I dati sono allarmanti. Gli ipertesi sono tanti: 15 milioni di italiani ha la pressione alta, spesso senza neanche saperlo., nella sola Italia a soffrire di ipertensione arteriosa sono qualcosa come il 25-30 per cento di persone un vero esercito ma è un numero sicuramente in difetto se si considera quanti non sanno di essere ipertesi non riuscendo ad interpretare, almeno nelle prime fasi della condizione, il significato dei sintomi di cui probabilmente già soffrono. In Italia il record di ipertesi spetta al Nord Est, con il 37% degli uomini e il 29% delle donne colpiti. Seguono poi il Sud e le Isole (33% uomini, 34% donne), il Nord Ovest (33% uomini, 29% donne) e il Centro (31% uomini, 29% donne). Regione per regione, invece, la vetta della graduatoria è della Calabria, con il 45% degli uomini e il 41% delle donne con la pressione alta. Segue il Friuli Venezia Giulia. In fondo alla classifica, troviamo invece l’Abruzzo (24% sia donne che uomini) e le Marche (24% uomini, 23% donne). La pressione alta, è un fattore di rischio per ictus e malattie cardiache e viene spesso chiamata il "killer silenzioso" perché non ha per lo più sintomi. La Docente Dr Sun e il suo team dello Griffith Institute sulla Gold Coast in Australia, ha analizzato i risultati di nove studi esaminando la pressione sanguigna e il consumo di probiotici in 543 adulti con normale e alta pressione sanguigna. La Dr Sun ha aggiunto che gli studi degli effetti tendono ad essere insufficienti e che sono necessarie ulteriori ricerche prima che i medici di fiducia possano consigliare i probiotici per la prevenzione ed il controllo della pressione sanguigna. Un secondo studio finanziato dall’associazione americana per i latticini National Dairy Council, ha inoltre confermato la ricerca della Dott.ssa Jing Sun ,e cioè consumare questo snack cremoso almeno 5 volte alla settimana contribuisce a mantenere la pressione sanguigna regolare, di conseguenza prevenendo problemi di salute potenzialmente gravi. In questo ultimo studio i ricercatori statunitensi hanno analizzato i dati relativi ad oltre 240mila donne, perlopiù tra i 25 e i 55 anni, e quelli di 51mila uomini tra i 40 e i 75, tutti nell’ambito della professione medica. Gli effetti dello yogurt, più evidenti nell’universo femminile in quanto il consumo qui è nettamente maggiore, hanno ridotto il problema dell’ipertensione di un quinto. Le persone che per abitudine mangiano yogurt, soprattutto quello magro, tendono infatti anche a consumare più frutta, verdura, legumi, semi e noci rispetto a chi invece non possiede questa routine alimentare. «Questo è lo studio più vasto effettuato fino ad oggi che valuta gli effetti specifici dello yogurt sulla pressione del sangue», hanno dichiarato gli scienziati. Si tratta tuttavia di una questione assai bollente negli ambienti dei nutrizionisti, dove sempre più esperti consigliano la riduzione, se non l’eliminazione totale, di tutti i latticini nelle diete a causa del loro elevatissimo contenuto di zucchero e altri pericolosi dolcificanti artificiali, di conservanti e soprattutto di grassi "cattivi".I risultati della ricerca sono stati presentati alla conferenza dell’American Heart Association, ma al momento le ragioni dietro l’impatto positivo dello yogurt sul sangue non sono chiare. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” la pressione alta è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare. Pertanto al di la delle nuove scoperte scientifiche la cura dell’ipertensione non può prescindere da alcuni rimedi naturali che riguardano lo stile di vita e l’alimentazione. Alla base di qualsiasi strategia di trattamento della pressione alta ci sono alcuni provvedimenti che riguardano lo stile di vita e la dieta; rimedi naturali, quindi, che sono in grado di agire positivamente sui valori pressori sia in termini di prevenzione che di terapia vera e propria. Per esempio il fumo andrebbe evitato completamente, da tutti, ma soprattutto da chi soffre di pressione alta e altri fattori di rischio cardiovascolare. Se siete fumatori, quindi, il primo rimedio naturale per abbassare la pressione è proprio smettere di fumare.

L'Inghilterra dichiara guerra alle bibite zuccherate

L'Inghilterra dichiara guerra alle bibite zuccherate. Per combattere l'obesità infantile il cancelliere britannico George Osborne ha annunciato l'introduzione di una tassa su Coca Cola e Sprite. Sono anni che lo “Sportello dei Diritti”sostiene la dura battaglia contro l'abuso di bibite zucherate ormai entrato nella vita comune di tutte le famiglie. Proprio in data di ieri, in tal senso é rimbalzata la notizia, inedita in Italia, secondo cui il cancelliere britannico George Osborne, ha annunciato Mercoledì, l'introduzione di una tassa su Coca Cola e Sprite, per combattere l'obesità infantile. "La salute dei bambini viene prima di tutto: anche o soprattutto degli interessi delle multinazionali". "Gli esperti dicono che nel tempo di una generazione il 50% dei ragazzi e il 70% delle ragazze diventeranno obesi", ha inoltre dichiarato il cancelliere.Non sarà una cosa imminente: l'idea è di dare ai produttori di bevande zuccherate il tempo di correggersi. Solo a settembre 2017 le società che non si saranno adeguate ai nuovi standard richiesti, abbattendo i quantitativi di zucchero, dovranno pagare per restare sul mercato locale. L'importo sarà tanto più elevato quanto maggiore sarà lo zucchero contenuto nelle bibite, che idealmente non dovrà superare i 5 grammi ogni 100 millilitri. Chi poi andrà oltre gli 8 grammi sarà soggetto a una maggiorazione della tassa. Esenti solo i succhi di frutta e le bevande a base di latte. Una maniera, ha spiegato il cancelliere, per combattere «l'obesità infantile, il rischio di cancro, le malattie cardiache, che ci costano 26 miliardi di sterline l'anno». L'aspetto economico non è così marginale, se si calcola peraltro che in questo modo nelle casse dello Stato britannico finiranno 520 milioni di sterline l'anno. Osborne ha annunciato che saranno utilizzate per finanziare progetti sportivi nelle scuole. Ma i gruppi industriali come Coca Cola e Pepsi avrebbero a loro volta annunciato che lavoreranno per ridurre le calorie per ottenere una riduzione del 20 % entro i prossimi dieci anni attraverso una più aggressiva commercializzazione delle dimensioni più piccole, più acqua in bottiglia e bevande dietetiche. Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di una scelta pressoché obbligata dei colossi del settore e viene dopo che i governi di diversi paesi hanno da tempo comunicato l'intenzione di dare battaglia contro l'eccessivo consumo di bevande zuccherate e gassate attraverso misure disincentivanti come l'aumento della tassazione al dettaglio di questi prodotti che da anni auspichiamo che sia introdotta da subito in Italia.

Ministero della Salute: allerta casi di SEU da consumo di prodotti a base di latte dalla Romania.

Ministero della Salute: allerta casi di SEU da consumo di prodotti a base di latte dalla Romania. Analogie con un’epidemia in Puglia nel 2013 Tramite il sistema d’allerta per alimenti e mangimi RASFF sul mercato nazionale è scattato un'allerta comunitaria di sicurezza rilanciato in Italia dal Ministero della Salute riguardante il ritiro volontario per misura precauzionale di diversi alimenti a base di latte prodotti dalla ditta SC BRADET (Romania). Tale informazione è stata diramata in relazione a casi di Sindrome Emolitico Uremica (SEU) associati ad infezione da Escherichia Coli O26:H11 avvenuti in Romania. I prodotti ritirati sono stati distribuiti in alcuni Paesi europei tra cui l’Italia.Il Ministero della Salute ha prontamente avvisato gli Assessorati alla Sanità delle Regioni coinvolte nelle liste di distribuzione che coinvolgono Lazio, Toscana e Campania per la verifica sulla distribuzione dei prodotti coinvolti e per l’adozione delle misure sanitarie di competenza. Non si escludono successive distribuzioni in altre regioni. In data odierna la Regione Toscana, a seguito delle verifiche effettuate dalla ASL di Pistoia, ha comunicato un caso di probabile Sindrome Emolitico Uremica , clinicamente diagnosticata, in un bambino di 14 mesi ricoverato presso l’Ospedale Mayer di Firenze. In base alle informazioni disponibili, il bambino avrebbe consumato un formaggio a pasta molle della summenzionata ditta rumena. Le condizioni del bambino sono serie ma non gravi, il problema riveste una certa dose di attenzione perché la contaminazione riscontrata in Italia potrebbe essere riconducibile ad un’epidemia che ha colpito 15 bambini in Romania alla fine di gennaio di cui tre morti. La USL3 della Toscana ha effettuato un comunicato stampa per informare i cittadini. In Romania l’azienda aveva avviato il 9 marzo 2016 il ritiro precauzionale dei propri prodotti caseari per il sospetto di contaminazione da Escherichia coli O26:H11. Per questo motivo l’azienda sanitaria Toscana in un comunicato “invita chiunque sia in possesso di prodotti a base di latte della ditta SC Bradet s.r.l. a non consumarli e riconsegnarli al più presto all’esercizio dove sono stati acquistati”. In attesa di ulteriori accertamenti analitici, e a scopo precauzionale, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita chi avesse acquistato i prodotti della ditta rumena BRADET a non consumarli e a riconsegnarli all’esercizio dove sono stati acquistati. La sindrome emolitico-uremica causata da Escherichia coli non è una novità anche per l’Italia. L’epidemia fu registrata in Puglia nell’estate del 2013 con 20 casi in bambini al di sotto dei 4 anni. Anche allora i sospetti si focalizzarono sui formaggi e le indagini portarono alla chiusura di un caseificio.

martedì 15 marzo 2016

Classifica Times Higher Education delle migliori università europee: top ten Inghilterra, Italia solo con due nelle prime 100 posizioni.

Classifica Times Higher Education delle migliori università europee: top ten Inghilterra, Italia solo con due nelle prime 100 posizioni. Sono le università inglesi le migliori in Europa, piazzandosi tre sulle prime dieci dei primi posti della classifica stilata dal periodico specializzato inglese ‘Times Higher Education’ pubblicata Venerdì. Nell’edizione 2016 tra le prime 10 posizioni, vi sono ben tre università inglesi: Oxford si aggiudica la prima posizione tallonata dall’eterna rivale Cambridge; sul terzo gradino del podio, quest’anno, sale l’Imperial College di Londra. Il dominio inglese è interrotto solo dalle università l’Istituto federale svizzero di tecnologia di Zurigo e un’altra università londinese, lo University College London. Dopo il Regno Unito, la Germania è il Paese con il maggior numero di atenei in classifica, ben 36. L’Italia riesce a piazzare 19 università nella top 200 delle migliori università europee, ma solo 2 nelle prime 100 posizioni anche se è lusinghiero il risultato italiano, con 19 università in graduatoria. Tuttavia, mentre circa 1 terzo degli atenei tedeschi si trovano nella top 50, per quelli italiani, la grande maggioranza (17 su 19) scivola fuori delle prime 100 posizioni. Tra le italiane, spicca il successo dei due atenei pisani, la Scuola Normale e la Sant’Anna, rispettivamente al 50 esimo e al 90 esimo posto. Oltre la Scuole superiore Normale di Pisa e della Sant’Anna, le altre università italiane censite tra le top d’Europa dal Times Higher Education sono: l’Università di Trento (tra la posizione 100 e la 110), il Politecnico di Milano e Università di Bologna (tra la 110 e la 120), la Sapienza di Roma (tra la 120 e la 130), l’Università di Padova e di Trieste (tra la 140 e la 150), l’Università di Milano e di Torino (tra la 150 e la 160), la Federico II di Napoli e l’Università di Pavia (tra la 160 e la 170), l’Università di Firenze, di Milano Bicocca, di Verona (tra la 170 e la 180), il Politecnico di Torino (tra la 180 e la 190) e le Università di Modena e Reggio Emilia, Roma Tor Vergata, Roma Tre (tra la 190 e la 200). Vanno bene anche gli atenei del Nord Europa in particolare quegli scandinavi, tradizionali eccellenze di formazione superiore, che piazzano 11 università svedesi e 6 finlandesi in classifica; la Danimarca riesce a conquistare 6 piazzamenti, di cui il migliore è ottenuto dall’Università di Copenhagen (33 esimo posto). Invece va male la Spagna, con appena 5 università nella top 200: la migliore l’Università di Barcellona all’86 esimo posto. La classifica stilata periodicamente dal periodico specializzato inglese, considerata una delle più autorevoli in merito, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha tenuto in considerazione criteri quali il rapporto numerico tra docenti e studenti, i livelli di ricerca e formazione, la capacità di attivare il trasferimento tecnologico con la creazione di spin off e la reputazione sui media.

USA: Maserati richiama 30 mila fra Quattroporte e Ghibli. Il problema è nell'acceleratore

USA: Maserati richiama 30 mila fra Quattroporte e Ghibli. Il problema è nell'acceleratore Maserati America sta richiamando 30 mila Quattroporte e GhibliMaserati richiama 28.235 Quattroporte e Ghibli per problemi all'accelerazione. I veicoli sono i modelli prodotti dal 2014 al 2016. Il problema è nel tappetino che potrebbe scivolare sotto il pedale dell'accelerazione e causare un non voluto aumento di velocità. La casa automobilistica, ha precisato di non essere a conoscenza di incidenti con feriti. La National Highway Traffic Safety Administration, afferma di aver aperto un'indagine sul problema lo scorso anno quando sono stati riportati quattro casi. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari Maserati Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

Stop tabacco: è meglio smettere da un giorno all’altro

Stop tabacco: è meglio smettere da un giorno all’altro. I fumatori che smettono improvvisamente perdono l'abitudine di più di chi lo fa gradualmente. A dirlo uno studio Chi si libera in modo improvviso dal vizio del fumo sembra avere maggiore probabilità di perdere l'abitudine rispetto a chi ha ridotto il consumo gradualmente. In un recente studio, un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford, ha valutato gli effetti delle cessazione del fumo in un gruppo di forti fumatori, lavorando con 697 pazienti e dividendoli in due gruppi di cui 342 che riducevano gradualmente il numero delle sigarette e 355 che hanno smesso di fumare da un giorno all’altro. Ogni persona aveva un “giorno di interruzione” due settimane dopo l’ingresso nello studio, con un incontro con un membro del team di ricerca una volta a settimana. Metà delle persone ha preferito diminuire gradualmente, un terzo, invece, ha smesso di fumare bruscamente; il resto non aveva preferenze prima dell’inizio dello studio, ma queste preferenze non hanno comunque influito sulla decisione di inserirle in un gruppo piuttosto che in un altro. Nel gruppo graduale, i partecipanti hanno ridotto il consumo di sigarette del 75% nelle due settimane, e ai partecipanti, in questo periodo, sono stati forniti cerotti alla nicotina ed una scelta tra gomme da masticare, pastiglie, spray nasali, tavolette sublinguali, inalatori, o spray orali. Nel gruppo della brusca interruzione i partecipanti hanno ricevuto cerotti alla nicotina da 21 mg per 24 ore, visto che alcune prove suggeriscono che questo possa aumentare la probabilità di successo, ma non altri prodotti, ed a loro è stato detto di fumare come erano abituati fino alla “data di interruzione”. Quattro settimane dopo, il 40% del gruppo graduale continuava a non fumare, in confronto al 49% del gruppo che ha interrotto bruscamente, come verificato dalle analisi chimiche del fiato. Quelle persone che avevano detto che avrebbero preferito una diminuzione graduale prima dello studio avevano meno probabilità degli altri di essere astinenti dalle sigarette a questo punto. Dopo sei mesi, il 15% di chi aveva smesso in modo graduale ed il 22% di chi aveva smesso bruscamente era ancora astinente. “Ci sono molte prove che suggeriscono che se qualcuno vuole smettere di fumare il modo migliore per farlo è cercando aiuto sotto forma di consulenze sul comportamento e trattamenti come la sostituzione della nicotina, per esempio cerotti o gomme da masticare, oppure la vareniclina” ha dichiarato la dottoressa Lindson-Hawley. “Tuttavia, ci sono benefici anche dalle linee telefoniche per chi vuole smettere, in particolare se queste forniscono un supporto proattivo per chi sta smettendo”. Quelli che scelgono di smettere gradualmente sono spesso più dipendenti ed hanno fallito di smettere bruscamente diverse volte in precedenza, ha detto il dottor Dr. John Hughes dell’Università del Vermont a Burlington.” Circa un terzo dei tentativi di smettere includono una riduzione graduale”, dice Hughes. “Per molte persone, il metodo più semplice di smettere di fumare è ridurre gradualmente finché il numero di sigarette”, ha detto l’autore principale dello studio Nicola Lindson-Hawley, ricercatore post-doc dell’università di Oxford. “Tuttavia, è meglio smettere di fumare improvvisamente, ed il nostro studio ha trovato delle prove che supportano questa tesi”, spiega la dottoressa Lindson-Hawley. “Quello che abbiamo scoperto è che più persone sono riuscite a smettere quando hanno deciso di non fumare più da una momento all’altro rispetto a quando hanno ridotto gradualmente il consumo”. Lo studio è stato pubblicato lunedì 14 marzo da Annals of Internal Medicine. Si tratta di una significativa scoperta, per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti" che apre significativi spiragli contro la lotta al tabagismo.

Si chiama "Ransomware" il nuovo virus che ruba i dati del pc. Occhio ai pdf!

Si chiama "Ransomware" il nuovo virus che ruba i dati del pc. Occhio ai pdf! La Polizia Cantonale svizzera oggi ha segnalato l'esistenza di un nuovo virus che è scaricato per rubare informazioni del pc. Sono diversi gli utenti della rete che nelle ultime settimane sono stati vittime di quello che è chiamato ransomware (da ransom=riscatto e malware=programma maligno) e che può avere effetti estremamente dannosi. Tra i dati rubati sono ad esempio i documenti di Office oppure immagini o altro ancora. Cryptolocker, programma che viene diffuso come un allegato di una mail, durante, o al termine, della cifratura dei file, chiede all'utente/vittima il pagamento di una somma, in qualità di riscatto per i dati criptati, che può variare dai 500.- ai 1'000.- dollari, solitamente pagabili in bitcoin. A pagamento avvenuto il programma fornisce la chiave per mezzo della quale è, di solito, possibile decodificare i file compromessi. Può succedere che sia fissato un termine di pagamento, scaduto il quale il codice necessario al decriptaggio sarà eliminato.Cryptolocker (o comunque programmi simili) riesce a propagarsi anche a eventuali periferiche (hard disk, chiavette USB, eccetera) che sono collegate al computer preso di mira. Di conseguenza, anche i dati di backup, se residenti su supporti di memoria collegati al computer infettato e non opportunamente protetti sono da considerarsi a rischio. L'algoritmo di cifratura è molto forte per cui, in mancanza della chiave di decodifica è, in concreto, impossibile riottenere i documenti compromessi. La Polizia cantonale, sottolinea Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” ha inoltre evidenziato come non vi sia garanzia che pagando quanto chiesto, la chiave di sblocco sia davvero comunicata. Si raccomanda pertanto la massima attenzione nell'aprire qualsiasi tipo di allegato. Infatti, anche un pdf all'apparenza innocuo potrebbe nascondere un file eseguibile che da avvio al processo di criptaggio, considerando che anche mail apparentemente provenienti da conoscenti o da persone fisiche/giuridiche con cui si è in contatto possono essere potenzialmente pericolose.

lunedì 14 marzo 2016

Idomeni, Grecia. La foto shock di un neonato lavato nel fango indigna il mondo e fanno vergognare la ricca Unione europea.

Idomeni, Grecia. La foto shock di un neonato lavato nel fango indigna il mondo e fanno vergognare la ricca Unione europea. La foto shock del neonato che viene lavato poco fuori di una tenda già piena di gente, e nel fango, sta facendo il giro del mondo. L’immagine inquietante è simbolo di una condizione umana deteriorata, spinta fino all’orlo dell’inumanità, ma in verità la storia della nascita è ancora più drammatica....e ha costretto il ministro greco per i rifugiati a ordinare lo spostamento dei profughi dallo squallido campo sulla frontiera macedone entro una settimana. In questa foto c’è tutta la crisi della civiltà europea, l’emblema della sua sconfitta, un'Europa che non sa neppure rispondere al diritto di una madre, da qualunque parte del mondo arrivi, di partorire in condizione di sicurezza, e al diritto di un bambino di venire al mondo in ospedale, di essere accudito e curato da medici, lavato con acqua calda e vestito. La crisi dei migranti naturalmente è lungi dall’essere risolta, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per effetto dell’egoismo nazionale di molti stati europei, che non vogliono ospitare i rifugiati siriani, afghani e iracheni, e che chiudono le frontiere. E' l’Europa intera a doversi assumersi una responsabilità collettiva e definitiva per garantire a questi migranti un futuro dignitoso.

domenica 13 marzo 2016

Dolcificante artificiale "Splenda" collegato a una maggiore incidenza della leucemia in uno studio italiano

Dolcificante artificiale "Splenda" collegato a una maggiore incidenza della leucemia in uno studio italiano. L'azienda produttrice nega le accuse fatte dal gruppo di ricerca italiano Il sucralosio, noto col nome commerciale di Splenda negli Stati Uniti, è un dolcificante artificiale. Nell'Unione europea è conosciuto anche col nome di E955. È 600 volte più dolce del saccarosio, cioè all'incirca il doppio più dolce della saccarina e quattro volte più dolce dell'aspartame. Un nuovo studio condotto da un gruppo di scienziati italiani ha scoperto che il sucralosio dolcificante artificiale, che è commercializzato con il marchio Splenda, potrebbe essere responsabile di un rischio d'impennata della leucemia e di altri tipi di tumori. I ricercatori dell'Istituto Ramazzini hanno studiato gli effetti dell'uso regolare di Splenda, e ha scoperto che il dolcificante artificiale ha alzato notevolmente il rischio di tumori come la leucemia. Lo studio, pubblicato sulla rivista International Journal of Occupational & Environmental Health, ha coinvolto un totale di 457 topi maschi e 396 femmine di topi a cui sono stati somministrati diversi livelli di sucralosio fino alla morte. Tate & Lyle e Heartland Gruppi alimentari, il produttore di Splenda, ha negato le accuse fatte dal gruppo di ricerca italiano. La società ha acquistato la divisione Splenda e i diritti di commercializzazione da Johnson & Johnson nel mese di agosto 2015. In passato il team di ricerca italiano aveva pure riscontrato simili risultati per Splenda cioè da quando nel 1999, Johnson & Johnson, ha immesso nella catena alimentare il dolcificante Splenda. La società sostiene che Splenda è estratto da ingredienti naturali ed è sicuro per il consumo. I ricercatori hanno notato un aumento complessivo del tasso di tumore maligno nei topi maschi nel momento in cui hanno aumentato la quantità di dolcificante Splenda nella loro dieta. Le ricerche compiute sulle cavie nelle cavie hanno dimostrarono l’esistenza di un collegamento tra una più alta incidenza di leucemia nei topi maschi in cui le dosi del dolcificante artificiale hanno raggiunto livelli fra 2.000 a 16.000 ppm. Tuttavia, i ricercatori hanno sottolineato la necessità di ulteriori studi che possano evidenziare con chiarezza il collegamento con i tumori nell’uomo. Analogamente le ricerche compiute su altri dolcificanti approvati per la commercializzazione non hanno dimostrato alcun collegamento con i tumori nell’uomo." Il dolcificante Splenda è stato lanciato nel 1990 come sostituto dello zucchero bianco raffinato che è stato ritenuto responsabile di vari problemi di salute, come il diabete e le carie. Ma nel 2013, la sua etichetta è stata abbassata da un livello "sicuro" a quello di "cautela", dopo una precedente ricerca legata a potenziali problemi di salute. Secondo un rapporto dell'Inquisitr da Alap Naik Desai, "Molti hanno giurato di rinunciare allo zucchero perché il dolcificante è stato dimostrato di essere collegato ad alcuni effetti molto dannosi sul metabolismo. Lo zucchero è anche accusato del deterioramento lento della vostra salute. Per questi motivi, molte persone hanno sostituito lo zucchero con i dolcificanti artificiali come il sucralosio. Tuttavia, mentre sucralosio, che è disponibile con il marchio Splenda, è stata legalmente ritenuto sicuro per il consumo umano ed approvato dalla FDA come dolcificante da tavola nel 1998, e poi come dolcificante generico nel 1999, alcuni studi lo hanno collegato a gravi problemi di salute. " In una intervista pubblicata nel "The Telegraph ", un dolcificante artificiale promosso come una sana alternativa allo zucchero è stato collegato con un aumento del rischio di leucemia in un nuovo studio. I ricercatori presso l'Istituto Ramazzini in Italia hanno alimentato 457 topi maschi e 396 femmine di topo di varie grandezze con lo sucralosio, registrando un significativo aumento dell'incidenza di tumori tra cui la leucemia nei topi maschi ". La maggior parte degli studi, compresi quelli fatti dal produttore del dolcificante, non hanno dimostrato di poter provocare il cancro. I dolcificanti artificiali (o edulcoranti), riporta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono sostanze usate al posto del saccarosio (lo zucchero da tavola) per dolcificare gli alimenti e le bevande. Sono molto più dolci rispetto allo zucchero normale quindi, per ottenere la stessa dolcezza, è possibile usarne una quantità sensibilmente inferiore. Le prime domande relative al collegamento tra i dolcificanti artificiali e i tumori risalgono al periodo in cui le prime ricerche dimostrarono che la combinazione del ciclamato e della saccarina era in grado di provocare tumori alla vescica nelle cavie. Tuttavia i risultati degli studi di carcinogenicità successivi (le ricerche che esaminano se una sostanza è in grado di provocare un tumore) effettuati su questi dolcificanti non hanno evidenziato con chiarezza il collegamento con i tumori nell’uomo. Analogamente le ricerche compiute su altri dolcificanti approvati per la commercializzazione non hanno dimostrato alcun collegamento con i tumori nell’uomo.

Il mare fa bene alla salute per 5 motivi. Stare vicino all’acqua aumenta l'energia, le emozioni positive. A dirlo uno studio

Il mare fa bene alla salute per 5 motivi. Stare vicino all’acqua aumenta l'energia, le emozioni positive. A dirlo uno studio Stare vicino all’acqua stimola il cervello aumentando la tua energia e le emozioni positive, riducendo i sentimenti negativi. Lo ha scoperto uno studio dopo dieci anni di ricerca scientifica. Secondo i ricercatori dell’Università della British Columbia, che hanno analizzato gli effetti dei colori rosso e blu su un campione di 600 persone, proprio il colore associato all’oceano e al cielo e quindi a spazi molto aperti e a vasti orizzonti infonderebbe un maggior senso di calma e tranquillità. Proprio quello che serve dopo un anno di stress. Lo studio dimostra come l’acqua e quindi, mare, lago o fiume, porti al cervello cinque benefici fondamentali per la felicità: 1. Il colore blu da’ gioia A quanto pare il colore blu è anche il colore preferito del mondo. Lo studio dei colori e delle loro proprietà terapeutiche non è una scoperta ma una riscoperta. La cromoterapia è una pratica terapeutica che si è sviluppata attraverso i secoli passando da una fase empirica ad una sempre più scientifica. Nell’età aurea della Grecia e in Egitto si praticava già la medicina del colore. I cinesi curavano i malati ponendoli in camere dove filtrava la luce del colore prescelto oppure avvolgendoli in tessuti colorati. 2. Stare lungo la costa rende più sereni Istintivamente sappiamo che stare vicino all’acqua ci rende più sani e più felici, riduce lo stress e ci porta pace. Secondo lo studio, per tranquillizzarci a livello di subconscio, basta anche solo osservare un paesaggio marittimo: guardare immagini della natura, infatti, fa attivare le parti del nostro cervello associate “a un atteggiamento positivo, alla stabilità emotiva e al recupero di ricordi felici”. 3. Guardare l’acqua ringiovanisce il cervello A dirlo anche uno studio del 1995 pubblicato su Environmental Psychology, in cui si analizza il rendimento e la concentrazione di due gruppi di studenti. Uno a cui erano state assegnate stanze con viste su alberi, laghi, prati e un altro a cui erano state date stanze su vedute urbane. Il primo gruppo aveva ottenuto i risultati più brillanti e aveva una maggiore capacità di attenzione funzionale. 4. Guardare le fotografie fa bene, ma l’acqua nella vita reale fa meglio Secondo le risposte inviate durante uno studio con l’applicazione Mappiness, non solo le persone sono più serene quando stanno all’aria aperta, ma sono più felici del 5,2% quando si trovavano vicino a un corpo d’acqua. 5. L’acqua ci riporta al nostro stato naturale L’acqua ci riporta al nostro stato naturale: la vita di ogni uomo comincia nell’acqua, il liquido amniotico che ci avvolge nell’utero, e il nostro corpo da bambini è composto per il 75% da acqua. Invecchiando, questa percentuale scende al 60% ma il nostro cervello, un fluido cerebrospinale chiaro e privo di colore, è ancora acqua per tre quarti e le nostre ossa per il 31%. Addirittura i feti umani, all’inizio dello sviluppo, hanno ancora strutture simili a fessure branchiali. Nichols parla di una 'connessione biologica all’acqua' che sollecita una risposta immediata nei nostri cervelli. I risultati suggeriscono che stare vicino all’acqua potrebbe essere utilizzato come una forma di terapia a basso costo. Ha ragione il libro di Wallace J. Nichols ‘Blue Mind: "Mente Blu, la scienza sorprendente che mostra come stare vicino, sopra, dentro o sotto l’acqua possa renderti più felice, più sano, più connesso e migliore in ciò che fai’’ ritenendo una vacanza al mare salutare che rinfranca lo spirito, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Non per niente esiste una branca della medicina, detta climatoterapia, che studia i diversi bioclimi e gli effetti che gli stessi hanno sugli esseri umani. Secondo le ricerche dell’Università Statale di Milano, per esempio, il bioclima di spiaggia degradante è sedativo, calmante, utile per ristabilirsi da patologie di diversa natura, tra cui infarti, allergie stagionali e addirittura nevrosi depressive.

USA: Tè richiamato dopo test sulla Salmonella. Contaminata solo la polvere di spinaci biologici, un ingrediente del TE'

USA: Tè richiamato dopo test sulla Salmonella. Contaminata solo la polvere di spinaci biologici, un ingrediente del TE' Attenzione al TE' importato dagli Stati Uniti, potrebbe essere contaminato con la salmonella. L’allarme arriva dalla Food and Drug Administration (FDA) che ha appena avviato un’inchiesta al riguardo in collaborazione con la Centers for Disease Control statunitense oltre che i funzionari sanitari locali. Il produttore statunitense, Featured Awareness Corp. of Mesa, AZ è stato costretto a ritirare dal mercato le confezioni di "Boost Tea" contenente un ingrediente biologico di spinaci in polvere acquistato dalla "FutureCeuticals" uno dei piu' grandi produttori e fornitori di ingredienti biologici del Nord America. La probabile contaminazione da Salmonella è stata scoperta durante i test di routine da parte di un cliente terzo di FutureCeuticals. "Siamo stati informati da una fonte affidabile che la polvere biologica degli spinaci prodotta dalla FutureCeuticals è risultata positiva dalla Salmonella nel prodotto di un'altra azienda, ma non nel "Boost Tea" ha dichiarato il responsabile della comunicazione dell'azienda. Boost Tè contiene anche questo ingrediente biologico in polvere agli spinaci prodotto dal fornitore FutureCeuticals. Dopo la notifica da parte del produttore FutureCeuticals alla FDA relativa ai problemi emersi negli spinaci in polvere, l'azienda Featured Awareness Corp. of Mesa, AZ ha eseguito in due laboratori di analisi distinti ed indipendenti, controlli di rotine che hanno confermato la completa assenza di Salmonella nel suo prodotto "Boost Tea". Sulla base della consapevolezza della più profonda preoccupazione che comporta la sicurezza del prodotto, l'azienda produttrice del TE' sta conducendo questo richiamo volontario come misura preventiva. Per evitare il ripetersi di questa rischio, ha rimosso consapevolmente la polvere di spinaci biologici dal "Boost Tè" che sarà disponibile nelle prossime settimane. Il TE' Boost è stato distribuito a livello nazionale ed il prodotto potenzialmente contaminato si riferisce al Lotto n° 022.615 presente sul pannello inferiore del contenitore ed ha una data di scadenza minima "ottobre 2017" stampata sul contenitore. Il TE' è venduto in un contenitore di plastica bianco. La vendita è iniziata intorno al 15 Dicembre 2015. Non e' chiaro se il TE' contaminato sia stato importato anche in Italia, dove per altro sono diverse le societa' che vendono il TE' statunitense. In attesa di una risposta del ministero del Welfare, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invitiamo ad evitare il consumo di TE' importato dagli Stati Uniti, ed in particolare quello proveniente dal Nord America. Anche se il caso di salmonellosi in questione riguarda gli Stati Uniti, è sempre buona norma rinfrescarsi la memoria con quelli che sono i sintomi della patologia, comunque ben nota anche in Italia e legata al consumo di numerosi alimenti. Sono febbre, diarrea e dolori addominali che si sviluppano dopo 12-72 ore dal contagio ecco i sintomi. La malattia dura al massimo una settimana e nella maggior parte dei casi non occorre una terapia specifica. Tuttavia in alcune persone la diarrea ed i dolori sono talmente violenti da costringere il paziente ad un ricovero in ospedale. Senza escludere i casi in cui l’infezione dall’intestino si diffonde nel sangue ed in altri organi. Particolarmente a rischio in tal senso sono i bambini, di età inferiore ai 5 anni, ma anche le persone anziane e quelle con un sistema immunitario compromesso. Per loro, ai primi sintomi è sempre importante un controllo approfondito per una rapida diagnosi.

La Commissione Tributaria Provinciale di Lecce annulla un avviso di accertamento di oltre 150 mila euro a carico dell’Istituto di Vigilanza La Velialpol

La Commissione Tributaria Provinciale di Lecce annulla un avviso di accertamento di oltre 150 mila euro a carico dell’Istituto di Vigilanza La Velialpol Un’importante sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce, la numero 635 depositata l’1 marzo scorso, ha totalmente annullato l’avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate per l’anno 2011 di oltre € 150.000,00, notificato all’Istituto Provinciale di Vigilanza La Velialpol Srl di Veglie. In sostanza, i giudici tributari hanno totalmente accolto il ricorso presentato dall’avvocato Maurizio Villani il 15 dicembre 2014 con il quale il difensore ha dimostrato che la Società aveva tenuto regolarmente le scritture contabili ed inoltre non aveva evaso nulla, fatturando e dichiarando tutti gli importi regolarmente incassati nell’anno 2011. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta di un’importante decisione che dimostra come anche nel merito, molto spesso, sono errati gli accertamenti svolti dal Fisco e dalla Polizia Tributaria.

sabato 12 marzo 2016

Nestlé Purina: richiamati alcuni cibi per cani

Nestlé Purina: richiamati alcuni cibi per cani. "Beneful" e "Pro Plan" non contengono livelli adeguati di vitamine e minerali Nestlé Purina, uno dei sei brand strategici del gruppo Nestlé nel mondo, ha annunciato un richiamo volontario di alcuni alimenti per cani, "Beneful" e "Pro Plan", perché non contengono livelli adeguati di vitamine e minerali. Potenzialmente possono causare gravi problemi di salute per gli animali. I prodotti sono stati richiamati dopo un test interno della Nestlé Purina che ha scoperto che gli alimenti per cane bagnati potrebbero non contenere il livello raccomandato di vitamine e minerali. Inoltre la società, ha comunicato che il cibo per cani è stato prodotto a San Giuseppe, in un'industria della società e venduto negli Stati Uniti, Canada e Porto Rico. Solo alcuni lotti sono interessati dal richiamo mentre gli altri prodotti non coinvolti possono essere mangiati dai vostri animali con serenità. La lista delle marche e dei prodotti ritirati dal mercato si trova sul sito dell'azienda. L'azienda sta offrendo un rimborso. Per ogni informazione è possibile chiamare il numero 1-800-877-7919. In Italia non è stata data la notizia. Il Ministero per la salute comunque dovrebbe diramare una circolare affinché le ASL controllino i petshop. La Nestlé Purina ha stabilimenti di produzione in diversi parti del mondo. Potenzialmente potrebbero comunque essere coinvolte altre marche anche in Italia poichè potrebbero giungere in Italia questi prodotti sfusi per poi essere inscatolati. Il condizionale tuttavia è d'obbligo, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” e si prega di prestare la massima attenzione agli acquisti via internet anche su siti stranieri e negozi online come Pet360, Amazon e Walmart e a quanto acquistato da ora ai prossimi mesi. Come gia' detto, nessun prodotto dovrebbe giungere nei nostri negozi, perché i prodotti già in viaggio verso l'Europa dovrebbero essere stati bloccati e rispediti indietro. Di nuovo, una cautela nella verifica di quanto acquistato non è mai troppa.

India: incidente alla centrale nucleare di Kakrapar nello Stato di Gujarat.

India: incidente alla centrale nucleare di Kakrapar nello Stato di Gujarat. "Non è una piccola fuga" la perdita di acqua radioattiva dal reattore della centrale Il nucleare torna a scuotere l'Asia, creando ancora una volta una certa agitazione e preoccupazione, dal momento che l’Agenzia per la sicurezza nucleare, l'Atomic Energy Regulatory Board (Aerb), ha fatto sapere della fuoriuscita di liquido refrigerante radioattivo dal reattore di una centrale nucleare. Un team di ispettori indiani è pronto a entrare nel reattore dell'unità n.1 della centrale di Kakrapar nello Stato di Gujarat, fermatosi automaticamente ieri per una perdita di liquido refrigerante radioattivo. "In qualunque momento a partire da ora, ha dichiarato il direttore dell'impianto, L.K. Jain, potremmo entrare nell'edificio che ospita il reattore (KAPS-1) per localizzare il punto in cui si è prodotta la fuoriuscita di liquido che ancora continua. Siamo impegnati nei preparativi preliminari".Dopo aver ammesso che "non si tratta di una piccola fuga", ha aggiunto che "al momento stiamo mantenendo il raffreddamento del nucleo. E sottolineiamo che non si registrano incrementi nei livelli delle radiazioni".Da parte sua il presidente dell'Atomic Energy Regulatory Board (Aerb), Shiv Abhilash Bhardwaj, ha assicurato che "tutti noi siamo sollevati del fatto che non vi sia un incremento della radioattività. Il reattore è stabile dal punto di vista della sicurezza e teoricamente il team di ispettori può entrare nell'edificio che lo ospita per svolgere le sue indagini". Infine la Coalizione per il disarmo nucleare e la pace ha rivolto un appello affinché le autorità assicurino la protezione dei lavoratori che hanno operato nell'unità n.1 e che potrebbero essere entrati in contatto con acqua pesante trasformatasi in radioattiva dopo aver assorbito isotopi di trizio. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti" la lezione di Fukushima non è stata appresa e molti degli impianti restano profondamente insicuri. Dopo la tripla catastrofe dell’11 marzo 2011, il terremoto, lo tsunami e l’incidente nucleare di Fukushima ci si è chiesti se l'Europa corresse un pericolo, ma i media ci hanno tranquillizzato..In realtà, ben poco si sa su quanto sta accadendo in Giappone e sulle reali conseguenze nel resto del mondo tranne alcune ripercussioni che sono ben visibili attraverso le gravi malformazioni delle farfalle. Una scoperta resa possibile dal lavoro della ricercatrice giapponese Chiyo Nohara, scomparsa pochi mesi fa. Subito dopo l'incidente la ricercatrice aveva immediatamente proposto di studiare gli effetti della fuga radioattiva sui lepidotteri. Nel maggio 2011 i ricercatori raccolsero un certo numero di licenidi, un tipo di farfalle, , nelle città di Fukushima e Motomiya (a circa una sessantina di chilometri dal reattore nucleare). Già sul posto si resero conto che le ali di questi esemplari erano più piccole di quelle delle altre farfalle. Di ritorno a Okinawa, i ricercatori allevarono, a partire dalle farfalle contaminate, una nuova generazione in laboratorio. Vi scoprirono rapidamente dei ritardi nella trasformazione in crisalide e nella schiusa, come pure delle malformazioni. Queste ultime erano particolarmente frequenti per i licenidi che si trovavano nelle vicinanze del reattore. Le farfalle della seconda generazione erano contrassegnate da malformazioni ancora più grandi. Gli studi compiuti dal gruppo di ricercatori sono stati pubblicati nel 2012 sulla rivista scientifica Nature.

Virus Zika: via libera in linea di principio a rilasciare le zanzare geneticamente modificate contro Zika

Virus Zika: via libera in linea di principio a rilasciare le zanzare geneticamente modificate contro Zika. La zanzara "Aedes aegypti" prodotto OGM da parte della società britannica Oxitec sviluppata dall'azienda biotecnologica Oxitec trasporta un gene che riduce in modo significativo la loro vita. La Food and Drug Administration (FDA) in un documento pubblicato sul suo sito web, ha annunciato che zanzare OGM saranno rilasciate in Florida, con la speranza di poter limitare la diffusione del virus Zika. Queste zanzare maschi battezzati "OX513A" probabilmente non creano alcun rischio di allergie per gli esseri umani, gli animali o l'ambiente. Questa zanzara "Aedes aegypti" prodotta dall'azienda biotecnologica Oxitec, geneticamente modificata per combattere la febbre dengue. Gli scienziati hanno inserito nel corredo cromosomico dell'insetto un gene che impedisce la sopravvivenza delle nuove generazioni: la soluzione è stata testata con successo in Brasile e i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista PLOS Neglected Tropical Diseases. Questo ha l'effetto di eliminare popolazioni di zanzare selvatiche che sono i principali vettori di malattie infettive come Zika, dengue, chikungunya e il virus del Nilo occidentale. A oggi non esiste una vaccinazione efficace: per questo motivo la strategia di prevenzione si basa sull'eliminazione delle zanzare e sulla bonifica degli habitat in cui esse proliferano. La tecnica di controllo progettata dalla Oxitec punta a sopprimere le zanzare nei primi stadi di sviluppo. I biotecnologi hanno ingegnerizzato alcuni maschi di Aedes aegypti introducendo nel loro DNA un gene che codifica per una proteina tossica. Dopo l'accoppiamento con un comune esemplare di sesso femminile, la mutazione viene trasmessa ai figli, uccidendoli prima che siano in grado di veicolare il virus. In laboratorio la produzione della tossina viene bloccata attraverso la somministrazione di un antibiotico, motivo per cui una volta messi in libertà i maschi sopravvivono per breve tempo. Tra il 2011 e il 2012 sono stati condotti una serie di test a Juazeio, nel nord-est del Brasile, dove la dengue risulta in aumento (circa 1 milione di casi nei primi 6 mesi del 2015, dati WHO). Nello specifico, la zanzara ogm è stata introdotta nei quartieri a basso reddito dove, secondo i dati messi a disposizione dai funzionari locali, i tassi di infezione sono molto più alti che altrove. Nel corso di un anno i ricercatori hanno monitorato l'andamento riproduttivo delle zanzare, tenendo sotto stretta osservazione le uova grazie a un marcatore genetico fluorescente, in pratica, un pezzo di DNA facilmente riconoscibile. I dati raccolti hanno evidenziato l'efficacia del gene killer, che nell'area scelta per lo studio ha portato una diminuzione del 95% del numero di Aedes aegypti. La FDA ha deciso di sottoporre immediatamente questa decisione al parere delle diverse parti, al fine di decidere nel più breve tempo possibile, in quanto con l'arrivo dell'estate negli Stati Uniti le uova delle zanzare si schiudono e si moltiplicano. La FDA ha fatto affidamento su una valutazione di impatto ambientale presentata dall'azienda Oxitec, che è diventata una sussidiaria dell' American Intrexon biotecnologie. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, nonostante sia presto per abbandonarsi a facili entusiasmi, per la Oxitec si tratta di un importante passo avanti, che fa seguito ai primi promettenti risultati ottenuti nel 2010 con un test preliminare nelle isole Cayman. Il successo del progetto sarà necessariamente legato alla possibilità di spegnere i focolai di proliferazione delle zanzare su vasta scala, un obiettivo che deve però fare i conti le leggi della genetica, che impediscono di sapere con certezza se un gene verrà trasmesso da una generazione all'altra.

CTP Lecce. Annullata cartella esattoriale nei confronti del Comune di Alliste di quasi 60mila euro e condannata alle spese l’Agenzia delle Entrate

CTP Lecce. Annullata cartella esattoriale nei confronti del Comune di Alliste di quasi 60mila euro e condannata alle spese l’Agenzia delle Entrate Con la sentenza 726 depositata l’11 marzo, la Commissione Tributaria Provinciale di Lecce, ha annullato una cartella esattoriale di quasi 60mila euro notificata al Comune di Alliste (Le) per un credito IVA non riconosciuto relativo all’anno 2011 a seguito di un ricorso presentato dall’avvocato Maurizio Villani per conto dell’ente salentino. I giudici tributari, hanno censurato il comportamento del Fisco che ha provveduto all’iscrizione a ruolo delle somme rideterminate senza seguire la procedura prevista nel caso di specie. Si legge, infatti, nella decisione che “la diretta iscrizione a ruolo della maggiore imposta ex artt. 36 bis DPR 600/1973 e 54 bis DPR 633/1972 è ammissibile, e può evitare l'attività di rettifica, quando il dovuto sia determinato mediante un controllo della dichiarazione meramente cartolare , sulla base dei dati fomiti dal contribuente, o di una mera correzione di errori materiali o di calcolo. Con tali modalità non possono, invece, risolversi questioni giuridiche o esaminarsi atti diversi dalla dichiarazione stessa (senza previamente contestare al contribuente il relativo accertamento con il prescritto avviso) (cfr. Cass. n. 5318/2012, n. 14070/2011, n. 12762/2006). Nella specie, ripetesi, la negazione del credito IVA non può essere ricondotta al mero controllo cartolare, in quanto implica verifiche e valutazioni giuridiche (disconoscimento delle dichiarazioni IVA ripresentate perché ritenute tardive e negazione del credito iva siccome ricalcolato in difetto di verifica dello stesso attraverso le scritture contabili) sì da ritenere il disconoscimento del credito IVA e la iscrizione della conseguente maggiore imposta illegittimi laddove non preceduti dalla emissione di motivato avviso di rettifica.” Nella fattispecie, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’Agenzia delle Entrate è stata anche condannata al pagamento delle spese di lite in favore del difensore pari ad € 4.000 oltre accessori.

Allergene non dichiarato nella "Nutella" della Ferrero

Allergene non dichiarato nella "Nutella" della Ferrero. Presenza accidentale di tracce di sostanze non dichiarate in etichetta. "Potrebbe causare gravi rischi per la salute". Lo segnala oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco Attraverso un avviso pubblicato sul sito web, l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco ha annunciato che è stato disposto il ritiro dalla vendita della "Nutella" vasetti da 1000 grammi. Il motivo del ritiro, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,è la presenza di sostanze non dichiarate in etichetta, emerso nel corso di un controllo di routine interno da parte degli esperti dell' azienda alimentare. Il prodotto potrebbe infatti scatenare allergie nei consumatori che soffrono di ipersensibilità alle nocciola, latte scremato in polvere e soia, per la presenza accidentale di tracce indesiderate di questi componenti nel prodotto messo in vendita ma non riportato nella lista degli ingredienti. Ad essere coinvolto sono i Lotti prodotto: L032 e L033 con scadenza 31.01.2017 e data 01.02.2017, che sono stati distribuiti nei punti vendita dei supermercati in Germania. L' elenco degli ingredienti completo è: Zucchero, olio di Palma, nocciole (13%), cacao magro, latte scremato in polvere (7,5%), emulsionante lecitina (soia), vanillina. Come si legge sul sito, FERRERO precauzionalmente ha già attivato le procedure di ritiro del prodotto dalla vendita. I consumatori allergici alle nocciola, latte scremato in polvere e soia sono però invitati a non consumare il prodotto. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza alle arachidi. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare senza problemi il prodotto. Non e' chiaro se il prodotto interessato, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sia stato distribuito anche in Italia. In ogni caso invita i consumatori ad astenersi dall’acquisto dei lotti interessati ricordando a chi soffre di allergie, che in caso di ingestione accidentale, può andare incontro a gravi reazioni anafilattiche che possono mettere in pericolo la vita. Inoltre per chi ha già effettuato la relativa spesa a non utilizzare il prodotto e a riconsegnare le confezioni al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione.

venerdì 11 marzo 2016

Diabete: gli adolescenti che dormono poco rischiano di più

Diabete: gli adolescenti che dormono poco rischiano di più. A rischio gli adolescenti con meno di sei ore di sonno. Studi americani rivelano che le abitudini degli adolescenti minacciano sempre più la loro salute. Stare svegli fino a tardi giocando ai videogiochi, guardando la TV, guardando il cellulare o studiando potrebbe essere un fattore che aumenta il rischio di diabete, secondo uno studio della North American Institute of diabetes and digestive diseases and kidney. Trascorrere lunghe ore durante la notte svegli altera i livelli di cortisolo e dell'ormone della crescita, aumentando lo stress che influenza il metabolismo, alterando i livelli di insulina, motivo principale che mette a rischio di resistenza all'insulina e altri problemi di salute. Il sonno a onde lente è una fase importante del sonno, ed è coinvolta nel consolidamento della memoria e nel recupero dopo la privazione del sonno. In adolescenza, questa fase riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo. Nello studio gli esperti hanno arruolato un campione di 700 bambini dai 5 ai 12 anni, e li hanno seguiti per un periodo di 8 anni. Analizzando i dati raccolti, sarebbe emerso che, nei ragazzi, una maggiore perdita di SWS tra l'infanzia e l'adolescenza era significativamente associata ad insulino-resistenza, aumento del grasso addominale e problemi dell’attenzione. Tale connessione non sarebbe stata però identificata nelle ragazze. Ulteriori studi sono necessari per replicare questi risultati, soprattutto in altre fasce di età spiegano giustamente gli esperti, che aggiungono che, nel frattempo, quello che possiamo fare è mantenere un buon programma di sonno. A sua volta, un'altra indagine, questa volta presso l'Università di Pittsburgh, ha preso in esame più di 240 adolescenti e ha scoperto che quelli che dormivano meno ore tendono a sviluppare una resistenza di insulina superiore a quelli che dormivano più; i test sono stati effettuati con i campioni di sangue. Secondo questo studio gli adolescenti che dormono meno di sei ore a notte hanno il 20 per cento di probabilita' in piu' di essere obesi dopo i 20 anni. Al contrario di chi dorme otto o piu' ore a notte. Secondo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” una dieta adeguata, evitando l'uso di dispositivi elettronici al crepuscolo, creare un ambiente in camera e stabilire un programma regolare di sonno, sono solo alcuni dei consigli che sono raccomandati per ridurre questi rischi negli adolescenti. Il messaggio per i genitori e' quello di assicurarsi che i loro figli adolescenti facciano piu' di otto ore di sonno a notte.