sabato 27 ottobre 2007

Truffe on-line:Italia dei Valori propone l'istituzione di una Polizia Europea

Truffe su internet ed in particolare sul sito di aste on-line “E-bay”: cittadini ci segnalano possibili organizzazioni criminali transazionali che utilizzano la rete per i loro profitti illegittimi.
Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA propone l’istituzione di una Polizia Europea che vigili sulla sicurezza del web.

Ci giungono con frequenza quotidiana segnalazioni di cittadini truffati on-line specie utilizzando il sito di aste commerciali “E-Bay”.
Sono sempre più i cittadini salentini che utilizzano il web per effettuare acquisti e transazioni, ma con l’aumento delle transazioni economiche on-line si accrescono proporzionalmente anche le frodi: siti clonati, e-mail contraffatte, casi di “phishing”(il fenomeno mediante il quale malintenzionati si fingono istituti bancari per carpire informazioni personali come account e password del correntista,), frodi sugli acquisti effettuati in rete.
Il problema più grave ed irrisolto è che la nostra Polizia Postale pur operando con dispendio di grandi energie e risorse umane per la incredibile mole di lavoro a cui è sottoposta si scontra con la ovvie difficoltà che la gran parte delle frodi vengono architettate e gestite dall’estero e che i colpevoli sono difficilmente rintracciabili al di fuori del territorio dello Stato.
Restano quindi impuniti i responsabili della maggior parte delle truffe che trovano ormai sempre più terreno fertile nella virtualità della rete: non è un azzardo sostenere, infatti, che stiano proliferando vere e proprie organizzazioni criminali transazionali che utilizzano il web per i loro profitti.
Ci sono giunte segnalazioni di cittadini frodati attraverso transazioni perfezionate in Spagna od in Inghilterra: di seguito riportiamo una significativa testimonianza di un cittadino salentino.
Per questi motivi, il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, propone l’istituzione di una Polizia Europea che vigili sulla sicurezza del web e che si coordini attivamente con le Polizie degli Stati membri dell’Unione.
Lecce, 28 ottobre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA




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Sede Provinciale “Itala dei Valori” di Lecce - via P. Bax n. 8 - 73100 LECCE
Tel. 388/9411240 - e mail: dagatagiovanni@virgilio.it

sabato 20 ottobre 2007

Multa autovelox:monito dell'ANCI

Più trasparenza da parte delle amministrazioni comunali nell’utilizzo dei servizi di autovelox: il Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, segnala un importante nota dell‘ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni), sulle modalità di affidamento in appalto a società terze dei servizi di rilevamento della velocità: l’accertamento delle infrazioni può essere svolto solo dagli organi di polizia stradale e le ditte appaltatrici non possono percepire percentuali sulle multe.

Come a molti automobilisti è tristemente noto, molte amministrazioni comunali sono solite utilizzare apparecchiature autovelox in appalto a ditte fornitrici per la rilevazione della velocità nei propri territori.
Non è raro, infatti, che tali apparecchiature vengano istallate su autovetture non di proprietà dei Comuni, che affidano in appalto il servizio a società terze le quali dovrebbero svolgere solo le operazioni diverse dall’accertamento che spetta, in maniera esclusiva, solo agli Organi di polizia stradale, come il Codice della Strada prevede.
Ai fini della trasparenza e del corretto agire amministrativo, le procedure di rilevazione ed accertamento dovrebbero essere svolte, quindi, dai soli organi deputati a farlo, mentre l’utilizzo improprio di autovetture cosiddette “civetta” di proprietà di società appaltatrici che ospitano a bordo operatori diversi dagli agenti di polizia municipale sembrerebbe un’attività a dir poco impropria e irrispettosa di quelle regole fondamentali dettate dal codice della strada ma ancor più del corretto agire e della trasparenza amministrativa.
La suindicata prassi a dir poco scorretta, se non illegale, è stata più volte segnalata anche in alcuni Comuni della Provincia di Lecce, dallo “Sportello dei Diritti” di cui è delegato l’assessore Carlo Madaro.
L’ultima nota dell’ANCI, di seguito riportata, che ha un valore meramente persuasivo, illustra in maniera illuminante le modalità di svolgimento dell’attività di rilevazione con autovelox mediante apparecchiature in appalto e l’entità del corrispettivo da versare alle società appaltatrici, il quale per ovvie ragioni non dovrebbe essere costituito da una percentuale sull’importo delle multe.
Lecce, 21 ottobre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA


Esternalizzazione servizio velox - Comunicato ANCI del 05-10-2007

Circolazione stradale - Servizio di accertamento delle violazioni al CdS: nota ANCI

A seguito di numerose richieste pervenute all’Associazione sulla possibilità di ricorrere alla procedura d’appalto per l’affidamento del servizio di accertamento delle violazioni al CdS mediante l’utilizzo di apparecchiature fisse di rilevazione delle infrazioni, l’ANCI precisa che “l’accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale ricade tra le attività previste dall’art. 11 comma 1 lettera a), del Codice della Strada e costituisce servizio di polizia stradale. Come tale – si legge nella nota - non può essere delegata a terzi, pena la nullità giuridica degli accertamenti. Il comma 4 dell’art. 345 del Regolamento di attuazione del nuovo Codice della Strada prevede espressamente la “gestione diretta” da parte degli Organi di polizia stradale delle apparecchiature destinate al rilevamento delle infrazioni, nulla dice sulla natura del titolo o del possesso.
E’ pertanto legittimo procedere al noleggio di apparecchiature, debitamente omologate, prevedendo a carico della ditta appaltatrice anche attività puramente manuali quali ad esempio le operazioni di manutenzione, purché le stesse apparecchiature siano nella disponibilità dell’Organo di polizia stradale.
Resta ferma la responsabilità di tale Organo su tutte le operazioni che concorrono alla formazione dell’atto pubblico, quali la convalida dell’accertamento e la sottoscrizione del verbale, nel rispetto delle disposizioni che tutelano la riservatezza.
Possono invece essere affidate a terzi o svolte sotto il diretto controllo degli Organi di polizia stradale le attività puramente manuali quali rimozione e sostituzione dei rullini, sviluppo e stampa dei fotogrammi, masterizzazione dei dati relativi, la preparazione degli atti di notifica, ferma restando la notificazione nelle forme fissate dall’art. 201, comma 3, CdS.
Qualora le operazioni di sviluppo e stampa di fotogrammi siano affidati a privati, devono essere rispettate le disposizioni del garante della privacy, fatte proprie dal Ministero dell’Interno e diramate con circolare prot. n. M/2103/A del 16 marzo 1999.
Per quanto attiene il corrispettivo da riconoscere all’aggiudicatario dell’appalto, si suggerisce di seguire la strada della quantificazione in base al costo che dovrà essere sostenuto per ogni singola operazione effettuata.
Si deve tener conto infatti che le attività che conseguono all’accertamento di una violazione al Codice della Strada, rientrano tra “le spese di accertamento” e come tali, essendo agevole la quantificazione analitica dei costi, è possibile individuare preventivamente il corrispettivo da riconoscere all’impresa appaltante.
Ogni soluzione vincolata al riconoscimento di una somma percentuale per ogni sanzione amministrativa accertata, a prescindere dall’entità, contribuirebbe inevitabilmente ad alimentare dubbi sulle finalità delle attività di cui si parla.
Se si tiene conto inoltre che, nel caso di accertamento di violazioni ai limiti di velocità, a fronte di una identica attività potrebbero essere corrisposte somme enormemente diverse tra loro perché commisurate all’entità del superamento del limite, la conseguenzialità della scelta da effettuare sembra essere scontata. Diversamente ci potrebbe essere non solo un profilo di responsabilità amministrativa in quanto diventa difficile giustificare il pagamento di corrispettivi così onerosi e diversi tra loro senza una motivazione plausibile, ma anche una limitazione della capacità di intervento della Pubblica Amministrazione per migliorare le condizioni di sicurezza della circolazione stradale, così come previsto dall’art. 208 del Codice della Strada”.

domenica 14 ottobre 2007

Nuova emergenza microcriminalità: i parcheggiatori abusivi

Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA rilancia il problema microcriminalità a Lecce.
Sono infatti pervenute segnalazioni da parte di cittadini “perseguitati” dai parcheggiatori abusivi che imperversano nelle strade del centro di Lecce (viale Marconi, viale dello stadio altezza del “Centrum”, piazza Libertini, ecc…).
Al rifiuto di pagare la sosta dell’auto prima ti tolgono i tappi dai copertoni (se la sosta è di breve durata) altrimenti ti tagliano le ruote (vedi foto in allegato).
Visto che tutto avviene nelle ore notturne al cittadino non rimane altro che rimuovere l’autovettura portandola con le ruote a terra lontano da quell’area per evitare di lasciarla in balìa di questi balordi provocando ulteriori danni ai cerchi. Presentare la denuncia all’autorità è praticamente inutile perché è nei confronti di ignoti.
Forse è necessario cha la Polizia Municipale svolga con più vigore le funzioni di Vigilanza del territorio comunale non essendoVi al momento altre alternative per perseguire questi reati.

giovedì 11 ottobre 2007

Conflitto d'interessi al vertice del sistema sanitario pugliese? Quali benefici per gli ammalati ed utenti del servizio!

Quali benefici per gli ammalati ed utenti del servizio sanitario se vi sarebbe un conflitto d’interessi al vertice del sistema sanitario pugliese?
Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA chiede immediata trasparenza e che si fughi ogni ragionevole dubbio.
La soluzione: sgombrare il campo da ogni conflitto di interessi per garantire trasparenza e rispetto del corretto agire amministrativo con l’unico scopo di consentire un’effettiva tutela degli ammalati e degli utenti del servizio.

La sanità e la politica pugliesi sono scosse dalla vicenda, ormai nota, del conflitto d’interesse sollevato dal coordinatore regionale di Italia dei Valori, nei confronti dell’Assessore Regionale, Alberto Tedesco, ed i rapporti con alcune aziende che sarebbero riconducibili a relazioni di parentela, ma lo sono ancor di più gli ammalati e gli utenti del servizio sanitario che avevano sperato in un cambio radicale del sistema quando andarono alle urne due anni e mezzo fa per modificare il Governo e la rotta di questa Regione in tema di sanità.
La questione conflitto d’interessi da una parte, e amministrazione e qualità del sistema sanitario dall’altra, sono problemi che cozzano inevitabilmente e frontalmente con i diritti degli ammalati e degli utenti, i quali sarebbero evidentemente lesi da una gestione poco trasparente che gioco-forza non potrebbe non far caso ad interessi particolaristici e che si pongono su un piano nettamente separato da quelli della collettività.
E’ a tutti chiaro, e non bisogna essere degli economisti per capirlo, che qualsiasi servizio libero da condizionamenti, nella normalità delle cose opera nell’interesse dei serviti.
Italia dei Valori, quindi, non ha alcun interesse ha puntare il dito contro qualcuno, ma ha nel suo Dna, come principi fondamentali e fondativi, il rispetto delle regole democratiche e del corretto agire amministrativo, la lotta ad ogni conflitto d’interesse o trust, tutti principi fondamentali per garantire l’interesse della collettività e della cittadinanza.
Per questi motivi, in qualità di componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, il sottoscritto chiede che venga fatta immediata chiarezza sulla vicenda e su ogni conflitto d’interesse all’interno della Regione, al fine di sgombrare il campo da ogni ragionevole dubbio e garantire trasparenza e rispetto del corretto agire amministrativo con l’unico scopo di consentire un’effettiva tutela degli ammalati e degli utenti del servizio, nel rispetto degli impegni elettorali presi dal Presidente Vendola nei confronti dell’elettorato pugliese.
Lecce, 11 ottobre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

domenica 7 ottobre 2007

Commissione interministeriale termovalorizzatori ed energie alternative

Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, propone la costituzione di una commissione tecnico-scientifica interministeriale presso i Ministeri della Salute, dell’Ambiente dello Sviluppo economico e delle Attività Produttive, che valuti i rischi per la salute dei cittadini connessi centrali termoelettriche a combustibili fossili e termovalorizzatori – inceneritori e indichi la via per alternative ecocompatibili.
Sono ormai anni che per risolvere i problemi energetici del Nostro Paese si discute sull’opportunità di creare nuove centrali termoelettriche a combustibili fossili o addirittura di utilizzare i rifiuti solidi urbani attraverso termovalorizzatori – inceneritori.
La questione energetica cozza inevitabilmente con quelle ambientali e sui rischi per la salute dei cittadini.
Infatti, come è ormai noto ai più, la creazione di imponenti centrali termoelettriche a carbone o che si alimentano dai derivati del petrolio ha comportato un aumento in alcune zone del Paese dell’incidenza di tumori e di malattie alle vie respiratorie con conseguenti notevoli costi per tutta la società.
Solo per fare un esempio, da indagini della Direzione Qualità della Vita del Ministero dell'Ambiente e validate dall'Arpa risulta che nel Nord Salento che è interessato dagli indubbi influssi dell’emissioni della centrale a carbone di Cerano a ridosso delle province di Brindisi e Lecce, la città di Lecce, apparentemente estranea ad un coinvolgimento diretto, sia invece segnata dal peggiore dei primati, che più di un attore ha messo in legame frontale con la centrale brindisina: si tratta delle incidenze neoplastiche diffuse dal Registro tumori jonico - salentino.
La classifica delle tre province del Salento vede Lecce al primo posto con un'incidenza dell11,8% dei casi di tumore alle vie respiratorie, seguita in modo tutt'altro che scontato dai due poli industriali del territorio, Brindisi (9,3%) e Taranto (8,3%).
Discorso analogo va riportato per quella che da alcuni è ritenuta l’ultima frontiera dello smaltimento dei rifiuti, la creazione dei famigerati termovalorizzatori, che ha ottenuto il placet di alcune amministrazioni regionali e di alcuni ambienti governativi nell’intento di risolvere l’emergenza ambientale dei rifiuti con il duplice fine di eliminare i rifiuti e di creare contemporaneamente energia utilizzabile, quando invece, da una parte tali siti sarebbero produttivi di scorie, specie aeree, dannosissime per la salute mentre dall’altra le soluzioni parrebbero sotto gli occhi di tutti a partire da un’ampia campagna nazionale sulla raccolta differenziata.
Ebbene, ad oggi, pur essendo evidente che tale politica “ambientale - energetica” comporterebbe un ulteriore aggravio dell’aumento di gravi malattie nelle zone dove verrebbero a crearsi questi nuovi siti e non solo, perché gran parte della comunità scientifica mondiale è giunta a risultati molto spesso negativi ed intollerabili per la salute pubblica, ci scontriamo con la difficoltà di reperire dati ufficiali di fonte statale per chiarire una volta per tutte se il Nostro Paese può realmente concedersi la creazione di questi siti o se si debbano una volta per tutte abbandonare queste strade per la ricerca di soluzioni ecocompatibili e definitive in tema di energia e di smaltimento dei rifiuti.
Inoltre, non crediamo che per tentare di risolvere un’emergenza ambientale o energetica se ne debba per forza di cose creare un’altra dall’incidenza negativa sulla popolazione e sulla vita dei cittadini, forse maggiore, specie a lungo termine.
Per queste ragioni, il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, propone la costituzione di una commissione tecnico-scientifica interministeriale presso i Ministeri della Salute, dell’Ambiente dello Sviluppo economico e delle Attività Produttive, che valuti i rischi per la salute dei cittadini connessi a centrali termoelettriche a combustibili fossili e termovalorizzatori – inceneritori e indichi la via per alternative ecocompatibili.
Lecce, 08 ottobre 2007
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA