venerdì 31 agosto 2012

Un nuovo passo avanti nella scoperta della cura della malaria. Gli scienziati vicino alla creazione di un vaccino universale per curare tutti i ceppi


Un nuovo passo avanti nella scoperta della cura della malaria. Gli scienziati vicino alla creazione di un vaccino universale per curare tutti i ceppi della malattia infettiva

I ricercatori dell'Università di Città del Capo hanno scoperto un trattamento, chiamato Maggio, MMV390048 che potrebbe potenzialmente essere in grado di bloccare la trasmissione della malaria da persona a persona.
Ad oggi i trattamenti convenzionali multi farmaco contro la malaria funzionano solo per un breve periodo di tempo, poichè il parassita della malaria diventa resistente ai loro effetti.
Tuttavia, il team dell’UCT guidato dal Professor Kelly Chibale ha dichiarato che il nuovo trattamento ha 'ucciso questi parassiti resistenti all'istante' durante 18 mesi di esperimenti.
Naledi Peruzzo, il ministro della scienza e tecnologia del Sud Africa, ha dichiarato: ' questa è una significativa vittoria nella battaglia con lo scopo di alleviare il peso della malattia nel subcontinente. Chiaramente la guerra su questa malattia non è ancora vinta, ma sono felice dal ruolo che i nostri eccellenti scienziati hanno giocato in questa pietra miliare nella ricerca di una potenziale cura per la malaria e della relativa trasmissione della malattia'.
Il promettente nuovo composto si è dimostrato particolarmente potente nelle fasi del ciclo di vita del parassita della malaria, motivo per cui potrebbe interrompere la diffusione della malattia tra le popolazioni umane.
Collaborano con gli scienziati dell'Università di Cape Town i ricercatori della fondazione governativa no profit Medicine for Malaria Venture istituita in Svizzera.
Finora ha mostrato una completa guarigione degli animali infettati con parassiti della malaria in una singola dose dato oralmente e quindi ha il potenziale di curare milioni di persone. È anche attivo contro un ampio pannello di ceppi resistenti.
Nonostante l’impegno profuso dal secondo dopoguerra ad oggi nella lotta contro la malaria, questa malattia è ancora stabilmente presente nelle fasce intertropicali dei due emisferi, interessando 4 continenti tra cui l’Europa. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), pubblicati a dicembre 2011 nel World Malaria Report 2011 (pdf 15 Mb), sono circa 216 milioni i casi di malaria stimati nel mondo nel 2010 e circa 655 mila i decessi, l’86% dei quali tra bambini di età inferiore ai 5 anni. Dai dati emerge che la maggior parte dei casi di malattia (81%) e dei decessi (91%) sono stati registrati nella Regione africana (WHO AFRO), seguita dal Sud-Est Asiatico (WHO SEARO, con il 13% e il 6% rispettivamente) e dalla Regione del Mediterraneo orientale (WHO EMRO, con il 5% e il 3%).
I casi di malaria attualmente registrati in Italia sono di “importazione”, sono cioè casi di malaria contratti all’estero, in zone malariche, da viaggiatori internazionali.
Per quanto riguarda la malaria di importazione, la maggior parte dei casi sono segnalati in Europa occidentale, specialmente all’interno dell’Unione europea (in particolare in Francia, Regno Unito, Germania e Italia). Ogni anno, infatti, all’interno della Ue sono segnalati tra i 10 mila e i 12 mila casi di malaria di importazione, anche se è probabile una sottostima.
Il numero degli immigrati e dei turisti stranieri tra i malati di malaria da P. falciparum è rimasto alto dal 2003. Gli europei costituiscono il 32% circa dei casi del 2007, dove con il termine “europei” si intendono le persone nate in Europa. Per quanto riguarda i motivi di viaggio, la visita a familiari e amici è stata la ragione principale dei casi tra gli immigrati (76,4%). Un numero considerevolmente alto tra i pazienti europei erano in viaggio d’affari (10,4 %) o in visita ai parenti e amici (25,7%) o per motivi umanitari (11,8%).
I sintomi della malaria includono febbre, brividi, artralgia (dolore articolare), vomito, anemia (causata da emolisi), emoglobinuria, danni alla retina, e convulsioni. Il sintomo classico della malaria è comparsa ciclica di freddezza improvvisa seguita da rigore e poi la febbre e sudorazione della durata di 4-6 ore
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” se tutto andrà bene, la speranza di arrivare ad un vaccino universale contro la malaria non è più così lontana. I risultati della sperimentazione del nuovo preparato sono positivi, ma è necessario attendere ancora per avere ulteriori conferme prima della commercializzazione.

Sicurezza stradale: il pericolo occulto dello spartitraffico nelle città per gli automobilisti


Lo “Sportello dei Diritti” riceve continuamente segnalazioni relative a possibili situazioni di pericolo occulto sulle strade.
Una serie interminabile di lamentele che riguardano il mancato rispetto da parte degli enti gestori o custodi delle strade delle più elementari indicazioni normative e regolamentari di posizionamento della segnaletica, della costruzione di rotatorie o delle stesse vie urbane o extraurbane che siano.
È vero che nella gran parte dei casi d’incidente stradale è colpa della guida imprudente di automobilisti distratti, ma è anche vero che a volte sono le caratteristiche delle strade o la segnaletica posizionata non correttamente ad essere cause esse stesse di pericoli per chi percorre le vie nostrane.
L’ennesima prova di quanto sottolineato da Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” è data dagli scatti effettuati con un telefonino da un automobilista ove si evince come uno spartitraffico appena posizionato in pieno centro urbano a Lecce sulla via San Domenico Savio e relativo segnale stradale siano stati letteralmente “cavalcati” dalle autovetture che ci hanno marciato sopra nonostante la notevole altezza rispetto al manto stradale, anche perché difficile da vedere il paletto grigio metallico in ore notturne, mancando la necessaria segnalazione luminosa.
A tal proposito è utile far presente la sentenza n. 26736 del 13 dicembre 2011, emessa dalla terza sezione civile della Suprema Corte, che aveva rinviato una causa alla Corte d'Appello di Milano perché i giudici di merito non avevano adeguatamente motivato il diniego della responsabilità del Comune di Milano. Secondo gli ermellini, doveva essere indagata meglio la pericolosità di uno spartitraffico sulla cui testata era fissato un paletto metallico che causò la perdita di una gamba per il motociclista.
Prima che accadano fatti più gravi degli incidenti che sovente accadono e che vedono le autovetture salire su tali “barriere” specie di notte ed in situazione di scarsa visibilità, Giovanni D’Agata chiede un intervento tempestivo delle amministrazioni comunali, nel caso di specie quella di Lecce, affinché elimini ogni potenziale fonte di minaccia per la sicurezza stradale nelle vie cittadine.

giovedì 30 agosto 2012

Sanità pubblica: allarme prototheca per la presenza nel latte crudo erogato tramite distributori automatici


Alcune riviste scientifiche veterinarie ne parlano da anni come un rischio per gli animali ma anche per la salute umana anche se ad oggi le istituzioni che si occupano di zooprofilassi sembrano voler sottacere i rischi connessi alla diffusione di una particolare tipo di alga unicellulare: la prototecha. Di questi organismi incolori simili a lieviti, di cui ne esistono cinque diverse specie la P. moriformis, P. stagnora, P. ulmea, P. wickerhamii e P. zopfii. gli ultimi due tipi sono responsabili di infezioni cutanee in campo umano e veterinario.
Le Prototheca, infatti, possono colonizzare la cute umana, le coane nasali, il tratto respiratorio e l'apparato digerente. Penetrano nel corpo umano attraverso le ferite cutanee e le lesioni delle mucose in conseguenza del contatto con le acque contaminate. Nelle letteratura medica le lesioni sono descritte come diffuso eritema, paule, pustole vescicolose, ulcerazioni, noduli, forme erpetiche o eczematose localizzate soprattutto nell'estremità. Possono prodursi dolorabilità, rigonfiamento dei tessuti molli e formazioni di liquido siero purolento.
L’esposizione dell’uomo alla Prototheca, oltre che ambientale, può avvenire anche tramite alimenti o acque contaminate. La patogenesi della Protothecosi nell’uomo è largamente sconosciuta. In Italia, un importante fonte di esposizione alimentare di Prototheca per il consumatore, è rappresentata, con tutta probabilità, dal latte crudo. Questi organismi microscopici, infatti, sono soliti prediligere ambienti umidi e malsani come le stalle dove la pulizia e l'igiene, per definizione, non sono il massimo; ne sono un esempio gli abbeveratoi, i gruppi di mungitura, i condotti del latte delle sale di mungitura, i bidoni di raccolta del latte, le lettiere poco rinnovate. La loro presenza è stata anche riscontrata nelle feci dei topi che abitualmente frequentano le stalle.
Dal punto di vista farmacologico, tutti gli antibiotici utilizzati si sono dimostrati inefficaci contro il ceppo di P.zopfii isolato, con la sola eccezione della nistatina e dell'amfotericina B che hanno inibito la crescita delle colonie rispettivamente del 58% e del 33% .
Sulla base di questi dati è inevitabile giungere alla conclusione che la mastite provocata dalla P. zopfii rappresenta con elevata probabilità un serio rischio per le aziende produttrici di latte, per l'intero comparto sanitario e quindi anche per l’uomo.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” sulla scia di quanto auspicato da chi studia e tenta di sconfiggere gli effetti nefasti di queste alghe, un primo passo per la pianificazione di programmi di profilassi dell' infezione dovrebbe essere il monitoraggio su larga-scala della situazione italiana attraverso uno studio epidemiologico dell'infezione al fine di individuare le aree maggiormente colpite dalla patologia. Per tali ragioni ci si rivolge sia al Ministerodella Sanità che all’Istituto Superiore della Sanità ed alle ASL per avviare il monitoraggio su larga scala della presenza della Prototheca per riuscire in futuro a costituire una banca dati relativa alla presenza dei focolai di infezione negli allevamenti italiani.
Fondamentale diventerebbe così l'individuazione e l'adozione di specifiche misure di profilassi per combattere la diffusione dell'alga e per eliminare gli altri microrganismi patogeni presenti in stalla individuati tramite l'esame batteriologico del latte.
Data la difficoltà a debellare il resistente microrganismo, la miglior cura possibile resta pertanto la prevenzione. Fondamentali sono l'igiene, la pulizia, il ricambio continuo di paglia, il miglioramento delle strutture dell'azienda, il riconoscimento e l'eliminazione delle cause di umidità, la separazione dei capi infetti da quelli sani e per quanto riguarda l’uomo, evitare di bere il latte crudo.

mercoledì 29 agosto 2012

Il Bus Surfing, nuova pericolosa moda diffusa nel Regno Unito ma nata a Napoli ora sembra espandersi anche in Italia


Il Bus Surfing, nuova pericolosa moda diffusa nel Regno Unito ma nata a Napoli ora sembra espandersi anche in Italia

Dopo il parkour, balconing, e il planking, un nuovo sport urbano estremo e sempre pericoloso diffusissimo nel Regno Unito spopola tra i ragazzi. Il nome di questa nuova tendenza è "Bus Surfing" e consiste semplicemente nell'agganciarsi ad un bus di linea mentre fa la sua normale corsa per lasciarsi trasportare per le strade della città. Moda nata a Napoli, era una scena abituale fino a tutti gli anni sessanta, vedere gli scugnizzi che, impuniti, si appendevano dietro sui predellini dei tram ad ogni rallentamento.
La nuova moda, però, ora sembra espandersi. Il problema che la larga diffusione sulla rete e la presenza di migliaia di filmati amatoriali su internet che mostrano le acrobazie di ragazzi ha fatto si che lo spirito emulativo prendesse piede soprattutto tra i giovani ed il fenomeno diventasse un vero e proprio cult per giovanissimi ed in particolare minori alla ricerca dell’ebbrezza del proibito e del pericoloso.
Per Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” naturalmente non resta che fare un appello sottolineando che il rischio è alto: si può cadere ed essere investiti da un'auto.

Consumatori: attenzione al "surimi" è pesce macinato... più o meno


Consumatori: attenzione al "surimi" è pesce macinato... più o meno. Fate bene attenzione quando comprate quei bei gamberi grossi e sgusciati messi in fila e già pronti.

Il surimi è un prodotto di origine giapponese e nasce dalla secolare esperienza di questo popolo nella conservazione dei prodotti ittici e come tale viene identificato come esotico. Ma questa credenza molto diffusa e radicata è profondamente errata. Il surimi in realtà è solamente “pesce macinato” e pressato, per imitare i granchi ed i gamberi, con una colorazione esterna arancione e bianca all’interno, formato da sfoglie di pesce arrotolate ed è piuttosto insapore.
Si tratta di una lavorazione così diffusa che, come è stato calcolato, circa il 2% del pescato mondiale viene trasformato in surimi.
Il surimi può essere composto da scarti di merluzzo e di merlano, sgombro o pesci asiatici come l'Atka o il suri. Non si tratta di polpa o tagli scelti, ma solamente di scarti o ritagli industriali che subiscono diverse lavorazioni, come avviene per i preparati di carne (wurstel e insaccati). Quando è il momento di "camuffarli" in un determinato alimento essi vengono tritati, si elimina il grasso, i pigmenti ed i sapori. Si essiccano parzialmente per eliminare l'acqua in eccesso e poi congelati per i posteri. il surimi viene separato in fibre, si aggiunge l'uovo, l'olio, amido, in questo modo prende la consistenza della polpa di granchio. L'impasto viene poi scaldato per stabilizzarlo. Forma e aroma hanno un ruolo determinante. Il surimi viene proposto in forma di bastoncini, a forma di chela di granchio, e persino come "affettato di mare". Fondamentali gli aromi: il più utilizzato è quello al sapore di granchio che si associa in modo ideale al colore arancione.
Attenzione però alla reale presenza di pesce: il surimi è in realtà un semilavorato con in contenuto in pesce pari al 30 - 40%, a cui viene aggiunta farina o fecola di patate, grassi vegetali (come l'olio di colza o palma), albume d'uovo e spezie. Non mancano neppure additivi come coloranti ed esaltatori di sapidità (glutammato monosodico).
Non si tratta quindi di un prodotto pregiato, ma di un mix di carboidrati, poche proteine, grassi e molto sodio. Facendo bene i conti il surimi non è neppure un cibo economico, ma forma e colore hanno spesso la meglio sul valore nutrizionale, come insegnano le patatine fritte.
Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” si appella a tutti i ristoratori e gestori di trattorie affinché eliminino dall’insalata di mare il fastidiosissimo surimi dal gusto dolciastro, che nulla ha a che fare con i sapori del nostro mare!
Inoltre invita i consumatori quando comprano il surimi di porre attenzione ad alcuni dati riportati sull’etichetta: talvolta, purtroppo, viene addizionato con conservanti e/o altri additivi pericolosi.
Alcune marche aggiungono stabilizzanti innocui o al limite una piccola quantità di glutammato, altre invece usano polifosfati che se usati in grandi quantità sottraggono calcio all’organismo diventando assai pericolosi per la salute. L'importante è sapere che quel granchio non è un granchio!

martedì 28 agosto 2012

Commette reato di falso chi parcheggia l’auto esponendo sul parabrezza la fotocopia di un permesso per invalidi


Commette reato di falso chi parcheggia l’auto esponendo sul parabrezza la fotocopia di un permesso per invalidi. Solo il falso grossolano non è punibile nel caso in cui non sia immediatamente riconoscibile

Tempi duri per i “furbetti” dei parcheggi. L’odiosa prassi di chi falsifica o fotocopia il permesso per la sosta dei disabili per parcheggiare la propria auto negli spazi a pagamento è stata infatti censurata dalla quinta sezione penale della Suprema Corte.
A sottolinearlo è Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” che porta in evidenza la recentissima sentenza 33214 del 23 agosto 2012 che ha stabilito rientra nell’ipotesi del reato di “falso in autorizzazione amministrativa” chi falsifica a regola d’arte il tagliando di parcheggio invalidi stabilendo che ai fini della prova è rilevante l’accertamento del falso da parte di una persona qualificata.
Sulla scia di altri precedenti, la Cassazione ha ribadito che integra il reato di falsità materiale del privato in autorizzazione amministrativa di cui agli articoli 477 e 482 del codice penale la riproduzione fotostatica del permesso di parcheggio, a nulla rilevando l’assenza dell’attestazione di autenticità, la quale non incide sulla rilevanza penale del falso se il documento abbia l’apparenza e sia utilizzato come originale; a tal proposito dev’essere considerata anche la notevole sofisticazione raggiunta dai macchinari utilizzati, capaci di eseguire copie fedeli all’originale, come tali idonee a consentire un uso atto a trarre in inganno la pubblica fede.
I giudici del Palazzaccio hanno inoltre rilevato che «il falso grossolano non punibile è soltanto quello facilmente riconoscibile "ictu oculi" anche da persone del tutto sprovvedute, mentre non è tale quello che richieda una certa attenzione per il riconoscimento della falsificazione».
Nel caso di specie, i giudici di piazza Cavour hanno rigettato il ricorso di un automobilista per il quale la falsità del permesso era stata accertata da persona qualificata dopo un attento esame che aveva evidenziato la non rifrangenza di un bollino apposto sull’atto, elemento certamente rilevante ma non immediatamente percepibile da chiunque.

lunedì 27 agosto 2012

B & b, affittacamere, alberghi e residence. Segnalazioni di danni subiti dalla clientela ma non tutti hanno una copertura assicurativa


B & b, affittacamere, alberghi e residence. Segnalazioni di danni subiti dalla clientela ma non tutti hanno una copertura assicurativa per la responsabilità civile. Governo e regioni legiferino per l'introduzione di polizze obbligatorie

L'ultimo caso é emblematico, quello segnalato allo "Sportello dei Diritti", di una bambina di tre anni caduta in una botola accanto ad una piscina di un B & b nella zona di Maglie a Lecce, incautamente lasciata aperta, ma che miracolosamente si è salvata da un volo di circa tre metri riportando "solo" la frattura di un omero, ma fatti analoghi accadono frequentemente, ed il più delle volte, fortunatamente, non appaiono nelle pagine delle cronache nere.
Sono tutti luoghi aperti al pubblico, Bed & breakfast, affittacamere, alberghi e residence, ma anche ristoranti e trattorie, e come tali l'esposizione al rischio di infortuni o a danni é nelle cose, ma non sempre, il cliente che ha subito una conseguenza pregiudizievole a causa dell'incuria, negligenza o imperizia o comunque per una condotta colposa del titolare o del gestore riesce ad essere risarcito adeguatamente ed integralmente per il pregiudizio subito.
La colpa è anche della crisi, perché molte attività spesso chiudono i battenti prima che il cliente - danneggiato riesca ad ottenere il ristoro di quanto dovuto ed anche perché non sempre l'esercente ha le capacità patrimoniali per far fronte a danni a volte molto più rilevanti anche del capitale investito o del fatturato.
Ed allora, per Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” non è dato comprendere perché l'attuale governo dopo aver introdotto con il decreto legge 138/2011, l'obbligo di sottoscrivere una polizza a garanzia dei rischi professionali per altre categorie quali i professionisti iscritti ad albi o ordini come gli avvocati, i medici e i commercialisti, non lo abbia previsto anche per questo tipo di attività che hanno costante contatto con la clientela e numerosi rischi connessi all'esercizio delle stesse.
Va però specificato che la normativa nazionale che riguarda in particolare gli esercizi alberghieri o simili é concorrente con quella delle regioni che, spiega Giovanni D'Agata, potrebbero autonomamente legiferare prevedendo l'introduzione dell'obbligo di copertura assicurativa per la responsabilità civile.

Nessun risarcimento al ferito che è trasportato su di un veicolo non indicato nel Cid


Nessun risarcimento al ferito che è trasportato su di un veicolo non indicato nel Cid.
Innovativa sentenza in tema di risarcimento da incidenti stradali.

In tema di sinistri stradali, i terzi trasportati che riportano lesioni in seguito a un incidente stradale non hanno diritto al risarcimento dei danni se il Cid, sottoscritto dalla parti al momento del sinistro, non indica i nomi di tutti i passeggeri.
Lo ha stabilito il Giudice di Pace di Perugina che, con una sentenza del 6 giugno 2012, ha rigettato la richiesta risarcitoria avanzata dai parenti in qualità di terzi trasportati di un uomo tamponato su una strada provinciale.
Il Giudice di Pace adito nel motivare la sentenza ha evidenziato come “ il secondo comma dell'art. 143 del D.lgs n. 209 del 2005 prevede che quando il modulo sia firmato congiuntamente da entrambi i conducenti coinvolti nel sinistro si presume, salvo prova contraria da parte dell'impresa di assicurazione, che il sinistro si sia verificato nelle circostanze, con le modalità e con le conseguenze risultanti dal modulo stesso, compresi i danni riportati dai veicoli e dalle persone coinvolte “.
Nella circostanza il conducente dell’altro veicolo aveva sottoscritto il Cid, assumendosi la responsabilità del sinistro, ma nel modello non erano stati indicate le lesioni e la presenza al momento del fatto storico dei passeggeri. Nelle more del giudizio inoltre non erano state acquisti valide testimonianze.
Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” invita gli automobilisti ed i danneggiati a prestare la massima attenzione nella compilazione del modello di constatazione amichevole anche se vi è da dire che molto spesso la conciliazione fra le parti sul luogo del sinistro avviene in maniera concitata.

Dal Canada un ausilio per la sicurezza stradale. Il casco per moto con luci


Dal Canada un ausilio per la sicurezza stradale. Il casco per moto con luci che servono da indicatori di direzione e per segnalare l’azionamento dei freni

Gli Stati Uniti si mostrano un paese all’avanguardia negli ausili per la sicurezza dei cittadini. L’ennesima prova, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, riguarda uno strumento per la sicurezza stradale, in particolar modo per i motociclisti. Si tratta di un nuovo e rivoluzionario casco per moto sulla cui superficie sono inseriti le luci che servono da indicatori di direzione lampeggianti e per segnalare l’azionamento dei freni.
La novità denominata “Quirky” è stata pensata perché la testa del motociclista costituisce il punto più alto e più visibile per ogni motociclo. Nessuna particolare modifica, poi, è prevista per sincronizzare le varie luci luminose con le motociclette: un segnale wireless emesso dalla moto mette in connessione in tempo reale la luce del freno ed i lampeggianti sinistro o a destro presenti sul casco.
Per ridurre al minimo peso, il dispositivo utilizza un tessuto contenente fibre ottiche chiamato Lumigramme.
Lo “Sportello dei Diritti” accoglie con soddisfazione la messa in commercio di questo nuovo ausilio e si augura che possa essere presto esportato nell’Ue al fine di aumentare la sicurezza sia per i motociclisti che per gli altri automobilisti che potranno aumentare la percezione visiva delle moto con un ulteriore miglioramento per la sicurezza stradale di tutti.

domenica 26 agosto 2012

Dati allarmanti per le infezioni ospedaliere. 22 mila morti in tre anni


Dati allarmanti per le infezioni ospedaliere. 22 mila morti in tre anni. Un vero e proprio boom con costi esorbitanti per il Servizio Sanitario Nazionale: bruciati oltre 11 mld di euro per infezioni correlate all’assistenza

Secondo i dati di Federanziani il numero di infezioni ospedaliere stimato in Italia è compreso tra il 5 e l’8% dei ricoveri; ogni anno si verificano circa 450-700 mila infezioni (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi) e nell’1% dei casi si stima che esse siano la causa diretta del decesso del paziente. Si tratta di costi in larga parte evitabili, se si pensa che circa il 30% delle infezioni è potenzialmente prevenibile con l’adozione di misure preventive. Ad esempio uno degli elementi centrali per proteggere il paziente dalla trasmissione di microrganismi è l’igiene delle mani. Tuttavia tra i professionisti sanitari il tasso di adesione a tale semplice pratica raramente supera il 50%”.
Un'ecatombe. Ci sono più morti per infezioni ospedaliere che per incidenti stradali oltre, secondo uno studio dell’associazione, nello stesso periodo sono stati bruciati oltre 11 mld di euro per infezioni correlate all’assistenza.
I numeri sono allarmanti. In Italia nel triennio 2008-2010 sono state contratte complessivamente 2.269.045 infezioni ospedaliere, per un totale di 22.691 decessi e un costo a carico del Servizio sanitario nazionale che oscilla tra 4,8 e 11,1 miliardi di euro. Mediamente un’infezione su tre è evitabile.
Le vittime delle infezioni ospedaliere in Italia sono molte di più di quelle degli incidenti stradali, che nel triennio considerato, secondo l’Istat, sono state 13.052, a fronte dei 22.691 decessi legati alle infezioni ospedaliere. Il numero di infezioni ospedaliere stimato in Italia è compreso tra il 5 e l’8% dei ricoveri; ogni anno si verificano circa 450-700 mila infezioni (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi) e nell’1% dei casi si stima che esse siano la causa diretta del decesso del paziente.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, i costi economici delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) rappresentano un vero e proprio scandalo tenendo conto della crisi e di tagli alla sanità. Parliamo di una cifra che nel triennio 2008-2010 oscilla tra 4,8 e 11,1 miliardi di euro” in quanto le infezioni aumentano le giornate di degenza e convalescenza del malato e c’è la necessità, nel caso di infezioni da ferite chirurgiche, di successivi controlli ambulatoriali. Il carico economico che le infezioni si portano dietro, inoltre, deve comprendere anche i costi indiretti dovuti alle assenze lavorative o ai vari spostamenti sostenuti da questi pazienti per farsi curare.

Clamoroso. La Johnson & Johnson svolta pro consumatori


Clamoroso. La Johnson & Johnson, tra i leader mondiali dei prodotti per l'igiene e la cura del corpo annuncia di voler riformulare tutta la sue linea di prodotti per bambini e molti per adulti dopo le polemiche sull'utilizzo di prodotti chimici ritenuti potenzialmente pericolosi

Sono anni che alcune multinazionali che si occupano della produzione e distribuzione di prodotti per la cura e l'igiene del corpo di bambini e adulti sono nell'occhio del ciclone per l'utilizzo di prodotti chimici potenzialmente pericolosi senza prendere alcuna iniziativa per dirimere i dubbi dei consumatori. Ma una notizia che ha del clamoroso potrà cambiare per una volta il rapporto tra consumatori e multinazionali.
Ed é così che per la prima volta nella storia del settore si registra un'importante inversione di tendenza che costituisce un successo da parte delle associazioni dei consumatori, soprattuto d'oltreoceano.
Senza alcuna ammissione di colpa, infatti, la Johnson & Johnson (J & J), tra i leader mondiali dell'industria dell'igiene corporale, ha annunciato che prevede di riformulare non solo la sua intera linea di prodotti per la cura personale dei bambini, ma anche molti dei suoi articoli per adulti al fine di eliminare un certo numero di sostanze e sottoprodotti chimici che sono stati argomento di interesse pubblico negli ultimi anni.
Entro il 2015, quasi tutti i prodotti per la cura dei consumatori della J & J saranno privi di sostanze chimiche conservanti che rilasciano glicolo metilene, la forma alcolica della formaldeide, che è stato identificato come un agente cancerogeno. J & J prevede, inoltre, di rimuovere le sostanze chimiche conservanti che producono 1,4 di diossano, una sostanza chimica che é stata connessa anche all'insorgere di tumori. (Http://www.naturalnews.com/028846_laundry_detergents_dioxane.html)
Susan Nettesheim, Vice Presidente di J & J per la commercializzazione dei prodotti, pur assicurando l'inesistenza di rischi connessi all'utilizzo delle sostanze chimiche nei propri prodotti ritenuti tutti sicuri ha preso atto dell'acceso dibattito pubblico, specie in USA e ha garantito che l'impegno messo in campo dalla società servirà a rispondere alle preoccupazioni dei suoi clienti.
La J & J ha anche creato un sito web dedicato nel periodo di transizione intercorrente per la formulazioni di nuovi prodotti, molti dei quali saranno prodotti anche prima del 2015, almeno per quanto riguarda quelli per bambini e neonati. Il sito, dall'eloquente titolo "Il nostro impegno per la sicurezza e la cura", che servirà a dimostrare gli sforzi della multinazionale per garantire la massima sicurezza dei prodotti anche con l'interscambio d'informazioni con i clienti attraverso un forum, illustra come l'azienda riuscirà ad eliminare negli anni a venire ftalati, triclosan, parabeni, profumi e molti altri prodotti chimici discutibili dalle sue linee di produzione.
Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” non può che plaudere alla lodevole iniziativa augurandosi che altre importanti multinazionali anche nel settore alimentare messe nel corso degli anni sotto la lente d'ingrandimento per l'utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente pericolose prendano decisioni analoghe altrettanto coraggiose e dai notevolissimi costi per garantire la sicurezza dei propri clienti.

sabato 25 agosto 2012

Bambini a rischio infezioni cutanee da “impetigine”


Sono molteplici le segnalazioni pervenute allo “Sportello dei Diritti” in merito a diversi casi di infezioni cutanee contratte da bambini e adulti villeggianti nelle zone balneari. Non si tratta di epidemie o di fatti solo e sempre connessi all'inquinamento delle acque marine, alla scarsa pulizia delle spiagge o ancor peggio di quella personale, fattori comunque determinanti per l'insorgere ed il diffondersi di tali fastidiosi problemi, ma il più delle volte, per quanto é dato sapere da chi ci ha provveduto a segnalare i casi, di "impetigine". Queste patologie dell'epidermide che colpiscono soprattutto la cute più delicata come quella dei bambini, sono ormai un leit motiv dei piccoli rischi connessi alle vacanze al mare.
L’ impetigine si manifesta con arrossamenti, bollicine o vescichette che si formano sulle zone scoperte del corpo (viso, braccia, gambe) ma anche sul tronco, per esempio nei casi in cui si sta troppo in costume da bagno. É una infezione batterica molto contagiosa, facile da contrarre sulla spiaggia a causa della folla e della presenza di fattori inquinanti sia della sabbia che delle acque marine, e anche se non è una patologia grave va affrontata con l’aiuto competente di un medico e mai con “il fai da te” o con cremine passate dalla vicina di ombrellone. Solo gli esperti possono consigliare i farmaci adatti e, se è il caso, gli antibiotici. Per prevenire l’impetigine sono sufficienti le regole più elementari dell’igiene: sciacquarsi e far la doccia spesso, soprattutto farla dopo essere usciti dal mare. Evitare di grattarsi troppo, se punti da un insetto, per non lasciare la pelle ferita scoperta e buona preda dell’attacco batterico. Infine, non finiremo mai di ripetere di essere attenti a stare troppo al sole.
Stare esposti nelle fasce orarie più calde o comunque per molto tempo é sempre dannoso, indipendentemente dagli effetti immediati e dall'età anche se i più piccoli sono ancora più a rischio, ma in caso di attacco batterico la pelle già infiammata è un accesso "comodo" all’organismo.
L'ampia diffusione dei contagi specie nei periodi clou delle ferie agostane ha indotto Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” ad allertare e far ricordare le semplici regole su descritte a chi si reca in vacanza presso le località balneari nostrane che in questi ultimi giorni di agosto dopo aver subito le ondate di turisti dei giorni scorsi non sempre presentano sufficienti livelli di pulizia per non dire che sono oggettivamente sporche.
Ma é sempre giusto far presente che fenomeni di tal tipo, specie quando raggiungono ampia diffusione non dipendono solo dalle accortezze che utilizzano i vacanzieri.
Pertanto, é corretto ricordare ai Sindaci, in quanto anche Autorità Sanitaria e all’ASL per quanto di competenza di voler adottare tutti quei provvedimenti consequenziali atti a garantire l’
igiene delle spiagge che sono sotto la loro custodia al fine di prendere le opportune misure di profilassi per evitare la diffusione dei contagi.

Il Comune deve risarcire l'automobilista per i danni causati alla macchina in caso di allagamento della strada se l’amministrazione non ha provveduto


Quante auto sono rimaste impantanate a causa dell'acqua piovana cadute nelle vie della propria città? Tante, certamente tante, quelle che hanno riportato danni rilevanti ed in alcuni casi la morte dei trasportati a bordo? Ma a seguito della sentenza Corte d’Appello di Lecce sezione distaccata di Taranto del 4 giugno 2012, i comuni dovranno stare molto più attenti e provvedere ad installare sistemi adeguati per il deflusso e l'aspirazione delle acque se non vorranno riportare condanne pesanti come quella a carico del Comune di Castellaneta nel caso in questione.
Secondo quanto deciso dalla corte collegiale che ha riformato la sentenza di primo grado che aveva visto soccombente una società proprietaria di un furgone che si era letteralmente impantanato sotto un cavalcavia a seguito di un forte temporale che aveva allagato la sede stradale, il comune deve risarcire i danni subiti dal proprietario dell'autovettura che a causa dell'allagamento della strada s'impantana con il mezzo. Sostengono i giudici sulla scia della più recente giurisprudenza di legittimità, che l’ente locale risponde dei tratti dove sussiste una concreta possibilità di esercitare controllo e vigilanza in quanto la responsabilità per i danni provocati da cose in custodia che trova fondamento nell'art. 2051 del codice civile é applicabile anche ai beni demaniali; a ciò discende che, affinché la P.A. possa essere considerata esente da responsabilità per i danni causati da tali beni, occorre avere riguardo non tanto alla loro estensione, quanto alla concreta possibilità di esercitare un potere di controllo e di vigilanza su di essi, da valutarsi caso per caso.
Nel caso in questione la Corte di Appello di Taranto, ha stabilito che la società proprietaria del furgone ha diritto al risarcimento dei danni meccanici subiti dallo stesso a seguito dell’allagamento del sottopassaggio ferroviario di pertinenza comunale, osservando che la limitata estensione del piano sottostante al cavalcavia e la ubicazione dello stesso, collocato nelle vicinanze del centro cittadino del comune del tarantino, avrebbe dovuto prevedere un sistema di deflusso e di aspirazione dell'acqua sempre funzionante, in modo da evitare situazioni di pericolo per gli utenti della strada. Ne è conseguita anche la condanna alle spese del doppio grado di giudizio.
Casi simili sono affrontati da anni dallo “Sportello dei Diritti” di cui Giovanni D'Agata è fondatore, che invita gli automobilisti a provvedere ad effettuare le richieste risarcitorie del caso ricordano che il termine di prescrizione per le azioni conseguenti è di cinque anni dal momento dell'evento.

Febbre del Nilo occidentale nuovi casi nell'UE e 46 nei paesi limitrofi. Ecco la mappa delle zone colpite


Dopo l'allerta lanciata in Europa dall'ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) riportata in Italia per prima da Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, e il grande risalto che sta avendo negli Usa una vera e propria epidemia per centinaia di casi scoperti in vari stati dell'unione, altri 33 nuovi casi umani di febbre del Nilo occidentale sono stati segnalati dal Centro Europeo per la Prevenzione e Controllo delle Malattie nell'Unione europea e 46 nei paesi limitrofi extra Ue durante la scorsa settimana.
L'agenzia europea parla di ben ventinove nuovi casi nella vicina Grecia segnalati dall'Hellenic Centre for Disease Control and Prevention (KEELPNO). La maggior parte dei casi, 26 per la precisione sono stati scoperti nelle zone che avevano riportato segnalazioni di casi precedenti: nelle prefetture di Attiki (3), Kavala (8), Samo (1), Salonicco (2), Xanthi (12). Due altri casi probabili sono stati circoscritti recentemente nella prefettura Calcidica, mentre la posizione di un caso non è nota. I nuovi casi e aree colpite in Grecia non sono arrivati completamente inaspettati dato che dal 2010 la trasmissione del virus del Nilo occidentale ha subito una progressiva espansione geografica in tutto il paese, come indicato nella valutazione del rischio pubblicata di recente da parte dell'ECDC sulla situazione epidemiologica della febbre del Nilo occidentale in Grecia.
Inoltre, per la prima volta in questa stagione sono stati segnalati casi di trasmissione di febbre del Nilo occidentale in Romania: tre confermati e uno probabile, nel comune di Bucurest, nella Contea di Braila e nella Contea di Ilfov.
Per quanto riguarda i paesi limitrofi all'area Ue, la Russia ha riferito la presenza di 42 nuovi
casi: corrispondo a 20 le nuove aree colpite che si aggiungono alle 22 precedenti già segnalate nei report.
I primi casi in Serbia, per questa stagione sono stati segnalati la scorsa settimana: uno nella capitale Belgrado e tre nel distretto di Juzno-Banatski.
L'ampia diffusione dei contagi ha indotto l'ECDC ha mettere in rete sul proprio portale una mappa delle aree colpite, che lo “Sportello dei Diritti” ritiene utile far conoscere a chi si sposta in Europa e nei paesi limitrofi al fine di adottare le opportune misure di profilassi per evitare un possibile contagio.

venerdì 24 agosto 2012

Stipendi folli nella pubblica amministrazione ed in particolare nei comuni


Stipendi folli nella pubblica amministrazione ed in particolare nei comuni. Gli stipendi percepiti da alcuni segretari, funzionari e dirigenti comunali costano come 2 manager


La crisi economica sembra esserci per molti ma non per tutti. Nella pubblica amministrazione ci sono dirigenti, i quali vengono definiti come privilegiati, con stipendi elevati di centinaia di migliaia di euro l’anno e qualcuno addirittura più di mezzo milione.
Gli alti papaveri dello Stato italiano che secondo l’indagine dell’Ocse “Government at a glance 2011″ sono i meglio pagati al mondo, con una media di 308 mila euro per i top manager, riescono addirittura a doppiare il tetto imposto dal governo alle retribuzioni pubbliche. I dirigenti pubblici italiani, insomma, non si possono davvero lamentare dei loro stipendi. Ma se la passano molto bene e senza troppe verifiche i manager pubblici, ci sono i dirigenti comunali che sono completamente fuori dalla grazia di dio. A prescindere dalle dimensioni del Comune e dal numero dei suoi abitanti, gli stipendi dei dirigenti sono tutti pressochè uguali e tutti al massimo della retribuibilit. Qui si parla anche e soprattutto di dirigenti, presidenti e commissari di autorità indipendenti, di municipalizzate, di signorotti e burocrati con stipendi maturati in anni di privilegi e vacche grasse che adesso guai a chi glieli tocca. Come nel caso del segretario generale del Comune di Lecce (95.520 abitanti) che si accaparra un reddito annuo di 205.108 euro e, al top, il direttore generale del Comune di Milano che sbanca con i suoi 289.000 euro tondi tondi. Emolumenti da centinaia di migliaia di euro l’anno che sono schiaffi in faccia a chi tocca ogni giorno con mano il livello qualitativo medio dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione. Quando si tratta di onorare i debiti con i fornitori e pagare il dovuto per i beni e servizi ricevuti, la PA si prende tutto il tempo che vuole, quando invece deve pagare lo stipendio ai suoi alti papaveri non ci sono problemi.
Come faranno i sindaci e gli amministratori comunali a giustificarli davanti ai cittadini ai quali continuamente ripetono che non c’è una lira in cassa per questo o quel servizio o ai loro dipendenti, che guadagnano la quarta, quinta parte dei loro stipendi, spesso per accollarsi la maggioranza del lavoro ?
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, occorre dare una sforbiciata alle retribuzioni dei dirigenti con più anzianità congelando in attesa immediatamente gli stipendi e i premi dei per i prossimi 5 anni. Oltre ad un effettivo risparmio per le casse comunali sarebbe un bel segnale nei confronti dei tanti cittadini che non arrivano a fine mese ed un occasione per ridurre le tasse inique. Insomma tagli che non servono solo a salvare i Comuni ma che dovrebbero servire a salvare la faccia di chi ci governa.

Anche per chi guida da ubriaco il motorino ritiro della patente esclusi i ciclisti


Non la fa franca chi viene sorpreso alla guida di un ciclomotore in stato di ebrezza tant’è anche per costui è previsto il ritiro della patente nei casi contemplati nel CdS. A nulla vale la circostanza della guida di quel tipo di motoveicolo il Codice della Strada non preveda la patente. A stabilirlo è la sentenza del 13 agosto 2012, n. 32439 della Suprema Corte di Cassazione, che ha ribadito il principio stabilito dalle Sezioni Unite della stessa Corte in base al quale le sanzioni accessorie non si applicano alle infrazioni commesse quando si è alla guida di mezzo che non richiede la patente, non si applica quando si guida un veicolo che richiede una "abilitazione" come nel caso del motorino. Alla luce di tanto quanto statuito dalle sezioni unite resta valido per altri tipi di veicoli come le biciclette. Nel caso in questione la suprema corte, ha ha respinto il ricorso del conducente di un ciclomotore sorpreso alla guida mentre era un pò "alticcio". Nel ricorso aveva contestato la sospensione della patente, decisa dal Tribunale di Sant'Angelo dei Lombardi, sulla base del rilievo che il reato era stato commesso alla guida di un veicolo per il quale non è prevista la patente. Nel motivare la decisione gli ermellini evidenziamo "Nel caso di guida di un ciclomotore in stato di ebbrezza da parte di un soggetto munito di patente di guida, tale titolo abilitativo ha un'idoneità assorbente rispetto al certificato di idoneità, con l'ulteriore conseguenza che la sanzione amministrativa accessoria alla sospensione della patente di guida, prevista quale sanzione amministrativa obbligatoria anche in caso di sentenza di patteggiamento, deve necessariamente avere ad oggetto la patente di guida, in quanto titolo che abilita il soggetto anche alla guida del ciclomotore" . Inoltre i Giudici di Piazza Cavour tra le altre cose hanno sottolineato anche che "i requisiti fisici e psichici richiesti per la guida dei ciclomotori sono quelli prescritti per la patente di categoria A, ivi compresa quella speciale". Se ne desume quindi che il certificato di idoneità per la guida di ciclomotori è un vero e proprio titolo di abilitazione alla guida, del tutto assimilabile alla patente di guida.
Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, invita quindi i motociclisti e conducenti di motorini ad evitare di mettersi alla guida dopo avere assunto bevande alcoliche per evitare le pesanti sanzioni che sono previste nella generalità dei casi, non confidando furbescamente che la guida di un mezzo a due ruote possa esentarli dalle pesanti conseguenze previste per legislazione vigente.

giovedì 23 agosto 2012

Lavoro: quali sono le professioni più richieste dal mercato del lavoro?


Nonostante la crisi, la forte disoccupazione che specie tra le fasce giovanili ha toccato livelli da record, un barlume di mercato del lavoro esiste ancora in Italia. Certo é che le circostanze rendono sempre più difficile trovare un posto di lavoro, specie quello che si desidera o per il quale si è studiato o ci si é specializzati.
A questo punto resta da chiedersi quali siano, di questi tempi le categorie professionali più richieste.
Anche perché,evidenzia Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti, la conoscenza di quali siano i profili lavorativi più richiesti, anche in relazione alle diverse aree geografiche, se non é la soluzione alla ricerca di un posto di lavoro in questo momento così difficile, può servire a facilitare il compito.
Un modo empirico per individuare qualisiano le professioni oggetto di maggiore domanda é senza alcun dubbio rivelato analizzando i dati relativi agli annunci di lavoro apparsi negli ultimi mesi sui vari siti internet. Una recentissima indagine ha messo sotto la lente d'ingrandimento quelli apparsi da maggio sino ad oggi su uno dei principali portali che incrociano domanda ed offerta di lavoro, ossia lavoro.org. A farla da padrone nella speciale classifica delle professioni più richieste sono quelle nel campo commerciale, un ambito assai vasto per il quale sono richieste buone capacita nella vendita dei prodotti. Una miriade sono i prodotti per i quali sono richiesti "venditori": dagli elettromedicali, alle assicurazioni, passando per prodotti benessere, impianti fotovoltaici, prodotti per tabacchi e tanto di più. Basti pensare che negli ultimi 3 mesi in questo settore si sono registrati oltre 5.000 annunci di offerte lavorative.
Sul secondo gradino del podio c'è un settore in costante espansione da anni: quello informatico. Anche in questo caso, il campo dei tipi di offerte è molto vasto. Sono richiesti: programmatori, sistemisti, grafici, web master, consulenti ed altro ancora. In questo caso le proposte sono state pari ad oltre 1.300.
Di poco al di sotto,con quasi 1200 offerte di lavoro, si collocano al terzo posto i richiestissimi ingegneri, ovviamente con le più disparate specializzazioni. Si va da quelli meccanici, agli elettronici, ai navali, ambientali, esperti di telecomunicazioni ed altro ancora. In questo campo, inoltre, vi sono molte possibilità di stage.
Sorprende che al quarto posto con 1100 offerte di posti di lavoro, ci sia una categoria che si trova in profonda crisi: quella dell'industria metalmeccanica che comunque nel nostro Paese vanta una profonda tradizione che probabilmente favorisce un continuo turn over nonostante la profonda recessione in cui si trova il settore. Le tipologie professionali più richieste sono gli assemblatori, carpentieri, montatori, operai generici, collaudatori, manutentori oltre ad altre figure più specifiche.
Tra gli altri profili professionali la classifica conta a seguire gli addetti alla vendite, area manager; agenti monomandatari, elettricisti, magazzinieri, commessi e camerieri.
Agli ultimi posti e quindi tra le categorie meno ricercate, troviamo: controller, capi reparto, parrucchieri, insegnanti, avvocati, custode care, receptionist e cuochi.
Per quanto concerne l’offerta per categorie generiche, la prima posizione è per lavoro commerciale e agenti procacciatori; a seguire informatica; amministrazione, segreteria e direzione; banche, assicurazioni e finanziamenti; commercio, grande distribuzione e dettaglio; risorse umane e formazione. Sul fondo della classifica delle categorie generiche lavorative, troviamo architettura; immobiliare; ricerca e sviluppo; telelavoro e lavoro da casa. Un dato sorprendente è quello della categoria lavorativa delle badanti e colf, che chiude la graduatoria con sole 3 offerte di lavoro nonostante il periodo estivo. Ma in questo caso, é molto probabile che i dati non riportino fedelmente la realtà perché è un settore nel quale funziona ancora il passaparola per lo scambio tra domanda e offerta e molto meno la rete.
Altri dati significativi giungono dall'analisi della provenienza geografica delle offerte di lavoro: al primo posto c’è quella che si conferma la capitale economica del Paese, ossia Milano, con oltre 4.000 offerte di lavoro pubblicate; più del doppio della capitale istituzionale, Roma, con quasi 2.500. A seguire Torino e Bolzano con 1.300; Bologna 1.200; Modena 1.100; Bergamo 1.000. Tra le città con meno annunci di lavoro inseriti, Pavia, Bari, Pesaro, Lucca e Arezzo con poco più di 200 per ciascuna.
Va, infine, evidenziato come tra le città con più offerte di lavoro pubblicate, non siamo nemmeno presenti importanti realtà territoriali quali Palermo, Messina, Catania, Reggio Calabria, Cosenza e, più in generale, molte grandi città del sud Italia.

Spiare e perquisire il dipendente si può


Spiare e perquisire il dipendente si può. E’ lecita anche la perquisizione corporale del lavoratore sospetto infedele ma non invece quella sulla sua auto o nella sua abitazione

Lo ha stabilito la corte di Cassazione, sezione lavoro, con la sentenza n° 14197/12, depositata il 7 agosto, decidendo sulla legittimità dell'utilizzo di investigatori privati per accertare fatti illeciti del dipendente, ribadendo nella decisione i confini leciti della "curiosità" del datore di lavoro sospettoso o giustamente insospettito. Nel caso in questione la suprema corte, confermando il verdetto della Corte d'appello, ha dichiarato legittimo un licenziamento disciplinare disposto da un'azienda decidendo sul ricorso respinto di un dipendente d'albergo siciliano con il vizio della mano lesta.
Secondo gli ermellini, evidenzia Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, al riguardo il dipendente può essere fatto seguire e controllare a distanza da un investigatore privato, ma solo se c'è il sospetto che stia commettendo reati. Il poliziotto privato invece non può spingersi o essere spinto a verificare l'esatto adempimento dell'obbligazione lavorativa, cioè a fare l'esame a distanza di come il dipendente svolge le sue mansioni. Non solo. La perquisizione personale cioè corporale del lavoratore sospetto infedele è lecita, ma non invece quella sulla sua auto o nella sua abitazione. Richiamando una precedente decisione della stessa corte (la sentenza n. 9167/2003) la Cassazione ha ricordato che "le disposizioni (artt. 2 e 3, L. n. 300/70) che delimitano, a tutela della libertà e dignità del lavoratore, in coerenza con disposizioni e principi costituzionali, la sfera di intervento di persone preposte dal datore di lavoro a difesa dei propri interessi, e cioè per scopi di tutela del patrimonio aziendale (art. 2) e di vigilanza dell'attività lavorativa (art. 3), ma non precludono il potere del datore di lavoro di ricorrere a personale esterno ma non guardie giurate per verificare l'onestà del dipendente rispetto all'utilizzo dei beni aziendali, ma senza approfittare del monitoraggio per quantificare o valutare la prestazione di lavoro. E anche nell'ambito dei controlli leciti, il lavoratore "mano lesta" può essere perquisito, ma la legittima curiosità non può arrivare nemmeno all'auto utilizzata dal dipendente. Che, dal canto suo, esce comunque da questo processo soccombente: la Cassazione ha stabilito che il licenziamento, nel caso specifico, era più che giustificato.

Boom di meduse a riva e centinaia di bagnanti colpiti soprattutto nel basso Adriatico


Boom di meduse a riva e centinaia di bagnanti colpiti soprattutto nel basso Adriatico. I Comuni e gli stabilimenti balneari segnalino sulle spiagge ai bagnanti la presenza di meduse con appositi cartelli

E’ emergenza meduse sulle coste italiane. I turisti ed i bagnanti segnalano una forte presenza di meduse nelle acque italiane in particolare a ridosso della costa. Perchè le meduse aumentino non è ancora chiaro e non si hanno dati certi e comunque un fenomeno pare ripetersi ogni anno in coincidenza del periodo della stagione balneare.
Ecco le tre nuove specie che popolano i nostri mari: la Phyllorhiza punctata che viene dal Canale di Suez, la Drymonema dalmatinum, con un diametro anche di un metro, la Mnemiopsis leidyila, che vive sul fondo del mare con i tentacoli verso l'alto.
Poche, ma utili “regole d’oro” in caso di contatto con le meduse:
- Non strofinare bocca e occhi
- Non lavare con acqua dolce la parte colpita: usare acqua di mare e disinfettare con bicarbonato; non usare acqua fredda o ghiaccio
- Non grattare la zona ustionata (si accelera la sostanza tossica)
- Evitare impacchi con aceto o ammoniaca: è un "rimedio della nonna" del tutto inutile; anche l’uso di alcool è sconsigliato
- Non rimuovere i frammenti dei tentacoli della medusa con pinzette, ma con le mani
- Il rimedio migliore è un gel astringente al cloruro d'alluminio, utile anche per le punture di zanzara. Evitare pomate cortisoniche o antistaminiche
Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, invita i bagnanti a prestare la massima attenzione rivolgendosi nei casi di contatto più eclatanti e dolorosi presso i punti di primo soccorso presenti nelle località balneari. Sarebbe il caso quindi che i Comuni e gli stabilimenti balneari provvedessero a segnalare la presenza di meduse con appositi cartelli che avvisano di fare molta attenzione al momento di entrare in acqua.

mercoledì 22 agosto 2012

Uno spray nasale contro il suicidio dei soldati


Uno spray nasale contro il suicidio dei soldati. L'esercito degli Stati Uniti vuole utilizzare questo trattamento per fare cessare i suicidi tra le sue truppe. L'invenzione potrebbe avere applicazioni nel civile

In Afghanistan, i soldati suicidi sono più numerosi di quelli uccisi in azione tanto da far contare al Pentagono in media un suicidio al giorno. Solo nel mese di luglio 2012, 38 soldati hanno perso la vita suicidandosi. Per affrontare questa piaga, gli americani stanno sperimentando uno spray nasale che rimuoverebbe il grave disagio psichico in soggetti affetti da grave depressione e quindi impedire il suicidio.
Secondo uno studio dei ricercatori della scuola di medicina dell’Università dell'Indiana, guidati dal neurobiologo Michael Kubek una sostanza chiamata tireotropina – releasing hormone (TRH) contiene un ormone conosciuto i cui effetti antidepressivi sono conosciuti dal 1970 la cui efficacia è oramai dimostrata..
L’unico problema era come somministrare direttamente nel cervello il farmaco.
Finora, TRH è stato somministrato a pazienti in iniezioni lombari, con un trattamento risultato molto pesante. Ma con i progressi nel campo delle nanotecnologie, questo ormone può essere trasmesso nel cervello attraverso la cavità nasale con una bomboletta spray.
Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, se la ricerca e le sperimentazioni cliniche sono scientificamente riuscite, l'invenzione potrebbe avere applicazioni nel civile.
Potenzialmente, se questo spray nasale è efficiente, avremo un nuovo tipo farmaco, che potrebbe tuttavia non essere una soluzione miracolosa. Una volta somministrato, in caso di emergenza, non potrebbe sostituire un trattamento tradizionale di antidepressivi.

Sicurezza stradale e distrazioni al volante. Fotocamere alla guida per riprendere un bel paesaggio oppure un incidente


Sicurezza stradale e distrazioni al volante. Telefonini, telecamere e e fotocamere alla guida per riprendere un bel paesaggio oppure un incidente

Da quando i dispositivi portatili dotati di fotocamera come il telefonino, macchine fotografiche digitali, microcamere sono diventate alla portata di chiunque ci siamo tutti improvvisati fotografi di professione. Ed allora, qualsiasi momento è buono per misurare le proprie doti. Accade così soventemente di osservare conducenti di veicoli che mentre si trovano in movimento, su qualsiasi strada, abbandonino il volante dell'auto o il manubrio del proprio motociclo per catturare un'immagine relativa a un sinistro stradale, un bel paesaggio, una circostanza curiosa, creando così delle situazioni di pericolo dovute alle inevitabili distrazioni che tali imprudenti prassi determinano, con conseguenze a volte drammatiche per la sicurezza stradale.
Paradossalmente, l'articolo 173 del Codice della Strada che stabilisce severe sanzioni per chi guida con il cellulare in mano, non prevede alcuna conseguenza né limitazione all'uso di apparecchi dotati di fotocamere se non per il normale utilizzo quali "apparecchi radiotelefonici" (il riferimento é chiaro solo nei confronti dei telefonini), né ancor più sorprendentemente censura o vieta il comportamento di chi mettendosi a fotografare, nonostante sia impegnato nella guida, mette a repentaglio la propria vita e quella degli altri.
Basta, infatti, leggere la normativa in questione che per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti " si comprende come debba essere colmata tale lacuna normativa per evitare che possano verificarsi incidenti stradali determinati dalle distrazioni di soggetti incoscienti.
Ed allora il chiaro invito dello “Sportello dei Diritti" é rivolto in primo luogo a tutti gli automobilisti e motociclisti affinché evitino di proseguire in prassi pericolose perché nella gran parte dei casi é sufficiente accostare un attimo e procedere con il desiderato "scatto" evitando così ogni tipo di distrazione e conseguenza rischiosa, dall'altro é evidente che il governo debba modificare il Codice della Strada estendendo le ipotesi stabilite dal citato articolo anche all'utilizzo di apparecchi dotati di fotocamere.

martedì 21 agosto 2012

Allarme sifilide: in Italia farmaci quasi introvabili e troppo costosi


Non è mai scomparsa del tutto, ma la sifilide oggi sembra fare il suo gran ritorno anche nei paesi occidentali dopo un periodo in cui la sua diffusione era apparsa molto limitata. Ed anche in Italia i casi raddoppiano di anno in anno mentre, gli indici più alti sono a Roma e Milano. La diffusione della malattia riguarda tutte le categorie sociali: uomini e donne, eterosessuali ed omosessuali. Alto il numero tra i transessuali e le prostitute.
E mentre negli Stati Uniti è stato lanciato l’allarme sifilide in California, dove l'industria del porno è stata costretta a fermarsi per fare luce sui preoccupanti focolai di infezione rilevati nelle ultime settimane, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, accoglie e rilancia l'allarme inoltrato da più parti alle autorità competenti dal mondo dermatologico venereologico italiano che si occupa di terapia nella Sifilide sulla carenza dei farmaci che sono quasi introvabili e a prezzi decuplicati soprattutto per i tanti malati che non possono permettersi una terapia costosa, ma indispensabile. Questo è un problema che si sta ravvisando con molti pazienti che debbono curarsi immediatamente dopo la diangosi di Sifilide.
La Benzilpenicillina 1,2 milioni di unità, la terapia elettiva per curare con efficacia la Sifilide, è divenuta quasi introvabile in Italia.
Fra l'altro questa terapia che costava prima poco più di 2 euro a fiala ora risulta sul mercato a prezzo 10 volte superiore, più di 24 euro a fiala! Pensiamo a tutti quei malati di Sifilide che debbono affrontare lunghe terapie (e quindi molteplici fiale) per debellare il treponema completamente dall'organismo, secondo schemi curativi altamente protettivi.
La riesplosione della sifilide è dovuta principalmente alla mancanza di campagne di educazione della popolazione sulle malattie sessualmente trasmesse.
La sifilide è una malattia a trasmissione sessuale, causata da un batterio, il Treponema Pallidum. La principale causa di trasmissione sono i rapporti sessuali non protetti e i primi sintomi non sono eclatanti così spesso vengono sottovalutati dai pazienti fino a quando interessano gli organi interni causando infarti, ictus e cecità. La malattia colpisce senza distinzioni d'età o di nazionalità, ma è più frequente nei soggetti sieropositivi e nelle giovani donne straniere che spesso scoprono di esserne affette durante i controlli in gravidanza.
Giovanni D’Agata si augura che il Ministero e le autorità competenti intervengano per riportare alla normalità questa grave situazione che colpisce i pazienti affetti da questa malattia sempre più frequente in Italia.

Krokodil, la droga che uccide in tre anni con effetti devastanti per la pelle


Krokidil, una variante della desomorfina commercializzata nel passato in Svizzera come farmaco sotto il nome di Permonid è stata sintetizzata in Russia E’ l'ennesima devastante droga tanto economica quanto distruttiva, impura e pericolosa poichè è la sintesi della codeina attraverso l'uso di sostanze tossiche, come la benzina. Queste impurità la rendono estremamente pericolosa, tanto che chi la assume ha un'aspettativa di vita da uno a tre anni. Il nome krokodil, ovvero coccodrillo, è stato dato per gli effetti che la sostanza ha sulla pelle di chi ne fa uso. Più la droga in questione viene assunta, più gli effetti saranno distruttivi, arrivando perfino a distruggere intere aree di pelle. Già dopo il primo utilizzo la pelle diventa rapidamente squamosa
Nonostante gli effetti altamente distruttivi, krokidil prende sempre più piede in Europa determinato da un costo estremamente basso, è tre volte meno costosa dell’eroina, ma soprattutto perché può essere sintetizzata in casa con soli quattro componenti, reperibili tra farmacie e supermercati.
Più la droga in questione viene assunta, più gli effetti saranno distruttivi, arrivando perfino a distruggere intere aree di pelle.
krokodil è una droga da iniettare in vena e per molti tossicomani si è resa necessaria l'amputazione di interi arti proprio a causa della distruzione dei tessuti.
Krokodil è stata sequestrata per la prima volta in Siberia, nel 2002 e successivamente si è diffusa in tutta la Russia e nelle vicine ex repubbliche sovietiche. Secondo Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, se il problema fosse circoscritto solo alla Russia, non dovremmo preoccuparci. Desta invece preoccupazione il fatto che è stato documentato l'uso della sostanza anche in Germania già nel 2011 per cui potrebbe arrivare anche qui in Italia. Per cui lancia un appello oltre all’invito di non farne uso, c’è l’invito di comunicare notizia alle autorità di eventuali casi simili che potrebbero presentarsi nei pronto soccorso di tutto il territorio.

lunedì 20 agosto 2012

Quando compi gli anni scade la patente. Il rinnovo nel giorno della ricorrenza del compleanno


Anche per le patenti come i documenti d'identità e di riconoscimento il rinnovo alla scadenza nel giorno del compleanno(novella introdotta dall'art. 7, d.l. n. 5 del 2012). Pertanto a questo documento si applica l'allineamento della scadenza al compleanno dell'interessato introdotto dal dl 5/2012. Lo ha chiarito, dichiara Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, il Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione con la circolare del 20 luglio 2012 n° 7
Il decreto legge n. 5/2012 ha disposto che i documenti di identità e di riconoscimento di cui all'art. 1, comma 1, lett. c), d) ed e), del decreto del dpr n. 445/2000 sono rilasciati o rinnovati con validità prolungata fino alla data del compleanno del titolare immediatamente successiva alla loro scadenza naturale. In pratica si tratta dei documenti rilasciati o rinnovati dopo il 10 febbraio 2012, data di entrata in vigore del decreto. Circa l'applicabilità della riforma anche alle patenti di guida il tenore letterale dell'art. 7 del dl n. 5/2012 in un primo momento in realtà lasciava spazio a forti dubbi e perplessità Oggi con la circolare il Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione lo chiarisce definitivamente. Infatti, secondo la definizione che viene data dal dpr 445/2000 è documento di riconoscimento «ogni documento munito di fotografia del titolare e rilasciato, su supporto cartaceo, magnetico o informatico, da una pubblica amministrazione italiana o di altri stati, che consenta l'identificazione personale del titolare», compresa la patente, come peraltro evidenziato dal Ministero dell'interno con il parere del 13 dicembre 2004. Però, l'eventuale allungamento fino alla data del compleanno della scadenza di validità farebbe sorgere importanti criticità, in considerazione delle norme speciali nazionali e delle disposizioni comunitarie attualmente vigenti in materia di rilascio e conferma di validità delle licenze di guida. Questi dubbi sono oggi stati superati con la circolare che ha incluso l'applicazione dell'art. 7 del dl 5/2012 alle patenti di guida. Giovanni D’Agata ricorda inoltre agli automobilisti che l'art. 126 del codice della strada fissa in modo preciso la durata di validità delle varie categorie di patente, prevedendo sanzioni pecuniarie e accessorie per chi circola con il documento di guida scaduto.

Economia verso un autunno rovente. I clienti non pagano


Quasi 4 su 10 fatture o sono parzialmente o per niente pagate. Difficoltà anche nel pagamento delle bollette delle utenze domestiche. In crescita sfratti e pignoramenti mentre spesso mancano i soldi anche per le esigenze primarie. È un segnale che non ci sono i soldi per le cose primarie.

Questa crisi economica è divenuta crisi sociale, con gravi ripercussioni per tutti. Non ci sono più soldi come si dice metaforicamente neppure per l’acqua.
Il 38% delle fatture emesse dalle società attualmente o sono parzialmente o pagate affatto come per esempio dal 2010 al 2011 è raddoppiato, da 50 a 100, il numero delle utenze non domestiche di chi non ha saldato le bollette dell’acqua. Dall'inizio del 2012, persiste tale andamento di pagamento catastrofico per le aziende. Nel gennaio del 2012, quattro su 10 fatture non sono state pagate o sono state pagate in ritardo alle società, che vantano un arretrato di milioni di euro. Questa modalità di pagamento riguarda soprattutto le imprese molto piccole e piccole, perché in genere non hanno corpose riserve finanziarie, mentre un quarto dei fallimenti sono dovuti alle fatture non pagate.
Non parliamo poi della situazione degli sfratti che è drammatica e nell’anno in corso il numero potrebbe aumentare. Si sbaglia di grosso chi pensa che siano solo famiglie di immigrati o casi sociali. Ci sono famiglie, con uno o entrambi i coniugi in cassa integrazione o rimasti senza lavoro, che fanno fatica ad arrivare a fine mese, e a pagare l’affitto.
Ma c’è di più. La mancanza di liquidità non colpisce solo i cittadini ma anche alcuni enti pubblici, come nel caso proprio di questi giorni dell’amministrazione comunale di Aversa. Non avendo pagato le bollette della fornitura elettrica per l’immobile del Comando di Polizia Municipale, nonostante l’ultimatum da parte dell’Enel e il distacco (che, di fatto, si sostanzia in una forte riduzione dell’energia elettrica fornita) messo in atto proprio a cavallo del ponte di Ferragosto, i vigili di Aversa sono rimasti al buio.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, servirebbe una direttiva con l'introduzione di una norma che preveda un sistema che darebbe mandato al creditore unilateralmente al giudice competente per il recupero del debito.

Stabilimenti balneari e lidi privati. Allo "Sportello dei Diritti" numerose segnalazioni e denunce di soprusi ed eccessi


Allo "Sportello dei Diritti" numerose segnalazioni e denunce di soprusi ed eccessi. Su tutti il divieto (immorale) di introdurre cibi e bevande anche per donne incinte e lattanti

La corsa all'ultimo ombrellone o all'ultimo lettino prendisole miete "vittime" in tutto il Belpaese, ma nelle zone dove si è registrato il tutto esaurito nella settimana clou di ferragosto se ne sono sentite delle belle. Divieti e limitazioni di ogni tipo negli stabilimenti balneari per la preservazione di un presunto e bigotto decoro che se da una parte tollera comportamenti al limite dell'oscenità, arriva fino alla sfrontatezza per non dire a esternazioni immorali.
A tal proposito a Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” sono giunte segnalazioni di ogni tipo, ma le più inqualificabili, per non dire immorali riguardano alcuni turisti che si sono visti letteralmente cacciare da uno stabilimento balneare, dopo aver pagato regolarmente il posto sotto l'ombrellone, per aver portato con se alcune bevande e qualche panino in una piccola borsa frigo.
La cosa più riprovevole é che tra di essi ci fosse una donna in stato di gravidanza ed un'altra che portava con sé un contenitore per alimenti che serviva a trasportare anche la pappa di un lattante. È accaduto in uno dei tanti stabilimenti di Porto Cesareo, in provincia di Lecce, dove trovare una sdraio libera la scorsa settimana era diventata cosa ardua, e forse un abbaglio dovuto allo stress di questi giorni ha fatto dimenticare ai gestori di un lido le maniere buone specie nei confronti di categorie più deboli quali donne incinte e bebè.
Per Giovanni D'Agata se è comprensibile che vi siano limitazioni alla fruizione di pasti e bevande all'interno dei lidi che sono oggetto di concessione anche per il rispetto di un certo decoro o di un diritto alla selezione della clientela che ciascun concessionario vuole mantenere, è pur vero che non esiste alcuna norma, neanche di natura contrattuale che preveda il divieto di portare con s'è una borsa termica per consumare i propri cibi o bibite nelle aree non oggetto di concessione quale la battigia o la spiaggia pubblica.
Per tali ragioni,
ricevuta la segnalazione, abbiamo provveduto ad informare la Capitaneria di Porto di zona tanto più che non risulta in essere alcuna ordinanza del Comandante locale o del sindaco che abbia limitato la fruizione di cibi e bevande sulle spiagge del litorale di Porto Cesareo. Si tratta, quindi di un atto di scortesia che censuriamo e che rendiamo pubblico per evitare che in futuro se ne possano ripetere degli altri, tanto più che ci risulta che la gran parte dei gestori dei lidi, pur prevedendo limitazioni, esibendole con appositi cartelli all'ingresso, hanno dimostrato da sempre notevole spirito di tolleranza specie nei confronti delle categorie colpite dall'inqualificabile comportamento tenuto nella circostanza da soggetti screanzati che meriterebbero il ritiro immediato della concessione demaniale.

domenica 19 agosto 2012

Anche i Casinò soffrono la crisi economica


Tagli di costi e di stipendi per salvare i posti di lavoro. Grande preoccupazione per un settore che pareva "intoccabile"

La generale insicurezza economica e la perdita di clienti facoltosi a causa della concorrenza, pesano sui Casinò italiani che sono in crisi.
Per esempio a Campione d'Italia il sindaco Maria Paola Mangili Piccaluga chiede che sia tolto il limite massimo di giocate di mille euro in contanti. Così facendo, sostiene, si attirerebbe clientela che ora preferisce Mendrisio e Lugano a Campione proprio per questo vincolo.
Intanto i dipendenti del Casinò di Campione d'Italia pur di salvare i propri posti di lavoro sono disposti ad abbassarsi lo stipendio ponendo nello stesso tempo delle condizioni e cioè il taglio di tutte le spese superflue, e l'idea che se sacrifici si devono fare, è giusto che li facciano tutti. La proposta è al vaglio dell'amministratore delegato Carlo Pagan, che avrà tempo fino al 6 settembre per trovare una soluzione.
Di fatto la scure dei 210 esuberi sul totale di 563 lavoratori della casa da gioco fa paura, e pure la prospettiva di restare disoccupato a Campione spaventa.
La crisi del Casinò fa discutere anche la politica. Deputati comaschi si sono attivati a Roma affinché la casa da gioco venga tutelata.
Vi è inoltre grande preoccupazione poiché tolto il Casinò a Campione non ci sono molte altre alternative d’impiego.
Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, nell’esprime piena solidarietà ai lavoratori del settore, meglio sarebbe intervenire con i risparmi nella politica salariale, tagliando gli stipendi spropositati dei manager.

Barriere architettoniche anche sulle spiagge


La segnalazione di alcuni turisti sullo stato degli accessi a mare e le passerelle

È già un'impresa quotidiana per chi ha un handicap muoversi nelle nostre città, ma diventa una battaglia da titani, in troppe località costiere, il solo tentativo di raggiungere la spiaggia per potersi godere qualche ora di relax o per rinfrescarsi con un bagno in mare contro la calura dell'ennesima ondata di calore che ha colpito l'Italia. È un problema serio e annoso, quello degli accessi al mare e delle passerelle lasciate all'incuria del tempo o di barbari che ne utilizzano porzioni come combustibile per i falò che Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, rilancia a livello nazionale dopo aver ricevuto decine e decine di segnalazioni che provengono da tante, forse troppe località balneari del Belpaese.
Per tali ragioni, l'invito dello“Sportello dei Diritti” va a tutte le amministrazioni comunali costiere cui é demandata la gestione e la fruibilità del pubblico demanio, a garantire l'accesso alle spiagge ai disabili predisponendo strutture e passerelle adatte, curandone la manutenzione prima e durante la stagione balneare e a sanzionare attraverso le polizie locali, nel rispetto delle normative vigenti, tutti gli stabilimenti balneari e titolari di concessione che non abbiano provveduto a rimuovere le barriere architettoniche per l'accesso ai lidi perché il diritto a godere del mare è un diritto di tutti.

Pensi che hai un cattivo lavoro? Uno dei 10 lavori più orrendi del mondo, il pulitore di fogne


Pensi che hai un cattivo lavoro? Uno dei 10 lavori più orrendi del mondo, il pulitore di fogne. In India un operaio è pagato solo 3,50 dollari al giorno oltre ad una bottiglia di alcol, uno di quei che lavori che “non conoscono crisi” e in cui “ci si deve immergere nei liquami degli impianti fognari per sbloccare gli scoli della città di Delhi

Mentre fino a poco tempo venivano “snobbati ” i cosiddetti lavori umili, ai giorni nostri per via della crisi e della disoccupazione gli italiani ” si sono arresi ” a mettere da parte l’orgoglio e lavorare fino oltre 8 ore al giorno per anche meno di 800 euro. Se ti sei sempre lamentato del tuo lavoro e non cessi mai di etichettarlo come noioso, brutto e orrendo vogliamo rincuorarti: supponendo di essere disperatamente alla ricerca di lavoro, avreste mai il coraggio di pulire le fogne?
Sicuramente no, quindi non ti lamentare e pensa a quanto sei fortunato a stare seduto in un ufficio o a servire i clienti in un negozio mentre un pensiero va Devi Lal un indiano “ pulitore di fogne “.
Il pulitore della città di Delhi, in India, viene pagato con miseri 3,50 dollari al giorno per sguazzare nel sudiciume e disintasare gli scoli della città.
A Devi, 43 anni, viene fornita una bottiglia di alcol per stordire i suoi sensi prima che cominci il suo odioso turno.
Il compito dei pulitori di fogne è quello di rimuovere ogni sorta di schifezza, anche in decomposizione, dagli impianti fognari.
Questi poveri lavoratori non indossano maschera e guanti, oltre a non essere privati della vista di ogni schifezza possibile immaginabile.
Scandalosamente la città non si preoccupa di fornire indumenti protettivi così Devi e i suoi colleghi sono costretti a trascorrere ore al giorno in acqua sporca indossando le sole mutande.
Secondo Harnam Singh, il Presidente della Commissione Karamchari Delhi Safai, (Commissione di pulitori di Delhi) quasi il 70 per cento degli spazzini muoiono sul posto di lavoro.
Secondo una stima solo negli ultimi sei mesi ne sono morti 61.
Anche se l'India ha vietato la pratica nel 1993, le agenzie governative utilizzano ancora migliaia di spazzini per pulire gli scoli in tutta l'India.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, anche se l'India è una delle economie a più rapida crescita nel mondo la povertà resta diffusa con una percentuale del 42,5 per cento di bambini affetti da malnutrizione.
Secondo le ultime statistiche delle Nazioni Unite, il 37,2 per cento degli indiani vive sotto la soglia di povertà nazionale con il 68,7 per cento che sopravvive con meno di 2 dollar al giorno.
All'inizio di questa settimana il primo ministro indiano Manmohan Singh ha annunciato che il suo paese spenderà svari ariate milioni di risorse pubbliche per una missione spaziale su Marte.

sabato 18 agosto 2012

“Translators4children”: al via dal 1° settembre il traduttore di cartelle cliniche per bambini stranieri malati.


“Translators4children”: al via dal 1° settembre il traduttore di cartelle cliniche per bambini stranieri malati. Un progetto innovativo finalizzato a fare del bene a chi ne ha bisogno interamente gratuito e senza scopo di lucro

Si chiama “Translators4children”, progetto Umanitario Pediatrico Internazionale che aiuta le famiglie con un bambino malato a tradurre i documenti necessari.
A partire dal 1° Settembre tecnicamente aprirà un sito internet formato da traduttori e medici volontari di ogni nazionalità che metteranno la proprio professionalità e conoscenza, in maniera del tutto gratuita, a disposizione dei bambini stranieri con necessità di tradurre cartelle cliniche, documenti utili per sottoporsi ad interventi chirurgici o, ancora, documenti che insegnino a salvare la vita di un bambino.
Perché, per quanto strano possa apparire, spiega Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, in un contesto tale spesso una cartella clinica in lingua sconosciuta rappresenta un problema serio e di non facile gestione, un ostacolo spesso insormontabile.
I bambini che vengono in Italia per cure mediche si portano dietro cartelle cliniche nella lingua del loro paese per cui i medici si sono imbattuti più volte in questa problematica. I problemi sono soprattutto di natura economica in quanto la maggior parte degli immigrati bisognosi di cure, proviene da un ceto sociale meno abbiente che non può permettersi di pagare un traduttore.
Il progetto Translators4children sarà invece interamente gratuito e su base volontaria proprio per aiutare i meno abbienti.
“Translators4children è l’ unico sito al mondo che tradurrà a partire dal 1 settembre cartelle cliniche e sarà funzionante e consultabile all’indirizzo http://www.translators4children.com/index.php.

Alcol test obbligatori in tutte le auto


Se ne era sentito parlare in Francia l'anno passato, quando era in discussione un disegno di legge che aggravava le sanzioni per gli automobilisti sorpresi alla guida in stato di ebrezza. La novità che aveva fatto accendere il dibattito nel paese transalpino non riguardava solo la stretta decisa dal governo per tentare di ridurre le continue stragi sulle strade determinate dall'assunzione di alcol, ma l'obbligo di portare in ogni autovettura un etilometro pena una sanzione di 10 euro per tutti gli automobilisti anche sobri, che non dimostrassero di averne uno in macchina.
Tale proposta, a dire il vero, non costituisce una novità assoluta, perché già dal gennaio 2010, tutti i nuovi autobus d'oltralpe sono stati dotati di apparecchi che misurano il tasso alcolemico e che impediscono ai piloti l'accensione del mezzo fino a quando la prova viene effettuata con esito negativo, nel senso che non vengono trovate tracce di alcol.
I veri e propri bollettini da guerra che ogni settimana si registrano sulle nostre strade, nonostante l'inasprimento delle pene e delle sanzioni accessorie susseguitesi nel corso degli anni a seguito di provvedimenti sempre più restrittivi ci fanno ritenere, spiega Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che a tali misure non sia seguito un aumento della consapevolezza da parte degli automobilisti italiani, specie tra i più giovani e i neopatentati che c'induce a rilanciare la proposta di obbligare a possedere all'interno di ogni autovettura che percorre le strade italiane un etilometro usa e getta in grado di farci accertare strumentalmente l'eventuale stato di ebrezza e di evitare di metterci alla guida in caso affermativo. Essere coscienti di non stare sobri può ragionevolmente indurci a non guidare se non altro per evitare le pesanti e giuste sanzioni cui soggiace chi viene sorpreso in stato di ebrezza.

venerdì 17 agosto 2012

Ambiente. Una buona notizia. Turisti italiani avvistano la "foca monaca" in Albania


Ambiente. Una buona notizia. Turisti italiani avvistano la "foca monaca" in Albania (a sole 35 miglia dalle coste del Salento) e la fotografano

Una tra le specie più a rischio estinzione ha fatto capolino tra le cristalline acque della costa Sud dell'Albania ed il lieto evento é stato immediatamente "immortalato" con la macchina fotografica da alcuni turisti leccesi che hanno provveduto a segnarlo allo "Sportello dei Diritti".
Si tratta, infatti, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che ringrazia il gruppo che ci ha reso partecipi di questo straordinario avvistamento, di un rarissimo esemplare di "foca monaca", se si pensa che é stato possibile osservarla sull'altra sponda del Canale d'Otranto a sole 35 miglia nautiche dalla costa del Salento.
Del mammifero marino, un tempo presente in molti punti del Mediterraneo ed oggi praticamente scomparso si dice che ne siano rimasti, sparsi in poche colonie e in zone ristrettissime, non più di 500 esemplari. Basti pensare che la Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera la "Monachus monachus", questo il nome scientifico, una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.
Non possiamo, quindi, che augurarci che le autorità albanesi possano avviare un severo programma di protezione per poter sperare che il pinnipede possa riprendere a proliferare e non sparisca come accaduto sulle coste italiane ove gli avvistamenti di tali pacifici animali sono stati sempre più rari per non dire inesistenti negli ultimi anni.