lunedì 30 aprile 2012

Allarme truffe con le carte di credito contactless (“senza contatto”)


I sistemi di pagamento dotati di questa tecnologia già utilizzata per scopi militari (riconoscere gli alleati dai nemici attraverso le tag RFID sui mezzi di trasporto) sono vulnerabili
La tecnologia Rfid contactless si sta diffondendo a livello mondiale come standard di riferimento per le varie tipologie di pagamento elettronico ed è stata progettata per ridurre le code alla cassa.
Quasi 20million di acquirenti sono ora in grado di acquistare beni semplicemente accostando la loro carta di fronte a un lettore a registratori di cassa, anche se è ancora in un portafoglio o una borsa. Nata in Europa, fatto che di per sé costituisce vantaggio e opportunità per le imprese locali, ha trovato le sue prime applicazioni nell'ambito del trasporto pubblico urbano: il test drive è stato effettuato sulla metropolitana di Parigi.
Le carte di credito contactless (“senza contatto”) si differenziano da quelle dotate di una banda magnetica per le modalità con le quali interagiscono con i terminali di pagamento.
Mentre le carte tradizionali devono essere inserite fisicamente in un terminale, le carte dotate di tecnologia contactless permettono all’utilizzatore di portare a termine una transazione semplicemente avvicinandole al lettore, appunto “senza contatto”.
Dove sono presenti i loghi dei circuiti menzionati sarà possibile, se si è in possesso di una carta contactless, effettuare pagamenti al di sotto dei 25 euro semplicemente appoggiando la carta al pos (che dovrebbe leggere i dati nel raggio di 10 cm) senza la necessità di apporre la firma o di inserire il PIN, la frequenza utilizzata è di 13,56 MHz.
Nella fattispecie, per carta di pagamento contactless si intende uno strumento di pagamento dotato di tecnologia RFID (Radio Frequency IDentification – identificazione a radiofrequenza ), tecnologia già utilizzata per diversi altri scopi, nata per un utilizzo militare (riconoscere gli alleati dai nemici attraverso le tag RFID sui mezzi di trasporto).
La carta di pagamento viene equipaggiata da un chip RFID e un’antenna per la ricezione del segnale proveniente dal pos abilitato.
All’estero ( Giappone e Stati Uniti ) tale modus operandi nei pagamenti è già largamente utilizzato.
In Italia esistono diversi progetti in fase beta ( Postepay Postemobile, Tellcard del Credito Valtellinese, CartaSì con carta FreeTouch ). Per la fase di test è stata scelta la provincia di Milano dove migliaia di POS sono già installati e abilitati.
I circuiti che supportano tali carte di pagamento sono Mastercard Paypass, Visa Paywave, American Express Expresspay.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, teoricamente” la sicurezza dovrebbe essere garantita dal fatto che la carta non lascia mai il proprietario, non necessita di strisciate o inserimenti. Nella realtà i sistemi di pagamento dotati di questa tecnologia sono piuttosto vulnerabili. Infatti un malintenzionato equipaggiato con un palmare che è venduto su internet e costa pochi euro, può copiare agevolmente i dati di una carta contactless direttamente dalle tasche del titolare mentre il possessore della carta passeggia in strada. È stato un grave problema in America per un po' ed arriverà ad esserlo anche in Italia. Infatti le carte possono essere protette solo se avvolte in stagnola o essere conservate in portafogli rivestiti con una speciale lamina. Nessuno vuole davvero questa tecnologia impostaci dal settore bancario che espone tutti ad aumento delle truffe.

Ultime ore per i turisti della droga nei Paesi Bassi


Ultime ore per i turisti della droga nei Paesi Bassi. Da domani stop alla vendita di droghe leggere ai turisti. I coffee-shops, non potranno più vendere ai non residenti in Olanda.
Ultime ore per i turisti della droga, che fino ad oggi potevano facilmente approvvigionarsi di cannabis in Olanda. Da domani primo maggio, infatti, il turismo della droga sarà vietato in diverse province olandesi e lungo la frontiera con il Belgio. I coffee-shops, non potranno più vendere ai non residenti in Olanda
Lo annuncia oggi la radio nazionale belga Rtbf. Ad evidenziarlo è Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” che rilancia le forti preoccupazioni che questa decisione avrà sulla cultura illegale di cannabis in Belgio. Probabilmente saranno ora gli spacciatori ad attraversare la frontiera per fornire i loro clienti belgi e francesi. Si teme anche che aumenterà ulteriormente la produzione clandestina di cannabis, soprattutto nel sud del Belgio, nella zona di Liegi, dove solo negli ultimi tre anni sono stati arrestati 125 produttori.

domenica 29 aprile 2012

Equitalia: nullo l’accertamento per la determinazione del reddito basato con criteri presuntivi seguiti dall’Agenzia delle Entrate


Vittime di Equitalia attenzione. L'agenzia di debito che con le sue cartelle esattoriali non fa dormire sonni tranquilli a numerosi italiani non può considerare idoneo il coefficiente di valutazione (elaborato in ragione della capacità di spesa sottesa alla gestione ed al mantenimento dell'abitazione) a costituire fonte sicura di rilevamento della capacità contributiva in relazione all' annualità d'imposta attualmente in esame, perché quell'immobile, acquistato dal contribuente in anni lontani e sicuramente in condizioni economiche più floride, rispecchia la capacità di spesa di quell' epoca ormai lontana.
A sollevare il caso dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Lecce, era stato un commerciante di Lecce.
L'Agenzia delle Entrate del luogo aveva notificato all’esercente il commercio al dettaglio di confezioni, l'avviso di accertamento con il quale determinava, per l'anno 2005, un maggior reddito, rispetto a quello dichiarato irrogando contestualmente le relative sanzioni.
L'Ufficio, prendendo le mosse dalla omessa dichiarazione annuale IVA, perveniva ad emettere il predetto accertamento basandosi sulla presunta capacità di spesa desunta dal possesso di due autovetture, da un immobile costituente l'abitazione del contribuente e dalle spese per utenze elettriche.
La Commissione Tributaria Provinciale di Lecce in definitiva annullava l'avviso di accertamento impugnato perché l'Ufficio non ha valutato correttamente la concreta situazione economica del contribuente al fine di individuarne la reale capacità contributiva perché quei beni mobili ed immobili erano stati acquistati dal contribuente “ in anni lontani e sicuramente in condizioni economiche più floride, rispecchia la capacità di spesa di quell' epoca ormai lontana “.
Ad evidenziarlo è Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, a seguito della lettura della sentenza numero n. 375 della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce.

Lavoro: licenziabile il lavoratore che fuma gli spinelli.


Giro di vite della Cassazione sull’uso di sostanze stupefacenti anche leggere da parte del lavoratore che rischia di essere licenziato. Secondo la Suprema Corte viene meno il vincolo fiduciario tra datore e dipendente che fuma gli spinelli. Ad evidenziarlo è Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, a seguito della lettura della sentenza numero 6498 del 26 aprile 2012 della Corte di Cassazione sezione lavoro, che ha accolto il ricorso di un noto istituto di credito presentato contro la decisione della Corte d’Appello di reintegra nel posto di lavoro di un impiegato trovato in possesso di ingenti quantità di hashish e marijuana.
In particolare, nel caso di specie, analizzando la posizioni del lavoratore la Cassazione, ha ritenuto di respingere le motivazioni di merito che aveva previsto la reintegra, secondo cui la maxi inchiesta nella quale era finito l’uomo era solo affar suo, dato, anche se non si trattava di detenzioni di droghe pesanti.
Peraltro, i giudici del Palazzaccio hanno applicato a questo caso i principi generali sul rapporto fiduciario che deve sussistere fra lavoratori e azienda. Nella sentenza si legge «per stabilire in concreto l'esistenza di una giusta causa di licenziamento, che deve rivestire il carattere di grave negazione degli elementi essenziali del rapporto di lavoro, ed in particolare di quello fiduciario, occorre valutare, da un lato, la gravità dei fatti addebitati al lavoratore, in relazione alla portata oggettiva e soggettiva dei medesimi alle circostanze nelle quali sono stati commessi ed all'intensità dell'elemento intenzionale, dall'altro la proporzionalità fra tali fatti e la sanzione inflitta, stabilendo se la lesione dell'elemento fiduciario su cui si basa la collaborazione del prestatore di lavoro sia in concreto tale da giustificare o meno la massima sanzione disciplinare».

giovedì 26 aprile 2012

Vaccini. La Corte Costituzionale: “Risarcimenti anche per quelli non obbligatori come morbillo, parotite e rosolia”


Vaccini. La Corte Costituzionale: “Risarcimenti anche per quelli non obbligatori come morbillo, parotite e rosolia”
La Corte Costituzionale, con la sentenza 107 del 16 aprile, depositata oggi, ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1, comma 1, della legge 25 febbraio 1992, n. 210, là dove limita il diritto di indennizzo solo a coloro che subivano danni irreversibili da vaccinazioni obbligatorie escludendolo, invece, quelle raccomandate come morbillo, parotite e rosolia.
Ad evidenziarlo è Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”.
A sollevare il caso di fronte alla Consulta era stato il Tribunale ordinario di Ancona rispetto al ricorso per ottenere l’indennizzo proposto dai genitori di una bambina la quale, a seguito della vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia (MPR), che, “ancorché non obbligatoria e, dunque, non suscettibile di dar luogo, ove generatrice delle complicanze previste dalla normativa denunciata, all’indennizzo ivi previsto si presentava, però, fortemente incentivata dalle pubbliche autorità, avendo essa formato oggetto di una intensa campagna di sensibilizzazione, attestata da numerosi atti emanati a tale riguardo dalla pubblica amministrazione”.
La sentenza sancisce l’indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, nella parte in cui non prevede il diritto ad un indennizzo, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla medesima legge, nei confronti di coloro i quali abbiano subìto le conseguenze previste dallo stesso articolo 1, comma 1, a seguito di vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia”.
Giovanni D’Agata, invita tutti coloro che hanno diritto all’indennizzo per i danni irreversibili subiti in conseguenza di vaccinazioni anche non obbligatorie come morbillo, parotite e rosolia ad avvalersi del supporto degli esperti dello “Sportello dei Diritti”, per avviare tutte le azioni a propria tutela.

Consumatori. Cassazione: le banche debbono rimborsare i risparmiatori per investimenti a rischio in caso di mancanza di adeguate informazioni alla cli


Duro colpo alle banche da parte della Corte di Cassazione che con la recente sentenza numero 61242 del 2012 ha bacchettato gli istituti di credito stabilendo che i risparmiatori devono essere risarciti nel caso in cui siano stati venduti titoli ad alto rischio se non sono stati rispettati gli obblighi d’informazione stabiliti dalla legge.
Nella fattispecie la Suprema Corte ha preso in esame una causa, tra le tante, relativa ai bond emessi in Argentina, che aveva già visto soccombente in entrambi i giudizi di merito una banca che era stata, quindi, costretta a risarcire due risparmiatori che avevano investito l’ingente importo di 169.000 euro in titoli argentini.
I giudici del Palazzaccio hanno rilevato come il default della nazione sudamericana fosse ampiamente prevedibile, tanto che per le banche vi era il dovere d’informare i propri clienti dell’elevato rischio dell'investimento.
Nel caso in questione, l’istituto di credito non aveva adeguatamente informato i clienti della rischiosità dell'operazione pur avendo la consapevolezza dell'imminenza del crack in Argentina, mentre avrebbero dovuto indicare che i titoli argentini avevano delle caratteristiche di rischio non adeguate al loro profilo di investitori.
Nel ricorrere al giudice di legittimità avverso la condanna subita, la banca tra l’altro aveva motivato il proprio ricorso evidenziando che i clienti avevano sottoscritto un documento accettando le condizioni di investimento. Ma secondo gli ermellini il modulo in questione, non è causa di esclusione della responsabilità della banca perché la sottoscrizione di un modulo per quanto testualmente affermato nella decisione, "in ordine alla propria consapevolezza, conseguente alle informazioni ricevute, della rischiosità dell'investimento e della inadeguatezza dello stesso rispetto al suo profilo di investitore, non costituisce dichiarazione confessoria, in quanto è rivolta alla formulazione di un giudizio e non all'affermazione di scienza e verità di un fatto obiettivo".
Significativa è anche l’entità della condanna inflitta nei confronti della banca: la Suprema Corte ha confermato anche la sentenza della Corte d'Appello nella parte in cui aumentava il risarcimento in riferimento all’entità degli interessi maturati. Se, infatti, il giudice di prima istanza aveva condannato l’istituto di credito a pagare i soli interessi a partire dalla data della domanda giudiziale sino a quella dell'effettivo rimborso, in Appello gli interessi venivano fatti decorrere dalla data dell'investimento.
Alla luce di tale importante decisione, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, nel commentare l’importante decisione che fa giustizia alle migliaia di risparmiatori che avevano affidato i loro risparmi utilizzati per l’acquisto di titoli cosiddetti “spazzatura”, invita tutti coloro che hanno investito in prodotti ad alto rischio quali fra le altre azioni e obbligazioni Parmalat, Cirio, Lehman Brothers, bond Argentina, titoli Greci e simili ad avvalersi del supporto degli esperti dello “Sportello dei Diritti”, per avviare tutte le azioni a propria tutela al fine di riprendersi il maltolto.

mercoledì 25 aprile 2012

Salute: allergie di Primavera scatta l’SOS. In Italia sono colpite 12 milioni di persone. Ecco i rimedi


Gli ultimi colpi di coda dell’inverno protrattosi sino a qualche giorno fa, per la gioia degli allergici, ha rallentato la diffusione di pollini nell’aria causa di occhi rossi, starnuti, tosse e pruriti. Ma chi soffre di allergia con i primi caldi e l’esplosione della primavera è consapevole che si tratta solo di un semplice rinvio, e ne inizia a subire gli effetti.
Secondo alcune statistiche sono 12 i milioni di italiani colpiti ogni anno da manifestazioni allergiche, con un aumento che negli ultimi dieci anni ha fatto registrare il passaggio dal 5 % al 30 % dell’intera popolazione residente, con particolare riferimento ai bambini. Si calcola, infatti, che avrebbero sofferto di almeno una reazione allergica più di un terzo dei ragazzi in età scolare.
Chi ne è colpito e cerca di curarsi sa che ad oggi è a disposizione una vasta gamma di farmaci di automedicazione che alleviano gli effetti e che possono essere suddivisi in due categorie: i decongestionanti e gli antistaminici. Ciascuno apporta dei benefici, ma come tutti i farmaci possono avere degli effetti collaterali più o meno rilevanti.
I primi agiscono stimolando il sistema nervoso simpatico, facendo contrarre i vasi sanguigni della mucosa, e così riducendo il gonfiore e quindi la secrezione di muco. La loro azione risulta essere sufficientemente rapida ed efficace anche nel caso in cui i sintomi siano già presenti in maniera fastidiosa.
A ciò fa da pendant che un utilizzo prolungato di circa 8 - 10 giorni, cosa molto probabile nel periodo di maggiore impollinazione, può causare la comparsa di una rinite da medicamenti e quindi addirittura un peggioramento della propria condizione, causando il cosiddetto fenomeno di “rimbalzo”: quando si interrompe il loro utilizzo si può verificare una vasodilatazione che porta alla comparsa di un aumento di volume dei turbinati e dunque un impedimento della normale respirazione nasale.
Ma l’uso a lungo termine di preparati locali contenenti vasocostrittori, può anche provocare la comparsa di alterazioni della mucosa nasale, con effetti negativi duraturi (fino anche a parecchi mesi dopo la sospensione del trattamento).
Per non parlare poi di tutti quei soggetti che riescono a tollerarli e che per tali ragioni se li somministrano con frequenza ancor maggiore, innescando pericolosi circoli viziosi che non fanno altro che aggravare la rinite.
Per tali motivi, i decongestionanti per uso locale, come gocce e spray nasali, dovrebbero dunque essere assunti alla minima dose efficace. Gli allergologi raccomandano, dunque di limitarne l’impiego per periodi più brevi possibili e con la consapevolezza che gli effetti possono sentirsi anche a distanza di alcuni minuti dall’inalazione.
La seconda categoria, ovvero gli antistaminici invece, anche se non servono a curare direttamente l’allergia, come dice la parola stessa, bloccano gli effetti dell’istamina, al fine di dare sollievo in un tempo sufficientemente rapido. Quelli più utilizzati sono gli antistaminici topici.
Tra tutti la levocabastina, che si è dimostrato come un efficace antagonista selettivo del recettore H1 dell’istamina, con una lunga durata d’azione. I medicinali a base di questo principio sono stati sviluppati per essere inalati o utilizzati in gocce per gli occhi e hanno dimostrato di garantire un rapido effetto e un’ottima tollerabilità da parte dei pazienti con rinocongiuntivite allergica.
Va specificato che gli antistaminici risultano più efficace se somministrati prima della manifestazione dei sintomi anche se è provato che levocabastina sia in grado di ridurre in maniera significativa la severità della risposta all’esposizione all’allergene già dopo cinque minuti dalla sua somministrazione Se assunti con regolarità farmaci di tal tipo possono aumentare le loro potenzialità offrendo ai pazienti un effetto protettivo efficace contro gli allergeni.
La tollerabilità dimostrata di questi antistaminici ne consiglia l’impiego con regolarità anche nei soggetti più deboli e quindi anche nei bambini già a partire dai 3 anni di età. Inoltre, le nuove generazioni di medicinali hanno eliminato gli effetti collaterali più fastidiosi come la bocca secca, o la sonnolenza indotta, che quasi impediva di assumere antistaminici di giorno.
Quale è la scelta migliore per curare la propria allergia o per ridurre i fastidiosi effetti?
Pur da profano, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, non ha alcun dubbio che tutto dipende molto dal singolo paziente. Ma spetta al proprio medico o al farmacista suggerire quale sia il farmaco o i farmaci giusti. È chiaro che se l’allergia si manifesta in maniera violenta e/o duratura è sempre conveniente rivolgersi quanto prima ad uno specialista allergologo.

Il 25 aprile degli esodati. Perché anche per questi lavoratori ci possa essere libertà e giustizia


25 aprile, la Festa della Liberazione dagli orrori del nazifascismo, ma anche festa di Libertà per tutti gli italiani, ma oggi un po’ meno per alcuni che, colpevole la crisi economica e gli errori di un governo troppo poco attento ai problemi dei cittadini e più a quelli delle grandi lobbies, sono meno liberi di altri. Tra questi, gli esodati.
Sarebbero trecentomila, infatti, secondo le stime più attendibili, i lavoratori lasciati a casa in un limbo giuridico ed economico che sconforta solo a pensarlo, senza pensione né stipendio.
Mentre secondo i calcoli di alcuni giornali, il pasticciaccio del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, potrebbe costare alle casse dello Stato e quindi alle tasche degli italiani la stratosferica cifra di quindici miliardi di euro.
Non basteranno, quindi, i primi 5 miliardi raccattati con il Milleproproghe e il Salva Italia che dovrebbero coprire solo i 65mila esodati individuati in prima istanza, ma ne dovranno essere reperiti almeno altri 10 per salvaguardare la maggior parte rimasta a bocca asciutta e nella totale incertezza.
Una buona notizia, però arriva da Bari, dove circa 60 esodati verranno riassunti dalla “Banca Popolare di Bari”, in seguito ad un accordo siglato con le organizzazioni sindacali.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, un piccolo barlume di speranza che si augura e augura a tutte le centinaia di migliaia di famiglie lasciate a casa, possa accendere un circolo virtuoso tra le altre aziende in grado di riassumere i dipendenti che avevano aderito all’esodo e far concentrare la ministra Fornero e il governo tutto al fine di trovare una soluzione definitiva che possa rimediare alla rottura del patto tra lavoratori, datori di lavoro e lo Stato e per restituire ai lavoratori la Libertà che meritano.

martedì 24 aprile 2012

Malattie causate da disturbi del sistema nervoso. In sperimentazione al San Raffaele di Milano il “casco magico” per curare Sclerosi Multipla, Alzheim


Malattie causate da disturbi del sistema nervoso. In sperimentazione al San Raffaele di Milano il “casco magico” per curare Sclerosi Multipla, Alzheimer,Parkinson e conseguenze di “ictus”
Lo “Sportello dei Diritti”, tra le sue molteplici attività è impegnato da tempo a segnalare i progressi nella scienza medica che accendono le speranze per un futuro ed una vita migliore per gli ammalati.
A tal proposito, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, evidenzia uno strumento in fase di sperimentazione presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, destinato alla cura di malattie causate da gravi disturbi del sistema nervoso quali sclerosi multipla, morbo di Parkinson, Alzheimer e conseguenze da “ictus”, che per i risultati che sta dando è stato denominato “casco magico”. Si tratta, infatti, solo in apparenza di un apparecchio simile esternamente al casco in uso ai parrucchieri ma la sua finalità è quella di agire direttamente sul cervello e quindi sul sistema nervoso.
Vi è da precisare che il sofisticato strumento in questione è frutto di anni ed anni di ricerca scientifica congiunta da parte del reparto di Neurologia presso l’Università Vita - Salute San Raffaele e dai ricercatori del Centro Weizmann di Tel Aviv, in Israele.
Per quanto concerne, in generale, le modalità di funzionamento dell’apparato, in sostanza si basa sull’emissione di onde elettromagnetiche, che non sono altro che impulsi invisibili a determinate frequenze emesse da speciali apparecchiature presenti all’interno del casco magico che agiscono in modo da penetrare in zone specificatamente individuate dell’encefalo a una profondità massima di sei centimetri.
Le onde elettromagnetiche a loro volta stimolano le cellule del cervello a riattivare le sinapsi mettendosi in comunicazione tra loro per poi mettere in azione il sistema nervoso, che attraverso impulsi elettrici stimola di conseguenza i muscoli fino a far muovere il corpo.
Chiaramente se una determinata patologia ha deteriorato una parte del sistema nervoso, l’impulso elettrico giunge ai muscoli in modo confuso e per tali ragioni l’ammalato ha difficoltà di movimento. A tal proposito interviene il “casco magico” che mette ordine agli impulsi stoppando quegli negativi e rafforzando quelli positivi che sono appresi con la fisioterapia, cui i pazienti affetti da questo genere di malattie sono abitualmente sottoposti.
La fase di sperimentazione avviata al San Raffaele, durerà almeno un altro anno, quando si potranno conoscere i primi risultati scientifici sugli esiti dei test, anche se il professor Giancarlo Comi, docente di Neurologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e direttore della divisione di Neurologia e del servizio di Neurofisiologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, in una recente intervista ha evidenziato che in base ai dati in possesso la percentuale di benefici per i pazienti è pari al 45 %.
Per Giovanni D’Agata, si tratta di più di una speranza in più per i tanti pazienti, che si va a sommare ai progressi che riguardano la parte meno conosciuta del nostro corpo: il cervello.

lunedì 23 aprile 2012

Europei 2012: i consigli di tipo sanitario per chi si reca in Polonia e Ucraina per il campionato europeo di calcio UEFA 2012


Europei 2012: i consigli di tipo sanitario per chi si reca in Polonia e Ucraina per il campionato europeo di calcio UEFA 2012

I campionati europei di calcio UEFA 2012 sono alle porte. Dall’8 giugno al 1° luglio 2012 una moltitudine di cittadini provenienti da ogni parte del mondo viaggerà verso la Polonia e l’Ucraina, i paesi organizzatori e per tali ragioni, stanti le necessità di salute pubblica conseguenti a questa marea umana che si sposta a visitare i due stati dell’Est l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute hanno diramato alcune indispensabili informazioni di tipo sanitario, che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, riporta all’attenzione di tutti i tifosi.
Informati prima di partire
Prima (4-6 settimane) di partire, consulta il tuo medico curante per i medicinali da portare con te, per le raccomandazioni necessarie per viaggiare sicuri e per valutare le vaccinazioni da effettuare per soggiornare nel Paese di destinazione. Quest’ultima informazione puoi riceverla anche dai Servizi vaccinali e dai Centri di profilassi vaccinale più vicini a te.
Vaccinazioni
Assicurati che la certificazione del tuo stato vaccinale sia in ordine anche per i richiami. In particolare, ti ricordiamo che essere vaccinato contro il morbillo e la poliomielite è molto importante.
Morbillo e rosolia
Sono stati segnalati oltre 31.000 casi di morbillo in Europa nel 2011, con decessi tra adolescenti e adulti anche in Italia. Se hai un’età compresa tra i 15 e i 29 anni, se non sei mai stato vaccinato o se hai un deficit immunitario, sei a rischio di contrarre la malattia, che nei giovani e negli adulti ha un decorso più serio che nell’infanzia. Per gli Europei 2012 è fortemente raccomandata la vaccinazione contro morbillo e rosolia. Fai in modo di vaccinarti in tempo utile.
Chi non è vaccinato rischia di contrarre l’infezione e di diffondere la malattia. Non rovinare il soggiorno a te e a chi viaggia con te. Assicurati di essere vaccinato prima del tuo viaggio.
Influenza
Per gli anziani, le donne in gravidanza, i soggetti con malattie croniche e i soggetti con deficit del sistema immunitario, la vaccinazione contro l’influenza rappresenta una priorità.
Altri consigli
Porta sempre con te una fotocopia del passaporto.
Se stai effettuando cure particolari, è importante avere con te una documentazione descrittiva dell’eventuale trattamento sanitario a cui sei sottoposto abitualmente.
Se hai bisogno di farmaci durante il viaggio, porta con te un kit di farmaci completo e sufficiente per la durata del soggiorno. In Polonia la tessera sanitaria italiana permette di usufruire delle cure mediche necessarie.
Non sono in atto, invece, accordi bilaterali in materia di cure mediche in regime di emergenza tra Italia ed Ucraina: valuta, pertanto, l’opportunità di stipulare un’assicurazione sanitaria prima della partenza.
Informati anche sul trasporto sanitario, in caso tu abbia bisogno di rientrare nel tuo Paese d’origine.
Prima di recarti in Polonia e Ucraina consulta gli avvisi per i viaggiatori, che trovi sui siti del Ministero della Salute e del Ministero degli Affari Esteri.
Durante il tuo soggiorno
Sicurezza
All’arrivo è necessario essere attento e informato dell’ambiente che ti circonda.

Negli stadi sportivi e nelle zone dedicate ai tifosi, individua le uscite di sicurezza e i posti di pronto soccorso, che sono riconoscibili dal simbolo di una croce bianca su uno sfondo verde.
Se guidi sul posto, fallo con prudenza: la qualità delle strade potrebbe non essere buona in tutte le zone. Evita di guidare dopo aver bevuto alcolici, in Polonia ed Ucraina è severamente vietato. Rispetta la segnaletica e i limiti di velocità e indossa sempre la cintura di sicurezza. Durante gli Europei 2012 saranno presenti agenti di polizia e volontari. Quindi, ove necessario, potrai richiedere la loro assistenza.
Numeri di emergenza
Polonia
•Numero per emergenze mediche, forze di polizia e vigili del fuoco: 112
•Emergenza medica: 999
Ucraina
•Da tutti i telefoni:
◦Vigili del fuoco: 101
◦Polizia: 102
◦Emergenza medica: 103
•Solo da telefoni cellulari:
◦Numero per emergenze mediche, polizia, vigili del fuoco: 112
Se hai bisogno di supporto medico
Negli stadi, nelle zone dedicate ai tifosi e negli aeroporti
Individua la postazione dell’assistenza medica (è gratuita).
In città
Individua i volontari, i punti di informazione e le strutture di accoglienza della città di arrivo.
Sicurezza di alimenti ed acqua
Bevi solo acqua imbottigliata se non sei assolutamente certo che l’acqua sia potabile.
Le cinque regole per la sicurezza degli alimenti sono le seguenti:
1.Lavare frutta e verdura.
2.Separare i cibi crudi dai cibi cotti.
3.Cuocere completamente il cibo.
4.Conservare il cibo a giuste temperature.
5.Usare acqua potabile per lavare i cibi.
Attenzione al botulismo, una grave forma di intossicazione alimentare. La tossina botulinica è ingerita attraverso il cibo preparato in modo improprio.
Diarrea del viaggiatore
La diarrea è il problema sanitario più comune per i viaggiatori. Essa può essere accompagnata da nausea, vomito, dolori addominali e febbre. La diarrea è provocata da alimenti e/o dall’acqua contaminati. Se si ha la diarrea è molto importante evitare la disidratazione, soprattutto per i bambini.
Cosa fare in caso di diarrea?
Ai primi sintomi è necessario bere liquidi igienicamente sicuri, come acqua, in bottiglia o bollita, e/o brodo. In farmacia sono disponibili dei preparati per la reidratazione. Evita caffè, bevande zuccherate e alcol.
Se i dolori intestinali sono molto frequenti, le feci molto liquide o contenenti sangue, e se i sintomi persistono già da 3 giorni, consulta immediatamente un medico.
Nuoto
Nuota solo in piscine sicure e alla presenza di un assistente ai bagnanti, in luoghi che appaiono in buoni condizioni igieniche e indossando sempre le ciabatte di gomma fuori dall’acqua e durante la doccia. Se non hai certezza, chiedi informazioni ai funzionari locali.
Altre malattie infettive
Infezioni Trasmesse Sessualmente
È possibile contrarre malattie sessualmente trasmissibili durante qualsiasi tipo di rapporto non protetto, eterosessuale o omosessuale, anche non completo.
Sono molte le malattie trasmesse per via sessuale, tra cui la gonorrea, la sifilide, la tricomoniasi, alcune epatiti virali, l’HIV/AIDS. Tali malattie si possono contrarre da partner apparentemente sani.
Evita i rapporti sessuali a pagamento, che sono ad elevato rischio per molte malattie a trasmissione sessuale, quali l’HIV/AIDS e l’epatite B, C e D. Le persone infette da HIV/AIDS sono maggiormente esposte al rischio di contrarre la tubercolosi.

Tubercolosi
Non esistono trattamenti preventivi raccomandati prima dell’esposizione all’infezione tubercolare. I sintomi della tubercolosi sono la tosse che dura 2-3 settimane, a volte con febbre, sudorazione notturna, perdita di peso, perdita di appetito e spossatezza.
Se tali sintomi si manifestano prima, durante o dopo il viaggio, è necessario consultare un medico. La probabilità di essere esposti alla tubercolosi diminuisce se si evitano luoghi affollati e poco aerati.
Rabbia silvestre
La rabbia può essere letale. Se si viene morsi da un animale è necessario consultare immediatamente un medico della struttura sanitaria più vicina. Per evitare il rischio, è bene non entrare in contatto con animali selvatici e/o randagi.
Altri rischi per la salute
Tabacco
Agli Europei 2012 è vietato fumare. Inoltre, sono totalmente vietati l’uso, la vendita e la promozione di ogni tipo di tabacco in tutti gli stadi sportivi.
Droghe
L’uso, il possesso e la distribuzione di droghe voluttuarie è vietato in Polonia e Ucraina. In flagranza di reato è previsto l’arresto immediato.
Cosa fare se fuori fa molto caldo?
In questi Paesi la temperatura in estate può essere molto alta. Quindi attenzione ai colpi di calore e alla disidratazione! I soggetti più vulnerabili sono i bambini e gli adulti sopra i 60 anni di età.
•Cerca di evitare di esporti al caldo.
•Quando possibile, evita di uscire nelle ore più calde del giorno.
•Quando ti trovi all’aperto, rimani all’ombra e utilizza sempre una crema protettiva solare.
•Indossa indumenti leggeri non aderenti di cotone o lino, sia in casa che all’aperto.
•Proteggi il capo dal sole diretto con un cappello a tesa larga o un berretto e indossa occhiali da sole per proteggere gli occhi dai raggi ultra-violetti.
•La disidratazione si può prevenire. Bevi molta acqua per reidratarti. Non aspettare di aver sete per bere.
•Evita alcool, troppi caffè e zuccheri.
•Qualora tu non abbia a disposizione un impianto di condizionamento nella tua stanza, apri finestre e persiane durante la notte.

Tariffe telefoniche, gli italiani hanno i costi più alti d’Europa. Dal mese di luglio l’UE ha imposto all’Italia tariffe più basse per alcuni serviz


Tariffe telefoniche, gli italiani hanno i costi più alti d’Europa. Dal mese di luglio l’UE ha imposto all’Italia tariffe più basse per alcuni servizi
Calano leggermente le tariffe della telefonia mobile in Europa, in media di qualche punto percentuale (-8%), mentre come accade per tante altre cose anche le tariffe telefoniche in Italia sono più alte che negli altri paesi d’Europa. Non va dimenticato inoltre che il potere della Agicom, l’organismo che vigila sulla concorrenza, è più limitato rispetto a organismi analoghi in altri Paesi. Insomma non dobbiamo illuderci, non avremo mai le stesse tariffe in vigore in Europa. Non è solo il costo ad incidere, ma anche il servizio. Ad esempio se vogliamo andare all’estero e continuare ad usare il nostro numero telefonico dobbiamo sottoscrivere una tariffa roaming e dobbiamo farlo con lo stesso operatore che utilizziamo in Italia. Questa limitazione sta per cadere grazie alla Commissione e la Presidenza dell’Unione Europea che hanno approvato un provvedimento che dal prossimo mese di luglio farà scattare una serie di risparmi per i consumatori di tutta Europa ed in particolare per gli italiani che partono da costi più alti.
Il processo innovativo che non è arrivato dal nostro Parlamento, troppo impegnato a tergiversare sulla nuova legge elettorale da proporre al paese, riguardano il roaming internazionale, i costi degli sms, del traffico dati e della normale telefonata. Un’aggiunta ulteriore è quella di poter stipulare un contratto ad hoc per il roaming internazionale quando andiamo all’estero. Il Parlamento Europeo ha emesso questo provvedimento per portare le tariffe internazionali vicino a quelle nazionali come costo per il consumatore.
Le nuove tariffe, in vigore dal 1 luglio 2012, porteranno la chiamata dall’estero per l’Italia al costo di 29 centesimi al minuto, mentre la telefonata ricevuta dall’Italia costerà solo 8 centesimi. Il ribasso del mese di luglio sarà solo il primo passo, infatti dopo un anno la cifra scenderà rispettivamente a 24 centesimi e 7 centesimi, fino a terminare la sua corsa a luglio 2014 quando si arriverà a 19 centesimi e 5 centesimi.
Gli sms, che per altro sono diventati obsoleti grazie ai servizi di messaggistica istantanea offerti dai software dei più diffusi smartphone, costeranno 9 centesimi a luglio 2012, 8 centesimi a luglio 2013 ed infine 6 centesimi a luglio 2014. Il traffico dati in questi tre anni scenderà dai 70 centesimi del 2012 fino ai 20 centesimi del 2014, il costo in questo caso è valutato in megabyte. Dal primo luglio 2014 i consumatori potranno stipulare contratti di roaming con operatori diversi da quelli utilizzati sul suolo nazionale.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, detto ciò, noi speriamo che comunque i prezzi scendano notevolmente nei prossimi anni anche perchè il futuro sta nella personalizzazione degli abbonamenti. E lo vediamo dalle offerte sempre più variegate che il mercato ci offre con i pacchetti personalizzati e tariffe forfettarie che piacciono al pubblico. Si considera ad esempio se uno telefona molto o è solito inviare parecchi sms o navigare a lungo. È l’ideale con i forfait da una parte l’operatore si garantisce delle entrate fisse, dall’altra il cliente può consumare molto senza spendere troppo.

domenica 22 aprile 2012

Depressione adolescenziale. Dalla Nuova Zelanda un gioco al PC che funziona meglio della terapia


Chi crede, che la depressione sia un fenomeno esclusivo dell’età adulta si sbaglia: la percentuale, infatti, dei giovani colpiti dal “male di vivere” è, purtroppo, compresa tra il 6 e l’8 %.
La cosa più seria, riguarda la difficoltà di cura non solo per la ritrosia dei genitori che quasi non accettano che i loro figli abbiano problemi di questo tipo, ma anche dagli intrinsechi impedimenti che si hanno nel curare i più giovani consistenti nel fatto che i ragazzi stessi sono restii a prestarsi ai consulti professionali.
Una ricerca neozelandese dell’Università di Auckland, pubblicata sul sito del British Medical Journal potrebbe essere però un’efficace soluzione per trattare gli adolescenti con disturbi depressivi. Lo strumento elaborato per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si può definire con un solo aggettivo: rivoluzionario. Si tratta, infatti, di un gioco per pc che secondo i ricercatori che l’hanno elaborato e provato sarebbe più utile della terapia individuale di uno psicologo per i giovani compresi tra i 12 ed i 19 anni d’età.
Si tratta, in apparenza di uno dei tanti giochi “fantasy” in 3D denominato Sparx che consiste in un software di auto-intervento, a detta degli stessi studiosi neozelandesi.
I giovani pazienti devono superare una serie di sfide per recuperare l’equilibrio in un mondo fantastico, dominato dagli Gnat (che è l’acronimo di Gloomy Negative Automatic Thoughts, ossia i pensieri pessimisti e negativi incontrollati). Sono stati, così realizzati, sette livelli di gioco, della durata di mezz’ora ognuno, da completare in un periodo che può variare da quattro a sette settimane: tra il primo modulo dal titolo “trovare la speranza” e l’ultimo, “riappacificarsi”, i giovani devono imparare a gestire le proprie emozioni prima di poter riconoscere e sconfiggere gli Gnat.
Il nuovo strumento è stato testato su 187 ragazzi di età compresa tra 12 e 19 anni con depressione moderata, per confrontarlo con la terapia psicologica individuale, attraverso un trial randomizzato in 24 diversi istituti sanitari del paese dell’Oceania. Tutti i giovani pazienti sono stati osservati per un periodo di tre mesi e i miglioramenti sono stati registrati in entrambi i casi secondo le normali scale usate in ambito psichiatrico, che valutano sia i sintomi depressivi che la qualità della vita.
Assai rilevanti, per non dire sorprendenti sarebbero stati i risultati ottenuti: non solo Sparx era efficace tanto quanto l’approccio standard per ridurre i sintomi di depressione e ansia, ma una porzione significativamente più alta degli utenti trattati con il gioco risultava a fine trattamento essere completamente guarita, rispetto al gruppo di controllo. Tra quelli che avevano superato almeno quattro dei livelli di Sparx erano infatti quasi la metà, il 44%, quelli guariti alla fine del trial, contro il 26% di quelli trattati con l’approccio standard.
Gli stessi ricercatori, sono stati soddisfatti dagli esiti ed hanno rilevato che: “Il programma potrebbe essere dunque una risorsa efficace per curare gli adolescenti con disturbi depressivi. Sparx potrebbe diventare un’alternativa molto economica ed accessibile per i più giovani che hanno questo tipo di problemi”.
Un’idea innovativa, per Giovanni D’Agata, per la quale auspica possa partire una più ampia sperimentazione anche nel resto del globo al fine di verificarne l’efficacia per risolvere un grave problema che coinvolge milioni di giovani in tutto il mondo e che spesso viene sottovalutato all’interno delle nostre famiglie.

Alimentazione e salute: sono state rinvenute tracce di sostanze chimiche nel corpo delle persone che hanno consumato cibo venduto in plastica


Alimentazione e salute: sono state rinvenute tracce di sostanze chimiche nel corpo delle persone che hanno consumato cibo venduto in plastica. Ma negli ultimi anni si sta tornando alle buone prassi alimentari di una volta come il riutilizzo dei contenitori in vetro
Una ricerca apparsa sulla rivista Environmental Health Perspectives, ha rivelato che sono state rinvenute tracce di sostanze chimiche nel corpo delle persone che hanno consumato cibo venduto in contenitori di plastica.
Altre indagini scientifiche hanno dimostrato che gli ftalati utilizzati per aumentare la flessibilità, la longevità e la trasparenza della plastica sono stati rinvenuti negli alimenti a seguito del contatto con attrezzature alimentari, guanti dei confezionatori, inchiostri di etichette o addirittura delle plastiche utilizzate dagli agricoltori.
È da tempo che i governi hanno consapevolezza di questo fenomeno. Tuttavia, la Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale americana che si occupa della vigilanza sulla sicurezza di alimenti e farmaci, considera tali prodotti come "additivi alimentari indiretti" e ne ha approvati più di 3000 dal 1958.
In realtà, negli USA la FDA cui spetta il giudizio sulla nocività o meno dei prodotti sulla base delle analisi effettuate ha ritenuto che gli effetti del contatto con le materie plastiche sia assolutamente innocuo e le quantità non sarebbero suscettibili di causare alcun danno alla salute. Tant’è che se le quantità trovate corrispondono a cifre molto basse non viene eseguito alcun test aggiuntivo.
Alla luce di tali osservazioni, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, pur precisando che non vi sia prova di possibili effetti collaterali dall’ingestione di prodotti alimentari contenuti in materiali plastici, fa presente che negli ultimi anni si sta assistendo al ritorno delle buone prassi alimentari di una volta, come l’acquisto di alimenti confezionati in materiali riutilizzabili a partire dal latte nelle bottiglie di vetro e molto altro, che garantiscono, al contrario la massima sicurezza alimentare specie per i cittadini più esposti ed in particolare i più piccoli.

sabato 21 aprile 2012

Curiosità. Intimo e articoli erotici sono tra gli oggetti smarriti sui mezzi pubblici.


Curiosità. Intimo e articoli erotici sono tra gli oggetti smarriti sui mezzi pubblici. In vendita su Internet articoli che non vengono ritirati dagli uffici oggetti smarriti delle stazioni e degli aeroporti tra cui biancheria intima e articoli erotici. Cambiano le abitudini degli utenti
Sui mezzi pubblici si perde e si trova di tutto, ma le curiosità che si possono trovare sul sito www.fundsachenverkauf.ch hanno dell’incredibile anche perché denotano un cambiamento delle abitudini degli utenti.
Tra le tante cose che si possono scovare che sono state smarrite sui treni vi sono, pensate, anche articoli erotici.
Si può acquistare un vibratore per 19 franchi, un butt plug per 10 franchi oppure un chilo di biancheria intima femminile usata e non lavata per 30 franchi. Sono questi, tra i tanti, alcuni degli oggetti erotici messi in vendita sul sito fundsachenverkauf.ch da circa sei settimane.
La società che si occupa della gestione del sito, chiaramente non è specializzata nel mercato dell’eros ma si limita a vendere on line tutti gli oggetti che non vengono ritirati dagli uffici oggetti smarriti delle stazioni e degli aeroporti.
Le cifre sono impressionanti. Ogni settimana, l’azienda riceve oltre 20.000 articoli, di cui il 95% proviene dalle ferrovie. Tra questi, spiegano gli addetti ai lavori, è frequente la scoperta di prodotti erotici, soprattutto negli ultimi anni. Non è raro, infatti, che vengano smarrite intere valige piene di articoli erotici. La gran parte nuovi di fabbrica, nel caso contrario, vengono dovutamente disinfettati e lavati.
Fa un po’ specie, che la biancheria intima invece non viene lavata, anche se sembrerebbe che la richiesta d’acquisto di questo tipo di prodotti rimane comunque molto alta.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, il ritrovamento di tali tipo di oggetti sui mezzi pubblici, denota un evidente cambiamento nelle abitudini dei cittadini, anche se il fatto che smarriscano prodotti di tal tipo e che poi non li ritirino dimostra un certo tipo d’imbarazzo generalizzato a dichiarare che gli oggetti abbandonati siano i propri.

venerdì 20 aprile 2012

Consumatori, sistema produttivo ed energia


Consumatori, sistema produttivo ed energia. Altri effetti della crisi: diminuito del – 5,2 a marzo il consumo di energia elettrica in Italia. La decrescita del Paese favorisce abitudini migliori degli italiani come la riduzione degli sprechi
Continua la quotidiana attività dello “Sportello dei Diritti”, nel segnalare i segni più o meno tangibili degli effetti della crisi nel Nostro Paese che stanno comportando anche un cambiamento delle abitudini degli italiani che non deve essere visto, però, solo da un lato negativo. La recessione che viviamo, sta infliggendo colpi su colpi ad un capitalismo ed un consumismo esasperati e gli italiani, con le tasche sempre più vuote, iniziano a risparmiare un po’ su tutto dopo anni ed anni di vera e propria induzione allo spreco ed all’indebitamento.
La decrescita dell’Italia per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si palesa anche da un dato inequivocabile: nel mese di marzo 2012 l’energia elettrica richiesta in Italia, 27,4 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 5,2% rispetto a marzo dello scorso anno.
La domanda risulta essersi ridotta complessivamente del 4,9 % se il dato della variazione indicato viene depurato dagli effetti di calendario e temperatura. Va, infatti, precisato che se le giornate lavorative (22) sono state le stesse nei due anni a confronto, si è registrata una temperatura media superiore di pochi decimi di grado centigrado rispetto a marzo 2011.
A fare da padrone nei consumi di energia nel mese di marzo 2012 è sempre il Nord, che assorbe il 47,1%, a fronte del 28,7% del Centro e del 24,2% del meridione.
Più significativa, però, la variazione della domanda al Nord che segna -5,4% mentre identica, - 4,8%, al Centroe al Sud.
Lo scorso mese la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per un 83,2% con produzione nazionale e per la quota restante (16,8%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
A tal proposito, la produzione nazionale netta (23,0 miliardi di kWh) è diminuita dell’8,0% rispetto a marzo 2011.
Continua la crescita delle fonti di produzione eolica (+14,9%) e fotovoltaica (+327,5%).
In forte flessione quella idroelettrica (-33,7%), termica (-11,8%), mentre un po’ meno la geotermoelettrica (-3,1%).
Nel primo trimestre del 2012 la domanda di energia elettrica è risultata in calo dell’1,9% rispetto ai valori del primo trimestre del 2011; a parità di calendario il valore è -3,3%.
In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di marzo 2012 rispetto al mese precedente è risultata pari a -4,4%. Il primo trimestre 2012 risulta in crescita, seppur molto debole (+0,3%), rispetto all’ultimo trimestre del 2011. Il profilo del trend si mantiene stazionario.

giovedì 19 aprile 2012

Equitalia non può iscrivere l'ipoteca per un debito inferiore ad 8mila euro


Basta con gli atti illegittimi adottati con il solo scopo di costringere i contribuenti a pagare balzelli anche non dovuti ed estinti. E’ necessario punire personalmente i responsabili di tale societa' che agiscono contro legge.
Buone notizie per i contribuenti. E’ illegittima l'adozione da parte dell'Equitalia - Agente della Riscossione - della misura cautelare dell'iscrizione ipotecaria laddove l'importo a ruolo rechi un debito inferiore alla soglia di Euro 8.000,00 prescritta dalla disciplina del D.P.R. 602/1973. Ad evidenziarlo è Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, a seguito della lettura della sentenza n. 5771 delle sezioni unite della Cassazione del 12 aprile 2012.
Sul punto, va ricordato che la Corte di Cassazione con sentenza n. 2053/2006 ha osservato che essendo l'ipoteca, al pari del fermo amministrativo, preordinata all'espropriazione forzata, quando sia decorso un anno dalla notifica della cartella di pagamento, l'espropriazione può essere avviata e, di conseguenza, l'iscrizione ipotecaria può essere eseguita solo dopo la notifica di intimazione di pagamento di cui al secondo comma dell'art. 50 del D.P.R. 602/1973, in quanto la mancata attivazione della fase espropriativa nel termine annuale fissato dalla predetta disposizione determina il venir meno della capacità del ruolo a valere come titolo esecutivo, essendo la sua efficacia sospesa ex lege sino a quando non è ripristinata dalla notificazione dell'intimazione ad adempiere. Inoltre la stessa Corte con sentenza n. 4077 del 2010, già citata, ha dichiarato illegittime le ipoteche iscritte sugli immobili per i debiti di importo inferiore agli 8.000 Euro. La pronuncia della Corte suprema è stata poi recepita in un decreto legge (art. 3, comma 2ter, del D.L. 25 marzo 2010, n. 40, convertito in L. 22 maggio 2010, n. 73).
Alla luce di tale importante precedente, poiché ancora oggi ci sono centinaia di migliaia di ipoteche sugli immobili che pur essendo sotto la soglia degli 8mila euro non vengono cancellate dall'agente di riscossione così come richiede la legge, Giovanni D’Agata, chiede l'intervento immediato del Governo e del Ministro della Giustizia per porre fine a queste paradosso introducendo maggiori controlli per il rispetto dei diritti dei contribuenti.

mercoledì 18 aprile 2012

Equitalia: la Cassazione civile annulla la cartella esattoriale priva dell’indicazione del calcolo degli interessi


Ancora più cautele per i consumatori. Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, sono molteplici, infatti, le sentenze che attribuiscono un sempre più stringente dovere di trasparenza a carico delle società incaricate della riscossione nazionale dei tributi.
La mancata indicazione del procedimento di computo degli interessi e delle singole aliquote su base annuale, rende nulla la cartella esattoriale.
E’ quanto disposto dalla Corte di Cassazione, con la sentenza 21 marzo 2012, n. 4516.
Il caso riguardava un contribuente il quale aveva impugnato la cartella di pagamento con cui l'Ufficio di Padova aveva iscritto a ruolo le somme riportate in un avviso d'accertamento, oltre interessi. Il ricorso è stato accolto dalla CTP, e su ricorso di Equitalia Polis S.p.A., tale decisione è stata poi impugnata dinanzi alla CTR del Veneto, la quale ha statuito che la mancata sottoscrizione ed indicazione del responsabile del procedimento non invalidava la cartella, aggiungendo inoltre che l'omessa indicazione delle modalità di calcolo degli interessi, riportati solo nel totale, violava il diritto di difesa del contribuente e pertanto rendeva parzialmente illegittima la cartella.
Avverso tali sentenze, il contribuente e l’Agenzia delle Entrate hanno proposto ricorso in Cassazione.
Gli ermellini hanno respinto l’eccezione sollevata dal contribuente circa l’obbligo per l’ufficio di indicare il responsabile del procedimento visto che l’art. 7 della legge n. 212/2000, pur qualificando "tassativo" l'obbligo dell'indicazione del responsabile del procedimento negli atti dell'Amministrazione finanziaria e dei concessionari della riscossione, non indica, in alcun modo, la sanzione connessa alla sua violazione.
D’altra parte, con l'unico motivo dedotto, il Fisco ha censurato che, nell'annullare la cartella esattoriale nella parte relativa agli interessi, i giudici d'appello avrebbero disatteso il principio secondo cui la cartella esattoriale notificata a seguito di accertamenti definitivi non necessita di motivazione, anche "nella parte relativa al calcolo degli interessi disciplinato puntualmente dall'art. 20 DPR n. 602/73".
I giudici di legittimità, hanno giudicato inammissibile tale motivo di ricorso. In particolare, è stata condivisa la decisione dei giudici d'appello, secondo i quali "nella cartella viene riportata solo la cifra globale degli interessi dovuti, senza essere indicato come si è arrivati a tale calcolo, non specificando le singole aliquote prese a base delle varie annualità che nella fattispecie, vale sottolinearlo, essendo l'accertamento riferito all'anno d'imposta 1983, sono più di 23 anni calcolati".
Sulla scorta di tali argomentazioni, l'operato dell'ufficio era ricostruibile "attraverso difficili indagini dovute anche alla vetustà della questione" che non competevano al contribuente che subiva in tal modo, una violazione del suo diritto di difesa.
Ha sostenuto la Suprema Corte a tal proposito, di alcun pregio sono state valutate le considerazioni svolte da parte ricorrente circa la non necessità della motivazione della cartella derivante da una sentenza passata in giudicato, né dal richiamo all'art. 20 del dPR n. 602 del 1973, essendo rilevante non la spettanza degli interessi, bensì il modo con cui è stato computato il totale contenuto nella cartella.
In conformità con la giurisprudenza di legittimità, secondo cui i motivi per i quali si richiede la cassazione devono presentare, a pena d'inammissibilità, i caratteri di specificità, completezza e riferibilità alla decisione impugnata (Cass. n. 17125 del 2007), tale motivo è stato, quindi, dichiarato inammissibile.

Aumentano le rimesse degli immigrati in Italia


Aumentano le rimesse degli immigrati in Italia. Lo dice la Fondazione Leone Moressa che rivela che erano 588 milioni 468 mila nel 2000 e 7 miliardi e mezzo nel 2011. L’immigrazione fonte di arricchimento culturale, ma anche fonte di ricchezza per l’economia italiana
L’immigrazione fonte di arricchimento culturale, ma anche fonte di ricchezza per l’economia italiana per l’Italia, perché se è vero quanto dice il rapporto della Fondazione Leone Moressa, specializzata in economia dell’immigrazione, che nel 2011 le rimesse ufficiali sono state di 7 miliardi e 400 milioni, del 12,5% in più rispetto al 2010, è anche vero che ciò sta a significare che una parte sempre crescente della nostra economia gira intorno al grande apporto che gli stranieri in Italia stanno compiendo al sistema economico nazionale, nonostante la recessione in cui da tempo si trova il Bel paese e quindi in controtendenza con tutti i parametri economici che segnano solo aspetti negativi.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, tali dati, quindi, contribuiscono a gettare totale discredito in tutta quella fetta della popolazione, che ci auguriamo sempre più minoritaria, che vede nell’immigrazione un fenomeno negativo, senza considerarne i sicuri e conclamati effetti positivi per il sistema socio economico del nostro Paese.
È chiaro, però per evitare di dare man forte alla xenofobia ed a tendenze razziste, che i flussi migratori devono essere regolati invertendo la pericolosa spirale avviata con l’entrata in vigore della legge Bossi – Fini che ha in parte criminalizzato il fenomeno migratorio e, quindi, partendo dalla sua abrogazione bisogna avviare un percorso virtuoso d’investimento sociale ma anche economico per l’integrazione.

martedì 17 aprile 2012

Consumatori con le tasche vuote. Altri effetti della crisi. Nascono come funghi i baby bazar dell’usato


Che i mercatini dell’usato stessero spuntando come funghi sul territorio nazionale, questa era già cosa nota, ma che ci fosse già nell’immediato un’evoluzione, o meglio una settorizzazione dei vari tipi di esercizi commerciali specializzati nella vendita di prodotti già utilizzati, questa è una novità per l’Italia.
Per le neomamme e per i loro bambini, in moltissimi centri del nostro Paese nascono, infatti, come conseguenza della crisi che colpisce le famiglie italiane sempre più impietosamente, dei baby bazar, dove è possibile trovare di tutto proprio di tutto: dall’abbigliamento, alle cullette, ai giocattoli e ai passeggini sino ad ogni tipo di attrezzature e articoli per la puericultura.
Se è positiva l'idea del riciclo e del riuso per combattere un capitalismo ormai moribondo per trasformarlo in uno stile di vita senz’altro migliore, il fattore determinante che induce a muovere le famiglie ad acquistare e a vendere in questi baby shop è senz’alcuna ombra di dubbio la carenza di liquidità e l’indebitamento, perché se in passato la moda del corredino tutto nuovo e personalizzato era quasi uno status symbol delle famiglie italiane, così come l’acquisto di giocattoli di ogni tipo, le tasche vuote stanno facendo cambiare le abitudini nei nostri acquisti.
Anche questa, però per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è l’immagine, forse anche mesta, di un Paese in recessione del quale si possono cogliere anche gli aspetti positivi tra le quali una spinta verso un più sano e ponderato utilizzo delle risorse.

lunedì 16 aprile 2012

Antitrust: multa all'Oréal per la pubblicità Dercos, "- 72% caduta capelli".


Antitrust: multa all'Oréal per la pubblicità Dercos, "- 72% caduta capelli". Per il Garante è ingannevole, ingenera “nei consumatori falsi affidamenti circa l’efficacia del prodotto”. Si tratta di "destinatari particolarmente vulnerabili in conseguenza dello stato patologico in cui si trovano, ragion per cui si richiede una valutazione rigorosa circa la veridicita', trasparenza e correttezza dei messaggi pubblicitari veicolati dagli operatori del settore".
L’Antitrust multa L'Oréal Italia per 200mila euro per pratiche commerciali scorrette relativamente a un prodotto a marchio Dercos contro la caduta dei capelli. Un prodotto che si presentava rivoluzionario, in grado di fermare la caduta dei capelli con una percentuale di successo elevatissima (-72%).
Spiega infatti l’Autorità Antitrust: “Dalle evidenze istruttorie e, in particolare, dalla documentazione e dalle informazioni rese dallo stesso professionista, è emerso invece il contesto limitato e specifico all’interno del quale il prodotto appare produrre effetti, vale a dire che si tratta di un prodotto con una valenza meramente cosmetica e, quindi, efficace solo sulla caduta dei capelli di tipo temporaneo e di entità lieve o moderata. In particolare, in risposta all’onere della prova il professionista ha depositato uno studio condotto soltanto su soggetti affetti da una caduta di capelli “lieve o moderata” e non con riferimento a casi di manifestazioni patologiche di alopecia e/o di diradamento abbondante o grave”.
Sempre secondo l’Antitrust, sottolinea Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”,
“le comunicazioni pubblicitarie in contestazione appaiono ingannevoli in quanto idonee ad indurre nei destinatari la convinzione erronea che il prodotto Dercos Aminexil Pro sia efficace per risolvere tutte le problematiche legate alla calvizie. I messaggi diffusi tramite gli spot televisivi, la stampa ed internet, per il loro contenuto e per le loro modalità di presentazione, lasciano infatti intendere ai destinatari che il prodotto reclamizzato, presentato come rivoluzionario e atto ad intervenire efficacemente e nell’arco di tre mesi sul processo di diradamento dei capelli, qualunque ne sia la causa e l’entità, possa, da un lato, arrestarne la caduta e, dall’altro, indurne la ricrescita”. Questa è una delle motivazioni che hanno portato l’Antitrust a decidere di irrogare la sanzione e la diffida a proseguire nella campagna pubblicitaria. Per il Garante si tratta di "destinatari particolarmente vulnerabili in conseguenza dello stato patologico in cui si trovano, ragion per cui si richiede una valutazione rigorosa circa la veridicita', trasparenza e correttezza dei messaggi pubblicitari veicolati dagli operatori del settore".

Elettronica, occhio all’acquisto. Difettoso un prodotto su sei nel 2011. Il 14% dei prodotti elettrotecnici controllati presentava dei difetti


Sono a dir poco sorprendenti le cifre che riguardano i prodotti elettrotecnici difettosi, in base ad un’indagine condotta dall’Ispettorato federale svizzero degli impianti a corrente forte ESTI.
Secondo l’analisi, sono il 14% all’incirca, i prodotti elettrotecnici controllati che presentano vari difetti. La cosa che più stupisce è che nonostante i progressi della tecnica che dovrebbero portare ad una riduzione dei difetti nei prodotti elettronici, è stato riscontrato un notevole aumento rispetto ai dati del 2009, quando la percentuale di prodotti difettosi si fermò all’8%. E la lista delle pecche rilevate non è corta: si va dalle prove insufficienti della sicurezza alle carenze in materia di sicurezza.
La scrupolosità con cui l’ESTI controlla ogni anno i prodotti messi in circolazione a bassa tensione è data dal numero di prove che riguarda circa 1’500 apparecchi.
Il controllo sul commercio viene effettuato sia presso le catene di grande distribuzione sia in occasione di visite a fiere. Per comprendere la minuziosità dell’analisi, basti verificare che viene controllata anche la pubblicità degli apparecchi nonché le offerte su portali di vendita e siti web.
Ammonta, inoltre, al 16% la percentuale di controlli effettuati sulla scorta di segnalazioni di consumatori insoddisfatti e di società concorrenti.
Notevole anche il ventaglio di prodotti sottoposti a verifica: si va dagli elettrodomestici, dagli utensili a mano, agli accessori per l’installazione, dai componenti elettrotecnici fino agli apparecchi per l’ufficio, l’informatica, l’illuminazione nonché agli apparecchi e agli utensili per chi esegue lavori artigianali in casa e chi fa bricolage per hobby.
Secondo le rigorose norme elvetiche, peraltro, non meno stringenti di quelle UE, obbligano chi commercializza tali beni a dover fornire la prova della loro sicurezza in conformità all’ordinanza sui prodotti elettrici a bassa tensione (OPBT). Lo stesso vale anche per l’osservanza dell’ordinanza sugli apparecchi e i sistemi di protezione utilizzati in aree a rischio di esplosione (OASAE). E le sanzioni per chi commercializza apparecchi che costituiscono un pericolo per chi lo utilizza, possono arrivare sino al divieto della vendita.
Per tali ragioni, l’anno scorso sono scattati ben 44 divieti di vendita. In particolare, tubi LED non protetti da ogni lato dal contatto, adattatori non autorizzati per viaggi internazionali, spine/prolunghe sbagliate e non autorizzate, apparecchi e prodotti IT per l’utilizzazione nelle economie domestiche e nell’industria. Nella fattispecie sei diversi modelli di prodotti sono stati richiamati dai distributori.
Sarebbe utile, per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che anche in Italia e nel resto dell’UE si potessero avviare controlli di tale tipo, anche perché in mancanza, i consumatori dovrebbero aprire ancor maggiormente i propri occhi quando si approcciano a qualsiasi tipo di acquisto.

domenica 15 aprile 2012

SOS pronto soccorso ictus: non solo unità coronariche, le autoambulanze siano dotate anche di attrezzature per gli ictus anche in Italia


SOS pronto soccorso ictus: non solo unità coronariche, le autoambulanze siano dotate anche di attrezzature per gli ictus anche in Italia. La sperimentazione è già partita in Germania. Il trattamento d’urgenza già prima dell’ospedale in ambulanze specializzate aumenterebbe le possibilità d’intervento e di salvaguardia delle vite umane
Quante morti o danni permanenti possono essere evitati in conseguenza di un ictus se si interviene tempestivamente? Secondo una sperimentazione condotta da un’equipe dell’Università del Saarland a Homburg in Germania guidata dal dott. Klaus Fassbender che si è limitata ad un numero esiguo di soggetti, molte più di quante se ne possano immaginare.
La soluzione per interventi urgenti possono essere ricercate nelle stroke unit mobili utilizzate per la ricerca, ovvero autoambulanze attrezzate per la gestione dell’ictus con tomografia computerizzata, sistemi di analisi di laboratorio e attrezzature per la telemedicina che secondo lo studio possono dimezzare il tempo impiegato per la somministrazione dei fibrinolitici.
L’ictus è considerato, alla stregua di un infarto cardiaco, come una vera e propria emergenza medica, con conseguenze che in molti casi possono portare alla morte o a danni permanenti. La forma più frequente di quello che viene anche chiamato “attacco apoplettico” è quella ischemica che è la conseguenza della formazione di un coagulo di sangue che interrompe il flusso sanguigno in una zona dell’encefalo.
L’urgenza per tentare di porre rimedio al rischio di danni gravi o alla morte sta proprio nel fatto che al giorno d’oggi esistono delle terapie, in particolare dei farmaci che hanno efficacia solo se somministrati entro quattro ore e mezzo dall’insorgenza acuta della malattia.
Per esempio, tanto più è rapida l’effettuazione della terapia fibrinolitica, tanto più alte sono le possibilità di sopravvivenza e di ridurre la disabilità a lungo termine.
Non tutti i pazienti, però, sono candidati idonei. Questi farmaci salva-vita non sono adatti per i pazienti con ictus emorragico, nei quali vi è stata la rottura di un vaso sanguigno. E’ indispensabile quindi, in una situazione critica come questa, una rapida valutazione diagnostica.
La ricerca tedesca ha riguardato solo 100 pazienti, dei quali 53 sono stati trattati in ambulanze appositamente attrezzate. In tali casi la trombolisi con tPA è stata effettuata in media entro 35 minuti dall’esordio dei sintomi. In confronto, quelli inviati in ospedale per il trattamento secondo la prassi attuale hanno atteso complessivamente 76 minuti.
Per la verità, per quanto riguarda gli esiti dello studio non sono state segnalate differenze significative tra i due gruppi, ma gli stessi ricercatori hanno evidenziato come la ricerca abbia riguardato solo un limitato numero di pazienti e un periodo determinato di una settimana, e non è stato tarato per valutare questi aspetti. Ma gli studiosi sono convinti che studi clinici più rappresentativi e condotti non solo nelle aree urbane potranno in futuro chiarire meglio il ruolo delle stroke unit mobili sulla prognosi.
Alla luce di tali dati che ci lasciano sperare in più efficaci possibilità d’intervento, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si augura che anche in Italia parta una sperimentazione simile affinché già nel prossimo futuro le ambulanze siano dotate, oltreché delle necessarie unità coronariche, anche di attrezzature per la diagnosi e la gestione degli ictus.

sabato 14 aprile 2012

ITALIA: sono 23 i suicidi di imprenditori dall'inizio del 2012 ma anche tra i lavoratori, e i pensionati, che si sentono minacciati dalla situazione


Lo Sportello dei Diritti propone che tutte le imprese sensibili giovedì 19 alle ore 10.00 abbassino per un’ora le saracinesche in senso di rispetto per le morti e di protesta contro un governo che a parole risolve la crisi andando a pescare nelle tasche dei soliti noti
La notizia di oggi è una non notizia per chi segue quotidianamente gli effetti della crisi e per chi la vive, quella diffusa dall’Associazione Artigiani e Piccola Impresa (CGIA) di Mestre, secondo cui a causa della crisi economica dall'inizio del 2012 in Italia ci sono stati 23 suicidi di imprenditori.
Per quanto dichiarato da Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA con quello che appare un altolà al Governo da parte delle piccole imprese "Il meccanismo si sta spezzando, questi suicidi sono un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più. Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un sistema sordo ed insensibile che non riesce a cogliere la gravità della situazione".
Secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è ora di dire basta per non far passare la costante catena di suicidi e drammi che stanno avvenendo tra lavoratori, imprenditori, pensionati, e nelle loro famiglie, che si sentono schiacciati dalla situazione economica attuale, come semplici fatti di cronaca o come semplici numeri.
Il pensionato che vede una pensione ridotta ai minimi termini ed insufficiente per soddisfare i propri bisogni alimentari, l’imprenditore che sa di non potere più pagare i propri dipendenti ed imposte e tasse sempre più asfissianti, il lavoratore che perde il posto di lavoro, non rientrano per definizione nella pagina di cronaca, ma, purtroppo balzano sulle pagine dei giornali solo in conseguenza dei loro gesti estremi.
Sono un sintomo sociale, sono la cattiva coscienza di una cattiva politica, di un governo che sotto le mentite spoglie di essere venuto per salvare l’Italia e per farla crescere sembra favorire solo un sistema economico – finanziario fittizio ed i poteri forti di banche, assicuratori, multinazionali dell’energia e delle telecomunicazioni.
Per tali ragioni, lo Sportello dei Diritti propone che tutte le imprese sensibili giovedì 19 alle ore 10.00 abbassino per un’ora le saracinesche in senso di rispetto e cordoglio per le morti e di protesta contro un governo che a parole risolve la crisi andando a pescare nelle tasche dei soliti noti e che sembra sempre più distante dalla tragica realtà di tutti i giorni.

Consumatori: attenti al PELLETS di provenienza cinese è contaminato da sostanze inquinanti. Gravi rischi per la salute


Consumatori: attenti al PELLETS di provenienza cinese è contaminato da sostanze inquinanti. Gravi rischi per la salute
I funzionari dell’Ufficio Antifrode delle Dogane di Napoli 1, su specifica segnalazione del locale Ufficio Integrato di Analisi dei Rischi e in collaborazione con i militari della Guardia di Finanza, hanno sequestrato, per traffico illecito di rifiuti, 86.400 Kg di pellets (prodotto utilizzato come combustibile per stufe).
La merce, stivata in sei containers provenienti dalla Cina e destinata ad una società italiana con sede in provincia di Taranto, è stata analizzata dall’Università Federico II di Napoli, che l’ha qualificata come prodotto pericoloso per la salute, in quanto contaminato da sostanze inquinanti, in difformità a quanto previsto dal D.Lgs 152/2006.
Secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, le informazioni che sono attualmente disponibili non consentono ancora di avere un quadro chiaro sull’entità e sulla portata del fenomeno, sia in termini di quantità di prodotto effettivamente contaminato, sia della soglia di reale contaminazione anche se le importazioni dall’Asia rappresentano una piccola e sporadica quantità, dettata prevalentemente da logiche di concorrenza sul mercato, dato che questo pellet è venduto a prezzi sensibilmente più bassi rispetto a quello nazionale. Ciò quindi consiglia molta prudenza nell’acquisto del prodotto di provenienza cinese. Il pellet, infatti, rappresenta un importante biocombustibile che registra un notevole sviluppo in tutta Europa, in grado di sostituire i combustibili fossili e che presenta notevoli vantaggi ambientali ed economici, con soddisfazione dei numerosi consumatori che lo utilizzano soprattutto per il riscaldamento domestico. Il tema della contaminazione da sostanze inquinanti anche di tipo radioattivo come nel caso di pellets importato dalla Lituania, non va tuttavia sottovalutato e vanno sostenuti e promossi i controlli che le pubbliche autorità sono chiamate a svolgere con rigore, anche prevedendo un aggiornamento delle norme. Tuttavia siamo dell’avviso che questo episodio debba essere ricondotto alla sua reale portata, evitando inutili ed ingiustificati allarmi.

venerdì 13 aprile 2012

Corte Europea dei diritti dell'Uomo: l'incesto resta un reato.


Corte Europea dei diritti dell'Uomo: l'incesto resta un reato.
La Corte Europea dei diritti dell'Uomo ha respinto il ricorso di un 36enne di Lipsia che ha dovuto espiare tre anni e un mese di carcere per una relazione con la sorella, con la quale ha avuto quattro figli. I dati epidemiologici sulla percentuale di casi d’incesto potrebbero essere allarmanti a causa della copertura messa in atto dall’intera famiglia
La Corte Europea dei diritti umani ha confermato la sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ritiene l'incesto lesivo del diritto fondamentale alla protezione della famiglia. Un divieto di incesto che la corte costituzionale tedesca aveva già confermato nel febbraio del 2008 e riguardava la storia d'amore tra Patrick e Susan che aveva suscitato scalpore in tutta la Germania.
Il 36enne originario di Lipsia era stato punito dalla legge per avere avuto una relazione incestuosa con la sorella. E l'incesto in Germania è punito per legge. Tanto che Patrick S. si è già fatto oltre tre anni di prigione.
La storia di Patrick è quella di un uomo che a tre anni viene consegnato in un istituto per minorenni, dopo essere stato abusato sessualmente da suo padre. A sette anni il piccolo Patrick viene adottato da una famiglia. A 24 anni il primo contatto con la sua famiglia naturale, in Sassonia. E' in quel momento che il giovane conosce sua sorella, di 8 anni più giovane di lui.
Dopo la morte della madre, i due fratelli cominciano a frequentarsi a tal punto che i loro incontri si fanno via via sempre più intimi, fino a diventare una vera e propria relazione amorosa. Nel 2001 la coppia ha il loro primo figlio e nel giro di quattro anni, i figli diventano quattro. Due di essi soffrono di una leggera disabilità.
La prima condanna arriva nel febbraio del 2002.Patrick S. è condannato a un anno di carcere con la condizionale a seguito di una denuncia presentata da suo nonno. Nel corso degli anni successivi si susseguono altre sentenze penali nei confronti di Patrick sulla base del paragrafo 173, comma 2 del codice penale tedesco che vieta le relazioni sessuali tra consanguinei. Nelle relazioni tra fratelli il codice penale prevede una pena fino a due anni di detenzione.
Patrick S. ha dovuto così espiare la sua condanna passando in prigione tre anni e un mese. Il procedimento penale contro la sorella, che soffre di un leggero ritardo mentale, è stato abbandonato.
In Italia i dati epidemiologici esatti sull’incidenza dell’incesto sono difficili da ottenere anche a causa dei tentativi di copertura messi in atto dall’intera famiglia. L’incesto si verifica più comunemente fra padri, patrigni, zii e fratelli più anziani e figlie o figliastre, nipoti e sorelle. L’incidenza più alta della scoperta di comportamenti incestuosi nelle famiglie con basso livello socioeconomico può essere spiegata con la maggiore possibilità di contatto di tali famiglie con assistenti sociali e personale sanitario: sono invece le famiglie economicamente più stabili che tengono nascosto il problema. Il comportamento incestuoso è stato associato ad alcolismo, sovraffollamento, maggiore promiscuità fisica e isolamento rurale.
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, sottolinea come anche il Codice penale italiano, prevede per l'incesto la reclusione da 1 a 5 anni. La pena è la reclusione da 2 a 8 anni nel caso di relazione incestuosa”. Il “pubblico scandalo” che è richiesto per la punibilità dell’incesto “va ravvisato nella reazione morale della coscienza pubblica, accompagnata da senso di disgusto e sdegno contro il turpe fatto”. Il “pubblico scandalo” può essere desunto dalla notorietà, dalla gravidanza e dalla filiazione incestuosa, ma anche dagli effetti materiali o da confessione. La pena prevista per tale reato con la Legge 15 febbraio 1996, n. 66 CP sulle norme contro la violenza sessuale è stata aumentata da 5 a 10 anni: costituiscono, infatti, nell’ambito di tale legge, circostanze aggravanti, fra le altre, la violenza compiuta nei confronti di una persona che non ha compiuto i 14 anni o nei confronti di una persona che non ha compiuto i 16 anni, della quale il colpevole sia l’ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore (pena aumentata da 6 a 12 anni di reclusione). Il senso innovativo, importante di tale modifica legislativa è, tuttavia, riconoscere l’incesto come un reato contro la persona e non contro la morale, come nella precedente legislazione.la punizione con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria.

Tutela del consumatore: prodotti dietetici. Gli esperti Usa: "Pillole e prodotti dietetici non servono a niente".


Tutela del consumatore: prodotti dietetici. Gli esperti Usa: "Pillole e prodotti dietetici non servono a niente". La soluzione: dieta equilibrata e più sport
In tutti i Paesi cosiddetti sviluppati il problema dei cittadini in sovrappeso ed obesi è una questione seria se per l’Organizzazione Mondiale della Sanità gli adulti obesi nel mondo sarebbero all’incirca un miliardo e mezzo e l’Italia risulta essere una nazione non immune. Si pensi, infatti, che secondo le statistiche più recenti dell’Istituto Superiore della Sanità sono quattro gli italiani su dieci in sovrappeso mentre un quarto di questi è addirittura obeso.
E la ricetta magica del dimagrimento facile è una chimera così come è stato confermato di recente da una ricerca degli autorevoli Harvard Medical School e del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston i cui contenuti vengono anticipati da Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, poiché lo studio sarà pubblicato a maggio su American Journal of Preventive Medicine.
I due centri di ricerca hanno però individuato alcuni parametri guida che possano essere delle soluzioni serie al problema del grasso in eccesso: basta pillole “magiche” o prodotti dietetici, la ricetta del dimagrimento e del mantenersi in forma sta fondamentalmente nel mangiare meno cibi grassi e muoversi di più. Ma è la scelta di un regime dietetico programmato che può essere il vero toccasana al problema.
Quindi, non è vero che è impossibile dimagrire se si è a conoscenza del come. Una delle ricercatrici che ha collaborato allo studio, la dottoressa Jacinda M. Niklas, ha infatti, sostenuto che “Un numero sostanziale di obesi può perdere peso e nel nostro studio lo dimostriamo, spiegando anche come”.
La ricerca ha riguardato oltre 4000 adulti obesi con Indice di Massa Corporea maggiore o uguale a 30. Di questi ben il 63% aveva già tentato di perdere peso nell’ultimo anno, con metodi come diete liquide, pillole non prescritte da medici, diete di moda al momento.
L’obiettivo dei partecipanti era quello di perdere il 5% del peso corporeo: “si tratta di meno di quanto prevedono le Linee Guida di solito, ovvero il 10% del peso, ma ci sono studi che hanno dimostrato come anche dimagrire un pò meno può portare benefici”, ha precisato la studiosa.
I pazienti che sono stati sottoposti alla ricerca sono stati indirizzati a mangiare meno cibi “spazzatura”, a fare più esercizi fisici e sono stati inseriti in programmi di perdita di peso, talvolta anche con farmaci specifici. In nessun caso però hanno utilizzato alimenti o barrette dietetiche.
L’indagine ha dato delle conferme che gettano una luce importante su alcune che appaiono sempre più come delle vere e proprie credenze popolari: è molto meno probabile perdere peso se si fa uso di cibi dietetici preconfezionati. “Molti partecipanti che si iscrivevano a programmi di dimagrimento facevano uso di alimenti o barrette dietetiche, ma in realtà nel nostro studio si dimostra che chi consumava questo tipo di cibi, seppure li assumeva secondo un regime alimentare programmato, aveva meno possibilità di perdere peso”, ha evidenziato la Niklas. “Dunque più che mangiare cibi dietetici è importante seguire un programma di perdita di peso corretto. Anche perché barrette e altri rimedi potrebbero non essere affatto salutari o poco calorici: i pazienti che leggono ‘dietetico’ sono portati a pensare che possono mangiare questi alimenti in quantità a piacere, e la maggior parte delle volte non è affatto così”.
Le strategie di perdita di peso più comuni sono dunque spesso poco efficaci. In conclusione la Niklas ha sottolineato che “Alcuni dei partecipanti hanno anche fatto ricorso a farmaci, ma erano solo una piccola percentuale. A riprova che per perdere i chili di troppo bisogna solo mettersi in testa di mangiare meno cibi grassi e fare più sport”.

giovedì 12 aprile 2012

Consumatori: le Poste rispondono per i pacchi smarriti, anche se la spedizione è effettuata per via ordinaria e non raccomandata


Le Poste rispondono per i pacchi smarriti, anche se la spedizione è effettuata per via ordinaria e non raccomandata. È irrilevante che il pacco contenesse merce deperibile il cui valore può essere provato grazie alle testimonianze
Rivoluzionaria sentenza di un Giudice di Pace che vale la pena segnalare. Così Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, commenta una decisione che riguarda il rapporto tra mittente e Poste Italiane che pone un decisivo accento sulle garanzie per l’utente.
Secondo la sentenza 209/11, emessa dal giudice di pace di Maida in provincia di Catanzaro, infatti, le Poste Italiane devono risarcire l’utente per lo smarrimento di un pacco, anche se la spedizione è avvenuta in via ordinaria e non tramite raccomandata.
Il giudice onorario, nel caso di specie ha accordato un risarcimento di mille euro all’utente del servizio postale che aveva spedito della frutta all’interno di due diversi plichi, oltre al pagamento delle spese di lite.Il valore della merce, in particolare, è stato provato a seguito della testimonianza di due persone.
Secondo il giudice di merito, infatti, lo spedizioniere, nel caso in questione Poste Italiane non può esimersi dalle responsabilità derivanti dal contratto di trasporto, poiché il vettore è responsabile secondo l’articolo 1693 del codice civile della perdita o dell’avaria delle cose consegnategli per il trasporto se non prova che tale evento sia dipeso da un caso fortuito.
Peraltro, le Poste non hanno provato in alcun modo alcuna giustificazione del disservizio costituito dallo smarrimento dei plichi. Peraltro, a nulla è valsa l’eccezione secondo cui il rimborso non sarebbe dovuto nell’ipotesi di mera spedizione ordinaria né la circostanza che i prodotti spediti fossero di natura deperibile, mentre è stato ritenuto irrilevante ai fini del giudizio il riferimento alla carta di qualità del servizio postale.