mercoledì 31 maggio 2017

Privacy e Facebook. La figlia muore sotto a un treno e la corte d'appello di Berlino dà ragione agli amministratori del social che negano ai genitori l’accesso al profilo

Privacy e Facebook. La figlia muore sotto a un treno e la corte d'appello di Berlino dà ragione agli amministratori del social che negano ai genitori l’accesso al profilo Una storia drammatica che rivela anche quanto sia importante la nostra identità digitale e come occorra che quanto prima sia compiutamente regolamentata a livello nazionale, o meglio, europeo. È quella di una ragazza di 15 anni che nel 2012 era stata investita e uccisa da un treno della metropolitana a Berlino. Sin da subito, le circostanze della morte non erano apparse chiare, tanto che i genitori avevano pensato d'indagare per verificare se si trattasse di una tragica fatalità, di un suicidio o ancor peggio di un episodio di bullismo. Allora, per tentare di dirimere tutti gli interrogativi la famiglia aveva pensato di effettuare una verifica sul profilo Facebook della figlia, sperando di trovare delle risposte anche nella chat dei messaggi privati. Gli amministratori del social network hanno però prontamente opposto il diritto all’accesso. Madre e padre hanno quindi proposto una citazione innanzi al tribunale di Berlino. In prima istanza, il giudice aveva dato ragione ai genitori, considerando il contratto sottoscritto tra la ragazza e Facebook nell’ambito del diritto di successione. Per il giudice di primo grado, peraltro, essendo minorenne la ragazza, i genitori avrebbero avuto diritto ad accedere ai contenuti in quanto titolari della potestà. Il gigante della rete sociale, ha però presentato ricorso contro la decisione: l’accesso al profilo Facebook da parte dei genitori, comprese le chat, avrebbe violato la privacy degli utenti che sono entrati in contatto con lei. La Corte d’appello di Berlino, ha così ribaltato la decisione di primo grado è ha inibito ai genitori l'accesso al profilo Facebook della figlia 15enne deceduta, nel rispetto delle condizioni di privacy sottoscritte al momento della creazione. Si tratta di una decisione che senz'altro farà discutere a livello europeo e globale, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” perchè nei fatti stabilisce la superiorità del diritto alla privacy rispetto ad altre esigenze come quella della sicurezza o dei diritti di successione. Ecco perchè si rende sempre più urgente una regolamentazione a livello europeo, prima che nazionale, che disciplini il cosiddetto “testamento digitale” che serva a determinare le conseguenze della scomparsa della persona fisica anche nel mondo virtuale della rete e quindi la gestione di tutti gli account che una persona può avere online, dalla email, ai social media ai siti di acquisti, da un canale YouTube ad un sito di giochi, dopo la sua morte o la perdita della capacità di agire. Sul punto però non è da dimenticare che già da luglio 2015 Facebook ha cercato di porvi rimedio annunciando un’importante novità: la possibilità di lasciare in eredità il proprio profilo, e di nominare, quindi, un erede digitale. Il social creato da Zuckerberg ha così deciso di attivare il servizio di "Legacy Contact". Si tratta di un testamento digitale grazie al quale è possibile designare un "contatto erede" del profilo che, dopo la morte del proprietario, avrà il diritto di "fissare un post in alto", aggiornare l’immagine del profilo e di copertina, rispondere a richieste di amicizia e scaricare una copia dei contenuti condivisi sul social network.

Scienziati decifrano "Codice neurale dell'amore". Ecco come nasce una coppia

Scienziati decifrano "Codice neurale dell'amore". Ecco come nasce una coppia. Nel cervello è stata trovata la base dell'amore e della fedeltà. Si tratta di un collegamento nervoso che rafforza la comunicazione tra aree interne ai circuiti della gratificazione e del piacere. Più funziona, tanto più stimola la formazione di un rapporto di coppia stabile e duraturo. A sostenerlo uno studio condotto da un team di ricercatori americani della Emory University. Gli scienziati Usa hanno studiato le arvicole della prateria, roditori che hanno unioni che durano tutta la vita e sono già da tempo un modello di studio per la biologia dei legami di coppia. Gli esperti hanno studiato le connessioni nervose delle femmine di arvicola, in particolare tra corteccia prefrontale (area decisionale) e nucleo accumbens (centro nevralgico della gratificazione e del piacere). Hanno visto che tanto più è attiva la comunicazione tra le due aree, tanto più velocemente la femmina sviluppa una relazione con il maschio. Inoltre, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. si è visto che il primo incontro sessuale della coppia rafforza ulteriormente la connessione nervosa tra le due aree e che il livello di rafforzamento risultante va a braccetto con la velocità con cui successivamente i 'partner' si ritroveranno vicini. Infine, per vedere se queste vie di comunicazione nervosa sono proprio il meccanismo diretto che fa sbocciare l''amore' e forma la coppia, gli esperti hanno ideato un meccanismo per attivarle a comando (con la luce) e visto che questa attivazione rafforza il legame o ne determina la formazione se questo non è ancora nato. Il lavoro in definitiva ha portato alla scoperta della traccia neurale dell'amore e del rapporto di coppia. Le conoscenze dei meccanismi biologici in atto potrebbero in futuro orientare terapie per aiutare persone con problemi di relazione, ad esempio pazienti autistici. La ricerca sarà pubblicata sulla rivista Nature.

Moda....Donna....Interculturalità. Sfilata di abiti africani creati da Vivianne Agoya

Moda....Donna....Interculturalità. Sfilata di abiti africani creati da Vivianne Agoya Si svolgerà sabato 3 giugno alle ore 18:30 presso Palazzo Turrisi, Lecce, la sfilata di moda femminile che vedrà delle bellissime modelle italiane e straniere indossare gli abiti realizzati con stoffe africane dalla stilista kenyana Vivianne Mary Agoya. L'obiettivo dell'iniziativa è quello di favorire l'integrazione dei migranti nelle comunità italiane che coltivano passioni e attitudini. Ciascuno di loro desidera offrire i propri talenti, farli conoscere e metterli a disposizione degli altri. Ciò non può che stimolare l'inclusione e favorire un'opportunità occupazionale più dignitosa. L'esigenza di realizzare la manifestazione è nata dalla decennale attività di ascolto delle donne immigrate, dei loro sogni e desideri da parte dell'Associazione Popoli e Culture Onlus che in collaborazione con il Cif (Centro Italiano Femminile), l’Ufficio Diocesano Migrantes – Lecce, l’Associazione Laici Comboniani – Lecce e l’Associazione Volontari Caritas di Lecce hanno organizzato la sfilata "Moda, Donne, Interculturalità".La sfilata presentata da Paola Bisconti prevede varie esibizioni artistiche musicali. Gli ospiti saranno i musicisti del gruppo Mijikenda; il trombettista jazz Antonio Macchia e della cantante Elisa Romano alla quale è affidata anche la direzione artistica dell’evento inoltre ci saranno dei momenti poetici curati dall’atrice Maria Margherita Manco , del Teatro Dantès - Art Factory, che interpreterà delle liriche composte da alcuni autori africani. Al termine della serata sarà offerto un servizio di degustazione multietnica. L’ingresso è gratuito e non occorre la prenotazione, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Si ringraziano Madè Parrucchieri che si occuperà delle acconciature delle modelle insieme a Ndeye Anta Ndoye che realizzerà i turbanti, accessorio tipico dell’abbigliamento africano, e Letizia Margari e Serena Vitto che cureranno il make up.

Eurostat: nella zona UE disoccupazione giù al 9,3%. Il dato di aprile è il più basso dal 2009 a oggi. In Italia, ad aprile, la disoccupazione è più o meno stabile

Eurostat: nella zona UE disoccupazione giù al 9,3%. Il dato di aprile è il più basso dal 2009 a oggi. In Italia, ad aprile, la disoccupazione è più o meno stabile La disoccupazione nella zona euro registra il 9,3% ad aprile 2017, in calo rispetto a marzo (9,4%) e rispetto al 10,2% dell'aprile 2016. E' il miglior dato da marzo 2009, comunica Eurostat. Ad aprile la disoccupazione nell'Ue-28 registra il 7,8%, in calo rispetto al 7,9% di marzo, e dall'8,7% di aprile 2016 (miglior dato da dicembre 2008). In Italia, ad aprile, la disoccupazione è più o meno stabile anche se diminuisce e registra l'11,1% rispetto all'11,5% del mese precedente: il quarto dato più alto dopo Grecia (23,2% dato del febbraio 2017); Spagna (17,8%) e Cipro (11,6%). Ad aprile il tasso più basso si è registrato nella Rep. Ceca (3,2%), in Germania (3,9%) e Malta (4,1%).Rispetto al 2016 la disoccupazione ad aprile diminuisce in 27 Paesi, mentre risulta stabile in Finlandia. I cali principali si registrano in Croazia (dal 13,7% all'11%); Spagna (dal 20,4% al 17,8%) e Irlanda (dall'8,4% al 6,4%). L’emergenza occupazionale in cui ormai versa il Belpaese è confermata dalle stime EUROSTAT sullo stato dell’occupazione ad aprile che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta nude e crude all’attenzione della cittadinanza affinché l’opinione pubblica comprenda che non è più tempo di aspettare poiché anche se il governo latita ed è impegnato in ben altro, urgono interventi urgenti in campo economico che abbiano concreti effetti sulla ripresa del mercato del lavoro specie quello giovanile che appare il più colpito dalla crisi.

martedì 30 maggio 2017

L'ospedale deve risarcire se il paziente è morto perché l’infermiere addetto al triage ha assegnato codice verde anzichè giallo, nonostante i sintomi

L'ospedale deve risarcire se il paziente è morto perché l’infermiere addetto al triage ha assegnato codice verde anzichè giallo, nonostante i sintomi. Se dimostrato il nesso causale tra l'errore o omissione e l’evento lesivo è la struttura a risarcire le parti civili: un intervento d'urgenza il malato avrebbe garantito buone probabilità di sopravvivenza Deve risarcire le parti civili, ossia gli eredi del paziente deceduto, la clinica o l'ospedale per la condotta colposa omissiva del proprio operatore sanitario del triage che assegna il codice sbagliato nonostante i sintomi che avrebbero richiesto un codice giallo anziché quello verde per i casi meno urgenti. Non si tratta di una decisione in ambito civile, ma è la terza sezione penale della Cassazione a stabilire il principio in un caso in cui l'infermiere era stato ritenuto responsabile di omicidio colposo di cui all'articolo 589 del codice penale e la struttura sanitaria privata era stata citata quale responabile civile nel processo penale e condannata in solido con la propria dipendente al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, in qualità di eredi della vittima. La sentenza 26922/17, depositata il 30 maggio, in particolare, riguarda la sussistenza della responsabilità solidale della clinica in conseguenza della morte di un paziente per un errato codice assegnato da un’infermiera addetta al triage. La stessa, come detto aveva indicato il codice verde anziché quello giallo, nonostante il paziente lamentasse «dolore toracico atipico, non registrando e quindi non rilevando la sudorazione, il pallore e la dispnea e omettendo di monitorare le variazioni delle condizioni...». Tali indubbie omissioni avevano comportato la morte del malcapitato paziente e la conseguente condanna per omicidio colposo dell'operatrice sanitaria. Nonostante ciò, la casa di cura privata aveva deciso di ricorrere contro la sentenza della Corte di appello di Milano per tutelare la propria posizione di responsabile civile, ma la Cassazione ha rigettato il ricorso. Per i giudici della Suprema Corte, la Corte di merito aveva correttamente sostenuto che l’errata classificazione delle condizioni del paziente in codice verde era «frutto della condotta omissiva imperita e negligente tenuta dall’infermiera che trascurava del tutto di apprezzare le condizioni del paziente, sia all’arrivo in pronto soccorso sia successivamente nella doverosa rivalutazione che si imponeva, in ragione della sintomatologia lamentata rapportata all’età». Corretto anche l'iter di accertamento del nesso causale, che ha portato la corte territoriale a concludere che con un tempestivo intervento, buone sarebbero state le percentuali di sopravvivenza del paziente posto che lo stesso si trovava già al pronto soccorso e, quindi, l’intervento specialistico cardiologico poteva essere garantito con «assoluta tempestività»; da non sottovalutare anche la presenza nella struttura di «metodiche di emodinamica all’avanguardia, sicché sarebbero state immediatamente eseguibili le indagini invasive (coronarografia) e non invasive (ecocardiografia), nonché l’intervento di angioplastica. Gli ermellini evidenziano, infine, che il giudice di merito ha correttamente motivato anche quando ha ritenuto che «dove assicurato un tempestivo intervento al paziente, l’evento, con elevato grado di credibilità razionale, non avrebbe avuto luogo ovvero avrebbe avuto luogo con minore intensità lesiva; in tal modo, ha implicitamente ritenuto che, ove correttamente apprezzate le reali condizioni del paziente presente in pronto soccorso da parte dell’imputata, tale condotta avrebbe avuto, con alta probabilità logica, un ruolo salvifico». Un caso importante, che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, s'inserisce nel solco della riforma della “responsabilità sanitaria” che vede definitivamente riconosciuta e cristallizzata a livello normativo e non più solo giurisprudenziale, la responsabilità solidale degli ospedali e case di cura per le condotte dei propri operatori, così come da tempo la nostra associazione continua a sostenere nei numerosi casi in tutto il territorio nazionale.

Studio KPMG: attacchi hacker in aumento. Su 60 aziende l'88% ha subito tentativi di intrusione

Studio KPMG: attacchi hacker in aumento. Su 60 aziende l'88% ha subito tentativi di intrusione Le aziende sono sempre più bersagliate dai pirati informatici, sebbene siano state in larga parte risparmiate dal recente cyberattacco mondiale ad opera del software malevolo “WannaCry”. Lo rivela una ricerca della società di consulenza KPMG che ha interpellato 60 imprese svizzere: l’88% di queste ha dichiarato di aver subito almeno un tentativo di intrusione nell’ultimo anno, contro il 54% dei 12 mesi precedenti. Nel 56% dei casi, l'attacco ha provocato un'interruzione dell'attività, mentre il 36% delle società ha registrato perdite finanziarie. Il 27% contro il 16% di un anno fa, ha invece subito furti di dati confidenziali relativi a clienti o partner. Più della metà delle aziende dichiara di avere ora acquisito una maggiore consapevolezza in tema di sicurezza informatica, tuttavia, secondo KPMG, ci sarebbero ancora molte lacune da colmare. Questa ricerca di KPMG, società che fornisce servizi professionali alle imprese e specializzata nella revisione e organizzazione contabile, nella consulenza manageriale e nei servizi fiscali, legali e amministrativi, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dimostra ancora una volta che nessuno è immune agli attacchi informatici.La nostra preoccupazione che non venga compromessa ulteriormente la privacy e la sicurezza dei cittadini.

lunedì 29 maggio 2017

Problemi di produzione per BMW. Un fornitore italiano non avrebbe consegnato componenti nei tempi previsti ed ha costretto BMW a fermare la produzione nelle fabbriche di tre paesi in Europa, Asia e Africa

Problemi di produzione per BMW. Un fornitore italiano non avrebbe consegnato componenti nei tempi previsti ed ha costretto BMW a fermare la produzione nelle fabbriche di tre paesi in Europa, Asia e Africa La produzione di due modelli di auto in una fabbrica di Lipsia della BMW nell'ex Germania Est è stata fermata in data odierna, secondo quanto affermato da un portavoce della casa automobilistica bavarese. Analogamente le attività produttive verranno sospese negli stabilimenti di Lánchí in Sud Africa e Shenyang in Cina. La causa sarebbe nel ritardo nella consegna di componenti delle autovetture a causa di un'azienda subappaltatrice italiana. A dare la notizia il sito web tedesco di notizie Focus Online. Un portavoce di BMW ha detto che un gruppo di lavoro speciale è stato attivato per riavviare la produzione già da domani. Al momento, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è dato sapere quali siano i modelli del colosso tedesco ad essere interessati dal fermo temporaneo. Tuttavia, è bene ricordare che se il ritardo dovesse riflettersi sui tempi di consegna all'acquirente finale, rispetto a quelli contrattualmente stabiliti, con conseguenti pregiudizi, è possibile agire per tutelarsi nel caso in cui il venditore non dovesse porvi adeguato rimedio, come l'assegnazione temporanea di auto sostitutiva di analoga potenza fiscale sino alla consegna del veicolo effettivamente ordinato.

Condividere gli insulti con i "Like" sui post di Facebook diventa reato

Condividere gli insulti con i "Like" sui post di Facebook diventa reato. Condannato per diffamazione per commenti fatti da altre persone: si tratta di affermazioni lesive dell'onore. L'ultimo caso in Svizzera Un "mi piace" espresso all'esistenza di una pagina ritenuta essa stessa diffamatoria e minacciosa su Facebook ad un commento ingiurioso può giustificare una condanna. Lo sostiene il Tribunale distrettuale di Zurigo in una sentenza contro un uomo che ha dato dell'«antisemita» all'animalista Erwin Kessler. L'imputato, un 45enne, è stato condannato in prima istanza a una pena pecuniaria di 40 aliquote da 100 franchi per diffamazione. Contro la decisione è ancora possibile un ricorso al Tribunale cantonale. Stando all'atto d'accusa, oltre ad avere usato appellativi come «antisemita», «razzista» e «fascista» contro Erwin Kessler e contro la sua Associazione contro le fabbriche d'animali (Vgt), il 45enne ha commentato con dei "like" e ha inserito diversi rimandi verso contributi di altre persone con commenti analoghi. Tutte queste affermazioni sono evidentemente lesive dell'onore. Poco importa, scrive il giudice unico, se l'imputato abbia messo i "mi piace" a commenti fatti da altre persone. Con le sue condivisioni, l'uomo ha reso accessibile a un gran numero di persone giudizi penalmente perseguibili. L'imputato non è peraltro riuscito a fornire le prove o motivi fondati per sostenere che le sue affermazioni non fossero lesive della personalità, si legge ancora nella sentenza. Fatto sta, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che non è necessario essere l'autore del profilo per essere potenziale colpevole di un reato, basta esprimere il proprio consenso al suo contenuto. Ma questo non è l'unico o ultimo caso di persona rimasta schiacciata, per un gesto che la maggior parte delle volte viene compiuto senza neanche pensarci, dal coinvolgimento emotivo in questioni che meritano attenzione nella vita virtuale come in quella reale. E' bene ricordare che il reato di diffamazione, nel diritto penale italiano, è il delitto previsto dall'art. 595 del Codice penale secondo cui: «Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032 euro. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2.065 euro. Se è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad 516 euro. Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate».

Ministero Salute ritira dai supermercati MIX A BASE DI FARINA, LIEVITO E SALE PREPARATO PER TORTA AL TESTO. Rischio presenza di allergeni

Ministero Salute ritira dai supermercati MIX A BASE DI FARINA, LIEVITO E SALE PREPARATO PER TORTA AL TESTO. Rischio presenza di allergeni Il Ministero della salute oggi venerdì ha diramato un comunicato rivolto ai consumatori che segnala il ritiro delle " Ministero Salute ritira dai supermercati MIX A BASE DI FARINA, LIEVITO E SALE PREPARATO PER TORTA AL TESTO" con marchio TERRE UMBRE. Il prodotto in sacchetto da 1000 g sottoposto a richiamo è stato prodotto per SAGI srl nel molino Parri srl con sede dello stabilimento a Sinalunga (SI) via Perugia 164 e commercializzato da SAGI srl via G. Galilei n° 61 Corciano (PG). Il provvedimento, disposto in via del tutto precauzionale, riguarda il lotto L06 2017 con data di scadenza al 15/02/2018. A rendere necessario il provvedimento sono gli allergeni non dichiarati nell'etichetta, nello specifico soia. Per tale ragione Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, invita i consumatori che fossero in possesso di una o più confezioni appartenenti al lotto sottoposto a richiamo, a restituirle al punto vendita in cui sono state acquistate. L’avviso di richiamo del lotto è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute.

domenica 28 maggio 2017

Roche: encefalite causata da farmaci contro sclerosi multipla

Roche: encefalite causata da farmaci contro sclerosi multipla Roche sta esaminando il caso di un paziente che ha sviluppato una grave forma di encefalite dopo aver assunto un medicinale per la cura della sclerosi multipla prodotto dal gruppo farmaceutico elvetico. Lo ha comunicato oggi la stessa Roche in una nota che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta. Al paziente in questione, che per tre anni era stato curato con il farmaco Tysabri, prodotto dalla concorrente americana Biogen, è stato in aprile prescritto il nuovo medicamento Ocrevus, sviluppato da Roche. Farmaco che a marzo aveva ricevuto il via libera per la commercializzazione negli Stati Uniti. In seguito il paziente ha contratto la leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML), una grave forma di infezione virale al cervello che insorge quasi esclusivamente in pazienti che soffrono di grave immunodeficienza. I medicamenti contro la sclerosi multipla hanno proprio la caratteristica di ridurre le difese immunitarie.

RASFF, salmonella in salame dall’Italia ritirato dal mercato europeo

RASFF, salmonella in salame dall’Italia ritirato dal mercato europeo Grazie al Rasff, il sistema di allerta rapido dell'Unione Europea, siamo protetti dai veleni nel cibo, uno strumento utilissimo, una rete europea di informazione che individua con precisione gli episodi a rischio lungo tutta la filiera con immediato ritiro dei lotti sospetti. Questa settimana l’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta grave comprende un solo caso: "Salmonella in salumi Italiani" distribuiti non solo in Italia ma anche ad altri paesi europei in confezioni da 25 g. Intanto sono state allertate le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei circa la presenza di salmonella. I batteri appartenenti a questo genere sono responsabili della “salmonellosi”, una delle più frequenti malattie a trasmissione alimentare. La Salmonella ha come habitat il tratto intestinale dell’uomo e degli animali e la sua presenza nell’ambiente è conseguente a contaminazione fecale. Si distinguono salmonelle adattate all’ospite, responsabili di tifo e paratifo nell’uomo, diffuse nei paesi in via di sviluppo, e salmonelle non ospite-specifiche che possono infettare l’uomo e gli L’infezione si trasmette principalmente per via oro-fecale. In Europa la principale via di contaminazione dell’uomo è rappresentata dal consumo di alimenti contaminati: in particolare carne di pollo, tacchino e maiale, molluschi bivalvi, semi germogliati pronti al consumo, uova e ovoprodotti, prodotti lattiero-caseari a base di latte crudo, frutta e verdura crude. Gli animali domestici quali cani, gatti, uccelli, roditori e rettili (iguane e tartarughe d’acqua) possono rappresentare, seppur raramente, una fonte di infezione per l’uomo. Possono variare dai semplici disturbi del tratto gastro-intestinale ( dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, febbre) fino a forme cliniche più gravi (batteriemie e infezioni extra intestinali) soprattutto nei bambini, anziani e nei soggetti immunodepressi. I sintomi della malattia si manifestano comunemente tra le 12 e le 36 ore dall’ingestione degli alimenti contaminati e si protraggono per 4-7 giorni. Solitamente la malattia ha un decorso benigno e autolimitante. Sebbene il numero totale di infezioni sostenute dal genere Salmonella abbia subito un decremento nel corso degli ultimi anni, sia in Europa che in Italia, essa continua a rimanere l’agente di malattia trasmessa da alimenti più frequentemente isolato. In Europa, nel 2016 il numero totale di casi confermati di salmonellosi è risultato pari a 99,020 (21,5 casi su 100.000 abitanti), diminuiti dell’8,8% rispetto al 2015, mentre nel nostro Paese è stato di 2,730 (4,5 casi su 100.000 abitanti). Non è la prima volta, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia,che viene segnalata la presenza di questo pericoloso batterio in prodotti alimentari e quindi dannosi per la salute. Ecco, perchè è necessario mantenere sempre alta l'attenzione ed il sistema di allerta europeo, in questo senso, ci aiuta a segnalare tempestivamente i pericoli per i consumatori. Pertanto si raccomanda massima attenzione e di rispettare le basilari norme igieniche anche perchè sino ad oggi il Ministero della Salute italiano non ha pubblicato sul suo nuovo portale dedicato alle allerte alimentari, qual è la marca ed il lotto del prodotto in questione.

sabato 27 maggio 2017

Pericolo soffocamento, Fidget spinner, il giocattolo antistress che sta facendo impazzire grandi e piccini, può causare danni e persino la morte

Pericolo soffocamento, Fidget spinner, il giocattolo antistress che sta facendo impazzire grandi e piccini, può causare danni e persino la morte e deve essere ritirato dal mercato quanto prima. A chiederlo sono molti genitori americani che hanno preso d'assalto i social media per esprimere le loro preoccupazioni Si tratta di una trottola moderna, il Fidget spinner è un oggetto, solitamente di plastica, che si compone di un cuscinetto sulla parte centrale, dove posizionare un dito o due dita e di tre bracci sporgenti che ruotando velocemente dopo la spinta conferita con un dito, creano un movimento destinato a continuare in maniera autonoma per qualche minuto. Il gioco sta proprio in questo: far girare la rotellina all’infinito, sperimentare mille e più acrobazie, spostare l’oggetto tra le dita e perdersi in questo moto continuo. Un oggetto semplice ma capace di allontanare i pensieri negativi, la rabbia e, soprattutto, lo stress. Il gioco più in voga del momento ora preoccupa milioni di genitori dopo che alcuni bambini hanno ingoiato pezzi di gadget. La pericolosità sta soprattutto nei dischi di plastica che possono staccarsi facilmente ed essere ingoiati dai bambini. Fra i problemi rilevati, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,oltre ai piccoli dischi, sono le sfere del cuscinetto, pericolosissime se ingoiate dai bambini oltre ad una vernice contenente piombo per colorare i gadget, considerata molto tossica e proibita sia sul mercato europeo sia su quello statunitense. Se ingerito da un bambino può provocare, come è successo in almeno tre casi, l'asportazione chirurgica. Scott Wolfson portavoce della Consumer Product Safety Commission (l'agenzia federale che sovrintende sulla sicurezza dei prodotti), ha tenuto a spiegare che finora vi sono stati diversi incidenti e problemi per la salute e che in particolare si sta lavorando sul caso di una ragazza di 10 anni del Texas che soffocò con un Fidget spinner, così come su altri casi di bambini che hanno deglutito i dischi staccatisi dal giocattolo. Fidget spinner è nato negli Stati Uniti nel 1994 e, ad inventarlo, è stata l’ingegnere Catherine A. Hettinger che aveva necessità di trovare una distrazione per la figlia di 9 anni piuttosto vivace. L’ha brevettato nel 1997. Molti colossi, infatti, si sono lanciati nella produzione del giocattolo e, dopo aver conquistato America e Inghilterra conquistando il titolo di “oggetto da ufficio dell’anno” per il 2017 secondo Forbes, il fenomeno è approdato anche in Italia. In commercio ce ne sono centinaia di modelli, più o meno costosi e si trova in un qualsiasi negozio cinese.

Domenica sciopero di Alitalia, cancellati quasi 200 voli

Domenica sciopero di Alitalia, cancellati quasi 200 voli. Oltre l'80% dei passeggeri è stato riprotetto su altri voli Cancellati domani quasi 200 i voli Alitalia per lo sciopero indetto dai sindacati Confael Assovolo e Cub circa il 50% dei voli previsti nelle ore dello sciopero (10.00-18.00). Il differimento dello stop dei controlli del traffico aereo dell'Enav che era previsto per domani deciso solo ieri non ha permesso la riduzione delle cancellazioni evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Oltre l'80% dei passeggeri comunque, fa sapere Alitalia, è stato riprotetto su altri voli. Non dovrebbero esserci difficoltà neanche per i rientri delle delegazioni presenti a Taormina per il G7 dato che è stata aumentata la capacità dei voli confermati con la previsione di aerei più capienti ed è stato previsto un volo in più (al momento non ancora completo). Pertanto vi consigliamo di controllare sul sito ufficiale lo stato del vostro volo per restare indenni.

Caffè a base di Cialis e Viagra ritirato dal mercato dopo un decesso

Caffè a base di Cialis e Viagra ritirato dal mercato dopo un decesso. L'allerta è stata diffusa dalla Food and Drug Administration dopo che i test hanno scoperto nel prodotto gli stessi ingredienti dei farmaci anti-impotenza Caverflo Natural Herbal Coffee è venduto negli Stati Uniti e a livello globale su piattaforme o sui mercati online come Amazon, Ebay e Alibaba. Ma ora è in fase di richiamo dopo che i test della Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, hanno scoperto che il caffè è stato collegato a un decesso. In realtà contiene gli stessi principi attivi dei farmaci Viagra e Cialis, comunemente utilizzati in presenza di una disfunzione erettile. Questo prodotto combina una soluzione di caffè solubile con afrodisiaci naturali. Caverflo Natural Herbal Coffee, infatti, è una bevanda a base di erbe contenente caffè solubile e tre erbe, Tongkat Ali, Maca e Guaranà. Queste erbe crescono spontaneamente nelle giungle della Malesia e sono state utilizzate per secoli dal popolo di Asia e Sud America per migliorare notevolmente la salute sessuale, la libido e il benessere generale in uomini e donne. La combinazione di questi ingredienti, produce un effetto impressionante che può durare fino a 3 - 4 giorni. Una formula che aumenta la sensazione di energia, resistenza, e in particolare la libido. Il motivo del ritiro dal commercio è dovuto alla presenza nel prodotto di sildenafil e tadalafil, sostanze che costituiscono il principio attivo del Cialis e del Viagra. Oltre al sildenafil e tadalafil non dichiarato, Caverflo ha comunicato che il prodotto può anche contenere il latte non dichiarato, che potrebbe portare a gravi reazioni allergiche. Questi ingredienti non dichiarati possono interagire con i nitrati contenuti in alcuni farmaci da prescrizione (come nitroglicerina), e possono diminuire la pressione sanguigna a livelli rischiosi. Secondo le autorità si tratta di una sofisticazione, e si può ipotizzare anche una frode in commercio, perchè il prodotto è venduto come “bevanda alimentare naturale a base di erbe conosciute da centinaia di anni in grado di fornire energie in tutte le situazioni e senza particolari controindicazioni di un farmaco. Nel sito internet si parla anche di Viagra naturale. L’allerta è stato diffuso anche in Europa e le autorità sanitarie dovrebbero diramare una comunicazione attraverso il sistema Rasff. In Italia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la vendita di questi prodotti considerati veri e propri medicinali deve essere autorizzata dall’Aifa e in ogni caso non si può introdurre un farmaco in una bevanda alimentare. Caverflo Natural Herbal Coffee prodotto in Texas non è l’unico integratore naturale che contiene principi attivi miracolosi, capaci di permettere all’organismo di fare fronte agli sforzi fisici. Il sistema di allerta Europeo ha infatti diffuso altre comunicazioni riguardanti prodotti simili a base di Sidenafil, un altro principio attivo con effetti simili al Viagra.

venerdì 26 maggio 2017

Lotta al cancro. Dalla Svizzera un virus per attaccare i tumori

Lotta al cancro. Dalla Svizzera un virus per attaccare i tumori. Per alcuni tipi di cancro risultati positivi superiori rispetto a quelli ottenuti con l'immunoterapia Nuova speranza per la lotta al cancro. Uno studio condotto da ricercatori delle università di Ginevra e Basilea avrebbe portato esiti positivi al momento testati sui topi da laboratorio. Un virus sarebbe stato specificatamente modificato per attaccare le cellule cancerogene riuscendo a combattere i tumori. Un comunicato congiunto dei due atenei elvetici che ha annunciato la scoperta, pubblicato in data odierna, ha ricordato come il sistema immunitario dell'essere umano sia poco reattivo nei confronti della maggioranza delle cellule cancerogene, mentre all'opposto si attiva di fronte ad un virus. Gli scienziati, partendo da questo principio hanno isolato il virus della coriomeningite linfocitaria (una malattia virale dei roditori) e, dopo averlo reso inoffensivo, gli hanno inserito delle proteine provenienti da cellule cancerogene. Il virus iniettato nei topi ha stimolato il sistema immunitario che a sua volta ha identificato come pericolose le proteine provenienti dalle cellule tumorali. Sono stati, quindi, prodotti linfociti di tipo T citotossici che hanno eliminato le cellule infettate. E la notizia ha ancor maggior significato, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, perchè secondo quanto sostenuto dall'equipe di scienziati, per alcuni tumori i risultati prodotti sono superiori rispetto a quelli ottenuti con l'immunoterapia. Un ulteriore passo in avanti che ci fa sperare nella possibilità che la ricerca scientifica possa portare in un futuro non troppo remoto, alla sconfitta di uno dei mali più temibili che ancora attanaglia l'umanità.

Inesistenza delle operazioni fatturate: onere della prova ripartito tra Amministrazione finanziaria e contribuente

Inesistenza delle operazioni fatturate: onere della prova ripartito tra Amministrazione finanziaria e contribuente. Il Fisco deve d'imostrare l'inesistenza delle operazioni fatturate, mentre il contribuente la fonte legittima della detrazione o del costo Se il Fisco contesta l’indebita detrazione di fatture, in quanto relative ad operazioni ritenute inesistenti, spetta all’Ufficio fornire la prova che l’operazione commerciale, oggetto della fattura, non è mai stata posta in essere, indicando gli elementi anche indiziari sui quali si fonda la contestazione, mentre è onere del contribuente dimostrare concretamente la legittimità della detrazione o del costo altrimenti indeducibili. È questo, in buona sostanza, il principio espresso con tre importanti ordinanze (nn. 13238/17, 13239/17 e 13243/17) pubblicate in data di ieri 25 maggio, dalla Corte di Cassazione, sezione tributaria, che ha rigettato i ricorsi proposti dall’Agenzia delle Entrate avverso una società ed il socio unico della stessa, costituitisi in giudizio con controricorso a mezzo dell’Avv. Maurizio Villani. In particolare, la vicenda ha ad oggetto l’impugnazione di tre avvisi di accertamento con i quali l’Ufficio rideterminava il reddito d’impresa a seguito del disconoscimento ed il conseguente recupero a tassazione di vari costi, ritenendo per lo più le operazioni contestate inesistenti. Nonostante sia in primo che in secondo grado la società ed il socio vedevano riconosciute le proprie ragioni dai giudici di merito, mediante la dimostrazione e la prova documentale dell’effettività delle operazioni e dei costi sostenuti, tuttavia l’Agenzia delle Entrate decideva, comunque, di ricorrere in Cassazione, ritenendo violato l’onere della prova che, nel caso di specie, a suo dire, incombeva al contribuente. Ebbene, i giudici di legittimità hanno ritenuto non fondate le eccezioni dell’Ufficio richiamando il principio, già espresso con sentenza n. 428 del 14/01/2015), secondo cui «In tema di IVA, qualora l’Amministrazione finanziaria contesti al contribuente l’indebita detrazione di fatture, in quanto relative ad operazioni inesistenti, spetta all’Ufficio fornire la prova che l’operazione commerciale, oggetto della fattura, non è mai stata posta in essere, indicando gli elementi anche indiziari sui quali si fonda la contestazione, mentre è onere del contribuente dimostrare la fonte legittima della detrazione o del costo altrimenti indeducibili, non essendo sufficiente, a tal fine, la regolarità formale delle scritture o le evidenze contabili dei pagamenti, in quanto si tratta di dati e circostanze facilmente falsificabili.». Orbene, nel richiamare tale principio, la Corte ha ritenuto che i giudici di secondo grado avessero fatto corretta applicazione dello stesso, avendo valutato sia le prove indiziarie dell’Agenzia fiscale sia, più specificamente, quelle fornite dalla società contribuente che nel giudizio di merito aveva dato ampia prova dell’esistenza delle operazioni illegittimamente contestate, mediante sia la dimostrazione della regolarità della contabilità sia dei mezzi di pagamento che della certificazione pubblica inerente le opere edili realizzate, nonché delle prestazioni fatturate da alcuni professionisti. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, le richiamate ordinanze sono importanti perché rilevano come l’Amministrazione finanziaria deve, non solo fornire la prova, se pur indiziariamente, dell’inesistenza delle operazioni contestate, ma deve altresì tenere in debita considerazione la documentazione offerta dal contribuente, pena la condanna al pagamento delle spese legali in cassazione in favore del contribuente, come nel caso di specie, in cui ha insistito nelle infondate contestazioni di presunte operazioni inesistenti.

Virus Zika: primi casi di infezione in India. Allerta del Ministero della Salute italiano

Virus Zika: primi casi di infezione in India. Allerta del Ministero della Salute italiano per le persone che viaggiano in zone ad alto rischio, in particolare le donne in gravidanza Il Ministero della salute e delle Politiche Sociali per la Famiglia del Governo dell’India (MoHFW) ha segnalato tre casi confermati dal laboratorio di malattia da virus Zika nell’area di Bapunagar. Distretto di Ahmedabad, Stato del Gujarat, India. La sorveglianza di routine di laboratorio ha individuate un caso di malattia da virus Zika confermato dal laboratorio attraverso il test RT-PCR presso il B.J. Medical College, Ahmedabad, Gujarat. L’eziologia di questo caso è stata ulteriormente confermata da un risultato positivo al test RT-PCR e il sequenziamento effettuati presso il laboratorio di riferimento nazionale, l’Istituto Nazionale di Virologia (NIV), Pune, il 4 gennaio 2017 (caso 2, seguente). Due ulteriori casi (caso 1 e caso 3), sono stati identificati attraverso la sorveglianza delle Malattie Acute Febbrili (AFI) e clinica prenatale (ANC). I casi sono riportati di seguito in ordine cronologico. - Caso 1: durante la sorveglianza delle Malattie Acute Febbrili (AFI) nel periodo fra il 10 e il 16 febbraio 2016, sono stati prelevati in totale 93 campioni di sangue presso il BJ Medical College (BJMC), Ahmedabad, Stato del Gujarat. Un campione prelevato da un uomo di 64 anni con malattia febbrile che durava da 8 giorni (negativo per infezione da dengue) è risultato positivo per virus Zika presso il BJMC, Ahmedabad. Questo è il primo caso positivo per Zika segnalato tramite la sorveglianza AFI presso il BJMC, Ahmedabad, Stato del Gujarat. - Caso 2: il 9 novembre 2016 una donna di 34 anni, ha partorito un neonato clinicamente sano presso il BJMC a Ahmedabad. Durante il periodo di ospedalizzazione, ha sviluppato un lieve stato febbrile post-partum. All’anamnesi non risulta alcun episodio febbrile durante la gravidanza né alcun viaggio nei tre mesi precedenti. Un campione prelevato alla paziente è stato inviato al Laboratorio di Ricerca e Diagnostica Virale (VRDL) presso il BJMC per le analisi per dengue ed è risultato positivo per virus Zika. La paziente è stata dimessa dopo una settimana (il 16 novembre 2016). Il campione è stato riconfermato come positivo per virus Zika tramite RT-PCR e sequenziamento presso il NIV, Pune. - Caso 3: durante la sorveglianza clinica prenatale (ANC) effettuata fra il 6 e il 12 gennaio 2017, sono stati prelevati 111 campioni di sangue presso il BJMC. Un campione prelevato ad una donna durante la 37° settimana di gravidanza è risultato positivo per malattia da virus Zika. Questo rapporto è importante perché descrive i primi casi di infezione da virus Zika e conferma la circolazione del virus in India. Questi risultati suggeriscono un basso livello di trasmissione del virus Zika ma potrebbero verificarsi ulteriori casi in futuro. Dovrebbe essere mantenuta una sorveglianza rafforzata per caratterizzare meglio l’intensità della circolazione virale e la diffusione geografica, e monitorare le complicazioni legate al virus Zika. È noto che il virus Zika sta circolando nella Regione del sud-est asiatico e questi risultati non cambiano la valutazione globale del rischio. l’OMS incoraggia gli Stati Membri a segnalare simili risultati per comprendere meglio l’epidemiologia globale del virus Zika. Il rischio di ulteriore diffusione del virus Zika ad aree nelle quali sono presenti i vettori competenti, le zanzare Aedes, è significativo, per l’ampia distribuzione geografica di queste zanzare in varie regioni del mondo. L’OMS continua a monitorare la situazione epidemiologica e a condurre la valutazione del rischio in base alle più recenti informazioni disponibili. Per combattere l'epidemia, i cittadini sono stati invitati a distruggere le fonti di acqua stagnante dove proliferano le zanzare, portatori del virus. Il Dipartimento di medicina preventiva, ha esortato le donne incinte a rinviare i viaggi nelle zone colpite da Zika e a chi deve fare viaggi di lavoro in quelle aree a prendere precauzioni contro le punture di zanzara. L'India è il terzo paese asiatico a segnalare infezione da virus legata allo Zika. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, ricorda che il virus Zika, si trasmette principalmente dalle punture della zanzara del genere Aedes aegypti e sta colpendo in modo massiccio l’America del Sud ma ora anche i paesi asiatici, diventando un’emergenza per la salute pubblica globale. Le persone che viaggiano in zone ad alto rischio, in particolare le donne in gravidanza, dovrebbero adottare le precauzioni di base per la protezione dalle punture di zanzara. Queste includono l'uso di repellenti, abiti di colore chiaro, camicie a maniche lunghe e pantaloni e le stanze devono essere dotate di zanzariere a porte e finestre per evitare alle zanzare di entrare. L'allerta sanitaria è stata pubblicata venerdì 26 maggio sul nuovo portale dedicato alle malattie infettive del Ministero della salute.

Farmaci, Aifa dispone il ritiro di alcuni lotti di RIOPAN GEL.

Farmaci, Aifa dispone il ritiro di alcuni lotti di RIOPAN GEL. Il provvedimento si è reso necessario a seguito della notifica dei risultati fuori specifica Alcuni lotti di RIOPAN GEL saranno ritirati dal mercato. Ad ordinarlo è stata l’Agenzia italiana del farmaco. I lotti di RIOPAN GEL da ritirare sono quelli prodotti dalla ditta Società Takeda Italia Spa. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della segnalazione concernente la gestione non adeguata di risultati fuori specifica presso l’officina di produzione. In particolare, si tratta delle confezioni di RIOPAN GEL OS GEL 40BUST 800MG – AIC 027103035 lotti nn: 298411 scad. 29/2/2020, 339430 scad. 28/2/2021, 337799 scad. 28/2/2021, 337621 scad. 28/2/2021, 338328 scad. 28/2/2021 e 350910 scad. 30/6/2021. RIOPAN GEL è utilizzato per il trattamento dell'ulcera duodenale e gastrica e della esofagite da reflusso; trattamento sintomatico delle gastriti e gastro-duodeniti di varia eziologia caratterizzate da iperacidita'. La Takeda Italia SpA ha comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

Anche i Comuni possono aderire al condono fiscale delle liti pendenti

Anche i Comuni possono aderire al condono fiscale delle liti pendenti. I contribuenti potranno pagare solo i tributi accertati e si eviteranno sanzioni e interessi Anche i comuni possono aderire al condono fiscale di cui al D.L. n. 50/2017 che può portare concreti benefici ai contribuenti in quanto consente di pagare a coloro che hanno avviato liti fiscali, le sole imposte accertate ed esclusione delle sanzioni e interessi. A fare il punto un articolo del tributarista Maurizio Villani che di seguito Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” affinchè anche gli enti territoriali più vicini ai cittadini prendano atto di questa facoltà: Come noto, l’art. 11 del Decreto Legge n. 50 del 24 aprile 2017, rubricato “Definizione agevolata delle controversie tributarie”, ha previsto la possibilità per i contribuenti di accedere al condono fiscale delle liti pendenti. Aderire all’attuale condono fiscale significa provvedere al pagamento delle sole imposte accertate con esclusione delle sanzioni ed il pagamento degli interessi, da calcolarsi dalla data di notifica dell’accertamento ai 60 giorni successivi. Tanto premesso, a seguito della seduta della Camera del 23 maggio 2017, la Commissione Bilancio ha approvato delle proposte emendative in relazione al Decreto Legge citato prevedendo:  innanzitutto, che possono accedere al condono fiscale coloro che hanno provveduto alla notifica alla controparte del ricorso entro la data del 22 aprile 2017;  in secondo luogo, che entro il 31 agosto 2017, ciascun Ente territoriale può stabilire, con le forme previste dalla legislazione vigente per l’adozione dei propri atti, l’applicazione della definizione agevolata alle controversie attribuite alla giurisdizione tributaria in cui è parte il medesimo ente. Ciò significa che, anche i Comuni possono, entro il 31 agosto 2017, aderire al condono fiscale per quanto riguarda i tributi locali e consentire al cittadino contribuente, la cui lite pende innanzi alla Commissione tributaria competente, di poter vedere ampiamente ridotto quanto dovuto, mediante il pagamento di tre rate con scadenza 30 settembre 2017, 30 novembre 2017 e 30 giugno 2018.

Ministero Salute ritira dai supermercati POLPETTE IZMIR. Rischio presenza di allergeni

Ministero Salute ritira dai supermercati POLPETTE IZMIR. Rischio presenza di allergeni Il Ministero della salute oggi venerdì ha diramato un comunicato rivolto ai consumatori che segnala il ritiro delle " POLPETTE IZMIR (CEVAPCICI). Il prodotto surgelato confezione da 800 g sottoposto a richiamo è stato prodotto da ITIKAT con sede dello stabilimento in Bulgaria e commercializzato in Italia da SeZak srl. Il provvedimento, disposto in via del tutto precauzionale, riguarda il lotto L00840112 con data di scadenza al 01/12/2017. A rendere necessario il provvedimento sono gli aalergeni non dichiarati nell'etichetta tradotta in italiano . Per tale ragione Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, invita i consumatori che fossero in possesso di una o più confezioni appartenenti al lotto sottoposto a richiamo, a restituirle al punto vendita in cui sono state acquistate. L’avviso di richiamo del lotto è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute.

giovedì 25 maggio 2017

Topo nel concentrato di pomodoro: HEINZ ritira prodotto in Brasile.

Topo nel concentrato di pomodoro: HEINZ ritira prodotto in Brasile. Topo in concentrato di pomodoro. E così in Brasile l’Anvisa, l’organismo di vigilanza medico-sanitaria, ne ha disposto l’immediato ritiro dagli scaffali dei supermercati. Il marchio coinvolto è la Heinz della Kraft Heinz Company, la famosa società agroalimentare statunitense che produce conserve di verdura, condimenti, piatti pronti e altri prodotti alimentari, di cui il più celebre è il ketchup. Il provvedimento ha colpito il lotto L25 20:54 M3, conservato nelle confezioni sottovuoto da 340 g con data di scadenza minima del 25 luglio 2017. L’ufficio stampa del colosso agroalimentare statunitense nato nel 1869 da Henry John Heinz a Sharpsburg (Pennsylvania),, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, e che oggi impiega circa 32.000 persone in tutto il mondo, con una cifra d'affari di 10 miliardi di dollari, ha dichiarato “di essere al corrente di quanto accaduto” e che “l’azienda sta indagando ed approfondendo ulteriormente la questione”.

Risparmio tradito. Anche la Svizzera non più sicura. Arrestato un fiduciario di Chiasso. Avrebbe raggirato almeno una decina di clienti italiani creando un buco da 12 milioni

Risparmio tradito. Anche la Svizzera non più sicura. Arrestato un fiduciario di Chiasso. Avrebbe raggirato almeno una decina di clienti italiani creando un buco da 12 milioni C'erano un tempo le banche svizzere, dove cittadini e società provenienti da ogni parte del mondo depositavano o investivano i propri denari, frutto sovente di proventi non leciti, convinti nella serietà, sicurezza e assoluta riservatezza della tipica gestione elevetica. Ma dopo le aperture delle autorità nazionali resesi necessarie dalle spinte della comunità internazionale a rendere in qualche modo consultabili da parte delle istituzioni di altri paesi i registri dei correntisti o clienti – processo acceleratosi, per la verità, anche a causa della famigerata “Lista Falciani” - e dopo qualche episodio di frode a danno degli investitori, queste certezze sono lentemente scemate e la Svizzera sta progressivamente dismettendo i panni di assoluto paradiso mondiale per conti correnti, depositi ed investimenti. Proprio in questi giorni, infatti, un nuovo scandalo si è abbattuto sulla piazza finanziaria d'Oltralpe, questa volta del confinante Canton Ticino. A finire in manette il direttore della Anirgest, una fiduciaria di Chiasso a cui vari clienti italiani avevano affidato i propri risparmi. La storia sarebbe sempre la stessa e assomiglierebbe a tante truffe simili realizzate in Italia o in altri paesi: per anni i clienti sarebbero stati incentivati ad investire e rassicurati, e sarebbero stati mostrati loro rendiconti fasulli sui quali figuravano capitali in continua crescita. La realtà sarebbe all'esatto opposto: per ora si parla di un buco di circa 12 milioni di franchi, frutto di malversazioni che si sarebbero protratte da tempo. Il fiduciario avrebbe anche ammesso la scomparsa delle somme investite, ma per il momento non ha spiegato dove siano finite. Impossibile, quindi, sapere se si tratti del classico “buco tappa buco”, o se i soldi siano stati invece semplicemente spesi. I clienti danneggiati sarebbero almeno una decina. L’indagine sarebbe partita proprio da uno di loro, che in febbraio ha sporto denuncia penale. I reati ipotizzati dal procuratore pubblico Andrea Gianini sarebbero truffa, riciclaggio, amministrazione infedele e falsità in documenti. Non resta che difendere i diritti dei clienti, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” i quali hanno comunque diritto ad agire nei confronti della società d'intermediazione per le responsabilità del proprio dipendente.

Incidente in Islanda, muore turista italiano. La tragedia ieri mentre il 20enne era alla guida della sua bicicletta.

Incidente in Islanda, muore turista italiano. La tragedia ieri mentre il 20enne era alla guida della sua bicicletta. Oggi è deceduto il 20enne turista italiano, vittima dell’incidente stradale avvenuto martedì sulla strada che porta a Nesjavellir nel sud dell'Islanda. Il giovane, è stato coinvolto in un sinistro la cui dinamica è ancora da chiarire. Soccorso da un’ambulanza è stato trasportato all’ospedale in gravi condizioni, con traumi e emorragie agli organi interni. Lo ha comunicato oggi la polizia locale che invita chiunque sia in grado di fornire informazioni a contattare la centrale operativa chiamando al 444-2000 o segnalandolo via email all'indirizzo sudurland@logreglan.is. Alla luce di questi gravi incidenti che vedono coinvolti i nostri connazionali all'estero, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, suggerisce caldamente a tutti coloro che sono in procinto di recarsi temporaneamente all’estero, nel loro stesso interesse, di munirsi della Tessera europea assicurazione malattia (TEAM), per viaggi in Paesi dell’UE, o, per viaggi extra UE, di un’assicurazione sanitaria con un adeguato massimale, tale da coprire non solo le spese di cure mediche e terapie effettuate presso strutture ospedaliere e sanitarie locali, ma anche l’eventuale trasferimento aereo in un altro Paese o il rimpatrio del malato, nei casi più gravi anche per mezzo di aero-ambulanza. E’ infatti noto che in numerosi Paesi gli standard medico-sanitari locali sono diversi da quelli europei, e che spesso le strutture private presentano costi molto elevati per ogni tipo di assistenza, cura o prestazione erogata. Occorre ricordare che le Rappresentanze diplomatico-consolari, pur fornendo l’assistenza necessaria, non possono sostenere nè garantire pagamenti diretti di carattere privato; soltanto nei casi più gravi ed urgenti, esse possono concedere ai connazionali non residenti nella circoscrizione consolare e che versino in situazione di indigenza dei prestiti con promessa di restituzione, che dovranno essere, comunque, rimborsati allo Stato dopo il rientro in Italia.

mercoledì 24 maggio 2017

Germania: primo decesso per morbillo, il primo dal 2015.

Germania: primo decesso per morbillo, il primo dal 2015. Dal mese di gennaio 2017 è stato registrato un preoccupante aumento del numero di casi di morbillo in Italia. Ora il caso di una donna che è morta la scorsa settimana ad Essen in Germania, a causa di questa malattia anche se era vaccinata, deve fare alzare il livello di guardia, per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni. Il caso tedesco è stato segnalato oggi dall'Ufficio federale della sanità pubblica. Era dal 2015 che ciò non avveniva in Germania. La donna è deceduta in un reparto di terapia intensiva a causa di problemi polmonari. Secondo il direttore dell'azienda sanitaria di Essen, Rainer Kundt, da bambina le era stata somministrata una sola dose del vaccino contro il morbillo (senza cioè il richiamo), in linea con le raccomandazioni valide allora. Ciò evidentemente non è stato sufficiente, ha aggiunto Kundt. Fino a metà maggio in Nordreno-Vestfalia (la regione di Essen) si sono ammalate di morbillo 381 persone. Nell'intero 2016 i casi erano stati 28. Kundt ha lanciato un appello ai cittadini a verificare le vaccinazioni fatte e ha invitato i nati dopo il 1970, che da bambini non sono stati vaccinati o non hanno fatto il richiamo, a sottoporsi al vaccino contro morbillo, parotite e rosolia. Il nuovo caso,rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dimostra quanto sia importate estirpare il morbillo in Italia. Molte persone non sono vaccinate contro questa malattia per motivi di salute o non hanno sviluppano una protezione adeguata malgrado la vaccinazione. In Italia a fronte degli 844 casi di morbillo segnalati nel 2016, dall’inizio dell’anno sono già stati registrati più di 700 casi, con un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui si erano verificati 220 casi, di oltre il 230%. La maggior parte dei casi sono stati segnalati da sole quattro Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Più della la metà dei casi rientra nella fascia di età 15-39 anni. Sono stati notificati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari.

Dormire per vivere meglio anche nei rapporti con gli altri. Due studi spiegano le conseguenze sociali della stanchezza

Dormire per vivere meglio anche nei rapporti con gli altri. Due studi spiegano le conseguenze sociali della stanchezza: chi passa notti in bianco è poco affidabile, troppo teso e perde gli amici Due ricerche recenti rivelano dei lati poco approfonditi degli effetti dell'insonnia o della carenza di sonno, in particolare per ciò che riguarda le conseguenze sociali. Una arriva dal Karolinska Institute di Stoccolma, ed ha evidenziato che la voglia di avere contatti sociali con qualcuno che appare stanco e insonnolito è del 21% inferiore al desiderio di socializzare con chi sembra riposato. "Potrebbe trattarsi di un meccanismo evolutivo", ha sottolineato una delle ricercatrici, Tina Sundelin, ed ha continuato "Oppure potrebbe essere un meccanismo appreso: tutti abbiamo imparato, dalle nostre esperienze, che chi è stanco non è un gran partner nelle conversazioni, non è interessato a noi e probabilmente ci farà perdere tempo". Il secondo studio, pubblicato dalla University of California di Berkeley, ha indagato l'effetto dell'insonnia sul cervello ed avrebbe dimostrato che la mancanza di sonno rende iperattiva l'amigdala, il centro cerebrale della paura e questo fa sì che l'insonne sia meno capace di interpretare le espressioni facciali altrui. Gli altri così appaiono più ostili di quanto in realtà siano. È come se il nostro organismo, avvertendo che nonostante la stanchezza non stiamo dormendo, scambiasse questo stato con quello in cui ci si trova quando una minaccia - ad esempio un predatore - ci impedisce di rilassarci. E così il sistema cerebrale che vigila sull'ambiente circostante cercando segnali di pericolo, inizia a imporsi sulla nostra capacità di concentrazione, depotenziandola. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di ulteriori buoni motivi per cercare di vivere una vita con meno stress e alla ricerca del giusto riposo quotidiano per stare bene con sé stessi e con gli altri.

Su Nature studi ricostruiscono l'albero evolutivo dello Zika. Uno parla anche italiano

Su Nature studi ricostruiscono l'albero evolutivo dello Zika. Uno parla anche italiano Un team composto dai maggiori genetisti attuali, Kristian Andersen, dello Scripps Research Institute, a La Jolla,, Oliver Pybus, dell'università britannica di Oxford, e Pardis Sabeti e Bronwyn MacInnis, del Broad Institute dell'università di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (Mit), Marta Giovannetti, dell'università di Roma Tor Vergata ha concluso un ambizioso progetto di ricerca: ricostruito l'albero evolutivo del virus Zika. I tre studi, pubblicati su Nature, hanno rivelato il modo in cui è nata l'epidemia in Brasile e come si è diffusa nelle Americhe. Gli scienziati hanno analizzato il materiale genetico del virus, e potrebbe aiutare a migliorare le risposte ai focolai futuri. Per i test sono state analizzate 200 sequenze genetiche del virus, ottenute da oltre 1300 pazienti e dalla zanzara Aedes aegypti che lo trasmette. L'infezione, ricorda Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, provoca febbre, dolori articolari e muscolari, ma soprattutto può causare difetti nei neonati da madri infettate durante la gravidanza, tra cui la microcefalia, collegata anche a danni al cervello. Per questo Zika è stato dichiarato "Emergenza sanitaria" dall'Organizzazione mondiale della sanità. Studiando il materiale genetico del virus i ricercatori hanno mostrato come i singoli virus si siano diffusi e come siano correlati tra loro. Per esempio lo studio coordinato da Kristian Andersen, dello Scripps Research Institute, a La Jolla, ha scoperto che a scatenare l'epidemia in Florida lo scorso anno, non è stato un singolo episodio, ma sono state ben 4 'invasioni' del virus legate a viaggi nei Caraibi. I gruppi guidati da Oliver Pybus, dell'università britannica di Oxford, e Pardis Sabeti e Bronwyn MacInnis, del Broad Institute dell'università di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (Mit), hanno invece ricostruito la diffusione del virus in Brasile e nelle Americhe, e hanno scoperto che Zika era in circolazione nel Brasile nordorientale già alla fine del 2013.

Reato di "Stalking" per il marito troppo invadente che entra in mail privata e profilo Facebook dell'ex.

Reato di "Stalking" per il marito troppo invadente che entra in mail privata e profilo Facebook dell'ex. Pesa il disturbo post-traumatico da stress diagnosticato dallo psicologo. Le intrusioni nella vita privata per controllare cosa fa dell'ex generano nella vittima uno stato di perdurante ansia tale da indurla a cambiare casa e utenze Scatta il reato di stalking nei confronti della moglie, per l'ex marito separato che incombe con troppa insistenza sulla donna con continue intrusioni nell’account di posta elettronica e nel profilo Facebook per controllare cosa fa. Questo comportamento assillante dell’ex può costare caro. Risponde, infatti, di atti persecutori chi ossessiona il vecchio partner con ripetute minacce, ingiurie e abusivi accessi sulla casella personale di posta elettronica e sugli account social media, provocando un perenne stato di ansia tanto da spingere la vittima a cambiare casa, utenze domestiche e, più in generale, le abitudini di vita. Così ha deciso la Cassazione, con la sentenza 25940/17, pubblicata oggi dalla quinta sezione penale. Gli ermellini hanno dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo, condannato per stalking dalla Corte di appello che riformava la sentenza di assoluzione di primo grado. All’imputato, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, era contestato di aver reso impossibile la vita dell’ex convivente con ripetute minacce, messaggi, ingiurie all’indirizzo tanto da cagionarle uno stato di ansia perenne che l’avrebbe spinta a cambiare abitudini di vita e utenze telefoniche. La Cassazione non fa sconti e conferma la pronuncia di seconda istanza. Nel ricorso proposto, l'uomo separato lamenta, per bocca dei suoi avvocati,vizio motivazionale. Secondo il tribunale che assolveva l’uomo, non era stato dimostrato il nesso causale tra le condotte persecutorie e il grave stato di ansia e paura generato nella donna; di diverso avviso è il giudice di appello che ha evidenziato le lacune della prima decisione. Il tribunale, pur avendo accertato che le intrusioni nella vita privata della donna avevano contribuito a modificare le proprie abitudini, al punto di essere costretta a cambiare casa, trascura tali importanti elementi e lo fa anche in relazione allo stato di ansia, «integrato dal grave disturbo post-traumatico da stress diagnosticato dalla psicoterapeuta della vittima». Sulla prova del nesso causale, poi, per quanto il primo giudice si attenga ai costanti principi della Cassazione in materia, il richiamo si rivela «avulso dagli elementi probatori, che, viceversa, fondavano sia una valutazione di astratta idoneità ad ingenerare paura (per le minacce profferite, e per i controlli a distanza operati anche mediante abusivi accessi informatici) sia una valutazione di concreta incidenza sul mutamento delle abitudini di vita, essendo stato accertato che la vittima, proprio in conseguenza degli accessi abusivi, era stata costretta a cambiare utenze telefoniche, indirizzi mail, e profilo Facebook, oltre all’abitazione». La Corte di secondo grado, invece, non ha trascurato tali aspetti, arrivando alla conclusione che lo stato di «perdurante ansia e paura e l’alterazione delle abitudini di vita invece sono stati determinati proprio dalle condotte persecutorie dell’imputato, consistite in minacce, molestie continue e ossessive, intrusioni nell’account di posta elettronica e nel profilo Facebook».

I cani devono avere libero accesso al parco pubblico. Il Tar Toscana ferma l'ordinanza del Comune contro gli escrementi

I cani devono avere libero accesso al parco pubblico. Il Tar Toscana ferma l'ordinanza del Comune contro gli escrementi: i provvedimenti urgenti possono essere emessi solo in caso di vera emergenza sanitaria e deve comunque essere limitata nel tempo. Legittimata a chiedere lo “stop” è anche l'associazione che difende gli animali I comuni non possono vietare l’accesso al parco pubblico solo sul rilievo che sono stati riscontrati “numerosi escrementi canini”: il sindaco può ricorrere all’ordinanza contingibile e urgente solo nel «caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale» ed il provvedimento emesso secondo l'articolo 50, comma quinto, del testo unico degli enti locali deve essere comunque limitato nel tempo. A stabilirlo la sentenza 694/17, pubblicata il 16 maggio dalla Tar Toscana. I giudici della prima sezione del tribunale amministrativo, in primo luogo ritengono fondata la questione circa la legittimazione ad agire dell'associazione animalista in quanto nel suo statuto è espressamente prevista la difesa della fauna tra le sue attività anche nella facoltà di agire giuridicamente in tale ottica. Risulta, nel merito, insufficiente la motivazione adottata nell'ordinanza del sindaco secondo cui il divieto all'ingresso nel parco pubblico di cani e dei loro conduttori sarebbe motivato dall'eccesso di «escrementi canini in ambito comunale». Rilevano i giudici amministrativi che il provvedimento d'urgenza può essere adottato soltanto quando il Comune non può fronteggiare la situazione con gli ordinari mezzi di carattere definitivo previsti dall’ordinamento. E si tratta comunque di un’ordinanza che per sua natura dev'essere provvisoria e avrebbe dovuto indicare un limite temporale per la sua efficacia. Peraltro, l’ente locale non ha effettuato un’adeguata istruttoria che consenta di motivare in merito ad un’emergenza in materia di igiene pubblica. Non è da dimenticare, in ultimo, che la legge regionale dispone l’accesso libero a giardini, parchi e spiagge a patto che il cane abbia il guinzaglio e la museruola qualora previsto dalle norme statali. Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di una bella vittoria per i nostri amati animali, anche perchè costituisce un nonsense giuridicamente sanzionabile, un'area verde aperta alla cittadinanza, in cui non sia possibile godere della compagnia del caro fido.

Studio OCSE: reddito universale "Sarebbe un boom per le tasse".

Studio OCSE: reddito universale "Sarebbe un boom per le tasse". Lo riferisce l'OCSE in occasione della presentazione di uno studio realizzato su Finlandia, Francia, Italia e Gran Bretagna L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in occasione della pubblicazione di uno studio teorico, ha riferito che il reddito universale porterebbe ad un generale «aumento delle tasse e ad un taglio delle prestazioni sociali per numerosi cittadini». L'analisi in materia è stato realizzato prendendo in esame quattro Paesi: Finlandia, Francia, Italia e Gran Bretagna. In pratica, secondo l'organismo internazionale con sede a Parigi, «le riforme destinate ad ampliare i dispositivi di aiuto al reddito dovrebbero essere attuate per tappe, lanciando in parallelo un dibattito su appropriate modalità di finanziamento e una distribuzione più equa dei frutti della crescita». Per valutare l'impatto potenziale di un reddito di base, osserva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli esperti dell'Ocse, hanno dunque sviluppato uno scenario in quattro Paesi Ocse: Finlandia, Francia, Italia e Regno Unito. Tra l'altro, in Francia e in Italia, «i giovani pensionati (tra i 55 e i 64 anni) e un grande numero di disoccupati avrebbero da perdere». In Francia e in misura minore in Finlandia e nel Regno Unito i nuclei con reddito medio avrebbero invece da guadagnarci.

lunedì 22 maggio 2017

Fiat richiama in Brasile oltre 70.000 veicoli. Problema all'alternatore colpisce 13 modelli 2016-2017 della casa automobilistica

Fiat richiama in Brasile oltre 70.000 veicoli. Problema all'alternatore colpisce 13 modelli 2016-2017 della casa automobilistica Il gruppo italo americano Fiat Chrysler Automobiles ha annunciato un richiamo per i modelli Fiat Bravo, Doblò, Doblò Van, Fiorino, Gran Siena, Idea, Linea, New Palio, Palio Fuoco, Palio Weekend, Siena, Strada e Uno, in Brasile. Sono esattamente oltre 70.000 le unità dei 13 modelli ad essere richiamati. Il richiamo riguarda i modelli realizzati negli anni che vanno dal 2016 al 2017. Questi modelli devono fare ritorno in concessionaria allo scopo di procedere a un’ispezione e, se necessario, alla sostituzione dell'alternatore. Secondo il produttore automobilistico italo americano, il problema alternatore può provocare un funzionamento irregolare del motore e, in casi estremi, la chiusura improvvisa della vettura, che compromette le condizioni di guida del veicolo e aumenta il rischio di collisione, con conseguenti danni causati da conducente, passeggeri e terzi. La riparazione viene eseguita in loco. Maggiori informazioni possono essere ottenute tramite il Customer Service Center di Fiat, chiamando il numero 0800 707 1000, o dal sito www.fiat.com.br . Per Fiat Chrysler dunque prosegue una lunga stagione negativa che ne ha penalizzato l'immagine di costruttore votato alla qualità globale. Infatti, diversi problemi tecnici hanno costretto la casa italo-statunitense a richiamare migliaia di veicoli. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari FCA Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. L'intervento, consiste nella sostituzione dell'alternatore.

Rivella ritira bottiglie difettose. Si tratta di una parte delle sue bibite in bottigliette di vetro da 33 centilitri

Rivella ritira bottiglie difettose. Si tratta di una parte delle sue bibite in bottigliette di vetro da 33 centilitri. La causa è la possibile traccia di vetro al suo interno. Nessun problema per gli altri prodotti. Rivella richiama una parte delle sue bibite in bottigliette in vetro da 33 centilitri: un cliente ha trovato resti di vetro in una delle bevande e una susseguente immediata indagine ha portato alla luce altri casi. Tutte le bottiglie interessate provengono da un impianto di imbottigliamento che è stato sostituito già in primavera, ha reso noto oggi (lunedì) il produttore di bevande con sede a Rothrist, in Argovia. I prodotti richiamati, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare, sono le bottigliette di 33 centilitri di Rivella Rossa, Blu, Tè verde e Mango, nonché di Schorle Michel. Non vi sono invece problemi per le bibite in bottiglie di Pet, in lattine d'alluminio e in vetro ma con altre capienze. Rivella è una bevanda gassata originaria della Svizzera, prodotta a partire dal siero di latte bovino e perciò contiene fra i suoi componenti lattosio, acido lattico e sali minerali.

Farmaci, AIFA dispone ritiro precauzionale sonnifero HALCION

Farmaci, AIFA dispone ritiro precauzionale sonnifero HALCION L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha disposto il ritiro a scopo precauzionale, della specialità medicinale HALCION*20CPR 250MCG – AIC 041609037 della Società Farma 1000. Nello specifico si tratta del lotto n. N48055B X2 scadenza 4/2019. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della segnalazione concernente la mancanza, all’interno della confezione, di un dei due blister. HALCION si usa nel trattamento a breve termine dell'insonnia. La Farma 1000 Srl ha comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

Lidl toglie dagli scaffali "Penne Rigate" a marchio Combino prodotte da Pasta Zara S.p.A

Lidl toglie dagli scaffali "Penne Rigate" a marchio Combino prodotte da Pasta Zara S.p.A: allergene non dichiarato per contaminazione accidentale da "Soia" non presente in etichetta. Il sistema di allerta rapido della Regione Valle d’Aosta segnala il ritiro dagli scaffali dei supermercati Un pericolo per gli allergici. Il sistema di allerta rapido della Regione Valle d’Aosta segnala il ritiro dagli scaffali dei supermercati, a titolo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza alimentare, delle confezioni di pasta "Penne Rigate" marchio Combino prodotte da Pasta Zara Via XXV Aprile 10/12 – 25038 Rovato (BS). Si tratta del lotto L701508(B) avente scadenza minima 12/04/2019 - EAN 2005 8012 commercializzato da Lidl Italia Srl. Il motivo del ritiro, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia,è la contaminazione accidentale da soia a monte della filiera. Il prodotto potrebbe infatti scatenare allergie nei consumatori che soffrono di ipersensibilità alla soia, per la presenza accidentale di tracce indesiderate di questo componente nel cibo messo in vendita ma non riportato nella lista degli ingredienti. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza alla soia. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare senza problemi il prodotto. I clienti allergici alla soia che hanno acquistato il prodotto sono pregati di non consumarlo/utilizzarlo e di riportarlo al punto vendita per il rimborso. L’avviso di richiamo cautelativo per possibili non conformità del prodotto, è stato pubblicato sui siti sia del nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute che su quello della Regione Autonoma Valle d'Aosta.

sabato 20 maggio 2017

Frammenti di metallo, USA ritira tonnellate di hotdog

Frammenti di metallo, USA ritira tonnellate di hotdog. Un’allerta alimentare ha colpito gli Stati Uniti, dove 100 tonnellate di carne sono state ritirate per possibile presenza di corpi estranei La presenza di corpi estranei è uno dei rischi più temuti da aziende e consumatori, dall’Italia all’estero. Negli Stati Uniti, John Morrell & Co. una grande società di lavorazione della carne, ha ordinato il ritiro dei prodotti per probabile contaminazione da corpi estranei. L’avviso di richiamo per il rischio alimentare riguarda nella fattispecie 100 tonnellate di carne: numeri da capogiro che rischiano di generare seri problemi di salute, derivanti dai frammenti metallici che possono provocare soffocamento o lesioni. L’ordine della società alimentare di ritirare la carne incriminata è stato pubblicato sul sito del Dipartimento dell’Agricoltura degli USA (FSIS): si tratta di 100 tonnellate di hotdog di manzo, un alimento consumatissimo oltreoceano. L’azienda, dopo le lamentele di molti consumatori, ha palesato che gli hotdog potrebbero essere contaminati dal frammenti metallici, dunque, immediato il ritiro. Il tutto è emerso durante un normale controllo di routine interno da parte degli specialisti dell’USDA, dopo le lamentele di numerosi acquirenti ed ecco la scoperta shock: un campione è risultato contenere corpi estranei. Gli hotdog sotto accusa sono stati prodotti dal 26 gennaio 2017. La misura adottata dalla società è di tipo precauzionale: al momento, infatti, non si registrano casi di lesioni. A causa dell’elevato rischio, però, le autorità americane hanno lanciato l’appello a coloro che hanno acquistato la carne di riportarla nei punti di vendita. Si tratta di uno dei provvedimenti più drastici negli USA per la carne: l’allerta è molto elevata. Essa è stata classificata da parte del Ministero dell’Agricoltura come “Class I recall“, cioè “una situazione pericolosa per la salute in cui vi è una ragionevole probabilità che l’uso del prodotto provoca gravi conseguenze per la salute”. Le tracce di frammenti metallici, possono provocare soffocamento o lesioni. l ritrovamento di un corpo estraneo, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è uno dei tre possibili rischi legati alla produzione di alimenti, insieme a quello di contaminazioni biologiche o chimiche, ed è anche il meno pericoloso dei tre. Si tratta di solito di eventi puntuali, dovuti a incidenti: frammenti di vetro o metallo, oppure di gusci o di osso, e in qualche caso materiale biologico come insetti o piccoli animali. I casi sono sporadici, ma esistono: basti pensare che nel 2016 sono state 36 le segnalazioni di allerta su prodotti importati in Italia e 15 quelle sugli alimenti esportati all’estero dal nostro paese. Il sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangini (Rasff) ci informa per esempio che dalla Germania è arrivato budino “arricchito” da frammento di metallo". Noi invece ci siamo fatti notare per la presenza di ossa di animali in scatolette di tonno, pezzi di vetro nella pizza e lame metalliche in un lotto di mortadella affumicata. Probabilmente i casi sono molti di più, perchè la presenza di corpi estranei negli alimenti prodotti e venduti solo in Italia non viene monitorata dal Ministero della salute e quindi non esiste una casistica. Per fortuna le conseguenze in genere sono minime. Nei casi più gravi, fortunatamente rari, si tratta di lesioni alla bocca o danni ai denti: il nostro apparato digerente è attrezzato per proteggersi da questo tipo di incidenti e in letteratura scientifica non ci sono casi di danni all’apparato digerente dovute all’ingestione accidentale di frammenti di vetro. Le aziende proteggono i prodotti lavorati con barriere, come setacci, o sistemi di rilevamento come metal detector, raggi X o campi magnetici. Il sistema di controllo HACCP prevede di individuare i punti di rischio nel processo produttivo, che variano a seconda del tipo di prodotto, per metterli in sicurezza, e in genere funziona abbastanza bene. Ovviamente non si tratta di un sistema perfetto. Per quanto riguarda i consumatori, chi trova un corpo estraneo in un alimento, ha il dovere di avvertire sia il punto vendita dove si è fatto l’acquisto sia il produttore, fornendo tutti i dati necessari a identificare il prodotto: lotto, data di produzione e data di scadenza. L’alimento in questione dovrebbe essere conservato, se possibile, o quanto meno fotografato. Le aziende devono verificare che il reclamo sia fondato e legato al processo produttivo, non ad altri fattori, come la cattiva conservazione nel punto vendita.

Elogio del basilico: antidolorifico per eccellenza aiuta la circolazione sanguigna.

Elogio del basilico: antidolorifico per eccellenza aiuta la circolazione sanguigna. Direttamente dalla natura arrivano alcune risposte alla domanda di salute che spesso vengono confortate anche dagli studi della medicina. Esistono, infatti, piante che utilizzate nelle cucine o nelle tradizioni mediche di alcuni paesi anche da migliaia di anni, possono apportare benefici sufficientemente conclamati anche a livello della ricerca scientifica. Questa volta, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, vuol parlare dei benefici ed usi di una pianta, utilizzata come spezia per il sapore così delicato, per molti insostituibile. Il basilico è una delle piante più fresche che possiamo trovare in circolazione, talvolta usato anche solo per il suo buon odore. Eppure il basilico contiene un'infinità di sostanze che rappresentano un vero toccasana per il corretto funzionamento del nostro organismo, al netto di un apporto calorico praticamente irrisorio. Il basilico è ricchissimo di potassio, il ché lo rende perfetto per ridare il giusto equilibrio idrico al nostro corpo; inoltre, anche se non in quantità industriali, questa pianta contiene anche calcio, perfetto ottimo per la solidità delle ossa; infine grazie al ferro e al fosforo, il basilico aiuta la nostra corretta circolazione sanguigna e aiuta anche il nostro cervello a mantenere brio e freschezza. Il basilico, inoltre, è ricco di magnesio e vitamina A, elementi importanti per il nostro sistema immunitario. Ma quello che non tutti sanno è che questa pianta è portentosa per quel che riguarda i problemi di articolazioni e i dolori reumatici: le sue foglie contengono un elemento chiamato eugenolo che ha fortissime proprietà antidolorifiche, tant'è che negli ultimi tempi se ne sta ricavando addirittura un olio essenziale.

Guerra dei broccoli tra Germania e Italia. Accusa di pesticidi sopra i limiti nei broccoli italiani esportati in Germania riportata dal sistema di allerta rapida europeo Rasff

Guerra dei broccoli tra Germania e Italia. Accusa di pesticidi sopra i limiti nei broccoli italiani esportati in Germania riportata dal sistema di allerta rapida europeo Rasff Scoppia la guerra dei broccoli tra Germania e Italia. E l'accusa dei teutonici nei nostri confronti è pesante: veleni in alcuni ortaggi coltivati nel nostro paese anche se soggetti ai rigidi disciplinari Ue che hanno, da anni, eliminato o ridotto le quantità di pesticidi e fitofarmaci usati in agricoltura. L'allerta per contaminazione di "rischio grave" è stata lanciata ieri, 19 maggio, dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) della Commissione Europea, con tanto di pubblicazione di una black list degli alimenti contaminati, su segnalazione del Ministero della Salute della Germania e pubblicata sul sito europeo di RASSF. Il prodotto è stato ritirato dalle vendite a scopo preventivo, per ragioni di possibile contaminazione in quanto nella maggioranza dei broccoli è stata trovata la presenza in eccesso di Acetamiprid, Chlorfenapyr, Carbendazim, Flusilazole e Pyridaben. Speriamo si tratti di un allarme fondato e non di un tentativo di delegittimazione tedesca verso le nostra agricoltura italiana, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Non è da dimenticare che il settore primario in questione, secondo gli esperti rimane il più "green" d’Europa con 281 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), il divieto all’utilizzo degli Ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%). Ecco perchè ci rivolgiamo al Nostro Ministero della Salute per verificare la fondatezza dell'allerta e nel caso, chiarire quale sia la provenienza degli ortaggi nel mirino delle autorità sanitarie tedesche.

venerdì 19 maggio 2017

Sentenza rivoluzionaria della Cassazione per il parente che assiste chi è rimasto gravemente infortunato a causa di un incidente stradale o di un infortunio

Sentenza rivoluzionaria della Cassazione per il parente che assiste chi è rimasto gravemente infortunato a causa di un incidente stradale o di un infortunio riferibile a responsabilità di terzi. Il danno non patrimoniale da “alterazione della vita” va risarcito secondo le tabelle di Milano e non con criterio «equitativo puro». I pregiudizi esistenziali alla vita sessuale e familiare devono essere liquidati con riferimento alle tabelle per il danno parentale Una sentenza a dir poco rivoluzionaria la numero 12470 del 18 maggio 2017, della Corte di Cassazione civile che nel riconoscere il danno da alterazione del rapporto familiare - quale per esempio quello patito dalla moglie dell’infortunato gravemente invalido che vede la compromissione della vita familiare, sessuale e sociale - ha affermato che lo stesso dev'essere risarcito secondo i criteri delle tabelle di Milano e non sulla mera applicazione di un criterio equitativo puro.Nella fattispecie è stato accolto il ricorso di una donna che chiedeva di vedersi risarciti i danni non patrimoniali subiti in proprio a causa della completa alterazione della propria vita familiare conseguente all'incidente che aveva subito il proprio marito riducendolo invalido al 70% e che oltre alla propria grave invalidità aveva riportato in conseguenza del sinistro anche significative alterazioni caratteriali, caratterizzate da comportamenti aggressivi con improvvisi scoppi d'ira, con conseguente deterioramento dei rapporti personali e affettivi con lo stesso, oltre che con il mondo esterno. La Corte di Appello di Roma, tuttavia, aveva sì riconosciuto la sussistenza di tali pregiudizi ma aveva liquidato un risarcimento pari solo a 60.000,00 euro sulla base di criteri equitativi puri e perciò sganciati da qualsiasi parametro oggettivo. Tale scelta, per la Cassazione è di per sé stessa in contrasto con il diritto della danneggiata a una integrale e onnicomprensiva, benché equitativa, liquidazione del danno non patrimoniale da definitiva alterazione del rapporto parentale con il proprio partner (conseguente alla alterazione di tutta la sua vita familiare e alle ripercussioni di tale alterazione sulla vita di relazione della ricorrente: affettiva, sessuale, relazionale, assistenziale), sulla base dei seguenti principi: sia la mancata adozione come parametro di riferimento per la liquidazione equitativa del danno, delle tabelle milanesi adottate al momento della liquidazione dello stesso, in mancanza di idonea giustificazione, ancorata alla inidoneità di esse, per le particolarità del caso di specie, ad essere utilizzate come parametro di riferimento; e poi ancora, la determinazione dell'ammontare del danno non patrimoniale da alterazione definitiva del rapporto parentale con valutazione equitativa pura e non ancorata ad alcun parametro obiettivo che renda la congruità della quantificazione verificabile ex post e non arbitraria. Infine, la limitazione della quantificazione del danno ad un arco di tempo futuro e circoscritto (venti anni), non rapportato alle proiezioni di vita del danneggiato diretto, e neppure a quelle del danneggiato riflesso né ad un criterio chiaramente enunciato e dotato di una sua coerenza logica atta a consentire un controllo ex post. Per i giudici di legittimità, con una decisione che farà senz'altro discutere, nelle fattispecie di tal fatta devono essere utilizzate le Tabelle di Milano con una sola eccezione: un motivo o impedimento particolare alla loro applicabilità. Insomma, nella liquidazione del danno non patrimoniale non è consentito, in mancanza di criteri stabiliti dalla legge, il ricorso a una liquidazione equitativa pura, non fondata su criteri obiettivi, i soli idonei a valorizzare le singole variabili del caso concreto e a consentire la verifica "ex post" del ragionamento seguito dal giudice in ordine all'apprezzamento della gravità del fatto, delle condizioni soggettive della persona, dell'entità della relativa sofferenza e del turbamento del suo stato d'animo, dovendosi ritenere preferibile, per garantire l'adeguata valutazione del caso concreto e l'uniformità di giudizio a fronte di casi analoghi, l'adozione del criterio di liquidazione predisposto dal Tribunale di Milano, al quale la stessa Cassazione riconosce la valenza, in linea generale e nel rispetto dell'art. 3 Cost., di parametro di conformità della valutazione equitativa del danno non patrimoniale alle disposizioni di cui agli artt. 1226 e 2056 c.c., salva l'emersione di concrete circostanze che ne giustifichino l'abbandono. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la decisione in questione costituisce un precedente che senz'altro dovrà essere tenuto in considerazione dalle corti di merito e per la quale l'alterazione della vita o danno esistenziale che dir si voglia (anche se non viene mai nominato è in buona sostanza il cosiddetto “danno esistenziale”) è una categoria di danno che non può essere liquidata sulla base di cifre ridicole e non ancorate a criteri oggettivi che prendano in seria considerazione gli effettivi pregiudizi subìti.

Responsabilità medica. Se l'intervento è perfetto ma inutile, l'ospedale deve risarcire il danno non patrimoniale al paziente

Responsabilità medica. Se l'intervento è perfetto ma inutile, l'ospedale deve risarcire il danno non patrimoniale al paziente. Si tratta comunque di «inesatto adempimento» foriero di danni alla sfera psicofisica del paziente in mancanza delle condizioni di preparazione necessarie per il successo dell'intervento e di quelle successive della riabilitazioneQuanti interventi o trattamenti si fanno nelle nostre strutture sanitarie che non portano i risultati promessi con conseguente mantenimento della situazione precedente o addirittura peggioramento dei pazienti sia nella loro situazione clinica e quasi sempre anche in quella psichica determinata dalla frustrazione per i mancati miglioramenti previsti? Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, con la sentenza 12597/17 della Cassazione Civile pubblicata il 19 maggio, case di cura e ospedali dovranno prestare maggiore attenzione nel proporre operazioni o cure, perchè nel caso in cui risultassero del tutto inutili anche se eseguite alla perfezione e non determinino un peggioramento delle condizioni di salute dello stesso paziente, potrebbero essere foriere di risarcimenti. Nella fattispecie, i giudici della terza sezione civile hanno accolto il ricorso di una donna che si era rivolta ad una Casa di Cura della provincia di Avellino per un intervento chirurgico di «stabilizzazione della spalla sinistra». Nonostante l’operazione, se non un aggravamento, la paziente non aveva tuttavia riscontrato alcun giovamento ed in più aveva subìto un danno psichico documentato a causa della delusione provata per l’inefficacia del trattamento. La Corte di appello di Napoli aveva respinto la domanda risarcitoria ritenendo che l’intervento era stato eseguito correttamente e che non aveva determinato un peggioramento del suo stato di salute. La Cassazione nel ribaltare il giudizio della corte territoriale ha ritenuto fondate le doglianze della donna ha focalizzato l'attenzione sull’inutilità dell’operazione che aveva inciso sulla sfera psicofisica della paziente e proprio per questo era da ritenere «foriera di danni». Ed in particolare sostiene che: «In tema di responsabilità sanitaria, qualora un intervento operatorio, sebbene eseguito in modo conforme alla lex artis e non determinativo di un peggioramento della condizione patologica che doveva rimuovere, risulti, all’esito degli accertamenti tecnici effettuati, del tutto inutile, ove tale inutilità sia stata conseguente all’omissione da parte della struttura sanitaria dell’esecuzione dei trattamenti preparatori a quella dell’intervento, necessari, sempre secondo la lex artis, per assicurarne l’esito positivo, nonché dell’esecuzione o prescrizione dei necessari trattamenti sanitari successivi, si configura una condotta della struttura che risulta di inesatto adempimento dell’obbligazione». Tale obbligazione, «per il fatto che l’intervento si è concretato in un’ingerenza inutile sulla sfera psico-fisica della persona, si connota come danno evento, cioè lesione ingiustificata di quella sfera, cui consegue un danno conseguenza alla persona di natura non patrimoniale, ravvisabile sia nella limitazione e nella sofferenza sofferta per il tempo occorso per le fasi preparatorie, di esecuzione e post-operatorie dell’intervento, sia nella sofferenza ricollegabile alla successiva percezione dell’inutilità dell’intervento».

Ministero Salute ritira dalla vendita "FARINA DI MAIS INTEGRALE OTTOFILE" a marchio LINEA ATTIVA - A.S.T.R.A. BIO. Rischio chimico

Ministero Salute ritira dalla vendita "FARINA DI MAIS INTEGRALE OTTOFILE" a marchio LINEA ATTIVA - A.S.T.R.A. BIO. Rischio chimico Il Ministero della salute giovedì 18 maggio ha diramato un comunicato rivolto ai consumatori che segnala il ritiro di lotti specifici di "FARINA DI MAIS INTEGRALE OTTOFILE". Il prodotto in sacchetto da 500 g sottoposto a richiamo è stata prodotto dall’Azienda da "La Grande Ruota" srl con sede dello stabilimento alla via Cavalieri di Vittorio Veneto n° 1 Dello (BS).Il provvedimento, disposto in via del tutto precauzionale, riguarda i lotti di produzione con data di scadenza del 30/12/2017 e 13/12/2017. A rendere necessario il provvedimento è la possibile presenza di micotossine oltre i limiti di legge. Per tale ragione Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, invita gli acquirenti che hanno il prodotto in casa di restituirlo al proprio negoziante che provvederà a rimborsarlo e a chiarire eventuali dubbi. L’avviso di richiamo del lotto è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute.

giovedì 18 maggio 2017

Ministero Salute ritira dai supermercati "Crostatine SG cacao-nocciola" a marchio GIUSTO Senza Glutine. Rischio microbiologico

Ministero Salute ritira dai supermercati "Crostatine SG cacao-nocciola" a marchio GIUSTO Senza Glutine. Rischio microbiologico Il Ministero della salute giovedì 18 maggio ha diramato un comunicato rivolto ai consumatori che segnala il ritiro delle "Crostatine SG cacao-nocciola". Il prodotto di pasta frolla con crema al cacao e nocciola, senza glutine specificatamente formulato per persone intolleranti al glutine, confezione da 180 g sottoposta a richiamo è stata prodotta dall’Azienda GIUSTO Senza Glutine e commercializzata da GIULIANI S.p.A. con sede dello stabilimento alla via P. Palagi n° 2, Milano. Il provvedimento, disposto in via del tutto precauzionale, riguarda il lotto L17013 con data di scadenza al 11/2017. A rendere necessario il provvedimento è la possibile presenza di contaminazione non omogenea da miceti. Per tale ragione Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, invita i consumatori che fossero in possesso di una o più confezioni appartenenti al lotto sottoposto a richiamo, a restituirle al punto vendita in cui sono state acquistate. L’avviso di richiamo del lotto è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute.

Scandalo “estimi catastali” a Lecce. L'Agenzia del Territorio continua a ricorrere in Cassazione nonostante le plurime condanne in Commissione Tributaria anche in appello

Scandalo “estimi catastali” a Lecce. L'Agenzia del Territorio continua a ricorrere in Cassazione nonostante le plurime condanne in Commissione Tributaria anche in appello. I contribuenti vittoriosi devono applicare comunque le vecchie rendite La Commissione Tributaria Regionale di Bari, sezione di Lecce, continua a rigettare gli appelli dell’Agenzia del Territorio, con condanna alle spese, per la nota questione degli estimi catastali, come dalle ultime due sentenze 1810/17 e 1811/17, ritirate in data odierna, in cause patrocinate dall'avvocato Maurizio Villani. Nonostante i continui rigetti degli appelli, l’amministrazione in questione pervicacemente insiste con ricorsi alla Corte Suprema di Cassazione che costringeranno i contribuenti a difendersi nonostante le ripetute vittorie innanzi alle corti territoriali. Oltretutto, sulla medesima questione, si è in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato, mentre la Commissione Tributaria Regionale del Lazio con l’ordinanza n. 1471 del 16 dicembre 2016 ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale. In definitiva, per la vicenda degli estimi catastali, oggi sono stati interessati i massimi organi giudiziari nazionali, Corte di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale. In ogni caso, ricorda Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, in attesa delle pronunce definitive, i contribuenti vittoriosi nei giudizi tributari devono continuare ad applicare le vecchie rendite catastali e non le nuove, tenuto conto che le sentenze tributarie sono immediatamente esecutive, ai sensi dell’art. 67-bis D.lgs. n. 546/92, introdotto dal D.Lgs. n. 156 del 24 settembre 2015, che ha ripreso le mie proposte modificative. Infatti, è da sottolineare che è stato abrogato il vecchio articolo 69 -bis D.Lgs. n. 546/92 che prevedeva il passaggio in giudicato della sentenza per gli aggiornamenti catastali. Il problema è sempre però lo stesso: restano le responsabilità politiche dell'amministrazione comunale del capoluogo che diede l'input per attivare la procedura di riclassamento generalizzato per ottenere più lauti incassi tributari rivenienti dalle nuove rendite a discapito dei proprietari degli immobili, così come dovranno essere appurate anche eventuali responsabilità contabili perchè il continuo ricorso alla Giustizia e le condanne alle spese per l'Agenzia del Territorio non possono passare senza far finta di nulla, perchè in ogni caso a pagare sono i contribuenti sui quali, in ultima analisi, ricadono sempre i costi di procedure sciagurate come quella ormai tristemente famosa degli estimi catastali leccesi.

Ricerca Ubs (Unione Banche Svizzere): per i milionari la preoccupazione più forte in Italia è la disoccupazione giovanile

Ricerca Ubs (Unione Banche Svizzere): per i milionari la preoccupazione più forte in Italia è la disoccupazione giovanile. In cima alla classifica delle paure: Brexit, Trump e la Francia Quali sono le paure più sentite dai milionari del mondo? Certamente qualcosa di sorprendente. È questo, infatti, l'esito di un sondaggio condotto da Ubs (Unione Banche Svizzere), che ha intervistato 2842 persone con un patrimonio superiore al milione di franchi tra Hong Kong, Giappone, Singapore, Messico, Svizzera, Regno Unito e Italia. Solo per fare alcuni esempi, che per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, vale la pena diffondere per dimostrare che alcune paure sono condivise tra tutte le fasce della popolazione indipendentemente dalla “ricchezza” specie nei paesi in cui la crisi è più sentita come il Nostro, per l'appunto per i paperoni italiani la preoccupazione più forte è la disoccupazione giovanile. Mentre in Svizzera, a terrorizzare sono i prezzi immobiliari, in Giappone l'invecchiamento della popolazione; in Messico la corruzione, a Hong Kong le tensioni sociali, a Singapore le barriere commerciali. Nel Regno Unito, la Brexit. Quasi tutti però concordano su un principio: nell'82% dei casi, si tratta del periodo «più imprevedibile» della storia. In cima alla classifica delle preoccupazioni più grosse e condivise, Brexit e Trump. Francia a seguire: il neo presidente non ha ancora esattamente dimostrato chi è e che cosa vuole, dunque si sta in guardia. Prevale, comunque, l'ottimismo.

mercoledì 17 maggio 2017

Canile sanitario di Lecce. Si faccia qualcosa per la “lenta agonia” della struttura come denunciato dai gestori

Canile sanitario di Lecce. Si faccia qualcosa per la “lenta agonia” della struttura come denunciato dai gestori Il canile sanitario di Lecce, vive una situazione inqualificabile per una città che si dice rivolta al futuro e che invece ci presenta quotidianamente situazioni di decadenza, o meglio di degrado, come quella che sta vivendo la struttura che risulta essere indispensabile non solo per tutelare il “migliore amico dell'uomo”, ma anche per la lotta al randagismo che com'è noto, ove correttamente attuata comporta uno sgravio notevole di costi per la collettività. È per queste ragioni che Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene utile rilanciare la pubblica denuncia di chi attualmente gestisce, anche in qualità di custode giudiziale, il canile che è stata effettuata attraverso la pagina facebook di cui al seguente link: https://www.facebook.com/canilesanitariodilecce/?fref=ts affinchè la cittadinanza conosca e si faccia qualcosa di concreto per migliorare le condizioni dei cani e di chi li assiste. Di seguito il testo integrale del post di denuncia: “Era il febbraio 2013 quando la Procura di Lecce emanò il provvedimento di sequestro del canile sanitario di Lecce per sovraffollamento e gravi carenze strutturali nominando noi come custodi giudiziari. Ebbene dopo 4 lunghi anni questo è quello che il Comune di Lecce, l'ufficio ambiente competente e l'assessore al ramo Andrea Guido hanno prodotto..il nulla... nel degrado strutturale più completo..mentre i cani continuano ad essere ricoverati con un ritmo frenetico. Abbiamo scritto al Comune decine di volte richiamandoli ai loro doveri, l'effettuazione dei lavori necessari per far vivere in un ambiente più salubre cani e persone, di provvedere al mantenimento dei cani comunali, li abbiamo anche diffidati... i risultati? 70 centesimi per il mantenimento di ogni cane quando ci vengono erogati, qualche lavoretto di facciata e l'indifferenza più totale quando ci va bene. Perchè non lasciamo questo inferno come tutti ci hanno consigliato? Voi ci riuscireste ad abbandonare quegli occhi, quelle zampette che cercano solo carezze? e nelle mani di chi? Riuscireste un bel giorno a seppellire dietro di voi la speranza di dare ai quei piccoli un futuro migliore? Noi no... siamo senza speranza... ma in un periodo in cui tutti mostrano tutta la loro "presunta" efficienza .... forse è opportuno che dietro l'apparenza anche la realtà possa avere il giusto spazio...”

Sobri o ubriachi, cambia poco. Uno studio americano ha scoperto che le bevande alcoliche influenzino l'estroversione

Sobri o ubriachi, cambia poco. Uno studio americano ha scoperto che le bevande alcoliche influenzino l'estroversione Ora non ci sono più alibi legati al fatto di aver bevuto troppo e non essere orientati. Bere cambia la nostra personalità, ma meno di quanto si pensi. L'unico tratto del carattere che cambia è quello dell'estroversione poiché si diventa più aperti verso gli altri. A scoprirlo una ricerca dell’Università del Missouri, pubblicata sulla rivista Clinical Psychological Science. Gli studiosi, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, hanno esaminato 156 persone che hanno completato un'indagine che valutava il consumo di bevande alcoliche e la loro percezione su come fossero da sobri e dopo aver bevuto. Poi, in circa 15 minuti, ogni "cavia" ha potuto bere qualcosa; alcuni una semplice bibita gassata e altri drink con la vodka. Dopo altri 15 minuti, è stato chiesto a tutti di fare test di domande e risposte e puzzle logici e poi valutare la loro personalità. Come previsto tutti i partecipanti indicavano cambiamenti in cinque fattori della personalità,coscienziosità, apertura alle esperienze, convenienza, estroversione, stabilità,dopo aver bevuto, mentre gli osservatori hanno indicato differenze reali in un solo ambito, l'estroversione.

Carrefour ritira set per bambini pattini, casco e protezioni: «Sono pericolosi».

Carrefour ritira set per bambini pattini, casco e protezioni: «Sono pericolosi». Il dispositivo di chiusura dei caschi contiene un difetto di fabbricazione Occhio ai giocattoli. In via precauzionale e al fine di garantire la vostra sicurezza, i supermercati Carrefour oggi hanno annunciato il ritiro precauzionale e volontario dal mercato del set pattini, casco taglia 49-52 cm e protezioni a marchio Carrefour, un giocattolo che potrebbe essere pericoloso per i più piccoli. E' stato accertato che alcuni caschi potrebbero presentare un difetto al sistema di chiusura che non permette di indossarli correttamente e garantire la protezione. Per fortuna non sono stati segnalati incidenti, ma prima che possa verificarsi qualcosa di drammatico, l'azienda ha deciso di ritirare il set immesso sul mercato. Carrefour ha annunciato la decisione sul suo sito, invitando “a non utilizzare il casco e a riportarlo al punto vendita per il cambio o il rimborso, mettendo in guardia sui pericoli che si corrono facendo giocare i bambini con questo giocattolo". La catena dei supermercati, è intervenuta eliminando subito dalla vendita il "pericoloso" oggetto, ma ciò non basta perché attualmente è stato venduto altrove, e dunque ci sono dei bimbi che da un momento all'altro potrebbero correre dei rischi. Ecco perché Carrefour, ha lanciato un appello a tutti i genitori, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, affinché si rechino al negozio più vicino per restituire il giocattolo, ottenendo in cambio un immediato rilascio di un buono spesa fruibile all’ interno del Punto Vendita. L'obiettivo è quello di non far circolare più questo giocattolo potenzialmente pericoloso per i bimbi: si spera che gli avvisi fatti circolare online vengano letti da tutti i genitori che hanno acquistato il set in oggetto e che trovino il tempo per restituirli. Per info: 800650650 da rete fissa e 011/0706181 da rete mobile.