lunedì 31 ottobre 2016

Lecce, polemica sul marciapiede: «Restringimento pericoloso». Segnaletica verticale intralcia passaggio a disabili e pedoni.

Lecce, polemica sul marciapiede: «Restringimento pericoloso». Segnaletica verticale intralcia passaggio a disabili e pedoni. Da alcuni giorni sono in corso lavori di rifacimento del marciapiede di via Vecchia San Cesario a Lecce ma non mancano le polemiche. Un restringimento pericoloso che è andato a sostituire un vecchio passaggio che almeno consentiva il passaggio dei pedoni, uno spazio quello in fase di costruzione davvero angusto, che costringe chi lo calpesta a restare in bilico con una gamba dentro ed una fuori sporgente sulla carreggiata e che non consente contemporaneamente il passaggio di pedoni che procedono in senso inverso. Inoltre non è transitabile né per una persona disabile in carrozzina né da persone anziane e nè per i passeggini dei bambini. Allo spazio angusto ci si mette pure la segnaletica stradale verticale installata in centro al marciapiede che proprio non ci dovrebbe stare. Soprattutto per il fatto che le carrozzelle dei disabili, anziani, pedoni ed i passeggini con bambini non riescono a passare. E l'alternativa per loro sarebbe scendere in mezzo alla strada trafficatissima. A notare la bizzarra installazione sono i cittadini che lo hanno segnalato allo “Sportello dei Diritti". La posizione è assurda. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti" in quel posto è solo d'intralcio e non solo impedisce il passaggio a carrozzine e pedoni, ma essendo il marciapiede già talmente stretto di per sè tanto che qualsiasi persona fa fatica a passare, costringe chi lo percorre a piedi, ad uscire dal proprio tragitto protetto e a transitare per un attimo in mezzo alla carreggiata. Potenzialmente è un fattore che mette a repentaglio la sicurezza pedonale, e potrebbe costituire infatti la causa diretta di incidenti. Trovo assurdo, commenta Giovanni D'Agata, che il Comune abbia autorizzato un simile restringimento e collocazione della segnaletica che, anche fosse stata una svista della ditta che l'ha innalzata, l'amministrazione e gli uffici preposti avrebbero dovuto controllare. E' necessario quindi tutelare gli utenti, in modo tale che la progettazione urbanistica non diventi un'insidia o un trabocchetto, ma si riveli un aiuto prezioso per loro sicurezza. La conclusione non può che essere amara (l'indignazione si è esaurita da tempo): possibile che non si riesca a fare un'opera pubblica che risponda a criteri tali da rispondere in modo adeguato alle esigenze concrete dei cittadini?

AIFA: ritirato lotto specialita’ medicinale PERGOVERIS. Difetto sigillatura della capsula di chiusura in alluminio del flaconcino di solvente in alcune confezioni

AIFA: ritirato lotto specialita’ medicinale PERGOVERIS. Difetto sigillatura della capsula di chiusura in alluminio del flaconcino di solvente in alcune confezioni L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), , ha disposto ilritiro del lotto n. AU017715 scad. 11-2018 della specialità medicinale PERGOVERIS*SC 10FL 150UI/75UI – AIC 038085039 della ditta Merck Serono Spa. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, concernente l'incompleta sigillatura della capsula di chiusura in alluminio del flaconcino di solvente in alcune confezioni del suddetto medicinale. Pergoveris è indicato per la stimolazione dello sviluppo follicolare in donne adulte con grave insufficienza di LH ed FSH. Il lotto in questione non potrà essere utilizzato e la ditta Merck Serono dovrà assicurarne l'avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.

domenica 30 ottobre 2016

Febbre del Nilo Occidentale: segnalati tre nuovi casi in Italia nelle province di Cremona

Febbre del Nilo Occidentale: segnalati tre nuovi casi in Italia nelle province di Cremona Gli aggiornamenti dello “Sportello dei Diritti” circa i contagi della temibile febbre del Nilo Occidentale segnano, purtroppo, dopo l'ultimo di Trapani, tre nuovi casi in Italia, in particolare in Lombardia dove sono stati segnalati i casi nella Provincia di Cremona. Sino al 28 ottobre e dall’inizio del 2016, sono stati confermati 68 casi di virus nell'uomo in Italia dei 205 casi segnalati nell'UE e ulteriori 261 nei paesi limitrofi. Alla luce dei nuovi report, i casi in Italia sono in rapida crescita, rispetto ai 58 dello stesso periodo del 2015. La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale. Giovanni D’AGATA, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” ricorda che il rapporto settimanale dell’ECDC, sulla febbre del Nilo occidentale comprende la mappa della attuale distribuzione geografica dei casi umani autoctoni segnalati nell'UE e nei paesi vicini, un aggiornamento della situazione e una tabella che presenta i casi nei paesi e le zone colpite. Tutte le informazioni sono fornite al fine di allertare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della salute nelle zone con in corso di trasmissione del virus del Nilo occidentale agli esseri umani al fine di sostenere l'attuazione delle normative vigenti.In particolare, secondo la legislazione sulla sicurezza sangue dell'UE, gli Stati membri devono avviare tutte le misure di controllo per garantire la sicurezza del sangue nel caso di contagi del virus in questione. Una sfida importante per l'attuazione del suddetto regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.

Virus Zika: primo caso di microcefalia associata al virus in Vietnam

Virus Zika: primo caso di microcefalia associata al virus in Vietnam. Un bambino di mesi 4 della Dak Lak, regione degli altopiani del centro, nato con un cervello anormalmente piccolo ed i sintomi di microcefalia Il Ministero della salute vietnamita ha confermato, il primo caso di microcefalia associata al virus Zika riscontrato nel Paese. Lo ha annunciato domenica dopo che il caso è stato confermato dopo avere scoperto anticorpi specifici di Zika che sono stati trovati nel bambino di 4 mesi e la madre. Finora quest'anno, il Vietnam ha riportato 9 casi di infezione da virus Zika confermati. Per combattere l'epidemia, i cittadini sono stati invitati a distruggere le fonti di acqua stagnante dove proliferano le zanzare, portatori del virus. Il Dipartimento di medicina preventiva, ha esortato le donne incinte a rinviare i viaggi nelle zone colpite da Zika e a chi deve fare viaggi di lavoro in quelle aree a prendere precauzioni contro le punture di zanzara. Il Vietnam è il secondo paese asiatico a segnalare un caso di microcefalia legata allo Zika. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, ricorda che il virus Zika, si trasmette principalmente dalle punture della zanzara del genere Aedes aegypti e sta colpendo in modo massiccio l’America del Sud ma ora anche i paesi asiatici, diventando un’emergenza per la salute pubblica globale. Attualmente non esite un vaccino contro Zika e la maggior parte delle persone colpite dal virus si trovano in Brasile dove sono stati registrati oltre 6'400 casi di microcefalia, grave malformazione pre parto.

Allarme per Halloween: rischio emulazione clown mania anche in Italia. Istituzioni annunciano 'tolleranza zero' verso clown maligni

Allarme per Halloween: rischio emulazione clown mania anche in Italia. Istituzioni annunciano 'tolleranza zero' verso clown maligni Questo Halloween sarà probabilmente diverso da quello degli anni precedenti: Clowns hanno fatto notizia per settimane, ma non in senso buono. Nato negli Stati Uniti, il pericoloso fenomeno sta dilagando anche in Italia suscitando non pochi timori tra le forze di polizia con riferimento alle potenziali conseguenze. Sono clown raccapriccianti, a volte armati con falce o mazze da baseball, che si aggirano per le strade delle città. Spaventano bambini e adulti. La paura dei clown si è diffusa rapidamente dopo che la scorsa estate, nel South Carolina, un bambino è stato terrorizzato da due clown che hanno cercato di attirarlo nel bosco. Da quel momento, sono seguite nuove segnalazioni in Florida, New York, Wisconsin, Kentucky dove la fobia da clown ha colpito 24 stati. Alcune volte si è trattato di uno scherzo, una messa in scena, altri episodi si sono rivelati più pericolosi. Ora, ci sono timori in Europa dove il fenomeno è nuovo e i ricercatori, nonché le autorità stanno lottando per trovare una risposta adeguata. Come molto spesso accade, noi europei importiamo mode e abitudini d'oltreoceano, e spesso lo facciamo senza operare una differenziazione intelligente. È questo forse il prezzo da pagare per una globalizzazione che sta facendo sparire ogni identità culturale. Così anche questa nuova mania, per nulla divertente, si è diffusa velocemente anche nel nostro continente. Centinaia le segnalazioni anche in moltissime località italiane. Anche se gli europei spesso associano Halloween con le tradizioni americane, in realtà l'usanza risale ad un'antica festa celtica celebrata la notte del 31 ottobre che nel secolo XX ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota. Caratteristica della festa è la simbologia legata alla morte e all'occulto, di cui è tipico il simbolo della zucca intagliata, derivato dal personaggio di Jack-o'-lantern. Ora con l'approssimarsi della festività di Halloween, poichè il fenomeno sta diventando veramente preoccupante se si pensa che in molti casi gli scontri con i clown sono degenerati nella violenza, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la polizia anche italiana teme che l'emulazione possa far crescere a dismisura il fenomeno. Infatti negli USA ed in Europa come in Italia, le maschere da clown stanno andando a ruba. Secondo un'inchiesta del giornale Die Welt, in Germania, negli ultime settimane, ci sono stati almeno 30 attacchi, rapine o aggressioni di criminali in costume da clown. Simili episodi sono stati registrati in altre parti d'Europa, anche nel Regno Unito. Per evitare possibili derive negative del fenomeno, alcuni bar ed esercizi commerciali inglesi, hanno annunciato di negare l'accesso ai clienti che indossano costumi o maschere di clown ad Halloween. Nella notte di Sabato, come misura preventiva, sarà aumentato il numero degli agenti delle forze di polizia. Lo psicologo tedesco e esperto di gestione delle minacce Jens Hoffmann, ha spiegato al giornale Die Welt: "Spaventare gli altri ha una lunga tradizione, soprattutto durante Halloween,". "Ma questo è ormai fuori controllo; vi è un importante effetto domino. "

Raddoppiato rischio diabete con due bibite gassate al giorno.

Raddoppiato rischio diabete con due bibite gassate al giorno. A dirlo uno studio: lo zucchero contenuto nelle bevande in lattina è un elemento cruciale nello sviluppo della malattia. Una ricerca pubblicata nella rivista scientifica European Journal of Endocrinology. condotta presso l’Università Karolinska Institute, in Svezia, svela l'amara verità. Vale a dire che la Coca-Cola è «Light» o «Zero», costituisce un pericolo più che reale in malattie legate all’apporto di zuccheri come il diabete. Il team di scienziati, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha preso come campione 2.874 adulti che hanno monitorato e riportato dettagliatamente il loro consumo di bibite giornaliero per un anno. I partecipanti che bevevano due o più drink zuccherati al giorno sono risultati essere 2.4 volte più a rischio di diabete rispetto a coloro che non consumavano tante bibite gassate, incluse quelle «senza zucchero», che tuttavia contengono dolcificanti artificiali altrettanto nocivi per la nostra salute. Secondo i ricercatori, per ogni bicchiere da 200 ml di bibita consumata, la probabilità di sviluppare la malattia aumenta del 21%; del 18% se si tratta di una versione «light» della stessa bevanda. I medici hanno così potuto scoprire che bere 5 bicchieri aumenta il rischio di ben 4.5 volte. Inoltre, le bibite che contengono meno calorie o zero calorie, tendono a renderci più affamati e causare languori per qualcosa di zuccherato. I dolcificanti artificiali possono anche interferire con i batteri presenti nel nostro intestino, contribuendo allo sviluppo del diabete.

sabato 29 ottobre 2016

Lecce, lavori al monumento ai caduti: celebrazione dei defunti nel cantiere? Commemorazione tra le polemiche

Lecce, lavori al monumento ai caduti: celebrazione dei defunti nel cantiere? Commemorazione tra le polemiche Il discusso rifacimento del Monumento dei Caduti di Piazzale Roma ancora al centro di polemiche. I lavori di restauro al monumento, nel centro di Lecce non sono terminati, mentre si avvicina la giornata di celebrazione e di riflessione dedicata ai defunti, in particolare quella al Monumento per ricordare i caduti di tutte le guerre, dove ogni anno c'è stata la cerimonia ufficiale. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ha già criticato e denunciato il brutale abbattimento delle piante ornamentali e della palma secolare della Piazza, interviene proprio per il giorno della ricorrenza del 4 Novembre, perché, con il cantiere aperto, nessuno potrà rendere omaggio ai caduti leccesi. L’amministrazione comunale che ha messo mano al portafoglio per l’intervento che era stato chiesto a gran voce dai residenti, dai commercianti e anche da una lunga schiera di associazioni che si erano lamentati col sindaco e con la giunta per le condizioni di completo abbandono in cui versava il monumento, non hanno calcolato bene la data di fine lavori, privando i cittadini dell'accesso al Monumento, nel luogo che i nostri avi scelsero per onorare la memoria dei caduti leccesi dove oggi c'è un cantiere. Ebbene il giorno che doveva servire a ricordare queste vittime delle guerre, si sta trasformando in una rovente polemica scaturita dal fatto che la cerimonia non potrà avere luogo quasi sicuramente nella Piazza Roma con in corso i lavori di rifacimento. Forse il responsabile dei lavori poteva e doveva avere un maggiore occhio di riguardo calcolando bene i tempi, tenendo conto del 4 Novembre ormai alle porte. Dunque, con l'avvio dei lavori in prossimità di questa ricorrenza, l'amministrazione comunale ha dimostrato di fregarsene del ricordo dei caduti e delle volontà dei nostri avi.

Gli scienziati: la guerra nucleare potrebbe scoppiare a causa dell’acqua potabile

Gli scienziati: la guerra nucleare potrebbe scoppiare a causa dell’acqua potabile. A dirlo i ricercatori dell’Università delle Nazioni Unite. Il primo conflitto nucleare potrebbe scoppiare non tra la Russia e gli Usa, ma tra l’India e il Pakistan per i problemi legati all’approvvigionamento dell’acqua potabile nella penisola indiana. I ricercatori dell'università delle Nazioni Unite hanno analizzato la situazione e hanno concluso che la carenza di acqua potabile nel subcontinente indiano è un problema piuttosto serio e che l'assenza di cooperazione tra India e Pakistan potrebbe portare i due paesi allo scontro armato. Di fatto il conflitto per le risorse idriche nel subcontinente indiano, si è inasprito negli ultimi anni. Alcuni mesi fa l'India aveva annunciato la sospensione dell'attività della Commissione bilaterale permanente sul fiume Indo che regolava lo sfruttamento delle acque del fiume tra India e Pakistan dal 1960. Nel quadro di questo accordo l'India ha ottenuto il diritto di sfruttamento delle acque dei tre affluenti orientali dell'Indo, mentre il Pakistan quelle dei due affluenti occidentali. Questo accordo serve a scongiurare il rischio che Nuova Delhi possa privare il Pakistan dello sfruttamento delle acque degli affluenti dell'Indo che scorrono sul territorio indiano, nel caso in cui fosse scoppiato un conflitto tra i due paesi. Nello specifico il direttore dell'Istituto delle risorse idriche dell'Onu di Hamilton (Canada) Vladimir Smakhtin ha spiegato, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che il fiume Indo è una bomba ad orologeria che potrebbe scoppiare in qualsiasi momento, facendo crescere il deficit delle risorse idriche nella regione e causando irreparabili cambiamenti climatici.

Specie aliene del mare: il Granchio Blu minaccia l'Adriatico.

Specie aliene del mare: il Granchio Blu minaccia l'Adriatico. Protocollo per il monitoraggio e la gestione delle bioinvasioni tra l'Università del Salento e la Regione greca delle Isole Ionie L'Adriatico ha un nuovo abitante ma non c’è da rallegrarsene: si tratta del Granchio reale, o Granchio blu, una specie esotica invasiva e quindi potenzialmente pericolosa per la biodiversità locale. Si tratta di una specie che solitamente vive lungo le coste atlantiche del continente americano. Specie molto ricercata ed apprezzata negli Stati Uniti per la bontà delle sue carni, è comparsa nel continente europeo agli inizi del ‘900 tra la Francia e il Mar Baltico. Nel Mediterraneo sembra che la sua presenza sia stata rilevata in Grecia già nel 1948 mentre in Italia negli anni cinquanta, ma i suoi avvistamenti sono sempre stati rari. Da allora, la presenza di questa specie si è sempre più consolidata e in ambito Adriatico il granchio blu viene ormai regolarmente catturato presso la foce del fiume Neretva in Dalmazia. Negli ultimi mesi inoltre sono state sempre più numerose le segnalazioni da parte dei pescatori in Adriatico. I frequenti ormai ritrovamenti potrebbero essere il frutto del cambiamento delle condizioni climatiche e dell’aumento della temperatura dell’acqua marina. Tali variazioni potrebbero avere facilitato le migrazioni accidentali di specie alloctone. Può raggiungere dimensioni di venti centimetri per dieci. Il corpo ha, nel complesso, una forma ellittica con due spuntoni ai due lati, margine anteriore seghettato e zampe piuttosto allungate. Si trova sia nella colonna d’acqua che nei fondali, inoltre si trova anche sulle pareti dei porti. Una delle principali cause del loro arrivo nel nostro mare, sta nelle acque di zavorra delle navi mercantili e delle petroliere. Queste ultime per avere stabilità in mare incamerano acqua nelle stive poi, prima di entrare nei nostri porti, rilasciano questa quantità di acqua in mare. Si tratta di acque ricche di uova, gameti, spore, organismi unicellulari e specie adulte che si insediano nell’Adriatico, spesso trovando un ambiente favorevole con condizioni chimico-fisiche idonee, nutrimenti che derivano dalle zone produttive e una temperatura dell’acqua mite. Purtroppo il Granchio blu,commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è una specie invasiva in grado di predare attivamente pesci, molluschi e altri crostacei, oltre che arrecare danni agli attrezzi di pesca quando catturata. Una presenza che desta diverse preoccupazioni anche a Corfù, dove il granchio blu è stato osservato nelle zone costiere, estuari e lagune dell'isola. La presenza di questo strano ospite, è stata rilevata inoltre in aree protette come le lagune di Antinioti, Korission, Alykes Lefkimmi e Chalkiopoulou con particolare rilevanza ambientale che hanno particolarmente preoccupato il personale geotecnico e scientifico della Regione greca delle Isole Ionie. Aree specifiche invernali che ospitano un gran numero di uccelli migratori, come aironi, fenicotteri, cigni selvatici, anatre e altri uccelli che si nutrono anche di questo crostaceo. Tanto che per affrontare il problema, attraverso i programmi europei, negli ultimi due anni c'è un protocollo della Regione greca delle Isole Ionie con l'Università del Salento. Il fenomeno metodicamente osservato da un team di ricercatori e studenti, diretto dal Prof. Maurizio Pinna, biologo-ecologista ricercatore presso l'Università del Salento, Stamatis Gini, biologo-ittiologo Regione, Savina Gkioni, dottore di Ecologia e cambiamenti climatici presso l'Università del Salento, e Felicità Tzafestas, studente di ittiologia presso l'Università di Tessaglia, che svolge la ricerca su granchi blu delle lagune di Corfù. Un protocollo che ci auguriamo frutti interventi immediati. Il punto è che somministrare il “foglio di via obbligatorio” può essere decisamente complicato. L’eradicazione in ambiente marino è difficile, confermano gli esperti, benché non manchino strumenti per una gestione e una mitigazione del fenomeno. Bisogna partire però da un monitoraggio costante e da una rapida identificazione della specie aliena. Mai nella storia della terra questi cambiamenti sono stati così repentini e guidati da una sola specie, in questo caso l’uomo”. Ed è proprio l’uomo, oggi, chiamato a rimediare.

Le bottiglie in plastica possono causare il cancro? A sostenerlo uno studio shock

Le bottiglie in plastica possono causare il cancro? A sostenerlo uno studio shock. Le bevande conservate nelle bottiglie in PET oltre a quelle chimiche contengono anche sostanze che agiscono sugli ormoni e che possono provocare ADHD, autismo, cancro e diabete. Ogni anno nel mondo si producono circa 40 milioni di tonnellate di polietilene tereftalato, noto come PET, un derivato dal petrolio greggio. Le applicazioni tipiche di questa materia plastica includono bottiglie per bibite analcoliche, succhi di frutta, acque minerali. Particolarmente adatto alle bevande gassate, oli da cucina e da tavola, salse e condimenti, e detergenti. Vaschette e contenitori a collo ampio, marmellate, composte, frutta e alimenti secchi. Vassoi per cibi precotti pronti per il riscaldamento in forno a microonde o forno tradizionale. Preparazioni a base di pasta, carne e verdura. Fogli per cibi precotti, snack, frutta secca, dolciumi, confetteria a lunga conservazione. Altri prodotti in PET con barriera all’ossigeno rinforzata per birra, prodotti freschi confezionati sotto vuoto quali formaggi, carni, vini, condimenti, caffè, dolci e sciroppi. Il materiale, in particolare quando è sottoposto a fonti di calore e ai raggi diretti del sole, libera negli alimenti delle sostanze chimiche che passano così nell’organismo umano. Uno degli agenti normalmente sospettati è l’acetaldeide, che può provocare la cirrosi epatica, che tuttavia è presente in alta percentuale anche in alimenti naturali quali la frutta. Ancora più preoccupazioni e controversie desta l’emissione di interferenti endocrini (EAS), noti anche come ormoni ambientali o sostanze attive a livello ormonale.Se assunti dall’organismo a dosaggi elevati gli EAS possono interferire con il sistema ormonale arrecando danni alla salute con conseguenze anche molto serie, come sterilità, cancro, diabete e neuropatologie quali l’ADHD o l’autismo. Il problema è che si tratta di un notevole gruppo di sostanze con effetti sul sistema endocrino, l’OMS presume che arrivino fino a un numero di 800 e che gli effetti sull’organismo umano non siano ancora stati studiati. Lo ha dimostrato un nuovo studio della clinica universitaria di New York, la NYU Langone che giunge alla scioccante conclusione che gli EAS solo negli USA causano danni e spese mediche per 340 miliardi di dollari l’anno. Le sostanze attive a livello endocrino non vengono assunte dall’organismo solo attraverso le bottiglie PET, ma anche tramite i pesticidi, i cosmetici o i giocattoli di plastica. Che la plastica faccia male all’ambiente ormai è chiaro, ma quanto sappiamo circa gli effetti della plastica e soprattutto degli additivi impiegati nella sua produzione e nei diversi processi industriali che la utilizzano? Intanto scienziati, politici ed esponenti delle associazioni dei consumatori stanno discutendo di divieti, valori limite adeguati e alternative ai veleni contenuti nella plastica. Nonostante le rassicurazioni dei principali produttori, tuttavia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, alla luce delle indagini che gettano ombre sulla sicurezza del polietilene tereftalato, noto come PET, ritiene utile una più accurata e approfondita revisione da parte delle autorità sanitarie europee e nazionali al fine di dirimere ogni dubbio in merito.

Trovato un legame tra l'emicrania e i batteri nella bocca

Trovato un legame tra l'emicrania e i batteri nella bocca. Secondo uno studio epidemiologico esiste una correlazione fra l’insorgenza dell’emicrania e i germi del cavo orale. L’emicrania è un problema che affligge milioni di persone: si tratta di un mal di testa cronico in grado di durare diverse ore se non addirittura per giorni. Vi sono episodi nei quali l’emicrania è preceduta da alcuni sintomi: come formicolio a gambe e braccia, flash di luce, o puntini neri visibili ai lati degli occhi, fino ad arrivare alla nausea e alla fotosensibilità, in quel caso si parla di emicrania aurea. Le persone che soffrono di questa patologia, sanno bene che esistono determinati fattori che possono peggiorare la condizione: uno di essi è l’alimentazione. Uno studio recente, pubblicato nella rivista scientifica American Society for Microbiology, ha messo in correlazione l'emicrania con i batteri nella bocca. È stata svolto, dai ricercatori, uno studio condotto alla University of California San Diego School of Medicine (USA) basato sull’analisi dei dati del progetto American Gut Project, che ha rilevato che i pazienti con emicrania possiedono una quantità significativamente maggiore di microbi responsabili della riduzione dell'azoto nitrico (denitrificazione) rispetto a coloro che non ne soffrono. Per il progetto, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli scienziati hanno preso in analisi oltre 170 campioni di saliva e quasi 2.000 di feci. Secondo i dati emersi, Questi batteri giocano un ruolo molto importante nella gestione dei nitrati, che devono essere convertiti in monossido di azoto nel sangue. Secondo gli studiosi, questi batteri giocano un ruolo molto importante nella gestione dei nitrati, che devono essere convertiti in monossido di azoto nel sangue. A sua volta, il monossido causa un’espansione dei vasi sanguigni che rende migliore la circolazione; un procedimento che risulta dunque utile per la salute cardiovascolare. Secondo i risultati della ricerca, tuttavia, la sovrabbondanza di questi batteri può disgregare i nitrati troppo in fretta, causando così ai vasi sanguigni nel cervello di dilatarsi e scatenare l’emicrania. Alla luce di questa scoperta, i ricercatori presto proporranno dei trattamenti innovativi per curare questo comune problema.

venerdì 28 ottobre 2016

Prodotti pericolosi: bandita e ritirata la Colla Americana “Neostick Topl” della Saratoga

Prodotti pericolosi: bandita e ritirata la Colla Americana “Neostick Topl” della Saratoga. Lo segnala RAPEX, il sistema europeo di allerta per i consumatori Il RAPEX, il sistema europeo dedicato al monitoraggio e alla denuncia del commercio di articoli pericolosi, periodicamente segnala ai vari Stati membri dell'Unione Europea quali beni necessitano di un ritiro immediato dal commercio. La segnalazione di oggi riguarda la Colla Americana Saratoga, chiamata “Neostick Topl” (EAN: 8005860571716; codice a barre: 8005860571716 - Categoria: prodotti chimici). La colla è contenuta in un tubetto. Il prodotto presenta un rischio chimico a causa dell’alto contenuto di toluene (valore misurato: 0,9% in peso). Le analisi, infatti, hanno evidenziato un livello superiore al valore-soglia raccomandato. Il toluene (metilbenzene) è un idrocarburo volatile, aromatico, frequentemente usato nell'industria e presente in alcune vernici a spruzzo, nelle colle e nelle lacche. Il toluene viene occasionalmente inalato intenzionalmente per produrre un'intossicazione acuta, che è caratterizzata da ebbrezza, vertigini e perdita temporanea di coscienza. Di solito, l'abuso di toluene viene realizzato utilizzando una calza ricoperta di vernice a spruzzo, che è posta sul naso e sulla bocca per essere inalata. L'abuso cronico di toluene è stato associato a una serie di sintomi tossici, che comprendono debolezza muscolare, disturbi gastrointestinali, anomalie neuropsichiatriche con neuropatia periferica e grave acidosi tubulo-renale. È stata descritta un'associazione tra l'aumento del rischio di aborto spontaneo e l'esposizione professionale o domestica al toluene, per almeno tre volte la settimana, durante i primi mesi di gravidanza. Inoltre, nel 40% dei bambini nati da donne che facevano abuso di toluene durante la gravidanza, sono state descritte microcefalia, disfunzione del sistema nervoso centrale, ritardo di crescita, ritardo di sviluppo e dismorfismi facciali, simili, per qualche verso, a quelli riscontrati nella sindrome feto-alcolica. Altre casistiche hanno descritto un aumento del tono muscolare, disfunzione cerebrale, disfunzione tubulo-renale e acidosi ipercloremica transitoria nei figli di madri che inalavano il toluene. In oltre la metà di queste gravidanze il travaglio e il parto sono stati prematuri. Il limite consigliato per l'esposizione aerea al toluene è 100 ppm. Il prodotto non è, quindi, conforme al Regolamento REACH sui prodotti chimici e per questo è stato bandito e ritirato dal mercato. Nei fatti però ciò non sempre avviene, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” e può accadere che alcuni di questi prodotti vengano banditi solo in alcuni Paesi e continuino ad essere venduti illegalmente in altri o immessi direttamente nel Web attraverso negozi on line per essere smerciati con più facilità. Se avete questo prodotto in casa o in qualsiasi esercizio commerciale, il consiglio è quello di non usarlo più.

Pezzi di vetro nel "Sugo Pronto" bio della ditta Dennree. Il prodotto è stato ritirato in Germania

Pezzi di vetro nel "Sugo Pronto" bio della ditta Dennree. Il prodotto è stato ritirato in Germania Tra le segnalazioni di importazioni italiane da altri Paesi e ritirate dal mercato, la Germania avverte possibile presenza di frammenti di vetro nel "Sugo Pronto" bio della DENNREE. Questa azienda è un distributore nazionale ed internazionale, attivo in Austria ed in Europa sul fronte del biologico, un settore particolarmente strategico in Germania. Le catene Dennree vendono anche prodotti a marchio del produttore purché conosciuto, anche tramite propri negozi specializzati (DENN’S). Venerdì, questa azienda, ha annunciato il ritiro a titolo precauzionale dal mercato del "Sugo Pronto" bio, vasetti in vetro da 340 g con scadenza minima 29/09/2020, perché sono stati trovati pezzi di vetro. Si raccomanda alle persone che detengono il sugo appartenente al prodotto sopra descritto di non consumarlo e distruggerlo, o di chiederne il rimborso. L'allerta in questione, sottolinea Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti", associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, risulta pubblicata sul sito istituzionale del governo tedesco http://www.lebensmittelwarnung.de/bvl-lmw-de/app/process/warnung/detail17/19074 che si occupa di allerte alimentari. La nostra associazione, quindi, dato anche il risalto che ha avuto questa notizia al di là delle Alpi, ritiene utile informare anche i nostri connazionali che si trovano all'estero e che non potrebbero essere messi a conoscenza in virtù della circostanza che l'allerta è indicata in lingua tedesca, oltre che il "Sugo Pronto" bio della DENNREE è venduto on line dai negozi di internet. Il fatto è grave e merita un approfondimento. È chiaro che nell'episodio si può ravvisare un vero e proprio pericolo per la salute pubblica perchè non è certo il numero degli episodi o dei soggetti coinvolti. Per questo occorre che le autorità indaghino per evitare che altri consumatori, magari più disattenti, possano procurarsi seri danni fisici anche perchè non si è a conoscenza se il sugo è distribuito anche in Italia.

AIFA: ritiro lotti dei medicinali HELIXATE NEXGEN e KOGENATE della BAYER. Risultati fuori specifica

AIFA: ritiro lotti dei medicinali HELIXATE NEXGEN e KOGENATE della BAYER. Risultati fuori specifica L’Agenzia Italiana del Farmaco, ha disposto il ritiro a scopo cautelativo di vari lotti, delle seguenti specialità medicinali: • KOGENATE BAYER*FL250UI+SIR+1KI – AIC 034955043 • KOGENATE BAYER*FL500UI+SIR+1KI – AIC 034955056 • KOGENATE BAYER*FL1000UI+SIR+1K – AIC 034955068 • KOGENATE BAYER*EV2000UI+SIR+DI – AIC 034955106 • KOGENATE BAYER*EV3000UI+SIR+DI – AIC 034955120 della ditta Bayer Spa • HELIXATE NEXGEN*250UI+1FL+1KIT – AIC 034956019 • HELIXATE NEXGEN*500UI+1FL+1KIT – AIC 034956021 • HELIXATE NEXGEN*1000UI+1FL+KIT – AIC 034956033 • HELIXATE NEXGEN*2000UI+1FL+KIT – AIC 034956045 • HELIXATE NEXGEN*3000UI+1FL+KIT – AIC 034956058 della ditta Csl Behring Spa. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito delle comunicazioni delle ditte concernenti “risultati fuori trend” in confezioni dei suddetti medicinali. I lotti in questione non potranno essere utilizzati e le ditte Bayer e CSL Behring dovranno assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento. Le farmacie, in possesso al momento del citato lotto, dovranno immagazzinarlo in apposita area sicura e quindi predisporlo per essere restituito. Mentre iI Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare l'avvenuta comunicazione rito e, in caso mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro dei lotti.

CONAD ritira le vongole di Goro. Presenza di Escherichia coli oltre i limiti di legge

CONAD ritira le vongole di Goro. Presenza di Escherichia coli oltre i limiti di legge CONAD Soc. Coop. ha ordinato in via precauzionale il ritiro del lotto 14G1 di vongole, per presunta presenza di Escherichia coli oltre i limiti di legge. Le confezioni interessate dal ritiro sono quelle presenti nei banchi frigo contenute in una rete verde con l’etichetta “Vongole Veraci“. Si tratta di una specie originaria della zona asiatica (Tapes semidecussatus o Tapes philippinarum) che viene prodotta in Italia negli allevamenti dell’Ittica San Giorgio s.r.l., azienda che ha sede a Goro (FE).Nello specifico, il livello elevato del batterio non causa problemi gravi di salute, ma che, provocando fastidi all’apparato digerente, l’ingestione di queste vongole avrebbe potuto causare dolori di stomaco e difficoltà di digestione, si consiglia dunque di non consumarle. Pertanto al fine di scongiurare qualsiasi possibile rischio per la salute, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i clienti che fossero in possesso di confezioni appartenenti al medesimo lotto sono invitati a riportarle in qualsiasi punto di vendita Conad, che provvederà alla sostituzione con altro prodotto o al rimborso.

Agenzia delle Entrate, cartelle annullate

Agenzia delle Entrate, cartelle annullate: "In caso di fallimento, gli avvisi di accertamento devono sempre essere notificati all’ex amministratore della società fallita o suo rappresentante". La Commissione tributaria provinciale di Lecce ha dichiarato "illegittima" la pretesa dell'erario. Aveva presentato istanze di annullamento. “Gli atti sono da annullare alla luce delle regole stabilite dallo Statuto dei diritti del contribuente". Con questa motivazione la Commissione tributaria provinciale di Lecce ha annullato gli avvisi di accertamento per gli anni 2006 e 2007 notificati ad un imprenditore, difeso dall’avvocato Maurizio Villani, a titolo personale dall’Agenzia delle Entrate di Lecce. La sentenza numero 2610/2016, ha infatti azzerato definitivamente il debito di un imprenditore salentino che si era visto recapitare due avvisi di accertamento. Ma che cosa è accaduto esattamente? Semplicemente l’Agenzia delle Entrate non ha rispettato le regole stabilite dallo Statuto dei diritti del contribuente. Così la sentenza ha stabilito i seguenti importanti principi, alla luce di una costante giurisprudenza della Corte di Cassazione: - in caso di fallimento, gli avvisi di accertamento devono sempre essere notificati all’ex amministratore della società fallita o suo rappresentante in modo che lo stesso possa difendersi anche se il curatore ha deciso di non impugnare gli avvisi di accertamento; questo principio è importante per evitare che il contribuente tornato in bonis possa essere coinvolto nel pagamento di somme non dovute; se l’Ufficio non notifica i suddetti accertamenti il contribuente non deve pagare nulla; - anche nelle c.d. operazioni inesistenti di “frodi carosello” l’acquirente non è mai responsabile dal punto di vista fiscale a meno che l’Agenzia delle Entrate riesca a dimostrare che era a conoscenza o avrebbe dovuto sapere che l’operazione commerciale richiesta costituiva una evasione commessa dal fornitore o da altro operatore intervenuto nell’operazione a monte o a valle della catena commerciale; se l’ufficio fiscale non riesce a dimostrare quanto sopra gli accertamenti fiscali devono essere annullati, come nel caso di specie. L’Agenzia delle Entrate di Lecce è stata condannata anche alle spese di giudizio. Finalmente, dunque, possiamo dire che anche la giustizia tributaria inizia a bastonare l’Agenzia delle Entrate quando persevera in comportamenti illegittimi anche nel corso di giudizi che la vedono impegnata in pretese del tutto infondate. Al di là del merito della questione, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta comunque di una sentenza esemplare che per ciò che riguarda la condanna alle spese di lite trova pochi precedenti simili e che quindi potrebbe tracciare il solco per un cambio di orientamento da parte della giurisprudenza tributaria che sinora si era dimostrata fin troppo clemente nei confronti degli uffici fiscali anche quando gli stessi, come nel caso di specie, avevano insistito finanche in due o tre gradi di giudizio in pretese che fin dall’inizio erano apparse del tutto infondate alle stesse corti tributarie anche perché contrarie alla legge ed alle stesse direttive ministeriali.

Furti di biciclette: dagli USA la serratura che fa vomitare chi prova a forzarla.

Furti di biciclette: dagli USA la serratura che fa vomitare chi prova a forzarla. Al boom delle vendite di bici è seguito quello del più classico dei furti. Un vero e proprio flagello, se si pensa che è il mezzo di trasporto di 35 milioni di persone che utilizzano per spostarsi lasciando l'auto in garage. Dall'anno scorso nello stesso periodo che coincide anche con quello dell'aumento esponenziale dell'utilizzo di velocipedi riferito alla bella stagione, la percentuale di furti segnalati segna almeno il 30 % in più, 4mila al giorno ed a qualsiasi ora del giorno. Il numero esatto, peraltro, é pressoché impossibile da individuare giacché molti di questi fatti non vengono neanche denunciati, specie se ad essere rubata é una bicicletta vecchia ed obsoleta. Infatti secondo gli ultimi dati solo una persona su cinque ne denuncia il furto. E così il boom delle vendite e la mancanza di una cultura della bici ‘legale’ hanno dato il via a un circolo vizioso che favorisce i ladri. Ed allora come fare per fermare i ladri di biciclette? Negli Stati Uniti è stata escogitata una soluzione che sicuramente si rivelerà efficace. Si chiama "SkunkLock" , una nuova serratura per bici che fa vomitare chiunque provi a forzarla. Non è fantascienza, ma un allarme realizzato da alcuni inventori di San Francisco, che hanno realizzato uno strumento in grado di far desistere qualsiasi ladro di bicicletta. Si tratta di una catena per biciclette che dissuadere qualsiasi malvivente attraverso uno spray nocivo in grado di indurre il vomito. A capo del progetto, nato con una raccolta fondi, Daniel Idzkowski, che ha raccontato di aver avuto l’idea dopo aver subito l’ennesimo furto. Di fronte ad un’altra bici scomparsa per le strade di San Francisco, l’uomo ha deciso di ideare qualcosa che potesse difendere le persone dei malintenzionati e vendicare in qualche modo chi rischia di subire un furto. Il giovane ha iniziato a cercare una soluzione e da subito si è reso conto che, anche se avesse trovato una serratura resistente, questa non sarebbe mai bastata per difendere al meglio la bici dai ladri, visto che per tagliare anche le più robuste bastano 10 minuti. A quel punto ha deciso di utilizzare alcuni gas sotto pressione che si trovano nella fibra della catena, in grado di fuoriuscire quando l’oggetto viene tagliato per il 30 per cento. A quel punto il gas che fuoriesce provoca vomito e malessere generale. “Si tratta di sintomi simili a quelli dello spray al pepe: induce più o meno immediatamente vomito e difficoltà alla respirazione” ha raccontato il ragazzo, sicuro che i ladri di bici non avranno scampo: “Potrebbero cambiarsi i vestiti, fare una doccia, e se la bici è ancora lì tornare a tagliare il restante 70 per cento della serratura. Non si può impedire un furto al 100 per cento”. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” osserva come esperti di diritto hanno invitato a non banalizzare il fenomeno, paragonando il furto di biciclette a una droga leggera, preludio per delitti più gravi. Inoltre la diffusione del fenomeno del furto di bici è un grave ostacolo all'aumento dell'utilizzo di questo mezzo di locomozione verde. In tanti, infatti, per timore di subire il furto rinunciano ad usare quotidianamente una bici decente ed optano per mezzi "minimalisti" arrivando tal volta a mettere a rischio anche la propria sicurezza.

IKEA ritira in via precauzionale il montante "ELVARLI". Rischio caduta

IKEA ritira in via precauzionale il montante "ELVARLI". Rischio caduta Nuovo richiamo per i prodotti targati "IKEA". Dopo il maxi richiamo di frigoriferi e delle lavastoviglie e dei cancelletti anti caduta dalle scale per i bambini ora tocca al montante ELVARLI. Il motivo del ritiro dal mercato è un dado non inserito correttamente, che non permette di creare una tensione sufficiente a fissare il montante tra il pavimento e il soffitto. Di conseguenza, il sistema di ripiani rischia di staccarsi e cadere. Il montante fa parte del sistema componibile a giorno ELVARLI. IKEA non ha ricevuto alcun reclamo da parte dei clienti, né segnalazioni di infortuni, e ritiene che il rischio di incidenti sia basso. Nonostante il rischio sia considerato basso, le conseguenze di un incidente potrebbero essere gravi. Per questo motivo IKEA ha deciso, in via precauzionale, di ritirare dal mercato il montante e di rimborsare i clienti. Lo ha segnalato l'azienda sul proprio sito internet in un comunicato stampa il 28 ottobre, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che avvisa i clienti del pericolo. Il ritiro dal mercato del montante interessa i seguenti paesi: Italia, Paesi Bassi, Francia, Norvegia, Austria, Belgio, Spagna, Portogallo, Danimarca, Svizzera, Repubblica Ceca, Svezia, Romania, Lituania, Slovacchia e isole spagnole. Negli altri paesi non sono in vendita prodotti dello stesso fornitore. Prima di individuare questo rischio, sono stati venduti circa 3800 montanti. I clienti possono riportare i montanti ELVARLI in qualsiasi negozio IKEA, dove riceveranno il rimborso, senza bisogno di presentare lo scontrino fiscale. Per ulteriori informazioni, visita www.IKEA.it o contatta il Servizio Clienti al numero verde 800 92 46 46, dalle 9 alle 20, da lunedì a sabato. L'azienda si scusa per eventuali disagi provocati.

Ritiro precauzionale volontario lotto specialità medicinale per l'ipertensione "NAPRILENE".

Ritiro precauzionale volontario lotto specialità medicinale per l'ipertensione "NAPRILENE". Problema dosaggio dovuto alla non corretta divisibilità delle compresse La Società Sigma-Tau Industrie Farmaceutiche Riunite, in riferimento al divieto di utilizzo del lotto n. 141118 scad. 02/2017 della specialità medicinale NAPRILENE 5 mg 28 cpr AIC 025725045, ha disposto il ritiro volontario dal mercato, su base precauzionale. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario in relazione ad una problematica concernente la non corretta divisibilità delle compresse, del lotto in questione. NAPRILENE è utilizzato per il trattamento dell’ipertensione, il trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica e per la prevenzione dell’insufficienza cardiaca sintomatica in pazienti con disfunzione ventricolare sinistra asintomatica (frazione di eiezione ≤ 35%). Pertanto, eventuali confezioni del suddetto lotto presenti in farmaci dovranno essere rese a Sigma-Tau IFR Spa, Via Pontina Km. 30,400 – 00071 Pomezia – RM.

giovedì 27 ottobre 2016

Uffici postali: l'Italia a metà classifica nell'indice europeo tra i paesi che ne hanno chiusi di più.

Uffici postali: l'Italia a metà classifica nell'indice europeo tra i paesi che ne hanno chiusi di più. In diverse località italiane, l'ufficio postale tradizionale fa parte ormai dei ricordi. Solo una manciata di Stati, tra cui la Germania, hanno una copertura più vasta. Sono in molti, soprattutto nei paesini, a doversi fare chilometri anche in montagna per raggiungere un ufficio postale. Ufficio in cui ancora moltissimi anziani ritirano la pensione in contanti. Negli ultimi 15 anni hanno chiuso i battenti oltre 1'000 uffici postali: da 14.000 nel 2000 si è passati a 13000 nel 2014, stando ai dati dell’Unione universale postale. E in molte località, il servizio che era fornito ai tradizionali sportelli è stato dato in appalto alle cosiddette agenzie postali. Le ragioni di questa evoluzione? Il fatturato delle operazioni allo sportello è fortemente diminuito. La messaggeria elettronica, la concorrenza di operatori privati nel settore pacchi e l’uso sempre più frequente di internet per i pagamenti, hanno decretato e decreteranno la fine di molti uffici periferici, ormai non più redditizi. Il fenomeno caratterizza praticamente tutta l’Europa. Esclusa la Germania, che è un caso un po’ particolare, tra il 2000 e il 2014 il numero di uffici postali è diminuito complessivamente di quasi il 15%. In Italia il calo è stato del 13%, ciò che pone il Paese al centro della classifica europea. In Germania, dove tutti gli uffici tradizionali sono stati chiusi e sostituiti con agenzie gestite da terzi, il numero di punti d’accesso a prestazioni postali è così raddoppiato, passando da 13'500 a 25'000. Le agenzie postali sono in effetti molto meno costose. Non c’è bisogno di un’infrastruttura specifica, poiché queste agenzie si trovano generalmente in supermercati, stazioni di servizio o simili. Si risparmia sul personale e inoltre si va là dove vi sono dei clienti. E dagli studi fatti è emerso che queste agenzie soddisfano i clienti, in particolare proprio per la questione degli orari. Il numero di punti d’accesso a prestazioni postali è così raddoppiato, passando da 13'500 a 25'000. Non è un caso che anche in altri due Stati dove è stato registrato un aumento, Francia e Paesi Bassi, si sia puntato in modo deciso sulle agenzie postali. Nel caso della Francia, lo Stato interviene inoltre a sostegno degli uffici tradizionali. In Italia Poste Italiane ha deciso di congelare il piano industriale approvato dall’Agcom che prevedeva, in cinque anni, la chiusura di 455 uffici considerati «non economici» e la riduzione degli orari per altri 609. Una retromarcia dovuta alla raffica di sentenze dei Tar che negli ultimi mesi hanno accolto le istanze dei Comuni interessati dalla sforbiciata. Un’azienda privata dismetterebbe il business in perdita, ma Poste non può, commenta Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”. È un’azienda pubblica e deve garantire il servizio postale universale, cioè in tutta Italia e almeno 5 giorni a settimana, in forza di un contratto di servizio con lo Stato, agganciato a direttive europee e leggi nazionali, per il quale riceve 250 milioni l’anno. Per queste ragioni i postini di tutta incroceranno le braccia in tutta Italia il prossimo 4 novembre, con manifestazioni nelle principali città.

mercoledì 26 ottobre 2016

Eutanasia: anziano italiano va in Svizzera per morire in un appartamento affittato.

Eutanasia: anziano italiano va in Svizzera per morire in un appartamento affittato. "Autorità e cittadini sotto shock". Il caso denunciato dalla deputata elvetica Nicoletta Noi-Togni Svelato un recentissimo caso di morte assistita di un anziano italiano condotto al suicidio in un appartamento di San Vittore, comune svizzero del Canton Grigioni, affittato da un’organizzazione italiana, con base in Svizzera, che si mette a disposizione per l’eutanasia assistita. Come è stato appurato, martedì scorso un 90enne italiano è stata accompagnato alla morte. Le autorità comunali, Procura pubblica e Ufficio Sanità svizzere sarebbero state all’oscuro o avrebbero scoperto solo dopo il fatto. La gran consigliera retica Noi-Togni, venuta a conoscenza del caso solo nei giorni scorsi presenterà atto parlamentare per chiarire come mai in Svizzera, un’organizzazione di aiuto al suicidio con sede in Italia, possa agire indisturbata e senza che nessuno intervenga. "Purtroppo siamo confrontati con un florido commercio della vita umana, con persone che, pagando fior di soldi, vengono a morire in Svizzera, Ticino e Grigioni compresi. Chiederò al Governo retico che su questo pendolariato “occulto” della morte sia fatta chiarezza. Una chiarezza che chiede anche la popolazione, che assiste ad un via vai di autolettighe con targhe estere e vuole capire», ha dichiarato alla stampa la deputata Noi-Togni. La Polizia cantonale grigionese, intervenuta nei giorni scorsi, perquisendo l’appartamento, non ha infatti trovato più nulla. Inoltre sempre secondo quanto è emerso dall'indagine, l’appartamento di San Vittore dov’e l’organizzazione italiana ha “suicidato” il 90enne, è stato sgombrato in fretta e furia. In Svizzera, commenta Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, il paese più popolare tra i “turisti dell’eutanasia”, ogni anno si tolgono la vita con questa pratica circa 200 persone. Ogni tanto vanno persone non gravemente malate o incurabili e questo fatto mette la legalizzazione dell’eutanasia in dubbio, perché alla base vi è la domanda eterna che tormenta l’umanità dai tempi antichi: chi ha diritto di decidere se vivere o no?

Contaminanti chimici nascosti nei prodotti a base di latte destinati alla prima infanzia

Contaminanti chimici nascosti nei prodotti a base di latte destinati alla prima infanzia L’ambiente, le tecniche di coltivazione e le tecnologie di produzione degli alimenti per la prima infanzia possono lasciare in materie prime e prodotti finiti sostanze indesiderate per la salute, talvolta in quantità non trascurabili. Nello specifico, durante il riscaldamento di grassi e oli, nel contesto della produzione di derrate alimentari, si formano a seconda dei casi alcune sostanze indesiderate. Si tratta di composti quali glicidolo, glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e relativi esteri degli acidi grassi. Come è stato dimostrato negli animali, il 3-MCPD e i relativi esteri degli acidi grassi, a partire da una determinata concentrazione, provocano danni ai reni, mentre il gli-cidolo e i GE, da una certa quantità in su, possono causare tumori. Queste sostanze indesiderate possono presentarsi anche nei prodotti a base di latte destinati alla prima infanzia. L’Autorità europea della sicurezza alimentare (EFSA) ha analizzato i possibili rischi derivanti dalle sostanze sopraccitate e ha fissato valori di riferimento. Non esclude, infatti, un rischio per la salute in particolare nei gruppi di popolazione più giovani. L’assunzione di queste sostanze andrebbe quindi ridotta. Finora non vi sono prove che i bambini nutriti con alimenti per lattanti e di proseguimento abbiano subito danni alla salute. Le Agenzie europee della sicurezza alimentare suggeriscono caldamente ai genitori di continuare a ricorrere, se necessario, agli alimenti studiati appositamente per i neonati. Questi prodotti contengono infatti le sostanze nutritive indispensabili per i lattanti nella giusta composizione e sono calibrati in base alle loro esigenze. È assolutamente sconsigliato passare ad altri alimenti come ad esempio al latte vaccino e di soia, che non sono adatti per nutrire i più piccoli e possono causare gravi carenze e intolleranze. Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, chiede quindi all’industria alimentare di adottare ulteriori misure efficaci, quali ad es. l’individuazione di metodi di produzione alternativi o di altre fonti di grasso per soddisfare le nuove esigenze, fissando la definizione di valori massimi vincolanti in varie derrate alimentari. Auspicabile, pertanto, da parte delle aziende alimentari, l'utilizzo di un'allerta precoce con il "BREVETTO ISS BEST", un sistema di autocontrollo, brevettato dall’ISS, utilizzabile in azienda, che propone un approccio tipo HACCP agli aspetti di qualità e salubrità chimico-tossicologica degli alimenti. Si tratta di batterie di (bio)sonde nanometriche BEST, che permettono un monitoraggio in continuum, per individuare precocemente bioindicatori veterinari e indicatori di qualità e salubrità dell’alimento.

Lecce, abbattuti alberi e una palma: scoppia la polemica. Abbattuti brutalmente per fare spazio al cantiere

Lecce, abbattuti alberi e una palma: scoppia la polemica. Abbattuti brutalmente per fare spazio al cantiere Una sola colpa: quella di trovarsi nel posto sbagliato! E' bastato questo per sancire la condanna a morte di una palma altissima che da almeno 150 anni abbelliva e ombreggiava la centralissima Piazza Roma insieme ad altre piante ornamentali e siepi di pitosforo. Gli alberi, la palma e la siepe sono stati brutalmente abbattuti dagli operai della ditta incaricata. Le piante davano fastidio al cantiere che occupa uno spazio pubblico, quello del Monumento dei Caduti. L'Assessore Martini, intanto, si è affrettato a precisare che le piante forse erano malate. Ma il suo intervento, osserva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, non ha di certo placato le critiche su questo ennesimo atto di insensibilità verso la città.

Ritiro precauzionale volontario specialità medicinale per l'ipertensione "ENALAPRIL ZENTIVA ". Risultato fuori specifica

Ritiro precauzionale volontario specialità medicinale per l'ipertensione "ENALAPRIL ZENTIVA ". Risultato fuori specifica La Società Sanofi, con nota pervenuta a Federfarma in data 26 ottobre 2016, ha disposto un richiamo precauzionale volontario del lotto n. 5V001 scad. Aprile 2018 della specialità medicinale ENALAPRIL ZENT*14CPR DIV 20MG – AIC 039914054.. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito ad un risultato fuori specifica del parametro “Divisibilità” rilevato durante gli studi di stabilità. ENALAPRIL ZENT è utilizzato per il trattamento dell’ipertensione, il trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica e la prevenzione dell’insufficienza cardiaca sintomatica in pazienti con disfunzione ventricolare sinistra asintomatica. Le farmacie, in possesso al momento del citato lotto, dovranno immagazzinarlo in apposita area sicura e quindi predisporlo per essere restituito.

Airbag difettoso: Toyota richiama 5,8 milioni auto nel mondo

Airbag difettoso: Toyota richiama 5,8 milioni auto nel mondo L'elenco dei veicoli richiamati dai costruttori, a causa dei malfunzionamenti causati dall'airbag prodotto dalla Takata Corp, si allunga. E' la volta della casa automobilistica Toyota che ha annunciato un nuovo richiamo nel mondo. Il gruppo ha annunciato mercoledì di aver richiamato 5,8 milioni di auto a causa di questi airbag difettosi. Le auto coinvolte, secondo quanto riferisce la Bbc online, sono la Corolla e la Yaris, modelli subcompact, venduti soprattutto in Giappone, Cina ed Europa e prodotti tra maggio 2000 e novembre 2001 e tra aprile 2006 e dicembre 2014. Nel dettaglio, la casa nipponica e primo produttore al mondo sta richiamando 1,47 milioni di auto in Europa, 1,16 milioni in Giappone, 820'000 in Cina e 2,35 milioni di auto da altri Paesi del mondo esclusi gli Stati Uniti. Salgono a 23,1 milioni i richiami di auto Toyota che montano gli airbag della Takata, mentre sono 12 le case automobilistiche che hanno dovuto richiamare le proprie auto con gli stessi airbag. Complessivamente si stima che oltre 100 milioni di auto dovranno essere richiamate a causa del problema agli airbag forniti da Takata. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari Toyota Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

martedì 25 ottobre 2016

Possibili rischi per la salute: sostanze cancerogene nei Pampers

Possibili rischi per la salute: sostanze cancerogene nei Pampers. Lo studio dell'Asef in Francia rivela la presenza di derivati del petrolio. Gli strati dei pannolini venduti a livello mondiale contengono PAH classificati come cancerogeni da parte dell'UE, in misura al di sotto della soglia-rischio per la salute. Dovremmo essere preoccupati? Attenzione ai vostri bambini! Ormai da tempo come presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’AGATA, si occupa di segnalare le più recenti ricerche sul tema della salute al fine di poter stimolare gli istituti preposti ai controlli per interventi a garanzia e protezione del benessere dei cittadini. Non da ultimo, vale la pena porre all’attenzione della cittadinanza e delle suddette Autorità nazionali ed europee, le recenti indagini sugli effetti derivati del petrolio IPA, noti anche come idrocarburi policiclici aromatici che si trovano a livelli bassi, nei pannolini per i neonati, sostanza dichiarata cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC). In particolare, secondo uno studio dell'Associazione Santé Environnement France i pannolini Pampers, diffusi in tutto il mondo, contengono derivati del petrolio IPA, classificati come cancerogeni da parte dell'Unione europea. Paradossalmente, questi IPA, cioè la benzoanthracene e crisene chiamato "petrolato" sulla confezione, sarebbero utilizzati per rendere i pannolini meno irritanti per i glutei dei lattanti, mentre sono considerati potenzialmente tossici. Tuttavia, le normative europee tollerano la presenza, a condizione che non superi 0,2 mg / kg. Nello specifico, la quantità di queste sostanze cancerogene rilevate nei Pampers rimane al di sotto del limite legale. Il problema è che questi componenti sono considerati cancerogeni dall'Unione Europea. "Le sostanze benzo (a) pirene, benzo (e) pirene, benzo (a) antracene, crisene, benzo (b) fluorantene, benzo (j) fluorantene, benzo (k) fluorantene e dibenzo (a, h) antracene, qui di seguito denominati 'idrocarburi policiclici aromatici (IPA)', sono classificate come cancerogene di categoria 1B, conformemente all'allegato VI del regolamento (CE) n.1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008 relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele" si legge sul sito web dell'UE. Va inoltre aggiunto la significativa esposizione giornaliero a questi agenti cancerogeni per i neonati fino 2-3 anni. Ma secondo la direttrice dell'Asef , Ludivine Ferrer, ci sono delle cose da chiarire. Anche se la quantità è legale, contesta il fatto che le parti intime dei bambini siano esposte a questi prodotti.

domenica 23 ottobre 2016

Ufficio postale australiano si scusa dopo che una cartolina indirizzata ad un italiano impiega 50 anni per arrivare a destinazione

Ufficio postale australiano si scusa dopo che una cartolina indirizzata ad un italiano impiega 50 anni per arrivare a destinazione Una cartolina scritta nel 1966 e indirizzata ad un italiano,Robert Giorgio, finalmente sulla buona strada, è arrivata a destinazione dopo circa 50 anni. La missiva datata 1966, già con l’indirizzo e il francobollo, per qualche motivo non fu mai inviata e la scorsa settimana è stata ritrovata nella cassetta postale con la bolletta del gas ad Adelaide in Australia da Tim Duffy, nuovo proprietario della casa dal 2015. Sulla cartolina, che è stata scritta da qualcuno chiamato "Chris", si legge: " Mi sto divertendo molto. Il clima è molto umido ... Cercherò e si rilascia una nota in Inghilterra.Ti chiamerò una volta raggiunta l'Inghilterra". La cartolina, era stata inviata da Tahiti un'isola nel Sud del Pacifico ad Adelaide in Australia. Un po 'sbiadita, con poche macchie, è ancora in ottimo stato come anche il francobollo costato 13 franchi. Un portavoce dell'Australia Post, dopo che l'azienda è venuta a conoscenza della curiosa notizia ha dichiarato: 'E' chiaro qualcosa è andato storto 50 anni ...ci scusiamo per il disagio". “Abbiamo un sistema qui in Australia, in cui se una cosa è per voi e viene ritrovata, anche molto tempo dopo, vi viene recapitata”. Che le Poste non funzionano gli Italiani lo dicono da anni, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma questa storia ci accomuna ad altri Paesi. E'proprio il caso di dire "Tutto il mondo è paese".

Kenya: primo concorso di bellezza per gli albini. In alcune parti dell'Africa, sono emarginati o persino uccisi e mutilati

Kenya: primo concorso di bellezza per gli albini. In alcune parti dell'Africa, sono emarginati o persino uccisi e mutilati. Ora gli albini africani hanno tenuto per la prima volta un concorso di bellezza. Nella capitale keniana Nairobi, hanno sfilato venerdì in passerella come Miss o Mister albino calamitando l'attenzione di tutti e posando davanti ai flash In Africa il destino degli albini è segnato da sempre, questi esseri umani vengono venduti anche al prezzo di 200 mila euro da vivi, mentre da morti un set completo formato da parti del corpo si può acquistare anche al prezzo di 80 mila euro. La loro colpa? Non essere nati neri ma albini, completamente bianchi dalla testa ai piedi, e questa è la causa della loro condanna. Vengono uccisi soltanto perché nominati i figli del diavolo (Zeruzeru), ritenuti esseri con poteri magici vengono sacrificati, e le loro parti del corpo una volta amputate vengono utilizzate per risolvere problemi di malocchio o utilizzate per far trovare ricchezza nelle miniere, o curare la sterilità. Sembra impossibile credere ai tempi di oggi che esistano certi sacrifici umani e per quanto si provi non c’è una stima ben precisa sulla sorte di queste persone. Assurdo pensare che non si possa far capire a certi popoli che il difetto fisico di queste persone sta semplicemente nella carenza di melanina nel loro corpo. Per questo, senza neanche immaginare il successo che avrebbero avuto, hanno deciso di organizzare il primo concorso di bellezza " Miss o Mister albino ", fatto su misura per loro. E nella capitale keniana Nairobi è stata celebrata la prima passerella per modelle e modelli albini rappresentanti di tutto l'Africa. E ha attirato subito l'attenzione dei media, che si sono fatti in quattro per sponsorizzarla. Ma "l'unico vero scopo, assicurano gli organizzatori, mostrare che sono parte attiva della società. "Vogliamo mostrare il nostro talento, affrontando lo stigma e la discriminazione," ha detto Isaac Mwaura, primo deputato albino del Parlamento del Kenya che ha organizzato l'evento. L'evento dovrebbe rendere chiaro che ci sono gli albini, "che sono belli, che sono fiduciosi". E belli sono davvero. Le finaliste della prima edizione, sono splendide e vitali, che affrontano il loro stato con determinazione. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un'occasione per aumentare l’impegno a diffondere la verità su queste persone con la pelle diversa, far capire contrariamente alle credenze popolari che sono persone normalissime. E’ assurdo! Ormai gli albini africani si sentono braccati giorno e notte. E’ come se nella nostra popolazione nascesse un uomo di colore e venisse perseguitato ogni giorno di vita fino alla morte. Dovrebbe essere un raro e sorprendente avvenimento la nascita di un albino africano, invece resta un raro gioiello ricercato da fare a pezzi per colpa di mentalità schiave di retrogradi tradizioni millenarie della magia nera. Non è tollerabile, e l’Onu ed i governi dovrebbero intervenire prontamente a risolvere questo massacro. Gli “Zeruzeru “ sono esseri umani da difendere.

sabato 22 ottobre 2016

Tragedia in Spagna, italiano annegato a Fuerteventura

Tragedia in Spagna, italiano annegato a Fuerteventura Un uomo di nazionalità italiana è morto annegato vicino alla spiaggia di Tebeto nella località di La Oliva sull'isola di Fuerteventura, in Spagna. Sembra che l'uomo ha chiesto aiuto. Quando sono arrivati i soccorsi era già senza vita. L'incidente è avvenuto sabato 22 ottobre. Il corpo è stato recuperato dai vigili del fuoco e trasportato all'obitorio dove è a disposizione dell'autorità giudiziaria. Le Autorità spagnole, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” hanno avviato le necessarie procedure, anche investigative, sulla drammatica vicenda. Fuerteventura è un'isola subtropicale delle Canarie (Spagna), situata nell'Oceano Atlantico, al largo della costa africana.

Teatro Apollo a Lecce: via gli infissi di alluminio che deturpano l'edificio di pregio e di valore storico-architettonico. Il Passato ritorna trionfante?

Teatro Apollo a Lecce: via gli infissi di alluminio che deturpano l'edificio di pregio e di valore storico-architettonico. Il Passato ritorna trionfante? Unanimi i commenti negativi dei cittadini leccesi che hanno deprecato la colata d'asfalto eseguita su una parte di via Trinchese e lo spazio davanti del Teatro Apollo. Un intervento giudicato "errato e abnorme" su un bene pubblico, patrimonio collettivo, di straordinaria importanza storica. A destare perplessità e indignazione, ora, le immagini degli infissi di alluminio in sostituzione dei vecchi serramenti in legno. Almeno visivamente, questi serramenti "moderni", hanno stravolto la valenza estetica del monumento in stile neoclassico, che ha subito una manifesta alterazione dell'aspetto originario, la cui conservazione è raccomandata peraltro da ogni Carta del Restauro, nazionale o internazionale in un contesto di edificio di pregio e di valore storico-architettonico. Non è affatto immaginabile un percorso di recupero e di restauro di tale portata, di un’opera complessiva che si aggira intorno ai 13 milioni di euro, di cui una larga fetta promananti direttamente dalle casse comunali, che si paventa come un vero scempio; un’idea che rischia di compromettere per sempre e irrimediabilmente la natura dell’edificio, il suo valore artistico e architettonico. E’ come pensare di chiudere il Colosseo con i doppi infissi in alluminio!!!! La denuncia di Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è solo finalizzata a mantenere integro il patrimonio architettonico e urbanistico del monumento Teatro Apollo preservandone l’autenticità del proprio patrimonio storico, culturale e affettivo.

Confezioni di Novalgina ritirate dal mercato: "Data di scadenza errata". Niente allarmismi per il maxi ritiro

Confezioni di Novalgina ritirate dal mercato: "Data di scadenza errata". Niente allarmismi per il maxi ritiro, questa procedura è un atto dovuto per preservare la salute pubblica. La Sanofi Aventis ha informato di aver richiamato 20 lotti di Novalgina Os Gtt da 20 e da 500 milligrammi (codice 008679033). Motivazione: la shelf life, ovvero il periodo di validità, individuato inizialmente era di 5 anni, ovvero 60 mesi. Ma ora in seguito al “riscontro di risultati fuori specifica” è stato ridotto a 24 mesi. In pratica è facile capirne il motivo spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Il farmaco contiene un principio attivo molto contestato: il metamizolo, chiamato anche dipirone. Per anni è stato ritenuto la causa di alcune patologie, come ipotensione e l’agranulocitosi. In Italia, l’antidolorifico della Sanofi Aventis è acquistabile esclusivamente mediante prescrizione medica, a differenza di altre nazioni. Nei paesi asiatici è il medicinale più usato. Addirittura in Giappone era usato come farmaco da banco fino al 1965, ma dopo alcune morti improvvise imputate al principio attivo, si è stabilito l’obbligo di prescrizione medica prima dell’acquisto. I lotti segnalati dovrebbero essere stati localizzati nel territorio italiano, ma non si esclude la loro presenza anche al di fuori dei confini del Belpaese.

Inizia la stagione influenzale. Ecco i virus in circolazione

Inizia la stagione influenzale. Ecco i virus in circolazione Con l'inverno alle porte è inevitabile parlare del classico malanno di stagione: l’influenza. È un cliché, ma come tutti i cliché è reale e non dovrebbe essere trascurato o sottovalutato. Si stima che ogni anno nel mondo si ammalano circa 500 milioni di persone, pari a quasi il 10% della popolazione del pianeta. Nei paesi dell'UE/SEE sono 50 milioni le persone all'anno mentre i decessi associati a causa dell'influenza tra sono stimati dai 15.000 ai 70.000. Il virus viene trasmesso tramite microscopiche goccioline di saliva emesse dalle persone infette con gli starnuti, con la tosse o anche con la semplice fonazione. La trasmissione è facilitata dal contatto ravvicinato tra le persone, dato che il virus ha una elevata contagiosità. Questa elevata capacità di diffusione del virus spiega perché in una popolazione l’epidemia raggiunga il culmine dopo soli 15 giorni dal manifestarsi dei primi casi. La persona infetta è in grado di trasmettere il virus da pochi giorni prima fino a 5-7 giorni dopo la comparsa dei sintomi. Il virus, una volta penetrato nell’organismo attraverso le vie respiratorie, si localizza nelle cellule epiteliali di rivestimento delle prime vie aeree, all’interno delle quali è in grado di replicarsi attivamente; il ciclo vitale del virus ha una durata di 4-6 ore. Le particelle virali neoformate escono quindi dalla cellula, che va incontro a morte, e sono pronte per andare ad infettare nuove cellule, provocando così l’estensione dell’infezione a macchia d’olio. In seguito, l’intervento del sistema immunitario contribuisce ad arrestare la progressione dell’infezione, portando così alla guarigione nel giro di pochi giorni. Gli esperti dell'agenzia indipendente dell'Unione europea, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), hanno fatto sapere che per quest’anno non sembrano preoccupati. Sono previsti 4 diversi virus, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che potrebbero arrivare sul territorio italiano, ma con un’incidenza nella media degli scorsi anni. Molto dipenderà dal clima, ma si prevede che saranno circa 3-4 milioni gli italiani che finiranno a letto con la meno desiderata delle compagnie. Uno non è una novità, è il virus California A/H1N1 che circola sin dal 2009, gli altri sono varianti dei virus che già circolavano negli scorsi anni e cioè A/H3N2, B/Pukhet e B/Brisbane. A questi poi si dovranno aggiungere oltre 200 tra rinovirus, adenovirus e coronavirus che producono sintomi simili ai virus dell’influenza 2016, ma che non sono considerati virus influenzali. Le conseguenze saranno soprattutto febbre, raffreddore e mal di pancia o altri sintomi gastrointestinali che si stima colpiranno fino a 8 milioni di persone. Il periodo più a rischio sarà come sempre quello dopo Natale quando un mix tra basse temperature, dopo baci e abbracci tra parenti, darà un’accelerata alla diffusione dei virus influenzali. La differenza tra i virus influenzali e quelli non influenzali è che nel primo caso la febbre arriva all’improvviso, è superiore ai 38 gradi ed è accompagnata da dolori muscolari e articolari, mal di gola e tosse. È periodicamente una delle principali cause di assenza dal lavoro, consulto medico e ricovero ospedaliero; in Italia è a tutt’oggi con 8000 decessi l’anno la terza causa di morte per malattie infettive, preceduta da tubercolosi ed AIDS. I pazienti più colpiti saranno i neonati ed i soggetti con più di 65 anni di età: queste sono infatti le fasce di popolazione con un sistema immunitario rispettivamente non ancora sviluppato o debilitato, che rischiano quindi anche lo sviluppo di complicazioni come polmoniti e/o bronchiti. Nello specifico, secondo le previsioni il 40% delle persone che verranno colpite sarà sotto i 18 anni, un altro 40% tra i 18 e i 65 e solo il 20% sarà over 65, anche se per loro l’influenza potrebbe portare conseguenze più gravi rispetto a chi è più giovane e sano.

venerdì 21 ottobre 2016

"Vogliono svendere le Poste Italiane ai cinesi": proclamato lo sciopero generale il 4 novembre 2016.

"Vogliono svendere le Poste Italiane ai cinesi": proclamato lo sciopero generale il 4 novembre 2016. A rischio posti di lavoro e uffici, pesanti le accuse anche sullo stato del servizio Non solo il servizio proprio non funziona, tra tagli, accorpamenti, disservizi. Ma ora si pensa anche a svendere Poste Italiane ai cinesi. Per questo Poste Italiane incassa lo sciopero generale il prossimo 4 novembre, indetto dalle sigle sindacali unite, fatta eccezione per UIlpost, contro la svendita della società a un fondo cinese. Questa l'accusa contenuta in un comunicato di Slp Cisl che proclama lo sciopero generale del prossimo 4 novembre, indetto dai sindacati in maniera unitaria, fatta eccezione per la sigla Uilpost. "La qualità del servizio è in caduta libera, si legge nella nota del sindacato. Nel recapito si registrano ritardi nella consegna della corrispondenza e utenza inferocita, mezzi usurati, bollette scadute. Anche nei centri lo stress è alto: molti sono stati gli uffici accorpati e troppo bassi gli investimenti che potevano semplificare l'organizzazione". Poi, il passaggio relativo alla possibile cessione di Poste Italiane. "Il Governo - prosegue la nota - ha trovato la soluzione nella svendita di Poste, forse a un fondo cinese con il bilancio in forte attivo. Per questo motivo chiediamo alla cittadinanza di esserci vicini e di dire no alla svendita". Dallo scorso anno il 35 per cento di Poste Italiane non è più pubblico, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. I timori sono per i taglio ai dipendenti e per la chiusura degli uffici postali situati nelle periferie. La riorganizzazione del settore prettamente postale verrà avviata nel corso del primo trimestre del prossimo anno e comporterà la consegna della posta a giorni alterni e conseguentemente una riduzione dei posti di lavoro che, ad oggi, andrà ad impattare sulle assunzioni a tempo determinato. Da tempo le organizzazioni sindacali lamentano una carenza di personale legato alle uscite per pensionamento o esodo che non vengono rimpiazzate. A tutt'oggi l'Azienda non ha dato nessun tipo di disponibilità alla loro sostituzione. Tutto questo porterà inevitabilmente ulteriori disagi penalizzando il servizio quotidiano. Ciò che oggi interessa realmente a Poste Italiane è l'aspetto finanziario a discapito del resto.

Internet: attacco globale di hacker. Disservizi in tutto il mondo che hanno rallentato molti siti rimasti offline in Europa e negli Stati Uniti

Internet: attacco globale di hacker. Disservizi in tutto il mondo che hanno rallentato molti siti rimasti offline in Europa e negli Stati Uniti Molti siti internet nel mondo hanno subito venerdì sera le ripercussioni di un massiccio attacco hacker contro la società statunitense Dyn, fra i principali fornitori al mondo di servizi dns, per tradurre i nomi dei siti web in indirizzi IP. I servizi online e le app hanno subito rallentamenti, funzionando a singhiozzo fra le 18.00 e le 19.00. La situazione sembra essere tornata alla normalità. Fra gli altri siti che hanno smesso momentaneamente di funzionare vi sono Twitter, Airbnb e Soptify. I problemi sono stati particolarmente marcati negli Stati Uniti e in Europa. A sottolinearlo è Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ritiene fondamentale l'implementazioni di migliori sistemi di sicurezza informatica e maggiore collaborazione tra le forze di polizia postale di tutto il mondo, stante l'indubbia transnazionalità del fenomeno dell'hacking.

Svizzera: Coop ritira dai supermercati formaggio iberico "Manchego", rischio listeriosi.

Svizzera: Coop ritira dai supermercati formaggio iberico "Manchego", rischio listeriosi. Lo stesso formaggio è venduto anche da altri commercianti sotto un'altra denominazione. Non è da escludersi un pericolo per la salute per chi dovesse consumare il prodotto La Coop elvetica richiama il formaggio "Manchego" dopo che nel corso di controlli è stata riscontrata la presenza del batterio patogeno Listeria. Il Manchego è un formaggio spagnolo a pasta pressata prodotto con latte di pecora di razza Manchega allevata nelle province della comunità autonoma di Castiglia-La Mancia, commercializzato in diversi paesi europei tra cui l'Italia. Lo indica oggi il grande dettagliante in una nota, precisando che il prodotto è già stato ritirato dagli scaffali. Il provvedimento riguarda unicamente le confezioni da 200 grammi di "Manchego - Qualité&Prix" con data di scadenza 05.11.16, 07.11.16 e 11.11.16, precisa Coop. Per ragioni di sicurezza Coop invita i clienti a non consumare il formaggio in questione. I batteri della listeriosi possono causare conseguenze sulla salute. In presenza di sintomi quali febbre, emicrania e nausea, le donne incinte o le persone immunodepresse che hanno consumato il prodotto dovrebbero rivolgersi al medico. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare, segnala che lo stesso formaggio è venduto anche da altri commercianti sotto un'altra denominazione. Non è escluso che l'ingerimento del prodotto gastronomico possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione. Il batterio della Listeria potrebbe provocare sintomi influenzali (febbre, mal di testa, malessere). Alle donne incinte e alle persone che soffrono di immunodeficienza e che accusano i sintomi descritti si consiglia di consultare un medico. Pertanto rilanciando l'allerta riportata dal portale della COOP, invita i consumatori di astenersi dall’acquisto del confezioni di formaggio interessate invitando chi lo ha già effettuato e chi lo ha in casa a non utilizzarlo e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione. Sul sito del nostro ministero della Salute non c’è ancora alcuna informazione.

Tassa carburanti, 2 sentenze annullano gli avvisi.Duro colpo a Agenzia delle Dogane e Monopoli dalla CTP Lecce

Tassa carburanti, 2 sentenze annullano gli avvisi. Duro colpo a Agenzia delle Dogane e Monopoli dalla CTP Lecce. Avvisi di pagamento nulli senza adeguata motivazione ad esercente di distributori di carburanti Irba: «L'imposta regionale sui carburanti a carico delle stazioni di servizio non dev'essere pagata perché gli avvisi di accertamento mancano di informazioni ed ambiguità del tributo». La Commissione Tributaria Provinciale di Lecce annulla gli avvisi emessi nei confronti di un esercente. I giudici tributari leccesi in totale accoglimento delle eccezioni di diritto e di merito proposte dall'avvocato Maurizio Villani, hanno annullato gli avvisi di pagamento notificati dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Lecce al contribuente che gestisce pompe di benzina, per l’IRBA Anni 2008 e 2009. «Due sentenze gemelle sono state pubblicate, fa sapere Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” - dalla Commissione Tributaria Provinciale di Lecce, sezione 2, in materia Irba, la famigerata imposta-salasso a carico dei gestori delle stazioni di servizio. I giudici tributari hanno annullato gli avvisi di pagamento per mancanza di informazioni ed ambiguità del tributo stesso». Le decisioni sono importanti soprattutto perché gli uffici fiscali devono scrupolosamente rispettare lo Statuto dei diritti del contribuente (Legge n. 212/2000).

Cassazione: spetta anche i nipoti non conviventi il risarcimento dopo la morte del nonno nel sinistro.

Cassazione: spetta anche i nipoti non conviventi il risarcimento dopo la morte del nonno nel sinistro. Duro colpo per le assicurazioni. Nella querelle sulla riconoscibilità o meno del risarcimento del danno per la morte del nonno che muore nell’incidente stradale, è intervenuta il 20 ottobre la sentenza della Corte di Cassazione, che apre un vero e proprio contrasto nella giurisprudenza di legittimità. Secondo quanto stabilito, anche i nipoti non conviventi devono essere risarciti, a patto che siano provati in concreto rapporti di reciproco affetto e solidarietà con il de cuius. Per gli ermellini La famiglia non è solo il nucleo «coniuge, genitori, figli»: «automatismo da bandire» il ristoro agli altri congiunti legato alla coabitazione, ma va provato il rapporto affettivo. È quanto emerge dalla sentenza 21230/16.Il ricorso dei congiunti della vittima è accolto contro le conclusioni del sostituto procuratore generale. Nel motivare tale importante decisione gli ermellini hanno chiarito che sbaglia secondo il collegio la Corte d’appello laddove aderisce all’indirizzo interpretativo che impone di negare il risarcimento alle nipoti che non abitavano con la nonna deceduta in modo da evitare che si dilati il numero dei danneggiati secondari. In base al codice civile, infatti, i nonni hanno un rapporto stretto oltre che diretto con i nipoti e non mediato dai genitori di questi ultimi (articoli 75 e 76 Cc): lo conferma la riforma del diritto di famiglia che ha riscritto l’articolo 317 bis Cc laddove consente ai nonni di rivolgersi al giudice per mantenere i rapporti con i discendenti quando risultano preclusi dai genitori dei minori. Anche il coniuge separato, d’altronde, può essere risarcito per la morte dell’ex partner se prova che era rimasto un affetto intenso nonostante il fallimento del matrimonio. Insomma: la convivenza non può essere ritenuto il connotato minimo che esteriorizza l’intimità dei rapporti parentali, ma rappresenta comunque un elemento probatorio utile a dimostrare, insieme ad altri, l’ampiezza e la profondità del vincolo affettivo con la vittima dell’incidente. E non possono trovare ingresso prove «compiacenti» da parte di chi lamenta la lesione parentale anche ai fini del’entità dei danni. Decisivo l’articolo 317 bis Cc. Ora la parola spetta al giudice del rinvio. Secondo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la decisione dei giudici di Corso Cavour potrebbe rappresentare un ulteriore tassello per il riconoscimento globale di risarcimenti onnicomprensivi nei confronti degli eredi di vittime di lesioni o fatti illeciti altrui che possano costituire almeno parziale ristoro in termini economicamente valutabili delle sofferenze patite.

giovedì 20 ottobre 2016

Aumentano i casi di "sindrome da shock tossico" mestruale. Dalla fine degli anni '90, la malattia è ricomparsa e sta crescendo. Può portare all'amputazione o morte.

Aumentano i casi di "sindrome da shock tossico" mestruale. Dalla fine degli anni '90, la malattia è ricomparsa e sta crescendo. Può portare all'amputazione o morte. Se ne sente parlare sempre più spesso, soprattutto, a causa del crescente uso tra le più giovani, di assorbenti interni. La sindrome da shock tossico è una condizione rara ma grave causata da un'infezione batterica. Questa condizione è il risultato di una tossina prodotta dallo Stafilococco aureo. Nelle donne è stata correlata all'uso di tamponi vaginali durante il ciclo mestruale, ma può interessare uomini, bambini e persone di tutte le età. Ma ora in queste ultime settimane, i ricercatori dell'Istituto nazionale di sanità di Lione in Francia, sono preoccupati per l'aumento dei casi di sindrome da shock tossico dovuto all'uso del tampone vaginale. Secondo gli scienziati questa condizione, si verifica solitamente quando i batteri penetrano nel corpo attraverso un'apertura cutanea. Ad esempio, i batteri possono entrare attraverso un taglio, una piaga o un altro tipo di ferita, causata anche dall'uso di tamponi vaginali. Alcuni ritengono che il tampone vaginale lasciato in posizione per lungo tempo attragga i batteri. Un'altra possibilità è che le fibre del tampone graffino la vagina, creando un punto di ingresso per i batteri nel flusso sanguigno. I sintomi della sindrome da shock tossico variano da persona a persona. Nella maggior parte dei casi, i sintomi si manifestano improvvisamente. I segni più comuni di questa condizione sono febbre improvvisa, pressione arteriosa bassa, mal di testa, dolori muscolari, confusione, diarrea, nausea, vomito, eruzione cutanea, rossore intorno a occhi, bocca e gola, convulsioni. I sintomi della sindrome da shock tossico possono essere attributi a un'altra condizione medica quale l'influenza. Tuttavia, se si verificano i sintomi sopra descritti dopo l'uso di tamponi vaginali o dopo un intervento chirurgico o una lesione cutanea, rivolgersi immediatamente al medico. La sindrome da shock tossico è un'emergenza medica e molte delle persone colpite devono essere ricoverate. Alcuni soggetti devono trascorrere vari giorni dell'unità di terapia intensiva in modo che il personale medico possa tenerli sotto controllo continuo. Il medico molto probabilmente prescriverà un antibiotico somministrato per via endovenosa, un farmaco che aiuta a combattere l'infezione batterica. Altri trattamenti per la sindrome da shock tossico dipendono dalle cause preesistenti. Ad esempio, se lo shock tossico è stato causato da una spugnetta vaginale o da un tampone, il medico dovrà rimuovere tale oggetto dal corpo. Se la sindrome da shock tossico è stata causata da una ferita aperta o da una ferita chirurgica, il medico dovrà drenare il pus o il sangue dalla ferita per aiutare a risolvere l'infezione. La sindrome da shock tossico è una condizione potenzialmente letale. Infatti, secondo gli Istituti nazionali della sanità, questa condizione è mortale circa nel 50% dei casi. In Francia nel 1990, è stata identificato un solo caso di sindrome da shock tossico (TSS). Ma a partire dalla fine degli anni '90, la malattia è ricomparsa e sta crescendo: 5 casi segnalati nel 2004, 19 nel 2011 e fino a 22 casi nel 2014. Nel mese di febbraio, l'associazione che rappresenta 60 milioni di consumatori avevano lanciato l'allarme anche sulla presenza di diossine in alcune protezioni sanitarie. L'ultimo caso correlato balzato alle cronache racconta quando la modella americana Lauren Wasser ha accusato un malessere che le ha fatto perdere i sensi. Una volta arrivata in ospedale è stato necessario amputarle una gamba per via dell'infezione causata dall'uso di un tampone. Oggi la giovane ha deciso di far causa alla Kimberly-Clark Corporation, azienda che distribuiva e produceva gli assorbenti della "Kotex Natural Balance". La causa punta sul fatto che in nessuna parte della confezione è specificato che l’utilizzo del tampone interno può avere controindicazioni come quella che ha colpito Lauren, la cosiddetta ‘sindrome da shock tossico‘. Mentre a detta dei ginecologi italiani, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la sindrome non dipende tanto dall’uso del tampone quanto dalla mancanza o dalla scarsa igiene intima; gli stessi lamentano, soprattutto, il fatto che le giovani usano cambiare raramente l’assorbente e senza essersi lavate accuratamente le mani prima e dopo l’applicazione. In tal modo, nonostante su tutte le confezioni le istruzioni indichino il rischio di episodi di shock tossico segnalando le regole per non incorrervi e, nonostante la maggior parte delle aziende produttrici abbia provveduto a modificare il potere assorbente, così da facilitare la sostituzione del tampone più volte al giorno, sono moltissime le ragazze che accusano malori causati dallo stafilococco aureo. I sintomi, simili a quelli del colpo di calore, possono essere talmente gravi da provocare, per fortuna raramente, anche la morte.

Differenziata choc: il porta a porta finisce in via Mario Brancaccio a Lecce. Montagna di rifiuti assedia le mura delle abitazioni del centro storico

Differenziata choc: il porta a porta finisce in via Mario Brancaccio a Lecce. Montagna di rifiuti assedia le mura delle abitazioni del centro storico. Pronte clamorose azioni di protesta per proteggere il centro storico In rivolta i residenti in via M. Brancaccio a Lecce, per la mancata attivazione della raccolta differenziata, più volte chiesta ma mai attivata dall’amministrazione comunale, tanto che i cittadini della zona si dicono pronti a non pagare più le tasse sui rifiuti. La “minaccia” arriva dopo che giornalmente montagne di rifiuti vengono ammassati sulle mura di abitazioni di notevole valore storico. Mentre nel centro storico di Lecce è stato attivato il porta a porta, gli abitanti di via M. Brancaccio e le attività commerciali dovrebbero caricare i rifiuti in auto e percorrere cinque chilometri per poterli gettare nella differenziata. La legge, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, obbliga il sindaco ad attivare la raccolta differenziata. Ci dispiace che una città che attira tanti turisti anche stranieri, li sorprenda negativamente per questa assurda gestione dei rifiuti. Se il sindaco continua a fare orecchie da mercante, pensiamo a un’istanza collettiva per chiedere la riduzione della tassa sui rifiuti. Paghiamo per un servizio che non c’è, mentre con la differenziata sarebbe possibile eliminare anche l’80-90% dei rifiuti, con notevoli risparmi per cittadini ed amministrazione comunale.

mercoledì 19 ottobre 2016

L'Italia si prepara allo sciopero generale Venerdì 21 ottobre 2016: cancellazioni di voli e riduzione dei trasporti.

L'Italia si prepara allo sciopero generale Venerdì 21 ottobre 2016: cancellazioni di voli e riduzione dei trasporti. Durerà dalla mezzanotte alle 23.59 di sabato per il traffico aereo, dalle ore 9 alle 17 la circolazione ferroviaria, tutta la giornata con modalità locali per gli autobus. Per i trasporti in Italia, Venerdì 21 ottobre è un giorno di sciopero generale. Infatti l'Unione Sindacale di Base (Usb) ha proclamato lo sciopero generale dei lavoratori pubblici e privati, che probabilmente paralizzerà gran parte del traffico. Secondo il Ministero dei Trasporti durerà dalla mezzanotte alle 23.59 di sabato per il traffico aereo; dalle ore 9 alle 17 la circolazione ferroviaria; tutta la giornata con modalità locali per gli autobus. A scioperare saranno tutti i dipendenti pubblici e della scuola, compresi i lavoratori precari di qualsiasi tipologia contrattuale, il personale sanitario, vigili del fuoco, trasporto marittimo e personale della pubblica amministrazione. Le ripercussioni potrebbero anche manifestarsi sulla linea ferroviaria. Il personale fisso del trasporto ferroviario sciopererà per 24 ore, mentre gli addetti alla circolazione dei treni sciopereranno dalle 9 alle 17. Trenitalia ha comunicato che le Frecce circoleranno regolarmente. Anche Italo ha pubblicato sul proprio sito la lista dei convogli che effettueranno servizio regolare. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” una vera e propria dichiarazione di guerra che ha generato preoccupazione per le conseguenze dello sciopero. La protesta, infatti, è di quella che possono mettere in ginocchio i trasporti. I sindacati vogliono protestare contro la politica economica e sociale del governo. Lo sciopero è indetto per l'occupazione, il lavoro e lo stato sociale, contro le politiche economiche del governo Renzi dettate dalla UE; per la difesa e l'attuazione della Costituzione ed il NO al Referendum; per la scuola e la sanità pubbliche ed il diritto all'abitare; contro l'attuale sistema previdenziale e la controriforma Fornero, la riforma Madia, il jobs act, l'abolizione dell'art.18, la precarietà, l'attacco al Contratto nazionale; per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, per l'aumento di salari e pensioni, per il reddito, per la sicurezza sul lavoro e nei territori; contro le privatizzazioni, la deindustrializzazione, e per la nazionalizzazione di aziende in crisi e strategiche; contro la Bossi-Fini e il nesso permesso di soggiorno–contratto di lavoro; contro la guerra e le spese militari; per un fisco giusto senza condoni agli evasori; per la democrazia sui posti di lavoro ed una legge sulla rappresentanza che annulli l'accordo del 10 gennaio 2014. In programma sono previste manifestazioni a livello nazionale.

Ritiro volontario lotto specialita’ medicinale antidolorifico "NOVALGINA". Risultati del periodo di validità da 60 a 24 mesi

Ritiro volontario lotto specialita’ medicinale antidolorifico "NOVALGINA". Risultati del periodo di validità da 60 a 24 mesi La Società Sanofi informa che ha attivato la procedura di ritiro di n. 20 lotti della specialità medicinale NOVALGINA*OS GTT 20ML 500MG/ML – AIC 008679033 in quanto rilasciati con una shelf life di 60 mesi..Tale iniziativa è dovuta al riscontro di risultati fuori specifica a seguito della riduzione del periodo di validità da 60 a 24 mesi. I lotti da ritirare, per riduzione del periodo di validità, sono i seguenti: Lottofinito Scadenza A4419 A4420 1A4420 A4421 A4422 A4423 A5424 A5425 A5426 1A5426 A5427 A5428 A5429 A5430 A5431 A5432 A5433 A6434 A6435 A6436 31/08/2019 30/09/2019 30/09/2019 30/09/2019 30/11/2019 30/11/2019 31/12/2019 31/01/2020 31/01/2020 31/01/2020 29/02/2020 31/05/2020 30/06/2020 30/06/2020 30/09/2020 31/10/2020 16/10/2020 31/12/2020 31/12/2020 31/03/2021. La NOVALGINA è utilizzata nel trattamento degli stati dolorosi o febbrili gravi o resistenti. Eventuali giacenze del lotto coinvolto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” non devono più essere dispensate e dovranno essere restituite.

Coop richiama il " Merluzzo alla mediterranea Fior Fiore". Errore di etichettatura, per omissione dell'allergene: contiene senape e panna non dichiarati sulla confezione, a rischio gli allergici

Coop richiama il " Merluzzo alla mediterranea Fior Fiore". Errore di etichettatura, per omissione dell'allergene: contiene senape e panna non dichiarati sulla confezione, a rischio gli allergici L’annuncio rivolto ai consumatori è stato diramato dalla catena della grande distribuzione Coop e riguarda il lotto 62241 del "Merluzzo alla mediterranea Fior Fiore" 250g. Questo prodotto infatti contiene senape e panna, e la presenza di questi allergeni non sono segnalati tra i componenti dell’etichetta. Per questa ragione, in via precauzionale, la COOP, ne ha disposto il ritiro da tutti i supermercati. “Invitiamo i consumatori in possesso del prodotto del lotto indicato, in caso di allergia o intolleranza alla senape e panna, a non consumare il prodotto e di riconsegnarlo al punto vendita. In caso contrario consumare regolarmente il prodotto”. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, rilanciando l'invito di Coop, consiglia ai clienti che hanno acquistato tale prodotto che sono sensibili alla senape e panna di non consumarlo e di riportarlo al punto di vendita. La sensibilità a questi allergeni porta a sintomi abbastanza gravi come difficoltà respiratoria, fiato corto, asma, tosse. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza alla senape e panna. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare senza problemi il prodotto.

martedì 18 ottobre 2016

"Dognapping" in Italia: aumentano i rapimenti di cani. Bersaglio preferito gli animali di razza.

"Dognapping" in Italia: aumentano i rapimenti di cani. Bersaglio preferito gli animali di razza. Il "dognapping" in Italia è una triste novità in rapida crescita. Sono sempre di più i cani che finiscono nelle mani di individui senza scrupoli e organizzazioni criminali. Un fenomeno dietro il quale si nascondono traffici di cani da combattimento o da avviare all'accattonaggio, richieste di riscatto appunto e, quando le vittime sono esemplari di razza, il traffico di animali da compagnia di lusso. Per non parlare dei cani venduti come cavie per laboratori dediti alla vivisezione. A livello nazionale la situazione è di 17mila cani, soprattutto nella Capitale e in Lombardia dove sono circa 2000 i cani rapiti all'anno, con un picco nelle province di Milano, Varese e Como. Il dato emerge dalle numerosissime segnalazioni dei cittadini e di chi è stato privato della compagnia di un animale ad associazioni. Vi sono poi furti su commissione, magari di cani particolarmente pregiati e di alto valore economico destinati al mercato dei "ricchi", e infine i rapimenti a scopo di estorsione denominati "dognapping". Ma per lo più i cani sequestrati non fanno più ritorno a casa anche perchè solo il 3% dei rapimenti viene denunciato, mentre il 15% dei casi è denunciato come smarrimento". È però questo fenomeno già diffuso in Francia, Germania e altre nazioni europee dove il rapimento di cani e successiva estorsione è una realtà purtroppo assodata. Pur essendo un trend in forte crescita, il furto di animali non rientra fra i reati censiti nella banca dati delle Forze di Polizia, come invece accade per le automobili. Esistono riscontri cartacei delle denunce presso i vari comandi, ma non venendo inseriti nel sistema l'autorità non possiede un dato statistico che consenta l'analisi del fenomeno. Né tanto meno esiste una specifica banca dati comune alle varie Forze dell'ordine, perlopiù sprovviste di lettore di microchip e ben di rado inclini a indagare sul singolo episodio. Il consiglio di Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è di non lasciare incustoditi i vostri amici a quattro zampe, quando li portate a spasso per strada, non perderli mai di vista, neanche quando entrano in un negozio, non lasciarli legati ai ganci esterni, custodendoli con la massima cura. Secondo il nostro regolamento di Tutela degli Animali si può accedere negli esercizi commerciali con i cani, eccetto in quelli che specificano il loro divieto all'ingresso.

lunedì 17 ottobre 2016

Lecce: quartiere San Lazzaro invaso dalle foglie.

Lecce: quartiere San Lazzaro invaso dalle foglie. Protestano i residenti del Rione San Lazzaro a Lecce per le foglie secche che hanno letteralmente invaso alcune vie, in particolare via G. Desa. La denuncia viene da Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che sottolinea come la presenza di foglie secche cadute dagli alberi e bagnate dalla pioggia e dall’umidità, trasformano i marciapiedi in veri e propri percorsi insidiosi per i pedoni. L’associazione ha deciso dunque di chiedere all'Amministrazione Comunale di accertare la situazione anche alla luce di possibili rischi per la sicurezza dei pedoni. Anche perchè le vie ignorate sono in queste condizioni da oltre un mese. Si converrà, però, che un mese è troppo e l’area così facendo, resta sempre con lo stesso problema. Senza contare che se si dovessero verificare abbondanti piogge, di solito in questo periodo sono improvvise e abbondanti anche se brevi, si formerebbero i classici allagamenti di cui tanto la gente si lamenta. Ove questa situazione dovesse persistere e le piogge arrecare danni alle abitazioni e a quant'altro, gli utenti danneggiati dal pessimo stato dei marciapiedi che presentano anche diverse buche pericolosissime dove una volta dimoravano bellissimi alberi, mai transennate, possono adire al Giudice di pace per chiedere i danni al Comune, mettendo a disposizione il proprio ufficio legale.

Eurostat, dilaga la povertà in Italia: famiglie sempre più in miseria

Eurostat, dilaga la povertà in Italia: famiglie sempre più in miseria. E' tra i paesi europei in difficoltà, preceduta da Grecia, Cipro e Spagna Il problema della povertà non affligge più solo l'Africa, e tutti gli altri paesi, che insieme a questo, godono di un aggettivo detto “paese del terzo mondo”. Non solo più queste zone sono afflitte da una povertà insaziabile ma anche nel nostro, vi sta sempre di più dilagando. E' proprio riguardo al nostro paese Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si fa portavoce del grande disagio sociale che colpisce intere famiglie con numeri elevati di figli o anziani che devono far conto solo sulla loro esigua pensione. Infatti, l'Italia è tra i paesi europei che, tra il 2008 e il 2015, hanno registrato i maggiori aumenti del rischio di povertà ed esclusione sociale. Lo ha reso noto oggi (lunedì) Eurostat. I dati parlano di una crescita di 3,2 punti percentuali, che collocano l'Italia al quarto posto, alle spalle di Grecia (più 7,6), Cipro (più 5,6) e Spagna (più 4,8). La vicina penisola figura al settimo posto tra i 28 per la percentuale di popolazione in difficoltà (28,7%). In Italia i poveri sono quindi cresciuti, negli ultimi sette anni, da 15 milioni a quasi 17,5 milioni. In Europa, invece, la tendenza si è invertita e i livelli sono ritornati a quelli precrisi(con il 23,7%) nel 2015, esattamente lo stesso valore del 2008. In base alla fotografia scattata da Eurostat, i paesi con la popolazione più povera, oltre un terzo, sono Bulgaria (41,3%), Romania (37,3%) e Grecia (35,7%), seguite da Lettonia (30,9%), Lituania (29,3%) e Cipro (28,9%) e, al settimo posto, dall'Italia (28,7%), a sua volta seguita dalla Spagna con una percentuale simile.

Ancora una montagna di rifiuti abbandonati vicino ai cassonetti, scatta la protesta

Ancora una montagna di rifiuti abbandonati vicino ai cassonetti, scatta la protesta. Protestano i residenti di via Forlanini a Lecce nei pressi del vecchio Ospedale Civile "V. Fazzi", per i miasmi e per la spazzatura depositata all’esterno del cassonetto adibito alla raccolta del solo vetro, e per la vicinanza dei rifiuti a pochi metri dalle abitazioni. «In queste giornate, spiegano i residenti, il disagio dovuto ai cattivi odori provenienti dai rifiuti organici è insopportabile e così pure il disordine della spazzatura depositata all’esterno del cassonetto previsto per il solo vetro». A quanto pare non è cambiato il malvezzo ed il malcostume di alcuni, di abbandonare con cronica noncuranza ogni tipo di rifiuto a fare bella vista proprio nelle immediate vicinanze delle abitazioni. Una situazione che non solo arreca un evidente danno all’immagine di Lecce, ma anche all’ambiente ed alla salute pubblica. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, intende segnalare la situazione alle autorità competenti per richiedere un pronto intervento degli operatori ecologici per rimuovere tempestivamente l'immondizia abusivamente depositata, ripristinando così i luoghi soggetti a questa situazione di degrado, in vista peraltro dell'inevitabile proliferare dei ratti e degli insetti.