martedì 31 dicembre 2019

Latte intero contro sovrappeso e obesità nei bambini

Latte intero contro sovrappeso e obesità nei bambini. Uno studio canadese svela che bere latte intero difende i bambini da sovrappeso e obesità La rivista scientifica " The American Journal of Clinical Nutrition " ha pubblicato oggi, uno studio sull'impatto del latte intero nel corpo umano, secondo cui bere latte intero riduce il rischio di sovrappeso e obesità infantile del 40% rispetto al consumo di latte scremato. Lo studio lo si deve ad un team del St. Michael's Hospital di Toronto. In sintesi, i ricercatori sono arrivati a questi risultati grazie a uno studio che ha coinvolto quasi 21 mila bambini e ragazzi tra 1 e 18 anni. Gli esperti hanno analizzato i dati di 21 studi condotti sull'argomento in sette Paesi, in alcuni dei quali le linee guida nazionali raccomandano ai genitori di dare latte scremato (privato dei grassi) ai bambini sopra i 2 anni di vita. I risultati raggiunti dallo studio contraddicono in pieno queste linee guida. Gli esperti hanno visto che tutti i dati puntano in un'unica direzione: i bambini che bevono latte scremato sono più a rischio di mettere su chili di troppo, quelli che sono soliti bere latte intero hanno un rischio di sovrappeso e obesità ridotto del 40%. Il prossimo passaggio, hanno spiegato gli esperti canadesi, sarà allestire una sperimentazione clinica in cui un gruppo di bambini beva latte intero e un gruppo di coetanei latte scremato per verificare se vi sia una relazione di causa ed effetto tra i grassi nel latte e il ridotto rischio di sovrappeso. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il latte è l'alimento più discusso. Tra i pro condivisi dalla comunità scientifica c'è il fatto che il latte stimola i fattori di crescita, ottimo quindi nei bambini. Alcune ricerche, che non mettono però d'accordo tutti, individuano tra i fattori negativi un legame diretto tra l'assunzione di latticini e l'insorgere di tumori.

Pedaggi autostradali, niente rincari in Italia tranne per la Pedemontana.

Pedaggi autostradali, niente rincari in Italia tranne per la Pedemontana. Molto usata da chi si reca a Malpensa, rientra fra i pochissimi tratti colpiti da incrementi nel 2020 Buone notizie per chi è partito in vacanza nei giorni scorsi. Al rientro dalle ferie, in gennaio, troverà un inaspettato regalo da parte delle autorità italiane. A partire da domani, infatti, i pedaggi autostradali rimarranno per lo più invariati. Tra i pochissimi tratti per i quali è stato annunciato un aumento, però, ne figura uno che è piuttosto utilizzato per chi si reca all'aeroporto di Milano Malpensa: la Pedemontana. Come comunicato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti italiano, l’autostrada lombarda fa parte del 5% di rete autostradale il cui pedaggio diventerà più salato nel nuovo anno. L'incremento sarà dello 0,8%: il più basso tra quelli previsti. Se ora, in base al sito di Pedemontana, per andare dall’intersezione tra la A9 e la Pedemontana a Lomazzo a quella con la A8 servono 3,22 euro, a partire dal prossimo anno si dovranno sborsare quindi circa 26 centesimi di euro in più. Gli altri tratti interessati da aumenti sono le Concessioni autostradali venete CAV (1,2%), l’Autovia padana (4,88%) e la Bre.Be.Mi. (3,79%). I pedaggi del restante 95% della rete italiana, invece, non saranno toccati, fa notare il ministero. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, buone notizie per i viaggiatori contro la politica lobbystica dei concessionari che sta letteralmente impoverendo tutta la mobilità del Paese. Sarebbe stato inaccettabile dover sostenere nuovi aumenti dei pedaggi autostradali perché lo vogliono le lobby a scapito dei cittadini, che già devono affrontare una crisi economica generale.

Salmonella, il Ministero della Salute segnala richiamo di un salame dai supermercati.

Salmonella, il Ministero della Salute segnala richiamo di un salame dai supermercati. Un lotto di produzione del salame "SALAME PRIMA QUALITA'' dell'azienda SALUMIFICIO BERTOLETTI SRL è stato ritirato dal mercato per la presenza di salmonella Il Ministero della Salute richiama il salame per rischio salmonella.Pubblicato l'avviso di richiamo del lotto 251019 con scadenza 20/04/2020 del "Salame prima qualità" a marchio Salumificio Bertoletti srl per rischio microbiologico dovuto a presenza di salmonella. Il salame è stato prodotto da Salumificio Bertoletti srl, nello stabilimento di via delle Boschine 6, a Graffignana in provincia di Lodi. Il provvedimento è stato firmato oggi, martedì 31 dicembre, e pubblicato sul sito del ministero nell’apposita sezione dedicata ai richiami di prodotti alimentari. Si ricorda che l'autorità, in questo caso il Ministero della Salute, può anche stabilire la revoca del ritiro e del richiamo dei prodotti. Che cos’è la salmonella? Il batterio del genere salmonella, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è il più comunemente isolato nei casi di infezioni trasmesse dagli alimenti. È presente in natura con oltre 2000 varianti, anche se i ceppi più diffusi nell’uomo sono la “salmonella enteritidis" e la "salmonella typhimurium". È possibile suddividere le infezioni provocate da questo agente batterico in due forme: tifoidee e non tifoidee. Le prime, come suggerisce il nome, provocano nell’uomo la febbre tifoide, mentre le secondo sono una delle cause più frequenti di intossicazioni alimentari nel mondo industrializzato. I principali veicoli di infezione sono l’acqua e i cibi contaminati. Gli alimenti considerati più a rischio, come indicato dall’Istituto Superiore di Sanità, sono le uova crude o poco cotte e i loro derivati; il latte crudo e i suoi derivati; la carne, soprattutto se poco cotta, e i suoi derivati; le salse e i condimenti per le insalate; i preparati per dolci e creme; la frutta e la verdura contaminate durante il taglio. I principali sintomi dell’infezione da salmonella sono i disturbi del tratto gastrointestinale come il dolore addominale, la nausea, il vomito e la dissenteria, che possono anche essere accompagnati dalla febbre.

Le multe le fa il sindaco... ma non può?

Le multe le fa il sindaco... ma non può? Succede a San Fermo in provincia di Como dove nel 2019 il primo cittadino ne ha comminate oltre quattrocento. Ma alla gente interessa sapere soprattutto una cosa: un sindaco ha davvero il potere di multare qualcuno per un’infrazione stradale? Succede a San Fermo, località in provincia di Como dove se l’auto è in divieto di sosta o se si commette un’altra infrazione alla multa ci pensa il sindaco che soltanto quest’anno ne ha comminate oltre quattrocento scatenando un acceso dibattito. Lui si chiama Pierluigi Mascetti. Per questo, si aggira per le strade della località comasca con palmare e stampante portatile. Pronto a entrare in azione. Quest’anno quasi la metà dei sessantamila euro di incassi previsti per le sanzioni li ha garantiti il sindaco. La multa più salata è andata a un automobilista che effettuò un sorpasso oltre lo spartitraffico. L’episodio fu approfondito dalle autorità locali, sfociando in una sanzione non solo per la manovra azzardata ma anche per altre infrazioni: eccesso di velocità in centro abitato, in ora notturna e in prossimità delle strisce pedonali. Ma alla gente interessa sapere soprattutto una cosa: un sindaco ha davvero il potere di multare qualcuno per un’infrazione stradale? La risposta è sì, ma solo in pochi casi poichè il sindaco è un "pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni". L’articolo 12 riconosce i poteri di «prevenzione e accertamento delle violazioni» agli appartenenti agli organi di polizia (e ad alcuni dipendenti di ministeri e gestori di strade e ferrovie, ma solo se superano un esame di qualificazione e, spesso, solo in determinati contesti). In più, il comma 2, estende questi poteri ai «rimanenti ufficiali e agenti di polizia giudiziaria».Dunque, in prima battuta il sindaco può multare solo se ha la qualifica di polizia giudiziaria. E questo può accadere solo nei Comuni più piccoli. Infatti, l’articolo 57 del Codice di procedura penale stabilisce che il sindaco è ufficiale di polizia giudiziaria solo nei centri in cui non c’è una sede né della Polizia di Stato né dei Carabinieri né della Guardia di finanza. Questa prerogativa viene sfruttata anche per sopperire alle carenze di organico dei vigili, che spesso non si possono coprire con nuove assunzioni. San Fermo della Battaglia è un comune italiano di 7.837 abitanti e certamente non è sede di organi di polizia statali, per cui il sindaco è un ufficiale di polizia giudiziaria. Ma non è pensabile che una modalità di accertamento di questo tipo diventi sistematica: le regole del Codice della strada, in quanto speciali rispetto alla legge 689, prevalgono. Si può fare un’eccezione in casi gravi,evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma si può discutere sul fatto che una sosta vietata lo sia. Inoltre, il Codice (articolo 200) prescrive come regola generale che l’infrazione debba essere contestata immediatamente al trasgressore, salvo alcuni casi elencati in modo tassativo (articolo 201). Tra essi c’è l’assenza del trasgressore, che giustifica l’omessa contestazione immediata nel caso di sosta vietata. Ma occorre dimostrare che il conducente si trovava davvero lontano dal veicolo e questo si può fare in modo convincente solo se è presente un vigile in divisa: alla sua vista, il guidatore apparentemente assente potrebbe improvvisamente materializzarsi per spostare subito il mezzo. Che poi è lo scopo fondamentale dell’attività di polizia.

Malasanità anche all'estero. Muore bruciata sul tavolo operatorio.

Malasanità anche all'estero. Muore bruciata sul tavolo operatorio. Una donna rumena è deceduta sul tavolo operatorio dopo un incidente causato da un bisturi elettrico applicato in modo errato. La malasanità non è un fenomeno solo italiano. Lo sappiamo. Ma quello che è accaduto in Romania in un ospedale di Bucarest, la dice lunga anche su cosa possa accadere quando si è all'estero e si ha a che fare con una sala operatoria. Le gravi ustioni dovute all'uso improprio di un bisturi elettrico e alle fiamme scaturitene sarebbero state la causa della morte di una paziente. La donna di 66 anni ha ceduto alle ferite subìte domenica sera scorsa, come confermato ai media rumeni dal segretario di Stato del Ministero della Salute, Horatiu Moldovan. Il fatto avvenuto lo scorso 22 dicembre ha suscitato grande scalpore in Romania. Ma è diventato noto lo scorso fine settimana, grazie a quanto pubblicato su Facebook da un deputato dell'opposizione, a cui sono stati fatti trapelare i registri interni dei dipendenti dell'ospedale. E la fine della paziente che doveva essere operata al pancreas è stata a dir poco orribile: "bruciava come una torcia" sul tavolo operatorio. Un'infermiera ha spento il fuoco dopo alcuni secondi versando un secchio d'acqua sulla donna malata di cancro. Secondo il personale dell'ospedale, il 40 % della superficie corporea è stata bruciata. L'incendio sarebbe iniziato perché la paziente sarebbe stata massaggiata con un disinfettante facilmente infiammabile a causa di un'allergia allo iodio. Il chirurgo avrebbe dovuto tenerne conto, ma avrebbe comunque usato un elettro bisturi che, appena applicato, avrebbe causato l'immediata accensione delle fiamme. Il segretario di stato ha confermato il fatto in una prima dichiarazione domenica. Ma non ha fatto alcun nome dei responsabili. Un fatto tragico che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la dice lunga sui rischi che si possono correre quando in una sala operatoria, anche di un paese UE, non si usano le dovute cautele.

lunedì 30 dicembre 2019

Tragedia sfiorata in autostrada, lastre e pezzi di cemento crollano dal soffitto in galleria

Tragedia sfiorata in autostrada, lastre e pezzi di cemento crollano dal soffitto in galleria. Chiusa l'autostrada A26 di Genova. Infuria la polemica sulla concessionaria Autostrade per l'Italia. Lo Sportello dei Diritti: "la sicurezza degli automobilisti viene prima di ogni cosa" Gli utenti che si trovano a passare lungo la A26, in direzione Genova, hanno postato sui social le foto di una tragedia che solo per fortuna è stata evitata. All'interno della galleria Bertè si è verificato un crollo di lastre e pezzi di cemento, proprio mentre transitavano diverse auto. Nessuna vettura è stata investita dal crollo. Dopo l'allarme, il tratto autostradale da Masone fino al bivio A26/A10 è stato chiuso con uscita obbligatoria a Masone, ad eccezione dei mezzi pesanti che restano in coda. La Polstrada conferma il distacco di una parte del soffitto. "Secondo le prime verifiche condotte dai tecnici autostradali, si legge in una nota di Autostrade per l'Italia, si sarebbe verificato il distacco di una ondulina e di parti dell'intonaco a cui era collegata". L'autostrada è stata chiusa in direzione Genova, ad eccezione dei mezzi pesanti che rimangono in coda. Agli utenti che viaggiano su mezzi leggeri, dopo l'uscita obbligatoria Masone si consiglia di percorrere la strada provinciale 456 del Turchino e rientrare in A10 a Genova Voltri. Inevitabili code e disagi al traffico. E anche le polemiche politiche che si verificano proprio nel mezzo della tempesta che si è abbattuta sulla concessionaria Autostrade per l'Italia che in questi giorni ha aperto molteplici cantieri per il monitoraggio delle infrastrutture dopo il caso dei falsi report scoperti dalla procura di Genova nel corso dell'indagine sul crollo del ponte Morandi. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, questo ulteriore mancato disastro impone interventi immediati perché la sicurezza degli automobilisti viene prima di ogni cosa. Dopo l'accaduto i vertici di Autostrade sono stati convocati d'urgenza al ministero dei Trasporti.

Truffe online. Una miriade di falsi messaggi email che cercano d’impietosirci.

Truffe online. Una miriade di falsi messaggi email che cercano d’impietosirci. L’allerta della Polizia Postale sulla Facebook Commissariato di PS On Line. Lo “Sportello dei Diritti”: non cliccate né rispondete mai a questi messaggi servono solo ad impossessarsi di vostri dati personali e bancari Non passa giorno che noi dello “Sportello dei Diritti” non segnaliamo i pericoli che si possono celare dietro ogni messaggio di posta elettronica se non prestiamo attenzione al mittente ed al contenuto. In realtà, come più volte abbiamo denunciato, si tratta di tentativi di truffa cui ogni istante rischiamo di essere sottoposti attraverso i nostri dispositivi. In questa attività tesa a prevenire le frodi online, la Polizia Postale tramite un post pubblicato sulla sua pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” ha lanciato l’ennesima allerta sull’attività massiva di spamming che viene attuata attraverso email il cui contenuto è finalizzato ad impietosirci. Questo il testo del post della Polizia che riporta lo screenshoot di uno dei tipici messaggini: «#ATTENZIONE LA #TRUFFA CORRE VIA #EMAIL Brutto momento!! “Buongiorno, spero che tu stia bene. Non sto per niente bene, sto passando un brutto momento e ho bisogno di parlarti via e-mail perché non ho più il mio telefono” Cari amici vi invitiamo a fare attenzione a messaggi di questo tipo che negli ultimi giorni stanno riempendo le caselle di posta elettronica. E’ la volta delle e-mail, con le quali si punta a colpire la sensibilità delle persone, che molto spesso cadono nel tranello di chi, facendo finta di passare un “brutto momento”, è proprio lì che aziona la truffa. Non rispondete a questo genere di messaggi, e occhi aperti sempre.» È proprio vero che solo prestando attenzione si possono evitare spiacevoli conseguenze che possono essere le più svariate e che vanno dalla sottrazione di dati personali o bancari o a reati gravi come lo stalking, estorsioni e via dicendo, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Come abbiamo detto più volte è sufficiente leggerne il contenuto e cestinarle una volta verificato che si tratta di questo tipo di tentativi di truffa. Nel caso siate comunque incappati in questo tipo di frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Autovelox di Melpignano. Quando l’amministrazione troppo impegnata a sanzionare notifica due volte l’ordinanza ingiunzione già annullata da una sentenza del Giudice di Pace.

Autovelox di Melpignano. Quando l’amministrazione troppo impegnata a sanzionare notifica due volte l’ordinanza ingiunzione già annullata da una sentenza del Giudice di Pace. Lo “Sportello dei Diritti”: scarsa attenzione verso i cittadini Sono fatti che accadono quando gli enti accertatori utilizzano gli strumenti di rilevazione delle violazioni al Codice della Strada a livello seriale, come quello capitato ad un cittadino che si era rivolto allo “Sportello dei Diritti” per ricorrere avverso un verbale per presunto eccesso di velocità elevato dal Comune di Melpignano. L’automobilista pensava che tutto si fosse risolto dopo che gli era stata recapitata un’ordinanza ingiunzione di rigetto del ricorso per la somma di 362 euro e che una volta impugnata innanzi al Giudice di Pace di Lecce, era stata annullata con una sentenza emessa il 9 dicembre scorso. Senonchè, proprio qualche giorno dopo, pensando di ricevere la bella sorpresa di una copia della decisione del magistrato onorario, si era visto con suo estremo sconcerto notificare a cura dello stesso Comune di Melpignano per conto della Prefettura di Lecce, lo stesso ed identico provvedimento dell’autorità territoriale del governo che gli ingiungeva nuovamente il pagamento dello stesso importo come risulta dai documenti che pubblichiamo. Un qui pro quo che è senz’altro dipeso dalla miriade di opposizioni ai verbali elevati dal Comune di Melpignano per il famigerato autovelox installato sulla s.s. 16. Ancora una volta, quindi, il cittadino sarà costretto a recarsi dal Prefetto confidando in una spontanea presa d’atto dell’evidente errore che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, denota la scarsa attenzione verso i cittadini delle amministrazioni impegnate ad elevare sanzioni a gogo utilizzando strumenti elettronici di rilevazione delle infrazioni in punti a dir poco “strategici” che più che dietro alla paventata necessità di maggiore e condivisibile sicurezza per la circolazione stradale, si rivelano nella loro incredibile capacità di portar soldi nelle casse degli enti interessati.

ENAC sospende la licenza della compagnia aerea Ernest Airlines dal 13 gennaio 2020.

ENAC sospende la licenza della compagnia aerea Ernest Airlines dal 13 gennaio 2020. A rischio i passeggeri già in possesso di titoli di viaggio. La compagnia aerea italiana non potrà più emettere biglietti di viaggio fino a quando il provvedimento di sospensione verrà revocato. L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile informa di aver disposto la sospensione della licenza di esercizio di trasporto aereo passeggeri e merci al vettore Ernest S.p.A. Tale sospensione avrà efficacia a partire dal 13 gennaio 2020 al solo scopo di consentire alla compagnia di riproteggere i passeggeri già in possesso di un titolo di viaggio, provvedendo, al contempo, alla necessaria informativa all’utenza per gli eventuali voli cancellati. Il vettore, pertanto, non potrà più emettere biglietti di viaggio. La licenza rimane comunque in vigore fino al 13 gennaio 2020, anche in considerazione delle festività in corso, nonché del Capodanno ucraino del 7 gennaio 2020 e della conseguente necessità di garantire l’interesse superiore della tutela del passeggero, rilevato che non sussistono imminenti criticità che pregiudicano la sicurezza delle operazioni.Il provvedimento è stato adottato dall’ENAC sulla base di quanto previsto dal Regolamento (CE) n. 1008 del 2008, recante norme comuni per la prestazione di servizi aerei nella Comunità Europea. Tuttavia, qualora il vettore fornisca gli elementi di garanzia richiesti dalle norme comunitarie e tali elementi siano valutati favorevolmente dall’Ente, il provvedimento di sospensione potrà essere revocato. L’ENAC continuerà a effettuare un monitoraggio sulla compagnia aerea al fine di verificare l’adozione di tutte le iniziative possibili a tutela del rispetto dei diritti dei passeggeri. Il vettore Ernest Airlines, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, collega alcuni aeroporti italiani come Malpensa, Orio, Bologna, Napoli, Pisa, Roma, Venezia, Verona, Genova, ad alcune destinazioni in Ucraina, Albania, Spagna e Francia

Aifa: ritirato famoso farmaco ansiolitico a scopo precauzionale dalle farmacie. Ecco il lotto

Aifa: ritirato famoso farmaco ansiolitico a scopo precauzionale dalle farmacie. Ecco il lotto L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha disposto il ritiro, a scopo precauzionale, di un lotto di un ansiolitico della ditta Farmed Srl. Nello specifico si tratta del lotto n. AA3578 con scadenza 31-8-2020 della specialità medicinale XANAX - 30CPR 1MG RP – AIC 045189040. Il provvedimento si è reso necessario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a seguito del ritrovamento di una confezione del sopra citato medicinale XANAX riportante nell'astuccio esterno un errore di dosaggio (la scritta di 2 mg invece di 1 mg). Lo XANAX è un potente farmaco ansiolitico ed è uno dei più utilizzati in Italia. Lo XANAX serve a trattare i disturbi da ansia, tensione ed altre manifestazioni corporee o psichiatriche associate con sindrome ansiosa, e negli attacchi di panico con o senza agorafobia. La ditta Farmed ha comunicato l'avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

Turista francese ferita gravemente dallo squalo alle Seychelles

Turista francese ferita gravemente dallo squalo alle Seychelles Una turista francese è rimasta gravemente ferita ieri in un attacco di uno squalo mentre nuotava al largo delle Seychelles: lo ha riferito oggi, Dominique Mas, l'ambasciatore francese presso l'arcipelago dell'Oceano Indiano. Ferita a un braccio al largo di Praslin, la seconda isola dell'arcipelago, la turista di 45 anni, è stata trasferita in ospedale per le cure del caso. "La scorsa notte è stata sottoposta a un'operazione: non è in pericolo di vita", ha dichiarato l'ambasciatore di Francia. Questo incidente ha avuto luogo durante la stagione turistica in questo arcipelago di 115 isole famose per le sue spiagge idilliache e situate al largo della costa orientale dell'Africa. Gli attacchi di squalo sono rari. L'ultima è avvenuta nell'agosto 2011, anche al largo di Praslin. Avevano causato la morte di due turisti, un francese e un britannico. Tuttavia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” gli squali attaccano di più negli Stati Uniti. A rivelarlo, al 'The Sydney Morning Herald', è George Burgess, professore di ittiologia e biologia marina presso l'Università della Florida a Gainesville. Lo studioso ha spiegato che gli Stati Uniti sono il luogo in cui si verificano il 50 per cento degli attacchi di squali nel mondo.Utilizzando i dati dell'International Burg's Attack Shark File (ISAF), il database degli attacchi di squalo, ha rivelato che gli Stati Uniti hanno avuto 32 attacchi nel 2018, che rappresentavano la metà degli attacchi non provocati in tutto il mondo. A seguire l'Australia, che ha il secondo maggior numero di attacchi di squali. Nel 2018, quelli nelle acque dell'Australia sono stati 20, uno dei quali è stato fatale. Il Sudafrica, Paese che ha una presenza di numerose specie di squali, ha avuto solo due attacchi nel 2018 e zero morti. Le prime due specie più pericolose per l'uomo sono i grandi squali bianchi e lo squalo tigre, seguiti dallo squalo toro.

Francia, 100 sciatori bloccati su una seggiovia recuperati usando anche l’elicottero

Francia, 100 sciatori bloccati su una seggiovia recuperati usando anche l’elicottero. Un centinaio di sciatori bloccati su una seggiovia guasta a Serre Chevalier (Alte Alpi) sono stati evacuati domenica pomeriggio A Serre Chevalier intervento del Soccorso alpino e della gendarmeria francese, anche con l’auslilio di un elicottero, per portare a terra i passeggeri della seggiovia di Saint-Chaffrey che è rimasta bloccata per un guasto. I passeggeri coinvolti, tra cui alcuni turisti italiani, fanno sapere i soccorritori, sono 97. Il soccorso è terminato dopo due ore, alle 17:15, e non sono stati necessari interventi sanitari. Serre Chevalier, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, situata nella parte meridionale delle Alpi della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, all'interno del Parco nazionale des Écrins, nel dipartimento dell'Hautes-Alpes, si estende sui comuni di Briançon, Puy-Saint-Pierre, Saint-Chaffrey, La Salle les Alpes e di Monêtier-les-Bains. È collocata nella valle della Guisane. È la più grande stazione di sport invernali delle Alpes du Sud sia per il chilometraggio delle piste che per numero di visitatori.

domenica 29 dicembre 2019

Malta: due italiane ferite gravemente in un incidente stradale a St Paul’s Bay

Malta: due italiane ferite gravemente in un incidente stradale a St Paul’s Bay Un incidente stradale si è verificato a St Paul’s Bay sabato 28 dicembre intorno alle 21.30, quando una Hyundai guidata da un 57enne italiano si è scontrata con una Bmw guidata da un 34enne. Le due passeggere della Hyundai, una 80enne residente a Gzira e una donna le cui generalità non sono state rese note, sono rimaste ferite anche in maniera grave e ricoverate al Mater Dei in ambulanza. L'incidente, fa sapere la Polizia maltese, si è verificato all'incrocio di Triq it-Turisti con Triq Għawdex, a St. Paul's Bay. Alla luce di questi gravi incidenti che vedono coinvolti i nostri connazionali all'estero, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, suggerisce caldamente a tutti coloro che sono in procinto di recarsi temporaneamente all’estero, nel loro stesso interesse, di munirsi della Tessera europea assicurazione malattia (TEAM), per viaggi in Paesi dell’UE, o, per viaggi extra UE, di un’assicurazione sanitaria con un adeguato massimale, tale da coprire non solo le spese di cure mediche e terapie effettuate presso strutture ospedaliere e sanitarie locali, ma anche l’eventuale trasferimento aereo in un altro Paese o il rimpatrio del malato, nei casi più gravi anche per mezzo di aero-ambulanza. E’ infatti noto che in numerosi Paesi gli standard medico-sanitari locali sono diversi da quelli europei, e che spesso le strutture private presentano costi molto elevati per ogni tipo di assistenza, cura o prestazione erogata. Occorre ricordare che le Rappresentanze diplomatico-consolari, pur fornendo l’assistenza necessaria, non possono sostenere nè garantire pagamenti diretti di carattere privato; soltanto nei casi più gravi ed urgenti, esse possono concedere ai connazionali non residenti nella circoscrizione consolare e che versino in situazione di indigenza dei prestiti con promessa di restituzione, che dovranno essere, comunque, rimborsati allo Stato dopo il rientro in Italia.

Una tigre di Sumatra cattura e uccide una giovane donna

Una tigre di Sumatra cattura e uccide una giovane donna. Un esemplare ha preso la donna di 30 anni che ha morso a morte e fatta a pezzi. I suoi resti sono stati scoperti in un luogo di balneazione pubblico nella regione di Muara Enim. Considerata seriamente a rischio di estinzione a causa della riduzione del suo habitat e della caccia di frodo. Considerata seriamente a rischio di estinzione a causa della riduzione del suo habitat e della caccia di frodo, una tigre, sabato 28 dicembre, ha attaccato e ucciso una donna sull'isola indonesiana di Sumatra mentre faceva una doccia all'aperto a 100 metri da casa sua. Scientificamente chiamata Panthera Tigris Sumatrae, la tigre di Sumatra vede governo e Ong, come il WWF seriamente impegnati per la protezione di una popolazione di animali che continua a ridursi. Secondo il rapporto 2004 del WWF, il numero delle tigri di Sumatra non superava i 400 esemplari, ma nel 2007 la popolazione non poteva superare i 192 esemplari, presenti soprattutto nelle foreste di Riau dove si trova anche la maggior parte delle piantagioni di palma. Proprio i nuovi e imponenti progetti di piantagioni di palma e caffè, realizzati anche grazie a vasti incendi boschivi hanno ridotto drasticamente l’habitat delle tigri. Riduzione dovuta anche al commercio illegale della sua pelle che ha un colore rossastro ed è la più scura di quella di qualsiasi altra tigre e delle unghie, considerate afrodisiache dalla medicina tradizionale. Secondo dati recenti, anzi, il lucroso traffico illegale è la causa maggiore della forte diminuzione del numero di tigri. Secondo tali dati, nel periodo 1998 – 2002 sarebbero almeno 50 le tigri uccise illegalmente, nonostante le dure misure per ridurre il mercato nero, sono previsti fino a due annidi prigione e 10mila dollari di multa. E non è facile individuare i bracconieri in quanto agiscono in aree difficili da raggiungere. Questo animale raro e quasi estinto si trova solo nella profonda foresta dell’isola di Sumatra, in Indonesia. Alcune sono nel Gunung Leuseur National Park, che si trova tra le province di Sumatra Settentrionale e Aceh, e anche nel National Batang Gadis nella zona settentrionale di Sumatra, oltre che in alcune foreste nella provincia di Riau. Fisicamente, la tigre di Sumatra è la più piccola tra le diverse specie di tigri. Il maschio è alto 60 cm e lungo 250 cm dalla testa alla punta della code pesa 140 kg, mentre la femmina di è lunga 198 cm e pesa 91 kg. A volte, tra questi animali selvatici e esseri umani nell'area delle piantagioni di palma o caffè, può capitare un "incontro" inatteso, come è accaduto il 28 dicembre a una donna di 30 anni, identificata come Sulis. La donna, che aveva portato con sè un cambio di vestiti, intorno alle 18:00 faceva una doccia all'aperto da sola, ma la tigre l’ha afferrata per le gambe, l’ha trascinata giù e l’ha uccisa facendola a pezzi. La deforestazione selvaggia negli anni in Indonesia ha modificato l'equilibrio biologico dei predatori e non solo e ne ha alterato il comportamento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Le tigri, attaccano spesso l’uomo, specialmente quegli che vivono ai margini della foresta o dei Parchi Nazionali. Compreso l'incidente di ieri, cinque persone sono state attaccate

Parcheggio incivile: è reato bloccare un’altra auto.

Parcheggio incivile: è reato bloccare un’altra auto. La Cassazione conferma la condanna per violenza privata contro chi si rifiuta di spostare la propria auto che blocca l'accesso al cortile. Cosa fare contro chi non ti fa entrare o uscire? Ostruire il passaggio al cortile in uso anche ad altra persona a cui viene impedito di entrare per recuperare i propri attrezzi ivi depositati o a un’auto, parcheggiando la propria in modo incivile tanto da non lasciarla passare, fa scattare il reato di violenza privata: non solo, quindi, una semplice multa per violazione del codice della strada a carico di chi blocca l’uscita o l’entrata da o per un garage, un cancello, un box auto, l’ingresso a un cortile, un edificio ecc., ma anche un procedimento penale vero e proprio. A confermare la condanna per violenza privata la Corte di Cassazione, quinta sezione penale, nella sentenza n. 51236/2019 del 19.12.2019. L’episodio giudicato dalla Cassazione si è verificato nella provincia di Matera. Un uomo si era rifiutato di rimuovere la sua auto parcheggiata all’ingresso di un cortile privato, così togliendosi lo ‘sfizio’ di impedire al vicino «di accedere al cortile e di prelevare gli attrezzi di sua proprietà, lì depositati». Per i giudici non vi sono dubbi sull’abuso compiuto dall’uomo sotto processo, che, a precisa richiesta, si è rifiutato di spostare l’auto, così impedendo a un’altra persona di accedere al cortile e recuperare gli attrezzi di sua proprietà. A riguardo, la Corte ha affermato due importanti principi: - il reato scatta anche per pochi minuti: non conta quanto tempo duri la violenza, ma il semplice fatto che il comportamento sia stato realizzato; - il reato scatta sia nel caso in cui la condotta sia stata posta in malafede (dolo), con l’intento di dar fastidio, sia con colpa, ossia ignorando di aver bloccato il passaggio. Infine, gli ermellini sottolineano che «il requisito della violenza si identifica con qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente la persona offesa della propria libertà di determinazione e di azione». Non è la prima volta che gli Ermellini si pronunciano su vicende analoghe e il prevalente indirizzo giurisprudenziale è nel senso di condannare coloro che bloccano il passaggio e impediscono l'accesso al cortile, al garage o, addirittura, parcheggiano selvaggiamente in doppia fila. In questi casi, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per denunciare chi ti blocca il passaggio non devi far altro che immortalare la posizione delle macchine con una fotografia e recarti alla polizia o ai carabinieri. In quella sede, ti basterà raccontare l’episodio e chiedere che si proceda per le vie penali. In alternativa, potresti anche rivolgerti direttamente alla Procura della Repubblica, per il tramite del tuo avvocato, depositando lì il tuo atto di querela.

sabato 28 dicembre 2019

Addio al nome "Olanda": cambia da gennaio 2020. La nazione dei tulipani si chiamerà solamente Paesi Bassi.

Addio al nome "Olanda": cambia da gennaio 2020. La nazione dei tulipani si chiamerà solamente Paesi Bassi. Ma in verità più che un cambiamento toponomastico si tratta di un chiarimento voluto dal governo per esplicitare una volta per tutte la differenza Il prossimo anno non sarà solamente il nome del Regno Unito a scomparire dalla lista dei 28 Stati Ue. Un altro 'addio', anche se solo simbolico, segnerà i primi giorni del 2020: quello del nome Olanda, che da gennaio si chiamerà solamente 'Paesi Bassi'. Più che un cambiamento toponomastico si tratta di un chiarimento voluto dal governo per esplicitare una volta per tutte la differenza fra i Paesi Bassi e l'Olanda - che in realtà include solamente due delle 12 regioni che formano lo Stato europeo - ed evitare di associare l'immagine del Paese alla sola città di Amsterdam e al suo celeberrimo quartiere a luci rosse. Per il governo dell'Aja si tratta di un'operazione prima di tutto commerciale che costerà alle casse dello Stato 200mila euro. Insieme al nome è stato infatti presentato anche un nuovo logo che fra le lettere N e L, sigla internazionale che sta per Nederland (Paesi Bassi in olandese), fa intravedere la sagoma di un tulipano stilizzato.Tale simbolo potrà essere usato in qualsiasi settore legato alla promozione del Paese, dall'agricoltura allo sport, aveva spiegato nelle scorse settimane la ministra per il commercio estero, Sigrid Kaag, secondo cui "un'immagine chiara e ben definita" del Paese "è positiva per l'export e per attrarre investimenti e talenti". Dal gennaio 2020, evidenzia Giovanni D’AGATA, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i ministeri, le ambasciate e l'Agenzia per le imprese (Rvo, Netherlands Enterprise Agency), ma anche università, Comuni e federazioni sportive potranno quindi usare il nuovo nome e logo per promuovere le proprie attività. Ad alimentare in questi anni la confusione sul nome del Paese nordeuropeo ha contribuito anche il sito ufficiale di promozione turistica Holland.com, all'interno del quale, però, è presente una pagina che spiega la differenza fra Paesi Bassi e Olanda. I casi di caos toponomastico non sono certo nuovi per l'Europa, che nel 2019 ha visto risolversi una delle più complicate controversie sul tema risalente agli Anni '90. Sia gli abitanti della Grecia che quelli della Repubblica confinante rivendicavano il diritto di usare il nome 'Macedonia': i primi per indicare una propria regione, i secondi per chiamare il proprio Paese. La disputa si è risolta nel febbraio scorso, quando la repubblica balcanica ha cambiato nome in 'Macedonia del Nord'. Lo storico accordo era valso ai premier greco e macedone la candidatura al premio Nobel per la pace.

Allarme farmaco anti acne induce suicidio?

Allarme farmaco anti acne induce suicidio? Secondo l'associazione francese delle vittime del Roaccutane e generici (AVRG), avrebbero causato 60 suicidi, per lo più giovani, tra Francia e in Svizzera e 12 nel 2019, 10 per suicidio, solo nel Regno Unito, secondo i dati forniti dall'Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA). Un medicinale anti-acne avrebbe spinto al suicidio una sessantina di persone, per lo più giovani, tra Francia e in Svizzera. Il sospetto, che aleggia orma da anni, ha ripreso forza dopo che sono stati registrati anche nel Regno Unito nel solo 2019 dodici decessi, di cui 10 per suicidio, di persone a cui era stato prescritto il Roaccutane, secondo i dati rivelati dall'Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA). Questi medicinali avevano già provocato una nutrita serie di denunce tanto al gruppo farmaceutico svizzero Roche che ai fabbricanti dei generici, i laboratori Fabre e Expanscience". Tuttavia, non sono pochi, i giovani che hanno problemi di acne, spesso in forma acuta. Per il trattamento di questa patologia, vi sono numerosi farmaci, ma l’Isotretinoina (acido-cis-13-retinoico), in Italia commercializzata con il nome di Roaccutan (Accutane negli Stati Uniti), è quello attualmente più potente, oggi disponibile, per il trattamento della forma grave di acne. Un ciclo di trattamento con Isotretinoina della durata di 5 mesi permette una remissione prolungata dell’acne in più dell’85% dei pazienti. Alcuni pazienti possono richiedere più di 1 ciclo di trattamento. Il farmaco in questione, secondo quanto è dato apprendere da alcune ricerche, presenta alcune controindicazioni che è sempre opportuno conoscere prima d’iniziare il trattamento. Tra i rischi, è noto che può causare aborto e gravi difetti al nascituro. Inoltre, i pazienti che assumono il farmaco possono incorrere in gravi problemi che interessano un certo numero di organi, tra cui il fegato, l’intestino, gli occhi, il naso e l’apparato scheletrico. Poiché l’Isotretinoina è un farmaco ad alto rischio il suo impiego dovrebbe essere riservato ai casi di acne cistica recalcitrante grave. Questo tipo di acne è resistente al trattamento standard, tra cui gli antibiotici, ed è caratterizzata da molte lesioni infiammatorie nodulari e cistiche piene di pus. Queste lesioni possono causare dolore, cicatrici permanenti ed effetti psicologici negativi. L’FDA (Food and Drug Administration), l’agenzia federale statunitense che vigila sui farmaci, ha approvato l’Isotretinoina nel 1982 e, da allora, quasi 5 milioni di americani e 12 milioni nel mondo sono state trattati con Isotretinoina, secondo i dati forniti dalla casa produttrice Roche.La metà delle persone che assumono il farmaco sono di sesso femminile, la maggior parte delle quali è in età fertile ( 15-44 anni ). Il rischio di difetti alla nascita tra le donne che assumono l’Isotretinoina è estremamente alto. Questi difetti comprendono idrocefalia e microcefalia, difetti cardiaci, deformità facciali, come labbra leporine e orecchie mancanti, e ritardo mentale. Dati di letteratura indicano che il 5-35% dei feti esposti all’Isotretinoina andranno incontro ad una malformazione. Nonostante nella scheda tecnica del prodotto fosse indicata la tossicità fetale, diverse segnalazioni di gravi difetti alla nascita sono giunte subito dopo la commercializzazione del farmaco. Allo scopo di ridurre l’uso del farmaco in donne fecondate, la società produttrice Roche, nel 1988, diede vita al Programma PPP (Pregnacy Prevention Program), in italiano Programma di Prevenzione della Gravidanza, per educare ulteriormente le donne ed i medici ad evitare i casi di tossicità fetale. Alle donne in età fertile che assumevano Isotretinoina veniva anche consigliato di seguire un programma anticoncezionale un mese prima, durante, ed un mese dopo il trattamento. Tuttavia, il Programma PPP non è riuscito ad eliminare del tutto le gravidanze in donne che stavano assumendo l’Isotretinoina. Nel 2005, è stato approvato il Programma iPLEDGE con maggiori restrizioni. iPLEDGE permette di ricevere una confezione di Isotretinoina solo se le donne vengono registrate in questo programma elettronico.Al di la di questi aspetti più noti e pertanto oggetto di maggiore attenzione da parte dei soggetti, in particolare donne che l’assumono, e dei sanitari che la prescrivono, vi sono altre avvertenze sulle quali lo “Sportello dei Diritti”, vuole porre l’accento per ricordare che questo farmaco deve essere prescritto solamente da o sotto la supervisione di medici che abbiano esperienza nell’uso dei retinoidi sistemici per il trattamento dell’acne grave e che comprendano pienamente il rischio del trattamento con isotretinoina e la necessità di monitoraggio. Infatti, in alcuni pazienti, l’assunzione dell’Isotretinoina è associata a gravi disturbi psichiatrici. Nonostante che la depressione fosse inserita nella scheda tecnica di prodotto, l’FDA nel 1998 ha ritenuto opportuno ri-sottolineare il pericolo di gravi disturbi psichiatrici nel corso del trattamento con Isotretinoina. Nella scheda tecnica è stata inserita l’avvertenza che l’assunzione di Isotretinoina può produrre depressione e psicosi, e che in rari casi il paziente può andare incontro ad ideazione suicidaria, tentativi di suicidio e suicidio. Tuttavia la relazione tra Isotretinoina e depressione non è stata scientificamente dimostrata. È ovvio, infatti, che alcuni pazienti, all’atto di assumere l’Isotretinoina, potrebbero già soffrire di depressione.Come detto, il farmaco in questione viene utilizzano per la cura di forme severe di acne nodulare recalcitrante. Tuttavia, la pubblicazione di alcuni case-report e la segnalazione spontanea di reazioni avverse hanno suggerito un'associazione tra isotretinoina, depressione e comportamenti suicidari, anche se gli studi effettuati hanno fornito risultati contrastanti. Quindi, in tal senso, è opportuno riportare un'ampia sintesi di una ricerca pubblicata sul British Medical Journal.In questo studio sono stati presi in considerazione pazienti trattati con isotretinoina per l'acne grave tra il 1980 e il 1990 e di età compresa tra 15 e 49 anni al momento della prima prescrizione. I dati sono stati collegati a quelli dei registri dei ricoveri ospedalieri e di mortalità (1980-2001). Nel corso dello studio è stato effettuato, in 3 diverse finestre temporali (prima, durante e dopo il trattamento), un confronto tra il tasso di tentati suicidi nel gruppo preso in esame e quello nella popolazione generale utilizzando il registro nazionale dei ricoveri ospedalieri. I dati sono stati stratificati per sesso, 5 fasce di età e per anno di calendario allo scopo di calcolare il numero atteso di eventi nella popolazione in studio in ciascuna finestra temporale. L'outcome principale era rappresentato dal tasso di incidenza standardizzato (calcolato dal rapporto tra numero di tentati suicidi osservati e numero di eventi attesi standardizzati per sesso, età ed anno) calcolato a partire dai 3 anni precedenti, durante e fino a 15 anni dopo la fine del trattamento. Sono stati esaminati 5.756 pazienti di cui il 63% di sesso maschile. L'età media per gli uomini era di 22,3 anni, mentre per le donne era 27,1 anni. La durata media del trattamento era di 6 mesi per gli uomini (durata totale 1.819 anni-persona) e 6,1 mesi per le donne (durata totale 1.091 anni-persona). Oltre il 90% dei pazienti ha ricevuto un solo ciclo di trattamento. Tra il 1980 e il 2001, il 2,2% dei pazienti (1,9% degli uomini; 2,7% delle donne) è stato ricoverato almeno una volta per tentato suicidio, per un totale di 210 ricoveri registrati (1,6 per persona).Il tasso di incidenza standardizzato, ricavato confrontando il gruppo in esame con la popolazione generale, è aumentato gradualmente per il primo tentativo di suicidio da 0,89 (IC 95% 0,54-1,37) nei 3 anni prima del trattamento a 1,36 (0,65-2,50) nell'anno precedente il trattamento del primo tentato suicidio e da 0,99 (0,65-1,44) nei 3 anni prima del trattamento a 1,57 (0,86-2,63) nell'anno precedente il trattamento per tutti i tentativi. Il rischio è risultato maggiore nei 6 mesi successivi all'inizio del trattamento: 1,93 (1,08-3,18) per il primo tentativo e 1,78 (1,04-2,85) per tutti i tentativi. Infine, è stata osservata una diminuzione del tasso di incidenza standardizzato nei 3 anni successivi al trattamento: 0,97(0,64-1,40) per i primi tentativi e 1,04 (0,74-1,43) per tutti i tentativi.Non è stata rilevata alcuna differenza statisticamente significativa nella dose giornaliera prescritta o nella durata del trattamento tra le persone che hanno tentato il suicidio e quelle esaminate in totale. Tuttavia, 14 pazienti (donne) che avevano tentato il suicidio dopo il trattamento avevano ricevuto 2 o più cicli di trattamento (24%; 13-35%) rispetto alle donne mai ricoverate per tentato suicidio (9%, 8-10%) (p<0,001).I pazienti con un tentativo di suicidio precedente al trattamento (n=32) non hanno mostrato un aumento delle tendenze suicide durante o dopo il trattamento: 12 di questi pazienti hanno ritentato o compiuto il suicidio durante il follow-up. Al contrario, dei 14 pazienti con un primo tentativo di suicidio durante o entro sei mesi dalla fine del trattamento, 10 hanno ritentato o compiuto il suicidio durante il follow-up (p=0,034).Confrontando i tassi relativi all'anno precedente al trattamento (1,66/1000 anni-persona) con il tasso nei sei mesi successivi al trattamento (2,52/1000 anni-persona), la differenza di tasso più elevata è stata correlata ai primi tentativi di suicidio: 0,86 casi per 1000 anni-persona (da -0,78 a 2,50). Per tutti i tentativi, la differenza corrispondente era 0,40 (da -1,46 a 2,26) per 1000 anni-persona. Alla fine del 2001 sono stati registrati 17 suicidi tra i pazienti maschi (1 durante il trattamento e 2 nell'anno successivo) e 7 tra le donne (0,4%). Il tasso di mortalità standardizzato nei pazienti maschi suicidatisi nell'anno successivo al trattamento era pari a 1,9 (0,4-5,4), mentre nelle pazienti è risultato pari a 1,8 (0,7-3,9) negli 11 anni successivi al trattamento. Venendo in concreto a quanto riportato anche dalla stampa inglese in merito al Roaccutane, in questi giorni, si ricorda che al farmaco in questione viene spesso attribuito il risultato di risultati miracolosi nella schiarimento della pelle delle persone. Mentre gli studi non hanno trovato un legame chiaro o diretto con un aumentato rischio di disturbi psichiatrici e suicidio, sono stati notati effetti collaterali. I dati del sistema di segnalazione dei cartellini gialli dell'MHRA, l'agenzia inglese per la farmacovigilanza - un sito Web per la segnalazione di reazioni avverse ai farmaci - hanno registrato 12 decessi nel 2019, 85 incidenti gravi e 19 non gravi. Dall'inizio dei record ci sono stati 88 morti. Nel 1998, gli avvisi sulla depressione e altri effetti collaterali psichiatrici sono stati aggiunti al foglietto informativo per i pazienti del farmaco. Nella sezione quattro afferma che "alcune persone hanno avuto pensieri di farsi del male o di porre fine alla propria vita (pensieri suicidari), hanno cercato di porre fine alla propria vita (tentato suicidio) o di aver terminato la propria vita (suicidio). Queste persone potrebbero non sembrare depresse. "Due anni fa, è stato aggiunto un nuovo avvertimento per dire che alcune persone sarebbero state colpite da problemi nell'ottenere o mantenere un'erezione e dalla riduzione della libido. L'MHRA ha precisato che il suo sistema di segnalazione "non era la prova di un effetto collaterale, ma un sospetto da parte della stampa che il farmaco potrebbe essere stata la causa". Ha affermato che la sicurezza dell'isotretinoina è stata costantemente sottoposta a revisione nel Regno Unito e in tutta Europa. Il gruppo di lavoro di esperti sull'isotretinoina è in fase di riconvocazione e prenderà in considerazione tutti i dati disponibili relativi al rischio di suicidio, considerando l'eventuale necessità di ulteriori interventi normativi. Il National Institute for Health and Care Excellence (Nizza) prevede di pubblicare una guida su tutti i trattamenti per l'acne entro il 2021 e ha affermato di considerare sempre la sicurezza dei farmaci nelle sue linee guida. Nella sua guida sulle opzioni disponibili per il trattamento dell'acne, il SSN inglese afferma che il farmaco è raccomandato solo per i casi gravi che non hanno risposto ad altri trattamenti. Il SSN riconosce che ci sono state segnalazioni di persone che hanno subito cambiamenti d'umore durante l'assunzione del farmaco. Il suo consiglio dice che, sebbene non ci siano prove che questi cambiamenti siano stati causati dal Roaccutane, i pazienti devono parlare immediatamente con il proprio medico se si sentono depressi, ansiosi o hanno pensieri suicidi. Un gruppo su Facebook di "sopravvissuti" legati al farmaco e ai suoi effetti collaterali conta oltre 8.000 membri nella sola Gran Bretagna. Nel 2004, il Guardian ha riferito che uno studente di medicina promettente si è ucciso quattro settimane dopo che gli era stato prescritto il farmaco per l'acne. Jon Medland, 22 anni, era all'ultimo anno della sua laurea in medicina presso l'Università di Manchester quando si è ucciso nei suoi alloggi per studenti il 13 gennaio di quell'anno. Roche ha affermato che milioni di pazienti assumono isotretinoina, ma "come la maggior parte dei farmaci, può avere effetti collaterali"."Questo è il motivo per cui raccomandiamo che sia prescritto con attenzione, con particolare attenzione a qualsiasi precedente storia di depressione, che i pazienti capiscano cosa aspettarsi quando lo prendono e che siano attentamente monitorati per assicurarsi di ottenere le cure di cui hanno bisogno." Insomma, per Giovanni D’AGATA, presidente dello “Sportello dei Diritti”, al di là delle problematiche connesse agli effetti collaterali già attenzionati dalle autorità sanitarie, è opportuno seguire le indicazioni già fornite dai produttori in caso di somministrazione. In ogni caso, resta da chiarire se e quante siano state le vittime inconsapevoli dell'assunzione e pensare che sia possibile avviare azioni risarcitorie per quanti abbiano subito conseguenze nell'ignoranza degli effetti avversi.

venerdì 27 dicembre 2019

Resti umani nello stomaco di uno squalo tigre catturato alle Reunion

Resti umani nello stomaco di uno squalo tigre catturato alle Reunion. Gli investigatori, attraverso l’esame del Dna, sperano di arrivare a un’identificazione dei resti umani, probabilmente appartenenti a un kayaker di 70 anni In una puntata di “Csi Miami”, gli agenti indagano su resti umani trovati nella pancia di uno squalo. Dalla fiction alla realtà: la polizia insieme agli scienziati dello Shark Safety Center (CSR). sono impegnati in un caso identico e sta lavorando per scoprire chi sia la vittima. E’ giovedì sera, dei pescatori sono impegnati in una "battuta" al largo di Saint-leu (a ovest dell'isola francese di Reunion, nell'Oceano Indiano). Sperano di prendere delle cernie. Invece, secondo il racconto riportato dai media locali, catturano uno squalo tigre di 3,5 metri: non appena lo sistemano a bordo rigurgita un braccio. I pescatori decidono di rientrare in porto mentre contattano via radio la polizia. Una volta a terra gli agenti incidono la pancia dello squalo e trovano le braccia e una collana. I resti sono trasferiti al laboratorio di medicina legale dove oggi è stata effettuata l'autopsia: in base ai primi rilievi la vittima sarebbe un uomo di un kayaker di 70 anni scomparso il 12 dicembre nella laguna di Saline (ovest), di cui i famigliari hanno riconosciuto la collanina. Non sono stati rinvenuti al momento altri resti dell'uomo. Troppo presto per dire se sia stato ucciso dal predatore o se invece era già cadavere al momento dell'assalto. Gli investigatori, attraverso l’esame del Dna, sperano di arrivare a un’identificazione. Una scoperta simile è stata fatta il 6 novembre quando sono stati trovati una mano e un avambraccio nello stomaco di uno squalo tigre catturato al largo della costa di Saint-Gilles (ovest). L'indagine stabilì quindi che erano i resti di un turista scozzese scomparso due giorni prima mentre faceva il bagno nella laguna dell'Ermitage (ovest). Purtroppo gli attacchi di squali nell'isola de La Réunion non sono infrequenti. Si tratta del 26mo attacco dal 2011 da parte di uno squalo nel mare che circonda l'isola; l'ultimo. La metà di questi attacchi, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha coinvolto surfisti e bodyboarder.

Tragedia su volo Delta Airlines, muore bimba di 10 anni. Atterraggio di emergenza a Los Angeles

Tragedia su volo Delta Airlines, muore bimba di 10 anni. Atterraggio di emergenza a Los Angeles La causa della morte, così come l’età e l’identità, devono ancora essere confermate. Secondo le prime informazioni si tratta di una bimba di 10 anni, che era salita sull'aereo decollato dall'aeroporto internazionale di Los Angeles alle 15:15. Pochi minuti dopo l'incidente: è svenuta e l’aereo, tornando indietro, ha tentato un atterraggio di emergenza. Il personale a bordo ha fatto il possibile per mantenere in vita la bambina, ma pare non ci sia stato nulla da fare. In una nota, la portavoce dei vigili del fuoco Margaret Stewart precisa e conferma il tragico evento: “Sfortunatamente, tutti i nostri sforzi non hanno avuto successo, la bambina non ha potuto essere salvata". E continua “la passeggera ha ricevuto un’attenzione medica immediata all’atterraggio, ma purtroppo è stata dichiarata morta dal personale d’emergenza che era sul posto”. Attualmente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si ritiene che un arresto cardiaco sia la causa della morte ed è stata ordinata un'autopsia. La polizia ha avviato un'indagine, ma finora tutto lascia presagire a un terribile incidente.

Truffe online: l’allerta della Polizia Postale per i furti di account di messaggistica istantanea

Truffe online: l’allerta della Polizia Postale per i furti di account di messaggistica istantanea. In particolare Whatsapp nel mirino degli hacker. Lo “Sportello dei Diritti”: «non condividere mai i codici di sicurezza. A rischio la nostra privacy» Neanche il periodo delle festività natalizie ferma la Polizia Postale nella lotta senza quartiere contro il crimine online e le miriadi di frodi che possono accadere a chiunque possieda un dispositivo connesso. Proprio nei giorni scorsi la pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” con un nuovo post ha segnalato la serie di furti di codici di sicurezza che si stanno verificando a chi ha attivato una qualsiasi app di messaggistica istantanea, in particolare Whatsapp. Ricorda la Polizia Postale che «I codici di sicurezza che arrivano per sms sono strettamente personali, non vanno mai condivisi, anche se a richiederli è un vostro contatto.Per esempio: per attivare l’App di messaggistica Whatsapp sul proprio smartphone è necessario inserire un codice che viene inviato tramite SMS sul dispositivo.Si sta verificando che cybercriminali riescano a recapitare alla vittima un SMS nel quale viene chiesto l’invio di tale codice, facendo apparire come mittente il numero di telefono di un contatto presente in rubrica. L’invio del codice permette agli stessi di poter attivare un nuovo account Whatsapp su un dispositivo diverso ma riferito al numero telefonico della vittima prescelta che, di fatto, ne perde la disponibilità». Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, per evitare qualsiasi tipo di problema è necessario seguire i consigli della Polizia Postale: «- non dare seguito a richieste di invio di alcun codice, tramite sms, anche se provenienti da contatti presenti in rubrica; - non cliccare su eventuali link presenti negli SMS; - attivare la c.d. ”verifica in due passaggi” disponibile nell’area "impostazioni- account” dell’App - (https://faq.whatsapp.com/it/android/26000021/) https://www.commissariatodips.it/notizie/articolo/attenzione-furto-di-account-di-messaggistica-» Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare tempestivamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Lufthansa Germanwings: sciopero della low cost tedesca, Europa in tilt?

Lufthansa Germanwings: sciopero della low cost tedesca, Europa in tilt? Personale cabina minaccia tre giorni di sciopero alla vigilia di Capodanno. Lo scontro sulle retribuzioni per gli equipaggi: se non vi è soluzione alla controversia salariale sono previsti ulteriori scioperi ad oltranza. Il personale di cabina della controllata compagnia aerea tedesca Lufthansa Germanwings minaccia tre giorni di sciopero alla vigilia di Capodanno, a partire dalla mezzanotte di lunedì 30 dicembre, se l'azienda non migliorera' la sua offerta nel negoziato in corso coi sindacati. Non è esclusa un'estensione dello sciopero ad oltranza. La protesta degli steward e delle hostess di Lufthansa manderebbe in tilt i cieli europei. Nicoley Baublies, sindacalista di punta del sindacato Ufo, spiega che "le trattative non lasciano più spazio: serve un'escalation, serve lo sciopero". I negoziati sulle richieste dei sindacati, che hanno portato a scioperi nel novembre 2016 e ottobre di quest'anno, sono falliti senza risultati. Nella concitazione generale, lo sciopero, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", interesserebbe anche i passeggeri provenienti dall'Italia. Pertanto il consiglio è di controllare sul sito ufficiale lo stato del vostro volo per restare indenni. Uno sciopero di fine anno colpirebbe in particolare i viaggiatori che visitavano le loro famiglie durante le vacanze.

Occhio alla spesa, spunta il pane al topo

Occhio alla spesa, spunta il pane al topo. Il racconto choc di una donna incinta che solo quando ha assaggiato una fetta di pane venduto già affettato ha notato al suo interno la presenza di corpuscoli neri Meglio controllare il tuo panino prima di morderlo per evitare una sorpresa di quelle di cui si farebbe volentieri a meno. Accade a Aartselaar, nella provincia di Anversa in Belgio, dove è spuntato il panino al topo. Lo sgradito ritrovamento è toccato ad una donna incinta che ha scoperto nel filoncino già venduto affettato i resti di un grosso ratto. “Probabilmente era nell'impasto ed è andato a finire nel forno e poi nell'affettatrice. Non c'era sangue, quindi si è cucinato con il pane." Il prodotto proviene da un distributore automatico della zona che, ovviamente, sarà soggetto a controlli dopo l'increscioso episodio. Poiché non vi è alcuna indicazione sulla busta del pane, non è possibile sapere da quale panettiere è stato preparato. Tuttavia, la donna intende denunciare l'incidente al proprietario del produttore del pane e ad Afsca, l'autorità incaricata di garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari in Belgio. Può darsi che il roditore si trovasse all’interno della farina utilizzata per la preparazione del pane. La donna, ad ogni modo, incinta di sette mesi e mezzo, ha contattato il proprio medico di fiducia per essere rassicurata, dato che aveva ingerito l'alimento prima di accorgersi del "dettaglio". Naturalmente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il caso ha messo in allerta tutti mentre si indaga sul come è stato possibile che il topo sia finito nell'impasto.

Solfiti oltre i limiti nelle code di mazzancolle tropicali Luna Nera: ripercussioni sulla salute del consumatore

Solfiti oltre i limiti nelle code di mazzancolle tropicali Luna Nera: ripercussioni sulla salute del consumatore. Nuovo richiamo sul sito del ministero della Salute Il ministero della Salute ha diffuso l’avviso di richiamo di un lotto di code di mazzancole tropicali 36/40 del brand Luna Nera per la presenza di solfiti oltre i limiti di legge. Il prodotto interessato è l’unità di vendità di 5 libbre/2,27 kg; netto 4,75 libbre pari a 2,16 kg. con il numero di lotto 1909413-0 con scadenza fine aprile 2021. Il richiamo interessa vari punti vendita della rete delle catene di supermercati e non. A produrli è la Proexpo, Processadora y Esportadora de Mariscos S.A in Ecuador, Km 23.5 Via a La Costa Guayaquil Ecuador. I solfiti sono additivi che hanno una duplice funzione: sono conservanti perchè rallentano la moltiplicazione di talune specie di microrganismi e sono anche antiossidanti; la normativa vigente ne ammette l'utilizzo in determinati alimenti e a determinate dosi massime. Nei crostacei i solfiti vengono aggiunti per rallentare il processo di annerimento che ne abbassa inevitabilmente il valore commerciale. A scopo precauzionale, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda alle persone allergiche ai solfiti di non consumare il prodotto con il numero di lotto segnalato e di restituirlo al punto vendita d’acquisto, dove sarà rimborsato. Infatti è stato stimato che circa l' 1% della popolazione è sensibile ai solfiti e la sensibilità porta a sintomi abbastanza gravi come difficoltà respiratoria, fiato corto, asma, tosse. Inoltre, si possono manifestare altre sindromi più o meno gravi, ad esempio: orticaria, nausea, dolore al petto, rossore al volto, tipico di quando si beve un bicchiere di vino contenente una quantità eccessiva di solfiti.

giovedì 26 dicembre 2019

Cassazione sezioni unite: non è reato la coltivazione domestica di minime quantità di cannabis.

Cassazione sezioni unite: non è reato la coltivazione domestica di minime quantità di cannabis. Viene sostenuta la tesi per cui il bene giuridico della salute pubblica non viene in alcun modo pregiudicato o messo in pericolo dal singolo assuntore che decide di coltivare per se' qualche piantina Non costituirà più reato coltivare in minime quantità la cannabis in casa. A stabilirlo una decisione epocale quella delle sezioni unite penali della Cassazione. Si è sentenziato per la prima volta che "non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica" e "per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore". In sostanza chi coltiva per se' non compie più reato. Viene sostenuta così la tesi per cui il bene giuridico della salute pubblica non viene in alcun modo pregiudicato o messo in pericolo dal singolo assuntore di marijuana che decide di coltivarsi per se' qualche piantina. I kit per la coltivazione dei semi di cannabis sul balcone di casa sono ormai assai diffusi, venduti anche on line su siti specializzati di internet, ma si incorreva in rischi da un punto di vista legale, finora a livello giuridico non c'era mai stata un'apertura vera in questa direzione. La Corte costituzionale in passato è intervenuta più volte sul tema, sposando una linea rigorosa, e così la giurisprudenza ha assunto, dopo alcune isolate sentenze controverse sul tema, una posizione netta. Stabilendo un semplice principio: la coltivazione di cannabis è sempre reato, a prescindere dal numero di piantine e dal principio attivo ritrovato dalle autorità e anche se la coltivazione avviene per uso personale. Si affermava che "la condotta di coltivazione di piante da cui sono estraibili i principi attivi di sostanze stupefacenti" potesse "valutarsi come 'pericolosa', ossia idonea ad attentare al bene della salute dei singoli per il solo fatto di arricchire la provvista esistente di materia prima e quindi di creare potenzialmente più occasioni di spaccio di droga". E così la Cassazione, adattandosi a quanto chiarito dalla Consulta, ha finora sostenuto che la coltivazione di marijuana, anche se per piccolissime dosi, una o due piantine, è sempre reato, a prescindere dallo stato in cui si trovi la pianta al momento dell'arrivo del controllo. Dopo questa decisione che è stata sin da subito commentata come un evento epocale, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è giunto il momento che il legislatore prenda una posizione definitiva sulla legalizzazione o meno della cannabis e dei suo derivati.

Un lupo uccide un canguro la notte di Natale in una casa privata a Balen, in Belgio

Un lupo uccide un canguro la notte di Natale in una casa privata a Balen, in Belgio. Il predatore ha attaccato e ferito a morte il macropodide australiano di proprietà di una coppia di Balen. Ferito un secondo esemplare È quasi certo sia stato un lupo a sbranare, nella notte di Natale, a Balen, in Belgio, un canguro appartenente ad una coppia di proprietari privati. Un secondo esemplare ha invece riportato ferite all'orecchio ma a detta dei veterinari è fuori pericolo. L'attacco da parte del predatore, come detto, è avvenuto nel corso della notte. I due canguri si trovavano nel giardino recintato della casa. Sul posto gli esperti hanno rinvenuto delle impronte del canide. Si tratterebbe di un lupo che vive spostandosi nei boschi al confine tra Belgio, Germania e Francia da mesi a questa parte. "August" è apparso per la prima volta nell'agosto 2018 (da cui il suo nome). Da quando è stata uccisa la sua femmina Naya, vaga da solo nell'area militare di Bourg-Léopold, nella provincia di Limbourg. L'associazione naturalistica belga Landschap vzw, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli attribuisce la morte del canguro a Balen. L'Istituto fiammingo per lo studio della natura e delle foreste (Instituut voor Natuur- en Bosonderzoek) ha inviato oggi degli esperti a Balen per analizzare il DNA raccolto sul sito.

mercoledì 25 dicembre 2019

Coccodrillo raro ucciso allo zoo di Zurigo per salvare una dipendente che era stata morsa.

Coccodrillo raro ucciso allo zoo di Zurigo per salvare una dipendente che era stata morsa. L'incidente è avvenuto mentre la donna stava entrando nel recinto per pulirlo. Seguendo il piano di emergenza, lo zoo ha deciso di sparare all'animale e di ucciderlo. Lo zoo di Zurigo ha ucciso un coccodrillo sparandogli, dopo che il rettile aveva aggredito una dipendente, mordendola a una mano. Il fatto è accaduto due giorni fa, sostiene TeleZüri, che in seguito a delle ricerche ha ricevuto la conferma da parte dello zoo. L'incidente è avvenuto mentre la dipendente stava entrando nel recinto per pulirlo. Per qualche motivo, questo coccodrillo, un maschio adulto lungo un metro e mezzo e del peso di 15 chili, sfuggì alla vigilanza della giovane donna dalla quale era separato da una barriera. Le ha afferrato la mano con le mascelle e ha stretto la morsa per diversi minuti. Seguendo il piano di emergenza, lo zoo ha deciso di sparare all'animale e di ucciderlo. La custode è stata portata in ospedale e operata. Al momento si trova ancora al nosocomio. «Speriamo che le sue dita non siano in gravi condizioni», ha indicato il direttore dello zoo Alex Rübel a TeleZüri, aggiungendo che non ricorda di aver vissuto un simile incidente in 30 anni di carriera. L'animale ucciso, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”un coccodrillo delle Filippine (Crocodylus mindorensis), è una specie abbastanza rara, relativamente piccolo. Ne esistono solo 250 in libertà. L'establishment di Zurigo ne ospitava due: il maschio e una femmina, che tuttavia non vivevano in coppia. La polizia di Zurigo sta indagando sulle circostanze esatte dell'incidente.

martedì 24 dicembre 2019

Festività natalizie e di fine anno e alimentazione: attenzione a cosa mangiate, spesso si finisce in ospedale

Festività natalizie e di fine anno e alimentazione: attenzione a cosa mangiate, spesso si finisce in ospedale. Boom d'infezioni intestinali. La colpa principale è di come cuciniamo e mangiamo la carne e del pesce crudo. Intanto i costi della salute aumentano Un sondaggio rilanciato nei giorni scorsi in Svizzera sembra quasi la scoperta dell’acqua calda. Il quesito formulato suona più o meno così: «Sapete quali sono i medicinali più acquistati nel mese di dicembre?». E la risposta è altrettanto banale: «Quelli che servono a calmare mal di pancia e problemi intestinali». Le conferme, peraltro, sono giunte dalle cause farmaceutiche dove, solo per fare un esempio, il portavoce del colosso Sanofi, Jacques-Henri Weidmann ha fatto sapere che «dicembre è il secondo mese dell’anno in cui un prodotto come “…” (ndr noi dello “Sportello dei Diritti” abbiamo volutamente occultare il nome di un farmaco per la cura di tali sintomi per evitare qualsiasi forma di pubblicità) - per la soluzione dei problemi intestinali - registra le vendite maggiori». Anche la Bayer, ha confermato di assistere in questo periodo ad un aumento delle vendite di farmaci di questo tipo. Stessa tendenza anche per la Zeller, società attiva in prodotti naturali. E se i grandi gruppi farmaceutici ci confermano che le grandi abbuffate delle festività di fine anno spesso ci portano ad avere problemi di salute ed il numero di pazienti con problemi di stomaco e diarrea aumenta drasticamente, allora è necessario andare a capirne le cause. Secondo quanto sostenuto da alcune ricerche in tal senso, il motivo principale risiederebbe nella carne di pollo nel Nord, mentre nel Sud anche nel consumo di pesce crudo. Accade, infatti, che pezzi di pollo crudo spesso finiscono nei piatti e possono venire a contatto con contorni e verdure. Uno studio dell'Ufficio federale della sanità pubblica elvetico (UFSP) ha dimostrato che sono proprio alcuni piatti a base di pollo e l’uso scorretto della carne cruda le cause principali dell'aumento delle infezioni durante le festività. In questo senso la campilobatteriosi è l'infezione alimentare segnalata più frequentemente. Da non trascurare, inoltre, l’uso e forse anche l’abuso di pesce crudo nella convinzione che temperature esterne più basse riducano la carica batterica. Nulla di più sbagliato! Per evitare qualsiasi tipo di rischio dal consumo di pesce e molluschi crudi l’unico modo è di evitarli proprio. Solo per scrupolo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ricorda che ad essere maggiormente colpiti da sgradite conseguenze gastrointestinali non sono solo gli immunodepressi e le fasce più deboli della popolazione, ma anche i giovani dai 20 ai 29 anni. Il 15% degli italiani finisce addirittura in ospedale, e questo ha una diretta conseguenza sull’aumento dei costi della salute.

Solidarietà ed intercultura. L’associazione senegalese “Teranga AIP” a sostegno dei tanti bisognosi.

Solidarietà ed intercultura. L’associazione senegalese “Teranga AIP” a sostegno dei tanti bisognosi. La commovente lettera del vicepresidente Ablaye Seye al Questore di Lecce per ringraziare un poliziotto divenuto “discreto” punto di riferimento per le famiglie straniere in difficoltà. Ed un medico leccese che in forma anonima ha donato occhiali ad una bambina senegalese e derrate alimentari e ha raccolto migliaia di occhiali da portare in Senegal Ablaye Seye è un brillante ragazzo senegalese che da anni vive e lavora a Lecce ed è impegnato, attraverso l’associazione Teranga AIP della quale è vicepresidente, nel dialogo, nell’intercultura e nel sostegno dei più bisognosi della sua comunità d’origine e non solo. In maniera del tutto silenziosa, da tempo, anche attraverso l’ausilio di cittadini leccesi ha aiutato molti suoi connazionali e ciò che vogliamo raccontare oggi è fotografato anche nella lettera che ha voluto mandare al Questore di Lecce per ringraziare, col cuore in mano e con i principi d’integrazione e multicultura che lo hanno sempre ispirato, un poliziotto che da lungo periodo con la sua sensibilità ed un senso civico che trascende il suo compito istituzionale è divenuto punto di riferimento per le famiglie bisognose di stranieri residenti a Lecce. Andrea, questo il suo nome, non solo si è sempre prestato a dare utili consigli quando si potevano tenere comportamenti sbagliati ma, con discrezione e in via del tutto volontaria, ha continuato nel tempo a raccogliere indumenti, giocattoli e quant’altro potesse occorrere ai “nuovi leccesi” ma a spedirne anche in Senegal. Egli è quindi diventato un esempio da seguire da parte di tutti perché rappresenta un modus operandi che può essere un modello per educare al senso civico e alla solidarietà non solo coloro che vengono da altri paesi e da altre culture, ma anche noi cittadini in un momento molto particolare della nostra storia nella quale da una parte lo straniero è visto da tanti con diffidenza, mentre dall’altra, alcuni migranti vedono le forze dell’ordine come la parte “dura” dello Stato. Ma Ablaye non si è fermato e non è solo con il bravo agente delle Polizia di Stato. Con lui ci sono oltre allo “Sportello dei Diritti” che da sempre è un partner della “Teranga AIP”, anche altri volontari, tra cui un medico chirurgo iscritto al “Lions Club Santa Croce di Lecce” anch’egli impegnato nella raccolta di derrate alimentari ma anche di altri beni tra cui presidi medici. Proprio nei giorni scorsi, infatti, ad una tredicenne senegalese iscritta alla seconda Media dell’Istituto Comprensivo “D. Alighieri - A. Diaz”, sono stati regalati un paio d’occhiali da vista così come sono stati consegnati vestiti, libri e alimenti al Centro di Accoglienza notturna di Brindisi. Peraltro, nel prossimo febbraio si preannuncia una grande iniziativa che riguarderà un aiuto consistente per il Senegal. Da Lecce, sempre attraverso l’ausilio del medico salentino, partiranno verso Dakar migliaia d’occhiali da vista e verranno assicurate prestazioni mediche alle popolazioni più vulnerabili di quel territorio. Esempi di aiuto verso il prossimo e di dialogo che per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono belle notizie per questo Natale, ma che c’impongo l’idea che in assoluto anonimato e senza alcuna spettacolarizzazione della solidarietà si può pensare ad una società diversa, integrata, unita anche nella diversità delle origini e quindi diversa da quella che una cultura della divisione cerca d’imporci.

lunedì 23 dicembre 2019

Un altro richiamo per le capsule del caffè difettose, erogano frammenti di plastica

Un altro richiamo per le capsule del caffè difettose, erogano frammenti di plastica. Richiamo di CO.IND di due lotti di capsule compatibili con macchine Nescafè® Dolce Gusto a marchio MESETA. A causa di un difetto di fabbricazione il pericolo, è quello di ritrovarsi con piccole particelle di plastica nella tazza una volta utilizzata la capsula ed erogato il caffè. BEN DIECI, con quello di oggi, richiami legati a capsule di caffè difettose che potrebbero contenere frammenti di plastiche. Lunedì 23 dicembre, Unicoop Firenze ha diffuso sul suo sito, il richiamo da parte del Gruppo CO.IND, legato alle comuni capsule per il caffè che utilizzano migliaia di famiglie italiane. Si tratta di capsule compatibili con macchine Nescafé Dolce Gusto. A causa di un difetto di fabbricazione il pericolo, è quello di ritrovarsi con piccole particelle di plastica nella tazza una volta utilizzata la capsula ed erogato il caffè. Plastica che, se ingerita, potrebbe essere dannosa per la salute. I lotti individuati e citati dal richiamo di CO.IND sono i LOTTI: L19178 - L19208 delle capsule compatibili con macchine Nescafè® Dolce Gusto a marchio MESETA - EAN 8001730163487 che sono stati prodotti da Co.Ind S.C. nello stabilimento di Beyers Caffè Italia Srl, Via Marino Serenari 33H - 40013 Castelmaggiore Bologna. Per chi avesse acquistato capsule di questo tipo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, consiglia di non consumare i lotti interessati da richiamo e riportali nel punto vendita d'acquisto. I primi marchi coinvolti. Beyers Caffè Italia Srl (BCI) è il nome del produttore di tutte e dieci le marche richiamate, con sede dello stabilimento in Via Marino Serenari 33H, a Castel Maggiore (Bologna). Il primo marchio coinvolto è “Fortisimo”, commercializzato da “Supermercati Tosano Cerea Srl” e i prodotti interessati, in confezioni da 30 capsule con scadenza da 12 a 24 mesi, sono: FORTISIMO D.G. CORTADO (lotto L192450), FORTISIMO D.G. THE SOL. LIMONE (lotto L191770) e FORTISIMO DG THE LIMONE (lotto L193190). Il secondo marchio è invece “Palombini”, commercializzato da “Daroma Spa” e i prodotti interessati, in confezioni da 16 capsule con scadenza da 24 mesi, sono: PALOMBINI CLASSICO D.GUSTO (lotti L191750 - L192880 - L193100 - L193110) e PALOMBINI INTENSO D.GUSTO (lotti L191480 - L192470 - L192870). Terzo marchio finito nel mirino degli esperti del Ministero è “Meseta”, commercializzato da “Coind Società Cooperativa – Meseta” e i prodotti interessati, in confezioni da 16 capsule con scadenza da 18 mesi, MESETA D.GUSTO CLASSICO (lotto L19208), MESETA D.GUSTO INTENSO (lotti L19178 - L19208) e MESETA D.GUSTO DECAFFEINATO (lotto L19294). Il comunicato di Conad: quarto marchio coinvolto è “Conad”, commercializzato da “Coind Società Cooperativa – Conad” e i prodotti interessati dal richiamo, in confezioni da 16 capsule con scadenza da 12 a 18 mesi, sono: CONAD D.GUSTO INTENSO, CONAD D.GUSTO 100% ARABICA, CONAD D.GUSTO DECAFFEINATO, CONAD D.GUSTO GINSENG, CONAD D.GUSTO CORTADO e CONAD D.GUSTO ORZO (lotti da L19149 a L19339). In questo caso l’azienda ha diramato un comunicato: “In rari casi, nei prodotti indicati, è stato riscontrato al momento dell’erogazione un malfunzionamento della capsula che potrebbe generare il rilascio di un frammento plastica nella bevanda. Pertanto, tutti i clienti che fossero in possesso di una confezione appartenente ai suddetti prodotti, acquistati a partire dal mese di GIUGNO 2019, sono invitati a riportarla in qualsiasi punto di vendita Conad, che provvederà alla sostituzione o al rimborso”. Gli altri marchi nel mirino: ecco poi gli altri marchi coinvolti. Il quinto è “Caffè Consuelo”, commercializzato da “Coind Società Cooperativa – Caffè Consuelo” i prodotti coinvolti, in confezioni da 16 capsule con scadenza da 18 mesi, sono: CAFFE' CONSUELO D.G. INTENSO, CAFFE' CONSUELO D.G. DECA, CAFFE' CONSUELO D.G. SUPREMO, CAFFE' CONSUELO D.G. CLASSICO e CAFFE' CONSUELO D.G. FORTE (lotti da L19276 a L19329). Sesto marchio interessato è “Caffè Leoni”, commercializzato da “Coind Società Cooperativa – Caffè Leoni” e i prodotti, in confezioni da 16 capsule con scadenza da 18 mesi, sono: CAFFE' LEONI D.GUSTO CLASSICO e CAFFE' LEONI D.GUSTO FORTE (lotti da L19162 a L19304). Poi ancora il marchio “Bonini”, commercializzato dall’azienda omonima i cui prodotti coinvolti, in confezioni 16 capsule con scadenza da 12 a 18 mesi, sono: BONINI D.G. CIOCCOLATA DARK (lotti L192690 - L193110) e BONINI DOLCE GUSTO CORTADO (Lotto L193170). Nella lista compare poi il marchio “Happy Belly – Solimo”, commercializzato da “Amazon Eu Sarl Succursale Italiana” e i prodotti coinvolti, in confezioni in vari formati da 120g a 176g con scadenza da 12 mesi, sono: HAPPY BELLY DG.GRANDE INTENS (L191730), HAPPY BELLY D.G. AMERICANO (L191910 e L191920), SOLIMO D.G.CAPPUCCINO (L191890), SOLIMO D.G. LUNGO (L192060) e HAPPY BELLY DG.GRANDE INTENS (L191930). Infine c’è il marchio “101 caffè”, commercializzato dall’azienda omonima e i prodotti coinvolti, in confezioni da 16 capsule con scadenza da 12 a 18 mesi, sono: 101 CAFFELATTE DOLCE GUSTO X 100 CAPS e 101 CIOCCOLOSA DOLCE GUSTO X 800 CAPS (lotti L193120 - L193180).

Troppi coloranti in eccesso nei confetti con mandorla rossi a marchio Pelino: richiamato lotto per rischio chimico da colorante

Troppi coloranti in eccesso nei confetti con mandorla rossi a marchio Pelino: richiamato lotto per rischio chimico da colorante. Coinvolti i supermercati Carrefour che hanno provveduto a ritirare dagli scaffali i confetti con mandorla rossi (AVOLA MEDIA) a seguito dell'accertamento della presenza di troppo colorante E 124 rosso cocciniglia Carrefour ha disposto il richiamo di un lotto di confetti con mandorla rossi (AVOLA MEDIA) a seguito dell'accertamento della presenza di un additivo consentito ma presente in concentrazioni troppo elevate in questo lotto, prodotto dall'azienda Mario Pelino srl, con sede dello stabilimento a Sulmona(AQ), alla via Stazione Introdacqua n 55. Nello specifico si tratta del lotto LD 1986C10RR in scatola con scadenza 08/2022 e del peso di 250 g. Il provvedimento è stato assunto a causa del riscontro in quantità troppo elevate del colorante E124 rosso, che si ricava dalla cocciniglia. Che cos’è l’additivo E124 rosso cocciniglia? Questo ingrediente è detto anche Ponceau 4R e si tratta di un colorante di sintesi catalogato dall’Unione europea come additivo alimentare con la sigla E124. Rispetto ad altri di colore rosso che usano la cocciniglia, l’E124 è un colorante di origine sintetica, il cui uso alimentare è ammesso dall’Ue ma proibito negli Stati Uniti, in Norvegia e Svezia. In Francia è regolamentato dal 2008 con la presenza della dicitura che indica la possibile correlazione con la sindrome da deficit di attenzione e iperattività nell’infanzia. Esso viene sconsigliato ai bambini perché può dare luogo ad allergie ed eruzioni cutanee ma anche agli allergici all’acido acetilsalicilico, la comune aspirina, e ai soggetti asmatici. Si trova comunemente in caramelle, paste, biscotti, sciroppi, bibite, dolci, gelati, ghiaccioli, marzapane e gelatine. A scopo cautelativo e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda i clienti che avessero acquistato il prodotto a riportare le confezioni nel punto vendita dove era stato effettuato l'acquisto.

L'aereo decolla e torna indietro: "Il bagno è guasto".

L'aereo decolla e torna indietro: "Il bagno è guasto". WC fuori uso, aereo Swiss costretto a fare dietrofront, tornando nello scalo di partenza. Il velivolo era partito da Zurigo in direzione di Miami, ma una volta sull'Atlantico tutte le toilette hanno smesso di funzionare Era partito da Zurigo con destinazione Miami, ma una piccola 'avaria' non di poco conto l'ha costretto a fare marcia indietro, con lo stupore dei suoi passeggeri. L’incidente è accaduto a bordo di un aereo Swiss in volo venerdì scorso da Zurigo a Miami: una volta sull'Atlantico tutte le toilette hanno improvvisamente smesso di funzionare. "Un difetto tecnico del sistema che convoglia le acque reflue ha comportato la necessità di mettere fuori servizio tutti e sette i servizi igienici di bordo", ha indicato un portavoce della compagnia aerea elvetica in dichiarazioni riportate dal portale Watson. Questo è avvenuto quando il velivolo si trovava ormai in pieno Atlantico, circa 1000 km a ovest dell'Irlanda. A tre ore e mezzo dalla partenza i piloti hanno quindi deciso di interrompere il viaggio e di rientrare a Zurigo. Il comandante ha subito informato i 236 passeggeri che comunque non c'era alcun pericolo per la loro incolumità. Complessivamente il volo è durato sette ore. Una volta a Kloten (ZH) i tecnici sono riusciti a venire a capo del problema e quattro ore più tardi il velivolo è ripartito alla volta della Florida, riferisce Watson. Il volo Zurigo - Miami dura circa 10 ore e mezza. A documentare la rotta invertita dell'aereo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è stato il sito 'Flight Radar 24', che su Twitter ha pubblicato il percorso del volo, spiegando quanto accaduto. Stando al sito d'informazione aviatorie l'aereo era un Airbus A330-300.

domenica 22 dicembre 2019

L’allerta anche in Germania: dispositivi anticoncezionali intrauterini IUD a rischio

L’allerta anche in Germania: dispositivi anticoncezionali intrauterini IUD a rischio. Anche l’agenzia del farmaco tedesca (BfArM) mette nel mirino le spirali in rame Eurogine. Lo “Sportello dei Diritti”: in Italia quando si muoverà l’Aifa?” Dopo che lo “Sportello dei Diritti” lo scorso 30 novembre ha segnalato il ritiro dal mercato francese dei dispositivi anticoncezionali intrauterini IUD della società Eurogine da parte dell’agenzia di farmacovigilanza transalpina anche in Germania si è attivato l'Istituto Federale per i farmaci e i Dispositivi Medici "BfArM" (Bonn / NW) che sta attualmente pubblicando "Informazioni sul rischio" per i medesimi dispositivi medici che riteniamo possano essere di grande interesse per le donne: si tratta dei dispositivi intrauterini (IUD) per la prevenzione delle gravidanze, colloquialmente chiamati spirali di rame. Sulla base delle segnalazioni ricevute per le "rotture dei bracci laterali" , l'autorità ha informato il produttore che ritiene che i lotti interessati debbano essere immediatamente richiamati. Il produttore spagnolo Eurogine SL ( Castelldefels / E) e il suo distributore tedesco Tomed GmbH (Colonia / NW) hanno seguito questa raccomandazione e hanno informato i medici che le stavano trattando dall'inizio del 2018."ANCORA" è stato seguito dagli IUD "NOVAPLUS" e "GOLD T" . Nel settembre dell'anno in corso, il produttore ha inviato una raccomandazione affermando che lo IUD poteva rompersi senza manipolazione (cioè senza tentare di rimuoverlo). Per questo motivo, l'autorità non ritiene che le misure correttive di responsabilità personale adottate dal produttore siano appropriate a seguito della valutazione del rischio ufficiale. La BfArM ha comunicato in particolare: "Riteniamo pertanto indispensabile che il produttore, oltre alle sue misure precedenti, utilizzi le informazioni ginecologiche per incoraggiare i ginecologi a ordinare attivamente chi lo indossa al fine di garantire che le informazioni siano corrette, per verificare la corretta posizione dello IUD e prendere la migliore decisione medica individualmente. Sulla base della nostra valutazione, raccomandiamo a tutti i vettori di IUD del produttore Eurogine di visitare il rispettivo medico e di controllare la corretta posizione dello IUD . "Inoltre, l'Istituto federale per i farmaci e i dispositivi medici resta a disposizione di tutti gli interessati e il personale di trattamento, in caso d’incidenti connessi. Si prega di riferire al BfArM utilizzando gli IUP sui moduli forniti e qualsiasi domanda deve essere indirizzata all'Istituto Federale per la Droga e i Dispositivi Medici - Dipartimento Dispositivi Medici - Kurt-Georg-Kiesinger-Allee 3 a 53175 Bonn - Telefono: 02 28/9 93 07-32 02 (Dispositivi medici non attivi). Insomma, appare del tutto singolare che analoghe procedure non siano state ancora approntate in Italia dall’Aifa, la nostrana agenzia per la farmacovigilanza, rileva evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” così come abbiamo già sollecitato dopo che l’omologa francese alla fine di novembre aveva già provveduto in merito. In ogni caso, in assenza di provvedimenti ufficiali, rinnoviamo l’appello nei confronti di Aifa e Ministero della Salute a prendere atto di quanto sta accadendo nel resto d’Europa e continuiamo ad invitare tutte le donne che abbiano subìto conseguenze indesiderate, a segnalarcele per valutare la fattibilità di ogni tipo d'azione possibile a loro tutela.

Cellulare cade nel palo. Lui cerca di recuperarlo, ma rimane incastrato

Cellulare cade nel palo. Lui cerca di recuperarlo, ma rimane incastrato. Insolito salvataggio per i vigili del fuoco di Gard, in Francia, questa domenica mattina: un uomo è rimasto bloccato in un palo di metallo mentre cercava di recuperare il telefono. Per recuperare il suo cellulare, che era caduto in un palo metallico, è rimasto incastrato a testa in giù con l'intero corpo nella fessura. E' stato un passante che, vedendo i piedi sporgenti dal palo, aveva chiamato i vigili del fuoco questa domenica intorno alle 8:30: al loro arrivo si presentava una scena di un uomo intrappolato in un palo di metallo al chiosco di Nimes Esplanade, di fronte all'hotel Novotel, in Francia. Sembra che questo giovane di 23 anni abbia cercato di recuperare il suo cellulare caduto, scivolando all'interno del palo da un piccolo portello. Per tirare fuori il cittadino, vittima della sua stessa azione, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco e i sanitari. Alla fine, con un po’ di fatica, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” è stato liberato e i vigili del fuoco hanno ripreso anche il telefono, che è stato restituito al legittimo proprietario.

sabato 21 dicembre 2019

Una ragazzina ruba un aereo e si schianta in un aeroporto della California - VIDEO

Una ragazzina ruba un aereo e si schianta in un aeroporto della California - VIDEO C’è chi è davvero disposto a tutto per gioco…anche rubare un aereo (senza averlo mai guidato)! La storia che ha dell’incredibile arriva dalla California, negli Stati Uniti, e vede protagonista un adolescente. Come riporta NBC News, la ragazzina di 17 anni, il 19 dicembre, non ha pensato due volte e motivata dal presunto divertimento, ha deciso di prendere un bimotore, senza permesso. Senza paura di nulla, la ragazza ha rubato l'aereo da una pista di atterraggio all'aeroporto internazionale di Fresno Yosemite in California, negli Stati Uniti, schiantandosi subito dopo contro una recinzione di un edificio vicino. L'ufficio dello sceriffo ha detto che la ragazzina è riuscita a intrufolarsi sulla pista attraverso un edificio di manutenzione e poi accedere all'aereo. La cosa sorprendente evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” è che la ragazza, senza paura, non ha esitato a entrare nella cabina di pilotaggio, avviare il motore e partire. Le autorità hanno subito fatto sapere che la giovane è stata interrogata e le cause che l'hanno portata a cercare di rubare un aereo sono ancora oggetto di indagine. Un furto ripreso dalle videocamere di sorveglianza dell'aeroporto: nei video si vede chiaramente l'aereo rubato, compiere delle evoluzioni a terra prima di schiantarsi. Ecco il link di YouTube : https://www.youtube.com/watch?v=gQNTGzBaAg0#action=share.

venerdì 20 dicembre 2019

Messico, collisione tra due navi da crociera della Carnival Cruise Line in porto a Cozumel. Danni alle navi ma solo un ferito lieve - VIDEO

Messico, collisione tra due navi da crociera della Carnival Cruise Line in porto a Cozumel. Danni alle navi ma solo un ferito lieve - VIDEO Momenti di paura venerdì 20 dicembre nel porto dell'isola caraibica di Cozume,l nella nota località turistica del Mar dei Caraibi, quando un'imbarcazione della Carnival Cruise Line in manovra ne ha urtata un'altra ormeggiata. Il bilancio parla di danni materiali ma fortunatamente un solo ferito e in modo lieve. Tutte e due le imbarcazioni appartengono alla stessa compagnia, la Carnival Cruise Line. Come si vede nel filmato, girato da Matthew Bruin e messo a disposizione da Storyful, la Carnival Legend si gira lentamente e colpisce la parte posteriore della Carnival Glory, mentre i detriti cadono nell'oceano. La Compagnia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ha dichiarato che un ospite a bordo della Carnival Glory ha subito un lieve infortunio mentre veniva evacuato dalla sala da pranzo sul terzo e quarto ponte della nave. La compagnia di crociera statunitense Carnival Cruise Line ha dichiarato su Twitter che entrambe le navi sono ancora idonee alla navigazione.

Mobbing: quando la Giustizia allevia il dolore e le sofferenze del lavoratore mobbizzato.

Mobbing: quando la Giustizia allevia il dolore e le sofferenze del lavoratore mobbizzato. Il caso emblematico dell'ondata di suicidi a France Télécom, Didier Lombard condannato per mobbing. Le morti in serie scossero dieci anni fa l'opinione pubblica francese. Per il tribunale, i vertici del gruppo diffusero un clima nocivo di molestie morali e istituzionali Chi credeva che il mobbing non fosse più un tema d’attualità a livello giurisprudenziale si sbagliava di grosso. Perché convinti che la Giustizia, quella terrena, un’utopia ormai per tanti, se ci si crede veramente, se si è testardi, prima o poi arriva se si continua a combattere, sino ad esperire ogni livello che il Nostro ordinamento nazionale e sovranazionale ci consente. Giustizia che dopo un lungo corso durato circa dieci anni è arrivata a destinazione anche per l'ex amministratore delegato di France Télécom, Didier Lombard, che è stato condannato per mobbing «morale e istituzionale» nel processo legato all'ondata di suicidi dei dipendenti che dieci anni fa scosse il colosso francese delle Tlc. Il mega-manager francese, ex n.1 di France Télécom, dovrà scontare un anno di carcere di cui otto mesi con la condizionale. Condannati alla stessa pena anche altri due dirigenti di France Télécom e la stessa azienda, che dovrà pagare una multa 75.000 euro. Secondo il tribunale di Parigi, tra il 2007 e il 2008, dai vertici del gruppo si diffuse un clima nocivo di molestie "morali e istituzionali", anche se i giudici non appurano alcun legame diretto tra gli autori e le vittime. Una nozione, quella del mobbing morale e istituzionale, che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nella battaglia che l’associazione conduce in materia, ritiene utile riportare all’attenzione di tutti, che con questa sentenza entra per la prima volta a far parte della giurisprudenza francese. Una decisione esemplare che ci auguriamo costituisca precedente persuasivo e da monito per tutti i datori di lavoro perché possano pensarci non una, ma cento volte prima di umiliare e vessare il proprio dipendente.

Richiamato dal mercato un lotto di salame: rischio salmonella

Richiamato dal mercato un lotto di salame: rischio salmonella. Il richiamo del Ministero della Salute riguarda le confezioni da 400/500 grammi di salame prodotto da MACELLERIA PERUCCHETTI GIUSEPPE & C SNC. Il dicastero invita chi ha acquistato il prodotto a non consumarlo e a richiederne la sostituzione. Allerta arrivata in ritardo dal nostro sistema sanitario Il Ministero della Salute ha richiamato dal mercato un lotto di salame della marca MACELLERIA PERUCCHETTI GIUSEPPE & C SNC, presente in vari punti vendita italiani, per rischio microbiologico. Il prodotto è risultato positivo alle analisi per la ricerca di Salmonella. Nello specifico, il richiamo del dicastero riguarda la confezione di cozze sgusciate da da 400/500 grammi di salame (lotto B 03-10-19), prodotta da PERUCCHETTI GIUSEPPE & C SNC nello stabilimento di Gardone Val Trompia BS, in provincia di Brescia. È possibile riconoscere il lotto interessato dal richiamo anche dalla data di scadenza: marzo 2021. Il ministero della Salute invita chi ha acquistato il prodotto a non consumarlo e a riportarlo nel punto vendita in cui l’ha comprato per richiederne la sostituzione. Si ricorda che l'autorità, in questo caso il Ministero della Salute, può anche stabilire la revoca del ritiro e del richiamo dei prodotti. Che cos’è la salmonella? Il batterio del genere salmonella, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è il più comunemente isolato nei casi di infezioni trasmesse dagli alimenti. È presente in natura con oltre 2000 varianti, anche se i ceppi più diffusi nell’uomo sono la “salmonella enteritidis" e la "salmonella typhimurium". È possibile suddividere le infezioni provocate da questo agente batterico in due forme: tifoidee e non tifoidee. Le prime, come suggerisce il nome, provocano nell’uomo la febbre tifoide, mentre le secondo sono una delle cause più frequenti di intossicazioni alimentari nel mondo industrializzato. I principali veicoli di infezione sono l’acqua e i cibi contaminati. Gli alimenti considerati più a rischio, come indicato dall’Istituto Superiore di Sanità, sono le uova crude o poco cotte e i loro derivati; il latte crudo e i suoi derivati; la carne, soprattutto se poco cotta, e i suoi derivati; le salse e i condimenti per le insalate; i preparati per dolci e creme; la frutta e la verdura contaminate durante il taglio. I principali sintomi dell’infezione da salmonella sono i disturbi del tratto gastrointestinale come il dolore addominale, la nausea, il vomito e la dissenteria, che possono anche essere accompagnati dalla febbre. Lo “Sportello dei Diritti” fa notare che l’avviso online del ministero della Salute arriva oggi 20 dicembre, ben 21 giorni (29-11-2019) dopo la data della comunicazione del richiamo del lotto interessato dall’allerta, quando ormai il richiamo è inutile perché si presume che il prodotto sia stato già consumato o buttato, quantomeno nella maggior parte dei casi. Ci si può fidare del nostro sistema di allerta sanitario se i richiami alimentari arrivano con notevole ritardo?

Volo Zurigo - Punta Cana, passeggero molesto e violento aggredisce la hostess: legato dai viaggiatori.

Volo Zurigo - Punta Cana, passeggero molesto e violento aggredisce la hostess: legato dai viaggiatori. I passeggeri del volo Zurigo - Punta Cana, nei Caraibi, se la sono vista davvero brutta quando un uomo ha aggredito la hostess. I fatti si sono svolti mercoledì pomeriggio ma mai si pensava di dover assistere a quanto sarebbe accaduto poco dopo. Il passeggero ha iniziato a ordinare diverse bevande alcoliche. Un'assistente di volo gli ha fatto notare che non era possibile dato il suo stato alterato. A quel punto si è arrabbiato e ha iniziato a insultare gli altri passeggeri dando loro dei "figli di puttana”. La sceneggiata non è finita qui. A quel punto, infatti, il personaggio molesto ha tentato di accendersi una sigaretta. Poi improvvisamente è balzato in piedi e ha iniziato a colpire l'assistente di volo. In quel momento erano ad una altezza di 11mila metri. Subito dopo sono arrivati in soccorso altri uomini. Insieme sono stati in grado di sopraffarlo. E così dopo vari tentativi di calmarlo si sono uniti e lo hanno bloccato legandolo con delle cinte ad uno dei sedili. Ha urlato, infuriato, per circa tre ore. Solo alla fine del volo si è calmato. All'aeroporto di Punta Cana, i passeggeri hanno dovuto rimanere seduti fino all'arrivo della polizia che lo ha portato via. Il portavoce della compagnia di bandiera svizzera ha confermato che «un passeggero apparentemente ubriaco, mercoledì sul volo da Zurigo a Punta Cana, ha attaccato verbalmente e fisicamente altri passeggeri e l'equipaggio». Come spiega il portavoce Andreas Meier: «Per garantire la sicurezza a bordo, il nostro equipaggio ha avviato misure appropriate». Incidenti simili vengono segnalati anche alle autorità di destinazione. Ecco perché il passeggero è stato consegnato alla giustizia, all'atterraggio. Il caso ora è nelle mani delle autorità della Repubblica Dominicana. Tutti i membri dell'equipaggio, fortunatamente, stanno bene. Edelweiss, intanto, sta analizzando l'incidente ed esaminando eventuali misure penali e di altra natura da adottare. Inoltre, Edelweiss segnalerà questo incidente all'Ufficio federale dell'aviazione civile (UFAC). Ma episodi del genere non sono isolati, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Secondo l'Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA), la sicurezza di un volo nell'UE è minacciata da passeggeri aggressivi in media ogni tre ore. Le compagnie aeree sono costrette a effettuare un atterraggio di emergenza almeno una volta al mese a causa di incidenti simili. L'eccessivo consumo di alcol in aeroporto o a bordo, così come il consumo di droghe, sono le cause più comuni di comportamenti fastidiosi. Al fine di ridurre il crescente numero di piantagrane, l'EASA ha lanciato la campagna #notonmyflight.

Ore 12.30: chiude la centrale nucleare di Mühleberg in Svizzera.

Ore 12.30: chiude la centrale nucleare di Mühleberg in Svizzera. Per la prima volta in Svizzera verrà disattivata una centrale nucleare. E’ stata l’Italia con il referendum del 1987 ad aprire la strada per le procedure di smantellamento dei siti nucleari e in particolare per quanto riguarda l’economia circolare legata al decommissioning Alle 12.30 per la prima volta in Svizzera viene chiusa definitivamente una centrale nucleare. L’impianto di Mühleberg, dopo 47 anni, cessa la sua attività. Circa il 4-5 per cento dell’elettricità svizzera arriva dalla centrale nucleare di Mühleberg. Con la sua chiusura, la produzione di elettricità nel canton Berna verrà dimezzata. Tutto ciò non avrà alcuna influenza nell’approvvigionamento elettrico. Nella sala comandi, esattamente alle 12.30, verranno premuti due pulsanti e la centrale nucleare si spegnerà. A quel punto la pressione nel reattore si ridurrà e la temperatura dell'acqua scenderà da 280 a meno di 100 gradi Celsius entro sette ore. La centrale nucleare dovrebbe cessare la sua attività il 22 dicembre. A partire dal 6 gennaio inizierà lo smantellamento. Il coperchio del serbatoio a pressione del reattore rimarrà chiuso per tre mesi tra gennaio e marzo. In questo lasso di tempo la radioattività diminuirà di mille volte. Tra marzo e giugno del 2020, la copertura in cemento, che protegge dalle radiazioni, sarà smantellata. Il coperchio del contenitore a pressione verrà aperto e a quel punto la fossa verrà riempita con acqua. Dopodichè verranno liberati gli elementi di combustibile, e saranno depositati in una piscina riempita con acqua. Lì, pian piano, si dissolveranno nell’arco di alcuni anni. Circa 6000 tonnellate di materiale radioattivo raggiungeranno l'impianto di stoccaggio temporaneo nazionale entro il 2024 e saranno preparati come rifiuti per un successivo stoccaggio in un deposito geologico a Würenlingen, nel canton Argovia. Tra il 2030 e il 2034 i componenti della centrale nucleare e il resto della struttura dell'edificio saranno smantellati. In Svizzera in totale esistono cinque centrali nucleari in Svizzera. Oltre a Mühleberg, ci sono le centrali nucleari Beznau I e II che sono di proprietà di Axpo e la centrale nucleare di Gösgen. C’è poi la centrale nucleare di Leibstadt, in cui sono coinvolte sei compagnie energetiche come Axpo o Alpiq. Tuttavia ad aprire in Europa e forse nel mondo la strada per le procedure di smantellamento dei siti nucleari e in particolare per quanto riguarda l’economia circolare legata al decommissioning è stata l’Italia. Il 90% dei materiali di una centrale è composto da calcestruzzo e metalli che, una volta decontaminati, possono essere avviati al riciclo. Anche se l’Italia ha pronunciato un “no” storico al nucleare, a distanza di quasi 14 anni dal referendum sul nucleare (8 novembre 1987), siamo ancora ben lontani dalla chiusura di quella coda “velenosa” costituita dalla sistemazione delle prodotte nel corso del tempo e dallo smantellamento delle centrali nucleari. Il nostro territorio è infatti cosparso di siti di raccolta e di stoccaggio di scorie e veleni pericolosi, che costituiscono un potenziale di inquinamento che non è più possibile sottovalutare. Basti pensare che nel febbraio del 1998 è iniziata la scarica del “nocciolo” del reattore di Caorso che aveva ancora, dopo più di dieci anni, la sua carica di combustibile: un esperimento unico al mondo, un reattore carico di uranio e posto per così tanto tempo in “sicurezza attiva”, dimenticato un po’ da tutti. Per evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, bisogna stabilire delle responsabilità amministrative ed operative per questa situazione, e chiedere con forza che la decisione dei cittadini italiani di vivere lontani da fonti di potenziale inquinamento radioattivo venga rispettata sino in fondo. Sono ben 173 i casi di traffici illeciti di materiali e fonti radioattive accertati in Europa dal 1992 al 1998; ancora 580mila metri cubi di materiali radioattivi in Europa, di cui 24mila in Italia, giacciono in attesa di adeguato smaltimento. Nei prossimi anni, senza considerare i residui delle centrali nucleari dismesse, se ne aggiungeranno altri 220mila, raggiungendo un volume di 800mila metri cubi. Nel nostro paese oltre 23.000 mc di materiale irradiato, eredità della nostra radioattività nel settore nucleare (impianti nucleari di ricerca, centrali elettronucleari, attività mediche ed industriali) stoccato in parte in 21 depositi progettati inizialmente per essere utilizzati solo come soluzione temporanea. Di questa mole di rifiuti, circa 21.000 appartengono alla prima e seconda categoria, i restanti duemila alla terza, per un attività complessiva di quasi 10 milioni di miliardi di Bq. Tra le situazioni critiche segnaliamo, quelle di Saluggia in Piemonte e di Trisaia in Basilicata. Soprattutto il centro piemontese è oggi la più grande sede di depositi ed impianti per scorie radioattive d’Italia.