sabato 30 settembre 2017

Strisce pedonali ad effetto ottico tridimensionale. Il nuovo trucco coi finti blocchi 3D per rallentare gli automobilisti

Strisce pedonali ad effetto ottico tridimensionale. Il nuovo trucco coi finti blocchi 3D per rallentare gli automobilisti. Lo “Sportello dei Diritti”: una tecnica originale ed efficace attualmente in sperimentazione in Islanda da replicare anche in Italia Per educare gli automobilisti alla sicurezza stradale, la città di Ísafjörður in Islanda ha appena inaugurato un passaggio pedonale che, grazie ad un'illusione ottica, dà l'impressione di essere tridimensionale. Il dispositivo visivo si trova in una zona residenziale dove la velocità è già limitata a 30 km/h. Una tecnica che dai primi dati sarebbe piuttosto efficace nel rallentare gli automobilisti nei pressi delle “zebre”. L’effetto voluto, infatti, fa credere agli automobilisti che innanzi alla strada si presentino blocchi in calcestruzzo bianco sollevati rispetto al manto stradale, costringendoli istintivamente a rallentare, quando in realtà si tratta solo di una particolare tecnica di colorazione dell’attraversamento con forme geometriche. Il passaggio pedonale col finto 3D è stato testato ad Ísafjörður, ma potrebbe essere emulato in tutta l'isola, se la sperimentazione in atto dimostrerà di essere riuscita riducendo gli incidenti e gli investimenti. Tuttavia, vi è da dire, che questa tecnica intelligente non è stata realizzata per la prima volta in Islanda, ma in India ed in particolare su quattro passaggi pedonali nella città di Ahmedabad. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un’idea geniale da replicare anche in Italia dove il rispetto degli attraversamenti pedonali e ciclistici è rimasto, purtroppo, quasi all’anno zero della circolazione coi veicoli a motore e soluzioni semplici, ma anche alternative a quelle già adottate, potrebbero consentire quella svolta sulla sicurezza stradale auspicata e sinora mai realmente riuscita.

Alcoltest ed etilometro. Manca la prova della verifica del dispositivo che misura la quantità d'alcol: il verbale va annullato

Alcoltest ed etilometro. Manca la prova della verifica del dispositivo che misura la quantità d'alcol: il verbale va annullato. Il Giudice di Pace di Lecce cancella la sanzione amministrativa di 532 euro e restituisce la patente ad un automobilista cui era stata ritirata dalla Polizia Stradale in una serata eccezionalmente umida Si era rivolto allo “Sportello dei Diritti” dopo che gli era stata ritirata la patente ed elevato un verbale per "guida sotto l'influenza di alcol" adducendo che la sera in questione non aveva bevuto alcunché e non è il primo caso che si verifica in Italia di guidatori che lamentano di essere stati illegittimamente sanzionati a seguito di rilevazione effettuata mediante etilometro in particolari condizioni climatiche, pur essendo sobri. Ed è proprio questo che ha spinto i consulenti dell'associazione ad effettuare le verifiche del caso, tanto che veniva predisposto un ricorso nel quale venivano fra l'altro evidenziate le condizioni meteorologiche in cui, nelle circostanze di tempo e di luogo indicate nel verbale, erano stati effettuati i test da parte della Polizia Stradale. Da un controllo di un archivio storico del meteo, veniva appurato che la notte della rilevazione a fine maggio 2017, tra le ore 1.55 e le 2.55 a Lecce era stato registrato un tasso d'umidità dell'aria elevatissimo e pari al 93 %. Tali dati venivano ritenuti sufficienti a far rilevare l'impossibilità e/o illegittimità di procedere con la dovuta e necessaria certezza, all'accertamento aerometrico della concentrazione di alcool presente nell'aria espirata, tantopiù che con lo specifico etilometro Alcotest 7110 MKIII utilizzato nel caso in questione era la stessa casa produttrice, la Dräger, ad ammettere che il dispositivo fosse completamente affidabile solo se utilizzato con temperature fra 0° e 40° gradi e in condizioni di umidità fra il 30% e il 90%. Veniva, inoltre, eccepita la circostanza che il difettoso funzionamento della strumentazione utilizzata dagli organi di polizia stradale nel caso concreto, potesse essere anche conseguenza del fatto che non risultava essere sottoposto alle verifiche di prova dal CSRPAD secondo i tempi e le modalità stabiliti dal Ministero dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministero della sanità ai sensi dell'art. 379 comma 8 del reg. d'attuazione del Codice della Strada. Nulla di tutto ciò era, infatti, indicato nel verbale opposto di questo fondamentale requisito ai fini della validità dell'accertamento, che risultava quindi palesemente viziato, con ciò inficiando la certezza della prova della sussistenza di quantità di alcol superiori al limite consentito, tantopiù che nel caso di specie si discuteva della fattispecie consistente nella sola presunta violazione amministrativa (minima) di cui all'art. 186 comma 2 lettera a). Ed è proprio sul punto che il Giudice di Pace di Lecce, nella persona dell'avvocato Raffaele Carluccio, con la sentenza n. 4271/17 pubblicata il 28 settembre scorso, all'esito dell'udienza di discussione in cui il ricorrente veniva assistito dagli avvocati Giovanni Tarantino e Pierandrea Gerardi, ha rilevato che in assenza di prova dell'avvenuta verifica del dispositivo elettronico che misura la quantità d'alcol, il verbale già sospeso in via d'urgenza con decreto inaudita altera parte, va annullato e la patente definitivamente restituita all'automobilista con la cancellazione anche del pagamento della sanzione pecuniaria di 532 euro e della decurtazione dei punti. In particolare, si legge in motivazione che «Gli etilometri sono soggetti all'omologazione del tipo che viene rilasciata dal Ministero dei Trasporti - Direzione generale della motorizzazione civile e dei trasporti in concessione, a domanda del costruttore o di un suo mandatario ed a seguito dell'esito favorevole delle verifiche e prove effettuate dal Centro Superiore Ricerche e Prove Autoveicoli e Dispositivi (CSRPAD). I singoli apparecchi prima della loro immissione in uso e periodicamente, devono essere sottoposti a verifiche e prove secondo norme e procedure stabilite dal Ministero dei Trasporti - Direzione generale della motorizzazione civile e dei trasporti in concessione d'intesa con il Ministero della sanità. Di tali verifiche non vi è alcuna traccia in atti. Ne consegue che, nel caso in esame, non essendoci prove sufficienti della responsabilità dell'opponente, in base alla regola stabilita dall'art. 10 c. 11 del d. legs. n. 150/11, l'opposizione deve essere accolta e di conseguenza va annullato il verbale di accertamento impugnato». Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un precedente assai importante in materia che ristabilisce il giusto confine fra necessità degli accertamenti dello stato di ebbrezza alla guida e loro correttezza, perchè se è giusto e sacrosanto sanzionare chi guida sotto l'effetto di alcol, è anche corretto che l'accertamento avvenga nella maniera più oggettiva possibile e con la possibilità di errore ridotta al minimo per contemperare le imprescindibili esigenze di sicurezza stradale con quelle dei possibili errori amministrativi o ancor peggio, giudiziari, nei confronti di soggetti sobri alla guida al momento della rilevazione.

Pezzi di plastica nel cioccolato: RASFF e FDA comunicano ritiro volontario in Inghilterra barre cioccolato italiano

Il sistema d'allerta rapido RASFF e la Food Standards Agency (l'agenzia britannica per la sicurezza alimentare) hanno comunicato il ritiro volontario in Inghilterra di barre di cioccolato pregiato a marchio Waitrose 1 da 85 g di cioccolatai italiani con scadenza luglio 2018, perchè "potrebbero rappresentare un rischio di sicurezza" per la presenza di pezzi di plastica. Lo "Sportello dei Diritti": le autorità sanitarie italiane facciano immediata chiarezza se il cioccolato viene commercializzato anche in Italia Dopo che la e la Food Standards Agency (l'agenzia britannica per la sicurezza alimentare) ha lanciato la prima allerta, anche il sistema di allerta rapido europeo Rasff ha comunicato analogo ritiro di barre di cioccolato pregiato a marchio Waitrose 1 da 85 g di cioccolatai italiani con scadenza luglio 2018. Il richiamo volontario ha riguardato le barre al cioccolato bianco, cioccolato bianco con il tè matcha e il pistacchio, il cioccolato al latte con pistacchi, mandorle e nocciole e cioccolato al latte con feuilletina e sale marino. Il motivo del richiamo volontario comunicato dalla catena di supermercati Waitrose, riguarderebbe la possibilità che le barrette possano contenere pezzi di plastica. L'Agenzia alimentare standard (FSA) ha affermato che le barre Waitrose 1 da 85g, che hanno una data di scadenza "luglio 2018", potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza e hanno invitato i clienti a non mangiarle. In una dichiarazione, Waitrose ha dichiarato: "Richiamiamo i prodotti, in quanto vi è il rischio potenziale che un piccolo numero di barre può essere contaminato da pezzi di plastica. I clienti che hanno acquistato uno di questi prodotti non dovrebbero consumarli, ma restituirli a Waitrose per un rimborso completo. "Ci scusiamo per eventuali inconvenienti ai nostri clienti". I clienti che hanno acquistato le barre al cioccolato interessate possono chiamare Waitrose al 0800 188884. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rileva che non è ancora chiaro se il cioccolato sia prodotto in Italia e poi commercializzato esclusivamente nel Regno Unito con il marchio Waitrose, e data l'allerta di natura europea invita anche le autorità sanitarie italiane a fare chiarezza per evitare i qualsiasi tipo di ritardo come quello del Ministero della Salute con lo scandalo delle uova al Fipronil.

venerdì 29 settembre 2017

Biotossine algali nelle cozze vive: Unicoop Tirreno richiama due lotti di molluschi Euroittica per presenza di acido Okadaico

Biotossine algali nelle cozze vive: Unicoop Tirreno richiama due lotti di molluschi Euroittica per presenza di acido Okadaico Unicoop Tirreno ha richiamato dalla vendita dei supermercati due lotti di molluschi Euroittica a seguito della presenza di BIOTOSSINE algali (acido Okadaico). I mitili non sono considerati sicuri per il consumo umano diretto, per cui si ritiene utile intervenire ai fini della Sicurezza Alimentare con il richiamo temporaneo per tutti gli acquirenti. Nello specifico si tratta del lotto 132BIS250917 di Cozze Italia confezionato il 25/09/17 con data di scadenza 30/09/2017 da Euroittica s.r.l. con sede dello stabilimento via Po, 200, 44020 Goro (FE). Il fenomeno delle biotossine algali interessa periodicamente anche le nostre coste che gli addetti ai lavori hanno imparato a gestire attentamente. Le biotossine algali sono un gruppo eterogeneo di composti chimici, prodotti occasionalmente da microscopiche alghe che compongono il cosiddetto “fitoplancton”. I molluschi bivalvi, con la loro azione di filtraggio dell’acqua, tendono ad accumulare questi composti se sono presenti nell’acqua in cui vivono. La persona che ingerisce una sufficiente quantità di molluschi contaminati dalle biotossine algali manifesta i sintomi di una tossinfezione alimentare, le cui conseguenze sono diversamente gravi in relazione al tipo di biotossina ingerita. Considerando che la cottura delle cozze non è un trattamento in grado di distruggere le biotossine algali, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, risulta fondamentale l’azione di prevenzione quale unica risposta a un fenomeno assolutamente naturale che può avere, però, serie conseguenze per la salute pubblica. Un’ottima forma di tutela per il consumatore è l’acquisto e il consumo di prodotti la cui origine è garantita da etichettatura e tracciabilità della sua provenienza.

“Anomalia organolettica”: la Società Giuliani ritira dal mercato lotti specifici di RAVIOLI PROSCIUTTO CRUDO E RAVIOLI RICOTTA E SPINACI.

“Anomalia organolettica”: la Società Giuliani ritira dal mercato lotti specifici di RAVIOLI PROSCIUTTO CRUDO E RAVIOLI RICOTTA E SPINACI. Il ritiro dei ravioli Ricotta e spinaci è a titolo precauzionale essendo stati fabbricati nella stessa giornata. Scatta di nuovo un’allerta alimentare per lotti di ravioli su cui ci sono seri sospetti di una contaminazione. La Società Giuliani, ha comunicato che sta provvedendo a ritirare dal mercato alcuni lotti dei seguenti prodotti senza glutine:RAVIOLI SENZA GLUTINE PROSCIUTTO CRUDO 250 G - cod. paraf. 971801636 – cod. ditta Giuliani F75AA745 - lotto di produzione L178305 - TMC del lotto 23/12//2017. Il richiamo si è reso necessario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a seguito di due segnalazione del mercato di “anomalia organolettica” che potrebbe essere il sintomo di inidoneità al consumo. Mentre il ritiro dei ravioli Ricotta e spinaci è a titolo precauzionale essendo stati fabbricati nella stessa giornata e riguarda i RAVIOLI SENZA GLUTINE RICOTTA E SPINACI 250 G – cod. paraf. 971801624 – cod. ditta Giuliani F75AA740 – lotto di produzione L178303 – TMC del lotto 23/12/2017.Pertanto la Società Giuliani invita a: cessare la vendita di tali prodotti; isolare ed identificare gli invenduti come “PRODOTTO NON ESITABILE”; esporre in modo ben visibile al pubblico fino al 23 dicembre 2017 i comunicati predisposti dall’azienda affinchè tutti gli acquirenti siano informati; comunicare, tra circa 30 giorni, tramite e-mail all’indirizzo esottocorno@giulianipharma.com il numero delle confezioni giacenti, appartenenti ai lotti interessati, specificando quelli restituiti dagli utilizzatori finali; restituire i prodotti oggetto del richiamo che saranno rimborsati secondo le modalità che saranno comunicate a tutte le farmacie che ne faranno richiesta.

L'ente proprietario della strada deve risarcire i danni causati agli utenti della strada per l'omessa manutenzione del guard-rail

L'ente proprietario della strada deve risarcire i danni causati agli utenti della strada per l'omessa manutenzione del guard-rail. Per la Cassazione il comune, custode della via, paga i danni ad un giovane motociclista che a causa della barriera laterale difettosa ha subito gravissime lesioni tra cui la perdita di netto di un braccio Non rappresenta un nuovo orientamento, ma l’ordinanza n. 22801/17, pubblicata in data odierna 29 settembre dalla terza sezione civile della Corte di Cassazione, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è molto significativa perché individua particolari e specifiche responsabilità in capo agli enti proprietari e custodi delle strade anche nel caso di omessa manutenzione o di guard-rail difettoso che è spesso causa di tragiche conseguenze come quella capitata ad un giovane, che mentre era in sella alla propria motocicletta aveva subìto gravissime lesioni, fra cui la perdita di netto di un braccio a seguito della collisione con una barriera laterale su una via di proprietà del Comune di Pozzolengo in provincia di Brescia. Per la Suprema Corte, l'ente proprietario della strada deve risarcire i danni causati agli utenti della strada per l'omessa manutenzione del guard-rail. Nella fattispecie, sia il giovane che i propri genitori che avevano anch’essi subìto danni per la condizione del figlio determinata dal sinistro, avevano chiamato in causa il Comune per l'incidente stradale in cui il ragazzo era rimasto coinvolto. In particolare, dopo aver perso il controllo della moto su cui viaggiava per le cattive condizioni della strada, il giovane ricorrente veniva scagliato contro il guard rail posizionato sul lato opposto della carreggiata, che, essendo non ben fissato, aveva assunto una anomala posizione obliqua in cui rimaneva esposto, girato dalla parte destinata al transito dei veicoli, un punto tagliente, che, a seguito dell'impatto violento con il corpo del giovane motociclista sbalzato dalla moto, gli provocava l'amputazione netta di un braccio. In prima istanza il Tribunale di Brescia aveva ritenuto responsabile del sinistro il Comune e lo condannava a un notevole risarcimento dei danni pari a oltre un milione di euro in favore del giovane e di circa 100mila euro a ciascun genitore. La Corte d’Appello, sovvertiva del tutto l'esito del primo grado di giudizio, rigettando integralmente le domande risarcitorie. Essa in primo luogo esclude la responsabilità del Comune nel verificarsi dell'incidente, escludendo che sia stata fornita una prova sul rapporto causale tra la presenza di eventuali alterazioni sul manto stradale e la caduta del motociclista; esclude poi anche che l'esistenza di un tratto di guard rail difettoso abbia avuto una incidenza causale in ordine alla particolare gravità del danno subito dal ragazzo, in riferimento all'amputazione di netto dell'arto. La Cassazione, è di tutt’altro avviso nell’esprimere che «Per quanto concerne il profilo degli obblighi di manutenzione gravanti sulla p.a., accertato che nel caso di specie il Comune aveva ritenuto di posizionare, sul tratto di strada ove si è verificato l'incidente, le barriere laterali, in adempimento degli obblighi posti a suo carico in particolare dal D.M. n. 223 del 1992, non è corretto affermare che tali barriere abbiano esclusivamente la funzione di evitare o contenere il rischio della fuoriuscita di strada delle vetture in tratti di strada di particolare pericolosità e quindi siano costruite al solo scopo di reggere l'impatto con gli autoveicoli. La funzione della predisposizione della barriera laterale è quella di diminuire la pericolosità del tratto stradale ove essa è collocata: questa funzione si esplica delimitandone prima di tutto visivamente il bordo, offrendo una resistenza all'eventuale impatto dei veicoli ed offrendo anche una protezione ai corpi dei malcapitati utenti della strada che, siano essi pedoni, ciclisti, motociclisti o automobilisti, si trovino per i più svariati accadimenti ad essere proiettati Verso un bordo strada al di là del quale c'è il vuoto o una scarpata, proteggendoli dalle più gravi conseguenze di una caduta. Quindi, in generale nella funzione protettiva delle barriere laterali è compresa anche quella di diminuire il rischio che un corpo umano possa venire sbalzato nel vuoto. A ciò si aggiunga che l'ente territoriale che predispone una barriera laterale, allo scopo di diminuire la pericolosità di quel tratto di strada, è poi tenuto alla sua manutenzione sia perché essa possa continuare ad assolvere efficacemente alla sua funzione, alla quale altrimenti verrebbe meno se a causa degli urti o dell'incuria fosse interrotto o scivolasse ad una altezza insufficiente a contenere efficacemente un eventuale impatto, sia perché essa non diventi, in sé, un elemento potenzialmente pericoloso per gli utenti della strada, ove sia interrotta o esposta dal lato tagliente. L'impatto o anche il contatto della barriera laterale con il corpo delle persone non è infatti circostanza assolutamente imprevedibile, ma anzi è una circostanza del tutto prevedibile ed i cui effetti la barriera ha proprio la funzione di contenere.L'amministrazione che, pur avendo collocato una barriera laterale di contenimento non curi di verificare che la stessa, per il passaggio del tempo o per l'azione degli agenti naturali o anche per l'impatto con veicoli, non abbia assunto una conformazione o non presenti delle asperità tali da costituire un pericolo per gli utenti della strada, ed ometta di intervenire con adeguati interventi manutentivi al fine di ripristinarne le condizioni di sicurezza, viola non solo le norme specifiche che le impongono di collocare barriere stradali volte al contenimento dei veicoli che rispettino determinati standard di sicurezza ( sul tema di recente Cass. n. 10916 del 2017), ma i principi generali in tema di responsabilità civile. Per quanto concerne poi la valutazione della eventuale responsabilità del Comune non per la diretta causazione dell'incidente, ma per l'aggravamento delle conseguenze da esso derivanti, va detto che in tema di responsabilità civile, qualora la produzione di un evento dannoso nella complessità di tutte le sue conseguenze negative possa apparire riconducibile alla concomitanza di più fattori causali, sia che essi abbiano agito concorrentemente per produrre il fatto dannoso in sé, sia che uno di essi abbia inciso esclusivamente nell'aggravare le conseguenze che si sarebbero autonomamente prodotte (net caso di specie, per colpa dello stesso danneggiato), ogni fattore causale deve essere autonomamente apprezzato per determinare in che misura esso abbia contribuito al verificarsi dell'evento, sia che esso abbia operato come concausa sia che, come nella specie, esso possa aver dato luogo ad un autonomo segmento causale provocando conseguenze più gravi di quelle che si sarebbero verificate in mancanza di esso. Nel caso di specie, la corte d'appello non ha opportunamente verificato se e in che misura le conseguenze dannose riportate dal M B siano imputabili alla eventuale responsabilità del Comune derivante dal non aver eliminato la fonte di pericolo consistente nel guard rail difettoso».

Allarme in Italia di Rasff per vasetti di pesto vegetale vegano contaminati da batteri.

Allarme in Italia di Rasff per vasetti di pesto vegetale vegano contaminati da batteri. Il sistema di allerta rapido comunitario europeo lancia di nuovo un’allerta alimentare Scatta di nuovo un’allerta alimentare per un lotto di pesto vegetale vegano su cui ci sono seri sospetti di una contaminazione batterica. C’è la possibilità che diversi vasetti di prodotto siano nei frigoriferi di ignari consumatori e vengano consumati nei prossimi giorni. Il RASFF poche ore fa ha ha attivato un avviso di sicurezza per sospetta contaminazioni microbiologiche di pesto vegetale vegano in vasetti di vetro dall'Italia. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si ripete il solito schema poco responsabile del Ministero della Salute italiano che ad oggi non ha indicato sul sistema di pubblicazione on line del dicastero dedicato ai richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori, la marca del prodotto, nè vengono fornite foto ai consumatori, mentre le catene di supermercati implicate nella vicenda non hanno diramato comunicati nei propri siti. In questo caso sembra che il pesto sia stato confezionato per una o più catene di supermercati ma non ci sono comunicati in tal senso, anche se la legge obbliga il produttore e i distributori ad informare gli acquirenti. È un silenzio assordante che i responsabili del Ministero giustificano con argomenti improbabili, visto che molti Paesi che aderiscono come l’Italia al Sistema rapido di allerta (Rasff) ogni settimana diffondono i nomi, le marche e le foto dei prodotti oggetto di richiamo e di allerta. Lo “Sportello dei Diritti”, per sopperire a questa grave lacuna del ritardo di tali comunicazioni delle autorità sanitarie, pubblica ogni settimana l’elenco dei prodotti ritirati o richiamati dal mercato a causa di contaminazioni batteriche, presenza di corpi estranei, eccessiva presenza di pesticidi, errori in etichetta, mancanza di avvertenze sulla presenza di allergeni, errori nella data di scadenza, ecc…

Germania, avvelena cibo, si cerca pure in Austria e Svizzera. Caccia all'uomo su scala internazionale

Germania, avvelena cibo, si cerca pure in Austria e Svizzera. Caccia all'uomo su scala internazionale nei confronti di uno sconosciuto sospettato di aver avvelenato cibo nei supermercati di Friedrichshafen, nel sud della Germania, allo scopo di ricattarli. C'è rischio emulazione in Italia? La polizia tedesca ha comunicato ieri di aver intercettato cinque vasetti di omogeneizzati volontariamente contaminati in negozi di alimentari della città sul lago di Costanza, non lontana dal confine elvetico. Il pericolo non riguarda tuttavia unicamente il cibo per neonati, in quanto il ricattatore ha minacciato di colpire una ventina di prodotti diversi. Stando agli inquirenti, l'uomo tramite e-mail ha avanzato una richiesta multimilionaria per evitare l'avvelenamento. Una squadra speciale di 220 investigatori è stata incaricata di lavorare sul caso. Le autorità hanno anche diffuso una foto del sospetto, proveniente da una telecamera di sorveglianza, che ritrae una persona sulla cinquantina con occhiali e una cuffia bianca. In poche ore, già oltre 650 chiamate sono pervenute alla linea telefonica istituita appositamente per ricevere le segnalazioni dei cittadini a proposito di eventuali avvistamenti del presunto avvelenatore. Al momento però nessuna di queste ha condotto a una pista concreta, ha precisato stamattina all'agenzia tedesca dpa un portavoce della polizia di Costanza. Negli omogenizzati sequestrati sono state rinvenute tracce di glicole etilenico, una sostanza incolore e inodore usata per esempio nella fabbricazione di prodotti antigelo che è tossica e fatale se ingerita in grandi quantità. Alla luce di quanto accaduto dunque, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non potendosi escludere che la circostanza possa determinare azioni improntate all'illegalità anche a carattere emulativo, si invitano gli organismi di sicurezza a sensibilizzare le misure di vigilanza e sicurezza anche in Italia. Misure che riguardano siti ritenuti esposti a rischio per la circostanza.

giovedì 28 settembre 2017

Maltrattamenti in famiglia e rapporti matrimoniali. Linea dura della Cassazione

Maltrattamenti in famiglia e rapporti matrimoniali. Linea dura della Cassazione: basta un solo episodio di percosse per far scattare l’addebito della separazione. Il giudice è anche esonerato dal comparare gli atti di violenza con i comportamenti contrari ai doveri coniugali di chi li ha subiti Gli atti di violenza da parte di un coniuge sull'altro o sulla prole sono comportamenti così gravi che sono ritenuti sufficienti a far scattare l'addebito della separazione nei confronti di chi li perpetra. E per la Cassazione, anche un solo episodio di percosse può far scattare l’addebito della separazione a carico di chi ha aggredito l’altro coniuge in quanto la violazione è dotata di una gravità tale che il giudice del merito è esonerato perfino dal comparare i comportamenti della vittima contrari ai doveri coniugali. Sono questi i principi ribaditi nella sentenza 22689/17 pubblicata oggi 28 settembre, dalla Suprema Corte civile nel rigettare il ricorso di un marito che aveva sottoposto la moglie e i figli a reiterate violenze e umiliazioni, tanto da aver subito anche una condanna penale per il reato di cui all'articolo 572 del codice penale per "maltrattamenti contro familiari" uniti sotto il vincolo della continuazione. Nei due gradi di merito era stato ritenuto responsabile della crisi familiare con conseguente addebito della separazione. Sentenze confermate poi anche innanzi ai giudici di legittimità che hanno ricordato il principio già espresso secondo cui è sufficiente anche un solo episodio di violenza a far scattare l'addebito. Gli ermellini hanno sottolineato che «le violenze fisiche e morali costituiscono violazioni talmente gravi e inaccettabili dei doveri nascenti dal matrimonio da fondare, di per sé sole, quand'anche concretantisi in un unico episodio di percosse, non solo la pronuncia di separazione personale, in quanto cause determinanti l'intollerabilità della convivenza, ma anche la dichiarazione della sua addebitabilità all'autore, e da esonerare il giudice del merito dal dovere di comparare con esse, ai fini dell'adozione delle relative pronunce, il comportamento del coniuge che sia vittima delle violenze trattandosi di atti che, in ragione della loro estrema gravità, sono comparabili solo con comportamenti omogenei». Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, con la decisione di oggi viene ribadito il pugno duro da parte della giurisprudenza sull'intollerabilità di qualsiasi manifestazione di violenza in famiglia, in un momento in cui i delitti che avvengono all'interno delle mura domestiche continuano ad essere permanentemente sulle cronache nere di ogni luogo d'Italia.

AIFA: ritiro cautelativo e volontario del medicinale per curare la gastrite Riopan gel. Ecco i lotti

AIFA: ritiro cautelativo e volontario del medicinale per curare la gastrite Riopan gel. Ecco i lotti La Società Takeda, ha comunicato il ritiro volontario, a scopo cautelativo, dal mercato di alcuni lotti di Riopan gel. La decisione di ritiro comunicata dall'AIFA, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è scaturita dal riscontro di non conformità relativamente al parametro di viscosità, registrato nel corso di uno studio di stabilità. In particolare, si tratta delle confezioni di RIOPAN GEL OS GEL 40 BUST 800 mg – AIC 027103035 lotti n. 267642 e 267643 (data di produzione giugno 2014). Il Riopan Gel è un farmaco che rientra nella categoria degli antiacidi. Tale farmaco va assunto in presenza di patologie come l’esofagite da reflusso, l’ulcera duodenale, e durante il trattamento di gastriti e gastro-duodeniti caratterizzate da iperacidità. La Società Takeda invita a verificare la giacenza dei suddetti lotti nei magazzini, di porre immediatamente le eventuali confezioni in stato di quarantena e di comunicare, entro e non oltre il 31 ottobre 2017, i quantitativi giacenti al fine di concordare il ritiro della merce.

AIFA: ritiro lotti Alk diagnostico farina integrale segale.

AIFA: ritiro lotti Alk diagnostico farina integrale segale. Il ritiro è stato disposto a seguito della comunicazione della ditta concernente la torbidità e colore marrone delle fiale. Due lotti di fiale di ALK DIAGNOSTICO PRICK TEST farina integrale segale B161, saranno ritirati dal mercato, su tutto il territorio nazionale. Ad ordinarlo è stata l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA). I lotti di allergene naturale sono quelli prodotti dalla ditta Alk-Abello' Spa. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della comunicazione pervenuta dalla ditta riguardante la torbidità e il colore marrone delle fiale del suddetto prodotto. In particolare, si tratta del prodotto FARINA INTEGR SEGALE*1.61PRICK - cod. 700011671 – lotti nn. T3499 scad. 3/2019 e P4480 scad. 1/2018. La Alk-Abello' Spa ha comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

La fame può essere spenta con alcuni tipi di alimenti. Per una ricerca inglese, quelli ricchi di "arginina" e "lisina" disattivano gli interruttori del senso della fame

La fame può essere spenta con alcuni tipi di alimenti. Per una ricerca inglese, quelli ricchi di "arginina" e "lisina" disattivano gli interruttori del senso della fame Dall’Inghilterra arriva un’importante scoperta che potrà avere riflessi anche sulle nostre diete. Alcuni scienziati dell'università di Warwick, hanno individuato i neuroni che controllano in maniera diretta l'appetito: si chiamano "taniciti" e producono senso di sazietà quando avvertono la presenza di specifiche molecole (gli amminoacidi), in particolare due di esse (arginina e lisina) presenti soprattutto in certi cibi. La ricerca, pubblicata sulla rivista Molecular Metabolism, potrebbe avere una duplice ricaduta nella lotta al sovrappeso. In primo luogo, infatti, suggerisce che, prediligendo cibi che sono ricchi di "arginina" e "lisina" (ad esempio merluzzo, albicocche, avocado, mandorle, lenticchie etc), si possa favorire più rapidamente il senso di sazietà (e quindi in futuro diete specifiche potrebbero essere sviluppate sulla base di questa conoscenza). In secondo luogo si potrebbe trovare un giorno la maniera di attivare dall'esterno con farmaci ad hoc gli interruttori di sazietà presenti sui taniciti e quindi fermare la fame direttamente agendo su di essi. I taniciti sono un gruppo di neuroni presenti nell'ipotalamo, una regione del cervello già nota agli scienziati per essere implicata nel controllo del peso, del metabolismo e dell'appetito. Gli esperti hanno scoperto che sulla superficie dei taniciti vi sono dei recettori specifici per gli amminoacidi, che non sono altro che i mattoncini di base delle proteine. Si tratta degli stessi recettori presenti sulla lingua, nelle papille gustative, per sentire il gusto "umami", che è appunto il sapore caratteristico associato agli amminoacidi. Lavorando su taniciti resi fluorescenti per renderli visibili al microscopio, gli esperti hanno scoperto che, non appena sentono la presenza degli amminoacidi, in particolare arginina e lisina, i taniciti si attivano rilasciando un messaggio di sazietà all'ipotalamo. Nel frattempo, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, potremmo sperimentare su noi stessi l’efficacia dell’inserimento dei cibi in questione nelle nostre diete per verificare gli effetti sul nostro personale livello di sazietà.

Continua l'allerta in Italia per l’istamina nel tonno spagnolo. Decine di casi di intossicazione a Vicenza dopo quegli segnalati in Puglia, Basilicata, Lazio e Veneto.

Continua l'allerta in Italia per l’istamina nel tonno spagnolo. Decine di casi di intossicazione a Vicenza dopo quegli segnalati in Puglia, Basilicata, Lazio e Veneto. Continuano i ritiri di pesce in Europa. Anche a Vicenza si registrano i primi casi di intossicazione alimentare causata dall’eccesso di istamina in tranci di tonno a pinne gialle decongelato importato dalla Spagna. Sono state decine le persone arrivate al pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo negli ultimi giorni con i sintomi di una intossicazione alimentare da degradazione dell’istidina, una tossina che scatena una sorta di allergia in chi la assume. Le autorità sanitarie della città hanno puntato il dito contro il tonno spagnolo e chiedono ai cittadini di fare molta attenzione alla sua colorazione prima di mangiarlo, se infatti ha una lieve colorazione bluastra anche solo cucinarlo è rischioso. Il pesce fa parte di una partita distribuita da un’azienda andalusa in cui il tonno è stato lavorato male e conservato peggio, con l’aggiunta per di più di additivi per stabilizzare il prodotto”. L'istamina è un composto azotato che si trova negli organismi e il cui eccesso causa degli attacchi allergici violenti anche in soggetti che non soffrono di allergie. In caso di eccesso di istamina negli alimenti, il rischio dunque è quello di ritrovarsi con una reazione da sindrome sgombroide come quella registrata dalle persone che si sono recate in ospedale. Una patologia simil-allergica che si manifesta comunemente con arrossamento della pelle, prurito, cefalea pulsante, bruciore orale, crampi addominali, nausea, diarrea, palpitazioni, senso di malessere e raramente ipertermia a breve distanza dal consumo del pesce. In molti casi la sintomatologia tende a risolversi in maniera spontanea. La prima allerta risale al 12 maggio 2017, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, quando il Ministero della salute spagnolo AECOSAN (Agencia Española de Consumo Seguridad Alimentaria y Nutrición) dirama un comunicato, ripreso sul sito del Ministero italiano, che focalizza l’attenzione sul rischio da intossicazione alimentare legato al consumo di tonno fresco con alti livelli di istamina. Questo focolaio di sindrome sgombroide in Spagna avrebbe già colpito 405 persone.

Falsi messaggi online. Anche la Polizia Postale nel mirino delle bufale della rete

Falsi messaggi online. Anche la Polizia Postale nel mirino delle bufale della rete. L’allerta su Commissariato di PS On Line della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: non date seguito alle miriade di finte “Catene di Sant’Antonio” La rete si conferma sempre più il luogo ideale delle bufale dove le bugie regnano sovrane e ad essere colpiti sono spesso i soggetti istituzionali che sono in prima linea a combatterle. Tra questi, su tutti, vi è la Polizia Postale i cui addetti lavorano incessantemente per tutelare cittadini e aziende dai rischi e dai reati che vengono perpetrati ogni istante e che sono in crescita quotidiana. Oggi ad essere nel mirino dei falsi messaggi online è proprio la Polizia Postale, che con un post pubblicato sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” ha invitato a prestare attenzione ad un messaggio “bufala” che con il solito italiano stentato sta girando tramite gli account di messaggistica istantanea e che sollecita a condividerlo anche ai nostri contatti. Ovviamente si tratta di un falso, tanto che sul post in questione è stato esplicitamente ricordato: “FALSI MESSAGGI. Non dare seguito a questi messaggi falsi condividendoli con altri. La Polizia Postale dialoga esclusivamente attraverso i canali ufficiali.”. Ovviamente il miglior modo per evitare di cadere in quest’ennesima falsa “Catena di Sant’Antonio”, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è quello di non condividere questi messaggi che non portano a nulla, se non solo confusione nel mistificare il prezioso lavoro delle istituzioni e nello specifico quello della Polizia di Stato.

mercoledì 27 settembre 2017

Il dipendente che denuncia il datore di lavoro, poi assolto, non dev’essere licenziato.

Il dipendente che denuncia il datore di lavoro, poi assolto, non dev’essere licenziato. Per la Cassazione dev’essere esclusa la giusta causa o il giustificato motivo soggettivo quando la denuncia di comportamenti a proprio carico non risulta calunniosa e pertanto il lavoratore va reintegrato in caso di recesso Dalla sezione lavoro della Cassazione arriva una sentenza che farà discutere in quanto riguarda il diritto del dipendente di denunciare il proprio datore di lavoro per comportamenti a lui rivolti, poi rivelatisi infondati dall’autorità giudiziaria penale, e il diritto di licenziare da parte delle aziende sol perché si è stati denunciati. Per la Suprema Corte, con la sentenza 22375/17, pubblicata il 26 settembre, non dev’essere ritenuta integrata la giusta causa o il giustificato motivo soggettivo di licenziamento nell’ipotesi in cui il lavoratore denunci all’autorità giudiziaria fatti di reato commessi dal datore a meno che non risulti il carattere calunnioso della querela. Deve ritenersi irrilevante la circostanza che la denuncia si riveli infondata e che il procedimento penale sia definito con l’archiviazione della notitia criminis o con la sentenza di assoluzione perché si tratta di elementi non sufficienti a dimostrare il carattere calunnioso della stessa denuncia. Mentre nei casi in cui è in discussione l’esercizio del diritto di critica contano i limiti della continenza sostanziale e formale, superati i quali la condotta assume carattere diffamatorio, nei casi di denuncia e di querela questi requisiti non contano. Nella fattispecie portata innanzi ai giudici di legittimità, è stato accolto il ricorso della dipendente licenziata da un’azienda che in primo grado era stata reintegrata. Decisione questa ribaltata dalla Corte d’Appello di Bologna. In particolare, la lavoratrice aveva presentato una denuncia querela nei confronti del suo datore, accusandolo di aver commesso ai suoi danni una serie di reati, cui era seguita l’archiviazione da parte dell’autorità giudiziaria penale. Secondo la Corte di appello però, poiché le accuse erano state ritenute infondate in sede penale i limiti connessi al diritto di critica erano stati superati e la condotta addebitata alla lavoratrice che aveva denunciato il proprio datore di lavoro era tale da ledere senza più alcuna soluzione il rapporto fiduciario. Ma la Cassazione, cui la dipendente si era rivolta dopo essersi vista ribaltare la decisione che l’aveva reintegrata sul posto di lavoro, a differenza di quanto sostenuto dalla Corte territoriale sulla violazione degli obblighi di fedeltà e diligenza per le accuse che avevano travalicato il principio di continenza, nell’accogliere le sue doglianze, ha ritenuto esprimere il seguente significativo principio di diritto: «Non integra giusta causa o giustificato motivo soggettivo di licenziamento la condotta del lavoratore che denunci all’autorità giudiziaria competente fatti di reato commessi dal datore di lavoro, a meno che non risulti il carattere calunnioso della denuncia o la consapevolezza della insussistenza dell’illecito, e sempre che il lavoratore si sia astenuto da iniziative volte a dare pubblicità a quanto portato a conoscenza delle autorità competenti. È di per sé sola irrilevante la circostanza che la denuncia si riveli infondata e che il procedimento penale venga definito con la archiviazione della notitia criminis o con la sentenza di assoluzione, trattandosi di circostanze non sufficienti a dimostrare il carattere calunnioso della denuncia stessa. A differenza delle ipotesi in cui è in discussione l’esercizio del diritto di critica, nelle ipotesi di denuncia e di querela non rilevano i limiti della continenza sostanziale e formale, superati i quali la condotta assume carattere diffamatorio. La valutazione in ordine alla ricorrenza della giusta causa e al giudizio di proporzionalità della sanzione espulsiva deve essere operata con riferimento agli aspetti concreti afferenti alla natura e alla utilità del singolo rapporto, alla posizione delle parti, al grado di affidamento richiesto dalle specifiche mansioni del dipendente, al nocumento eventualmente arrecato, alla portata soggettiva dei fatti stessi, ossia alle circostanze del loro verificarsi, ai motivi e all’intensità dell’elemento intenzionale o di quello colposo. Le disposizioni contenute nei contratti collettivi in punto di tipizzazioni degli illeciti disciplinari non possono essere disattese dal giudice». Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta di un precedente significativo in favore dei lavoratori che, nell’esercizio dei propri diritti secondo i limiti fissati nel principio espresso dalla Suprema Corte, non dovranno più temere di subire la ritorsione del licenziamento a seguito della denuncia all’autorità giudiziaria di fatti realmente accaduti in azienda contro di loro da parte dei propri datori di lavoro e superiori.

Ryanair cancella altri voli tra novembre e marzo per i noti problemi di pianificazione

Ryanair cancella altri voli tra novembre e marzo per i noti problemi di pianificazione. La revisione dei voli annunciata da Ryanair con la decisione di far volare 25 aerei in meno a partire da novembre fino a marzo 2018 coinvolge "meno di 400mila persone" che hanno effettuato la prenotazione. La Ryanair ha annunciato mercoledì altri annullamenti di voli tra novembre e marzo, grosso modo uno al giorno per ogni scalo servito, con conseguenze per quasi 400'000 utenti. La compagnia aerea irlandese, che in questo modo dovrebbe risolvere il problema dell'errata pianificazione del tempo di lavoro dei piloti, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, proporrà alla clientela toccata o imbarchi alternativi o un pieno rimborso del biglietto. Nel comunicato, inoltre è stato confermato che i passeggeri coinvolti hanno anche ricevuto un voucher da 40 euro (80 col ritorno) che gli permetterà di prenotare un volo Ryanair fino a marzo 2018". Il vettore, che per numero di passeggeri trasportati è il primo in Europa, aveva già deciso di sopprimere, inopinatamente e per la stessa ragione, 2'100 collegamenti tra metà settembre e fine ottobre, operazione che ha interessato o interesserà 315'000 viaggiatori.

L’Austria lancia l’allerta contro i raccoglitori di funghi italiani. La chiamano «mafia dei funghi» italiana

L’Austria lancia l’allerta contro i raccoglitori di funghi italiani. La chiamano «mafia dei funghi» italiana. Interi gruppi molto organizzati arriverebbero in Austria per raccoglierne senza rispettare il limite dei 2 chili, in particolare in Tirolo. Lo “Sportello dei Diritti”: al di là dei soliti luoghi comuni contro gli italiani è bene sapere che si rischiano multe fino a 25mila euro Non basta l’emergenza migranti con l’Austria più volte dichiaratasi pronta a schierare non solo l’esercito, ma anche i mezzi corazzati al confine con l’Italia, ora arriva anche la “paura” dei raccoglitori di funghi italiani, che secondo la stampa d’Oltralpe, organizzati in gruppi, muniti di essiccatore e macchina per sottovuoto, saccheggerebbero i boschi del Tirolo austriaco in cerca di porcini e gallinacci. La "Tiroler Tageszeitung" ha lanciato addirittura in prima pagina l'allarme di quella che viene definita senza mezze parole come la «mafia dei funghi». Secondo il giornale, i "fungiàtt" professionisti arrivano in gruppi dall'Italia. Nella zona di confine prenderebbero in affitto degli appartamenti, dove verrebbe allestito un vero e proprio laboratorio per la lavorazione e il confezionamento dei funghi. Ignorando il limite di raccolta di due chili a persona al giorno, verrebbero ripuliti interi boschi, spesso con metodi di raccolta illegali, ad esempio con rastrelli. La ragione è dovuta alla facilità di guadagni per i prezzi elevati dei porcini nel Nostro Paese. L'anno scorso, ha evidenziato il giornale tirolese, un automobilista italiano è stato sorpreso con 26 chili di funghi. Al di là dei soliti luoghi comuni che vanno a colpire gli italiani, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è bene ricordare ai nostri connazionali che valicano più o meno abitualmente il confine per svolgere questa redditizia attività, che le autorità austriache possono elevare multe fino a 25.000 euro.

Integratori online: quelle nuove sostanze alimentari pericolose negli integratori. L’allarme dalla Francia, specie nelle palestre, ma tutta l’Europa è in pericolo

Integratori online: quelle nuove sostanze alimentari pericolose negli integratori. L’allarme dalla Francia, specie nelle palestre, ma tutta l’Europa è in pericolo. Mercato web in forte crescita, ma fuori controllo. In rete anche sostanze vietate, dopanti e pericolose. Lo “Sportello dei Diritti”: è ora che s’intensifichi la sorveglianza da parte delle autorità europee perché è un fenomeno transnazionale e non controllabile dai singoli Paesi L’ultimo allarme è giunto da RASFF, il sistema di allerta rapido europeo per alimenti e mangimi che ha comunicato la commercializzazione, specialmente in rete di preparati che promettono veri e propri “miracoli” e non di rado sono fuorilegge. Dopo averli assunti, sono stati diversi i giovani a essere ricoverati nei reparti di terapia intensiva. I prodotti in questione contengono quasi sempre sostanze come la "Rigidula Acacia", "agmatina solfato" " Epimedium" e "Hoodia gordonii" che rappresentano l’ultima trovata per immettere sul mercato nuovi integratori alimentari, commercializzati quasi sempre attraverso il web. Sono state le autorità sanitarie francesi a mettere nel mirino i nuovi preparati. Diversi gli effetti riscontrati nei pazienti che hanno dichiarato di averli assunti: dall’alterazione del ritmo circadiano (l'alterazione del ciclo sonno veglia) alla comparsa di allucinazioni. Fortunatamente sinora non è stato segnalato alcun decesso, anche se non si può escludere che il nuovo mix di sostanze possa essere stato assunto già in passato e non segnalato, in ragione della scarsa conoscenza che c’era dei nuovi prodotti. L’allarme partito dalla Francia, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” evidenzia quanto sia difficile controllare le maglie del commercio dei farmaci in rete, che pone in relazione Paesi con ordinamenti normativi differenti. È la stessa Agenzia Europea (RASFF), a ricordare che «la normativa europea ad oggi vieta di fatto le farmacie online, ma non impedisce tuttavia ai potenziali acquirenti di rivolgersi a farmacie in rete non autorizzate e pericolose». Di conseguenza diventa anche più difficile intercettare la distribuzione di prodotti - farmaci e integratori, per uso umano e veterinario - potenzialmente letali, quasi sempre diretti agli sportivi e a chi mira a perdere i chili di troppo. Negli ultimi anni diverse sono state le operazioni condotte anche in Europa: per arrestare il traffico di integratori contenenti dimetilammina (stimolante vietato in quasi in tutto il mondo e inserito in integratori alimentari) e dinitrofenolo (un fertilizzante “riscoperto” come dimagrante). Dagli Stati Uniti, invece, è arrivato l’invito a diverse aziende - con la firma della Food and Drug Administration - a ritirare integratori contenenti beta metilfenilamina, un analogo delle anfetamine, aggiunto come “dimagrante” ed energizzante”. A scuotere l’ente regolatorio è stato un articolo pubblicato sulla rivista Drug Testing and Analysys che evidenziava come questo stimolante fosse presente in oltre la metà di 21 integratori alimentari analizzati con acacia rigidula, senza che la sua sicurezza sull’uomo sia mai stata studiata. Secondo il Nucleo Antisofisticazione dei Carabinieri «il mercato illegale dei farmaci rende più di quello della cocaina». L’e-commerce dei medicinali contraffatti garantisce guadagni liquidi compresi tra 50 e 200 miliardi di euro. Ecco perché l’orizzonte, già da qualche tempo, ha iniziato a fare gola alle organizzazioni criminali come più volte ha ricordato lo “Sportello dei Diritti” che ha auspicato la necessità di maggiore sorveglianza a livello europeo, per la transnazionalità del fenomeno che non è più controllabile dai singoli Paesi.

Ministero della salute:"Non utilizzate per i tatuaggi inchiostro da disegno e calligrafia. L'inchiostro è cancerogeno, attenzione al Black Dynamic".

Ministero della salute:"Non utilizzate per i tatuaggi inchiostro da disegno e calligrafia. L'inchiostro è cancerogeno, attenzione al Black Dynamic". Lo “Sportello dei Diritti”: s’intensifichino su tutto il territorio nazionale i controlli e le analisi in centri estetici e tattoo center sui pigmenti utilizzati Le autorità sanitarie di mezzo mondo da qualche tempo stanno tenendo sotto osservazione un particolare sostanza utilizzata per modificare il colore dei tatuaggi, chiamata Black Dynamic, prodotto esclusivamente per grafia ma impiegato anche come pigmento per tatuaggi. Il Ministero della Salute italiano ha messo al bando questo materiale, considerandolo altamente pericoloso per la salute. La decisione è arrivata dopo alcune analisi eseguite dall’Azienda regionale protezione ambientale (Arpa) nell’ambito del progetto della Regione Piemonte “Valutazione della tossicità dei prodotti utilizzati nei laboratori di tatuaggio” correlato all’Accordo tra il Ministero della Salute e la Regione Piemonte. Nelle indagini nei laboratori di tatuaggi, l'Arpa ha scoperto boccette di inchiostro Black Dynamic per la grafia, realizzato dalla ditta Barber Wholesale, Barnsley, Gran Bretagna, una sostanza questa ricca di CARBON BLACK (Color Index 77266), considerato a maggior rischio per presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), altamente tossico e cancerogeno. I lotti incriminati sono il n° 91024110 e 91022050. Nome, indirizzo e dati dell’Importatore/distributore Sunskin Tattoo Equipment , via del Trebbiatore 14 Latina. Sull’etichetta lotto 91022050 è riportata la dizione “Attenzione non usare per tatuaggi inchiostro da disegno e calligrafia”. Il Ministero della Salute sta setacciando vari laboratori per scoprire se si è trattato di un caso isolato o se il Black Dynamic è stato venduto anche ad altri laboratori per i tatuaggi. L’allarme, pertanto, riguarda il territorio nazionale in quanto l’elemento incriminato può essere stato diffuso nel Paese. Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici sono classificati come cancerogeni ai sensi del Regolamento CLP. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta di una delle allerte più significative degli ultimi tempi sui rischi per la salute connessi ai pigmenti per tatuaggi, oggetto più volte dell’attenzione di ricerche specifiche, ma evidente non di effettivi e puntuali controlli come quello eseguito a seguito del monitoraggio svolto da ARPA Piemonte presso un centro estetico - tattoo. Ci auguriamo, quindi, che seguano ulteriori verifiche sul territorio nazionale per analizzare i campioni di pigmenti e per eliminare ogni dubbio circa i loro potenziali rischi per la salute ed in particolare per la cancerogenicità. L'avviso è stato inserito direttamente nel sistema GRAS RAPEX (il sistema di allerta rapido europeo sulle allerte per i consumatori) e quindi a valenza europea.

Yogurt Scaldasole. Dopo Auchan, Carrefour, Esselunga, Simply, Unes e Unicoop Tirreno anche Coop, Naturasi e Pam richiamano 4 lotti per possibile contaminazione da glutine non dichiarata in etichetta. Problemi per allergici.

Yogurt Scaldasole. Dopo Auchan, Carrefour, Esselunga, Simply, Unes e Unicoop Tirreno anche Coop, Naturasi e Pam richiamano 4 lotti per possibile contaminazione da glutine non dichiarata in etichetta. Problemi per allergici. Le catene di supermercati Coop, Naturasi e Pam hanno ricevuto una segnalazione da parte di Scaldasole che invita a ritirare dagli scaffali dei punti vendita quattro lotti di yogurt Teddi bio intero alla banana e Teddi bio intero all’albicocca, oltre allo yogurt Scaldasole biologico magro alla mela e cannella e lo Yogurt Scaldasole biologico magro nocciola per la possibile presenza di glutine non dichiarato in etichetta (vedi tabella sotto). Il richiamo è stato diffuso anche dalle catene Auchan, Carrefour, Esselunga, Simply, Unes e Unicoop Tirreno. Quattro sono le tipologie di yogurt ritirate: Yogurt Intero alla Banana 2x115g Teddi Fattoria Scaldasole 8010795006219 L.171024 / 24/10/2017;Yogurt Intero all’Albicocca 2x115g Teddi Fattoria Scaldasole 8010795006202 L.171024 / 24/10/2017; Yogurt Magro Mela e Cannella 250g Fattoria Scaldasole 8010795002617 L.171020 / 20/10/2017 e Specialità con Yogurt Magro Nocciola 250g Fattoria Scaldasole 8010795002556 L.171025 / 25/10/2017. Il prodotto è commercializzato da Fattoria Scaldasole , via Donizetti 7 – Monguzzo (CO) – Italia Marchio di identificazione dello stabilimento IT 03 229 CE. L’azienda invita le persone allergiche o intolleranti al glutine a non consumare i prodotti segnalati e a riconsegnarli al punto vendita in cui è avvenuto l’acquisto. Il consumo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non costituisce alcun rischio per i soggetti non allergici e non intolleranti al glutine. Per maggiori informazioni rivolgersi al servizio consumatori telefono numero 800 253 972 dalle 9,30 alle 13,30.

martedì 26 settembre 2017

E se anche il salmone d’allevamento è "taroccato" con sostanze chimiche per colorarne la carne di rosa

E se anche il salmone d’allevamento è "taroccato" con sostanze chimiche per colorarne la carne di rosa. L’Efsa (L’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha escluso problemi per la salute. Lo “Sportello dei Diritti”: si faccia presto chiarezza con analisi indipendenti, meglio un salmone “pallido” e sano che rosa e tossico Tra i pesci maggiormente consumati sulle tavole di mezzo mondo, vi è sicuramente il salmone. In tutto il pianeta, infatti, è stato calcolato che ogni anno se ne consumano ben tre miliardi. Tra le principali caratteristiche che contribuiscono al suo successo, oltre al tipico gusto, vi è senz’altro il tipico colore rosa-arancio della sua carne, che tutti diamo per scontato sia frutto sempre e solo della natura e della sua alimentazione. La realtà, purtroppo, è che nella gran parte dei salmoni di allevamento, la colorazione dipende da una sostanza chimica che viene aggiunta nel mangime. È ciò è determinato dalla provenienza dei pesci: i salmoni selvatici sono naturalmente rosa poiché si nutrono di gamberetti e altri crostacei, ma sul mercato sono la parte minore (meno di 500'000 tonnellate in tutto il mondo e provenienti soprattutto dell'Alaska). La maggioranza, infatti, proviene dagli allevamenti, concentrati in Norvegia, Cile, Scozia e pochi altri paesi. Il salmone di questo tipo si nutre principalmente di farina di pesce, olio di pesce e altre sostanze (non gamberetti). Di conseguenza dovrebbe avere una carne bianca o grigia. Gli studi di marketing, però, hanno dimostrato che questa versione "pallida" non attrae, o che comunque i consumatori non sarebbero disposti a spendere molto per acquistarlo. Per ovviare a questo problema è intervenuta l’industria farmaceutica, che è riuscita a ricreare in laboratorio il colorante, chiamato astaxantina (dal greco "astacus", granchio). La prima azienda a commercializzare questa sostanza col nome di Carophyll Pink è stata la Roche, in Svizzera, ma dal 2003 la produzione è stata ceduta alla olandese DSM. Sul mercato c’è anche il Lucantin prodotto dalla tedesca BASF. Molti si sono chiesti, quindi, se questo componente sia sicuro per la salute dei consumatori. Per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non sussiste alcun problema. Il tossicologo Gabriele Aquilina - che assieme a un team di esperti è stato incaricato di valutare gli effetti dell’astaxantina – ha sottolineato che "gli studi non hanno evidenziato alcun rischio per la salute umana". Senza l'aggiunta di astaxantina la carne sarebbe pallida (www.dsm.com). Sul metodo di valutazione, però, c’è più di un aspetto che merita attenzione. La prassi, infatti, vuole che sia la stessa azienda ad incaricare e finanziare un laboratorio per esaminare l’eventuale tossicità del suo prodotto. Ed è su queste analisi che poi si basa la valutazione degli esperti EFSA. Come si fa, dunque, ad essere certi dell’oggettività di questi esami? Secondo Aquilina, le regole stringenti sulla tracciabilità delle sperimentazioni rappresentano una garanzia: se il laboratorio commettesse delle irregolarità, verrebbe depennato dalla lista dei centri accreditati. Resta da chiarire, però, il motivo per cui l’EFSA preferisce non rendere noto il nome del laboratorio. Anche la filiera produttiva del salmone non è sempre trasparente al 100%. Nella maggior parte dei casi, sulle confezioni viene indicato solo il paese di provenienza, ma non il singolo produttore. In Svizzera, per esempio, in un’inchiesta giornalistica appositamente dedicata è stato chiesto a tre dei principali gruppi della grande distribuzione elvetica d’indicare la provenienza esatta dei salmoni: Coop "per ragioni di concorrenza non fornisce il nome dell’allevamento", così pure Migros ("il nome del singolo produttore non viene comunicato"), mentre solo Manor ha dichiarato di lavorare con un solo allevatore scozzese, "Loch Duart", che non fa uso di astaxantina sintetica. Insomma per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è necessario che si faccia presto chiarezza con analisi indipendenti, perché se dovesse evidenziarsi qualsiasi potenziale conseguenza per la salute dei consumatori, sarebbe sempre meglio mettere sul mercato un salmone “pallido” e sano che rosa e tossico.

Sextortion. Estorsioni sessuali online. L'allerta su Commissariato di PS On Line della Polizia Postale

Sextortion. Estorsioni sessuali online. L'allerta su Commissariato di PS On Line della Polizia Postale che invita a non accettare conversazioni in rete a sfondo sessuale. L’aumento esponenziale delle estorsioni sessuali online ha fatto si che diventasse un fenomeno così diffuso tanto da essere indicato con un suo nome specifico: “sextorsion”. Non si contano più, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” gli episodi di navigatori della rete che si sono trovati ingenuamente ad essere ricattati dopo conversazioni con malintenzionati di ogni genere che sono riusciti a carpire immagini o video espliciti e molto spesso assai spinti per poi minacciare di diffonderli salvo il pagamento di un prezzo. E sarebbero tanti, coloro che scelgono ancora di non denunciare per evitare di cadere nell’ovvio imbarazzo non solo del pensiero di vedersi pubblicati online in situazioni a dir poco equivoche, ma anche quello di finire come vittima in un’aula giudiziaria, mentre sono tantissime e in aumento le denunce che pervengono all’autorità giudiziaria e alle forze di polizia, tra tutte la Polizia Postale, tanto che proprio in data odierna, quest’ultima, tramite un post pubblicato sulla propria pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” ha lanciato l’allerta e l’invito ad evitare completamente conversazioni o video a sfondo sessuale. Ed il testo del messaggio è chiarissimo: “SEXTORTION. Riportiamo un messaggio di minaccia pervenuto ad una vittima di sextortion. Non accettare mai conversazioni o video a sfondo sessuale con nessuno”. Nonostante le allerte e gli inviti ad evitare questo tipo di contatti, sono però ancora in tanti a cadere nella trappola di soggetti senza scrupoli di ogni genere ed età, tra cui anche molti minorenni spesso incoscienti delle conseguenze dei propri comportamenti che possono configurare il reato di estorsione. Ecco perché non solo bisogna prevenire evitando in maniera assoluta questo tipo di conversazioni, ma anche denunciare prontamente nel momento in cui si dovesse malauguratamente capitare in queste situazioni. In tali casi, potrete contattare la nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per verificare se vi sia la possibilità di adottare ogni iniziativa utile per essere prontamente tutelati.

Sconti online. Occhio alla frode anche per gli occhiali da sole scontati al 90%. L'allerta su Commissariato di PS On Line della Polizia Postale

Sconti online. Occhio alla frode anche per gli occhiali da sole scontati al 90%. L'allerta su Commissariato di PS On Line della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: la truffa è dietro l’angolo perché ribassi di questo tipo sono pressoché commercialmente impossibili La prima regola negli acquisti online è prestare sempre la massima attenzione ed adottare ogni cautela possibile per evitare le truffe che sono sempre dietro l’angolo. Tra i principali indici della frode c’è quasi sempre il prezzo irrisorio o il ribasso eccessivo per beni di largo utilizzo ed elevato valore commerciale, come gli occhiali da sole dei marchi più noti e apprezzati. In tale ottica, nella quotidiana attività dello “Sportello dei Diritti” di segnalazione dei rischi che si possono correre in rete, informiamo che la Polizia Postale tramite un post pubblicato su “Commissariato di PS On Line – Italia” ha invitato a prestare attenzione agli sconti in eccesso che molto spesso vengono pubblicati sulle bacheche virtuali, come quelli degli occhiali Ryaban “venduti” col 90 % di sconto come indicato nella locandina online che pubblichiamo affinché i cittadini si premuniscano ed evitino di cadere in acquisti che poi spesso si rilevano delle frodi. È la stessa Polizia Postale, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” a mettere in allerta i naviganti virtuali con il testo postato sul proprio account Facebook: “RAYBAN. E' possibile uno sconto del 90% ?”, e che la dice tutta sulla necessità di verificare sempre la validità delle offerte presentate in questo modo. Ovviamente nel caso in cui il cittadino abbia deciso comunque di acquistare il prodotto e abbia corrisposto il prezzo senza aver ricevuto alcun riscontro positivo è sempre bene agire con la massima solerzia anche perché il termine per proporre denuncia querela è di tre mesi da quando si ha avuto conoscenza della truffa. In tali casi potrete contattare la nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per verificare se vi sia la possibilità di adottare ogni iniziativa utile per essere tutelati.

lunedì 25 settembre 2017

Sequestro record da parte dell'Interpol di prodotti medicali e farmaci contraffatti in tutto il mondo commercializzati in "rete".

Sequestro record da parte dell'Interpol di prodotti medicali e farmaci contraffatti in tutto il mondo commercializzati in "rete". Lo "Sportello dei Diritti": l'ennesima conferma dei rischi degli acquisti online di farmaci e prodotti medicali L'Interpol ha annunciato in data odierna un sequestro record di 25 milioni di prodotti medicali e farmaci contraffatti a livello globale distribuiti su internet, per un valore superiore a 51 milioni dollari (43 milioni di euro). Tra i farmaci sequestrati vi sono integratori alimentari, analagesici, trattamenti per l'epilessia, prodotti nutrizionali, ha detto in un comunicato stampa rilasciato dall'agenzia di cooperazione della Polizia internazionale, che ha sede a Lione (sud-est della Francia). L'operazione Pangea X, è questo il nome dell'inchiesta, è stato condotta in 123 paesi, un numero record, tra il 12 e il 19 settembre. Ha proceduto a 400 arresti e sono stati chiusi ben 3.584 siti web e più di 3.000 annunci pubblicitari su internet che reclamizzavano prodotti farmaceutici sono stati sospesi. Secondo l'Interpol, Pangea X è anche interessata alla vendita illegale di apparecchi medicali, quali impianti dentali, profilattici, siringhe e materiale chirurgico, che ha portato a sequestri per 500.000 dollari (420.000 Euro). L'Interpol ha riportato nella sua dichiarazione la partecipazione per la prima volta di molti paesi africani. Pericolo per i consumatori "La vendita di prodotti farmaceutici contraffatti o falsi è una preoccupazione crescente nel mondo perché è un pericolo per la salute degli ignari consumatori che ritengono che i farmaci sono sicuri," secondo quanto sostenuto da Immanuel Sam, responsabile dell'ufficio Interpol in Namibia. L'operazione Pangea è stata lanciata nel 2008. Solo otto paesi parteciparono all'inizio. L'Interpol è preoccupata per il crescente flusso nel corso di un decennio di prodotti farmaceutici non autorizzati o non controllati su internet. Questa tendenza "mette in pericolo la vita", ha lanciato l'allarme il direttore esecutivo per la polizia all'Interpol, Tim Morris. «Il fatto che siamo arrivati a tali risultati significativi dopo dieci anni di funzionamento di Pangea dimostra che la vendita online di farmaci vietati è una sfida persistente e crescente» per le autorità interessate, ha detto Morris. Pangea X mira inoltre a sensibilizzare l'opinione pubblica sui rischi connessi con gli acquisti di farmaci su internet, secondo l'Interpol. Si tratta, quindi, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dell'ennesima conferma dei rischi connessi agli acquisti online di farmaci e prodotti medicali, per i quali da tempo continuiamo a segnalare i pericoli per la salute in quanto la frode è dietro l'angolo per l'impossibilità di verificare preventivamente la genuinità dei prodotti.

Vietato imporre i tacchi sul lavoro. Nelle Filippine è diventata da ieri una legge dello Stato.

Vietato imporre i tacchi sul lavoro. Nelle Filippine è diventata da ieri una legge dello Stato. Un punto a favore del discusso governo filippino nella lotta contro il sessismo e i rischi per la salute da prendere da esempio Le Filippine di Duterte fanno sempre discutere. Questa volta, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, in positivo. Perché da ieri è diventata una legge di Stato il divieto d’imporre tacchi alti ai dipendenti, così come tutti quei tipi di scarpe utili ad apparire ma che obbligano a stare scomodi per l'intera giornata. I datori di lavoro avranno l’obbligo d’incentivare l'utilizzo di «calzature pratiche e confortevoli», per scongiurare il rischio – dice il dipartimento del Lavoro – di piedi dolenti la sera, dolori muscolari nel prosieguo e una pressione costante e pericolosa sulle articolazioni. Per i sindacati, è una vittoria contro l'atteggiamento sessista di cui sono vittime, in particolare, le impiegate alla reception o le assistenti di volo, che trascorrono peraltro gran parte del tempo in piedi. «È una forma di tortura, di oppressione e di schiavitù – ha sottolineato lan Tanjusay, portavoce dei sindacati – Ed è anche una forma di sessismo, da parte di chi giudica le donne più sexy e attraenti, dunque anche più efficaci magari nelle attività di vendita che svolgono, senza capire quello che soffrono». Insomma, un sorprendente esempio di lotta governativa al sessismo e tutela della salute nei luoghi di lavoro che dovrebbe essere seguito anche dagli stati occidentali dove ancora esistono e costituiscono la normalità pratiche di segno contrario.

domenica 24 settembre 2017

Nuova versione iOS 11 Apple. Il Wifi e Bluetooth difficili da disattivare. In pericolo la sicurezza e la privacy degli utenti

Nuova versione iOS 11 Apple. Il Wifi e Bluetooth difficili da disattivare. In pericolo la sicurezza e la privacy degli utenti. Lo “Sportello dei Diritti”: a rischio milioni di dispositivi. Urge un intervento per rimediare alla falla (voluta) da Apple Proprio nei giorni scorsi Apple ha rilasciato iOS 11, la nuova e ultimissima versione del suo originale sistema operativo che verrà installata in milioni di dispositivi della “Mela” sostituendo la precedente. Tra le problematiche immediatamente segnalate dagli addetti ai lavori vi è la mancata previsione della possibilità di una disattivazione completa dei sistemi WiFi e Bluetooth nel suo centro di controllo. Anche se l'utente desidera disattivarli, i moduli WiFi e Bluetooth rimangono parzialmente attivi, per consentire l'utilizzo di app come Apple Pencil, Apple Watch e altre. In particolare, disabilitando le icone con un tap dal nuovo centro di controllo, l'utente non chiude del tutto le “antenne” come invece accadeva con la vecchia versione, ma spegne semplicemente le connessioni. Per disabilitare completamente la possibilità di accesso con l’esterno si devono quindi fare più passaggi, all'interno delle impostazioni. In principio, addirittura, si pensava ad un bug, una falla nel sistema ma successivamente la multinazionale con sede a Cupertino ha spiegato che è una scelta voluta. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, tuttavia, in questo modo risultano essere a rischio milioni di dispositivi. Proprio nei giorni scorsi abbiamo segnalato il virus Blueborne che consente di acquisire il controllo di computer e dispositivi mobili attraverso il Bluetooth abilitato e che si starebbe diffondendo specie tra chi lascia sempre attiva la relativa antenna. La possibilità, dunque, di accessi abusivi ai nostri apparati, rende urgente un intervento da parte della stessa Apple per rimediare alla falla (voluta) e rendere agevole e totale la possibilità di disattivazione dei sistemi di connessione wireless.

RASFF, allerta per un lotto di insalata Valerianella con Escherichia coli ritirata dal mercato europeo

RASFF, allerta per un lotto di insalata Valerianella con Escherichia coli ritirata dal mercato europeo Non si può star tranquilli nemmeno mangiando un piatto di insalata: tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, la Finlandia segnala insalata Valerianella o Soncino (Valerianella locusta) con Escherichia coli ritirata dal mercato europeo. L'allarme riguarda per adesso la Finlandia. Ma quello che preoccupa è che il prodotto viene importato dall'Italia. Quindi potremmo trovare anche noi, sulle nostre tavole, il Soncino "killer". Il ceppo di E.coli in questione è STX-2 che produce shigatoxina. La produzione di Stx-2 si associa spesso (nel 10% dei ragazzi con diarrea da EHEC) alla sindrome emolitico-uremica (HUS in inglese o SEU in italiano), caratterizzata da:Insufficienza renale acuta,Trombocitopenia, Anemia emolitica e Microangiopatia. Infatti Stx-2 è in grado di legarsi con maggior affinità al Gb3 espresso dalle cellule renali, provocandone la distruzione. A diramare l'allerta in tutta Europa è il Rasff, il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi, che ha pubblicato un documento di rischio "grave" (Notification details - 2017.1492) nel quale segnala la presenza del batterio che rischia di essere dannoso per la salute, in particolare per l'apparato digerente. Le autorità sanitarie hanno ordinato ai grossisti che riforniscono ristoranti e catene di supermercati della Finalandia di interrompere l'importazione del prodotto dal Mediterraneo. Non è la prima volta, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, che viene segnalata la presenza di questo pericoloso batterio in prodotti alimentari e quindi dannosi per la salute. Ecco, perchè è necessario mantenere sempre alta l'attenzione ed il sistema di allerta europeo, in questo senso, ci aiuta a segnalare tempestivamente i pericoli per i consumatori. Pertanto si raccomanda ai consumatori, intanto, di rispettare le basilari norme igieniche lavando accuratamente le verdure destinate ad essere consumate crude, compresa la Valerianella o Soncino incriminata, anche perchè sino ad oggi il Ministero della Salute italiano non ha pubblicato sul suo nuovo portale dedicato alle allerte alimentari, qual è la marca ed il lotto del prodotto in questione.

Eurostat: gli islandesi sgobbano di più. Fanalini di coda della classifica sono Italia e Bulgaria.

Eurostat: gli islandesi sgobbano di più. Fanalini di coda della classifica sono Italia e Bulgaria. A dirlo una statistica sulla durata della vita lavorativa pubblicata da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea Italia fanalino di coda in Europa quanto a lunghezza della loro vita lavorativa: gli abitanti della penisola sgobbano per 31,2 anni, quasi 7 anni in meno della media continentale. Solo gli islandesi (47,4 anni) sono più attaccati al loro impiego, secondo quanto emerge da una statistica pubblicata tre giorni fa da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea. All'interno dell'Ue i lavoratori più assidui sono gli svedesi (41,3 anni), seguiti da danesi (40,3), olandesi (40,0), inglesi (38,8) e tedeschi (38,1), mentre i meno sollecitati sono italiani (31,2) e bulgari (31,7). La vita lavorativa viene definita come la durata prevista che un 15enne rimarrà attivo sul mercato del lavoro. La media europea fra il 2006 e il 2016 è salita di quasi due anni, passando da 33,8 a 35,6 anni. Secondo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono dati impietosi che probabilmente non fanno riferimento ad uno dei principali problemi strutturali dell'economia italiana, ovvero la disoccupazione, con la conseguente difficoltà a trovare un impiego e la perdita di gran parte degli anni che potrebbero essere dedicati alla vita lavorativa, alla ricerca di un lavoro. Si tratta, quindi, di una statistica che dovrebbe comunque far riflettere i nostri governanti in quanto consacra ulteriormente il fallimento di decenni di pseudo riforme del lavoro che hanno portato solo ad una progressiva riduzione dei diritti dei lavoratori, ma non al programmato allungamento della vita lavorativa.

sabato 23 settembre 2017

Esselunga richiama due lotti di marzapane Rebecchi per tracce d’uovo non segnalate in etichetta. Sono a rischio coloro che soffrono di allergia.

Esselunga richiama due lotti di marzapane Rebecchi per tracce d’uovo non segnalate in etichetta. Sono a rischio coloro che soffrono di allergia. I supermercati Esselunga hanno pubblicato il richiamo di due lotti di marzapane modellabile a marchio Rebecchi Fratelli Valtrebbia per la possibile presenza di tracce d’uovo non correttamente segnalato in etichetta. Ad essere oggetto del provvedimento sono i lotti di produzione L.170403 da consumarsi preferibilmente entro lo 03/04/2018 e L.170608 da consumarsi preferibilmente entro lo 08/06/2018. L’azienda, scusandosi per il disagio, precisa che il richiamo è rivolto ai soggetti allergici alle uova, per tutti gli altri consumatori il prodotto è assolutamente sicuro. Si raccomanda agli allergici, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, di non consumare le confezioni di marzapane appartenenti ai lotti richiamati e riportare il prodotto al punto vendita d’acquisto, dove sarà rimborsato. Per qualsiasi chiarimento è possibile rivolgersi all’ufficio qualità Rebecchi chiamando il numero 3343629642 dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 18,30.

venerdì 22 settembre 2017

Lecce. Aumentano le minidiscariche di quegli incivili che si ostinano a non fare la differenziata

Lecce. Aumentano le minidiscariche di quegli incivili che si ostinano a non fare la differenziata. Tra le tante aree periferiche anche quella fra via Enrico Ameri e via Luigi Scrimieri a due passi dallo Stadio di via del Mare. Lo “Sportello dei Diritti”: installare fototrappole e sanzionare chi abbandona i rifiuti La raccolta differenziata “porta a porta” a Lecce ormai a pieno regime, era una necessità indifferibile per arginare il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ma ha determinato la nascita di minidiscariche a cielo aperto a causa di quegli incivili che si ostinano ancora a non differenziare e che si trovano costretti ad abbondare i propri scarti sulle strade. La prova è data dalle numerose segnalazioni che sono giunte allo “Sportello dei Diritti” nel corso del tempo e che sono state oggetto di nostri interventi, che almeno in passato, non hanno trovato la pronta reazione della precedente amministrazione, tanto che le aree in questione sono aumentate per numero ed estensione. L’ultima nell’ordine è la zona tra via Enrico Ameri e via Luigi Scrimieri a due passi dallo Stadio, dove per svariate centinaia di metri è possibile verificare visivamente ai margini delle due strade la presenza di cumuli di rifiuti di ogni tipo, dall’immondizia “residenziale”, alle gomme, mobilio in disuso, frigoriferi e chi più ne ha più ne metta, che nel corso del tempo sono stati oggetto di incendi che hanno reso l’aria irrespirabile per centinaia di metri. Una situazione di degrado non più tollerabile per il decoro pubblico e per l’igiene urbana, che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dev’essere prontamente risolta da parte del Comune di Lecce con un intervento immediato di rimozione dei rifiuti e l’installazione di fototrappole per identificare prontamente e sanzionare coloro che gettano i rifiuti.

C'è il batterio della salmonella nelle cozze vive: disposto ritiro dal commercio dei "moscioli" di Portonovo

C'è il batterio della salmonella nelle cozze vive: disposto ritiro dal commercio dei "moscioli" di Portonovo L’Asur di Ancona ha disposto il divieto al consumo diretto dei molluschi bivalvi vivi della specie Mytilus Galloprovincialis (cozze), provenienti dall’allevamento Portonovo Coooperativa Fra Pescatori arl a seguito della presenza di Salmonella. “I mitili non sono considerati sicuri per il consumo umano diretto, per cui si ritiene utile intervenire ai fini della Sicurezza Alimentare con il declassamento temporaneo” sottolinea l'Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche. Il produttore, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sarà tenuto a ritirare il prodotto già in commercio.

Richiamo prodotto a marchio Carrefour: "MARZAPANE pasta di mandorle." Il prodotto presenta uovo! Sono a rischio coloro che soffrono di allergia.

Richiamo prodotto a marchio Carrefour: "MARZAPANE pasta di mandorle." Il prodotto presenta uovo! Sono a rischio coloro che soffrono di allergia. Carrefour ritira un lotto a suo marchio di marzapane per la presenza e riguarda solo i consumatori allergici all'uovo. Il prodotto in questione, è dall’azienda Rebecchi Fratelli Valtrebbia S.p.A.. La confezione interessata dal richiamo è quella di "Marzapane pasta di mandorle" in confezione da 225 grammi. Spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”: "L’azienda Rebecchi Fratelli Valtrebbia S.p.A ha chiesto al proprio distributore italiano Carrefour il ritiro e il richiamo in via precauzionale di un tipo di marzapane per la possibile presenza di allergeni (uovo) non dichiarato in etichetta. Oggetto del ritiro è "Marzapane pasta di mandorle" in confezione da 225 grammi, con codice a barre EAN 8012666033508 e termine minimo di conservazione 16/05/2018, lotto L. 170516. Il motivo del richiamo è la presenza di tracce uovo non dichiarate in etichetta. Carrefour si scusa per il disagio e invita i consumatori allergici all'uovo a prestare particolare attenzione. Chi ha acquistato il marzapane può riconsegnare le confezioni al punto vendita per il rimborso. Per qualsiasi ulteriori chiarimento potete contattare l'Ufficio Qualità Rebecchi al numero 334.3629642 (lun-ven 8,30-18,30). "

Auchan richiama yogurt Teddi Fattoria Scaldasole: possibile contaminazione da Glutine non dichiarato in etichetta.

Auchan richiama yogurt Teddi Fattoria Scaldasole: possibile contaminazione da Glutine non dichiarato in etichetta. Il prodotto è distribuito in tutta Italia Nuova allerta alimentare. Nello yogurt Teddi Fattoria Scaldasole è presente del glutine non dichiarato in etichetta. Per questo motivo la catena di supermercati Auchan lo sta ritirando da propri scaffali. La comunicazione è stata diffusa sul sito dell'azienda e riguarda solo i consumatori allergici al GLUTINE. Quattro sono le tipologie di yogurt ritirate: Yogurt Intero alla Banana 2x115g Teddi Fattoria Scaldasole 8010795006219 L.171024 / 24/10/2017;Yogurt Intero all’Albicocca 2x115g Teddi Fattoria Scaldasole 8010795006202 L.171024 / 24/10/2017; Yogurt Magro Mela e Cannella 250g Fattoria Scaldasole 8010795002617 L.171020 / 20/10/2017 e Specialità con Yogurt Magro Nocciola 250g Fattoria Scaldasole 8010795002556 L.171025 / 25/10/2017. Il prodotto è commercializzato da Fattoria Scaldasole , via Donizetti 7 – Monguzzo (CO) – Italia Marchio di identificazione dello stabilimento IT 03 229 CE. Motivo del Richiamo: Possibile contaminazione da Glutine non dichiarato in etichetta. Popolazione interessata: Soggetti intolleranti o allergici al GLUTINE. Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che, rimarcando l'allerta di Auchan , invita i consumatori allergici a non utilizzare i prodotti e a contattare e a restituire le confezioni al punto di vendita per la sostituzione. Il richiamo riguarda il Canale di tutta Italia. Il supermercato Auchan, a scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei propri clienti, avverte sul proprio sito che : "LA POSSIBILE PRESENZA DI GLUTINE IN QUESTI PRODOTTI LI RENDE NON IDONEI AL CONSUMO DA CONSUMATORI CELIACI, ALLERGICI O INTOLLERANTI AL GLUTINE." I consumatori allergici o intolleranti sono invitati a non consumare i prodotti segnalati, e a riconsegnarli al punto vendita in cui è avvenuto l’acquisto. (Il consumo non costituisce invece alcun rischio per i soggetti non allergici al glutine/ non intolleranti al glutine). Per maggiori informazioni, per i consumatori è attivo un numero verde : 800 253972 dalle 9:30 alle 12:30.

Allergeni non segnalati in etichetta: Simply e Auchan ritirano lotti di marzapane.

Allergeni non segnalati in etichetta: Simply e Auchan ritirano lotti di marzapane. Il prodotto presenta uovo! Sono a rischio coloro che soffrono di allergia. La comunicazione è stata diffusa sui siti della catena di supermercati Simply e Auchan e riguarda solo i consumatori allergici all'uovo. I prodotti interessati sono 2 lotti di Marzapane pasta di mandorle. I supermercati precauzionalmente hanno già attivato le procedure di ritiro dei prodotti dalla vendita. Nello specifico sono i prodotti con denominazione di vendita: lotti L. 170403 e L. 170608 "Marzapane pasta di mandorle" 225g EAN 8003600010143. Ragione sociale commercializzante: Rebecchi Fratelli Valtrebbia S.p.A. Bollo di identificazione dello stabilimento: Via Ungaretti, 7 29029 RIVERGARO (PC). Motivo del Richiamo: ETICHETTATURA NON CONFORME : Prodotto non conforme per possibile presenza di tracce uovo non dichiarate in etichetta. Popolazione interessata: Soggetti intolleranti o allergici all'uovo. L'ingestione di cibi contenenti sostanze con potere antigenico non è cosa da prendere alla leggera, perché potrebbe causare degli effetti che si manifestano rapidamente subito dopo l'ingestione di un particolare alimento ed è quindi più facile collegarli al cibo ingerito. Le reazioni dell'organismo oltre ad essere immediate sono, di solito, violente. La reazione allergica produce shock anafilattico e di solito risponde ai tradizionali Test Allergici Cutanei e quindi, è anche relativamente più facile da individuare. Per shock anafilattico si intende una sindrome clinica provocata da esposizione ad un allergene, è la reazione più grave e può, se non curato, portare alla morte. È molto meno frequente delle intolleranze alimentari (su 50 casi, solo 10 sono allergie). Può portare anche alla morte, mentre è molto raro che le intolleranze alimentari possano causare il decesso di una persona. I sintomi delle allergie alimentari sono simili a quelle provocate a chi soffre di allergia ai pollini: sono comuni gli arrossamenti pruriginosi della pelle, gli eczemi, le eruzioni o i gonfiori, l'orticaria, arrossamenti e bolle, le dermatiti; ma anche irritazione delle labbra e della bocca o problemi respiratori (riniti, congiuntiviti, asma) o problemi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali e diarrea). Per tale ragione è facile capire quanto la "sicurezza" di un alimento sia fondamentale per un soggetto allergico … sicurezza che dovrebbe derivare dalla lettura attenta delle etichette. Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che, rimarcando l'allerta di Simply e Auchan , invita i consumatori allergici a non utilizzare i prodotti e a contattare e a restituire le confezioni al punto di vendita per la sostituzione. Trattandosi di un problema rilevante, le aziende hanno avviato anche una campagna di richiamo avvisando i clienti in rete. Il richiamo riguarda tutta Italia. I supermercati Simply e Auchan, nell'avviso ai clienti pubblicato sui siti internet di pertinenza comunicano che "Il richiamo è stato disposto per proteggere i soggetti allergici all’uovo da possibili rischi. Per tutti gli altri consumatori il prodotto sopraindicato non comporta alcun pericolo per la salute. I consumatori che fossero in possesso dei suddetti lotti di questo prodotto sono invitati a riportarli in questo punto vendita che provvederà al rimborso. Per qualsiasi chiarimento vi preghiamo di rivolgervi all’Ufficio Qualità Rebecchi numero 334.3629642.

giovedì 21 settembre 2017

Chat Omegle. L'invito all'attenzione sui minori da parte della Polizia Postale sull'applicazione di messaggistica a rischio di attività a "sfondo sessuale".

Chat Omegle. L'invito all'attenzione sui minori da parte della Polizia Postale sull'applicazione di messaggistica a rischio di attività a "sfondo sessuale". Lo "Sportello dei Diritti": vigilate costantemente sui ragazzi che accedono alla rete Quanti bambini accedono alla rete senza alcun controllo dei genitori o di chi ne ha la responsabilità. Il problema principale è che la facilità di accesso rende quasi incontrollabile i siti o le applicazioni che i bambini utilizzano se non si vigila costantemente sulle loro attività davanti a pc, tablet e dispositivi connessi. Ad evidenziarlo Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” che esprime profonda preoccupazione dopo il post pubblicato dalla Polizia Postale su “Commissariato di PS On Line – Italia” che ha lanciato l'invito all'attenzione in merito alla Chat Omegle. Questo il testo della segnalazione: "ANCORA OMEGLE. Abbiamo recentemente parlato di questa chat che non chiedendo nessun tipo di registrazione e fornendo un pseudo anonimato è terreno fertile per ogni tipo di richiesta. La fetta più grande riguarda richieste e conversazioni a sfondo sessuale. La trasgressione e il proibito sono le esche per gli adolescenti che si spingono senza remore in un terreno pericoloso. Riteniamo di estrema importanza l’attenzione dei genitori su un possibile utilizzo, di questo programma di messaggistica istantanea, da parte dei figli. Prevenire è meglio che curare."

Bufala online "alla" Coca Cola. Il falso invito a non consumare i prodotti della multinazionale.

Bufala online "alla" Coca Cola. Il falso invito a non consumare i prodotti della multinazionale. A segnalarlo Commissariato di PS On Line della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: i richiami dei prodotti alimentari sono tutti verificabili nei siti istituzionali Ancora bufale online che vanno a colpire note multinazionali, che lo “Sportello dei Diritti” ritiene utile segnalare. L'ultima bouatade telematica è stata comunicata sul sito della Polizia di Stato tramite un post pubblicato su “Commissariato di PS On Line – Italia”. Nel mirino, questa volta la Coca Cola con un messaggio che in un italiano stentato invita a non consumare alcun prodotto del colosso delle bibite con il tentativo di renderlo credibile mediante la pubblicazione di un fantomatico avviso di richiamo del Ministero della Salute che è visibile nella fotografia che alleghiamo. Questo il testo dell’allerta della Polizia Postale:" BUFALA ALLA #COCACOLA. Svariate segnalazioni ci portano alla nostra attenzione questo messaggio che se pur allarmante risulta privo di ogni fondamento. Cerchiamo di valutare quali messaggi condividere e quali cestinare. Con un minimo di buon senso possiamo limitare questo fenomeno.". Ovviamente, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta di una vera e propria bufala, in quanto i richiami dei prodotti alimentari sono tutti verificabili nei siti istituzionali.

Truffe online. Arrivano anche i falsi buoni Decathlon da 250 euro.

Truffe online. Arrivano anche i falsi buoni Decathlon da 250 euro. L’allerta su Commissariato di PS On Line della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: non rispondete alle allettanti provocazioni di fantomatici regali Nella quotidiana attività dello “Sportello dei Diritti” di segnalazione anche sulle truffe online cui ogni giorno rischiamo di essere sottoposti attraverso i nostri contatti e account, informiamo che in data odierna è stata pubblicato dalla Polizia di Stato tramite un post pubblicato su “Commissariato di PS On Line – Italia” l’invito a prestare attenzione ad uno dei messaggi che può pervenire sulle nostre caselle di posta elettronica, ed in particolare al fantomatico annuncio di buoni da 250 euro di Decathlon che è visibile nella fotografia che alleghiamo. Questo il testo dell’allerta della Polizia Postale: “#DECATHLON. La truffa colpisce gli sportivi. Come ormai avviene per molti brand o grandi catene di distribuzione, anche Decathlon è oggetto di truffa attraverso falsi buoni spesa. In rete nessuno regala nulla. Diffidate anche se il mittente è attendibile". Il modo migliore per difendersi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è quello di non rispondere mai a questi messaggi palesemente strani e quindi di non cliccare sui link cui solitamente conducono o rispondere alle richieste di dati personali o bancari. Il problema che tuttora persiste, però, è che sono tanti i consumatori che sono allettati dalle proposte che appaiono, almeno in astratto, credibili perché vengono utilizzati i loghi del tutto identici a quelli di note aziende come la multinazionale degli articoli sportivi in questione. E cascarci è molto facile. Bisogna, quindi, solo prestare più attenzione, accertarsi sempre della provenienza del messaggio ed evitare di seguire le istruzioni contenute che costituiscono in domande che vengono poste all’ignaro utente per farlo cadere in trappola. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgersi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Uova fresche contaminate: scatta il ritiro del Ministero della salute.

Uova fresche contaminate: scatta il ritiro del Ministero della salute. "Rischio grave per la salute dei consumatori per pericolo di tossicità acuta da Fipronil " Le uova provengono dalla Calabria Tracce rilevanti dell'insetticida Fipronil sono state trovate nel corso di un controllo in un campione di uova fresche proveniente dalla Calabria e commercializzate sul territorio nazionale con marchio UOVA ROSSE Az. Agricola Tomaino Rosina. Per questo il Ministero della salute ha diffuso il richiamo del lotto di uova di varie categorie provenienti dall’allevamento AZIENDA AGRICOLA TOMAINO ROSINA - Serrastretta(CZ) loc. San Nicola n. 5, per presenza di fipronil. Le uova richiamate appartengono dal lotto che riporta sul guscio il codice allevamento cod. 3IT129 in confezioni da 30 uova. Il provvedimento è stato disposto dai Servizi veterinari delle AASSPP Calabria perché in alcuni campioni di uova proveniente da questo lotto è stato riscontrato un livello di fipronil superiore al limite di tossicità acuta di 0.72 mg/kg. Il Ministero della salute, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che avverte di un " Rischio grave per la salute dei consumatori per pericolo di tossicità acuta da Fipronil" invita i consumatori in possesso di uova appartenenti a questo lotto a non consumarle e consegnarle ai Servizi Veterinari delle AASSPP competenti per territorio. Il fipronil è considerato “moderatamente tossico” per l’uomo dall’Oms e il suo impiego è vietato negli allevamenti avicoli in Europa. Il rischio per i consumatori resta comunque molto basso.

Ministero Salute: Carozzi Formaggi richiama un lotto di Taleggio di latte crudo DOP per presenza di Listeria monocytogenes

Ministero Salute: Carozzi Formaggi richiama un lotto di Taleggio di latte crudo DOP per presenza di Listeria monocytogenes L’azienda CAROZZI FORMAGGI ha richiamato in via precauzionale un lotto di formaggio Taleggio latte crudo per sospetta contaminazione da Listeria monocytogenes. Ne dà comunicazione il Ministero della salute attraverso il portale dedicato ai richiami alimentari. Oggetto del richiamo un tipo di formaggio preincartato e porzionato commercializzato dall’azienda CAROZZI FORMAGGI srl con sede a BARZIO (LC), LOC. PRATO BUSCANTE. Il lotto n° 04827 riguarda il “TALEGGIO DOP LATTE CRUDO”. A scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori si raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto con medesimo lotto di appartenenza, di NON consumarlo e di restituirlo al punto vendita nel quale è stato acquistato. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, non esclude che l'ingerimento del prodotto gastronomico possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione. La listeriosi è un’infezione che si trasmette prevalentemente per via alimentare e può avere effetti gravi nell’uomo. Il germe (Listeria monocytogenes), è un batterio largamente diffuso nell’ambiente, nel terreno e nelle acque di superficie, che tollera gli ambienti salati e le basse temperature (+2/+4°C). Alcune categorie di persone sono più a rischio di contrarre la malattia se presentano un sistema immunitario indebolito: anziani, neonati, donne in gravidanza, soggetti con altre malattie in corso che compromettono il sistema immunitario. Tuttavia anche i soggetti non considerati a rischio possono contrarre l’infezione e in qualche caso manifestare la malattia nella forma gastrointestinale. Il veicolo principale di infezione nell’uomo è il consumo di alimenti pronti al consumo (in inglese: RTE “ready-to-eat”) e di cibo crudo. Il batterio della Listeria si trova più comunemente sulla crosta di formaggi freschi molli, o in formaggi a base di latte crudo, salmone affumicato, carni fresche non stagionate, salumi, ma anche nei vegetali crudi. La cottura dei cibi uccide il germe, la conservazione in frigorifero no. Una persona affetta da listeriosi può manifestare i segni di una sindrome simil-influenzale caratterizzata da febbre e dolori muscolari, a volte preceduti da diarrea o altri sintomi gastro-intestinali. Nel caso di pazienti immuno-compromessi la malattia può evolvere in modo molto più grave con setticemia e meningite. Nelle donne in gravidanza la malattia può portare a complicanze anche gravi per la gestazione. I primi sintomi si possono rilevare anche a distanza di 70-90 giorni dall’assunzione di cibo contaminato.

mercoledì 20 settembre 2017

Medico non interviene per aiutare il malato terminale: condannato.

Medico non interviene per aiutare il malato terminale: condannato. Il sanitario di turno che rifiuta l’intervento a domicilio commette reato: " Non si attiva per alleviare le sofferenze del paziente cui resta poco da vivere ". Commette il reato di rifiuto di atti d’ufficio il medico di guardia che si limita, telefonicamente, a prescrivere un farmaco di cui già dispone il malato terminale alle prese con dolori lancinanti. Parola di cassazione. In casi urgenti come questo, il sanitario non può esimersi dalla visita domiciliare. Lo ha sancito la sentenza 43123/17 della Cassazione, pubblicata oggi dalla sesta sezione penale. A presentare ricorso contro la sentenza della Corte di appello è un medico condannato per il reato ex articolo 328, comma 1, Cp perché si rifiutava, quale sanitario di turno, di recarsi presso l’abitazione di un malato terminale dopo le sollecitazioni telefoniche del figlio, limitandosi a prescrivere un antinfiammatorio di cui già disponeva la donna, quando era il caso, invece, di prescrivere un antidolorifico per via endovena, considerati gli atroci e strazianti dolori. La Cassazione non fa sconti: il ricorso va respinto. Sebbene l’imputato, a differenza di altri casi, abbia suggerito qualcosa da fare, «l’intervento domiciliare richiesto era non solo urgente ma anche del tutto improcrastinabile perché si trattava di intervenire per alleviare i forti dolori di una paziente alla quale restavano poche ore di vita e in una condizione in cui l’intervento doveva essere attuato valutando le peculiari condizioni in cui la paziente si trovava anche a causa di precedenti trattamenti praticati per alleviarle i dolori». In altri termini, a differenza dei casi nei quali l’intervento del medico può essere preceduta da una «interlocuzione telefonica esplorativa propedeutica a una successiva visita domiciliare eventualmente necessaria», nel caso in esame, l’intervento del sanitario era comunque da attuare con urgenza «per evitare che si consumassero le ragioni della sua necessità». In assenza di altre esigenze del servizio (altre richieste di intervento o altri pazienti in attesa), che potessero produrre un conflitto di doveri, non c’era ragione perché il medico non si recasse al domicilio della paziente per un intervento personalizzato. Nel caso specifico, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non può esservi dubbio che l’atto richiesto al medico di continuità assistenziale, informato dettagliatamente sulla grave e persistente sintomatologia avvertita dal paziente, rivestisse i caratteri dell’urgenza; se ne ha conferma, come si legge in sentenza. Conclusivamente deve affermarsi il principio che, in tema di rifiuto di atti d’ufficio, il medico in servizio di guardia è tenuto ad effettuare al più presto tutti gli interventi che siano richiesti direttamente dall’utente.

Ryanair, in 400.000 a piedi e oltre 20 milioni di euro di rimborsi previsti. Il CEO della compagnia low cost precisa cosa causeranno le cancellazioni e si scaglia contro le avversarie

Ryanair, in 400.000 a piedi e oltre 20 milioni di euro di rimborsi previsti. Il CEO della compagnia low cost precisa cosa causeranno le cancellazioni e si scaglia contro le avversarie. Le contromosse della società irlandese: saranno ingaggiati piloti Alitalia. Lo “Sportello dei Diritti”: rischio effetto a cascata e a pagare saranno sempre i passeggeri. Intervenga il governo per scongiurare una più profonda crisi del trasporto aereo in Italia E’ di oggi l’annuncio delle stime di Ryanair circa le cancellazioni di voli decise da Ryanair. Secondo il CEO della low cost irlandese Michael O'Leary, le procedure coinvolgeranno circa 400.000 passeggeri, stando a quanto riporta l'agenzia Bloomberg. Mentre i rimborsi potrebbero superare i 20 milioni di euro, ha specificato ancora O'Leary, in una conferenza telefonica con gli analisti. Il vettore a basso costo ha detto che pubblicherà le cancellazioni previste fino a ottobre entro le prossime ore. Il capo di Ryanair ha rilevato che la società sta attualmente operando circa 2.500 voli al giorno, puntando pure il dito contro le compagnie aeree rivali di Gran Bretagna, Germania e Irlanda che andrebbero a caccia dei suoi piloti. Infine, si è scagliato contro la concorrente Norwegian, ribadendo che "non durerà a lungo" e annunciando misure per fermare i propri piloti disposti a passare alla concorrente norvegese. In ogni caso Ryanair, ha concluso ancora il dirigente, ingaggerà piloti provenienti da Alitalia o da Air Berlin. Quest’ultima ipotesi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a questo punto fa preoccupare perché la fuga di piloti verso la low cost, compagnia che mantiene comunque una forte solidità e appetibilità per i dipendenti di altre in crisi, potrebbe portare ad un effetto a cascata anche per la società italiana, già commissariata e in permanente e profonda difficoltà, con effetti che potrebbero riguardare ancora una volta il Nostro Paese e i passeggeri italiani. Ci attendiamo, quindi, un intervento del governo in carica per scongiurare un’ulteriore e più pesante crisi del trasporto aereo come quella scatenata negli ultimi giorni dalle cancellazioni annunciate da Ryanair.

Indennizzo diretto. Arriva la Cassazione a dirimere i dubbi che caratterizzavano la procedura di risarcimento nei sinistri tra due veicoli e con lesioni inferiori al 9 % del danno biologico.

Indennizzo diretto. Arriva la Cassazione a dirimere i dubbi che caratterizzavano la procedura di risarcimento nei sinistri tra due veicoli e con lesioni inferiori al 9 % del danno biologico. Il danneggiante è litisconsorte necessario nell’azione diretta del danneggiato verso la propria assicurazione. Si tratta della prima ordinanza di legittimità che chiarisce che anche con la domanda di cui all’articolo 149 del Codice delle Assicurazioni private, il responsabile del sinistro è parte in causa per evitare che possa affermare l’inopponibilità della sentenza anche perché le compagnie devono regolare i rapporti tra le stesse. Lo “Sportello dei Diritti”: le perplessità rimangono Finalmente. In data odierna è stata depositata dalla sesta sezione civile della Corte di Cassazione la prima ordinanza di legittimità che ha affrontato l’annosa questione delle parti legittimate in causa nei giudizi di risarcimento relativi ai sinistri tra veicoli e con lesioni inferiori al 9 % del danno biologico, che costituiscono, in assoluto, la gran parte degli incidenti stradali. In particolare, per la Suprema Corte con l’ordinanza 21896/17, quando il danneggiato nel sinistro stradale promuove l’azione per il risarcimento diretto nei confronti della propria assicurazione, il danneggiante è litisconsorte necessario nella causa, analogamente al caso in cui viene proposta l’azione nei confronti dell’assicurazione del responsabile. Per i giudici di legittimità, le compagnie assicurative devono comunque regolare i rapporti fra loro e bisogna evitare che il responsabile del sinistro possa affermare l’inopponibilità nei suoi confronti dell’accertamento che il giudice compie nei confronti dell’assicurazione del danneggiato. Nella fattispecie, i giudici di Piazza Cavour hanno ritenuto corretta la sentenza del tribunale che aveva rimesso la causa davanti al giudice di pace ai sensi dell’articolo 354 del Codice di procedura civile perché la cessionaria del credito nell’ambito dell’incidente stradale non aveva convenuto in giudizio anche il danneggiante. Sinora la Corte di Cassazione si era pronunciata sulla procedura stabilita dall’articolo 23 della legge 990/69, ma non su quella dell’articolo 149 del codice delle assicurazioni private che aveva destato non pochi dubbi interpretativi tra gli addetti ai lavori sin dalla sua attuazione. Le stesse finalità della legge previgente, per gli ermellini, continuerebbero a sussistere anche nella procedura di risarcimento diretto di cui all’articolo 149 del Codice delle Assicurazioni private. È noto, che negli incidenti meno complessi, con danni solo ai veicoli e lesioni di lieve entità al conducente danneggiato, quest’ultimo viene risarcito dalla sua assicurazione, in base al rapporto di conoscenza reciproca, e la compagnia recupererà una somma a forfait rispetto a quanto pagato dalla compagnia del responsabile in ragione di una convenzione apposita stabilita a livello ANIA, l’associazione nazionale delle assicurazioni. Ciò al fine di garantire la più ampia rapidità di tutela anche in ragione della ridotta entità dei risarcimenti rispetto ai casi applicabili. Ma l’azione stabilita dall’articolo 149 CdA, secondo il provvedimento odierno della Cassazione, non risulta diversa da quella di cui all’articolo 144, comma 3, in cui il danneggiato propone l’azione diretta nei confronti dell’assicurazione del responsabile. E quest’ultima ha tre caratteristiche essenziali: l’inopponibilità delle eccezioni, il limite del massimale e il litisconsorzio necessario; le prime due trovano applicazione anche nel caso di azione diretta promossa dalla vittima nei confronti del proprio assicuratore, in regime di risarcimento diretto: non si comprende perché a quest’ultima azione debba negarsi l’applicabilità della terza caratteristica dell’azione diretta, ovvero il litisconsorzio necessario. Per i supremi giudici pur risultando appesantita la procedura, è necessario comunque assicurare la certezza dei rapporti e del giudicato. Una decisione che farà discutere Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rileva che si tratta del primo precedente di legittimità che però non risulta esaustivo in materia, in quanto sinora l’orientamento giurisprudenziale maggioritario di merito aveva ritenuto sufficiente, ai fini della validità dell’azione risarcitoria, la sola citazione in giudizio della propria compagnia nei casi previsti dall’articolo 149 C.d.A. anche in ragione del tenore letterale della norma e della sua ratio che avrebbe lasciato intendere la preferenza legislativa delle esigenze di celerità della procedura per favorire chi subisce le conseguenze di un sinistro di non particolare complessità ed entità economica rispetto a quella di garanzia dei rapporti tra compagnie. Quindi, c’è da aspettarsi, a questo punto che la Cassazione tornerà nuovamente sulla materia.