martedì 31 marzo 2015

Sculaccia una bambina, uomo portato in cella.

Sculaccia una bambina, uomo portato in cella. Un uomo di Chiasso è stato prelevato dalla Polizia per aver dato due sculacciate a una bimba di 3 anni Per aver rimproverato troppo duramente una bambina di 3 anni dando due sculacciate è stato fermato dalla Polizia, condotto nelle celle di sicurezza del Palazzo di Giustizia di Lugano, tenuto sotto chiave, interrogato, spogliato e poi rilasciato solo dopo diverse ore. È accaduto domenica scorsa a un uomo di Chiasso. L'uomo, ha accompagnato la figlia di un suo conoscente a fare una passeggiata domenicale nel bosco del Penz. A un certo punto, racconta, la piccola ha iniziato a fare i capricci, dicendo di non voler proseguire. Lui, dopo vari tentativi di convincimento, le ha allora dato due sculacciate. Un gesto cui hanno assistito tre donne che erano nelle vicinanze, le quali hanno chiamato la Polizia. Gli agenti, sia della Cantonale che della Comunale di Chiasso, sono quindi giunti in loco ed hanno caricato in auto l'uomo, mentre la piccola è stata portata all'Ospedale Civico di Lugano per accertamenti. Né questi accertamenti, né l'interrogatorio dell'uomo avrebbero fatto emergere abusi o irregolarità. Mentre una delle testimoni sembra abbia sporto denuncia: sarà quindi la Polizia a fare definitiva luce sul caso. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” in Italia la classica sculacciata leggera è considerata una forma di punizione 'ragionevole', utile per correggere un comportamento sbagliato del bambino e veloce nel dare il risultato, cioè il bambino smette. Sono sempre più però le voci di prestigiose associazioni di pediatri, esperti e studi scientifici a livello internazionale che mettono in discussione questa pratica come metodo efficace per educare il bambino, nel breve e soprattutto nel lungo termine. Sembra che sberle e scapellotti renderebbero i bambini più aggressivi, insicuri e da adulti più ansiosi e perennemente timorosi di non essere all'altezza.

Infedeltà? È questione di geni. Lo dicono alcuni studi scientifici.

Infedeltà? È questione di geni. Lo dicono alcuni studi scientifici. Alcuni studi presentati al 23esimo congresso dell'Associazione europea di psichiatria provano che l'infedeltà può dipendere da fattori genetici e non solo psicologici e culturali. In particolare lo ha spiegato lo psichiatra Richard Balon, della Waynestate University di Detroit (Usa) in occasione della sessione dei lavori come si può essere fedeli o infedeli in amore, e nel sesso. "Alcuni primi studi pubblicati di recente suggeriscono che vi sono soggetti più o meno predisposti geneticamente alla fedeltà o all'infedeltà sessuale. Tale predisposizione genetica, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” sarebbe correlata ai sistemi ormonali della dopamina, l'ormone del piacere e della 'curiosità', e dell'ossitocina, noto anche come l'ormone della gravidanza e dei 'legami'". Tuttavia per giungere a delle conclusioni definitive, avvertono gli esperti, sono necessarie ulteriori ricerche su campioni più ampi di popolazione".

Sicurezza alimentare, avviso ai consumatori: alcaloidi tropanici nelle palline vegetariane di miglio Alnatura.

Sicurezza alimentare, avviso ai consumatori: alcaloidi tropanici nelle palline vegetariane di miglio Alnatura. Richiamti tutti gli articoli. I clienti sono invitati a restituire le «polpette di miglio» Il comunicato diffuso oggi dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco è molto chiaro e non lascia spazio a dubbi. In due tipi di articoli prima del consumo sono state rilevati valori troppo elevati di alcaloidi tropanici. Non possono essere esclusi rischi per la salute. Per questo motivo Alnatura richiama l'articolo “palline di miglio». Durante un controllo interno di Alnatura sono state riscontrate in una partita del prodotto tracce di alcaloide tropanico, una sostanza vegetale. Alnatura sul suo sito prega i clienti di consumare i prodotti interessati dal ritiro. Gli articoli sono in vendita in diverse filiali in tutta Europa compresa l'Italia. Gli articoli possono essere restituiti in qualsiasi esercizio, ottenendo il rimborso del prezzo di acquisto. Gli alcaloidi tropanici sono presenti naturalmente in alcuni vegetali, come difesa dai predatori. Durante il raccolto, può accadere che i semi di questi vegetali siano raccolti insieme ai cereali e rientrino nel processo di elaborazione. Possono causare sintomi acuti come stordimento, mal di testa o nausea. Si consiglia ai genitori che hanno alimentato i loro bambini con questo prodotto di consultare un pediatra nel caso in cui i bambini accusino disturbi di salute. Per maggiori Le moderne analisi di laboratorio permettono oggi di individuarne le tracce residue. Il ritiro avviene perché il prodotto «polpette di miglio » di Alnatura con data di scadenza 03.08.2015 e 12.8.2015 supera il valore indicativo consentito. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo svizzero, invita i consumatori di astenersi dall’acquisto del lotto interessato invitando chi lo ha già effettuato a non utilizzare il prodotto e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione. Per evitare futuri problemi, aziende ed autorità non possono dare per scontato che i prodotti alimentari siano tutti e sempre sicuri; servono verifiche sul campo approfondite, sui processi e sui controlli, in laboratorio e a tavolino. Sono episodi del tutto evitabili, se si procede nella maniera giusta.

lunedì 30 marzo 2015

Sciopero benzinai: da mezzanotte sciopero 48 ore servizio autostrade.

Sciopero benzinai: da mezzanotte sciopero 48 ore servizio autostrade. Attenzione lo sciopero è di quelli che possono mettere in ginocchio la circolazione su strade e autostrade Dalla mezzanotte, proseguendo per le successive 48 ore, inizia lo sciopero nazionale già proclamato dalle organizzazioni di categoria dei gestori delle aree di servizio autostradali, Faib Confesercenti, Fegica Cisl ed Anisa Confcommercio. L'iniziativa, che fa seguito a quella già effettuata il 4 e 5 marzo scorso, viene attuata a sostegno della vertenza aperta dalla categoria "contro i privilegi e le rendite di posizione assicurate ai concessionari autostradali (e per ottenere l'abbattimento dei prezzi dei carburanti". Lo sciopero è di quelli che possono mettere in ginocchio la circolazione su strade e autostrade. Le tre sigle hanno infatti proclamato un'agitazione molto articolata con la chiusura di tutti gli impianti self service, con relativo oscuramento dei prezzi "scontati" ad essi collegati e dell'insegna della compagnia. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” una vera e propria dichiarazione di guerra, dunque, che i gestori intendono recapitare in primo luogo alle compagnie che, "forti del vincolo di fornitura in esclusiva, continuano ad imporre unilateralmente ed arbitrariamente prezzi con tutta evidenza fuori mercato e comunque molto più alti" di quelli delle no-logo o di quelli vicini ai supermercati, "che pure vengono riforniti dalle medesime compagnie petrolifere".

domenica 29 marzo 2015

Un tampone può salvarti.

Un tampone può salvarti. Secondo uno studio un tampone intimo prevede i sintomi di un possibile cancro dell'endometrio. Il tampone potrebbe diventare uno strumento per la rilevazione del cancro tra le donne. Infatti, secondo il ginecologo americano Jamie Bakkum-Gamez, che, con il suo team, ha raccolto il DNA tumorale presente sui rilievi clinici, il cancro dell'endometrio potrebbe essere rilevato attraverso questa protezione intima. Fino ad ora, il modo migliore per rilevare questo tipo di cancro, che una volta raggiunto il rivestimento dell'utero, era attraverso una biopsia ed ecografia transvaginale. Lo specialista della MAYO clinic spiega, in un comunicato stampa, che uno studio del 2004 aveva dimostrato che le donne con il cancro dell'endometrio avevano lasciato tracce sui tamponi. Ma con grande rammarico nessuno ha pensato di migliorare le tecniche di proiezione. Con il suo team, c'è riuscito. Ha raccolto e isolato il tumore del DNA da campioni raccolti dai tamponi di 38 donne con il cancro dell'endometrio e di 28 donne sane. Il tampone utilizzato da donne con cancro hanno rivelato la presenza di metilazione, un "marker" biochimico del cancro. E' stato recuperato in 9 geni su dodici. Ma il dato più interessante, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è che questo risultato è identico a quello ottenuto attraverso prelievi effettuati con interventi ginecologici invasivi e sgradevoli (spazzolatura dell'endometrio).

sabato 28 marzo 2015

La prima vittima del "Jobs Act" dopo il licenziamento da IVECO (Gruppo FCA, già FIAT) denuncia e fa indagare almeno un responsabile del personale.

La prima vittima del "Jobs Act" dopo il licenziamento da IVECO (Gruppo FCA, già FIAT) denuncia e fa indagare almeno un responsabile del personale. Queste le conseguenze delle (pseudo)“riforme” che esaspereranno i conflitti sui luoghi di lavoro. Lo “Sportello dei Diritti”: alla magistratura il compito di perseguire chi umilia i lavoratori L’avevamo segnalato all’inizio dell’anno come uno dei primi casi emblematici, anzi quasi certamente il primo, di quelli che potranno essere gli effetti del Jobs Act sulle condizioni dei lavoratori. E avevamo anche constato che un fatto simile non poteva non accadere per primo nell’”FCA Group”, o meglio nella multinazionale con cui ha cambiato “pelle” il gruppo FIAT, dove era stato proprio l’amministratore delegato Sergio Marchionne che sotto il costante ricatto di "lasciare l'Italia" e chiudere i propri stabilimenti, a pretendere riforme nel mercato del lavoro che dovevano tradursi in un ampia riduzione di diritti dei lavoratori e libertà di mandarli a casa, così come ha dato seguito il governo attuale. E’ il caso dell’ingegnere Giovanni Battista Oberto funzionario con più di trentacinque anni di storia lavorativa in IVECO licenziato "in tronco", che nel bel mezzo della giornata di lavoro a pochi giorni dalle festività di Natale era stato chiamato dal "personale" senza alcuna preventiva comunicazione ed era stato verbalmente invitato a prendere le sue cose, lasciare lo stabilimento - seguito, peraltro, come il più pericoloso degli estranei dai "segugi" della security interna - e messo "in mobilità" senza possibilità di replica, pur avendo lo stesso più volte comunicato di non aver raggiunto i requisiti minimi per il trattamento pensionistico. Ovviamente il dipendente non si è dato per vinto ed ha deciso di denunciare prontamente i gravissimi fatti accadutigli alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, dove poco dopo si è potuto appurare che risulta indagato almeno un responsabile del personale di CNH – IVECO per gli altrettanto gravi reati di “tentativo di estorsione” e “violenza privata” rispettivamente di cui agli articoli 629, 56 e 610 del codice penale. Mentre le indagini sono tuttora in corso, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ed alla luce di tali incredibili e paradigmatici eventi, non possiamo non rilevare che l’esasperazione cui si sta giungendo nei luoghi di lavoro non sia anche frutto di scelte che stanno demolendo diritti conquistati in decenni di lotte dei lavoratori e che ci auguriamo possano trovare la più ferma reazione anche da parte della magistratura che siamo certi perseguirà comportamenti datoriali non solo arroganti ma senz’altro meritevoli di sanzione in sede civile e penale.

Pezzi di metallo nelle salcicce "cervelas". Il fornitore ritira il prodotto in vendita nei supermercati ALDI

Pezzi di metallo nelle salcicce "cervelas". Il fornitore ritira il prodotto in vendita nei supermercati ALDI In seguito ai risultati emersi dai controlli di qualità interni, il fornitore ha deciso di ritirare ritira le confezioni di salcicce da 500g di Cervelas da tutte le filiali Aldi. Il motivo? Pezzi di metallo nel prodotto. Come si legge sul sito di Aldi Suisse, "durante dei controlli di qualità interni, per singole confezioni dell’articolo Cervelas 500 g sono stati rilevati dei pezzi di metallo. La cervelas è il nome attribuito in Francia e in Svizzera a un tipo di salsiccia fatta con carne suina mescolata con una certa quantità di grasso e poi cotta. Esistono diverse qualità di cervelas: a pasta grossa o fine e anche affumicate. Il fornitore, Gehrig AG, 4710 Balsthal, Svizzera, ha per tale motivo richiesto il ritiro precauzionale del prodotto. I prodotti interessati erano in vendita nelle filiali ALDI SUISSE AG". In seguito a questa scoperta, il fornitore ha richiesto di ritirare precauzionalmente il prodotto da tutte le filiali, chi ne avesse a casa delle confezioni potrà naturalmente chiedere il rimborso. In un comunicato stampa diramato in mattinata si avvertono i consumatori che l’articolo non può essere consumato e può essere restituito in tutte le filiali ALDI SUISSE. Il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa. Il prodotto può contenere pezzi di metallo e il consumo può portare a lesioni. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è necessario precisare che alla luce di tale allerta è assolutamente utile amplificare i controlli da parte delle autorità Ue ed italiane per queste salcicce cervelas provenienti dalle aree individuate al fine di evitare il benché minimo rischio per i consumatori.

Allerta alimentare. Salmonella nel formaggio francese "Roquefort" commercializzato anche in Italia. Scatta il ritiro in Europa.

Allerta alimentare. Salmonella nel formaggio francese "Roquefort" commercializzato anche in Italia. Scatta il ritiro in Europa. Lo segnala oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco che raccomanda alla popolazione di non mangiarlo Le autorità francesi e tedesche avvertono della presenza di salmonelle nel formaggio francese "Roquefort". Il comunicato diffuso oggi dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco è molto chiaro e non lascia spazio a dubbi. Nel formaggio prima del consumo sono state trovate tracce di salmonella. Tutti i lotti in commercio avente scadenza 30 marzo 2015 possono essere contaminati microbiologicamente e per questo motivo il produttore ha ritirato dai tutti i punti vendita i prodotti interessati ancora esposti sugli scaffali. I supermercati a loro volta dovrebbero avere sbandierato un cartello per avvisare i clienti. Più in dettaglio, si tratta del formaggio francese " Roquefort" con data di scadenza 05.06.2015, prodotto dalla Papillon, 8 Ave de Laures, F-12550 Roquefort/Soulzon (Francia). Il formaggio "Roquefort" è un formaggio francese, erborinato, prodotto con latte di pecora, originario di Roquefort-sur-Soulzon (Francia centrale). La caratteristica principale del Roquefort è la presenza di venature blu-verdi (simili a quelle dell'italiano gorgonzola), dovute all'azione di un agente (il Penicillium roqueforti o Penicillium glaucum) che favorisce lo sviluppo di muffe. Il formaggio viene fatto maturare in un sistema di grotte in cui temperatura e umidità rimangono costanti nel tempo. Il gusto varia a seconda del tempo di maturazione, che può andare dai tre ai nove mesi. Dal 1979 è certificato con l'Appellation d'origine contrôlée (AOC), analogo alla certificazione italiana DOC, e dal 1996 con l'Appellation d'origine protégée (AOP) equivalente francese dell'italiana Denominazione di origine protetta. Questo prodotto caseario era in vendita presso alcune filiali in Germania e commercializzato anche in Italia. La salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche. È stata segnalata per la prima volta nel 1886, in un caso di peste suina, dal medico americano Daniel Elmer Salmon. La salmonella è presente in natura con più di 2000 varianti (i cosiddetti sierotipi) ma i ceppi più frequentemente diffusi nell’uomo e nelle specie animali, in particolare in quelle allevate per la catena alimentare, sono S. enteritidis e S. typhimurium. Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee (S. typhi e S. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere), in cui l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S. typhimurium e la S. enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica. Le salmonelle non tifoidee, responsabili di oltre il 50% del totale delle infezioni gastrointestinali, sono una delle cause più frequenti di tossinfezioni alimentari nel mondo industrializzato. Le infezioni da Salmonella spp. possono verificarsi nell’uomo e negli animali domestici e da cortile (polli, maiali, bovini, roditori, cani, gatti, pulcini) e selvatici, compresi i rettili domestici (iguane e tartarughe d’acqua). I principali serbatoi dell’infezione sono rappresentati dagli animali e i loro derivati (come carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati) e l’ambiente (acque non potabili) rappresentano i veicoli di infezione.La gravità dei sintomi varia dai semplici disturbi del tratto gastrointestinale (febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea) fino a forme cliniche più gravi (batteriemie o infezioni focali a carico per esempio di ossa e meningi) che si verificano soprattutto in soggetti fragili (anziani, bambini e soggetti con deficit a carico del sistema immunitario). I sintomi della malattia possono comparire tra le 6 e le 72 ore dall’ingestione di alimenti contaminati (ma più comunemente si manifestano dopo 12-36 ore) e si protraggono per 4-7 giorni. Nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso benigno e non richiede l’ospedalizzazione, ma talvolta l’infezione può aggravarsi al punto tale da rendere necessario il ricovero. Le salmonellosi nell’uomo possono anche causare lo stato di portatore asintomatico. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, invita i consumatori di astenersi dall’acquisto del lotto del formaggio interessato invitando chi lo ha già effettuato a non utilizzare il prodotto e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione. Mentre per chi avesse già consumato il formaggio si consiglia di consultare il medico di famiglia qualora si presentino i sintomi indicati sopra. Per evitare futuri problemi, aziende ed autorità non possono dare per scontato che i prodotti alimentari siano tutti e sempre sicuri; servono verifiche sul campo approfondite, sui processi e sui controlli, in laboratorio e a tavolino. Sono episodi del tutto evitabili, se si procede nella maniera giusta. L’altra cosa da ribadire è che i formaggi francesi non coinvolti si possono mangiare con serenità.

Tour nelle strade groviera. Disagi e insidie per veicoli a causa dei crateri dinanzi alla Basilica

Tour nelle strade groviera. Disagi e insidie per veicoli a causa dei crateri dinanzi alla Basilica. Nel rione Salesiani a Lecce l’allarme di cittadini e automobilisti Non potevamo essere "Capitale della Cultura Europea" se prima non avessimo risolto alcuni banali problemi che riguardano la vita di tutti i giorni. Uno dei tanti è la scarsa cultura della sicurezza stradale dei nostri amministratori che a fronte di multe a go go poi non risolvono quello che è un problema basilare della protezione degli utenti della strada: quello di rendere fruibili in piena sicurezza le strade a partire da quelle urbane. Lecce è lo stereotipo, ormai da anni, della città dalle strade groviera: basta un pò di pioggia, che riesplode la questione dell’incuria della vie urbane con voragini di ogni tipo, dimensione e profondità che si formano un pò ovunque. Dal centro cittadino alle periferie è tutto un percorso di guerra come documentano le istantanee raccolte dagli automobilisti e dai residenti riguarda le voragini nello spiazzo davanti alla chiesa elevata a Basilica di San Domenico Savio, spaccature nell’asfalto provocate dall’intenso maltempo degli ultimi mesi e via via allargate, inevitabilmente, dai mezzi in transito. La pioggia battente di questi giorni scorsi, infatti, ha nuovamente sconvolto lo stato di molte strade urbane, aprendo buche dappertutto, alcune profonde più di mezzo metro con gravi pericoli per la sicurezza stradale. A farne le spese non sono solo le autovetture di cittadini e residenti che abitano nelle zone limitrofe, ma anche dei pedoni che quotidianamente attraversano o percorrono la strada nell’area per andare alla Santa Messa o seguire funerali rischiando di cadere a causa delle buche che si trovano al centro come ai lati della strada. In questi giorni sono pervenute diverse segnalazioni di cittadini e di automobilisti stanchi ed esasperati che si lamentano in tal senso. Purtroppo gli interventi tampone più o meno recenti sono serviti a poco, e laddove le pezze hanno retto le buche si sono aperte altrove costringendo gli automobilisti a fare delle vere e proprie gimcane. E così, complessivamente, lo stato delle strade peggiora sempre più. Il problema però è sempre a monte, sottolinea Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ed è dovuto quasi sempre a lavori effettuati sul manto stradale nel corso degli anni non sempre adeguati ed evidentemente non svolti a regola d'arte su cui è evidente che manchi il controllo degli uffici dell'amministrazione comunale che pare chiudano più di un occhio sulle ditte appaltatrici quasi mai all'altezza della situazione. Ora però le strade sono diventate l'emergenza delle emergenze e per tali ragioni rivolgiamo un appello all’amministrazione comunale perchè effettui urgenti interventi per la sistemazione del manto stradale.

venerdì 27 marzo 2015

Dopo l' Australia primo trapianto di cuore da cadavere anche in Europa

Dopo l' Australia primo trapianto di cuore da cadavere anche in Europa Dopo che i chirurghi di Sydney nel 2014 sono riusciti in tre casi su tre pazienti infartuati nell'ospedale St. Vincent's di Sydney a trapiantare un cuore "morto", conservato in una soluzione speciale e usato dopo un lungo trasporto del paziente anche nel Regno Unito è stato effettuato il primo trapianto di cuore da cadavere in Europa. L'intervento, di cui danno notizia i principali quotidiani inglesi, è stato portato a termine al Papworth Hospital nel Cambridgeshire su un 60enne. L'uomo ha ricevuto un cuore da un cadavere. L'intervento è perfettamente riuscito. Fino ad ora era stato possibile trapiantare cuori ancora in funzione da pazienti in stato di morte celebrale. Ma i chirurghi dell'ospedale britannico come nei casi australiani, hanno dimostrato che anche un cuore morto può essere riattivato. Il primo intervento è stato portato a termine un mese fa, ed il paziente che ha ricevuto il nuovo cuore "morto" si sta riprendendo bene. Secondo i medici inglesi, la nuova tecnica potrebbe determinare un incremento di un quarto dei trapianti di cuore nel Regno Unito, permettendo di salvare centinaia di vite. Il cuore morto è stato riattivato nel ricevente attraverso una pompa che ne ha permesso il monitoraggio per un'ora, in maniera da accertarne l'efficienza. Tutto questo è stato possibile, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, grazie allo sviluppo di una soluzione protettiva e di una tecnologia che permette di preservare il cuore, di risuscitarlo e di monitorare la sua funzione. La squadra medica australiana ha lavorato a questo progetto per 20 anni e intensivamente negli ultimi quattro Questa nuova tecnica permetterà di effettuare trapianti cardiaci in molti paesi del mondo in cui la definizione di morte non è la morte cerebrale ma quella cardiaca.

Farmaci difettosi. Avviso Aifa per un lotto del medicinale TIROSINT GOCCE della ditta Ibsa Farmaceutici Italia.

Farmaci difettosi. Avviso Aifa per un lotto del medicinale TIROSINT GOCCE della ditta Ibsa Farmaceutici Italia. Disposto il ritiro! Ancora un’ altro farmaco… Ancora un altro ritiro da parte dell’Aifa!. L'Agenzia Italiana del Farmaco ha disposto il ritiro del medicinale TIROSINT GOCCE con decorrenza immediata. Questa volta, sotto accusa è un medicinale che contiene l’ormone tiroideo levotiroxina ottenuto per sintesi, perfettamente identico a quello naturale prodotto dalla tiroide. I suoi impieghi più comuni riguardano trattamenti di natura: In diverse forme di ipotiroidismo per integrare l’ormone mancante. In caso di ipertiroidismo Tirosint può essere assunto assieme ad un medicamento inibitore dell’attività della tiroide per ottenere una situazione metabolica più stabile. Per combattere una ripresa della crescita del tumore e per integrare gli ormoni tiroidei mancanti soprattutto dopo l’asportazione chirurgica di tumori maligni della tiroide. Per verificare la funzionalità tiroidea. Per prevenire la riformazione del gozzo dopo un’operazione del gozzo o per curare un gozzo benigno. Per eliminare i sintomi morbosi che si manifestano frequentemente in caso di ipotiroidismo, come scarsità di stimoli, diminuzione dell’efficienza, stanchezza, intolleranza al freddo, modificazioni della cute e dei capelli o stipsi. Un comunicato dell’AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco è eloquente nel precisare che: " A seguito delle segnalazioni da parte della Farmacia Benassai, Roma, concernente forte odore di acetone, in confezioni del medicinale "TIROSINT gocce 100 mcg/ml flacone 20 ml", AIC n. 034368062, lotto n. 14120 scad. 09/2016, della ditta Ibsa Farmaceutici Italia, sita in Lodi, via Martiri di Cefalonia, 2 ai sensi dell' art. 70 del D. l..vo 219/2006 e per la motivazione sopra evidenziata, comunicasi il ritiro, a scopo cautelativo, da parte della ditta, del lotto del medicinale sopra riportato. Resta inteso che, nelle more del ritiro, il lotto non potrà essere utilizzato. La ditta Ibsa Farmaceutici Italia dovrà assicurare l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione della presente comunicazione. Entro 5 giorni la ditta fornirà all’AIFA le informazioni su eventuali altri lotti interessati o altri medicinali prodotti sulla stessa linea ed azioni correttive adottate. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro dei lotti del medicinale. In virtù di tale comunicazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai pazienti in trattamento con il medicinale di verificare il numero di lotto e, nel caso corrispondesse a quello ritirato, di sospenderne l'uso e di rivolgersi al proprio medico per una nuova prescrizione. Sempre al medico di famiglia gli assistiti potranno rivolgersi per ottenere qualunque tipo di chiarimento sul provvedimento e per avere maggiori informazioni sui motivi che hanno portato al ritiro dal mercato del TIROSINT GOCCE .

Google autorizzato il brevetto per rendere intelligenti le lenti a contatto per diabetici.

Google autorizzato il brevetto per rendere intelligenti le lenti a contatto per diabetici. La lente intelligente di Google - Novartis aiuterebbe i diabetici a monitorare i livelli di zucchero nel sangue. Questa settimana le autorità degli Stati Uniti hanno, infatti, autorizzato il brevetto di Google per produrre questo particolare tipo di lenti a contatto. Il brevetto ha reso possibile portare all'attenzione del pubblico che ci sarà un sensore sulle lenti, che indica che potrebbe essere utilizzato per monitorare il glucosio, tanto che Google ha confermato che sta lavorando in collaborazione con Novartis per effettuare un monitoraggio del glucosio con questa nuova tecnica. Le lenti a contatto sono pensate per essere un progetto separato dal programma Google Glass, secondo le notizie apparse su Pro Web e che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene opportuno segnalare per comunicare anche in Italia questo nuovo futuribile ma possibile ausilio per i milioni di diabetici nel mondo.

giovedì 26 marzo 2015

Scatta il ritiro del formaggio francese "Chaource" commercializzato anche in Italia

Allerta alimentare per contaminazione microbiologica in Europa: scatta il ritiro del formaggio francese "Chaource" commercializzato anche in Italia. Lo segnala oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco che raccomanda alla popolazione di non mangiarlo Il comunicato diffuso oggi dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco è molto chiaro e non lascia spazio a dubbi. Nel formaggio prima del consumo sono state trovate tracce della Enterotossina da stafilococco. Tutti i lotti in commercio avente scadenza 30 marzo 2015 possono essere contaminati microbiologicamente e per questo motivo il produttore ha ritirato dai tutti i punti vendita i prodotti interessati ancora esposti sugli scaffali. I supermercati a loro volta dovrebbero avere sbandierato un cartello per avvisare i clienti. Più in dettaglio, si tratta del formaggio francese " Chaource" con data di scadenza 30 marzo 2015, prodotto dalla Gaec des Tourelles, Ervy-Le-Chatel (Francia) e distribuito in Germania dalla ditta Andreas Steinkopf al 5 Elsterberg, Schermbeck 46514 tramite l'importatore Petra Klump, Höchst, 65929 Francoforte. Il formaggio "Caource" è fabbricato al latte creduto di mucca, salato al sale secco.La sua pasta molle a crosta fiorita, senza elasticità, rinchiuda un gusto abbastanza lattico ai dolci sapori fruttati. Affinato in cantine durante 2 settimane minimo. L'aspetto del formaggio Chaource fattore è cilindrico con una crosta bianca e lanuginosa liberano odore di muffe abbastanza intense. Questo prodotto caseario era in vendita presso alcune filiali in Germania e commercializzato anche in Italia. Secondo le conoscenze attuali, ci sono 114 casi di malattia associati al consumo di questo formaggio in Francia. Con il termine enterotossina ci si riferisce ad una proteina tossica prodotta da alcuni particolari ceppi batterici (ad esempio stafilococchi, vibrioni, clostridi ed altri), ed avente azione a livello della mucosa gastrointestinale. Le enterotossine sono esotossine tossiche per la mucosa dell'intestino. In genere sono termostabili, di basso peso molecolare e solubili in acqua. Le enterotossine sono tendenzialmente citotossiche e distruggono le cellule alterando la permeabilità della membrana plasmatica delle cellule epiteliali della mucosa intestinale. Sono per lo più tossine batteriche la cui azione determina la formazione di alcuni pori nelle membrane cellulari. Attraverso questi pori gli ioni cloruro fuoriescono dalle cellule e ciò ne induce la morte. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, invita i consumatori di astenersi dall’acquisto del lotto del formaggio interessato invitando chi lo ha già effettuato a non utilizzare il prodotto e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione. Per evitare futuri problemi, aziende ed autorità non possono dare per scontato che i prodotti alimentari siano tutti e sempre sicuri; servono verifiche sul campo approfondite, sui processi e sui controlli, in laboratorio e a tavolino. Sono episodi del tutto evitabili, se si procede nella maniera giusta. L’altra cosa da ribadire è che i formaggi francesi non coinvolti si possono mangiare con serenità.

Antitrust: faro su principali agenzie di moda

Antitrust: faro su principali agenzie di moda Le principali agenzie di moda attive in Italia nonché la loro associazione di categoria sono finite nel mirino dell’Antitrust. Il procedimento è stato avviato in seguito ad una segnalazione. In particolare, il procedimento è volto ad accertare se tali imprese abbiano posto in essere un’intesa in violazione della normativa europea a tutela della concorrenza avente ad oggetto il coordinamento delle rispettive condotte commerciali, quanto meno a partire dal marzo 2010, con riferimento sia alle condizioni economiche e contrattuali da praticare ai clienti nonché alle condizioni di affiliazione e gestione delle modelle e dei modelli stessi.Tale coordinamento sarebbe stato realizzato anche grazie ad un intenso scambio di informazioni sensibili fra le società citate sia in ambito associativo che al di fuori dello stesso. Il procedimento si concluderà entro il 31 ottobre 2016. Soddisfazione dello “Sportello dei Diritti”, lo esprime il presidente Giovanni D'Agata, per un lavoro quello dei modelli molto faticoso e che occupa molto tempo della giornata ma, purtroppo, con pochi diritti.

mercoledì 25 marzo 2015

Secondo i ricercatori della prestigiosa università di Harvard il latte aumenta il rischio di cancro.

Secondo i ricercatori della prestigiosa università di Harvard il latte aumenta il rischio di cancro. Secondo le ultime linee guida per una sana alimentazione di questa università si dovrebbe ridurre il consumo di latte per prevenire alcuni tipi di tumore. Il latte fa veramente bene o incide sull'insorgere di tumori? Da piccoli beviamo il latte per nutrirci, come del resto fanno tutti i cuccioli di mammiferi. Ma poi siamo gli unici che continuamo ad assumerlo anche da adulti. Ed è proprio da questa banale considerazione che si scatenano le discussioni sul latte: fa bene o fa male? La prestigiosa università americana di Harvard ha pubblicato una guida per una sana alimentazione che offre consigli nutrizionali sugli alimenti che dovrebbero comporre una dieta con poco latte. I ricercatori della Scuola di sanità pubblica presso l'università ha scoperto che un alto consumo di prodotti lattiero-caseari sono associati ad un aumento del rischio di cancro alla prostata e alle ovaie . Questi risultati, che sono i primi nel suo genere, sono ancora più inquietanti se si considera che provengono da una università di grande prestigio nel settore dell'istruzione e della ricerca scientifica. Oltre l'allarme circa i rischi di sviluppare il cancro gli esperti hanno inoltre sottolineato la probabilità, tra molte altre, di sviluppare vari tipi di allergie, digestive, metaboliche, problemi alle ossa e alle articolazioni. I benefici nutrizionali del latte (calcio, ferro, proteine, etc.) sono necessari per gli esseri umani, ma non nella quantità che fornisce il latte se consumato in più di due dosi. Quindi i consumi, secondo la guida nutrizionale dell'università Harvard,deve essere inferiore a due bicchieri al giorno. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il latte è l'alimento più discusso. Tra i pro condivisi dalla comunità scientifica c'è il fatto che il latte stimola i fattori di crescita, ottimo quindi nei bambini. Alcune ricerche, che non mettono però d'accordo tutti, individuano tra i fattori negativi un legame diretto tra l'assunzione di latticini e l'insorgere di tumori. Però a mio avviso il latte non va completamente demonizzato, anche perché esistono altri ingredienti molto più dannosi come l'olio di palma, che sono invece contenuti in moltissimi cibi. Insomma, consumiamo latte, sì, ma non tutti i giorni.

Il miglior whisky non è scozzese ma il Kavalan di Taiwan secondo il World whisky Awards 2015

Il miglior whisky non è scozzese ma il Kavalan di Taiwan secondo il World whisky Awards 2015 Se eravamo abituati a pensare che il whisky scozzese fosse il migliore al mondo ci sbagliavamo: una giuria internazionale ha proclamato - e possiamo dire, sorprendentemente - il Kavalan di Taiwan come il miglior whisky. Si tratta, per Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, di una notizia economica che fa sorridere ma che la dice lunga su come prodotti tipici di determinate zone del mondo stiano perdendo il passo rispetto a mercati nuovi come quello asiatico. Un whisky prodotto a Taiwan ha, quindi, vinto il titolo di whisky di malto migliore al mondo 2015 per il suo "dolce" sapore e aroma di noce secca. Dopo che la Bible Whisky aveva dichiarato il The Yamazaki dal Giappone miglior Sherry 2013 un altro gruppo ha proclamato il whisky Kavalan di Taiwan whisky di malto migliore al mondo 2015. È un risultato che punisce forse troppo l'industria del whisky scozzese e rafforza la reputazione dell'Asia come un formidabile player nel mercato degli spiriti. Ed è anche assai significativo che sia prodotto da una distilleria che ha messo sul mercato la sua prima bottiglia di whisky alla fine del 2008. Sviluppato per il palato taiwanese, il whisky Kavalan ha un sapore fruttato grazie all'utilizzo di diversi tipi di fusti e barili. Kavalan significa "gente di pianura" e prende il nome dal gruppo etnico degli aborigeni che abitatava originariamente la contea di Yilan moderna, casa alla distilleria. I giudici del World whisky Awards, ospitato da TheDrinksReport.com, ha usato una miriade di aggettivi evocativi positivi sul whisky vincente: nocciola, carnosa, pruney, chiodi di garofano, peperoncino, cannella secca, noce, incenso, caramello, marzapane, caffè-vaniglia, fondente e legno di sandalo. O, "È come Bourbon infuso di cioccolato al latte". I critici hanno valutato l'equilibrio, il carattere, la complessità, la qualità e fiducia nella categoria del gusto, così come le competenze artigianali, intuizione e ispirazione nella categoria delle tecniche di progettazione e produzione. L'anno scorso, parole come "shock" e "umiliazione" sono stati utilizzati in media britannici, quando la notizia ha colpito che un whisky giapponese aveva battuto distillerie scozzesi per essere denominato il migliore del mondo. Ecco gli altri vincitori principali del "World whisky Awards 2015": 2015 Whiskey americano migliore del mondo: Thomas H. Handy Sazerac Straight Rye Whiskey World's Best Blended Malt Whisky: Nikka Whisky Taketsuru Pure Malt 17 Years Old World's Best Blended Whisky: That Boutique-y Whisky Company Blended Whisky #1 – Batch 1 World's Best Canadian Whisky: Forty Creek Confederation Oak World's Best Flavoured Whisky: Master of Malt Speyside Whisky Liqueur 40 Years Old World's Best Grain Whisky: Darkness! North British 18 Years Old Oloroso Cask Finish World's Best Pot Still Whisky: Redbreast Single Pot Still 15 Years Old

Allarme in Inghilterra: troppi psicofarmaci agli amici a 4 zampe

Allarme in Inghilterra: troppi psicofarmaci agli amici a 4 zampe. Si diffondono in Gran Bretagna le terapie veterinarie a base di antidepressivi. L’80% dei cani avrebbe disturbi comportamentali, ansie e aggressività curati con l’utilizzo di medicinali Si diffonde la consuetudine di sottoporre le bestiole a terapie antidepressive. A lanciare l'allarme sono i veterinari britannici secondo i quali i cani del Regno Unito abuserebbero di psicofarmaci. Un piccolo esercito silenzioso di bestiole sconquassate che a un certo punto mostrano, a modo loro, di aver bisogno d'aiuto. In questi casi, la nuova frontiera della veterinaria si chiama antidepressivi. I padroni di cani sarebbero troppo inclini a risolvere problemi comportamentali dei propri animali facendo ricorso a dei farmaci. Secondo uno studio condotto dai veterinari inglesi, ben l’80% dei cani britannici soffrirebbe di disturbi comportamentali, dovuti soprattutto alla prolungata solitudine degli animali nell’ambiente domestico: ciò sarebbe motivo di stress, depressione e ansia nei propri amici a quattro zampe.Il problema, dunque, è doppio: da una parte la crescita di disturbi negli animali domestici, dall’altra la tendenza a risolverla non con le coccole e l’attenzione da parte dei padroni, ma con la “scorciatoia” farmaceutica. La soluzione, secondo i veterinari non starebbe nei farmaci, ma in un’adeguata educazione degli animali: solo abituando fido ad un distacco graduale dal proprio padrone e coccolandolo poi quando si torna a casa si può aumentare la serenità del proprio animale. I farmaci destinati agli animali, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono quelli prescritti agli esseri umani: gli inibitori del reuptake della serotonina, e i tricicli. Entrambi i gruppi controllano i livelli della serotonina nel cervello. I tricicli intervengono anche su altri neutrasmettitori, incluse le noreprinefine, all'origine dei disturbi dell'attenzione e dell'impulsività. Ma in molti casi, i farmaci sono "off-label", cioè la loro applicazione sugli animali non ha ricevuto l'approvazione della Food and Drugs Administration. Unico "ufficializzato", il Clomicalm, usato sui cani per curare l'ansia da separazione.

martedì 24 marzo 2015

Sicurezza alimentare. Simply Market ritira le confezioni di "Datteri" marchio LIFE per infestazione

Sicurezza alimentare. Simply Market ritira le confezioni di "Datteri" marchio LIFE per infestazione I supermercati Simply Market ritirano dagli scaffali dei punti vendita le confezione di Datteri. Il prodotto riporta sulla confezione il marchio Datteri Raviers 250 g - Marchio LIFE. Le confezioni interessate riguardano il Lotto 197/67/14/R250/NR e sono state ritirate dalla vendita per infestazione. Il termine minimo di conservazione sulla confezione indica 30.06.2016. Il problema riguarda solo questo lotto venduto in tutti i supermercati Simply Market. Trattandosi di un problema rilevante, la catena ha avviato anche una campagna di richiamo avvisando i clienti in rete. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i consumatori a riportare la confezione nel punto vendita per la sostituzione o il rimborso.

I pericoli dell'acqua potabile: fluoruro legato a problemi di tiroide

I pericoli dell'acqua potabile: fluoruro legato a problemi di tiroide La sostanza incriminata è il fluoro contenuto nell’acqua che esce dai rubinetti delle nostre case. Livelli più elevati di fluorizzazione dell'acqua sono legati ad un aumento della concentrazione di cloruro di sodio nel secreto delle ghiandole tiroide underactive. Lo dice uno studio pubblicato online dal Journal of Epidemiology & Community Health. Il Fluoruro riduce la carie dentaria, tuttavia causa depressione, letargo e aumento di peso. Inoltre il fluoruro di sodio è un ingrediente comune dei veleni per topi e scarafaggi, degli anestetici, dei farmaci psichiatrici (Prozac) e ipnotici e del gas nervino (Sarin). Prove scientifiche indipendenti hanno rivelato che il fluoruro causa vari disturbi mentali, oltre poi a ridurre la durata della vita e a danneggiare la struttura ossea. I danni accertati dall’ingestione del fluoro sono: Rischi al cervello (NRC National Research Council), 1 ppm, ossia una parte per milione di fluoro può produrre nei bambini deficienze di apprendimento e difficoltà di concentrazione. Ricordiamo che nei dentifricidi uso comune c’è una quantità di circa 1500 ppm. Rischi per la ghiandola tiroidea, il fluoro agisce come smembratore endocrino, sempre secondo NRC 0.01 – 0.03 mg di fluoro per Kg al giorno possono ridurre le funzioni della tiroide in soggetti con basso tasso di iodio, questa riduzione può portare ad un calo dell’acutezza mentale, depressione e aumento di peso corporeo. Un altro studio scientifico americano ha concluso che il fluoro può alterare sottilmente la funzione endocrina, specialmente nella tiroide – la ghiandola che produce gli ormoni che regolano la crescita e il metabolismo. Si sottolinea in una nota inoltre che “una serie di studi epidemiologici in Cina, hanno associato l’esposizione al fluoro con un basso quoziente intellettivo”. Rischio per le ossa, il fluoro riduce la resistenza delle ossa ed espone a fratture, per ora non ci sono dati sul quantitativo di fluoro oltre il quale aumentano i rischi per le ossa, l’unico dato disponibile parla di 1.5 ppm. Rischio di cancro alle ossa, studi su animali ed umani, inclusi gli ultimi studi dell’università di Harvard hanno stabilito con certezza il collegamento tra fluoro e osteosarcoma (cancro delle ossa) in uomini al di sotto di 20 anni. A questo proposito è disponibile una dettagliata relazione redatta dal National Toxicology Program che ha seguito gli adolescenti monitorati, va detto che purtroppo più della meta di questi soggetti sono deceduti dopo alcuni anni dalla diagnosi dell’osteosarcoma. Rischi per pazienti sofferenti ai reni, pazienti sofferenti di patologie che coinvolgono i reni hanno manifestato un’alta sensibilità alla tossicità del fluoro, questa sensibilità è dovuta all’incapacità di questi soggetti ad eliminare dal corpo il fluoro assunto. Come risultato si ha una elevata presenza di fluoro nelle ossa ed un aggravamento o insorgenza di un disturbo conosciuto col nome di osteodistrofia renale. Inoltre danneggia la ghiandola pineale: la maggior parte del fluoruro che entra nel corpo non è facilmente eliminata, infatti tende ad accumularsi nelle ossa del corpo e nei denti. Recentemente, è stato scoperto che si accumula ancor più nella ghiandola pineale, situata al centro del cervello. Possiamo considerare la ghiandola pineale (o epifisi) il “congegno” più sofisticato che si trova nel nostro corpo. Si tratta di una ghiandola endocrina dalla forma simile ad una pigna ma poco più grande di un chicco di mais e la sua attività è prevalentemente notturna poiché influenzata dalla luce. Cartesio la definì la “sede dell’anima” nel XVII secolo e da allora gli studi proseguirono nella convinzione che fosse implicata negli equilibri della psiche. Situata al centro del nostro cervello, è collegata allo stesso da sofisticate reti neuronali ed è conosciuta soprattutto perché sovrintende e sostiene una moltitudine di funzioni vitali, tra le quali la regolazione del ritmo circadiano sonno-veglia e dell’orologio biologico (crescita, sviluppo, maturazione sessuale). Il fluoruro si accumula nelle ossa e le rende piu’ fragili e soggette a fratturarsi perché danneggia gli enzimi, in particolare quelli delle ossa, che contengono il 99% del fluoruro del corpo. Con gli enzimi danneggiati dal fluoruro e incapaci di produrre il collagene necessario a mantenere le ossa forti e in buona salute, esse divengono fragili e deboli. Gli ambulatori nelle West Midlands, che ha il più grande schema di fluorizzazione dell'acqua del Regno Unito, hanno segnalato un aumento esponenziale di ipotiroidismo rispetto alla città di Manchester, dove non viene aggiunto all'acqua potabile. Un rapporto pubblicato online dal Journal of Epidemiology & Community Health ha evidenziato come i risultati hanno destato preoccupazione circa la validità della fluorizzazione. Il consiglio è quindi, secondo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, di evitare il più possibile l’assunzione di fluoro, leggete le etichette dell’acqua in bottiglia se ancora ne fate uso, cercate dentifrici senza fluoro, altre fonti di assunzione di fluoro sono: chewingum medicinali bevande gassate (coca cola – pepsi etc…) te in bottiglia o lattina gatorade bastoncini di pesce (meccanicamente disossati) bastoncini di pollo (meccanicamente disossati) cibi cucinati in contenitori col fondo in teflon (Il fluoro è impiegato nella produzione di plastiche a bassa frizione come il teflon, e in liquidi refrigeranti come il freon.) alcuni sali da cucina fluorati alcuni tipi di anestetici (Enflurane, Isoflurane & Sevoflurane)

Ritirata la bevanda biologica “Bio-soiadrink Vaniglia” a base di soia e vaniglia, per la presenza di “Bacillus cereus”

Sicurezza alimentare. Ritirata la bevanda biologica “Bio-soiadrink Vaniglia” a base di soia e vaniglia, per la presenza di “Bacillus cereus” Il sistema di allerta rapido della Regione Valle d’Aosta segnala il ritiro dagli scaffali dei supermercati Lidl di tutta Italia della “Bio-soiadrink Vaniglia”: bevanda biologica a base di soia e vaniglia, per la presenza di “Bacillus cereus”. Il batterio è beta emolitico a bastoncino Gram-positivo. Causa un'intossicazione alimentare simile a quella provocata dallo Stafilococco.Il Bacillus cereus è un batterio patogeno che produce tossine responsabili di intossicazioni alimentari. Recentemente sono stati sviluppati nuovi e più efficienti metodi per rilevare la presenza di ceppi patogeni. Il Bacillus cereus è comunemente presente nel suolo e nella polvere. Esso contamina frequentemente alimenti a base di riso, e occasionalmente pasta, carne e vegetali, prodotti lattiero-caseari, minestre, salse, dolciumi che non sono stati raffreddati rapidamente ed efficacemente dopo la cottura e/o adeguatamente conservati.Gli esercizi interessati in Valle D'Aosta sono LIDL Loc. Croix Noire Saint-Christophe.. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, avvisa, a scopo precauzionale, i consumatori che avessero acquistato il prodotto a non consumarlo e contattare i Carabinieri NAS o la ASL competente per territorio. Mentre consiglia alle persone che presentano sintomi di intossicazione di consultare subito un medico. Per ulteriori informazioni contattare il Servizio Assistenza Lidl al numero verde 800.48.00.48.

lunedì 23 marzo 2015

Violazione di diritti: Italia al top sentenze non applicate. Nel 2014 condanne per oltre 100 milioni di euro di indennizzi

Violazione di diritti: Italia al top sentenze non applicate. Nel 2014 condanne per oltre 100 milioni di euro di indennizzi A causa delle sentenze emesse dalla Corte per i diritti umani di Strasburgo rimaste inapplicate l’Italia risulta prima tra i 47 Paesi aderenti al Consiglio d'Europa. Ancora una volta guida il gruppo dei Paesi “sorvegliati speciali” dal comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Secondo il rapporto 2014 diffuso oggi, oltre un quinto delle 10'904 sentenze emesse dalla Corte di Strasburgo e non ancora eseguite riguardano l'Italia. Ecco la top ten dei Paesi del Consiglio d'Europa maggiormente inadempienti: 1) Italia 2'622 2) Turchia 1'500 3) Russia 1'474 4) Ucraina 1'009 5) Romania 639 6) Grecia 558 7) Polonia 503 8) Ungheria 331 9) Bulgaria 325 10) Slovenia 302. Per tali ragioni, sottolinea Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, questa gomitata merita una reazione veemente poiché il nostro Paese non ha bisogno di primati di questo genere. La sensazione è che presto vi saranno delle novità sul fronte legislativo.

Le immagini shock di un bambino nel ventre di sua madre fuma.

Le immagini shock di un bambino nel ventre di sua madre fuma. "Un’ulteriore prova dei danni del tabacco durante la gravidanza." Se conosci una donna incinta che fuma, falle vedere queste immagini, verrebbe da dire, come sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre impegnata contro il tabagismo. Un team di ricercatori dell'Università di Durham e Lancaster ha appena scoperto che i neonati di mamme fumatrici muovono più spesso la testa e aprono la bocca più frequentemente di quelli le cui madri non fumano. Per il dottor Reissland, uno dei leader dello studio, è un segno di stress per il feto. "Abbiamo bisogno di fare ulteriori ricerche per confermare questi risultati." Fumare durante la gravidanza può causare un ritardo del bambino nello sviluppo del sistema nervoso centrale. "La tecnologia ci permette oggi di vedere ciò che è stato nascosto in precedenza e dimostrare come fumare può ritardare lo sviluppo di un bambino in un modo che noi non avevamo immaginato prima" conferma il Professor Brian Francis. "Questa è un’ulteriore prova degli effetti negativi del tabacco durante la gravidanza."

domenica 22 marzo 2015

Più di 60 milioni di ettari di foresta verranno ripristinati

Più di 60 milioni di ettari di foresta verranno ripristinati. L'annuncio di quindici paesi da parte dell'IUCN (Unione Internazionale per la conservazione della natura) Una bella notizia per l'ambiente arriva dalla Germania: quindici paesi - sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” - si sono impegnati a ripristinare più di 60 milioni di ettari di foresta entro il 2020, ha annunciato sabato l'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), alla fine di una conferenza tenutasi a Bonn (Germania). "Nuovi progetti di ripristino sono stati annunciati da paesi latino americani che sfidano i paesi asiatici e africani, al 2 ° Convegno internazionale del Bonn", sostiene l'IUCN in una dichiarazione. "Il mondo riconosce che il restauro del paesaggio forestale è un importante contributo per affrontare le sfide globali, quali il cambiamento climatico, la conservazione della biodiversità, la sicurezza alimentare e la crescita economica", ha detto Inger Andersen, direttore generale dell'IUCN, citato nel comunicato stampa. "Siamo in un punto dove la riduzione dell'emissioni semplice non è sufficiente," ha detto Tine Sundtoft, ministro norvegese dell'ambiente. "Noi dobbiamo catturare attivamente le emissioni di CO2 nell'atmosfera e il ripristino delle foreste è il modo per farlo più a basso costo", ha aggiunto. I paesi coinvolti nei programmi di rimboschimento includono: Stati Uniti (15 milioni di ettari), Etiopia (15 milioni), Repubblica democratica del Congo (8 milioni), Messico (7.5), Guatemala (3.8), Perù (3), Uganda (2.5), Ruanda (2) e 1 milione di ettari o meno in Brasile, El Salvador, Costa Rica, Colombia, Ecuador e Cile. Questi programmi beneficiano del sostegno finanziario di paesi come la Germania e la Norvegia, partner del settore privato e organizzazioni internazionali. La sfida a Bonn è stata lanciata nel 2011 dalla Germania e dalla IUCN, un'organizzazione con sede a Bonn che fa riferimento all'elenco delle specie minacciate di estinzione nel mondo.

L'ultima follia: tatuaggi sugli animali. In Belgio pelle di maiale tatuata venduta per 50.000 sterline

L'ultima follia: tatuaggi sugli animali. In Belgio pelle di maiale tatuata venduta per 50.000 sterline. Suini marchiati a vita, è la nuova trovata che indigna L’ultima pessima trovata vuole i maiali con personaggi animati della Disney, prigionieri russi, anche il marchio di lusso Louis Vuitton e improbabili decori stampati in modo indelebile sulla pelle. Ad indignare gli ambientalisti di tutto il mondo i tatuaggi di un capriccioso artista belga, tale Wim Delvoye, 49 anni, che marchia a vita con i suoi tatuaggi i suini. Questo è il nome dell'artista belga che ha iniziato ad imporre questo violento business sugli animali dal 1997. I tatuaggi vengono effettuati ai maiali sotto anestesia totale facendoli passando ore e ore immobili, sotto la tortura di un fastidioso ago che entra nella pelle e inietta pigmenti colorati più o meno tossici. Tutta avviene con la collaborazione di altri tre artisti del tatuaggio che devono lavorare insieme, per mantenere la pelle umida del maiale sotto anestesia. Il Tattoo del maiale, può essere venduto a prezzi che oscillano tra i trenta a cinquantamila sterline a seconda della complessità del disegno. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nessun animale vorrebbe questo per sé: non sono così stupidi come molti esseri umani. Una pratica che invece andrebbe vietata anche perchè la pelle dei suini è più sensibile alle sostanze chimiche di quella umana. Per ora, in Italia, i tatuaggi si incontrano solo sulla pelle dei padroni che decidono di incidersi a vita sul proprio braccio o sulla propria gamba il ricordo dell’amicizia profonda con il loro amico a quattro zampe.

Allarme dal Regno Unito. L'attacco delle gang dell'olio d'oliva.

Allarme dal Regno Unito. L'attacco delle gang dell'olio d'oliva. Un nuovo rischio sanitario in UK fa alzare l'attenzione per la vendita di olio adulterato. Anche nel Regno Unito rimbalza la notizia della xylella. Un'altra prova che bisogna agire subito prima che la "reputazione" del miglior olio al mondo venga spazzata via Bande criminali stanno tagliando l'olio d'oliva con sostanze sconosciute ed in ambienti malsani che potrebbero danneggiare la salute dei consumatori. E' questa la notizia apparsa su alcuni quotidiani britannici e che la dice lunga sui devastanti effetti della xylella che stanno assumendo contorni internazionali. Gli investigatori britannici di frodi alimentari sono stati chiamati ad uno sforzo per cercare di scoprire questi malfattori mentre le autorità sanitarie avvisano gli acquirenti a diffidare dell'olio del prezzo dell'oliva che appare "troppo economico per essere vero". Arriva, quindi, anche in Gran Bretagna la notizia dell'epidemia di xylella con i prezzi dell'olio di oliva italiano più che raddoppiati nelle ultime settimane a causa dei milioni di alberi di ulivo che rischiano di essere spazzati via dal famigerato microbo mortale e che sinora è stata la causando della caduta di produzione pari ad un terzo rispetto all'anno precedente. Secondo quanto apparso sui media britannici, i consumatori sarebbero a rischio di escherichia coli e salmonella, così come a reazioni allergiche per le sostanze contenute nell'olio adulterato. Un ricercatore italiano ha detto al The Independent: "i criminali hanno collegamenti internazionali e sono in grado di spostare questo prodotto all'estero dove altri criminali lo smerceranno. Ci sono alcune reti che sono in grado di fornire ristoranti italiani all'estero, quindi non c'è una minaccia da quello." L'Italia a livello globale è considerata come l'origine per il miglior olio al mondo, ma bande di truffatori stanno mettendo a rischio la reputazione fino a minacciare la salute dei consumatori. La maxifrode vede alla base oli provenienti da altri paesi e spacciate come olio extravergine d'oliva d'alta qualità italiana. Sempre sui giornali inglesi si legge che la Puglia, la regione con la più grande produzione d'olivicoltura dell'Italia è particolarmente e duramente colpita dalla malattia silenziosa nota come xylella fastidiosa. E sempre i media sottolineano che non si tratta solo di una questione di prodotti sotto standardizzati, ma soprattutto è un problema di salute e sicurezza Una delle frodi segnalate nel Regno Unito è quella già nota dell'olio vegetale tinto con clorofilla al fine di raggiungere il colore dell'olio d'oliva ed al quale viene aggiunto betacarotene per l'aroma. E le autorità sanitarie inglesi ricordano che la clorofilla può causare eruzioni cutanee ai soggetti con allergie. L'olio in questione è prodotto in aree non soggette a controlli, tanto che ci sono fondati timori che corpi estranei possano entrare nel prodotto, o contaminarlo con sostanze chimiche pericolose. Uno degli ispettori ha aggiunto che "Non rispettano i requisiti di igiene per la produzione alimentare. Spesso lavorano in garage e scantinati delle case, quindi non sono posti puliti possono causare la presenza di batteri e contaminazione." Tra i soggetti più a rischio dell'olio falso: ristoratori e piccoli negozi locali. Agli acquirenti è stato suggerito che per evitare le frodi di acquistare olio di oliva al giusto prezzo. Il costo varia tra le 4 e 6.50 sterline e con la probabilità di un aumento di circa il 25 % a causa del cattivo raccolto: bisogna diffidare di un prezzo inferiore a 5 sterline. Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, le notizie apparse sulle cronache d'Oltremanica non fanno altro che destare ulteriore allarme anche qui e dimostrano che siano quantomai necessari interventi urgenti per fermare questa psicosi e debellare la malattia che sta determinando il rischio di una perdita di reputazione del nostro oro giallo che potrebbe avere effetti per decine di anni.

Cinque pesticidi classificati cancerogeni "probabili" o "possibili".

Cinque pesticidi classificati cancerogeni "probabili" o "possibili". Lo Sportello dei diritti mette in guardia contro l'uso sistematico di insetticidi. Tutto ciò in un momento in cui c'è chi sostiene che l'unico modo per combattere la Xylella fastidiosa sia attraverso l'uso massiccio di queste sostanze Venerdì scorso la Iarc (International Agency for Research on Cancer) l'agenzia internazionale che si occupa della ricerca contro il Cancro ha classificato cinque pesticidi come "probabile" o "possibile" cancerogeno per l'uomo. Glifosato, uno dei più utilizzati al mondo, e gli insetticidi malathion e diazinone sono stati classificati come cancerogeni "probabile in esseri umani", anche se le "prove sono limitate," secondo l'Agenzia che ha sede a Lione. Il glifosato è il principio attivo del Roundup, uno degli erbicidi più venduti. Da parte loro il Tetrachlorvinphos e il paration, insetticidi che sono già soggetti a divieti o restrizioni in molti paesi, sono stati classificati come cancerogeni «possibili». Il glifosato la costituisce il più utilizzato erbicida al mondo. Oltre all'agricoltura, dove il suo uso è aumentato, è usato anche nelle foreste e dagli individui nei loro giardini. Il glifosato è stato rinvenuto nell'aria, acqua e cibo, tanto che la popolazione generale è particolarmente esposta quando vive contiguamente ad aree trattate con la sostanza. Tuttavia, i livelli di esposizione osservati sono «generalmente bassi», dice la Iarc. Per quanto riguarda i rischi cancerogeni del glifosato e degli insetticidi malathion e diazinone, la Iarc osserva che c'è una "limitata evidenza" negli esseri umani in relazione al mordo di Hodgkin, e a tumori del sistema linfatico. Per il malathion, la Iarc cita anche il cancro della prostata e per il diazinone, cancro ai polmoni. I rischi sono stati valutati basato sugli studi della filiera agricola negli Stati Uniti, Canada e Svezia, nonché sugli animali nei laboratori. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un'altra prova che gli insetticidi sono pericolosi sull'uomo ed un'altra significativa evidenza contro l'opinione di tutti coloro che rilanciano la necessità dell'utilizzo massiccio di queste sostanze nelle situazioni d'emergenza come quella che sta vivendo il Salento con l'epidemia di xylella fastidiosa che sta colpendo migliaia di ulivi su tutto il territorio.

sabato 21 marzo 2015

Troppo arsenico in vini della California? Class action contro 30 marchi vino californiano

Troppo arsenico in vini della California? Class action contro 30 marchi vino californiano Secondo la denuncia collettiva, presentata giovedì in un tribunale di Los Angeles, un laboratorio di Denver ha testato più di 1.300 vini e trovato pericolosi livelli di arsenico in 83 di loro. Diversi vini di 28 cantine californiane contengono livelli tossici di arsenico, un agente cancerogeno, ad un livello di cinque volte più alto rispetto a quanto consentito nelle acque. La class action nomina oltre 30 marchi. I vini sono soprattutto bianchi e moscati, tutti venduti a prezzi minori di 10 dollari. Tra i produttori ne figurano alcuni che vengono venduti nella catena di supermercati americani Trader Joe's a prezzi che partono da due dollari. Secondo la denuncia, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l'arsenico se consumato per molti anni può causare cancro, problemi cardiovascolari, malattie respiratorie e altri problemi alla salute. Secondo la class action i produttori devono ritirare le bottiglie, ridare il denaro ai consumatori e attenersi alle regole stabilite dall'industria vinicola. Il totale dei danni richiesti non è specificato. Ma lo Wine Institute che rappresenta i 1.000 coltivatori e società affiliate, ha stimato che questa azione era basata su false ipotesi.

Babylone, la birra belga fatta con il pane invenduto. Iniziativa per combattere e contrastare lo spreco alimentare

Babylone, la birra belga fatta con il pane invenduto. Iniziativa per combattere e contrastare lo spreco alimentare I giovani imprenditori di Bruxelles hanno prodotto una birra dal pane invenduto nei supermercati. Con il suo nome Babylone si vuole ricordare la leggendaria antenata della bevanda nazionale, secoli fa regolarmente consumata dai babilonesi e a base di pane fermentato. Oltre che un ritorno alle origini, questa nuova birra rappresenta soprattutto il frutto concreto di un riciclo 'intelligentè e un esempio della cosiddetta 'economia circolarè, per combattere e contrastare lo spreco alimentare, non più patrimonio culturale solo degli ambientalisti, che fa diventare una risorsa per un mercato quella che per un altro è ormai diventato un rifiuto. Se il prodotto funzionerà, è certo che altre centinaia di chili di pane vecchio non finiranno nella pattumiera, almeno in Belgio. Pronto ad aprire il suo "micro-birrificio" questa estate nel cuore di Bruxelles, il progetto belga che ha deciso di produrre la birra a base di pane invenduto fra l'altro collabora con un'associazione senza scopo di lucro e che si occupa del reinserimento nel mondo del lavoro di persone socialmente vulnerabili: a loro spetta ricevere i pani e il processo di trasformazione in farina, la fonte di zuccheri per la fermentazione alcolica di Babylone. "La birra e il pane richiedono dei cerali molto simili, ma è stato comunque necessario un anno di studi per mettere a punto il prodotto" spiega Antoine Dubois, ex ricercatore dell'Università di Lovanio (UCL) e oggi responsabile ricerca e sviluppo del Brussels Beer Project. Solo nelle prossime settimane si potrà realmente capire se questo sogno visionario di poche persone potrà diventare, a tutti gli effetti, un progetto industriale vero e proprio con l’inaugurazione di un micro birrificio nel cuore di Bruxelles. “Con mezza tonnellata di pane si producono 4’000 litri di birra e una bottiglia contiene l'equivalente di una fetta e mezza”, sottolinea Olivier de Brauwere, uno dei due fondatori del Brussels Beer Project. Il Babylon, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, attualmente prodotta negli impianti di Limburg è fermentato in bottiglia e ha un volume di alcool del 7%, è una singolare iniziativa per combattere e contrastare lo spreco alimentare.

Buoni fruttiferi postali. Poste Italiane devono pagare se nei dieci anni interviene un qualsiasi atto idoneo a interrompere la prescrizione.

Buoni fruttiferi postali. Poste Italiane devono pagare se nei dieci anni interviene un qualsiasi atto idoneo a interrompere la prescrizione. A stabilirlo una sentenza del Giudice di Pace di Tricase. Lo "Sportello dei Diritti" invita i risparmiatori a fare attenzione a non fare prescrivere il diritto al pagamento dei BFP Il decorso inerte del tempo, quando si tratta di mancato esercizio di diritti, può avere conseguenze "fatali" se non si sta attenti. Fortunatamente nella vicenda descritta in una causa innanzi al Giudice di Pace di tricase si è risolta felicemente per una risprmiatrice che per sua accortezza aveva tempestivamente deciso di inviare una semplice raccomandata per chiedere il rimborso di quattro buoni fruttiferi postali della madre morta qualche anno prima ed in particolare ha evitato che si formalizzasse la prescrizione del diritto a riscuotere le somme portate dai titoli. Con un'ineccepibile sentenza, infatti, la numero 115/15, il Giudice di Pace di tricase, avvocato Anna Rita Costa, ha correttamente puntualizzato che il diritto a riscuotere i Buoni fruttiferi postali a seguito del Decreto Ministeriale del Tesoro del 19 dicembre 2000, si prescrivono a favore dell'emittente trascorsi 10 anni dalla data di scadenza del titolo e che è sufficiente una raccomandata o qualsiasi atto idoneo ad interrompere la prescrizione, purchè pervenga nella sfera di conoscenza del debitore, per garantire l'esercizio del relativo diritto. Poste Italiane nel costituirsi in giudizio aveva ritenuto comunque di eccepire la prescrizione del diritto a riscuotere nonostante il fatto che con una lettera raccomandata la risparmiatrice avesse inteso interromperla entro i dieci anni al fine di vedersi riconosciuta la riscossione dei predetti buoni. Il magistrato onorario, rilevando la validità della raccomandata inviata dalla risparmiatrice, difesa dall'avvocato Ivan Mangiullo, entro i dieci anni dalla scadenza dell'esigibilità del diritto a riscuotere, ha ritenuto fondato il diritto dell'attrice a vedersi pagati da Poste Italiane i quattro buoni fruttiferi postali frutto dei risparmi della propria madre ed ha anche condannato l'azienda al pagamento delle spese processuali. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da sempre difende anche i diritti dei risparmiatori traditi dalle imprese finanziarie che sono pronte ad eccepire ogni cavillo possibile pur di non rispondere di fronte alle loro responsabilità, si tratta di un'importante decisione che costituisce anche un monito ed un invito a tutti i consumatori di fare molta attenzione ai termini con i quali si esercitano i propri diritti perchè a volte è sufficiente una semplice raccomandata per garantirsi la possibilità di fruirne.

venerdì 20 marzo 2015

Turismo. Qualità dell'accoglienza: al 1° posto la Finalnadia. Anche il Giappone, la Germania e l'Austria sono al top nelle valutazioni

Turismo. Qualità dell'accoglienza: al 1° posto la Finalnadia. Anche il Giappone, la Germania e l'Austria sono al top nelle valutazioni Nel prodotto turistico la componente umana ricopre un ruolo decisivo e nel turismo il “carrello della spesa” è composto da beni irriproducibili ad esempio i beni culturali e le bellezze naturali, e riproducibili quali servizi e prestazioni, atmosfera. Per questo motivo la qualità dell’atmosfera d’accoglienza è un fattore strategico di successo non solo di un’impresa turistica, ma di una località, una regione, una nazione. L'accoglienza, il calore umano, il tatto e il sentimento che animano una struttura ricettiva sono elementi essenziali, sempre più importanti, ricercati ed apprezzati dall'ospite. I clienti di tutto il mondo apprezzano la cordialità e la disponibilità del personale degli hotel in Italia. Questo è il risultato di una ricerca del portale internazione di prenotazioni HOTEL INFO, che ha preso in esame le valutazioni di sei milioni di clienti. In confronto al resto d'Europa il settore alberghiero italiano, nonostante, il suo 15° posto ha la possibilità di recuperare posizioni. In un hotel giapponese dal mese di luglio, per la prima volta, un robot dovrebbe accogliere i clienti alla reception. Non si sa ancora, tuttavia, se questo processo automatizzato verrà accolto positivamente dai clienti. Infatti gli albergatori hanno anche compreso che un bel sorriso vale più di mille parole e porta a trascurare volentieri l'una o l'altra piccolezza. Quindi la gentilezza e la competenza dei collaboratori sono oggi uno dei criteri più importanti nella valutazione di un hotel. La classifica dei migliori 20 Paesi in Europa per cordialità e competenza del personale alberghiero: Posizione Paese Valutazione (punteggio migliore 10,0) 1° Finlandia 8,62 2° Germania 8,59 3° Austria 8,57 4° Ungheria 8,53 5° Repubblica Slovacca 8,52 6° Polonia 8,52 7° Svizzera 8,49 8° Portogallo 8,45 9° Svezia 8,44 10° Croazia 8,42 11° Bulgaria 8,40 12° Irlanda 8,39 13° Romania 8,37 14° Repubblica Ceca 8,34 15° Italia 8,33 16° Grecia 8,30 17° Spagna 8,20 18° Francia 8,16 19° Paesi Bassi 8,14 20° Turchia 8,13 La valutazione più alta in Europa è della Finlandia. Anche il Giappone, la Germania e l'Austria sono al top nelle valutazioni In Europa è la Finlandia la terra dei sorrisi - almeno nel settore dell'ospitalità. I finlandesi sanno entusiasmare i clienti con la loro ospitalità e si presentano con un punteggio di 8,62 su 10,0 come leader della classifica. Seguono gli albergatori tedeschi e austriaci con 8,59 e 8,57 punti. Gli albergatori italiani si trovano, rispetto agli altri paesi europei, solo al 15° posto e mostrano potenziali di crescita, ma raggiungono con 8,33 punti una buona valutazione da parte degli ospiti. La cordialità e la competenza del personale alberghiero vengono apprezzati in molte città. Ralf Priemer, Managing Director di HOTEL INFO, non è sorpreso: "Per diversi anni abbiamo constatato un aumento significativo di buone recensioni in termini di qualità dei servizi". Questo incoraggiante aumento potrebbe anche essere il risultato di una maggiore trasparenza nel mercato del turismo, perchè attraverso portali di ricerca per le prenotazioni come HOTEL INFO si può, durante la ricerca di una camera in tutto il mondo, servirsi delle valutazioni alberghiere. Perfino i fanalini di coda in Europa come Danimarca (7,98), Russia (7,92) o il Regno Unito (7,92) sono valutati nell'insieme positivamente dagli ospiti. Se il viaggiatore si aspetta, tuttavia, la proverbiale cortesia britannica, allora il risultato è meno lodevole. Londra si trova, con i suoi 7,73 punti, all'ultimo posto delle capitali europee. Roma invece si presenta con 8,01 punti in una posizione migliore, mentre Budapest (8,58) è, in maniera chiara, prima in classifica. Le migliori 10 città in Italia: cordialità e competenza del personale alberghiero* Posizione Città Valutazione (punteggio migliore 10,0) 1° Bologna 8,50 2° Catania 8,44 3° Torino 8,32 4° Firenze 8,31 5° Bari 8,24 6° Genova 8,17 7° Palermo 8,12 8° Napoli 8,10 9° Milano 8,02 10° Roma 8,01 Nel confronto tra le grandi città italiane, Bologna, in particolare, ottiene 8,50 punti, dagli ospiti degli hotel, per la cortesia e la disponibilità. I clienti hanno votato al secondo posto Catania (8,44), mentre Torino con 8,32 punti si trova al terzo posto. Subito dopo segue Firenze (8,31). E' interessante osservare che, per le ultime tre posizioni nella classifica nazionale, vale: più grande è la città, più la valutazione peggiora. Roma chiude la classifica con 8,01 punti. Infine, e soprattutto, “accogliere con un sorriso”. Può sembrare banale ma proprio il sorriso, uno dei gesti più facili da compiere, è uno dei più apprezzati dai turisti. In molti paesi dell’Europa, per esempio, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, all’inizio della stagione turistica compaiono sui muri cittadini manifesti, affissi a cura degli enti pubblici, che si rivolgono alla popolazione semplicemente dicendo: “Il turista è un amico: sorridigli”. Il sorriso, infatti, è un formidabile segnale di cortesia e disponibilità, tanto più apprezzato dal turista straniero che, appena giunto nel luogo di vacanza, si trova ad affrontare nelle prime ore di soggiorno un profondo senso di spaesamento: gli sono estranei i luoghi, la toponomastica, la lingua, la moneta, la cultura locale. Un sorriso dell’addetto alla reception in albergo, della cameriera ai piani, del ristoratore, del commerciante, dell’impiegato allo sportello della banca, dell’addetto all’ufficio postale, del vigile,della guida, del custode di un museo, della persona qualunque cui ci si è rivolti per chiedere un’informazione, ecc. È grazie ad un gesto così che un turista smette di sentirsi spaesato e passa dall’estraneità alla confidenza con la popolazione, la città e il territorio. Il concetto di accoglienza è strettamente legato a quello di qualità.

Vendite tramite telefono: Antitrust avvia cinque istruttorie sul teleselling

Vendite tramite telefono: Antitrust avvia cinque istruttorie sul teleselling. Ispezioni a Roma e Milano nelle sedi di Fastweb S.p.A., Vodafone Omnitel B.V. Telecom Italia S.p.A. e H3g S.p.A. e Sky Italia S.r.l. L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato indaga sul teleselling. Sulla base delle nuove competenze in materia, ha avviato cinque procedimenti istruttori, nei confronti di Fastweb S.p.A., Vodafone Omnitel B.V. Telecom Italia S.p.A. e H3g S.p.A. e Sky Italia S.r.l., concernenti le procedure di conclusione dei contratti di telefonia fissa e mobile e dei servizi televisivi via satellite a pagamento mediante teleselling. Nei procedimenti, osserva per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, viene ipotizzata la possibile violazione delle nuove disposizioni in vigore dal 13 giugno 2014 che introducono specifici requisiti di forma per la validità delle vendite tramite telefono. A tal fine sono state svolte ispezioni nelle sedi delle società di Roma e Milano con l’ausilio del Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza.

Mappa mondiale delle guerre dell'Istituto di Heidelberg. Arriva il record. 424 conflitti politici ed il numero di guerre sale a 21

Ora è ufficiale: il 2014 è stato un anno di disastro per la pace nel mondo. Il numero di conflitti in tutto il mondo è aumentato rispetto al precedente ed è arrivato al triste record di 424 dall'inizio delle statistiche all'inizio degli anni novanta. Anche il numero di guerre, così la più estrema forma di conflitti politici, è aumentata da 20 a 21. Secondo le statistiche dell'Istituto di Heidelberg per la ricerca internazionale dei conflitti, più paesi sono stati significativamente colpiti rispetto all'anno precedente. Così la furia islamista di Boko Haram in Nigeria, ma anche in Camerun. "Questo ha segnato l'anno dei conflitti in corso dal 2009 con almeno 10 000 morti e 1 milione di sfollati", secondo l'Istituto. Il punto più importante del 2014: la guerra è tornata in Europa. Per la prima volta dopo la guerra della Georgia del 2008 gli spettri del conflitto sono riapparsi in Europa con il conflitto in Ucraina orientale tra i separatisti filo-russi e le truppe di governo. Un altro evento che ha contribuito l'aumento dei conflitti è stata la proclamazione del "califfato" che ha intensificato la guerra in Siria e nel resto del Medio Oriente. "In Medio Oriente, la guerra civile siriana ha ricevuto una nuova qualità di islamici, dopo la proclamazione del califfato nel mese di giugno", ha spiegato uno dei ricercatori. Nove guerre sono state individuate in Medio Oriente e in Africa a sud del Sahara, invece, ognuna in America Latina e Asia. Nel resto del mondo si tratta di "guerra limitata" tra due Stati, mentre il barometro dei conflitti ha classificato le tensioni tra Pakistan e India: così il fuoco pesante delle granate ha costretto più di 20.000 persone a lasciare la regione di confine tra i due stati. Solo una delle 21 guerre non è stata causata dal potere ideologico o politico: la guerra tra cartelli della droga e il governo in Messico. In generale, i ricercatori in America centrale e del sud hanno individuato nove conflitti con le organizzazioni criminali. L'unica nota positiva è il bilancio di sangue: 46 cinque conflitti in meno sono stati classificati con il livello di "alta violenza" rispetto l'anno precedente. Si tratta comunque di numeri impressionanti, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che denotano un abbassamento dell'attenzione della comunità internazionale sul perseveramento della pace globale. Non vi è dubbio, infatti, che spetti alle istituzioni su scala mondiale e nelle varie aree del pianeta impegnarsi maggiormente nella composizione dei conflitti.

Dai Paesi Bassi: un antitumorale a rischio cancerogeno. L'adriamycina o doxorubicina è prescritta per i tumori della mammella e del polmone

Dai Paesi Bassi: un antitumorale a rischio cancerogeno. L'adriamycina o doxorubicina è prescritta per i tumori della mammella e del polmone Il Consiglio della Sanità olandese, un organismo scientifico indipendente che fornisce pareri consultivi al governo e al parlamento del paese, ha consigliato al ministero degli Affari sociali e del Lavoro, d'includere l'adriamycina (commercializzato in quel paese come doxorubicina o Rubex) nell'elenco dei prodotti considerati cancerogeni. Secondo gli esperti, la produzione, la somministrazione e la successiva pulizia dei resti del farmaco e del materiale utilizzato per produrlo -sul personale non qualificato "aumenta il rischio di sviluppare il cancro." Il più pericoloso è la manipolazione degli ospedali e della produzione . Anche se i membri del Consiglio superiore di sanità non parlano di percentuali "mancano ancora dati sulla sperimentazione animale e studi clinici," raccomandano di aggiungere l'adriamycina nella cosiddetta categoria 1B. Questa classificazione è stata istituita dalla Commissione Salute dell'Unione europea per includere in essa le "sostanze in grado di provocare il cancro ". In Categoria 1A includere quegli altri noti composti "cancerogeni per l'uomo". "Mentre gli studi epidemiologici ad oggi sono inconcludenti, noi abbiamo prove sufficienti sugli animali che l'adriamycina è cancerogena", dicono gli esperti dell'ente olandese. Nella relazione che è stata presentata al governo hanno spiegato che l'esposizione del personale medico può avvenire per contatto (attraverso la pelle), ingestione o inalazione. "I luoghi probabili sono durante la movimentazione nelle farmacie e negli ospedali, o laboratori di ricerca." L'adriamycina viene somministrata nella chemioterapia endovenosa volta a ostacolare la crescita e la diffusione delle cellule tumorali nel corpo. E 'classificato come un antibiotico antitumorale, e tra gli altri, viene usato contro il cancro al seno, ovaie, utero, vescica, tiroide, stomaco, fegato, polmone, pancreas, prostata, malattia di Hodgkin e alcune leucemie. È noto che il suo uso può influenzare danni cardiaci, tessuti in caso di dispersione dalle vene, e aumentare la possibilità di sviluppare diversi tumori trattati alla fonte. Quest'ultima circostanza talvolta accade con altri trattamenti. L'analisi è stata effettuata su richiesta del Ministero degli Affari Sociali che volevano conoscere il rischio di esposizione professionale, e le concentrazioni di sostanze pericolose. Data la mancanza di test di laboratorio, il Consiglio della sanità non è stato in grado di stimare il numero annuo di tumori che potrebbero derivare dal contatto con adriamycina. Gli Affari Sociali dovranno ora riferire alle diverse autorità sanitarie olandesi. Sembra un paradosso che un antitumorale venga classificato a sua volta come cancerogeno, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti". Fatto sta che alla luce di quanto segnalato in Olanda, è necessario un urgente approfondimento da parte delle autorità sanitarie europee e nazionali per verificare se i pericoli segnalati siano fondati o meno.

giovedì 19 marzo 2015

In Inghilterra il Piercing intimo è mutilazione genitale.

In Inghilterra il Piercing intimo è mutilazione genitale. Lo prevedono le nuove regole del Servizio sanitario inglese anche se adesso crescono i pentiti. Il piercing effettuato agli organi genitali femminili, anche per ragioni estetiche, sarà considerato al pari di una mutilazione genitale. Lo prevedono le nuove regole del Servizio sanitario inglese (Nhs) che entreranno in vigore da aprile. La nuova regolamentazione, obbligatoria, si applicherà anche alle donne che con il loro consenso si sono sottoposte a questa procedura per motivi cosmetici ed estetici, o perché ritengono così di aumentare e migliorare la loro vita sessuale. Le mutilazioni genitali sono una procedura non medica che intenzionalmente modifica l'aspetto degli organi genitali femminili, causando anche lesioni. Il piercing e le incisioni sono classificati come "procedure dannose" e rientrano tra le mutilazioni genitali delle linee guida dell'Oms pubblicate l'anno scorso. Nel mondo oltre 130 milioni di donne e ragazze hanno sofferto e subito mutilazioni genitali e nel Regno Unito sono in aumento le donne trattate negli ultimi mesi nei servizi sanitari a causa delle mutilazioni genitali. Dall'esplosione della moda che imperversa da anni per tattoo e piercing al fenomeno contrario di una sorta di pentitismo di coloro che non riescono più a sopportarli per ragioni strettamente personali o di salute o che per esigenze professionali pensano di fare un passo indietro. Sono infatti sempre più coloro che fanno dietrofront - come sostengono gli specialisti dermatologi del settore - in controtendenza all’euforia dei piercing che tuttora coinvolge giovani anche se l'età non è mai apparsa come un limite. Siamo anni che mettiamo in guardia i giovani dai rischi di queste mode, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, e la nuova tendenza alla rimozione di questi segni sul proprio corpo ci conferma che pensarci più di una volta prima di farsi incidere è una buona prassi per evitare di subire conseguenze dannose per il proprio benessere psicofisico o più semplicemente di pentirsi.

mercoledì 18 marzo 2015

Salute alimentare: richiamate dalla Kraft in America 6,5 milioni di confezioni di Mac&Cheese. Segnalati pezzi di metallo

Salute alimentare: richiamate dalla Kraft in America 6,5 milioni di confezioni di Mac&Cheese. Segnalati pezzi di metallo Negli Stati Uniti alcuni consumatori hanno scoperto la spiacevole sorpresa di ritrovarsi frammenti di metallo nella Pasta al Forno al Formaggio. Il prodotto incriminato riguarderebbe la pasta pronta “Mac & Cheese” del marchio Kraft Foods. A seguito della notizia, Kraft America ha richiamato a scopo precauzionale circa 6,5 milioni di confezioni. La data di scadenza delle confezioni di pasta interessata è compresa tra il 18 settembre 2015 e l'11 ottobre 2015 e sono contrassegnate con il codice "C2". La stessa multinazionale dell’alimentare ha fatto sapere che il problema, è stato immediatamente circoscritto. Le confezioni sono state vendute negli Stati Uniti, Portorico e in alcuni paesi nei Caraibi e in Sud America. Mentre risulta che nessuna segnalazione in tal senso è giunta in altri Paesi. Per la maggior parte degli americani è il Mac&Cheese una specie di pasta al forno condita con una ricca crema di cheddar. Amata da tutti negli States, piccoli e grandi, rappresenta un classico sempre presente sulle tavole americane. Si narra che il presidente Tomas Jefferson abbia importato questa ricetta dal nord Italia nel lontano 1793… Oggi i Mac and Cheese Kraft già pronti sono molto diffusi in America e tutti adorano cenare con questo piatto, considerato da tutti gli americani il simbolo del “comfort food” “I want Mac & Cheese!” è la frase più pronunciata dai bambini in USA…niente di più facile e veloce, per fortuna! Mac & Cheese Kraft pronti per essere cucinati, si possono acquistare nei negozi online di cibo americano! Kraft Foods Group Inc ha segnalato martedì che è a conoscenza di otto episodi di consumatori che hanno trovato frammenti di metallo nelle confezioni, ma non è stato informato di eventuali lesioni. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, alla luce di tale fatto rileva come in altri paesi, al primo segnale di prodotto difettoso o rischioso per la salute, siano le stesse società alimentari ad attivarsi prontamente per le opportune verifiche e per tutelare i consumatori. In Italia, al contrario, ancora non si è giunti a tale sensibilità e si è spesso costretti a vedere l’intervento delle autorità di vigilanza o dei NAS prima che le imprese ammettano i propri errori. Non ci resta a questo punto che continuare a vigilare come consumatori e a richiedere l’immediato intervento delle istituzioni al benché minimo sospetto di rischi per la salute.

Le API sanno contare e riconoscere un volto

Le API sanno contare e riconoscere un volto. Una giovane ricercatrice di Tolosa, Aurore Avargues-Weber, mercoledì è stata premiata per il suo lavoro sulle API Il suo lavoro di tesi ha portato a dimostrare empiricamente "grande capacità di astrazione delle API: "Le api sono in grado di distinguere un volto umano da una qualunque altra immagine. ", lo dice la dottoressa Avargues-Weber, giovane ricercatrice dell'Università di Tolosa. Le API, poste all'ingresso di un labirinto, hanno identificato diversi segni rappresentati sulla mappa, e dopo un rapido apprendimento, hanno scelto regolarmente l'uscita che si erano segnata in quanto porta a una ricompensa. Nonostante un cervello piccolo rispetto alla testa, le API sono dotate di "buona visione e una grande memoria". Inoltre la ricercatrice dell’Università di Tolosa ha messo alla prova le api con diversi compiti. Prima ha insegnato loro a distinguere tra punti e linee disegnati a caso su un foglio e gli stessi segni organizzati in modo da comporre naso, bocca e occhi di un volto, seppur stilizzato. Quando le api mostravano di riconoscere l’immagine di un volto (posandosi sul disegno giusto) ricevevano po’ di zucchero. Successivamente ha provato a capire se le api, dopo aver ripetuto l’esercizio almeno cinque volte, avevano ormai imparato a riconoscere lo schema di un volto senza bisogno di una ricompensa. Scoprendo così che, anche eliminato il premio in zucchero, gli insetti si soffermavano sull’immagine giusta. “Le api catalogano correttamente le figure quando sono formate da parti con una precisa posizione, come i lineamenti di un volto”, ha spiegato Aurore Avargues-Weber, coautrice della ricerca. Questa osservazione ha spinto la studiosa a effettuare un’altra prova: presentare agli insetti prima una fotografia sovrapposta al disegno di una faccia disegnata, poi la sola fotografia. In questo modo la ricercatrice ha cercato di capire se le api fossero in grado di riconoscere lo schema del disegno in un’immagine reale. Gli insetti hanno riconosciuto la fotografia sia in presenza sia in assenza del disegno, mentre non sono stati in grado di farlo quando la dottoressa scambiava, volutamente, le proporzioni tra naso, bocca e occhi o la loro disposizione nella foto. “Le api sono in grado di imparare come è organizzato un volto e distinguerlo dai numerosi oggetti del loro ambiente anche se ancora non riescono a distinguere un viso da un altro”. “E cosa ancora più straordinaria, riescono a fare questo lavoro di analisi di un’immagine utilizzando un cervello microscopico, mentre noi impegniamo intere regioni del cervello”. Un'altra grande capacità è l'adattabilità all'ambiente, che ha dimostrato che questi insetti non erano solo guidati dal loro istinto. Grazie ad una prova effettuata all'aria aperta, la giovane donna ha evidenziato la loro capacità di "adattare il loro comportamento al loro ambiente ed esperienze". Fino ad allora, questa capacità di mettere elementi in relazione è stata considerata dalla comunità scientifica come appannaggio di alcune scimmie ed esseri umani. "Spesso pensiamo che solo le grandi scimmie sono dotati di intelligenza, ma è falso", insiste la signora Avargues-Weber. La giovane donna ora intende capire come le API svolgono compiti di questa complessità con così pochi neuroni (1 milione, rispetto ai 100 miliardi per un essere umano). Lei sta prendendo in considerazione diversi spunti di riflessione: i loro cervelli hanno un più efficace metodo rispetto a quello umano per elaborare le informazioni? O potrebbe essere che un neurone è stato utilizzato per funzioni diverse? Un tentativo di risolvere questo enigma, porterà questa volta a studi di laboratorio. Oltre al mondo animale, l'osservazione sul funzionamento cognitivo delle API potrebbero aiutare a meglio comprendere il cervello umano e potrebbe influenzare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale. Inoltre secondo la ricercatrice, le molecole tossiche dei pesticidi "non uccidono direttamente le API, ma interrompono il loro sistema nervoso". "La memoria diminuisce, perdendo e confondendo gli odori". I primi studi scientifici su questo insetto, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono apparsi all'inizio del secolo scorso. L'austriaco Karl Von Frisch aveva poi decifrato "il linguaggio delle API": per indicare una fonte di cibo a loro congeniale, le API eseguono una danza. E aveva anche dimostrato la facoltà delle API per distinguere il colore. A suscitare la curiosità degli scienziati francesi era stato, nel 2005, Adrian Dyer della Monash University (Virginia, Usa). Dyer aveva insegnato alle api ad associare immagini di volti umani dietro ricompensa (una buona dose di zucchero), senza però chiedersi se gli insetti avessero riconosciuto nelle foto volti o fiori un po’ strani. Oggi Aurore Avargues-Weber, 31 anni, ricercatrice presso l'Università delle scienze di Tolosa, è la francese premiata solo quest'anno dal programma internazionale della Fondazione l ' Oréal-Unesco "for women in science". Creata nel 2007, assegna borse di studio dell'importo di 20.000 euro con l'obiettivo di incoraggiare le giovani donne di talento "a continuare la loro carriera scientifica". Nata a Chalon (Saône-et-Loire), Aurore Avargues-Weber ha lavorato presso il centro di ricerca sulla cognizione animale dall'Université Toulouse III-Paul Sabatier, dove ha completato la sua tesi.

Protesi mammarie: verso un nuovo scandalo?

Protesi mammarie: verso un nuovo scandalo? "Le Parisien", segnala la scoperta in Francia di casi legati a un particolare tipo di cancro - diciotto dal 2011 - che sarebbero connessi alle protesi mammarie. Secondo il quotidiano francese "Le Parisien", con una notizia apparsa ieri, il National Cancer Institute avrebbe scoperto una nuova malattia chiamata linfoma anaplastico a grandi cellule, che sarebbe legata alle protesi mammarie. Ed i casi di questo particolare tipo di cancro in Francia sarebbero diciotto dal 2011 con una forte crescita lo scorso anno. Il giornale ha fatto riferimento ad una nota degli esperti consegnata il 4 marzo dal National Cancer Institute secondo cui sarebbe stata scoperta una nuova malattia chiamata per l'appunto linfoma anaplastico a grandi cellule associata con le protesi mammarie (linfoma AGC-AIM)."Siamo particolarmente attenti a monitorare il caso delle protesi mammarie, perché la salute delle donne che gioco", dice François Hébert vice direttore generale della National Security Agency del farmaco (MSNA) intervistato dal giornale. Secondo lo stesso, «c'è stato un caso nel 2011, due nel 2012, quattro nel 2013 e undici nel 2014. Una persona è morta." "Inizialmente, è stato deciso che le donne che hanno impiantato protesi mammarie dovessero ricevere un avvertimento obbligatorio del nuovo rischio, anche se basso," ha detto, aggiungendo che "lettere di informazioni e di allarme sono state inviate agli operatori sanitari "e che una riunione di esperti è stata programmata per la fine di marzo. Si tratta di una notizia sconvolgente, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che da anni ha avviato in Italia una battaglia dopo lo scandalo già noto delle protesi PIP, anche se questa volta non è dato sapere che tipo e la natura delle protesi per le quale sarebbe stata scoperta una possibile connessione con il cancro.Ecco perchè è importante che le autorità sanitarie, non solo francesi, facciano immediata chiarezza per sgombrare il campo da qualsiasi tipo di allarme dato il numero impressionante di donne che per ragioni di salute o estetiche hanno dovuto ricorrere all'impianto di protesi mammarie.

martedì 17 marzo 2015

Fondi illeciti, Svizzera e Italia si dividono 12,3 milioni di euro.

Fondi illeciti, Svizzera e Italia si dividono 12,3 milioni di euro. Si tratta di denaro riconducibile a Vito Ciancimino sequestrato dal Ministero pubblico del Canton Ticino e dal Ministero pubblico della Confederazione Svizzera e Italia si sono ripartite, in parti eque, 12,3 milioni di euro di provenienza illecita. Lo rende noto un comunicato dell'Ufficio federale di giustizia (UFG). Il denaro è stato sequestrato dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) e dal Ministero pubblico del Canton Ticino, in esecuzione di tre confische disposte in altrettanti procedimenti dalla magistratura italiana. Nel primo caso si tratta di 3,8 milioni di euro sequestrati dal MPC in una commissione rogatoria italiana. La confisca era stata disposta in Italia al termine di un procedimento penale intentato nei confronti di Massimo Ciancimino e altri per riciclaggio di denaro ed altri reati. È stato accertato che i fondi erano riconducibili al padre dell'imputato, Vito Ciancimino, in precedenza condannato con sentenza definitiva per corruzione e associazione a delinquere di stampo mafioso. Nel 2013 il Tribunale di Palermo chiedeva al MPC di eseguire la decisione di confisca passata in giudicato nel 2011, e nel 2014 il MPC ha ordinato il trasferimento dei fondi all'Italia.Nel secondo caso si tratta di 4,9 milioni di euro sequestrati sempre dal MPC in risposta a una commissione rogatoria del Tribunale di Milano in un procedimento per peculato e riciclaggio.Il terzo caso concerne 3,6 milioni di euro sequestrati dal Ministero pubblico ticinese: la confisca era stata disposta dal Tribunale di Milano al termine di un procedimento per usura, contrabbando e riciclaggio di denaro. In tutti e tre i casi - precisa l'UFG - le confische sono state eseguite dalle autorità italiane in collaborazione con quelle svizzere, per cui è possibile ripartire i fondi secondo la legge sulla ripartizione dei valori patrimoniali confiscati («sharing»). Tra la fine del 2014 e l'inizio di quest'anno l'UFG ha definito gli accordi di ripartizione con il Ministero della Giustizia italiano. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, questi soldi sporchi di Cosa nostra dovrebbero essere devoluti dallo Stato italiano come ristoro alle famiglie delle vittime della mafia.

Superbatteri minacciano la salute pubblica. Gli esperti avvertono: uso di antibiotici negli animali da compagnia potrebbe dar luogo a superbatteri

Superbatteri minacciano la salute pubblica. Gli esperti avvertono: uso di antibiotici negli animali da compagnia potrebbe dar luogo a superbatteri. Lo specialista in malattie infettive "L'acquisto di antibiotici da negozi di animali potrebbe ritorcersi contro di te" Non è raro per i proprietari di animali da compagnia fare prendere agli animali domestici antibiotici acquistati su internet ma anche negli scaffali dei negozi senza prescrizione medica. Gli esperti avvertono l'uso incontrollato di antibiotici potrebbe dar luogo al crescente problema della resistenza al superbatterio. La mancanza di sorveglianza e un uso incontrollato di antibiotici negli animali da compagnia in tutto l'Italia potrebbe essere aggiunta al crescente problema dei superbatteri, dicono gli esperti. Medicinali antibiotici, come l'eritromicina e la tetraciclina (gli stessi utilizzati per le persone), sono facilmente disponibili in negozi di animali. Senza fare domande o prescrizione necessaria. Le persone, d'altro canto, devono vedere i loro medici per ottenere una prescrizione per tali farmaci. L'abbondante uso di antibiotici che normalmente sono riservati per le infezioni gravi potrebbe portare alla creazione di superbatteri, che sono resistenti a determinati antibiotici. I Superbatteri sono una minaccia per le persone e gli animali domestici. La resistenza agli antibiotici, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, è "una sempre più grave minaccia per la salute pubblica globale "e mette a rischio la capacità di trattare le infezioni comuni. L'OMS avverte sul suo sito web: "Senza un'azione coordinata urgente, il mondo si sta dirigendo verso un'era post-antibiotica, in cui le infezioni comuni e le ferite minori, che sono stati trattabili per decenni, possono ancora una volta uccidere". Nel 2013, in Canada l'Ontario Medical Association ha invitato i governi provinciali e federali ad attuare modifiche normative per ridurre la crescita di batteri resistenti agli antibiotici, tra cui assicurandosi la disponibilità all'accesso agli antibiotici per gli animali solo attraverso una prescrizione di un veterinario. La resistenza batterica agli antibiotici, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sta assumendo sempre maggiore importanza, divenendo una problematica grave a livello globale. Secondo l’Agenzia del Farmaco l’Italia è stata uno dei Paesi UE con il consumo più elevato di farmaci antibiotici, preceduta solo da Francia e Cipro, con un consumo in alcuni casi più elevato di oltre il 100% rispetto ai Paesi più “virtuosi”. Di particolare importanza in questo senso è il sistema nazionale di prescrizione elettronica dei farmaci, da estendere anche a quelli per uso veterinario, che permette un controllo continuo e capillare sul loro utilizzo, segnalando immediatamente eccessi, o peggio impieghi fraudolenti anche nell’allevamento.

Dopo l'Inghilterra anche la Francia lancia un nuovo allarme tumori per protesi mammarie

Dopo l'Inghilterra anche la Francia lancia un nuovo allarme tumori per protesi mammarie. Nove casi su 10 della malattia sono stati diagnosticati in donne che hanno ricevuto protesi mammarie con un guscio esterno strutturato Dopo che le autorità sanitarie britanniche hanno denunciato l'aumento di un particolare tumore, il Linfoma anaplasico a grandi cellule, anche gli esperti francesci lanciano un nuovo allarme tumore causato da protesi mammarie. Dopo il caso "PIP", legato alla truffa di un industriale che fabbricava impianti difettosi, le autorità sanitarie del Paese denunciano l'aumento di un particolare tumore, il Linfoma anaplasico a grandi cellule, legato a diversi impianti mammari. Secondo gli scienziati questa superficie più ruvida è 'il terreno di coltura ideale' per i batteri che potrebbero seminare il seme del cancro. Gli specialisti dell'Istituto sul cancro - rende noto il quotidiano Le Parisien - che si sono riuniti sull'argomento, propongono di classificare la nuova specifica malattia negli annali dell'Organizzazione mondiale della sanità. L'allarme sull'ipotesi di tumori provocati dalle protesi al seno, anche se il rischio appare quantitativamente debole - 18 casi in Francia negli ultimi tre anni, 173 nel mondo, ma la progressione è forte - ha indotto le autorità sanitarie ad interrogarsi sull'ipotesi di un divieto delle stesse protesi. Una riunione sul tema è stata convocata fra 10 giorni all'Agenzia nazionale di sicurezza dei farmaci. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, le donne dovrebbero essere avvertite del rischio di cancro prima di sottoporsi a interventi di impianto. Gli impianti possono migliorare la vita delle donne, ma possono anche essere una causa di malattia a lungo termine.

lunedì 16 marzo 2015

Pesticidi: 45% del cibo europeo contiene residui. Le quantità saranno identificate

Pesticidi: 45% del cibo europeo contiene residui. Le quantità saranno identificate. Ma l'EFSA (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) assicura: nessun effetto sulla salute. Le ONG europee denunciano risultati errati. L'ente ha analizzato la presenza di 685 pesticidi su 81.000 campioni di frutta e verdura, prodotti alimentari trasformati e vini. Residui di pesticidi sono presenti in quasi la metà del cibo consumato in Europa, ma soprattutto entro i limiti di legge e, probabilmente, non hanno nessun effetto sulla salute. A comunicarlo ufficialmente giovedì scorso l'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Analizzando i dati dei test condotti nel 2013 per monitorare la presenza di 685 pesticidi su 81.000 campioni di frutta e verdura, prodotti alimentari trasformati e vini, l'EFSA ha concluso che il 45% del cibo europeo contiene residui di pesticidi. Solo l'1,5% dei campioni ha "manifestamente ecceduto i limiti di legge", ha detto l'EFSA, con una chiara differenziazione tra prodotti provenienti da paesi terzi, dove la percentuale era del 5,7% e quelli della UE, dove era pari al 1,4%. La quota di prodotti che superano i limiti di legge sarebbe però in calo rispetto all'ultima misurazione effettuata dall'EFSA nel 2010. Per l'agenzia, è "improbabile che la presenza di residui di pesticidi negli alimenti abbia un effetto a lungo termine sulla salute dei consumatori. " Nel breve termine, il rischio per i cittadini europei di essere esposti a livelli nocivi di residui attraverso la dieta è considerato anch'esso "basso". "Questa affermazione è chiaramente sbagliata e non scientifica", ha prontamente obiettato un comunicato della Ong PAN (Pesticide Action Network Europe). La ONG critica l'EFSA di non usare "buoni metodi per valutare la tossicità" dei pesticidi, in particolare gli effetti dell'esposizione cumulativa e duratura a queste sostanze, e denuncia che le soglie legali sono troppo alte. Al contrario e diciamo ovviamente la Crop Protection Association (ECPA), che rappresenta l'industria dei pesticidi, ha salutato con favore l'esito delle analisi dell'EFSA evidenziando che "La relazione conferma che il cibo in Europa è sicuro," e "riflette gli sforzi compiuti dagli agricoltori e l'industria". Residui di più tipi di pesticidi erano presenti nel 27,3% dei campioni, mentre i prodotti organici che non sono risparmiati, hanno rivelato il 15% dei campioni contenenti residui, e lo 0,8% oltre i limiti di legge, secondo la EFSA. Fragole, seguite da pesche, mele e lattuga presentano i maggiori residui. Le fragole e la lattuga in particolare, anche in violazione dei limiti di legge, con il 2,5% e il 2,3% dei campioni analizzati. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il solo fatto che si trovino ancora prodotti alimentari messi in commercio sul mercato unico che presentano quantità di pesticidi oltre i limiti di legge deve far riflettere perché evidentemente gli sforzi fatti a partire dalla tracciabilità dei beni non sono ancora serviti, mentre tanti altri devono essere fatti per obbligare l'UE ad abbassare ulteriormente le soglie legali sulle dosi di prodotti e sostanze chimiche.