giovedì 28 febbraio 2019

Cassazione civile: duro colpo alle assicurazioni. Il danno biologico da micropermanente va sempre risarcito se accertato “visivamente” dal medico legale “visivo”.

Cassazione civile: duro colpo alle assicurazioni. Il danno biologico da micropermanente va sempre risarcito se accertato “visivamente” dal medico legale “visivo”. Sì alla liquidazione dell’invalidità permanente da “colpo di frusta” se il è medico legale ad accertare le lesioni: è corretto anche il solo esame clinico per quella ai muscoli del rachide senza necessità di accertamento “strumentale” anche dopo il Decreto del “Cresci Italia”. Oltre al danno biologico può essere liquidato anche il danno morale (dolore dell’animo, vergogna, paura, disperazione) se il pregiudizio non ha fondamento medico-legale Non tutte le conseguenze fisiche permanenti di lieve entità derivanti da un sinistro stradale, come i disturbi psico reattivi e le lesioni sensoriali, sono suscettibili di essere dimostrate mediante un accertamento strumentale, ma possono essere anche accertate ricorrendo ad un esame clinico, e tra questi spicca il classico e cosiddetto “colpo di frusta”. Un orientamento molto restrittivo, senz’altro voluto dalle compagnie assicurative, aveva aperto dal 2012 la strada alla non risarcibilità di tutti i danni permanenti “non strumentalmente accertati”, lasciando così scoperte dalla garanzia di tutela molte vittime della strada che hanno lamentato lesioni di natura invalidante che, tuttavia, non sono state risarcite in ragione dell’interpretazione della riforma che ha coinvolto le assicurazioni Rcauto al fine di ridurre le tariffe con la presunta e decantata lotta alle frodi. Orientamento, questo, che però sta segnando il passo con una serie di pronunce da parte della Cassazione che ripone al centro dell’accertamento del danno biologico, anche da micropermanenti, il ruolo del medico – legale, anche di quello dei fiduciari delle compagnie assicurative, palesemente sminuito dall’applicazione restrittiva della normativa. Non da ultimo, lo “Sportello dei Diritti”, ritiene utile segnalare l’importante ordinanza 5820/19, pubblicata dalla terza sezione civile della Cassazione con la quale è stata riaffermata la risarcibilità del danno biologico micropermanente da sinistro stradale anche senza accertamenti strumentali come radiografia e Tac. E ciò anche se il famigerato decreto 1/2012, noto come “Cresci Italia” avrebbe introdotto dei principi che ne avrebbero esclusa la riconoscibilità senza le suddette verifiche per l’appunto, strumentali. Per la Cassazione, al contrario, il decreto legge in questione nulla ha cambiato rispetto al passato, ma ha tutt’al più amplificato e maggiormente responsabilizzato il ruolo dei medici legali non stabilendo che tutte le lesioni debbano essere accertate sul piano strumentale. Né potrebbe farlo perché ce ne sono alcune che richiedono accertamenti clinici e comunque il medico legale «non può essere imbrigliato con un vincolo probatorio»: fondamentali risultano le regole dell’arte sanitaria. Nella fattispecie approdata innanzi alla Suprema Corte, è stato accolto il ricorso proposto da una infortunata che si era vista negare il risarcimento del danno biologico permanente. Invero, nel corso del giudizio di primo grado innanzi al Giudice di Pace di Bologna, il CTU aveva accertato una lesione alla struttura muscolare del rachide, in pratica, ciò che viene volgarmente definito come “colpo di frusta”. La valutazione del consulente si era basata su un riscontro visivo e non strumentale, che al contrario serve a individuare lesioni scheletriche. Per gli ermellini, non sussiste alcun dubbio che vi siano postumi da incidente stradale che non si possono accertare solo strumentalmente: i disturbi psico-reattivi e le lesioni sensoriali, come detto rientrano in questa categoria. Il Cresci Italia è un decreto pro concorrenza che punta a ridurre i premi assicurativi. E pone al centro dei risarcimenti rc auto il ruolo del medico legale imponendo al professionista la corretta e rigorosa applicazione di tutti i criteri di valutazione dei pregiudizi alla persona: serve dunque un riscontro obiettivo in rapporto alla singola patologia in base alle regole della professione medica, a patto che i criteri applicati siano inappuntabili sul piano scientifico. Infine, la sentenza in questione ripropone un altro tema importante e che riguarda la risarcibilità di pregiudizi ulteriori rispetto al danno biologico permanente. Per gli ermellini, non c’è interdipendenza necessaria, fra quest’ultimo e quello morale. È stata la stessa Consulta nella sentenza 235/14 a chiarire che il danno da micropermanente può essere aumentato fino a un quinto, tenendo conto delle condizioni dell’infortunato, laddove la lesioni incide negativamente sulla vita quotidiana del danneggiato. E quindi, oltre al danno biologico può essere liquidato anche il danno morale (dolore dell’animo, vergogna, paura, disperazione) se il pregiudizio non ha fondamento medico-legale. Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i danneggiati da incidenti stradale, anche se hanno subìto danni di lieve entità hanno diritto alla più ampia tutela, checchè ne dica la lobby delle assicurazioni.

Malta, imprenditore italiano aggredito e malmenato da agenti di polizia in servizio.

Malta, imprenditore italiano aggredito e malmenato da agenti di polizia in servizio. La polizia apre un’indagine interna in merito alla denuncia di pestaggio da parte di alcuni agenti nei confronti di un imprenditore siciliano. In un video diffuso online si intravedono alcuni uomini in divisa spingere violentemente Fabrizio Sciré e suo figlio, e due ufficiali in particolare colpire i due italiani, senza che questi oppongano resistenza. Finora gli agenti della squadra mobile coinvolti non sono ancora stati sospesi dalle loro funzioni, come di solito accade, nonostante quanto emerga dal filmato trasmesso a diverse autorità. Un portavoce della polizia ha confermato l’inchiesta in corso per chiarire i fatti, e che nonostante quanto mostrato nel filmato gli agenti coinvolti starebbero negando di aver picchiato i due italiani. L’imprenditore siciliano, Fabrizio Sciré, ha aperto tre anni fa un’attività nel settore edile a Malta, dove ha portato la sua famiglia. Secondo la sua versione, nella serata di sabato 23 febbraio è stato informato dell’incendio improvviso di uno dei suoi camion ed è corso sul posto, dove erano già arrivati gli agenti. Sempre secondo Sciré, per qualche motivo sconosciuto, alcuni agenti di polizia hanno risposto ad una sua disperata richiesta di aiuto per spostare altri veicoli e metterli in sicurezza dalle fiamme nel modo più inatteso: circondandolo e prendendolo a spintoni, chiamandolo anche per nome. «Uno degli agenti ha iniziato a spingermi e a colpirmi violentemente in testa, aiutato subito da alcuni colleghi che mi hanno preso a pugni in testa e a calci in diverse parti del corpo» ha raccontato. Ha aggiunto inoltre che il figlio maggiore, presente sul posto mentre la polizia lo picchiava, è stato malmenato nel tentativo di filmare la scena. Intanto, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’ambasciata italiana, anch’essa informata sui fatti è impegnata in un’indagine in coordinamento con il Governo maltese, al fine di scoprire chi c’è dietro questi atti di provocazione.

Insegue i ladri, poliziotto multato per eccesso di velocità.

Insegue i ladri, poliziotto multato per eccesso di velocità. Un poliziotto ginevrino è stato condannato a un anno di prigione con la condizionale. Guidava a 126 km/h sul 50. A Ginevra, nel fra il 3 e il 4 febbraio 2017 la volante intercettò un gruppo di ladri pericolosi. Messasi subito all'inseguimento ha infranto diversi limiti di velocità, per questo il poliziotto alla guida è stato condannato Il mestiere del poliziotto, si sa, può prevedere anche alcuni momenti adrenalinici e non privi di pericoli, tra cui, ad esempio, gli inseguimenti automobilistici. Destreggiarsi a tutta velocità tra il traffico e gli ostacoli cercando di acciuffare delinquenti in fuga, può comportare qualche imprevisto, anche di carattere sanzionatorio. Lo sa bene un poliziotto ginevrino che è stato condannato a un anno di prigione con la condizionale per aver superato i limiti di velocità durante un inseguimento. L'agente ha già annunciato che inoltrerà ricorso. "Il mio cliente è stato condannato come se fosse un normale automobilista che ha fatto l'imbecille in una zona a 50 km/h", ha detto Jacques Roulet, difensore del poliziotto, confermando le informazioni pubblicate da Le Temps e Tribune de Genève. Il Tribunale di polizia lo ha condannato senza tener conto della funzione e della missione, ha aggiunto l'avvocato. I fatti risalgono alla notte fra il 3 e il 4 febbraio 2017. L'agente, allora in formazione, ha partecipato all'inseguimento a sirene spiegate per intercettare alcuni ladri ritenuti pericolosi. È stato fotografato mentre guidava a 126 km/h in una zona dove il limite è di 50 km/h. Secondo la legge sulla circolazione stradale, un agente di polizia non è punibile se viola le regole durante un intervento, purché abbia usato la prudenza necessaria. In questo caso, i giudici hanno ritenuto che "lo scopo dell'inseguimento ufficiale era di intercettare ladri e non di salvare vite umane o di perseguire un fuggitivo sospettato di aver messo a rischio una vita umana"."Questa decisione, che fa seguito ad altre sentenze che criminalizzano eccessivamente gli agenti di polizia, suscita sconcerto nel corpo di polizia", ha detto ancora Roulet. Un mese fa il Tribunale federale ha respinto il ricorso di un altro poliziotto ginevrino condannato per eccesso di velocità durante un inseguimento. L'alta corte ha ritenuto che il superamento della velocità di 42 chilometri orari in un tratto dove era limitata a 50km/h non era giustificato dall'urgenza della missione. In effetti, il poliziotto era stato informato che i fuggitivi non avevano ferito nessuno. Nello specifico la magistratura, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha però ritenuto non ammissibile un simile eccesso di velocità relazionato all'urgenza della missione, poiché i ladri non avevano ferito nessuno, respingendo il ricordo del poliziotto poiché di fatto, infrangendo il codice stradale, ha creato una situazione astratta di pericolo nei confronti degli altri utenti della strada.

Tensioni India-Pakistan: cittadini italiani invitati a restare in albergo nella capitale del Pakistan, Islamabad.

Tensioni India-Pakistan: cittadini italiani invitati a restare in albergo nella capitale del Pakistan, Islamabad. Cresce l'apprensione di parenti in Italia per i possibili rischi di un inasprimento del conflitto Il conflitto in atto tra India e Pakistan, per la nota questione del territorio confinante, sta portando anche conseguenze sulla permanenza di cittadini stranieri nei due paesi. In particolare è stato segnalato allo “Sportello dei Diritti” da parte dei genitori di un leccese, dipendente di una grande azienda partecipata dello stato italiano che si trova temporaneamente ad Islamabad, che tutti i nostri connazionali sono stati invitati a non lasciare l'albergo dove dimorano e di muoversi, solo in casi eccezionali, con l'ausilio di scorte militari. Al momento, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rileva che sul sito tematico "Viaggiare sicuri.it" del ministero degli Esteri risulta solamente l'avviso di restrizioni al traffico aereo, poichè il Pakistan ha deciso di chiudere al traffico arereo gli aeroporti internazionali (Islamabad, Lahore, Karaci) e e viene raccomandato di tenersi aggiornati sulla situazione e di verificare con la propria compagnia aerea prinma di programmare o intraprendere viaggi verso il suddetto paese.

Allergene non dichiarato, Ministero della salute segnala richiamo farina grano tenero tipo 00 a marchio CUORE MEDITERRANEO.

Allergene non dichiarato, Ministero della salute segnala richiamo farina grano tenero tipo 00 a marchio CUORE MEDITERRANEO. Soia non dichiarata in etichetta, rischio per i consumatori allergici La tutela del consumatore e la sua salute, prima di tutto. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie. Per questo il Ministero della salute in data odierna ha diffuso il richiamo di un lotto di farina grano tenero tipo 00 a marchio CUORE MEDITERRANEO per la presenza dell’allergene soia non dichiarato in etichetta, sebbene sulla confezione sia riportata la dicitura: "prodotto in uno stabilimento in cui si utilizza soia". Il prodotto interessato dal richiamo è venduto sacchetto carta 1 kg, cod. ean 8025916107072, con il numero di L 19 008 e la data di scadenza 08/02/2020. La farina richiamata è stato prodotta da MOLINO ROSSETTO nello stabilimento Via San Fausto 98 Pontelongo PD ed è commercializzata da TODIS – Iges S.r.l. via tiberina km 19.300 00065 Fiano Romano RM. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai consumatori “ALLERGICI ALLA SOIA” di non consumare il prodotto con il numero di lotto segnalato e di restituirlo al punto vendita d’acquisto. La segnalazione è stata pubblicata sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute.

Richiamo farina grano tenero tipo 00 a marchio SELEX: soia non dichiarata in etichetta, rischio per i consumatori allergici. Lo segnala il ministero della salute

Richiamo farina grano tenero tipo 00 a marchio SELEX: soia non dichiarata in etichetta, rischio per i consumatori allergici. Lo segnala il ministero della salute Oggi un altro richiamo a tutela del consumatore e della sua salute. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie. Per questo il Ministero della salute in data odierna ha diffuso il richiamo di un lotto di farina grano tenero tipo 00 a marchio SELEX per la presenza dell’allergene soia non dichiarato in etichetta, sebbene sulla confezione sia riportata la dicitura: "prodotto in uno stabilimento in cui si utilizza soia". Il prodotto interessato dal richiamo è venduto sacchetto carta 1 kg, cod. ean 8003100250018, con il numero di L 19 009 e la data di scadenza 09/02/2020. La farina richiamata è stato prodotta da MOLINO ROSSETTO nello stabilimento Via San Fausto 98 Pontelongo PD ed è commercializzata da TODIS – Iges S.r.l. via tiberina km 19.300 00065 Fiano Romano RM. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai consumatori “ALLERGICI ALLA SOIA” di non consumare il prodotto con il numero di lotto segnalato e di restituirlo al punto vendita d’acquisto. La segnalazione è stata pubblicata sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute.

mercoledì 27 febbraio 2019

Guard rail pericolosi, Cassazione: ente proprietario strada risarcisca i danni causati dalla mancata manutenzione

Guard rail pericolosi, Cassazione: ente proprietario strada risarcisca i danni causati dalla mancata manutenzione. L’obbligo di vigilanza e custodia dell’amministrazione è esteso alle barriere laterali: necessari interventi per ripristinare gli standard di sicurezza. La condotta colposa del conducente non costituisce caso fortuito L’ente proprietario della strada deve risarcire i danni causati agli utenti in transito per l'assenza o erronea manutenzione dei guard rail e barriere. È quanto stabilito dall’ordinanza 5726/19, pubblicata il 27 febbraio dalla terza sezione civile della Cassazione, significativa perché individua particolari e specifiche responsabilità in capo agli enti proprietari e custodi delle strade, anche nel caso di assenza, omessa manutenzione o di guard rail difettoso che è spesso causa di drammatiche conseguenze. Nello specifico rischia grosso l’ente proprietario o concessionario della strada che non effettua la manutenzione sui guard-rail: in caso di incidente è infatti chiamato a rispondere del risarcimento, magari in concorso di colpa con il conducente del veicolo che ha tenuto una condotta di guida imprudente. E ciò perché l’obbligo di custodia dell’infrastruttura in capo all’amministrazione deve intendersi esteso alle barriere laterali: servono periodici interventi di manutenzione per ripristinare gli standard di sicurezza e l’eventuale inadempienza costituisce violazione sia di norme specifiche sia dei principi generali dettati in tema di responsabilità civile. Bocciato il ricorso dell’ente proprietario della strada bianca dove avviene la tragedia: sulla provinciale l’auto sbanda e finisce prima sulla strada di servizio laterale coperta di ghiaia e poi nel torrente che l’inghiotte e la trascina per tre chilometri. Diventa definitiva la condanna che attribuisce all’ente e alla Provincia il 25 per cento di colpa ciascuno nel sinistro, mentre l’altra metà di responsabilità va alla vittima che correva troppo. La vicenda offre alla Suprema corte l’occasione per ricostruire i principi da applicare in materia. Anche se mancano norme che prescrivono specifiche misure di sicurezza sulle opere accessorie laterali, l’amministrazione deve comunque valutare se ai sensi dell’articolo 14 Cds la strada possa costituire un rischio per l’incolumità degli utenti: la colpa dell’ente può infatti essere generica oltre che specifica e dunque consistere nella violazione di regole generali di prudenza e di perizia invece che di precise norme prescrittive.All’ente proprietario, quindi, non basta aver collocato la barriera laterale di contenimento sulla sede stradale: è necessario infatti controllare nel tempo se l’infrastruttura non abbia assunto una conformazione rischiosa per gli utenti. Il fatto che al sinistro abbia contribuito la condotta colposa del guidatore non integra il fortuito che scrimina il custode della cosa: il giudice è tenuto ad accertare la resistenza che una barriera adeguata avrebbe potuto opporre all’urto del veicolo. La Suprema Corte, dunque, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rende giustizia alle tante vittime della strada che hanno subìto conseguenze ben più gravi di quelle che potevano loro capitare a causa della non corretta manutenzione delle strade. Anche se mancano norme che prescrivono specifiche misure di sicurezza sulle opere accessorie laterali, l’amministrazione deve comunque valutare se ai sensi dell’articolo 14 Cds la strada possa costituire un rischio per l’incolumità degli utenti: la colpa dell’ente può infatti essere generica oltre che specifica e dunque consistere nella violazione di regole generali di prudenza e di perizia invece che di precise norme prescrittive. All’ente proprietario, quindi, non basta aver collocato la barriera laterale di contenimento sulla sede stradale: è necessario infatti controllare nel tempo se l’infrastruttura non abbia assunto una conformazione rischiosa per gli utenti. Il fatto che al sinistro abbia contribuito la condotta colposa del guidatore non integra il caso fortuito che scrimina il custode della cosa: il giudice è tenuto ad accertare la resistenza che una barriera adeguata avrebbe potuto opporre all’urto del veicolo.

Glifosato: negli Stati Uniti 11.200 cause contro Bayer

Glifosato: negli Stati Uniti 11.200 cause contro Bayer. L’incredibile dato in un bilancio della multinazionale pubblicato oggi. Lo “Sportello dei Diritti”: occorre un’indagine scientifica indipendente e definitiva da parte delle Autorità Sanitarie europee e nazionali Le polemiche sull’utilizzo del glifosato, l'erbicida dall'impiego più diffuso al mondo, non sono mai sopite, stanti le oscillazioni della comunità scientifica che ha assunto diverse posizioni circa la effettiva o meno nocività nei confronti della salute umana. Ne sa qualcosa il colosso chimico-farmaceutico tedesco Bayer che sta facendo i conti con circa 11.200 cause negli Stati Uniti a causa di questo prodotto chimico. È quanto emerge dai dati di bilancio pubblicati oggi. «Siamo in disaccordo con la sentenza di un tribunale sul caso Johnson e abbiamo presentato ricorso», ha spiega il Ceo Werner Baumann. Anche in relazione ad altri procedimenti, sette dei quali sono attualmente previsti per quest'anno, Baumann spiega: «Abbiamo la scienza dalla nostra parte e continueremo a difendere con vigore questo importante e sicuro erbicida per un'agricoltura moderna e sostenibile». Il caso Johnson è simile a quello del giardiniere californiano che si è visto attribuire in tribunale 79 milioni di dollari per compensare i danni dovuti a una malattia che ha contratto usando un diserbante a base di glifosato. L'azione, com’è noto, era stata espletata nei confronti di Monsanto, rilevata da Bayer, ritenuta colpevole di non averlo informato degli effetti collaterali del prodotto. Si tratta, in ogni caso, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” di dati a dir poco significativi se migliaia tra cittadini e associazioni statunitensi si sono rivolte alla Giustizia per ottenere ristoro per i presunti danni subiti in conseguenza dell’utilizzo generale e indiscriminato di questo prodotto. Ciò che più conta, dopo anni di pareri discordanti, è una seria e compiuta indagine scientifica indipendente e definitiva da parte delle Autorità Sanitarie europee e nazionali per mettere un punto fermo sulla questione e liberare da ogni possibile dubbio circa l’utilizzabilità del glifosato in agricoltura.

Bimbo di 4 anni scappa di casa e va in treno fino in Germania.

Bimbo di 4 anni scappa di casa e va in treno fino in Germania. Il bambino è stato fermato dalla polizia a Jestetten e portato in un asilo in attesa dei genitori. Lo Sportello dei Diritti lancia un messaggio Non c’è peggior incubo per un genitore che per una disattenzione non trova più il bimbo che era in casa. Lo sanno bene i genitori di un bimbo di quattro anni che è scappato lunedì scorso dalla sua casa a Sciaffusa in Svizzera, viaggiando da solo in treno fino a Jestetten, in Germania. Fermato dalla polizia, non ha voluto rivelare il suo nome, indica un comunicato odierno della forze dell'ordine. Il piccolo si è recato alla stazione con la sua bici senza pedali con l'obiettivo di recarsi a Zurigo. È però sceso dal treno regionale a Jestetten, località della quasi enclave tedesca tra i cantoni di Sciaffusa e Zurigo, dove una donna lo ha notato e ha informato la polizia. Gli agenti lo hanno dapprima portato in un asilo della località tedesca, per chiarire se qualcuno lo conoscesse. Grazie all'accento svizzero e al contatto con le autorità circostanti si è infine chiarita la sua identità. I genitori ne avevano infatti denunciato la scomparsa e hanno quindi potuto prelevare il piccolo fuggitivo all'asilo tedesco. Sebbene la causa per cui il bimbo è scappato di casa non è noto, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha deciso di condividere questa storia con l’intento di aiutare altri genitori a prevenire simili episodi, invitandoli quindi a non lasciare per troppo tempo e senza alcuna supervisione i propri figli anche in casa. Un suggerimento per nulla trascurabile per tutte le mamme.

Odissea nel Canale d'Otranto. Bloccati sul traghetto Bari-Durazzo, problema ai motori: fermo in mare aperto per tre ore

Odissea nel Canale d'Otranto. Bloccati sul traghetto Bari-Durazzo, problema ai motori: fermo in mare aperto per tre ore. Un problema ai motori ha causato ansia e paura ai 280 passeggeri di una nave che da Bari era partita ieri sera con destinazione Durazzo. Odissea nel Canale d'Otranto. Ci sono stati attimi di paura per tutti i passeggeri che, la scorsa notte, avevano scelto di viaggiare da Bari a Durazzo con il traghetto. La nave ‘Rigel 1’, infatti, ha avuto un problema tecnico, con conseguente black-out generale in mare aperto che ha provocato momenti di ansia e paura per i 280 passeggeri a bordo. “Il capitano ha acceso manualmente uno dei motori riportando la corrente elettrica per i passeggeri traumatizzati e in panico. Il capitano è stato costretto a rimanere per circa tre ore in mare aperto per aspettare che i motori si raffreddassero e intervenire manualmente nel sistema di controllo. Le condizioni meteo non ci hanno aiutato: il traghetto, infatti, è stato riportato indietro verso Bari da dove era partito a causa del forte vento”, ha chiarito la capitaneria di porto. Il guasto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è stato riparato verso le ore 06:00 del mattino e il traghetto è ripartito alla volta di Durazzo dove dovrebbe arrivare per le ore 16:00. Da un piccolo incidente è iniziata la brutta avventura per passeggeri della " Rigel 1", a bordo della quale viaggiavano famiglie, donne, anziani, bambini e disabili, rimasti per oltre tre ore bloccati sulla nave, «con scarsa o quasi nulla assistenza», come hanno denunciato molti di loro.

martedì 26 febbraio 2019

Allergie: il sale influisce. A rivelarlo uno studio dell'Università tecnica di Monaco

Allergie: il sale influisce. A rivelarlo uno studio dell'Università tecnica di Monaco Un piatto salato può causare allergie. A rivelare questa scoperta ricercatori dell'Università Tecnica di Monaco. Finora, tale connessione era sconosciuta, mentre si riteneva che fossero innescate solo alcune allergie come l'eczema. Tuttavia, in uno studio su colture cellulari è stato ora scoperto che il sale porta alla formazione delle cosiddette "cellule Th2". "Non sappiamo ancora se una dieta a basso contenuto di sale o di sale alto può influenzare l'insorgenza o il decorso della dermatite atopica o di altre malattie allergiche", ha affermato la professoressa Chrsitina Zielinski. Insieme al suo team - rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” - la professoressa Zielinski della TU Munich ora ha intenzione di chiarire gli studi di follow-up, che scatenano reazioni allergiche. Da Fleur de Sel, Kala Namak & Co: la selezione di sali è enorme, ed il prezzo varia significativamente.

Servizi a pagamento “abusivi” su smartphone e telefonini: continuano le segnalazioni

Servizi a pagamento “abusivi” su smartphone e telefonini: continuano le segnalazioni. Anche la Polizia Postale rilancia l’allerta su Commissariato di PS On Line. Lo “Sportello dei Diritti” ricorda: se vi ritrovate il credito telefonico ridotto o addebiti in bolletta non richiesti contattate immediatamente il vostro operatore telefonico, esigete la disattivazione dei servizi a pagamento e la restituzione del maltolto Non si ferma la piaga dei servizi a pagamento attivati abusivamente su smartphone e telefonini. Un tema che ritorna ciclicamente nelle allerte che noi dello “Sportello dei Diritti” abbiamo rilanciato per invitare all’attenzione e per fornire consigli utili per evitare di cadere nella trappola o di uscirne, se incappati. Il rimedio migliore è quello di prestare attenzione ad ogni messaggio che giunge sui nostri dispositivi, come ricorda la Polizia Postale in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale “Commissariato di PS On Line – Italia” che con lo screenshot di uno dei tipici messaggi di questi servizi ricorda: “A volte questo tipo di messaggio è conseguenza di alcuni gesti semplici, come il cliccare su un dei banner pubblicitari mentre navighiamo, su una pubblicità troppo invasiva o su una strana pagina di indirizzamento apertasi involontariamente. Il rimedio, a prescindere da quale sia il nostro operatore telefonico, è quello di contattare il call center e chiedere la disattivazione di eventuali servizi a valore aggiunto e la restituzione del maltolto.”. Insomma, se ci troviamo il credito telefonico azzerato o addebiti per servizi non richiesti, è sufficiente contattare il nostro operatore telefonico per pretenderne la disattivazione e la restituzione di quanto indebitamente percepito dalle aziende che hanno attivato i servizi abusivi. Se non otteniamo il rimborso integrale di quanto dovuto, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si dovrà procedere con un reclamo formale contenente anche una diffida nei confronti della società telefonica e, in caso di mancata risposta o risposta insoddisfacente si potrà agire nei confronti del gestore previo tentativo obbligatorio di conciliazione innanzi al Co.Re.Com competente per regione, o mediante il servizio conciliaweb dello stesso ente o ancora presso un organismo abilitato per la conciliazione in materia di servizi telefonici che ricordiamo essere: - Le Camere di Commercio; - Gli Organismi di conciliazione in materia di consumo di cui all'articolo 141 del Codice del consumo. - Gli Organismi di conciliazione paritetica costituiti, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, del Regolamento di procedura per la soluzione delle controversie, dagli operatori di comunicazioni elettroniche con le associazioni di consumatori rappresentative a livello nazionale. Ad oggi, gli organismi di conciliazione paritetica iscritti nell'apposito elenco di cui all'articolo 13 - previa presentazione di apposita istanza di inserimento e verifica di conformità e aderenza ai principi di trasparenza, equità ed efficacia di cui alla Raccomandazione 2001/310/CE - sono: Fastweb S.p.A., PosteMobile S.p.A., TeleTu S.p.A./ OpiTel, TIM S.p.A., Vodafone Italia S.p.A., Wind - Tre S.p.A..

Il grasso topo rimane incastrato in un tombino, i pompieri lo salvano

Il grasso topo rimane incastrato in un tombino, i pompieri lo salvano Che cosa cercano quattro forzuti vigili del fuoco in un tombino di Bensheim, una città in Assia, Germania? Un guasto alla rete elettrica, una perdita di acqua o di gas? Nulla di tutto questo. I pompieri del dipartimento di Bensheim, sono impegnati nel salvataggio di un topo incastrato nella fessura della caditoia del tombino. A dare l'allarme, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, alcuni cittadini che hanno visto e sentito squittire sonoramente un grasso topo che tentava disperatamente di liberarsi e di uscire dalla grata del tombino. I vigili del fuoco,tenendolo preventivamente fermo con un bastone con cappio sono facilmente riusciti a liberarlo, sollevando il tombino e "tirandolo fuori" . Il topo è sopravvissuto al salvataggio incondizionato. Una volta finalmente libero, l'animale è fuggito via in buone condizioni. Uno dei vigili del fuoco, Rhein Necker, ha filmato l'intera "missione" con una fotocamera e ha inserito la registrazione su YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=NS53TJDn2eI). Lì, il video è già stato visualizzato 90mila volte.

Vodka per Kim Jong-un: la dogana sequestra 90.000 bottiglie

Vodka per Kim Jong-un: la dogana sequestra 90.000 bottiglie. La dogana olandese ha bloccato decine di migliaia di bottiglie di vodka, apparentemente destinate al governatore della Corea del Nord Kim Jong-un. Erano nascoste in un container. Sanzioni più rigide mai applicate prima d’ora nella storia delle Nazioni Unitesi si applicano contro il paese. Una spedizione di vodka indirizzata alla Corea del Nord è stata confiscata dalla dogana nel porto di Rotterdam. Il sequestro è stato confermato oggi da un portavoce dell'autorità doganale olandese. Secondo i resoconti dei media, le bottiglie erano destinate al governatore della Corea del Nord Kim Jong-un. Il container con circa 90.000 bottiglie di vodka russa era stato nascosto sulla nave di una compagnia di navigazione cinese sotto una fusoliera. La risoluzione 2270, infatti, prevede misure più serrate nei confronti della Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord), a causa delle attività nucleari relative a missili balistici in corso nel paese e che “minacciano la sicurezza e la pace internazionale.” Pertanto, le esportazioni di molti beni di lusso nel paese comunista sono proibite. "Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto sanzioni chiare contro la Corea del Nord", ha dichiarato il ministro olandese per il Commercio Estero, Sigrid Kaag al quotidiano "Algemeen Dagblad. La nuova risoluzione richiede agli Stati membri anche di ispezionare non solo le merci sospettate di contenere articoli proibiti come avveniva in precedenza, ma anche tutte quelle provenienti da e dirette verso la Corea del Nord". La scoperta è avvenuta la scorsa settimana. Alla luce di questo sequestro, se da una parte il contrabbando del liquore a quanto pare, non è considerato illegale, anche se non si addice ai rigidi standard morali della cultura locale, nella Corea del Nord, eppure, sono vietati jeans e piercing. La Corea del Nord, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, infatti, ha vietato pochi mesi fa alla popolazione di indossare jeans e di avere piercing, una nuova misura restrittiva contro la moda dei Paesi occidentali che Pyongyang accusa di influenzare troppo la società nordcoreana e i suoi valori. I cittadini vengono controllati dalla milizia giovanile fedele a Kim Jong-un, la loro missione è “prevenire la corruzione della morale pubblica e individuare le tendenze capitaliste nell’abbigliamento, come la lunghezza delle gonne, l’altezza dei tacchi delle scarpe, il taglio dei capelli”.

Fumo in cabina, costretto al rientro l’aereo Tirana-Ancona di stamattina.

Fumo in cabina, costretto al rientro l’aereo Tirana-Ancona di stamattina. Il volo partito da Tirana alle ore 07:00 del mattino con direzione Ancona, è stato costretto a rientrare nella capitale albanese dopo il decollo a causa di problemi tecnici. Nessun ferito tra i passeggeri, solo un grosso spavento e un sospiro di sollievo per essere tornati a terra sani e salvi. Un aereo della compagnia Blue Panorama decollato da Tirana con destinazione Ancona, è stato costretto a rientrare nell’aeroporto di Rinas a causa di problemi tecnici, dopo che il pilota aveva segnalato odore di bruciato in cabina. “L’aereo è decollato normalmente, eravamo in mare, avevo appena passato Durazzo quando abbiamo visto del fumo che fuoriusciva dall’aereo. La cabina era piena di fumo. E’ stato terribile, c’erano anche dei bambini che hanno iniziato a piangere.” ha raccontato un passeggero. In quegli attimi di panico, il passeggero afferma che è stato vietato l’utilizzo dei telefoni cellulari per filmare quel che stava accadendo e che l’aereo ha effettuato alcune manovre pericolose prima di atterrare. “La cabina era piena di fumo quando ci hanno avvisati che saremmo rientrati a Rinas a causa del problema. L’aereo ha effettuato alcune manovre pericolose, avevamo paura di cadere. E’ tutta colpa dei vecchi aerei che portano in Albania, come se fossimo il terzo mondo. I piloti ci hanno salvato la vita, non so come sono stati in grado di far rientrare l’aereo in quelle condizioni”, ha continuato il passeggero. Fino ad ora, non c’è stata alcuna nota di chiarimento nè da parte dell’Aeroporto Internazionale di Rinas o dalla stessa compagnia Blue Panorama.“Ho chiesto informazioni ma mi è stato semplicemente detto che sono cose che accadono” ha concluso il passeggero. Dopo l’atterraggio, gli esperti del traffico aereo dell’autorità dell’aviazione civile hanno controllato da vicino il lavoro dei tecnici dell’aereo nel tentativo di trovare la causa di questo spiacevole evento. Da precedenti rapporti, si sospetta che a causa del lavaggio dei motori, come parte della manutenzione effettuata il giorno prima, il prodotto, con il quale è stato effettuato il lavaggio, non si era asciugato completamente e che tutto questo avrebbe causato il fumo e il cattivo odore al momento del decollo. L'allarme è scattato poco dopo il decollo e «si è posato sulla pista senza problemi», ha detto il portavoce dell'aeroscalo. A bordo vi erano tra i passeggeri anche molti italiani e quattro membri dell'equipaggio, rimasti tutti incolumi. Sono intervenuti i vigili del fuoco e il velivolo è poi stato trainato fuori dalla pista, che è rimasta chiusa per una ventina di minuti. L'incidente ha provocato ritardi nel traffico aereo. L’allarme, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è scattato a causa di “odore di bruciato” all’interno della cabina di pilotaggio. Ma si è trattato solo in un guasto tecnico e non di un incendio.

Gite scolastiche. Il viaggio di una scolaresca di Laterza (Ta) a Vienna termina con un’intossicazione generale.

Gite scolastiche. Il viaggio di una scolaresca di Laterza (Ta) a Vienna termina con un’intossicazione generale. Per 30 studenti di una scuola superiore del tarantino il rientro è stato amaro. Lo “Sportello dei Diritti”: non solo risarcimento dei danni ma anche più qualità nei viaggi organizzati di gruppo Le gite scolastiche non finiscono sempre con ricordi positivi: ne sanno qualcosa circa 30 studenti di una scuola superiore di Laterza (Ta), cui rimarranno, di certo, nella memoria i malesseri patiti mentre rientravano a casa da Vienna, in pullman. Alcuni avevano vomito, nausea e diarrea. I ragazzi, quasi tutti sedicenni, ma ci sarebbe anche qualche docente, sono stati accolti a Udine in particolare a Lignano Sabbiadoro nel quartiere turistico Efa Bella. Tre di loro sono stati portati presso l’ospedale di Latisana (Udine) con un'ambulanza dove sono stati trattati per intossicazione alimentare. L'ultimo pasto insieme risulta essere stato un pranzo a Vienna. La notizia, è apparsa anche sui media austriaci che hanno fatto sapere che la direzione sanitaria del nosocomio che ha visto il ricovero di tre dei trenta coinvolti, avrebbe sporto denuncia alla Procura di Udine per quanto accaduto che avrebbe a sua volta aperto un fascicolo al fine d’individuare i responsabili nella capitale austriaca. Al di là dello spiacevole episodio per il quale ci si augura la pronta guarigione di tutti coloro che hanno subito le conseguenze dell’intossicazione e la pronta individuazione delle cause e dei responsabili, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è la prima volta che fatti simili vengono riportati sulle cronache. Non c’è anno che nel periodo clou delle gite scolastiche che non si legga d’intossicazioni di massa per intere scolaresche perché forse s’insiste con un abbattimento dei costi di viaggio che comportano anche un troppo spesso inevitabile abbassamento del livello di qualità dei servizi e del vitto offerti. È necessario, quindi, che oltre il pacifico diritto al risarcimento dei danni subiti, si pensi anche a prevenire ricercando offerte di viaggi di gruppo che sappiano coniugare prezzi contenuti ad alloggi confortevoli e alimenti che non siano solo apparentemente commestibili o addirittura nocivi.

lunedì 25 febbraio 2019

Lavoratore di Amazon malato di Crohn licenziato perchè va troppo spesso in bagno

Lavoratore di Amazon malato di Crohn licenziato perchè va troppo spesso in bagno. Un dipendente della più grande Internet company al mondo sarebbe stato licenziato per le "pause eccessive in bagno". L’uomo, però, è affetto dal morbo di Crohn. Ora ha intenzione di denunciare l'azienda Il gigante dell'e-commerce Amazon non ha una bellissima reputazione. Dalle accuse di aver contribuito alla chiusura dei negozi indipendenti a quelle di un'evasione senza precedenti, sembra che non abbia pace. A quanto pare comunque, nemmeno chi ci lavora ha un secondo di pace. Un lavoratore malato di Crohn dipendente di un call center del Kentucky, negli Stati Uniti è stato licenziato da Amazon per le frequenti scappate in bagno. Il dipendente affetto da patologia cronica sarebbe stato allontanato dal posto di lavoro dall'azienda che ben sapeva dei suoi gravi problemi di salute. Ora l'ex dipendente. Nicolas Stover, ha citato in giudizio Amazon, per le gravi e assurde accuse di "furto di tempo" proferite dal suo supervisore. Il signor Stover, ha riferito che sin dal momento dell'assunzione Amazon ben sapeva dei suoi gravi problemi di salute. A causa della malattia, Stover afferma di essere stato costretto a usare il bagno più spesso rispetto gli altri impiegati, situazione che gli ha causato sanzioni disciplinari. Secondo la sua denuncia, la società che era già consapevole della malattia sin dal momento della sua assunzione a novembre 2016 e durante il periodo di prova e per questo, ha violato la legge americana sulla disabilità con "politiche inflessibili e disumane riguardanti l'accesso al bagno". Nella richiesta di risarcimento depositata il 15 febbraio, Stover ha avanzato un risarcimento dai 3 a 4,2 milioni di dollari di danni per i salari persi e un "significativo aggravamento dei sintomi" della malattia di Crohn. Al call center del Kentucky, i dipendenti hanno diritto ad un'ora di pausa pranzo, due pause al giorno di 15 minuti e 20 minuti. La denuncia menziona il tempo assegnato per le pause bagno che non può essere modificato dai dipendenti. Dopo sei mesi, il signor Stover ha richiesto pause al bagno non programmate, un banco più vicino al bagno e una sistemazione igienica per il trattamento endovenoso della malattia. Sono stati tutti negati. Due anni fa, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,sia il Guardian che la BBC hanno mandato i loro reporter sotto copertura a vedere come fosse davvero la vita dentro uno dei famigerati "centri di smistamento" di Amazon. Hanno riferito che non era il massimo. In buona sostanza, avrebbero rilevato livelli di stress pericolosi per la salute mentale, vesciche per le lunghe camminate, turni lunghissimi e paghe di merda. Non si sa ancora quanto siano diffuse queste politiche e se questa singola denuncia sia un outlier. Un portavoce di Amazon ha riferito che al momento la società non ha pendenze legali in sospeso.

Diritti civili: 40 anni in carcere da innocente, risarcito con 21 milioni di dollari

Diritti civili: 40 anni in carcere da innocente, risarcito con 21 milioni di dollari. Craig Coley, 71 anni, è rimasto dietro le sbarre dal 1978 per un delitto mai commesso, lo ha scagionato il test del Dna: graziato dal governatore della California. In USA pene sempre più severe e sempre più ricorso al carcere per il “Correctional Business” che favorisce e ingrassa la lobby privata del sistema penitenziario Un uomo in California è stato risarcito con 21 milioni di dollari dopo aver trascorso 40 anni in carcere per un errore giudiziario. Craig Coley, condannato per sbaglio per l'uccisione nel 1978 della sua fidanzata di 24 anni e del figlio della donna di 4 anni, è stato liberato nel 2017, dopo che le indagini hanno portato alla scoperta della sua innocenza, grazie soprattutto al test del Dna. Coley fu quindi graziato dall'allora governatore dello stato Jerry Brown. L'annuncio del maxi risarcimento è stato dato dalla città di Simi Valley, non lontano da Los Angeles. All'uomo, che oggi ha 71 anni, verranno versati subito 4,9 milioni di dollari, mentre il resto della somma proverrà da un'assicurazione e da altri fondi. Allucinante, semplicemente allucinante ma conoscendo il sistema e la sua deriva, nulla di cui stupirsi, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Gli americani lo chiamano “Correctional Business” perché anche l’amministrazione della pena è ormai diventata un affare. Il boom, del business carcerario in USA, è un fenomeno relativamente recente. Nel corso degli ultimi vent’anni, sono state costruite più di mille nuove prigioni e negli ultimi trent’anni, il numero dei detenuti e più che raddoppiato. Lo sviluppo delle privatizzazioni ha favorito la nascita di una grande e articolata “industria delle carceri”. La potente lobby, esercita forti pressioni su politici e magistrati, per impedire che nuove procedure e norme sulla libertà provvisoria, o nuovi finanziamenti alle prigioni pubbliche, interferiscano con i suoi interessi, incoraggiando, di fatto, l’incremento delle carcerazioni. Appaltatori, fornitori delle forze dell’ordine e sindacato delle guardie carcerarie, hanno fatto approvare una legge che inasprisce i tempi di detenzione: le celle non rimangono mai vuote. Il giro d’affari che prospera intorno al business carcerario vale miliardi di dollari l’anno. Più di cento imprese specializzate operano esclusivamente nel campo dell’edilizia penitenziaria, ma l’indotto comprende, oltre ai costruttori di “prigioni Chiavi in mano”, anche fornitori di servizi per la gestione penitenziaria, produttori di bracciali elettronici, di armi speciali, di sistemi di controllo. Nell’industria del carcere il settore delle nuove tecnologie è quello che cresce più velocemente, per le alte tecnologie impiegate all’interno degli istituti di pena: la schedatura elettronica interessa ormai un terzo della popolazione maschile. D’altronde l’”industria delle sbarre” svolge paradossalmente anche un ruolo calmierante nei confronti dei tassi di disoccupazione, sottraendo al mercato del lavoro migliaia di persone, ma crea occupazione nel campo dei beni e dei servizi carcerari. È stato calcolato che negli ultimi dieci anni le carceri americane hanno contribuito a ridurre, di due punti, il tasso di disoccupazione “assorbendo le eccedenze”. Cifre da capogiro, insomma, che non giustificano in alcun un modo un sistema che non appare assolutamente in linea con la funzione rieducatrice della pena e con la necessità dello Stato di Diritto di favorire la riabilitazione del condannato e il suo reingresso nella società. Il pericolo che anche in Italia possa essere replicato un sistema analogo è del tutto reale se si pensa che il leghista Pagliarini ha già proposto di affidare ai privati la gestione delle carceri. Un progetto che ovviamente, da Stato civile dovrebbe essere prontamente messo nel cassetto per evitare che si possa prendere la stessa piega di quello americano.

domenica 24 febbraio 2019

Mesocco (CH), due italiani feriti gravemente un incidente in motoslitta

Mesocco (CH), due italiani feriti gravemente un incidente in motoslitta. Ancora un fine settimana con vittime e feriti tra i turisti italiani all'estero L'ennesimo incidente all'estero che coinvolge questa volta una motoslitta con feriti tra i turisti italiani. Secondo quanto comunicato dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI), due cittadini italiani stavano viaggiando con la motoslitta quando sono precipitati per diverse centinaia di metri in un burrone a oltre 2'000 metri di quota in zona Alp de Barna. Uno dei due sarebbe in gravi condizioni. Il grave infortunio è stato confermato dalla polizia cantonale grigionese, che non ha però fornito ulteriori informazioni sulle persone coinvolte. Il campo base per i soccorritori è stato allestito a Mesocco e sono impegnati nella ricerca anche diversi elicotteri. Alla luce di questi gravi incidenti che vedono coinvolti i nostri connazionali all'estero, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, suggerisce caldamente a tutti coloro che sono in procinto di recarsi temporaneamente all’estero, nel loro stesso interesse, di munirsi della Tessera europea assicurazione malattia (TEAM), per viaggi in Paesi dell’UE, o, per viaggi extra UE, di un’assicurazione sanitaria con un adeguato massimale, tale da coprire non solo le spese di cure mediche e terapie effettuate presso strutture ospedaliere e sanitarie locali, ma anche l’eventuale trasferimento aereo in un altro Paese o il rimpatrio del malato, nei casi più gravi anche per mezzo di aero-ambulanza. E’ infatti noto che in numerosi Paesi gli standard medico-sanitari locali sono diversi da quelli europei, e che spesso le strutture private presentano costi molto elevati per ogni tipo di assistenza, cura o prestazione erogata. Occorre ricordare che le Rappresentanze diplomatico-consolari, pur fornendo l’assistenza necessaria, non possono sostenere nè garantire pagamenti diretti di carattere privato; soltanto nei casi più gravi ed urgenti, esse possono concedere ai connazionali non residenti nella circoscrizione consolare e che versino in situazione di indigenza dei prestiti con promessa di restituzione, che dovranno essere, comunque, rimborsati allo Stato dopo il rientro in Italia.

Bangladesh, ucciso in un blitz il dirottatore del volo Dacca-Dubai della della Biman Bangladesh AIrlines

Bangladesh, ucciso in un blitz il dirottatore del volo Dacca-Dubai della della Biman Bangladesh AIrlines. Rimasto ferito, l'uomo è morto poco dopo essersi arreso. Passeggeri tutti in salvo. Il dirottatore, probabilmente, aveva problemi psicologici Un uomo di 25 anni che aveva tentato di dirottare il volo BG147 Dacca-Dubai della Biman Bangladesh AIrlines, atterrato in emergenza a Chittagong sempre in Bangladesh, è stato ucciso in un blitz delle forze speciali del Bangladesh che avevano circondato l'aereo. Rimasto ferito, è morto poco dopo essersi arreso. Lo fanno sapere fonti delle forze di sicurezza locali. Tutti i 148 fra passeggeri ed equipaggio sono stati sfollati e sono in salvo. Il dirottatore, con problemi mentali, aveva una pistola. Il personale di sicurezza dell'aeroporto di Chittagong, in Bangladesh, aveva fatto sfollare i passeggeri, dopo l'atterraggio di emergenza, ma l'uomo, armato, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non era stato immediatamente messo in condizione di non nuocere. Sull'aereo con lui rimanevano due membri dell'equipaggio. La Biman Bangladesh Airlines è la compagnia aerea di bandiera del Bangladesh, opera con voli nazionali e internazionali; l'hub è a Dacca, mentre le basi sono situate a Chittagong e a Sylhet

Lecce, paura in centro: anziana inciampa su asfalto dissestato e cade.

Lecce, paura in centro: anziana inciampa su asfalto dissestato e cade. Si sono vissuti momenti di preoccupazione questa mattina in via XX Settembre dove una signora di circa 77 anni è caduta a terra dopo essere inciampata a causa dell'asfalto dissestato Si sono vissuti momenti di preoccupazione questa mattina in via XX Settembre a Lecce dove una signora di circa 77 anni è caduta sul manto stradale dopo essere inciampata a causa dell'asfalto sconnesso. La donna avrebbe battuto il volto sull’asfalto ed è stata subito soccorsa da alcuni passanti e poi è stato richiesto l’intervento di un’ambulanza del 118. Per lei e per chi ha assistito alla scena si è trattato di tanta paura, poichè avrebbe riportato oltre contusioni al volto, diverse ferite e fratture e accompagnata in autoambulanza in Ospedale. Sul luogo della caduta, seppur chiamati, non si sono recati gli agenti della polizia municipale per eseguire gli accertamenti del caso tesi a fare il punto in cui è caduta la signora e chiarezza sulle circostanze dell’incidente. Tanto che, gli effetti personali della malcapitata, sono stati recapitati presso l'abitazione da alcune persone presenti. Al momento probabilmente è stato accertato che a provocare la perdita di equilibrio dell’anziana donna sono state le insidie che nasconde, ma nemmeno tanto, il manto stradale che presenta una pavimentazione irregolare. Inoltre sino a poco tempo fa, è stato un cantiere. La donna sarebbe inciampata in un dislivello del manto stradale nel punto in cui è stato coperto recentemente da asfalto dopo una cantierizzazione per l'ammodernamento della rete idrica. Secondo quanto sostengono i residenti, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il manto stradale asfaltato solo nel punto dove è avvenuto lo scavo, rappresenta una continua trappola per i pedoni, specie i più anziani, che attraversano la carreggiata. Oltremodo i commercianti e gli espositori presenti del mercato mensile dell'antiquariato si sono lamentati che un'iniziativa del genere, non può essere predisposta ad area mercatale senza preventivi accertamenti tecnici di idoneità al transito pedonale.Appare assurdo che lavori appena apparentemente ultimati vengano consegnati in uno stato palesemente inadeguato ad un centro urbano che si rispetti. Ci auguriamo che nelle condizioni contrattuali dell'asfalto sia stato previsto il rifacimento completo del tappetino di bitume su tutta la carreggiata, perchè troppe volte a Lecce, si è assistito a cantieri pubblici rivelatisi incompiuti, che hanno lasciato, addirittura, opere pericolose per la circolazione stradale e pedonale.

Azienda di Chiasso cerca personale: "Solo frontalieri". I candidati devono risiedere nella vicina Italia

Azienda di Chiasso cerca personale: "Solo frontalieri". I candidati devono risiedere nella vicina Italia Sta facendo discutere sul web l'ennesimo annuncio di lavoro di una ditta, questa volta di Chiasso. L'azienda, attiva nel settore del tempo libero, viaggi e turismo, cerca un assistente designer. Tra i requisiti, la conoscenza dell'inglese e, ultimo ma non ultimo, l'essere "preferibilmente frontalieri". Come avete già capito, tra i "requisiti essenziali per poter essere chiamati a colloquio" vi è, anche quello del "domicilio in una delle seguenti province: Sondrio, Como, Varese, Lecco."Un punto che, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ovviamente ha scatenato l'ira degli utenti social, che in queste ore stanno commentando con toni critici l'annuncio.

Usa: aereo cargo di Amazon precipita nella baia di Houston

Usa: aereo cargo di Amazon precipita nella baia di Houston Un Boeing 767-300F cargo di Amazon Prime Air, la compagnia del colosso dell'e-commerce Amazon, è precipitato nelle acque della Trinity Bay, di fronte a Houston, in Texas, mentre stava per atterrare al George Bush Intercontinental Airport. I servizi di emergenza ha raccontato che sul luogo della sciagura si può vedere che “i rottami sono di piccole dimensioni". A bordo del volo GTI3591, ci sarebbero state tre persone, tra piloti e membri dell'equipaggio. Sul cargo erano trasportate 5,7 tonnellate di merci, oggetti come televisori, giocattoli, cosmetici e quant'altro, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che le forti correnti hanno spinto verso un largo tratto di costa paludosa. Sconosciute le cause dell'incidente.

sabato 23 febbraio 2019

Telecamere sugli aerei violano le regole della privacy.

Telecamere sugli aerei violano le regole della privacy. Alcuni velivoli di linea hanno videocamere sugli schermi posteriori dei sedili. I più recenti sistemi di intrattenimento per sedili posteriori su alcuni aeroplani operati da American Airlines e Singapore Airlines dispongono di questi dispositivi Ora c'è un altro posto in cui le telecamere potrebbero iniziare a guardarti: a 10.000 metri di quota. I sistemi di intrattenimento con schienale più recenti su alcuni aeroplani operati da American Airlines e Singapore Airlines dispongono di telecamere, ed è probabile che ce ne siano anche su aerei utilizzati da altri vettori. American e Singapore affermano di non aver mai attivato le telecamere e non hanno intenzione di usarle. Tuttavia, le aziende che producono i sistemi di intrattenimento stanno installando telecamere per offrire opzioni future come la videoconferenza da sedile a sedile, secondo quanto rivelato da un portavoce di American Airlines. Un passeggero su un volo di Singapore ha pubblicato una foto dello schermo del sedile posteriore questa settimana, e il tweet è stato condiviso diverse centinaia di volte. Buzzfeed per primo ha riferito che videocamere sono presenti anche su aerei americani. Insomma, non c'è luogo del globo, che sia la terra, il mare e adesso anche l'aria, dove la nostra privacy non sia a repentaglio, sottolinea Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che invita tutte le compagnie aeree che intendono adottare o che hanno già installato simili dispositivi a tutelare il diritto alla riservatezza dei passeggeri adottando tutte le più opportune cautele individuate anche dalla normativa vigente.

Nuove Email Truffa - "Notifica in merito a debito" - Agenzia Entrate

Nuove Email Truffa - "Notifica in merito a debito" - Agenzia Entrate. Polizia Postale e Agenzia delle Entrate invitano all’attenzione. Lo “Sportello dei Diritti”: non aprite l'allegato. Il rischio: accesso abusivo ai vostri dispositivi, sottrazione di dati e di denaro dai vostri conti Truffe online a gogo viaggiano sulle nostre email. L'ultimo allarme arriva dall'Agenzia delle Entrate, con l'allerta rilanciata anche sulla pagina Facebook della Polizia Postale “Commissariato di PS On Line – Italia” e sul sito istituzionale di quest'ultima che lo “Sportello dei Diritti” ritiene utile segnalare per informare tutti coloro che possiedono dispositivi perchè tutti potenzialmente nel mirino dei criminali informatici. A tale scopo, pubblichiamo integralmente il comunicato dell'ente per comprendere i rischi che possiamo correre: «L’Agenzia informa che in questi giorni stanno circolando delle email con oggetto del tipo “Notifica in merito a debito. Atto N. xxxxxxxxx” provenienti da un mittente denominato “Servizi finanziari”. I messaggi avvertono gli utenti di un presunto debito e invitano a consultare una lettera allegata, recando in calce i riferimenti telefonici reali di uffici dell’Agenzia delle Entrate. Il documento allegato ai messaggi è in realtà un virus informatico che può infettare i computer degli utenti. L’Agenzia, totalmente estranea all’invio di queste false comunicazioni, invita i cittadini a cestinare immediatamente queste email e, in ogni caso, a non aprire file allegati o cliccare su eventuali collegamenti web sospetti.». Insomma, un modo subdolo per approfittare di una nostra disattenzione e del timore che il Fisco ingenera nei contribuenti per accedere abusivamente nei nostri dispositivi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ecco perché è utile seguire alcuni semplici consigli riportati anche sul sito istituzionale della forza di polizia specializzata nella lotta al crimine informatico: - non aprire alcun allegato e non cliccare su eventuale link contenuto nel testo della mail; - installare e tenere sempre aggiornato il proprio sistema Antivirus; - modificare periodicamente le password dei servizi on line. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

venerdì 22 febbraio 2019

Con la sigaretta elettronica in vacanza, arrestata una cittadina francese.

Con la sigaretta elettronica in vacanza, arrestata una cittadina francese. Estremamente difficile farla uscire dal carcere. La Thailandia è una delle nazioni che più combatte il vizio del fumo. Una legge vieta dal 2014 l'uso di tali dispositivi Ciò che doveva essere finalmente una vacanza da sogno si è trasformata in un incubo. La 31enne Cecilia Cornu, che pensava di trascorrere una bella vacanza con i suoi genitori, suo fratello e il suo fidanzato, non avrebbe immaginato di trascorrere 4 giorni e tre notti nelle prigioni thailandesi per una semplice sigaretta elettronica. Ciò che la giovane donna non sapeva e verrà a sapere più tardi è che le sigarette elettroniche sono state bandite dal 2014 in questo paese. La donna sarebbe stata accusata di avere fumato in pubblico e di importazione di sigarette elettroniche. È stata arrestata, portata via e rinchiusa in carcere, completamente isolata con l’esterno, senza la possibilità di avere contatti con qualcuno e in condizioni degradanti e umilianti, passando le prime 7 ore senza bere, senza andare in bagno, mentre l’ambasciata e i parenti e gli amici della persona si attivavano per farla uscire di prigione. L'incidente è avvenuto il 30 gennaio mentre era su un motorino a Karon, una località balneare sulla costa occidentale di Phuket, quando la giovane donna è stata fermata da quattro agenti di polizia. Trasferita a Bangkok è stata portata in prigione. Nel frattempo la cittadina francese sarebbe stata rilasciata su cauzione il 7 febbraio. Ora è in attesa dell'udienza. Se verrà condannata, potrebbe dovere scontare fino a cinque anni di carcere. Thailandia è una delle nazioni che più combatte il vizio del fumo. È vietato fumare nei luoghi pubblici chiusi, ma anche in mercati e parchi, così come alle fermate dei mezzi pubblici. Per strada è (teoricamente) possibile fumare, ma non gettare il mozzicone sull’asfalto. Con una legge ratificata nel mese di febbraio 2014 il Ministero del Commercio della Thailandia ha vietato l’uso della sigaretta elettronica, come pure la sua introduzione nel Paese. Se avete intenzione di visitare la Thailandia, raccomanda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, lasciate le vostre sigarette elettroniche a casa. Non è uno scherzo. Che questa faccenda serva da esempio. Non importa quello che leggerete in rete, non rischiate.

Trek Bicycle Limited richiama alcune biciclette del 2016

Trek Bicycle Limited richiama alcune biciclette del 2016. Rischio di caduta causato dall'eventuale rottura della cinghia di trasmissione Continental. Alcune biciclette Trek e Diamant sono equipaggiate con cinghie di trasmissione Continental che «a causa dello sforzo continuato nel tempo e di un attrito eccessivo» possono lacerarsi durante la corsa «con conseguente rischio di perdita del controllo e di infortunio». Per questa ragione la società Trek Bicycle Limited (UK) le ritira dal mercato, indicano in una nota odierna l'Ufficio federale del consumo (UFDC) e l'Ufficio prevenzione infortuni. Il richiamo concerne solo alcuni modelli della gamma 2016. Si tratta del Trek Dublin Three, Trek Dublin Three Stagger, Trek Dublin Five, Dublin Five Stagger, nonché Diamant 247H e Diamant 247G. Nell’ottica d’informazione quotidiana ai consumatori in materia di allerte, lo “Sportello dei Diritti” nella persona del presidente Giovanni D'Agata, ricorda che la procedura di richiamo riguarda solo le biciclette in questione. I rivenditori di Trek sostituiranno gratuitamente il sistema difettoso. Ai clienti, che sono pregati di non fare più uso delle biciclette menzionate, verrà pure offerto un buono, valido fino al 31 dicembre, per l'acquisto di qualsiasi prodotto Trek o Bontrager.

Spagna, l'orrore del figlio cannibale

Spagna, l'orrore del figlio cannibale. Matricida taglia a pezzettini la madre e ne mangia una parte, dandola anche in pasto al suo cane. Una scena "dantesca" sconvolge la città spagnola di Madrid. Detenuto, di 26 anni e con precedenti per maltrattamenti al suo progenitore, è stato arrestato nella casa in cui scontava la pena Questo caso sciocca persino gli investigatori esperti anche se i segni del disagio e dell’instabilità mentale c’erano, ma non sono stati colti in tempo. In Spagna un figlio, ha ucciso la madre con un grosso coltello, forse un'ascia, per poi tagliarla in piccolissimi pezzi e mangiarla in parte insieme al suo cane: l'orribile matricidio, macchiato di cannibalismo, è avvenuto giovedì nella città spagnola di Madrid, nella casa di famiglia situata al numero 50 di Francisco Navacerrada Street (area vendite, nel quartiere di Madrid a Salamanca). L'uomo, con numerosi precedenti penali, principalmente a causa dei maltrattamenti nei confronti della madre, è un 26enne con seri problemi psichici, ha riferito la polizia. A fare scoprire il macabro matricidio, un amico della vittima che ha denunciato alla polizia del distretto di Salamanca di non vedere la donna 66enne da circa un mese. Secondo fonti della polizia, quando gli agenti sono entrati in casa hanno trovato una parte del corpo della donna oltre il figlio con un cane e diversi contenitori di plastica in cui aveva inserito i resti mancanti del corpo di sua madre, dopo averlo smembrato. Nell’attesa che i rilievi scientifici forniscano le indicazioni del caso, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, colpisce tuttavia il fatto che non è la prima volta in assoluto che un caso tanto raccapricciante assurge all' onore delle cronache con la stessa cruenta dinamica. All'inizio di febbraio, infatti, un altro uomo è stato arrestato nel comune spagnolo di Alcalá de Henares, situato nella comunità autonoma di Madrid, come presunto autore della morte di una ragazza di 22 anni, anch'essa "macellata" dopo essere stata pugnalata alle spalle. Il corpo è stato trovato in un congelatore.

giovedì 21 febbraio 2019

Nuova truffa online del finto “Centro Assistenza”. La Polizia Postale invita all’attenzione

Nuova truffa online del finto “Centro Assistenza”. La Polizia Postale invita all’attenzione. Lo “Sportello dei Diritti”: non contattate il numero telefonico indicato perché è un modo per installare nel dispositivo un software malevolo che consente di controllarlo abusivamente da remoto Arriva una nuova allerta sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” della Polizia Postale che lo “Sportello dei Diritti” ritiene utile rilanciare per informare la platea di tutti coloro che possiedono dispositivi connessi in rete, perché potenzialmente si è tutti nel mirino dei criminali telematici. Ed il post della Polizia Postale e lo screenshot contenente l’immagine che potrebbe apparire sul nostro pc sono eloquenti per i rischi che corriamo: «Può capitare in questi giorni che, navigando sul web, giungano degli avvisi, grazie a dei popup automatici, che segnalano la presenza di virus all’interno del proprio dispositivo (PC). Nulla di questo è vero. Il messaggio, specificatamente, consiglia all’utente di contattare telefonicamente un “centro assistenza”, attraverso il quale si può accedere ad un servizio a pagamento finalizzato alla “pulizia” e manutenzione del PC. Una volta contattato il “centro assistenza” , fantomatici ingegneri informatici, attraverso delle indicazioni ben precise, “aiutano” l’ignaro malcapitato ad installare un software malevolo che consente, da remoto, di poter accedere a tutte le informazioni presenti sul computer stesso». Ancora una volta hacker e truffatori della rete cercano di approfittare della nostra ingenuità e delle nostre disattenzioni per accedere abusivamente ai nostri dispositivi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ecco perché è utile seguire alcuni semplici consigli riportati anche sul sito istituzionale della forza di polizia specializzata nella lotta al crimine informatico: - Diffidate del numero telefonico riportato nel messaggio, anche se si presenta come un numero di telefonia urbana allocato in Italia; - Non installate alcun software “consigliato” dal centro assistenza; - Installate un antivirus aggiornato ed effettuate una scansione del dispositivo; - Cancellate la cronologia di navigazione; - Non fornite numeri di carte di credito, indirizzi email e altri dati personali; - Non pagate alcuna somma di denaro. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Svizzera: incidenti sul lavoro, operaio italiano di 52 anni muore stritolato in una pressa per rifiuti

Svizzera: incidenti sul lavoro, operaio italiano di 52 anni muore stritolato in una pressa per rifiuti. La Polizia cantonale comunica che la vittima dell'infortunio sul lavoro avvenuto oggi presso un'azienda in via Alla Rossa a Rancate è un 52enne cittadino italiano residente in provincia di Varese. Non ce l'ha fatta l'operaio 52enne italiano vittima di un grave infortunio sul lavoro verificatosi oggi, poco prima delle 13, in un centro di riciclaggio in via Alla Rossa a Rancate. A darne notizia è la Polizia cantonale attraverso un comunicato in cui comunica che "l'operaio stava lavorando ad una pressa per rifiuti quando, per cause che l'inchiesta dovrà stabilire, è caduto all'interno della stessa, rimanendo poi schiacciato". Sul posto sono intervenuti agenti della Polizia cantonale, della Polizia comunale di Mendrisio, i pompieri di Mendrisio e i soccorritori del Sam che non hanno potuto far altro che constatare la morte dell'operaio a causa delle gravi ferite riportate. Per prestare sostegno psicologico è stato richiesto anche l'intervento del Care Team. La vittima dell'infortunio sul lavoro avvenuto oggi a Rancate è un 52enne cittadino italiano residente in provincia di Varese. Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” rileva che un altro nostro connazionale, costretto ad emigrare per trovare fortuna, invece ha trovato la propria fine.

Antitrust, multe milionarie per Ryanair e Wizz Air

Antitrust, multe milionarie per Ryanair e Wizz Air. Nel mirino dell'autorità italiana le nuove regole delle due compagnie sul bagaglio a mano. Il bagaglio a mano costituisce un elemento essenziale del servizio di trasporto aereo e il suo trasporto deve essere permesso senza sostenere alcun costo aggiuntivo Multe per Ryanair e Wizzair dall'Antitrust rispettivamente, di 3 milioni e 1 milione di euro, dopo avere accertato che le modifiche apportate alle regole di trasporto del bagaglio a mano grande, il trolley, costituiscono «una pratica commerciale scorretta in quanto ingannano il consumatore sull'effettivo prezzo del biglietto, non includendo più nella tariffa base un elemento essenziale del contratto di trasporto aereo quale è il bagaglio a mano grande». Come emerso dalle istruttorie svolte, le due imprese consentono ai passeggeri di trasportare una sola borsa piccola, da posizionare sotto il sedile, e non il trolley, - con una significativa riduzione dello spazio a disposizione (rispettivamente -65% e -52%) - ed utilizzano per il nuovo servizio a pagamento proprio lo spazio dedicato negli aeromobili al trasporto del bagaglio a mano grande, le cappelliere. Dall'istruttoria è emerso che corrisponde alle abitudini di consumo della quasi totalità dei passeggeri viaggiare con un bagaglio a mano grande al seguito. Inoltre, afferma l'antitrust, «il bagaglio a mano costituisce un elemento essenziale del servizio di trasporto aereo e il suo trasporto deve essere permesso senza sostenere alcun costo aggiuntivo. Infatti, anche sulla base della normativa europea in tema di trasporto aereo, i supplementi prevedibili ed inevitabili devono essere ricompresi nel prezzo del servizio base presentato sin dal primo contatto e, quindi, non possono essere separati da questo con la richiesta di somme ulteriori».Pertanto, con la richiesta di un supplemento variabile tra i 5 ed i 25 euro per il bagaglio a mano grande (a seconda delle diverse modalità di acquisto in fase di prenotazione, al check in ovvero al gate), «le due imprese - afferma l'Antitrust - hanno proceduto ad un aumento del prezzo del biglietto in modo non trasparente, scorporando dalla tariffa un servizio essenziale, prevedibile e inevitabile per la quasi totalità dei passeggeri».Da ciò l'inganno per i consumatori, in quanto il prezzo da pagare alla fine del processo di prenotazione sarà quasi sempre superiore alla tariffa che viene presentata all'inizio del processo, quando avviene l'aggancio, nonché l'alterazione del processo di comparazione con i prezzi degli altri vettori che invece includono il bagaglio a mano. Le compagnie dovranno comunicare all'Autorità entro 60 giorni le misure adottate in ottemperanza a quanto deciso. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, poco più che un solletico per due aziende come Ryanair e Wizzair che hanno un fatturato di miliardi di euro. Per far valere pienamente i diritti dei consumatori e ottenere una funzione deterrente le sanzioni dell’Antitrust devono essere ben più pesanti e portate anche sotto il profilo della verifica di eventuali reati in capo alle stesse società. Infatti i numerosi provvedimenti adottati dimostrano come le pratiche scorrette siano sempre più numerose e non accennino a cessare. Ad ogni modo, noi dello “Sportello dei Diritti”, continueremo a difendere i consumatori e le aziende che subiscono analoghe prassi e che sinora non sono state in grado di trovare adeguata protezione nelle aule giudiziarie.

Bimbo in classe alle elementari con la pistola vera per mostrarla ai compagni.

Bimbo in classe alle elementari con la pistola vera per mostrarla ai compagni. Un bambino di quinta dell'Istituto Elvetico di Lugano ha portato a lezione un'arma vera Invece dei libri un bambino di 10 anni che frequenta la quinta elementare ha portato in classe una pistola seminautomatica. Vera, non un giocattolo di carnevale. È successo lunedì all'Istituto Elvetico di Lugano. L'arma, era scarica, ma il piccolo aveva con sé anche delle munizioni, che però erano di un calibro diverso e quindi non compatibili. La scoperta è stata fatta perché uno dei compagni di classe, martedì mattina, aveva tra le mani un proiettile e ha dovuto giustificarne la provenienza, permettendo di ricostruire tutta la vicenda. La magistratura dei minorenni, che ha aperto un'inchiesta, dovrà stabilire se si sia trattato solo di una bravata per sentirsi grande davanti ai compagni o un episodio di bullismo. "Nessuno è mai stato in pericolo", ha detto il direttore dell'istituto da noi raggiunto al telefono, che giudica comunque il fatto con la dovuta serietà. Lo studente, è stato consegnato ai genitori e per domani sera è stato convocato il consiglio scolastico. Anche la polizia conferma l'arrivo di una segnalazione e l'avvio di una procedura di verifica dei fatti. Come negli incubi più frequenti, l'episodio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha subito richiamato alla memoria i precedenti di sangue nelle scuole americane. Delitti assurdi contro i quali la società statunitense si sente impotente a causa del consenso attorno al possesso d'armi.

Sostanze tossiche nella Bambola Vogue Girl.

Sostanze tossiche nella Bambola Vogue Girl. Il Ministero della Salute la ritira dal mercato per rischio chimico. In pericolo la salute dei bambini che viene dai giochi contraffatti e non certificati, nei quali sono presenti grandi quantità di ftalati, un tipo di sostanze tossiche che possono avere effetti devastanti nei bimbi. A lanciare l’allarme il nostro Ministero della Salute, in ambito europeo, che ha ritirato dal commercio la Bambola Vogue Girl prodotta in Cina che è stata ritirata dal mercato per la presenza oltre il limite consentito di ftalati che possono causare danni al sistema riproduttivo. Il dicastero in un documento pubblicato ora sul sito ufficiale ha comunicato che il lotto è identificabile con il numero 1702141711, codice a barre 8033765728607, modello 738. La bambola è venduta in scatola di cartone. Gli articoli interessati sono stati sottoposti a divieto di commercializzazione, ritiro e richiamo. Le analisi effettuate hanno evidenziato un rischio chimico: possibili danni al sistema riproduttivo causati dalla presenza di ftalati. Le analisi realizzate dal Laboratorio UOOML di Desio e da quelle effettuate in seguito dall’ISS hanno riscontrato la non conformità ai requisiti del decreto legislativo 11 aprile 2011 n 54 (recepimento Direttiva sicurezza giocattoli) relativamente al limite di Dibutil ftalato (DBP) e del di (2-etil) ftalato (DEHP). Questo ftalato può nuocere alla salute dei bambini, causando possibili danni al sistema riproduttivo. Gli ftalati sono sostanze tossiche per organi riproduttivi, soggette a restrizione europea. Il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1%, né nei giocattoli né negli articoli destinati all’infanzia. Il motivo della restrizione è dovuto al pericolo di esposizione che può derivare dal masticare o succhiare per lunghi periodi di tempo oggetti che contengono ftalati, distruttori del sistema endocrino umano». La presenza di ftalati nei giocattoli e il conseguente ritiro dal commercio in vari Paesi europei viene segnalato sistematicamente nel sistema RAPEX a partire dal 2005. Secondo gli ultimi rapporti del ministero della Sanità si tratta prevalentemente di articoli di origine cinese. Dal 2008 una media di più di 110 notifiche l’anno riguarda questa categoria di prodotti pericolosi, per la presenza degli ftalati oltre al limite consentito. Nel 2015 hanno rappresentato il 37% delle notifiche totali relative ai giocattoli. invita immediatamente le autorità competenti ad attivare una azione di controllo del mercato, per il tipo di rischio cui è esposto il consumatore. Infatti, in Italia che ha delle norme rigidissime in merito, è vietata la commercializzazione e l’importazione di prodotti che contengano alti contenuti di ftalati. Il giocattolo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, oltre a rappresentare un rischio chimico dannoso per la salute umana, inoltre non è conforme al regolamento REACH che prevede il divieto in Europa di circolazione di sostanze non registrate e prive di documentazione sui relativi rischi per salute e ambiente e sulle relative misure di prevenzione necessarie per evitarli. Inoltre per il fabbricante e l'importatore che immettono sul mercato giocattoli con ftalati superiori allo 0,1%, ai sensi dell’art. 16 del Decreto legislativo 14 settembre 2009 n. 133, è prevista una sanzione penale con l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda da 40 mila a 150 mila euro. Questo comunicato riporta i dati inseriti direttamente nel sistema GRAS RAPEX della UE.

mercoledì 20 febbraio 2019

Epidemia tra i giovani della sigaretta elettronica.

Epidemia tra i giovani della sigaretta elettronica. Allarme degli esperti:"Preoccupante alternativa più attraente al tabacco tra gli adolescenti". Aumento di popolarità di questo prodotto tra i giovanissimi. Un appello delle autorità americane chiede norme più rigorose Nell’ultimo decennio le sigarette elettroniche sono diventate l’alternativa più attraente al tabacco. Ora le autorità americane sollecitano norme più rigide sull’uso di questi gadget. L’allarme è dato dall’aumento della popolarità delle cosiddette e-cigarette tra i teenagers: circa 4.9 milioni di giovanissimi hanno fumato questi accessori nel 2018, secondo i calcoli dei centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) degli USA: un incremento pari a 1.3 milioni di adolescenti nel giro di appena un anno. «I bambini non dovrebbero consumare tabacco, né prodotti contenenti nicotina, e ci impegneremo a combattere questa epidemia», ha dichiarato Scott Gottlieb, della Food and Drug Administration (FDA). «Continueremo ad avviare una serie di atti normativi con il fine di risolvere il problema, causa di questo aumento, dalla radice, assicurandoci in particolare che la vendita di questi prodotti avvenga in modo meno accessibile e desiderabile per i teenagers».Brand come Juul, attualmente il più trendy negli USA, ha guadagnato popolarità creando design alla moda e aggiungendo una varietà di sapori ai filtri a base di nicotina. Anche altri marchi hanno iniziato ad investire in questo genere di prodotti, come Altria (ex Philip Morris), che nel 2018 ha acquisito il 35% delle quote di Juul. «Il numero dei giovanissimi che fumano sigarette elettroniche è salito alle stelle durante il corso dell’ultimo anno, e la minaccia è quella di annullare i progressi fatti verso la riduzione del consumo di tabacco tra i giovani», ha aggiunto dottor Robert Redfield, direttore della CDC. Una nuova generazione, dunque, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, corre il rischio di sviluppare una dipendenza alla nicotina.

Attenzione al Bircher Müsli per bambini Alnatura. Migros segnala che può contenere pezzetti di picciolo di mela

Attenzione al Bircher Müsli per bambini Alnatura. Migros segnala che può contenere pezzetti di picciolo di mela Il Bircher Müsli per bambini Alnatura può contenere pezzetti di picciolo di mela. Lo ha comunicato oggi Migros che invita quindi i clienti a non far consumare più questo prodotto ai loro figli. Il prodotto - numero d'articolo 5210.076.00000, da consumare preferibilmente entro il 2.11.2019, il cui prezzo di vendita è di 2.90 franchi e il cui peso è di 250 g - è stato venduto in tutta la Svizzera attraverso filiali Migros, filiali Alnatura e LeShop, precisa la nota. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai numerosi frontalieri italiani e a tutti i clienti di non consumare più il prodotto in questione che possono riportare alla loro filiale Migros o a una filiale Alnatura che provvederà a rimborsare loro il prezzo di vendita.

Profumi per ambiente alla cannabis light fuorilegge. Lo ha stabilito la Cassazione.

Profumi per ambiente alla cannabis light fuorilegge. Lo ha stabilito la Cassazione. Le confezioni presentate come «prodotto tecnico da collezione e ornamento» non rientrano nelle ipotesi tassative indicate dalla legge 242/06: da verificare la quantità di thc contenuta nei campioni. Nel frattempo è esploso un business enorme anche se costano parecchio. La notizia è di questi minuti: "È legittimo il sequestro probatorio effettuato sui profumi per ambiente alla cannabis light". E ciò perché la merce che la polizia ha portato via dal grow shop è presentata come «prodotto tecnico da collezione e ornamento» e non rientra in alcuna delle ipotesi tassativamente indicate dalla legge 242/06 sulla coltivazione e commercializzazione della canapa. Saranno dunque effettuate le analisi chimico-tossicologiche per accertare la quantità di principio attivo contenuto nei campioni prelevati dagli agenti. È quanto emerge dalla sentenza 7649/19, pubblicata il 20 febbraio dalla terza sezione penale della Cassazione. Diventa definitiva la convalida del sequestro disposto dal pubblico ministero che ipotizza il reato di detenzione di stupefacenti ex articolo 73, comma quarto, del testo unico. Sono tre i requisiti affinché sia lecita la coltivazione di cannabis: la varietà deve essere una di quelle ammesse, iscritte nel catalogo europeo; la percentuale di thc inferiore o pari allo 0,2; la coltivazione finalizzata a realizzare uno dei prodotti espressamente indicati dall’articolo 2, secondo comma, della legge 242/16. Gli usi consentiti sono vari: dagli alimenti ai cosmetici, dal florovivaismo ai materiali per la bioedilizia fino ai prodotti per la bonifica di siti inquinati. Ma i profumi per ambienti non sono contemplati, secondo la sentenza, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. D’altronde in sede di riesame del sequestro probatorio il Tribunale deve solo valutare il fumus commissi delicti rispetto al reato ipotizzato per verificare se servono ulteriori indagini che non possono essere effettuate senza togliere il bene staggito all’indagato. Tutto questo anche se il 2 dicembre del 2016 l’Italia decide di regolamentare la coltivazione e la lavorazione della canapa. Viene varata una legge, la 242, che apre nuove frontiere e nuove possibilità imprenditoriali. Il 2017 è l’anno del “boom”. con la nascita di nuove prime aziende, i negozi si moltiplicano in tutta Italia. La cosiddetta Cannabis Light diventa un prodotto sempre più richiesto.

Messaggia col cellulare nella vasca da bagno, muore folgorata

Messaggia col cellulare nella vasca da bagno, muore folgorata. Stando a quanto reso noto oggi, l'incidente è avvenuto il 10 febbraio in un appartamento a Dornbirn in Austria. Secondo quanto riferito, una ragazza di 21 anni faceva il bagno nel suo appartamento e allo stesso tempo voleva caricare il suo smartphone, tenendolo attaccato alla presa. Nel frattempo, continuava, a mandare sms e whatsapp alle sue amiche, quando il suo I-phone le è scivolato di mano ed è finito in acqua. A contatto dell'acqua della vasca una potente scossa elettrica si è propagata dal carica batterie folgorandola all'istante. Per la ragazzina austriaca, non c’è stato nulla da fare. La vittima è stata ritrovata morta dai genitori. Secondo gli esperti, l'incidente è un caso estremamente raro. Ma mostra quanto possano essere pericolosi i dispositivi elettronici nel bagno. L'ingegnere Willi Brugger, esperto di elettricità, elettromeccanica ed elettromagnetismo, ha dichiarato alla stampa che i telefoni cellulari sono effettivamente innocui in bagno. Le prese non collegate potrebbero essere potenzialmente pericolose in caso di "contatto indiretto". Gli accessori di telefoni cellulari di terze parti prodotti a basso costo potrebbero essere di qualità inferiore e causare scosse elettriche. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,è l'ennesima tragedia rimbalzata alle cronache che ci lascia increduli e attoniti. Ancora una volta in discussione i rischi connessi all'uso di telefonini e smartphone che sono diventati oggetti insostituibili nella vita di ognuno di noi. Proprio per questo, è necessario che le case produttrici adottino maggiori accorgimenti, anche in termini d'informazione ai consumatori per evitare che si ripetano casi analoghi.Per questo motivo, è importante assicurarsi che i dispositivi siano certificati di conseguenza. Il fabbricante è tenuto a redigere una “dichiarazione CE di conformità, in cui indica le Direttiva applicata e le norme tecniche utilizzate. In questo caso il dispositivo è conforme agli standard europei.

martedì 19 febbraio 2019

"SI" dalla Ue alle impronte digitali nella carta d'identità.

"SI" dalla Ue alle impronte digitali nella carta d'identità. Al fine di prevenire abusi e contraffazioni, in futuro le nuove carte d'identità nell'UE dovranno implementare non solo i dati anagrafici e la fotografia, ma anche le impronte digitali. Dubbi sulla privacy. I negoziatori di Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo informale sulle nuove regole che si applicheranno ai documenti dei cittadini europei e che ora passeranno all'approvazione definitiva. Secondo i nuovi standard concordati le carte di identità dovranno essere prodotte in un formato di carta di credito, includere una zona leggibile con i dispositivi, contenere una fotografia e due impronte digitali del titolare della carta, memorizzate in un formato digitale, su un chip contactless con livelli minimi di sicurezza stabiliti dall'Icao, l'International Civil Aviation Organization. Sempre più tecnologiche e ricche di informazioni avranno un periodo minimo di validità di 5 anni e uno massimo di 10 anni. Con una mossa, insomma, per evitare le falsificazioni che però rischia di diventare troppo invasiva della privacy dei cittadini europei e anche complicata da implementare. Questi nuovi standard di sicurezza per i documenti di identità permetteranno di prevenire le frodi e i furti di identità dei documenti, rendendo più difficile l'azione di terroristi e criminali e facilitando al contempo la libera circolazione dei normali viaggiatori. Le carte d'identità, dunque, saranno uguali in tutti i Paesi ma conterranno il codice del Paese dello Stato membro che le emette, all'interno di una bandiera dell'Ue. Secondo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la raccolta delle impronte digitali obbligatoria per le carte d'identità in tutta l'UE solleva seri problemi sulla privacy. I chip su cui sono archiviati i dati potrebbero essere facilmente hackerati.

La Cassazione boccia l'insulto omofobo anche se ha carattere scherzoso

La Cassazione boccia l'insulto omofobo anche se ha carattere scherzoso. Risarcimento del danno non patrimoniale per gay vittima di omofobia. L’azienda risarcisce perché il titolare fa battute pesanti alludendo all’omosessualità del dipendente. Altro che «carattere scherzoso» e «clima cameratesco»: l’uso abituale dell’epiteto «finocchio» davanti ai colleghi fa scattare il danno non patrimoniale al destinatario che non può reagire La Cassazione sollecita un maxi risarcimento per le vittime di omofobia. Lo ha fatto con l’ordinanza 4815/19, pubblicata oggi dalla sezione lavoro che boccia il ricorso del legale rappresentante condannato in secondo grado a risarcire un dirigente per condotte vessatore ai suoi danni, cioè perché preso di mira perché gay. Non c’era nulla di scherzoso nella condotta del legale rappresentante per la Corte territoriale anzi l’atteggiamento rivelava una grave mancanza di rispetto e di lesione della personalità morale del lavoratore. Il ragionamento del giudice di appello non fa una piega ad avviso del Palazzaccio che conferma il risarcimento. La Corte d’appello ha riprodotto le allegazioni contenute nel ricorso introduttivo di primo grado e «ha dato atto di come gli specifici episodi descritti non fossero stati dimostrati ma come, invece, fosse stata comprovata la protratta condotta offensiva di parte datoriale, pure allegata dal lavoratore, e relativa alla presunta omosessualità del lavoratore, sistematicamente apostrofato col termine finocchio». Sbaglia la società a criticare la sentenza impugnata per non aver colto «il carattere scherzoso degli epiteti con cui il legale rappresentante era solito apostrofare il dipendente, in presenza degli altri colleghi e in un clima cameratesco». La Corte di merito, infatti, ha rilevato il danno non patrimoniale subito dal lavoratore dagli elementi probatori raccolti sul contenuto delle offese, «sulla reiterazione, sulle modalità e contesti in cui le stesse venivano arrecate, sulla difficoltà di reazione per essere il destinatario lavoratore subordinato; ha ritenuto che le offese, ripetute nel tempo, avessero arrecato, tra l’altro, concreto e grave pregiudizio alla dignità del lavoratore nel luogo di lavoro, al suo onore e alla sua reputazione, per il fatto che gli epiteti spregiativi erano ripetuti alla presenza dei colleghi e in situazioni nelle quali il destinatario non era in condizioni di reagire». E, art. 2 della Costituzione alla mano, la Suprema Corte, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha ricordato "il diritto costituzionalmente tutelato alla libera espressione della propria identità sessuale quale essenziale forma di realizzazione della propria personalità".

lunedì 18 febbraio 2019

Usa i permessi della legge 104, i detective privati ingaggiati dall’azienda lo beccano mentre fa shopping: licenziato

Usa i permessi della legge 104, i detective privati ingaggiati dall’azienda lo beccano mentre fa shopping: licenziato. Il datore di lavoro può incaricare l’agenzia investigativa di verificare condotte estranee allo svolgimento dell’attività lavorativa ma rilevanti per il corretto adempimento di obbligazioni sottese al rapporto. Per la Cassazione legittimo il licenziamento del dipendente scoperto dai detective privati a fare compere durante i permessi “104”. Un dipendente aveva richiesto al proprio datore di lavoro un permesso retribuito di cui alla legge 104/1992, riconosciutogli per assistere il familiare disabile. Egli aveva però utilizzato tali giornate per recarsi per fare shopping, lasciando il parente con problemi di salute, di cui avrebbe dovuto prendersi cura, da solo a casa. Così il datore di lavoro lo aveva scoperto e gli aveva intimato licenziamento disciplinare. Licenziamento legittimo? La Corte di Cassazione, confermando quanto statuito nei precedenti gradi di giudizio, ha concluso per la legittimità dell’intimato licenziamento. Il comportamento del dipendente, scoperto dai detective privati ingaggiati dall’azienda, infatti, aveva rappresentato un vero e proprio abuso del diritto richiesto ai sensi della legge 104/92. A parere dei giudici, il datore, infatti, ben può ricorrere all’agenzia investigativa per controllare condotte del dipendente che sono estranee all’attività lavorativa ma risultano comunque rilevanti sotto il profilo del corretto adempimento delle obbligazioni relative al rapporto. E il recesso della società è giustificato perché l’interessato approfitta della buona fede non solo del datore ma anche dell’ente previdenziale, che eroga il trattamento economico. È quanto emerge dall’ordinanza 4670/19, pubblicata il 18 febbraio dalla sezione lavoro della Cassazione. Niente da fare per il lavoratore sorpreso dagli investigatori presso esercizi commerciali il 22, 23 e 24 dicembre: faceva i regali di Natale? Chissà. Certo non si trovava presso il parente con problemi di salute. Dalla contestazione, tuttavia, sono scorporati i giorni nei quali l’azienda è chiusa per le festività. Ma a far scattare il licenziamento bastano le contestazioni relative alle altre tre giornate del mese successivo: soltanto in un’occasione l’interessato va per un paio d’ore a casa del parente da assistere. Ed è esclusa la violazione degli articoli 2 e 3 dello statuto dei lavoratori: i detective non sconfinano nella vigilanza sull’attività lavorativa, che è riservata direttamente al datore e ai suoi collaboratori. Legittimo, poi, il ricorso agli “007” privati nei periodi di sospensione del rapporto quando si sospetta che il dipendente usi i permessi 104 per sé e non per aiutare il congiunto in difficoltà: si configura l’abuso del diritto di cui all’articolo 33 della legge 104/92 nei confronti del datore, privato ingiustamente della prestazione, e dell’istituto previdenziale che paga. Inutile infine per il licenziato dedurre in sede di reclamo che l’agenzia investigativa non avrebbe le autorizzazioni prefettizie necessarie a svolgere l’attività: si tratta pur sempre di un giudizio di impugnazione e vale la regola del divieto di nova in appello ex articolo 437 Cpc laddove si inserisce nel processo un tema di indagine sul quale non si è formato il contradditorio in precedenza.. A parere della Corte, infatti, tale comportamento, ancorché verificatosi una sola volta, era stato ritenuto rilevante ai fini del licenziamento soprattutto in relazione all’affidamento sull’esatto adempimento delle prestazioni future. In sostanza, il dipendente ne aveva approfittato una volta, perché non avrebbe dovuto farlo di nuovo in futuro? Usa i permessi della 104 per le vacanza: licenziamento legittimo. Cos’è la legge 104 del 1992? Si tratta di un testo normativo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, previsto per garantire l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone con handicap. Disciplina le agevolazioni riconosciute ai lavoratori affetti da disabilità grave e ai familiari che assistono una persona con handicap in situazione di gravità. Cosa prevede? Tra gli altri, la norma prevede che il lavoratore possa chiedere permessi retribuiti al proprio datore di lavoro, pubblico o privato. Tali permessi si traducono in tre giorni di riposo al mese, frazionabili anche in ore o riposi giornalieri di una o due ore per il lavoratore disabile oppure per il familiare che gli presti assistenza. Ma quali sono i limiti nell’utilizzo di tali permessi? Ed un utilizzo illegittimo giustifica il licenziamento? A queste domande ha risposto di recente la Corte di Cassazione.

Sostanze chimiche negli imballaggi per fast food?

Sostanze chimiche negli imballaggi per fast food? I ricercatori statunitensi hanno esaminato attentamente le confezioni delle catene di fast food e hanno esaminato i loro componenti chimici. I risultati sono allarmanti. Lo Sportello dei Diritti: "Si vigili sul territorio nazionale" Il team di scienziati di Havard, guidati dalla dottoressa Laurel Schaider, ricercatrice scientifica presso il Silent Spring Institute negli Stati Uniti, hanno esaminato più di 400 campioni provenienti da 27 diversi fast food. Un terzo di tutti i materiali di imballaggio testati conteneva fluoro sotto forma di composti perfluorurati e polifluorurati (PFAS). I PFAS sono associati al cancro dei reni e alla prostata, colesterolo elevato, diminuzione della fertilità e altre malattie. Secondo lo studio le più significative concentrazioni sono state registrate nella carta utilizzata per il "confezionamento". Più di ogni altro campione è risultato positivo. In confronto, solo ogni 5 imballaggi di cartone contenevano fluoro. Studi precedenti hanno dimostrato che le sostanze contenenti fluoro possono passare dalla confezione al cibo e quindi entrare in contatto diretto con l'organismo e svilupparne l'effetto nocivo. Si stima, infatti, che quotidianamente nel Nostro Paese diverse milioni di alimenti serviti nei fast food comprese le pizze, vengono preparati e trasportati in confezioni di cartone, che a norma di legge devono essere prodotte a base di cellulosa vergine. Sul tema, la nostra normativa è tra le più severe in Europa e vieta l’impiego di materiale riciclato e anche la presenza di scritte all’interno dei contenitori che trasportano questo tipo di alimenti. La necessità di questo genere di precauzioni scaturisce dall’esigenza di evitare qualsiasi contaminazione di un alimento come la pizza che per natura è umido e ricco di grassi e perciò in grado di estrarre dal cartone sostanze sgradite soprattutto quando viene inserita appena sfornata e quindi calda anche a 60/65°C e per diversi minuti. Tutte condizioni ideali a favorire la migrazione. Nel cartone riciclato, infatti, non è raro trovare tracce di piombo, ftalati e altre sostanze tossiche. Alla luce di tale notizia, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile da parte delle autorità sanitarie ma anche dei NAS dei carabinieri, un’indagine a campione sul territorio al fine di verificare l’utilizzo corretto a campione di tutti i materiali di imballaggio utilizzato nei fast food. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Environmental Science & Thechnology Letters.

Malta: grave un’italiana alla guida di uno scooter.

Malta: grave un’italiana alla guida di uno scooter. Una donna italiana è rimasta gravemente ferita in un incidente avvenuto nel pomeriggio di sabato 16 febbraio. La vittima del sinistro, una 40enne residente a Msida, si trovava alla guida del suo scooter Peugeot Tweet e ha avuto la peggio in un impatto con un veicolo Nissan March guidato da una 30enne maltese residente a Zejtun. Sul luogo dell’accaduto, in Triq id-Dejma a Zejtun, sono intervenute immediatamente le forze di polizia e un’ambulanza, che ha trasferito la motociclista all’ospedale Mater Dei in gravi condizioni. Per ricostruire la dinamica dell’incidente sono in corso indagini. Alla luce di questi gravi incidenti che vedono coinvolti i nostri connazionali all'estero, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, suggerisce caldamente a tutti coloro che sono in procinto di recarsi temporaneamente all’estero, nel loro stesso interesse, di munirsi della Tessera europea assicurazione malattia (TEAM), per viaggi in Paesi dell’UE, o, per viaggi extra UE, di un’assicurazione sanitaria con un adeguato massimale, tale da coprire non solo le spese di cure mediche e terapie effettuate presso strutture ospedaliere e sanitarie locali, ma anche l’eventuale trasferimento aereo in un altro Paese o il rimpatrio del malato, nei casi più gravi anche per mezzo di aero-ambulanza. E’ infatti noto che in numerosi Paesi gli standard medico-sanitari locali sono diversi da quelli europei, e che spesso le strutture private presentano costi molto elevati per ogni tipo di assistenza, cura o prestazione erogata. Occorre ricordare che le Rappresentanze diplomatico-consolari, pur fornendo l’assistenza necessaria, non possono sostenere nè garantire pagamenti diretti di carattere privato; soltanto nei casi più gravi ed urgenti, esse possono concedere ai connazionali non residenti nella circoscrizione consolare e che versino in situazione di indigenza dei prestiti con promessa di restituzione, che dovranno essere, comunque, rimborsati allo Stato dopo il rientro in Italia.

Richiamati integratori alimentari GINKGO SIMUL CPS e BIOGIN CPS per presenza di idrocarburi policiclici aromatici oltre i limiti

Richiamati integratori alimentari GINKGO SIMUL CPS e BIOGIN CPS per presenza di idrocarburi policiclici aromatici oltre i limiti. L’allerta segnalata dal ministero della salute per rischio chimico Il Ministero della salute ha diffuso il richiamo di due lotti di integratori alimentari a marchio GINKGO SIMUL CPS e BIOGIN CPS per il superamento dei limiti di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa). Nel prodotto è stata rilevata una quantità di Ipa pari a 70,9 mcg/kg, invece dei 50 mcg/kg di idrocarburi totali ammessi. I prodotti interessati sono venduti in confezioni da 17,5 grammi pari a 40 capsule con i numeri di lotto 1827801 e 1827802, con la data di scadenza 12/2023. Gli integratori alimentari sono stati prodotti dall’azienda NATURSIMUL DI DOSSI RICCARDO & C. SNC nello stabilimento di Predappio (FC). A scopo precauzionale, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda di non consumare il prodotto con il numero di lotto e la data di scadenza indicata e di restituirlo al punto vendita d’acquisto.

Disinformazione e Fake News: Facebook è un “Gangster digitale”. La dura accusa del Parlamento inglese

Disinformazione e Fake News: Facebook è un “Gangster digitale”. La dura accusa del Parlamento inglese "Abbiamo bisogno di un cambiamento radicale nel rapporto di forza tra queste piattaforme e il pubblico. L'età di inadeguata autoregolamentazione deve finire", ha dichiarato Damian Collins, il presidente della Commissione sul digitale, la cultura, Media e sport della Camera dei Comuni inglese (DCMS). Questa è la sintesi di quanto dichiarato dai parlamentari inglesi all’interno del Rapporto Finale su Disinformazione e Fake News. Secondo il Digital, Culture, Media and Sport Committee, Facebook avrebbe deliberatamente infranto la legge sulla privacy e sulla concorrenza e dovrebbe essere urgentemente sottoposto a regolamentazione legale. L’inchiesta, denuncia la compagnia e i suoi dirigenti etichettandoli come “gangster digitali”. Secondo lo studio il gigante dei social media starebbe usando il proprio predominio per schiacciare i rivali e impedire ad altre piattaforme di competere con esso. I documenti interni di Facebook giunti nelle mani del comitato hanno mostrato che, attraverso la tecnologia, il social ha violato le leggi vendendo i dati privati delle persone senza il loro permesso. All’interno delle 108 pagine di rapporto, il gigante dei social media è accusato di continuare a dare priorità ai profitti degli azionisti rispetto ai diritti alla privacy degli utenti. “Facebook continua a scegliere il profitto rispetto alla sicurezza dei dati, assumendosi dei rischi al fine di dare priorità al proprio obiettivo di ricavare denaro dai dati degli utenti“, afferma il rapporto, accusando la società di coprire le fughe di dati degli utenti. “Sembra chiaro per noi che Facebook agisce solo quando gravi violazioni diventano pubbliche.” “Alle aziende come Facebook non dovrebbe essere permesso di comportarsi come” gangster digitali “nel mondo online, ritenendo di essere al di sopra e oltre la legge“, ha avvertito il rapporto. Facebook “Gangster digitale”: l’interferenza della Russia nelle elezioni americane. Il rapporto accusa inoltre Facebook di aver ostacolato intenzionalmente la sua inchiesta e di non aver affrontato i tentativi della Russia di manipolare le elezioni. “La democrazia è a rischio per via del targeting maligno e implacabile dei cittadini con disinformazione e pubblicità occulta e personalizzata, provenienti da fonti non identificabili, fornite attraverso le principali piattaforme di social media che usiamo ogni giorno“, ha avvertito il presidente della commissione, Damian Collins. Facebook, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato per 18 mesi nel mirino della Commissione, nel quadro di un'indagine sul fenomeno di "notizie false" e il suo impatto, nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti 2016, sulle recenti elezioni nel Regno Unito tra cui il referendum sulla Brexit nel mese di giugno 2016, ma anche lo scandalo dello sfruttamento da parte della società di Cambridge Analytica dei dati degli utenti a loro insaputa per scopi politici, nonché una violazione della sicurezza che ha portato all'hacking di milioni di account.

domenica 17 febbraio 2019

Orrore a Parigi: donna decapitata nel suo appartamento

Orrore a Parigi: donna decapitata nel suo appartamento. La testa della vittima è stata ritrovata nel forno. La violenza sulle donne, un fenomeno che non ha voglia di arrestarsi. Il cadavere di una donna decapitata è stata rinvenuto oggi nel suo appartamento. La testa della vittima, secondo quanto scoperto dai pompieri, era nel forno. Sospettato del brutale omicidio, il figlio schizofrenico della donna. Ad allertare la polizia era stato un uomo, un altro figlio della vittima, preoccupato di non avere più notizie di sua madre, 60 anni. L'uomo è convinto che il fratello, affetto da schizofrenia e in cura per problemi psichiatrici, sia l'autore del delitto. La donna aveva sporto denuncia in ottobre segnalando alla polizia che il figlio malato minacciava di ucciderla. Il presunto omicida è ora ricercato. La violenza sulle donne è un tassello dolente della società, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”; purtroppo i casi di stupro, violenza e abuso, soprattutto dentro le mura di casa, non fanno altro che mostrare dati in ascesa. Un fenomeno che non ha voglia di arrestarsi, dovuto anche a ovvie difficoltà di denuncia del proprio carnefice.