mercoledì 31 agosto 2016

Scoperta la causa biologica responsabile della dipendenza dall’alcool. Lo studio apre la strada alla ricerca di nuove strategie contro l’alcolismo

Scoperta la causa biologica responsabile della dipendenza dall’alcool. Lo studio apre la strada alla ricerca di nuove strategie contro l’alcolismo Un nuovo studio pubblicato martedì su Molecular Psychiatry fornisce inediti dettagli sul meccanismo coinvolto nell' “alcool-addiction” o dipendenza da alcool. La ricerca ha individuato un enzima che si "spegne" nelle cellule nervose del lobo frontale quando si sviluppa la dipendenza dell'alcool e che potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuovi trattamenti contro l’alcolismo. La scoperta è frutto di una grossa ricerca pluriennale condotta dall' Università di Linköping in Svezia. Secondo quanto spiegato nell’articolo, la riduzione dell'attività di un enzima coinvolto nella comunicazione tra neuroni nella corteccia prefrontale sarebbe responsabile della dipendenza da alcool, scoprendo così che è una causa biologica a causare l'alcolismo, spiegando anche la difficoltà o addirittura l'incapacità sperimentata dagli alcolisti a liberarsi dalla loro dipendenza. Gli esperti sono arrivati a scoprire che in primo luogo ha indotto una dipendenza da alcool in ratti esponendoli 14 ore al giorno ai vapori di alcol e, per sette settimane. Successivamente hanno poi sottratto questi stessi ratti all'alcool per tre settimane osservando che questi roditori sono diventati alcolisti perché ha evidenziato sintomi differenti di dipendenza, ad esempio un comportamento ansioso e aumentando il consumo di alcool quando è diventato disponibile. Estelle Barbier, ricercatrice del Center for Social and Affective Neuroscience de l’Université Linköping en Suède, ha trovato di recente che in questi ratti in «astinenza» dopo tre settimane di privazione, una diminuzione nell'espressione dell'enzima Prdm2 nel cervello, in particolare nella corteccia prefrontale. « "La funzione di questo enzima è di aggiungere un gruppo metile a istoni, che sono proteine che si trovano nel cuore del DNA dei geni. Questo cosiddetto enzima epigenetico aiuta a regolare l'espressione dei geni, nel caso di geni coinvolti nella neurotrasmissione e che promuove il rilascio dei neurotrasmettitorinelle sinapsi (spazio tra i neuroni). Una riduzione dell'attività della Prdm2 conduce ad una diminuzione nell'espressione di questi geni e quindi ad una probabile diminuzione della neurotrasmissione ", ha spiegato la Barbier ed i suoi colleghi poi aggiunto chinina alla soluzione di alcool servito ai ratti al fine di renderlo molto amaro, anche ripugnante per i ratti. I roditori comunque sono stati esposti all'alcool continuando a bere alcool nonostante la sua proprietà negativa, a differenza dei ratti normali che si sono disinteressati a questa bevanda contaminata. Tale comportamento compulsivo, dove i ratti hanno così bisogno di sentire gli effetti di psicostimolanti dell'alcool, lo consumano anche se non il suo gusto non è buono, confermando che i ratti erano ancora schiavi alle loro dipendenze. "Tale comportamento compulsivo spingerà gli alcolisti a continuare a bere nonostante anche se consapevoli di perdere il loro lavoro e la loro famiglia, o di provocare incidenti d'auto», ha inoltre spiegato il biologo molecolare. Ha ricordato che una delle parti del cervello che controlla i comportamenti compulsivi, impulsivi e il processo decisionale è la corteccia prefrontale. « Tuttavia, è proprio in questa zona del cervello che abbiamo trovato la diminuzione nell'enzima », "ha inoltre spiegato. Ci sono proprio dei farmaci che sono stati approvati dalla FDA e che sono attualmente usati nella ricerca sul cancro che potrebbero essere un possibile percorso terapeutico. C'è tuttavia il pericolo che essi possono causare effetti collaterali. Lo studio è stato svolto interamente nel ratto. Anche se l’alcolismo rappresenta una dipendenza complessa, in cui intervengono pure fattori sociali e psicologici, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’aver individuato l'enzima così fortemente associato al consumo di alcol, commentano i ricercatori, apre la strada alla ricerca di nuove strategie anti-alcool. In ogni caso la consapevolezza, é l'elemento più importante per guarire, più di ogni medicina, anche se la lotta a questo fenomeno, non meno diffuso nel Nostro Paese rispetto agli altri europei, per la quale la nostra associazione é da sempre in prima linea, va affrontata alla base e con la prevenzione da parte dello Stato, come avviene da anni contro il tabagismo.

AIFA: ritirato lotto specialita’ medicinale PROSTIGMINA. Rapid Alert dalla Francia relativo ai risultati fuori specifica

AIFA: ritirato lotto specialita’ medicinale PROSTIGMINA. Rapid Alert dalla Francia relativo ai risultati fuori specifica L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha disposto il ritiro del lotto n. F0133 scad. 7/2020 della specialità medicinale PROSTIGMINA*IM 6F 0,5MG 1ML – AIC 005277013 della ditta Meda Pharma Spa. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito del Rapid Alert della Francia relativo ai fuori specifica individuati durante gli studi di stabilità relativi al ph, al titolo del principio attivo e all’impurezza nota del suddetto medicinale. PROSTIGMINA è utilizzato nel trattamento n chirurgia per la profilassi pre-e post-operatoria dell'atonia intestinale. sintomatico della miastenia grave. In anestesiologia come antagonista dei curarizzanti (non depolarizzanti). Il lotto in questione non potrà essere utilizzato e la ditta Meda Pharma dovrà assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.

martedì 30 agosto 2016

Al via la class action contro APPLE. Citata in giudizio per un presunto malfunzionamento del touch sull’iPhone 6

Al via la class action contro APPLE. Citata in giudizio per un presunto malfunzionamento del touch sull’iPhone 6 Class action contro Apple intentata presso la corte federale di San Jose, in California, da un gruppo di utenti possessori di iPhone 6 e iPhone 6 Plus realizzati dall’azienda californiana. Secondo i legali i prodotti commercializzati manifestano problemi con il touch dello schermo. I querelanti coinvolti, che al momento sono solo utenti statunitensi, accusano Apple di continuare a promuovere i propri prodotti che sostanzialmente comportano un malfunzionamento del touch accompagnato da una fascia grigia lampeggiante sulla parte alta dello schermo. Il difetto è stato ribattezzato "Touch Diseases" ed ha interessato milioni di utenti toccati dal problema. Apple, secondo questi, non ha fatto niente per venire incontro alle richieste di sostituzione o riparazione del prodotto, dimostrando anzi non molto interesse, al punto che alcuni utenti hanno deciso di rivolgersi alla giustizia lanciando una class action contro l’azienda. Nello specifico, la denuncia sostiene anche che alcuni componenti interni del telefono non hanno copertura di metallo ed è questo che causerebbe il problema, mentre i modelli precedenti erano costruiti diversamente. Gli iPhone, secondo i querelanti, inoltre non sono fatti per l’uso previsto per gli smartphone per via del difetto del touchscreen. Dal canto suo, Apple non ha ancora commentato la vicenda. I querelanti, uno californiano, uno del Delaware e uno della Pennsylvania, reclamano non precisati danni e accusano Apple di frode oltre che di violazione della legge che tutela i consumatori in California. La nostra associazione, dichiara Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, intende intentare una class action nei confronti del colosso americano di questo tipo di prodotto, con l'obiettivo di ottenere un risarcimento del danno in favore di quei consumatori che sono stati costretti, loro malgrado, dopo l'acquisto degli iPhone “incriminati”, a ridimensionarne notevolmente l'utilizzo rispetto a quello prospettato e garantito dalla casa.

Ritiro volontario lotto specialita’ medicinale " LESCOL " impiegato nella terapia dietetica. Risultati fuori specifica di alcuni dei prodotti

Ritiro volontario lotto specialita’ medicinale " LESCOL " impiegato nella terapia dietetica. Risultati fuori specifica di alcuni dei prodotti La Società Novartis con propria nota del 30 agosto 2016, ha comunicato di voler procedere, a scopo cautelativo, al ritiro volontario delle confezioni presenti nel canale distributivo appartenenti al lotto B2014 scad. 9/2017 della specialità medicinale LESCOL*28CPS 20MG – AIC 029163019.Tale iniziativa è dovuta al riscontro di risultati fuori specifica di alcuni dei prodotti di degradazione a 18 mesi. La Società Novartis specifica, inoltre, che quanto riscontrato non è tale da determinare una potenziale modifica del rapporto rischio/beneficio del medicinale né da determinare rischi per i pazienti che possano configurarsi in un problema di sicurezza. LESCOL è utilizzato per il trattamento, in aggiunta alla dieta, dell’ipercolesterolemia primaria o della dislipidemia di tipo misto in adulti quando la risposta alla dieta e ad altri trattamenti non farmacologici (come per es. esercizio fisico, riduzione di peso) non è adeguata. Il principio attivo di questo farmaco è la Fluvastatina che è un composto ipolipemizzante di completa sintesi chimica, appartenente alla famiglia delle statine, che viene impiegato in associazione alla dieta, all'attività fisica ed alla ricerca della perdita di peso per ridurre l'ipercolesterolemia, trattare le condizioni associate e prevenire la malattia cardiovascolare. Il farmaco è sostanzialmente un racemo di due eritro–enantiomeri, l'eutomero dei quali è responsabile dell'attività farmacologica. In Italia il farmaco è venduto dalla società farmaceutica Novartis con il nome commerciale Lescol. A seguito della scadenza dei brevetti viene inoltre commercializzato da numerose altre società farmaceutiche come medicinale generico. Eventuali giacenze del lotto coinvolto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” non devono più essere dispensate e dovranno essere restituite, con la prima tranche utile, ad Assinde che provvederà a riconoscerne il rimborso.

USA: ritirato dal mercato il forno a microonde Whirlpool, era a rischio incendio.

USA: ritirato dal mercato il forno a microonde Whirlpool, era a rischio incendio. Whirlpool Corp. una delle principali azienda multinazionale statunitense produttrice di elettrodomestici, sta provvedendo a richiamare forni a microonde, potenzialmente pericolosi, per improvvisa fusione o carbonizzazione dei componenti in plastica all'interno dell'elettrodomestico che possono prendere fuoco. Con questa motivazione a partire da questo mese, Whirlpool Corp. sta ritirando oltre 15.200 elettrodomestici, secondo quanto pubblicato dalle autorità della U.S. Consumer Product Safety Commission con un comunicato martedì sul sito web. Secondo le segnalazioni, cinque per l'esattezza, anche se non ci sono stati feriti, alcuni forni microonde avrebbero preso fuoco o si sarebbero sciolti improvvisamente, causando rischio di incendio e di ustioni ed addirittura un incendio di un'abitazione. Il richiamo, che è stato avviato il 25 agosto, coinvolge il marchio Whirlpool combinazione cappa forno a microonde venduto in acciaio inox, i modelli in bianco e nero, aventi i seguenti numeri di serie: WMH53520CS - TR33500000 a TR34899999, WMH53520CW - TR33500000 a TR34899999, WMH53520CB - TR33500000 a TR34899999, WMH53520CE - TR33500000 a TR34899999, WMH53520CH - TR33500000 a TR34899999, WMH73521CS - TR33500000 a TR34899999, WMH73521CW - TR33500000 a TR34899999, WMH73521CB - TR33500000 a TR34899999,WMH73521CE --TR33500000 a TR34899999, WMH73521CH - TR33500000 a TR34899999. L'elenco dei modelli e numeri di serie inclusi nel richiamo sono disponibili sul sito internet della società all'indirizzo http://repair.whirlpoolcorp.com. L'azienda ha quindi lanciato una campagna di richiamo gratuita. Per il momento non ci sono numeri relativi all'Italia, quindi non è da escludere che i forni a microonde difettosi siano sbarcati anche da noi. Whirlpool Corp.ovviamente si scusa per l'inconveniente e si assume tutte le spese per la sostituzione. Il problema, nello specifico, secondo Whirlpool Corp., riguarda i componenti in plastica interni all'elettrodomestico. I clienti che hanno acquistato questo articolo, sono pregati di non utilizzare il prodotto. Siamo soddisfatti del provvedimento adottato dalla CPSC or Commission, riferisce Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, soprattutto perché è un segnale verso il mercato italiano del ‘mordi e fuggi’. Ora ci aspettiamo, che sia intimato il ritiro anche di tutti gli altri prodotti risultati pericolosi.

Spagna: ritrovato un quadro della scuola di Tintoretto trafugato del valore stimato in 300.000 euro

Spagna: ritrovato un quadro della scuola di Tintoretto trafugato del valore stimato in 300.000 euro Quattro cittadini spagnoli tra i 45 ei 60 sono stati arrestati per aver rubato un’opera d'arte di valore da un ristorante a Marbella. Il dipinto non firmato che si ritiene essere della scuola del Tintoretto, il grande pittore veneziano del ‘500 (Venezia 1518-1594), sarebbe stato stimato in un valore di euro 300.000. L'opera è stato rubata in un ristorante a Marbella nel mese di giugno ed è stata ritrovata dalla polizia nazionale, in una casa nella comunità di Andújar, nella provincia di Jaen. Secondo un comunicato della polizia nazionale, i detenuti avrebbero fatto diversi tentativi per vendere il quadro sul mercato nero. Il dipinto senza firma, ma è considerato come realizzato da un artista italiano nel 1500. Oltre al furto, i responsabili sono stati arrestati con l'accusa di minacce violente e coercizione. L'acquirente designato sarebbe infatti stato minacciato di firmare una liberatoria ad un altro acquirente. Gli esperti non sono unanimi circa la provenienza del dipinto e la sua autenticità come direttamente realizzato da Tintoretto o una copia fatta dallo stesso, o se realizzato da uno dei suoi allievi. Durante la seconda guerra mondiale i nazisti avevano mostrato grande interesse verso il pittore veneziano. Molti dei suoi lavori sono stati saccheggiati e divennero parte della collezione privata di Hermann Goering. Un importante ritrovamento, quindi, per un’opera di origine italiana, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", il cui inestimabile patrimonio storico artistico appare da sempre preda di attenzioni da parte di furfanti d’ogni dove ed è meritevole di tutela internazionale.

lunedì 29 agosto 2016

Strumenti di base e materiali scolastici: attenzione alle sostanze nocive in matite e inchiostri.

Strumenti di base e materiali scolastici: attenzione alle sostanze nocive in matite e inchiostri. I test di un inquietante studio hanno rivelato la presenza di sostanze indesiderabili A pochi giorni dall’inizio della scuola il prossimo settembre, mentre genitori e figli sono alle prese con gli ultimi acquisti per il materiale scolastico è stato pubblicato un inquietante studio su alcuni materiali scolastici. I test hanno rivelato la presenza di sostanze indesiderabili che dovrebbero indurre i genitori a valutare gli acquisti del "materiale scolastico". Per matite, quaderni, raccoglitori o zaini, il rigore deve essere simile a quello utilizzato nella scelta del cibo. Tra le prime regole andrebbero senz'altro lette le etichette per verificare quelli che non dovrebbero essere comprati a causa della presenza di sostanze potenzialmente nocive. Questo è sostanzialmente il risultato di una indagine da parte della UFC Que Choisir, primaria associazione dei consumatori francese. L'organizzazione ha preso, quindi, immediatamente la decisione di chiedere di ritirare al più presto possibile i prodotti sospetti che in ultima analisi non sono conformi alle aspettative. Tra i tanti prodotti per la scuola, ben 52 sono stati individuati come nocivi a causa della presenza di composti allergenici, tossici o cancerogeni. Risultati allarmanti soprattutto quando si sa che questi prodotti saranno nelle mani dei nostri figli per un anno intero. La situazione sarebbe addirittura disastrosa in relazione a 19 "suppellettili". Tra questi, troviamo i pastelli che contengono ftalati (interferenti endocrini) o la colla stick, che ha rivelato la presenza di formaldeide. Se i vostri figli amano scrivere con l'inchiostro, fate attenzione quando si fa shopping. Secondo i test, l'associazione avrebbe individuato impurità cancerogene, e anche fragranze allergizzanti. Molti genitori in Francia si starebbero muovendo verso le marche più note pensando che utilizzino maggior rigore nella messa in commercio dei propri prodotti. Ma la "marca" non sarebbe una garanzia di qualità per queste prove di laboratorio. Basti pensare che un prodotto a marchio Bic conterrebbe diversi allergeni, ma alti livelli di Methylisothiazolinone sarebbero individuati in altri inchiostri. come Waterman. L'associazione ha chiesto alla DGCCRF (Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes), l'omonima francese della nostra Antitrust, di agire rapidamente per la verifica della conformità alle normative vigenti dei prodotti immessi sul mercato. Per l'acquisto di materiale scolastico, è evidentemente difficile selezionare tutti i prodotti, ma è meglio perdere un po' di tempo per esaminare ogni etichetta, consiglia l'associazione francese a tutti i genitori, mentre analoga sensibilità, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", non si riscontra in Italia, dove un analogo intervento sarebbe urgente pure da parte delle autorità sanitarie, anche se l'imminente inizio dell'anno scolastico consentirebbe controlli ancora una volta tardivi. Non resta, in ultimo, che affidarsi nella scelta a tutti i genitori ed ai responsabili degli studenti.

Xylella fastidiosa: la FAO lancia la cooperazione tecnica tra i paesi dell'Africa, Medio Oriente e Nord Africa contro la malattia devastante dell' olivo.

Xylella fastidiosa: la FAO lancia la cooperazione tecnica tra i paesi dell'Africa, Medio Oriente e Nord Africa contro la malattia devastante dell' olivo. La lotta contro l'avanzata della Xylella fastidiosa ha portato l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), oggi a Tunisi, nel corso di un seminario regionale che proseguirà fino al 2 settembre 2016 ad organizzare un workshop per discutere di questo parassita che devasta gli oliveti in Italia e in parti della Francia. Il progetto che coinvolge sette paesi della regione del Medio Oriente e dell'Africa Nord (Algeria, Egitto, Libano, Libia, Marocco, Palestina e Tunisia) mira a sostenere gli sforzi da parte dei governi per ridurre il rischio di introduzione e la diffusione del batterio "Xylella fastidiosa". La FAO ha preparato questo progetto in risposta alle richieste da parte dei governi dei paesi dell'Africa, Medio Oriente e Nord Africa, su direttiva delle Nazioni Unite. Si tratta di un progetto di cooperazione tecnica per sviluppare un piano di emergenza, e per impedire l'introduzione di malattie nelle culture dei paesi della regione. La complessità dei batteri ospitanti la "Xylella fastidiosa" e le sue diverse modalità di trasporto aumentano il rischio della sua introduzione, dato il numero di piante ospiti potenzialmente infette attraverso il commercio. A tal fine, è perentorio rivedere e rafforzare le misure fitosanitarie applicate e per stabilire un programma di sorveglianza armonizzato. Il progetto sarà quello di rafforzare la capacità dello staff tecnico delle istituzioni e degli agricoltori sulla diagnosi precoce, la diagnosi, sorveglianza e misure fitosanitarie e fornendo ai vari paesi monitoraggio e piani di azione per la gestione dei batteri della "Xylella fastidiosa" a livello nazionale. I programmi di sensibilizzazione dovrebbero coprire tutte le parti interessate e partner in paesi coinvolti attivamente nella sua attuazione per tipo di attività, attraverso programmi di sensibilizzazione per promuovere misure preventive contro questo batterio. Per la prima volta, comunica Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti s'incontreranno i rappresentanti dei principali paesi africani e del Medio Oriente, che potranno effettuare varie visite sul campo e incontrare laboratori di analisi e valutare la diagnosi, il monitoraggio e il controllo del batterio della Xylella che sta colpendo gli alberi di ulivo nel sud della Puglia. Tra i possibili temi dell'incontro saranno affrontati test di patogenicità, al fine di verificare se è possibile confermare l'ipotesi controversa di una causa-effetto diretta tra la presenza dei batteri della Xylella negli ulivi e lo sviluppo della sindrome del disseccamento rapido. Anche se probabilmente saranno necessari anni per ottenere risultati completi, alcuni dati preliminari potranno essere rilasciati in questi giorni.

AIFA dispone ritiro lotti medicinale specialità "HEPAFACTOR" a scopo precauzionale

AIFA dispone ritiro lotti medicinale specialità "HEPAFACTOR" a scopo precauzionale L’Agenzia Italiana del Farmaco, in data odierna, ha disposto il ritiro, a scopo cautelativo, dei lotti n. 1401 scad. 30/11/2017, n. 1402 scad. 30/11/2017 e n. 364/15 scad. 31/12/2018 della specialità medicinale HEPAFACTOR*IM IV 5F+5F 3ML – AIC 021289018 della ditta Genetic Spa. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito del verbale ispettivo relativo al sopralluogo presso l’officina Hikma e successivo follow up concernente la deviazione n. 4 b relativa alla mancata esecuzione del test di integrità sulle fiale contenenti liofilizzati. HEPAFACTOR è utilizzato per il trattamento di anemie ipercroniche anche resistenti al trattamento con vitamina B12. Coadiuvante nella piccola e media insufficienza epatica. I lotti in questione non potranno essere utilizzati e la ditta Genetic dovrà assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.

domenica 28 agosto 2016

Giovane sardo arrestato sul treno in Austria in realtà scambiato per "arabo". Le forze di polizia austriache in preda ad un eccesso di xenofobia?

Giovane sardo arrestato sul treno in Austria in realtà scambiato per "arabo". Le forze di polizia austriache in preda ad un eccesso di xenofobia? In data di ieri abbiamo riferito della notizia del giovane italiano di origine sarda, per la precisione di Cagliari, che avrebbe minacciato di uccidere i passeggeri di un treno diretto da Klagenfurt a Roma e che sarebbe stato arrestato addirittura da agenti in divisa antisommossa, in realtà sarebbe stato vittima di un eccesso di xenofobia da parte delle stesse forze di polizia austriache ree di aver frainteso un semplice stato confusionale con un possibile attacco terroristico di matrice islamica. Sono queste le conclusioni cui sarebbero giunti gli inquirenti dopo le prime verifiche e che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dimostrano come in alcuni paesi europei si viva in un clima da caccia alle streghe ed un qualsiasi straniero che per sua sfortuna si dovesse trovare in abiti ed atteggiamento dimesso o in un semplice stato di disagio psichico, rischi di essere scambiato per un terrorista dell'Is. Non è un azzardo, quindi, invitare alla prudenza ed ad una presa di posizione del nostro governo e del ministro degli esteri affinché vengano tutelati i nostri concittadini da possibili soprusi al di là dei nostri confini.

Festival delle culture mediterranee - Andrano , 31 agosto 1/2 settembre

Tutto pronto ad Andrano per il Festival delle Culture Mediterranee che partirà il 31 di agosto e si concluderà il 2 settembre nella splendida cornice del Castello. La straordinaria manifestazione, organizzata dall’Associazione Mediterranea, è giunta alla terza edizione. Al centro dell’evento la Mostra “Il Mediterraneo dell’Anima” che ospiterà le opere di 31 artisti provenienti da tutta Italia. Quest’anno il Festival ospiterà anche una “personale” del Maestro Giuseppe Corrado, insigne artista salentino scomparso recentemente, che sarà allestita nella Chiesa del Convento dei Domenicani. La Manifestazione sarà inaugurata alla presenza dell’artista Josè Van Roy Dalì e incrocerà il suo percorso umano e culturale con quello degli artisti presenti. Anche il teatro sarà presente con “Dimenticare Medea”, rappresentato dall’Accademia Mediterranea dell’attore, diretta da Franco Ungaro con la regia di Tonio De Nitto. La musica sarà presente nelle tre serate del Festival attraverso il suono di artisti locali che disveleranno ai presenti le sonorità popolari e colte attraverso un mix di generi che accompagneranno le tre serate. Il Festival sposa il progetto umanitario di Emercency, presenti alla terza, l’associazione italiana nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà, promuovendo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. “Abbiamo voluto una manifestazione che approfondisse i linguaggi dell’arte e della cultura”, dice Margherita Franja, direttrice artistica del Festival. “Il nostro Festival punta a valorizzare il percorso umano e spirituale di tanti artisti che hanno il coraggio di esplorare nuovi linguaggi e nuove forme espressive. Dietro ciascuno di loro ”prosegue la Franja” c’è una storia ed un vissuto che meritano di essere indagati e ammirati. Per questo il Festival mette a disposizione di ciascuno uno spazio che non è un semplice luogo fisico ma l’idea di una comunità generativa di vita artistica. La manifestazione si propone di accogliere e sostenere tutti i linguaggi dell’arte e della cultura e di raccoglierli in uno scambio fecondo tra le diverse esperienze.” “Siamo contenti di proseguire in questa impresa” dichiara Mimmo Balestra, Presidente dell’Associazione Mediterranea” che ci vede impegnati da tre anni con numerose iniziative che trovano il momento culminante nel Festival delle Culture Mediterranee. Il nostro intento” prosegue Balestra” è quello di proseguire nell’opera di promozione artistica e culturale di tanti artisti e di creare quelle connessioni virtuose che permettono la crescita dei singoli e delle Comunità nel più ampio contesto delle culture del Mediterraneo.” Il Festival accoglierà l’importantissimo “Progetto Mediterranea” una spedizione culturale, scientifica e nautica che ha alle spalle cinque anni di navigazione per tutto il Mediterraneo, il Mar Nero e il Mar Rosso settentrionale e che ha incontrato intellettuali e artisti, effettuando ricerca oceanografica, formando uomini di mare e comandanti. Simone Perotti e Francesca Piro, responsabili del Progetto, racconteranno la loro esperienza e spiegheranno gli obiettivi che si propongono di portare avanti nei prossimi anni. Accanto agli appuntamenti culturali verrà offerto ai visitatori un contatto con i sapori del cibo. Infatti, nella splendida cornice del Parco Sandro Pertini, sarò allestito un eccezionale Percorso Degustativo con la presenza di eccellenze della produzione agro-alimentare e vinicola.

Brasile, troppo pelo di ratto nel concentrato di pomodoro di 5 prodotti: ANVISA ne proibisce la vendita.

Brasile, troppo pelo di ratto nel concentrato di pomodoro di 5 prodotti: ANVISA ne proibisce la vendita. Lotti dei prodotti sono stati ritirati dal mercato nazionale brasiliano. Troppo pelo di topo nel concentrato di pomodoro anche se sembra che una certa quantità di pelo di ratto sia ammessa nel concentrato di pomodoro brasiliano. Ma quando è troppo è troppo. ANVISA, l'organismo di vigilanza sui prodotti di carattere medico e sanitario che vengono commercializzati in Brasile, ha ordinato il ritiro urgente da tutti gli scaffali dei supermercati brasiliani di 5 prodotti di concentrato di pomodoro. L'azienda produttrice, Cargill Agrícola, una multinazionale statunitense, attiva principalmente nel settore alimentare, considerata l'azienda a controllo familiare più grande del mondo ha ritirato i lotti sul piano nazionale. Si tratta dei marchi Amorita, Aro, Elefante, Predilecta e Pomarola. Il provvedimento colpisce il concentrato di pomodoro dei lotti L011810 del marchio Elephant, conservato nelle confezioni di latta da 340 gr e la data di scadenza minima del 7/10/16; il lotto L032502 del concentrato di pomodoro marchio Elephant, confezionato in lattina da 190 gr e la data di scadenza minima dell'08/18/17 e il lotto L030903 della tradizionale salsa di pomodoro marchio Pomarola, in confezione di latta da 340 gr e la data validità minima del 08/31/17. Tutti i prodotti sono stati vietati da ANVISA sin dal 28 luglio. Al momento, ne è stata vietata la commercializzazione, contenendo il prodotto una soglia del pelo di ratto al di sopra dei limiti di legge rendendo il concentrato di pomodoro non idoneo al consumo. Le lattine di concentrato di pomodoro, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, sono state vendute in tutto il paese in Brasile, principalmente nelle catene dei supermercati. Non è dato sapere, però, se anche in Italia il prodotto in questione sia stato inscatolato e commercializzato con altro marchio.

ONG tedesca vuole acquistare biglietti aerei per i migranti che tentano di venire in Europa per evitare che muoiano nei viaggi della speranza

ONG tedesca vuole acquistare biglietti aerei per i migranti che tentano di venire in Europa per evitare che muoiano nei viaggi della speranza Una ONG tedesca spera di raccogliere denaro per portare i migranti utilizzando voli aerei in modo da impedire di morire in mare, così come la moltitudine di sfortunati che partiti dal Nord Africa e dal Medio Oriente hanno perso la vita nel Mediterraneo. "Facciamo volare in Europa" è una nuova organizzazione non governativa con sede in Germania, che spera di raccogliere fondi dai cittadini tedeschi al fine trasportare i migranti dal Nord Africa e dal Medio Oriente direttamente in Germania. L'associazione sostiene la ONG è stata esclusivamente creata per evitare che i migranti muoiano in mare nei viaggi troppo spesso tragici in tutto il Mediterraneo, secondo quanto riportato dall'emittente tedesca Deutschlandfunk. Fondata da Matheus Meinlschmidt e Markus Jaggo, entrambi di 24 anni, studenti che studiano scienze politiche nella città tedesca di Tubinga, "Prendi il volo verso l'Europa", è pubblicizzata come un'alternativa sicura per i migranti che vogliono chiedere asilo in Europa. Il portavoce Markus Jaggo ha sottolineato che il gruppo deve includere membri provenienti da sette stati membri europei affinché possa essere ascoltato nel Parlamento europeo e che hanno già aderito al progetto persone provenienti da Grecia, Italia e Spagna. Jaggo ha detto che le compagnie aeree sono state riluttanti a portare i migranti nel caso in cui sono state respinte le loro richieste di asilo, dicendo che le compagnie aeree possono essere multate per 3.000 euro per portare i richiedenti asilo respinti e che avrebbero la responsabilità di rimpatriargli. Una procedura che può costare fino a 50.000 euro per ogni migrante. Il gruppo vorrebbe l'abolizione della direttiva UE che prevede le sanzioni per le compagnie aeree e renderle responsabili per i migranti, liberandole fino a portare il maggior numero di migranti che possono essere trasportati con il rimborso della ong. "I rifugiati dovrebbero avere la possibilità di un normale acquisto del biglietto per salire a bordo di un aereo e quindi la procedura di asilo è verificata negli Stati di provenienza ", ha detto Jaggo. Mentre non vi è dubbio che una moltitudine di migranti sono morti nel tentativo di attraversare il mare dal Nord Africa nel 2016 considerato l'annus horribilis per le migrazioni, l'atteggiamento di accoglienza dei tedeschi a massicce ondate di migranti è drasticamente cambiato nel corso dell'ultimo anno. La maggior parte dei tedeschi in recenti sondaggi hanno comunicato di voler un controllo sulla migrazione di massa e molti vogliono la fine del tutto. La migrazione del Nord Africa è stato in gran parte la direttrice della crisi dei migranti e molti, tra cui il primo ministro libico, hanno avvertito che lo Stato islamico si starebbe "infiltrando" tra i migranti. Per alcuni, data la possibilità di finanziamento, il gruppo può facilmente essere in grado di usufruire di voli verso l'Europa attraverso il programma "Facciamo volare verso l'Europa". Si tratta per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, una proposta interessante che dovrebbe essere presa in considerazione dalle istituzioni internazionali, in quanto potrebbe da una parte costituire un passo in avanti nel controllo del fenomeno migratorio e dall'altra per fermare l'ecatombe di vite umane e perse nel Mare Nostrum.

sabato 27 agosto 2016

Carinzia: italiano semina il panico a bordo del treno minacciando di sparare tutti, arrestato. Un sardo minaccia di sparare i viaggiatori sulla linea Klagenfurt-Roma.

Carinzia: italiano semina il panico a bordo del treno minacciando di sparare tutti, arrestato. Un sardo minaccia di sparare i viaggiatori sulla linea Klagenfurt-Roma. Bloccato e arrestato dalle unità speciali "Cobra" della Polizia austriaca L'attacco con ascia su un treno a Würzburg, l'attacco mortale a dei macchinisti in Svizzera, la sparatoria nella scuola nella S-Bahn di Monaco di Baviera: tutti questi sono ancora brutti ricordi. Ed ora i passeggeri dei treni, collaborano a denunciare facendo scattare l'allarme, soprattutto se essi sono minacciati. Proprio come nella notte di venerdì su un treno che da Klagenfurt è diretto a Roma. Un donna di 34 anni nativa di Klagenfurt con i suoi due bambini si è rinchiusa nella toilette del treno e ha avvisato la polizia del pericolo. Un italiano di 39-anni ha iniziato a dare in escandescenza ed ha minacciato di sparare la donna e tutti i passeggeri del treno. L’uomo nativo di Cagliari è salito sul convoglio e ha iniziato a molestare alcuni viaggiatori: «Vi ammazzo tutti, vi sparo». Alla stazione di Villach sono intervenute subito le forze speciali "Cobra" della Polizia austriaca. Il treno era abbastanza pieno, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. La chiamata di emergenza è arrivata intorno a mezzanotte, e dopo appena 15 minuti, l'uomo è stato arrestato nel suo scompartimento del treno. Non aveva armi ed è stato arrestato senza opporre resistenza. L'italiano era estremamente trasandato e parlava inglese ed è stato portato al centro di detenzione della polizia di Villach dove è in stato di arresto. Il motivo del gesto non è ancora chiaro, anche se l'inchiesta della polizia è rivolta in tutte le direzioni. Inoltre, la richiesta della Polizia della Carinzia in Italia non ha finora portato ad alcun risultato, ha dichiarato Stephan Brozek comandante della polizia di Villach. L'uomo aveva precedenti in Italia per un reato minore.

Virus Febbre del Nilo occidentale in rapido aumento nelle ultime settimane. Colpite oltre Modena anche le province di Cremona, Mantova, Reggio nell'Emilia, Rovigo e Verona

Virus Febbre del Nilo occidentale in rapido aumento nelle ultime settimane. Colpite oltre Modena anche le province di Cremona, Mantova, Reggio nell'Emilia, Rovigo e Verona Pochissimi ne parlano, ma lo “Sportello dei Diritti” ha continuato fin dall’inizio dell’estate appena passata a diffondere i dati relativi alla pericolosa diffusione di un virus conosciuto come “Febbre del Nilo occidentale” che anche il centro europeo per la prevenzione delle malattie e controllo (ECDC) ha tenuto sotto stretto monitoraggio. Stavolta il campanello d’allarme è suonato anche in altre province italiane. Sono, quindi, 10 sino alla data di oggi, i casi registrati in Italia tra l'1 e il 25 agosto, di malattia neuroinvasiva da West Nile virus, verificati in particolare in tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Questi sono i dati ufficiali confermati dal servizio di sorveglianza del Centro nazionale di epidemiologia e dell'Istituto superiore di sanità. Il 55% dei casi riguarda uomini con un'età media di 64 anni. Per quanto riguarda la distribuzione per province sono così di seguito suddivise: Cremona (1), Mantova (3), Reggio nell'Emilia (1), Rovigo (2) e Verona (2) e uno della provincia di Modena già interessato confermati. Nei giorni scorsi il virus West Nile Virus ha fatto la sua comparsa anche in queste due province dove, come è noto, abbondano piantagioni e allevamenti. Per l’Unione Europea, invece sono 54 complessivamente i casi confermati ad oggi e 63 i casi registrati nei paesi limitrofi. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, poiché gli esperti ritengono che il collegamento fra il ciclo rurale e quello domestico è determinato da alcune zanzare della macchia che potrebbero penetrare negli ambienti domestici infettando il pollame o altri animali d’allevamento e da compagnia, i quali poi potrebbero essere punti da zanzare nella fase della viremia, si raccomanda di evitare, in zone a rischio, il contatto con animali deceduti e di prevenire la proliferazione delle zanzare limitando le superfici umide tra le quali, rende bene l’idea, il classico esempio del sottovaso sempre pieno d’acqua. È evidente, inoltre, che ai primi sintomi, bisogna rivolgersi al proprio medico di famiglia. Si ricorda, a tal proposito che gli indici segnalati sono rappresentati da febbre moderata dopo pochi giorni di incubazione, che dura da tre a sei giorni, accompagnata da malessere generalizzato, anoressia, nausea, mal di testa, dolore oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari), tosse, eruzioni cutanee, diarrea, linfadenopatia e difficoltà a respirare. In meno del 15% dei casi, negli anziani e nei soggetti più deboli, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche quali meningite o encefalite. Non esistono al momento vaccini o trattamenti specifici, vengono di norma usati farmaci per alleviare la sintomatologia tipica della malattia. É peraltro importante sottolineare che l'ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ogni settimana pubblica un rapporto informativo sulla febbre del Nilo occidentale che comprende mappe della attuale distribuzione geografica dei casi autoctoni umani nell'UE e nei paesi limitrofi, tra cui un confronto con i dati precedenti, un aggiornamento della situazione e una tabella del numero di casi di paese e zona. Esso è pubblicato sul sito dell’istituzione europea ogni venerdì pomeriggio. L'obiettivo del progetto è quello di informare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della salute delle aree nelle quali risulta possibile il contagio del virus del Nilo occidentale agli esseri umani al fine di sostenere la loro attuazione della normativa sulla sicurezza della salute. Secondo la normativa europea sulla sicurezza della salute, gli Stati membri devono avviare misure di controllo per assicurare la sicurezza in caso di casi di febbre del Nilo occidentale. Una sfida importante per l'attuazione del presente regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.

venerdì 26 agosto 2016

Listeria nel "Gorgonzola Selezione Reale" della Cetra Alimentari: al via il ritiro dai supermercati.

Listeria nel "Gorgonzola Selezione Reale" della Cetra Alimentari: al via il ritiro dai supermercati. Batteri patogeni del tipo listeria sono stati trovati nel corso di controlli su campioni del Gorgonzola Selezione Reale da 200 grammi in vendita nei supermercati. Non potendo escludere pericoli per la salute dei consumatori, le catene hanno quindi deciso di ritirare dal commercio quattro formaggi forniti dalla medesima azienda, la Cetra Alimentari SA. Si tratta, oltre a quello già citato, di un altro Gorgonzola Selezione Reale, del Gorgonzola Piccante Reale e del Gorgonzola Gran Riserva. Il formaggio, Lotti: L 16202 con data di scadenza 11.09.2016 L 17516 con data di scadenza 25.09.2016 e Lotto: L 17516 con data di scadenza 30.09.2016, sono stati venduti in diverse catene di supermercati. Le listerie possono causare problemi di salute. In singoli casi, dopo aver consumato il prodotto possono insorgere sintomi influenzali (febbre, mal di testa, nausea). Alle donne incinte e alle persone con immunodeficienza che presentano i sintomi descritti si raccomanda di consultare un medico. Inoltre il periodo di incubazione della Listeria è di minino tre settimane, fino ad un massimo di otto. Per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, invita a non consumare il formaggio e a restituirlo presso i punti vendita per il rimborso, poiché non e' facile individuare la presenza del batterio negli alimenti dato che il cibo non risulta essere alterato ne' nell'aspetto ne' nel sapore. Nel frattempo i cittadini che dovessero avvertire sintomi di malessere dopo aver mangiato il formaggio in questione, in particolare le donne incinte e le persone con deficienze immunitarie, consultino immediatamente un medico. Tra le missioni dello "Sportello dei Diritti" è anche quello di pubblicare i richiami e gli avvertimenti al pubblico relativi ad alimenti che devono essere ritirati perché mettono in pericolo la salute. Le aziende alimentari sono obbligate a ritirare dal mercato o richiamare i prodotti se gli alimenti da loro importati, fabbricati o venduti non sono sicuri o mettono in pericolo la salute dei consumatori. L’associazione pubblica i richiami e gli avvertimenti al pubblico in collaborazione con le autorità competenti e le relative imprese. Trattandosi di allerta internazionale, abbiamo dovuto procedere in tal senso anche noi.

Terremoto: migranti africani vanno in zona terremoto per aiutare i sopravvissuti

Terremoto: migranti africani vanno in zona terremoto per aiutare i sopravvissuti In queste ore di dolore arriva una bella notizia di integrazione. Migranti africani che sperano di iniziare una nuova vita in Italia dopo aver rischiato la vita attraversando il Mediterraneo Mercoledì si sono diretti verso la zona del terremoto per aiutare le persone locali che hanno perso tutto nel disastro. I richiedenti asilo, provenienti dal Nord Africa e ospitati in una struttura di Monteprandone (Ascoli Piceno), indossando una tuta arancione brillante, si sono uniti ai circa 800 soccorritori che operano nelle aree disastrate. Utilizzando pale, zappe e rastrelli, il gruppo di circa 20 migranti ha contribuito a preparare il terreno per le tende e un campo per gli atterraggi di elicotteri. Durante una pausa, i migranti, che sono tutti i musulmani, si sono inginocchiati per pregare nei pressi di una delle tende. "E' stata una loro idea ha sottolineato il responsabile del centro dove i richiedenti asilo vivono nell'Ascolano, Paolo Bernabucci, presidente del Gus, Gruppo Umana Solidarietà, a offrirsi per dare una mano in questo momento tragico alla regione che li ospita". Nella marea di solidarietà, commenta Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, questo gesto, trascendendo ogni appartenenza, unisce nel dolore chi ha perso tutto nel terremoto a chi ha abbandonando affetti e paesi a causa di guerre o carestie.

Terremoto: solidarietà dal Canada. Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi a Vaughan apre raccolta fondi per aiutare le vittime del terremoto. Anche un canadese tra le vittime

Terremoto: solidarietà dal Canada. Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi a Vaughan apre raccolta fondi per aiutare le vittime del terremoto. Anche un canadese tra le vittime Anche il Canada si sta mobilitando per dare un aiuto concreto alle popolazioni colpite dal terribile terremoto in Centro Italia, nella notte di mercoledì 24 agosto. Ci è voluto meno di un giorno per un un'organizzazione italiana-canadese con le radici a Vaughan a entrare in azione per aiutare le vittime del devastante terremoto italiano che finora ha causato la morte di 268 persone, tra cui un canadese. Il Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, distretto di Toronto, ha creato una partnership con la cooperativa finanziaria IC Savings (Italy Canadian Savings & Credit Union) e la Vaughan Credit Union aprendo il "Fondo Terremoto italiano 2016" per sostenere i primi aiuti. Per contribuire al fondo è sufficiente chiamare al n° 416-531-9964 dell' ufficio canadese del Congresso Nazionale del Distretto italiano di Toronto o effettuando una donazione attraverso la filiale IC Savings e del locale.Credit Union. Riempie di gioia e commuove, commenta Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, vedere come tanti italiani sparsi per il mondo si uniscono ai loro connazionali in Italia per dare energia a questa incredibile macchina di solidarietà e di generosità a sostegno delle vittime del terremoto. Questo senso di forte partecipazione di sentimenti di dolore, tutto italiano, è particolarmente sentito all’estero perché riaggrega il forte sentimento nazionale indipendentemente dalle estrazioni regionali. La comune identità è un sentimento forte che esplode nei momenti difficili della società, con i valori più alti della solidarietà e della fratellanza. E’ la grande forza della italianità nel mondo. Con l'occasione la nostra associazione esprime il più vivo cordoglio per le vittime del sisma.

giovedì 25 agosto 2016

AIFA: ritiro lotto contraccettivo specialita’ medicinale NACREZ. Impurezza D in confezioni del suddetto farmaco

AIFA: ritiro lotto contraccettivo specialita’ medicinale NACREZ. Impurezza D in confezioni del suddetto farmaco L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha disposto il ritiro, a scopo cautelativo, del lotto n. P44846 della specialità medicinale NACREZ*28CPR RIV 75MCG – AIC 041950015 della ditta Teva Italia Srl. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito necessario a seguito della notifica di allerta rapido proveniente dalla Repubblica Ceca risultato fuori specifica per impurezza D in confezioni del suddetto farmaco. Il lotto in questione non potrà essere utilizzato e la ditta Teva Italia dovrà assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento. NACREZ è una pillola a base di solo progestinico, contenente il progestinico desogestrel. Come altre pillole a base di solo progestinico, NACREZ è più adatta per l’uso durante l’allattamento al seno e per le donne che non possono o non vogliono usare estrogeni. Diversamente dalle pillole tradizionali a base di solo progestinico, l’effetto contraccettivo di NACREZ è raggiunto principalmente attraverso l’inibizione dell’ovulazione. Altri effetti comprendono un aumento della viscosità del muco cervicale. In uno studio condotto per 2 cicli, nel quale per definire l’ovulazione è stato utilizzato un livello di progesterone superiore a 16 nmol/L per 5 giorni consecutivi, è stata rilevata un’incidenza di ovulazione dell’1% (1/103) con un intervallo di confidenza al 95% di 0,02%-5,29% nel gruppo ITT (errore della donna e insuccesso del metodo). L’inibizione dell’ovulazione è stata ottenuta dal primo ciclo d’impiego. In questo studio, quando il trattamento con desogestrel è stato interrotto dopo 2 cicli (56 giorni consecutivi), l’ovulazione si è verificata in media dopo 17 giorni (range 7 – 30 giorni). In uno studio comparativo di efficacia (che consentiva un periodo massimo di 3 ore per la compressa dimenticata), l’indice di Pearl complessivo ITT calcolato per desogestrel è stato di 0,4 (intervallo di confidenza al 95% di 0,09–1,20), rispetto al valore di 1,6 (intervallo di confidenza al 95% di 0,42–3,96), calcolato per 30 μg di levonorgestrel. L’indice di Pearl per NACREZ è confrontabile con quello storicamente calcolato per i contraccettivi orali combinati nella popolazione generale che usa contraccettivi orali combinati. Il trattamento con NACREZ determina la riduzione dei livelli di estradiolo fino a valori corrispondenti all'inizio della fase follicolare. Non sono stati osservati effetti clinicamente rilevanti sul metabolismo dei carboidrati, su quello lipidico e sull’emostasi.

mercoledì 24 agosto 2016

Stop al progetto dell'Università Islamica di Lecce. Arriva, in esclusiva allo “Sportello dei Diritti”, la replica di Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione, alle dichiarazioni del sindaco Perrone

Stop al progetto dell'Università Islamica di Lecce. Arriva, in esclusiva allo “Sportello dei Diritti”, la replica di Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione, alle dichiarazioni del sindaco Perrone Di seguito pubblichiamo la replica di Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione dell'Università Islamica di Lecce, rilasciata in esclusiva allo “Sportello dei Diritti” alle affermazioni del sindaco di Lecce Paolo Perrone rilasciate ai microfoni del TG3 Puglia. "In merito all'intervista del Tgr Puglia di oggi ore 14 al sindaco di Lecce: non ci interessa nessuna ulteriore polemica col Sindaco di Lecce...tutti sanno che avevamo un progetto riguardante l'ex tabacchificio di via Birago attestato da vari interventi sui giornali e TV locali...tutti sanno che il sindaco di Lecce non ha mai accettato di incontrarci per consentirci di sottoporre alla sua attenzione il nostro progetto e tutti ne hanno intuito i motivi, anche questo attestato da vari interventi sulla stampa locale e specialmente su Telerama...tutti, in ultimo, sanno che presso l'ufficio tecnico del Comune di Monteroni esiste un progetto di lottizzazione per la costruzione dell'ateneo islamico, peraltro pubblicato sul nostro sito internet...e neanche qui abbiamo ottenuto udienza. Quindi di cosa parla il Sindaco di Lecce? E mi fermo qui perché è inutile proferire epiteti e aggettivi nei confronti di chicchessia...ognuno sia libero di farsi una propria opinione. Ripeto per l'ultima volta che non intendiamo farci coinvolgere in nessuna ulteriore polemica, parlano per noi i fatti, quelli passati e quelli attuali lontano da un Salento che ancora una volta, secondo me, ha perso un'altra grande opportunità di essere concretamente e non solo per slogan la tanto proclamata Porta d'Oriente". Come non dare ragione alle dichiarazioni di Paladini, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", specie alla luce delle affermazioni puntalmente smentite dai fatti, del solito Paolo Perrone, più impegnato ad evitare un declino politico - che ormai è all'orizzonte, alla ricerca spasmodica di una sua adeguata collocazione in ambito elettorale vista la fine del secondo mandato e senza scadenze in vista - piuttosto che a rilanciare Lecce in ambito internazionale, nonostante la cocente e recente sconfitta di Lecce Capitale della Cultura Europea cui si somma quella della prima università islamica che avrebbe potuto rappresentare un punto di riscatto per l'intero territorio salentino ed un vanto anche per il primo cittadino del capoluogo.

martedì 23 agosto 2016

Rifiuti e amianto nel canale - banchina della strada provinciale Lecce-San Cataldo

Rifiuti e amianto nel canale - banchina della strada provinciale Lecce-San Cataldo Il canale della banchina è una vera e propria discarica a cielo aperto. A documentare il degrado ed i rischi per l'ambiente alcuni cittadini che ci hanno girato delle fotografie. Chi più ne ha più ne "scarichi": tra pneumatici, amianto, plastica, ceramica, ecc.... Lo scempio ha inizio sul tratto di strada della provinciale Lecce-San Cataldo a ridosso del canale. Il tracciato dovrebbe essere controllato anche dalla Provincia di Lecce, in quanto titolare della strada in questione. Trovarsi davanti agli occhi centinaia di metri quadrati di rifiuti speciali e pericolosi abbandonati per tempi indeterminabili e senza che nessuno “batta ciglio”, sulla strada che porta alla marina dei leccesi, è sconcertante è tecnicamente un disastro ambientale. Una situazione che non solo arreca un evidente danno all'immagine di una delle principali località turistiche del Comune di Lecce, ma anche all'ambiente ed alla salute pubblica. Tutto questo oltre al persistere dello stato di permanente abbandono delle Nostre Marine, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, presidente dello "Sportello dei Diritti", dimostra l'insensibilità e la noncuranza di quel che resta dell'amministrazione provinciale.

Pornografia infantile: 75 arresti in tutta Europa, 5 in Italia. Emerso un "fenomeno sommerso ma molto diffuso".

Pornografia infantile: 75 arresti in tutta Europa, 5 in Italia. Emerso un "fenomeno sommerso ma molto diffuso". L'Europol martedì ha inferto un colpo importante contro un gruppo di pedofili attivo a livello internazionale su Internet. L'indagine è stata denominata "Operation Daylight". Al termine delle indagini di Europol, la polizia ha arrestato in diversi paesi europei decine di sospetti per la pornografia infantile. Complessivamente sono state arrestate 75 persone tra cui 5 italiani. Europol aveva trasmesso informazioni su 611 casi sospetti alle autorità di sicurezza nei rispettivi Stati e solo in 207 casi sono stati indagati. L'azione denominata "Operation Daylight" ha colpito tutti gli Stati membri dell'UE ad eccezione di Malta e della Repubblica Ceca, ha spiegato un portavoce. In Italia, sono stati arrestati cinque sospetti su 16 che sono stati controllati. Secondo la polizia italiana."L'operazione ha scoperto una vasta rete di pedofili". Alla luce della notizia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre impegnata anche nella tutela dei diritti dell'infanzia, chiede che anche l'Italia utilizzi gli strumenti e le reti messi a disposizione da Europol per prevenire e contenere la pedofilia e la pedopornografia. Sono questi fenomeni sommersi ma diffusi piu' di quanto dicano i numeri ufficiali. Il vero allarme e' legato ai luoghi degli abusi, il 90% degli avvengono in famiglia, e a chi li compie, in gran parte sono commessi da padri e nonni. Il 68% di chi subisce abusi sono femmine. Oltre a questo c'e' il fenomeno del turismo sessuale nel quale l'Italia e' al primo posto con 80mila viaggi l'anno. In continuo aumento sono poi la pedopornografia e la pedofilia online.

lunedì 22 agosto 2016

Zara, una delle catene leader dell'abbigliamento, accusata in USA di ingannare i clienti con meccanismi fraudolenti. Avviata una class action

Zara, una delle catene leader dell'abbigliamento, accusata in USA di ingannare i clienti con meccanismi fraudolenti. Avviata una class action Una pesante accusa arriva contro la catena di abbigliamento Zara. Secondo una class action da 5 milioni di dollari, i cui contenuti sono stati svelati in esclusiva dal quotidiano britannico Daily Mail Online, è stata avviata negli USA per richiede il risarcimento da parte di milioni di consumatori americani che sarebbero stati vittima di in una maxi truffa sui prezzi.L'azione collettiva sostiene che il gigante spagnolo di vendita al dettaglio, avrebbe 'ingannato' i consumatori degli Stati Uniti attraverso un meccanismo ben noto nel settore della moda denominato " bait-and-switch', di non semplice traduzione ma semplice da comprendere, che porterebbe gli acquirenti a pagare 'ben oltre' l'importo indicato.La citazione in giudizio effettuata dal noto avvocato di Los Angeles Mark Geragos riguarderebbe lamentate pratiche tariffarie 'fraudolente' che sarebbero state utilizzate in tutti gli Stati Uniti, arricchendo Zara per miliardi di dollari. Il legale è arrivato a queste conclusioni dopo aver effettuato un'indagine sulle pratiche tariffarie di Zara ritenute 'illegali' e sostiene che l'azienda di abbigliamento perpetua l''inganno' in due modi.In primo luogo, Zara USA Inc, individuerebbe il prezzo dell'abbigliamento solo in euro, che è già di per sè fonte di confusione per molti consumatori, tanto da attirarli facilmente.Ma come se non bastasse - il legale sostiene - non solo lo stesso prodotto è venduto per un importo sostanzialmente più elevato in dollari, ma è anche pagato in eccesso rispetto al vero importo convertito, se la valuta dovesse essere convertita utilizzando quel giorno i tassi di cambio stranieri.Questa pratica poco raccomandabile, come detto, è nota come "bait-and-switch" nel settore della moda.Il secondo meccanismo, risiederebbe nella procedura di 'cover-up dei prezzi' (copertura dei prezzi)- in cui il prezzo in euro è coperto con un adesivo da quello in dollari.In quei casi, l'importo in dollari è quasi sempre applicato in forma di etichetta sul prezzo in euro stampato su quella originale. La class action sostiene che l'importo in dollari è molto al di sopra del vero importo convertito se il prezzo di euro fosse stato correttamente convertito in dollari.Secondo il dossier da 26 pagine, Zara sta violando le leggi degli Stati e quella federale per attirare i consumatori a sè utilizzando queste tattiche basate sulla confusione determinata dalla valuta estera e poi li inganna nel pensare che stanno pagando di meno.E in conseguenza di queste procedure, sempre per quanto sostenuto nella class action, Zara otterrebbe un enorme margine di profitto sul prezzo senza informare correttamente il consumatore.Il legale ha affermato che: 'la pratica di Zara di assicurare ai consumatori che la discrepanza tra il prezzo di etichetta in Euro (€), e il prezzo del dollaro ($) al registro è semplicemente il risultato di una adeguata applicazione del tasso di conversione da euro a dollari."'In effetti, il tasso di conversione è interamente applicato erroneamente - nella misura in cui viene applicato anche a tutti - in modo tale che i consumatori americani stanno pagando molto di più che i rispetto ai prezzi reali dei prodotti.'I documenti legali continuano a sostenere che Zara ha anche 'perpetuato una politica aziendale di disinformazione dei consumatori che fanno credere che il costo di abbigliamento che hanno acquistato è superiore al prezzo di etichetta.La causa è stata presentata in California dallo studio legale Geragos & Geragos per conto di un uomo chiamato Devin Rose e potenzialmente rivolta a milioni di altri clienti contro Zara USA Inc.Zara, la cui storia commerciale ha avuto inizio nel 1975, è un marchio leader della moda globale con più di 2.100 punti vendita in 88 paesi, mentre ad oggi il gruppo vanta 71 negozi Zara nei soli Stati Uniti.L'azienda commercializza abbigliamento simile all'alta moda ma a prezzi accessibili, ed è molto popolare con le celebrità tra cui Kim Kardashian, Katie Holmes e la duchessa di Cambridge che hanno sempre dimostrato una particolare attenzione al marchio.La signora Rose ha acquistato tre camicie da un negozio di vendita al dettaglio Zara a Sherman Oaks, California, il 17 maggio di quest'anno. L'azione legale sostiene che Rose è stata attratta dal basso costo delle camicie, ciascuna delle quali indica un prezzo di 'euro 9,95' sul suo cartellino.Ma Rose ha potuto appurare che per le camicie in questione, per il suo sgomento, era stato effettivamente addebitata la cifra di 17,90 dollari per ciascuna di essi. Ha subito messo al corrente il cassiere di questo il quale gli aveva riferito che la differenza di prezzo è dovuta al tasso di conversione tra euro e dollari.Allo stesso tempo, un altro cliente ha anche sollevato la stessa questione e gli era stata data la stessa spiegazione.L'atto di citazione presentato rileva che al momento in cui Rose ha acquistato le magliette, il tasso di cambio euro-dollaro attuale avrebbe comportato che il costo di euro 9,95 a camicia sarebbe dovuto essere di circa 11,26 dollari ciascuna.Invece, Zara si sarebbe fatto pagare 17,90 dollari per capo - con un margine di profitto di quasi il 60%.Nell'atto, è stato aggiunto che: 'Per le ulteriori indagini, Zara è stata impegnata in tali pratiche tariffarie fraudolente attraverso gli Stati Uniti.'In media, i consumatori pagano da 5 a 50 dollari in più rispetto al più basso prezzo in euro indicato in etichetta. 'Nel complesso, le esperienze di shopping dei consumatori ordinari come il signor Rose, hanno portato Zara a essersi ingiustamente arricchita per la somma di miliardi di dollari.'Rose, avrebbe avviato la class action per costringere Zara ad essere un'azienda 'trasparente e responsabile' e per 'cessare la sua pratica di frodare i clienti e fare tutto ciò a quei consumatori che sono stati vittime delle sue pratiche ingannevoli".Non è la prima volta, ricorda il Daily Mail Online che Zara si è trovata citata in giudizio in USA per altre class action. Secondo il sito Refinery29, il rivenditore spagnolo avrebbe pagato 1,6 milioni di dollari per una class-action avviata per aver violato il Fair Credit Reporting Act nel novembre dello scorso anno.Le ricevute stampate tra il 17 dicembre 2014 e 27 aprile 2015 avevano le prime sei cifre di numeri di carte di credito degli amanti dello shopping su impresse di esse quando solo le ultime quattro cifre sono autorizzati per legge a essere incluse.Zara ha accettato di pagare i clienti fino a $ 100 per ogni transazione. L'ultima class action è stata presentata venerdì scorso presso la Corte Federale della California, Distretto Centrale. Ben Meiselas, l'altro avvocato dello studio Geragos & Geragos, ha detto al Daily Mail Online: 'Siamo fiduciosi che questa class action costringerà Zara a fermare le sue pratiche tariffarie illegali di aumento sostanzialmente superiore a quello dei prezzi indicato sulle targhette dei suoi vestiti, che, in media, ha determinato i consumatori americani a pagare dai 5 ai 50 dollari in più per ogni articolo, e miliardi di dollari in totale '. Mentre un portavoce di Zara ha detto: 'Zara USA nega con veemenza qualsiasi accusa che sostiene che l'azienda attui pratiche tariffarie ingannevoli negli Stati Uniti. 'Anche se non abbiamo ancora risposto alla denuncia contenente queste affermazioni infondate, siamo orgogliosi del nostro impegno fondamentale per la trasparenza e onestà, condotta etica con i nostri stimati clienti. 'Rimaniamo concentrati sulla fornitura di un servizio alla clientela eccellente e prodotti di moda di alta qualità a un grande valore per i nostri clienti. Siamo lieti di presentare la nostra piena difesa a tempo debito attraverso il procedimento legale".Il modello di business 'fast fashion' di Zara ha contribuito a renderlo uno dei più grandi marchi di abbigliamento del mondo, con il proprietario Inditex concentrantosi sui negozi di grandi dimensioni, di punta e il suo funzionamento on-line negli ultimi anni.Certo è che il gigante della moda per tutti dovrà difendersi dalle pesanti accuse mosse negli USA, rileva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ricorda come il modello statunitense di class action, certamente più efficiente di quello italiano, può servire comunque da una parte a controbilanciare lo strapotere delle multinazionali rispetto a quello dei piccoli consumatori ed utenti, anche attraverso il ricorso al danno punitivo ed alla conciliazione e dall'altra a costituire un fondamentale deterrente proprio avverso a pratiche commerciali non corrette a danno della collettività.

domenica 21 agosto 2016

Arance e limoni possono combattere malattie causate da obesità, tra cui il diabete. Lo rivela un nuovo studio brasiliano

Arance e limoni possono combattere malattie causate da obesità, tra cui il diabete. Lo rivela un nuovo studio brasiliano Sapevamo già che l’alimentazione è alla base della nostra salute, insieme a una sana e moderata attività fisica. Ciò che invece ancora non era stato scoperto è che la sindrome metabolica e tutte le malattie a essa correlate potrebbero essere evitate con un consumo adeguato di arance e limoni. Gli agrumi, infatti, possono avere maggiori poteri del previsto per contrastare gli effetti dannosi dell'obesità causata da una dieta occidentale ad alta contenuto di grassi e zuccheri. I frutti non solo hanno un sacco di vitamine ma anche antiossidanti che prevengono le malattie causate da obesità. Lo studio in questione, sostiene che il succo d'arancia ha effetti benefici per le persone che non sono obese, ma hanno diete ricche di grassi, mettendole a rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, l'insulino-resistenza ed obesità addominale. La scoperta dell'Universidade Estadual Paulista in Brasile ha suggerito che l'obesità aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiache, malattie epatiche e diabete a causa di infiammazione e stress ossidativo. Mangiare una dieta ricca di grassi provoca l'accumulo di grasso e queste cellule grasse producono una specie eccessiva reattiva dell'ossigeno che può danneggiare le cellule in un processo chiamato stress ossidativo. Il corpo di solito può combattere le molecole con gli antiossidanti, ma gli obesi hanno ampliato le cellule adipose, che può portare a livelli di specie reattive dell'ossigeno che possono sopraffare la capacità del corpo di contrastarle. Questo studio potrebbe avere un impatto enorme sulla loro capacità di curare queste malattie. Oltre ad aiutare nel trattamento del diabete e delle malattie cardiache potrebbe disinnescare la bomba a orologeria dell’obesità. Nello specifico, il team di ricerca è riuscito a scoprire che l’esperetina (HESP) delle arance è in grado di agire per combattere patologie croniche. In special modo, se abbinata a precise dosi farmaceutiche, sembra essere in grado di ridurre il glucosio nel sangue, migliorare la salute delle arterie e la secrezione di insulina. La sostanza sembra agire aumentando una precisa proteina, la Glo1 o gliossalasi che nel corpo è in grado di inibire un derivato dello zucchero denominato methylglyoxal. Per arrivare a tali conclusioni sono state esaminate diverse persone obese e in sovrappeso con un BMI compreso tra i 25 e i 40. Ora la prossima meta è lo sviluppo di un farmaco che possa contenere questo composto. Nonostante il passo avanti sia particolarmente entusiasmante, evidenzia Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” è anche importante sottolineare che l'attività fisica, la dieta, lo stile di vita sano e i trattamenti attuali dovrebbe essere comunque rispettati.

Funzionario dell'Università Islamica di Lecce accusato di antisemitismo e censurato su internet. Arriva la precisazione di Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione

Funzionario dell'Università Islamica di Lecce accusato di antisemitismo e censurato su internet. Arriva la precisazione di Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione, in esclusiva allo “Sportello dei Diritti”. Dopo la notizia del funzionario del segretario della fondazione dell'Università islamica d'Italia, a Lecce, puntuale arriva la precisazione di Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione, in esclusiva allo “Sportello dei Diritti”. "Grazie a Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ho appreso solo adesso della dichiarazione di Villani su FB pubblicata da Ynet. Tale situazione sarà sottoposta a discussione prossima del Comitato Scientifico di Unislamitalia, ma fin da subito posso esprimere il mio personale pensiero: tale dichiarazione non è condivisibile assolutamente nei sui contenuti né nel linguaggio usato. Unislamitalia ha nel suo DNA la ricerca ad oltranza del dialogo per la pace con tutte le parti in causa e rifugge da ogni atteggiamento o slogan che propagandano odio razziale a tutti i livelli. Siamo impegnati insieme a cristiani ed ebrei nella messa in cantiere di iniziative che uniscano tutte le componenti religiose e laiche per la lotta alle guerre e per il contrasto al radicalismo e ad ogni forma di terrorismo sia concreto che mediatico che possano determinare conflitti e l'arretramento nei rapporti di cooperazione culturale che auspichiamo invece diventino sempre più stretti e continui tra comunità musulmana, cristiana ed ebraica".

Notizia shock da Israele sull'Università Islamica di Lecce. Sfiorato l'incidente diplomatico con Israele

Notizia shock da Israele sull'Università Islamica di Lecce. Secondo una notizia apparsa sul sito Ynet e ripresa dal The Times of Israel un funzionario del nascente ateneo Raffaello Villani, avrebbe chiesto su Facebook 'soluzione finale per i sionisti'. E che i 'veri ebrei sono le vittime del sionismo'. Sfiorato l'incidente diplomatico con Israele Lo scorso 4 agosto Facebook, Raffaello Villani, segretario della Fondazione dell'Università Islamica di Lecce ha scritto un post nel quale chiariva la propria posizione sul sionismo e antisemitismo. I messaggi ritenuti offensivi sarebbero stati scoperti dall'Ambasciata di Israele in Italia, e sarebbero stati rimossi a seguito di un intervento del Ministero dell'Interno. A riportarlo per primo il sito di notizie Ynet che addirittura avrebbe evidenziato una parte del messaggio del funzionario affermando che avrebbe scritto "ci deve essere una soluzione definitiva per i sionisti," e che "i veri ebrei sono le vittime del sionismo". Ovviamente la notizia è rimbalzata sui principali quotidiani israeliani, tra cui il "The Times of Israel" che ha criticato Villani, che lavora nel dipartimento di pubbliche relazioni dell'università, il quale sarebbe stato anche additato di utilizzare il social per criticare il primo ministro italiano Matteo Renzi. Secondo il rapporto, i funzionari israeliani avrebbero trasmesso i commenti di Villani al presidente di un gruppo interparlamentare Israele-Italia, che ha presentato una richiesta formale al governo italiano e al ministro degli interni. Sul sito online dell'importante media israeliano, si è subito strumentalizzata la vicenda avendo anche ricordato che la costruzione della Università islamica di Lecce lo scorso anno ha causato polemiche nel sud della città italiana e riportato solo parzialmente l'intervista a Newsweek dello scorso anno del fondatore dell'università, Giampiero Paladini, evidenziando solo una parte delle sue affermazioni ed in particolare che gli studenti del nascente ateneo sarebbero "i soggetti che sono influenzati dalla sharia [legge islamica]," la scuola servirebbe a "colmare il divario filosofica tra l'occidentale e mondi islamici ". Un fatto eclatante ed un incidente diplomatico sfiorato, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che evidenzia come sia potente l'influenza delle relazioni tra Israele e Italia che arrivano a spegnere sul nascere il pensiero di chi osa criticare le politiche sioniste, mentre si comprende che l'Università Islamica di Lecce, per la quale la nostra associazione si è sempre battuta, ha un nemico in più rappresentato proprio dalle lobby collegate al sionismo.

Inchiesta sul The Guardian: le costose scarpe 'italiane fatte per un tozzo di pane sfruttando la manodopera dell'Europa orientale

Inchiesta sul The Guardian: le costose scarpe 'italiane fatte per un tozzo di pane sfruttando la manodopera dell'Europa orientale. Uno studio preoccupante sostiene che i lavoratori che producono le grandi firme vendute nel Regno Unito hanno bassi salari e vivono in pessime condizioni lavorative Tutto parte dalle normative europee che consentirebbero alle “firme” nostrane o con sede in Europa, di poter assemblare le scarpe in paesi diverse da quelli in cui risultano "made", ossia fatti. A smascherare quello che è uno scandalo, ormai tristemente noto soprattutto nei grandi distretti calzaturieri abbandonati in Italia come quello del Salento, è un’inchiesta apparsa sul “The Guardian”. Secondo gli autori, milioni di acquirenti verrebbero portati a credere che le costose scarpe che si acquistano nei negozi d’Europa sono formalmente prodotti in Germania e in Italia – ma in realtà verrebbero realmente realizzati dai lavoratori sui salari di povertà che sfruttano la manodopera dell'Europa orientale. L’indagine schiacciante nel settore calzaturiero europeo, dettaglia i salari e le condizioni di lavoro illegali e scioccanti nelle fabbriche relativamente alle calzature prodotte per il mercato del Regno Unito. L'inchiesta sostiene che alcuni grandi marchi sembra stiano utilizzando una scappatoia legale, marchiando i loro prodotti con "Fatto in Italia" o "Made in Germany" per suggerire che siano di alta qualità, quando sono effettivamente state materialmente prodotte dai lavoratori dell'Europa orientale colpite dalla povertà. Lo studio ha accertato che i lavoratori di calzature in Albania guadagnavano poco meno di 49p (49 centesimi di sterlina) all'ora inclusi gli straordinari - che corrisponderebbe ad una paga illegale, anche in un paese così povero. Molti lavoratori in Macedonia, dove il salario orario è stabilito a partire da 64p (sempre centesimi di sterlina), vengono frequentement portati in ospedale, dopo lo svenimento in fabbrica dovuto lavoro a contatto con prodotti chimici aggressivi. "Se il datore di lavoro deve portare a termine, diciamo, un ordine di 9.000 paia di scarpe, metterà 90 coppie sul nastro e anche se rischi di morire, devi finirlo", ha detto un operaio intervistato dagli autori della relazione, dal titolo del lavoro Shoestring.Essa sostiene che una fabbrica macedone, che ha prodotto le scarpe Geox, pagava illegalmente bassi salari pari a 131 euro (£ 113) al mese, compreso gli straordinari. Il minimo legale è di 145 € oltre agli straordinari. Le scarpe Geox sono disponibili nel Regno Unito attraverso John Lewis e House of Fraser, tra gli altri rivenditori. Geox non ha risposto alle richieste di commento. I produttori sono in grado di approfittare di una scappatoia europea oscura nota come regime di traffico di perfezionamento passivo (OPT). Secondo la regola, le aziende preparano i componenti delle scarpe in un paese prima di esportarli verso un'economia a basso salario dove vengono assemblati e cuciti. Essi vengono quindi importati di nuovo al paese d'origine, duty free. Le scarpe finite possono così essere etichettate come fatte nel paese d'origine. Il rapporto, redatto da ricercatori di diversi gruppi per i diritti europei, si basa su interviste effettuate su 179 lavoratori in 12 fabbriche. La ricerca condanna il sistema OPT come "uno schema mortale per i lavoratori, le economie e le imprese nazionali" e lo descrive come "una strada economica e sociale alla rovina". I ricercatori hanno trovato che le fabbriche producono scarpe per marchi quali Zara, Lowa, Deichmann, Ara, Geox, Bata e Leder & Schuh AG e società controllate da CCC Shoes & Bags in Polonia e Rieker e Gabor in Slovacchia. Bata non ha affrontato le accuse direttamente, ma accolto con favore la relazione, sottolineando che "aveva fornito spunti interessanti nelle condizioni di lavoro in genere sotto-segnalati in Europa orientale". La società ha detto esige che i propri fornitori rispettino le leggi locali. Il rapporto ha esaminato la produzione in sei paesi europei a basso salario: Albania, Bosnia-Erzegovina , Macedonia, Polonia, Romania e Slovacchia. Uno su tre dei lavoratori albanesi interrogati sono stati pagati meno del salario minimo legale di 121 sterline al mese, anche con gli straordinari e bonus. Il rapporto ha indicato che le donne sono state generalmente trattate peggio. I lavoratori albanesi hanno riferito di dover lavorare su un massimo di 60 paia di scarpe al giorno. Le lavoratrici in Romania hanno detto che i loro mariti hanno dovuto trovare lavoro stagionale a basso reddito ad ovest per essere in grado di permettersi legna da ardere per il riscaldamento durante l'inverno. Un uomo ha detto: "Sia io che mia moglie lavoriamo in questa fabbrica. Siamo contenti di aver trovato lavoro, ma non possiamo immaginare l'educazione dei figli solo con due salari di fabbrica. I nostri genitori e parenti non possono sostenerci, così dobbiamo dipendere da questo salario miserabile. Abbiamo voluto passare dal villaggio alla città per una vita migliore, ma non possiamo permetterci di pagare l’affitto di un appartamento in città dai nostri stipendi ".Un’altra lavoratrice, Krisztina, ha detto che la sua famiglia ha dovuto allevare bestiame per nutrirsi. "Abbiamo un giardino e di alcuni animali. Se dovessi comprare la carne, come il petto di pollo dal negozio, non sarei in grado di permetterselo. Quindi, dobbiamo anche prenderci cura dei nostri animali ogni giorno, perché è l'unico cibo che possiamo permetterci. " Circa 24 miliardi di paia di scarpe sono prodotte in tutto il mondo ogni anno, di cui circa 729 milioni realizzate in Europa. Ma i prezzi delle scarpe europei sono notoriamente più elevati: in media il costo di esportazione per un paio di italiane è di 39 sterline, mentre una media per un paio cinese è di 3 sterline. In una fabbrica macedone che fornisce i marchi Geox, Deichmann e Bata, i lavoratori hanno detto che avrebbero dovuto utilizzare prodotti chimici forti e si sono lamentato a causa di reumatismi, mal di schiena, allergie e problemi respiratori. Hanno detto che la loro pelle è spesso esposto a sostanze chimiche nocive, perché i guanti significavano una minore produttività e salari ancora più bassi. Deichmann ha detto che non era a conoscenza di problemi con la fabbrica, ma stava conducendo le proprie indagini e che avrebbe preso le misure necessarie. Secondo il rapporto molti lavoratori si sono lamentati delle condizioni soffocanti d'estate e di congelamento delle fabbriche in inverno. "Le mie mani sono soggette a congelamento, ho i brividi dappertutto e la porta della fabbrica è aperta tutto il tempo", ha detto un operaio. "Se mi ammalo al lavoro e se ho una macchina, qualcuno mi porterà in ospedale. Ma se non ho una macchina, allora sarò preso in una carriola ", ha detto un altro. "In estate, il caldo è insopportabile e quindi abbiamo avuto l'ambulanza qui sei volte quest'anno a causa di collaboratori che avevano colpi di calore", ha detto un operaio slovacco. Se mi ammalo al lavoro e non ho una macchina, qualcuno mi porterà in ospedale in una carriola. Dorel Mituletum, vicesindaco di Calafat in Romania, è stato anche intervistato per la relazione e ha detto che degli operai: "Le cose povere cadono come mosche." Un operaio rumeno ha detto che quando tre donne hanno avuto un colpo di calore in fabbrica il loro supervisore italiano ha scherzato sul fatto che "avrebbe dovuto improvvisare un cimitero nel cortile sul retro, se le donne avessero continuato a svenire". Anna McMullen, dal Labour Behind the Label , un gruppo con sede nel Regno Unito per i diritti dei lavoratori coinvolti nel rapporto, ha detto che i consumatori avevano bisogno di conoscere la verità su dove provengono le loro scarpe. "Lo stratagemma intelligente di spedizione di parti di calzature verso paesi a basso salario nell’est d'Europa per l'assemblaggio e l'incollaggio, prima di restituirle per l'etichettatura come 'made in Europe', equivale ad ingannare i consumatori a pensare che i loro prodotti sono realizzati con dignità", ha detto. "In effetti, ora sappiamo che i lavoratori in Albania e Macedonia vengono pagati con salari così bassi che non possono sfamare le proprie famiglie - tanto che il divario tra il salario minimo e la vita è più grande che in Cina. Questi metodi out-sourcing utilizzati da alcune marche stanno girando i profitti di massa alle spalle della povertà dei lavoratori. "McMullen ha detto che i consumatori tendono ad associare lo sfruttamento della manodopera con l'Asia, ma la realtà è che esiste molto più vicino a casa nostra. "La necessità di fast fashion sta portando la produzione di scarpe più vicino a casa, e con essa arriva la concorrenza dei salari con l'Asia …"I lavoratori guadagnano meno di un quarto del salario che hanno bisogno per vivere con dignità, nonostante fatichino in maniera massiccia lunghe ore per raggiungere gli obiettivi. 'Made in Europe' significa non 'fatta con dignità' ".I gruppi che stanno dietro il rapporto vogliono che i produttori siano più trasparenti indicando dove fanno in realtà le scarpe che sono in vendita in Gran Bretagna e su salari e condizioni di lavoro. Per chi conosce la fine dei distretti calzaturieri in Italia si tratta di fatti già noti, ma la circostanza che anche in Gran Bretagna, che costituisce un fiorente mercato per le grandi e medie firme italiane, si sia indagato sulle condizioni dei lavoratori, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, costituisce un severo monito verso i produttori ed un invito ai consumatori anche italiani a pretendere che si conosca la reale provenienza delle scarpe che si vanno ad acquistare anche perché alla luce di quanto detto i prezzi cui vengono vendute sul mercato nazionale sono palesemente eccessivi rispetto a quelli di produzione.

sabato 20 agosto 2016

L’epatite A trasmessa dalle fragole congelate in Virginia. Il virus è stato rintracciato nel frullato della catena di ristoranti del Tropical Smoothie Cafe

L’epatite A trasmessa dalle fragole congelate in Virginia. Il virus è stato rintracciato nel frullato della catena di ristoranti del Tropical Smoothie Cafe I casi di epatite A segnalati in Virginia dipendono, con grande probabilità, da una partita di fragole congelate d’importazione dall'Egitto. I sospetti si sono concentrati sul frullato guarnito con fragole congelate consumato nel corso del 5, 6, 7 e 8 agosto. In seguito è stato effettuato il campionamento di una confezione ancora integra, sui quali è stata riscontrata la presenza del virus dell’epatite A. È stato, dunque, attivato uno speciale sistema di allerta rapido sugli alimenti da parte delle autorità sanitarie statali di allarme per la salute pubblica. La notizia emerge da una circolare che i funzionari della Virginia hanno inviato al dipartimento statale per l'Agricoltura, la Food and Drug Administration e il Centers for Disease Control and Prevention. Gli episodi di malattia sono stati messi in relazione al consumo di fragole congelate d’importazione dall'Egitto anche se non si conoscono il numero delle persone colpite o se sono tutte residenti in Virginia. La catena di ristoranti ha già ritirato le fragole implicate da tutti i suoi ristoranti. I funzionari della sanità della Virginia nella loro allerta consigliano che chiunque ha consumato un frullato con fragole in un ristorante negli ultimi 50 giorni dovrebbe controllarsi in caso di sintomi dell'epatite A. L’epatite A è una malattia del fegato causata dal virus HAV (Hepatitis A Virus). La trasmissione dell’infezione avviene per via orofecale. In genere il contagio avviene per contatto diretto da persona a persona, mentre solo raramente sono stati osservati casi di contagio per trasfusioni di sangue o prodotti derivati. Causa comune di infezione è il consumo di acqua o cibi crudi o non cotti a sufficienza, soprattutto molluschi, contaminati con materiale fecale contenente il virus. Abbastanza diffusa risulta la trasmissione del virus tramite rapporti sessuali di natura omosessuale con persone infette, nonché attraverso la condivisione di materiale usato per iniettarsi droghe. Il virus è presente nelle feci a partire da 7-10 giorni prima dell’esordio dei sintomi, fino a una settimana dopo, mentre è presente nel sangue solo per alcuni giorni dopo l’infezione. Il virus dell’epatite A causa disturbi improvvisi e di breve durata. La gravità dei sintomi varia a seconda dell’età del paziente. I bambini possono non mostrare alcun sintomo, mentre negli adulti la malattia può manifestarsi con sintomi simil-influenzali lievi, generalmente da 2 a 7 settimane dopo il contatto con il virus. Si tratta, generalmente, di stanchezza e spossatezza, febbre (fino a 38 °C), perdita di appetito, nausea, mal di testa, dolori muscolari, dolore all’addome (al di sotto delle costole, sul lato destro, in corrispondenza del fegato). Con il proseguire della malattia compaiono altri sintomi, quali una colorazione molto scura delle urine, una colorazione molto chiara delle feci, ittero e prurito. Le complicanze gravi dell’epatite A sono estremamente rare, tanto che la maggior parte delle persone colpite va incontro a una remissione spontanea dei sintomi entro 1 o 2 mesi. In Italia, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre impegnata sul fronte della salute e della prevenzione, resta il problema delle fragole congelate acquistate da aziende che potrebbero avere importato la materia prima contaminata dall'Egitto per venderla direttamente o usarla come ingrediente per altri dolci congelati. Basandosi sui dati Istat: "In Italia sono aumentate dell’8% le importazioni di fragole congelate provenienti da Paesi extra Ue". L'associazione sottolinea che il nuovo allarme conferma i limiti di sicurezza alimentare che caratterizzano spesso le produzioni provenienti da Paesi extracomunitari. "E' necessario adottare misure di trasparenza per consentire ai consumatori di effettuare scelte consapevoli come l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti. Secondo l'ultimo dato statistico, sono stati importati in Italia oltre 12,8 milioni di chili di frutti di bosco congelati provenienti da Paesi extracomunitari". Alla luce di tale allerta e ai dati dell'importazione dei frutti di bosco congelati si invita il Ministero della salute a fare una corretta valutazione del rischio, mantenendo una particolare attenzione sulla sorveglianza dell’Epatite virale A.

Virus zika, i casi si moltiplicano in Italia. Rispetto ai 31 casi di alcune settimane fa aggiornato il dato a 61

Virus zika, i casi si moltiplicano in Italia. Rispetto ai 31 casi di alcune settimane fa aggiornato il dato a 61 Continuano ad aumentare i casi del virus zika anche se al momento non si registrano in Europa focolai autoctoni di virus Zika, ma vengono descritti casi di infezione in viaggiatori di ritorno dalle aree endemiche e casi sporadici di trasmissione sessuale autoctona (Francia, Italia, Germania). In Italia sono 61, finora, i casi registrati di infezione da virus Zika, tutti di importazione, ossia tutti provenienti dalle zone in cui il virus sta circolando. E' quanto si evince dalla pubblicazione dell'ECDC, relativa l'"Aggiornamento epidemiologico: epidemie di virus di Zika e complicazioni potenzialmente legate all'infezione del virus di Zika" del 20 agosto 2016. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, evidenzia che il virus Zika non si limita a causare microcefalia (testa più piccola rispetto al resto del corpo) nei neonati ma può causare danni simili all'Alzheimer nel lungo periodo anche negli adulti. È quanto è emerso da una ricerca pubblicata sulla rivista 'Cell Stem Cell' secondo la quale si è visto che nelle cavie in cui è stato inoculato il virus, le cosiddette "staminali neuronali" (che danno poi vita alle cellule del cervello) vengono colpite. Ciò avviane in quelle aree come l'ippocampo che sono specializzate nell'apprendimento e nella memoria. Secondo il professore Sujan Shresta del 'La Jolla Institute of Allergy and Immunology' benché Zika negli adulti non manifesti sintomi gravi nel lungo periodo potrebbe danneggiare le staminali neuronali che vengono conservate in alcune zone del cervello già sviluppato per sostituire i neuroni danneggiati. Questo potrebbe causare - i test sono stati finora limitati ai topi da laboratori - sintomi della demenza tipici dell'Alzheimer.

venerdì 19 agosto 2016

Zika: raccomandazione dell'autorità Usa alle donne incinte "evitate Miami Beach".

Zika: raccomandazione dell'autorità Usa alle donne incinte "evitate Miami Beach". Le autorità sanitarie degli Stati Uniti invitano le donne incinte ad evitare la zona di Miami Beach, dove si è registrato un contagio del virus Zika per cinque persone attraverso punture di zanzare. In un comunicato diffuso oggi il 'Centers for Disease Control and Prevention' spiega che donne incinte dovrebbero evitare l'area di South Beach identificata come zone dove è presente l'infezione, oltre che il quartiere Wynwood a Miami, la prima zona negli Stati Uniti dove si era verificata la trasmissione del virus attraverso le zanzare. La raccomandazione delle autorità sanitarie per le donne incinte e per i propri partner è di considerare un rinvio tout court di viaggi nell'intero Miami-Dade County se temono l'esposizione al virus. Le stesse autorità hanno inoltre sottolineato intanto che "è difficile prevedere per quanto ancora si possa registrate una situazione di trasmissione attiva". Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, ricorda che il virus Zika, si trasmette principalmente dalle punture della zanzara del genere Aedes aegypti ma la paura è che Zika possa adattarsi nel tempo a essere trasmesso attraverso la zanzara tigre. In questo caso la malattia si potrebbe diffondere rapidamente anche dalle nostre parti. A questo punto diventa ancora più importante la prevenzione. La zanzara tigre vive all’aperto e predilige deporre le uova in aree aperte, come parchi, ma anche cortili, deponendo le uova in piccole raccolte d’acqua. Per questo, è necessario monitorare tutte le zone in cui l’acqua ristagna, come i sottovasi di piante e fiori, le aiuole e le vasche e fontane ornamentali, qualsiasi contenitore lasciato all’aperto, le grondaie. Bisogna assolutamente evitare di lasciare ristagni di acqua. Se si hanno fontane nei propri giardini si dovrebbe mettere all’interno dei pesci rossi, che sono grandi predatori delle larve di zanzara. In commercio inoltre vi sono dei prodotti larvicidi specifici che si acquistano in farmacia. Nella maggior parte delle persone l'infezione da Zika è asintomatica. Nel 20-40% dei casi possono manifestarsi febbre, eruzioni cutanee, mal di testa e dolori articolari. Se ad aver contratto il virus è una donna incinta, esiste invece il pericolo che il bimbo partorito sia affetto da microcefalia o presenti altre malformazioni del cranio e del cervello.

Presenza di Piombo, l'Ue ritira orologio da polso "Forerunner 15" della Garmin

Trovato piombo negli orologi sportivi da polso. Le autorità europee hanno diramato un'allerta Rapex estendendo il provvedimento di divieto di vendita in tutto il mercato comunitario per l'Orologio Sportivo e Cardiofrequenzimetro Garmin "Forerunner 15". Il piombo è un metallo presente in natura ma lo si utilizza nei modi più vari fino a ritrovarlo, appunto, negli orologi. La notizia è stata portata all’attenzione dal sistema comunitario di allerta tra gli Stati dell’Unione europea sulla sicurezza dei prodotti del Rapex - Rapid Alert System for non-food dangerous products. Le Autorità europee hanno quindi ulteriormente confermato il rischio chimico per la salute del consumatore, per questi orologi, come si legge alla segnalazione n° A12/1020/16 codice a barre 010-01241-10, dovuto ai "Giunti di saldatura dei componenti interni dell'orologio che contengono una quantità eccessiva di piombo. Questi componenti sono sigillati all'interno del prodotto e non possono essere rimossi a meno che il prodotto non sia completamente smontabile. Il prodotto non è conforme ai requisiti della direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RoHS 2)." Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” invita immediatamente le autorità competenti ad attivare una azione di controllo del mercato, per il tipo di rischio cui è esposto il consumatore. Infatti, in Italia che ha delle norme rigidissime in merito, è vietata la commercializzazione e l’importazione di prodotti che contengano alti contenuti di piombo, anche solo come componenti interni, sostanza che può penetrare nel corpo attraverso la pelle e il tratto gastrointestinale. Il piombo assorbito entra nel sangue e viene immagazzinato nelle ossa e nei tessuti morbidi, incluso il fegato. Il prodotto oltre a rappresentare un rischio chimico dannoso per la salute umana, inoltre non è conforme al regolamento REACH che prevede il divieto in Europa di circolazione di sostanze non registrate e prive di documentazione sui relativi rischi per salute e ambiente e sulle relative misure di prevenzione necessarie per evitarli. Ricordiamo, infine, che il Rapex è un sistema comunitario di allerta rapido per i prodotti pericolosi, grazie al quale le Autorità nazionali degli Stati membri notificano alla Commissione europea i prodotti (ad eccezione degli alimenti, farmaci e presidi medici) che rappresentano un rischio grave per la sicurezza dei consumatori. Quando si accerta la pericolosità di un prodotto l'Autorità nazionale competente prende gli opportuni provvedimenti per eliminare il pericolo, come l’imposizione del ritiro dal mercato del prodotto. Il provvedimento viene quindi trasmesso alla Commissione (Direzione generale salute e tutela dei consumatori) informandola dei rischi che presenta e dei provvedimenti adottati nello Stato membro in cui si è verificato l’evento per prevenire rischi e incidenti.

Dieta mediterranea un toccasana per la linea e la memoria. Una ricerca australiana ne loda le proprietà sul cervello

Dieta mediterranea un toccasana per la linea e la memoria. Una ricerca australiana ne loda le proprietà sul cervello Che la dieta mediterranea composta principalmente di frutta e verdura, cereali integrali e legumi, potesse essere una componente essenziale per mantenere sano il corpo era già noto ma che fosse determinante per aiutare anche il cervello, ancora non era stato spiegato. A dimostrare i meccanismi che legano la dieta mediterranea non solo per i suoi benefici sulla linea e che ne lodano le proprietà sul cervello, è uno studio condotto i ricercatori della Swinburne University of Technology di Melbourne, in Australia, che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da sempre ha promosso la nostra dieta tradizionale come naturale abitudine per vivere una vita sana e meno a rischio, ritiene molto interessante e da prendere in seria considerazione. Secondo la ricerca in questione, uno stile alimentare di tipo mediterraneo sarebbe in grado di agire sulla memoria a lungo termine, le funzioni esecutive e le costruzioni visive. «Come mai vi è un maggiore legame tra la dieta mediterranea e il rallentamento del declino cognitivo? Perché la dieta mediterranea offre l’opportunità di cambiare alcuni dei fattori-rischio che contribuiscono allo sviluppo delle malattie neurodegenerative», spiega il professore leader dello studio Roy Hardman.«Ridurre l’infiammazione, per esempio, aumentare i micronutrienti, migliorare l’apporto di vitamine e minerali, cambiare il profilo dei grassi attraverso il consumo d’olio d’oliva come fonte principale di grassi alimentari; mantenere un peso regolare e potenzialmente ridurre un problema di obesità, migliorare il livello di polifenoli nel sangue e l’energia metabolica delle cellule, cambiando anche il microbiota intestinale, anche se quest’ultimo fattore non è stato ancora esaminato nel dettaglio». Secondo il dottor Hardman, inoltre, il risultato più sorprendente della ricerca riguarda gli effetti sul peso che possono essere riscontrati a livello globale, in diversi Paesi e culture. «Consigliamo a tutte le persone del mondo di cercare di seguire con rigore questa alimentazione, o di cambiare dieta se ancora non lo hanno fatto. E questo vale anche per gli individui di un’età avanzata», ha continuato l’esperto. Oltre all’olio extravergine d’oliva, la dieta mediterranea si basa sull’abbondante consumo di verdure e frutta fresca, semi, noci e frutta secca, con una quantità ridotta al minimo di carni, soprattutto quelle rosse. I risultati sono stati pubblicati nella rivista scientifica Frontiers in Nutrition. Dunque, via libera a cereali, frutta, verdura, frutta secca, olio di oliva, pesce e pollame. Ed andiamoci piano con carni rosse e concedersi, moderatamente, qualche bicchiere di vino rosso. Il tutto condito con un minimo di attività fisica. Dietro questa semplice ricetta di uno stile sano di vita ci sarebbe il segreto per la linea e la memoria. La dieta mediterranea è ben nota per essere una dieta sana, ed è associata alla longevità, al benessere, ad una minore incidenza di cancro e malattie cardiovascolari. E questo è molto importante, perché la gente può scegliere di seguire questo tipo di dieta per prevenire o ripristinare la propria salute.

Sospesa la produzione della Golf, mancano i pezzi di ricambio forniti da parte di ditte esterne

Sospesa la produzione della Golf, mancano i pezzi di ricambio forniti da parte di ditte esterne VW sospende la produzione di vetture Golf nello stabilimento base di Wolfsburg da sabato 20 a lunedì 29 agosto a causa dell'interruzione delle consegne da parte di fornitori esterni. La conferma arriva da un portavoce della casa automobilistica. Allo stabilimento di Emden è già stato annunciato l'orario ridotto per 7'500 dipendenti e la misura viene ora valutata anche per quelli di Braunschweig, Zwickau, Kassel e addirittura Wolfsburg.La carenza di componenti, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha portato a “paralisi” nella produzione della vettura, anche dopo che la marca tedesca la settimana scorsa era riuscita ad ottenere un’ingiunzione da parte di un tribunale per obbligare un fornitore a riprendere le consegne, atto rimasto lettera morta. I clienti italiani, dunque, a causa di questo stop probabilmente dovranno vedersi slittare le consegne

giovedì 18 agosto 2016

I bamboccioni non hanno diritto al mantenimento. Per il tribunale di Lecce nulla tocca all'ultraquarantenne

I bamboccioni non hanno diritto al mantenimento. Per il tribunale di Lecce nulla tocca all'ultraquarantenne che non dimostra di voler cercare un'occupazione ed il miglioramento della sua condizione personale, dal padre pensionato ed invalido al 100% Bacchettata del Tribunale di Lecce al bamboccione ultraquarantenne che chiede il mantenimento al padre pensionato ed invalido al 100%. La vicenda parte dal ricorso notificato in data 21.07.2016, da un ultraquarantenne che si era rivolta al Tribunale di Lecce per proporre istanza di mantenimento a carico del proprio padre. Quest’ultimo si costituiva in giudizio con il patrocinio dell’avvocato Francesco Toto, uno dei legali dello “Sportello dei Diritti”. L’avvocato Toto contestava tutta la vicenda ricostruita dal figlio, segnalandone primariamente la deplorevole immoralità ed indegnità. I fatti storici: il genitore, peraltro tristemente noto alle cronache leccesi per essere stato vittima nel 2011 dell’aggressione di un cavallo imbizzarrito. Egli fu ripetutamente calpestato e schiacciato dall’animale tanto da rimanere totalmente paralizzato per gravissime fratture riportate alla colonna vertebrale, alla testa e subendo pure la perdita di un occhio. Oggi: nonostante la triste vicenda personale del padre, il figlio risultato incurante da tempo della situazione del primo, decideva pure che egli dovesse mantenerlo nonostante le gravissime condizioni, praticamente vegetative. La causa veniva affidata al Giudice Paolo Moroni il quale – con ordinanza resa il 26/07/2016 respingeva il ricorso del figlio. Provvedimento dal tenore bacchettone e rigidamente contrario ai profittamenti di quei figli senza scrupoli morali che non hanno voglia di cercarsi un lavoro o hanno rinunciato a farlo, preferendo gravare sulle spalle degli anziani genitori pensionati e, come questo caso, pure invalidi e privi di assistenza. L’avv. Francesco Toto sollevava nelle difese prodotte profili di illegittimità della richiesta del figlio e – in maniera incisiva e sdegnata - faceva rilevare che oggi più che mai va dato risalto alla cosiddetta “questione morale” della quale i Giudici attenti devono tenere conto quando decidono su casi aberranti e sconcertanti come quello in questione. Nella motivazione il giudice del tribunale di Lecce – con la consueta puntualità – scrive: “la cessazione dell'obbligo di mantenimento dei figli maggiorenni non autosufficienti deve essere fondata su un accertamento di fatto che abbia riguardo all'età all'effettivo conseguimento di un livello di competenza professionale e tecnica, all'impegno rivolto verso la ricerca di un occupazione lavorativa, nonchè in particolare, alla complessiva condotta personale tenuta da parte dell'avente diritto, dal momento del raggiungimento della maggiore età". "In ogni caso ..."- prosegue il togato - ".. le richieste dei figli maggiorenni devono essere compatibili con le condizioni fisiche ed economiche dei genitori". In sostanza per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il Tribunale di Lecce, seppur sensibile al contesto di crisi economica globale, invita comunque i figli ultraquarantenni a non gravare più del necessario sulle spalle degli anziani genitori che, tal volta per eccesso di amore, sono pronti a morire per i loro figli, troppo spesso fannulloni.

Step It, il bracciale di McDonald’s è pericoloso. McDonald’s lo ritira dal mercato dopo un solo giorno

Step It, il bracciale di McDonald’s è pericoloso. McDonald’s lo ritira dal mercato dopo un solo giorno Solo dopo pochi giorni McDonald, il colosso americano dei fast food, ritira "Step-it" il braccialetto regalato con l’Happy Meal. Si tratta di un semplice bracciale fitness, un pedometro, che una volta indossato conta il numero dei passi effettuati, però rivolto ai più giovani. Inoltre è presente una spia luminosa che indica a che livello di intensità è l’attività effettuata dal ragazzo che lo porta. Un invito a fare del movimento, per mangiare poi un hamburger senza doversi preoccupare delle conseguenze sul proprio peso. Il dietro front di McDonald arriva nel momento in cui sembrava un’iniziativa lodevole dell’azienda, che al contrario dei soliti pupazzetti, ha immesso sul mercato questi piccoli bracciali chiamati Step It, che assomigliano in tutto e per tutto a quelli di fascia ben più elevata. Ma qualcosa è andato storto e i braccialetti sono stati prontamente ritirati dalle confezioni negli Stati Uniti e in Canada. Step It, che stava per essere immesso anche nel mercato europeo, infatti è stato rapidamente ritirato dalla casa produttrice perché alcuni utenti hanno lamentato fastidiose irritazioni alla pelle, nel punto in cui il braccialetto viene indossato. Un portavoce di McDonald’s ha dichiarato che l’azienda ha deciso volontariamente di ritirare il prodotto per evitare potenziali danni ai più piccolini. Il bracciale è prodotto in Cina anche se non è ancora dato sapere che cosa ha creato il problema, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Si suppone che la qualità dei materiali non è dunque quella richiesta dagli standard previsti dalle più ristrette normative europee e statunitensi.

mercoledì 17 agosto 2016

Container contaminati: le specie e gli agenti patogeni più invasivi come Xylella sono diffusi oggi attraverso i container.

Container contaminati: le specie e gli agenti patogeni più invasivi come Xylella sono diffusi oggi attraverso i container. La FAO sta spingendo per un accordo per tenerli puliti. In un articolo pubblicato il 17 agosto, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) ha lanciato l'allarme sui container che sono diventati i principali vettori per la diffusione indesiderata di specie invasive, funghi e batteri. La containerizzazione ha rivoluzionato il commercio globale e i trasporti, permettendo di scrivere una nuova grande pagina nella storia del trasporto internazionale. Hanno cominciato a diffondersi nel 1940 e gradualmente è venuto a dominare il commercio internazionale, a causa delle loro dimensioni standard, che ha creato la base per il miglioramento dell'efficienza in tutte le fasi di trasporto. L'idea era tanto semplice quanto rivoluzionaria: della merce imballata in una scatola d'acciaio standard poteva essere trasferito in qualsiasi modalità di trasporto in tutto il mondo. La standardizzazione dei processi ha accelerato la catena del trasporto globale e reso possibile la globalizzazione. Il numero di container è aumentato da 3 milioni nel 1979 ai 37.000.000 del 2014. A quel tempo, nessuno avrebbe potuto prevedere come il traffico di container si sarebbe sviluppato. E' stato uno sforzo pionieristico nel vero senso della parola. A causa della containerizzazione, le navi porta-container sono ora delle navi mercantili in grado di trasportare i maggiori volumi di carico in tutto il mondo nel modo più ecologico ed economico. Le principali rotte di navigazione conducono dal Nord Europa verso l'Asia. Considerando che la prima nave container dedicata negli Stati Uniti è riuscita a caricare solo 58 scatole d'acciaio nel 1956, la più grande nave container oggi è in grado di trasportare più di 19.000 TEU. I cantieri navali stanno già costruendo navi con capacità di trasporto fino a 21.000 TEU. La capacità di trasporto si è moltiplicata per ben 328 volte in soli 60 anni dopo l'invenzione del contenitore! Uno studio sistematico intrapreso dalla Nuova Zelanda negli ultimi cinque anni ha, però, dimostrato che il 10% di tutti i container sono stati contaminati all'esterno e il 5% al loro interno. Ciò implica grandi numeri, dato che si stima che 530 milioni di viaggi in container sono effettuati annualmente. Infezioni famose di organismi importati dall'estero, fra tutti prima dell'avvento dei container, la peronospora della patata e del pomodoro (Phytophthora infestans) portata nel 19 ° secolo dall'America prima in Belgio e da lì in Irlanda, dove ha causato una malattia della patata, che a sua volta ha portato ad una carestia nel 1845 durata sino al 1852 che innescò un'ondata di emigrazione verso l'America. Altri esempi del 20 ° secolo sono il viaggio del rospo delle canne velenoso australiano in Madagascar, dove hanno rappresentato una minaccia per i rettili e gli uccelli locali, e l'arrivo della zanzara tigre asiatica in Albania nel 1970, da dove si diffuse in altri paesi del Mediterraneo. Negli ultimi anni, il batterio Xylella fastidiosa, che sta devastando alberi di olio d'oliva, è arrivato nel sud Italia su piante ornamentali importati dal Centro America, e nuovi tipi di funghi, che causano malattie nelle piante di banane che si stanno diffondendo a livello internazionale. Si stima che tutti i patogeni insieme stanno causando perdite del 20-40% della produzione agricola mondiale. Per arginare queste perdite, un accordo internazionale, la cosiddetta Convenzione internazionale per la protezione delle piante, è stato siglato già nel 1951. Ma a causa del boom del traffico container, da allora, sono necessarie nuove misure. Come primo passo, la FAO ha emesso raccomandazioni ai suoi membri di rispettare le linee guida volontarie esistenti per mantenere i container puliti. Come passo successivo, sarebbe opportuno per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, un accordo su uno standard internazionale obbligatorio, che prevede che i container siano puliti e certificati secondo le normative e con prodotti garantiti che rispettano l' ambiente.