giovedì 31 gennaio 2019

Aspirina,l'abuso può causare un’emorragia interna

Aspirina,l'abuso può causare un’emorragia interna. Scienziati inglesi hanno associato questo farmaco al 43% delle emorragie interne più gravi Un nuovo studio condotto presso le università King's College London e King's College Hospital di Londra, mette in luce un forte pericolo legato all’assunzione di aspirina. La ricerca del team, capitanato dal dottor Sean Zheng, ha analizzato gli effetti di questo comune medicinale sulla salute generale dei pazienti, che non avevano mai ricevuto una diagnosi di malattie cardiovascolari. «Il nostro studio indica che non esistono abbastanza prove per consigliare l’assunzione di aspirina in una regolare routine nella prevenzione di attacchi di cuore, ictus e morte nei pazienti con problemi di natura cardiovascolare», ha dichiarato il leader dello studio. «Vi è una forte incertezza riguardo a cui che può essere fatto per i pazienti maggiormente a rischio di malattie cardiovascolari e con diabete. Questo studio dimostra che, anche se i problemi cardiovascolari possono essere ridotti in questi pazienti, i benefici sono comunque accostati da un forte rischio di emorragie interne».L’assunzione regolare di aspirina, secondo dottor Zheng, deve essere frutto di un’adeguata conversazione tra medico e paziente. Entrambi devono avere la consapevolezza che a controbilanciare i piccoli benefici, potenzialmente legati all’assunzione di questo farmaco, vi sono dei grossi rischi. Il team ha analizzato i dati relativi ad oltre 1.000 partecipanti con buone condizioni di salute cardiovascolare, rivisitandoli dopo 12 mesi dai primi test. Alcuni di loro avevano preso un’aspirina ogni giorno, mentre ad altri era stato somministrato un placebo. Ad un terzo gruppo, infine, non era stato prescritto nessun farmaco. Secondo i risultati, i partecipanti che avevano preso l’aspirina correvano l’11% in meno di sviluppare un problema cardiovascolare rispetto agli altri due gruppi, ma anche il 43% del rischio di più di soffrire di emorragie interne. Circa una persona su 200, tra quelle che avevano assunto il farmaco, era stata ricoverata per una grave emorragia interna. La ricerca,evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è stata pubblicata nella rivista scientifica American Medical Association.

Lecce, la beffa delle multe che fanno il bis. Arrivano notifiche per violazioni già archiviate

Lecce, la beffa delle multe che fanno il bis. Arrivano notifiche per violazioni già archiviate Questa multa è già archiviata, cosa volete da me?. E ancora: ho fatto ricorso, ho la sentenza, i vigili hanno sbagliato. Parole, rabbia, e dubbi. Decine di persone si sono presentate allo “Sportello dei Diritti”, sventolando l’ultima sorpresa arrivata a casa: la multa già archiviata mesi prima. Andiamo con ordine: stiamo parlando delle contravvenzioni notificate a cui molti hanno scelto la strada del ricorso. Sembra tutto normale: ma non lo è se l’avviso di richiesta di pagamento, anche se con lettera semplice, a viene inviata anche se si è ottenuto l’archiviazione con sentenza della contravvenzioni mesi prima. Pare che ci sia un problema di comunicazione tra due sistemi, quello che accerta l’avvenuta archiviazione e quello che invia il verbale a casa. È come se due diversi database fossero distanti tra loro migliaia di chilometri: manca l’interfaccia che consente il controllo incrociato. Il risultato? Spese inutili per il Comune in un periodo di forte crisi, grande confusione tra i leccesi e il rischio che qualcuno poco informato paghi due volte la stessa contravvenzione. Siete avvisati: a Lecce non solo il postino, ma anche le multe bussano sempre due volte, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che rivolge l’appello al Commissario Prefettizio, affinchè intervenga sul Comando di Polizia Municipale che non è nuovo a questi strafalcioni per risolvere il problema.

Cintura massaggiante cinese killer: Ministero della salute ordina il ritiro per lesioni causate da grave incidente

Cintura massaggiante cinese killer: Ministero della salute ordina il ritiro per lesioni causate da grave incidente Il ritiro dal commercio di una cintura massaggiante teraupetica, e' stata ordinata dal ministero della Salute, che lo ha disposto. Lo rende noto in un comunicato il dicastero con la segnalazione del 30 gennaio 2019 sul proprio sito. Il provvedimento è legato al rischio grave di incidenti, dell’apparecchiatura elettrico meccanica per massaggi denominata “RELAXBELT cintura massaggiante 3D” a marca INNOVA RELAX. Questo secondo la segnalazione dei NAS pervenuta il 28 gennaio 2019. I periti, nella loro relazione, osservano che “L’utilizzo dell’apparecchio, cintura massaggiante sul collo, come da segnalazione dell’Ospedale di Altamura, sarebbe responsabile di DISSECAZIONE BILATERALE DELLA CAROTIDE, lesione gravissima responsabile di danno cerebrale”. Sequestro penale avviato a seguito di segnalazione NAS di Bari alla Autorità Giudiziaria ai sensi art 590 c 2 del codice penale, denunciati gli importatori di questa apparecchiatura che e' fabbricata a RONGTAI in Cina, e i responsabili della commercializzazione e della distribuzione sul territorio italiano, la BLUE STAR Largo Nitti 32 Altamura Bari. Per le apparecchiature gia' acquistate, il ministero della Salute ha previsto che "si provveda al richiamo avvisando inoltre i consumatori sul grave rischio connesso all’uso mediante cartellonistica o altri metodi ritenuti efficaci". Peraltro, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la cintura per massaggi, oggetto di "allarme consumatori" da parte del ministero della Salute è inserita nel sistema Rapex (sistema comunitario di informazione rapida sui prodotti pericolosi non alimentari). Questo format riporta i dati inseriti direttamente nel sistema GRAS RAPEX, in quanto viola Direttiva 2001/95/CE, in Italia Dgls 206/2005 detto “Codice del Consumo”.

mercoledì 30 gennaio 2019

Crema dermatologica ritirata dalle farmacie.

Crema dermatologica ritirata dalle farmacie. AIFA, risultato “fuori specifica per titolo ed impurezze”: ecco il lotto e info L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ha disposto il ritiro dalle farmacie di una crema dermatologica della ditta Recordati Spa.. Nello specifico, si tratta delle confezioni di un lotto e precisamente il n. FA5N77 scadenza marzo 2019 della specialità medicinale LOMEXIN*CREMA DERM 30G 2% – AIC 026043012. A comunicarlo la ditta titolare dell'AIC che specifica inoltre che si tratta di un ritiro volontario dell'azienda. Il provvedimento si è reso necessario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, in via precauzionale, concernente “fuori specifica per titolo ed impurezze”. La ditta Recordati ha comunicato l'avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

Reunion, squalo uccide pescatore. Si tratta del primo attacco mortale dall'inizio dell'anno

Reunion, squalo uccide pescatore. Si tratta del primo attacco mortale dall'inizio dell'anno. L'attacco "atipico", ha riaperto il dibattito sulla pericolosità di questi pesci, ma la realtà è molto diversa: morire annegati in mare è 132 volte più probabile. Un pescatore è stato attaccato da uno squalo ed ucciso nelle acque della foce di un fiume nella città di Sainte-Rose, ad est dell'isola di Reunion, nell'Oceano Indiano. Secondo testimoni, al momento dell'attacco la vittima, un pescatore del posto di cui non è stato reso noto il nome, era appena entrato in acqua e stava nuotando con cinque amici a meno di 5 metri dalla riva, quando uno squalo gli ha strappato la gamba sinistra. La vittima si era immersa nell'acqua per "recuperare le trappole per i pesci" quando è stata attaccata, ha riferito la polizia. Il fatto è avvenuto questa mattina. Tirato immediatamente fuori a riva dagli amici, l'uomo pochi minuti dopo è deceduto per le gravissime ferite, mentre due dei cinque compagni sono stati ricoverati in ospedale in stato di shock. La polizia ha inoltre evidenziato che un ordinanza prefettizia risalente al 2013, vietava "le attività di nuoto e acqua al largo di lagune e aree protette". Questo tipo di attacco, come ha anche dichiarato la polizia locale, è "atipico", evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” in quanto gli squali attaccano solo i surfisti. Dal 2011 al 2017, ventuno persone sono state attaccate da squali. Nove sono morte. Più della metà di questi attacchi mortali ha coinvolto surfisti o bodyboarder. L'episodio potrebbe ricordare a qualcuno il film "Lo Squalo", continua Giovanni D'Agata, ma in realtà questi pesci di solito non attaccano l'uomo, anzi, cercano di evitarlo, e in mancanza di "provocazioni" è estremamente raro che attacchino. Gli squali non rappresentano una minaccia ed è essenziale cambiare la percezione e l'immagine che abbiamo di loro come simbolo di terrore. E, ancor più importante, ad aumentare i rischi è in buona parte il comportamento umano. "Mano a mano che in tutto il mondo cresce il numero di persone interessate a fare attività ricreative in mare dobbiamo aspettarci un conseguente aumento di incidenti", spiega l'International Shark Attack File nel suo report del 2017. Al contrario sono gli squali a dover temere gli uomini. Nel 2017 i ricercatori hanno stimato che ogni anno nel mondo vengono uccisi 100 milioni di squali pari una percentuale della popolazione totale compresa tra il 6,4 e il 7,9%. Un tasso di mortalità che i biologi giudicano insostenibile.

Tragedia della solitudine, anziana trovata mangiata dal suo gatto a Marcinelle.

Tragedia della solitudine, anziana trovata mangiata dal suo gatto a Marcinelle. Il corpo di una settantenne è stato ritrovato dieci giorni fa nel suo appartamento, divorato dal gatto affamato. Un dramma della solitudine in cui vivono tanti anziani. Una 70enne di Marcinelle, una località belga facente parte del comune di Charleroi, è stata trovata morta nella sua abitazione. La donna che viveva sola in casa, non si vedeva da diversi giorni. Poi i vicini insospettiti dall’assenza, hanno allertato i soccorsi. A fare la macabra scoperta è stata la polizia, che ha trovato la donna ormai in uno stato di avanzata putrefazione in parte divorata dal gatto. La morte, di origine naturale, risalirebbe al mese di novembre. Nel frattempo anche il felino era morto. Un'autopsia è stata eseguita per disposizione dell'autorità giudiziaria. Un dramma della solitudine, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che si fa fatica a raccontare.

Ala si squarcia in volo, paura su volo Ryanair

Ala si squarcia in volo, paura su volo Ryanair. L'aereo ha dovuto eseguire un atterraggio di emergenza nello scalo tedesco. Partito ieri sera da Francoforte era diretto a Bari Il volo Ryanair partito ieri sera da Francoforte poco prima delle 19, e diretto a Bari dove sarebbe dovuto arrivare intorno alle 21, ha dovuto eseguire un atterraggio di emergenza nello scalo tedesco a causa di uno squarcio ad un'ala. I passeggeri sono stati fatti scendere e poi, a bordo di un altro aereo della compagnia irlandese, sono stati portati a Bari con un ritardo di circa tre ore. “Mezz'ora dopo il decollo, racconta unoo dei passeggeri, il pilota ha chiamato la hostess che è diventata pallida e ha comunicato che c'era un problema al motore ed era necessario fare un atterraggio di emergenza. Un passeggero, accortosi dello squarcio lo aveva detto ad un'altra hostess che ci ha invitato a stare calmi. Abbiamo comunque fatto un atterraggio abbastanza tranquillo. Siamo rimasti in attesa sull'aereo fermo in pista almeno 20 minuti, poi ci hanno fatto scendere ed aspettare un altro aereo per potere arrivare a Bari”. In una nota Ryanair ha spiegato: "Questo volo da Francoforte Hahn a Bari (29 gennaio) è rientrato a Francoforte Hahn poco dopo il decollo a causa di un problema legato al carrello di atterraggio. In linea con le procedure, l'equipaggio ha informato la torre di controllo e l'aeromobile è atterrato normalmente a Francoforte Hahn, dove i clienti sono stati trasferiti su un aeromobile sostitutivo, che è partito verso Bari poco dopo. Ryanair si scusa sinceramente con tutti i passeggeri interessati da questo breve ritardo". È sceso anche il pilota che era molto, molto pallido". E' evidente, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che ogni giorno nel mondo ci sono troppi incidenti sfiorati.

Esselunga e Gros Cidac richiamano miniburger agli spinaci Kioene per corpi estranei. Via dagli scaffali anche il Kamut “Capriccio” ai fichi a marchio Top Grain Probios.

Esselunga e Gros Cidac richiamano miniburger agli spinaci Kioene per corpi estranei. Via dagli scaffali anche il Kamut “Capriccio” ai fichi a marchio Top Grain Probios. Esselunga e Gros Cidac hanno diffuso il richiamo di un lotto di miniburger agli spinaci Kioene per la possibile presenza di biglie di vetro nel prodotto. I miniburger coinvolti sono venduti in confezioni da 200 grammi, con il numero di lotto DP00139K e la data di scadenza 07/02/2019. Il lotto interessato dal richiamo è stato prodotto da Kioene Spa, nello stabilimento di via Caltana 55, a Villanova di Camposampiero, in provincia di Padova. A scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda a coloro che hanno acquistato di non consumare i miniburger con il numero di lotto segnalato e riportarlo al punto vendita d’acquisto per la sostituzione.

Plastica nel ragù Esselunga: prodotti, marca e lotti contaminati. Ministero salute segnala richiami per rischio fisico

Plastica nel ragù Esselunga: prodotti, marca e lotti contaminati. Ministero salute segnala richiami per rischio fisico E’ e di nuovo tempo di richiami alimentari da parte del Ministero della Salute. Purtroppo nelle scorse ore si è arrivato un nuovo allarme da parte del Ministero della Salute e questa volta sotto la lente di ingrandimento ci sarebbe il ragù di carne venduto dalla catena di produzione Esselunga, ovvero uno dei discount che vendono davvero tanti tipi e generi alimentari a prezzi ridotti e per questo motivo uno dei più frequentati in Italia. Secondo quanto emerso, sembra che questo richiamo alimentare da parte del ministero della salute riguardi comunque il ragù. La notizia è stata pubblicata sul portale ufficiale del dicastero e alla voce relativa al motivo della segnalazione e si legge “Rischio migrazione dei materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti”. Si tratta di una misura precauzionale cautelativa per la possibile presenza di frammenti di plastica dura presente nell’alimento. Il richiamo ha come oggetto RAGU’ DI VITELLO TOP lotto SC. 07.02.19 da 200 g e con data di scadenza 07.02.19, LASAGNE AL FORNO lotto SC 30.01.19 da 600 g e con data di scadenza 30.01.19 e i CANNELLONI DI CARNE lotto SC. 29.01.19 peso variabile (330 g) con data di scadenza 29.01.19, prodotti confezionati per Esselunga Italia Spa nello stabilimento di VIA GIAMBOLOGNA 1, LIMITO DI PIOLTELLO, MILANO. Dunque, Come avete capito questi prodotti sono a quanto pare molto apprezzati dai consumatori abituali di Esselunga e confezionati attenendosi alla tradizione con ingredienti genuini e sani. Più nello specifico il richiamo riguarda il ragù di carne, dove all’interno molto probabilmente sono presenti frammenti di plastica. La stessa azienda ha informato i propri clienti a non mangiare gli alimenti e ma di riportarli nel punto vendita dove sono stati acquistati per ottenere il rimborso. A scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda a coloro che hanno acquistato i prodotti con le caratteristiche segnalate, di NON consumarli!

martedì 29 gennaio 2019

Un nuovo scandalo della “carne” in tutta Europa: animali malati in un mattatoio polacco.

Un nuovo scandalo della “carne” in tutta Europa: animali malati in un mattatoio polacco. Una squadra di giornalisti polacchi ha pubblicato le foto di un macello che potrebbe causare un nuovo scandalo della “carne” in tutta Europa. Le mucche malate verrebbero segretamente macellate e dichiarate in salute Un nuovo scandalo “a base di carne” potrebbe coinvolgere l'intera Europa: in Polonia un giornalista investigativo sotto copertura della rivista "Superwizjer" ha fotografato diverse mucche malate in un macello polacco. Le immagini messe in onda dal canale polacco TVN24, mostrano il bestiame, che non si mantiene sulle proprie zampe poco prima di essere appeso ad un verricello del mattatoio. Presumibilmente gli animali in questione sarebbero stati macellati segretamente e preparati per la vendita. La macellazione di animali malati e pompati da farmaci accadrebbe senza supervisione veterinaria secondo la stampa. Senza ulteriori indagini, la carne viene timbrata come pronta per il consumo e confezionata secondo quanto rilevato dal giornalista d’inchiesta. Secondo "Superwizjer" i lavoratori sezionerebbero il bestiame, rimuoverebbero tumori e malattie dalla carne e quindi le mischierebbero e imballerebbero con quelli sani. Secondo l’inchiesta, queste macellazioni segrete sarebbero fatte regolarmente. Il veterinario competente aveva appena firmato i documenti necessari il mattino successivo in modo che la carne potesse essere rivenduta, sostiene l'informatore. Come scrive Euronews, gli animali malati rappresentano un doppio onere finanziario per gli agricoltori. Ufficialmente, non sono in vendita e devono essere prima smaltiti a proprie spese. Secondo la ricerca, in Polonia ci sono fino a 300 commercianti che commercerebbero animali malati ai macelli. Nel gusto, la carne malata si differenzia difficilmente da quella proveniente da bestiame sano. Il quotidiano britannico Guardian cita esperti che temono danni alla salute per i consumatori. Il governo polacco è stato informato degli incidenti. Se ci fossero indicazioni che la carne avesse lasciato la Polonia, ciò potrebbe portare a avvertenze di sicurezza a livello UE. Se la carne bovina colpita risultasse esportata dalla Polonia, questo paese dovrebbe informare gli altri stati interessati attraverso il sistema di allarme rapido RASFF, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", che evidenzia come al momento non vi sia alcuna allerta in tal senso.

Medico californiano ha prescritto biscotti alla cannabis a un bimbo di 4 anni.

Medico californiano ha prescritto biscotti alla cannabis a un bimbo di 4 anni. L'ordine dei medici della California ha chiesto di radiarlo: non per aver fatto qualcosa d'illegale ma per essere stato negligente nella diagnosi Un medico californiano è finito nei guai per aver prescritto dei biscotti alla cannabis a un bambino di quattro anni. Il dottor William Eidelman sostiene che piccole dosi di marijuana siano utili per contenere i capricci dei bambini. L'ordine dei medici ha stabilito di revocare la sua licenza, non tanto per la prescrizione di cannabis a un minore (che è legale nello Stato), ma perché il medico è stato negligente nella diagnosi e nel trattamento. Eidelman, infatti, quando nel 2012 il padre del bimbo si rivolse a lui, sbagliò nello stabilire che il piccolo avesse un disturbo bipolare e un disturbo da deficit di attenzione. Il medico, avrebbe dovuto consultarsi con uno psichiatra. La vicenda venne alla luce una volta che all'infermiera scolastica fu chiesto di servire al bimbo per pranzo i suoi biscotti alla cannabis. La terapia era stata adottata anche sul fratellino maggiore e il padre dei bambini - anch'egli consumatore di marijuana - sostiene che ha avuto «effetti positivi» su entrambi. L'uso di cannabis, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", è legale per scopi medici in California dal 1996 e il medico stima di aver raccomandato questo trattamento a migliaia di pazienti.

lunedì 28 gennaio 2019

Ambiente. Fulmine uccide 6 persone della stessa famiglia.

Ambiente. Fulmine uccide 6 persone della stessa famiglia. Un intero nucleo familiare tra cui un bambino di tre anni, è state ucciso da un fulmine questo fine settimana nel Madagascar centrale. Avevano cercato riparo in un chiosco durante un fortissimo temporale Un grave episodio dovuto al maltempo è accaduto sabato nel villaggio di Bakaro, nel Madagascar centrale. Durante un fortissimo temporale un fulmine ha colpito 25 persone che si erano rifugiate in un chiosco mentre lavoravano nelle loro risaie. Sei di esse sono purtroppo morte: si tratta di persone della stessa famiglia che sono state uccise sul posto, tra cui un bambino di tre anni. Un'altra persona ha subito un'ustione superficiale e otto sono in uno stato di shock psichico, ha riferito il rappresentante dello stato locale William Patrick Rakotondralambo, ispettore medico del comune di Fitsinjovana dove si è svolto il dramma. Gli incidenti legati ai fulmini, evidenzia Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono comuni in Madagascar, una grande isola povera nell'Oceano Indiano dove il tasso di analfabetismo è dell'ordine del 46% secondo le Nazioni Unite. Alcune località sono addirittura famose per questo tipo di fenomeni, creando così leggende attorno ai cosiddetti sciamani in grado di controllare a distanza il fulmine per portare via vite umane o sradicare alberi.

Studente ventenne muore nel sonno dopo aver mangiato gli spaghetti avanzati da cinque giorni

Studente ventenne muore nel sonno dopo aver mangiato gli spaghetti avanzati da cinque giorni. Alcuni consigli dello Sportello dei Diritti di come usare gli avanzi Uno studente belga è morto nel sonno dopo aver mangiato spaghetti che erano rimasti fuori dal frigo per 5 giorni. A trovarlo morto nel suo letto dopo 11 ore i genitori che hanno immediatamente chiamato i soccorsi. Sul corpo del ragazzo, originario di Bruxelles è stata effettuata l'autopsia da cui è emerso che il giovane sarebbe morto per avvelenamento da cibo causato da batteri chiamati bacillus cereus. Il Bacillus cereus è un batterio che forma spore che produce tossine, provocando vomito e diarrea. Prima di andare a dormire il ragazzo aveva avuto questi sintomi, aveva bevuto molta acqua ed era andato a letto senza prendere medicine. L'incidente è accaduto nell'ottobre del 2008 dopo che il giovane è tornato a casa da scuola. La scioccante storia è stata descritta dal Dr Bernard, un professionista autorizzato che studia e condivide bizzarri casi medici da tutto il mondo sul suo canale YouTube. Il dott. Bernard ha analizzato il caso, che originariamente era stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica del Journal of Clinical Microbiology degli Stati Uniti, insieme a molti altri in una rievocazione drammatizzata, spiegando che i batteri nocivi hanno causano l'arresto del fegato di AJ. Ci sono cibi che possono, in alcuni casi dovrebbero, restare fuori dal frigorifero, altri che invece non devono stare mai a temperatura ambiente, perché si rovinano o, ancora peggio, possono fare male alla nostra salute. Se poi vi è rimasto un po’ di cibo cucinato? Niente paura, evidenzia Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, non dovete buttarlo via per forza anzi, potete mangiarlo il giorno dopo o riutilizzarlo in un’altra preparazione. Attenzione però: gli avanzi devono essere conservati in frigorifero o congelati. Per evitare pericolose formazioni batteriche questi piatti devono essere messi al fresco entro 2 ore dalla cottura. Naturalmente in questo lasso di tempo devono essersi raffreddati perché mettere cose calde nel frigorifero rischia di danneggiarlo a lungo andare.

Bibite gassate causano anche nefropatie.

Bibite gassate causano anche nefropatie. Il gas presente in queste bevande, se consumate durante uno sforzo fisico, mette a rischio la salute dei reni. Limitiamo il consumo di queste bevande per salvaguardare la salute anche dei reni. Coca-Cola o la Fanta non sono dannose solo per la linea e per i denti. Se cerchiamo l’ennesimo buon motivo per ridurre il consumo di bibite frizzanti, facciamolo per la salute dei nostri reni. Secondo gli scienziati della University di Buffalo di New York, USA, queste bevande possono causare nefropatie (malattie legate ai reni) anche gravi. Infatti, bere bevande frizzanti mentre svolgiamo attività fisica in condizioni climatiche molto calde può essere assai dannoso per i nostri reni. Gli scienziati della University di Buffalo di New York, hanno ricreato un ambiente sperimentale con una temperatura di 37°C, in cui un gruppo di partecipanti doveva svolgere un’ora di esercizi sul tapis roulant e tre diversi esercizi di sollevamento pesi. Dopo 45 minuti di attività, i volontari hanno riposato per 15 minuti, durante i quali potevano sorseggiare i loro drink (circa mezzo litro): una bevanda gassata, un succo, oppure dell’acqua. Dopo il break, i partecipanti hanno ripreso l’attività fisica per altre tre sedute, e i loro rispettivi break, per un totale di 4 ore. Poco prima di terminare, il team ha chiesto loro di bere l’ultimo sorso del loro drink. A questo punto, sono stati misurati temperatura corporea, frequenza cardiaca, pressione sanguigna, peso e marcatori delle malattie renali. Un esame a cui sono stati sottoposti tutti i partecipanti sia immediatamente dopo l’attività fisica, che dopo 24 ore. Secondo i risultati, i partecipanti appartenenti al gruppo delle bevande gassate e dei succhi di frutta avevano riportato i più alti livelli di marcatori di problemi renali; un fattore che non è stato riscontrato nel gruppo che aveva consumato acqua minerale. «Il consumo di queste bevande frizzante durante e dopo gli esercizi, ad alte temperature, non è l’ideale», ha dichiarato il team di ricerca in uno statement. «Ora abbiamo bisogno di effettuare ulteriori studi sugli effetti a lungo termine del consumo di questi drink durante l’attività fisica, e il loro legame con il rischio di sviluppare malattie renali». La ricerca è stata pubblicata per intero nella rivista scientifica American Journal of Physiology. Pertanto, evidenzia Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’unica bibita raccomandata durante un allenamento resta dunque l’acqua minerale.

Miracolo nella Carolina del Nord, bimbo di 3 anni ritrovato nei boschi dopo due giorni: "Un amico orso mi ha tenuto compagnia".

Miracolo nella Carolina del Nord, bimbo di 3 anni ritrovato nei boschi dopo due giorni: "Un amico orso mi ha tenuto compagnia". Lo Sportello dei diritti: "Mai lasciare i bambini soli anche per poco tempo" A volte i genitori lasciano un figlio piccolo solo anche in casa, spesso addormentato, per giunta con una finestra aperta, per svolgere le loro commissioni, senza rendersi conto a quali gravi rischi lo espongono. Ma più frequentemente gli incidenti avvengono quando un genitore indaffarato anche se è amorevole e di qualsiasi ceto sociale, lo perde di vista sottovalutando il rischio legato a tale comportamento. Come nel caso di oggi di un bimbo che di tre anni è stato trovato miracolosamente vivo dopo essersi perso in un bosco della Carolina del Nord. Casey Lynn Hathaway ha vagato per due giorni prima di venir individuato dai soccorritori e, secondo il suo racconto, a fargli compagnia, scaldandolo, è stato un amico orso. Il bambino era scomparso dopo essersi allontanato dal cortile di casa della nonna mentre giocava con altri bambini. Non essendo tornato immediatamente è stato dato l'allarme e centinaia di persone tra soccorritori e volontari si sono mobilitati nella sua ricerca. Era intervenuto anche l'Fbi. Si temeva per la sua vita a causa del freddo polare e delle condizioni pericolose nel bosco. Casey è stato trovato dopo due giorni grazie a una telefonata in cui si segnalava un bambino che piangeva. Era aggrovigliato in un cespuglio spinoso e chiedeva della madre. «Questo bambino - ha scritto la zia su Facebook - si era perso nei boschi con temperature gelide, la pioggia, il buio e il vento, ci ha detto che il suo migliore amico è stato un orso che lo ha tenuto al sicuro». Il bambino avrebbe raccontato la stessa storia anche alle autorità, le quali ancora non si spiegano come Casey sia stato trovato in buone condizioni dopo essere stato nei boschi per due giorni senza cibo e senza acqua. «Non ci ha detto come ha fatto a sopravvivere - ha detto lo sceriffo della contea di Craven, Chip Hughes, in una conferenza stampa - ci ha detto che aveva un amico nel bosco, un orso che è stato con lui». Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ricorda ai genitori che lasciare un bambino, anche solo per pochi minuti, per giunta soli nel cortile anche se di casa, è reato di abbandono di minore. Il genitore, infatti, benchè l’assenza sia breve, viene comunque meno ai suoi doveri di sorveglianza e cura creando una situazione di potenziale pericolo per il minore.

Antipertensivo ritirato dalle farmacie. AIFA, risultato fuori specifica: ecco il lotto e info

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ha disposto il ritiro dalle farmacie di un farmaco antipertensivo. Nello specifico, si tratta delle confezioni di un lotto e precisamente il n. 651042 scad. luglio 2019 della specialità medicinale CARVEDILOLO ALMUS*28CPR 6,25MG – AIC 036471011. A comunicarlo la Società Skills in Healthcare Italia, con propria e-mail pervenuta il 25 gennaio 2019, in qualità di concessionario di vendita della ditta Janssen Cilag Spa che specifica inoltre che si tratta di un ritiro volontario dell'azienda. Il provvedimento è stato disposto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, in via precauzionale, in seguito al riscontro di un risultato fuori specifica per quanto riguarda la determinazione delle sostanze correlate sconosciute. Le farmacie che hanno acquistato le confezioni del lotto citato direttamente da Skills in Healthcare Italia dovranno richiedere l'autorizzazione al reso, indicando numero di confezioni e relativo numero di lotto, al Customer Service di Skills in Healthcare ai seguenti riferimenti: Fax. +39 0185065261 - e-mail: info@skills-in-healthcare.it. Il Customer Service provvederà all'analisi delle richieste e comunicherà ai clienti la proceduta da seguire per la gestione di tali prodotti.

Johnson & Johnson ritira spray nasale decongestionante Actifed dalle farmacie

Johnson & Johnson ritira spray nasale decongestionante Actifed dalle farmacie. Ecco i lotti e info. AIFA segnala il provvedimento volontario da parte della ditta AIFA, l'Agenzia italiana del farmaco, segnala il ritiro volontario di uno spray nasale decongestionante da parte della ditta Johnson & Johnson Spa. Nello specifico si tratta dei tre lotti F145070, F145080 e F145580 aventi tutti scadenza 09 - 2020 della specialità medicinale ACTIFED DECONGEST*SPRAY 10ML – AIC 040282016. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della comunicazione della ditta titolare dell'AIC, concernente il fallimento del test di sterilità di due lotti, non destinati al mercato italiano. La ditta Johnson & Johnson ha comunicato l'avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

domenica 27 gennaio 2019

Calvizie, il rimedio è nelle patatine fritte. A dirlo uno studio giapponese.

Calvizie, il rimedio è nelle patatine fritte. A dirlo uno studio giapponese. È stata per millenni una vera piaga per circa il 70% degli uomini di mezzo mondo. Tantissime le soluzioni proposte ma nessuna efficace davvero. Sembra sia stata finalmente scoperta la cura definitiva Diversi studi dimostrano che la calvizie negli uomini è percepita come un grave problema: nella maggior parte dei casi rende insicuri e infelici. Anche se esistano diversi sex-symbol che nonostante la pelata facciano strage di ammiratrici e di cuori, il maschio medio viene soprassalito dall’imbarazzo. Ora le patatine fritte, buone e croccanti, seppur molto caloriche e non esattamente salutari, potrebbero venir impiegate nella lotta contro la perdita dei capelli. O almeno una loro parte. Da uno studio svolto in Giappone presso la Yokohama National University, sarebbe infatti emerso che una componente chimica presente nell’olio di frittura delle patate, farebbe miracoli contro la calvizie. Questo elemento è il dimetilpolisilossano, che nell’olio consente una maggiore stabilità termica e impedisce il formarsi della schiuma. “Il metodo è molto semplice, è un metodo robusto e promettente.” ha dichiarato Junji Fukuda, autore della scoperta “Speriamo che questa tecnica riuscirà a migliorare la terapia rigenerativa dei capelli umani utilizzata per trattare calvizie come l’alopecia androgenetica”. Per giungere a questa scoperta, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” gli scienziati hanno reso calvi dei topi, per poi iniettare in loro la componente. Questa è riuscita a stimolare la produzione di cinquemila germi del follicolo pilifero, ossia cinquemila nuovi peli. Le probabilità però che questa volta si sia veramente raggiunto un risultato definitivo appaiono essere molto alte. La ricerca è attualmente in corso e procede velocemente. Per chi volesse rimanere aggiornato sulla questione consigliamo di monitorare periodicamente PLOS Biology, rinomato blog di biologia che pubblica praticamente in tempo reale tutte le nuove ricerche.

Lecce, precipita ultraleggero sulla provinciale Ugento-Gemini:muoiono pilota e un passeggero

Lecce, precipita ultraleggero sulla provinciale Ugento-Gemini:muoiono pilota e un passeggero. L'aereo è caduto vicino ad una zona residenziale Un piccolo aereo privato partito oggi pomeriggio dall'aerodromo di Gemini, si è schiantato al suolo nelle vicinanze della zona residenziale, a soli 200 metri dalle abitazioni. Le due persone che erano a bordo del Cessna, sono morte: i corpi delle vittime sono stati recuperati dalla squadra di vigili del fuoco che ha lavorato attorno alla carcassa dell'aereo. A bordo del Cessna, volavano oltre al pilota un passeggero di Melissano e Gagliano Del Capo. La causa dell' incidente è ancora sconosciuta. L' aereo, è precipitato alle 17,00. Durante il tragitto ha volato con regolarità seguendo un piano strumentale a velocità ed altezza standard passando sul campo sportivo di Ugento dove era in corso la partita Ugento-Lecce. Secondo i primi accertamenti il Cessna era ben equipaggiato dal punto di vista tecnico strumentale. Le circostanze e le cause dell'incidente, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono oggetto d'indagine. Il piccolo aereo era impegnato in un «volo di routine».

Sonniferi: effetti collaterali noti e persino insospettati.

Sonniferi: effetti collaterali noti e persino insospettati. L'italiano rimane tuttavia un grande consumatore di questi farmaci che inducono il sonno. Secondo la Belgian Pharmaceutical Association (APB), ogni giorno dalle farmacie belghe vengono dispensati non meno di 1.260.034 DDD (dosi giornaliere definite) di sonniferi e sedativi. Un sondaggio sulla salute dell'Istituto di salute pubblica (2013) rivela che il consumo di psicofarmaci ha "una relazione lineare e positiva con l'età". Il 3% dei giovani di età compresa tra i 15 ei 24 anni ne consuma e questo uso aumenta con gli anni fino a raggiungere il 38% delle persone di età pari o superiore a 75 anni (44% delle donne e il 30% degli uomini di questa età). La maggior parte dei sonniferi sono le “benzodiazepine”. Questi farmaci possono essere necessari in alcuni casi, a dosi minime e per un periodo di tempo limitato, ma molti pazienti con disturbi del sonno li usano cronicamente. Le benzodiazepine causano effetti collaterali e non sono senza rischi per la salute. Tra gli effetti indesiderati noti vi sono la sonnolenza diurna, disturbi cognitivi (confusione, problemi di memoria, concentrazione, ...), rischio di cadute, ... Gli effetti avversi delle benzodiazepine sono numerosi. Uno dei principali pericoli è anche il rischio di dipendenza. Molte persone cadono nella "trappola" della dipendenza da sonniferi e una vera dipendenza può insediarsi. Effetti collaterali insospettati del consumatore. Oltre a questi effetti collaterali ben documentati, ci sono anche effetti collaterali indesiderati da parte degli “utenti” dei sonniferi. Questi farmaci che inducono il sonno diminuiscono o alterano totalmente la reattività agli allarmi o alla guida. Le conseguenze sono disastrose: incidenti stradali, incapacità di svegliarsi anche durante un allarme antincendio, e tutta una serie di potenziali rischi in casi analoghi. Sono necessarie, quindi, grandi cautele quando si utilizzano questo tipo di farmaci. Molti studi sono attualmente in corso. Per esempio, scienziati giapponesi stanno cercando di sviluppare molecole più selettive. Preferirebbero indirettamente i percorsi di sonno e veglia, che potrebbero essere un'alternativa più sicura rispetto alle benzodiazepine, lasciando al cervello la capacità di rispondere a una minaccia. In molti casi, questi farmaci possono essere dispensati. Mangiare sano, relax, evitare la vita sedentaria, muoversi e praticare sport durante il giorno, essere accompagnati in caso di problemi, sono le chiavi per trovare un buon sonno. Peraltro, i rimedi naturali possono essere considerati un buon succedaneo (valeriana, passiflora, omeopatia ...). Una cosa è certa però, ricorda, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, : mai assumerli senza la prescrizione o il consiglio di un medico. Un qualcosa che va in controtendenza con quanto accade in Italia. L’italiano, infatti, continua ad essere un grande consumatore, troppo spesso e purtroppo, ancora “fai da te”.

La scarsa igiene orale potrebbe innescare l'Alzheimer

La scarsa igiene orale potrebbe innescare l'Alzheimer. I ricercatori hanno scoperto nel cervello dei malati di Alzheimer un tipo di batteri noti per essere la causa della malattia dei denti e delle gengive. Una relazione al limite dell’assurdo quella tra infiammazione cronica delle gengive e malattia di Alzheimer, ma i risultati di una grande ricerca internazionale sembrano suggerire un nesso causale tra il Porphyromonas gingivalis, il principale responsabile delle parodontiti, e i processi neuroinfiammatori e neurodegenerativi tipici del cervello delle persone con Alzheimer. Un’ipotesi eziologica assai intrigante che andrà naturalmente confermata da ulteriori ricerche. Da qualche tempo, gli scienziati hanno pensato che la demenza dovuta all'Alzheimer possa essere una malattia infettiva. Tuttavia, i ricercatori non sono riusciti a capire i processi esatti di tale infezione. Ora, un nuovo studio ha stabilito che esiste effettivamente un legame tra l'Alzheimer e un'infezione batterica. Ricercatori guidati dal microbiologo Jan Potempa dell'Università americana di Louisville hanno scoperto il batterio Porphyromonas gingivalis, che è responsabile di malattie dentali e gengivali, nel cervello dei pazienti deceduti di Alzheimer. Successivamente, gli autori hanno osservato, in un esperimento sul topo, che l’infezione da P. gingivalis produce una colonizzazione del cervello degli animali e un aumento della produzione di Aβ1-42, un componente delle placche amiloidi.. Nel cervello hanno innescato un aumento della produzione della proteina antibatterica beta-amiloide, i cui depositi sono legati all'Alzheimer. Allo stesso tempo, i ricercatori hanno trovato nel cervello i gingipain. Questi sono enzimi tossici formati dai batteri. Li hanno trovati anche nel cervello del defunto, a cui non era mai stata diagnosticata la malattia di Alzheimer. Le gingipain inoltre sono risultate neurotossiche sia in vitro che in vivo, con effetti dannosi sulla tau, una proteina necessaria per il normale funzionamento dei neuroni. I ricercatori valutano questo come un segno che il morbo di Alzheimer non porta alla malattia di denti e gengive, ma viceversa. A offrire alla comunità scientifica internazionale questo ulteriore importantissimo spunto per la ricerca delle cause di questa patologia neurodegenerativa, è un gruppo di ricerca collaborativa pubblico-privata che ha coinvolto numerose università americane, polacche, norvegesi, australiane, neozelandesi. Primo nome della ricerca è Stephen S. Dominydella Cortezyme, un’azienda californiana di San Francisco, che sta cercando di sviluppare nuove soluzioni terapeutiche per l’Alzheimer e altre patologie neurodegenerative. Si deve proprio a Dominy la scoperta del Porphyromonas gingivalis nel cervello dei pazienti con Alzheimer, il patogeno gengivale legato alla neurodegenerazione e resistente ad un ampio spettro di antibiotici. Le ricerche di questa piccola azienda californiana hanno portato allo sviluppo di una piccola molecola (COR 388), in grado di inibire gli effetti patogeni di questo batterio. Tuttavia, secondo i ricercatori, non è ancora possibile confermare l'efficacia di COR388 nella lotta contro il morbo di Alzheimer. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,una settimana importante questa per la ricerca sull’Alzheimer, notizia arrivata direttamente dalle pagine della rivista scientifica "Science Advances" circa la l’individuazione di un nuovo possibile agente eziologico infettivo per questa patologia multifattoriale. Nello specifico, secondo i ricercatori, questi esperimenti suggeriscono che gli inibitori delle gingipain potrebbero essere efficaci nel trattamento della colonizzazione cerebrale da parte di P. gingivalis e probabilmente contribuire a proteggere dai processi neurodegenerativi tipici dell’Alzheimer.

sabato 26 gennaio 2019

Julen è morto lo stesso giorno della caduta

Julen è morto lo stesso giorno della caduta. Il corpo del piccolo Julen, il bimbo precipitato in un pozzo nei pressi di Malaga il 13 gennaio e ritrovato cadavere la notte scorsa, presenta un "trauma cranio-encefalico importante" e "molteplici traumi compatibili con la caduta". Sono i primi risultati dell'autopsia, riportati dal sito di El Mundo, che si è conclusa sabato pomeriggio nell'Istituto di Medicina Legale di Malaga. Il bimbo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è morto il giorno stesso della caduta, secondo fonti investigative. A quanto riportato dalle stesse fonti, sul piccolo Julen sono cadute pietre e altri detriti che hanno causato il trauma cranico. Il corpo è stato ritrovato con le braccia in alto e il bimbo - ha riferito il delegato del governo in Andalusia Rodriguez Gomez de Celis - è precipitato "rapidamente in caduta libera" per 71 metri. La vicenda di Julen ha fatto ricordare, a tutti coloro che negli anni ’80 seguirono la vicenda, il dramma di Alfredino Rampi. Il bambino di 6 anni precipitò, la sera del 10 giugno 1981, in un pozzo artesiano situato lungo la via di Vermicino, in località Selotta, vicino Frascati. Dopo tre giorni di inutili tentativi per trarre in salvo il bambino, tra cui la costruzione di un pozzo parallelo e le prove di coraggio di tanti volontari che cercarono di calarsi nella cavità per raggiungere il piccolo, Alfredino morì a circa 60 metri di profondità. I tentativi di costruzione del tunnel parallelo avevano fatto franare il terreno, facendo scivolare il corpo del bambino sempre più in profondità e rendendo drammaticamente impossibili i tentativi di speleologi e gente comune che si fecero calare nel pozzo, arrivando, come nel caso del volontario Angelo Licheri, a raggiungere il bambino senza però riuscire ad imbracarlo per trarlo in salvo. La morte presunta venne dichiarata il 13 giugno e il corpo, dopo che il pozzo era stato riempito di gas refrigerante, recuperato dopo ben 28 giorni dal giorno dell’incidente. La vicenda del bambino ebbe una immensa eco mediatica, anche grazie alla diretta non stop trasmessa dalla Rai e per la prima volta nella storia televisiva venne coniato il termine ‘tv del dolore’.

Tragedia sul volo Honolulu-New York:muore steward durante il tragitto.

Tragedia sul volo Honolulu-New York:muore steward durante il tragitto. Il malore dopo il decollo, inutile l'atterraggio d'emergenza E' morto mentre era in servizio come steward su un volo Hawaiian Airlines verso New York e il pilota è stato costretto all'atterraggio d'emergenza a San Francisco dove i medici, saliti a bordo per i soccorsi, non hanno potuto far altro che constatare il decesso del membro dell'equipaggio. E' quanto accaduto giovedì, dopo il decollo da Honolulu, su un aereo della compagnia Hawaiian Airlines. Il pilota ha subito dato l'allarme e gestito l'emergenza, ma nulla si è potuto fare per il suo collega. "Quando lo steward Emile Griffith ha perso conoscenza nelle fasi del volo, il pilota ha subito lanciato l'allarme e ha poi deviato la rotta verso San Francisco per atterrare in sicurezza". Quando l'aereo è atterrato, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, infatti, per lo stewart, non c'era più nulla da fare. Emile, morto 'per cause naturali', aveva più di "30 anni di servizio" come steward. I passeggeri sono stati sbarcati e hanno preso il loro posto su altri voli. La Federation aviation administration ha precisato che l'emergenza e' stata dettata dalla particolare situazione del caso.

Salmonella in latte in polvere, allerta del Ministero della salute

Salmonella in latte in polvere, allerta del Ministero della salute. Rischio tossinfezione alimentare causata da Salmonella poona nel latte di riso per la prima infanzia a marchio Modilac. Prodotto venduto anche online Ancora salmonella nei baby food e ancora in Francia. Dopo l’ondata di allerta del caso Lactalis ora oltralpe l’allarme riguarda gli alimenti per l’infanzia Modilac, prodotti dalla società Sodilac in Spagna. Oggi, attraverso il sistema di allerta RASFF è stata comunicata una tossinfezione alimentare avvenuta in Francia causata da Salmonella poona probabilmente correlata dal consumo di latte di riso per la prima infanzia a marchio Modilac, prodotto in Spagna. Sebbene non risulta allo stato attuale l'esistenza di lotti spediti verso il nostro Paese, il Ministero della Salute, a titolo precauzionale, ha comunque già avviato interlocuzioni con la Commissione europea e con le Autorità francesi, per sollecitare ulteriori informazioni su Paesi e lotti interessati. Benché, allo stato attuale le Autorità francesi non abbiano indicato nelle note RASFF l'Italia tra i Paesi destinatari dei lotti contaminati, si comunicano di seguito, per eventuali verifiche da parte delle autorità territoriali e per una completa informazione ai consumatori, anche in caso di eventuali acquisti online, gli elenchi di tutti i prodotti e i lotti ritirati dal mercato dall’azienda Modilac. Gli elenchi dei prodotti richiamati in via precauzionale sono riportati anche nel sito del Ministero della Salute francese. Nell’ottica d’informazione quotidiana ai consumatori in materia di allerte alimentari, lo “Sportello dei Diritti” nella persona del presidente Giovanni D'Agata, raccomanda, a scopo precauzionale, massima allerta, dopo che in quattro casi si sono registrati episodi di salmonella in bambini che avevano consumato prodotti di nutrizione infantile (latte, dessert) fatti con proteine di riso a marchio Modilac.

Auto, allarme per la Mercedes-Benz Classe A da Rapex: segnalato un problema ad un cavo elettrico. Evidenziato il rischio incendio grave

Auto, allarme per la Mercedes-Benz Classe A da Rapex: segnalato un problema ad un cavo elettrico. Evidenziato il rischio incendio grave Una nuova tegola si abbatte sulla Mercedes-Benz, la Classe A. Il modello è stato segnalato per un problema tecnico che potrebbe causare l'incendio dell'autovettura. L’avviso è stato inserito nel bollettino del 25 gennaio del Rapex, il sistema europeo di allerta rapida per i prodotti di consumo non alimentari (Report 4, N. A12/0147/19). La segnalazione presentata dalla stessa Germania della Commissione Europea sui richiami dei prodotti difettosi che riguarda la casa automobilistica tedesca interessa le unità della Classe A con omologazione E1 * 2007/46 * 1829 * 01, Tipo: F2A prodotte tra il 25.04.2018 e il 12.06.2018 per le quali è stato evidenziato il rischio di incendio dovuto al " conduttore piatto del cablaggio di accensione che è stato posizionato in modo errato, danneggiando l’isolamento del conduttore piatto. Il contatto diretto tra il conduttore e la cassa può quindi condurre a un corto circuito. Ciò potrebbe causare un cortocircuito e causare un incendio". Il Rapex conclude che “non si possono escludere condizioni di guida non sicure”. Pur non essendoci stati incidenti - segnala Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, tuttavia, in caso la propria vettura corrisponda alle unità in questione occorre prestare la massima attenzione e rivolgersi alle officine autorizzate per un controllo preventivo qualora il proprio veicolo corrisponda alle unità segnalate.

venerdì 25 gennaio 2019

Rapex, richiamo per le Mercedes "Classe A“:condizioni di guida non sicure

Rapex, richiamo per le Mercedes "Classe A“:condizioni di guida non sicure. Il Rapex, un organismo dell’unione europea impegnato nella vigilanza sul corretto funzionamento di tutti i prodotti in vendita nell’unione europea, segnala un difetto di livello grave per un problema ai freni che potrebbe causare “lesioni" La Mercedes "Classe A“ è stata segnalata per un serio “warning” dal Rapex – Rapid Alert System for non-food dangerous products. L'avviso con "Livello di rischio serio" è inserito dalla stessa Germania nel bollettino n° 4 del 25 gennaio 2019. Il richiamo che sta per essere attuato dalla casa tedesca riguarda l'esemplari delle Mercedes "Classe A“ prodotte tra tra il 18.4.2018 e il 23.4.2018: numero di omologazione: e1 * 2007/46 * 1829 * 01; Tipo: F2A. La segnalazione " A12 / 0138/19", nel bollettino Rapex pubblicato il 25 gennaio si riferisce a “Un truciolo di metallo formato durante il processo di assemblaggio all'interno dell'unità idraulica ESP potrebbe bloccare una valvola di non ritorno. Di conseguenza, la valvola di non ritorno potrebbe non essere più in grado di chiudersi, influenzando le prestazioni del pedale del freno. Questo potrebbe aumentare il rischio di un incidente". E il bollettino Rapex conclude sinteticamente ''non si possono escludere condizioni di guida non sicure''. Pur non essendoci stati incidenti - segnala Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” - è consigliabile che i proprietari di queste auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Mercedes nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai modelli in questione.

Collisione in volo in Valle d'Aosta, 5 morti.

Collisione in volo in Valle d'Aosta, 5 morti. Un aereo da turismo e un elicottero privato si sono scontrati sul ghiacciaio del Rutor, nel vallone di La Thuile, in Valle d'Aosta. Troppi incidenti aerei nei cieli. Non è la prima volta che la sicurezza dei voli viene messa sotto accusa Collisione tra un piccolo aereo da turismo e un elicottero privato impegnato nel servizio di heliski sul ghiacciaio del Rutor, nel vallone di La Thuile, in Valle d'Aosta, ha causato cinque morti. Lo rende noto il soccorso alpino, confermando anche che ci sono due feriti. Sul posto opera l'elicottero della Protezione civile con guide e tecnici del Soccorso Alpino Valdostano e medico a bordo, mentre è già attivo un secondo elicottero con medico a bordo. Pronti a intervenire altri due elicotteri del 118 partiti da Torino. In pronto soccorso è stata attivata procedura di maxiemergenza: operative la shock room con equipe multidisciplinare, tre sale operatorie dedicate all'emergenza e 6 posti in terapia intensiva postoperatoria. Troppi incidenti aerei nei cieli negli ultimi 10 mesi, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. È necessario fare chiarezza: qualsiasi incidente in campo aeronautico non è argomento da trattare per supposizioni; dalla più banale chiave inglese lasciata per sbaglio dove non dovrebbe essere allo scontro, come quello di oggi, tra due aerei, ruote che si staccano in volo, sistema elettrico che si spegne, fusoliera che si spezza durante un fuoripista, motori che esplodono ancora prima di raggiungere la pista di decollo, finestrini della cabina di pilotaggio che si rompono, tutto deve essere analizzato, passato al vaglio e studiato. Un incidente non è mai conseguenza di un solo errore, ma l’epilogo di una catena di errori che coinvolge l’operatore, il supervisore, l’azienda e tutta la gerarchia, fino al legislatore. Volare, comunque è sicuro, è un dato di fatto; il rapporto tra numero di incidenti su ore volate, chilometri percorsi o passeggeri trasportati è sempre a favore dell’aereo rispetto ad altri mezzi di trasporto.

Allarme ingredienti tossici negli scontrini fiscali. Le ricevute possono essere cancerogene

Allarme ingredienti tossici negli scontrini fiscali. Le ricevute possono essere cancerogene: " Dobbiamo maneggiare questo genere di ricevute il meno possibile" Gli scontrini fiscali che normalmente maneggiamo durante la giornata possono contenere delle sostanze altamente dannose per la nostra salute. I ricercatori dell’Università di Granada, in Spagna, parlano difatti di contenuti cancerogeni dopo l’analisi di 112 scontrini di carta e biglietti provenienti dal Brasile, dalla Spagna e dalla Francia. Secondo i risultati, oltre il 90% di queste ricevute contenevano una molecola chiamata bisfenolo A (BPA), un interferente endocrino noto per alterare l’equilibrio ormonale nelle persone esposte alla sua azione. Questa può causare malattie legate alla produzione ormonale, come malformazioni genitourinarie, sterilità, obesità e tumori negli organi ormone-dipendenti come le mammelle. «Questi scontrini possono essere facilmente identificati dai clienti perché, dopo tanto tempo dalla loro emissione, perdono ancora inchiostro», spiega dottor Nicolas Olea, professore di medicina. «Se per esempio andiamo a restituire un paio di pantaloni che abbiamo comprato, e il cassiere ci dice che non riesce a leggere nulla… Spesso l'unica cosa che può essere rilevata su questi biglietti è la polverina bianca che viene fuori quando li estraiamo dalla borsa o dal portafogli. Il BPA è precisamente quella polvere bianca che resta appiccicata alle dita».Solo nella metà delle ricevute in Francia è stato rilevato il BPA: ciò significa che il progetto del governo di risolvere il problema nel 2014 ha parzialmente funzionato. Tuttavia il bisfenolo S (BPS), impiegato come alternativa, pare non essere meno dannoso del BPA, come riportato dai ricercatori. «Sfortunatamente anche il BPS è un interferente endocrino, e la sua persistenza nell’ambiente è perfino maggiore del BPA, dunque non è un’opzione valida», continua il professore. Alla luce di questi risultati, gli esperti consigliano a tutti i clienti che conservano le loro ricevute, di evitare il contatto con il cibo, specialmente quando si ritira la spesa in cucina, di non scrivere o annotare appunti sopra, né conservare gli scontrini in auto o nei portafogli. «Per farla breve, dobbiamo maneggiare questo genere di ricevute il meno possibile», conclude dottor Olea. La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Environmental Research. Gli scontrini, generalmente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono fatti con carte termiche i cui componenti reagiscono al calore generando problemi nelle fasi del riciclo. Dello stesso tipo di carta sono fatti anche le ricevute rilasciate dalle bilance elettroniche e dai pos per carte di credito, oltre alla carta per i fax e a quella di alcuni tipi di ricevute fiscali e dei biglietti aerei. La scelta di questo tipo di carta per gli scontrini fiscali è però dettata da precise disposizione normative: il rotolo di carta in dotazione al misuratore fiscale - si legge su un sito di settore - deve essere in carta termica omologata dall'Istituto Superiore di Poste e Telecomunicazione. Inoltre un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, pubblicato il 31 Gennaio 2012, ha fissato nuovi e più stringenti requisiti tecnici necessari per la certificazione della carta termosensibile utilizzata gli scontrini fiscali. Tuttavia esistono ricevute realizzate con il 70% di rifiuti post-consumo prive di BPA.

Allarme ingredienti tossici negli scontrini fiscali. Le ricevute possono essere cancerogene

Allarme ingredienti tossici negli scontrini fiscali. Le ricevute possono essere cancerogene: " Dobbiamo maneggiare questo genere di ricevute il meno possibile" Gli scontrini fiscali che normalmente maneggiamo durante la giornata possono contenere delle sostanze altamente dannose per la nostra salute. I ricercatori dell’Università di Granada, in Spagna, parlano difatti di contenuti cancerogeni dopo l’analisi di 112 scontrini di carta e biglietti provenienti dal Brasile, dalla Spagna e dalla Francia. Secondo i risultati, oltre il 90% di queste ricevute contenevano una molecola chiamata bisfenolo A (BPA), un interferente endocrino noto per alterare l’equilibrio ormonale nelle persone esposte alla sua azione. Questa può causare malattie legate alla produzione ormonale, come malformazioni genitourinarie, sterilità, obesità e tumori negli organi ormone-dipendenti come le mammelle. «Questi scontrini possono essere facilmente identificati dai clienti perché, dopo tanto tempo dalla loro emissione, perdono ancora inchiostro», spiega dottor Nicolas Olea, professore di medicina. «Se per esempio andiamo a restituire un paio di pantaloni che abbiamo comprato, e il cassiere ci dice che non riesce a leggere nulla… Spesso l'unica cosa che può essere rilevata su questi biglietti è la polverina bianca che viene fuori quando li estraiamo dalla borsa o dal portafogli. Il BPA è precisamente quella polvere bianca che resta appiccicata alle dita».Solo nella metà delle ricevute in Francia è stato rilevato il BPA: ciò significa che il progetto del governo di risolvere il problema nel 2014 ha parzialmente funzionato. Tuttavia il bisfenolo S (BPS), impiegato come alternativa, pare non essere meno dannoso del BPA, come riportato dai ricercatori. «Sfortunatamente anche il BPS è un interferente endocrino, e la sua persistenza nell’ambiente è perfino maggiore del BPA, dunque non è un’opzione valida», continua il professore. Alla luce di questi risultati, gli esperti consigliano a tutti i clienti che conservano le loro ricevute, di evitare il contatto con il cibo, specialmente quando si ritira la spesa in cucina, di non scrivere o annotare appunti sopra, né conservare gli scontrini in auto o nei portafogli. «Per farla breve, dobbiamo maneggiare questo genere di ricevute il meno possibile», conclude dottor Olea. La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Environmental Research. Gli scontrini, generalmente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono fatti con carte termiche i cui componenti reagiscono al calore generando problemi nelle fasi del riciclo. Dello stesso tipo di carta sono fatti anche le ricevute rilasciate dalle bilance elettroniche e dai pos per carte di credito, oltre alla carta per i fax e a quella di alcuni tipi di ricevute fiscali e dei biglietti aerei. La scelta di questo tipo di carta per gli scontrini fiscali è però dettata da precise disposizione normative: il rotolo di carta in dotazione al misuratore fiscale - si legge su un sito di settore - deve essere in carta termica omologata dall'Istituto Superiore di Poste e Telecomunicazione. Inoltre un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, pubblicato il 31 Gennaio 2012, ha fissato nuovi e più stringenti requisiti tecnici necessari per la certificazione della carta termosensibile utilizzata gli scontrini fiscali. Tuttavia esistono ricevute realizzate con il 70% di rifiuti post-consumo prive di BPA.

Aeroporto di Parigi Orly parzialmente evacuato per colpa di scarpe a “led” di una giornalista.

Aeroporto di Parigi Orly parzialmente evacuato per colpa di scarpe a “led” di una giornalista. Scarpe alla moda di una passeggera fanno scattare l'allarme sicurezza. Per mezz'ora evacuato parte dell'aeroporto. Sul posto gli artificieri Il falso allarme è stato causato dal bagaglio di una donna diretta a Casablanca sull'aereo della compagnia aerea Royal Air Maroc. Nel pomeriggio di giovedì, durante l'ispezione del suo bagaglio a mano, è stato trovato un oggetto simile a un fusibile. I dipendenti dell'aeroporto hanno annunciato l'evacuazione dei padiglioni A e B del quarto terminal, attorno al quale è stato installato un "perimetro di sicurezza". Gli artificieri sono stati chiamati sul luogo che hanno stabilito che si trattava di un paio di scarpe alla moda, dotate di luci. Come si è scoperto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la loro proprietaria lavora come giornalista in una famosa rivista di moda. L'allarme sicurezza a causa delle scarpe è stata annunciata verso le 16.00 e cancellata solo dopo tre ore. A seguito dell'incidente, diversi voli sono stati ritardati. L'area partenze è stata evacuata, ma non si sono registrati particolari disagi per i passeggeri, molti dei quali si sono riversati negli adiacenti parcheggi. Alla fine di dicembre, due uomini avevano provocato il panico all'aeroporto di Roissy-Charles-de-Gaulle manipolando un'arma fittizia che in realtà era un regalo di Natale.

Manca meno di un metro e si arriverà al pozzo di Julen

Manca meno di un metro e si arriverà al pozzo di Julen. Gli otto minatori stanno lavorando senza sosta in condizioni difficili e pericolose. Tutto il mondo ha gli occhi puntati su questi otto uomini Sono al lavoro da 21 ore gli otto minatori giunti a Totalan per trovare il piccolo Julen, intrappolato a decine di metri di profondità dal 13 gennaio. Portati sotto terra da una capsula in metallo, gli specialisti stanno scavando a mano, con l'aiuto di trapani ed esplosioni, un passaggio: manca meno di un metro e sarà possibile introdurre una telecamera nel pozzo per cercare il bambino.La difficoltà incontrata, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è la composizione del terreno, sono presenti rocce molto dure, per questo si è reso necessario l’uso di esplosivi. La speranza era di giungere all'obiettivo in 24 ore ma potrebbero volercene molte di più. Tutto il mondo ha gli occhi puntati su questi otto uomini della Brigada de Salvamento Minero de Hunosa, che dal 15 gennaio aspettavano di poter intervenire e mettere a frutto i loro 100 anni di esperienza. La squadra è composta da 8 persone: Sergio Tuñón: ingegnere, capo della brigata dal 2012, ha coordinato i soccorsi a Degaña nel 2015 e quelli per il salvataggio di uno speleologo a Vizcaya, nel 2017. Antonio Ortega: ingegnere tecnico, tra gli ultimi arrivati in squadra Maudilio Suárez: è nella brigata di soccorso minerario da 10 anni, ha aiutato nel salvataggio dello speleologo basco José Gambino nel 2017 Lázaro Alves Gutiérrez: ha un motivo speciale per stare nella brigata, suo padre, Eduardo Augusto Alves, è morto nell’incidente di Nicolasa nel 1995 José Antonio Huerta: ha 2 bambini, è uno degli ultimi arrivati in squadra Jesús Fernández Prado: tra i veterani, con più di 10 anni di esperienza, appassionato di sci, montagna e immersioni subacquee Rubén García Ares: ha una figlia, è tra i più giovani del gruppo Adrián Villaroel: anche lui tra i più giovani, è entrato nel gruppo negli ultimi dieci anni Juan López-Escobar, delegato del Colegio de Ingenieros de Minas del Sur en Málaga, ha commentato così lo spirito con cui stanno affrontando le operazioni di salvataggio.

Serpente di due metri sale dal water e morde una donna

Serpente di due metri sale dal water e morde una donna Un ospite indesiderato nel water. Una casalinga di Brisbane, in Australia, è stata morsa sul deretano mentre era in bagno da un pitone tappeto (carpet) che è salito lungo il water. Helen Richards mentre era in bagno ha sentito prima un rumore e poi un fortissimo dolore sul didietro. La donna si è alzata e notando il serpente, dopo avere superato la prima fase di paura, ha provato a scaricare acqua nel tentativo di respingere il rettile da dove era venuto, inutilmente. Nel frattempo ha allertato le forze dell'ordine che hanno fatto intervenire degli erpetologhi che lo hanno afferrato tirandolo fuori dal suo bagno. L'animale misurava circa quasi due metri. Immediata, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata poi la corsa in ospedale dove alla casalinga è stato somministrato il siero contro il veleno, è stata medicata la ferita ma non è stato riscontrato nulla di grave. «Il problema è di natura psichica», spiega però la donna, « Le mie abitudini igieniche sono cambiate per sempre! Dopo quello che è accaduto non riesco più ad andare in bagno se le luci non sono accese e dando prima di sedersi sempre una rapida occhiata dentro il water». Gli esperti australiani di serpenti hanno spiegato che trovare un pitone tappeto nel gabinetto certamente "non è un evento normale", aggiungendo che è stata la prima volta che sono stati chiamati ad intervenire in un tale incidente.

Aria di mare toccasana nella prevenzione del cancro e contro il colesterolo.

Aria di mare toccasana nella prevenzione del cancro e contro il colesterolo. Studio belga: respirare lo spray marino che evapora dalle onde inibirebbe un particolare gene che svolge un ruolo importante nel tumore al polmone e nei livelli di colesterolo La comune esperienza non è solo il fondamento di banali luoghi comuni, ma tante volta la bontà delle antiche credenze è confermata anche dalle evidenze delle ricerche scientifiche. Uno dei più noti e diffusi sentir comuni riguarda gli effetti positivi dell’aria marina sulla salute e sul benessere del nostro organismo. La validità di tale intuizione è stata di recente confermata da uno studio belga condotto dall'Università di Gand e dall'Istituto fiammingo per il mare (VLIZ). Secondo la ricerca, lo “spray marino” - cioè l'acqua di mare vaporizzata nell'aria dalle onde - contiene molte sostanze naturali, prodotte da alghe e batteri, che fanno bene alla salute. Quando respiriamo l'aria del mare, assorbiamo queste sostanze nel nostro corpo. "Abbiamo prelevato campioni di aria di mare e li abbiamo esaminati in laboratorio", afferma il ricercatore Emmanuel Van Acker. "Abbiamo esposto le cellule cancerogene di un polmone umano a questi campioni di aria ed esaminato i loro effetti sulla salute, e abbiamo anche osservato l'impatto sui nostri geni, il tutto in confronto con altri studi scientifici". L’indagine scientifica ha dimostrato che l'aria marina inibisce l'effetto di un gene che svolge un ruolo importante nel cancro del polmone e nei livelli di colesterolo. Ma se agiamo su questo gene, bloccandone l'azione, vediamo la progressiva morte delle cellule tumorali e una diminuzione del colesterolo. "Si può dire che l'aria di mare ha un effetto positivo sulla salute, simile ai nuovi trattamenti contro il cancro e l'ultima generazione di farmaci per il colesterolo", afferma la ricercatrice Jana Asselman. La ricerca in questo settore continuerà, secondo i bioingegneri autori dello studio. Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nel corso della nostra travagliata esistenza moderna, vale la pena concedersi più di qualche giorno di relax in riva al mare per goderne gli effetti benefici, oggi confermati anche dalla scienza.

Importante sentenza della Cassazione sulla “guida in stato d’ebbrezza”

Importante sentenza della Cassazione sulla “guida in stato d’ebbrezza”: «stop» alla sospensione della patente e ad ogni sanzione conseguente se il verbale non riporta che l’etilometro è omologato e tarato. Per la Cassazione il verbale è da ritenersi nullo perché è il regolamento d’esecuzione del Codice della Strada a prevedere le verifiche presso il CSRPAD del Ministero dei Trasporti. È l’ente accertatore che deve provare già nel verbale di aver svolto tutti gli adempimenti in quanto fatti costitutivi della pretesa sanzionatoria La certezza del diritto, quando si tratta di accertamenti effettuati con strumenti elettronici o meccanici, sussiste solo quando gli stessi sono sottoposti a omologazione, controlli e verifiche periodiche che devono essere anche dimostrate di essere stati effettuati dalla pubblica amministrazione che quelli accertamenti li utilizza per sanzionare gli automobilisti. Ed è con una importantissima decisione resa dalla sesta sezione civile della Cassazione il 24 gennaio che vengono esplicati in maniera del tutto condivisibile una serie di principi che s’ispirano a queste necessità e che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbero essere sempre i fari guida dell’operare degli enti accertatori nei controlli sulla strada a mezzo etilometro. Per la Suprema Corte, infatti, con l’ordinanza 1921/19, dev’essere annullato il verbale per guida in stato d’ebbrezza, (ndr con tutte le conseguenze sanzionatorie tra cui la sospensione della patente di guida) se non riporta che l’etilometro risulta omologato e sottoposto alla taratura periodica. In tale ottica, risultano validi gli stessi criteri sanciti in tema di autovelox dopo la nota sentenza 113/15 della Corte Costituzionale. Tali deduzioni, oltrechè derivare dalle più elementari esigenze di certezza del diritto e di tutela dell’affidamento del cittadino, sono contenute nel regolamento di esecuzione del Codice della Strada che impone le verifiche agli strumenti con i quali si effettua l’alcoltest dalle quali deriva l’effettiva legittimità dell’accertamento. Se nel giudizio di opposizione alla sanzione amministrativa, il contravventore critica l’attendibilità della misurazione non può che ricadere a carico della pubblica amministrazione l’onere di provare il buon funzionamento dell’apparecchio: si tratta, in tal senso, di una questione concernente il fatto costitutivo della pretesa sanzionatoria azionata. Nella fattispecie giunta sino al giudizio di legittimità, è stato accolto il ricorso di un’automobilista dopo un doppio rigetto innanzi al Giudice di Pace di Roma e in sede d’appello innanzi al Tribunale capitolino, in ragione di un’interpretazione costituzionalmente orientata delle norme del Codice della Strada. Nel caso in questione, al trasgressore era stata contestata la violazione dell’articolo 186, secondo comma, lettera a) che non costituisce reato ma comporta pur sempre la «sospensione della patente di guida da tre a sei mesi». Ricordano, in particolare, gli ermellini, che l’articolo 379 del regolamento di esecuzione Cds stabilisce che gli etilometri debbano essere omologati dalla Motorizzazione civile in base alle verifiche compiute dal Csrpad, il centro prove del ministero dei Trasporti, e sottoposti alla taratura annuale: l’esito positivo va annotato sul libretto di accompagnamento dell’apparecchio. Ed, in tale ottica, l’indicazione nel verbale risulta necessaria per un accertamento che possa ritenersi legittimo: bisogna infatti assicurare che si possa controllare la legittimità delle operazioni di accertamento. Tali principi sono completamente sovrapponibili a quelli resi dalla Consulta nella citata sentenza sugli autovelox, che ha posto al centro della questione la circostanza che gli automobilisti devono poter riporre un ragionevole affidamento sugli strumenti di misurazione. E se è vero che bisogna garantire la sicurezza sulle strade, vanno tutelati anche i diritti del cittadino, che non può rimanere esposto a un’incontrollabile attività dell’amministrazione.

giovedì 24 gennaio 2019

Coop Svizzera richiama il cuociriso Satrap, rischio scossa. Allerta anche per i frontalieri italiani

Coop Svizzera richiama il cuociriso Satrap, rischio scossa. Allerta anche per i frontalieri italiani Coop richiama il cuociriso "Satrap Asia RK1 da 1 litro": secondo quanto indicato in una nota odierna, vi è il pericolo "in circostanze estreme" di prendere la scossa se si tocca l'involucro esterno dell'elettrodomestico. L'articolo,reperibile finora nei supermercati Coop, nei Grandi Magazzini Coop City e nei centri Coop Edile+Hobby, non è più in vendita. Coop precisa che il richiamo riguarda i cuociriso venduti a partire dal 1 settembre 2017 con il numero d'articolo 5.787.706 indicato su una targhetta posta sulla parte inferiore dell'elettrodomestico. I cuociriso Coop acquistati prima di tale data e che recano sulla targhetta un altro numero d’articolo non sono interessati da richiamo. I clienti, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che hanno acquistato questo prodotto sono pregati di non utilizzarlo più e di riportarlo in un punto vendita: saranno interamente rimborsati. Si raccomanda anche ai numerosi frontalieri italiani, massima allerta. A causa del rischio di «elettrocuzione al contatto con il guscio» si prende la scossa.

Spagna, completato tunnel verticale per il recupero del bimbo caduto nel pozzo. Si scava a mano il tunnel orizzontale

Spagna, completato tunnel verticale per il recupero del bimbo caduto nel pozzo. Si scava a mano il tunnel orizzontale per recuperarlo: questi sono gli otto minatori che cercano Julen. È iniziata l'operazione più delicata fra le fasi di salvataggio del piccolo Ancora minuti di speranza e di angoscia per il piccolo Julien, il bimbo di due anni che lo scorso 13 gennaio è caduto in un pozzo nella cittadina di Malaga. Ora, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, otto minatori hanno iniziato il loro lavoro per entrare nel tunnel, la parte più pericolosa dell'operazione. Sono infatti iniziate le operazioni di questa nuova fase del salvataggio del bambino intrappolato sotto terra dal 13 gennaio. Sono scesi in una capsula metallica attraverso la perforazione e stanno scavando a mano circa quattro metri in orizzontale, dove si crede che sia il bimbo. Lo faranno in turni che dureranno tra una e due ore. I minatori lavoreranno in condizioni estreme per mancanza di spazio, luce e ossigeno a una profondità di decine di metri per poi procedere a scavare manualmente il passaggio, di circa 4 metri di lunghezza. Il gruppo di soccorso sarà organizzato in squadre di due persone, visto che la capsula metallica che li porterà all'altezza stabilita non ne può contenere di più. Saranno riportati in superficie ogni 40 minuti per procedere al cambio con i colleghi. I tecnici hanno comunicato che dovrebbero volerci al massimo 24 ore.

Presentato alla Camera dalla Lega la proposta di legge di riforma della giustizia tributaria

Presentato alla Camera dalla Lega la proposta di legge di riforma della giustizia tributaria Dopo un’ampia discussione parlamentare in materia di “riforma fiscale”, che ha deflazionato il contenzioso tributario, si sono poste ottime basi per portare avanti la tanto auspicata riforma della giustizia tributaria, chiesta a gran voce dal mondo professionale, sentendosi ancor più l’esigenza di porre al centro del processo tributario il binomio contribuente-cittadino. Per tale motivo, il 23 Gennaio alle ore 11.30, presso la sala conferenza della Camera dei Deputati, è stata presentata una proposta di legge-primi firmatari Giulio Centemero e Alberto Gusmeroli- che riprende in gran parte la riforma legislativa dell’Avv. Maurizio Villani e che si pone l’obiettivo di garantire al contribuente un’efficace difesa davanti a un giudice tributario veramente terzo e imparziale, nel pieno rispetto dei dettami dell’art. 111, secondo comma della Costituzione, come è stato più volte rilevato dalla stessa Consulta e dalla Suprema Corte. La novità di rilievo della proposta di legge di riforma della giustizia tributaria è che, per rendere effettiva l’indipendenza dei giudici tributari, ai sensi dell’art.111 comma 2 Cost, ha sottratto al Ministero dell’Economia e delle Finanze la loro gestione e organizzazione , in quanto esso stesso parte interessata nel contenzioso, per affidare tale organizzazione e gestione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, organismo terzo per eccellenza, affinchè la giustizia tributaria sia nella sostanza, ma anche nell’apparenza, indipendente e autonoma. Giova mettere in evidenza, altresì, che la presente proposta di legge prevede un numero massimo nazionale di giudici tributari, fissato in 800 unità, al fine di realizzare in maniera efficiente e concreta, tenendo presente le risorse economiche dello Stato, la riforma della giustizia tributaria. Secondo la proposta di legge de qua , la giurisdizione tributaria deve essere esercitata dal giudice onorario tributario, dai Tribunali Tributari, dalle Corti d’Appello tributarie, con le relative sedi distaccate, e dalla sezione distaccata, e dalla sezione tributaria della Corte di Cassazione, secondo criteri di efficienza e di professionalità. Ancora, il progetto di riforma, prevede il permanere della figura del giudice onorario tributario per le controversie per cause pendenti di minore rilevanza economica, precisamente, per quelle di cui all’art. 2 del Dlgs n.546/1992, il cui valore ai sensi dell’art. 12 comma 2 del citato D.lgs, non superi tremila euro; l’ufficio di tale giudice può essere articolato in sezioni e ha sede presso ogni tribunale tributario. La proposta di legge in oggetto dispone che la selezione dei giudici dei tribunali tributari e delle Corti di appello, deve avvenire mediante concorso pubblico, a base regionale, per titoli ed esami orali, ex art. 97 ultimo comma della Costituzione; le prove orali avranno ad oggetto il diritto tributario e il diritto processuale civile. Per quanto riguarda i requisiti per la partecipazione al concorso per giudici dei Tribunali Tributari è previsto che i candidati devono essere in possesso di laurea magistrale in giurisprudenza o in economia e commercio; invece, per i giudici della Corte d’Appello occorre il possesso della laurea magistrale in giurisprudenza o in economia e commercio, conseguita da almeno dieci anni. La proposta prevede anche che per quanto riguarda le specifiche modalità di svolgimento del concorso a base regionale, dovrà essere emanato un successivo regolamento attuativo. L’incarico per i giudici dei Tribunali Tributari e per le Corti d’Appello ha durata quinquennale e non è rinnovabile. La Commissione giudicatrice per il concorso di giudici dei Tribunali Tributari e delle Corti d’Appello è formata da : - un magistrato, consigliere della Cassazione, che la presiede; - un professore ordinario di diritto tributario; - un avvocato tributarista , in base alla legge n. 247 del 31 dicembre 2012 e decreto del Ministero della Giustizia n. 144 del 12 agosto 2015, iscritto all’albo dei cassazionisti da almeno vent’anni; - un dottore commercialista iscritto all’albo da almeno vent’anni. Nasce, poi, nel progetto di riforma, la figura del giudice monocratico nelle seguenti controversie: - di valore non superiore a 30.000 euro,secondo le disposizioni di cui all’art. 12 , comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo n.546 del 31 dicembre 1992 e successive modificazioni e integrazioni - relative alle questioni catastali di cui all’art. 2 comma 2, D.lgs n.546/1992 e successive modifiche e integrazioni; - giudizi di ottemperanza senza alcun limite d’importo; - per le quali la legge prevede il previo esperimento del reclamo-mediazione. - negli altri casi tassativamente previsti dalla legge. In riferimento alla difesa tecnica innanzi al giudice collegiale e monocratico, sono abilitati tutti i professionisti che attualmente difendono dinanzi alle Commissioni Tributarie, ex art. 12 D.lgs. n.546/1992. I giudici tributari, invece, secondo la presente proposta di legge dovranno cancellarsi dai rispettivi albi professionali; così facendo potrà essere garantita la loro imparzialità. La proposta di legge istituisce, altresì, una sezione ad hoc presso la Corte di Cassazione, in ragione della materia (imposta sui redditi, imposta sul valore aggiunto, altri tributi, riscossione, rimborsi), che giudica le impugnazioni delle sentenze delle Corti d’Appello Tributarie: Inoltre, secondo tale proposta, il Presidente della sezione tributaria è anche presidente della prima sottosezione e altre sottosezioni sono presiedute da uno dei loro componenti; i collegi sono composti da un numero fisso di tre membri. Si è giudici fino al compimento del settantesimo anno di età. I giudici tributari sono gestiti dall’organo di autogoverno della giustizia tributaria, il Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria, che esercita la vigilanza su tutti gli uffici e su tutti i magistrati e ha autonoma sede in Roma. Inoltre, i componenti del Consiglio della giustizia tributaria sono: a) il Presidente della sezione tributaria della Corte di Cassazione, componente di diritto ratione officii ; b) quattro magistrati delle Corti di Appello Tributarie, componenti eletti; c) nove magistrati dei tribunali tributari, componenti eletti; d) quattro esperti eletti dal Parlamento; due dalla Camera dei Deputati e due dal Senato della Repubblica, con votazione distinta per ciascuno esperto, a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna camera nelle prime tre votazioni e,quindi, con ballottaggio tra i due candidati più votati nella terza votazione. Precisamente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ogni Camera elegge un esperto tra i professori di università in materia tributaria e un altro tra i soggetti abilitati alla difesa dinanzi ai Tribunali Tributari e alle Corti d’Appello Tributarie, che risultano iscritti nei rispettivi albi professionali da almeno dieci anni. La proposta di legge prevede, inoltre, la durata di cinque anni per il Consiglio di Presidenza e che le sue elezioni hanno luogo entro i tre mesi anteriori alla scadenza del precedente Consiglio e sono indette con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri pubblicato nella Gazzetta Ufficiale almeno trenta giorni prima della data stabilita. In conclusione, il suddetto disegno di legge si pone l’obiettivo ambizioso e lungimirante di riformare la giustizia tributaria, prima ancora che nella struttura territoriale, nei principi ispiratori, proponendo un sistema tributario autonomo e indipendente, caratterizzato da forte professionalità e tecnicismo, nel pieno rispetto del giusto processo ex art. 111 Cost.

I piloti non dormirebbero abbastanza prima di entrare nella cabina di pilotaggio

I piloti non dormirebbero abbastanza prima di entrare nella cabina di pilotaggio: un sondaggio dell'Australian Transport Safety Bureau (ATSB) fa destare preoccupazione Un quarto dei piloti dormirebbero meno di cinque ore al giorno prima di entrare nell'abitacolo per i voli a lungo raggio. A rilevarlo un sondaggio su 625 piloti effettuato dall'Australian Transport Safety Bureau (ATSB) che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non può non destare preoccupazioni ove tali dati fossero confermati anche in Italia e ne Vecchio Continente. L’indagine si sarebbe incentrato su quanto riposerebbero i piloti prima di effettuare voli interni, internazionali, charter e aeromedici. Ed ha evidenziato che mentre la maggior parte dei piloti si riposava a sufficienza, molti non lo facevano - e un periodo di sonno di meno di cinque ore potrebbe essere collegato a prestazioni alterate durante il volo. Circa il 10% dei piloti ha dichiarato di avere meno di cinque ore di sonno il giorno prima del volo, e il 17% ha dichiarato di aver dormito per meno di 12 ore nei due giorni precedenti. "È stato dimostrato che queste soglie di sonno sono associate a prestazioni compromesse", afferma il rapporto. L’indagine ha rilevato che il problema del minor sonno in servizio era più riferibile ai piloti dei voli internazionali che a quelli dei nazionali. Circa un terzo ha dichiarato di aver dormito tanto quanto lo faceva normalmente a casa propria, mentre circa il 15% dei piloti internazionali ha dichiarato di non aver "riposato” durante il loro ultimo volo internazionale. I piloti nazionali hanno riferito di ritenere che i periodi di riposo fossero troppo brevi e che il tempo di servizio fosse troppo lungo. Hanno anche detto che l'accesso al cibo durante il servizio potrebbe essere più difficile rispetto ad altri piloti. Inoltre, circa uno su tre piloti ha dichiarato di essersi assentato dal lavoro almeno una volta nell'ultimo anno, per lo più tra uno e tre giorni, a causa della fatica accumulata, ma ha ritenuto che l'azione avesse lasciato un'impressione negativa con le proprie compagnie aeree, e non si sentiva a proprio agio nel farlo. Uno su quattro piloti riesce ad avere meno di cinque ore di sonno al giorno prima di entrare nell'abitacolo per i voli a lungo raggio. Il rapporto afferma che la responsabilità di gestire il rischio della stanchezza è stata condivisa tra il pilota e il suo datore di lavoro. "È importante che gli operatori implementino politiche per ridurre la probabilità di problemi legati alla stanchezza attraverso pratiche di roster e fornendo una cultura organizzativa in cui l'equipaggio può segnalare la stanchezza in un ambiente favorevole", ha detto l'ATSB. "I risultati di questa ricerca suggeriscono che operare in circostanze favorevoli alla fatica è una sfida continua per una percentuale di piloti del trasporto aereo australiano". L'indagine ha trascurato una domanda importante: quanti piloti si erano addormentati a metà volo, ha sottolineato il direttore tecnico e di sicurezza australiano e internazionale dei piloti Shane Loney. Ci sono stati casi in cui i piloti si sono involontariamente addormentati durante il volo, ha detto un esperto di sicurezza dei voli. "L'ho visto dal vivo in un gruppo di 250-300 piloti ed è quasi scioccante vedere quante persone lo hanno fatto", ha detto. "La cosa peggiore è la strana occasione in cui hai due piloti che si sono addormentati involontariamente. "Succede molto più spesso di quanto vorremmo immaginare." Loney ha dichiarato che i risultati del sondaggio sono arrivati in un momento opportuno. "Quando hai il 30% dei piloti a lungo raggio che riportano meno di 12 ore di sonno in 48 ore, è un debito di sonno che stai accumulando", ha detto intervistato dal The Australian. In ogni caso, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sarebbe utile proporre un sondaggio analogo anche per i nostri voli interni e quelli europei al fine di verificare se la condizione dei piloti nostrani sia simile o più controllata.

mercoledì 23 gennaio 2019

Nuova truffa online. Occhio agli acquirenti che invitano a recarci presso uno sportello “Postamat”

Nuova truffa online. Occhio agli acquirenti che invitano a recarci presso uno sportello “Postamat” e ci chiedono di fare un’operazione digitando un “codice segreto” per ricevere un pagamento. Lo “Sportello dei Diritti”: è un modo per prelevare denaro dai nostri conti. L’allerta sul sito della Polizia Postale e i consigli per non cadere nella trappola Un nuovo tipo di frode online può capitare a chiunque venda in rete se non presta le dovute cautele. A rilanciare l’allerta postata sul sito della Polizia Postale è lo “Sportello dei Diritti”, che invita a prestare la massima attenzione non solo a coloro che fanno acquisti online, ma anche a chi vende. In tal senso, è bene riportare la descrizione della nuova truffa indicata dall’autorità di pubblica sicurezza al seguente link: “Attenzione: se metti in vendita oggetti su Internet potresti ricevere, subito dopo la pubblicazione dell’annuncio, una telefonata da parte di possibili acquirenti che sono pronti ad inviare la somma di denaro richiesta in tempi molto brevi. Si tratta di una truffa vera e propria. Il truffatore invita il malcapitato a recarsi presso uno sportello “Postamat” e, guidandolo telefonicamente, gli fa effettuare una “semplice operazione”: inserita la “carta bancomat” e il PIN dovrà digitare la somma di denaro pattuita ed un "codice segreto", fornito dal truffatore stesso. In realtà il codice inserito permetterà al truffatore di ricevere sulla propria carta prepagata la somma precedentemente digitata. Vi consigliamo di: - Effettuare una ricerca sul web inserendo i dati (anagrafici, numero di telefono….) forniti dal probabile acquirente; - Diffidare da forme nuove di pagamento; - Utilizzare forme di pagamento che prevedano particolari forme di tutela; - Non fidarsi troppo se l’acquirente vuole chiudere in fretta la compravendita. Seguire i consigli della Polizia Postale è il miglior viatico per non cadere in queste vere e proprie trappole, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Inchiesta dell’ong Public Eye in Svizzera: sigarette esportate in Africa sono più tossiche.

Inchiesta dell’ong Public Eye in Svizzera: sigarette esportate in Africa sono più tossiche. Conterrebbero più nicotina e monossido di carbonio rispetto a quelle destinate al mercato interno o europeo. Un dato preoccupante, anche alla luce del fatto che in Africa il consumo di tabacco è in aumento, specie tra i più giovani. Le più grandi multinazionali del tabacco quali Philip Morris, American British Tobacco, Japan Tobacco international, hanno sede nella Confederazione Elvetica che esporta sigarette per un fatturato analogo a quello del cioccolato. Un’inchiesta pubblicata dall’Ong svizzera Public Eye, avrebbe rilevato valori di nicotina e monossido di carbonio superiori a quelli delle sigarette vendute in Francia e Svizzera o non corrispondono a quelli dichiarati sulla confezione, a seguito di analisi effettuate su 30 pacchetti provenienti dal Marocco. L'autrice dell'inchiesta, la giornalista indipendente Marie Maurisse, accusa i colossi del tabacco di attuare una ben precisa strategia. "L'Africa è un bacino vivente di futuri fumatori. È il continente dove il mercato esploderà da qui al 2025 secondo l'OMS. Sarà la zona del mondo dove si fumerà di più. Ed è per questo che per i produttori è fondamentale conquistare fumatori sin dalla più giovane età in questi paesi".Maurisse cita l'esempio del Congo, dove in meno di 10 anni si è passati dal 13 al 43% di fumatori, molti dei quali risultano avere meno di 15 anni. Interpellata dalla Radiotelevisione svizzera, Philip Morris, respinge le accuse. "Tutti i nostri prodotti sono creati per rispondere alle preferenze dei consumatori adulti e i loro gusti nei diversi paesi, tenendo conto delle regole applicate in questi paesi.". Ancora una volta, però le multinazionali del tabacco non si smentiscono attraverso strategie di mercato che appaiono a dir poco subdole, ove dovessero essere confermati i dati in questione, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Un fatto però è certo: nei paesi Europei la normativa vigente antitabagismo, nonostante le pressioni delle lobby delle sigarette, ha portato ad una progressiva riduzione dei fumatori, mentre nei paesi in via di sviluppo non sussistendo analoghe regolamentazioni, le multinazionali hanno terreno maggiormente fertile per incrementare i loro già incommensurabili guadagni.

Volvo richiama 219'000 diesel

Volvo richiama 219'000 diesel. La casa automobilistica svedese ritira dal mercato mondiale migliaia di veicoli a causa di un grave problema tecnico riguarda le tubazioni di alimentazione del carburante che possono generare perdite nel vano motore Ancora automobili destinate a essere richiamate dal mercato mondiale per difetti tecnici. Questa volta la casa automobilistica svedese Volvo, ha comunicato di avere avviato un richiamo a livello mondiale che riguarda 219'000 vetture con motore diesel. Il problema riscontrato riguarda le tubazioni di alimentazione del carburante, che possono fessurarsi e generare perdite nel vano motore. Sono toccati dal richiamo i modelli Volvo XC70, XC60, V70, V60, V40, V40 Cross Country, S80 e S60 fabbricati nel 2015 e 2016 nonché i modelli XC90, V60 Cross Country e S60 Cross Country del 2016. Come ha precisato l'azienda, che ha già comunicato ai proprietari delle auto interessate l'invito a recarsi in officina, non sono stati registrati al momento incidenti collegabili a questo difetto. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti”, ancora una volta, grazie al servizio che svolge monitorando tutti i richiami tecnici per l'eliminazione di difetti di produzione o di progettazione riguardanti la sicurezza che interessano i veicoli circolanti, anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate vengono tempestivamente informati. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai Concessionari VOLVO Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione, tenendo conto del notevole numero di casi verificatisi e di segnalazioni pervenuteci anche nel nostro paese.

Contaminazione microbiologica ghiaccio tritato: ministero salute segnala rischio

Contaminazione microbiologica ghiaccio tritato: ministero salute segnala rischio. Prodotto venduto in Italia e Malta. Allerta anche del RASFF Rischio microbiologico. Questo il motivo che ha spinto il Ministero della salute a diffondere un avviso di richiamo di un lotto di GHIACCIO TRITATO - GHIACCIO PER COCKTAILS a marchio POLO NORD ICE CUBES. Come si legge nel comunicato pubblicato sul sito del dicastero, il prodotto in questione è il lotto8130 venduto in sacchetti da kg 2.00 e con scadenza 11/2019. Il ghiaccio proviene dallo stabilimento dell’azienda POLO NORD ICE CUBES srl, con sede dello stabilimento in via Dell’Artigianato n° 5 a Pastrengo in provincia di Verona. L’allerta è stata diramata anche da RASFF in quanto il ghiaccio è venduto oltre in Italia anche a Malta. A scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto del medesimo lotto di appartenenza, di NON consumarlo!

martedì 22 gennaio 2019

Nuovo “Stop” della Cassazione ai verbali elevati con autovelox.

Nuovo “Stop” della Cassazione ai verbali elevati con autovelox. Si conferma la linea dura della Suprema Corte contro gli enti accertatori che devono provare che l’apparecchio è segnalato con adeguato anticipo. Va provata anche la taratura Altro duro colpo nei confronti degli enti accertatori e dei prefetti in materia di sanzioni al codice della strada per eccesso di velocità elevati con apparecchiature elettroniche come l’autovelox. In data odierna, la seconda sezione civile Cassazione con l’ordinanza 1661/19, pubblicata il 22 gennaio, ha riaffermato compiutamente alcuni principi che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si stanno consolidando in questa delicata materia che vede ancora contrapposti automobilisti e enti ma anche, da una parte la certezza del diritto e dall’altra l’esigenza di “far cassa” con la scusa della regolamentazione del traffico veicolare e della sicurezza. Nella fattispecie, in particolare, si è ribadito il concetto secondo cui, se è vero che il verbale che contesta l’eccesso di velocità non debba indicare la presenza del segnale che preavvisa il conducente del rilevamento elettronico, tuttavia, in caso di contestazione circa la sua esistenza tocca comunque all’ente accertatore dimostrare la presenza del cartello, che costituisce una condizione di legittimità della pretesa sanzionatoria. Nel caso approdato innanzi alla Suprema Corte, il cittadino aveva proposto ricorso dopo aver perso sia innanzi al Giudice di Pace di Parma che in appello davanti al Tribunale dello stesso comune emiliano. In primo luogo, nell’accogliere il ricorso, i giudici di legittimità ricordano che se il trasgressore contesta l’affidabilità dell’apparecchio, il giudice è tenuto ad accertare se lo strumento che misura la velocità dei veicoli è stato sottoposto alle verifiche di funzionalità e taratura così come affermato dalla nota sentenza della Corte Costituzionale n. 113 del 2015. Altro punto a favore dell’automobilista riguarda la contestazione dell’assenza dell’apposita segnaletica che preannuncia la presenza dell’autovelox. In tal senso, sottolinea la Suprema Corte, che sia l’articolo 142 Cds, al comma 6 bis introdotto dal decreto legge 117/07, sia il decreto ministeriale attuativo 15 agosto 2007 prevedono che i segnali devono essere installati con adeguato anticipo rispetto agli autovelox e l’amministrazione non ha alcuna discrezionalità nell’adempiere all’obbligo ricorrendo a sistemi informativi alternativi, mentre è lo stesso Codice della Strada a imporre di utilizzare le segnalazioni luminose, se necessario. Evidenziano gli ermellini che se la decisione impugnata è corretta nella parte in cui dichiara che non è previsto da alcuna norma primaria o secondaria che il verbale di contestazione debba fornire indicazioni circa la presenza del cartello di preavviso del dispositivo elettronico, non è tale anche nella parte in cui, invece, ha sia pur implicitamente affermato, che è onere dell'opponente la prova della violazione da parte dell'amministrazione delle procedure di accertamento quanto alla presenza del cartello di preavviso del dispositivo elettronico: il relativo onere probatorio, infatti, in mancanza di un’attestazione fidefaciente al riguardo contenuta nel verbale va dunque a carico dell'amministrazione. Va poi rigettato l’assunto secondo cui l’eventuale inadempienza dell’ente possa rimanere limitata nell’ambito dei rapporti organizzativi interni alla pubblica amministrazione: è tutt’altro che priva di precettività la norma ex articolo 4 della legge 168/02. La segnalazione preventiva degli apparecchi è un obbligo specifico posto a carico della polizia stradale per tutelare la sicurezza dei conducenti. Morale della favola: l’inadempienza dell’amministrazione non può non riflettersi sulla legittimità degli accertamenti.

Tenta di dirottare un aereo diretto a Mosca, arrestato.

Tenta di dirottare un aereo diretto a Mosca, arrestato. Un passeggero su un volo Aeroflot dalla città siberiana di Surgut a Mosca ha chiesto che l'aereo venisse dirottato verso l'Afghanistan, costringendo l'aereo a atterrare a circa 240 chilometri dalla sua destinazione. Il volo SU1515 Aeroflot in viaggio da Surgut, in Siberia, a Mosca ha subito un tentativo di dirottamento da parte di un passeggero, che, affermando di avere una pistola e cercando di entrare nella cabina di pilotaggio, chiedeva di dirigere il velivolo in Afghanistan. L'equipaggio ha dovuto convincere il passeggero che l'aereo doveva atterrare in quanto ha richiesto il rifornimento di carburante, hanno riferito i media russi. Il volo è operato dalla compagnia di bandiera russa, Aeroflot, e da quanto risulta su FlightRadar24, ha cambiato rotta ed è atterrato allo scalo di Khanty-Mansysk, in Siberia, non lontano da Surgut, a circa 240 chilometri dalla sua destinazione. Il 41enne dirottatore, russo, di cui non è ancora stata rivelata l'identità, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato arrestato, ha confermato il Comitato nazionale antiterrorismo della Russia. Il personaggio ha precedenti penali per ubriachezza e disordine pubblico. Almeno 10 squadre di polizia sono state inviate all'aeroporto. Secondo quanto riferito, il Boeing 737 trasportava 69 passeggeri e sette membri dell'equipaggio.

EMA, ritirato antidolorifico spray nasale dalle farmacie a causa difetto di qualità.

EMA, ritirato antidolorifico spray nasale dalle farmacie a causa difetto di qualità. Allerta dell' Agenzia europea per i medicinali e dell'AIFA: "un difetto nella chiusura delle bottiglie del medicinale possono causare l'evaporazione del contenuto, in questo caso v'è un rischio che il paziente riceva una dose prescritta diversa". Sospensione immediata dell'autorizzazione alla vendita e richiamo di un lotto in Italia ed in Europa per PECFENT, farmaco spray nasale contenente fentanil, un antidolorifico oppioide forte indicato per il trattamento del dolore episodico intenso di tipo oncologico (breakthrough cancer pain): lo ha deciso l'Agenzia europea dei farmaci (Ema), dopo la segnalazione di reclami di un difetto nella chiusura delle bottiglie del medicinale che possono causare l'evaporazione del contenuto, in questo caso v'è un rischio che il paziente riceva una dose prescritta diverso. Per tale ragione AIFA, l'Agenzia italiana del farmaco, ne ha disposto il ritiro anche in Italia. Nello specifico si tratta del lotto n. 54309 17 scad. 10/2022 della specialità medicinale PECFENT*SPR NAS 4FL 400MCG/D – AIC 040328041 della ditta Molteni & C. F.lli Alitti Spa. Il provvedimento, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della comunicazione da parte EMA (European Medicines Agency) concernente reclami relativi a flaconi vuoti pervenuti da Francia, Spagna ed Israele, a causa di chiusura difettosa dei flaconi che ha comportato l’evaporazione del contenuto. Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute - NAS è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro del lotto del medicinale.

Aifa ritira antipertensivo dalle farmacie. Ecco il lotto e info. Si tratta della specialità medicinale IBESARTAN+ HCT

Aifa ritira antipertensivo dalle farmacie. Ecco il lotto e info. Si tratta della specialità medicinale IBESARTAN+ HCT AIFA, l'Agenzia italiana del farmaco, ha disposto il ritiro di un antipertensivo della ditta Doc Generici Srl. Nello specifico si tratta del lotto n. LC29642 avente scadenza 7-2019 della specialità medicinale IRBESARTAN ID DOC*28CPR 300+25 – AIC 040799102. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della comunicazione pervenuta da parte della ditta, concernente la presenza di impurezza derivante dal processo di produzione della materia prima, ai sensi dell'art. 70 D.L.vo 219-2006. La Doc Generici ha comunicato l'avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

lunedì 21 gennaio 2019

Uomo incontenibile in aereo urina di fronte ai passeggeri attoniti del volo russo

Uomo incontenibile in aereo urina di fronte ai passeggeri attoniti del volo russo. Un passeggero ubriaco fa i bisogni sul corridoio dell'aereo urinando tra i sedili del corridoio tra l'indifferenza dei passeggeri L’ennesimo caso tra quelli già segnalati da Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che fa riesplodere la polemica su un fenomeno che riguarda la sicurezza dei voli: l’ubriachezza a bordo dei velivoli di linea. Sta diventando un problema serio che merita la dovuta attenzione da parte delle autorità aereoportuali e quelle che regolamentano il traffico aereo e richiede misure urgenti per evitare che ci scappi la tragedia. Questa volta è successo addirittura che, pur avendo i voli disponibili sempre almeno due bagni per i passeggeri, un uomo ha deciso di non prendersi la briga di usare il bagno e non riuscendo a trattenersi ha deciso così di urinare in corridoio tra i sedili davanti a una platea attonita della compagnia russa non meglio identificata. Il gesto del passeggero è finito in un video caricato dalla televisione e i media russi la scorsa settimana ma non sono stati indicati ulteriori dettagli su quale volo fosse o esattamente quando è stato girato. Nel video si vede il sedere nudo dell'uomo in piena mostra mentre la sua biancheria intima viene tirata giù fino alle sue ginocchia mentre è in piedi nel suo posto di corridoio. Una pila di fazzoletti di carta è sul pavimento e il passeggero sembra urinare direttamente nel mucchio di carta. Ovviamente, e c'era da aspettarselo, i passeggeri non hanno richiesto il bis. Secondo i media russi che hanno condiviso il filmato, l'uomo era ubriaco quando si è verificato l'incidente. Quello che sorprende non è solo l'assoluto impudore dell'uomo, ma anche il fatto che gli altri passeggeri si limitano a scansarsi, senza però proferire parola o avvisare i membri dell'equipaggio di quello che stava succedendo. Il caso è oggetto di indagine da parte delle autorità. Per il momento, infatti, si conoscono solo i dettagli dell'avvenimento che ha coinvolto ben 150 persone presenti a bordo. Ma a questo punto si ci domanda come si sarà conclusa la vicenda.