lunedì 29 febbraio 2016

Scandalo dieselgate: i motori Mercedes nel mirino di Washington. Avviata azione legale negli USA

Scandalo dieselgate: i motori Mercedes nel mirino di Washington. Avviata azione legale negli USA. Lo scandalo ha già colpito Volkswagen e altre industrie del settore. La Germania si è svegliata stamane d'improvviso con un altro incubo targato dieselgate. A suonare la sveglia dal suono così fastidioso è l'autorità statunitene che ha aperto un'indagine preliminare sulle emissioni inquinanti da veicoli a motore della Mercedes-Benz equipaggiati con tecnologia BlueTEC Clean Diesel. "Abbiamo contattato Mercedes e richiesto i risultati dei test dei motori diesel negli Stati Uniti," ha dichiarato Lunedi Julia Valentine, la portavoce per l'Agenzia dell'ambiente (EPA), confermando le dichiarazioni fatte in precedenza da Christopher Gründler, responsabile della qualità dell'aria all'interno dell'Agenzia stessa, sul quotidiano tedesco Handelsblatt. Questa richiesta segue una causa giudiziaria depositata a metà febbraio contro la filiale di Daimler in una corte dell'Illinois, ha aggiunto il portavoce. Il denunciante, rappresentato dallo studio legale di Hagens Berman, specializzato nella difesa dei consumatori lesi, ha accusato Mercedes-Benz di avere progettato un dispositivo specifico per ignorare gli standard di inquinamento USA quando le temperature sono sui 50 gradi Fahrenheit (10 gradi Celsius). Secondo la denuncia Mercedes-Benz avrebbe presentato i veicoli in questione tagliando le emissioni inquinanti "fino al 30% al di sotto dei limiti previsti dalle norme ambientali e facendo risultare in regola la vettura. Un portavoce della casa automobilistica tedesca, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, respinge con grande determinazione le accuse. I valori delle emissioni rispettano i limiti di legge. Pertanto le accuse sono chiaramente false e infondate. Una dozzina di modelli sono sotto i riflettori della denuncia e dell'indagine dell'EPA.

Aloe vera per conservare frutta

Aloe vera per conservare frutta Il dipartimento di tecnologia dell'alimentazione del Campus di Orihuela Desamparados dell'Università Miguel Hernandez (UMH) di Elche in Spagna, ha brevettato un gel a base di aloe vera per creare un film protettivo sui frutti per estendere la loro durata. Una nuova sorpresa, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, da parte di questa straordinaria pianta grassa già utilizzata in molteplici campi che spaziano dalla medicina alla cosmetica.Il prodotto serve a migliorare il tempo di conservazione e il metabolismo della frutta una volta raccolta, e impedisce la putrefazione, applicandolo sul rivestimento naturale. Questo è l'obiettivo del brevetto registrato dal dipartimento di tecnologia dell'alimentazione dell'Università Miguel Hernández, in cui lavorano diversi professori e ricercatori presso il campus di Orihuela Desamparados, che per più di 10 anni hanno studiato le proprietà di molte specie di aloe per migliorare il prodotto, che sostituirebbe in maniera più naturale, efficace ed ecologica le cere che impiegano le imprese agroalimentari nei frutti che vengono venduti nei supermercati. Così spiega il Professor Domingo Martínez, uno dei ricercatori responsabili del progetto. Le linee di ricerca si concentrano sulle proprietà dei «frutti con nocciolo", come le" ciliegie, prugne o uva, poiché essi sono più caratteristiche della provincia di Alicante, e così ha deciso di concentrarsi su di loro "». Questo prodotto sostituirebbe la cera che sostituisce lo strato protettivo naturalmente presente nella frutta, che «di solito si perde nei processi di raccolta, lavaggio e trattamento per la vendita...».Il risultato finale della ricerca migliora tutti questi prodotti, perché non serve semplicemente ad evitare sia la disidratazione, che la perdita di acqua, in modo che il frutto rimane intatto, ma «l'aloe ha proprietà che aiutano a migliorare il metabolismo del frutto. «Non si dimentichi che il frutto è un essere vivente, e una volta separato dalla pianta continua il suo processo biologico, così le proprietà dell'aloe» facilitano questi processi. Inoltre, l'additivo che è questo sottile strato risultante applicando il gel, "ha proprietà antimicrobiche, che previene la putrefazione della frutta..."Per la preparazione del gel, il dipartimento ha studiato le proprietà di fino a otto differenti specie di aloe, dall'aloe vera sino all'aloe arborescens. Quest'ultima ha fornito un importante componente di lipidi e di polisaccaridi di sovrapposizione più ricchi, mentre è meno produttiva, perché le sue foglie sono molto più piccole dell'aloe vera, così un raccolto maggiore è necessario per ottenere la stessa quantità di gel. Il processo è relativamente semplice. Una volta tagliate le foglie della pianta di aloe, immerse in una vasca con acqua per 24 ore fino a quando la pianta rimuove il lattice naturale presente in essa (questo liquido giallastro che emerge dalle foglie). Ciò è importante poiché questo lattice contiene concentrazioni elevate di antrachinone, una sostanza che ha molti effetti nella flora intestinale e può causare diarrea ed altre malattie, quindi solitamente è usata nella preparazione di lassativi. Questo è precisamente il motivo per cui la produzione diretta di aloe vera è molto limitata nell'Unione europea, anche se il suo utilizzo nei prodotti cosmetici è diffuso. Una volta eliminata questa sostanza, le foglie sono tagliate a metà per rimuovere la mucillagine (quel tipo di muco gelatinoso contenuto nell'aloe). È proprio questa sostanza che più tardi è schiacciata per ottenere il gel. Tuttavia, non si applica direttamente, perché prima di immergere la frutta in essa per creare questo strato protettivo, è stabilizzata aggiungendo acidi organici, tra gli altri, per migliorare le loro proprietà. È allora quando questo strato viene applicato nella frutta, una volta asciutto, è appena visibile. Il risultato è un film protettivo che migliora l'aspetto del frutto, aggiungendo luminosità (qualcosa di molto perseguitato dai distributori, che cercano di rendere più attraente agli occhi del prodotto al consumo), così come proteggere contro le malattie fungine. Questo brevetto appartiene all'UMH in Spagna, ed è già utilizzata da «aziende in Asia, quindi vogliamo espanderci anche qui », spiega Martinez. Anche così, l'Università continua la ricerca con aloe base. Mentre l'UMH possiede una piccola piantagione «di circa un acro» di diverse specie, l'obiettivo diventa quello di ampliare le conoscenze sulla base di una pianta che può portare molti benefici nel campo della tecnologia alimentare, dopo l'enorme spinta commerciale che ha portato in altri settori nella cosmetica o farmacia e nella cura delle malattie della pelle.

Auchan ritira "PRODOTTI DI PASTICCERIA FRESCA CON CREMA E PANNA" per possibile presenza di un oggetto estraneo

Auchan ritira "PRODOTTI DI PASTICCERIA FRESCA CON CREMA E PANNA" per possibile presenza di un oggetto estraneo. Il ritiro riguarda i prodotti realizzati nel punto vendita di Auchan Rescaldina Auchan ha ritirato dagli scaffali dai punti vendita di Rescaldina (MI) i " PRODOTTI DI PASTICCERIA FRESCA CON CREMA E PANNA " con il proprio marchio. L’avviso riguarda esclusivamente la pasticceria PRODOTTA IL GIORNO 29/02/2016 per possibile presenza di un oggetto estraneo. L’annuncio è stato rilanciato anche sul sito internet dell’azienda. Nel comunicato ufficiale si legge: “Pertanto in via cautelativa, si avvisano i consumatori che avessero acquistato tali prodotti a non consumarli e a restituirli al punto vendita per la sostituzione.”Per ulteriori chiarimenti o segnalazioni contattare il numero messo a disposizione 0331/475375. Il suo consumo può portare a lesioni. Pertanto chi ha già acquistato il prodotto o chi ne avesse a casa, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può riportarlo in negozio dove il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa.

Giudice "condanna" Equitalia: annullati totalmente gli interessi perché non motivati

Giudice "condanna" Equitalia: annullati totalmente gli interessi perché non motivati Una sconfitta, sonora, quella dell'Agenzia di riscossione delle tasse. Una batosta che fa rialzare la testa ad artigiani e semplici cittadini tartassati dal Fisco. Con l' importantissima sentenza, la n. 620/2016 depositata in data 26 febbraio, la Commissione Tributaria Provinciale di Lecce, ha cancellato la cartella esattoriale per il valore complessivo di 86.822,59 euro. E a stupire non è solo l'entità dell'annullamento, ma le motivazioni scritte dal giudice nella sentenza. che ha annullato totalmente gli interessi, perché non motivati, e contemporaneamente anche l’aggio la cui determinazione non è suscettibile di alcun controllo, per mancato riferimento normativo ed indicazione della percentuale. La decisione che ha accolto le doglianze del ricorrente difeso dall'avvocato Maurizio Villani, ha un rilievo nazionale, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, perché stabilisce dei principi che Equitalia deve rispettare per evitare gravi danni economici al contribuente. Un cambio di prospettiva che alleggerisce il peso sulle spalle di artigiani e commercianti che si trovassero in contenzioso con il fisco. Secondo lo “Sportello dei Diritti” che ha seguito la vicenda, la sentenza potrebbe provocare un precedente in giurisprudenza capace di annullare migliaia di cartelle esattoriali e fa comprendere a Equitalia che nella cartella esattoriale devono essere sufficientemente motivate tutte le voci.

Esselunga ritira "SALSICCIA PUNTA DI COLTELLO" per possibile presenza di frammenti di metallo

Esselunga ritira "SALSICCIA PUNTA DI COLTELLO" per possibile presenza di frammenti di metallo. L’avviso arriva sul sito Esselunga ha ritirato dagli scaffali dai punti vendita di tutta Italia la "SALSICCIA PUNTA DI COLTELLO" con il proprio marchio. L’avviso riguarda esclusivamente le confezioni di salsiccia fresca di puro suino a macina grossa, imballata in vaschetta con film plastico trasparente, peso netto 300/400 g ca. che sull’etichetta indica come data di preincarto dal 12/2/16 al 23/2/16. C’è la possibilità che nella salciccia, prodotta per la catena di supermercati dall’azienda AGRICOLA TRE VALLI SOC. COOP. nello stabilimento IT 207 M CE, successivamente porzionato e preincartato da ESSELUNGA presso i punti vendita, siano finiti dei frammenti di metallo. L’annuncio è stato rilanciato anche sul sito internet dell’azienda. Nel comunicato ufficiale si invitano “i consumatori che avessero acquistato il prodotto a riportarlo in negozio e a non consumarlo”. Per ulteriori chiarimenti o segnalazioni contattare il numero verde messo a disposizione da AIA 045/8794111. Il suo consumo può portare a lesioni. Pertanto chi ha già acquistato il prodotto o chi ne avesse a casa delle confezioni, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può riportarlo in negozio dove il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa.

domenica 28 febbraio 2016

Autovelox e Tutor. Il giudice di Pace di Canosa annulla parzialmente un verbale per un'infrazione accertata con Tutor

Autovelox e Tutor. Il giudice di Pace di Canosa annulla parzialmente un verbale per un'infrazione accertata con Tutor in autostrada e riduce la sanzione pecuniaria perchè il Centro Nazionale di AccerTamento delle Infrazioni non applica correttamente la tolleranza del 15% Va ridotta alla contravvenzione più lieve e quindi alla sanzione minima prevista dall'articolo 142 comma 7 del Codice della Strada, nel caso in cui l'accertamento della velocità sia effettuato con Tutor se non viene applicata la tolleranza del 15 % anziché quella del 5 % perchè l'automobilista viaggiava in autostrada ad oltre 130 km/h in un tratto in cui la velocità massima era pari a quest'ultima. Ciò in analogia con quanto disposto dall'articolo 345 comma 3 del Regolamento di Attuazione del Codice della Strada, per cui sia stata rilevata una velocità media superiore a 130 km/h e non applicata la tolleranza del 15 % prevista dal citato articolo.Cosi l'ordinanza n. 7/16 depositata il 9.02.2016, del giudice di Pace di Canosa, investito dal caso di un automobilista per cui lo “Sportello dei Diritti” aveva proposto ricorso in quanto riteneva illegittima la rilevazione della velocità media ritenuta pari a 160,37 km/h in un tratto di strada che ricadeva nella competenza del giudice adito, e per la quale non era stato correttamente applicato il regime di tolleranza previsto dal citato regolamento d'attuazione che prevede espressamente all'articolo 345 comma 3 che "l'errore relativo - a favore del trasgressore - pari al 5, 10, 15 per cento a seconda che la velocità dedotta risulti, rispettivamente, inferiore a 70 km/ora, ovvero pari a 70 km/ora ed inferiore a 130 km/ora, ovvero pari o superiore a 130 km/ora". Se, infatti, Centro Nazionale di Accertamento delle Infrazioni che ha competenza sulle rilevazioni effettuate con il famigerato "Tutor" avesse applicato l'errore del 15 % la velocità ottenuta sarebbe stata di 136,37 km/h e quindi di poco superiore al limite di 130 km/h previsto nel tratto "incriminato" e comunque sanzionabile secondo l'ipotesi più lieve in materia di velocità di cui all'articolo 142 comma 7 del Codice della Strada e non per il più grave 142 comma 8 che prevede anche l'obbligo di comunicazione dei dati del conducente per la riduzione dei punti sulla patente di guida.Una sentenza a dir poco innovativa, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che costituirà un precedente importante su tutto il territorio nazionale date le centinaia di multe con sistema Tutor che vengono accertate ogni giorno.

Alimenti che aiutano a eliminare la nicotina dal corpo.

Alimenti che aiutano a eliminare la nicotina dal corpo. Ciò che mangiamo (e beviamo) gioca un ruolo importante per smettere di fumare. Scopriamo quali sono ritenuti cibi alleati Una sana e corretta alimentazione è fondamentale per la nostra salute, lo ripetiamo da anni come “Sportello dei Diritti”. Ma anche il fumare ne risente. Ci sono infatti cibi amici, tra cui frutti e verdure che, grazie alle loro proprietà, sono ideali per dire addio al tabacco. Ad evidenziarlo recenti studi. Se state pensando di smettere di fumare e si vuole dimenticare gli effetti della nicotina, si dovrebbe sapere che ci sono un certo numero di alimenti che vi aiuteranno in questo compito. La Nicotina è una sostanza prodotta dalla pianta del tabacco ed è responsabile, tra gli altri, della dipendenza dal fumo. Quindi, se quello che volete è quello di eliminare questa sostanza dal vostro corpo, la prima cosa che si dovrebbe fare è iniziare con la dieta. Per sbarazzarsi di questa sostanza ed iniziare una vita lontano da tabacco, ricordatevi questo elenco di alimenti. La maggior parte sono frutta e verdura, ideali per purificare il corpo. Inoltre, l'acqua diventerà il vostro migliore alleato per rimettere su il vostro corpo dagli effetti del tabacco. Arancia: la Nicotina abbassa i livelli di vitamina C nel corpo. Per questo motivo, è consigliato il consumo di arance, che sono fonte di questa sostanza. Limone: per ridurre gli effetti della nicotina sulla pelle si consiglia di mangiare limoni due o tre volte a settimana. In questo modo, le cellule della pelle vengono rigenerate attraverso gli effetti della vitamina C. Kiwi: il kiwi è uno dei frutti con ha altre proprietà. I loro livelli elevati di vitamine A, C ed E rendono questo frutto uno dei più adatti per purificare il corpo e ripulirlo. Mirtillo: la Nicotina fa salire i livelli di zucchero e crea un ispessimento dei capillari. Il mirtillo è particolarmente ricco di acido folico (una vitamina molto importante per le varie numerose funzioni che svolge) e contiene tannini e glucosidi antocianici, i quali oltre a dare al frutto il suo caratteristico colore, riducono la permeabilità dei capillari e ne rafforzano la struttura. Le antocianine infine, presenti in grandi quantità, rafforzano il tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni e ne migliorano l’elasticità ed il tono. Riescono in tal modo a svolgere un’azione antiemorragica nonché contro i radicali liberi. Melograno: la nicotina riduce i livelli di ossigeno nel sangue. Quindi, il melograno è ideale per combattere questi effetti. Le sue proprietà sulla circolazione del sangue lo rende un frutto perfetto per rigenerare i globuli rossi. Broccolo: gli effetti di purificazione di questo ortaggio sono molto noti. La vitamina B, componente principale di questo alimento, è il miglior soldato contro gli effetti del tabacco. Grazie anche allo NRF2, un'altra sostanza che possiede il broccolo ad alti livelli. Spinacio: l'acido folico, presente negli spinaci, è perfetto per rimuovere la nicotina dal corpo. Carota: le vitamine A , C e K aiutano a rafforzare le difese. In questo modo, è più facile agire contro gli effetti della nicotina. Cavolo: le proprietà antiossidanti dei germogli sono diventati un alleato indispensabile per chi vuole dimenticare il tabacco. Acqua: è noto a tutti che il corpo si disidrata dopo il fumo. Per questo motivo, si consiglia di bere molta acqua per purificare il corpo. Le ricerche scientifiche ed i dati accumulati dagli studi, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”evidenziano come sempre le credenze popolari siano foriere di verità assolute. Ci sono anche due pilastri fondamentali: non fumate e consultate il vostro medico.

sabato 27 febbraio 2016

Virus Zika: primo caso di trasmissione per via sessuale in Francia.

Virus Zika: primo caso di trasmissione per via sessuale in Francia. Un caso di contagio via sessuale è stato confermato anche in Italia nel 2014 In Francia è stato confermato un primo caso di trasmissione del virus Zika per via sessuale. A confermarlo i media francesi citando il ministro della Salute, Marisol Touraine. Da quanto si è saputo, una donna è stata infatti contagiata dal suo compagno che era rientrato da un viaggio in Brasile. La donna, ha reso noto il ministro, non è incinta. Inoltre, la paziente non è stata ricoverata in ospedale ed ora sta bene. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, ricorda che il virus Zika, si trasmette principalmente dalle punture della zanzara del genere Aedes aegypti e sta colpendo in modo massiccio soprattutto l’America del Sud. Inoltre casi eccezionali di trasmissione per via sessuale sono stati già riportati all'inizio di febbraio negli Stati Uniti. Un caso di contagio via sessuale è stato confermato anche in Italia, con uno studio retrospettivo dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e si riferisce all'estate-autunno del 2014. Attualmente non esiste un vaccino contro Zika e la maggior parte delle persone colpite dal virus si trovano in Brasile e Colombia dove sono stati registrati casi di microcefalia, grave malformazione pre parto. Primi casi sono stati confermati in Venezuela e Argentina.

Scandalo test pneumatici: produttore ammette frode. Nokian ammette di aver prodotto gomme ad hoc.

Scandalo test pneumatici: produttore ammette frode. Nokian ammette di aver prodotto gomme ad hoc. Con i test di pneumatici truccati di Nokian, l'industria automobilistica subisce un ulteriore colpo. I finlandesi godono della fama di essere più attenti alle norme e alla qualità di ciò che producono, gli italiani di aver più fantasia, a volte anche nell’aggirare le norme. Ma casi come quelli di "Nokian Tyres", che ha dovuto ammettere di aver truccato per anni i test dei pneumatici e delle gomme fornendoli alla stampa specializzata ed ora rischia grosso. Non se n'è parlato in Italia, ma in Finlandia è stato segnalato come il più grande scandalo per l'industria automobilistica locale. Secondo Il quotidiano economico finlandese Kauppalehti, "Nokian Tyres" ha fornito alle riviste specializzate prodotti ad hoc, con l’obiettivo di migliorare i risultati delle prove. E quel che è peggio è che, secondo il giornale, questo è accaduto dal 2005 in poi. Kauppalehti cita alcune email interne di Nokian a supporto delle accuse. Ad esempio, il giornale sostiene che Nokian abbia prodotto stampi modificati per i test, a volte in tempi molto brevi. Naturalmente, questo è impossibile da realizzare se non coinvolgendo un numero molto maggiore di persone rispetto a quelle che sono normalmente coinvolte nell’organizzazione di un test. Tuttavia, le affermazioni di Kauppalehti sollevano alcuni dubbi. Gli stampi sono molto costosi, probabilmente troppo perché vengano realizzati appositamente per un test. Inoltre, se davvero venisse realizzata una cosa di questo tipo, sarebbero necessari diversi stampi per esaltare le diverse caratteristiche richieste da ogni test. Ed infine, i magazine hanno dichiarato spesso di non limitarsi a testare i treni forniti dai produttori, ma di acquistare a campione delle gomme al dettaglio, in modo da prevenire un comportamento di questo tipo. In ogni caso, sia che le accuse siano vere sia che siano false, la reputazione delle aziende automotive sta andando a picco. A pochi mesi dallo scandalo Volkswagen, questo notizia rischia di avere conseguenze gravissime per l’azienda finlandese e per il prezzo delle sue azioni. Alla luce di quello che è dato sapere dagli organi d'informazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita le autorità italiane, in particolare il Ministero dei Trasporti, di ordinare un'indagine per appurare eventuali violazioni delle regole italiane ed europee da parte del produttore di pneumatici Nokian Tyres.

La COOP ritira le "Trance di palombo" al mercurio della Madero

La COOP ritira le "Trance di palombo" al mercurio della Madero Ritirate dagli scaffali le " Trance di palombo " della Surgelati Nuova Madero srl, con un quantitativo di mercurio superiore ai limiti previsti dalla legge. La comunicazione del ritiro del prodotto è stata diffusa da COOP, la catena di supermercati, che sul sito ufficiale ha indicato il prodotto incriminato: TRANCE DI PALOMBO 400 gr - Lotto: LM 18/15362 e LM 13/15355 entrambi con scadenza minima 01/3/2017. ll lotto sopra indicato, è stato ritirato dalle vendite a scopo preventivo, per presenza di Mercurio superiore ai limiti di legge nell'ingrediente Palombo. Non sono coinvolti tutti gli altri prodotti. Il pesce in questione è venduto nelle regioni della Toscana e di Roma.. Secondo le informazioni raccolte dallo"Sportello dei Diritti”, il ritiro è stato deciso volontariamente dalla società proprietaria del marchio, durante dei controlli interni. A seguito dell’allerta è stato disposto il ritiro dal mercato e il richiamo al consumatore. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” invita i chiunque lo avesse acquistato a riportare l'articolo, sotto indicato, presso il punto vendita in cui è stato eventualmente acquistato per il cambio o il rimborso.

Nave “Cavtat”: quei bidoni tossici (non del tutto) recuperati al largo di Otranto

Nave “Cavtat”: quei bidoni tossici (non del tutto) recuperati al largo di Otranto. Forse è ora di verificare le condizioni del relitto e di affrontare una ricerca controllare se vi siano altre “Cavtat” nel mare intorno alle coste pugliesi. Altro che ricerche petrolifere Era il 14 luglio 1974 quando a seguito di una terribile quanto assurda collisione tra navi al largo di Otranto, affondava la nave “Cavtat”, poi oggetto di una delle più importanti opere di recupero del carico che si siano registrate nei mari italiani a seguito dell’attività d’inchiesta dell’allora pretore di Otranto e poi senatore Alberto Maritati. In un bell’articolo del 05 marzo 2014, il giornalista Gianni Lannes, ricordava che “La Cavtat era partita il 28 giugno dall'Inghilterra, porto fluviale di Manchester. Destinazione: Rijeka-Fiume. 2.800 tonnellate di carico. E in più, duecentosettanta tonnellate di piombo, tetraetile e tetrametile, in 909 bidoni trasportati per metà sopracoperta e per l’altra metà nelle due stive. La Lady Rita [ndr l’altra nave], invece vuota, navigava in senso inverso:destinazione Djela e Casablanca. Di questi, ufficialmente 863 furono recuperati nel 1978.” Ed infine, sempre lo stesso giornalista pone un’inquietante domanda: “Una parte dei veleni è ancora nel relitto della Cavtat?”. Ed è questo quesito che oggi, specie dopo la diffusione dei dati epidemiologici sull’incidenza di tumori nel Salento ed in particolare in alcuni comuni rivieraschi, torna nella mente per cercare di comprendere se vi siano concause per quella che sembra una vera e propria epidemia che si diffonde nella provincia di Lecce che probabilmente non è determinata da una sola fonte, ma da più scaturigini che andrebbero tutte indistintamente vagliate. Nel corso degli ultimi quarant’anni, infatti, molti si sono chiesti se le operazioni di bonifica avessero risolto quello che poteva certamente essere un disastro ambientale di proporzioni indefinibili, anche perché il relitto giace ancora a 93 metri di profondità e solo a tre miglia dalla costa salentina, mentre risulta tuttora in vigore l’ordinanza della capitaneria di Porto di Brindisi che vieta la navigazione e la sosta in quel punto. Sembra dunque arrivata l’ora, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, delle verifiche a partire dal Ministero dell’Ambiente, data anche l’evoluzione delle tecniche e delle ricerche che si è realizzata nel corso degli ultimi quattro decenni. Verifiche che vorremmo si estendessero a tutta la costa salentina per controllare se vi siano altre “Cavtat” o altri carichi pericolosi ancora in fondo al nostro meraviglioso mare, al posto delle inutili indagini petrolifere.

venerdì 26 febbraio 2016

Armani: 40 lavoratori a casa

Armani: 40 lavoratori a casa. Vertice oggi tra sindacati e azienda, sessanta impiegati andranno a Milano, meno di dieci resteranno a Mendrisio in Svizzera Armani lascia la Svizzera e licenzia un centinaio di dipendenti della 'Swiss Branch' di Mendrisio nel Canton Ticino, addetti alla logistica e ai servizi. La decisione dell'azienda dopo il vertice tra il sindacato OCST e i rappresentanti di Armani, sui licenziamenti ventilati dall'azienda nelle scorse settimane. Da quanto appreso oggi, 60 impiegati hanno deciso di accettare la proposta dell'azienda di lavorare presso la sede di Milano, con un salario di 1'500 euro al mese anziché gli attuali 4'500 franchi. Altri 40 lavoratori non hanno invece accettato. E per loro si prospetta il licenziamento. Meno di dieci impiegati invece resteranno a Mendrisio. Intanto proseguono le trattative intavolate da OCST per un piano sociale. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da sempre è vicina a tutti i lavoratori, esprime la propria solidarietà e vicinanza ai dipendenti. Non ci sono altre parole per tutto ciò.

Seggiolini per bambini Evenflo, richiamati più di 56mila esemplari per problemi di sicurezza in auto

Seggiolini per bambini Evenflo, richiamati più di 56mila esemplari per problemi di sicurezza in auto La casa produttrice di sediolini per bambini Evenflo sta richiamando più di 56mila esemplari per problemi di sicurezza in auto: i bambini curiosi possono allentare il cablaggio interno del seggiolino, separando dalla loro base ed esponendo i bambini a bordo a grossissimi rischi relativi alla loro incolumità. I modelli difettosi, per essere precisi, sono quegli Combination Booster Seats prodotti tra il 18 dicembre 2014 fino al 29 gennaio 2016. Il problema è stato scoperto a fine gennaio durante un controllo interno da parte dell'azienda. Ora Evenflo sta fornendo un "kit " in sostituzione a costo zero. Per il presidente Giovanni D’Agata dello “Sportello dei Diritti”, anche se Evenflo non ha sino ad oggi registrato incidenti a causa di questo problema, il rischio di un'apertura accidentale del cablaggio di aggancio è latente. Pertanto emerge la necessità di maggiore attenzione da parte dei genitori e di coloro ai quali sono affidati i nostri piccoli, poichè l’utilizzo non appropriato dei seggiolini, può portare a conseguenze dannose che possono essere evitate.

giovedì 25 febbraio 2016

Birra contaminata da tracce di erbicidi. È il risultato di un test che ha coinvolto 14 marche fra le più note in Germania.

Birra contaminata da tracce di erbicidi. È il risultato di un test che ha coinvolto 14 marche fra le più note in Germania. Trovato diserbante glifosato in diversi marchi di birre tedesche. Lo rivela un'analisi dell'Istituto per l'ambiente di Monaco. Il test ha coinvolto 14 marche fra le più note in Germania. I livelli registrati oscillano fra 0,46 e 29,74 microgrammi per litro, nei casi più estremi quasi 300 volte superiori a 0,1 microgrammi, che è il limite consentito dalla legge per l'acqua potabile. Non esiste un limite per la birra. L'erbicida è stato classificato come "probabile cancerogeno per l'uomo" dall'organismo internazionale Iarc (International Agency for Research on Cancer). L'Istituto federale per la valutazione del rischio (Bfr) ritiene invece che il glifosato non costituisca un rischio per la salute dei consumatori. Invece il glifosato, anche conosciuto con il nome commerciale Roundup, in italiano glifosate o glifosato (N-(fosfonometil)glicina, C3H8NO5P), è un analogo aminofosforico della glicina, inibitore dell'enzima 5-enolopiruvil shikimato 3-fosfato sintasi (EPSP sintasi), noto come erbicida totale (non selettivo), di cui Monsanto possedeva il brevetto di produzione, scaduto nel 2001.Il glifosato è spesso erroneamente associato alla categoria dei cosiddetti prodotti "seccatutto", cioè a quei principi attivi non selettivi (risultano tossici per tutte le piante) come i dipiridilici, assorbiti per via fogliare. In realtà il glifosato, a differenza di altri prodotti, viene assorbito per via fogliare, ma successivamente traslocato in ogni altra posizione della pianta per via prevalentemente floematica. Questo gli conferisce la caratteristica di fondamentale importanza di essere in grado di devitalizzare anche gli organi di conservazione ipogea delle erbe infestanti, come rizomi, fittoni carnosi ecc., che in nessun altro modo potrebbero essere devitalizzati.L'assorbimento del prodotto avviene in 5-6 ore, e il disseccamento della vegetazione è visibile in genere dopo 10-12 giorni. In Italia viene utilizzato non solo in agricoltura ma anche per preparare i terreni dei campi da gioco come il golf ed i prati dei campi da calcio. Già dagli anni Ottanta e Novanta l’industria chimica e i commissari Ue hanno avuto sotto gli occhi le prove che il Roundup, il pesticida della Monsanto più venduto al mondo e utilizzato soprattutto come complemento agli Ogm, causa malformazioni genetiche. Ma tutti si sono ben guardati dall’informare i cittadini. Fin dagli Ottanta le indagini dell’industria chimica (inclusa una commissionata dalla stessa Monsanto) mostrano che il glifosato presente nel Roundup causa malformazioni nei feti degli animali da laboratorio. La Commissione Europea è a conoscenza di questi risultati almeno dal 2002, quando le sono stati sottoposti gli studi di cui sopra per l’approvazione alla commercializzazione del pesticida. Approvazione poi concessa e che è ancora in vigore. Ma queste ricerche non sono state rese pubbliche. Anche uno studio indipendente di scienziati argentini ha mostrato come il Roundup sia responsabile di malformazioni in rane e pollame a concentrazioni molto minori di quelle che si possono rivelare sui campi irrorati. La ricerca era cominciata sulla base di studi sull’alto tasso di malformazioni genetiche e cancro nella popolazione del Sud America, area dove si fa un esteso uso di soia Ogm Roundup, creata per tollerare grandi quantità del pesticida Roundup.Claire Robinson, coautore dello studio sul Roundup, spiega: “Sembra che ci sia stata una deliberata volontà di coprire la verità da parte dell’industria chimica (spiegabile ma non giustificabile) e di chi doveva controllare (inspiegabile e ingiustificabile). Tutto ciò sulla pelle della sicurezza pubblica. Anche perché il Roundup non viene utilizzato solo in agricoltura, ma anche nel giardinaggio, nei parchi e nelle aree verdi delle scuole, grazie alla falsa informazione che sia sicuro”. La vicenda per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, deve destare attenzione tra i molti europei ed italiani perché dovranno stare in guardia sui prodotti che acquistano per mangiare e bere a causa dei rischi connessi alla salute.

Ritirata " ZUPPA DI PESCE " al mercurio da Eurospin.

Ritirata " ZUPPA DI PESCE " al mercurio da Eurospin. Ritirata dagli scaffali la "Zuppa di Pesce" confezionata da Ondina, con un quantitativo di mercurio superiore ai limiti previsti dalla legge. La comunicazione del ritiro del prodotto è stata diffusa da Eurospin, la catena di supermercati, che sul sito ufficiale ha indicato il prodotto incriminato: ZUPPA DI PESCE 800 g - ONDINA Lotto: LM 11/152063. ll lotto sopra indicato, è stato ritirato dalle vendite a scopo preventivo, per presenza di Mercurio superiore ai limiti di legge nell'ingrediente Palombo. Non sono coinvolti tutti gli altri ingredienti della Zuppa di Pesce. Il prodotto in questione è venduto nelle regioni della EMILIA ROMAGNA, FRIULI, LIGURIA, LOMBARDIA, PIEMONTE, TRENTINO, VENETO, SICILIA e CALABRIA.. Secondo le informazioni raccolte dallo"Sportello dei Diritti”, il ritiro è stato deciso volontariamente dalla società proprietaria del marchio, durante dei controlli interni. A seguito dell’allerta è stato disposto il ritiro dal mercato e il richiamo al consumatore. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” invita i chiunque lo avesse acquistato a riportare l'articolo, sotto indicato, presso il punto vendita in cui è stato eventualmente acquistato.

Multe mai notificate dal Comune di Lecce. Arrivano le scuse del Comando di Polizia Municipale. Caos su caos

Multe mai notificate dal Comune di Lecce. Arrivano le scuse del Comando di Polizia Municipale. Caos su caos Suonano quasi di beffa le lettere pervenute dal Comando di Polizia Municipale di Lecce in merito ai verbali al Codice della strada mai pervenute agli automobilisti. Un goffo tentativo di porre rimedio quando lo Sportello dei Diritti in tempi non sospetti già l'estate 2014 aveva segnalato le gravissime anomalie appellandosi al Comando dei Vigili urbani affinché ponesse rimedio prima che ignari cittadini pagassero o si dovesse proporre ricorso. Ed invece nei mesi scorsi sono piovuti comunque i preavvisi che intimavano il pagamento e che hanno generato il caos nella città e negli uffici della polizia municipale che dopo le sollecitazioni pervenute dalla nostra e altre associazioni ha fatto dietrofront comunicando con alcune lettere che stanno giungendo ai malcapitati ed ignari cittadini di non tenere conto dei su citati preavvisi.Il problema non risolto, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", è quello di conoscere il numero di cittadini che non si sono rivolti al comando o alle associazioni e che hanno pagato e le soluzioni che l'amministrazione comunale intenderà prendere per quest'ultimi. Inoltre, non è dato comprendere se le lettere inviate riguardano tutti i verbali notificati nel periodo nel quale a notificare le multe erano stati gli addetti della Lupiae Servizi. Insomma al grande caos e ai profili di illegittimità segnalati, c'è il concreto rischio che si crei altro caos oltrechè un danno incredibile per le casse cittadine che non si sa ancora chi dovrà ripagare.

Pezzi di metallo nel Wurstel di pollo a marchio Carrefour.

Pezzi di metallo nel Wurstel di pollo a marchio Carrefour. Il fornitore ritira il prodotto in vendita nei supermercati In seguito ai risultati emersi dai controlli di qualità interni, il fornitore ha deciso di ritirare, a titolo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza, le confezioni di Wurstel di pollo 100g scadenza minima del 21/04/2016 da tutte le filiali Carrefour. Il motivo? Pezzi di metallo di alluminio nel prodotto. Come si legge sul sito di Carrefour, " A titolo precauzionale e al fine di garantire la Vostra sicurezza, si procede ad un richiamo del prodotto in quanto vi è una possibile presenza di frammenti di alluminio". Il produttore, il Salumificio Fratelli Beretta S.p.A., ha per tale motivo richiesto il ritiro precauzionale del prodotto. Il suo consumo può portare a lesioni. Pertanto chi ha già acquistato il prodotto o chi ne avesse a casa delle confezioni, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può riportarlo in negozio dove il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa.

Contratto Ania: l’attivo unitario a Lecce. Una grande partecipazione dei lavoratori assicurativi.

Contratto Ania: l’attivo unitario a Lecce. Una grande partecipazione dei lavoratori assicurativi. Lo "Sportello dei Diritti" con i sindacati che hanno sospeso la trattativa con ANIA arroccata su posizione di esclusivo interesse delle imprese ed a danno dei lavoratori Il 25 febbraio a Lecce si è svolto l'assemblea unitaria con grande partecipazione dei lavoratori del settore assicurativo. Nel corso dell’incontro è stata illustrata la complessa situazione della trattativa per il rinnovo del CCNL e condivisa la necessità di assemblee in tutte le aziende per iniziare un percorso di mobilitazione della categoria, a sostegno della piattaforma sindacale e per un rapido e positivo rinnovo del CCNL ANIA. La demolizione dei diritti dei lavoratori attuata attraverso norme come quelle susseguitesi negli anni a partire dalla "Fornero", sta ricadendo a cascata su tutti i settori, compreso quelli caratterizzati da, tutto sommato, positive relazioni sindacali. Ora tocca, infatti, a quello degli assicurativi che con un contratto collettivo nazionale scaduto da oltre due anni, pare essere travolto anche da questa tendenza con l'ANIA, l'associazione delle assicurazioni, sempre più arrogante e arroccata su posizioni di esclusivo interesse delle imprese che rappresenta. Nel partecipato incontro leccese, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” e referente provinciale del sindacato autonomo di settore, FNA, si è dato atto che le scelte aziendali colpiscono il salario dei dipendenti che non conosce aumenti di sorta da anni, ad esclusivo vantaggio degli utili ed i dividendi aziendali sempre più cospicui. Pertanto ritiene legittima oltrechè necessaria, l'iniziativa delle organizzazioni sindacali di abbandonare il tavolo delle trattative e di proclamare lo stato di agitazione.

Mamme attenzione: Coop ritira "Scodella Cars" per bambini della BBS SpA. Rischio contaminazione da melamina

Mamme attenzione: Coop ritira "Scodella Cars" per bambini della BBS SpA. Rischio contaminazione da melamina. BBS SpA ha deciso cautelativamente di ritirare dal mercato il prodotto La notizia è stata diffusa anche come allerta sul sito Coop per avvisare i clienti. BBS SpA ha deciso cautelativamente di ritirare dal mercato il prodotto Scodella Cars 14 cm ref. 122291 lotto 43529. Nonostante i controlli e le analisi allora effettuati ne permettessero la vendita, è ora emerso che la succitata scodella presenta una migrazione di melamina che non ne permette l'uso. La melamina è impiegata, con la formaldeide per la produzione di materie plastiche e resine melamminiche, utilizzate per prodotti a contatto con gli alimenti, ma anche in molti altri processi produttivi.La melamina è spesso associata ad alcune molecole correlate quali ammelina, ammelide e soprattutto acido cianurico. La FDA ha identificato la causa di morte, di diverse migliaia di cani e gatti, per insufficienza renale, nella ingestione di pet food a base di glutine di frumento, importato dalla Cina (settembre 2006), contenente melamina.Melamina ed ac. cianurico sono stati trovati in mangimi, (USA, Canada ed in altre parti del mondo), destinati ai suini, ai polli ai pesci ed agli animali da affezione, in materie prime ad alto titolo proteico, soia biologica compresa, di provenienza cinese. In Italia (fine 2008) la morte sospetta di due cani viene fatta risalire al consumo di mangimi, nei quali è stata riscontrata melamina in misura apprezzabile. Non sembra, sia stata ad ora identificata l’origine della contaminazione del mangime. Dal gennaio 2008 ad oggi sono state emesse complessivamente, nella UE, per melamina), 58 notifiche ed allerte da parte del RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed); di queste 3 per pet food (una in Italia per crocchette, a base di farina di pesce, per cani, con 13 ppm, nel marzo 2009) e 3 per materie prime. Praticamente per tutte le segnalazioni è evidenziabile l’origine cinese. Lo scorso anno una patologia caratterizzata da blocco renale, che ha interessato oltre 50.000 bambini in Cina, con vari decessi, è stata attribuita alla ingestione di latte in polvere contenente melamina. A parte l’episodio cinese, vi è una esposizione di fondo delle popolazioni alla melamina, legata alla migrazione da contenitori e stoviglie a base di resine melamminiche. Le condizioni di migrazioni maggiori si hanno in presenza di alimenti acidi specie se sottoposti ad alte temperature. L’UE, con la Dir. 2002/70/CE, fissa il limite massimo di migrazione in 30 mg/kg di alimento. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” invita i consumatori che hanno già acquistato tali scodelle del lotto 43529 a restituirle al punto vendita. Sarà riconosciuto loro l'importo speso o la sostituzione con un prodotto analogo.

mercoledì 24 febbraio 2016

Plastica nei Mars, ritirati anche in Italia. Auchan e Coop hanno ritirato dalla vendita le barrette di cioccolato nei negozi

Plastica nei Mars, ritirati anche in Italia. Auchan e Coop hanno ritirato dalla vendita le barrette di cioccolato nei negozi. Anche i chioschi automatici stanno provvedendo a svuotarli dalle barrette incriminate. Le barrette di cioccolato Mars miniature e Snickers multipack, dopo essere state richiamate in 55 paesi, saranno tolte anche dagli scaffali dei grandi dettaglianti e dai distributori automatici in Italia. Auchan e Coop hanno infatti annunciato che il ritiro solo dai loro negozi riguarda 2.000.000 prodotti. Chi ha già acquistato uno di questi articoli prodotti in Olanda e che potrebbero contenere pezzetti di plastica può riportarlo in negozio e chiedere il rimborso. Pure i chioschi stanno svuotando gli automatici, togliendo le barrette incriminate. Chi ha già acquistato le barrette, che potrebbero potenzialmente contenere pezzetti di plastica, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. può riportarle in negozio e sarà rimborsato,

Il primo test veloce per virus Zika, creato negli Usa

Il primo test veloce per virus Zika, creato negli Usa. Risultati in poche ore. Per ora il test è disponibile solo per i pazienti dei due ospedali che l'hanno realizzato Il primo test veloce per individuare il contagio con il virus Zika è stato messo a punto in Texas. Solo che per ora l'esame che può scoprire l'infezione nel sangue, nel liquido amniotico, nelle urine e nei fluidi del midollo spinale, sarà disponibile solo per i pazienti dei due ospedali che l'hanno realizzato. E sono il 'Texas Children's Hospital' e lo 'Houston Methodist Hospital'. Il test dà risultati in poche ore, contro i giorni di attesa per le analisi usate sinora. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, ricorda che il virus Zika, si trasmette principalmente dalle punture della zanzara del genere Aedes aegypti e sta colpendo in modo massiccio soprattutto l’America del Sud. Attualmente non esite un vaccino contro Zika e la maggior parte delle persone colpite dal virus si trovano in Brasile e Colombia dove sono stati registrati casi di microcefalia, grave malformazione pre parto.

Borotalco Johnson & Johnson (J&J) sotto accusa negli USA. Donna morta di cancro "Usava talco quotidianamente". Multa di 72 milioni

Borotalco Johnson & Johnson (J&J) sotto accusa negli USA. Donna morta di cancro "Usava talco quotidianamente". Multa di 72 milioni Con una storica sentenza un tribunale dello stato Usa del Missouri ha ordinato alla multinazionale americana Johnson & Johnson (J&J) di pagare 72 milioni di dollari alla famiglia di una donna morta di cancro secondo cui il decesso è stato provocato dall'uso prolungato del borotalco. Il giudice ha infatti imposto alla ditta il pagamento di 10 milioni di dollari come risarcimento e 62 come azione punitiva per non aver "avvertito i clienti" ed aver agito "in malafede" sulle possibili complicazioni relative all'uso prolungato di talco. La donna, Marvin Salter, 62 anni, morta per cancro alle ovaie, usava il talco Johnson&Johnson da anni. Il verdetto è arrivato dopo 5 ore di camera di consiglio ed è chiaro che Johnson&Johnson, forse il più grande produttore al mondo di prodotti sanitari già al centro di critiche per lo shampoo "che non fa piangere" dedicato ai bambini, impugnerà la sentenza. Il prodotto in questione è il Baby Powder. Il verdetto è arrivato dopo 5 ore di camera di consiglio ed è chiaro che Johnson&Johnson, forse il più grande produttore al mondo di prodotti sanitari già al centro di critiche per lo shampoo "che non fa piangere" dedicato ai bambini, impugnerà la sentenza. Gli avvocati del figlio della donna hanno sostenuto che il gruppo sapeva dei rischi di cancro del prodotto e ha omesso di informare i consumatori. Si tratta del primo verdetto del genere, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che potrebbe aprire la porta agli oltre mille casi simili già avviati nei tribunali statunitensi e secondo alcuni esperti molti altri potrebbero seguire. Da anni al centro di polemiche da parte dei consumatori per l'utilizzo ad esempio di diossano e formaldeide, considerati come elementi probabilmente cancerogeni per l'uomo, la Johnson&Johnson si è impegnata ad eliminare dai suoi prodotti ogni tipo di sostanza considerata pericolosa. Rimane però sul banco degli imputati l'uso costante del talco, minerale naturale composto di magnesio, silicio, ossigeno e idrogeno.

martedì 23 febbraio 2016

360,000 euro all'anno,nessun turno di notte, fine settimana libero e tre mesi di ferie retribuite. Eppure nessuno vuole questo lavoro da sogno

360,000 euro all'anno,nessun turno di notte, fine settimana libero e tre mesi di ferie retribuite. Eppure nessuno vuole questo lavoro da sogno Succede in Nuova Zelanda, a Tokoroa un paese di 13.000 abitanti, nella regione di Waikato. Un medico di 61 anni, Alan Kenny, stressato per il troppo lavoro, ha messo un annuncio chiedendo un aiuto ad un collega, un altro medico. Alan, aiutato dalla figlia che studia medicina, non può fare vacanze, perché in zona i suoi colleghi scarseggiano, perciò ha preso la decisione di dividere il suo lavoro con qualcun altro. Ma da quattro mesi, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la richiesta è finita nel nulla. Per convincere gli aspiranti candidati, il dottor Kenny ha offerto condizioni parecchio vantaggiose: weekend liberi, nessun turno di notte, fine settimana libero e tre mesi di ferie retribuite, e uno stipendio 360,000 euro all'anno. Eppure ad Auckland ha sede la più grande università di medicina. La maggior parte dei suoi studenti provengono da famiglie ricche della regione.

Effetto Jolie: negli Usa boom di mastectomie per paura di un tumore.

Effetto Jolie: negli Usa boom di mastectomie per paura di un tumore. Via il seno sia dopo una diagnosi di tumore che a scopo puramente preventivo In America inquietante aumento delle mastectomie, sia dopo una diagnosi di tumore del seno, che a scopo puramente preventivo. Queste ultime sono addirittura raddoppiate negli ultimi 7 anni, mentre il ricorso agli interventi di mastectomia, sono cresciute del 36% . A lanciare l'allarme i ricercatori del ministero della Sanita Usa. I dati sull'impennata di interventi estremi, che sfigurano le donne, pur a fronte di un tasso di diagnosi di questi tumori che è rimasto stabile, riguardano tra il 2005 ed il 2013 le donne che hanno avuto mastectomie singole o doppie con una percentuale che è salita del 36%, mentre quello delle mastectomie doppie è più che triplicato. La misura delle doppie mastectomie tra donne che non hanno avuto una diagnosi di tumore, ma vogliono prevenirlo per tendenze genetiche, proprio come ha fatto l'attrice Angelina Jolie, è più che raddoppiata nello stesso periodo: passando da due donne ogni 100.000 nel 2005, a 4 nel 2013. Il Dr. Rick Kronick, direttore del dipartimento che ha preparato il rapporto rivelando i clamorosi dati, ha dichiarato che queste procedure radicali vengono inoltre effettuate in misura crescente in day-hospital. Per Robert Shenk, direttore del centro senologico del University Hospitals Case Medical Center a Cleveland, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre più pazienti scelgono le procedure più radicali, nonostante i medici consiglino interventi limitati di quadrectomia.

Antiepilettici possono aumentare il rischio di difetti alla nascita.

Antiepilettici possono aumentare il rischio di difetti alla nascita. Valproato, un farmaco essenziale nel trattamento dell'epilessia, ha causato almeno 450 malformazioni congenite in neonati esposti in utero in Francia. Ancora poco compreso l’allarme Nella costante opera d’informazione di cittadini, consumatori e pazienti svolta dallo “Sportello dei Diritti”, Giovanni D'Agata, presidente dell’associazione, evidenzia quanto comunicato dalle autorità sanitarie francesi in merito ai farmaci per il trattamento dell'epilessia, già finiti nel mirino di alcune agenzie governative statali di settore. Oggi in Francia è scattato l’allarme per la molecola per uso farmaceutico, il valproato o acido valproico (nomi commerciali Depakin Chrono e generico Acido Valproico+Sodio Valproato) utilizzato per il trattamento dell’epilessia oltre che della mania correlata ai disturbi bipolari. Per alcuni pazienti con l'epilessia, ma anche usato per trattare il disturbo bipolare, il valproato di sodio è presente in numerose specialità farmaceutiche, che il farmaco anti-epilettico Depakine, commercializzati in Francia da Sanofi dal 1967, quindi in forma generica da altri laboratori. L’assunzione di Valproato (Depakin Chrono) comporta un rischio serio di teratogenicità nelle donne in attesa. Sono le raccomandazioni importanti per uomini e donne emesse martedì dalle autorità sanitarie francesi sulla prevenzione della gravidanza. Questo farmaco sarebbe causa di almeno 450 malformazioni congenite in neonati esposti in utero in Francia. L’esposizione al medicinale durante la gravidanza determina un aumento del rischio di aborti spontanei e malformazioni congenite. Nonostante le quattro lettere inviate finora ai medici da maggio scorso per ricordare le nuove condizioni di prescrizioni e l’erogazione di quei medicinali, Oltralpe il messaggio sul suo effetto teratogeno non avrebbe funzionato secondo un sondaggio telefonico ViaVoice condotto ANMS. L’effetto teratogeno di valproato (commercializzato dal 1967), è noto dal 1980 ma, più di recente, i dati della letteratura hanno dimostrato un aumentato rischio di disturbi dello sviluppo neurologico nel feto. Secondo le nuove regole del maggio scorso emesse dall’ANMS, la somministrazione iniziale di valproato è riservata agli specialisti in neurologia, psichiatria e pediatria con esperienza nel trattamento dell’epilessia. Per i pazienti già sottoposti a trattamento, il termine ultimo era il 31 dicembre 2015. Da quella data dovranno rivolgersi agli specialisti per ottenere la prescrizione. In Italia i malati di epilessia sono circa mezzo milione, con 30mila casi scoperti ogni anno. I risultati del sondaggio su 202 farmacisti francesi ha rivelato che il 77% di loro sa queste nuove condizioni, ma che il 62% dei pazienti hanno poco o nessuna informazione. Solo in Francia sono circa 80mila le donne in trattamento con Valproato; di poco inferiore in Italia il numero delle pazienti. Quante di loro sanno del rischio che corrono? Per tale ragione a partire dal 1 marzo, le avvertenze per le donne incinte che erano già incluse nel bugiardino del farmaco, saranno riportate ben leggibili sulla confezione del farmaco, ha dichiarato il Dr. Vaselli, direttore generale dell'agenzia della salute francese. Ma nonostante i rischi, le autorità francesi non prevedono al momento il divieto della vendita. Alla luce di tali dati, per Giovanni D'Agata, i ritardi accumulati nelle procedure di rivalutazione nel corso degli anni dalla messa in commercio del farmaco potrebbero aver causato gravi danni ai pazienti, che hanno assunto il farmaco. In tale ottica, lo “Sportello dei Diritti”, si adopererà in tutte le sedi competenti per tutelare le eventuali vittime, colpevoli solo di aver “subito” la prescrizione del medicinale.

MARS, plastica nella cioccolata. Ritirate milioni di barrette Mars e Milky.

MARS, plastica nella cioccolata. Ritirate milioni di barrette Mars e Milky. Mars ha ordinato in Germania e nei Paesi Bassi il ritiro di milioni delle popolari barrette di cioccolato, in quanto alcuni consumatori hanno denunciato all'azienda la presenza di corpi estranei di plastica all'interno dei dolci acquistati. Gli amanti del cioccolato sono avvisati di non mangiare le barre Mars o Snickers con date di scadenza minima dal giugno di quest'anno al gennaio 2017, in quanto potrebbero contenere plastica. Il richiamo riguarda milioni di Mars e Snickers Bar, nonché alcuni altri prodotti in Germania e nei Paesi Bassi. Il richiamo si ritiene che sia stato attivato dopo che un cliente ha trovato pezzi di plastica in uno dei prodotti di Mars Inc. 'Vogliamo evitare che i consumatori che hanno acquistato uno dei prodotti (interessati) li consumano,' ha dichiarato un portavoce di Mars sul sito web tedesco. Inoltre ha riferito che il richiamo ha interessato tutti i prodotti Mars e Snickers, Milky Way Minis e Miniatures così come certi tipi di confezioni delle Celebrazioni dolciarie con date di scadenza che vanno dal 19 Giugno 2016 all' 8 Gennaio 2017. Gli uffici tedeschi dell'azienda non si sono resi disponibili per un commento immediato. In riferimento alla notizie provenienti dalla Germania, comunica Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sino ad oggi il Ministero della Salute non ha precisato se i prodotti in questione siano esclusi dalla commercializzazione sul mercato italiano. E' la stessa Mars che non rassicura i consumatori nostrani specificando con una nota che il richiamo dei prodotti non coinvolge in alcun modo l'Italia.

lunedì 22 febbraio 2016

Internet: ci sono 3,2 miliardi di utenti nel mondo. Più del 45% del mondo è connesso a Internet

Internet: ci sono 3,2 miliardi di utenti nel mondo. Più del 45% del mondo è connesso a Internet Più del 45% della popolazione mondiale, pari a 3,2 miliardi, era connessa a Internet alla fine del 2015, secondo uno studio pubblicato dall'American social network di Facebook, che ha pubblicato il suo rapporto annuale Lunedi. Restano ancora 4,4 miliardi di persone che non hanno ancora accesso a Internet, di cui il 90% sono nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, la situazione progredisce, in quanto la percentuale di famiglie che hanno accesso a Internet nei paesi in via di sviluppo è aumentata dal 12% del 2008 al 28% nel 2015, grazie a " a prezzi accessibili e un aumento del reddito mondiale". Secondo il rapporto, i governi di questi paesi hanno un ruolo da svolgere per rendere Internet più accessibile e conveniente. La relazione indica inoltre che l'accesso a Internet a banda larga diventa sempre più accessibile. Il costo si è abbassato dell' 82% negli ultimi quattro anni, e il calo è stato maggiore nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, rimane un divario molto ampio. In molti paesi, le donne usano internet molto meno rispetto agli uomini. E anche se il mondo usufruisce delle infrastrutture necessarie, quasi 1 miliardo di persone restano analfabete o incapaci di trarre beneficio dal contenuto, dei dettagli dei documenti online. Il rapporto stima che migliorare l'accesso ad internet è "una sfida importante, che richiederà la collaborazione di molti governi attraverso l'innovazione e gli investimenti", valutando tale mancanza di cambiamenti significativi nella tendenze attuali, più di 3 miliardi persone sarà ancora in linea nel 2020. Ogni giorno siamo sempre più connessi. Il web permea ogni secondo della nostra vita; ce ne accorgiamo quando infiliamo lo smartphone nella nostra tasca, quando siamo in metropolitana, in strada, al cinema, persino a letto. Questa progressiva evoluzione del nostro modo di comunicare e connetterci con altre persone, aziende e servizi, osserva Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, dati alla mano, non è una prerogativa dei Paesi occidentali ma riguarda praticamente tutto il mondo. Facebook è quello più utilizzato nel mondo, ma non in Cina, e la penetrazione delle connessioni mobile raggiunge il 93% della popolazione mondiale. La ricerca evidenzia poi la penetrazione di internet per ogni Paese, e l’Italia non ci fa una bella figura: il nostro 58% ci posiziona infatti alle spalle della Polonia. Per quanto riguarda il nostro Paese, internet raggiunge oggi il 58% della popolazione, pari a 35 milioni e mezzo di italiani. Il 42% degli italiani sono su Facebook.

L'allarme dagli Usa: "Le sigarette elettroniche sono dannose per il feto"

L'allarme dagli Usa: "Le sigarette elettroniche sono dannose per il feto". A dirlo una nuova ricerca. Fumare questo veleno a vapore causa più danni alle donne incinte del tabacco normale. Ancora non conosciamo i reali pericoli dei "vapori", ma dagli Usa i ricercatori hanno lanciato l'allarme circa la tossicità del liquido che alimenta le sigarette soprattutto nel caso di una gravidanza. Lo riportano i ricercatori della New York University, USA, con a capo la dottoressa Judith Zelikoff. Secondo gli studi, presentati ad una recente conferenza scientifica internazionale, le sigarette elettroniche vaporizzano la nicotina permettendo ai fumatori di riceverla senza venire esposti ad altre dannose sostanze chimiche che solitamente compongono le sigarette normali. Eppure, secondo la Zelikoff, le donne fumatrici che hanno scelto di passare dal tabacco normale a questo tipo di gadget nella convinzione di non danneggiare la salute del feto, devono ricredersi immediatamente. Questa miscela di nicotina è combinata con un cocktail di sapori, colori e varietà di sostanze chimiche quali solventi come una potente neurotossina. Ingerito o assorbito attraverso la pelle, può causare vomito, convulsioni e persino la morte in alcuni casi. Il vapore di queste sigarette, infatti, può causare al futuro bimbo di sviluppare disturbi cognitivi, problemi di memoria, difficoltà di apprendimento e coordinazione. Inoltre piccole quantità, anche se diluiti, possono uccidere un bambino, e un cucchiaio sarebbe letale per un adulto. Durante l’esperimento il team della dottoressa si è servito di un gruppo di ratti, esposti ai fumi di entrambe le sigarette durante l’attesa. Il cervello dei topolini nati dalle mamme che «fumavano» le cosiddette e-cigarettes sono risultati essere geneticamente differenti dagli altri. Per l’esattezza, l’impatto del vapore ha coinvolto circa 2.630 geni che, a loro volta, influenzano lo sviluppo di quella parte della corteccia cerebrale responsabile delle nostre attività mentali più elevate. Ad esempio, l'anno scorso, una donna è stata ricoverata in un ospedale nel Kentucky per un infarto dopo che la sua sigaretta elettronica a causa di un guasto ha versato il liquido che poi è stato assorbito dalla pelle. Riconosciuto strumento nella lotta contro il fumo da alcuni per smettere di fumare, la sigaretta elettronica è ancora criticata a causa della mancanza di studi a lungo termine, tra cui l’individuare la sua efficacia ed i suoi potenziali effetti nocivi. La mancanza di regolamentazione sulla sigaretta come per il liquido è un altro problema per i suoi detrattori. Ora, tossicologi americani vanno oltre, avvertendo che il liquido pone un rischio significativo per la salute pubblica. Una bomba mentre la sigaretta elettronica, ancora controversa, ha avuto un enorme successo negli Stati Uniti o in Europa, dove circa 2.6 milioni di persone solo nel Regno Unito fanno uso di questo strumento, la cui popolarità negli ultimi anni è cresciuta tantissimo. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un ulteriore dato che conferma le incertezze circa i possibili rischi connessi all’utilizzo di questo prodotto. La gente deve essere a conoscenza dei rischi anche perchè è convinta che siano totalmente sicure anche per le donne incinta e i loro feti, ma questo non possiamo dirlo. Anzi questi ultimi risultati dovrebbero aprire gli occhi a tanta gente, perché dimostrano che il vapore è dannosissimo per lo sviluppo del bambino. Il punto fondamentale è che queste sigarette elettroniche dovrebbero essere testate maggiormente. Pertanto sarebbe auspicabile che le autorità sanitarie europee e nazionali procedano con verifiche celeri circa l’insussistenza di pericoli per la salute dei consumatori.

Virus Zika, l'Italia prepari piani contro zanzare. La raccomandazione è del Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC).

Virus Zika, l'Italia prepari piani contro zanzare. La raccomandazione è del Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC). Anche se per ora il virus Zika sembra espandersi solo nel continente americano, l'Italia deve comunque prepararsi in vista della stagione estiva Nell'ultimo documento pubblicato sul tema dal Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) include il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza per assicurare la notifica rapida dei casi. In Europa, precisa l'Ecdc, non è presente la Aedes Aegypti, il vettore principale, che è stata avvistata solo in Russia, ma c'è la aedes Albopictus, la cosiddetta zanzara tigre, che sembra poter veicolare Zika. Proprio al controllo delle zanzare vettore è dedicata la visita che i tecnici dell'Aiea, l'agenzia atomica internazionale, faranno questa settimana in Brasile, per verificare la fattibilità dell'uso di zanzare maschio rese sterili con basse dosi di radiazioni, una tecnica già sperimentata con successo contro altri tipi di insetti. Sempre in questi giorni è attesa nel paese sudamericano anche Margaret Chan, Direttore Generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), mentre sono arrivati oggi sedici esperti del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitense (Cdc) che dovranno iniziare uno studio congiunto con scienziati brasiliani che dovrebbe stabilire con ragionevole certezza se c'è un legame tra il virus ed i casi di microcefalia. Un altro paese che si sta attrezzando contro il virus, anche se è ancora uno dei pochi dove non è segnalato, è Cuba. Il presidente Raul Castro ha chiamato tutta la popolazione a mobilitarsi per eradicare la Aedes Aegypti, annunciando anche la mobilitazione a questo scopo di 9mila soldati fra effettivi e riservisti a cui si aggiungeranno 200 elementi delle forze dell'ordine. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, ricorda che il virus Zika, si trasmette principalmente dalle punture della zanzara del genere Aedes aegypti e sta colpendo in modo massiccio soprattutto l’America del Sud. Attualmente non esite un vaccino contro Zika e la maggior parte delle persone colpite dal virus si trovano in Brasile e Colombia dove sono stati registrati casi di microcefalia, grave malformazione pre parto.

Francia: proposta di legge per aumentare il prezzo delle sigarette fino ad 10 euro.

Francia: proposta di legge per aumentare il prezzo delle sigarette fino ad 10 euro. Una mossa utile per la salute? Il Ministro della Salute francese vorrebbe aumentare il prezzo del pacchetto di sigarette fino a 10 euro prima della fine del quinquennio. Anche per il tabacco sfuso, è previsto un incremento dell’imposta. Con questi aumenti, non solo si contribuisce alla promozione della salute ma si risana anche le casse statali. Anche perchè "La situazione è assolutamente catastrofica in Francia" ha commentao Marisol Touraine. Aumentare il prezzo delle sigarette, avvicinandoci ad altri Paesi europei dove un pacchetto arriva a costare anche 10 euro, e ''tagliare il legame tra multinazionali del fumo e politica''. E', in effetti, una vera e propria stretta sulle 'bionde' visto che secondo l'organizzazione mondiale della sanità (OMS), che ha condotto un'analisi completa in diversi paesi, misure per combattere il fumo (pacchetto neutro, divieto di fumare nei luoghi pubblici,...) in realtà funzionano "solo se è accompagnate da un significativo aumento del prezzo del pacchetto". Misure importanti, afferma il Ministro, ma che tuttavia non bastano a delineare una ''svolta decisiva'' nella lotta al fumo. Svolta che invece si otterrebbe, aumentando il prezzo dei pacchetti. "L'obiettivo n ° 1 sono i giovani naturalmente" afferma Michèle Delaunay. Secondo l'eurodeputato socialista i giovani "Una volta che sono intrappolati dal tabacco, vi metteranno tutta la vita per fuggire". 'Sarebbe una misura decisiva, perché ridurrebbe il consumo di tabacco senza ridurre le entrate per lo Stato". Secondo un altro studio l'80% dei film francesi contengono scene di fumo '. " Per decenni l'industria del tabacco e quella dell'alcol sono state accusate di pubblicizzare i loro prodotti ai minori, fino a quando la pressione dell'opinione pubblica ha spinto il sistema all'attuazione di linee guida rigorose a riguardo. Oggi, il tabacco e la pubblicità di prodotti alcolici sono tra le forme di marketing più altamente regolamentate meno il cinema che è uno dei ultimi canali da cui milioni di adolescenti sono esposti a immagini del fumo", accusa il Dr. Douglas Bettcher, direttore del dipartimento per la prevenzione delle malattie non trasmissibili. Secondo Michèle Delaunay per proporre una soluzione radicale e suppletiva per combattere contro questo lobbismo: "dobbiamo tagliare gli aiuti pubblici concessi ai film che includono scene con tabacco". Nonostante le notizie scoraggianti, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, relative a questa insidia presente nella regolamentazione della pubblicità dei film, la ricerca mostra che sia il fumo che il bere stanno diventando sempre più impopolari tra i giovani. Al contrario, è in forte crescita l’uso di marijuana. Un recente studio della University of Michigan ha scoperto che per la prima volta da 35 anni, negli Stati Uniti sono più gli studenti universitari che fumano quotidianamente marijuana di quelli che fumano sigarette. La scelta francese di aumentare il prezzo delle bionde, serve più che altro a proteggere i giovani dal tabacco dannoso". Secondo Weber, l’aumento dei prezzi fa leva soprattutto sui fumatori più giovani. «Più il prezzo è elevato, più i giovani smettono di fumare. Oppure non iniziano nemmeno".

Cannabis trampolino di lancio per alcol e nicotina? A dirlo due studi scientifici

Cannabis trampolino di lancio per alcol e nicotina? A dirlo due studi scientifici La cannabis aggrava o aumenta il rischio di dipendenza da alcol e nicotina. A evidenziarlo è un ampio studio realizzato dalla Columbia University e pubblicato sulla rivista JAMA Psychiatry che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene necessario far conoscere anche nel nostro Paese per aumentare i livelli di consapevolezza tra la platea dei consumatori di "maria" e derivati. Il nuovo studio condotto su un campione nazionale di quasi 27'461 adulti statunitensi ha esaminato la prevalenza dell'uso di marijuana tra i partecipanti nel 2001-2002 e poi ha valutato i loro tassi di problemi di salute mentale tre anni più tardi, nel 2004-2005. Ne è emerso che la cannabis non aumenta disturbi come depressione o ansia, tuttavia aumenta le probabilità di diventare dipendenti da altre sostanze, per esempio alcol e nicotina. Nello specifico i consumatori di cannabis avevano tre volte in più la probabilità di avere problemi di alcol e due volte più la probabilità di fumare sigarette. "I nostri risultati suggeriscono che l'uso di cannabis sembra essere associato con una maggiore vulnerabilità a sviluppare un disturbo nell'uso di alcol, anche tra coloro che non hanno alcuna storia di questo tipo", dichiara Renee Goodwin, professore associato di epidemiologia alla Columbia Mailman School of Public Health. Risultati che rendono tuttavia scettici altri ricercatori come Mark Olfson, professore di psicologia presso l'Università di New York at Albany:"In 40 anni di esperienza professionale nel campo, non sono in grado di dire se c'è un legame reale".

VW: airbag difettoso negli USA. Nuovi guai per la casa tedesca che rischia spese supplementari per altri 400 milioni di dollari

VW: airbag difettoso negli USA. Nuovi guai per la casa tedesca che rischia spese supplementari per altri 400 milioni di dollari All'alterazione delle emissioni si aggiunge un nuovo guaio per Volkswagen. Il richiamo degli 850’000 veicoli equipaggiati con un airbag difettoso della giapponese Takata, montato anche su 840'000 BMW e altrettante Mercedes e su milioni di veicoli di altre marche, potrebbe costare alla casa tedesca 400 milioni di dollari. Un portavoce di VW, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è rifiutato di esprimersi sulla cifra anticipata dalla Welt am Sonntag. Lo stesso domenicale riferisce anche che le autorità statunitensi stanno premendo sul costruttore affinché, quale riparazione per lo scandalo delle emissioni, si impegni a produrre delle auto elettriche nella fabbrica di Chattanooga (Tennessee). Contemporaneamente VW dovrebbe partecipare al programma per la costruzione di stazioni di ricarica attraverso gli Stati Uniti.

domenica 21 febbraio 2016

Nestle Canada ritira un prodotto per bambini.

Nestle Canada ritira un prodotto per bambini. La nota casa produttrice sta ritirando a titolo precauzionale un prodotto per bambini molto diffuso. I minerali nella formula del concentrato possono separarsi nel tempo e apparire come particelle nere. Nestlé Canada ha ritirato dagli scaffali il prodotto Nestlé Good Start 2 Concentrato 359 ml con Omega, Formula Infant”, con packaging in tetrapak. L’azienda ha dichiarato che i minerali presenti in questo prodotto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, potrebbero separarsi e apparire come particelle nere all’interno del concentrato. Il deterioramento del prodotto potrebbe diminuire l’efficacia di alcuni nutrienti. I codici dei prodotti interessati sono 512857211A, 512957211A, 512957212A, 513057211A e il codice a barre è 0-00-65000-49277-4.

Papa Francesco, appello ai governi per l'abolizione della pena di morte. " Nessuna condanna durante il Giubileo" .

Papa Francesco, appello ai governi per l'abolizione della pena di morte. " Nessuna condanna durante il Giubileo" . E' il messaggio di Bergoglio dopo l'Angelus "Faccio appello, alla coscienza dei governanti, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l'abolizione della pena di morte. E propongo a quanti tra loro sono cattolici di compiere un gesto coraggioso ed esemplare: che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia". Lo ha detto il Papa nel messaggio dopo l'Angelus che è stato accolto da un applauso in piazza. "Domani, ha detto papa Francesco dopo aver recitato l'Angelus dallo studio su piazza San Pietro, avrà luogo a Roma un convegno internazionale dal titolo 'Per un mondo senza la pena di morte, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. Auspico, ha aggiunto, che il simposio possa dare un rinnovato impulso all'impegno per l'abolizione della pena capitale. Un segno di speranza è costituito dallo sviluppo, nell'opinione pubblica, di una sempre più diffusa contrarietà alla pena di morte anche solo come strumento di legittima difesa sociale. In effetti, le società moderne hanno la possibilità di reprimere efficacemente il crimine senza togliere definitivamente a colui che l'ha commesso la possibilità di redimersi. Il problema va inquadrato nell'ottica di una giustizia penale che sia sempre più conforme alla dignità dell'uomo e al disegno di Dio sull'uomo e la società, e anche a una giustizia penale aperta alla speranza del reinserirsi nella società. Il comandamento "non uccidere" ha valore assoluto e riguarda sia l'innocente che il colpevole". "Il Giubileo straordinario della Misericordia - ha suggerito papa Francesco - è un'occasione propizia per promuovere nel mondo forme sempre più mature di rispetto della vita e della dignità di ogni persona. Anche il criminale mantiene l'inviolabile diritto alla vita, dono di Dio. Faccio appello alla coscienza dei governanti, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l'abolizione della pena di morte. E propongo - ha affermato Bergoglio - a quanti tra loro sono cattolici di compiere un gesto coraggioso ed esemplare: che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia". "Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà - ha spiegato - sono chiamati oggi ad operare non solo per l'abolizione della pena di morte, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà". Negli Stati Uniti d'America gli studi scientifici e le ricerche condotte dalle università per capire se l'esistenza e l'applicazione della pena di morte influiscono sull'aumento o la diminuzione della criminalità, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono state centinaia nel corso del tempo, e sono arrivate alla stessa conclusione di una ricerca fatta nel 1988 dalle Nazioni Unite: non esistono prove che confermino che l'essere a conoscenza della pena capitale possa avere un effetto deterrente sui criminali. Gli Stati Uniti d'America sono attualmente uno dei 76 stati del mondo in cui è prevista l'applicazione della pena capitale, mentre in 120 altri stati tale pena è stata abolita. Amnesty International si oppone incondizionatamente alla pena di morte, ritenendola una punizione crudele, disumana e degradante ormai superata, abolita nella legge o nella pratica (de facto), da più della metà dei paesi nel mondo. La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può essere inflitta a innocenti. Non ha effetto deterrente e il suo uso sproporzionato contro poveri ed emarginati è sinonimo di discriminazione e repressione.

Forma fisica perfetta? con… le pulizie. I ricercatori sono convinti che fare le faccende di casa fa stare in forma.

Forma fisica perfetta? con… le pulizie. I ricercatori sono convinti che fare le faccende di casa fa stare in forma. Chi pensava che pulire la casa portasse solo dei benefici igienici ed estetici al solo immobile si sbagliava di grosso. Perché per una recente ricerca può costituire un complesso di attività che possono avere un impatto assai positivo sulla nostra muscolatura e, di conseguenza, sulla nostra forma fisica. È Il sito di fitness e benessere MuscleFood.com ad elogiare gli straordinari risultati ottenuti dagli «sportivi» che hanno verificato, dati alla mano il numero di calorie "bruciate" con i singoli "esercizi" domestici. Un esperto, tale Darren Beale ha dichiarato: «Siamo rimasti veramente sorpresi da questa ricerca! Chi avrebbe mai pensato che qualcosa di tanto semplice come rifare un letto possa equivalere ad una camminata di un chilometro e mezzo?!». «Per tanti di noi, riuscire ad includere una routine di esercizi nel nostro stile di vita carico di impegni è davvero difficile, e ancora di più quando hai queste altre faccende da fare a casa. Ebbene, ora non dobbiamo più sentirci in colpa se mangiamo una fettina di torta, perché possiamo pulire le finestre e smaltire i grassi». Tra le attività di casa, al primo posto la più efficace per il nostro peso forma ci sarebbe il "lavare i piatti": 15 minuti al giorno di tale attività equivale infatti a ben 560 calorie bruciate, le stesse che si perdono con una nuotata di circa 2.500 metri. Al secondo posto vi è stirare per circa tre ore: sembrerà tanto tempo, ma questa attività equivale ad un’intensa lezione di Zumba e, conseguentemente, a dire addio a circa 420 calorie! Anche lavare le finestre e tosare l’erba ha più o meno gli stessi effetti sul nostro corpo, con 330 calorie, o 20 minuti di HIIT (training ad intervalli ad alta intensità) oppure 40 flessioni. Rifare tutti i letti di casa ci aiuta invece a smaltire 65 calorie, e una semplice spolverata in giro per le stanze se ne bruciano 25, l’equivalente di due minuti interi di plank! Insomma, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, fare le faccende di casa é la manifestazione più opportuna di unire l'utile al dilettevole.

sabato 20 febbraio 2016

Affari pericolosi: interruttore differenziale salvavita a rischio scossa. La UE mette in guardia

Affari pericolosi: interruttore differenziale salvavita a rischio scossa. La UE mette in guardia Il RAPEX, il sistema europeo dedicato al monitoraggio e alla denuncia del commercio di articoli pericolosi, periodicamente segnala ai vari Stati membri dell'Unione Europea quali beni necessitano di un ritiro immediato dal commercio. Nei fatti però ciò non sempre avviene, e può accadere che alcuni di questi prodotti vengano banditi solo in alcuni Paesi e continuino ad essere venduti illegalmente in altri o immessi direttamente nel Web per essere smerciati con più facilità. Pubblichiamo di seguito una nuova scheda scelta dalla Redazione, tra quelle pubblicate nella ultima settimana dal RAPEX. L'articolo interessato è un salvavita, marca GEWISS prodotto in Portogallo e venduto in Italia, che a causa di un difetto nel processo di stampaggio di un componente interno di plastica, potrebbe non fare scattare l'interruttore quando dovrebbe. In particolare si tratta del modello SD4P nome AP01203, FR60153N, FR60154N, FR60155N, FR60159N, FR60232N, FR60238N, FR60239N, FR60241N, GW68482, GW68483, GW68542, GW94647, GW94649, GW94707, GW94709, GW94737, GW94757, GW94757P, GW94777, GW94877, GW94927, GW94929, GW94937, GW94949, GW95688, UK01418, UK01432, UK01433. Il prodotto non rispetta i requisiti europei della Direttiva sul Basso Voltaggio (LVD) e non è conforme agli standard elettrici di alcune nazioni europee. I clienti che hanno acquistato questo articolo, riferisce Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono pregati di non utilizzarlo.

Volvo: richiamo da 59.000 auto per un problema elettronico. Rischio di spegnimento improvviso del motore

Volvo: richiamo da 59.000 auto per un problema elettronico. Rischio di spegnimento improvviso del motore Volvo ha annunciato un richiamo di 59000 veicoli, per un problema elettronico che può causare lo spegnimento completo dei comandi. La casa automobilistica ha dichiarato sabato che il richiamo colpisce i modelli diesel della serie 60 e 70 costruite nel 2016 di cui la metà sono stati immatricolati in Svezia. Questo difetto è stato segnalato dai piloti della nuova Volvo. A molti di loro l' auto si è "spenta" senza preavviso, rendendo la guida pericolosa in assenza di assistenza nella direzione e nella frenata, riavviandosi dopo pochi secondi. Se ciò accadesse, il conducente perderebbe il controllo del veicolo mettendo in pericolo gli utenti della strada. Non si tratta di un solo caso segnalato. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari Volvo Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

Divorzi e separazioni esenti dall’imposta di registro.

Divorzi e separazioni esenti dall’imposta di registro. La sentenza ed il commento dell’avvocato Maurizio Villani Cambia tutto a seguito di un’importante decisione della sezione tributaria della Corte di Cassazione che ha stabilito il diritto all’esenzione dall’imposta di registro di tutti gli atti relativi ai procedimenti di separazione e divorzio. Di seguito, quindi, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, riporta il commento del tributarista Maurizio Villani che dettaglia sulle novità per i contribuenti a seguito dell’interpretazione data dalla Suprema Corte in Materia. La Corte di Cassazione – Sez. Tributaria - con la recente sentenza n. 3110, depositata il 17 febbraio 2016, ha stabilito che sono esenti dall’imposta di registro tutti gli atti relativi ai procedimenti di separazione e di divorzio. La suddetta sentenza ha completamente cambiato l’indirizzo giurisprudenziale che sino ad oggi si era avuto, soprattutto con la sentenza n. 15231 del 03 dicembre 2001. La citata Cass. n. 15231/2001 ha, come è noto, recepito, quanto alle conseguenze che se ne assumono derivanti in ambito tributario, la distinzione, che risale ad autorevole, per quanto ormai remoto indirizzo dottrinale, tra contenuto necessario ed eventuale degli accordi di separazione, nel primo dovendo ricomprendersi il consenso reciproco a vivere separati, l'affidamento dei figli, l'assegnazione della casa familiare in funzione del preminente interesse della prole e la previsione di assegno di mantenimento a carico di uno dei coniugi in favore dell'altro, ove ne ricorrano i presupposti. Nel secondo vanno invece ricompresi i patti che trovino solo occasione nella separazione, costituiti da accordi patrimoniali del tutto autonomi che i coniugi concludono in relazione all'instaurazione di un regime di vita separata. Detta distinzione, che si trova ribadita anche nella più recente giurisprudenza della I sezione civile della Corte (cfr., tra le altre, Cass. 19 agosto 2015, n. 16909; Cass. 22 novembre 2007, n. 24321), è sostanzialmente finalizzata a distinguere tra i patti, riflettenti il contenuto necessario della separazione, che sono soggetti alla procedura di modifica o revoca, ex art. 156, ultimo comma, c.c. e 710 c.p.c., e quelli, viceversa, che abbiano trovato solo occasione nella separazione, la cui efficacia tra le parti trova il proprio riferimento normativo nell'art. 1372 c.c. La giurisprudenza della sezione tributaria della Corte, non solo nella succitata pronuncia, ma anche in altre successive decisioni volte a riconoscere l'applicabilità dell'esenzione di cui all'art. 19 della L. n. 74/1987 "a tutti gli atti e convenzioni che i coniugi pongono in essere nell'intento di regolare sotto il controllo del giudice i loro rapporti patrimoniali conseguenti allo scioglimento del matrimonio o alla separazione personale, ivi compresi gli accordi che contengono il riconoscimento o il trasferimento della proprietà esclusiva di beni mobili ed immobili all'uno o all'altro coniuge", (cfr., tra le altre, Cass. 22 maggio 2002, n. 7493; Cass. 28 ottobre 2003, n. 16171) o anche in favore dei figli (più di recente cfr. Cass. 17 gennaio 2014, n. 860) ha pur sempre avuto modo di chiarire che "l'esenzione non opera quando si tratti di atti ed accordi che non siano finalizzati allo scioglimento della comunione tra coniugi conseguente alla separazione, ma siano soltanto occasionalmente generati dalla separazione" (così, testualmente, la citata Cass. n. 7493/2002). In particolare, la menzionata Cass. n. 15231/2001, che si riferiva al recupero a tassazione di atto dispositivo del trasferimento da un coniuge all'altro di quota nella misura del 20% della nuda proprietà di bene acquistato in precedenza dai coniugi in regime di separazione, nell'escludere nella fattispecie l'applicabilità dell'esenzione invocata dal contribuente ex art. 19 della L. n. 74/1987, osservava che in parte qua l'accordo era solo occasionalmente generato dalla separazione tra i coniugi, senza integrarne il naturale contenuto patrimoniale. I coniugi, infatti, così motivava la citata sentenza, avrebbero potuto legittimamente mantenere il regime di comunione ordinario, pur se separati, in tal senso deponendo "l'esame del testo dell'art. 8 della tariffa allegata al D.P.R. 131/86, che parla di attribuzione di beni già facenti parte di comunione tra i coniugi, con un richiamo evidentemente solo alla comunione caratterizzata dal rapporto coniugale tra le parti, di cui agli artt. 159 e ss. c.c.". Le tesi contrarie non sembrano idonee a giustificare l'esclusione dell'applicazione dell'esenzione prevista dall'art. 19 della L. n. 74/1987, nel testo conseguente alla declaratoria d'illegittimità costituzionale operata da Corte Cost. 10 maggio 1999, n. 154, "nella parte in cui non estende l'esenzione in esso prevista a tutti gli atti, i documenti ed i provvedimenti relativi al procedimento di separazione personale dei coniugi". Si tratta di sentenza additiva pura che, ponendosi nel solco della precedente Corte Cost. 15 aprile 1992, n. 176, espressamente richiamata, che aveva già dichiarato l'illegittimità della norma con riferimento alla mancata previsione dell'estensione dell'esenzione al solo provvedimento d'iscrizione d'ipoteca a garanzia delle obbligazioni assunte dal coniuge separato, osservava che il profilo tributario non potesse ragionevolmente riflettere un momento di diversificazione tra il giudizio di divorzio e la procedura di separazione, "atteso che l'esigenza di agevolare l'accesso alla tutela giurisdizionale, che motiva e giustifica il beneficio fiscale con riguardo agli atti del giudizio divorzile, è con più accentuata evidenza presente nel giudizio di separazione". La scelta operata dalla citata Cass. n. 15231/2001 di non ritenere sovrapponibili, sul piano dell'interpretazione letterale, la dizione di "atti stipulati in occasione della separazione e del divorzio" a quella di "atti relativi al procedimento di separazione o divorzio", conseguente alla portata additiva della sentenza della Corte costituzionale n. 154/1999 al testo dell'art. 19 della L. n. 74/1987, che porrebbe come limite all'accesso del trattamento di favore il nesso causale necessario dell'atto col procedimento, poggia peraltro su due argomenti che non possono ritenersi decisivi. Il primo si pone, come sì è visto, in relazione all'art. 8 (lett. f) della Tariffa, parte I, allegata al D.P.R. n. 131/1986, norma da intendersi non più applicabile proprio per effetto della citata Corte Cost. n. 154/1999 (si ricordi anche la successiva declaratoria d'illegittimità costituzionale dell'art. 8, lett. b, della medesima Tariffa., parte I, ad opera della pronuncia della Corte Costituzionale n. 202 depositata l'11 giugno 2003, nella parte in cui non esenta dall'imposta ivi prevista i provvedimenti emessi in applicazione dell'art. 148 c.c. nell'ambito dei rapporti tra genitori e figli). Il secondo è riferito alla possibile finalità elusiva di accordi estranei al contenuto essenziale della separazione, che trovino occasione d'inserimento nel relativo procedimento unicamente per il conseguimento di un indebito risparmio fiscale. Con riferimento a tale ultimo profilo, in generale, deve osservarsi che se anche l'interpretazione di una disposizione di legge consenta scelte di strumenti attuativi di volontà delle parti potenzialmente tali da realizzare intenti elusivi, ciò non sembra motivo sufficiente perché essa venga necessariamente compiuta, essendo il fenomeno dell'elusione, la sua prevenzione e la sua repressione oggetto di specifica regolamentazione normativa, che oggi trova il suo fondamentale riferimento nell'art. 10 bis della L. n. 212/2000, quale introdotto dall'art. 1 del D.Lgs. 5 agosto 2015, n. 128. Ciò che appare tuttavia di maggior rilievo, nel senso di addivenire al superamento del precedente indirizzo, è il mutato contesto normativo di riferimento. È noto come un ormai quasi ventennale orientamento dottrinale abbia sottoposto a serrata critica la distintone tra accordi di separazione propriamente detti ed accordi stipulati "in occasione della separazione", affermando che anche gli accordi che prevedano, nel contesto di una separazione tra coniugi, atti comportanti trasferimenti patrimoniali dall'uno all'altro coniuge o in favore dei figli, debbano essere ricondotti nell'ambito delle "condizioni della separazione" di cui all'art. 711, comma 4, c.p.c., in considerazione del carattere di "negoziazione globale" che la coppia in crisi attribuisce al momento della "liquidazione" del rapporto coniugale, attribuendo quindi a detti accordi la qualificazione di contratti tipici, denominati "contratti della crisi coniugale", la cui causa è proprio quella di definire in modo non contenzioso e tendenzialmente definitivo la crisi. La tesi innanzi ricordata trae certamente nuova linfa in un contesto normativo che, quantunque in modo non sempre consapevole e soprattutto coerente, ha certamente attribuito all'elemento del consenso tra i coniugi il ruolo centrale nella definizione della crisi coniugale. Non è questa la sede per un'approfondita disamina delle tappe attraverso le quali è stato scandito detto percorso, che culmina certamente nelle disposizioni degli artt. 6 e 12. del D. L. 12 settembre 2014, n. 132, convertito, con modificazioni, nella L. 10 novembre 2014, n. 162, che hanno, rispettivamente, esteso il procedimento di negoziazione assistita-da avvocati alla separazione consensuale, al divorzio ed alla modifica delle condizioni di separazione e di divorzio (art. 6) e previsto che "i coniugi possono concludere, innanzi al Sindaco, quale Ufficiale dello stato civile, un accordo di separazione personale, di divorzio o di modifica delle condizioni di separazione e di divorzio (art. 12), i quali, ad ogni effetto di legge, "tengono luogo dei provvedimenti giudiziali che definiscono i corrispondenti procedimenti" e nelle disposizioni sul c.d. divorzio breve di cui alla L. 6 maggio 2015, n. 55, che: - ha (art. 1) drasticamente ridotto il tempo d'ininterrotta separazione consensuale richiesto per poter richiedere il divorzio a dodici mesi dall'udienza di comparizione dei coniugi dinanzi al Presidente del Tribunale in caso di separazione giudiziale ed in sei mesi in caso di separazione consensuale, anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale, sia che essa sia avvenuta per mezzo di negoziazione assistita o di accordo di separazione perfezionato avanti al sindaco quale ufficiale dello stato civile; - previsto (art. 2) lo scioglimento della comunione legale tra i coniugi nel momento in cui il provvedimento presidenziale autorizza i coniugi a vivere separati o alla data di sottoscrizione del processo verbale dell'udienza di comparizione dei coniugi dinanzi al Presidente nel procedimento di separazione consensuale, purché ad esso sia seguito il decreto di omologazione; - disposto (art. 3) l'immediata applicabilità delle nuove disposizioni ai procedimenti di separazione già pendenti alla data di entrata in vigore della legge citata. Senza che in questa sede ci si possa soffermare sull'effettiva portata di disposizioni, quali ad esempio il terzo periodo del 3° comma dell'art. 12 del citato D.L. n. 132/2014, quale convertito dalla L. n. 162/2014, secondo il quale l'accordo stipulato dalle parti dinanzi al Sindaco, quale Ufficiale dello stato civile, "non può contenere patti di trasferimento patrimoniale", è sufficiente osservare come le nuove disposizioni, drasticamente riducendo l'intervento dell'organo giurisdizionale in procedimenti tradizionalmente segnati da vasta area di diritti indisponibili legati allo status coniugale ed alla tutela della prole minore, abbiano, nel quadro d'interventi definiti di "degiurisdizionalizzazione", di fatto attribuito al consenso tra i coniugi un valore ben più pregnante rispetto a quello che, anche a seguito dell'introduzione del divorzio a domanda congiunta delle parti, aveva pur sempre indotto unanimemente dottrina e giurisprudenza ad escludere che nel nostro ordinamento giuridico potesse avere cittadinanza il c.d. divorzio consensuale. Quanto sopra, nei limiti propri della suddetta sentenza, induce a ritenere che, nel mutato contesto normativo di riferimento, debba riconoscersi il carattere di negoziazione globale a tutti gli accordi dì separazione che, anche attraverso la previsione di trasferimenti mobiliari o immobiliari, siano volti a definire in modo tendenzialmente stabile la crisi coniugale, destinata a sfociare, di li a breve, nella cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario o nello scioglimento del matrimonio civile, cioè in un divorzio non solo prefigurato, ma voluto dalle parti, in presenza delle necessarie condizioni di legge. In tale contesto non sembra, infatti, potersi più ragionevolmente negare, quale che sia la forma che i negozi concretamente vengano ad assumere, che detti negozi siano da intendersi quali "atti relativi al procedimento di separazione o divorzio", che, come tali possono usufruire dell'esenzione di cui all'art. 19 della L. n. 74/1987 nel testo conseguente alla pronuncia n. 154/1999 della Corte Costituzionale, salvo che l'Amministrazione contesti e provi, secondo l'onere probatorio cadente a suo carico, la finalità elusiva degli atti medesimi. Infine, va dato atto che, nel ribadire l'applicabilità dell'esenzione di cui all'art. 19 della L. n. 74/1987, come modificato per effetto delle succitate sentenze della Corte costituzionale, per quanto qui rileva, a "tutti gli atti, documenti e provvedimenti relativi" ai procedimenti di separazione e divorzio, anche a seguito dell'entrata in vigore dell'art. 10 del D.Lgs. 14 marzo 2011, n. 23, con la circolare n. 2/2014 (pagg. 62-63) la stessa Agenzia delle Entrate, richiamando i precedenti documenti di prassi in materia (circolare e n.27/2012, pag. 10, e circolare n. 18/2013, pagg. 38-41), non opera alcuna distinzione al riguardo tra accordi, comportanti trasferimenti immobiliari, integranti il contenuto essenziale della separazione ed accordi analoghi tra i coniugi stipulati in occasione della separazione.

Multe ai disabili titolari di pass. Quando l’intolleranza supera ogni limite. L’ultimo caso a Zollino

Multe ai disabili titolari di pass. Quando l’intolleranza supera ogni limite. L’ultimo caso a Zollino Sono anni che lo “Sportello dei Diritti” segnala episodi di verbali al codice della Strada a cittadini disabili titolari di apposito pass che vengono multati anche quando l’auto non costituisce intralcio, e sono tanti i comandi di Polizia Municipale che si ostinano a non prendere in considerazione le legittime doglianze di questi che alla fine sono costretti a fare ricorso o a pagare sol perché non viene preso nella benché minima considerazione il diritto all’autotutela ed alla possibilità, quindi, per l’amministrazione di annullare una multa sol perché non solo è ingiusta ma è anche illegittima. Così Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dopo aver ricevuto l’ennesima denuncia da parte del marito di una donna disabile titolare di permesso per la sosta per invalidi. Lo stesso cittadino ci ha trasmesso la nota mail – che riportiamo - inviata agli uffici comunali del Comune di Zollino in provincia di Lecce, che lungi dal replicare formalmente hanno ritenuto dover rispondere (verbalmente) con il solito “faccia ricorso” mentre il cittadino, alla fine ha deciso di pagare per chiudere una volta per tutte questa triste storia di dimostrazione di comune intolleranza istituzionale. “ieri, 16 febbraio, mi è stato notificato un verbale di contestazione per sosta in divieto di fermata della mia autovettura targata [omissis] in piazza S.Pertini, altezza civico 9. La sosta sarebbe avvenuta il giorno 29 gennaio 2016 - ore 22:36. Risulta effettivamente vero quanto risulta dal verbale, ma si deve rilevare che l'autovettura recava su cruscotto il contrassegno per disabile n° 15/15 rilasciato dal Comune di Lizzanello ( vedi allegati). E' vero, infatti, che quella sera mia moglie [omissis], intestataria del contrassegno, si era recata con una sua collega presso il Ristorante [omissis] per una cena di lavoro e, non trovando alcun posto riservato agli invalidi, né tantomeno alcun altro parcheggio, è stata costretta a parcheggiare in quella zona a causa della sua situazione su sedia a rotelle. Orbene, a parte l'ora tarda - ore 22,36 - indicata dal vigile (omissis) e sulla quale si preferisce non rilevare più di tanto, nel verbale non vi è alcun riferimento circa "il grave intralcio alla circolazione" che, secondo alcune recenti sentenze di Giudici di Pace ed anche secondo quanto previsto dall'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503, alle persone detentrici del contrassegno di cui all'art. 12 viene consentita, dalle autorità competenti, la circolazione e la sosta del veicolo al loro specifico servizio, purché ciò non costituisca grave intralcio al traffico, precisando che l’intralcio deve essere “grave” e come tale deve essere accertato da parte dell’organo di polizia, di cui all’ articolo 12 del codice, oltre a precisarlo nel verbale di accertamento di violazione. Trattasi, nel caso di specie, di una multa di modesto importo (€ 38,70 se pagata entro il 21 p.v.) per cui non adirò ad alcun ricorso, tuttavia chiedo alla S.V. se non ritiene di dover valutare con particolare benevolenza la questione ed esercitare il diritto di autotutela annullando il verbale all'oggetto indicato. Resto in attesa di una pronta risposta in modo tale da consentirmi, in caso di reiezione, il pagamento in misura ridotta” [omissis].

Anche a Taranto lo “Sportello dei Diritti”

Anche a Taranto lo “Sportello dei Diritti” Nasce a Taranto, primo punto di riferimento per l’omonima provincia, una nuova sede dello “Sportello dei Diritti”. La richiesta di apertura di un luogo fisico, dopo la miriade di contatti virtuali e non solo di cittadini che nel corso degli anni hanno apprezzato l’incessante attività dell’associazione che costantemente è intervenuta su Taranto e sui tanti problemi della città e dell’intera provincia a partire dalla questione “ILVA”. L’associazione di livello nazionale, più di una comune associazione dei consumatori, si pone quale prezioso ausilio per la tutela dei diritti a 360° di tutti avendo fra l'altro tra gli obiettivi primari la tutela dei diritti con ogni mezzo consentito dalla legge, compreso il ricorso allo strumento giudiziario. Diverse le battaglie di rilievo locale e nazionale condotte in questi anni dall’associazione presieduta da Giovanni D’Agata. Di particolare importanza i numerosi ricorsi e vertenze vinte su tutto il territorio nazionale in materia consumeristica, d’immigrazione, diritti del lavoratore, protezione degli utenti bancari, circolazione stradale e diritto alla salute. Importanti attività sono state svolte a garanzia degli azionisti nel caso Alitalia, tanto da interessare affermate trasmissioni televisive che si occupano di tutela del consumatore, tra le altre "Mi Manda Rai Tre", Report, avvalendosi, peraltro, dell'incessante impegno di un ufficio stampa che si occupa anche della diffusione delle novità a tutela di cittadini, immigrati, lavoratori, pazienti, contribuenti, pensionati e di tutte le categorie più deboli esposte allo strapotere delle lobbies. L’associazione, che si avvale della collaborazione di qualificati professionisti, mette a disposizione di tutti uno sportello nella città di Taranto in via Pitagora n° 46. E saranno gli avvocati tarantini Massimiliano Centola e Maria Gemma i referenti locali dell’associazione. Per contatti oltre al sito istituzionale www.sportellodeidiritti.org, gli indirizzi email segnalazioni@sportellodeidiritti.org, info@sportellodeidiritti.org. - Tel. e Fax. 0994595849

venerdì 19 febbraio 2016

Turchia: niente farmaci gratis a fumatori con cancro.

Turchia: niente farmaci gratis a fumatori con cancro. Il presidente turco Erdogan vorrebbe stroncare il vizio del fumo . La Turchia non pagherà più le medicine ai fumatori che si ammalano di cancro ai polmoni. La nuova misura introdotta questo mese dall'Istituto per la sicurezza sociale (Sgk) di Ankara, riportata dai media locali, sta scatenando una bufera di polemiche. Diverse organizzazioni di medici e avvocati hanno criticato l'iniziativa, dicendosi pronte a portarla davanti ai giudici. All'origine della decisione ci sarebbe la volontà di sanzionare un'abitudine contro cui il presidente Recep Tayyip Erdogan conduce da tempo una dura campagna. "Non può esserci una libertà di fumare. Proprio come non può esserci una libertà di suicidarsi e di esporsi a malattie mortali, non può esserci la libertà ad abitudini che causano la stessa fine. Lo stato è responsabile nel proteggere i suoi cittadini da tabacco, alcol e droghe", aveva detto Erdogan pochi giorni fa, ospitando un incontro ad Ankara in occasione della Giornata contro il fumo. La nuova norma, obiettano in molti, viola tra le altre cose il principio di eguaglianza tra i cittadini. L'Associazione dei medici turchi (Ttb) ha fatto sapere che sta studiando i termini per un ricorso alla Corte costituzionale. Quella del fumo è una questione scottante per tutti. Oltre alla diatriba fra ministeri della sanità e fumatori, i quali vogliono esser lasciati liberi di fumare senza sentirsi dei suicidi, pe5r combattere e prevenire il tabagismo,sarebbe opportuno distribuire gratuitamente i farmaci anti fumo. Il costo dei farmaci per smettere di fumare dovrebbe essere rimborsato dallo stato, come accade nel Regno Unito. E' il pensiero di Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” secondo il quale, bisogna garantire la rimborsabilità dei farmaci per smettere di fumare come già accade in paesi come la Gran Bretagna”. Certo, le leggi a “costo zero” fanno bene al popolo e allo stato, che tra l’altro ha ottenuto nuovi introiti grazie alle multe giustamente applicate nel caso di infrazioni, ma l’idea di poter chiedere il rimborso dei farmaci per smettere di fumare, sarebbe un incentivo anche per il fumatore più incallito. Una simile iniziativa, nel lungo termine, farebbe addirittura risparmiare soldi allo stato. Speriamo che il nostro governo voglia cogliere l’occasione per fare qualcosa di buono.

Investe e uccide tre pedoni, seppellisce la sua auto nel giardino

Investe e uccide tre pedoni,seppellisce la sua auto nel giardino Uno spericolato autista che aveva investito e ucciso tre pedoni nel nord dell'Argentina venerdì è stato arrestato dalla polizia che ha scoperto la sua auto seppellita nel suo giardino per nasconderla. L'autista, all'uscita da un locale, ha investito lunedì un gruppo di sei persone che camminavano lungo la strada nella provincia di Tucumán, nel nord-ovest dell'Argentina, con l’auto che ha continuato la corsa senza fermarsi a prestare soccorso, lasciando sull'asfalto tre morti e altri tre che sono stati ospedalizzati. Venerdì la Polizia ha scoperto giovedì dapprima il motore del veicolo nella casa. Sono notizie di ogni giorno quelle relative ad incidenti stradali che presentano caratteristiche ingiustificabili, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Molte sono le vittime innocenti che pagano per il dolo e per la colpa di guidatori che, in stato di ebbrezza o per essersi drogati, si mettono alla guida di un’autovettura; così come, molti sono gli incoscienti che trasformano la strada in una pista da corsa, convinti di poter correre senza conseguenze e che invece, sono autori di terribili incidenti mortali, come nel caso raccontato. La storia di oggi, vuole sensibilizzare ulteriormente il lettore sul reato di omicidio stradale che deve essere represso anche con una adeguata informazione, affinché chi si renda colpevole di un incidente stradale per colpa cosciente e dolo, sia sottoposto ad un severo giudizio e che quanto da lui causato, sia equiparato ad un vero ed effettivo omicidio a tutti gli effetti di legge.