venerdì 31 gennaio 2020

La Top 100 mondiale dei produttori di armi, un mercato sempre florido. Gli Stati Uniti alla guida, l'Italia con Leonardo, il più grande produttore italiano di armi, si è classificato all’ottavo posto e Fincantieri al 50esimo posto

La Top 100 mondiale dei produttori di armi, un mercato sempre florido. Gli Stati Uniti alla guida, l'Italia con Leonardo, il più grande produttore italiano di armi, si è classificato all’ottavo posto e Fincantieri al 50esimo posto Chi sono, a chi vendono e quanto fatturano le cento maggiori aziende produttrici di armi nel Mondo? Il rapporto ‘The Sipri top 100 arms‑producing and military services companies’ redatto dal Sipri (Stockholm International Peace Research Institute, Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma) riferito all’anno 2018 e pubblicato nel dicembre 2019, ci fornisce un quadro esauriente per rispondere a queste domande. La Sipri Top 100 ha rilevato che nel 2018 le vendite di armi e servizi militari delle 100 aziende più rilevanti hanno raggiunto i 420miliardi di dollari, con un aumento del 4,6% rispetto all’anno precedente (le cifre escludono la Cina) e il 47% in più rispetto al 2002. Come succede ogni anno dal 2002 nella Top 100 Sipri la stragrande maggioranza delle società quotate nella classifica hanno sede negli Stati Uniti, Europa e Russia, con gli Usa che possiedono di gran lunga il numero più alto delle società elencate. Le vendite delle prime 100 aziende con sede negli Stati Uniti sono aumentate del 7,2 per cento nel 2018. In questo anno, per la prima volta dal 2002, le prime cinque aziende hanno tutte sede negli Stati Uniti e contano su vendite per 148miliardi di dollari, il 35% del totale delle prime 100. Le aziende classificate dal 6 al 10 rappresentano invece il 15% del totale. Lockheed Martin è di gran lunga il più grande produttore di armi al mondo: nel 2018 le sue vendite sono aumentate del 5,2 per cento rispetto all’anno precedente. L’azienda occupa la prima posizione in Top 100 dal 2009. Un driver importante delle maggiori vendite di armi di Lockheed Martin nel 2018 è stata un aumento delle consegne di aerei da combattimento F-35 negli Stati Uniti e in altri Paesi. La seconda azienda è la Northrop Grumman, le cui vendite sono aumentate del 14% nel 2018, raggiungendo i 26,2 miliardi di dollari. La crescita delle vendite di armi di 3,3miliardi è stata la più grande di qualsiasi società elencata nel Top 100 per il 2018 ed è stata guidata dall’acquisto di missili balistici e sistemi di difesa missilistica. Sono 27 le aziende con sede in Europa che hanno trovato posto nella Top 100: insieme hanno rappresentato il 24% delle vendite totali di armi. Di queste otto hanno sede nel Regno Unito, sei in Francia, quattro in Germania, due in Italia e uno ciascuno in Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ucraina. Le altre cinque società europee elencate nella Top 100 per il 2018 sono poi Saab (Svezia), al 30esimo posto, UkroboronProm (Ucraina), al 71esimo, Pgz (Polonia), classificato 74esimo, Navantia (Spagna), al 76esimo e Ruag (Svizzera) che si è piazzata in 95esima posizione. Con vendite di armi combinate di 11,7miliardi, due società con sede in Italia sono state inserite nella Top 100 nel 2018: Leonardo, il più grande produttore italiano di armi, si è classificato all’ottavo posto, con un aumento di 4,4% e Fincantieri (50esimo posto), la società di costruzioni navali, le cui vendite sono aumentate dell’8%. Due delle 27 società (Airbus Group e Mbda) sono classificate come “transeuropee” perché le sedi di proprietà e controllo sono situate in più di una Nazione europea. Le società cinesi produttrici di armi non sono elencate nella classifica Sipri a causa della mancanza di dati verificati. L’Istituto di Stoccolma stima però che tre compagnie di armi cinesi sarebbero classificate nella top ten delle 100 compagnie produttrici di armi e servizi militari: Avic, Norinco e Cetc. Sulla base delle limitate informazioni disponibili, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, e tenendo conto delle esportazioni e della crescita generale della spesa militare della Cina, almeno altre sette compagnie di armi sarebbero probabilmente tra le prime cento mondiali.

Coloranti in eccesso nei confetti rossi con mandorla a marchio Pelino

Coloranti in eccesso nei confetti rossi con mandorla a marchio Pelino. Richiamati tutti i lotti e le scadenze dei confetti rossi alle mandorle a marchio Confetti Pelino per rischio chimico da colorante. Coinvolti i supermercati Carrefour che hanno provveduto a ritirare dagli scaffali i confetti con mandorla rossi (AVOLA MEDIA) a seguito dell'accertamento della presenza di troppo colorante E 124 rosso cocciniglia Carrefour ha disposto il richiamo di tutti i lotti e le scadenze dei confetti rossi alle mandorle a marchio Confetti Pelino (AVOLA MEDIA) a seguito dell'accertamento della presenza di un additivo consentito ma presente in concentrazioni troppo elevate in questo lotto, prodotto dall'azienda Mario Pelino srl, con sede dello stabilimento a Sulmona(AQ), alla via Stazione Introdacqua n 55. Il prodotto interessato è venduto in confezioni da 250 grammi. Il provvedimento è stato assunto a causa del riscontro in quantità troppo elevate del colorante E124 rosso, che si ricava dalla cocciniglia. Che cos’è l’additivo E124 rosso cocciniglia? Questo ingrediente è detto anche Ponceau 4R e si tratta di un colorante di sintesi catalogato dall’Unione europea come additivo alimentare con la sigla E124. Rispetto ad altri di colore rosso che usano la cocciniglia, l’E124 è un colorante di origine sintetica, il cui uso alimentare è ammesso dall’Ue ma proibito negli Stati Uniti, in Norvegia e Svezia. In Francia è regolamentato dal 2008 con la presenza della dicitura che indica la possibile correlazione con la sindrome da deficit di attenzione e iperattività nell’infanzia. Esso viene sconsigliato ai bambini perché può dare luogo ad allergie ed eruzioni cutanee ma anche agli allergici all’acido acetilsalicilico, la comune aspirina, e ai soggetti asmatici. Si trova comunemente in caramelle, paste, biscotti, sciroppi, bibite, dolci, gelati, ghiaccioli, marzapane e gelatine. A scopo cautelativo e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda i clienti che avessero acquistato il prodotto a riportare le confezioni nel punto vendita dove era stato effettuato l'acquisto.

Una ricompensa per liberare un coccodrillo da un copertone - VIDEO

Una ricompensa per liberare un coccodrillo da un copertone - VIDEO L'impresa si presenta ardua: il rettile è lungo quattro metri ed è molto difficile avvicinarlo L'Ufficio per la salvaguardia delle risorse naturali della provincia di Sulawesi Centrale, in Indonesia, ha lanciato una sfida che solo il più coraggioso può portare a termine: liberare un enorme coccodrillo da uno pneumatico da motocicletta. Secondo l'agenzia stampa statale Antara, il coccodrillo di 4 metri è rimasto incastrato nella gomma nel 2016, quando è stato avvistato per la prima volta nel fiume Palu, nella provincia del Sulawesi centrale, con lo pneumatico intorno al collo. Secondo il rapporto il coccodrillo sarebbe sopravvissuto a un terremoto e allo tsunami che ha colpito la regione nel 2018, senza però liberarsi della gomma. Come riporta Antara qualcuno aveva già provato a rimuovere la gomma. Nel 2018 l’ambientalista Muhammad Panji fece un tentativo (fallito), e sempre quell’anno l’ufficio di conservazione cercò di attirare l’animale con della carne, senza però riuscire ad avvicinarlo. Temendo che la ruota stia lentamente uccidendo il meraviglioso esemplare,forse sta iniziando a riscontrare problemi di respirazione, come dimostra questo video disponibile per la visualizzazione al link https://www.youtube.com/watch?v=R0-NJ5xLo6M qualche giorno fa l’ufficio centrale per la conservazione delle risorse naturali del Sulawesi (BKSDA) ha lanciato un concorso per liberarlo. «Una ricompensa sarà data a chiunque sia in grado di liberare lo sfortunato rettile», ha detto Hasmuni Hasmar, capo della BKSDA, senza rivelare ulteriori dettagli. L’annuncio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è ovviamente rivolto ai dilettanti, ma a persone davvero esperte nel salvataggio della fauna selvatica. «Chiediamo al grande pubblico di non avvicinarsi al coccodrillo e di non disturbare il suo habitat», ha specificato Hasmar.Non è chiaro l'esatto importo offerto.

Ladro di biciclette condannato a tre anni di carcere per "crimine ambientale".

Ladro di biciclette condannato a tre anni di carcere per "crimine ambientale". Quarantenne arrestato nell'atto di rubare una bicicletta a Auderghem, in Belgio, è stato condannato giovedì a tre anni di prigione per "crimine ambientale" dalla 57a camera del Tribunale penale di Bruxelles. E' quanto ha stabilito una sentenza pronunciata in assenza dell'imputato I fatti hanno avuto luogo il 29 ottobre, ma l'imputato era già stato condannato a gennaio 2018 a 15 mesi di carcere, anche per furto di una bicicletta. "L'imputato dovrebbe quindi essere severamente punito per aver commesso crimini di gravità grave per il pianeta, poiché la vittima espropriata della sua bicicletta non ha altra scelta se non quella di utilizzare mezzi di trasporto che sono molto più inquinanti e quindi contribuiscono al riscaldamento globale e tutto ciò per consentire agli accusati di acquistare se stesso narcotici ", lo spiega il Giudice nella motivazione della sentenza emessa giovedì 30 gennaio dal Tribunale penla di Bruxelles. I giornali che hanno riportato la notizia, hanno chiarito che l'imputato era già stato arrestato 44 volte dalla polizia tra il 1995 e il 2019, accumulando, quindi, non meno di 17 condanne in carcere per un totale superiore ai dodici anni di prigione. In sua assenza giovedì, il procuratore del Tribunale ha quindi chiesto il suo arresto immediato, una richiesta che è stata concessa dal presidente della camera. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la sentenza del Tribunale belga introduce il reato di cui sopra rubricato “Dei delitti contro l’ambiente” anche per il furto di una bicicletta.

Le mascherine contro il coronavirus sono prodotte a Wuhan in Cina: provengono direttamente dal focolaio del virus cinese

Le mascherine contro il coronavirus sono prodotte a Wuhan in Cina: provengono direttamente dal focolaio del virus cinese È la scoperta che ha fatto ieri il giornale italiano Il Tempo in una farmacia di Roma: alcune di esse sarebbero proprio "made in Wuhan" come è evidenziato direttamente la provenienza stampata sulla mascherina protettiva. Anche se sembra in ogni caso difficile che i prodotti, sterilizzati e imballati, possano presentare una qualsiasi forma di rischio per gli utilizzatori. Quello che invece è certo invece, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è che le farmacie stanno venendo prese letteralmente d'assalto da consumatori preoccupati, tanto che sono spesso esaurite.

NaturaSi richiama ceci per allergeni non dichiarati in etichetta. Presenza soia e senape

NaturaSi richiama ceci per allergeni non dichiarati in etichetta. Presenza soia e senape La tutela de consumatore e la sua salute, prima di tutto. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie. Per questo NaturaSi ha diffuso il richiamo per i ceci Ecor per la presenza di soia e senape non dichiarate in etichetta. Il prodotto interessato è venduto in busta con scadenza 15-07-2021. I legumi richiamati sono stati prodotti da EcorNaturaSì SpA con sede dello stabilimento alla via L. De Besi 20/C Verona (VR). A scopo precauzionale Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai consumatori ALLERGICI ALLA SOIA E ALLA SENAPE di controllare il prodotto acquistato e le scorte in casa e se appartenente alla scadenza richiamata, di NON CONSUMARLO e di riportarlo al proprio negoziante che provvederà a sostituirlo o rimborsarlo oltre che a chiarire eventuali dubbi.

giovedì 30 gennaio 2020

Task-force Ministero della Salute: “Negativi i campioni dei passeggeri della nave da crociera” la nave può essere messa in "libera pratica sanitaria".

Task-force Ministero della Salute: “Negativi i campioni dei passeggeri della nave da crociera” la nave può essere messa in "libera pratica sanitaria". Le autorità sanitarie stanno informando la Capitaneria di Porto Buone notizie per i seimila passeggeri e i mille membri dell'equipaggio della nave Costa Smeralda, bloccata dalle prime ore del mattino nel porto di Civitavecchia a causa del sospetto contagio da Coronavirus per una donna cinese che ha a febbre: le analisi hanno dato esito negativo. E' una semplice influenza di tipo A H1N1 quella che ha colpito la coppia di cinesi. Lo hanno evidenziato i test. Task-force Ministero della Salute: “Negativi i campioni dei passeggeri della nave da crociera”la nave può essere messa in "libera pratica sanitaria" "Le autorità sanitarie stanno informando la Capitaneria di Porto". Lo riferisce un comunicato del ministero della Salute, dopo l'esito negativo delle analisi sulla coppia di Macao. Nessuno, tra i turisti e i mille membri dell'equipaggio, è stato però finora autorizzato a scendere a terra. Passeggeri ancora a bordo, forse potranno scendere domani Sono dunque ancora a bordo della Costa Smeralda i passeggeri che avrebbero dovuto terminare oggi la crociera e far ritorno alle proprie città. Una volta rientrato l'allarme, sottolineano fonti della Guardia Costiera, la nave è sostanzialmente 'libera', dunque in teoria potrebbe già lasciare il porto di Civitavecchia. Ma Costa ha già fatto sapere che salperà domani mattina, saltando la tappa della Spezia per fare rotta direttamente su Savona. Gli oltre mille che dovevano imbarcarsi sono già stati sistemati negli alberghi della zona e domani, dopo la colazione, verranno portati a bordo con i pullman. Per i 1.143 passeggeri che dovevano scendere non c'è invece ancora una decisione definitiva. Al momento l'ipotesi più probabile è che passino la notte a bordo, anche se non è escluso che almeno chi abita in zona venga sbarcato. Questo perché, sottolineano fonti che si trovano a bordo, c'è un problema di gestione dei bagagli e di trovare una sistemazione adeguata per tutti. Costa, inoltre, dovrebbe farsi carico del pagamento dei biglietti di aerei e treni per chi aveva la prenotazione oggi e l'ha persa. Incubo allontanato La vacanza in crociera, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, aveva rischiato di trasformarsi in un incubo per gli oltre seimila passeggeri dopo che a bordo la coppia di Macao, moglie e marito, erano stati posti in isolamento poiché la donna ha la febbre.

Aifa: ritirato antidepressivo a scopo precauzionale dalle farmacie. Ecco i lotti e info

Aifa: ritirato antidepressivo a scopo precauzionale dalle farmacie. Ecco i lotti e info L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha disposto il ritiro, a scopo precauzionale, di 8 lotti di un antidepressivo della ditta Angelini con sede in Viale Amelia, a Roma. Nello specifico si tratta dei lotti n. 0102 con scadenza 08-2022, 0103 con scadenza 08-2022, 0104 con scadenza 09-2022, 0105 con scadenza 10-2022, 0106 con scadenza 10-2022, 0107 con scadenza 11-2022, 0108 con scadenza 11-2022 e 0109 con scadenza 11-2022 della specialità medicinale TRITTICO*OS GTT 30ML 60MG/ML – AIC 022323099. Il provvedimento si è reso necessario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a seguito di notifica da parte della ditta Angelini, concernente la posizione errata delle tacche riportate sul contagocce su confezioni dei suddetti lotti. Il Trittico è un antidepressivo di seconda generazione. Il principio attivo è il trazodone e viene usato per trattare la depressione cronica, l’insonnia e gli stati ansiosi. La ditta Angelini ha comunicato l'avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

Coronavirus, quarantena su una nave Costa Smeralda per passeggera sospetta.

Coronavirus, quarantena su una nave Costa Smeralda per passeggera sospetta. Seimila passeggeri bloccati sulla nave ferma a Civitavecchia. Una nave da crociera è ferma a Civitaveccchia, con 6mila passeggeri bloccati a bordo, a causa di un sospetto di coronavirus. Una coppia, proveniente da Macao e arrivata a Malpensa il 25 gennaio da Hong Kong, si trova in isolamento nell'ospedale di bordo della nave della Costa Smeralda. La donna di 54 anni si è presentata ieri sera all'ospedale di bordo con febbre e lievi sintomi influenzali. Sia lei che il compagno, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che per ora non presenta i sintomi, sono stati sottoposti alle analisi. Gli altri passeggeri della nave al momento non possono scendere fintanto che non sono noti i risultati, attesi nel pomeriggio.

Autovelox nascosti tra i cassonetti dei rifiuti in Svizzera, il 60% dei multati è italiano

Autovelox nascosti tra i cassonetti dei rifiuti in Svizzera, il 60% dei multati è italiano. Automobilisti italiani, anche viaggiatori occasionali, salassati dall'autovelox al confine. Ora il caso di Pregassona fa discutere. Controlli più insidiosi per i spesso transfrontalieri ma anche per gli stessi svizzeri con i radar che in base alle norme elvetiche possono essere anche nascosti Fare cassa con i soldi degli italiani. È più o meno questa la sintesi di quello che sta accadendo in Canton Ticino, dove nell'ultimo anno gli autovelox hanno staccato multe per qualcosa come 10 milioni di euro e in 6 casi su 10 gli automobilisti fotografati erano cittadini italiani. Una manna per le casse statali e un salasso per i bilanci. Ora dopo il famigerato caso di Camorino, un altro radar "nascosto" è spuntato in questi giorni nel Luganese. Lo si distingue appena. Mimetizzato nel grigio, fa capolino tra due cassonetti. Avvistato dagli automobilisti più guardinghi, ha subito scatenato discussioni. Pregassona, via Giovanni Maraini. La località figura nella lista dei controlli annunciati settimana scorsa dalla polizia. Fin qui nessuna sorpresa. Il problema è, appunto, la collocazione. Proprio in mezzo a due cassonetti interrati, distinguibile a fatica. La posizione ha evidentemente lo scopo di cogliere l'automobilista in fallo, e non di fare prevenzione. Siamo davanti a un chiaro tentativo di fare cassa. La questione è oggetto di dibattito da tempo. Il radar di Camorino, che aveva staccato multe per qualcosa come 9,3 milioni di euro e in 6 casi su 10 gli automobilisti fotografati erano cittadini italiani, ha suscitato un'interrogazione parlamentare. Vista la serietà delle pene, il contesto e soprattutto la funzionalità andrebbero valutate con riguardo e buonsenso. Cosa che purtroppo non sempre accade. Il problema è soprattutto per i viaggiatori occasionali, in molti casi italiani o stranieri provenienti da altri Paesi. Non si può negare, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che quello sia il classico sistema per fare cassa, anche se gli svizzeri dicono che è stato messo per motivi di sicurezza

mercoledì 29 gennaio 2020

Allerte alimentari: sospetta epidemia di Norovirus e Salmonella enterica ser. Napoli.

Allerte alimentari: sospetta epidemia di Norovirus e Salmonella enterica ser. Napoli. L'Unione Europea (RASFF) lancia l'allarme per sospetta epidemia di origine alimentare in alcune partite di ostriche provenienti dalla Francia e distribuite in Italia Attenzione alle ostriche provenienti dalla Francia, dove è stata sospesa la commercializzazione di numerose partite in seguito alla presenza di norovirus, ovvero la causa più comune di gastroenteriti acute di origine non batterica e di Salmonella enterica ser. Napoli. Per questo motivo il sistema di allerta rapido per gli alimenti e i mangimi europeo (RASFF), dopo avere bloccato le partite francesi di ostriche vive, sta lavorando con le autorità del Ministero della salute per informare i consumatori, i gestori di servizio ristoro e dettaglianti a livello nazionale su un focolaio di norovirus connesso al consumo di ostriche vive. I lotto incriminati (presumibilmente) non sono ancora stati ritirati dal mercato. Per questo occorre essere prudenti e quando si va in pescheria, controllare sempre la provenienza. È stato proprio il sistema di allerta comunitario a segnalarlo, avviando da diversi giorni e in particolare oggi 29 gennaio, una campagna di ritiro e di richiamo, fra i prodotti contaminati distribuiti anche in Italia. Il Norovirus è uno degli agenti patogeni più sfuggenti, ma anche uno dei più diffusi tra la popolazione. Il periodo di incubazione del virus è di 12-48 ore, mentre l’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. I sintomi sono: nausea, vomito, diarrea acquosa, crampi addominali. In qualche caso c’è anche la febbre. Negli ultimi anni l’ipotesi che questo virus abbia un’incidenza comparabile a quella di batteri come Escherichia coli o Salmonelle è sempre più una certezza. Potrebbe essere la causa delle gastroenteriti che spesso vengono confuse con altre infezioni e non sono riconosciute. Per questo la comunità scientifica sta cercando di affrontare meglio il problema, prendendo spunto anche da casi specifici come quello delle ostriche, consumate crude e contaminate che si registrano sempre con maggiore frequenza. Occorre però sottolineare che ostriche e molluschi bivalve sono solo una parte dei veicoli a fianco di altri “mezzi” come acqua, frutta e verdura. Le persone con un sistema immunitario compromesso, compresi quelli affetti da AIDS, abuso cronico di alcol, fegato, stomaco o disturbi del sangue, cancro, diabete, o malattia renale e quelli che prendono farmaci per l’artrite reumatoide o fanno chemioterapia per il cancro, dovrebbero evitare il consumo di ostriche crude, indipendentemente dalla provenienza dei molluschi. Le salmonellosi rappresentano una delle più frequenti patologie di origine alimentare nell'uomo. Nell’uomo si manifesta perlopiù come enterocolite. Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee, in cui l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S. Typhimurium e la S.Enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica. La salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti. Se ne conoscono più di 2000 varianti. Le salmonelle rilevanti dal punto di vista medico appartengono alla specie Salmonella enterica di cui esistono più sottospecie. Le sottospecie vengono ancora suddivise nei cosiddetti serovars o sierotipi in base alla presenza di specifici antigeni. Di regola per designare i serovar si scrive solo il nome del genere - Salmonella - seguito dalla denominazione del serovar, iniziando con lettere maiuscole. Sono considerate salmonelle zoonotiche quelle che interessano l'uomo e l'animale. La Salmonella Napoli,originata dall'ambiente, è rara in Europa. In Italia, tuttavia, è cresciuto di importanza dal 2000. Fino ad oggi, non sono stati identificati fattori di rischio per giustificare il suo aumento. S . Il Napoli è una preoccupazione emergente per la salute pubblica in Italia. Per questo motivo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non andrebbero mai consumate crude anche se questo comportamento stride con molte abitudini e tradizioni culinarie. Di qui l’invito ad analizzare con molta attenzione i frutti di mare e soprattutto di consumarli solo cotti, anche perché è stato dimostrato che il norovirus resiste per settimane nei tessuti del mollusco, e non viene eliminato con le normali depurazioni industriali realizzate prima della vendita.

Cucciolo di foca monaca “salentina”. Arriva il comunicato dell’ISPRA: “Iniziate le analisi dei patologi veterinari sul cucciolo di foca monaca”

Cucciolo di foca monaca “salentina”. Arriva il comunicato dell’ISPRA: “Iniziate le analisi dei patologi veterinari sul cucciolo di foca monaca” Un evento così spettacolare, ma finito con la notizia più triste. Ecco perché tutti, ambientalisti e non, vogliamo conoscere le ragioni della morte del cucciolo di foca monaca “salentina”. La risposta, rileva , Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non potrà non arrivare dalla scienza e dai riscontri che si avranno perché si spera che non si ripeteranno più epiloghi così drammatici, se si avrà la possibilità, come ci si augura, di poter ritenere ritornato nella nostra fauna, un animale che pensavamo tutti completamente sparito. Proprio per tali ragioni siamo interessati a conoscere gli esiti delle indagini scientifiche che l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) ha avviato come dichiarato nel comunicato che pubblichiamo integralmente di seguito.”Già ieri sera, presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) di Foggia, sono iniziate le analisi necroscopiche sull'esemplare di Foca monaca (Monachus monachus) ritrovato nel brindisino e morto il 28 gennaio scorsa. Le indagini sono state effettuate dai patologi veterinari dello stesso Istituto, del CREDIMA (Centro di Referenza Nazionale per la Diagnostica dei Mammiferi Marini), del CERT (Cetacean stranding emergency response team) dell'Università di Padova e dell'IZS di Teramo, insieme al personale specializzato dell'ISPRA e della Stazione Zoologica Anton Dohrn che era intervenuto il giorno precedente.L'esame, effettuato applicando protocolli internazionali, ha evidenziato un generale stato di debilitazione dell'animale, con compromissione del sistema immunitario, unito ad un quadro infiammatorio delle vie respiratorie. Presente anche un’importante parassitosi intestinale. Sono stati prelevati e conservati tessuti utili ad identificare l’esatta causa della morte. Gli esami, che prevedono complesse analisi di laboratorio, si concluderanno nei prossimi due mesi. Lo scheletro e la pelliccia sono conservati temporaneamente presso l'IZS di Foggia.”

martedì 28 gennaio 2020

Gli negano la cittadinanza svizzera dopo avere vissuto per 30 anni, perché non sapeva che orsi e lupi condividessero un recinto nello zoo locale, italiano vince al TF.

Gli negano la cittadinanza svizzera dopo avere vissuto per 30 anni, perché non sapeva che orsi e lupi condividessero un recinto nello zoo locale, italiano vince al TF. Le autorità locali avevano giudicato insufficienti le conoscenze dell'uomo, che vive da 30 in Svizzera. La commissione delle naturalizzazioni di Arth (SZ) deve accordare la cittadinanza svizzera a un italiano residente nella Confederazione da 30 anni. Il Tribunale federale (TF) ha infatti valutato esagerati i criteri su cui si è basata la bocciatura, motivata con lacune decisamente minori. Un’altra vicenda che attesta come più volte segnalato dallo Sportello dei Diritti che gli italiani non sono visti di buon occhio al di là delle Alpi Le autorità locali hanno giudicato insufficienti le conoscenze del territorio dell'uomo, poiché fra le altre cose ignorava il fatto che lupi e orsi del parco naturale di Goldau (SZ) condividono lo stesso recinto. Questo fatto, più alcune lacune geografiche, è stato sufficiente alla bocciatura. Ora la corte di Losanna ha però accolto il ricorso del cittadino italiano, che gestisce una gelateria. Secondo i giudici è vero che le autorità locali dispongono di un certo margine di manovra, ma è inaccettabile focalizzarsi solamente su un criterio, specialmente se secondario. Nel caso specifico, il cittadino italiano è riuscito nel test di conoscenza sociale e civica. Inoltre, non si può discutere la sua indipendenza economica, vista l'attività commerciale che gestisce dal 2001. Un tipo di impiego che, tra l'altro, difficilmente può portare a una mancanza di contatto con la popolazione locale e a una carente integrazione. L'Alta corte ha quindi concluso che tutti i criteri della naturalizzazione sono soddisfatti, nonostante piccole lacune dal punto di vista geografico e culturale. Queste mancanze sono infatti ampiamente compensate da altre conoscenze. (Sentenza 1D_1/2019 del 18 dicembre 2019) Al di là della vicenda che appare comunque singolare, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è evidente che è assurdo che non si possa vedersi riconoscere la cittadinanza nonostante abbia vissuto in Svizzera per 30 anni e come imprenditore abbia una piccola impresa di successo, a causa della sua ignoranza per lo zoo locale. Un’altra vicenda che attesta come più volte segnalato che gli italiani non sono visti di buon occhio al di là delle Alpi.

Aereo di linea atterra sull'autostrada a Mahshahr, i passeggeri sono tutti salvi - VIDEO

Aereo di linea atterra sull'autostrada a Mahshahr, i passeggeri sono tutti salvi. Diversi problemi tecnici impediscono la circolazione del traffico aereo. I media locali: "Guasti e problemi tecnici causati dalle sanzioni Usa" - VIDEO Un aereo della Caspian airlines in arrivo da Teheran è uscito fuori pista all'aeroporto di Mahshahr scarrozzando nella vicina autostrada a causa di un problema tecnico. Tutti salvi i 150 passeggeri bordo del McDonnell Douglas MD-80 che sono stati fatti scendere dal velivolo e trasferiti all'interno dello scalo. Lo hanno annunciato il governatore della città Ebrahim Aria-Zanganeh, citato dalla tv di Stato, precisando che le ali dell'aereo sono rimaste danneggiate. Un altro aereo, questo del Qeshm Air, in volo da Gorgan a Teheran è stato costretto a rientrare a causa di un problema al motore subito dopo il decollo. Problemi tecnici anche per un Airbus della Iran Air decollato da Teheran ed atterrato poco a Mehrabad Airport. Secondo i media iraniani, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” guasti e problemi tecnici del parco aereo iraniano sono in parte causati dalle sanzioni Usa che hanno fortemente limitato nuovi acquisti e manutenzione dei velivoli più vecchi. Il video dell'incidente è disponibile per la visualizzazione al link: https://www.youtube.com/watch?v=zOdhFdjrOlc

“Possibile contaminazione microbiologica”, Penny Market richiama i tortelloni al prosciutto crudo Fior di Pasta

“Possibile contaminazione microbiologica”, Penny Market richiama i tortelloni al prosciutto crudo Fior di Pasta La catena dei supermercati Penny Market ha disposto il richiamo di un lotto di tortelloni al prosciutto crudo a marchio Fior di Pasta per una possibile contaminazione microbiologica. I tortelloni richiamati sono stati prodotti per Penny Market dall’azienda Pastificio Davena Srl, nello stabilimento di via San Domenico Savio 66/68 a Brusaporto, in provincia di Bergamo. Il prodotto interessato è venduto in buste da 1 kg con il numero di lotto 8619003884 e la scadenza 09/02/2020. Penny Market rende noto che sono interessati dal richiamo i discount di Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Molise, Basilicata, Calabria e Puglia. A scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda di non consumare il prodotto segnalato e restituirlo al punto vendita d’acquisto, dove sarà rimborsato o sostituito.

Nano-particelle: un veicolo per il trasporto dei farmaci nel nucleo della cellula. Sono state realizzate da un gruppo dell'università di Basilea

Nano-particelle: un veicolo per il trasporto dei farmaci nel nucleo della cellula. Sono state realizzate da un gruppo dell'università di Basilea Attualmente uno dei maggiori problemi inerenti la terapia farmacologica è costituito dalla messa a punto di strategie che consentano di raggiungere distretti corporei difficilmente accessibili. Inoltre, è necessario lo sviluppo di farmaci in grado di raggiungere il bersaglio terapeutico con una concentrazione di principio attivo sufficiente all’espletamento della loro funzione, ad esempio l’eradicazione di un patogeno. Negli ultimi anni sono stati escogitati sistemi alternativi per veicolare ad elevata efficienza i “farmaci”. Si tratta di minuscole particelle (dimensioni dell’ordine dei nanometri) capaci di trasportare proteine, acidi nucleici, vaccini. Le dimensioni ridotte così come la composizione e la struttura consentono a queste particelle di oltrepassare la barriera ematoencefalica e costituisco una speranza per il trattamento delle malattie neurodegenerative così come delle patologie tumorali che affliggono il sistema nervoso centrale. Le nano-particelle sono particelle polimeriche con dimensioni dell’ordine di 10-100nm costituite di polimeri naturali o artificiali. Esse sono in grado di interagire con le barriere biologiche passare con estrema facilità attraverso di esse, per tale ragione possono essere utilizzate per il trasporto di farmaci e controllarne allo stesso tempo la biodistribuzione. Nello specifico nanocontainer capaci di entrare nel nucleo di una cellula per trasportare al suo interno farmaci in grado di agire direttamente sul Dna, per terapie geniche o chemioterapie. Illustrati sulla rivista dell'Accademia nazionale delle scienze americana (Pnas), sono piccole vescicole fatte di polimeri biocompatibili, realizzate da un gruppo dell'università di Basilea, coordinato da Cornelia Palivan. Questi minuscoli cavalli di troia cellulari, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, «hanno un diametro di appena 60 milionesimi di millimetro», spiega Palivan, per potere attraversare il cosiddetto complesso del poro, varco che regola lo smistamento di molecole tra il nucleo e il resto della cellula. I ricercatori hanno riempito questi nanocontainer, anziché di farmaci, con composti coloranti, che hanno permesso loro di controllarne il corretto trasferimento nel nucleo. Per adattarsi meglio alla cellula, le vescicole sono fatte di «molecole che mimano la struttura delle membrane cellulari, al tempo stesso robuste e flessibili», aggiunge l'esperta. Sono, inoltre, dotati di una sorta di biglietto d'ingresso nel nucleo. Un segnale molecolare che, conclude Palivan, «sfruttando strategie simili a quelle di alcuni virus, permette alle strutture di smistamento della cellula di dirottare questi piccolissimi container all'interno del nucleo».

Rischio microbiologico, si allarga il richiamo delle uova. Il Ministero Salute segnala Salmonella enteriditis nelle uova di gallina fresche

Rischio microbiologico, si allarga il richiamo delle uova. Il Ministero Salute segnala Salmonella enteriditis nelle uova di gallina fresche. Altro richiamo che riguarda le uova prodotte dall'azienda agricola biologica "Olivero Claudio" Sale il numero di lotti ritirati dal Ministero della Salute per salmonella enteriditis. Le uova provengono dall'azienda agricola biologica "Olivero Claudio" con stabilimento in via Rigrasso a Monasterolo di Savigliano, in provincia di Cuneo, in Piemonte, e vendute con lo stesso marchio. Il richiamo riguarda sia le confezioni da quattro uova sia quelle da sei uova ma anche le uova sfuse. I lotti delle uova interessate dal richiamo del 27 gennaio sono cinque: 1A130120; 2A130120; 2C130120 con data di scadenza fissata al prossimo 10 febbraio e 1A140120 e 2C140120 con data di scadenza fissata al prossimo 11 febbraio. A scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto dei medesimi lotti di appartenenza, di NON consumarlo!

lunedì 27 gennaio 2020

Coronavirus e psicosi: falsi allarmi corrono sui social e Whatsapp. Segnalati finti messaggi "vocali".

Coronavirus e psicosi: falsi allarmi corrono sui social e Whatsapp. Segnalati finti messaggi "vocali". Lo Sportello dei Diritti: "Basta con i falsi allarmi, nessun caso acclarato in Italia finora" Dopo che nelle scorse ore lo “Sportello dei Diritti”, ha segnalato il crescere di una psicosi assolutamente infondata su possibili contagi in Europa o in Italia da epidemia da coronavirus che è partita da Wuhan in Cina, sono continuati a correre sui social e soprattutto tramite Whatsapp falsi messaggi di presunti pazienti di origine cinese ricoverati negli Ospedali italiani. In particolare sta circolando sulle messaggerie istantanee un messaggio vocale su un presunto contagiato presso il Pronto Soccorso di Lecce. Nulla di più falso: lo “Sportello dei Diritti”, solo per scrupolo nella persona del suo presidente Giovanni D'Agata, ha effettuato le opportune verifiche a seguito delle quali è stato categoricamente smentito che vi sia un paziente colpito dal virus in questione. Pertanto è ora che si interrompano queste catene di Sant'Antonio che creano solo panico senza alcun fondamento di verità anche perchè a tutt'oggi le autorità sanitarie nazionali non hanno rilevato alcun caso neanche sospetto.

Orrore in Russia: neonato trovato morto in lavatrice. Aperta inchiesta

Orrore in Russia: neonato trovato morto in lavatrice. Aperta inchiesta Un macabro e scioccante ritrovamento è avvenuto all'interno di un'abitazione di Talitsa, nella regione degli Urali, in Russia. Il corpo senza vita di un neonato è stato trovato in una lavatrice. Il bambino aveva ancora il cordone ombelicale e parte della placenta. Il piccolo era stato partorito da Nadejda, una parrucchiera di 31 anni, che lo avrebbe dato alla luce in casa: dopo aver tagliato il cordone ombelicale, avrebbe abbandonato il neonato nella lavatrice. Denis, il marito, ha chiamato l'ambulanza durante la notte dopo aver trovato la moglie insanguinata a casa. La polizia, che è intervenuta sulla scena, ha poi scoperto l'inanimato neonato nella lavatrice. Non sono chiari i motivi che hanno condotto il neonato alla morte e da quanto tempo. Lo chiarirà l'autopsia che sarà eseguita all'Istituto anatomico forense, dove è stato trasferito il neonato. L’obiettivo delle analisi mediche è capire se il bambino, nato al settimo mese di gravidanza sia stato partorito vivo e sia morto per annegamento. Chi ha visto per primo il corpo del neonato ha ricordato che era “grigio, cianotico, di un colore innaturale”. In un primo momento il bimbo, poiché non dava segni di vita, era stato ritenuto già tecnicamente morto. Ma anche su questo punto si attende che venga fatta luce dall’autopsia. Nadezhda ha avuto un figlio da un precedente matrimonio e altri due con il suo attuale marito. Secondo la legge russa, rischia fino a 5 anni di carcere se dimostrata colpevole. La magistratura russa ha aperto un’indagine sulla morte del piccolo: al momento l'accusa è per omicidio. Quello di uccidere i figli appena nati o da pochi giorni o da qualche mese, nonostante l’atrocità del gesto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è il primo che viene compiuto nel mondo e in Italia. Molti sono i precedenti di casi particolarmente simili a quello consumatosi a Talitsa, in Russia oppure n via Paris a Madonna dei Monti a Valfurva dove Loretta Zen ha infilato nell’elettrodomestico la piccola Vittoria di appena sette mesi facendole poi fare un intero ciclo di lavaggio. In Italia si ricordano almeno due casi in cui la madre aveva scelto la lavatrice per nascondere bambini appena partoriti. Il primo avvenne a Torino nel settembre del ’96: qui una ragazza di 22 anni e che aveva sempre tenuta nascosta la gravidanza partorisce in casa una femmina e subito dopo la infila nel cestello della lavatrice chiudendola dentro. Poi si recò in ospedale. Per una grave emorragia. La neonata morì dissanguata. Il secondo caso risale nell’aprile 2001 a Moliterno, un piccolo centro della provincia di Potenza a compiere il tremendo gesto è una coetanea di Loretta Zen, una 31enne. Anche lei agì come la 26enne torinese ma, in questo caso, la donna morì poco dopo il ricovero e quando arrivano i Carabinieri nella sua abitazione anche per il piccino non c’era più nulla da fare. Si possono ricordare altri due casi: Nel 1987 a Detroit (Stati Uniti) una giovane mamma di 26 anni decise di punire la figlioletta di tre anni mettendola in lavatrice ed avviando il programma di lavaggio perché la bimba si era fatta la pipì addosso. Morì qualche ora dopo per le lesioni cerebrali subite dal semi annegamento e per le gravi fratture riportate. In ultimo un altro tremendo caso. Questo risale al 1991. Teatro il piccolo paese di Xinjiang, in Cina, dove una mamma affida il figlioletto alla baby-sitter raccomandandola di lavarlo dopo aver fatto il bucato. La baby-sitter, aveva 16 anni all’epoca, prese sin troppo alla lettera le disposizioni e infilò in lavatrice il bimbo insieme ai panni sporchi.

Psicosi globale da coronavirus. Anche in Europa la paura che si trasforma in intolleranza

Psicosi globale da coronavirus. Anche in Europa la paura che si trasforma in intolleranza. Se ne sentono di tutti i colori: «Non voglio cinesi nel mio ristorante». Lo “Sportello dei Diritti”: dal timore all’intolleranza ci vuole poco. Il Ministero della Salute e l’ISS fermino la catena dell’ignoranza con i dati scientifici che non portano a nessun allarme in Europa È la notizia globale degli ultimi giorni quella dell’epidemia di coronavirus che a partire dai primi del dicembre scorso da Wuhan in Cina si è diffusa rapidamente nella provincia di Hubei dove si contano la maggior parte dei contagiati. Perché, quindi, di epidemia si tratta e non di pandemia, stante la localizzazione che al momento, dati scientifici alla mano porta ad escludere una diffusione su scala più ampia o addirittura globale così come erroneamente il tam tam sui media e poi sui social ha portato a far credere. Non la pensano così molti dei residenti in Europa per i quali dal timore, più o meno infondato, si è passati a vere e proprie manifestazioni d’intolleranza nei confronti di cittadini asiatici anche propri concittadini. Dopo gli episodi riportati dalla stampa italiana, anche in Svizzera, per esempio, alcune comitive di cinesi non sarebbero state fatte entrare nei ristoranti. La proprietaria di un ristorante cinese di Zurigo, lei stessa di origine cinese ha candidamente dichiarato alla stampa elvetica:«Il virus mi inquieta. In questo periodo i gruppi in viaggio dalla Cina non sono i benvenuti qui». Nonostante si tratti di una scelta discutibile, la donna si dice costretta a rifiutare gli ospiti asiatici «per motivi di sicurezza»: «Voglio proteggere il personale e gli altri ospiti». E non si fida minimamente dei controlli introdotti in alcuni aeroporti. «Ho la sensazione che le autorità non stiano prendendo abbastanza seriamente questo virus». Sulla stessa linea un’altra ristoratrice cinese di Lucerna: «Se mi arrivasse la richiesta di riservazione da parte di un gruppo di turisti cinesi, credo che rifiuterei». Sulla stessa linea un altro di Opfikon (ZH), che ammette: «se arrivasse una comitiva che non è stata sottoposta a controlli», la manderebbe prima in ospedale. «Poi potrebbero cenare qui». Secondo lui, «è meglio un controllo in più», prima di poter mangiare nel suo ristorante. Il locale si è già munito di una scorta di mascherine, che i dipendenti hanno anche a casa. Il dato comune che si tratti di Svizzera o Italia è che molti, alla sola vista di persone di origine asiatica, non solo cinese, pensano subito al coronavirus. La psicosi, quindi, è tuttora in corso. Si dice persino che vi sia stato un boom di vendite di mascherine protettive. Tutti elementi che, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ci portano ad affermare l’esigenza che le autorità competenti a partire dal Ministero della Salute all’Istituto Superio di Sanità, diano la più ampia informazione possibile e, dati scientifici e statistici alla mano, comunichino che in Europa non vi è nessun allarme e che i controlli agli aeroporti e, quindi, alle frontiere sono e resteranno rigorosi finchè l’emergenza in Cina sarà conclusa.

AIFA: corpo estraneo nella SOLUZIONE ELETTROLITICA EQUILIBRATA PEDIATRICA.

AIFA: corpo estraneo nella SOLUZIONE ELETTROLITICA EQUILIBRATA PEDIATRICA. Allerta dall'ospedale Meyer di Firenze. Richiamo volontario dalle farmacie, ecco il lotto e info. L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) comunica che la Società Galenica Senese Srl, ha attivato un richiamo volontario, a scopo precauzionale, del lotto n. 1901087 con scadenza 10-2021 della specialità medicinale ELETTROL EQUIL PED*500ML – AIC 029845043. La soluzione è utilizzata nel trattamento di stati di acidosi metabolica di lieve entità. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della comunicazione pervenuta dall'ospedale Meyer di Firenze e dalla stessa ditta Galenica Senese, concernente la presenza di un corpo estraneo in confezioni del suddetto lotto. Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute Aifa è invitato a voler procedere con gli adempimenti necessari per la verifica del ritiro avviato dalla ditta.

domenica 26 gennaio 2020

«Altro che storia inventata». Multa incredibile, cade dalla bici, sconta due giorni di prigione.

«Altro che storia inventata». Multa incredibile, cade dalla bici, sconta due giorni di prigione. La brutta avventura di un turista tedesco condannato a Sciaffusa in Svizzera per perdita del controllo della sua bicicletta Tutta la storia, che è proprio vera, verissima, che ha dell'incredibile quella vissuta da un turista tedesco che ha trascorso due giorni e due notti in una prigione di Sciaffusa in Svizzera per essere caduto dalla propria bicicletta durante una vacanza in Svizzera. I fatti riportati dal quotidiano tedesco Südkurier sono accaduti l'estate scorsa. Il 66enne si trovava in bici nel centro di Sciaffusa quando, gestendo male una frenata, è caduto, si è rotto una costola ed è finito all'ospedale. La Polizia ha chiesto al malcapitato delle precisazioni sulle circostanze dell'accaduto. L'uomo, ha raccontato al Südkurier, pensava fosse un interrogatorio di routine. E invece sei settimane più tardi ha ricevuto una raccomandata che lo condannava per la sua caduta a 150 franchi di multa. Sbalordito, il cittadino tedesco si è rifiutato di pagarla visto che durante l'incidente non ha messo in pericolo la vita di nessuno. Ma la condanna parlava chiaro, è stata infranta la legge federale sulla circolazione stradale. Nell'articolo 31 si legge infatti: "Il conducente deve costantemente padroneggiare il veicolo, in modo da potersi conformare ai suoi doveri di prudenza". Una logica che il turista tedesco non ha accettato valutando la sanzione ingiusta e, ostinandosi a non pagare, la pena è stata infine convertita in giorni di prigione. L'uomo ha scontato la sua pena il 6 e il 7 gennaio in un carcere di Sciaffusa e tutt'ora si dice convinto dell'assurdità di questa condanna, la quale "non favorisce sicuramente il turismo in Svizzera". Una clamorosa ingiustizia che in mezza giornata ha spopolato in internet sui social. Sono piovuti commenti molto acidi sull'incredibile storia. La speranza, perlomeno, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”è che chi ha sbagliato così palesemente rimedi.

Tigre a spasso per il villaggio indiano, sbranate almeno tre persone - VIDEO

Tigre a spasso per il villaggio indiano, sbranate almeno tre persone - VIDEO Aumenta la popolazione di specie minacciate come la Tigre reale del Bengala. Una buona notizia per gli ambientalisti, un po' meno per gli abitanti dei villaggi indiani che si ritrovano questi 'grandi felini' come 'vicini di casa'. E' il caso di un piccolo paese di Tumsar nello stato del Maharashtra, dove il 25 gennaio un grosso felino è entrato nel villaggio intorno alle 13:00. L'esemplare è stato visto vagare in un campo da diversi abitanti e in molti hanno trovato le sue impronte nei propri cortili. Spaventati gli abitanti del villaggio si sono radunati per cercare di allontanare il felino dai terreni agricoli ma l'animale ha catturato ferendoli a morte almeno tre dei residenti. Ci sono anche diversi feriti che sono stati portati in ospedale. I media locali hanno riferito che una squadra del dipartimento forestale è arrivata per cercare di intrappolare la tigre ma era ancora in libertà. I residenti hanno detto che il grande felino era stato visto nella zona per otto giorni. La deforestazione selvaggia negli anni in India ha modificato l'equilibrio biologico dei predatori e non solo e ne ha alterato il comportamento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Le tigri, attaccano spesso l’uomo, specialmente quegli che vivono ai margini della foresta o dei Parchi Nazionali. Compreso l'incidente di ieri, numerose persone sono state attaccate dalle tigri dall'inizio dell'anno, la maggior parte nelle periferie dei villaggi. Ecco il video su YouTube al link: https://www.youtube.com/watch?v=ZGid3bVQ94E

sabato 25 gennaio 2020

Foca monaca nel mare del Salento: subito una grande area marina protetta in questa parte di Basso Adriatico

Foca monaca nel mare del Salento: subito una grande area marina protetta in questa parte di Basso Adriatico. Lo “Sportello dei Diritti”: si faccia immediatamente! E una porzione a riserva integrale con centro l’Oasi Naturalistica de “Le Cesine” La presenza della rarissima foca monaca nel Salento immortalata definitivamente nei video che stanno rimbalzando sui social e sui media del giovanissimo esemplare placidamente disteso sulla spiaggia di Frigole, ad un tiro di schioppo dal capoluogo di Terra d’Otranto e la necessità di protezione di una costa in un’ampia porzione di una parte della Regione Puglia che da tempo ha abbandonato ogni velleità industriale, impone una scelta politica drastica da parte delle autorità locali e nazionali: l’istituzione immediata e improrogabile di una grande area marina protetta nelle acque interessate dalla presenza del pinnipede, pure con l’individuazione di una zona a riserva integrale. È questo il pensiero e l’appello dello “Sportello dei Diritti” che anche per voce del suo presidente, Giovanni D'Agata, da tempo e prima della notizia in questione, ha lanciato l’idea di un’Area Marina protetta a partire dalla costa antistante l’Oasi Naturale de “Le Cesine” che potrebbe costituire il fulcro dell’istituenda zona a speciale tutela. Fortuna (o sfortuna per i non ambientalisti) vuole che, come abbiamo già detto nei nostri precedenti interventi, quest’evento si collochi proprio in un arco temporale in cui la ricomparsa dopo oltre quarant’anni del mammifero marino, dichiarato praticamente estinto sulle coste italiane, coincida con l’intensificarsi dei lavori del megagasdotto del consorzio TAP, una grande opera evidentemente incompatibile sia con la sostanziale vocazione non industriale di questo territorio che con la presenza di specie che meritano assoluto rispetto e protezione. Ma l’occasione accade anche a ridosso delle prossime elezioni regionali che c’impongono di chiedere ai candidati il coraggio di questo impegno che diventerà una scelta politica dirimente per la protezione di una terra ed, in particolare, di una specie simbolo della bellezza della natura.

Eccezionale conferma: la foca monaca nelle acque del Salento.

Eccezionale conferma: la foca monaca nelle acque del Salento. Dopo il giugno 2017, arriva la prova definitiva della presenza: stavolta sulla spiaggia di Frigole del comune di Lecce Ormai non può essere più considerato un evento inaspettato. Dopo l’avvistamento ed il video del giugno 2017 nelle acque antistanti Tricase, arriva la conferma di una presenza non più occasionale per il Salento, ma non di meno eccezionale: la foca monaca torna non solo nel mare aperto del Salento, ma addirittura sulla spiaggia di Frigole, località del comune di Lecce che si affaccia sull’Adriatico. Non più a fare capolino tra le onde, dunque, ma adesso vi è la prova certa che nei giorni scorsi numerosi cittadini ne hanno visto almeno un esemplare salire sulla riva sabbiosa, salvo rigettarsi in mare data la nota timidezza della specie sempre più rara e perciò schiva. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, un’emozione incommensurabile poter avere la conferma che il mammifero marino a distanza di oltre quarant'anni dagli ultimi avvistamenti documentati torni in quello che era uno dei suoi habitat e che dimostra come la natura, ove rispettata possa riprendere i suoi spazi originari se e solo se decidiamo collettivamente di salvaguardarla. Sembra quasi l’ennesimo presagio ed un monito per quanti, come il consorzio TAP del megagasdotto che vorrebbe sorgere solo un po' più a sud dell'avvistamento, ritengono di potersi fare beffe di territori che meritano soltanto cura parsimoniosa, silenziosa e assoluta delle bellezze che la rendono unica. Basti ricordare che del pinnipede, secondo una stima dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura sopravvive una popolazione di appena 600-700 esemplari: circa 200 concentrati nell'Egeo e nel Mediterraneo sudorientale, 20-30 nel Mar Ionio, 10-20 nel Mare Adriatico, una decina nel Mediterraneo centrale, dai 10 ai 20 nel Mediterraneo occidentale e meno di 300 in Atlantico. La specie è pertanto da considerarsi a serio rischio di estinzione. La Società Zoologica di Londra, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera la Monachus monachus (questo il nome scientifico) una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione. Non ci resta che rilanciare, quindi, l’appello già rivolto nel giugno 2017 ad un intervento immediato delle autorità nazionali, in particolare del Ministero dell'Ambiente per avviare tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dell'habitat della foca monaca anche nell'amena terra del Salento. Ovviamente a tutti i fortunati che avranno l’occasione di avvistarla, raccomandiamo di mantenere la giusta e dovuta distanza per evitare d’impaurire l’esemplare di una specie che merita il massimo rispetto e prudenza in qualsiasi tipo di approccio. Ecco il link del video: https://www.youtube.com/watch?v=fF5oqwWQ7R8

venerdì 24 gennaio 2020

Decathlon richiama attacchi da snowboard difettosi: rischio lesioni anche gravi.

Decathlon richiama attacchi da snowboard difettosi: rischio lesioni anche gravi. Nei tre modelli toccati dal richiamo possono rompersi. In caso di rottura lo snowboard non potrebbe più essere fissato causando una caduta. Decathlon avverte che parti degli attacchi da snowboard potrebbero essere difettosi. Nello specifico ha riscontrato che, in alcuni casi, possono rompersi causando una caduta. La sicurezza dei nostri utilizzatori, è una nostra priorità ed è il motivo per cui richiamiamo questi tre modelli, ha così giustificato il richiamo sul proprio sito aziendale. Decathlon ha pertanto deciso di disporre il richiamo dei seguenti modelli, venduti tra il 1° settembre 2019 e il 6 gennaio 2020 incluso nelle filiali e nello shop online: SNB 100, ALLROAD 500, SNB 100 CLICK. Decathlon raccomanda i suoi clienti di non più utilizzare gli attacchi da snowboard in questione e di riportarli al servizio clienti della più vicina filiale. Il difetto riscontrato, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, potrebbe determinare lesioni anche gravi o con esito fatale in caso d'incidente.

Italiano arrestato in Olanda, aveva 1,2 milioni di cocaina. Era ricercato in Belgio

Italiano arrestato in Olanda, aveva 1,2 milioni di cocaina. Era ricercato in Belgio La polizia olandese in un'azione congiunta della polizia belga e la Royal Maréchaussée, ha arrestato un italiano di 33 anni, sull'autostrada A16, nei pressi di Breda. L’uomo trasportava 34 chili di cocaina, nascosta in un compartimento segreto, all’interno del veicolo, per un valore stimato in 1,2 milioni di euro. L’italiano, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello“Sportello dei Diritti”, del quale non sono state rese note altre generalità, è stato arrestato giovedì pomeriggio, in un’azione congiunta della polizia olandese e belga. Durante l'approfondimento delle indagini l’uomo resterà in carcere. Era già ricercato in Belgio, perché ritenuto responsabile di diversi reati.

AIFA: "Divieto di vendita specialità medicinale PICATO".

AIFA: "Divieto di vendita specialità medicinale PICATO". Sospensione immediata dell'autorizzazione alla vendita e richiamo di due lotti in Italia ed in Europa per PICATO, un gel per il trattamento della cheratosi attinica della pelle. Lo ha deciso l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che con propria e-mail del 24 gennaio, comunica di aver disposto con la Determina n. aDV- 1-2020 – 4368 del 23-01-2020 il divieto di vendita ai sensi dell'art. 142 del D. Lgs. 219/06, del farmaco Picato della ditta Leo Pharma Spa nelle confezioni di seguito indicate: AIC 042513010 PICATO*3TUBI GEL 150MCG/G e AIC 042513022 PICATO*2TUBI GEL 500MCG/G. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della comunicazione da parte EMA (European Medicines Agency) concernente la raccomandazione ai pazienti di smettere di usare il medicinale Picato (ingenol mebutato), mentre continua la revisione della sicurezza del medicinale da parte dell’Agenzia. Il comitato di sicurezza dell’EMA (PRAC) sta attualmente esaminando i dati sul cancro della pelle nei pazienti che hanno utilizzato Picato. I risultati finali di uno studio che confronta il Picato con l’imiquimod (un altro farmaco per la cheratosi attinica) indicano una maggiore incidenza di cancro della pelle nell’area di trattamento con Picato rispetto all’imiquimod.Sebbene permangano incertezze, c’è la preoccupazione di un possibile legame tra l’uso di Picato e lo sviluppo di cancro della pelle. Il PRAC ha pertanto raccomandato di sospendere l’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale a titolo precauzionale ed ha fatto presente che sono disponibili trattamenti alternativi.

giovedì 23 gennaio 2020

Agguato a tavola. Tonno in scatola in olio d'oliva, scatta il ritiro: all'interno frammenti di plastica. Allerta del RASFF

Agguato a tavola. Tonno in scatola in olio d'oliva, scatta il ritiro: all'interno frammenti di plastica. Allerta del RASFF Il Sistema rapido di allerta comunitario (RASFF), in queste ore, sta lanciando l’allarme sulla presenza di frammenti di plastica in tonno in scatola in olio d'oliva dall'Italia (dei quali non si conosce la marca) e commercializzato a Malta. “C’è la possibilità concreta, avverte Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”che diversi lotti di tonno in scatola in olio d'oliva siano già nelle dispense di casa nostra e vengano consumati nei prossimi giorni, senza poter reagire. Nello specifico si tratta della notifica (2020.0317 del 22/01/220) per tonno in scatola in olio d'oliva dall'Italia contaminato da frammenti di plastica, di cui non si conoscono al momento il tipo e il nome del produttore, anche se già immesso sul mercato estero e venduto anche nei supermercati di Malta. Come segnala il RASFF, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare,anche se si tratta di un problema grave, questo caso riportato non vuole creare allarmismo o screditare il sistema alimentare italiano ed europeo, ma fare capire che ogni giorno la macchina dei controlli trova delle irregolarità. Certo trovare frammenti di plastica nel cibo confezionato non è gradevole, ma a volte si tratta di incidenti imprevedibili che possono capitare. Diverso è il caso dell'incidente prevedibile che invece deve essere eliminato. La legge impone alle aziende un sistema di controlli della filiera produttiva (HACCP) per prevenire proprio le criticità del sistema produttivo, come ad esempio il controllo continuo delle temperature di conservazione, la pulizia degli impianti, l'igiene del personale… Quando le aziende alimentari non adottano questi criteri (come spesso capita) è giusto puntare il dito e accusare. Per quanto riguarda i frammenti di plastica è complicato stabilire quante microplastiche potremmo ingerire mangiando pesce. Ad oggi, la maggior parte degli studi ha infatti analizzato principalmente il contenuto dello stomaco e delle viscere di questi organismi, parti che tuttavia di solito vengono rimosse prima del consumo. Uno studio ha però rinvenuto frammenti plastici anche nel fegato dei pesci, suggerendo che le particelle possano migrare dai tessuti digestivi in altri organi dell’animale. Microplastiche sono state rinvenute anche, in piccole quantità, nel pesce in scatola. L'unica consolazione per il consumatore è che dopo la segnalazione i lotti sospetti vengono sempre ritirati dal mercato. Dunque, in attesa che il Ministero della salute comunichi sul suo sito web, nella sezione “Avvisi di sicurezza” i lotti, il produttore ed il marchio del tonno sott'olio interessato dal richiamo dal mercato europeo e non solo, si raccomanda tutti a prestare la massima attenzione.

Indonesia. Pesce attacca subacqueo e gli trafigge il collo mentre pesca

Indonesia. Pesce attacca subacqueo e gli trafigge il collo mentre pesca Sono immagini davvero impressionanti, quelle di un adolescente che, mentre stava pescando è stato improvvisamente attaccato sabato da un'aguglia imperiale che gli ha trafitto il collo. Per salvarlo, i medici hanno dovuto operarlo d'urgenza. È accaduto a Buton, piccolo centro nell'Indonesia sud-orientale: il 16enne Muhammad Idul stava pescando insieme alla madre quando un'aguglia, saltata improvvisamente dall'acqua, lo ha infilzato al collo, trapassandolo. La bocca del pesce, affusolata ed appuntita, ha attraversato interamente il collo del ragazzo, che è stato sottoposto ad un delicato e complesso intervento chirurgico e la sua vita non corre pericoli. L'operazione sull'adolescente, che poteva avere complicazioni fatali, è andata bene ma il ragazzo resta in ospedale. Le aguglie, nonostante non siano di grandi dimensioni, costituiscono un grosso pericolo per chiunque pesca nei fiumi e nei mari: le lampare utilizzate per illuminare la superficie dell'acqua, infatti, attirano questi pesci che, saltando al di fuori, possono trafiggere i pescatori. Sono tantissime le persone che, come il 16enne indonesiano, sono rimaste ferite dopo essere state attaccate da un'aguglia. Ad alcuni, però, è andata peggio evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,: nel 1977 un bambino di 10 anni era rimasto ucciso alle Hawaii dopo che un'aguglia lo aveva infilzato all'occhio e al cervello. Nel 2013, un giovane saudita è morto dissanguato dopo essere stato colpito da un pesce aguglia sul lato sinistro del collo, analoga sorte era toccata nel 2018 a Kriangsak Pengpanich, 22 anni, un giovane marinaio thailandese.

Fumo in cabina dopo il decollo, paura su volo Bucarest - Londra

Fumo in cabina dopo il decollo, paura su volo Bucarest - Londra. Attimi di paura per i passeggeri del volo di Ryanair, subito dopo il decollo per il fumo causato dal fluido antigelo che attraversava l'unità di condizionamento dell'aria dell'aereo. Il pilota è dovuto rientrare ed effettuare un atterraggio di emergenza - VIDEO L'aereo era partito martedì 21 gennaio dall'aeroporto di Bucarest Otopeni, in Romania e avrebbe dovuto raggiungere Londra. Pochi minuti dopo il decollo, sono stati gli stessi passeggeri seduti in coda ad avvisare l'equipaggio di bordo per fumo in cabina. Alcuni hanno iniziato a urlare, altri a piangere, raccontano i testimoni. Quando la cabina si è riempita di fumo, il personale di bordo ha immediatamente avviato le procedure di sicurezza previste in questo caso. Tuttavia diversi passeggeri hanno accusato malori a causa del fumo e alcuni hanno sofferto di attacchi di panico. Il ritorno sulla pista di Otopeni è avvenuto senza problemi. I 169 passeggeri sono rimasti illesi e successivamente sono stati prelevati da un altro aereo Ryanair. Molti viaggiatori hanno però lamentato il fatto che non sono state fatte uscire le maschere a ossigeno e di aver dovuto coprirsi la bocca con sciarpe e altri vestiti. Secondo quanto riferisce la compagna, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il fumo in cabina sarebbe stato causato dal liquido di sbrinamento entrato nel sistema di condizionamento dell'aria. L'aereo, un boeing 737- 800 della compagnia, è stato sottoposto a verifiche tecniche. Il video è stato postato su YouTube ed è visibile qui al link: https://www.youtube.com/watch?v=r6llaCQOYZo.

Indice di Percezione della Corruzione 2019: Italia al 51° posto nel mondo

Indice di Percezione della Corruzione 2019: Italia al 51° posto nel mondo. Nella classifica la Somalia è il paese più corrotto al mondo piazzandosi all’ultimo posto su 180 nazioni. Quest’anno, l’Indice di Percezione della Corruzione vede l’Italia al 51° posto nel mondo su 180 Paesi, con un punteggio di 52 su 100. Conferma quindi il trend in lenta crescita del nostro Paese nella classifica globale e lo stesso vale per la classifica europea, dove ci allontaniamo dagli ultimi posti. Nella classifica è ancora la Somalia ad aggiudicarsi il titolo di paese più corrotto al mondo nel 2019. A definire il posizionamento delle 180 nazioni è il Corruption perceptions index, pubblicato oggi, che prende in analisi tredici valutazioni degli esperti. I risultati non sono troppo incoraggianti anche per gli altri paesi: più di due terzi delle Nazioni, nonché buona parte delle economie più avanzate del mondo, presentano una situazione stagnante o mostrano una diminuzione negli sforzi alla lotta contro la corruzione, segnala l'indice. Poco meglio della Somalia fanno il Sud Sudan e la Siria, che si piazzano al penultimo e terzultimo posto. Il primo posto è stato conquistato dalla Nuova Zelanda (l’anno precedente era in seconda posizione), a pari merito con la Danimarca. Segue la Finlandia, mentre la Svizzera si piazza al quarto posto, come Singapore e Svezia. Nello specifico dall’indice emerge, inoltre, che oltre due terzi dei Paesi analizzati ha un punteggio inferiore a 50. Dal 2012 solo 20 Paesi hanno visto migliorare in maniera significativa il loro punteggio e tra questi vi è l’Italia con uno degli incrementi maggiori (+12 punti). Sono invece 16 i Paesi che hanno subito un forte peggioramento, tra cui l’Australia, l’Ungheria e la Turchia.Danimarca e Nuova Zelanda sono anche quest’anno in cima alla classifica ma a posizioni invertite. Nessuna sorpresa anche nelle parti basse del ranking: Somalia, Sud Sudan e Siria si posizionano agli ultimi posti. Com’è cambiata la situazione dell’Italia negli ultimi anni? Dal 2012 l’Italia ha guadagnato ben 12 punti e scalato 21 posizioni. Il 2012, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha segnato una svolta importante con l’introduzione della Legge Severino e a rafforzare questo importante traguardo è arrivata due anni dopo anche l’istituzione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. problemi deve ancora affrontare l’Italia? Nel settore pubblico permangono alti livelli di corruzione, scarsa trasparenza e conflitti d’interesse. Le istituzioni devono prima di tutto riacquistare la fiducia dei cittadini e lo possono fare proprio attraverso la trasparenza e l’integrità. Le nuove norme sul finanziamento alla politica vanno in questa direzione ma, senza regole sulla trasparenza di chi cerca di influenzare la decisioni pubbliche e quindi delle attività di lobbying, non potranno mai essere pienamente efficaci.

Probios richiama alcuni lotti di barrette Lubs per presenza di ocratossina A.

Probios richiama alcuni lotti di barrette Lubs per presenza di ocratossina A. Coinvolti alcuni supermercati Coop Coop ha diffuso l’avviso di richiamo deciso da Probios di alcuni lotti di barrette banana e mandorle e vaniglia e mandorle a marchio Lubs perché, dopo analisi di laboratorio effettuate dal produttore, sono stati riscontrati elevati livelli di ocratossina A (una micotossina) nei fichi presenti tra gli ingredienti del prodotto. Sono interessate le barrette:Banana e mandorle, lotti 19391 con Tmc 23/09/2020 e 19433 con Tmc 20/10/2020 e Vaniglia e mandorle, lotto 19461 con Tmc 11/11/2020. Le barrette richiamate sono state prodotte dall’azienda tedesca Lubs Gmbh e distribuite in Italia da Probios Spa in via degli Olmi 13/15 a Calenzano, nella città metropolitana di Firenze. Coop, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, specifica che il richiamo interessa solo alcuni supermercati della catena. L’ocratossina A, spiega l’autorità Europea per la sicurezza alimentare, è una micotossina prodotta da numerose specie fungine appartenenti ai generi Penicillinum e Aspergillus, molto diffusi in natura. Le micotossine come l’OTA si formano durante la crescita delle colture e di solito si sviluppano in seguito durante il deposito; queste sostanze sono state segnalate come contaminanti degli alimenti.

mercoledì 22 gennaio 2020

Uova contaminate, aumenta il numero dei richiami dal mercato del prodotto proveniente oggi da altre aziende del settore

Uova contaminate, aumenta il numero dei richiami dal mercato del prodotto proveniente oggi da altre aziende del settore. Lo Sportello dei Diritti già dal 10 gennaio aveva lanciato un'allerta UE per un sospetto focolaio di Salmonella enterica legato al consumo di uova biologiche italiane Sale la paura per le uova contaminate in Italia mentre aumenta il numero dei richiami dal mercato del prodotto proveniente oggi da altre aziende del settore. Il 10 gennaio lo “Sportello dei Diritti” aveva lanciato un'allerta UE del 9 gennaio del RASFF per un sospetto focolaio di Salmonella enterica legato al consumo di uova biologiche italiane e con ben nove giorni di ritardo, in data 18 gennaio, il Ministero della Salute h pubblicato un nuovo ritiro dal commercio di un prodotto alimentare altamente dannoso per la salute dei cittadini se consumato, a causa di una contaminazione biologica, ma non ci sono ulteriori specifiche. Nella circostanza il ministero della Salute aveva comunicato il richiamo di 5 lotti di uova biologiche prodotte dall’Azienda Agricola Olivero Claudio nello stabilimento di Monasterolo Di Savigliano, in provincia di Cuneo, in via Rigrasso n° 9. Il provvedimento si è reso necessario a causa di una contaminazione microbiologica. I lotti interessati sono contraddistinti dai numeri 1A130120, 1A140120, 2A130120, 2C130120 e 2C140120 venduto in confezioni da quattro, sei uova o sfuse con scadenza a 28 giorni. Oggi il provvedimento drastico del ministero si è allargato a molti altri marchi anche più noti per gli stessi motivi. È toccato, per esempio, a Conad – Verso Natura – Uova biologiche prodotte sempre da Olivero, identificabili dal lotto 5528139926 e data di scadenza 8 febbraio. Coinvolte anche le uova bio Cascina Italia SPA con lotto 5528139926 e data di scadenza 8 febbraio.Nell’elenco dei richiami, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, anche le uova Amadori – Uova da agricoltura biologica con lotto 5528139926 e data di scadenza 8 febbraio. Le aziende raccomandano di non consumare i lotti interessati ma di riportarli al punto vendita per il rimborso.

Nestlé condannata per mobbing ai danni di una manager.

Nestlé condannata per mobbing ai danni di una manager. La vittima è una ex dirigente nel settore della sicurezza alimentare, licenziata nel 2010. La multinazionale non ha messo in atto misure adeguate per proteggere l'ex impiegata La Corte civile del Tribunale cantonale vodese, in seconda istanza, ha riconosciuto la responsabilità di Nestlé in un caso di molestie morali e psicologiche. La causa era stata avviata da una ex responsabile della sicurezza alimentare della multinazionale, Yasmine Motarjemi, vittima di mobbing tra il 2006 e il 2010. Licenziata nel 2010, l'ultrasessantenne aveva affermato nel 2015 di essere «distrutta mentalmente e moralmente» e di non essere più riuscita a trovare un posto di lavoro. In prima istanza, nell'estate 2018, la giustizia vodese aveva dato ragione alla donna, che rimproverava al suo superiore gerarchico - entrato in funzione nel 2006 - di averla costantemente discreditata ed emarginata sul posto di lavoro. Tuttavia, aveva assolto l'azienda dalle accuse. Motarjemi aveva presentato ricorso in merito: in una sentenza dello scorso 7 gennaio, la Corte d'appello vodese ha riconosciuto delle responsabilità a Nestlé per la violazione dell'articolo 328 del codice delle obbligazioni che riguarda la protezione della personalità del lavoratore. «Nei rapporti di lavoro - si legge nella legge - il datore di lavoro deve rispettare e proteggere la personalità del lavoratore, avere il dovuto riguardo per la sua salute e vigilare alla salvaguardia della moralità. In particolare, deve vigilare affinché il lavoratore non subisca molestie sessuali e, se lo stesso fosse vittima di tali molestie, non subisca ulteriori svantaggi».Nestlé, secondo i giudici vodesi, non ha messo in atto misure adeguate per proteggere l'ex impiegata o per porre fine alle molestie nonostante le numerose lamentele interne, indica Bernand Katz, avvocato di Motarjemi, in un comunicato odierno. Tuttavia, non vi è nessun riferimento in merito alle sanzioni emesse dai giudici nei confronti del gigante dell'alimentazione. L'ex responsabile della sicurezza alimentare di Nestlé aveva inoltre accusato la multinazionale di "lassismo" e rimproverava alla multinazionale il suo "linguaggio ambiguo" in materia di sicurezza alimentare. La querelante aveva chiesto una riparazione per torto morale di un franco simbolico, nonché 2,1 milioni di franchi per le spese mediche sopportate e per la perdita di guadagno subita. Nel corso della prima istanza, davanti alla Camera patrimoniale vodese, per negare le accuse di mobbing si erano presentati l'ex CEO di Nestlé Paul Bulke, Jean-Marc Duvoisin, ex capo del personale ed ex CEO di Nespresso, José Lopez, ex direttore operativo e Francisco Castañer, che fino al 2009 si occupava di mansioni amministrative in seno alla multinazionale. La multinazionale di Vevey (VD) ha ora la possibilità di ricorrere al Tribunale federale. Contattato dall'agenzia Keystone-ATS, il gruppo conferma di aver ricevuto la decisione della Corte. Secondo quanto riferito da un portavoce, attualmente si stanno analizzando i dettagli della sentenza ma non vengono forniti ulteriori informazioni. Una nozione, quella del mobbing morale e istituzionale, che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nella battaglia che l’associazione conduce in materia, ritiene utile riportare all’attenzione di tutti, che con questa sentenza entra per la prima volta a far parte della giurisprudenza svizzera. Una decisione esemplare che ci auguriamo costituisca precedente persuasivo e da monito per tutti i datori di lavoro perché possano pensarci non una, ma cento volte prima di umiliare e vessare il proprio dirigente.

martedì 21 gennaio 2020

Primo caso negli USA di Coronavirus.

Primo caso negli USA di Coronavirus. Individuata vicino a Seattle una persona arrivata dalla città di Wuhan infettata con il virus cinese. Wuhan rafforza i controlli sui viaggiatori con l'obiettivo di frenare la diffusione della nuova polmonite Accertato il primo caso negli Stati Uniti di Coronavirus. Lo fanno sapere le locali autorità sanitarie. La persona infetta è stata individuata vicino a Seattle, nello stato di Washington. Era arrivato dalla Cina. Il focolaio del virus sarebbe un mercato ittico della città di Wuhan. L'uomo è effettivamente stato sul posto, ma non al mercato. La città di Wuhan ha nel frattempo adottato una serie di misure per rafforzare il controllo e il monitoraggio dei viaggiatori in partenza, nel tentativo di frenare la diffusione della nuova polmonite da coronavirus, vietando le partenze di gruppi turistici e compiendo controlli a campione sui veicoli a passeggeri privati in entrata e in uscita alla ricerca di pollame vivo o animali selvatici. Lo rende noto la commissione sanitaria del municipio. Per i controlli sui sintomi di febbre dei passeggeri sono stati impiegati 35 termometri fissi a infrarossi e oltre 300 portatili in vari terminali di trasporto della città, tra cui l'aeroporto, le stazioni ferroviarie, le stazioni degli autobus e le banchine. I passeggeri con febbre saranno registrati e riceveranno maschere e opuscoli sulla polmonite. Sarà loro anche consigliato di recarsi dal medico. Le cancellazioni e i cambi di biglietto saranno gratuiti. La nuova polmonite da coronavirus si sta diffondendo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Alle 18 di ieri risultano segnalati in Cina un totale di 224 casi di polmonite causata dal nuovo coronavirus. Di questi ne sono stati confermati 217, con 198 a Wuhan, 14 nella provincia del Guangdong e 5 a Pechino.

Allarme degli esperti di nutrizione: pancetta più salata dell’acqua di mare.

Allarme degli esperti di nutrizione: pancetta più salata dell’acqua di mare. Il bacon assolutamente bandito dalle tavole Arriva l’allarme degli esperti per la pancetta, e in particolare quella preparata in cucina come il bacon, piatto tipico dei Paesi anglosassoni:contiene più sale dell’acqua di mare. Un dato shock che gli attivisti dell’associazione Action on Salt vogliono diffondere il più possibile, vista la gravità dell’attuale situazione nazionale relativa alle malattie cardiovascolari e alla vasta gamma di problemi di salute legati ad un eccessivo consumo di sale. L’ente, in collaborazione con la Queen Mary University of London, a Londra, ha analizzato 171 prodotti a base di pancetta distribuiti da 10 principali catene di supermercati nel Regno Unito. Risulta che uno straordinario 86% dei supermarket, primi tra tutti la grande catena Tesco, dispone in vendita di un tipo di bacon preconfezionato che supera di gran lunga il contenuto di sale limite raccomandato dalle linee guida nutrizionali nazionali. In particolare parliamo del bacon Finest Unsmoked 8 Wiltshire Cure Back Bacon Medallions, che possiede uno scioccante contenuto di sale pari a 5.3 grammi, cioè due volte tanto il sale presente nell’acqua marina. In altre parole, l’equivalente di un intero hamburger del Burger King in un unico boccone. Il prodotto con meno sale: i medaglioni di pancetta «light», ad apporto di grassi ridotto (8 Reduced Fat Unsmoked Bacon Medallions) venduti presso il supermercato Co-operative, contenente 1.45 grammi di sale per 100 grammi. «Considerato il fatto che il bacon è il cibo che più contribuisce all’apporto di sale dopo il pane nel Regno Unito, e che nelle nostre alimentazioni consumiamo ancora troppo sale, è scioccante constatare che i produttori continuano ad ignorare la mirata azione di riduzione del sale negli alimenti e a mettere il loro profitto al primo posto davanti alla salute della nazione», ha dichiarato Sonia Pombo, manager delle campagne di Action on Salt. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda a tutti i consumatori di controllare bene le etichette dei prodotti preconfezionati che acquistano, per esempio il pane, i formaggi, i fagioli in scatola, ed optare per altri tipi di carne come il tacchino, evitando a tutti i costi il bacon e le pancette.

Molestie: le continue battute a sfondo sessuale alle colleghe può integrare il reato.

Molestie: le continue battute a sfondo sessuale alle colleghe può integrare il reato. Anche le domande insistenti sugli aspetti della vita intima delle colleghe hanno i connotati tipici della fattispecie. Altro che «gioco» innocente: violenza le pacche sul sedere alle stagiste. La sentenza trae origine dall’appello proposto da un soggetto condannato in primo grado per il reato di molestia dal Tribunale di Bologna. La Corte conferma la condanna e dichiara il ricorso inammissibile. A denunciare l’autore dei fatti, sono due giovani stagiste che, a distanza di pochi giorni dall’inizio del tirocinio, finiscono nel mirino delle “attenzioni” dell’uomo che non si limita soltanto a fare battute a sfondo sessuale o domande su dettagli della loro vita intima, ma, non resistendo alla tentazione, allunga anche le mani, con tanto di pacche sul sedere e per questo finisce sotto processo con l’accusa di molestie. La Cassazione, con sentenza definitiva, la 1999/20, depositata oggi dalla terza sezione penale chiarisce che fare continue battute a sfondo sessuale può integrare il reato di molestie nei confronti delle colleghe. Secono gli ermellini, è inammissibile il ricorso di un imputato condannato in secondo grado a più di un anno di carcere e a risarcire le parti civili per aver commesso i reati di violenza sessuale e molestie ai danni di alcune donne. A nulla serve all’imputato, a minimizzare: si tratta solo di un gioco e le sue battute, in particolare, non hanno le caratteristiche proprie del reato di molestie, ma non è così che la pensa la Suprema corte che conferma la condanna della Corte di appello di Bologna.Non ha, infatti, fondamento la censura del terzo motivo, «laddove ritiene che le condotte del reo fossero prive di quei connotati di disturbo e molestia tipici della norma contravvenzionale, laddove si consideri che il rivolgere, con insistenza, battute a sfondo sessuale o domande, altrettanto insistenti, volte a carpire aspetti della vita intima delle due ragazze, del tipo «che taglia di reggiseno avete» o «avete scopato», indubbiamente integra la fattispecie contestata». Inoltre, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha spiegato la Corte in un precedente caso di molestie telefoniche, che il reato di molestie commesso «assillando la parte lesa con ossessivi riferimenti alle abitudini sessuali di questa non è escluso dal fatto che l’interlocutore assuma con il molestatore, al fine di raccogliere elementi utili per individuare l’autore delle telefonate, un tono confidenziale rivolgendogli del tu e consentendo a questi di fare altrettanto poiché tale comportamento non può essere interpretato come di acquiescenza o comunque attenuare nell’autore delle molestie la consapevolezza della liceità della propria condotta».

Capsule vuote, richiamati due lotti di medicinali.

Capsule vuote, richiamati due lotti di medicinali. Allerta dalla Svizzera per la specialità medicinale Methylphenidat-Mepha LA 10 mg Depocaps Mepha Pharma SA, in Svizzera, ha richiamato due lotti della specialità medicinale Methylphenidat-Mepha LA 10 mg Depocaps, a causa di problemi tecnici insorti durante la fase di riempimento dei flaconi. Come si apprende da un comunicato odierno non è possibile escludere completamente che, in casi isolati, i flaconi appartenenti ai lotti A909021 e A909022 contengano capsule vuote. Il problema è circoscritto al dosaggio da 10mg, gli altri non sono invece interessati. Nello specifico i lotti richiamati sono:Methylphenidat-Mepha LA 10 mg Depocaps OP 30 : A909021 (N. lotto su scatola pieghevole); A90902 (N. lotto su flaconcino); 02/2021 (Data di scadenza) e Methylphenidat-Mepha LA 10 mg Depocaps OP 100 : A909022 (. lotto su scatola pieghevole); A90902 (N. lotto su flaconcino); 02/2021 (Data di scadenza).Le confezioni dei lotti sopra citati vanno restituite al proprio medico o al farmacista. L'uso, evidenzia, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”va subito interrotto.

Best Countries Report 2020: l’Italia è tra le top 20 dei Paesi dove si vive meglio

Best Countries Report 2020: l’Italia è tra le top 20 dei Paesi dove si vive meglio.La classifica considera 80 Paesi in base a una serie di criteri, da influenza economica e potere militare, a qualità della vita e istruzione, per capire come le nazioni vengono percepite a livello mondiale. Ma è prima per food & wine Il miglior posto dove vivere è la Svizzera, n°1 al mondo per il quarto anno consecutivo, in base al Report Best Countries 2020, classifica realizzata da uno studio di VMLY&R BAV Group, U.S. News & World Report, e Wharton School della University of Pennsylvania. L’Italia resta stabilmente indietro in classifica, 17sima.La graduatoria considera 80 Paesi in base a una serie di criteri, da influenza economica e potere militare, a qualità della vita e istruzione, per capire come le nazioni vengono percepite a livello mondiale. Agli intervistati è stato chiesto di indicare i Paesi da cui preferirebbero acquistare le diverse tipologie di prodotti, per misurare il potere della marca-paese. La Germania si colloca al primo posto per i consumatori che vorrebbero acquistare da questa nazione automobili, assistenza sanitaria e prodotti farmaceutici. La Francia è n°1 per cosmetici e fashion, l’Italia per food & wine, il Giappone per technology & electronics. Per la Svizzera, come detto, si tratta del quarto anno consecutivo in testa alla classifica del Best Countries Report. Per quanto riguarda la qualità della vita generale, la Svizzera ha preceduto il Canada, secondo, e il Giappone. Ai piedi del podio Germania e Australia. Il rapporto Best Countries, prodotto da un'indagine globale annuale di oltre 20'000 persone in 80 paesi. Le classifiche includono 65 metriche. Il rapporto Best Countries e le classifiche successive si basano su come le percezioni delle persone definiscono i paesi in termini di una serie di caratteristiche qualitative. A piacere della Svizzera sono le dimensioni ridotte: si tratta di un paese piccolo ma prospero che offre stabilità e affidabilità. La struttura del lavoro è inoltre efficace, in grado di garantire un miglior equilibrio tra vita professionale e vita privata. Oltre all’economia, la Svizzera gode anche di un ottimo ambiente, cibo e soprattutto aria poco inquinata. Da segnalare che il Regno Unito, lacerato da quasi quattro anni di un controverso dibattito sulla Brexit che ha messo il paese sulla strada per lasciare l'Unione europea alla fine di gennaio, scende al n. 6, uscendo dai primi cinque per la prima volta. “Solo” settimi gli Stati Uniti che se da un lato sono visti come uno stato molto potente dall’altro pagano i dubbi sulla politica portata avanti da Trump. In generale lo studio ha riportato, negli intervistati, opinioni sempre più negative sul mondo e all'interno dei paesi. Rispetto al 2019, un numero maggiore di persone afferma che l'economia globale è in declino, che il nazionalismo è in aumento e che il divario tra ricchi e poveri sta aumentando. E se i venti di guerra dal Medio Oriente preoccupano e non poco, in Europa l'umore è sempre più preoccupato per i cambiamenti climatici, l'occupazione e la migrazione. Per quanto riguarda le altre classifiche ha destato molta attenzione quella relativa al “Miglior paese dove far crescere i propri figli”. Qui è la Danimarca il posto ideale, il luogo più felice, in poche parole il “meglio” che ci sia al mondo per un bambino. La Svizzera si è confermata settima in questa particolare classifica dove la fanno da padrona i paesi scandinavi con Svezia e Norvegia sul podio, poi il Canada, l’Olanda, altri scandinavi, la Finlandia, a precedere il paese rossocrociato. Lo studio in questo caso ha preso in considerazione otto macro aree in 73 nazioni: attenzione ai diritti umani, sostegno alla famiglia, uguaglianza di genere, livello di felicità, uguaglianza di reddito, sicurezza, istruzione pubblica e sistema sanitario. Per quanto riguarda la stabilità, la trasparenza e l'uguaglianza, il 1° posto spetta al Lussemburgo davanti la Svizzera e al Canada tra i migliori paesi per condurre affari. Basti pensare che qui gli Stati Uniti, al contrario, si collocano al 45° su 73 paesi. Il Canada infine è visto come il paese più trasparente del mondo, seguito dai paesi nordici Norvegia, Danimarca e Svezia. La Svizzera è al 5 ° posto. La Svezia è il paese migliore per qualità di vita per le donne, per allevare i figli e per uno stile di vita sostenibile. Valutando le percezioni dei paesi dal Nord America all’Europa al Medio Oriente, il rapporto rileva che la Gran Bretagna è prima per l’istruzione, la Nuova Zelanda è favorita per la pensione e il Canada ha la migliore qualità di vita. Il Lussemburgo è il paese più business-friendly, gli Emirati Arabi sono al 1° posto per le economie emergenti, e la Svizzera è il paese ideale come sede per le Corporation. Questo rapporto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può aiutare le marche a capire il potenziale che acquisiscono connettendosi alla loro nazione d’origine. I dati approfonditi sulla marca-paese Italia e l‘approccio innovativo del Brand Origin Index suggeriscono alle aziende italiane che esportano all’estero, le leve ottimali su cui puntare. In sintesi la metodologia del Report Best Countries si basa sui dati raccolti da un’indagine proprietaria su oltre 20.000 imprenditori, élite e cittadini in generale.

lunedì 20 gennaio 2020

India, spettatore 55enne ucciso durante un combattimento tra galli

India, spettatore 55enne ucciso durante un combattimento tra galli. Gli organizzatori avevano legato un coltello alla zampa dell’animale per rendere la lotta più sanguinosa, ma la lama si è conficcata nella gola. Lo Sportello dei Diritti: "Combattimenti tra galli pratica atroce e disumana" In India un uomo è stato ucciso durante un combattimento tra galli dopo che un coltello affilato legato a un animale gli ha tagliato la gola. Gli organizzatori del combattimento nel villaggio di Pragadavaram, nell'Andhra Pradesh, aveva legato una lama alla zampa del gallo per rendere più sanguinosa la lotta. L’incidente sarebbe avvenuto prima dell’inizio del combattimento quando il gallo ha iniziato ad agitarsi tra le mani dell’organizzatore: Saripalli Venkateswara Rao, 55 anni, che si trovava vicino alla scena, è stato trafitto dalla lama che gli ha provocato una profonda ferita al collo.Nel Paese vige il divieto di combattimento tra galli, ma soprattutto durante le celebrazioni del Makar Sankranti, un giorno festivo nel calendario indù, diverse persone sfidano la legge per mettere in scena le lotte attorno alle quali si sviluppa un impressionante giro di scommesse. I combattimenti tra galli, legali o clandestini, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rientrano tra le pratiche più atroci. La disumanità di quest'attività non è circoscritta solo al momento della lotta, ma inizia nel momento in cui l'animale viene allevato poichè viene sottoposto a dure condizioni di allenamento e isolamento per aumentarne l'aggressività verso i propri simili. Gli scommettitori accaniti negano la crudeltà di tale attività, nascondendosi dietro le parole tradizione e religione. Becco e artigli vengono affilati per procurare all'avversario maggiori ferite e agli speroni, spesso, vengono applicate punte di acciaio. In Italia, i combattimenti tra animali, tra cui anche quelli tra galli, sono vietati. L'articolo 544 quinquies della legge 20 luglio 2004, n. 189 recita: "Chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l’integrità fisica è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro". La pena è aumentata se le predette attività sono compiute in concorso con minorenni o persone armate, se sono promosse utilizzando videoriproduzioni o materiale di qualsiasi tipo concernente scene o immagini dei combattimenti e se il colpevole cura la ripresa o la registrazione in qualsiasi forma delle competizioni.

Nuova allerta, uova biologiche ritirate per rischio microbiologico dai supermercati NaturaSì

Nuova allerta, uova biologiche ritirate per rischio microbiologico dai supermercati NaturaSì. Lo Sportello dei Diritti già dal 10 gennaio aveva lanciato un'allerta UE per un sospetto focolaio di Salmonella enterica legato al consumo di uova biologiche italiane Una nuova allerta per la salute dei consumatori è stata pubblicata oggi sul sito dei supermercati NaturaSi che ha ritirato dal mercato ulteriori uova biologiche per rischio microbiologico. Proprio il 10 gennaio lo “Sportello dei Diritti” aveva lanciato un'allerta UE del 9 gennaio del RASFF per un sospetto focolaio di Salmonella enterica legato al consumo di uova biologiche italiane e con ben nove giorni di ritardo, in data 148 gennaio, il Ministero della Salute h pubblicato un nuovo ritiro dal commercio di un prodotto alimentare altamente dannoso per la salute dei cittadini se consumato, a causa di una contaminazione biologica, ma non ci sono ulteriori specifiche. Si tratta delle uova biologiche a marchio Olivero Claudio. Dalle analisi effettuate dall’OSA (responsabili della sicurezza alimentare), è palese che le Uova biologiche OLIVERO CLAUDIO sono risultate a rischio microbiologico. Le uova in questione prodotte e commercializzate dall’Azienda Agricole Olivero Claudio con sede a Monasterolo di Savigliano, via Rigrasso n°9, Cuneo, in Piemonte, sono risultate non conforme alle regole CE in materia di sicurezza alimentare. Nello specifico, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, le uova biologiche richiamate il 20 gennaio dai supermercati NaturaSi sono con scadenza 11/02/2020, vendute in confezioni da 4. Come si legge nella sezione degli Avvisi di sicurezza e richiami prodotti alimentari della catena NaturaSi, lo stesso produttore raccomanda ai consumatori di controllare il prodotto acquistato e le scorte in casa e se appartenente alla scadenza richiamata, di non consumarlo e di riportarlo al proprio negoziante che provvederà a sostituirlo o rimborsarlo oltre che a chiarire eventuali dubbi.

ALDI richiama per rischio Listeria monocytogenes il formaggio Puzzone di Moena DOP 200g

ALDI richiama per rischio Listeria monocytogenes il formaggio Puzzone di Moena DOP 200g. Non si possono escludere problemi di salute in caso di consumo A causa di una elevata presenza di Listeria monocytogenes in alcune confezioni dei lotti 21324 e 21324A del formaggio DOP, Puzzone di Moena, il dettagliante ALDI richiama le confezione del formaggio a marchio “Regione che Vai” del fornitore Trentin S.p.A. La presenza di Listeria monocytogenes è stata riscontrata da ALDI durante un controllo di routine da un laboratorio accreditato, si legge in una nota odierna della catena dei supermercati, secondo cui non si possono escludere problemi di salute in caso di consumo. Da qui la decisione di un ritiro a titolo preventivo del fornitore Trentin S.p.A. e ALDI che hanno provveduto al richiamo del prodotto per garantire la tutela del consumatore. Coinvolta la confezione da 200 g la cui vendita è stata tempestivamente bloccata. L’articolo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non può essere consumato e può essere restituito dai clienti in tutte le filiali ALDI. Il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa. Per ulteriori informazioni ALDI ha attivato un servizio hotline raggiungibile al seguente numero: +39 800 370 370 (lun-ven 08:30-17:00, sab 08:00-14:00). ALDI si scusa per i disagi recati alla clientela. Quest’articolo è stato in vendita in tutte le filiali ALDI.

Torna il pericolo della processionaria, occhio a bambini nei parchi e cani.

Torna il pericolo della processionaria, occhio a bambini nei parchi e cani. Si apre la stagione della migrazione delle larve di processionaria, ecco a cosa prestare attenzione Attenzione alla processionaria del pino.Nelle prossime settimane questo piccolo lepidottero peloso inizierà a migrare. Si tratta di larve, particolarmente elore, che si spostano lungo i tronchi degli alberi e sul terreno. Queste farfalle che si sviluppano sulle conifere creano particolari danni alle piante risultando molto pericolose per la sopravvivenza di alcune specie arboree.. Ma possono costituire un rischio per la salute delle persone e degli animali, a cui causano reazioni cutanee irritative e allergiche, a volte gravi. Così, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” raccomanda i proprietari e i conduttori di aree verdi come giardini e parchi sia pubblici che privati, ad effettuare tutte le opportune verifiche sugli alberi per accertare la presenza dei nidi di processionaria. Gli alberi che in genere sono più attaccati dalla processionaria son il pino nero, il pino silvestre, il pino marittimo e varie speci di cedro. Il bruco della processionaria, ricordiamo, può provocare gravi reazioni allergiche ed infiammatorie nell’uomo e negli animali (irritazioni cutanee e oculari, eritemi alle mucose e alle vie respiratorie) e tali mainifestazioni possono verificarsi anche senza il contatto con il corpo dei bruchi poiché i peli urticanti possono staccarsi ed essere trasportati dal vento. La processionaria può fare davvero molto male al nostro cane addirittura può portarlo alla morte. Nelle piante causa gravi defogliazioni, fino a indebolirle.

Varese, bolletta telefonica di 2 centesimi da pagare. Ad inviare la singolare richiesta ad un utente è stata Vodafone

Varese, bolletta telefonica di 2 centesimi da pagare. Ad inviare la singolare richiesta ad un utente è stata Vodafone Ormai non si stupisce più di nulla un utente di Varese quando il postino ogni giorno si presenta alla porta di casa per consegnare le lettere, comprese quelle ‘istituzionali’. “Sono sicuramente tasse da pagare”, risponde pronto al portalettere. Ed è quasi sempre così. Ma capitano a volte bollette che hanno dell’incredibile. Esagerate nel conto. Ma alla rovescia. Quasi a costo zero. L’ultima lettera, una bolletta consegnata puntuale questa mattina, reca addirittura come conto totale, badate bene 0,02 euro. Sì. Proprio due centesimi e “non rateizzabili”. E’ lo stesso consumatore a raccontare l’accaduto allo “Sportello dei Diritti” che si trova con questo problema da quando ha disdetto l'abbonamento ed è passato a un altro operatore. Si paga soltanto, è scritto, in un’unica soluzione entro e non oltre il 4 febbraio 2020. Tutto ciò con un bollettino postale che costa come minimo almeno 1,50 euro più la benzina ed il tempo perso per questa operazione da due centesimi. E’ molto strano, aggiunge Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che un’azienda telefonica non valuti i costi e l’opportunità di emettere tali fatture. Questo potrebbe essere un caso sicuramente da guinnes dei primati.

domenica 19 gennaio 2020

WhatsApp bloccato in Europa centrale e occidentale

WhatsApp bloccato in Europa centrale e occidentale. L'applicazione di messaggistica è momentaneamente inaccessibile per numerosi utenti Whatsapp è di nuovo in tilt. Migliaia di persone nel panico da questo pomeriggio: gli utenti di Whatsapp in questi minuti stanno avendo difficoltà ad inviare foto e messaggi. Secondo le segnalazioni, la panne sta colpendo principalmente l'Europa centrale e occidentale. I guasti sono stati segnalati anche in tutto il mondo sui social network. Il servizio di whatsapp, utilizzato da oltre un miliardo di persone in 180 Paesi, sta ora funzionando a singhiozzo, secondo le segnalazioni degli utenti, un po' in tutto il mondo. Nessuna nota ufficiale è apparsa sul sito della compagnia.Una mappa del mondo in diretta su "allestault.de" ha mostrato temporaneamente che gli utenti dell'Europa centrale e occidentale e in alcuni paesi arabi dovrebbero essere particolarmente colpiti. Il motivo del malfunzionamento non è al momento noto. Chi tenta di inviare un messaggio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rimane diversi minuti a guardare il simbolo dell'orologino prima di accorgersi che il servizio non funziona. Non è la prima volta che la più importante app di messaggistica registra un blackout.

Girano una scena con le armi, ma le riprese terminano nel sangue: le pallottole erano vere.

Girano una scena con le armi, ma le riprese terminano nel sangue: le pallottole erano vere. Tre persone sono rimaste ferite ieri mattina in un ristorante di Rapperswil-Jona in Svizzera nel quale una troupe stava effettuando delle scene per un film Essere un attore di Hollywood a volte può essere molto pericoloso, se non addirittura letale. La registrazione di alcune scene di un film ha rischiato di sfociare nel dramma ieri mattina a Rapperswil-Jona, un comune svizzero del Canton San Gallo, nel distretto di See-Gaster, sul lago di Zurigo in Svizzera. Durante il ciak di una sequenza che prevedeva l'uso di alcune armi, infatti, tre persone sono rimaste ferite. Precedentemente, la troupe, composta da 25 persone, aveva già girato diverse scene senza incidenti. Ma poi, attorno alle 10.45, ecco avvenire il dramma. Tre attori vengono colpiti e terminano a terra. Una 24enne e un 54enne riportano lesioni di una certa entità, mentre una donna di 34 anni se la cava con lievi ferite. La più giovane dei tre è stata trasportata in ospedale con un elicottero della Rega, gli altri due in ambulanza. Al momento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i motivi della sfiorata tragedia non sono ancora chiari. La polizia cantonale di San Gallo sta appurando se alcuni frammenti di proiettile potessero essere presenti all'interno della canna al momento degli spari. Per far luce sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta.

Lo stress da lavoro fa male al cuore

Lo stress da lavoro fa male al cuore. Dimostrata per la prima volta l'associazione tra burnout, la sindrome dello stress da lavoro, e patologie cardiache. I ricercatori hanno individuato frequenti disturbi del ritmo cardiaco potenzialmente mortali come conseguenze dello stress sul lavoro prolungato e continuativo Dimostrata per la prima volta l'associazione tra burnout, la sindrome dello stress da lavoro, e patologie cardiache, in particolare un aumento del 20% del rischio di fibrillazione atriale. L'argomento è al centro dello studio americano, pubblicato dall'European Society of Cardiology (Esc), condotto su 11 mila soggetti a rischio per 25 anni. I ricercatori hanno individuato frequenti disturbi del ritmo cardiaco potenzialmente mortali, come aritmie, ictus e infarto come conseguenze dello stress sul lavoro prolungato e continuativo. Lo stress quindi può avere serie conseguenze non solo di natura psichica ma anche fisica. Turni massacranti, eccessivo carico di lavoro, carenza di personale sono tra i fattori principali del burnout, che in alcuni casi ha condotto ad alcolismo, depressione e anche al suicidio. La sindrome colpisce più spesso le persone che lavorano nelle professioni di aiuto, come i medici e gli operatori sanitari (ma anche insegnanti, avvocati o poliziotti). I primi segnali della sindrome sono depersonalizzazione, stanchezza cronica, ridotta produttività, cinismo e sensazione di perdita di significato della propria attività. Alla luce di tale importante studio che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” teneva a diffondere, affinché anche in Italia si approntino delle strategie di prevenzione e cura per combattere il fenomeno. E' necessario dunque che le aziende prendano provvedimenti poichè quando le pressioni di lavoro aumentano cala il benessere generale degli individui.

sabato 18 gennaio 2020

Immagini incredibili, branco di lupi assalta un cinghiale, furiosa battaglia nella notte per la vita - VIDEO

Immagini incredibili, branco di lupi assalta un cinghiale, furiosa battaglia nella notte per la vita - VIDEO Una notte di dura lotta di sopravvivenza, lotta della natura, tra lupi e cinghiali. Il video è stato postato su YouTube dal personale del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Immagini del 13 gennaio, ottenute con una fototrappola, nell'ambito delle azioni di monitoraggio faunistico, che mostrano il combattimento tra i lupi e i cinghiali selvatici. Il Parco accompagna il filmato spiegando che "lupi e cinghiali lottano per la sopravvivenza. Lo scontro si fa sempre più tremendo e cruento. Il respiro affannoso che si sente dietro la vegetazione, fa capire tutta l’asprezza di quella colluttazione. In questo caso però il cinghiale è bello grosso e il risultato della caccia non è affatto scontato. Alla fine il cinghiale, sembra che sia proprio lui a vincere questa battaglia, ma la sfida si ripete ogni giorno. E ogni notte. Nel Parco oltre l'80 per cento dell'alimentazione del lupo riguarda i cinghiali. Una lotta fino all’ultimo respiro, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, quella che raccontano le immagini di un video al link : https://www.youtube.com/watch?v=ykN2XOiPXr4.

Uova fresche biologiche ritirate per rischio microbiologico, l’annuncio del Ministero della salute.

Uova fresche biologiche ritirate per rischio microbiologico, l’annuncio del Ministero della salute. Avviso di richiamo è stato pubblicato dal sito del Ministero della salute per una serie di lotti di uova fresche da allevamento a causa di un rischio microbiologico Con un un avviso pubblicato oggi nella sezione dedicata ai richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori, il Ministero della salute ha comunicato il ritiro immediato dagli scaffali dei negozi di una serie di lotti di uova fresche biologiche da allevamento di galline libere di razzolare all'aperto a causa di un rischio microbiologico. Nel dettaglio, il richiamo riguarda il marchio di uova prodotte da Azienda Agricola OLIVERO CLAUDIO nello stabilimento di Monasterolo Di Savigliano, in provincia di Cuneo, in via Rigrasso n° 9. Il richiamo riguarda i lotti numero 1A130120, 1A140120, 2A130120, 2C130120 e 2C140120 del prodotto a marchio "Galantuomo" venduto in confezioni da sei uova o sfuse in tris da 30 uova e 20 uova, con scadenza al 08/11/18, 12/11/18, 15/11/18 e 19/11/2018. Il secondo avviso di richiamo riguarda i lotti numero 151118/3, 171118/3 e 191118/3 del prodotto a marchio OLIVERO CLAUDIO venduto ciascuno sfuso in tris da 4 uova, confezione da 6 uova e sfuse e con scadenze fissate a 28 giorni. A scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto dei medesimi lotti di appartenenza, di NON consumarlo ma a riportare le confezioni nei punti vendita dove hanno comprato le uova per un rimborso del costo.