giovedì 30 aprile 2020

Ambiente. Mare senza barche, squalo nel porto turistico: immagini straordinarie

Ambiente. Mare senza barche, squalo nel porto turistico: immagini straordinarie. Uno squalo spunta nelle acque della darsena di Sèle in Francia sul Mediterraneo. Si tratta di uno squalo azzurro, noto anche come verdesca, che in media può essere lungo dai 1,82 ai 3,3 metri. Lo Sportello dei Diritti: "La natura riguadagna i suoi spazi" A causa della quarantena da Coronavirus, molte meno barche, pescherecci e navi viaggiano per mare e un predatore si è avvicinato nel porto di Sèle, nel sud della Francia, una città tra mare, canali e stagno di Thau, chiamata la "Venezia della Linguadoca". Più precisamente si tratta di una verdesca, conosciuto anche come squalo azzurro. Uno squalo, appunto, che abita acque profonde temperate e tropicali in tutto il mondo. Accompagnato da diversi pesci pilota, si è spinto fino a riva nel porto turistico suscitando la curiosità dei presenti. Nel Mar Mediterraneo lo squalo azzurro non è raro, ma è invece rarissimo che si avvicini alla costa. E’ chiaro evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che è l’ennesima dimostrazione di come l’isolamento sociale di questi giorni, il fermo delle attività umane derivante dall’emergenza sanitaria in corso, abbia liberato spazi per la natura, concedendo agli animali quello di cui gli uomini si sono dovuti privare causa forza maggiore: la libertà di muoversi a loro piacimento in un mare sempre più pulito, un pianeta sempre più pulito. Quando tutto questo sarà finito bisognerà trattarlo con più rispetto, non potremo tornare ad inquinare questo pianeta. Ecco il video: ttps://youtu.be/fAXYIvLee2E

Covid-19, forse la svolta?. In Cina un possibile vaccino viene già prodotto su larga scala

Covid-19, forse la svolta?. In Cina un possibile vaccino viene già prodotto su larga scala In un laboratorio nel nord di Pechino, un uomo in camice bianco esibisce uno dei primissimi vaccini sperimentali contro il nuovo coronavirus. Sinovac Biotech, uno dei quattro laboratori cinesi autorizzati ad avviare studi clinici, sta pensando in grande. Anche se il suo vaccino non si è ancora dimostrato efficace, il gruppo privato afferma che è pronto a produrre 100 milioni di dosi all'anno per combattere il virus, che è apparso in Cina alla fine del 2019 prima di diffondersi in tutto il mondo. I ricercatori a Changping, un grande sobborgo della capitale, controllano la qualità del vaccino sperimentale, basato su agenti patogeni inerti, già prodotto in migliaia di copie. Nella sua scatola bianca e arancione, ha persino un nome: "Coronavac".Anche se il trattamento è ancora lontano dall'omologazione, il produttore deve dimostrare di essere in grado di produrlo su larga scala e sottoporre i lotti alle autorità per il controllo. Da qui il lancio della produzione anche prima della fine degli studi clinici. Se oltre un centinaio di laboratori globali competono per essere i primi a sviluppare un vaccino, meno di una dozzina ha finora avviato studi sugli esseri umani, secondo la School of Hygiene and Medicine Londra tropicale. Questo è il caso di Sinovac, che afferma di aver ottenuto risultati incoraggianti nelle scimmie, prima di somministrare per la prima volta il suo siero a 144 volontari a metà aprile a Jiangsu (est). Ma il laboratorio fondato nel 2001 non commenterà la data in cui potrebbe essere commercializzata la sua iniezione di mezzo millilitro. Secondo l'OMS, possono essere necessari dai 12 ai 18 mesi per produrre un vaccino.Sinovac, che impiega un migliaio di dipendenti, spera di ottenere i primi risultati in termini di sicurezza del suo prodotto alla fine di giugno, nell'ambito delle prove di fase 1 e 2, spiega alla stampa Meng Weining, direttore degli affari internazionali. Questi test consistono semplicemente nel verificare che il vaccino non sia pericoloso per l'uomo. Per assicurarsi che sia efficace, è necessario intraprendere uno studio di fase 3 con portatori del virus. Problema: ora "ogni giorno vengono segnalati solo pochi casi in Cina", ha affermato Meng. A meno che non vi sia una seconda ondata epidemica sul suolo cinese, il gruppo dovrà quindi testare persone positive all'estero. "Attualmente siamo in contatto con diversi paesi in Europa e in Asia", ha detto. "Un processo di fase 3 normalmente coinvolge diverse migliaia di persone. Non è facile ottenere queste cifre in qualsiasi paese", ha detto.Il gruppo si è comunque impegnato nel sud di Pechino per costruire un sito produttivo con una capacità di 100 milioni di dosi, che dovrebbe essere in grado di operare entro la fine dell'anno. "Lavoriamo giorno e notte, lavoriamo tutti e tre, il che significa che non perdiamo un minuto", afferma Meng. Riferito alla popolazione mondiale, un possibile vaccino Sinovac non sarebbe sufficiente per proteggere il pianeta. Ma il signor Meng assicura che il suo gruppo, quotato al Nasdaq, è pronto per "collaborazioni" con i suoi partner stranieri, ai quali vende i suoi vaccini esistenti contro l'influenza o l'epatite. Essere i primi a offrire un vaccino contro Covid-19 sarebbe una vendetta per la Cina, desiderosa di far dimenticare alla gente che la pandemia è iniziata a casa. "Stiamo ricevendo molto supporto dal governo cinese", ha dichiarato Meng. Oltre a Sinovac, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", Pechino ha approvato la sperimentazione clinica di altri tre vaccini sperimentali: uno lanciato dalla Scuola Militare di Scienze Mediche e dal gruppo biotecnologico CanSino; l'altro dall'Istituto di prodotti biologici e dall'Istituto di virologia di Wuhan, la città in cui è apparso il coronavirus; e uno finale del gruppo China Biotics, che ha iniziato le prove martedì con 32 volontari.

Coronavirus, alligatore vaga indisturbato per le strade in Florida. Con il lockdown gli animali si riprendono le città.

Coronavirus, alligatore vaga indisturbato per le strade in Florida. Con il lockdown gli animali si riprendono le città. Un alligatore è stato visto e ripreso mentre attraversa un incrocio in Florida. L'animale non ha trovato nessun umano sulla sua strada, quella di Francia in Florida, e quindi nessun ostacolo per la passeggiata "umana" nei giorni del lockdown da Coronavirus. Il video, girato da E. Scott-Marr, è stato condiviso migliaia di volte sui social. La polizia locale, dopo le numerose segnalazioni, ha scritto sulla sua pagina Facebook: «Questa mattina è stato avvistato un alligatore sulla strada. Abbiamo riferito alle persone che non c'è nulla che si possa fare, lasciamo che la natura faccia il suo percorso. Il motivo della presenza dell'animale è dettato dall'assenza delle persone in strada». I rettili, presenti da tempo anche nei centri abitati della Florida, sono sempre più affamati a causa della minore presenza di rifiuti per le vie. Secondo i media locali, gli alligatori stanno lottando per sopravvivere in città mentre le persone rimangono a casa durante la pandemia. Gli effetti del lockdown sugli animali selvatici però si stanno verificando in ogni parte del globo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" : «La natura si sta riprendendo una parte della nostra città». Da più parti giungono immagini di diverse specie che si sono avventurati sempre più nelle strade che sono state abbandonate a causa del virus. Nel Regno Unito, i cervi hanno conquistato le vie deserte di East London. Negli Stati Uniti, più utenti di Twitter hanno notato coyote che vagano per le strade di San Francisco durante il blocco di tre settimane. A Benidorm, una colonia di gabbiani si è lanciata su un anziano che portava in mano la busta della spesa. La gente del posto ha affermato che gli uccelli sono divenuti aggressivi ed hanno iniziato ad attaccare le persone nei brevi tragitti che gli separano dal supermercato alle loro dimore. E sostengono che la loro normale fonte di cibo sia svanita dopo la chiusura di bar e ristoranti. Ecco il video: https://youtu.be/vZGuMgm6IxE

martedì 28 aprile 2020

Acque, residui dei medicinali più tossici da un crostaceo.

Acque, residui dei medicinali più tossici da un crostaceo. A sostenerlo il gruppo di ricerca dell'Istituto Federale Svizzero di Scienza e Tecnologia dell'Acqua che ha scoperto che la sostanza dei medicinali viene assorbita e convertita in una sostanza ancora più tossica Ricercatori dell'istituto federale svizzero Eawag hanno messo in guardia, in una nota diramata oggi, un fenomeno di potenziamento dell'effetto tossico di residui di un medicinale, già di per sé velenosi per i pesci, da parte di un comune crostaceo. I rischi tossicologici delle sostanze liberate nella natura richiedono valutazioni più approfondite, sostengono gli studiosi dell'Istituto Federale Svizzero di Scienza e Tecnologia. Nella fattispecie Qiuguo Fu e colleghi si sono occupati della degradazione della sostanza attiva Diclofenac, contenuta in farmaci antinfiammatori molto diffusi. Il corpo umano espelle la sostanza praticamente intatta e questa, che passa inalterata gli attuali impianti di depurazione delle acque, si ritrova in fiumi e laghi e vi si accumula. Analogamente a quanto avviene per il Diclofenac, "giorno dopo giorno, tonnellate di sostanze attive di medicinali vengono scaricate negli ambienti acquatici del pianeta". Ricerche precedenti hanno già rivelato la tossicità del Diclofenac per fegato, reni e branchie dei pesci. L'équipe di ricerca guidata da Juliane Hollender, responsabile del dipartimento di chimica ambientale dell'Eawag, ha ora dimostrato che un prodotto di trasformazione della sostanza attiva è ancora più tossico della sostanza madre. I ricercatori sono giunti alle loro conclusioni lavorando con due specie comuni di gammari, dei crostacei. Li hanno esposti per 24 ore in laboratorio a diverse concentrazioni di Diclofenac, in realtà, molto più alte di quelle che si trovano nell'ambiente. I chimici hanno poi studiato il divenire della sostanza nei corpi dei crostacei scoprendo che il Diclofenac è stato convertito, grazie a un enzima, un catalizzatore di processi biochimici, di cui i gammari sono dotati, in un metabolita ancora più tossico. Il metabolita è poco solubile in acqua e quindi non viene facilmente eliminato dai gammari e si accumula nel loro corpo, passando poi ad altri organismi lungo la catena alimentare. È il fenomeno di accumulazione che preoccupa in particolare, dice Hollender, citata nel comunicato. È imperativo che questo tipo di reazioni sia preso in considerazione nella valutazione del rischio tossicologico effettuata per altre sostanze. Nuovi risultati indicano che questo fenomeno di biotrasformazione si verifica anche in organismi superiori come i pesci o gli esseri umani. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, tutti gli impianti di depurazione delle acque reflue dovrebbero essere dotati di un quarto stadio di trattamento per eliminare efficacemente i microinquinanti. Infatti, secondo lo studio dopo questi trattamenti avanzati, il Diclofenac non compare più nell'ambiente acquatico in concentrazioni significative. I risultati dello studio sono appena stati pubblicati sulla rivista Environmental Science & Technology.

Privacy e dati personali nel mirino dei criminali informatici con l’emergenza Coronavirus.

Privacy e dati personali nel mirino dei criminali informatici con l’emergenza Coronavirus. Interviene anche il Garante: attenzione al ransomware. Il programma che prende "in ostaggio" il tuo dispositivo Noi dello “Sportello dei Diritti”, nell’incessante lotta al crimine informatico che costituisce una delle tante attività in cui siamo impegnati a difesa dei cittadini, abbiamo più volte segnalato la pericolosa diffusione di programmi che s’installano sui nostri dispositivi a seguito della ricezione di messaggi, il più delle volte tramite email, sms o app social e che possono causare serie conseguenze, fino a minacciare la nostra stessa vita privata. Con un interessante articolo pubblicato in data odierna che riteniamo utile rilanciare, interviene in materia anche il Garante della Protezione dei Dati Personali per spiegare quali sono i rischi e come difendersi in un momento particolare, quale quello dell’Emergenza Covid-19, in cui siamo tutti più esposti a questi pericoli digitali. “L’emergenza sanitaria da Covid2019 - che porta molte più persone e per molto più tempo ad essere connesse online e ad utilizzare dispositivi digitali - sembra essere affiancata da un pericoloso “contagio digitale”, alimentato da malintenzionati che diffondono software “malevoli” per varie finalità illecite. Una delle attività più diffuse e dannose è attualmente il cosiddetto ransomware. 1. Cos’e’ il ransomware? Il ransomware è un programma informatico dannoso ("malevolo") che può “infettare” un dispositivo digitale (PC, tablet, smartphone, smart TV), bloccando l’accesso a tutti o ad alcuni dei suoi contenuti (foto, video, file, ecc.) per poi chiedere un riscatto (in inglese, “ransom”) da pagare per “liberarli”. La richiesta di pagamento, con le relative istruzioni, compare di solito in una finestra che si apre automaticamente sullo schermo del dispositivo infettato. All’utente viene minacciosamente comunicato che ha poche ore o pochi giorni per effettuare il versamento del riscatto, altrimenti il blocco dei contenuti diventerà definitivo. Ci sono due tipi principali di ransomware: • i cryptor (che criptano i file contenuti nel dispositivo rendendoli inaccessibili); • i blocker (che bloccano l’accesso al dispositivo infettato). 2. Come si diffonde? Anche se in alcuni casi (non molto frequenti) il ransomware può essere installato sul dispositivo tramite sofisticate forme di attacco informatico (es: controllo da remoto), questo tipo di software malevoli si diffonde soprattutto attraverso comunicazioni ricevute via e-mail, sms o sistemi di messaggistica che: • sembrano apparentemente provenire da soggetti conosciuti e affidabili (ad esempio, corrieri espressi, gestori di servizi, operatori telefonici, pubbliche amministrazioni, ecc.), oppure da persone fidate (colleghi di lavoro, conoscenti); • contengono allegati da aprire (spesso "con urgenza"), oppure link e banner da cliccare (per verificare informazioni o ricevere importanti avvisi), ovviamente collegati a software malevoli. In altri casi, il ransomware può essere scaricato sul dispositivo quando l’utente: • clicca link o banner pubblicitari su siti web (un canale molto usato è rappresentato dai siti per adulti) o social network; • naviga su siti web creati ad hoc o "compromessi" da hacker per diventare veicolo del contagio ransomware. Il ransomware può essere diffuso da malintenzionati anche attraverso software e app (giochi, utilità per il PC, persino falsi anti-virus), offerti gratuitamente per invogliare gli utenti al download e infettare così i loro dispositivi. E’ bene ricordare che ogni dispositivo "infettato" ne può "contagiare" altri. Il ransomware può diffondersi sfruttando, ad esempio, le sincronizzazioni tra dispositivi, i sistemi di condivisione in cloud, oppure può impossessarsi della rubrica dei contatti e utilizzarla per spedire automaticamente ad altre persone messaggi contenenti link e allegati che diventano veicolo del ransomware. 3. Come difendersi? La prima e più importante forma di difesa è la prudenza. Occorre evitare di aprire messaggi provenienti da soggetti sconosciuti o con i quali non si hanno rapporti (ad es. un operatore telefonico di cui non si è cliente, un corriere espresso da cui non si aspettano consegne, ecc.) e, in ogni caso, se si hanno dubbi, non si deve cliccare su link o banner sospetti e non si devono aprire allegati di cui si ognora il contenuto. Anche se i messaggi provengono da soggetti a noi noti, è comunque bene adottare alcune piccole accortezze. Ad esempio: - non aprire mai allegati con estensioni "strane" (ad esempio, allegati con estensione “.exe” sono a rischio, perché potrebbero installare applicazioni di qualche tipo nel dispositivo); - non scaricare software da siti sospetti (ad esempio, quelli che offrono gratuitamente prodotti che invece di solito sono a pagamento); - scaricare preferibilmente app e programmi da market ufficiali, i cui gestori effettuano controlli sui prodotti e dove è eventualmente possibile leggere i commenti di altri utenti che contengono avvisi sui potenziali rischi; - se si usa un pc, si può passare la freccia del mouse su eventuali link o banner pubblicitari ricevuti via e-mail o presenti su siti web senza aprirli (così, in basso nella finestra del browser, si può vedere l’anteprima del link da aprire e verificare se corrisponde al link che si vede scritto nel messaggio: in caso non corrispondano, c’è ovviamente un rischio). E’ inoltre utile: • installare su tutti i dispositivi un antivirus con estensioni anti-malware; • mantenere costantemente aggiornati il sistema operativo oltre che i software e le app che vengono utilizzati più spesso; • utilizzare dei sistemi di backup che salvino (anche in maniera automatica) una copia dei dati (sono disponibili soluzioni anche libere e gratuite per tutti i sistemi operativi). Con un corretto backup, in caso di necessità, si potranno così ripristinare i dati contenuti nel dispositivo, quantomeno fino all'ultimo salvataggio. 4. Come liberarsi dal ransomware? Pagare il riscatto è solo apparentemente la soluzione più facile. Oltre al danno economico, si corre infatti il rischio di non ricevere i codici di sblocco, o addirittura di finire in "liste di pagatori" potenzialmente soggetti a periodici attacchi ransomware. La soluzione consigliata è quella di rivolgersi a tecnici specializzati capaci di sbloccare il dispositivo. Un’alternativa efficace è quella di formattare il dispositivo: ma in questo caso, oltre ad eliminare il malware, si perdono tutti i dati in esso contenuti. Per questo è fondamentale (come suggerito) effettuare backup periodici dei contenuti (che è sempre una buona prassi) in modo da non perderli in caso di incidenti (es: danneggiamento del dispositivo, ecc.) o attacchi informatici che necessitano di interventi di ripristino. E’ sempre consigliabile segnalare o denunciare l’attacco ransomware alla Polizia postale (https://www.commissariatodips.it ), anche per aiutare a prevenire ulteriori illeciti. È possibile, inoltre, rivolgersi al Garante nel caso si voglia segnalare una eventuale violazione in materia di dati personali (furto di identità, sottrazione di dati personali, furto di contenuti, ecc.), seguendo le indicazioni della pagina https://www.garanteprivacy.it/home/diritti/come-agire-per-tutelare-i-tuoi-dati-personali “. Insomma, prevenire è sempre meglio che curare, diceva un detto quanto mai attuale anche in epoca di contagi fisici e, purtroppo anche “digitali”, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Perché è soprattutto innalzando la soglia della nostra attenzione che possiamo evitare intromissioni nei nostri dispositivi e quindi nella nostra vita da parte di questi malintenzionati. Nel caso siate comunque incappati in un problema analogo potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Nuovo Coronavirus, non solo tosse e febbre: sono sei in più i sintomi del covid-19

Nuovo Coronavirus, non solo tosse e febbre: sono sei in più i sintomi del covid-19. Fiato corto, tosse e febbre aggiunti brividi, ripetuti tremori, dolori muscolari, mal di testa, mal di gola, perdita di gusto e olfatto. Covid-19 una malattia subdola e dal decorso erosivo rapido e invalidante. Lo sanno bene i medici di ogni parte del mondo che stanno curando i contagiati, e che ogni giorno imparano qualcosa in più sugli effetti del nuovo coronavirus, sui sintomi e i 'danni' che provoca all'organismo umano. I Centers for Disease Control and Prevention hanno aggiunto sei sintomi alla loro lista sul coronavirus, suggerendo che gli esperti stiano acquisendo ulteriori informazioni nel corso della pandemia: brividi, ripetuti tremori con brividi, dolori muscolari, mal di testa, mal di gola, perdita di gusto e olfatto. In precedenza, l'agenzia sanitaria americana aveva elencato solo tre sintomi: fiato corto, tosse e febbre. Queste informazioni, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che arrivano in tempo reale dalla comunità scientifica, sono dunque della massima importanza perché indicano che Covid-19 è una malattia dai mille volti.

lunedì 27 aprile 2020

Coronavirus: la Francia sperimenta un farmaco anti-artrite efficace sui pazienti gravi

Coronavirus: la Francia sperimenta un farmaco anti-artrite efficace sui pazienti gravi Secondo uno studio francese non ancora pubblicato, il farmaco Actemra di Roche, sviluppato e approvato contro l'artrite reumatoide, potrebbe essere efficace contro il Covid-19 nei pazienti il cui stato è considerato grave. I primi risultati sono stati resi noti oggi "per motivi di salute pubblica", anche se devono essere affinati e consolidati e saranno oggetto di una pubblicazione in una rivista scientifica tra qualche settimana. Stando all'Assistenza pubblica-ospedali di Parigi (AP-HP), il trattamento ridurrebbe la proporzione di pazienti che devono essere trasferiti in rianimazione o deceduti, rispetto a coloro che hanno ricevuto un trattamento standard. Il mese scorso Roche, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, aveva comunicato di voler aumentare la produzione di Actemra (principio attivo tocilizumab), poiché era coinvolto in alcune sperimentazioni di fase 3 contro la polmonite da coronavirus.

Coronavirus, allarme dal Regno Unito: anche i bambini colpiti da una misteriosa sindrome

Coronavirus, allarme dal Regno Unito: anche i bambini colpiti da una misteriosa sindrome. Nelle ultime settimane c'è stato un aumento del numero di bimbi che presentano tre sintomi chiave di uno stato infiammatorio multisistemico Ieri sera i medici di tutto il Regno Unito hanno ricevuto un allarme urgente su una nuova sindrome correlata al coronavirus che colpisce i bambini. Una misteriosa sindrome, finora sconosciuta e riconducibile al coronavirus, starebbe diffondendosi tra i più giovani: pochi casi, per il momento, ma sufficienti per alzare al massimo l'allerta negli ospedali del Regno Unito. L'allarme è stato lanciato dalla rivisita medica Health Service Journal, dopo che un numero crescente di bambini è stato ricoverato in terapia intensiva a causa di uno stato infiammatorio dei vasi sanguigni. Sintomi che sembra possano essere correlati alla malattia Covid-19. «Nelle ultime tre settimane, in tutta Londra e anche in altre regioni del Regno Unito - si legge nella circolare inviata ai medici di base - c'è stato un evidente aumento del numero di bambini di tutte le età che presentano uno stato infiammatorio multisistemico, che richiede cure intensive». Un nuovo sintomo che ha generato «crescente preoccupazione», tra chi teme che «possa esserci un altro patogeno infettivo, non ancora identificato, associato a questi casi».Finora sono scarsi i dati a disposizione, sia a livello di sintomatologia sia di diffusione dell'infiammazione: alcuni tra i bambini ricoverati sono risultati positivi al Covid-19, altri sembra lo avessero contratto in passato e altri ancora no. I più giovani, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", sono sempre stati considerati a basso rischio coronavirus e, proprio per questo, adesso anche la Pediatric Intensive Care Society ha invitato i medici a "riferire con la massima urgenza casi analoghi".

domenica 26 aprile 2020

La truffa “Wangiri” o dello squillo telefonico. L’allarme della Polizia Postale

La truffa “Wangiri” o dello squillo telefonico. L’allarme della Polizia Postale: attenzione agli squilli dall’estero da numeri non esteri conosciuti. Non richiamare. Lo “Sportello dei Diritti”: la gran parte delle chiamate da prefissi + 216 (Tunisia) e + 44 (Gran Bretagna). Addebiti fino ad un euro e 50 al secondo Una delle truffe più frequenti è quella degli squilli che provengono da numeri esteri sconosciuti soprannominata con l’esotico nome “Wangiri”. Lo abbiamo segnalato solo qualche giorno fa noi dello “Sportello dei Diritti”, ma lo rilancia anche la Polizia Postale con un nuovo post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”: “E’ bene ricordare spesso alcune delle truffe più insidiose: la truffa dello squillo. Arriva una telefonata da un numero estero. Poco dopo ne arriva un’altra. A quel punto la curiosità spinge alcune persone a richiamare il numero, cadendo nella trappola dei truffatori. Può sembrare uno scherzo, ma arriva a costare anche 1,5 euro al secondo. Si tratta della truffa “Wangiri”, quindi attenzione alle telefonate che arrivano dall’estero, in particolare dalla Tunisia (+216) e dall’Inghilterra (+44), ma anche da altri paesi. Non richiamate i numeri sconosciuti, e, se non ne avete necessità, chiedete al vostro operatore di inibire le telefonate all’estero, in modo da non cadere nella rete dei truffatori nemmeno per sbaglio. Se doveste avere sospetti su eventuali squilli dall’estero segnalatecelo su (https://www.commissariatodips.it/segnalazioni/index.html )”. Non solo attenzione alla navigazione online, ai messaggini via social o via posta elettronica, ma la truffa corre anche con la classica linea telefonica del cellulare, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ovviamente, l’unico modo per evitare la spiacevole sorpresa di vedersi scalato il credito o un pesante addebito in bolletta è di non richiamare e se si ha qualsiasi sospetto di segnalarlo alla Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

In Tunisia riconosciute le prime nozze gay, in assoluto il primo matrimonio nel mondo arabo

In Tunisia riconosciute le prime nozze gay, in assoluto il primo matrimonio nel mondo arabo. Il neo-sposo tunisino ha 26 anni e suo marito francese ne ha appena compiuti 31. Lo Sportello dei Diritti: "Grande passo avanti nei diritti civili." L’associazione ‘Shams, per la depenalizzazione dell’omosessualità in Tunisia’, ha annunciato sulla propria pagina facebook che lo stato tunisino ha riconosciuto per la prima volta un matrimonio tra due omosessuali. "Si tratta di una prima assoluta in Tunisia e nel mondo arabo", scrive l’associazione in un post precisando che "il contratto di matrimonio tra un cittadino francese e un tunisino, sottoscritto in Francia, è stato riconosciuto in Tunisia ed annotato nell’atto di nascita dell’anagrafe tunisina". Il neo-sposo tunisino ha 26 anni e suo marito francese ne ha appena compiuti 31. Il tunisino ha anche appena ottenuto un visto per il ricongiungimento familiare. L’annuncio pubblicato il primo giorno di Ramadan, mese sacro per i musulmani, ha provocato molto rumore sui social e sui media. Il presidente dell’associazione Shams per la depenalizzazione dell’omosessualità in Tunisia, l’avvocato Mounir Baatour, ha affermato per primo il suo sentimento di meraviglia. Un fatto, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" che va nella giusta direzione di stabilire il principio del libero arbitrio dell’individuo e il principio di uguaglianza e non discriminazione.

Coronavirus: primo caso di un visone infetto nei Paesi Bassi

Coronavirus: primo caso di un visone infetto nei Paesi Bassi. Le autorità olandesi hanno isolato due fattorie di visoni nel sud dei Paesi Bassi domenica dopo la scoperta di animali risultati positivi al coronavirus, probabilmente infetti dopo il contatto con l'uomo. Le fattorie si trovano ad est di Eindhoven, nel Brabante Settentrionale, una delle regioni più colpite dall'epidemia nei Paesi Bassi dove la malattia ha ucciso oltre 4.400 persone e contaminato almeno 37.000 persone ."Il visone ha mostrato segni di contaminazione, come difficoltà respiratorie", ha affermato il ministero dell'agricoltura in una nota. I test hanno rivelato che i piccoli mammiferi soffrono della malattia di Covid-19. "Numerosi braccianti agricoli stavano mostrando i sintomi del coronavirus, quindi crediamo che li abbiano trasmessi agli animali", ha detto il dipartimento. Diversi casi hanno dimostrato che animali come le donnole "sono ricettivi al virus", ha aggiunto, aggiungendo che "al momento non ci sono prove che gli animali domestici o gli animali da allevamento abbiano un ruolo nella diffusione del virus ”. Il ministro dell'Agricoltura Carola Schouten ha tuttavia ordinato la chiusura di una strada che passa vicino alle due fattorie e ha consigliato al pubblico di non avvicinarsi a meno di 400 metri dagli stabilimenti. Gli allevatori dovranno segnalare alle autorità possibili problemi respiratori o un aumento del numero di decessi tra i visoni. L'allevamento di visoni per la commercializzazione della loro pelliccia è molto controverso nei Paesi Bassi. Nel 2016, il tribunale più alto del paese ha ordinato la chiusura delle fattorie entro il 2024. Episodio isolato, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", non c’è ragione di pensare che gli animali possano essere vettori dell’epidemia.

sabato 25 aprile 2020

Nuova campagna spamming a scopo estorsivo. Mail a gogo con falsi messaggi

Nuova campagna spamming a scopo estorsivo. Mail a gogo con falsi messaggi che c’invitano a pagare 2000 $ in bitcoin entro 24 per evitare la divulgazione di video intimi ai nostri contatti. Altra allerta della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: mantenete la calma e non pagate alcun riscatto. Il malintenzionato bluffa Ancora campagne di spamming a scopo estorsivo. Sembra non fermarsi il fenomeno nonostante l’attività della Polizia Postale a segnalarle e noi dello “Sportello dei Diritti” a rilanciarle. Questa particolare frode online si ripresenta sempre con messaggi che riportano un finto ricatto con il quale un fantomatico soggetto che dichiara di avere l’accesso ai nostri dispositivi prova ad estorcere una somma di denaro per evitare la divulgazione di video intimi a parenti e amici. Ed è sempre la Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” che con un post con lo screenshot della mail che riportiamo integralmente di seguito, c’illumina sul da farsi nel caso di ricezione di un messaggio del genere: «TI È ARRIVATA QUESTA EMAIL ESTORSIVA? Mantieni la calma e segui i nostri consigli "Sono consapevole, pr33fede, è la tua parola d'ordine. Ho bisogno della tua completa attenzione per le prossime 24 ore, o posso assicurarmi che tu viva senza sensi di colpa per il resto della tua vita. Ehi, non mi conosci personalmente. Eppure so tutto di te. Il tuo attuale elenco di contatti fb, i contatti del telefono cellulare più tutta l'attività virtuale nel computer dai precedenti 152 giorni." Inizia così l'email minacciosa inviata in questi giorni a molti utenti, spaventati dalla possibilità che qualcuno, al di là dello schermo, possa averli spiati, derubati di credenziali riservate, filmati nella loro intimità. Il ricatto prosegue, con la minaccia che se il malcapitato non pagasse una cospicua somma di denaro (ovviamente in criptovalute), le conseguenze per lui consisterebbe nella diffusione dei presunti video “intimi” a parenti, amici e datori di lavoro. L’elemento “terrorizzante” per l’utente è rappresentato dal fatto che i criminali sembrano conoscere la vera password della nostra casella di posta elettronica. Ma è tutto falso, ovviamente. Il fatto che i criminali dispongano della password (spesso non più attuale) della nostra casella di posta elettronica, è purtroppo motivato dal fatto che, all’interno dei mercati neri del darkweb, agiscono hacker senza scrupoli che, dopo aver condotto massive attività di phishing o di intrusione informatica, rivendono online i nostri preziosi dati. Tuttavia la semplice conoscenza di una password email non può mai bastare per permettere l’inoculazione nei nostri dispositivi di sofisticati virus in grado di spiare abitudini e comportamenti. Hai ricevuto anche tu questa email? 1. Mantieni la calma: il criminale non dispone, in realtà, di alcun filmato che ti ritrae in atteggiamenti intimi o di dati di accesso a siti pornografici e con tutta probabilità è in possesso di password non più valide dei nostri profili social o della nostra email 2. Non pagare assolutamente alcun riscatto: l’esperienza maturata con riguardo a precedenti fattispecie criminose (come #sextortion e #ransomware) dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto comporta quale unico effetto un ulterior accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro; 3. Proteggi adeguatamente la tua email (ed in generale i tuoi account virtuali): • cambia - se non hai già provveduto a farlo - la password, impostando password più complesse; • non utilizzare mai la stessa password per più profili; • abilita, ove possibile, meccanismi di autenticazione “forte”(due fattori) ai nostri spazi virtuali, che associno all’inserimento della password, l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono cellulare ; • aggiorna il sistema operativo; • Installa un antivirus o antimalware. • Controlla, grazie alla cronologia degli accessi, l’eventuale presenza di accessi non autorizzati ai tuoi spazi. Se sei in difficoltà o hai bisogno di aiuto scrivici su: https://www.commissariatodips.it/…/segnala-online/index.html ». Si tratta, insomma, di una classica frode online che si ripete ciclicamente, ma che altrettanto ripetutamente è trappola per tanti utenti della rete, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Tanto subdola, quanto facile da scoprire se si presta attenzione, si rimane calmi e si seguono i consigli della Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella truffa potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

venerdì 24 aprile 2020

Consegna a domicilio dei farmaci. Siglato protocollo tra Federfarma e Federazione Motociclistica Italiana (FMI).

Consegna a domicilio dei farmaci. Siglato protocollo tra Federfarma e Federazione Motociclistica Italiana (FMI). Lo “Sportello dei Diritti”: lodevole iniziativa anche il numero verde 800 189 521 Lockdown significa anche difficoltà a qualsiasi spostamento, figuriamoci per tanti pazienti e anziani che hanno bisogno di medicinali e che per la loro situazione sono impossibilitati a recarsi in farmacia, non avendo, peraltro, nessuno che gli possa aiutare. Per sopperire a questa problematica da non sottovalutare sono numerosi i Comuni che, a livello locale, in collaborazione con la Protezione Civile hanno inteso assicurare il servizio di consegna a domicilio dei farmaci. La svolta, per una gestione per così dire globale ed organizzata su scala nazionale arriva dal recentissimo protocollo siglato tra Federfarma, l’associazione nazionale che rappresenta le oltre 16.000 farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale e la Federazione Motociclistica Italiana (FMI), per favorire la consegna dei medicinali. Si tratta di un progetto lodevole che unitamente alla scelta di dedicare un numero verde, 800 189 521, per coloro che ne hanno necessità, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, meriterebbe di essere proseguito anche dopo questo drammatico periodo. Di seguito il comunicato di Federfarma che divulga l’iniziativa e le modalità di attuazione utili per i cittadini. “Federfarma comunica di aver siglato il 22 aprile 2020 un protocollo di collaborazione con la Federazione Motociclistica Italiana (FMI), una delle 42 Federazioni sportive riconosciute dal Coni nonché un’associazione di volontariato, per agevolare le farmacie nella consegna a domicilio dei farmaci attraverso il numero verde Federfarma 800 189 521. Com’è noto, Federfarma ha attivato dal 2015 un servizio gratuito di consegna a domicilio dei farmaci attraverso il numero verde 800 189 521, destinato a casi non urgenti e riservato esclusivamente a persone che sono impossibilitate a recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie, e non possono delegare altri soggetti. Il servizio, attivo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.30, prevede che l’operatore telefonico metta in contatto il cittadino con la farmacia più vicina, disponibile a effettuare il servizio, che concorda con l’utente le modalità di consegna del farmaco. Lo scopo del protocollo Alla luce delle difficoltà che incontrano le farmacie, in questa fase di emergenza sanitaria, a garantire la consegna a domicilio dei farmaci, Federfarma, d’intesa con FMI, che è anche un’associazione di volontariato riconosciuta dalla Protezione civile inserita nell’elenco nazionale di tali associazioni, ne ha chiesto l’attivazione al Dipartimento della Protezione civile a supporto dell’attività di consegna a domicilio dei farmaci anche a favore dei soggetti in quarantena precauzionale, non affetti da Covid-19. Modalità operative per le farmacie Pertanto, le farmacie contattate dal call center che risponde alle chiamate al n. 800 189 521 potranno richiedere l’intervento dei volontari di FMI per effettuare la consegna a domicilio dei farmaci. Per attivare l’intervento dei volontari la farmacia dovrà inviare una mail all’indirizzo dedicato emergenzacovid19@federmoto.it, specificando: Denominazione farmacia e indirizzo, nome, cognome e indirizzo del cittadino, costo dei farmaci richiesti (prezzo o eventuale ticket), data e ora dalle quali è possibile effettuare il ritiro dei farmaci stessi in farmacia. La farmacia, prima di inviare la mail di richiesta di intervento all’indirizzo suddetto, dovrà verificare se nell’elenco allegato alla presente circolare (all. n. 3) e pubblicato sul sito di Federfarma vi siano dei volontari nel Comune (o nelle località limitrofe) interessato dalla consegna. Il volontario attivato dalla centrale operativa di FMI, dotato di pettorina di riconoscimento ovvero della tessera associativa FMI e di dispositivi di protezione individuali, si recherà presso la farmacia per ritirare i farmaci pronti per la consegna e anticiperà l’importo dovuto dal cittadino relativamente al costo dei farmaci e di eventuali ticket. Il cittadino rimborserà tale importo al volontario al momento della consegna dei farmaci al proprio domicilio. Nel caso la consegna non dovesse andare a buon fine (per irreperibilità del cittadino, perché nel frattempo il cittadino ha provveduto in altro modo o per altri motivi), la farmacia attiverà la procedura di reso con rimborso integrale del costo anticipato dal volontario, da attuare secondo le procedure delineate dall’Agenzia delle Entrate. La consegna di medicinali con ricetta potrà essere effettuata solo dopo che il cittadino avrà inviato alla farmacia, tramite mezzi elettronici, numero della ricetta elettronica (NRE) e codice fiscale o promemoria elettronico. Nel sottolineare l’importanza e la valenza sociale dell’iniziativa, finalizzata sia a supportare le farmacie, fortemente sotto pressione in questa fase, sia ad andare incontro alle esigenze dei cittadini, si invitano i Colleghi a usufruire di questa opportunità, accettando le richieste di consegna a domicilio dei farmaci avanzate attraverso il numero verde Federfarma e facendo, quindi, ricorso, per la consegna, ai volontari di FMI”.

Coop richiama salviette umidificate per neonati CRESCENDO

Coop richiama salviette umidificate per neonati CRESCENDO. La catena dei supermercati sta richiamando a scopo precauzionale due lotti di salviette pelli sensibili perché alcune salviette si sono rivelate all’uso difettose e tali da presentare colorazione e/o odore anomali. Salviettine umidificate difettose potenzialmente pericolose. Il richiamo arriva dalla COOP. Le salviettine incriminate sono quelle per pelli sensibili. Al loro interno sarebbe stata rilevata colorazione e/o odore anomali. In alcuni casi, se utilizzate ripetutamente, potrebbero conferire temporanea pigmentazione alla pelle, che comunque regredisce con i lavaggi e col tempo, senza provocare altre reazioni. Nello specifico, si tratterebbe delle Salviettine Detergenti CRESCENDO Baby 72 pz e 72 +72 pz con codici a barra 8001120598516 e 80011205985323. Se avete acquistato queste salviettine, raccomanda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, basta quindi controllare il lotto: se coincide con quello oggetto di richiamo evitate di consumarle e riportatele presso il punto vendita, dove si provvederà alla sostituzione o al rimborso. La COOP si scusa per il disagio.

giovedì 23 aprile 2020

Video shock: due condor osservano minacciosamente tre barboncini dietro la finestra di un appartamento

Video shock: due condor osservano minacciosamente tre barboncini dietro la finestra di un appartamento. Il lockdown spiega i suoi effetti anche sulla natura Una donna cilena, Gabriela Leonardi, proprietaria di tre barboncini francesi, ha pubblicato un video a dir poco scioccante su TikTok prima che fosse ampiamente condiviso dai media spagnoli. Nella ripresa di circa un minuto è possibile vedere una coppia di condor, il noto rapace andino dalle grandi dimensioni, atterrare sulle ringhiere del balcone di un attico dopo aver individuato tre barboncini che, tutt’altro che spaventati, abbaiano eccitati mentre i giganteschi uccelli li tagliano fuori dalla finestra. Uno dei rapaci si muove lungo le ringhiere per avvicinarsi ai cagnolini ma la finestra di vetro continua a separare il predatore dalla preda. Il condor inizia a beccare la finestra nel tentativo di raggiungere uno dei cani. La donna autrice della ripresa è, tuttavia, convinta che gli uccelli siano innocui e vogliano solo giocare con i suoi animali domestici. Ha detto: "I condor continuano a venire qui parecchie volte negli ultimi tempi, il video di loro che giocano con i cani di cui tutti parlano è di un mese fa, ma soprattutto dal momento del lockdown sono stati sicuramente qui più frequentemente." Gabriela ha detto che circa due anni fa il più grande degli uccelli, un maschio, è stato avvistato fuori da casa sua, ma che in seguito era stato raggiunto da una femmina e poi anche un terzo uccello aveva iniziato a presentarsi. Ha ammesso che la loro presenza si è fatta più frequente dal momento del “blocco” dovuto all’emergenza “Coronavirus” e ha persino dato loro dell’acqua da bere. La proprietaria dei barboncini sta anche dando loro degli scarti dal suo barbecue. I condor, presenti da tempo anche nei centri abitati del Cile, sono sempre più affamati a causa dell’assenza di persone dalle strade locali determinate dal lockdown del coronavirus e dalla minore presenza di rifiuti per le vie. In natura, i condor preferiscono mangiare carogne, mentre i condor andini sono soliti cacciare anche piccoli animali vivi come uccelli, conigli e roditori. Secondo i media locali, i rapaci stanno lottando per sopravvivere in città mentre le persone rimangono a casa durante la pandemia. Gli effetti del lockdown sugli animali selvatici però si stanno verificando in ogni parte del globo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Da più parti giungono immagini di diverse specie che si sono avventurati sempre più nelle strade che sono state abbandonate a causa del virus. Nel Regno Unito, i cervi hanno conquistato le vie deserte di East London. Negli Stati Uniti, più utenti di Twitter hanno notato coyote che vagano per le strade di San Francisco durante il blocco di tre settimane. A Benidorm, una colonia di gabbiani si è lanciata su un anziano che portava in mano la busta della spesa. La gente del posto ha affermato che gli uccelli sono divenuti aggressivi ed hanno iniziato ad attaccare le persone nei brevi tragitti che gli separano dal supermercato alle loro dimore. E sostengono che la loro normale fonte di cibo sia svanita dopo la chiusura di bar e ristoranti. Ecco il video: https://youtu.be/_I251Wz5iM0

India, bimbo di 4 anni trascinato via e mangiato da un branco di maialini dopo essere uscito a giocare.

India, bimbo di 4 anni trascinato via e mangiato da un branco di maialini dopo essere uscito a giocare. Una storia davvero incredibile ed una tragedia immane quella che giunge dalla lontana India. Qui un bambino di 4 anni è stato aggredito, ucciso e parzialmente mangiato da un branco di maialini. Il ragazzo, identificato come V. Harshavardhan, martedì dopo aver lasciato la sua casa stava giocando fuori vicino a una discarica a Hyderabad, capoluogo dello stato di Telangana nell’India Meridionale. All'improvviso è stato trascinato via dagli animali nella discarica dove lo hanno attaccato e mangiato parte del suo corpo. Si pensa che abbia lasciato la capanna dove viveva, nella colonia Singareni, intorno alle 16:00 per giocare in una zona tranquilla nelle vicinanze. La polizia è stata chiamata dopo che i vicini hanno scoperto il corpo gravemente morso del ragazzo, riferisce l' International Business Times. Parlando con i media locali, il funzionario della Siadabad Station House K Srinivas ha dichiarato: "Un branco di maiali si aggirava attorno alla discarica e ha attaccato il bambino mentre giocava.Gli animali hanno parzialmente mangiato il corpo del ragazzo." I genitori del ragazzo, , evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che lo stavano cercando, arrivarono mentre gli ufficiali stavano cercando di identificarlo. Si ritiene che provenga da una famiglia di lavoratori in nero lasciati senza lavoro a causa del blocco del coronavirus.

UE: Ryanair dovrà essere più trasparente sui prezzi dei suoi voli sul suo sito web. Lo ha deciso la Corte di giustizia dell'Ue che ha confermato una sentenza precedente dell'Antitrust italiano.

UE: Ryanair dovrà essere più trasparente sui prezzi dei suoi voli sul suo sito web. Lo ha deciso la Corte di giustizia dell'Ue che ha confermato una sentenza precedente dell'Antitrust italiano. Ecco la Sentenza nella causa C-28/19 Ryanair Ltd e a./Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – Antitrust e a. : "I vettori aerei devono indicare, sin dalla pubblicazione delle loro offerte di prezzo su Internet, l’IVA applicata ai voli nazionali nonché le tariffe per il pagamento con carta di credito. Essi devono anche indicare gli oneri di web check-in qualora non sia proposta alcuna modalità alternativa di check-in gratuito" Le compagnie aeree devono indicare chiaramente, sin dalla pubblicazione delle loro offerte su internet, l'Iva applicata ai voli nazionali, le tariffe per il pagamento con carta di credito e gli oneri per il check-in, qualora non sia proposta alcuna modalità alternativa gratuita. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell'Ue pronunciandosi sul ricorso di Ryanair contro l'Antitrust italiano, che aveva sanzionato con una multa di 500'000 euro la compagnia per pratica commerciale sleale in quanto aveva pubblicato sul proprio sito prezzi ritenuti incompleti di alcuni dati. Nel 2011, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) aveva contestato a Ryanair di aver pubblicato sul proprio sito dei prezzi che non indicavano, sin dalla loro prima visualizzazione, l'importo dell'Iva per i voli nazionali, gli oneri di web check-in e le tariffe applicate in caso di pagamento con una carta di credito diversa da quella prescelta da Ryanair. Secondo l'Agcm, tali costi erano inevitabili e prevedibili, pertanto il consumatore avrebbe dovuto esserne informato fin da subito, ancor prima di avviare il processo di prenotazione. Per questo l'Antitrust italiano aveva multato Ryanair per pratica commerciale sleale. Il ricorso della compagnia aerea davanti al tribunale amministrativo italiano, è stato respinto in primo grado, così Ryanair ha fatto appello davanti al Consiglio di Stato. Quest'ultimo ha quindi chiesto chiarimenti alla Corte di giustizia dell'Ue che, nella sentenza odierna, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha stabilito che tutti i costi ritenuti inevitabili e prevedibili per il consumatore debbano essere indicati fin da subito in modo trasparente dalla compagnia aerea.

Allo Zoo del Bronx di New York diversi grandi felini positivi al Covid-19.

Allo Zoo del Bronx di New York diversi grandi felini positivi al Covid-19. Otto tra tigri e leoni sono risultati positivi. Solo una tigre è risultata asintomatica, mentre gli altri animali presentano un po' di tosse Sono otto i felini dello Zoo del Bronx positivi al coronavirus. Il primo caso accertato risale al 5 aprile, quando Nadia, una tigre malese, era risultata affetta da Covid-19. Ora è arrivata la conferma dal Wildlife Conservation Society che altre quattro tigri e tre leoni sono risultati positivi. Tutti gli animali testati presentavano tra i sintomi la tosse. Solo una tigre è risultata asintomatica ma positiva. Nessun altro felino presente nello zoo è stato infettato. Ora gli animali stanno piuttosto bene, mangiano e si comportano normalmente, e la tosse pian piano sta regredendo, fa sapere il WCS. È stato appurato che tigri e leoni sono stati infettati da un membro dello staff del parco, asintomatico, che è successivamente risultato positivo al coronavirus. Lo zoo ha ora introdotto nuove misure preventive per tutto il personale del parco, che rimane chiuso al pubblico. Per i test sui felini, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è ricorso all'esame delle feci, decisamente meno invasivo. Lo zoo di New York tramite il suo portavoce, ha tenuto a specificare che i test sui felini sono stati effettuati presso i laboratori veterinari, e non sono state utilizzate risorse destinate all'uomo.

mercoledì 22 aprile 2020

Comandante nave italiana infettato da coronavirus e portato in ospedale

Comandante nave italiana infettato da coronavirus e portato in ospedale: il porto di Anversa mette in quarantena una nave cisterna italiana Dopo la nave da crociera Costa Atlantica ormeggiata a Nagasaki con trentaquattro membri dell'equipaggio risultati positivi al test sul coronavirus, anche una nave cisterna appartenente alla compagnia di spedizioni Quarto è stata messa in quarantena. La nave che batte bandiera italiana è ormeggiata alla banchina 317 nel porto di Fifth Harbour. Il capitano è risultato positivo al virus corona. È stato trasferito in un ospedale di Anversa. A nessuno è permesso salire o scendere dalla nave, ha dichiarato il portavoce dell'autorità portuale di Anversa. Anche il primo ufficiale è risultato infetto, ma non mostra sintomi. Il resto dell'equipaggio di 18 uomini non risultano contagiati. Tutte le navi in arrivo devono presentare un certificato sanitario ad Anversa. Il capitano deve indicare con 24 ore di anticipo se ci sono (sospetti) malati a bordo e fornire un elenco degli ultimi dieci porti chiamati. Segue una proiezione della nave da parte di Saniport (FPS Public Health). È proprio il capitano della petroliera italiana, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che si è ammalato. Ora è in ospedale. Il porto di Anversa ha emesso un divieto di navigazione. "Normalmente, il primo ufficiale può assumere il comando del capitano se la compagnia di navigazione è d'accordo, ma ciò non è possibile a causa del test positivo del primo ufficiale", afferma Barbara Janssens del servizio stampa dell'autorità portuale.“La situazione è sotto controllo e viene attentamente monitorata. Non sappiamo ancora quando la nave potrà navigare. Seguiamo i consigli di Saniport. Questo collabora con i medici infettivi dell'Agenzia per la cura e la salute della comunità fiamminga ”, ha aggiunto il servizio stampa. Tale agenzia assiste la compagnia di navigazione a monitorare le condizioni dell'equipaggio, sia dal punto di vista medico che in termini di benessere.

martedì 21 aprile 2020

Nuove frodi online: Amazon nel mirino dei truffatori telematici con il falso messaggio email «il tuo account è stato bloccato».

Nuove frodi online: Amazon nel mirino dei truffatori telematici con il falso messaggio email «il tuo account è stato bloccato». L’allerta della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: verificate sempre gli spazi web prima di fornire dati personali e/o bancari La quarantena obbligata ha comportato un inevitabile aumento degli acquisti tramite le piattaforme online e tra queste, sicuramente su tutte vi è Amazon. Come abbiamo più volte sottolineato noi dello “Sportello dei Diritti”, la conseguenza dell’incremento di questo tipo di acquisti è l’attenzione di hacker e truffatori telematici verso la platea sterminata di utenti del colosso delle vendite telematiche che, quindi, devono prestare attenzione a non cadere nella loro rete che diventa sempre più sofisticata. L’ultima frode è quella del falso messaggio email che attraverso un’intensa attività di spamming può raggiungere un qualsiasi potenziale acquirente e trarlo in inganno nel momento in cui apprende che il proprio account sarebbe stato bloccato. In realtà non è così come spiega la Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” con un post dal seguente tenore: “AMAZON: IL TUO ACCOUNT È STATO BLOCCATO “Il tuo account è stato bloccato!!!”: E’ il messaggio contenuto in una falsa email Amazon, che informa l’utente di un inesistente blocco avvenuto sul proprio account. Abili truffatori, utilizzando il logo della famosa azienda di vendita online, e simulando l’indirizzo e-mail del Servizio clienti, informano l’utente che, a seguito di (inesistenti) tentativi di accesso non autorizzato, l’account sarebbe stato bloccato, e che per ottenerne lo sblocco occorrerebbe cliccare sul link indicato. Quel link, però, conduce l’utente all’interno di un sito di phishing, che riporta il logo contraffatto di Amazon ed un pulsante "crea un nuovo account" o "avvia sessione". Una volta cliccato su tale pulsante, l’utente viene indotto ad inserire le proprie credenziali di accesso, dati personali ed i codici bancari, che finiscono così nelle mani dei cyber-criminali. La polizia postale invita, ancora una volta, a verificare con la massima attenzione l’autenticità di tutti gli spazi web, prima di inserire qualsiasi dato personale e riservato.”. Non ci stancheremo mai di segnalare questo tipo di truffe, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Perché nonostante gli avvertimenti e gli inviti all’attenzione che continuamente rivolgiamo, sono ancora troppi i cittadini che, o per inerzia o perché si fanno prendere dall’impulso di perdere i benefit acquisiti su questo tipo di piattaforme, sono pronti a cliccare e a fornire irrimediabilmente propri dati personali e/o bancari. Il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale, di cestinare questi messaggi e se si hanno dubbi di abbandonare temporaneamente la navigazione, riaprire il browser o l’app e di digitare solo il sito o lo store ufficiale. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Tre statunitensi fanno causa all'OMS: avrebbe coperto la pandemia.

Tre statunitensi fanno causa all'OMS: avrebbe coperto la pandemia. Chiesti i primi risarcimenti ma per la legge americana l’Agenzia ha l’«immunità funzionale» Le dichiarazioni del presidente USA, Donald Trump, contro l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno sortito un primo effetto: tre cittadini di New York hanno fatto causa all’organizzazione in orbita ONU, ritenendo che questa avrebbe coperto la pandemia. Al momento sarebbe la prima azione legale contro l'Agenzia internazionale, e la causa avviata in un tribunale federale di White Plains, nella contea di Westchester. Secondo i tre cittadini americani, la colpa principale sarebbe la grave negligenza per la gestione e risposta al Covid-19. È possibile leggere nell’atto introduttivo che l’OMS «Ha gestito male la risposta al virus e le informazioni, impegnata in un insabbiamento della pandemia in Cina e ha contribuito o causato la successiva diffusione del virus in tutto il mondo, compresi gli Usa e lo stato di New York». I soggetti che si ritengono danneggiati si chiamano Richard Kling, di professione medico, Steve Rotker e Gennaro Purchia. In particolare, Kling e Rotker sono di New Rochelle, il primo focolaio dell'emergenza nello Stato federale più colpito dall’emergenza. Un’iniziativa che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, al contrario del possibile clamore, si rivelerà molto probabilmente un «buco nell’acqua», così come riferito dai giuristi statunitensi, stante «l'immunità funzionale» concessa all'Oms in tali casi, dalla stessa legge americana.

Venezia, nei canali a pochi passi da San Marco spunta una grande medusa - VIDEO

Venezia, nei canali a pochi passi da San Marco spunta una grande medusa - VIDEO Nelle ultime settimane, a causa del lockdown dovuto al coronavirus, la Natura ha riacquistato gli spazi che l’uomo aveva a lei privato. Sono tantissimi ormai le testimonianze, in tutta Italia, di animali selvatici che si riappropriano dei loro territori e si rendono visibili, a pochi fortunati. In particolare è il mare che regala le emozioni migliori: questa volta è il caso di una grande medusa ben visibile nell’acqua nei canali di Venezia, non lontano da piazza San Marco, che nuota a pochi centimetri sotto la superficie dell’acqua. Nello specifico si tratta di una RHIZOSTOMA, la medusa più grande del Mediterraneo. Le immagini emozionanti, evidenziano un'affascinante creatura plantonica con una combinazione di una incredibile trasparenza dell'acqua, fenomeno legato alla bassa marea e al traffico acqueo nella città lagunare che si è ridotto fortemente. Recenti studi, infatti, hanno dimostrato che le meduse non seguono solo passivamente le correnti marine ma “decidono” dove andare e si spostano in modo attivo, talvolta anche controcorrente, quindi sarebbero in grado di entrare nei canali veneziani.. Tuttavia le meduse sono tra gli organismi più odiati dall’uomo ma non dobbiamo dimenticare che popolano il pianeta da molto prima di noi (sono tra gli animali più antichi comparsi sulla Terra) ed hanno un ruolo ecologico molto importante; fungono infatti da “filtro” per l’acqua di mare e contribuiscono al mantenimento della catena alimentare. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ammirarli vitali, così da vicino, come nel caso del fortunato testimone, è una gioia per gli occhi e per il cuore. Ecco il video: https://youtu.be/2y5zJJb-QjM

COVID-19, lo studio: molto più di una polmonite, è un'infiammazione vascolare sistemica dei vasi sanguigni

COVID-19, lo studio: molto più di una polmonite, è un'infiammazione vascolare sistemica dei vasi sanguigni che può interessare il cuore, il cervello, i polmoni, i reni o ancora l'apparato digerente. Lo studio dell'Ospedale universitario di Zurigo è stato pubblicato nella rivista medica britannica " The Lancet" Il COVID-19 è molto più di una polmonite. Secondo uno studio di ricercatori svizzeri, si tratta di un'infiammazione vascolare sistemica. Questo spiegherebbe perché la malattia provochi così tanti problemi cardiovascolari e insufficienze agli organi vitali. I primi pazienti presentavano soprattutto polmoniti difficili da trattare, indica l'Ospedale universitario di Zurigo (USZ) in una nota odierna. In seguito, i medici hanno vieppiù constatato casi di disturbi cardiovascolari e di collassi multipli di organi senza un legame apparente con la polmonite. Il team di Zsuzsanna Varga presso l'USZ ha quindi esaminato al microscopio campioni di tessuti di pazienti deceduti e ha constatato come l'infiammazione tocchi l'endotelio, la parete interna dei vasi sanguigni, di diversi organi. Il virus SARS-CoV-2 ha potuto essere individuato nello stesso endotelio, in cui causa la morte delle cellule, poi dei tessuti e degli organi vitali. I ricercatori ne deducono che il virus non attacca il sistema immunitario attraverso i polmoni, ma direttamente attraverso i recettori ACE2 presenti nell'endotelio, che perde così la sua funzione protettrice. «La malattia COVID-19 può toccare i vasi sanguigni di tutti gli organi», riassume Frank Ruschitzka, direttore della clinica di cardiologia presso l'USZ, che suggerisce di ribattezzare questo quadro clinico «COVID-endoteliale».Si tratta di un'infiammazione sistemica dei vasi sanguigni che può interessare il cuore, il cervello, i polmoni, i reni o ancora l'apparato digerente. Genera inoltre gravi micro-perturbazioni della circolazione sanguigna che possono danneggiare il cuore o provocare embolie polmonari, e persino ostruire i vasi sanguigni nel cervello o nel sistema gastro-intestinale, sottolinea l'USZ. Se l'endotelio dei giovani pazienti si difende bene, lo stesso non si può dire di quelli a rischio che soffrono di ipertensione, diabete o malattie cardiovascolari, la cui caratteristica comune è una funzione endoteliale ridotta. A livello terapeutico, , evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ciò significa che occorre combattere la moltiplicazione del virus e nel contempo proteggere il sistema vascolare dei pazienti, conclude il professor Ruschitzka, citato nel comunicato. Tali studi sono stati pubblicati nella rivista medica britannica "The Lancet".

Aosta, bebè nasce positivo al Covid-19. Il parto è avvenuto la scorsa settimana in ospedale

Aosta, bebè nasce positivo al Covid-19. Il parto è avvenuto la scorsa settimana in ospedale Un neonato nato la scorsa settimana all'ospedale Beauregard di Aosta è risultato positivo all'infezione da nuovo coronavirus. Ne ha dato notizia questa mattina l'ANSA. Il parto è avvenuto la nella notte tra giovedì e venerdì scorsi. La madre, residente nella cintura del capoluogo valdostano, anche lei positiva, ha partorito con la febbre a 38. L'esito del test del tampone, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è arrivato il giorno successivo alla nascita del piccolo e l'ospedale di Aosta ha immediatamente riorganizzato la degenza nei suoi reparti di Ostetricia e Pediatria, per contenere eventuali rischi di contagio nella struttura.

Frammenti di vetro nella salsa di pomodoro. Allerta del Ministero della Salute

Frammenti di vetro nella salsa di pomodoro. Allerta del Ministero della Salute In data 20 aprile 2020 il Ministero della Salute ha pubblicato un provvedimento del 4 marzo di ritiro alimenti,. Il prodotto subito tolto dagli scaffali dei supermercati in cui viene venduto è il ‘Pomodoro Datterino – Salsa Pronta’. Il marchio dello stesso è Iper ed il nome del produttore è Bottega di Sicilia S.r.l. Lo stabilimento del produttore è situato a Vittoria, in provincia di Ragusa. Il Ministero della Salute rende note anche altre informazioni sensibili per il riconoscimento del prodotto sottoposto a ritiro alimenti. Nello specifico si tratta del lotto di produzione D304/19, con le date di scadenza o termine minimo di conservazione del 31/10/22 ed il 31/12/22. Il motivo del richiamo è dovuto dalla possibile presenza di vetro. Le bottiglie di salsa di pomodoro pronta sono esclusivamente dal contenuto di 330 grammi. Per chiunque si accorga di avere tale alimento in casa, è naturalmente possibile provvedere ad un cambio oppure ad una sostituzione. Basterà recarsi al punto vendita dove è avvenuto precedentemente l’acquisto. Lì poi occorrerà scegliere se provvedere per una sostituzione con un altro prodotto oppure con un rimborso. In casi come questa l’esibizione dello scontrino di riferimento non è necessaria. La nota dell'allerta si trova sull’apposito spazio web dello stesso Ministero. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a scopo precauzionale, raccomanda ai clienti di non consumare il prodotto oggetto del richiamo e di restituirlo al punto vendita d’acquisto. Si ricorda che l’autorità, in questo caso il Ministero della Sanità, può anche stabilire la revoca del ritiro e del richiamo dei prodotti.

Ideato un sensore che "fiuta" il coronavirus nell'aria

Ideato un sensore che "fiuta" il coronavirus nell'aria. È stato sviluppato da alcuni ricercatori svizzeri. Ancora necessari alcuni perfezionamenti Un apparecchio in grado di "fiutare" la presenza del coronavirus nell'aria in pochi minuti. È quanto riesce a fare un sensore, ancora in fase sperimentale, sviluppato da ricercatori del Politecnico federale di Zurigo, del locale ospedale universitario e dell'Empa, il Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca di Dübendorf (ZH). Il sensore è composto di nanoisole in oro sulle quali trovano posto recettori artificiali di DNA in grado di riconoscere il patrimonio genetico del SARS-CoV-2, si legge in una nota odierna dell'Empa, l'istituto di ricerca che dipende dal Politecnico federale di Zurigo (ETH). In laboratorio, il sensore è stato capace di riconoscere in pochi minuti un virus imparentato col Covid-19, ossia il SARS-CoV, una variante del virus responsabile dell'epidemia di Sars del 2003. Il sensore, mettono però in guardia i ricercatori, non è ancora pronto per essere impiegato su vasta scala. Sono infatti ancora necessari vari perfezionamenti prima che possa essere installato in luoghi affollati, come una stazione ferroviaria oppure l'apparecchio di aerazione di un ospedale. Questo sensore che potrebbe essere sviluppato per altri tipi di virus, in futuro, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, potrebbe essere installato in luoghi come le stazioni ferroviarie oppure gli ospedali per rintracciare per tempo la presenza dei virus. e potrebbe aiutare a prevenire l'insorgere di epidemie.

lunedì 20 aprile 2020

Occhio ai falsi siti di videoconferenza. Gli utenti di Zoom nel mirino dei truffatori telematici

Occhio ai falsi siti di videoconferenza. Gli utenti di Zoom nel mirino dei truffatori telematici. L’allerta della Polizia Postale: falsi siti ZOOM creati per rubare dati personali e risparmi. Lo “Sportello dei Diritti”: seguite i consigli della PolPost e non cliccate MAI su link che vengono proposti ma digitarli sempre dalla barra degli URL del sito ufficiale Tra lezioni online e call conference di lavoro o per motivi istituzionali, con l’emergenza “Coronavirus” è esplosa la richiesta di videoconferenze e di app o siti che consentono la videochiamata di gruppo. Tra tutte, una di quelle che si sta più diffondendo è ZOOM e, come accade sovente in rete, più un prodotto viene utilizzato da una platea crescente di utenti e più è possibile che malintenzionati lo clonino o utilizzino dei facsimili per perpetrare frodi online proprio a danni dei primi. Un concetto che noi dello “Sportello dei Diritti” ribadiamo da anni, ma che evidentemente non è ancora completamente inculcato nella mente di noi italiani, sempre più connessi, ma ancora disattenti e sempre vittime di truffe telematiche. Principale soggetto istituzionale a reprimere questo tipo di reati, ma anche a prevenirli, attraverso un’attività costante di comunicazione, è la Polizia Postale che per quanto riguarda questa nuova frode ha ritenuto dover segnalare con un nuovo post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” i rischi che possiamo correre ma anche i consigli per evitare problemi: “ATTENZIONE AI FALSI SITI DI VIDEOCONFERENZA Nel corso delle attività di monitoraggio e di alcune segnalazioni, abbiamo riscontrato la presenza di numerosi siti internet contenenti la parola “ZOOM”. Trattasi di siti che simulano falsamente la nota piattaforma di videoconferenza, in questo periodo particolarmente utilizzata per comunicazioni private, per scopi lavorativi come pure per la didattica a distanza. I falsi siti ZOOM sono in realtà appositamente creati da abili truffatori per rubare, attraverso phishing, i dati personali ed i risparmi di ignari utenti i quali, convinti di acquistare un abbonamento da Zoom, inseriscono nei siti-truffa i propri dati personali. La polizia postale raccomanda di non cliccare MAI sui link che vengono proposti ma di digitarli sempre dalla barra delle URL del sito ufficiale della società titolare del marchio e di verificare sempre con la massima attenzione l’autenticità dei siti internet o delle app nelle quali inseriamo i nostri dati personali, o che istalliamo nei nostri dispositivi.”. Un invito all’attenzione che noi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riteniamo utile rilanciare proprio in una fase delicata nella quale, come detto, l’utilizzo di tali strumenti cresce in maniera esponenziale. Come andiamo ripetendo da anni, dunque, il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Attenzione agli squilli dall’estero da numeri non esteri conosciuti. L’allarme della Polizia Postale

Attenzione agli squilli dall’estero da numeri non esteri conosciuti. L’allarme della Polizia Postale: non richiamare. Lo “Sportello dei Diritti”: la gran parte delle chiamate da prefissi + 216 (Tunisia) e + 44 (Gran Bretagna). Addebiti fino ad un euro e 50 al secondo La Polizia Postale ha lanciato un nuovo allarme per un incremento di segnalazioni e denunce per una nuova truffa telefonica che viene effettuata in un modo alquanto subdolo ma, purtroppo, anche efficace per gli interessi di questi malintenzionati. In questi giorni di clausura forzata, infatti, a decine sarebbero stati coloro che sono stati truffati a seguito di squilli di chiamate che provengono da numeri esteri non conosciuti e che, se richiamati, avrebbero portato salassi in bolletta o a scaricare il credito telefonico dello sfortunato utente. Con un semplice post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”, e con un articolo riportato dall’edizione della “Cronaca Umbria” de “Il Messaggero” la Polizia Postale ha segnalato il pericolo e il semplicissimo consiglio di non richiamare questi numeri: “ATTENZIONE AGLI SQUILLI SENZA RISPOSTA PROVENIENTI DA NUMERI ESTERI. SE RICHIAMATI POTREBBERO RISERVARE BRUTTE SORPRESE SULLA BOLLETTA O SULLA RICARICA TELEFONICA”. Sembrerebbe che la gran parte delle chiamate o meglio degli squilli truffaldini verrebbero dai prefissi + 216 (Tunisia) e + 44 (Gran Bretagna), rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ovviamente è sufficiente non richiamare per evitare la spiacevole sorpresa di vedersi scalato il credito o un pesante addebito in bolletta. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Medico rallentato da una vigilessa del Comando di Polizia Municipale di Lecce: arriva il comunicato del Presidente dell’Ordine dei Medici salentino

Medico rallentato da una vigilessa del Comando di Polizia Municipale di Lecce: arriva il comunicato del Presidente dell’Ordine dei Medici salentino. Si riconosca lo status di pubblici ufficiali Dopo l’increscioso episodio che nei giorni scorsi ha coinvolto un anestesista leccese rallentato ad un controllo da una vigilessa appartenente al Comando di Polizia Municipale di Lecce, mentre si stava recando presso la clinica per un’intervento urgente e rimbalzato sulle pagine di cronaca degli scorsi giorni dopo il tam tam sui social scatenato da un garbato sfogo dello stesso medico, arriva il comunicato stampa del Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Lecce, dottor Donato De Giorgi, che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile rilanciare per l’importante appello contenuto. Condividiamo, infatti, l’invito rivolto al governo per il riconoscimento dello status di pubblici ufficiali ai medici nello svolgimento del loro indispensabile servizio pubblico di paladini della salute dei cittadini, rivelatosi ulteriormente in tutta la sua insostituibilità in questa delicatissima fase storica. Di seguito il comunicato: " L'OMCeO di Lecce ringrazia il Sindaco C. Salvemini e l'Amministrazione Comunale di Lecce per la solidarietà espressa al nostro Collega nella vicenda in cui una vigilessa ha ostacolato il sollecito transito del Medico in una situazione di estrema urgenza. Non abbiamo certamente bisogno della retorica dell'eroismo, ma riteniamo che sia utile chiarire a tutti il ruolo decisivo della nostra professione, tra le tantissime difficoltà determinate dall'attuale emergenza. Le forze dell'ordine nazionali e locali sono impegnate, al pari degli operatori sanitari e in sintonia con essi, a garantire e presidiare la sicurezza e la salute dei cittadini. Ironizzare, dubitare, ostacolare da parte di una rappresentate dei primi l'attività svolta da un Medico urgentemente chiamato, non solo tenta (inutilmente) di alimentare conflittualità e delegittimazione, ma soprattutto esprime scarsa sensibilità (e forse conoscenza) del fatto che i Medici sono costantemente e “normalmente” impegnati nella loro professione per 24 ore al giorno, per tutti i giorni dell'anno (feste comprese), rinunciando spesso a interessi e necessità personali, trascurando amici e affetti; scarsa conoscenza che l'opera del Medico può concretamente determinare – come nel caso in questione – l'evoluzione favorevole di una situazione clinica acuta e compromessa, minuti nei quali si decide la vita o la morte di un essere umano o la qualità della sua esistenza futura; tale comportamento oggettivamente rinnega in maniera inammissibile la memoria e il sacrificio di oltre 120 Medici che in questi giorni, con la loro morte, hanno testimoniato una professione di solidarietà.È questa l'ennesima occasione perché la politica e il decisore legislativo accolga la nostra richiesta di vederci riconosciuto lo stato giuridico di Pubblici Ufficiali, preposti alla salvaguardia del bene più prezioso, la salute."

Covid-19 "forse trovata la cura"?

Covid-19 "forse trovata la cura"? Il laboratorio di Zurigo della Molecular Partners ha rivelato di aver identificato diverse proteine che possono neutralizzare SarsCov-2, la causa della polmonite virale Il laboratorio Molecular Partners, un'azienda biofarmaceutica in fase clinica con sede a Zurigo, ha lanciato un programma terapeutico contro Covid-19 in collaborazione con l'Ufficio federale della protezione della popolazione svizzero (UFPP). La società con sede a Schlieren, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, riferisce di aver identificato diverse proteine specifiche in grado di neutralizzare SarsCov-2, causa della polmonite virale. Queste proteine sono state combinate per agire su tre fronti contro il virus, in particolare impedendogli di penetrare nelle cellule umane, afferma un comunicato stampa diramato ieri sera. Le prime ricerche condotte con i virologi del laboratorio Spiez, sotto la supervisione dell'UFCP, hanno permesso d'identificare «centinaia di proteine» che possono avere qualità neutralizzanti. Molecular Partners sta già pianificando le condizioni di produzione a partire dal terzo trimestre.

domenica 19 aprile 2020

Covid-19, l’allerta di Proofpoint su virus che sfruttano le paure del coronavirus.

Covid-19, l’allerta di Proofpoint su virus che sfruttano le paure del coronavirus. La società di sicurezza ha emanato una nota internazionale su un nuovo rischio cyber Allerta in tutto il mondo per la diffusione di una marea di virus e malware che utilizzano il timore della gente riguardante il Covid-19 per truffare le persone. La conferma arriva dalla società di sicurezza Proofpoint. Gli esperti del gruppo continuano a monitorare le ultime notizie e i rapporti relativi alle attività dannose legate al coronavirus. Oltre ad un aumento complessivo dell'attività criminale nelle ultime settimane, il team ha osservato recentemente dei nuovi attacchi che sfruttano presunte cure per il coronavirus. Rimangono invece sempre presenti e numerose le campagne truffaldine in cui i delinquenti si fingono autorità sanitarie percepite come legittime per manipolare gli utenti e derubarli. La maggior parte di queste operazioni avviene tramite posta elettronica. Una nota campagna fraudolenta di questo tipo arriva dall'Italia, e ha sorpreso Sophos, azienda di sicurezza informatica inglese, per quanto sia precisa e specifica: l'e-mail inviata alle "vittime" è scritta in italiano corretto e nella tipica forma di un messaggio originale, i truffatori si firmano fingendosi un funzionario italiano dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), fanno riferimento ai numeri e alle cifre corrette di infezioni in Italia, ed esortano in particolare gli italiani a leggere il documento. In altre parole, i truffatori non hanno solo fatto uscire un messaggio generalizzato a tappeto cercando di capitalizzare le paure globali, ma hanno dato alle loro email truffaldine un sapore regionalizzato, e non capita spesso. In ogni caso, impiantando un malware chiamato "Trickbot" sul computer, i truffatori si insidiano all'interno della rete, dove possono raccogliere password e dati. All'inizio di febbraio Sophos aveva anche esposto dei truffatori che hanno realizzato un facsimile del sito web dell'OMS, sul quale hanno fatto apparire una casella dove inserire i propri dati di posta elettronica per poter continuare a navigare sul sito finto, e ottenendo così l'accesso alle e-mail. Sempre più resistenti - Kaspersky ha rilevato, già lo scorso anno, degli attacchi realizzati con un virus chiamato "xHelper Trojan" sugli smartphone Android. In un rapporto pubblicato ad inizio aprile, l'azienda di sicurezza ed esperta di software antivirus ha confermato che continuano ad essere realizzati attacchi di questo tipo. In questo caso (per il momento) non viene utilizzato il panico legato al Covid-19, ma il malware si traveste da popolare applicazione per la pulizia e la velocizzazione degli smartphone, perciò, bisogna avere la massima cautela quando si scaricano delle Apps da degli store non ufficiali. La caratteristica principale di xHelper è la capacità di sopravvivenza: una volta entrato nel telefono, in qualche modo riesce a rimanervi anche dopo che l'utente lo cancella e ripristina le impostazioni di fabbrica. Sempre più spietati - L'interpol ha lanciato l'allarme a tutti gli organi di polizia di tutti i Paesi: sono aumentati fortemente gli attacchi hacker contro gli ospedali e le strutture sanitarie. Facendo leva sullo stress, la stanchezza, e le tante ore di lavoro messe in pratica in questo periodo dal personale sanitario, le offensive utilizzano finti aggiornamenti, inviti a seminari inesistenti e altre tecniche per far aprire dei link infetti nei PC di medici e infermieri. In seguito si infiltrano nella rete della struttura, bloccandone l'accesso. Per sbloccarlo, chiedono solitamente un riscatto in bitcoin. È successo recentemente in Italia, dove un attacco è stato sventato all’Istituto Spallanzani di Roma. Come proteggersi - Proofpoint ha infine riassunto in sei punti ciò che bisogna fare, e sapere, per proteggersi al meglio dagli attacchi informatici. - Siate consapevoli del fatto che ci sono dei rischi, e che dei truffatori sono pronti a fare del loro meglio per ingannarvi. Rimanete sempre scettici nei confronti delle informazioni che potreste vedere o sentire in internet. - Diffidate delle e-mail, messaggi, e comunicazioni di ogni tipo che prometto pagamenti o incentivi. - Generalmente, le autorità non usano mai la posta elettronica per raccogliere informazioni sui cittadini. - Non fornite mai il vostro numero di conto bancario, i nomi utente e le password, o altre informazioni personali in risposta a qualsiasi richiesta online, ed evitate di cliccare i link presenti nelle e-mail. Se avete dubbi, rivolgetevi sempre prima agli istituti autorizzati per avere conferma. - Create nomi utente e password unici per ogni account che avete, riducendo così il rischio di venir compromessi in modo ampio. - Verificate che i siti web siano legittimi: si può effettuare cliccando sull'icona del lucchetto, a sinistra dell'indirizzo URL (quello che inizia con http, oppure www). Verificate che il nome del server sia la vostra destinazione desiderata. - Consultate più fonti, soprattutto quelle ufficiali, per evitare la disinformazione. Diffidate da ciò che leggete sui social media o su siti poco conosciuti, potrebbero essere messaggi di spam, fake-news, o informazioni ingannatorie. Non ci stancheremo mai di ripetere a tutti i cittadini di prestare attenzione a tutti i messaggi che giungono sui nostri dispositivi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Che siano attraverso Whatsapp, Facebook, qualsiasi altro social o via email, verifichiamo sempre la correttezza delle notizie e se del caso, comunichiamo a coloro che ce l’hanno trasmesse l’errore commesso nel diffonderle. Adottando comportamenti responsabili e non avendo timore di sensibilizzare anche gli altri in tal senso, potremo contribuire ad uscire dall’emergenza e ad affrontare la crisi con mezzi certi e senza la confusione derivante dalle falsità.

Taranto, nel porto spunta un branco di tonni: ecco le indite immagini

Taranto, nel porto spunta un branco di tonni: ecco le indite immagini L’emergenza Coronavirus ha fatto sì che la Natura riacquistasse gli spazi che l’uomo aveva a lei privato. In queste settimane sono tantissimi ormai le testimonianze, in tutta Italia ma nel Mondo in generale, di animali selvatici che si riappropriano dei loro territori e si rendono visibili, a pochi fortunati. In particolare è il mare che regala le emozioni migliori: dagli squali avvistati a Pozzuoli, passando per le Balenottere avvistate all’isola d’Elba e nello Stretto di Messina, passando per i delfini. Le acque del Golfo di Taranto sono già in condizioni normali protagoniste di avvistamenti di questo tipo, in queste settimane ancora di più. Le immagini inedite del 18 aprile, riguardano un branco di splendidi tonni, di bella taglia in splendida forma che si è avvicinato alla barca di un pescatore, nel porto di Taranto e indisturbati ed in maniera così placida addirittura dentro un porto, mangiano, quasi dalle sue mani, un'esca gettata in mare per l'occasione. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ammirarli vitali, così da vicino, come nel caso del fortunato testimone, è una gioia per gli occhi e per il cuore. Ecco il video: https://youtu.be/MDMVRyco_DI

Air Dolomiti ha in programma due nuovi voli di rimpatrio dalla Romania per i cittadini italiani.

Air Dolomiti ha in programma due nuovi voli di rimpatrio dalla Romania per i cittadini italiani. La compagnia aerea italiana del Gruppo Lufthansa, annuncia di aver pianificato due nuovi voli di rimpatrio commerciale per i cittadini italiani all'estero il 21 aprile 2020. Dopo i voli speciali effettuati nelle ultime settimane dalle città di Riga, Vilnius, Bucarest e Sofia, la compagnia aerea sta organizzando due voli aggiuntivi per aiutare i cittadini italiani a tornare in Italia. In accordo con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Compagnia organizzerà due collegamenti da Bucarest che partiranno martedì 21 aprile alle 13:35 e 14:35, ora locale, rispettivamente. I voli atterreranno prima all'aeroporto di Roma Fiumicino e poi proseguiranno per Milano Malpensa. “In questo particolare momento storico, le restrizioni sui collegamenti aerei sono un limite per tutti coloro che desiderano tornare a casa. Air Dolomiti è fortemente motivata a continuare l'attività di rimpatrio avviata nelle ultime settimane in collaborazione con la Farnesina, con la quale la Società ha avviato una buona collaborazione e un dialogo tempestivo per sostenere il rimpatrio dei cittadini italiani all'estero ” commenta Joerg Eberhart, Presidente e CEO di Air Dolomiti. La compagnia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti" sta lavorando per organizzare altri voli di rimpatrio. Tutti gli aggiornamenti sui voli sono disponibili sul sito Web o attraverso il portale del Ministero degli Affari Esteri https: //www.esteri.it/mae/it/ .

Aereo da caccia a terra lancia erroneamente un razzo, uccidendo cinque persone - VIDEO

Aereo da caccia a terra lancia erroneamente un razzo, uccidendo cinque persone - VIDEO Il 17 aprile, l'equipaggio di Sukhoi Su-25, un aereo da attacco al suolo dell'aeronautica del Ciad (Force Aérienne Tchadienne) ha sparato per errore un razzo mentre era a terra. Il proiettile fu espulso dall'aereo mentre l'equipaggio si stava preparando per un'altra missione dalla base aerea di Kossei, nella parte militare dell'aeroporto di N'Djamena, in Ciad. Immediatamente dopo il lancio, il missile ha attraversato un camion del carburante vuoto dell'Aeronautica francese colpendo un aereo da trasporto Lockheed C-130 Hercules dell'Aeronautica francese parcheggiato. Il missile ha successivamente colpito una casa vicina appartenente a un alto ufficiale del Ciad. Secondo le notizie locali, l'esplosione ha ucciso cinque persone, tra cui tre bambini. Mentre le ampie prove circostanziali, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. indicherebbero un errore umano, è in corso un'indagine per determinare le circostanze di questo incidente. Ecco il video: https://youtu.be/uytOrQKeO0M

Scrive “help” sulla spiaggia, naufrago salvo su un’isola deserta - VIDEO

Scrive “help” sulla spiaggia, naufrago salvo su un’isola deserta - VIDEO. Kayaker in difficoltà approdato su un'isola remota nella baia di Jamaica Bay, trovato dalla polizia di New York Un’onda anomala e il naufragio. E poi l’idea di scrivere “help” con un bastoncino sulla sabbia: un’intuizione che ha salvato la vita al fortunato naufrago. E’ successo poco dopo le 23:15 di giovedì, quando un uomo di 36 anni è naufragato su un’isola deserta nella Jamaica Bay, a sud-est di New York City, dopo essersi imbarcato su un kayak. Colto di sorpresa da un’onda anomala che ha rovesciato l’imbarcazione su cui navigava, il kayaker ha raggiunto l’isoletta disabitata in mezzo al nulla. Ma lungi dall’abbattersi rassegnandosi al proprio destino, l'uomo dopo avere accesso un falò ha scritto “Help” sulla spiaggia a caratteri cubitali, sperando che qualcuno la notasse. E a differenza di quanto accade nei film, quando spesso i naufraghi protagonisti devono attendere un tempo interminabile prima che i loro messaggi di aiuto vengano notati, come nel film di Tom Hanks Cast Away il messaggio ha subito catturato l’attenzione di un equipaggio della NYPD degli Stati Uniti, che lo ha soccorso e portato in salvo. Ora il naufrago sta bene, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, secondo quanto riporta la fonte di stampa locale. Un video condiviso dalle operazioni speciali della polizia di New York mostra l'uomo che agita furiosamente le braccia verso gli ufficiali prima che un elicottero arrivi sulla spiaggia. Ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=UttN1VxQWzo

sabato 18 aprile 2020

Aguglia imperiale lunga due metri a ridosso del molo del porticciolo: raro trovarle sotto costa - VIDEO

Aguglia imperiale lunga due metri a ridosso del molo del porticciolo: raro trovarle sotto costa - VIDEO Una bellissima Aguglia imperiale di circa due metri immortalata mentre sta nuotando nello specchio d’acqua davanti un molo di un porticciolo. L’animale è stato filmato e il video è stato postato su WhatsApp diventando virale. Nella clip si vede all’improvviso spuntare una sagoma di colore scuro sul dorso, argenteo con riflessi violacei sui fianchi e tendente al bianco sul ventre. Questo pesce un tempo si trovava perlopiù nelle acque meridionali, ma da un po’ di tempo è migrato verso nord. Preferisce però il mare aperto, ed è raro vederlo sotto costa. Quello avvistamento è stato un fuori programma che difficilmente i testimoni dimenticheranno Il timore per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è che qualcuno pensi di pescarla. Ecco il video: https://youtu.be/vHOgVgY7uSs

Paura in India: un leopardo prova ad attaccare un cane. Il video virale dell’attacco su internet

Paura in India: un leopardo prova ad attaccare un cane. Il video virale dell’attacco su internet Un cane sonnecchia tranquillo all'interno del cortile di un bungalow in India quando un leopardo salta improvvisamente la recinzione di almeno 2 mt di altezza per attaccarlo. L'incontro tra i due è impressionante: il cane abbaia spaventato mentre il predatore lo afferra. Alla fine quest'ultimo decide di andarsene, probabilmente a causa della presenza umana. I proprietari del cane hanno presentato una denuncia agli ufficiali forestali sull'incidente. I leopardi in India sono una specie a rischio e protetta, ma a causa della deforestazione e degli insediamenti in prossimità della foresta sempre più felini entrano nei villaggi in cerca di cibo. Il video, girato il 9 aprile, ha fatto il giro del web ed in poche ore è diventato virale in tutto il mondo. Il filmato conferma, ancora una volta, come la deforestazione selvaggia negli anni in India ha modificato l'equilibrio biologico dei predatori e non solo e ne ha alterato il comportamento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. I leopardi, attaccano spesso l’uomo, specialmente quegli che vivono ai margini della foresta o dei Parchi Nazionali. Difficilmente i morsi sono letali, ma le aggressioni possono essere molto pericolosi anche nei confronti degli animali domestici. Ecco il video: https://youtu.be/NWnbL6FcsXI

Falso messaggio Whatsapp con un “Programma Riaperture sullo Sviluppo Fase 1-2-3” dell’ANSA che ha denunciato la falsa notizia.

Falso messaggio Whatsapp con un “Programma Riaperture sullo Sviluppo Fase 1-2-3” dell’ANSA che ha denunciato la falsa notizia. Arriva l’allerta della Polizia Postale sui falsi messaggi Whatsapp. Lo “Sportello dei Diritti”: fermiamo queste catene di disinformazione e verifichiamo le notizie solo sui siti istituzionali Lo ripetiamo da giorni noi dello “Sportello dei Diritti” che è assolutamente necessario interrompere la catena di false notizie che già nei momenti normali della vita quotidiana possono creare caos, disordine, paure o false aspettative, figuriamoci in piena emergenza “Coronavirus”. Come abbiamo già detto e come non ci stancheremo di ribadire, la responsabilità di simili comportamenti spetta in primo luogo a ciascuno di noi, alla nostra capacità di non farsi prendere dal primo messaggino condiviso sui social e al dovere d’informarsi correttamente e a non contribuire alla diffusione di fake news. La sensibilità collettiva, in questo senso, potrà essere fondamentale per uscire dall’emergenza e ripartire dalla crisi. Ma evidentemente, c’è chi ancora approfitta delle ansie dei cittadini per innescare pericolosi circoli viziosi, come coloro che stanno diffondendo tramite Whatsapp un “Programma Riaperture sullo Sviluppo Fase 1-2-3” con tanto di marchio dell’ANSA che, ovviamente ignara, ha denunciato alla Polizia Postale questa fake news A segnalarlo anche questa autorità sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” che con un post e lo screenshot della falsa immagine ANSA, ha voluto comunicare quanto segue: «Sta circolando sulle piattaforme social e in particolare su Whatsapp una Fake News della Agenzia giornalistica ANSA, secondo la quale sarebbe stata calendarizzata la riapertura delle attività post covid19. La fake news è particolarmente grave in quanto, per avvalorare la notizia, utilizza il logo dell’Agenzia al fine di confondere inevitabilmente l'utente sulla veridicità e sulla provenienza dell’informazione. Si invitano tutti gli utenti a consultare le notizie sui siti di origine, diffidando da messaggi o news che non siano direttamente verificabili rispetto alla fonte di provenienza. L’Agenzia ANSA ha formalmente sporto denuncia alla Polizia Postale, che sta indagando per risalire ai responsabili.» Non ci stancheremo mai di ripetere a tutti i cittadini di prestare attenzione a tutti i messaggi che giungono sui nostri dispositivi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Che siano attraverso Whatsapp, Facebook, qualsiasi altro social o via email, verifichiamo sempre la correttezza delle notizie e se del caso, comunichiamo a coloro che ce l’hanno trasmesse l’errore commesso nel diffonderle. Adottando comportamenti responsabili e non avendo timore di sensibilizzare anche gli altri in tal senso, potremo contribuire ad uscire dall’emergenza e ad affrontare la crisi con mezzi certi e senza la confusione derivante dalle falsità.

venerdì 17 aprile 2020

Biomodulina T, uno dei 22 medicinali contro il Covid-19, a Cuba.

Biomodulina T, uno dei 22 medicinali contro il Covid-19, a Cuba. È un farmaco sicuro per il trattamento dei pazienti contagiati e per la protezione preventiva dei gruppi a rischio. La biotecnologia cubana ha una cattedra nel panorama internazionale da vari decenni. Nonostante l'embargo commerciale che il governo degli USA sostiene contro l’Isola dal primo gennaio del 1959, la guida del lider maximo in Capo, Fidel Castro Ruz, ha permesso che il campo della scienza e la tecnica in Cuba si trasformasse in uno dei pilastri del paese, guadagnando un forte prestigio mondiale che pone l'Isola in condizioni favorevoli per affrontare la pandemia globale del COVID – 19. Nel contesto della lotta contro questa contagiosa malattia, una delle istituzioni di riferimento dell'industria biotecnologica cubana, il Centro Nazionale dei Biopreparati (Biocen), si ratifica all’avanguardia tra i produttori di farmaci che l’Isola necessita per combattere il nuovo coronavirus, garantendo la produzione integra del Interferone Alfa 2b Umano Ricombinante, e include, come prodotto endogeno del centro, la fabricazione a grande scala della Biomodulina T. Tamara Lobaina Rodríguez, direttrice generale del Biocen, ha riferito che si stratta di un immuno-modulatore fabbricato con prodotti naturali, che offre un’efficacia sicura nel trattamento di problemi respiratori in pazienti anziani, per cui e stato considerato tra i 22 medicinali di prima linea per combattere il COVID-19 in Cuba. La dirigente ha spiegato che questo farmaco è destinato soprattutto ad elevare il sistema immunologico di pazienti malati e in forma profilattica tra il personale che lavora direttamente con contagiati e casi sospetti. Le autorità sanitarie cubane hanno chiarito che non si tratta di un medicinale che evita il contagio con il nuovo coronavirus, ma assicurano che aiuta a stimolare il sistema immunitario delle persone che appartengono a questi gruppi vulnerabili, per far sì, in caso d’infezione, che la risposta al virus sia migliore e presentino meno complicazioni. José de Armas Rodríguez, direttore aggiunto del Biocen, ha informato che l’Istituzione dispone di cinque impianti di produzione tra i quali c’è quello degli ingredienti attivi, dove si produce il composto necessario per l’elaborazione della Biomodulina T, un medicinale che si ottiene con buoni risultati da più di 12 anni in questo centro. «In tutte le sue produzioni, ha detto lo specialista, l’istituzione è soggetta alle buone pratiche di produzione farmacologica, avallata da un forte sistema di controllo della Qualità. De Armas Rodríguez ha segnalato che l’entità sta gestendo con il gruppo delle Imprese BioCubaFarma, i prodotti necessari per la produzione della Biomodulina T per il mercato nazionale in maniera che si garantisca a tempo la produzione del farmaco e non si formino spazi vuoti nei processi di fabbricazione. Ciò consentirà di essere in condizione d’elevare i volumi di produzione nel caso in cui esistesse una domanda maggiore. «Abbiamo identificato alcuni dei problemi del centro nel settore della fabbricazione e, contando con la disposizione del personale della nostra istituzione stiamo vedendo la possibilità d’incrementare gli orari di lavoro. Questo ci darebbe la possibilità d’aumentare la capacità di produzione del Biocen e coprire la domanda nazionale e i contratti che potremmo avere rispetto all’esportazione», ha precisato. Gli studi realizzati nel Biocen dalla dottoressa Mary Carmen Reyes Zamora, capo del gruppo delle Prove Cliniche del centro, rivelano che la Biomodulina T è un immuno-modulatore biologico, di provenienza totalmente naturale, composto da frazioni specifiche del timo bovino. La sua azione principale consiste nella stimolazione della produzione dei Linfociti T rinforzando la differenza delle cellule linfoblastoidi del timo, una delle principali ghiandole del sistema immunologico. «La ghiandola del timo gioca un ruolo vitale nel sistema immunitario, producendo e secernendo un congiunto di polipeptidi e ormoni che agiscono sulla differenziazione delle cellule T, assicurando lo sviluppo normale dei meccanismi d’immunità cellulare e umorale dipendenti dal timo, e in particolare la maturazione e la differenziazione dei linfociti T. La specialista ha aggiunto che questo medicinale di tipo iniettabile, è registrato per gli stati di disfunzione immunologica di tipo cellulare, come le infezioni respiratorie negli anziani. L’efficacia e la sicurezza del suo uso per combattere queste malattie in questi gruppi di popolazione, è avallata dalle sue indicazioni mediche e, commerciato da vari anni, presenta minime reazioni avverse. «L’effetto farmacologico e la sicurezza della Biomodulina T sono stati dimostrati in modelli animali e in prove cliniche negli umani. Il prodotto ha indicazioni cliniche per il trattamento delle infezioni respiratorie ricorrenti nei pazienti geriatrici. con associazione al suo effetto immuno-restauratore», ha conlcuso. In accordo con il rapporto investigativo del prodotto, la Biomodulina T ha dimostrato d’essere utile, perchè ritarda il processo d’immuno-senilità, o deterioramento graduale del sistema immunologico provocato dall’avanzare naturale dell’età. «È importante segnalare che anche quando la funzione del timo diminuisce con l’età, la funzione di maturazione delle cellule T non si limita solo alla ghiandola del timo e può incontrarsi anche in altri tessuti linfoidi, mentre gli ormoni del timo possono esercitare un effetto sistemico. Senza dubbio vari studi clinici pilota suggeriscono la loro efficacia potenziale in varie immunopatologie, in particolare le deficienze immunitarie cellulari nell’ infanzia, nel VIH / SIDA, le malattie autoimmuni, l’allergia e come trattamento complementare per i pazienti sottoposti a radioterapia e chemioterapia contro il cancro ». La dottoressa Reyes Zamora ha riferito che di fronte a questa pandemia globale, il Biocen ha pianificato d’includere la Biomodulina T nel trattamento delle persone con COVID-19 da due prospettive: prima di tutto rispettando i protocolli etici per l’esecuzione di prove cliniche, usare il farmaco in pazienti positivi al virus SARS CoV-2 in tappe precoci , dato che è stato provato scientificamente che la malattia riduce i linfociti T; inoltre il medicinale è stato proposto per il suo uso preventivo in gruppi a rischio, ossia anziani e persone con malattie croniche associate come il diabete mellito e malattie cardio vascolari. La capo del gruppo delle Prove Cliniche del Biocen, ha assicurato che la Biomodulina T fa parte del quadro di base dei medicinali di Cuba, con risultati molto positivi nella prevenzione delle infezioni ricorrenti negli anziani. L’esperienza clinica e la conoscenza dei meccanismi d’azione suggeriscono la sua applicazone favorevole in altre immunopatologie. «Questo progetto, ha detto, si propone di sviluppare saggi clinici in pazienti cubani e all’estero nelle seguenti immunopatologie: ipoplasia timica nei bambini, trattamento complementare alla terapia antiretrovirale nel VIH/ SIDA, sepsi severa, terapia immuno restauratrice in pazienti oncologici sottoposti e chemio o radio terapia. Alexis Labrada Osado, direttore delle Investigazioni e Sviluppo del Biocen, ha aggiunto che negli ultimi tre anni il centro ha triplicato i volumi di Biomodulina T, in buona misura per sostanziali cambi tecnologici, che sono stati incorporati nella produzione del farmaco. «Biocen è responsabile di tutte le tappe di fabbricazione del prodotto. La Biomodulina T si trova nella lista dei medicinali di base del paese di cui sono stati realizzati i piani di produzioni da alcuni anni; sono state valutate le potenzialità dell'Isola per elevare la sua fabbricazione sino a quattro – cinque volte di più, considerando la disponibilità delle materie prime». Poi ha chiarito su questo punto che l’efficienza del processo biotecnologico per isolare i componenti del timo bovino necessari nella fabbricazione del farmaco, non mette in pericolo la produzione del medicinale di fronte alla disponibilità dei timi dei bovini su cui conta il centro. Lo specialista, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha informato che attualmente si trattano circa 20.000 pazienti con la capacità produttiva che presenta il Biocen, per cui si stima che con un aumento pianificato dei livelli di produzione, si beneficeranno con la Biomodulina T, circa 100.000 persone in Cuba, e questo darà una risposta alla vulnerabilità dei gruppi a rischio del paese, di fronte al COVID-19.

Aereo da turismo effettua un atterraggio d'emergenza in autostrada trafficata. (IL VIDEO)

Aereo da turismo effettua un atterraggio d'emergenza in autostrada trafficata. (IL VIDEO) Un piccolo aereo Cherokee Piper PA-28 da turismo ha effettuato un atterraggio d'emergenza in autostrada poggiandosi con grande maestria e senza danni tra le auto in movimento. L'inusuale manovra è avvenuta intorno alle 10.30 di giovedì sull'Autostrada 40 nei pressi di Québec Metropolis. L'aereo è atterrato sulla Freeway 40 vicino a Saint-Augustin-de-Desmaures. In un video girato dagli occupanti di una delle vetture in transito si vede il velivolo avvicinarsi lentamente alla carreggiata adattando la velocità a quella del traffico e posarsi tra i veicoli nel breve tratto d'asfalto tra due portali della segnaletica verticale. Come fa sapere un portavoce del dipartimento dei pompieri di Québec, il pilota del Piper aveva chiamato per chiedere l'autorizzazione ad atterrare in autostrada solo pochi istanti prima. Le squadre di soccorso sono arrivate sul posto quando il velivolo era già a terra e l'hanno scortato fuori interrompendo momentaneamente il traffico. A determinare la manovra d'emergenza sarebbe stato un problema meccanico, ha confermato la polizia. La situazione doveva essere particolarmente grave per decidere di posarsi in autostrada: l'aeroporto internazionale di Québec si trova infatti a meno di 5 km di distanza. Una situazione decisamente inusuale, come una scena da film d'azione, ma senza fumo, fiamme e auto capottate quella a cui hanno assistito alcuni automobilisti canadesi. Fortunatamente, nessun veicolo, ha riportato danni e nessuno è rimasto ferito. Un episodio con un lieto epilogo. Tutto è bene quel che finisce bene, potremmo dire. Solitamente i piloti, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, effettuano tali manovre d’emergenza quando il volo è ‘possibile ma non consigliabile’ per ragioni diverse, come le pessime condizioni meteorologiche, perdita di carburante o avaria del motore. L’atterraggio in autostrada, comunque, ha scosso molti automobilisti. Alcuni hanno immortalato la scena coi loro smartphone, postando poi la foto sui social network. Un automobilista che ha assistito all’atterraggio dell’aereo in autostrada, ha postato un video su Facebook. L’utente dice: ‘Sono in autostrada: un aereo ha appena atterrato davanti a me’. Ecco il video: https://youtu.be/mmJd7bNhlcw