mercoledì 13 giugno 2012

Allarme tumori al pene e al testicolo: in aumento soprattutto tra i giovani


Allarme tumori al pene e al testicolo: in aumento soprattutto tra i giovani. La causa? Inquinamento e scarsa igiene oltre il fumo e l’alcool.
Secondo i più recenti rapporti dell’Associazione Nazionale dei Registri Tumori, i tumori urologici sono in aumento. Soprattutto colpiti i giovani dai tumori del testicolo e del pene, in crescita ad un tasso allarmante pari al 6% l’anno. Ogni anno vengono diagnosticati circa 4.000 nuovi casi di tumore del pene, soprattutto tra i giovani. La fascia di età sempre più numerosa è tra i 16 e i 24 anni quelli a i testicoli aumentano del 6% e quelli al pene registrano sempre più casi all'anno. La causa è l’inquinamento e la scarsa igiene anche se la mortalità è in diminuzione.
Altri fattori scatenanti sono l’ accumulo di smegma e di altri agenti irritanti e della diffusione del virus del papilloma umano HPV, virus a trasmissione sessuale. Oltre a cause genetiche e prematurità di nascita, ancora una volta l’inquinamento atmosferico, l’alimentazione scorretta, il fumo e l’alcool, ma soprattutto, per il tumore del pene, la scarsa igiene. In Italia la frequenza nella popolazione maschile è di circa 3 casi l’anno per 100.000 persone, ma nella fascia di età compresa tra i 16 e 40 anni si superano i 6 casi ogni 100.000, con un costante aumento dei numeri di incidenza, soprattutto tra gli under 24. Sotto accusa,
Secondo, Giovanni D'Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”è importante la prevenzione e l’autopalpazione, per arrivare ad una diagnosi precoce. Gli uomini devono dunque imparare a fare tenere sotto controllo dimensioni e aspetto dei testicoli, esaminandoli almeno una volta al mese con attenzione verso qualsiasi modifica dell'anatomia o della forma come le donne fanno l'autoesame del seno.

martedì 12 giugno 2012

Tribunale condanna ospedale a pagare gli straordinari


Tribunale condanna ospedale a pagare gli straordinari. La politica dei tagli riduce i servizi e le prestazioni ai cittadini obbligando i medici a turni massacranti. In alcuni casi il lavoro straordinario ha superato anche le duemilaquattrocento ore. Nelle regioni sottoposte a piani di rientro come la Puglia la situazione è perfino più drammatica

Il caso è stato sollevato da ex dipendenti dell’Azienda Ospedaliera Bolognini di Seriate in provincia di Bergamo dopo il rifiuto alla corresponsione economica delle ore di lavoro straordinario da parte della direzione aziendale.
Le procedure di ricorso erano iniziate nel marzo 2009 dopo che per anni i medici avevano prestato servizio presso i reparti di Pediatria e Patologia Neonatale accumulando ore di lavoro straordinario al di là di quanto contrattualmente previsto. In alcuni casi superando anche le duemilaquattrocento ore di lavoro straordinario ricevendo poi il diniego alla corresponsione economica da parte della direzione aziendale.
Per tali motivi i dipendenti avevano adito il Giudice del Lavoro del Tribunale Civile di Bergamo. In fase di conciliazione l’azienda aveva risposto per iscritto “di non accogliere le pretese dei lavoratori in quanto destituite di ogni e qualsiasi fondamento in fatto e in diritto”.
Il ricorso è partito di conseguenza. Ora, però, è intervenuta la sentenza favorevole di primo.
Nella sentenza si legge “ Lo straordinario effettuato dal dirigente medico per coprire le carenze di organico, e non legato al raggiungimento degli obiettivi concordati è sanzionato con il riconoscimento del compenso orario “
In buona sostanza la eccessiva quantità di ore utilizzate è verosimilmente servita all'azienda per sopperire a carenze di organico e non per raggiungere gli obiettivi concordati con i medici per aumentare qualitativamente i servizi, come il contratto nazionale prescrive.Tuttavia è stato riconosciuto il diritto al pagamento solo delle ore maturate negli ultimi 5 anni di incarico, decadendo dopo tale periodo il diritto alla retribuzione.
Per tali ragioni, Giovanni D'Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”mette in luce la situazione insostenibile di molti operatori della sanità italiana che, per garantire l’erogazione delle prestazioni necessarie ai cittadini, sono costretti a lavorare ben oltre l'orario di lavoro contrattuale. Come non mai questa sentenza mette a nudo i veri problemi del Paese proprio mentre si parla di ulteriori tagli alla sanità. Tale politica riduce i servizi e le prestazioni ai cittadini, obbligando i medici ad operare aumentando i rischi clinici. Il caso di Bergamo purtroppo non è isolato. Nelle regioni sottoposte a piani di rientro la situazione è perfino più drammatica”.Anche per questo l’ufficio legale dello “Sportello dei Diritti “suggerisce di aprire i contenziosi tempestivamente.

lunedì 11 giugno 2012

Ogni giorno migliaia di viaggiatori “ clandestini “a scrocco senza biglietto sui mezzi pubblici


Le aziende di trasporto corrono ai ripari dal cosidetto fenomeno dei “ Portoghesi “ovvero dei furbetti che viaggiano a “ scrocco “ sui mezzi pubblici.
I controllori sanzionano in media ogni giorno migliaia di viaggiatori che non sono in possesso di un titolo di trasporto valido.
Vige infatti un cattivissimo malcostume da parte di taluni, abituati a viaggiare senza biglietto, sostando in prossimità della macchinetta obliteratrice oppure vicino alla bussola di uscita.
Il problema risiede anche nel notevole aumento dei costi dei trasporti pubblici che purtroppo ha avuto un effetto disincentivante sull’acquisto dei ticket che va ad incidere sul già pesante caro vita dei cittadini. Non è da sottovalutare, infatti, che i trasporti pubblici vengono utilizzati soprattutto da pendolari delle fasce sociali più deboli e l’aggravio di anche soli 50centesimi per corsa o per tariffa oraria è una ulteriore spada di Damocle che pende sulla testa e sui i portafogli dei cittadini il cui reddito medio è bloccato ormai da anni. Per i milanesi ed i romani infatti è scattato da poco l’aumento da 1 a 1,5 euro.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” quello della persecuzione dei cosiddetti "portoghesi" è una missione difficoltosa ma interessante per l'agenzia di riscossione, se si pensa che, si parla di un "tesoretto" che supera i milioni di euro. Una soluzione possibile è quella di abbassare i costi degli abbonamenti per tutelare almeno la categoria dei pendolari.

Solidarietà al preside della “Morvillo – Falcone” per la sospensione. Lo “Sportello dei Diritti” pronto a difenderlo


Solidarietà al preside della “Morvillo – Falcone” per la sospensione. Lo “Sportello dei Diritti” pronto a difenderlo
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” esprime solidarietà al professor Angelo Rampino, preside della scuola "Morvillo Falcone" di Brindisi, recentemente colpita dal vile e sciagurato attentato nel quale ha perso la vita l’innocente Melissa Bassi e feriti alcuni studenti, per il provvedimento cautelare di sospensione, di cui è giunta notizia dalla stampa, subìto in data odierna appena rientrato dalle ferie richieste dopo il tragico evento.
Pur non conoscendo le ragioni di tale provvedimento che secondo le fonti di stampa avrebbe natura cautelare e non disciplinare, non possiamo non esprimere vicinanza umana e solidarietà anche perché lo stesso preside era stato posto incautamente ed inavvedutamente al centro di polemiche per aspetti concernenti la sua vita passata non meglio definiti dai soliti avventurieri di certa carta stampata e per tali ragioni era stato inopportunamente individuato come possibile bersaglio dell'attentatore.
Per tali ragioni, lo “Sportello dei Diritti” a mezzo del suo presidente Giovanni D’Agata comunica la disponibilità a predisporre gratuitamente le difese avverso il provvedimento cautelare a mezzo dell’avvocato trepuzzino Luigi Renna e del portavoce dello “Sportello dei Diritti” Francesco D’Agata entrambi del Foro di Lecce.

domenica 10 giugno 2012

Rivoluzione nelle banche: tagli di costi e di personale


Rivoluzione nelle banche: tagli di costi e di personale. Grande preoccupazione per un settore che pareva "intoccabile". Le banche continuano a tagliare posti di lavoro causa la fuga dei clienti facoltosi, la pressione normativa e la crisi globale
La pressione normativa e la generale insicurezza economica e la perdita di clienti facoltosi, pesano sulla piazza finanziaria italiana, con conseguenze anche sull'occupazione. Di fatto le banche continuano a tagliare posti di lavoro. Le cifre mostrano un continuo aumento dei senza lavoro dal 2011. E le prospettive per i prossimi mesi parlano di ulteriori sviluppi negativi nel prossimo futuro.
I tempi dei margini elevati sono definitivamente finiti e contemporaneamente sta avvenendo un'emorragia di soldi verso i paradisi fiscali.
La diminuzione del volume di patrimoni amministrati sta portando le banche a strutturarsi diversamente, con ripercussioni per il personale.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” nell’esprime piena solidarietà ai lavoratori del settore, meglio sarebbe intervenire con i risparmi nella politica salariale, tagliando gli stipendi spropositati dei manager. Comunque per il futuro la disoccupazione nel ramo dovrebbe presto scendere, quando la congiuntura, dentro e fuori i confini nazionali, tornerà a tirare.

Un vaccino per curare il Parkinson?


Il nuovo preparato potrebbe essere somministrato ai pazienti entro quattro o cinque anni

Speranze dai test sul vaccino per i pazienti con il Parkinson. E’ in fase di sperimentazione un vaccino terapeutico che potrebbe essere immesso sul mercato tra 4 o 5 anni. E se la sperimentazione andrà a buon fine, il trattamento terapeutico, non mitigherà solo i sintomi come avviene oggi, ma debellerà alla fonte questa malattia neurodegenerativa.
Infatti per la prima volta un vaccino è testato ad indurre una risposta immunitaria in modo da renderla incapace di causare la malattia. Nelle vittime del morbo di Parkinson, il cervello è danneggiato da una proteina anomala, "l'alfa sinucleina". E il suo accumulo è causa di sintomi come rigidità o tremori.
Oggi, alcuni trattamenti possono ridurre i sintomi, ma non risolvere il problema alla fonte. Con questo vaccino, i ricercatori sperano di affinare l’organismo dei pazienti in modo da renderli incapaci di causare la malattia. Questo stato di immunità che si produce con la vaccinazione fa sì che, quando il soggetto, nel corso della vita, viene a contatto con il microrganismo, le cellule-memoria lo riconoscono e sono in grado di dare un'attivazione più veloce e più potente dell'intero sistema immunitario, tale da impedire lo svilupparsi della malattia. Somministrando il vaccino, il sistema immunitario dell'organismo riconosce come estranee le tossine o i microrganismi anche se inattivati e produce anticorpi specifici e, in particolare, le cellule-memoria (linfociti che "memorizzano" le caratteristiche delle cellule estranee).
In buona sostanza prendendo un piccolo frammento della proteina degenerata che ha scatenato la malattia, il medico iniettandola anche nella persona malata, innescherà una reazione con una risposta immunitaria. Questa produzione di anticorpi offrirà una protezione diffondendosi nel corpo compreso il cervello, attaccando la proteina contro la quale si sono sviluppate.
La forza di questo vaccino è di consentire al sistema immunitario di superare la malattia con gli anticorpi generati.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” vale la pena ricordare come questa tecnica nota come immunoterapia è già stata testata con successo in vaccini contro la malattia dell’Alzheimer. La sua sperimentazione procede a passi da lumaca poichè l'introduzione del vaccino può avere, anche se raramente, effetti collaterali, di cui non si conoscono i rimedi. Ma se tutto andrà bene, la speranza di arrivare ad un vaccino preventivo contro il Parkinson non è più così lontana. I risultati della sperimentazione del nuovo preparato sono positivi, ma è necessario attendere ancora quattro o cinque anni per avere ulteriori conferme prima della commercializzazione.

sabato 9 giugno 2012

Sicurezza della rete informatica: da oggi si può fermare il vicino che ti ruba il Wi-Fi


Da quando sono state inventate le reti Wi –Fi privacy e sicurezza sono state messe a dura prova dalla facilità con cui malintenzionati, anche non dei veri e propri hacker, riescono a carpire il segnare e ad entrare nelle reti all’interno degli edifici anche se criptate, con le conseguenze del caso in termini di sottrazione di dati o semplicemente per utilizzare la connessione internet altrui a iosa.
Al di là della qualificazione giuridica e delle ovvie sanzioni penali previste per chi sottrae dati da altri o naviga in rete sfruttando l’altrui connessione, che per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” vale la pena di ricordare, per far fronte a tali problemi è stato realizzato in Francia un tipo di rivestimento ad un prezzo accessibile che scherma il segnale wireless salvaguardando la ricezione e la trasmissione di altri tipi di onde tipo quella del cellulare.
Il sistema recentemente inventato utilizza uno speciale inchiostro conduttivo che contiene cristalli di argento in grado di bloccare o indirizzare le specifiche frequenze dello spettro Wi-Fi. In buona sostanza le onde vengono trasmesse nell’edificio ma quel segnale determinato non oltrepassa la barriera costituita dal rivestimento in questione.
La novità della scoperta sta nel fatto che sino a poco tempo fa l’unico strumento per proteggere i propri dati trasmessi in Wi – Fi era quello di imbottire il luogo da tutelare con strati di alluminio ed utilizzare vetri assorbenti per le finestre creando così una cosiddetta una gabbia di Faraday “a prova di segnale” imbottendo le pareti di strati di alluminio ed utilizzare vetri assorbenti alle finestre.
Gli effetti “collaterali” di queste gabbie oltre a comportare costi elevatissimi, sono quelli di schermare completamente gli edifici non consentendo, quindi, la ricezione e la trasmissione di altri tipi di segnali.
Tornando ai giorni nostri, anche se al momento il sistema sviluppato dai francesi è ancora un prototipo, i ricercatori dell'Istituto di Tecnologia di Grenoble si dicono convinti di riuscire a commercializzare il prodotto entro il prossimo anno ed a costi di non molto superiori a quelli di un rivestimento per pareti convenzionale.
Pur costituendo un grande passo in avanti per la tutela della privacy e per la sicurezza dei propri dati, è ovvio che tale tipo di tecnologia debba essere migliorata perché richiede il rivestimento totale dell'ambiente e non esclude che finestre, o porte, possano costituire una via di fuga per le onde in questione. D'altronde, non si può pretendere che una stanza o un intero edificio sia senza porte e finestre.

Pillola del giorno dopo: abortiva o contraccettiva? Per il New York Times e l'Ema "Non è abortiva"


Negli Usa continua a infiammarsi il dibattito sulla pillola del giorno dopo, acceso dalle informazioni contenute nel “foglietto illustrativo” che indicano come possibile un’azione di contrasto verso le uova già fecondate per impedire l’impianto nell’utero della donna. Il bugiardino cartaceo del farmaco ha provocato la contestazioni da parte di alcuni gruppi religiosi e politici conservatori.
Tale polemica si basa sulla convinzione che un uovo fecondato è una persona ed arrestarne la capacità di impiantarsi nell'utero di una donna non è più contraccezione, ma è aborto.
Secondo, però, quanto riportato da una recensione scientifica realizzata dal New York Times i foglietti illustrativi non riportano quello che la scienza dimostra. Secondo gli studi, di alcuni scienziati di spessore del settore, non è scientificamente provato che le pillole contraccettive di emergenza impediscono alle uova fecondate di impiantarsi nell'utero, bensì che le pillole ritardano l'ovulazione, riducendo la possibilità di incontro dell’ovulo e degli spermatozoi, ed alcune pillole addirittura ispessiscono il muco cervicale in modo che lo sperma nuoti con difficoltà. E quindi, dal momento che queste agiscono bloccando l’ovulazione, verrebbe meno la definizione della pillola contraccettiva d’emergenza, data dagli anti-abortisti, come farmaco che induce l'aborto.
Per gli scienziati, quindi, anche le pillole che agiscono fino a cinque giorni dopo il rapporto sessuale, ritardano il rilascio dell’ovulo fino a che lo sperma non lo può più fecondare. Infatti, sebbene molte persone pensino che sperma e uovo si uniscano subito dopo il rapporto sessuale, gli spermatozoi hanno bisogno di tempo per raggiungere il loro obiettivo.
Tant’è che le autorità mediche europee non hanno citato nei bugiardini di ellaOne, la pillola dei cinque giorni dopo la cui vendita è stata recentemente approvata anche in Italia, effetti sull'impianto di ovuli.
Alcuni anti-abortisti, però, continuano a dubitare sul fatto che gli scienziati possano escludere con certezza la possibilità di effetti sull'impianto.
Secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” il dibattito che sta coinvolgendo anche il mondo religioso e politico si sta probabilmente basando su speculazioni scientifiche datate o non corrette sul funzionamento delle pillole stesse.

Polizia Municipale senza pietà: la multa ti bracca fino al... camposanto


E’ successo esattamente questo a una signora di Lecce che in questi giorni aveva trovato un preavviso di multa sul parabrezza della macchina che era stata lasciata in sosta da qualche tempo in attesa del passaggio di proprietà dal vecchio intestatario, il marito, da poco passato a miglior vita unico proprietario dell’autovettura oggetto del verbale.
La vedova con estrema correttezza si era recata presso la Polizia Municipale avendo deciso di pagare comunque la sanzione pecuniaria non avendo cognizione che il codice della strada all’art. 199 prevedesse espressamente che “l'obbligazione di pagamento a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria non si trasmette agli eredi”. Ma entrata nell’apposito ufficio, oltre al danno subiva la beffa della contestazione di una nuova multa per mancato pagamento della polizza assicurativa RCauto d’importo pari a ben 798 euro che per la cronaca veniva elevata anche nei confronti del coniuge deceduto!
Ancora una volta Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” si trova costretto a dover segnalare l’ennesima dimostrazione non solo di totale insensibilità, ma soprattutto di estrema superficialità da parte di un Corpo di Polizia Municipale.
Siamo convinti che la colpa di un errore di tal fatta, non debba ricadere sul singolo agente che ha provveduto ad elevare l’ulteriore verbale, ma su un sistema generale quale quello delle sanzioni al Codice della Strada che sono diventate un balzello utile per i comuni a recuperare ingenti somme per ripianare i propri deficit, obbligando per non dire costringendo i relativi comandi di polizia locale e quindi i singoli agenti a diventare degli esattori perché improntati ad un eccessiva fiscalità che va oltre i normali criteri del necessario rigore cui comunque un corpo di polizia si deve uniformare.
Per tali ragioni, oltre ad aver presentato un ricorso al prefetto che riteniamo dovrà essere certamente accolto con il conseguente annullamento del verbale in questione, ci auguriamo che in futuro le nostre continue segnalazioni e denunce di grossolanità di tal tipo convincano le Polizie Municipali di tutta Italia a concentrarsi nella loro principale funzione che è quella di controllare il traffico e garantire quindi la sicurezza stradale.

venerdì 8 giugno 2012

Energy drink ancora nel mirino delle Autorità. Due casi sospetti di morte segnalati in Francia


Dalla Francia rimbalza una notizia che riporta l’attenzione sull’uso delle cosiddette bevande energetiche. L’interesse dell’agenzia sulla sicurezza alimentare d’oltralpe sarebbe stato ridestato dalla morte di due persone per attacco di cuore dopo che avevano bevuto una di queste bevande.
La prima bevanda energetica nel senso attuale del termine sarebbe nata nel Giappone negli anni sessanta: la lipovitan. Negli ultimi anni hanno però hanno preso piede in maniera esponenziale, soprattutto a seguito della messa in commercio di un prodotto ormai notissimo tra giovani e meno giovani: la Red Bull.
Mentre in Italia sono anni ormai che circola la Red Bull, in Francia ne è stata autorizzata la vendita solo a partire dal 2010 anche perché fino ad allora, era stato proibita da una relazione dell’AFSSA risalente al 2003, poiché dopo una serie di esperimenti i ricercatori avevano osservato "effetti negativi neuro-comportamentali” sui topi da laboratorio.
Nonostante alcuni dubbi, dopo la messa in commercio tali bevande si sono diffuse in maniera esponenziale ed il mercato appare ancora in forte espansione. In Nord America, sono stati censiti più di 2010 marchi. Nel 2011, le vendite sono arrivate a toccare i € 113,5 milioni in Francia, con un aumento del fatturato del 17,4% rispetto l’anno precedente.
Gli effetti di queste bibite sono semplici da spiegare: sono destinate a fornire energia al consumatore utilizzando alcuni tipi di sostanze stimolanti e per tali motivi non devono essere confuse con le bevande energetiche destinati agli atleti per gli intensi sforzi perché forniscono minerali, essenziali per la reidratazione di sali e calorie.
Chiaramente non contengono nessun prodotto miracoloso. Sono composte principalmente di zucchero, di sostanze stimolanti come la caffeina, taurina e glucuronolattone. La rinnovata energia che percepisce il consumatore deriva principalmente dallo zucchero e dalla caffeina che compongono le bevande. Essi contengono 8 grammi di caffeina per dose. Tuttavia, come è noto la caffeina è uno stimolante che consumato in dosi elevate, può essere dannoso.
L'aminoacido taurina naturalmente presente nel corpo, è uno degli ingredienti che solitamente compone tutte le bevande in commercio con un contenuto dieci volte più concentrato proprio in quelle più famose. Ed i suoi effetti sul corpo e la salute umana sono ancora sconosciuti.
Anche il glucuronolattone, un'altra molecola presente nel corpo umano, è molto concentrato in queste lattine. Stando ad alcuni studi tale sostanza avrebbe una stretta connessione con il funzionamento dei reni.
Vi è da specificare, inoltre, che al momento attuale, gli effetti a lungo termine di questa miscela contenuta nella stessa bevanda rimangono sconosciuti.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali ad oggi non è dato sapere granché se non che l'Agenzia per la sicurezza alimentare francese ha comunicato mercoledì scorso di aver ricevuto la segnalazione di due casi di morte per infarto in connessione con il consumo di bevande energetiche e che quindi al momento le indagini sarebbero in corso.
Istituito nel 2008, il monitoraggio di queste bevande ha identificato 24 casi di effetti collaterali segnalati, per tredici dei quali ci sarebbe "un possibile o probabile nesso di causalità", ha sottolineato l'agenzia della sicurezza alimentare. Sono stati segnalati effetti al cuore (disturbo del ritmo: tachicardia), neurologici (crisi di epilessia, tremore, vertigini) e psichiatrici (ansia, agitazione, confusione). Inoltre, "tre casi di ictus e due casi di arresto cardiaco, tra cui un mortale - sono stati segnalati per cui il legame con il consumo di energia bevanda potrebbe non essere chiaramente stabilito".
Vi è da segnalare che ormai, da tempo, tali bevande vengono miscelate da giovani e meno giovani con gli alcolici per fare degli esplosivi cocktail anche per ridurre la percezione dei sintomi associati all'alcol, seppur non riducendone minimamente gli effetti negativi. In altri termini, il consumatore è alticcio o ubriaco, ma è non ne avverte i sintomi e per lui mettersi alla guida non è un problema. Con le conseguenze del caso in termini di tragedie determinate dall’abuso congiunto di alcol e bevande energetiche.
Alla luce di quanto è stato riportato in Francia, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” si chiede se non sia opportuno avviare una ricerca analoga anche in Italia e se nel frattempo non costituisca una dimostrazione di prudenza per le autorità demandate di limitare il consumo di tali bevande perlomeno ai maggiorenni in attesa di conoscere tutti gli effetti diretti ed indiretti.

mercoledì 6 giugno 2012

Ordigni rudimentali esplosivi: in rete troppe informazioni.


Ordigni rudimentali esplosivi: in rete troppe informazioni. Come fare a bloccare una possibile spirale di violenza evitando i rischi della censura?
Il vile attentato alla scuola di Brindisi al di là del movente e di ogni commento sull’assurdità di un accadimento del genere per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”non può non far riflettere su una questione annosa e quanto mai d’attualità: la facilità nel reperire informazioni in rete per la fabbricazione di ordigni rudimentali e armi.
Non sono rari, infatti, i casi nel mondo di giovani e meno giovani, più o meno esaltati, anche non affiliati ad organizzazioni criminali, che con estrema facilità sono riusciti a reperire on line e poi a costruire bombe artigianali usate per compiere attentati anche di proporzioni devastanti come quello accaduta nella cittadina salentina.
La questione della semplicità con cui si riescano a scovare determinate informazioni sul web che spesso hanno carattere scientifico e quindi stretta correlazione con l’ovvia e necessaria circolazione delle idee, pone però dei problemi di ordine pubblico e di sicurezza assolutamente rilevanti che dovrebbero essere affrontati a livello globale, perché è la rete stessa un fenomeno globale che pone oggettive difficoltà sul possibile controllo dei flussi d’informazione specie quelli che riguardano questioni potenzialmente pericolose.
In Italia, almeno in astratto la legge ove applicata correttamente è severissima. Va specificato però che se da una parte dare istruzioni per la costruzione di ordigni non costituisce istigazione alla violenza e quindi vera e propria fattispecie di reato, dall’altra provare a fabbricarne uno invece, si.
D’altronde non si può pensare che la Polizia Postale possa avviare una campagna d’indagine da clima di caccia alle streghe andando a bloccare tutti quei forum rinvenibili in rete nei quali si parla di ordigni e loro componenti senza che ci sia la prova o l’indizio di un reato o di un tentativo in tal senso.
In compenso, è opportuno che tutti gli internauti sappiano che la sanzione prevista dall’ordinamento per chi prova a costruire un ordigno esplosivo è l'arresto in flagranza con la possibile accusa di strage e le relative conseguenze in termini di pena.

Le maglie di Euro 2012 a rischio? L’allarme lanciato dalla federazione delle associazioni dei consumatori europee


La federazione delle associazioni dei consumatori europee (BEUC) ha lanciato l'allarme sulle maglie delle squadre che parteciperanno ad Euro 2012 ed i conseguenti rischi per la salute per i migliaia di tifosi che le indosseranno.
Secondo la federazione, le divise delle squadre qualificate per competere per l'Euro 2012, conterrebbero livelli elevati di sostanze tossiche e nocive per la salute, tra i metalli pesanti come piombo, nichel, ecc.
Il BEUC nel suo comunicato apparso immediatamente in Francia ha sostenuto che nove test ufficiali condotti sulle maglie di Euro 2012 hanno rivelato un contenuto preoccupante di sostanze chimiche.
In particolare il piombo sarebbe presente in ben 6 delle 9 t-shirt testate: ossia quelle di Spagna, Germania, Ucraina, Russia, Francia e finanche quella della Nostra Italia.
Ma il BEUC arriva a specificare che nelle maglie di Spagna e Germania, il piombo supererebbe il livello massimo tollerabile per legge per i prodotti destinati ai bambini. Mentre i giocatori di Portogallo e Olanda giocherebbero con maglie contenenti nichel.
La stessa federazione dei consumatori europei ha precisato che le maglie testate sono destinate agli adulti e ciò consiglierebbe che quest’ultime non venissero indossate dai bambini.
Se alcune delle associazioni dei consumatori federate alla BEUC, come una belga, hanno già preso le distanze dal comunicato diffuso sostenendo che tutti i prodotti sono legali, da parte sua la massima espressione dei consumatori ha insistito con gli avvertimenti arrivando a ritenere addirittura che la maglia del paese ospitante, la Polonia, "dovrebbe essere vietata nei negozi, perché conterrebbero composti organici usato per prevenire i cattivi odori quale quello di sudore, in dosi superiori rispetto al limite legale".
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” condivide infine quanto sostenuto dalla BEUC che ha tenuto a sottolineare che i tifosi di calcio pagano sino a 90 euro per indossare sulla propria pelle i colori della loro squadra preferita ed il minimo che si può aspettare è quello di avere un prodotto certamente affidabile e di qualità.
È, infatti, inspiegabile e assolutamente non giustificabile che i metalli pesanti siano utilizzati nei prodotti di consumo di massa.

martedì 5 giugno 2012

Dal 26 giugno sarà obbligatorio il passaporto anche per i minorenni che viaggiano sia in Europa che nel resto del mondo


Dal 26 giugno sarà obbligatorio il passaporto anche per i minorenni che viaggiano sia in Europa che nel resto del mondo. Tutti i minori devono essere in possesso di passaporto individuale
Variano le regole per i minori che viaggiano in Europa e nel resto del mondo. Giovanni D'Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, fa presente ai cittadini che l'iscrizione del minore sul passaporto del genitore è valida fino al 26.06.2012. Infatti da questa data il minore può viaggiare in Europa e all'estero solo con un documento di viaggio individuale. Al contempo i passaporti dei genitori con iscrizioni di figli minori rimangono validi per il solo titolare fino alla naturale scadenza.
Ad oggi esistono 4 modalità per portare in viaggio i figli minori di 18 anni, vediamo quali:
passaporto individuale
iscrizione sul passaporto di uno dei due genitori per figli con meno di 16 anni
Carta d'Identità secondo le norme dell'Unione Europea
certificato di nascita e cittadinanza convalidato dal questore per i figli minori di 15 anni
Dal 26 giugno la seconda modalità non sarà più possibile.
In sostanza entra in vigore l'obbligo di un documento di viaggio individuale.
Ai minori verrà rilasciato il nuovo libretto di passaporto con microchip, ma la normativa prevede che solo dal compimento dei 12 anni di età siano acquisite le impronte e la firma digitalizzata.
il minore può viaggiare:
con un passaporto individuale, restando in vigore le normative precedenti che consentono l'espatrio del minore
con la carta d'identità: nella U.E. infatti, con la legge 12 luglio 2011, n. 106, è stato convertito il decreto legge 13 maggio 2011, n. 70 che, all'articolo 10, comma 5, ha modificato l'articolo 3 del T.U.L.P.S. di cui al Regio-Decreto 18 giugno 1931, n. 773, introducendo il principio del rilascio della carta d'identità ai minori.
Fino a 15 anni, con un certificato contestuale di nascita e cittadinanza (art.7/14 25/11/2009) vidimato dal questore (cosiddetto lasciapassare) fino a 16 anni nel caso in cui sia iscritto nel passaporto del genitore o di chi ne fa le veci fino alla scadenza del documento stesso a prescindere dall'età del minore sempre fino al compimento dei 16 anni - purché il documento sia stato rilasciato prima del 25 novembre 2009). Il genitore che al compimento del 10° anno del minore ha ancora iscritto il figlio dovrà provvedere a far apporre la foto del minore sul proprio passaporto valido. N.B.( procedura valida solo fino alla data del 26.06.2012 )
Ricordiamo che per fare il passaporto del figlio minorenne devono essere presenti entrambi i genitori, che firmano la documentazione, e il figlio stesso, per il riconoscimento della foto da parte della Pubblica Autorità.
Se il minore viaggia senza neanche uno dei genitori, è necessario espletare un'ulteriore formalità: la dichiarazione di accompagno. Su questo documento è scritto nome ed età della persona autorizzata ad accompagnarlo.
Validità
Per poter garantire una maggiore individualità e sicurezza ai minori la normativa prevede che sia i passaporti per minori che le carte d'identità per i minori abbiano due diverse tipologie di validità, al fine di garantire l'aggiornamento della fotografia e la identificazione del minore ai controlli di frontiera
• Minore da 0 a 3 anni: validità triennale
• Minore dai 3 ai 18 anni: validità quinquennale
Indicazioni
Il conto corrente per il pagamento del passaporto deve essere eseguito a nome del minore.
Per recarsi negli U.S.A. ed usufruire del programma Visa - Waiver Program, il minore deve avere solo ed esclusivamente un passaporto personale, ossia non è consentito l'ingresso negli USA con minori iscritti nel passaporto ancora in corso di validità dei genitori.

Etichette alimentari: in arrivo il “bollino intelligente” per verificare il grado di freschezza degli alimenti nel supermercato


Etichette alimentari: in arrivo il “bollino intelligente” per verificare il grado di freschezza degli alimenti nel supermercato
Con l’enorme sviluppo dei prodotti alimentari preconfezionati, è cresciuta l’importanza dell’etichettatura. A norma di legge, si intende per etichettatura un insieme di informazioni a vantaggio del consumatore e cioè delle menzioni, delle indicazioni, dei marchi di fabbrica o di commercio, delle immagini o dei simboli che si riferiscono al prodotto alimentare e che figurano direttamente sull'imballaggio o su un'etichetta appostavi o sul dispositivo di chiusura o su cartelli, anelli o fascette legati al prodotto medesimo, o sui documenti di accompagnamento del prodotto alimentare. Le etichette poste sugli alimenti, ci danno delle informazioni utili, ma spesso non esaustive. Ad esempio, ci sono alimenti che vanno consumati entro una certa data. Può capitare che quel determinato alimento può essere consumato anche un paio di giorni dopo la data di scadenza. Viceversa, alcuni frutti dalla bella apparenza possono essere già marci dentro. Per questi motivi il ricercatore biochimico dell’Università di Boston, il dottor Hu Tao, ha inventato il “bollino intelligente”. per sapere a che punto gli alimenti siano sani e con capacità nutritive intatte. Tutto nasce dalla necessità di capire quando gli alimenti raggiungono l’apice della loro capacità nutritiva, per trarne il massimo beneficio in termini nutrizionali. Tuttavia, la vista può ingannarci. Così ogni giorno milioni di tonnellate di cibo sono gettate via inutilmente”.
Le attuali etichette non sono precise. Infatti, dice il dottor Hu Tao, esse indicano il ragionevole limite di tempo entro cui l’alimento, se ben conservato, si può consumare. Però tale scadenza si basa su un calcolo: il limite temporale segnalato serve ad evitare possibili intossicazioni alimentari. Ma a volte il cibo potrebbe essere mangiato anche un paio di giorni dopo la data indicata sulla confezione. A questo punto entra in gioco il “bollino intelligente”, che mostra al consumatore il processo di maturazione di ogni alimento, giorno per giorno, in modo che si possa essere certi che il cibo si può mangiare e che abbia completamente i suoi valori nutritivi.
Il bollino intelligente è un cerotto adesivo, semitrasparente, di forma rotonda e di dimensioni paragonabili a quelle di una moneta di due euro. Nel centro del bollino vi è il cuore tecnologico, cioè la parte “intelligente” dell’invenzione. L’adesivo, assai potente, può adattarsi sia alle superfici lisce, come quella di una mela, sia alle ruvide, come quella di un ananas. Gli scienziati hanno stabilito che nel processo di maturazione le cellule che compongono il cibo disperdono un debolissimo campo elettrico. A mano a mano che l’alimento marcisce, questo campo aumenta d’intensità. Abbiamo quindi pensato che porre sulla superficie dell’alimento un sensore capace di cambiare colore al variare di questo campo potesse rappresentare una soluzione al problema. Il sensore, contenuto sul bollino, è composto di microscopici filamenti d’oro e di una particolare seta, opportunamente trattata in laboratorio. L’oro cattura le variazioni elettriche e le trasmette alla seta che, a mano a mano che le riceve, cambia colore”. Il “bollino intelligente” può essere posto su uova, frutta, verdura e formaggi ma potrebbe in futuro essere posto su alimenti liquidi come il latte. Le quantità d’oro e di seta sono talmente piccole che, anche se ingerite, non provocherebbero alcuna conseguenza.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti, sicuramente con la vita frenetica dei nostri giorni il bollino intelligente è una invenzione utile al fine di avere la certezza di acquistare sempre i prodotti migliori prestando attenzione alla loro composizione e alla loro freschezza. Semplicemente, perchè molte volte non siamo in grado di leggere un’etichetta alimentare. Leggere l’etichetta è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per conoscere le caratteristiche di un prodotto; il suo scopo è quello di informare e tutelare l’acquirente in modo corretto e più possibile trasparente.

lunedì 4 giugno 2012

Cefalea. In vendita in Italia il prossimo anno un innovativo spray inalatore per combatterla


Cefalea. In vendita in Italia il prossimo anno un innovativo spray inalatore per combatterla. Sono circa 12 milioni i nostri concittadini che soffrono di mal di testa.
Nel corso dell’evento del V Congresso Nazionale della Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee (Anircef) che si è svolto la scorsa settimana a Napoli è stato presentato in anteprima per l’Italia un inalatore orale alla didroergotamina. Lo spray preso per bocca invece che dal naso, presentato da Alan Rapoport presidente dell’Interantional Headache Society della UCLA University di Los Angeles, risolve i problemi epatici legati ai trattamenti precedentemente usati e sarà disponibile nel nostro paese dall’anno prossimo. Una sostanza usata ormai da anni nel trattamento della cefalea cronica quotidiana negli Stati Uniti. La sostanza aveva fino ad oggi dato problemi di effetti collaterali a livello epatico e per questo non era ancora arrivata in Italia. La nuova via di somministrazione studiata da Rapoport, sembra finalmente aver superato questo problema, restituendo ai medici un’arma di grande efficacia e offrendo al contempo una comoda modalità di impiego domiciliare da parte dei pazienti. Dal punto dei vista della rapidità d’azione, l’insufflatore buccale ha un effetto solo leggermente inferiore a quello ultrarapido dell’iniezione, ma presenta un mantenimento dell’azione di pari durata, mantenendo il paziente protetto per un tempo equivalente, con l’ulteriore nota positiva che si elimina il fastidio dell’iniezione e il rischio di problemi al fegato. Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” la cefalea è considerata dal sistema sanitario nazionale una patologia minore, tanto da non risultare nei livelli essenziali di assistenza (Lea), e tanto che non esiste un Drg, un sistema che permette di classificare tutti i pazienti dimessi da un ospedale, che lo identifichi. Invece le stime più recenti dimostrano come siano circa 12 milioni i nostri concittadini che soffrono di mal di testa, di cui sei sono affetti da emicrania, ma sono oltre il 90% delle persone ad aver avuto un attacco di cefalea almeno una volta nella vita.

domenica 3 giugno 2012

Equitalia: il giudice dichiara nulle le cartelle esattoriali notificate con raccomandata


Equitalia: il giudice dichiara nulle le cartelle esattoriali notificate con raccomandata. La Commissione tributaria provinciale di Vicenza ha emesso due sentenze in cui accoglie altrettanti ricorsi in cui si contestava la notifica della richiesta di pagamento tramite il servizio postale
Forse questa notizia avrebbe potuto evitare alcuni dei tanti drammi degli ultimi tempi, fra i quali decine e decine di atti estremi di persone disperate perché messe alle strette da un fisco e da un sistema di riscossione fondato su regole eccessivamente rigide e troppo avulse dalla realtà del tempo in cui viviamo.
Regole che evidentemente non sono sempre correttamente applicate neanche dal principale riscossore dello Stato, la temibile Equitalia che soventemente viene bacchettata da sentenze delle varie commissioni tributarie sparse sul territorio nazionale.
A tal proposito, Giovanni D'Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, segnala i significativi precedenti creati da due recentissime sentenze della Commissione tributaria provinciale di Vicenza (33/07/2012 e 37/07/12) che si dimostrano in linea con altre pronunce ultimamente apparse sulle cronache, non solo giuridiche.
La Commissione tributaria del capoluogo veneto con le decisioni in questione ha ripercorso la giurisprudenza sulla legittimazione dell'agente della riscossione di notificare direttamente la cartella a mezzo posta ed è arrivata alla conclusione che tutte le multe spedite da Equitalia tramite posta, inclusa raccomandata A/R, e non notificate di persona dall’ufficiale dell’Ente di riscossione sono nulle. Conseguenza chiara per un atto non ritualmente notificato e quindi di fatto giuridicamente inesistente sarebbe il diritto per il presunto debitore di non pagarlo.
In buona sostanza, la semplice consegna via posta è da considerare illegittima poiché effettuata da un soggetto non autorizzato, con ciò palesandosi un vizio radicale. Ciò significa che Equitalia è obbligata ad adempiere alla notifica mediante i soggetti ad esso abilitati per legge, ovvero ufficiali della riscossione, agenti di polizia municipale, messi di notificazione abilitati e messi comunali e non i postini.
La prima sentenza della Commissione tributaria provinciale di Vicenza (n. 3/07/2012) fa riferimento ad un caso in cui la cartella era stata emessa dopo la notifica di due precedenti accertamenti.
Nel secondo caso invece (sentenza n. 37/07/12) la cartella è stata emessa sulla base di un controllo automatizzato.
In entrambi i casi l’impugnazione dei ricorrenti si basava sull’illegittimità del mezzo di notifica a mezzo posta, a cui si aggiungeva peraltro la mancata compilazione della relazione di notifica.
Per quanto riguarda la giurisprudenza della Corte di Cassazione, invece, la sentenza 14327/09, l'ordinanza 15948/10 e la sentenza 11708/11 - a parere dei giudici vicentini - non hanno mai ammesso che ciò sia possibile. In particolare, se letta bene, la prima sentenza lo ritiene ammissibile, ma si riferisce a una vicenda del 1984: la norma applicabile all'epoca conteneva l'inciso «da parte dell'esattore» poi successivamente eliminato. La seconda ordinanza affronta solo il problema della relazione di notifica ma non risponde al quesito relativo al potere di notifica diretta dell'agente della riscossione. La terza ha ritenuto legittima la notifica della cartella con raccomandata con avviso di ricezione ma non ha affrontato direttamente il problema se il concessionario sia, o meno, legittimato a eseguire tale tipo di notifica dopo l'ultima modifica (operata nel 1999) dell'articolo 26 del Dpr 602/73.
I giudici tributari hanno inoltre specificato che la cancellazione dell'inciso «da parte del l'esattore» rileva come il legislatore abbia voluto escludere il concessionario dal novero dei soggetti abilitati alla notifica della cartella esattoriale tramite raccomandata con avviso di ricezione.
Pertanto, spetta ad Equitalia accertare che l’ufficiale addetto alla riscossione riceva la cartella e adempia alla compilazione della notifica, specificando l’ufficio postale di partenza.
Nei casi affrontati dalla commissione tributaria di Vicenza sono stati accolti i ricorsi attraverso un’interpretazione letteraria e sistematica della norma: si potrebbe semplificativamente dire che le somme dovute non siano mai state richieste da Equitalia.
Va da sé che nel caso di sanzioni, tributi e multe assai datate, una delle ovvie conseguenze potrebbe essere quella della prescrizione del debito e quindi l’impossibilità definitiva per la PA di richiedere le relative somme.

Calcioscommesse:non si utilizzi l’immagine e l’innocenza dei bambini come una maschera. Basta minori in campo all’ingresso delle squadre.


Calcioscommesse: il calcio è morto viva il calcio! Non si utilizzi l’immagine e l’innocenza dei bambini come una maschera. Basta minori in campo all’ingresso delle squadre.
Nel frattempo lo “Sportello dei Diritti” lancia una campagna sul sito www.sportellodeidiritti.org dal titolo “Il calcio è malato? Cosa fare per salvarlo?” per chiedere ai tifosi suggerimenti e proposte per rinnovare il mondo del calcio
Gli scandali che coinvolgono il calcio ormai continuativamente da anni, distogliendo l’attenzione degli italiani da problemi ben più importanti, come quelli relativi alla crisi economica ed alle tragedie quotidiane connesse, impongono una seria riflessione da parte di tutti gli addetti ai lavori e di gesti, non solo simbolici, per tentare di rilanciare quello che rimane comunque lo sport nazionale pur dimostrando di essere uno specchietto per le allodole nei momenti difficili della recente storia italiana.
Se il premier ha parlato di una sospensione dei campionati arrivando ad ipotizzare un lungo periodo di stop pari a tre anni in un impeto di verve politica lontana dal suo consuetudinario aplomb da uomo in loden verde, mentre tutti invocano pene esemplari che per quanto significative possano essere non potranno mai risarcire i danni d’immagine nei confronti di un Paese, allora è necessario pensare a soluzioni utili per riaccendere la luce su di un mondo che appare, oggi più che mai a tinte fosche.
Una prima proposta che ritiene possa essere presa in considerazione nell’immediatezza, per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” è quella di una moratoria sull’utilizzo dell’immagine dei bambini, specie all’ingresso delle squadre in campo, perché in un momento del genere, trincerarsi dietro l’innocenza dei minori, appare come un attività puramente strumentale.
Al contempo lo “Sportello dei Diritti” lancia una campagna sul suo sito www.sportellodeidiritti.org dal titolo “Il calcio è malato? Cosa fare per salvarlo?” per chiedere ai tifosi suggerimenti e proposte per rinnovare il mondo del calcio.

sabato 2 giugno 2012

Moria delle Api: vietato l’uso del pesticida “Cruiser” della Syngenta venduto anche in Italia


Moria delle Api: vietato l’uso del pesticida “Cruiser” della Syngenta venduto anche in Italia. Uno studio dimostra l'impatto di questo prodotto sulla mortalità delle API. Usato per il trattamento di vaste coltivazioni tra cui la colza è stato interdetto dal ministero dell'Agricoltura francese
Il Ministero dell'Agricoltura Francese si è espresso il 1° giugno in favore di un divieto della commercializzazione ed uso del pesticida Cruiser prodotto dal gruppo agroalimentare svizzero Syngenta. Uno studio recente ha dimostrato il devastante impatto del pesticida sulle api, che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” rende noto. Tuttavia, i risultati delle ricerche non sarebbero ancora stati resi noti ai cittadini. Utilizzato per la colza, sul Cruiser aleggia il sospetto che possa essere una causa della mortalità delle api. Syngenta dispone ora di 15 giorni per prendere posizione sulla decisione.
Il "Cruiser" è un potente insetticida utilizzato per il trattamento di vaste coltivazioni che combatte la presenza di insetti dannosi per le colture che possono ridurre significativamente la produttività e la qualità di piante e raccolti.
Dal 2008 la sua commercializzazione era ammessa in Francia attraverso autorizzazioni valide 12 mesi che venivano rinnovate.
Se l'ape scomparisse dalla terra, all'umanità resterebbero quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente più piante, niente più animali, niente più esseri umani. A lungo considerata solo un'ipotesi, la frase attribuita ad Albert Einstein, da qualche anno, si sta rivelando molto vicina alla realtà. La morìa delle api che si è verificata in questi ultimi anni in tutto il mondo, ha raggiunto infatti la dimensione di una vera ecatombe, tanto da mettere a repentaglio l'intera agricoltura mondiale. E’ sopratutto per questo motivo che lo Sportello dei diritti chiede un intervento urgente al Ministro dell’Agricoltura affinchè anche in Italia ne sia vietata la commercializzazione e l’uso come nella maggioranza degli altri paesi europei dove il prodotto è invece vietato. E’ infatti considerato una possibile causa della diminuzione del numero delle api.

venerdì 1 giugno 2012

Etilometro e guida in stato di ebbrezza: non punibile l’automobilista fermato per controlli che si rifiuta di seguire gli agenti per l’alcoltest


Etilometro e guida in stato di ebbrezza: non punibile l’automobilista fermato per controlli che si rifiuta di seguire gli agenti per l’alcoltest. Illecita la limitazione della libertà del cittadino se la pattuglia non ha con sé l'etilometro
La guida in stato di ebbrezza è un reato sanzionato dall'art. 186 del Codice della Strada. Il tasso alcolemico consentito per legge a chi si mette alla guida di un qualsiasi mezzo motorizzato è pari a 0,5 grammi di alcol per litro di sangue.
Ora è esclusa la contravvenzione ex articolo 186, settimo comma, Cds a carico dell’automobilista che si rifiuta di seguire gli operatori di polizia per sottoporsi all’alcoltest laddove non si è verificato alcun incidente stradale. Lo ha stabilito la quarta sezione penale della Cassazione con la sentenza 21192/12 del primo giugno, che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riporta, respingendo il ricorso del Procuratore della Repubblica del Tribunale di Belluno.
Il caso riguardava il conducente di un’autovettura che era stato fermato da una pattuglia dei Carabinieri sprovvista dell’etilometro per effettuare l’alcoltest.
Nella fattispecie avevano richiesto al soggetto a seguirli per sottoporsi all’accertamento presso un comando della Polizia Stradale sito a circa trenta chilometri di distanza. All’ invito il conducente si era rifiutato. Nella motivazione della sentenza gli ermellini, confermando la decisione della Corte di merito, hanno fissato che l’accertamento richiesto non era riconducibile al quinto comma dell’articolo 186, perché non si era verificato alcun incidente stradale; né al terzo comma, perché i Carabinieri non avevano al seguito l’etilometro; né al quarto comma, in quanto tale disposizione consente di accompagnare la persona da sottoporre ad esame «presso il più vicino ufficio o comando», circostanza non ricorrente nel caso di specie, in quanto l’esame doveva essere svolto presso altro corpo di polizia, a una distanza notevole dal luogo dei fatti, in tal modo comprimendo la libertà individuale al di fuori della previsione normativa.
Inoltre nella decisione la Suprema Corte ha affermato che «trattandosi di materia penale, perché possa dirsi integrata la contravvenzione contestata, è necessario che il conducente rifiuti l’accertamento così come tassativamente previsto dai commi richiamati nella norma che descrive la condotta tipica». Avendo pertanto i componenti della pattuglia dei Carabinieri richiesto al conducente, di seguirli presso un distaccamento della Polizia Stradale sito a una rilevante distanza dei luogo del fatto ne consegue una sensibile limitazione della libertà dello stesso. Pertanto «Il rifiuto all’adempimento di un obbligo non dettato dall’invocato combinato disposto dei commi settimo e terzo dell’articolo 186, non integra la contravvenzione prevista da dette disposizioni». Sulla scorta di tali argomentazioni, i giudici del palazzaccio hanno rigettato il ricorso perché il fatto non sussiste.

Italiani, giocatori smemorati: milioni di premi non riscossi. Che siano destinati per la ricostruzione dell’Emilia per il post terremoto


Italiani, giocatori smemorati: milioni di premi non riscossi che rimangono nelle casse dello Stato. Le somme non ritirate siano destinate ad iniziative benefiche e solidaristiche. Oggi potrebbero essere immediatamente destinate per la ricostruzione dell’Emilia per il post terremoto
Quanti italiani affidano le loro fortune in biglietti della lotteria, “gratta e vinci”, superenalotto e scommesse e quanti forse presi dalla foga del gioco per la quantità di giocate, forse per distrazione o semplice dimenticanza smarriscono proprio il ticket fortunato, quello che gli avrebbe potuto cambiare la vita, o quasi, e fanno sì che tutto rimanga nelle casse dello Stato che avidamente e per legge trattiene ogni somma non riscossa.
Perché come tutti dovrebbero sapere, ogni “gioco” dell’azzardo legalizzato dallo Stato ha un preciso regolamento, modi e termini di riscossione che ove non rispettati comportano inevitabilmente che tali somme, spesso ingentissime rimangano a rimpinguare il bilancio nazionale.
Se rimane inascoltato il consiglio di non sperperare più i propri averi o quelli dei propri cari tentando di cambiare la propria vita con la Dea Bendata perché gli italiani appaiono sempre più come un popolo di ammalati “da gioco” soprattutto da quando lo Stato ha intrapreso la cattiva strada dell’incentivazione di giochi, lotterie e scommesse per ripianare il proprio deficit, allora Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, invita ad una maggiore attenzione e a leggere e conoscere attentamente i regolamenti.
In secondo luogo D’Agata, propone che per legge, tutte le somme non riscosse siano destinate e quindi vincolate per iniziative benefiche e solidaristiche. Oggi potrebbero essere immediatamente destinate per la ricostruzione dell’Emilia per il post terremoto.