lunedì 31 dicembre 2012

Basta segnalazioni false ai numeri di emergenza. Subito il numero unico per le emergenze

Basta segnalazioni false ai numeri di emergenza. Si tratta di telefonate mute, interrotte o classificate come “false-scherzi” che danneggiano le autorità ed i pronti interventi e compromettono il salvataggio di migliaia di vite umane. Subito il numero unico per le emergenze Si attesterebbe secondo le statistiche al 25% la percentuale delle chiamate fasulle ai numeri di emergenza che compromettono il salvataggio di migliaia di vite umane ogni anno. Perché non è raro il caso che l’operatore del servizio sia impegnato nel rispondere a questo tipo di chiamate e quindi chi ha da segnalare un’emergenza trova l’altro capo del telefono non libero. È evidente, a tal proposito, che un intervento tempestivo a seguito di un trauma o di una grave patologia acuta o della segnalazione di un possibile reato o di un incendio, possono aumentare in maniera vertiginosa la possibilità di salvare una vita umana o di evitare la commissione di un delitto o il propagarsi di fiamme in caso di combustione. Un dato significativo è che le chiamate mute, interrotte o gli scherzi aumentano nella fascia pomeridiana, in particolare tra le 16 e le 18, che è il momento della giornata in cui la gran parte dei bambini sono a casa dopo la scuola anche se con i cellulari affidati anche ai più giovani l’orario critico si sta estendendo. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, al di là dell’aspetto educativo e quindi della necessità di far comprendere anche ai più piccoli i problemi connessi a tale attività di disturbo del soccorso, è evidente che il nostro sistema dell’emergenza non risulti adeguato ai tempi, anche per l’inutile e gravosa duplicazione dei numeri e dei centralini che gestiscono le segnalazioni. Basta riflettere sull’elenco di seguito riportato per comprendere che siamo ancora carenti rispetto ad un modello di organizzazione integrata secondo lo schema del tipo “Centro di raccolta delle chiamate d’emergenza” (PSAP, Public Safety Answering Point) e sul numero unico (per esempio il “112”) utilizzato da paesi più avanzati nel campo delle emergenze. Carenze che permangono tutt’ora per ciò che concerne la localizzazione del chiamante che risulta inadeguata e ancora molto si deve fare per la gestione delle chiamate di chi ha disabilità o parla una lingua diversa. Mentre la localizzazione del chiamante costituirebbe un importante deterrente alle false chiamate, dall’altra la semplificazione e la gestione integrata delle telefonate più complesse in partenza da minori, disabili o stranieri darebbe voce a parte delle richieste mute, classificate oggi come “false chiamate” e quindi potrebbe servire a creare adeguati filtri proprio contro le operazioni di disturbo. Tutte misure possibili che porterebbero notevoli risparmi per lo Stato e contribuirebbero al salvataggio tempestivo di migliaia di cittadini ogni anno. Questi i numeri principali per segnalare le emergenze in Italia e per le quali lo “Sportello dei Diritti” chiede un intervento del prossimo governo per la creazione di un unico “Centro di raccolta delle chiamate d’emergenza” (PSAP, Public Safety Answering Point): - 112 Carabinieri - 113 Polizia di Stato, Soccorso pubblico di emergenza - 115 Vigili del Fuoco - 117 Guardia di Finanza - 118 Emergenza Sanitaria, ambulanza - 114 Emergenza Infanzia - 1500 Call center per le Emergenze Sanitarie - 1515 Emergenza ambientale, Corpo Forestale dello Stato - 1530 Emergenze in Mare, Guardia Costiera - 1544 Polizia Penitenziaria

domenica 30 dicembre 2012

Notte di Capodanno. Allarme petardi provenienti dall’Est Europa

Arriva la notte di Capodanno e puntualmente si ripetono sequestri di botti illegali ed allarmi generalizzati contro l’utilizzo di questo modo sciocco e primitivo di ammazzare il vecchio anno. Questa volta, non provengono dalla Cina o da Hong Kong come accade ormai da decenni da quando la tradizione pirotecnica di quei paesi è diventato un business che foraggia anche la criminalità organizzata con ricavi illegali che arrivano a svariati milioni di euro per una notte di San Silvestro di pura follia che porta il giorno di Capodanno veri e propri bollettini di guerra per quanti feriti o vittime si registrano. Sono stati sequestrati in Germania, petardi provenienti dall’Est Europa che al posto della polvere pirica standard sono riempiti con polvere di metallo con il concreto rischio di conseguenze fatali o comunque pericolose. I ricercatori dell'Istituto federale per la ricerca sui materiali e prove tedesco (BAM), hanno recentemente dimostrato quali danni possono causare questo tipo di petardi illegali. Questi fuochi d'artificio possono esplodere solo dopo tre secondi con una deflagrazione diverse volte maggiore rispetto a quelli tradizionali e sono stati paragonati a delle vere e proprie bombe a mano. Tali caratteristiche hanno portato la BAM a negare espressamente l'autorizzazione al commercio in Germania da parte di tutti i petardi provenienti dall'Europa orientale. Alla luce di tale notizia, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, chiede alle autorità di pubblica sicurezza di poter amplificare i controlli dei petardi importati in Italia in questo particolare periodo dell’anno, invitando tutti i cittadini a prestare la massima attenzione sia circa la provenienza che nel maneggiare tutti i tipi di fuochi pirotecnici per evitare dannose conseguenze sia per se stessi che per i propri cari ed amici. Anche se il consiglio più utile è quello di evitare completamente l’utilizzo di botti per la notte di San Silvestro, una tradizione triviale e barbara, spesso foriera di sangue e pianti.

sabato 29 dicembre 2012

Pedaggi autostradali in aumento in Italia. Nuova batosta per i consumatori e per i pendolari

Dal primo gennaio, chi viaggerà sulla rete autostradale italiana dovrà fare i conti con un aumento dei pedaggi. Nel 2013 il rialzo medio sfiorerà il 4%, con una punta del 13% sulle tratte gestite da Autovie Venete, nel nordest. Il rincaro sarà autorizzato in base agli investimenti fatti dalle diverse società concessionarie. A seconda dell'autostrada percorsa si potranno avere incrementi sotto l'un percento. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” ancora una volta i cittadini sono costretti a pagare per beni comuni come le autostrade divenute strumento di profitto per i soliti noti concessionari che si sono ritrovati il grosso della rete costruita con soldi pubblici. E’ ovvio inoltre che tali aumenti si rifletteranno inevitabilmente su tutte le merci soggette al trasporto su gomma.

Piloti Ryanair: "Per risparmiare voliamo con poco carburante"

Piloti Ryanair: "Per risparmiare voliamo con poco carburante". L'azienda farebbe pressioni per spingere i piloti a risparmiare sul carburante. Lo “Sportello dei Diritti” chiede controlli Dopo la notizia apparsa sui media dell’Europa intera secondo cui “gli aerei Ryanair volerebbero regolarmente con meno carburante di quanto sarebbe necessario per mettere i piloti sotto pressione, abituarli a volare con meno riserva e quindi far risparmiare carburante” dopo la presunta denuncia di quattro piloti della compagnia irlandese coperti dall'anonimato, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” per dirimere ogni dubbio e un ondata di panico da parte dei milioni dei passeggeri che scelgono la compagnia aera low cost, chiede un intervento immediato dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) per verificare quanto annunciato dalla tv fiamminga KRO. Al contempo, anche perché la notizia fa seguito ad altre apparse in precedenza, lo “Sportello dei Diritti” chiede che una verifica immediata sia fatta dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) sui voli effettuati dai nostri aeroporti.

Istat: i laureati lasciano l'Italia

Istat: i laureati lasciano l'Italia. Per la prima volta dopo anni il numero degli emigrati ha superato quello degli immigrati Se la matematica ed i numeri non sono un’opinione il Rapporto "Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente" dell'Istituto nazionale di statistica (Istat) non lascia spazio a dubbi: la crisi inverte i flussi migratori e l’Italia da Paese dell’immigrazione sta diventando Paese non più attrattivo e addirittura d’emigrazione, specie tra i laureati. A sostenerlo, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, nel commentare lo studio statistico che rappresenta una fotografia sui movimenti migratori in entrata e in uscita dall'Italia nel decennio compreso tra il 2002 e il 2011. Se è pur vero che nell’arco di questi dieci anni sono entrati in Italia, per risiedervi 3'563'379 stranieri e pur vero che tra il 2002 e il 2011 si sono registrate 580mila partenze, di cui 175mila relative a cittadini stranieri. Venendo al dettaglio dei dati più significativi, l'immigrazione femminile riguarda soprattutto i paesi dell'Est Europa (risultano essere donne il 74,9% dei cittadini ucraini residenti nel Nostro Paese, mentre le moldave, le bulgare e le rumene superano abbondantemente il 50%), mentre quella maschile è originaria dell'India (oltre il 70% degli indiani sono uomini) e dai paesi africani. Per quanto concerne i flussi migratori in entrata nel periodo preso in considerazioni in termini di nazionalità al primo posto vi è quella rumena, che sfiora quasi il milione. Ciò vuol dire che oltre un immigrato su quattro di quelli arrivati negli ultimi dieci anni in Italia ha come paese d’origine la Romania. A seguire gli albanesi (278mila), i marocchini (258mila), gli ucraini (215mila) e i cinesi (150mila). Com’era prevedibile le regioni con i maggiori flussi in entrata sono Lazio e Lombardia. L’effetto tangibile della crisi economica viene dal dato sul numero di italiani che lasciano la madrepatria. L’anno appena passato ha visto, infatti, l’accadimento di un fatto che non accadeva da tempo: ci sono stati più espatri che rimpatri. Basti verificare che a fronte di 31'500 cittadini italiani rientrati, ne sono andati all'estero 50mila. La maggior parte dei nostri concittadini ha scelto paesi europei, con al primo posto la Germania (che solo nel 2011 ha accolto 5mila immigrati italiani), a seguire la Svizzera (tremila) e il Regno Unito (duemila). Un altro elemento significativo in diretto collegamento con la situazione economica che stiamo vivendo è quello relativo al livello d'istruzione degli italiani che espatriano. La percentuale di titolari di laurea sale dall’11,9% del 2002 al 27,6% del 2011, mentre la quota di emigrati con titolo fino alla licenza media passa dal 51% del 2002 al 37,9% del 2011. Tra i laureati al primo posto, viene scelto il Regno Unito che riceve l'11,9% di questi nostri connazionali, seguito da Svizzera (11,8%), Germania (11%) e Francia (9,5%).

venerdì 28 dicembre 2012

Sotto le feste aumentano le malattie alimentari

Sotto le feste aumentano le malattie alimentari. Basta osservare tre semplici regole per evitare piacevoli sorprese Periodo di feste e di mangerecci che ci spingono a prestare meno attenzione a ciò che mettiamo in bocca anche perché è opinione purtroppo ancora comune che col freddo scompaiano, come per incanto, germi e microbi. Tra pesce e carni crude o poco cotte, tartare e macinati il rischio di essere colpiti da problemi gastrointestinali conseguenti ad infezioni tipo la campilobatteriosi, causa di gravi malattie diarroiche accompagnate da febbre, vomito e crampi nella parte inferiore dell'addome, sino ad arrivare alla salmonella o alla temutissima anisakis, è dietro l’angolo. Il contagio, ovviamente, avviene per via alimentare attraverso il consumo di cibi contaminati da batteri. Come dicevamo, sono troppe ancora le persone convinte che il freddo sia sufficiente ad abbattere completamente la flora batterica. La verità è che le carni contaminate non possono essere riconosciute né dall'aspetto o dall’odore e anche la surgelazione non garantisce la sicurezza alimentare: i batteri vengono solo ridotti di numero, ma non completamente eliminati. Le misure più efficaci per prevenire infezioni di tali tipo derivano da una corretta manipolazione e una sufficiente cottura degli alimenti. A tal proposito, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ricorda tre semplici e fondamentali regole d'igiene: 1. La pulizia. Per la preparazione di carni e pesci e altre derrate alimentari (come per esempio le insalate) utilizzare se possibile taglieri separati. Dopo l'uso lavare accuratamente, con acqua calda e detergenti i taglieri, i coltelli e gli altri utensili da cucina usati e lasciarli asciugare all'aria oppure impiegando un asciuga piatti pulito o meglio ancora della carta da cucina monouso. Dopo avere toccato carne cruda, lavarsi sempre accuratamente le mani. 2. La separazione. Carni e liquidi provenienti da carni crude non devono mai entrare in contatto con alimenti pronti al consumo. Osservare il principio dei due piatti: non utilizzare mai lo stesso piatto per carne cruda e per carne preparata, salse o altri accompagnamenti. 3. La cottura. Cuocere sempre bene i cibi in questione. L’osservanza di queste accortezze che tutti possono praticare possono farci star più tranquilli durante le feste ed al riparo da conseguenze spiacevoli per la salute, con la speranza che anche la generalità dei ristoratori le osservi.

giovedì 27 dicembre 2012

EBay: conseguenze della crisi. Aumentano le compravendite online di oro e di argento

Conseguenze della crisi. Aumentano le compravendite online di oro e di argento. Ma quali sono le garanzie che siti come Ebay diventino un ritrovo della ricettazione mondiale? Lo “Sportello dei Diritti”, da tempo si è assunto il compito di segnalare le conseguenze della crisi sui cittadini ed i rischi derivanti dalle possibili speculazioni, perché in tempi come questi, com’è da tempo immemorabile nei periodi difficili della storia, ci sono soggetti pronti a fare affari alle spalle di chi sta peggio e dei soggetti più deboli. A tal proposito, basta cliccare sul più famoso sito di aste on line al mondo, EBay, per verificare l’esponenziale aumento delle vendite in rete di oro, metalli preziosi e gioielli entrati di diritto ai primi posti nella classifica degli oggetti più commercializzati. Non più e solo, quindi, i famigerati negozi “Compro oro”, punti fisici che spuntano come funghi in ogni centro urbano e sui quali sono state avviate più volte inchieste sul territorio nazionale perché possibili ricettacoli di oggetti provenienti da furti e rapine, ma incrementa il numero delle persone che vendono, o meglio svendono i propri averi, anche quelli di famiglia, per cercare di superare il momento e trova soggetti con pochi scrupoli pronti ad approfittare delle difficoltà altrui e ad acquistare ad un prezzo più basso del mercato. Il problema, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, al di là dell’aspetto morale che è tutt’altro secondario, riguarda le inevitabili carenze nei controlli per il numero delle compravendite online e quindi virtuali anche perché è impossibile verificare la legittima provenienza di tutti i preziosi esposti in rete. Condizioni che favoriscono la nascita di un fiorente mercato illegale che consente di mettere in una vetrina mondiale quale è internet, oggetti di provenienza non sempre nota. Alle polizie postali di mezzo mondo, l’arduo compito delle verifiche e delle indagini.

Boom di truffe immobiliari via internet

Non si conosce il numero dei casi, ma la frequenza con la quale lo “Sportello dei Diritti” riceve segnalazioni in tal senso lascia intendere un aumento vertiginoso delle truffe on line legate a proposte farlocche d’affitto e di vendita di immobili Non più e solo stanze e camere per le vacanze, specie nel periodo estivo, ma quella di appartamenti e immobili offerti in locazione, a volte addirittura messi in vendita, attraverso inserzioni su siti specializzati, pare stia diventando una frode per tutte le stagioni. I furbi in questione, chiedono come minimo un anticipo a titolo di caparra di solito come mesi di pigione anticipata con la scusa di bloccare l’affare unitamente, alla scansione di documenti di legittimazione per la formalizzazione dell’accordo e per rendere, almeno in apparenza più seria la proposta. Morale della favola: per i malcapitati contraenti da una parte la perdita dei soldi anticipati e l’impossibilità di usufruire dell’immobile, in quanto o non esiste proprio oppure è abitato dai legittimi ed ignari proprietari. Le categorie più colpite sono gli studenti in cerca di un alloggio nelle città universitarie ove sono maggiormente frequenti le proposte di locazione ad uso abitativo per trasferisti e temporanee. Alla luce di quanto sta accadendo, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” invita ad usare le massime cautele nell’acquisto o nella locazione di immobili attraverso la rete, raccomandandosi di non inviare alcun dato personale o documenti a sconosciuti che li possono utilizzare per commettere atti illegali a nome delle vittime salvo preventiva verifica della serietà dell’inserzione. Il consiglio più semplice è quello di verificare preventivamente di persona o tramite dei conoscenti di fiducia nel luogo dove viene indicato l’immobile se lo stesso è veramente disponibile per la locazione o la vendita. È ovvio, d’altro canto che se i dubbi persistono, o se si è certi di essere stati vittime di un raggiro, occorre immediatamente denunciare l’accaduto alla polizia postale o al più vicino posto di polizia.

mercoledì 26 dicembre 2012

Come ogni anno, puntuale arriva il “Dossier statistico immigrazione 2012 Caritas/Migrantes” che fotografa i dati sull’immigrazione relativi a tutto il territorio nazionale. In primo luogo è da rilevare che il numero complessivo degli stranieri soggiornanti stabilmente in Italia, a diverso titolo, è di circa cinque milioni, ossia l’8,2% dell’intera popolazione residente. Anche per sfatare alcuni tabù e falsi miti sul rapporto tra occupazione e immigrazione, sono interessanti i dati sull’occupazione: nel quadriennio compreso tra il 2007 e il 2011 si è registrato un aumento di ben 750mila lavoratori stranieri impiegati nei mestieri non più ambiti dagli italiani, a fronte di una perdita complessiva di un milione di posti di lavoro. Si attesta, quindi, a circa il 10% dei lavoratori totali la percentuale di quelli di origine straniera. Uno dei settori nevralgici nei quali è più presente la forza lavoro straniera è, fatto notorio, quello delle colf/badanti, con ben l’85% degli occupati, mentre sono il 10 % dei totali gli infermieri immigrati. Ma è il dato sui benefici per l’economia del Paese che potrebbe sorprendere sino allo sbigottimento qualche partito politico come la Lega: sono 1,7 miliardi di euro i benefici prodotti dagli stranieri a fronte del rapporto costi/benefici per le casse statali, comprese le spese di giustizia e sanitarie. Dati che non sorprendono chi come lo “Sportello dei Diritti”, rileva il fondatore Giovanni D’Agata, attraverso l’attività costante d’integrazione e mediazione e di studio del fenomeno, sostiene l’importanza dell’immigrazione regolare per l’economia e per lo sviluppo sociale del Paese, e che condivide pienamente la sintesi del rapporto Caritas secondo cui “gli immigrati producono ricchezza e aiutano ad affrontare la crisi”. In tal senso, giova evidenziare che gli stranieri utilizzano in proporzione meno il sistema sanitario nazionale rispetto ai nostri concittadini e il tasso di criminalità, nonostante talune percezioni diffuse e forse amplificate da qualche media compiacente, se calcolato per fasce di età omogenee mostra un incidenza dei reati sugli stessi livelli o addirittura inferiore (chiaramente senza contare alcuni reati tipici dello status di straniero) a quella degli italiani. I maggiori problemi per lo “Sportello dei Diritti”, anche alla luce di tali dati, non derivano, dai flussi degli stranieri che tentano d’introdursi clandestinamente nel territorio nazionale (che oggi deve considerarsi parte dello spazio comune europeo), tanti dei quali richiedenti asilo e che quindi sfuggono da fame, carestie, conflitti e persecuzioni, ma soprattutto dalle carenze di normative troppo rigide come la Bossi – Fini che nonostante le ampie critiche e le incessanti richieste di modifica resta in vigore, e dalla necessità di una più ampia visione europeista dei fenomeni migratori anche attraverso una legislazione europea più compiuta.

martedì 25 dicembre 2012

Allarme truffe adozioni internazionali di bambini

Il Natale è anche questo. Raccontare storie di speranza per chi come in quest’occasione di festa cerca un po’ di serenità, magari costruendo una famiglia e poi trova delusione e sconforto. Perché l’adozione di un bimbo bisognoso, magari di un Paese poverissimo è gesto nobile e d’amore come il significato della Natività. Ma quando dietro a queste speranze si nasconde il lucro ed il profitto, o addirittura la frode allora, come "Sportello dei Diritti", riteniamo opportuno riportare la massima attenzione perché storie analoghe a quelle di una trentina di coppie italiane, non si verifichino più. Dicevamo di questi coniugi di diverse zone d’Italia che sono arrivati a sborsare sino a diecimila euro, oltre ad altre spese, dopo aver avviato l’iter per l’adozione internazionale di bambini dell’ex Repubblica Sovietica del Kirghizistan e che alla fine si sono rese conto di essere state letteralmente frodate da intermediatori locali senza scrupoli. È noto, che l’adozione internazionale richiede una lunga trafila burocratica a seguito di una serie di esami degli aspiranti genitori e tempi d’attesa lunghi, spesso lunghissimi ma che in molti casi specie se ci si affida alle procedure regolari giungono ad esito positivo. Nei casi in questione, tutte le coppie si erano affidate, come prassi alle procedure previste dalla Commissione adozioni, che è ente di promanazione governativa, ed avevano inoltrato le istanze al referente nello stato indicato, il quale dopo alcuni mesi, aveva provveduto a spedire le fotografie dei bimbi da adottare. Una delle coppie truffate, ha rivelato di essere partita per il Kirghizistan, in particolare a Bishkek sede di un orfanotrofio, dopo aver predisposto tutte le cose necessarie per due bimbe: dai vestitini ai giocattoli e persino la cameretta per la casa in Italia. Una volta giunti presso la sede dell’orfanotrofio, aver preso contatto con le bambine ed averle ospitate nello stesso albergo per ben una settimana, si presenta il mediatore locale, che pretende 1500 euro in contanti, nonostante la procedura richiedesse la tracciabilità dei pagamenti puntualmente pagati anche perché questi soggetti senza scrupoli approfittano della condizione psicologica dei genitori adottivi pronti a tutto pur di portare in patria con i figli assegnati. Poco dopo si arriva al saldo in loco e così per un totale di diecimila euro per ogni bimbo a seguito di rogito rigorosamente in cirillico innanzi al notaio del luogo, per l’avvenuto completamento dell’iter che diventa effettivo dopo un mese dopo il quale un giudice omologa l’adozione. Chiaramente il mese diventano due e poi tre, finché i genitori adottivi si accorgono di essere stati truffati, perché anche l’intermediario non è più rintracciabile. Peraltro, a seguito di controlli incrociati si è venuti a scoprire che i responsabili dell’orfanotrofio assegnavano i medesimi bambini a diverse coppie. Alla luce di tali fatti, realmente accaduti e che segnano profondamente le speranze di uomini e donne che sognano di creare una famiglia, Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", ritiene opportuno che tutti i genitori che ambiscono ad adottare un bambino da un paese straniero prestino la massima attenzione prendendo piena cognizione dell’iter da seguire che è individuabile e verificabile sul sito della Commissione per le Adozioni Internazionali (http://www.commissioneadozioni.it/IT.aspx?DefaultLanguage=IT).

lunedì 24 dicembre 2012

Facebook diventerà un servizio a pagamento? Negli Stati Uniti il social network testa i messaggi a pagamento

Facebook diventerà un servizio a pagamento? Negli Stati Uniti il social network testa i messaggi a pagamento con la scusa di studiare una soluzione per evitare il diffondersi dello spam L’ultima trovata dei gestori di Facebook riguarda l’impostazione dei messaggi privati. Il social network infatti sta testando un sistema che prevede il pagamento di un dollaro per inviare messaggi a chi non rientra tra i vostri amici. Una novità per generare reddito che ha destato non poche polemiche tra gli utenti che sospettano che questa sia la prima di una serie di novità che portino Facebook a diventare un servizio a pagamento. Un servizio simile è già fornito da reti sociali come LinkedIn.Secondo quelli del social network, i messaggi a pagamento serviranno a limitare il diffondersi dello spam sulla piattaforma. Infatti dovendo pagare un dollaro per ogni invio, chi ha intenzione di spedire messaggi pubblicitari a casaccio ci penserà due volte. Questo sistema è in fase di test, mentre già è attivo il nuovo filtro che permette di distinguere tra i messaggi in entrata inviati dai vostri amici e dalle persone che potreste conoscere, e quelli, invece, inviati semplicemente dai vostri amici. Una soluzione utile per evitare di intasare la vostra casella di posta su Facebook. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un vero e proprio abuso in violazione delle condizioni d'uso del servizio per cui si paga oltre il doppio della tariffa corrente per spedire lettere fisiche attraverso la posta ordinaria statunitense.

Truffa alcolici taroccati nei locali della movida. Come si risparmia nella vendita di alcolici

È una prassi antica, quella di adulterare, modificare, annacquare liquidi per lucrarci su qualche soldo in più dalla vendita al dettaglio, ma in questo particolare momento, in cui ogni attività commerciale è colpita dalla crisi, nessuna esclusa, non essendo esenti quelle del tempo libero come i bar, pub, lounge, pare che il fenomeno sia in rapida ascesa. Lo hanno segnalato allo “Sportello dei Diritti”, numerosi avventori, soprattutto dei locali notturni che hanno iniziato a percepire e quindi a diffidare di ciò che gli viene servito al bancone. Non solo si allungano le bevande con acqua e ghiaccio come avviene da sempre, ma la truffa “organizzata” consiste nell’utilizzare per preparare cocktail e aperitivi, bottiglie taroccate di qualità notevolmente inferiore alle più rinomate con alcolici sottomarca venduti allo stesso costo delle marche più note, nonostante siano contenuti ed esposti in bella vista nelle bottiglie di quelli “originali”. Si tratta quindi, di una delle più classiche frodi alimentari. Basta un semplice travaso nella bottiglia di marca vuota ed il gioco è fatto, tanto la gran parte dei clienti, la maggioranza giovanissimi, non è assolutamente in grado di distinguere tra una vodka o un whisky di qualità ed una o uno da discount specie se vengono miscelati tra di loro e con altre bevande tipo energy drink, cola, acqua tonica e così via. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, questi fatti non solo contribuiscono ad incentivare le nostre convinzioni circa l’abuso di alcol, una piaga da combattere, così come la nostra associazione ripete da anni, ma c’inducono ad invitare tutti i consumatori a prestare molta attenzione a cosa viene versato nel bicchiere, sperando che si avviino presto seri controlli, pure a campione, anche perché non si tratta solo riflettere sull’inevitabile riduzione della qualità di un cocktail a seguito della ricerca di maggiori profitti da parte dei soliti noti senza scrupoli, ma anche di rischi connessi alla salute di inconsapevoli clienti per l’ingestione di prodotti alcolici di scarso genere. Ciò anche in considerazione della maggior parte dei commercianti che sono onesti che riteniamo abbiano tutto l’interesse che si faccia chiarezza e si scoprano i malfattori.

sabato 22 dicembre 2012

Parto indolore ed epidurale gratis 24 ore su 24

Parto indolore ed epidurale gratis 24 ore su 24. Lo “Sportello dei Diritti” ha avviato una class action che continuerà nelle corti italiani contro una discriminazione tutta italiana Parto indolore ed epidurale gratis 24 ore su 24? Era ora, sostiene Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, dopo aver appreso la notizia secondo cui il parto indolore gratuito noto ai più con il solo termine “epidurale” entra ufficialmente nell’elenco delle nuove voci inserite nei cosiddetti Lea (livelli essenziali di assistenza) che il Ministero della Salute inserirà entro la fine dell’anno in un albo ad hoc, insieme a 109 malattie rare e alla conversione di altre malattie considerate rare ed elevate a “croniche”, come la celiachia. In Italia, infatti, questa procedura medica che è utilizzata in tutto il mondo per lenire i dolori di una fase fondamentale, ma altrettanto delicatissima della vita delle donne e madri, presentava delle gravissime disparità di trattamento nonostante sotto il primo Governo Prodi (ed in particolare nel 2008 il ministro della Salute Livia Turco con il DPCM del 23 aprile, all'Art. 37 Paragrafo 3), fosse stato introdotto il principio universale della “epidurale gratis per tutte” che era rimasto lettera quasi completamente morta perché le regioni e le Asl, fatte rare eccezioni, non avevano reperito le coperture finanziare atte a garantire quello che molti ritengono, a ragione, un diritto di civiltà. Basti pensare che fino a questa importante e nuova misura il servizio era garantito solo da circa il 20% delle strutture ospedaliere (secondo l’AAROI SIARED nel 2006 solo nel 16%) e a costi elevatissimi, eccettuate alcune e rare strutture pubbliche dove veniva eseguita gratis, ma quasi sempre e solo in determinate fasce orarie e nei giorni feriali, quasi mai in quelle notturne ed in quelli festivi, mentre molte di quelle pubbliche limitavano l’accesso solo a una quota stabilita di partorienti e previa corresponsione di un ticket. Il prezzo varia da un minimo di 50 euro agli 800 euro, negli ospedali pubblici mentre in quelli privati può arrivare sino a 2 mila euro. La conseguenza di questa politica disastrosa e di una sanità che predica uguaglianza ma razzola disparità persistenti con un’offerta assolutamente inadeguata ai tempi anche in ragione della crisi, contribuendo a fomentare pregiudizi ingiustificati e quasi primordiali su una tecnica sicura praticata in tutti i paese europei con livelli di successo pari al 100 % e che non presenta alcun effetto collaterale rilevante, è che sino ad oggi l’85% delle donne continua a partire soffrendo. Al di là delle credenze popolari, su di una procedura anestetica ritenuta ancora e senza alcun fondamento invasiva e addirittura inibitoria del parto naturale, la “perimidollare, (è questo il termine più corretto usato dai professionisti) non impedisce un parto consapevole. In realtà, agisce sul dolore che viene anestetizzato, mentre la partoriente continua ad avvertire le contrazioni, cammina e può vivere pienamente l’esperienza del travaglio e del parto. L’atteggiamento discriminatorio adottato dalla Sanità nazionale, al di là degli intenti manifestati era quindi, del tutto ingiustificato ed illegittimo. Per tali ragioni, lo “Sportello dei Diritti”, in tempi non sospetti, avendo ricevuto molteplici denunce in tal senso, aveva già avviato una “class action”, inviando apposite diffide, per il rimborso dei costi pagati da tutte le partorienti che si erano viste costrette a sborsare somme prossime ai mille euro, sotto una sorta di ricatto dalla formula che si può sinteticamente riportare “o paghi o soffri”, sol perché a differenza delle più fortunate avevano partorito la notte o nei giorni festivi. Azioni che continueranno innanzi ai Giudici di Pace del territorio nazionale contro le regioni, le Asl e le strutture pubbliche che hanno adottato queste politiche discriminatorie, anche perché ricordiamo che per la ripetizione delle somme rivenienti da indebito arricchimento la prescrizione è di dieci anni.

Benessere: dopo la pensione si dorme meglio. Lo dice uno studio

Ricercatori basilesi e tedeschi hanno scoperto che l'allontanamento dallo stress induce il miglioramento del riposo oppure grazie al fatto che le persone adeguano il ritmo della giornata al proprio "orologio interno". Gli studiosi Sakari Lemola, dell'Università di Basilea, e David Richter, dell'Istituto tedesco sulla ricerca scientifica, hanno utilizzato dati del Gruppo tedesco di ricerca socioeconomico (SOEP), che dal 1984 ha svolto interviste in 12'000 economie domestiche. In totale, sono state sentite circa 14'200 persone fra i 18 e gli 85 anni. Secondo la ricerca che Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, riporta, anche se la qualità del sonno peggiora con l'avanzare dell'età, al momento del pensionamento questa tendenza viene invertita. Un anno dopo la fine dell'attività lavorativa, la situazione torna però inesorabilmente a degradarsi. Lo studio è stato pubblicato sulla versione online di "The Journals of Gerontology Series B: Psychological Sciences and Social Sciences". La ricerca inoltre ha confermato altri studi di questo genere, secondo cui la "soddisfazione del sonno" diminuisce costantemente fra i 18 e i 60 anni. Sintomi come stanchezza diurna, difficoltà ad addormentarsi o svegliarsi troppo presto aumentano continuamente. Sempre secondo gli scienziati esiste un legame fra la qualità del sonno e la stima del proprio stato di salute: chi si sente sano dorme meglio e vice versa. Un legame effettivo con alcune patologie era già noto. Persone che soffrono di obesità, problemi respiratori, cardiaci o dolori cronici dormono infatti peggio rispetto a quelle sane.

Tecnologia: nel 2013 sarà in commercio “Googlefonino” lo smartphone di Google

Per il 2013 è prevista una forte crescita del mercato degli smartphone e con essa l'ingresso di Google nel campo della comunicazione mobile. Secondo il Wall Street Journal, Google sta lavorando a uno smartphone tutto suo che dovrebbe sbarcare sul mercato il prossimo anno e potrebbe rappresentare una vera rivoluzione. Al prototipo, stanno lavorando gli ingegneri di Motorola, l’azienda comprata sette mesi fa per 12,5 miliardi di dollari da Google. Un’ottima notizia per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, poichè il colosso sta investendo in una tecnologia che farà qualcosa di diverso rispetto a quella attuale utilizzando materiali innovativi quali ceramica e schermi pieghevoli. Sono un miliardo di persone su sette al mondo che usa uno smartphone.

venerdì 21 dicembre 2012

L'epilessia infantile si può combattere con la epigenetica

L'epilessia infantile si può combattere con la epigenetica. Identificato il difetto alla base dell'epilessia associata all'instabilita' da triplette del gene Arx Un team di ricercatori dell’Istituto di genetica e biofisica ‘Adriano Buzzati Traverso’ del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli ha scoperto il difetto epigenetico alla base dell’epilessia con deficit di apprendimento nei bambini malati di una forma genetica maligna legata al cromosoma X. Lo studio è stato finanziato dall’associazione francese ‘Jerome Lejeune’ e pubblicato sull’American Journal of Human Genetics. L’epilessia associata all’instabilità da triplette del gene Arx è una rara ma devastante forma di epilessia maligna che si manifesta nei primi mesi di vita dei bambini maschi. La novità di questa ricerca consiste nella scoperta che “mutazioni del gene Arx danneggiano gravemente l’attivazione di KDM5C e, di conseguenza, il controllo epigenetico a valle, confermando una relazione diretta tra danno genetico e gravità della malattia”. Questi bambini sin da piccoli presentano una disorganizzazione generale e caotica delle scariche elettriche con danni a carico della maturazione del cervello che, nell’arco di pochi anni, manifesta difetti di apprendimento invalidanti. Ne deriva la necessità di somministrare loro tempestivamente farmaci antiepilettici che forniscano benefici efficaci, prima che si completi lo sviluppo cognitivo. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, lo studio crea le basi per una ricerca mirata a sviluppare nuovi metodi di cura in grado di limitare i danni che le convulsioni producono sullo sviluppo neurologico determinate da questa malattia.

La beffa della legge di stabilità a favore del gioco d’azzardo e dei Poker Live

La beffa della legge di stabilità a favore del gioco d’azzardo e dei Poker Live. Ennesimo favore ad una lobby di un governo delle lobbies Solo un paio di mesi fa, il ministro della Salute Balduzzi annunciava una vittoria sulla lotta alla ludopatia in particolare riferimento al gioco d’azzardo, attraverso un emendamento al decreto conosciuto con lo stesso nome del ministro e che prevedeva una stretta sulla capacità attrattiva e sulla pubblicità dei giochi con vincite di denaro. Tra le misure più significative, si ricorda la messa al bando per le pubblicità del gioco con vincita in denaro in programmi televisivi e sulla stampa destinata ai minori: la distanza minima dai luoghi ritenuti sensibili (scuole, ospedali e centri socio-ricreativi ecc...) per le sale slot machine e video lottery; la necessità di indicare, nelle pubblicità dei giochi d’azzardo, le reali possibilità di vincita; l’ obbligo per i gestori di esporre all’ingresso e all’interno dei locali il materiale informativo delle Asl sul gioco d’azzardo patologico (G.A.P.) al fine di “evidenziare i rischi correlati al gioco…" La famigerata “Legge di Stabilità” rovescia le intenzioni manifestate con un vero e proprio favore alla lobby del gioco d’azzardo. In primo luogo, se la proroga annunciata sulle misure indicate sui limiti alla pubblicità dei giochi e alla cartellonistica è stata cancellata all’ultimo dal maxiemendamento, la vittoria dei signori del gioco è comunque arrivata con un altro provvedimento che sembra farsi beffe di un fenomeno patologico in costante crescita nel Paese: la ludopatia. Si tratta di una vera e propria dipendenza in costante espansione nel paese che vedrebbe circa 800.000 italiani secondo le stime più prudenti “malati dal gioco”, che sta creando un notevole impatto sociale nella vita delle famiglie italiane. Basti pensare che la spesa degli Italiani per il gioco legale è più che raddoppiata passando dai 20 miliardi di euro del 2004 ai 50 miliardi di Euro l’anno scorso. La colpa va ricercata da una parte in uno stato che cerca di rimpinguare le proprie casse sulle tasche degli italiani e dall’altra nella crisi economica che spinge sempre più cittadini a tentare la fortuna nonostante le difficoltà quotidiane. Con conseguenze spesso devastanti per le famiglie che s’indebitano sempre più anche per far fronte al fabbisogno di denaro per il gioco. Un altro elemento di novità in negativo dell’emendamento conosciuto anche come “omnibus”, che conferma la politica d’incentivazione al gioco d’azzardo da parte di questo governo, è l’indizione della gara per l’apertura di 1.000 sale di Poker Live, ovvero delle sale ove è possibile giocare a poker puntando contante reale. Stop, dunque alle proroghe che avevano fermato l’indizione delle gare per l’apertura di nuove sale. Entro il 31 gennaio prossimo saranno indetti i bandi con grande contentezza degli operatori del settore che l’attendevano come la manna dal cielo che hanno rilanciato la notizia promettendo migliaia di posti di lavoro, mentre noi diciamo che milioni di cittadini verranno gettati sul lastrico. Nel dettaglio è sufficiente ritornare indietro con la memoria al luglio del 2009 quando era entrata in vigore la Legge comunitaria n. 88/2009 che all’articolo 24 aveva stabilito la possibilità da parte dei Monopoli di Stato di rilasciare concessioni o autorizzazioni per l’organizzazione di tornei di Texas Hold’em senza che a ciò seguisse un provvedimento del governo che indicesse le modalità di rilascio delle relative licenze. Con la manovra finanziaria del 2011, era stato previsto un primo bando di gara che però era stato rinviato per ben due volte dall’attuale governo. La legge di stabilità ha quindi sbloccato l’empasse consentendo il via libera alla gara per le concessioni di nuove sale dove sarà possibile giocare con denaro sonante, anche se i Monopoli di Stato hanno precisato come l’introduzione del Poker Live sia legata alla approvazione di un regolamento ad hoc; e hanno anche ammesso che è in corso una “riflessione sulla opportunità di introdurre questa tipologia di gioco che, per la prima volta, vedrebbe fisicamente interagire i giocatori, creando problematiche per i controlli sulla regolarità del gioco e per la prevenzione di eventuali fenomeni di riciclaggio.” Alla luce di tali provvedimenti, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, chiede al governo attuale se farà ancora in tempo o comunque al prossimo, un immediato passo indietro perché una “riflessione” è anche tempo sprecato per capire che il gioco d’azzardo, anche se legalizzato è un fenomeno che danneggia irrimediabilmente la società, una società già in crisi sociale ed economica, specie se continua ad espandersi sui livelli degli ultimi anni con un’incentivazione e una pubblicizzazione che è sotto gli occhi di tutti.

È discriminatorio il bando per il concorso per infermieri, che impone il requisito della cittadinanza comunitaria

Immigrazione ed eguaglianza nell’accesso alle professioni. È discriminatorio il bando per il concorso per infermieri, che impone il requisito della cittadinanza comunitaria. Il giudice del lavoro di Milano obbliga le Asl a riaprire i termini per consentire la partecipazione alle selezioni dei candidati extra UE regolarmente soggiornanti È una bella notizia quella della sentenza del tribunale di Milano in materia d’immigrazione ed uguaglianza nell’accesso alle professioni, ma invita a far riflettere anche sullo stato del livello di discriminazioni cui sono sottoposti gli stranieri non comunitari ma regolarmente soggiornanti. Così Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" nel commentare la decisione della corte di merito del capoluogo lombardo che ha ritenuto discriminatorio il comportamento di due Asl che hanno bandito il concorso per infermieri e operatori socio-sanitari indicando come requisito la cittadinanza italiana o di un altro Stato membro dell’Unione europea. Secondo il giudice non è più possibile reiterare il divieto di accesso per nazionalità in alcuni settori della sanità pubblica. In tal senso, giova precisare che il Nostro Paese ha recepito la convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), rendendo così inapplicabile la legislazione interna confliggente. E così non può non ritenersi discriminatorio nei confronti degli stranieri regolarmente soggiornanti il requisito imposto dai due enti relativamente al bando per l’accesso a posti di lavoro a tempo indeterminato. In conseguenza di tanto, il giudice del lavoro ha ordinato alle Asl di riaprire i termini per la presentazione delle domande di ammissione alla prove selettive ed il provvedimento dev’essere pubblicato sul sito internet dell’azienda sanitaria.

mercoledì 19 dicembre 2012

Politica e violenza sulle donne: condannato il marito che impone alla moglie il saluto fascista

La violenza sulle donne ha molte facce, può essere sessuale, economica, psicologica e può avere anche come in questo caso una matrice politica. Ed ancora una volta nuovo stop della Cassazione nei confronti dei mariti prevaricatori e violenti con la sentenza n.35805/2012. La Prima sezione penale della Corte, si è occupata del caso di un uomo che aveva l'abitudine di imporre alla moglie il saluto nazi-fascista. Secondo quanto è emerso nel corso del giudizio, quasi tutti i giorni il marito, rincasando "imponeva il saluto nazista e pretendeva che la donna si mettesse a terra e durante i rapporti contro il volere di lei si vantava di essere un 'maratoneta' perche' era capace di stare tanto tempo sopra di lei". L'imputato aveva ridotto la moglie ad un tale stato di prostrazione tanto da indurla spesso a rannicchiarsi in un angolo per paura di essere percossa o posseduta senza il suo volere. Alla fine però la donna ha trovato il coraggio di presentare denuncia e il caso è finito nelle aule di giustizia dove lui riportava una condanna penale per maltrattamenti e violenza sessuale. Alla fine il caso terminava dinanzi ai giudici di Piazza Cavour che hanno convalidato la sentenza di condanna impugnata con una provvisionale di 80 mila euro.. Violenze e abusi ignobili a danno delle donne, in un periodo in cui sono, purtroppo, fenomeni in costante aumento e quotidianamente alla ribalta delle cronache italiane ma che ancora una volta per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, la Suprema Corte ha punito severamente.

Bollo auto: le vetture soggette a fermo amministrativo o giudiziario non sono soggette al pagamento del bollo auto regionale

Bollo auto: le vetture soggette a fermo amministrativo o giudiziario non sono soggette al pagamento del bollo auto regionale. Si viola la competenza statale in materia di tributi erariali Le regioni non possono imporre l'obbligo di pagare le tasse automobilistiche anche per le vetture soggette a fermo amministrativo o giudiziario. Lo sancisce la sentenza 288/2012 della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo l'articolo 10 della legge regione Marche 28 dicembre 2011 n. 28 che aveva escluso, con decorrenza dall'anno di imposta 2012, l'esenzione dall'obbligo di pagamento della tassa automobilistica regionale per i beni mobili registrati sottoposti a fermo amministrativo o giudiziario. Si tratta infatti di un tributo il cui gettito è attribuito alle regioni ma che resta di esclusiva competenza statale con la conseguenza che devono essere rispettati i criteri fissati dal legislatore nell'esclusione delle esenzioni. Con la sentenza i giudici hanno spiegato che la tassa automobilistica è tributo istituito e regolato da legge statale«attribuita» per intero alle regioni a statuto ordinario assumendo contestualmente la denominazione di tassa automobilistica regionale. I tributi regionali, infatti, possono “propri” e sono quelli istituiti dalle regioni con proprie leggi in relazione ai presupposti non assoggettati ad imposizione erariale e mentre sono “propri derivati” quelli istituiti e regolati da leggi statali, il cui gettito è attribuito alle regioni, le quali possono modificarne le aliquote e disporre esenzioni, detrazioni e deduzioni nei limiti e secondo i criteri fissati dalla legislazione statale e nel rispetto della normativa comunitaria. Per tali ragioni “la Regione, con riferimento alla tassa automobilistica che, in tale contesto, si qualifica come tributo proprio derivato: a) non può modificarne il presupposto ed i soggetti d’imposta (attivi e passivi); b) può modificarne le aliquote nel limite massimo fissato dal comma 1 dell’art. 24 del d.lgs. n. 504 del 1992 (tra il 90 ed il 110 per cento degli importi vigenti nell’anno precedente); c) può disporre esenzioni, detrazioni e deduzioni nei limiti di legge e, quindi, non può escludere esenzioni, detrazioni e deduzioni già previste dalla legge statale”. Ne consegue, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che la norma censurata, ha violato la competenza esclusiva dello Stato in materia di tributi erariali nel disporre la esclusione della esenzione dall’obbligo del pagamento della tassa automobilistica regionale in caso di fermo amministrativo o giudiziario di beni mobili registrati.

Giustizia: il 40 per cento delle cause civili è targato Giudice di pace

Giustizia: il 40 per cento delle cause civili è targato Giudice di pace. Flussi crescenti in entrata nelle Corti d’Appello. Italiani continuano ad avere scarsa fiducia nell’amministrazione della giustizia uno dei problemi di cui soffre il sistema italiano che continua ad allontanarsi dalle migliori pratiche adottate nei paesi europei. Arrivano dall’Istat a seguito della pubblicazione dell’annuario statistico italiano i dati sullo stato della giustizia in Italia che dimostrano la sfiducia degli italiani nel sistema giudiziario. Un dato rilevante che emerge è relativo ai processi civili di primo grado che risultano essere attivati per una cifra prossima al 40 %, nel solo 2010, innanzi al giudice di pace. Per quanto riguarda il trend, per questi procedimenti, sia sopravvenuti sia pendenti, è da rilevare una lieve flessione, rispettivamente dell’1,5 e dell’1 per cento, e un aumento dell’1,4 per cento di quelli conclusi, ma a parere di Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", la tendenza sarà verso una decrescita ancor maggiore stante l’aumento dei costi di giustizia registratosi nel corso degli anni che rende ancor più difficoltoso l’accesso ai tribunali e quindi anche ai giudici di pace. Al contrario, per ciò che riguarda il grado di appello presso i tribunali, si scopre un aumento delle nuove cause che segnano un +3,7 %, quelle esaurite -0,4 per cento e mentre per quelle pendenti addirittura un +15 %. Analogamente anche per i procedimenti nelle Corti d’Appello, si rilevano aumenti sia in entrata (+ 5,3 %), sia per quelli conclusi (+ 2,7 %) che quelli rimasti pendenti sino alla fine dell’anno (+ 4 %). Sorprendentemente, ma anche a conferma di quanto accade da qualche anno, si evidenzia nel 2011 una diminuzione dei protesti, che passano da 1.450.032 a 1.385.416 (-4,5 per cento), per un ammontare totale di circa 3,7 miliardi di euro (erano quattro l’anno precedente) e un importo medio unitario di circa 2.659 euro. Ma a parere dello "Sportello dei Diritti", questo dato non vuol dire che diminuiscano le situazioni di sofferenza che invece risultano essere in aumento, ma solo che gli italiani preferiscono sempre più forme di pagamento alternative ad assegni e cambiali, quali carte di credito, pagamenti elettronici, bonifici online e così via. Per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", anche dalla fotografia che scaturisce dai numeri sulla giustizia italiana, arriva la conferma di una tra le più arretrate d'Europa a causa dell’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari ed al mediocre trattamento subito dai cittadini costretti a pagare sempre più per accedervi e spesso a lunghe e snervanti attese in aule d’udienza pollaio. Tutto ciò contribuisce ad alimentare la scarsa fiducia degli italiani nel sistema giustizia per la quale, la migliore cura possibile, lo diciamo da anni come "Sportello dei Diritti" è un aumento giusto delle risorse disponibili sia per infoltire il numero di giudici ed ausiliari che per l’espletamento dell’ordinaria amministrazione, ma anche l’entrata in vigore definitiva di un processo telematico adatto ad esigenze di natura europea per le quali non possiamo più tirarci indietro.

NAS nelle farmacie: sequestrato il farmaco Ribavirina Teva

I Carabinieri del Nas si sono presentati nei depositi farmaceutici e nelle farmacie di tutta Italia per verificare l'avvenuto ritiro dal mercato del medicinale Ribavirina Teva dopo che l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ne ha disposto il ritiro immediato dal mercato. Il divieto è stato disposto dopo che l'Agenzia Europea dei Medicinali ne ha sospeso l'autorizzazione all’immissione in commercio per inattendibilità degli studi clinici a supporto. Infatti lo scorso 20 settembre l’Agenzia Europea dei Medicinali aveva completato una revisione di del medicinale autorizzato con procedura centralizzata e nazionale, a seguito di preoccupazioni sulla modalità di conduzione di alcuni studi presentati come parte della domanda di autorizzazione al commercio. Gli studi interessati sono stati tutti condotti presso la struttura di Ricerca Cetero, di Houston in Texas, dove la Food and Drug Administration ha effettuato ispezioni in merito alle analisi di laboratorio di alcuni studi “bio-analitici” relativi al periodo tra aprile 2005 e giugno 2010. I risultati di questi studi non possono essere considerati attendibili, pertanto è stato chiesto al CHMP di valutare se i problemi identificati possano avere un impatto sul profilo beneficio-rischio di questo medicinale e di rilasciare un’opinione se mantenere, variare, sospendere o ritirare l’autorizzazione all’immissione in commercio in Europa. Ribavirina Teva prodotto e commercializzato dalla Teva Pharma B.V. con sede in Ultrecht, Paesi Bassi è indicato per il trattamento dell’epatite cronica C. Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", segnala a pazienti e prescrittori che non sono stati riscontrati problemi di sicurezza con nessuno di questi medicinali in commercio. I pazienti che stanno assumendo il medicinale equivalente che è stato sospesoi devono essere informati della disponibilità di trattamento alternativo. I pazienti che hanno qualsiasi dubbio devono rivolgersi al loro Medico o Farmacista. Intanto l’Aifa ha anche raccomandato di non utilizzare il farmaco in attesa del ritiro definitivo.

martedì 18 dicembre 2012

Italiani delusi da assicurazioni, banche, poste e trasporti

Anche quest’anno la Commissione europea ha pubblicato il Rapporto annuale sull’indice di gradimento rispetto alla qualità di una serie di servizi che i consumatori utilizzano quotidianamente. Tra questi quelli che riguardano i più svariati settori: dall’offerta del tempo libero, ai beni di consumo, alla qualità dei cibi, alla casa, ai trasporti aerei e ferroviari, ai servizi bancari, a quelli per la gestione dei mutui, alla ristorazione, alle vacanze, alle infrastrutture, dalla spesa alla bolletta del gas, e così via. Attraverso l’attribuzione di punteggi si stabilisce qual è l’indice di gradimento. E quasi una conferma al sentire comune arriva il verdetto: sui 27 Paesi dell’UE, gi italiani hanno manifestato un indice di non gradimento che, nella graduatoria sulla soddisfazione per i servizi, ci lascia al 23esimo posto. Ciò vuol dire che per i nostri connazionali, non funziona quasi nulla e siamo insoddisfatti. Ciò che va evidenziato è il peggioramento della percezione nei servizi che gradualmente ci ha fatto scivolare in coda alla graduatoria: dal 20esimo posto del 2010, al 22esimo del 2011 sino alla 23esima attuale. Ma venendo ai diversi settori. Il primo che riguarda l’assicurazione per la casa che non tutti hanno. Coloro che però ne sono in possesso esprimono un indice di gradimento che è al di sotto di due punti rispetto alla media europea. Per quanto riguarda i trasporti urbani tipo bus e metro siamo ben due punti e mezzo al di sotto della media con una riduzione del 0,3 % rispetto agli anni precedenti. I trasporti ferroviari sono la cartina al tornasole che la classifica rispetta le nostre comuni percezioni negative sullo stato di servizi fondamentali: siamo 9,8 % al di sotto della media europea con la conferma che i disagi che vivono i pendolari nostrani sono superiori a quelli degli altri paesi. Più o meno lo stesso andazzo registrano i servizi postali: ben 5,2 punti sotto la media europea così come per le banche ben 6,3 punti, anche se in ogni stato europeo l’indice di gradimento su quest’utlimos ervizio è comunque basso. Il giudizio dei nostri connazionali è certamente connesso alla serie di costi relativi ai servizi bancari cui peraltro non corrisponde un’analoga efficienza o anche agli aggravi unilaterali di tanto in tanto applicati. Nel leggere il rapporto si potrebbe continuare a scorrere ancora il basso livello di gradimento in quasi tutti i settori con ciò confermandosi, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che i provvedimenti che si sono susseguiti negli anni relativi alle liberalizzazioni, comprese le recenti di Monti, anziché portare ad un miglioramento nella percezione degli italiani dei servizi offerti, ne hanno addirittura peggiorato la considerazione. Non ci resta che un cambio di rotta affidato alla speranza riposta nelle prossime politiche che non si ripetano le politiche liberiste adottate negli ultimi anni quasi certamente ancorate ai ricatti delle lobbies piuttosto che alle esigenze concrete dei cittadini.

Nel 2013 Poste Italiane aumenterà i prezzi. Aumenteranno anche Carnet Assegni e Bonifico Bancario

Dopo l’aumento del costo dei bollettini postali arrivano quelli nel settore postale a partire dal 2013. Dovrebbero, infatti, aumentare i prezzi di tutte le spedizioni a partire da quelli per gli enti no profit che non potranno più godere delle tariffe agevolate loro consentite, con conseguenti ricadute negative in tutto il terzo settore. Come è noto, infatti, a partire dal 2 luglio scorso è stato previsto, senza alcun preavviso, l’aumento sui pagamenti dei bollettini dei conti correnti postali che sono passati da 1,10 euro a ben 1,30 euro, con una percentuale in più del 18.2%. Basti pensare che l’ultimo ritocco datato 1 ottobre 2008, era stato molto più ridotto con un passaggio da 1,00 euro a 1,10 euro. Una certezza sugli aumenti da parte di Poste Italiane riguarda la modifica del Contratto BancoPosta a partire dal 1 Gennaio 2013. Gli aggravi riguarderanno, in particolare, il rilascio di Carnet Assegni Postali “Non Trasferibili” che passano da gratis a 3,00 euro e i Bonifici verso l’Italia disposti a sportello con addebito in conto corrente fino a 500mila euro che passano da 2,50 euro a 3,00 euro. Secondo Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, al di là degli aumenti dei costi bancari, l'incremento dei prezzi delle spedizioni è determinato non solo dai costi cosiddetti industriali, ma dal fatto che vengono inviate sempre meno lettere. Alcune statistiche parlano di una diminuzione di oltre il 2% su base annua. L’utilizzo della rete da parte di tutti per mandare messaggi e comunicazioni e l’introduzione obbligatoria della posta elettronica certificata in determinati settori sta comportando un ulteriore colpo alle spedizioni cartacee. Ecco perché non è un azzardo immaginare che Poste Italiane abbia scelto strategicamente di rafforzare la sua posizione di Banca piuttosto che quella di vettore postale nazionale con il rischio concreto di un crollo degli utili in quest’ultimo settore. Ci auguriamo, che queste previsioni non comportino un peggioramento del servizio a danno degli utenti costretti, peraltro, a pagare di più per prestazioni di livello inferiore che vogliono dire ritardi e disagi.

lunedì 17 dicembre 2012

Immigrazione. Emergenza “Nord Africa”, proroga sino a marzo 2013

Dopo gli appelli lanciati da molte associazioni che si occupano d’immigrazione per la scadenza prevista al 31 dicembre prossimo dei fondi che consentivano l’ospitalità ai 17.500 profughi fuggiti principalmente dal Nord Africa nel periodo dei tumulti avvenuti nei paesi sull’altra sponda del Mediterraneo a partire della primavera 2011, sarebbe pronta la tanto sospirata proroga che consentirà di poter mantenere la promessa di ospitalità nei loro confronti almeno sino al 31 marzo del 2013. Un atto dovuto, quello della proroga dello “stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale per l’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai Paesi del Nord Africa”, ai più noto come “Emergenza Nord Africa”, indipendentemente da qualsiasi presupposto o visione ideologica, perché la scadenza precedentemente indicata, avrebbe lasciato per strada e senza vitto quasi ventimila migranti ad oggi ospitati da strutture d’accoglienza sparse su tutto il territorio nazionale. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, una buona notizia in mezzo a tante negative in un paese come il Nostro in cui viene smantellato giorno dopo giorno lo stato sociale, perché il principio di solidarietà è una condizione imprescindibile per ogni stato democratico che è degno di questo nome. Resta però la delusione che ad oggi non è dato comprendere il destino di queste migliaia di persone, letteralmente fuggite dai propri paesi per le gravi crisi che questi continuano ad attraversare e che probabilmente non potranno rientrare per i prossimi anni nello stato d’origine per il rischio di essere perseguitati per le più svariate ragioni. Riteniamo a questo punto che oltre al Nostro Paese debba essere l’Europa ad assumersi una responsabilità collettiva e definitiva per garantire a questi migranti un futuro dignitoso, almeno dopo la fine dell’emergenza, al fine di poter dire basta ad un assistenzialismo che può essere condiviso solo in una fase critica, ma che non può durare all’infinito.

domenica 16 dicembre 2012

Crisi economica e migrazione: la Germania si prepara a milioni di nuovi immigrati tra cui gli italiani

Secondo uno studio dell’istituto Kiel Economics fino al 2017 gli immigrati saranno circa 2 milioni in più rispetto a quelli che decideranno di lasciare la il paese. Per la Germania si prospettano anni di forti ondate migratorie, dovute alla crisi economica che sta colpendo con maggior forza i Paesi del sud Europa quali Grecia, Spagna, Portogallo e Italia. Il picco, secondo le stime, si riscontrerà nel 2014, anno in cui sarà di circa 500.000 la differenza tra chi arriverà e chi deciderà di cercare fortune altrove. Alla luce di tali previsioni per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si prepara per gli italiani il più grande esodo migratorio dopo le grandi migrazioni del 900, determinato dalla crisi economica ed anche dal fatto che all’orizzonte non si vedono prospettive d’uscita nonostante la tanto decantata cura Monti che al contrario ci ha fatto precipitare in un baratro. Gli italiani sono da sempre al primo posto tra le popolazioni migranti comunitarie

Dopo la recente fila di scandali degli ultimi anni legati alla sicurezza alimentare che hanno colpito il Paese di Mezzo come quello della melamina nel 2008, agente chimico industriale che venne usata per migliorare la produzione di prodotti caseari fra cui il latte per neonati e che causò la morte di 300mila bambini, ora è la volta del tè.

Dopo la recente fila di scandali degli ultimi anni legati alla sicurezza alimentare che hanno colpito il Paese di Mezzo come quello della melamina nel 2008, agente chimico industriale che venne usata per migliorare la produzione di prodotti caseari fra cui il latte per neonati e che causò la morte di 300mila bambini, ora è la volta del tè. E’ quanto emerge in Cina e Giappone dove e' allarme sulla vendita del tè verde Oolong avvelenato da pesticidi regolarmente venduto in Italia e nel mondo anche tramite il circuito di Internet. Un’azienda alimentare con base in Giappone, grande consumatrice della bevanda, è stata infatti costretta a richiamare circa 400mila confezioni di tè importato dalla Cina dopo che i test di rito sul contenuto delle bustine ha rivelato la presenza di pesticidi a livelli troppo elevati. La Ito En, azienda alimentare giapponese, ha confermato l’accaduto e ha spiegato per bocca di un portavoce che “dopo la denuncia di un’altra azienda giapponese, che lo scorso mese ha trovato delle tracce di veleno nel tè cinese, abbiamo deciso per i test. Intanto anche in Italia non migliora lo stato di contaminazione da fitofarmaci e altre sostanze di sintesi nei prodotti ortofrutticoli. Come emerge dall’edizione 2012 del rapporto “Pesticidi nel piatto” di Legambiente, elaborato a partire dai dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e uffici regionali competenti, è risultato fuorilegge lo 0,6% dei campioni esaminati, praticamente la stessa percentuale dello scorso anno. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, dopo la frutta e vino italiani contaminati da fitofarmaci e altri pesticidi sta al Governo recepire questo nuovo campanello d’allarme prevedendo le dovute contromisure anche se al momento non ci sono immediati rischi per la salute.

Sicurezza stradale: fantasticare con la mente durante la guida causa metà degli incidenti

Quante volte ci è capitato di pensare a tutt’altro mentre si è alla guida e di essere incappati in distrazioni che a volte possono portare anche ad incidenti? Sicuramente, tante, anche perché è quasi impossibile essere del tutto concentrati sulla conduzione del proprio veicolo e non pensare ad altro. Una recentissima ricerca dell’Università di Bordeaux, pubblicata ieri online sul British Medical Journal sull’analisi dei dati di circa 1.000 sinistri stradali ha confermato che quasi la metà di essi sono stati conseguenza di fantasticherie o preoccupazioni del conducente. L’indagine fa parte di un progetto finalizzato alla comprensione del ruolo delle distrazioni sulla sicurezza stradale. Ciò allo scopo di sviluppare tecnologie in grado di allertare i conducenti in caso di pericolo. Anche perché le distrazioni da cause esterne, come l’utilizzo del telefonino per telefonare o leggere SMS, sono già note per la loro correlazione agli incidenti ed oggi le normative dei vari paesi hanno introdotto dei sistemi sanzionatori per prevenire l’utilizzo di tali strumenti mentre si è alla guida. Al contrario, il ruolo delle preoccupazioni e della mente che vaga da un pensiero ad un altro (mind wandering) è un fenomeno poco studiato e quindi ancora non ben conosciuto. La ricerca ha riguardato 955 conducenti adulti feriti in sinistri della strada nel periodo compreso tra aprile 2010 e agosto 2011. I malcapitati sono stati ascoltati al pronto soccorso entro 5 ore dall’incidente. Gli studiosi hanno intervistato i pazienti sui loro pensieri poco prima dell’incidente e su come quei pensieri potessero essere causa di distrazione. Chiaramente lo studio ha preso in considerazione fattori come le condizioni stradali e del traffico e il rispetto delle norme di circolazione. La valutazione dei pazienti ha riguardato anche il tasso alcolico e le condizioni o emotive prima dell’incidente. Tra tutti i sinistri analizzati, è risultata una responsabilità del conducente nel 47 % dei casi. È stato anche rilevato che in ben 52 % dei casi il conducente vagava con la mente poco prima dello schianto. Il 13 % dei coinvolti ha ammesso di essere stato fortemente distratto. La forte distrazione dovuta al vagare intensamente con la mente (intense mind wandering) è stata responsabile del 17 % degli incidenti, a fronte del 9 % degli incidenti in cui il conducente non era responsabile. La prova che le distrazioni non sono solo connesse dall’uso del telefonino ma dipendono da moltissimi altri fattori. Il problema, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è dato dal fatto che mentre è stato possibile proibire l’uso del cellulare alla guida, diventa assai arduo trovare gli strumenti utili per diminuire le distrazioni mentali. È chiaro che le tecnologie impiegate per la sicurezza stradale si stanno evolvendo come l’introduzione di sistemi intelligenti che “vigilano” sul nostro stato d’attenzione o in maniera più pratica sul mantenimento della traiettoria sulla carreggiata che si percorre, o l’uso di cartellonistica stradale che stimoli l’attenzione sulle arterie più trafficate e pericolose, ma è sulla psicologia delle persone che bisogna intervenire attraverso programmi di sensibilizzazione che persuadano i cittadini ad essere il più possibile vigili alla guida.

UE: da oggi nuove etichette e reclame per gli alimentari

Basta messaggi salutistici fasulli sulle etichette dei prodotti alimentari del tipo “yogurt che cura i problemi intestinali”, “acqua che favorisce la diuresi” se le indicazioni contenute non saranno verificate sotto il profilo scientifico dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e approvate dalla Commissione Europea. Entra, infatti, ufficialmente in vigore la normativa europea che consente di utilizzare queste formule per reclamizzare le virtù salutistiche di un alimento, solo se si avrà la certezza che l’indicazione è stata provata scientificamente e valutata positivamente (dall’EFSA). Un’ottima notizia per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, per la quale i consumatori dei 27 paesi dell’Unione Europea, potranno essere certi della correttezza dei messaggi sulla salute che reclamizzano i prodotti alimentari. Secondo gli operatori di Bruxelles, tale innovazione ha già consentito di promuovere 222 messaggi salutistici, mentre molti altri sono ancora sotto esame all’EFSA, facendo così chiarezza su etichette o messaggi promozionali che attribuiscono a certi alimenti dei benefici per la salute senza alcuna prova scientifica in tal senso. Fra tutti, non è stato possibile verificare, per esempio che “il té verde aiuta a mantenere una pressione arteriosa normale” o ancora che “la pappa reale ha delle virtù benefiche sul sistema immunitario e la vitalità”. Tale nuova regolamentazione porterà notevoli benefici ai consumatori che potranno scegliere in maniera più informata e completa, ma anche alle imprese alimentari corrette che, a causa di indicazioni fuorvianti, subivano una forma di concorrenza sleale. Spetterà ora ai singoli stati nazionali la verifica del rispetto della normativa ed in caso di violazione l’imposizione di sanzioni. Ci attendiamo, quindi, che l’Italia, sempre lenta a recepire le direttive europee anche quando sono così importanti per i propri cittadini si dia da fare per l’attuazione e per la verifica del rispetto.

venerdì 14 dicembre 2012

Meliane: denuncia contro la pillola anticoncezionale di terza generazione della Bayer

Meliane: denuncia contro una pillola di terza generazione. Una giovane donna francese accusa una pillola anticoncezionale della Bayer di averle causato gravi handicap. Ed in Italia? Lo “Sportello dei Diritti” sta valutando cause contro la Bayer anche in Italia Secondo quanto scrive oggi il quotidiano Le Monde, una giovane donna francese di 25 anni, Marion Lejat, ha deciso di sporgere denuncia contro il gigante farmaceutico tedesco Bayer. Nel 2006 Marion, appena tre mesi dopo aver cominciato a prendere la pillola di terza generazione Meliane, ha subito un grave incidente vascolare cerebrale che le ha causato handicap pesanti. Da allora e’ disabile al 65%. Nel caso di specie, il legame tra la pillola e il rischio di ictus è stato confermato nel mese di giugno dalla Commissione regionale per la riconciliazione e risarcimento per gli incidenti medici nella regione dell'Aquitania. Il farmaco in questione, è un anticoncezionale appositamente creato dalla Bayer molto apprezzato dal pubblico femminile di tutte le età ed è una delle pillole anticoncezionali più diffuse in Italia. Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, rileva come Bayer ed altri laboratori di produzione di questi contraccettivi di terza generazione e anche quelli di quarta generazione, non negano i rischi alla salute connessi con l’assunzione delle pillole.Nel mese di giugno Bayer ha diramato una nota in cui ha comunicato l’entità dei risarcimenti, accompagnati ai patteggiamenti, nei processi in cui la casa farmaceutica era imputata per i danni provocati dagli anticoncezionali: 142 milioni di dollari. La Food and Drug Administration (FDA) ha ordinato alla Bayer e a tutte le case farmaceutiche, che commercializzano anticoncezionali contenenti drospirenone, di rendere maggiormente visibile, sulle confezioni e nei foglietti illustrativi, il fatto che l’assunzione del farmaco potrebbe provocare embolie e trombosi. Il soldi spesi da Bayer sono riferiti alla chiusura di 651 cause, in cui si evidenziava la formazione di emboli, risultati anche fatali, per causa delle pillole Yaz e Yasmin. La FDA ha dichiarato che, sul campione di 835.000 donne esaminate, tutte consumatrici di pillole contenenti drospirenone, hanno rilevato il rischio di embolia triplicato rispetto alla norma. In realtà, le cause contro la Bayer, in relazione all’utilizzo di pillole anticoncezionali è di circa 11.900 fino ad aprile 2012, secondo il sito della Bloomberg, che ha riportato, per primo, la divulgazione della nota. Se si guarda alla situazione italiana non sembra, invece, esserci riscontro di queste sentenze. Le lamentele sui forum e a fondo di articoli che riportano la nota della Bayer, sono numerose: c’è chi lamenta trombosi ed embolie sofferte, oltre a “normali” effetti collaterali. In realtà, il drospirenone è stato sintetizzato, come ormone, perché ritenuto tra i meno peggiori in quanto a effetti collaterali: si prevedeva, infatti, al massimo una perdita di libido e problemi di ritenzione idrica. uno studio americano, con una casistica davvero ampia, dimostra che dopo 18 mesi di assunzione della Yasmin, così come di altre pillole, solo il 30% delle donne torna dal medico per farsela prescrivere nuovamente”. La prescrizione della pillola, molte volte, viene fatta, senza effettuare la verifica di eventuali predisposizioni alla trombosi negli individui che vogliono utilizzarla”. A fronte delle sentenze e dei patteggiamenti negli Stati Uniti, queste pillole vengono prescritte regolarmente in Italia, senza alcuna indicazione extra sulla confezione, ma solamente le note “usuali” all’interno del foglietto illustrativo, sotto la voce “effetti collaterali”.Per tali ragioni lo “Sportello dei Diritti” sta valutando cause contro la Bayer anche in Italia, anche se al momento non ci sono notizie di avvenimenti processuali rilevanti, nonostante gli effetti collaterali portati dalle pillole contenente drospirenone vadano anche oltre la prescrizione degli effetti collaterali. Il metodo di prescrizione “a cuor leggero” è la causa della manifestazione di danni notevoli, anche se le ricerche condotte dalla FDA negli Stati Uniti, dimostrano che trombi ed embolie si sono manifestati con più frequenza, nel caso di assunzione della pillola, anche in soggetto non predisposti alla formazione di trombi.

giovedì 13 dicembre 2012

Rischio malattie: test del Dna acquistabili online? Ma sono efficaci e veritieri?

Lo “Sportello dei Diritti”, da anni vigila sula rete evidenziandone i pregi ma anche i potenziali pericoli connessi ai difficili controlli cui può essere sottoposta, specie quando si tratta di commercio online. Se ne sentono, infatti, di tutti i colori di prodotti acquistabili su internet. Questa volta Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, segnala la diffusione di un fenomeno che si sta allargando a macchia d’olio in tutta Europa, anche se in Italia se ne sente parlare poco o quasi nulla, per di più esistono già numerose società e siti internet in italiano che lo consentono. Stiamo parlando della possibilità offerta da alcune società che operano sul web di acquistare test per il Dna a prezzi stracciati e delle cui qualità, quindi, è lecito dubitare. Bastano pochi euro per eseguire diversi tipi di analisi, da quello sulla paternità sino ad arrivare alle infedeltà coniugale, ma con qualche centinaio di euro si arriva addirittura ad un’analisi completa di oltre 200 potenziali difetti genetici, pericoli di dipendenza e rischi di malattie congenite. In alcuni Paesi, tra cui la confinante Svizzera è scattato un vero e proprio allarme in virtù dell’elevato numero di cittadini che si sono già sottoposti a test del genere semplicemente dietro la promessa di poter conoscere la tendenza ad essere depresso o diventare schizofrenici, il rischio di tumori, diabete, calvizie, Parkinson, l’intelligenza della propria futura prole e così via. Per tali ragioni, l’Accademia svizzera delle scienze mediche (Samw) in data di ieri ha lanciato un vero e proprio allarme prendendo una netta posizione contraria a queste offerte definite «poco scientifiche». Pur precisando che la Samw non è contro i test genetici in sé, la dottoressa Katrin Crameri, membro dell’accademia, ha rilevato la scarsa serietà di diverse proposte rinvenibili in internet anche in virtù della palese assenza di consulenze mediche specifiche. Risulta, infatti, che la gran parte delle persone che hanno acquistato un test, abbia preso cognizione dei risultati senza la mediazione di un medico. Ma vi è di più: in Svizzera, a differenza di altri Paesi tra cui il Nostro, effettuare test genetici senza una necessità medica è contro la legge. Sono queste le ragioni per le quali sono in tanti a ricorrere agli acquisti online con un aumento vertigionoso del numero degli svizzeri che effettua i testi per scoprire i rischi di malattie. Secondo un sondaggio di comparis.ch, uno svizzero su 25 si è già fatto un test genetico. Nel frattempo, anche il governo confederale ha acceso i fari sulla questione prevedendo una modifica della legge vigente in senso restrittivo già in primavera. In Italia, invece, la possibilità di accedere ad esami del Dna non conoscendo limitazioni di legge, anche in assenza di statistiche sia private che da parte delle istituzioni in tal senso, non ci consente di conoscere il numero dei cittadini che si è rivolto a questo tipo di offerte. Forse sarebbe il caso di un’indagine approfondita da parte del Ministero della Sanità e dei Nas anche per verificare la qualità dei servizi offerti sul territorio nazionale anche nell’interesse delle strutture certificate e di livello e che non si tratti di vere e proprie bufale che approfittano della credulità popolare che si evolve al passo coi tempi: dalle fattucchiere e gli stregoni a pseudo laboratori clinici.

Patente europea: dal 19 gennaio arriva il documento anti-taroccatori

Patente europea: dal 19 gennaio arriva il documento anti-taroccatori. L’Italia si adegua alla Ue sulla lotta anti-falsari. Cambierà l’ologramma e l’inchiostro sarà fluorescente Giro di vite contro i documenti falsi. Il 19 gennaio 2013 l’Italia si adegua alla patente europea anche nella lotta alla contraffazione: quando entreranno in vigore tutte le modifiche, specie per i motocicli, su limiti di età e licenze di guida. Infatti è entrato in vigore ieri il decreto del ministero dei Trasporti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 289/12 che prevede le novità anticontraffazione che consistono nell’ologramma su misura, caratteri, simboli o motivi riconoscibili al tatto, inchiostro fluorescente ai raggi UV visibile e trasparente e a variazione cromatica. Inoltre Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, sintetizza le novità in arrivo con la patente europea: innalzamento dell’età minima per il conseguimento della patente di guida della categoria D a 24 anni. introduzione della patente di categoria D1, per il cui conseguimento è necessario aver compiuto 21 anni; introduzione della patente di guida della categoria A2, in luogo della patente di guida della categoria A per accesso graduale; introduzione della patente di guida della categoria A per la guida dei tricicli di potenza superiore a 15 kW per i candidati che hanno compiuto 21 anni; innalzamento dell’età minima per il conseguimento della patente di guida della categoria A a 24 anni (ovvero 20 anni per chi ha conseguito la categoria A2 da almeno due anni); introduzione della patente di categoria C1, per il cui conseguimento è necessario aver compiuto 18 anni; innalzamento dell’età minima per il conseguimento della patente di guida della categoria C a 21 anni; introduzione della patente di guida della categoria AM, in luogo del certificato di idoneità alla guida dei ciclomotori.

mercoledì 12 dicembre 2012

Tobin Tax europea: via libera del Parlamento europeo alla tassa sulle transazioni finanziarie per Italia ed altri 10 paesi

Tobin Tax europea: via libera del Parlamento europeo alla tassa sulle transazioni finanziarie per Italia ed altri 10 paesi. Permangono incertezze per quanto riguarda la ripartizione dei fondi recuperati. Gli inglesi non vogliono sentirne parlare. Il Parlamento europeo ha dato il via libera Mercoledì alla procedura per l'introduzione di una tassa sulle transizioni finanziarie (TTF) in 11 paesi UE, fra i quali l'Italia., nonostante l'incertezza che circonda l'assegnazione dei fondi recuperati. La risoluzione è stata approvata con 533 voti a favore, 91 contrari e 32 astensioni. Il Parlamento aveva da tempo chiesto l'introduzione di una TTF per attribuire maggiori responsabilità agli operatori finanziari nella risoluzione della crisi da loro causata, e per scoraggiare comportamenti eccessivamente rischiosi nel futuro. Nel testo, i deputati sottolineano che il fine ultimo da perseguire rimane l'introduzione di una TTF a livello mondiale e chiedono pertanto all'Ue di continuare i suoi sforzi in tal senso. Gli 11 Stati membri UE che parteciperanno alla procedura di cooperazione rafforzata sono:Italia, Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Insieme, rappresentano circa il 90% del PIL della zona euro.L'iniziativa è stata sostenuta da tutti i gruppi politici del Parlamento europeo, con la notevole eccezione degli euroscettici britannici, preoccupati per l'impatto sui non partecipanti. Altri paesi stanno prendendo in considerazione di aderire. Per esempio i Paesi Bassi finora apertamente riluttanti, hanno recentemente espresso il loro interesse e potrebbero entrare a farne parte.Ottenuto il consenso del Parlamento, per lanciare definitivamente la procedura è necessaria l'approvazione a maggioranza qualificata da parte del Consiglio. La tassa sulle transazioni finanziarie – TTF – è un'imposta estremamente ridotta su ogni compravendita di strumenti finanziari. L'attuale proposta prevede un tasso dello 0,05%. Questo non scoraggerebbe i normali investimenti sui mercati, mentre è ben diversa la situazione per chi specula comprando e vendendo titoli nell'arco di pochi secondi o addirittura di millesimi di secondo e che dovrebbe pagare la tassa per ogni transazione. Il peso della tassa diventa progressivamente più alto tanto più gli obiettivi sono di breve periodo. Realizzando 100 operazioni di compravendita sullo stesso titolo dovrei pagare la TTF 100 volte, il che renderebbe l'operazione speculativa economicamente sconveniente.Non solo. Il mercato dei derivati, con costi delle transazioni molto più ridotte del mercato spot, sarebbe colpito in maniera proporzionalmente maggiore. Al contrario, gli acquisti realizzati con orizzonti di lungo periodo non subirebbero effetti apprezzabili o verrebbero completamente escluse, come previsto dal presente testo di legge. Questo significa che piccoli risparmiatori, fondi pensione e altri investitori istituzionali trarrebbero beneficio dall'imposta il cui peso ricadrebbe su attori altamente speculativi quali gli hedge fund. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, in altre parole la tassa rappresenta uno strumento di straordinaria efficacia nel contrastare il “casinò finanziario” e per riportare la finanza al suo ruolo originario: non un fine in sé stesso per produrre denaro dal denaro nel più breve tempo possibile, ma un mezzo al servizio dell'economia e della società.