martedì 28 febbraio 2017

Centro Storico di Lecce. La zona dove nacque Tito Schipa nel più totale degrado

Centro Storico di Lecce. La zona dove nacque Tito Schipa nel più totale degrado Dopo la pacata polemica lanciata da Tito Schipa Junior sulla memoria corta di Lecce e della sua amministrazione che non hanno mai dato adeguato valore al grande tenore leccese, un cittadino ha voluto documentare la situazione della zona in cui nacque, come anche segnalato da una piccola targa commemorativa, Tito Schipa. Le immagini, come al solito si commentano da sé e non meritano ulteriori discussioni circa il degrado in cui versa l’intera area. Ciò fa più specie, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se si pensa che proprio nei giorni scorsi è partito il tam tam sui media locali circa la necessaria volontà di dare rinnovata e perpetua memoria all’immenso cantante lirico, come immagine di un’intera città. Ed allora, si parta quantomeno dal restituire immediato decoro alle vie adiacenti alla sua originaria residenza.

Tumori da solarium, in USA costano 343 milioni l'anno.

Tumori da solarium, in USA costano 343 milioni l'anno. A sostenerlo la North Carolina University. La cifra vola oltre i 127 miliardi se si tiene conto delle perdite lungo tutta la vita dei pazienti. Australia e Brasile hanno vietato l'utilizzo di questi dispositivi I lettini solari costano negli Usa 343 milioni di dollari l'anno solo per i costi diretti legati ai tumori della pelle, mentre se si tiene conto delle perdite economiche lungo tutta la vita dei pazienti la cifra arriva a oltre 127 miliardi. Lo ha calcolato la North Carolina University con uno studio pubblicato sul Journal of Cancer Policy. La ricerca si è concentrata su tre tipi di tumore, il melanoma cutaneo, il carcinoma a cellule basali e quello a cellule squamose, identificando i casi totali diagnosticati negli Usa nel 2015 e stimando quelli dovuti ai lettini sulla base della prevalenza nell'uso e sul rischio relativo. Oltre 263mila tumori secondo gli autori sono attribuibili all'abbronzatura 'artificiale', che nel paese è praticata da 30 milioni di persone l'anno, mentre in Italia si stima che una persona su cinque li utilizzi. Da questo dato, sulla base delle spese per le cure, i ricercatori sono arrivati alla cifra di 343,1 milioni di dollari per i pazienti diagnosticati nel 2015. Gli stessi pazienti, nell'arco della loro vita, avranno invece una perdita economica di 127 miliardi di dollari. "I calcoli sono tutti conservativi, e quindi la stima è per difetto - sottolinea Hugh Waters, uno degli autori -. L'impatto potrebbe essere più alto. Speriamo che questi risultati aiutino negli sforzi per una riduzione dell'uso dei solarium ". Perciò questi dispositivi dal 1° gennaio 2015 sono stati vietati in Australia, con l'obiettivo di combattere il melanoma, tumore per il quale il Paese detiene il primato mondiale. L'Australia è così il secondo Paese al mondo, dopo il Brasile, che ha adottato questa misura. Il divieto è scattato dopo che è stato scientificamente provato che, mentre un tempo le lampade UV si ritenevano più sicure del sole perchè si pensava che non emettessero i raggi ultravioletti di tipo B causa d scottature sulla pelle, oggi si sa che le lampade UV sono anche più pericolose del sole. Infatti le lampade solari emettono UVA (cioè onde di lunghezza corta che provocano tumori) e anche una piccola percentuale di raggi UVB dato che imitano le radiazioni del sole. Ma il rischio maggiore è la violenza dei raggi artificiali delle lampade solari: nelle lampade di ultima generazione, cioè le lampade UVA ad alta pressione a vapori di mercurio e alogenuri metallici, l’ intensità è fino a 15 volte superiore a quella del sole a mezzogiorno. Questi apparecchi che garantiscono un’ abbronzatura rapida ed esposizioni brevi, hanno quasi del tutto soppiantato le classiche lampade solari a tubi fluorescenti per i lettini e le apparecchiature facciali. Il rischio principale oltre un invecchiamento precoce della pelle, è rappresentato dai tumori della pelle: si registra infatti un aumento di melanomi ed epiteliomi che compaiono anche in età precoce. Nel 2011 più di 2.000 australiani sono morti di cancro della pelle e la maggior parte di questi decessi sono attribuibile al melanoma. Inoltre l'uso del solarium prima dei 35 anni aumenta dell'87% il rischio di sviluppare melanoma. Nel Paese vengono diagnosticati ogni anno 11.000 casi, il tasso più elevato del mondo. Non c'è nessun dubbio, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sul fatto che esista un legame tra l'uso regolare delle lampade abbronzanti ed il melanoma maligno i cui dati sono incontrovertibili. Anche secondo gli esperti dell’Istituto inglese Cancer Research l’uso regolare dei solarium sotto i 35 anni comporta un aumento del 75% del rischio. Tanto peggio se ci si espone da giovani.

Ritirato dalle farmacie medicinale veterinario VETOFOL

Ritirato dalle farmacie medicinale veterinario VETOFOL La Società Norbrook Laboratories Ltd ha attivato le procedure di richiamo dal mercato di tutti i lotti del medicinale veterinario VETOFOL emulsione iniettabile per gatti e cani, in commercio anche in Italia, nelle seguenti confezioni: VETOFOL*1FL 20ML 10MG/ML – AIC 104504016; VETOFOL*1FL 50ML 10MG/ML – AIC 104504028; VETOFOL*5FL 20ML 10MG/ML – AIC 104504030 e VETOFOL*5FL 50ML 10MG/ML – AIC 104504042. Il motivo del richiamo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è dovuto ad una segnalazione del problema di perforabilità del tappo di gomma bromobutilica. È stato infatti osservato il distacco di particelle dal tappo nel punto in cui la fiala viene perforata per estrarre il prodotto con conseguente rischio che le stesse possano essere aspirate nella siringa durante l’estrazione del prodotto dalla fiala. Inoltre, tale difetto potrebbe impedire la completa risigillatura del foro dopo l’utilizzo. VETOFOL è un anestetico generale per uso endovenoso a breve durata d’ azione, per brevi procedure fino a un massimo di 5 minuti, Per l'induzione e il mantenimento dell'anestesia generale utilizzando dosaggi incrementali fino ad ottenere l’effetto. Per l'induzione dell'anestesia generale quando il mantenimento è fornito mediante anestetici per inalazione.

lunedì 27 febbraio 2017

Consorzi di bonifica. Ingiunzione SOGET annullata dalla CTP di Lecce

Consorzi di bonifica. Ingiunzione SOGET annullata dalla CTP di Lecce: il consorzio non ha provato l’esecuzione delle opere di bonifica né è riuscito a contrastare la perizia di parte La discussa vertenza sui contributi dei consorzi di bonifica conosce un altro importante provvedimento da parte dei giudici tributari salentini che hanno accolto il ricorso di un contribuente avverso un’ingiunzione notificata dall’agente per la riscossione SOGET per conto del Consorzio di Bonifico dell’Arneo. La sentenza 726 emessa dalla Commissione Tributaria Provinciale di Lecce – Sezione 4 – depositata il 23.02.2017, ha infatti, accolto il ricorso presentato dagli avvocati Maurizio Villani e Rocco Lamarina ed ha annullato totalmente l’intimazione di pagamento per l’anno 2014.In particolare, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i giudici, con una motivata ed esauriente sentenza, hanno annullato la suddetta ingiunzione non solo perché il Consorzio Arneo non ha provato l’esecuzione delle opere di bonifica, ma anche perché non ha saputo contrastare la perizia di parte che, invece, aveva dimostrato che non c’erano state opere di manutenzione e di bonifica concretamente realizzate dal Consorzio nell’anno 2014.

Allarme dei pediatri Usa, marijuana pericolosa per cervello adolescenti

Allarme dei pediatri Usa, marijuana pericolosa per cervello adolescenti L'allarme, rivolto specialmente ai genitori americani che ne fanno uso, arriva dall'Accademia dei pediatri Usa: attenzione ai danni della marijuana per lo sviluppo cerebrale degli adolescenti. "Ha effetti ben più pericolosi che sulla materia grigia degli adulti". A far scattare la nota, secondo l'organizzazione, è il 'lassismo' instauratosi dopo la liberalizzazione in molti Stati dell'erba a uso ricreativo. "I genitori che ne fanno uso, osserva il co-autore dello studio Seth Ammerman, professore alla Stanford University, pensano vada bene anche per i propri figli, ma non è così". "Molti, osserva ancora il ricercatore, dicono ai medici: 'io uso la marijuana moderatamente e non mi crea problemi', perché non lasciarla usare anche ai miei figli".Il rapporto sottolinea che il cervello continua il suo sviluppo almeno sino ai 20 anni, e secondo vari studi, l'uso di cannabis altererebbe le regioni del cervello preposte alla pianificazione e alla memoria. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista 'Pediatrics' dove gli specialisti prendono posizione contro l'utilizzo di cannabis da parte di bambini e teenager, anche per ragioni mediche. La conclusione di questo studio evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” sta rimbalzando in queste ore sulla stampa internazionale. I ricercatori sottolineano di avere dimostrato per la prima volta che il rischio associato alla marijuana è tanto maggiore quando più precoce è l'età in cui si prova lo 'spinello'. E in caso di consumo precoce, i danni riportati sono superiori e particolarmente gravi a lungo termine. Le alterazioni riscontrate non si conosce se siano o meno irreversibili ma di certo appaiono significativi.

Un eccesso di zucchero nel sangue favorisce l'Alzheimer.

Un eccesso di zucchero nel sangue favorisce l'Alzheimer. E' l'allarme lanciato da un nuovo studio che rivela che l'iperglicemia disattiva nel cervello un enzima che difende le cellule nervose da danni e proteine tossiche Non è la prima volta che l'iperglicemia vene associata al morbo di Alzheimer. Secondo uno studio condotto da Jean van den Elsen dell’Università di Bath (GB) il morbo di Alzheimer potrebbe essere favorito da un eccesso di zucchero nel sangue. Secondo quanto riferito dall'autore, l'eccesso di zucchero (iperglicemia) disattiva nel cervello un enzima protettivo importante per difendere le cellule nervose da danni e proteine tossiche. La disattivazione di questo enzima, chiamato MF, potrebbe rappresentare un momento critico nelle primissime fasi di sviluppo dell'Alzheimer, una specie di molla che dà il via alla malattia. Non è la prima volta che questa patologia viene associata a disturbi quali il diabete e l'obesità; alcuni scienziati sono arrivati perfino a soprannominare l'Alzheimer "diabete del cervello", proprio a voler evidenziare una connessione tra le due malattie. Una seconda ricerca messa a punto da una equipe del Massachusetts General Hospital di Boston, invece, mostra che il morbo che causa demenza senile potrebbe essere riconosciuto prima ancora che abbia fatto il suo esordio, analizzando il linguaggio delle persone. Chi in futuro svilupperà i sintomi tende a comunicare utilizzando frasi più complicate, con periodi contorti e lunghi. Il morbo di Alzheimer è una fatale malattia del cervello che provoca un lento declino delle capacità di memoria, del pensare e di ragionamento. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che si occupa anche della tutela degli ammalati di tali malattie neurodegenerative, ricorda che circa 47 milioni di persone in tutto il mondo sono affette da demenza senile, ed il morbo di Alzheimer è il tipo più comune. L’inesistenza di una cura, poiché le medicine attuali possono solo temporaneamente alleviare i sintomi, comporta il fatto che non solo chi è colpito dalla malattia ne subisce le conseguenze che lo portano ad un decadimento progressivo sino alla morte, ma anche i propri familiari che devono assisterli. È difficile, quindi stimare, per la loro enormità, i costi sociali che la malattia porta ai sistemi di welfare, ma è ovvio che la scoperta di una cura efficace potrebbe da una parte portare sollievo a milioni di persone nel mondo, ma anche ridurre notevolmente la spesa pubblica sanitaria a livello globale.

Ritiro precauzionale per farmaco antipertensivo. Risultati fuori specifica

Ritiro precauzionale per farmaco antipertensivo. Risultati fuori specifica La Società Sanofi, in data 27 febbraio 2017, ha disposto un richiamo precauzionale volontario del lotto n. 2030316 scad. febbraio 2018 della specialità medicinale TELMISARTAN ID ZE*28CPR40+12,5MG – AIC 042253029. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato adottato a seguito di un risultato fuori specifica del parametro “contenuto di principio attivo Idroclorotiazide” rilevato presso il sito produttivo Zentiva di Praga (Repubblica Ceca). Telmisartan Zentiva appartiene ad una classe di medicinali conosciuti come antagonisti dei recettori dell’angiotensina II. L’angiotensina II è una sostanza prodotta nel nostro corpo che induce un restringimento dei vasi sanguigni, aumentando così la pressione del sangue. Telmisartan Zentiva blocca l’azione dell’angiotensina II in modo da rilassare i vasi sanguigni, e abbassare la sua pressione del sangue. Telmisartan Zentiva è usato per trattare l’ipertensione essenziale (pressione alta del sangue) negli adulti. “Essenziale” vuol dire che la pressione alta del sangue non è causata da altre condizioni. La pressione alta del sangue, se non trattata, può danneggiare i vasi sanguigni di diversi organi, e può portare talvolta ad attacco cardiaco, insufficienza cardiaca o renale, ictus o cecità. Solitamente non ci sono sintomi per la pressione alta del sangue prima che si verifichino i danni. Quindi è importante misurare regolarmente la pressione del sangue per verificare se il suo valore è nell’intervallo normale. Telmisartan Zentiva è anche usato per ridurre gli eventi cardiovascolari (ad esempio attacco cardiaco o ictus) in pazienti adulti che sono a rischio perché hanno una riduzione o un blocco dell'irrorazione di sangue al cuore o alle gambe, o hanno avuto un ictus o hanno un rischio alto di ammalarsi di diabete. Contatti il medico se lei è ad alto rischio di questi eventi. Le giacenze presenti in farmacia dovranno essere immagazzinate in apposita area sicura e quindi predisposte per essere ritirate nel primo pacco da inviare ad Assinde.

Mal di schiena accorcia la vita. "Effetto domino su salute" a dirlo uno studio australiano

Mal di schiena accorcia la vita. "Effetto domino su salute" a dirlo uno studio australiano I ricercatori della facoltà di Scienze della Salute dell'Università di Sydney hanno scoperto che il mal di schiena, causa principale di disabilità su scala globale, contribuisce anche ad accorciare la vita. Gli scienziati hanno esaminato la prevalenza di mal di schiena (dolore lombare generico o dolore acuto) fra 4390 gemelli danesi di età fra 70 e 102 anni. Hanno poi comparato tali statistiche con il registro delle morti. "Le persone più anziane che denunciano dolore spinale hanno un maggior rischio del 13% di mortalità per anno di vita, ma la connessione non è causale", scrive il responsabile dello studio Paulo Ferreira. Lo studioso si dichiara non sorpreso dei risultati. "Il dolore alla schiena ha importanti conseguenze con il passare degli anni e le persone in genere non ne sono consapevoli".Riguardo al fatto che i risultati non sono "causali", Ferreira spiega che "benché non vi sia una correlazione indipendente con la durata di vita, il dolore alla schiena tende a creare un effetto domino, che impatta negativamente sulla salute e accresce la probabilità di morte prematura", aggiunge. Lo studio, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato pubblicato sull'European Journal of Pain.

È morto dj Fabo. Il 39enne italiano si era recato in Svizzera per ricevere il suicidio assistito

È morto dj Fabo. Il 39enne italiano si era recato in Svizzera per ricevere il suicidio assistito Marco Cappato, tesoriere dell'associazone Luca Coscioni, che lotta per la promozione della libertà di cura e di ricerca scientifica, ha annunciato lunedì su Twitter: "Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo". Il politico italiano, leader dei Radicali, ha accompagnato Fabiano Antoniani (in arte dj Fabo) in Svizzera, in una clinica zurighese, per consentirgli di usufruire del suicidio assistito. L’ultimo messaggio del dj 39enne, rimasto cieco e tetraplegico dopo un grave incidente stradale, era partito poche ore prima dalla clinica dove era arrivato per ricevere l'assistenza medica alla morte volontaria. Un viaggio dovuto all'impossibilità di fare questa scelta a casa sua, in Italia, dove la pratica è vietata. "Sono finalmente arrivato in Svizzera - dice Fabo in un messaggio audio diffuso dall’associazione Coscioni e riportato su La Stampa - e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l’aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille". Al di là del pensiero di ciascuno di noi, su di un tema così delicato, ciò che però emerge nel nostro Paese, secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” e che l’Italia è sempre in ritardo anche sui temi etici e non c’è ancora una legge che regola la fine della vita. È evidente, quindi, da parte di larghe fasce della politica nazionale il volersi sottrarre dalla discussione su temi etici fondamentali che riguardano l’esistenza e la sofferenza di centinaia di migliaia di cittadini.

domenica 26 febbraio 2017

Bidoni per la differenziata a Lecce. Marciapiedi ingombrati a qualsiasi ora.

Bidoni per la differenziata a Lecce. Marciapiedi ingombrati a qualsiasi ora. Si trovino soluzioni e si effettuino maggiori controlli sul posizionamento dei contenitori Alcune fotografie scattate su viale XX settembre, in pieno centro cittadino, dimostrano ancora una volta che situazione si è venuta a creare a Lecce da quando è stato messo a regime il sistema di raccolta differenziata, che evidentemente richiede qualche aggiustamento, se alle 9.30 del mattino un marciapiede trafficato come quello della suindicata strada risulta ingombrato in quel modo, rendendo difficile il transito ai pedoni ma anche ai disabili che la percorrono. Ovviamente se la differenziata è un bene per la collettività, e su questo non si può discutere, tuttavia per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” non è possibile che si continuino a verificare le situazioni come quella rappresentata che quotidianamente ci vengono segnalate, non solo per la fruizione dei marciapiedi, ma anche per i danni d’immagine al decoro urbano. Regolamentare in maniera più rigorosa il posizionamento dei contenitori in modo tale da non arrecare disagi ai pedoni e alla “vista” nonché una maggiore attenzione nei controlli, possono essere le soluzioni immediate al problema.

Lecce. Zona Via Vecchia Cavallino discarica a cielo aperto. Più controlli e sanzioni per chi abbandona rifiuti

Lecce. Zona Via Vecchia Cavallino discarica a cielo aperto. Più controlli e sanzioni per chi abbandona rifiuti Come al solito sono i cittadini a segnalare allo “Sportello dei Diritti”, associazione che tra le tante attività è divenuta anche punto di riferimento per le denunce quotidiane che riguardano le problematiche ambientali e di decoro urbano dei nostri territori, l’inesistente attenzione per le periferie da parte dell’uscente amministrazione cittadina di Lecce che dimostra tutta la trascuratezza e il totale abbandono delle aree al di là della circonvallazione acuita – purtroppo e può apparire un paradosso – dopo la messa a regime della raccolta differenziata in tutta la città.Questa volta una signora che risiede nella zona di via Vecchia Cavallino ha voluto inoltrarci un reportage fotografico di quella che da anni è una discarica a cielo aperto dove, nonostante la rigogliosa vegetazione che inevitabilmente cresce sulle collinette di rifiuti, è possibile scorgere ogni tipo di scarto, da quelli organici a quelli speciali tipo elettrodomestici e pneumatici usati e finanche pericolosi come l’eternit. A nulla, in questo caso sono valsi come deterrenti – per come era prevedibile - i cartelli che vietano di gettare rifiuti o le rare operazioni di ripulitura, perché quell’area è divenuta il ricettacolo dello smaltimento indifferenziato, proprio a ridosso del cambio di regime della raccolta dei rifiuti urbani nella città di Lecce, a causa dell’eliminazione sul territorio comunale dei cassonetti, con un peggioramento della situazione che rischia di diventare una bomba ecologica per la salute di chi risiede nella zona che, specie nella bella stagione, è costretta a respirare miasmi e fumi senz’altro insalubri, quest’ultimi a causa dei frequenti roghi. Tutto ciò, risulta più grave se si considera che i residenti hanno più volte denunciato alle autorità competenti, in primis proprio all’amministrazione comunale, il precipitare delle condizioni della zona, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Gli unici validi deterrenti, a questo punto, possono essere costituiti dall’intensificazione dei controlli anche a mezzo telecamere, e da un efficace sistema sanzionatorio nei confronti di chi sversa materiali nelle aree interessate.

sabato 25 febbraio 2017

Scandalo all’Ikea, Hitler come salvaschermo di un computer esposto per la vendita

Scandalo all’Ikea, Hitler come salvaschermo di un computer esposto per la vendita. E' successo in un market svizzero. L’azienda si difende: «Scherzo di cattivo gusto da parte di un cliente» Un uomo non dimenticherà per molto tempo la sua visita all’Ikea di San Gallo in Svizzera. Mentre stava vagando nelle esposizioni, tra un mobile e l’altro, su uno scaffale scorge il computer di un impiegato acceso, con un salvaschermo che l’ha fatto rabbrividire: raffigurava Adolf Hitler. Il cliente è rimasto sbalordito di vedere questa foto sul computer di una filiale sangallese IKEA. L'azienda svedese contattata si dice esterrefatta: «Crediamo che un cliente sia riuscito a sbloccare il computer e a cambiare la fotografia dello screensaver», spiega il portavoce Manuel Rotzinger. Secondo lui il cambiamento è stato fatto durante l’assenza dell’impiegato. «Purtroppo deve aver dimenticato di bloccare il computer». Il portavoce assicura che la catena ricorderà l’importanza di chiudere la sessione a tutti i suoi dipendenti. Ikea intende inoltre condurre delle ricerche per scoprire cosa sia effettivamente accaduto nella filiale sangallese. Il dipendente “sbadato” comunque non rischia di perdere il lavoro. «Ha sbagliato. Avrebbe dovuto fare più attenzione. Ma è una cosa che può capitare a tutti. Insomma, non si finisce mai di scoprire quanto male aleggia intorno alla figura di uno dei dittatori più feroci della storia umana, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni si batte anche contro ogni tipo di rievocazione del nazifascimo. La notizia, infatti, è preoccupante anche perchè è abbastanza sorprendente che nessuno dei dipendenti l’abbia notato. Tale episodio potrebbe avere effetti sull’incremento dell’antisemitismo e del negazionismo e non si possono accettare come sufficienti le giustificazioni dell’azienda che si accompagnano ad una dichiarata consapevolezza dello sfruttamento delle critiche per incrementare le vendite.

A Fatima posto in stanza con sacco a pelo 1000 euro. Prezzi alle stelle per la prevista visita di Papa Francesco il 12 e il 13 maggio

A Fatima posto in stanza con sacco a pelo 1000 euro. Prezzi alle stelle per la prevista visita di Papa Francesco il 12 e il 13 maggio A Fatima aumenti fino al 1000%. Per gli albergatori e i proprietari di appartamenti turistici di Fatima e dintorni la visita di Papa Francesco nel santuario mariano portoghese il 12 e il 13 maggio è una opportunità quasi miracolosa di arricchimento. Si prevede per l'occasione l'arrivo di decine di migliaia di fedeli. La speculazione alberghiera ha reso proibitivi i prezzi delle camere in cui passare la notte. Fino a estremi come l'offerta di un posto in una stanza in sacco a pelo a 1000 euro. Negli alberghi attorno al santuario della Cova da Iria i prezzi sono aumentati fino al 1000%. Una camera matrimoniale affittata esattamente un mese prima, dal 12 al 13 aprile, a 44 euro, costa nello stesso albergo nella notte della visita del Papa 2250 euro. Appartamenti sono offerti per quella notte a prezzi che oscillano dai 2300 ai 6000 euro. L'ondata speculativa ha colpito tutta la regione, ben oltre Fatima, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Gli italiani che si vogliono recare il 12 e 13 maggio a Fatima, sappiano che i prezzi delle stanze sono schizzati alle stelle dopo l'annuncio del Vaticano che il pontefice sarà nella cittadina portoghese (diecimila abitanti) per celebrare il primo centenario delle apparizioni della Madonna ai pastorelli nel 1917. A Leira, 30 km dal santuario, le camere di albergo che normalmente costano 60 euro sono offerte a 1200. Questo malgrado l'appello lanciato dal rettore del santuario Carlos Cabecinhas, che ha chiesto agli abitanti, ricorda Publico, di non speculare sulla visita del Papa.

Commissione Tributaria Provinciale di Lecce. Annullato estratto di ruolo dell’Agenzia delle Entrate

Commissione Tributaria Provinciale di Lecce. Annullato estratto di ruolo dell’Agenzia delle Entrate a seguito di querela di falso per una notifica attestata erroneamente dal pubblico ufficiale Una sentenza sfavorevole per l’Agenzia delle Entrate da parte della Commissione Tributaria di Lecce, la numero 671 pubblicata il 23 febbraio u.s. ha annullato l’estratto di ruolo di € 13.442,00 notificato ad un contribuente perché non preceduto dalla cartella esattoriale. Infatti, durante la causa, è stata proposto autonomo procedimento per “querela di falso” innanzi al Tribunale civile di Lecce, il cui collegio ha accolto l’istanza del contribuente che è riuscito a dimostrare che nessun avviso di accertamento o cartella esattoriale era stata notificato in precedenza nonostante l’ufficiale della Polizia Municipale incaricato dal Comune di Lecce avesse erroneamente attestato che “non vi era abitazione, ufficio o azienda del contribuente” all’indirizzo di residenza anagrafica risultante anche dal certificato storico rilasciato dallo stesso comune. Di conseguenza, il giudice tributario appurata l’inesistenza della notifica, ha accolto in toto il ricorso predisposto dall’avvocato Maurizio Villani ed ha condannato Equitalia alle spese di giudizio di € 3.000,00 oltre accessori ed € 120,00 a titolo di rimborso del contributo unificato. L’importanza della decisione, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sta nel fatto che il contribuente deve sempre controllare se le notifiche sono avvenute in modo regolare cosicché in caso negativo avrà la possibilità di agire per tutelare le proprie ragioni.

venerdì 24 febbraio 2017

Inquinamento. Tir emissioni inquinanti taroccate: la Svizzera accusa anche l’Italia

Inquinamento. Tir emissioni inquinanti taroccate: la Svizzera accusa anche l’Italia. Più controlli sul traffico pesante anche nel nostro Paese È servita un’inchiesta giornalistica della radiotelevisione svizzera SRF per scoprire un sistema che verrebbe utilizzato sui Tir altamente inquinanti per taroccare i sistemi di emissione dei gas di scarico. Subito dopo il reportage televisivo, sono scattati i controlli da parte dell’autorità, in particolare del centro di controllo sul traffico pesante di Erstfeld (Canton Uri) sull’autostrada del San Gottardo, che hanno consentito di appurare in controlli a campione durati due settimane, ben 11 camion con congegni per alterare i dispositivi anti inquinanti. I mezzi in questione non sarebbero solo provenienti dall’Europa dell’Est, come si credeva in un primo momento, ma risultano immatricolati anche in Italia.La truffa consiste nel disabilitare con un emulatore la centralina di iniezione dell’AdBlue, l’additivo a base di urea e acqua demineralizzata che abbatte le emissioni di ossidi di azoto.In pratica con l’apparecchio che si trova in rete a poche centinaia di euro non è più necessario acquistare l’additivo e il motore mantiene integra la sua funzionalità, ma invece di azoto e vapore acqueo il veicolo diffonde i pericolosi ossidi di azoto, precursori delle polveri fini.Ma il danno è anche erariale dal momento che i camion Euro 4, 5 e 6 in cui viene installato l’emulatore AdBlue pagano tasse agevolate, ma inquinano come i mezzi pesanti degli anni ’90. Ancora una volta è all’estero che vengono scoperte questo tipo di frodi che oltreché portare un danno alle casse dello stato, contribuiscono ad acuire il problema dell’inquinamento atmosferico che già grava sulle nostre strade. Per tali ragioni, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si chiede se anche le autorità italiane, a questo punto, non decidano d’intensificare i controlli sui mezzi pesanti per fermare questa prassi truffaldina.

Affari pericolosi: tagliasiepi ritirato, le lame non smettono più di tagliare.

Affari pericolosi: tagliasiepi ritirato, le lame non smettono più di tagliare. La Svizzera ha bloccato la vendita delle cesoie per siepi a batteria del modello HSA 56 della Stihl. In alcune circostanze, l'interruttore si inceppa e le lame continuano a tagliare. Per motivi di sicurezza la Svizzera ha ritirato dalla vendita le cesoie per siepi a batteria HSA 56. In alcune circostanze, l'interruttore si inceppa e le lame continuano a tagliare, provocando il rischio di lesioni, indica in una nota l'Ufficio federale del consumo. Tutti coloro che hanno acquistato il prodotto anche in Italia con numero di serie inferiore a 436535186, sottolinea sono pregati di non utilizzarlo più e di rivolgersi direttamente al rivenditore specializzato STIHL, indica Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. L'apparecchio sarà controllato e modificato rapidamente e gratuitamente, in modo che sia di nuovo utilizzabile. Batterie e caricatori non verranno invece sostituiti.

Alcol killer: metanolo in " Diamond Vodka ", allerta in Germania. Lo segnala oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco. In Italia scattano i controlli?

Alcol killer: metanolo in " Diamond Vodka ", allerta in Germania. Lo segnala oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco. In Italia scattano i controlli? Avviso ai bevitori dopo che sono state trovate oltre 1000 bottiglie di alcol "Diamond Vodka" addizionato con metanolo. Le autorità sanitarie tedesche della Renania settentrionale-Vestfalia, la Zollfahnungsamtes Essen e la Ministeriums für Klimaschutz, Umwelt, Landwirtschaft, Natur- und Verbraucherschutz Nordrhein-Westfalen, hanno emesso un'allarme urgente per il pericolo di assunzione di vodka avvelenata. I cittadini sono invitati a non bere qualsiasi tipo di vodka che pensano possa essere falsificata, con terribili conseguenze compreso la cecità o addirittura potenzialmente la morte. La polizia ha infatti scoperto oltre 1000 bottiglie di vodka falsa. Ed hanno scoperto che i truffatori hanno riempito le bottiglie di alcol economico con metanolo altamente velenoso. Non è noto quante altre bottiglie sono state smerciate nei negozi e nelle mani dei bevitori ignari. Ribadiamo come la falsa Vodka può contenere alti livelli di metanolo che può causare cecità e berlo è un grave rischio per la salute. La polizia sostiene che le bottiglie non sono contrassegnate con il nome del produttore e l'indirizzo, il che costituisce un segno sicuro che sono false. Ora ci sono seri dubbi su come delle bottiglie possono essere state commercializzate nei normali canali di distribuzione, data l'operazione di dimensioni industriali scoperta dagli investigatori. Così recita l’allerta del Ministero della Salute tedesco: "Il metanolo, o alcol metilico, è molto tossico anche in piccole quantità, e può causare danni sia alla vista che al sistema nervoso, fino ad arrivare alla morte". Un portavoce della Polizia Doganale ha detto: "Siamo stati informati che almeno 350 bottiglie "Diamond Vodka" sono stato vendute da ottobre 2016. "Se avete comprato questa vodka, non bevetela." "Se viene offerta vodka estremamente a buon mercato sarà probabilmente illegale. Altri segni da guardare includono gli errori di ortografia sulle etichette, uno strano odore di vernice e bottiglie riempite non ai normali livelli". Concludendo hanno inoltre spiegato: "Le persone che comprano la vodka contraffatta potrebbero aver pensato di fare un affare, ma forse non sanno che è stata distillata in condizioni non regolamentate che possono rappresentare un rischio grave per la salute".Nel mese di febbraio 2017 sono state trovate 1028 di bottiglie di vodka addizionate con metanolo in vendita in Germania. Le bande criminali, spesso cercano di capitalizzare la sete del popolo per l'alcol a buon mercato con l'utilizzo di alcol contraffatto con sostanze chimiche mortali. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, sottolinea come la quantità di litri di vodka adulterata sequestrata in Germania, fa pensare che il fenomeno della vendita di alcol contraffatto non riguardi solo questo paese, ma che sia una questione che riguarda l'Europa. In attesa degli esiti delle indagini avviate dalle Autorità tedesche, Giovanni D'Agata invita il Ministero italiano a diffondere un comunicato per i cittadini invitandoli a non consumare bevande alcoliche di cui non si conosce l’origine, la provenienza e non etichettate, allertando gli Assessorati alla sanità di Regioni e Province autonome e il Comando dei Carabinieri della Salute (Nas).

Cassazione: Isabella d'Este verrà restituita. La Suprema Corte ha confermato la confisca del dipinto attribuito a Leonardo da Vinci trasferito a Lugano illegalmente

Cassazione: Isabella d'Este verrà restituita. La Suprema Corte ha confermato la confisca del dipinto attribuito a Leonardo da Vinci trasferito a Lugano illegalmente La Cassazione italiana ha confermato Venerdì 24 febbraio la confisca del dipinto raffigurante Isabella d'Este attribuito a Leonardo da Vinci, trasferito in un caveau di una banca di Lugano senza licenza e quindi illegalmente. Gli ermellini hanno respinto il ricorso della proprietaria, la signora Emidia Cecchini, che chiedeva di rientrarne in possesso. I giudici rimarcano come la legge, il Codice dei beni culturali e del paesaggi italiano, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ,preveda "la confisca obbligatoria dei beni oggetto della condotta illecita, salvo che appartengano a persona estranea al reato". E in questo caso, la ricorrente non può essere considerata tale, "dal momento che risulta co-indagata" proprio per l'esportazione illecita. Risulta per questo "allo Stato irrilevante che la Cecchini sia la proprietaria del quadro in questione".La Suprema Corte ricorda anche che poco importa che non sia intervenuta condanna per l'illecito: "si tratta di una misura di carattere amministrativo finalizzata al recupero dei beni".La decisione interviene così nel conflitto, che si era profilato nelle ultime settimane, con la decisione delle autorità giudiziarie svizzere. A fine gennaio, il Tribunale penale federale di Bellinzona aveva, infatti, posto il veto alla consegna alle autorità italiane del dipinto, che si trova in un caveau di una banca luganese. In quel caso, i giudici elvetici avevano accolto il ricorso della Cecchini che si opponeva al trasferimento in Italia, con la motivazione che la confisca non fosse ancora esecutiva. Il caso, che dura già da un paio d'anni, è nato poiché la signora aveva dato mandato a un avvocato di vendere il quadro. In diverse interviste ha affermato che l'opera, di proprietà di sua nonna, si trovava in Svizzera fin dal 1913. Il ritratto era stato sequestrato nel febbraio 2015 dalla Guardia di finanza e dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico italiani nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Pesaro. Il ritrovamento del quadro, un olio su tela di 61x46,5 cm, era stato annunciato con grande clamore ai primi di ottobre 2013. Lo storico dell'arte Carlo Pedretti "massima autorità vivente su Leonardo", attestava l'autenticità del dipinto e lo attribuiva almeno in parte al grande genio del Rinascimento (1452-1519). Dopo il sequestro era però scoppiata una controversia sull'autenticità del quadro. Il noto critico dell'arte e polemista italiano Vittorio Sgarbi lo aveva definito un dipinto "da porta Portese inventato da Pedretti. Una crosta, di qualità modestissima che vale al massimo 2000 euro".

giovedì 23 febbraio 2017

Semafori per non vedenti a Lecce. Installati, ma il tappetino dov’è? Si dovranno rifare altri lavori?

Semafori per non vedenti a Lecce. Installati, ma il tappetino dov’è? Si dovranno rifare altri lavori? Si potrebbe dire che finalmente anche Lecce si adegua alla “civiltà” con l’installazione dei semafori per non vedenti. Si potrebbe dire, perché per la verità manca un dettaglio non irrilevante alle opere da poco realizzate. Non risultano, infatti, implementati i tappetini a terra che segnalano la presenza per così dire “tattile”, del semaforo “speciale” e del relativo attraversamento. Ed allora, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si chiede se non siano stati previsti quest’indispensabili ausili, oppure dovranno essere ancora installati con ulteriore dispendio di tempo e di risorse? All’assessore Luca Pasqualini che il 31 novembre 2015 segnalava la partecipazione dell’amministrazione al bando Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 247 del 23 ottobre 2015, una risposta rapida. Perché i non vedenti hanno diritto di fruire nella maniera più adeguata possibile le nostre strade e gli spazi pubblici e solo un percorso tattile continuo, almeno sulle vie principali, può garantire tale fruizione, come era stato richiesto a suo tempo anche dal Presidente dell’“Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – ONLUS”, Salvatore Peluso, associazione che si era fatta promotrice del su citato progetto del Comune mediante un ampliamento del percorso tattile esistente realizzato nel 2009 a cura del Lions Club di Lecce al fine di collegare ulteriori luoghi di interesse pubblico della città. Progetto che, evidentemente, sinora è ancora in altomare.

Comune di Lecce condannato dalla commissione tributaria regionale. Ridotti dalla sezione leccese, avvisi di accertamento ICI per oltre 500.000 euro per i terreni del comparto “Agave”

Comune di Lecce condannato dalla commissione tributaria regionale. Ridotti dalla sezione leccese, avvisi di accertamento ICI per oltre 500.000 euro per i terreni del comparto “Agave” Un brutto colpo per il comune di Lecce in materia tributaria. La vicenda ha origine nel 2009, quando l’amministrazione del capoluogo salentino, notificava alla Srl DG SVILUPPO IMMOBILIARE in concordato preventivo (Gruppo De Gennaro di Bari), vari avvisi di accertamento ICI per gli anni dal 2003 al 2008, per un totale di oltre € 500.000. In particolare, il Comune di Lecce per i terreni ubicati alla Via De Mura (comparto edificatorio denominato “AGAVE” – Zona Tangenziale Est – Viale Cavalleria) accertava valori da Euro 142 a mq ad Euro 153 a mq.La Società, tramite gli avvocati tributaristi Maurizio Villani del Foro di Lecce e Francesco Converti del Foro di Bari, contestava con perizia di parte i suddetti lavori perché il Comune di Lecce non aveva tenuto conto che le aree fabbricabili erano poste all’interno di un comparto edificatorio determinato, come tale, da variante urbanistica (art. 18 della Legge n. 203/91) che promuoveva e regolava i programmi straordinari di edilizia residenziale da concedere in locazione o godimento ai dipendenti dello Stato impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. I giudici di primo grado rideterminavano tutti i valori ad Euro 130 a mq in modo forfettario. A seguito dell’appello della Società, invece, la CTR di Lecce – Sez. 23 -, su specifica richiesta dei difensori, ha nominato CTU l’Arch. Giovanni Cantatore, che ha criticato il perito del Comune di Lecce che non aveva tenuto conto della specifica destinazione dei suoli, perché aveva fatto semplice riferimento a suoli siti nel centro urbano di Lecce, assolutamente non comparabili con i suoli in contestazione (!!!). Il CTU, pertanto, ha fortemente ridotto sia la valutazione del Comune di Lecce sia quella dei primi giudici. I giudici di appello, con la sentenza n. 438 depositata il 9 febbraio scorso, pertanto, hanno confermato la corretta perizia del CTU, anche con valide argomentazioni giuridiche, ed hanno condannato il Comune di Lecce alle spese di giudizio. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la sentenza è importante perché ribadisce il principio che nella valutazione degli immobili si deve tenere conto delle effettive destinazioni e caratteristiche urbanistiche degli stessi, senza fare riferimento a generiche presunzioni oppure ad immobili totalmente diversi e non comparabili.

Allerta allergeni: Fratelli Beretta USA ritira mortadella. Lo segnala oggi il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti

Allerta allergeni: Fratelli Beretta USA ritira mortadella. Lo segnala oggi il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti Attraverso un avviso pubblicato sul sito web dell'USDA, la Fratelli Beretta USA Inc. ha annunciato che è stato disposto il ritiro dalla vendita della mortadella, distribuiti nei punti vendita dei supermercati in America di Arizona, California, Florida, Michigan, New Jersey, Oklahoma, Pennsylvania e Texas.. Motivo è la presenza di pistacchi non dichiarati in etichetta, emerso nel corso di un controllo di routine interno da parte degli esperti dell’azienda alimentare. Il prodotto potrebbe infatti scatenare allergie nei consumatori che soffrono di ipersensibilità ai pistacchi, per la presenza accidentale di tracce indesiderate di questo componente nel prodotto messo in vendita ma non riportato nella lista degli ingredienti. In ogni caso invita i consumatori ad astenersi dall’acquisto del lotto LO23633800 prodotto il 30 novembre 2016, con una scadenza minima del 2 aprile 2017, ricordando a chi soffre di allergie, che in caso di ingestione accidentale, può andare incontro a gravi reazioni anafilattiche che possono mettere in pericolo la vita. Inoltre per chi ha già effettuato la relativa spesa a non utilizzare il prodotto e a riconsegnare le confezioni al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione. I consumatori allergici ai pistacchi, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, sono però invitati a non consumare il prodotto. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza ai pistacchi. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare senza problemi il prodotto. L'avviso di ritiro del prodotto è apparso sul sito dell'USDA per le allerte alimentari. Sul sito del nostro ministero della Salute non c’è ancora alcuna informazione.

Maxi ritiro per rischio chimico giocattolo Lil rana e Lily Pad Playset con pile a bottone. L'allarme di Moose Pets company .

Maxi ritiro per rischio chimico giocattolo Lil rana e Lily Pad Playset con pile a bottone. L'allarme di Moose Pets company . “Tenere fuori dalla portata dei bambini” è un classico delle istruzioni per l'uso delle batterie elettriche. Talmente ovvio e banale da essere spesso letto dagli adulti con un sorriso di sufficienza. Una sottovalutazione troppo spesso fatale, con i giocattoli, spesso a batterie, che aumentano il rischio per la salute dei nostri bambini. Un pericolo letale non solo per la possibilità di soffocamento, ma anche perché l'effetto elettrico della batteria, una volta ingerita, e indipendentemente dal rilascio di sostanze tossiche, può ustionare gravemente i tessuti, perforare l'esofago e provocare un'emorragia interna catastrofica. Un rischio chimico è la causa di un maxi richiamo Giovedi di almeno mezzo milione di rane giocattolo da parte della Moose Pets company. I giocattoli Lil rana e Lily Pad Playset hanno un problema di batteria che mette i bambini in pericolo. L'azienda spiega che quando le batterie a bottone vengono rimosse possono fuoriuscire le sostanze chimiche in esso contenute (acido). L'azienda ha ricevuto almeno 17 segnalazioni di di incidenti e con due bambini ricoverati in ospedale. Le rane giocattolo sono state vendute nei colori rosa, blu e verde. I genitori dovrebbero smettere di fare usare immediatamente i giocattoli ai bambini e contattare Moose Giocattoli al 844-575-0340 oppure online su www.moosetoys.com per una sostituzione gratuita. Il rischio-batterie, avverte Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, colpisce tutte le fasce d'età. La maggior parte dei casi riguarda bambini sotto i sei anni che le scambiano per dolci, ma non sono pochi gli anziani in stato di confusione o con problemi di vista che le confondono con pillole da ingerire.

mercoledì 22 febbraio 2017

Rapporto segreto tedesco: sei milioni di migranti vogliono entrare in Europa dalle coste del Mediterraneo

Rapporto segreto tedesco: sei milioni di migranti vogliono entrare in Europa dalle coste del Mediterraneo Un rapporto segreto fuoriuscito dalle autorità di sicurezza tedesche ha rivelato che quasi sei milioni di migranti provenienti dalle coste dei paesi del bacino del Mediterraneo vogliono entrare in Europa. La relazione, che è stata disvelata dal tabloid tedesco Bild, sostiene che ci sono almeno 5,95 milioni di migranti sulle sponde del Mediterraneo che stanno cercando di entrare in Europa. Nella sola Turchia, il rapporto stima che ci sia 2,93 milioni di migranti che hanno messo gli occhi sui vantaggi di essere un richiedente asilo in un paese dell'Europa occidentale come la Germania. La Libia, secondo quanto riportato dalla stampa tedesca, è attualmente sede di 1,2 milioni di migranti che sono pronti a sbarcare sulle nostre coste per poi raggiungere gli altri paesi europei. Lo scorso anno un numero record di migranti ha attraversato il mare verso l'Europa con la maggior parte di questi che sono approdati in Italia. Il nuovo governo italiano ha promesso di reprimere l'immigrazione clandestina nel corso di quest'anno, ma il paese non ha visto alcun rallentamento dei flussi, ed anzi nelle scorse ore è stato pubblicato il rapporto del Ministero dell’Interno che ha evidenziato il nuovo boom di sbarchi: un +44% rispetto a un anno fa che dovrebbe far comprendere al resto dei Paesi UE che è ora di dare un contributo ulteriore al Nostro Paese. Anche la Giordania, che ha accolto una gran numero di siriani in fuga dalla guerra civile, è menzionata nella relazione. I servizi di sicurezza tedeschi stimano che ci potrebbero essere fino a 720.000 migranti in Giordania che vogliono venire in Europa. I migranti dell'Africa centrale sono anch’essi presi in considerazione nella relazione, che sostiene che la maggior parte di coloro che partono dai porti di Libia e Algeria transitino prima in Mali e Niger, che sono diventati passaggi quasi obbligati per i migranti che provengono dalle regioni a sud del Sahara. Il rapporto tedesco corrisponde a un report sulle migrazioni simile a quelli dell'Agenzia europea delle frontiere Frontex che è stato rilasciato lo scorso anno. Per Frontex il livello di migrazione africana ha una tendenza ad aumentare nei prossimi anni, e gran parte di essa sarebbe stata innescata dalla situazione economica dei paesi dell'Africa occidentale altamente popolati. Il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha anche avvertito che la migrazione incontrollata di milioni di persone potrebbe sopraffare l'Unione europea se la rotta libica resta aperta. "Il flusso di migranti dalla Libia verso l'Italia e l'UE non è sostenibile", ha detto all'inizio di questo mese. Il servizio di intelligence militare austriaca ha pubblicato una previsione sorprendente il mese scorso, sostenendo entro il 2020 l'Europa potrebbe vedere un afflusso di fino a 15 milioni di migranti. Gli austriaci hanno anche citato l'aumento dei migranti dell'Africa occidentale come una forza trainante per l'aumento del numero. Sono dati impressionanti che superano di gran lunga quelli della relazione tecnica del Viminale e che dovrebbero portare le istituzioni non solo europee, ma mondiali a prendere atto che gli esodi di massa che stiamo vivendo comportano soluzioni globali che non possono essere lasciate ai singoli stati che vivono il fenomeno migratorio in via diretta, in primis l’Italia. È chiaro, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, però che proprio per questo il Nostro Paese deve farsi primo portavoce di questa situazione e non subirla perché al di là dei numeri, non è possibile che si continuino a verificare i continui e quotidiani drammi del mare come l’ultimo disvelato sulle coste libiche.

Ministero della Salute, stop alla vendita dei crostini "C'è un corpo estraneo"

Ministero della Salute, stop alla vendita dei crostini "C'è un corpo estraneo" Dopo i test, arriva lo stop da parte del Ministero della Salute che dispone il ritiro dal mercato dei crostini prodotti dalla San Giorgio srl con sede dello stabilimento alla via Per Ospitaletto 29/31 -25046- Cazzago San Martino (BS) , per la possibile presenza di corpo estraneo. Il provvedimento riguarda crostini - prodotto da forno tostato e fritto "BIONDA SPIGA" commercializzato da DICO SPA lotto 040417 avente scadenza minima 26-09-2017; "BONTA' DI PANE" commercializzato da PRIX QUALITY SPA lotto 040417-050517 avente scadenza minima 26-09-2017 e 03/10/17; "CROS&TINI" commercializzato da ICA FOODS SPA lotto 045116-050417-020517 avente scadenza minima 22/08/17, 27/09/17 e 01/10/17; "CROS&TINI" commercializzato da ICA FOODS SPA lotto 050417 avente scadenza minima 27/09/17; "PAM PANORAMA" commercializzato da PAM PANORAMA SPA lotto 045116-020517 avente scadenza minima 22/08/17 e 01/10/17; "PRIMO" commercializzato da SISA SPA lotto 030517 avente scadenza minima 01/10/17; "SAN GIORGIO" commercializzato da SAN GIORGIO SRL lotto 040317 avente scadenza minima 19/09/17; "SAN GIORGIO" commercializzato da SAN GIORGIO SRL lotto 055016-010417 avente scadenza minima 16/08/17 e 23/09/17; "SELEX" commercializzato da SELEX SRL lotto 065016-045116-015116-010417 avente scadenza minima 17/08/17, 22/08/17, 19/08/17 e 23/09/17; "UNES" commercializzato da UNES MAXI SPA lotto 065016-040417-020517-050517 avente scadenza minima 17/08/17, 26/09/17, 01/10/17 e 03/10/17 e per ultimo "VALE" commercializzato da SELEX SRL lotto 065016-045116 avente scadenza minima 17/08/17 e 22/08/17. A scopo puramente precauzionale i dirigenti dell'azienda hanno deciso il ritiro dei prodotti al cui interno è stata riscontrata la presenza di un corpo estraneo che potrebbe, ma il condizionale è d'obbligo, rappresentare un pericolo per la salute dei consumatori. L’avviso di richiamo dei lotto di crostini è stato pubblicato sul sito del nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, consiglia a tutti coloro che avessero acquistato i prodotti, a non consumarli né utilizzarli e a riportarli nei punti vendita per la sostituzione o il rimborso.

martedì 21 febbraio 2017

Ue: calo tasso di mortalità per cancro, ma è più lento tra le donne.

Ue: calo tasso di mortalità per cancro, ma è più lento tra le donne. Il tasso di mortalita' per il cancro nei paesi dell'Unione Europea sta diminuendo, anche se più rapidamente tra i maschi che tra le femmine, per le quali sono ad esempio ancora in aumento i tassi di morte per tumori del pancreas e dei polmoni (in gran parte a causa del fumo). A sostenerlo uno studio pubblicato sugli Annals of Oncology. La ricerca è stata condotta da ricercatori italiani guidati da Carlo La Vecchia dell'Università di Milano, in collaborazione con il Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV), e studiosi americani, secondo cui oltre quattro milioni di decessi per tumore sono stati evitati in 30 anni a partire dal 1988.Secondo la ricerca nel 2017 sono attesi 761'900 decessi tra i maschi e 611'600 tra le donne e rispetto al 2012 la quota di decessi tra i maschi si è ridotta di oltre l'8%, tra le femmine invece di appena il 4%. Il problema è che la mortalità per tumori legati al fumo (tumori ai polmoni e altri), evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è ancora in aumento tra le donne che storicamente hanno iniziato a fumare più tardi degli uomini e quindi i danni del fumo si vedono con effetto ritardato sul sesso femminile, ma non tra gli uomini.Inoltre la mortalità per tumore del polmone che nel 2017 farà un totale di 275'700 morti, corrispondenti a circa il 20% dei decessi per tutti i tumori, tra le donne di 25-44 anni è maggiore che tra i maschi (rispettivamente 1,4 per 100 mila contro 1,2 per 100 mila).L'analisi mostra che i decessi per tumore stanno diminuendo anche se a velocità differenti tra i due sessi. Fanno eccezione, però, il cancro ai polmoni e il cancro al pancreas i cui decessi sono ancora in aumento tra le donne. Per il cancro del pancreas (su cui sono stati fatti pochi progressi sul fronte diagnostico e terapeutico) per il 2017 sono attesi 76'100 decessi tra i maschi (10,3 per 100'000) e 43'800 tra le donne (5,6 per 100'000) e, mentre il tasso di morte per questo tumore è stabile tra gli uomini, esso risulta in aumento (del 3,5%) tra le donne.

Birra "Mixery", corpo estraneo nella bottiglia Nastrov Flavour Iced Lemon, stop a vendita.

Birra "Mixery", corpo estraneo nella bottiglia Nastrov Flavour Iced Lemon, stop a vendita. Lo segnala oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco Attraverso un avviso pubblicato sul sito web, l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco (BVL) ha annunciato che è stato disposto il ritiro volontario dalla vendita della birra "MiXery Nastrov Flavour Iced Lemon". Nello specifico si tratta della confezioni da 6 del lotto 09 K6 con scadenza minima 08.17. Il ritiro, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, è stato effettuato dalla birreria Karlsberg Brauerei GmbH, con sede a Homburg / Saar. A scopo puramente precauzionale i dirigenti dell'azienda hanno deciso la rimozione del prodotto al cui interno è stata riscontrata la presenza di un corpo estraneo che potrebbe, ma il condizionale è d'obbligo, rappresentare un pericolo per la salute dei consumatori. L'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco, ha subito avviato una campagna di ritiro e di richiamo sia sul proprio sito internet e dopo avere diffuso un comunicato stampa. Il ritiro della birra è avvenuto in Germania, ma data l'ampia risonanza che l'accaduto ha avuto nei notiziari in lingua tedesca, Giovanni D'Agata, ha ritenuto opportuno diffondere la notizia anche in italiano, per aiutare i nostri connazionali che potrebbero trovarsi all'estero e non conoscere bene il tedesco. Karlsberg, meglio conosciuto all’estero per il marchio Karlsbrau, è uno dei più importanti e qualificati gruppi birrai in Germania, impegnato anche nel settore delle bevande analcoliche, con una produzione di birre di 450mila hl di “Mixery” nel 2008 e da molti anni opera con successo in Italia attraverso una rete di concessionari importatori.

Airbag difettoso: Honda richiama 135'000 auto in Russia

Airbag difettoso: Honda richiama 135'000 auto in Russia L'elenco dei veicoli richiamati dai costruttori, a causa dei malfunzionamenti causati dall'airbag si allunga. E' la volta della casa automobilistica HONDA che ha annunciato un nuovo richiamo. Lo ha annunciato martedì l'agenzia per la sicurezza russa Rosstandart. La Honda dovrà provvedere a riparare un possibile difetto all'air bag su 135'168 modelli venduti in Russia tra il 2005 e il 2016 e su 323 a marchio Acura. Le auto finite nel mirino della Rosstandart sono: la Civic 4D, la CR-V, la Jazz, la FR-V e la Legend 4D nonché la Acura RDX.. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari HONDA Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

Balay, Bosch e Siemens richiamano una serie di cucine a gas: rischio esplosione. Avviso per diversi dispositivi fabbricati fra il 2006 e il 2011

Balay, Bosch e Siemens richiamano una serie di cucine a gas: rischio esplosione. Avviso per diversi dispositivi fabbricati fra il 2006 e il 2011 Cucine a gas pericolose. Sono quelli della Balay, Bosch e Siemens fabbricate fra il 2006 e il 2011 a rischio esplosione. L’allarme arriva dalla stessa azienda BSH Hausgeräte GmbH, nota anche con la sigla BSH, azienda tedesca produttrice di elettrodomestici di livello internazionale che produce principalmente i marchi Bosch e Siemens oltre a sei marchi minori tra cui Balay. Nello specifico l’azienda ha richiamato volontariamente una serie di modelli che presenterebbero un pezzo difettoso ovvero il raccordo del gas. Che non essendo a tenuta stagna potrebbe andare a fuoco e anche esplodere. BSH Hausgeräte GmbH ha lanciato una campagna di allerta che riguarda migliaia di cucine che si trovano nelle case di tutta Europa compresa l'Italia. Chi avesse questo tipo di elettrodomestico, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, deve controllare se appartiene a uno dei modelli interessati dal richiamo ovvero: 3CGB462B, 3CGB462BT, 3CGX462B, 3CGX462BT, 3CGX466B, 3CGX466BT, 3CGX468B e 3CGX468BT. «In alcuni casi, il gas potrebbe fuoriuscire e, in casi molto rari, esplodere» ha confermato la casa produttrice tedesca che ha garantito l’intervento di un tecnico che sostituirà il pezzo gratuitamente. Nel frattempo, ha consigliato di «chiudere immediatamente l'alimentazione del gas e smettere di usare il dispositivo».

Rischio presenza di allergeni soia non dichiarati nella FARINA DI GRANO TENERO TIPO O MANITOBA. Il Ministero della Salute ordina il ritiro dal mercato

Rischio presenza di allergeni soia non dichiarati nella FARINA DI GRANO TENERO TIPO O MANITOBA. Il Ministero della Salute ordina il ritiro dal mercato Dopo i test, arriva lo stop da parte del Ministero della Salute che dispone il ritiro dal mercato di un lotto della farina di grano tenero di tipo “0” manitoba, per la possibile presenza dell’allergene soia non dichiarato in etichetta. Il provvedimento riguarda i lotti L 46/16 (61) 6B e L. 47/16 di farina manitoba in formato da 1000 grammi con data di scadenza al 31/07/2017. La farina è prodotta e confezionata per Carrefour da Simec spa, loc. Cirras Santa Giusta 0996 (OR) che ha diffuso l’avviso del richiamo. L’avviso di richiamo dei lotti di farina è stato pubblicato oggi 21 febbraio sul sito del nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute. I clienti allergici alla soia o altrimenti interessati sono invitati a riportare i prodotti in questione presso il punto vendita più vicino, dove verranno interamente rimborsati. Il prodotto potrebbe infatti scatenare allergie nei consumatori per la presenza accidentale di tracce indesiderate di questo componente nella farina messa in vendita ma non riportata nella lista degli ingredienti. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza alla soia. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono consumare senza problemi la farina. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i consumatori a non consumare i lotti in questione e a riportare il prodotto nel punto vendita per la sostituzione o il rimborso.

lunedì 20 febbraio 2017

Ocse: donne lavorano meno per i figli. A sostenerlo uno studio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)

Ocse: donne lavorano meno per i figli. A sostenerlo uno studio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) Le donne tedesche lavorano poco e vengono pagate male. A dirlo uno studio OCSE secondo cui "Il modello dell'uomo che guadagna da solo o comunque porta lo stipendio maggiore a casa è ancora dominante". Se il 70% delle donne lavora, solo un 30% ha un 'full time'. E con venti ore alla settimana, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un tempo dedicato al lavoro piuttosto breve. Nelle coppie che hanno un solo figlio, le donne contribuiscono con il 22,6% alle entrate familiari. E questo è il risultato peggiore su 15 Paesi in Europa. Le donne si sentono costrette per lo più a ridurre il tempo dedicato alla professione per gli orari di apertura rigidi di asili e scuole. E nel tempo libero si occupano molto del lavoro domestico. Lo scarto fra gli stipendi di uomini è donne è del 21%. Un fattore essenziale è anche la circostanza che, se hanno figli piccoli, le donne vogliono restare a casa per occuparsene: la scelta del part-time non è però sempre reversibile (in full-time) e per questo, nel dibattito pubblico, si parla di "trappola".La cultura del lavoro femminile è poi diversa nell'est e nell'ovest del Paese: un residuo dei tempi della divisione della Germania. Nel 2002, il 50% delle donne nell'ovest rispondeva di ritenere che nell'età prescolare dei figli la mamma dovesse astenersi dal lavoro; nel 2012, la percentuale di chi coltiva questa convinzione è calata al 20%. Nell'est, nel 2002 solo il 17% delle donne la pensava così, e dieci anni dopo la percentuale è calata sotto il 10%. Un'eredità della DDR, che ha sempre promosso il lavoro femminile.

Carestia flagella il Corno d'Africa. A rischio 17 milioni persone ormai allo stremo

Carestia flagella il Corno d'Africa. A rischio 17 milioni persone ormai allo stremo in Somalia, Kenya, Etiopia, Gibuti ed Eritrea, Sud Sudan, Uganda e Tanzania quelli a rischio. Mentre i Paesi donatori latitano. Sale il numero delle persone colpite dalla carestia nell’Africa orientale. Nel Corno d'Africa 17 milioni di persone rischiano di morire di fame e di stenti. Gli allarmi si sono moltiplicati oggi, dopo la dichiarazione ufficiale dello stato di carestia, la prima nel mondo da sei anni a questa parte, in due regioni del Sud Sudan, dove gli abitanti censiti sono più di centomila. Solo in questo Paese, ha denunciato il responsabile locale dell'Unicef, sono a rischio circa 5 milioni e mezzo di persone, in pratica il 50% della popolazione. Ma la carestia, innescata dalle guerre e da una persistente siccità, sta flagellando l'intero Corno d'Africa e raggiunge più di 17 milioni di uomini, donne e bambini tra Gibuti, Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan e i limitrofi Uganda e Kenya, dove i campi profughi sono diventati enormi agglomerati di tende e baracche nei quali proliferano malattie e violenza. L'appello congiunto del Pam (Programma alimentare mondiale) e dell'Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) riguarda proprio queste popolazioni, costrette a fuggire da condizioni di vita insostenibili e che ora sempre più, "a fronte di altre grandi crisi umanitarie globali, rischiano di essere abbandonate, lasciate indietro e dimenticate". Gli aiuti, attualmente, sono largamente insufficienti a far fronte al fiume umano che scappa dalla carestia. La ong italiana Intersos fornisce dati ancora più inquietanti. Ricorda "il fallimento del 2011, quando solo in Somalia morirono 260 mila persone (tra cui 133 mila bambini) perché il mondo non riuscì ad intervenire tempestivamente sulla carestia che aveva colpito il Corno d'Africa", sottolinea che "se la siccità è determinata anche da condizioni naturali, la carestia e la conseguente catastrofica perdita di vite umane dipende interamente dal mancato intervento o dai danni prodotti dall'uomo che, per i Paesi di cui stiamo parlando, significa conflitti permanenti, collasso delle strutture statali e aiuti insufficienti".Sono mesi che tra Somalia e Sud Sudan non cade una goccia d'acqua, mentre combattimenti e attentati non danno tregua e rendono estremamente complicato l'accesso delle organizzazioni umanitarie alle popolazioni che "si trovano in una condizione di urgente stato di bisogno". È quasi impossibile, sottolinea Intersos, portare avanti "i progetti di assistenza medica e sanitaria, i programmi nutrizionali, la protezione delle donne e dei bambini a rischio di abusi e violenze".Le cifre di una tragedia annunciata si rincorrono al rialzo. Restando nella sola Somalia, "da qui a giugno oltre tre milioni di persone saranno colpite dalla siccità". E se la risposta umanitaria nelle due più devastate regioni del Sud Sudan non sarà efficace e tempestiva, "probabilmente ci troveremo di fronte alla più grave carestia del nuovo millennio". Un bambino su quattro è ormai affetto da malnutrizione acuta nelle regioni meridionali della Somalia, le più colpite. In alcune zone, la malnutrizione colpisce il 30 per cento della popolazione. Questo è uno dei più alti tassi di malnutrizione nel mondo, e il doppio della soglia di emergenza. Ci sono ora 241.000 bambini gravemente malnutriti in tutta la Somalia, di cui 57.000 sono gravemente malnutriti Occorre, secondo le stime, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un miliardo di dollari per evitare una catastrofe umanitaria nel Corno d’Africa, ma finora sono stati stanziati solo 200 milioni. È inaccettabile che diversi Paesi ricchi non siano in grado di dare un contributo più generoso. Non c’è tempo da perdere se vogliamo salvare la vita di tantissime persone. Donatori come l’Italia e la Danimarca non hanno ancora stanziato nuovi fondi. Quanto all’Italia, fa ancora la parte dell’ultima della classe.

Viale Oronzo Quarta a Lecce. Buche, dossi e alberi non potati. La via d’accesso alla stazione immagine negativa per il capoluogo e per il Salento

Viale Oronzo Quarta a Lecce. Buche, dossi e alberi non potati. La via d’accesso alla stazione immagine negativa per il capoluogo e per il Salento Non solo le periferie a rappresentare lo stato di degrado che vive la città di Lecce, ma anche alcune zone del “centro” appaiono in permanente stato di abbandono. E se a manifestare questa condizione è quello che è da sempre uno degli “accessi” principali di Lecce, viale Oronzo Quarta o il viale della Stazione per chi, tra i tanti, non ne conosce la denominazione, si trova ulteriore conferma di come l’amministrazione uscente prediliga le preclare “grandi opere” alle esigenze quotidiane dei cittadini e agli occhi di chi si affaccia a Lecce o alla sua provincia per visitarla, scendendo da un treno. La trafficatissima via cittadina, impraticabile “per costituzione” quando giungono i treni a lunga percorrenza per la mancata realizzazione del più volte annunciato “ribaltamento” della stazione, ma anche per la presenza d’importanti uffici di enti quali l’INAIL, l’Ufficio immigrazione della Questura, quello postale, appare, per come evidenziabile dalle fotografie inoltrateci da un cittadino, come un viale pieno di buche e dossi sia sul piano pedonale che su quello veicolare, mentre gli alberi risultano per gran parte dell’anno non potati. Tutto ciò risulta essere assurdo, sottolinea Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” nell’ottica di primaria vocazione turistica di un intero territorio, quando normalmente le vie d’accesso se non avere il “tappetino rosso” per i viaggiatori, quantomeno dovrebbero essere curate nel minimo. Per non parlare poi del percorso ad ostacoli che tutti devono affrontare quando percorrono la strada, molti dei quali infortunati a causa di sinistri sul lavoro per sottoporsi a visita presso la sede dell’ente previdenziale. Ancora una volta, quindi, il nostro appello di fine mandato, affinché l’amministrazione prenda atto e svolga gli urgenti ed indifferibili lavori di manutenzione.

Governo Tanzania minaccia di schedare i gay

Governo Tanzania minaccia di schedare i gay La Tanzania minaccia di schedare i gay. Lo ha annunciato in un messaggio via Twitter il viceministro della Salute, Hamisi Kigwangalla, che ha anche chiesto di punire chi fa propaganda omosessuale sul web. Lo scrive la Bbc online. "Avete mai visto una capra o un uccello gay? - ha scritto il viceministro - L'omosessualità non è biologica, è innaturale". Immediate le reazioni sui social network che hanno accusato Kigwangalla di omofobia. L'omosessualità nel Paese africano è un crimine punibile fino a 30 anni di reclusione. Giorni fa il governo di Dodoma ha disposto che 40 centri sanitari privati debbano cessare la fornitura di servizi relativi all'Aids, accusandoli di favorire l'omosessualità. Il governo, secondo quanto ha affermato il ministro della Salute, Ummy Mwalimu, ritiene che organizzazioni non governative utilizzino tali centri per promuovere il sesso fra gay. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si augura che ove confermata questa notizia, scateni una pronta reazione della comunità internazionale, a partire dall’Italia, per impedire che l’assurda procedura sia attuata.

Rischio incendio: Zebra Technologies ritira alimentatori per stampanti. Lo ha comunicato l'Ufficio federale del consumo svizzero.

Rischio incendio: Zebra Technologies ritira alimentatori per stampanti. Lo ha comunicato l'Ufficio federale del consumo svizzero. La società Zebra Technologies ha ritirato volontariamente dal mercato alimentatori venduti come accessori di alcune sue stampanti. Lo ha comunicato oggi l'Ufficio federale del consumo svizzero. La decisione è stata presa in collaborazione con l'Ispettorato federale degli impianti a corrente forte (ESTI). Essa riguarda gli alimentatori fabbricati tra il primo ottobre 2010 e il 31 dicembre 2011 acquistabili come kit post-vendita o forniti in dotazione con i modelli di stampante G-Series, serie GT, ZP455, HC100, serie P1XX e ZXP3. È stato rilevato che questi prodotti presentano un potenziale rischio di incendio a causa del surriscaldamento dovuto dall'umidità, si legge nella nota odierna. Test indipendenti hanno confermato che il problema riguarda unicamente un lotto circoscritto. Per evitare qualsiasi rischio per la sicurezza, riferisce Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, Zebra Technologies raccomanda di staccare al più presto gli alimentatori in questione dalla presa della corrente. I clienti che ne possiedono uno indicante un codice compreso nell'intervallo tra 1039XX e 1052XX o 1101XX e 1152XX sono interessati da questo richiamo e devono contattare il prima possibile Zebra Technologies. La società provvederà gratuitamente all'immediata sostituzione. Siamo soddisfatti del provvedimento adottato dall'azienda, soprattutto perché è un segnale verso il mercato italiano del ‘mordi e fuggi’. Ora ci aspettiamo, che sia intimato il ritiro anche in Italia dei prodotti risultati pericolosi.

domenica 19 febbraio 2017

Epidemie tra i vegetali. Non solo xylella. In Colorado, USA, morti 834 milioni di alberi a causa di alcuni coleotteri

Epidemie tra i vegetali. Non solo xylella. In Colorado, USA, morti 834 milioni di alberi a causa di alcuni coleotteri che colpiscono i pini di montagna e gli abeti rossi aumentando il rischio incendi Le epidemie tra i vegetali non sono casi isolati, così a far compagnia alla famigerata e misteriosa xylella, tra le più virulente a livello globale, v’è da segnalare quanto sta accadendo in Colorado, dove le foreste sono infestate da un coleottero a causa del quale sarebbe seguita un’ecatombe di sempreverdi che non è stata ancora arginata. A perire, infatti, sarebbero stati già ben 834 milioni tra pini di montagna e abeti rossi con la conseguenza che oltre la rarefazione di queste specie in aree sempre più grandi, peggiora anche la situazione degli incendi e si degradano risorse idriche vitali. Ad affermarlo è il Servizio Forestale statale nel suo rapporto annuale, secondo cui circa un albero su 14 che si trova nei boschi del Colorado è morto, e in sette anni si potrebbe arrivare al 30% del totale. E le parole di una guardia forestale intervistata da alcuni media USA, Mike Lester, sono lapidarie quanto sconvolgenti: "è qualcosa di cui allarmarsi? Certo che lo è", precisando che la causa principale della moria è l'infestazione di coleotteri che va a colpire i pini di montagna e agli abeti rossi. Pare che la loro presenza massiccia sia determinata dal clima più caldo che permette agli insetti di sopravvivere durante l'inverno, e dalla maggiore vulnerabilità degli alberi per l'età e lo stress dovuto alle gravi siccità del passato. Un’altra strage, quindi, che seppur a migliaia di chilometri dall’Italia e dalla Puglia, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, richiama le stesse preoccupazioni per i nostri ulivi e per il rischio di cambiamento di un intero territorio. Non resta che alla scienza trovare le soluzioni meno invasive e più adatte, in maniera più urgente possibile.

Seggiolini per bambini Britax richiamati per problemi di sicurezza. La società ha ricevuto 33 segnalazioni di incidenti

Seggiolini per bambini Britax richiamati per problemi di sicurezza. La società ha ricevuto 33 segnalazioni di incidenti La sicurezza dei più piccoli non è mai da sottovalutare e i bambini devono essere sempre assicurati correttamente nei seggiolini idonei, anche in caso di brevissimi spostamenti. Per tali evidenti ragioni Britax ha annunciato il ritiro di alcuni modelli di seggiolini auto per bambini attrezzati con Click & Go, adattatori che servono ad aggiungere un seggiolino per auto al passeggino, in modo che non c'è bisogno di portarli fuori da un elemento e metterli in un altro. Secondo l'US Consumer Product Safety che ha lanciato l'allerta, possono rompersi improvvisamente con il rischio di far cadere il bambino durante il trasporto. Il richiamo riguarda circa 700.000 seggiolini dei modelli Britax B-Agile e BOB. La decisione è stata presa dopo che l’azienda ha ricevuto 33 segnalazioni di maniglie che si sono rotte o stavano per cedere durante l’uso che hanno causato 26 infortuni con lesioni fra graffi, contusioni, tagli e colpi alla testa. I seggiolini auto difettosi sono stati venduti dal maggio 2011 non solo nei canali di vendita tradizionali, ma anche online su portali come Amazon.com e Diapers.com. La Britax consiglia ai consumatori che possiedono i seggiolini di non utilizzarli per il trasporto con la maniglia fino a quando non saranno effettuate le dovute riparazioni. Per facilitare le operazioni, la Britax darà automaticamente e gratuitamente un kit di riparazione ai clienti che hanno già registrato i loro dati presso l’azienda. Gli altri possono invece ottenere il kit registrandosi per il kit tramite il sito www.bsafe35recall.com. Un ulteriore richiamo di sicurezza è stato effettuato dalla Britax con riferimento ad altri prodotti della sua linea. L’azienda ha infatti annunciato che circa 49.000 passeggini B-Ready e i sedili sostitutivi contengono un’imbottitura in schiuma che si può rompere, presentando un rischio di soffocamento per i bambini. Per questo difetto, l’azienda ha ricevuto 117 segnalazioni di bambini che “mordicchiano” la barra del passeggino imbottita in schiuma, tra cui 5 segnalazioni di bambini che hanno rischiato il soffocamento o hanno avuto conati di vomito. I consumatori sono stati quindi invitati a rimuovere immediatamente la barra-braccio dai passeggini e a contattare la Britax per avere gratuitamente la sostituzione dell’elemento pericoloso. I modelli difettosi sono stati venduti da aprile 2010 a gennaio 2016 nei negozi e online su Amazon.com, Diapers.com e altri rivenditori. Britax Römer è un’azienda che opera a livello mondiale, con un totale di nove stabilimenti in ogni parte del mondo, tutti dedicati alla produzione di articoli per la sicurezza dei bambini. L’azienda ha la propria sede europea a Ulm, in Germania. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre impegnata sul tema della sicurezza stradale, ha ritenuto rilanciare anche in Italia l'allerta implementata sul sito web dalla Commissione US Consumer Product Safety (Commissione americana per la sicurezza dei prodotti di consumo) che ha avviato una campagna di richiamo dei seggiolini auto per bambini Britax per problemi di sicurezza. L'agenzia statunitense, ha spiegato che alcuni modelli potrebbero essere difettosi e a non riuscire a proteggere i bambini esponendo i bambini a grossissimi rischi relativi alla loro incolumità. Pertanto emerge la necessità di maggiore attenzione da parte dei genitori e di coloro ai quali sono affidati i nostri piccoli, poichè l’utilizzo dei seggiolini non sicuri, può portare a conseguenze dannose che possono essere evitate.

sabato 18 febbraio 2017

Nestlè nel mirino delle associazioni dei consumatori in Francia. Acrilammide nei biscotti.

Nestlè nel mirino delle associazioni dei consumatori in Francia. Acrilammide nei biscotti. Indagini del colosso dell’alimentare dopo la denuncia di un’importante fondazione. Per ora nessun allarme Nessun allarme nell’immediato per ora, ma ovviamente ci sarà da controllare e vigilare. È questa, in ultima analisi l’esito di un’indagine condotta dalla Fondation Changing Markets (Fondazione evoluzione dei mercati) su alcuni tipi di biscotti per bambini che conterrebbero alti livelli di agenti cancerogeni in base alle analisi condotte. Nel mirino della fondazione, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, in particolare sarebbe finito il colosso dell’alimentare Nestlé, per i suoi biscotti che conterrebbero livelli elevati di acrilammide rispetto ai valori di riferimento tossicologici. Corrisponderebbe, infatti, a 226 mg / kg, il contenuto dei biscotti per i bambini sopra i 12 mesi venduti dal marchio svizzero, quando il valore limite UE è di 200 mg / kg. Altri prodotti di altri marchi presenterebbero problematiche analoghe (Picot, Carrefour Baby). La decisione della multinazionale dovrebbe arrivare entro una settimana. Alla domanda su France Info, il CEO di Nestlé ha voluto essere rassicurante. "Non ci troviamo di fronte ad una crisi di salute", ha detto, escludendo per il momento il ritiro di biscotti coinvolti nelle indagini dell'associazione. "Faremo controllare tutto" assieme alle associazioni; "La prossima settimana saremo in grado di prendere una decisione", ha detto Richard Girardot. Il leader ha sottolineato che i valori riportati sono "al di sotto di qualsiasi legislazione europea e francese," da non confondere con le soglie di raccomandazione. L'acrilamide non è una sostanza naturalmente presente nel mantenimento dei figli. Si formerebbe durante la cottura ad alta temperatura (oltre 120 ° C) in alcuni prodotti. Una molecola che l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei prodotti alimentari transalpina (Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation - Anses), controlla molto da vicino da oltre 15 anni. Durante questo periodo, l'esposizione alla sostanza della popolazione francese, e in particolare i bambini, è diminuito. Tuttavia, l'ultimo studio dall'agenzia dimostra che l'esposizione dei bambini sotto i 3 anni di questa molecola è ancora "preoccupante". Nel suo rapporto pubblicato nel settembre 2016, si colloca tra le 9 sostanze da monitorare, a causa di un "numero significativo di bambini con una maggiore esposizione ai valori di riferimento tossicologici". Tra questi, ci sono in particolare l’arsenico, inquinanti organici persistenti o micotossine prodotte da muffe e per l’appunto acrilamide. Nei bambini di età compresa tra 7 mesi, patate e biscotti sono le principali fonti di acrilamide. Le ONG sollecitano il ritiro dei prodotti. L’Anses ha poi ricordato che dal 2007 la Commissione Europea ha introdotto programmi di sorveglianza annuali dei livelli di acrilammide negli alimenti. Ma i tassi variavano poco. Quattro anni più tardi, la Commissione ha quindi stabilito i valori di soglia per costringere i produttori a ridurre la presenza di acrilamide. "Se questi valori vengono superati, le industrie che producono alimenti dovrebbero analizzare i loro processi di produzione, impostati quando si forma l'acrilamide, e poi trovare una soluzione al fine di diminuire il tasso", ha comunicato l’ANSES. Da parte sua, la Fondation Changing Markets chiede soglie più basse rispetto ai limiti correnti, considerando l'atteggiamento dei produttori "irresponsabile". Si è chiesto, inoltre, alle autorità francesi di ritirare i prodotti potenzialmente pericolosi, come già fatto in Ungheria e Croazia a metà dicembre.

Brand Finance: Ferrari è il simbolo più forte al mondo. Lo rileva il rapporto 2017 sull'auto. L'auto Made in Italy torna a graffiare l'export con le supercar

Brand Finance: Ferrari è il simbolo più forte al mondo. Lo rileva il rapporto 2017 sull'auto. L'auto Made in Italy torna a graffiare l'export con le supercar La Ferrari si conferma il marchio di auto più forte al mondo. A sostenerlo il rapporto 2017 di Brand Finance sull'auto e pubblicato in questi giorni. La società leader nella consulenza strategica e nella valutazione dei marchi assegna invece il primato di brand con il maggior valore al mondo a Toyota. Il brand Ferrari, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha migliorato la sua posizione di tre punti raggiungendo un punteggio di 91,9 e riconquistando la AAA+ di rating. Al secondo posto nella top ten dei marchi più forti al mondo si trova Porsche, con rating AAA e punteggio 86, seguita da Volkswagen (84,9). Da quando Sergio Marchionne ha assunto il comando di Ferrari - rileva il report - il tetto della produzione è stato portato dalle 7000 vetture dell'era Montezemolo a 9000 e ad aprile è stato aperto un nuovo Ferrari Land a PortAventura in Spagna. Questo maggiore sfruttamento commerciale del brand ne ha accresciuto il valore del 40% a 6,15 miliardi di dollari. 'Il fatto che Ferrari abbia aumentato il fatturato senza compromettere la forza del brand suggerisce che ha trovato la perfetta formula per sfruttare in modo sostenibile il brand equity e massimizzare il valore per gli azionisti''. Passando a Toyota, che si conferma il brand che vale di più al mondo, ha incrementato il suo valore del 7% a 46,3 miliardi di dollari. Secondo in classifica è il marchio Bmw (37,1 mld) e terzo Mercedes (35,5 mld). A Volkswagen, che pure ha recentemente superato Toyota come primo produttore mondiale di auto, tocca invece solo il quarto posto, con un valore di 25 miliardi di dollari.

Fca: richiama 69mila auto negli Stati Uniti per problemi albero trasmissione

Fca: richiama 69mila auto negli Stati Uniti per problemi albero trasmissione Fiat Chrysler Automobiles (Fca) sta richiamando circa 69mila auto a trazione integrale negli Stati Uniti per sostituire bulloni dell'albero di trasmissione anteriore. Lo annuncia la casa automobilistica in una nota.Il problema, spiega il comunicato, sta nel fatto che in alcuni veicoli le trasmissioni potrebbero non essere state assemblate nella maniera corretta e, quindi, alcuni bulloni potrebbero allentarsi nel tempo. "Fca - specifica la nota - non è al corrente di alcun incidente o lesione connesso" con questo problema e "il richiamo è limitato ai veicoli equipaggiati a trazione integrale". Tra i modelli indicati figurano alcune berline Dodge Charger e Chrysler 300 degli anni 2014-2017. "Ulteriori veicoli sono coinvolti in Canada (circa 5'300) e in alcuni mercati di regioni esterne al Nafta", conclude la nota. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato.

Sacchi termici per bambini velenosi. Contengono ftalati in percentuale altissima, sostanze pericolose per la riproduzione.

Sacchi termici per bambini velenosi. Contengono ftalati in percentuale altissima, sostanze pericolose per la riproduzione. RAPEX lancia l'allarme, a rischio la salute dei bambini. Chi lo direbbe che negli innocui sacchi termici per bambini, un accessorio indispensabile per l'inverno, possono nascondersi in maniera subdola sostanze venefiche per i piccoli che li contengono, eppure è quanto emerge dai test effettuati dal RAPEX. La causa dell’incresciosa situazione, la troppa chimica che si nasconde nei tessuti e nelle fibre degli articoli per l'infanzia, visto che, secondo l’indagine del sistema comunitario di allerta rapido per i prodotti pericolosi, su 15 articoli esaminati ben quattro contenevano sostanze chimiche quali ftalati. Quel che è peggio è che gli articoli più a rischio sono quelli destinati a bambini di età compresa dagli zero ad un anno, ovvero più vulnerabili degli altri all’aggressione di queste sostanze chimiche e per giunta sacchi termici, in questo caso, non certo venduti in catene di distribuzione clandestina, tutt’altro, parliamo di punti vendita specializzati nell’abbigliamento o dell’intimo dei piccoli. Infetterebbe, secondo RAPEX, con la semplice traspirazione del corpo, la sudorazione oppure portando il prodotto in bocca. Riportiamo la lista di articoli per l'infanzia segnalati dal RAPEX al nostro Ministero della salute riportati di seguito: sacco a pelo "Babies"' Marca: Troller Nome: Skinnpose Tipo / Numero di lotto / codice a barre: 9325021013657; sacco a pelo "Babies" Marca: Troller Nome: Iglo2 Numero di lotto / codice a barre: 6418991027588; sacco a pelo / piede caldo "Babies" Marca: EGR Nome: Footwarmer flexi artico Numero di lotto / codice a barre: 7350013210976 e Babies 'sacco a pelo / coprigambe Marca: Vinter & Bloom Nome: Åkpåse "Mini Dots" Tipo / numero di modello: 37.035-1 Numero di lotto / codice a barre: 7340096720509. I ftalati vengono aggiunti alle materie plastiche per migliorarne la flessibilità e la morbidezza. Non essendo legati chimicamente alla plastica, possono facilmente "migrare" e depositarsi sulla pelle, essere inalati o ingeriti. Si sospetta che alcuni di essi agiscano come interferenti endocrini, cioè creino scompensi ormonali e danneggino lo sviluppo dei nascituri. In campo tessile sono usati per le stampe di scritte o disegni applicate a magliette, pigiamini, specie nell’abbigliamento dei più piccoli. Se la stampa si "screpola" vuol dire che contiene pochi ftalati, viceversa una stampa che resta sempre morbida e inalterata ne contiene molti. L’Unione europea ha classificato due tipi di ftalati (il Deph e il Dpb) come "tossici per la riproduzione" perché dai test condotti su animali emerge che riducono la fertilità maschile. Il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1%, né nei giocattoli né negli articoli destinati all’infanzia. Il motivo della restrizione è dovuto al pericolo di esposizione che può derivare dal masticare o succhiare per lunghi periodi di tempo oggetti che contengono ftalati, distruttori del sistema endocrino umano. La presenza di ftalati negli articoli per l'infanzia e il conseguente ritiro dal commercio in vari Paesi europei viene segnalato sistematicamente nel sistema RAPEX a partire dal 2005. Secondo gli ultimi rapporti del ministero della Sanità si tratta prevalentemente di articoli di origine cinese. Dal 2008 una media di più di 110 notifiche l’anno riguarda questa categoria di prodotti pericolosi, per la presenza degli ftalati oltre al limite consentito. Nel 2015 hanno rappresentato il 37% delle notifiche totali relative a prodotti per l'infanzia. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” invita immediatamente le autorità competenti ad attivare una azione di controllo del mercato, per il tipo di rischio cui è esposto il consumatore. Infatti, in Italia che ha delle norme rigidissime in merito, è vietata la commercializzazione e l’importazione di prodotti che contengano alti contenuti di ftalati. Il prodotto oltre a rappresentare un rischio chimico dannoso per la salute umana, inoltre non è conforme al regolamento REACH che prevede il divieto in Europa di circolazione di sostanze non registrate e prive di documentazione sui relativi rischi per salute e ambiente e sulle relative misure di prevenzione necessarie per evitarli. Inoltre per il fabbricante e l'importatore che immettono sul mercato articoli per l'infanzia con ftalati superiori allo 0,1%, ai sensi dell’art. 16 del Decreto legislativo 14 settembre 2009 n. 133, è prevista una sanzione penale con l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda da 40 mila a 150 mila euro.

venerdì 17 febbraio 2017

Badabulle ritira dal mercato cancelletto per bambini

Badabulle ritira dal mercato cancelletto per bambini. Il richiamo del prodotto è stato avviato in quanto non conforme alla norma tecnica europea EN 1930. Alle persone che hanno acquistato il cancelletto si consiglia di sospenderne l’utilizzo È stato ritirato dal mercato il cancelletto di sicurezza per bambini Badabulle modello EASY CLOSE GALAXIE References B025002 and B025003. A darne notizia è lo “Sportello dei Diritti”, che cita il RAPEX (Rapid Alert System for non-food consumer products), il sistema di allerta rapido all'interno della UE sui prodotti di consumo pericolosi. Secondo l’allerta, il cancelletto per bambini potrebbe essere pericoloso per la salute dei più piccoli. Nello specifico, spiega il sistema comunitario di allerta rapido per i prodotti pericolosi: "La forza del meccanismo di fissaggio della barriera è insufficiente. In determinate condizioni, il cancello di sicurezza potrebbe muoversi fuori luogo e fornire uno spazio per il bambino che potrebbe passare e riportare lesioni. Il prodotto non è conforme alla norma europea in materia EN 1930." Ciò significa che un bambino potrebbe salire su di esso e cadere. Il richiamo del prodotto dai consumatori, evidenzia il presidente dello “Sportello dei Diritti” Giovanni D'Agata, è stato avviato in quanto non conforme alla norma tecnica europea EN 1930. A quanti hanno acquistato questo prodotto si consiglia di sospenderne subito l’utilizzo.

Ricotta tossica, il Ministero della Salute ordina il ritiro dal mercato

Ricotta tossica, il Ministero della Salute ordina il ritiro dal mercato Dopo i test, arriva lo stop da parte del ministero della Salute che dispone il ritiro dal mercato di due tipi di ricotte a causa della possibile presenza di aflatossine. Si tratta della Ricotta di pecora e della Ricotta della Mafalda prodotte del Caseificio Fruzzetti. Il lotto richiamato è esclusivamente il numero 18.02.2017, che corrisponde anche alla data di scadenza. L’avviso di richiamo del lotto di ricotte è stato pubblicato sul sito del nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute. Le aflatossine sono micotossine prodotte da due specie di Aspergillus, un fungo che si trova in particolare nelle aree caratterizzate da un clima caldo e umido. Poiché le aflatossine sono note per le loro proprietà genotossiche e cancerogene, l'esposizione attraverso gli alimenti deve essere il più possibile limitata. Le aflatossine possono essere presenti in prodotti alimentari, quali arachidi, frutta a guscio, granoturco, riso, fichi e altra frutta secca, spezie, oli vegetali grezzi e semi di cacao, a seguito di contaminazioni fungine avvenute prima e dopo la raccolta. Diversi tipi di aflatossine sono presenti in natura. L'aflatossina B1 è la più diffusa nei prodotti alimentari ed è una delle più potenti dal punto di vista genotossico e cancerogeno. È prodotta sia dall'Aspergillus flavus sia dall'Aspergillus parasiticus. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i consumatori a non consumare il lotto in questione e a riportare il prodotto nel punto vendita per la sostituzione o il rimborso.

La civile Olanda. Semafori installati sul manto stradale per i pedoni distratti dal cellulare.

La civile Olanda. Semafori installati sul manto stradale per i pedoni distratti dal cellulare. Sono strisce di LED che cercano di attirare l'attenzione di persone che camminano con gli occhi abbassati sugli schermi degli smartphone Lo “Sportello dei Diritti”, tra le sue multiformi attività, ha da sempre segnalato le invenzioni che possono essere utili per il vivere quotidiano. E la quotidianità vuol dire anche circolazione stradale e sicurezza dei pedoni, in un mondo dove le tecnologie stanno modificando alla velocità della luce le abitudini dei cittadini che nel loro utilizzo appaiono sempre più distratti, tanto da mettere a repentaglio la propria incolumità e quella degli altri. Gli smartphone, solo per fare un esempio, stanno diventando tra le cause principali di incidenti stradali che vedono coinvolti pedoni per le inevitabili disattenzioni che determinano non più e solo le classiche chiamate e la digitazione di sms, ma soprattutto la miriade di app e social network che non possono più mancare in ogni telefonino che “si rispetti”. Per tentare di ovviare alle frequenti distrazioni, il comune di Bodegraven-Reeuwijk nei Paesi Bassi, ha così testato un sistema a semafori pedonali composto da sottili strisce di LED incorporate nel manto stradale, un progetto che cerca di catturare l'attenzione delle persone che camminano con il volto incollato sul cellulare. Il sistema, chiamato "linea luce +", cambia da rosso a verde quando è sicuro attraversare la strada e diventa lampeggiante quando le luci stanno per cambiare. Il consigliere Kees Oskam ha spiegato nelle istruzioni riprodotte dal quotidiano “The Guardian” che l'idea risponde al comportamento delle persone che sono sempre più distratte da "social network, giochi, WhatsApp e musica" e ha aggiunto: "non si può invertire facilmente questa tendenza, ma prevenire sì". Il responsabile dell'azienda HIG che ha implementato i LED, Mark Hofman, ha evidenziato che “l'uso di smartphone da parte di pedoni e ciclisti è un problema serio. I tram all'Aia azionano regolarmente i freni d’emergenza perché qualcuno sta guardando il proprio smartphone invece del traffico", ha commentato. Le strisce testate sono state per ora installate negli incroci nei pressi delle scuole, anche se HIG si aspetta che espanderà l'utilizzo in altre parti della città. Un’idea che non appare particolarmente dispendiosa visto il costo sempre più ridotto della tecnologia dei LED, che Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” si augura di poter vedere presto anche nei nostri comuni, quantomeno nelle zone più a rischio e più trafficate dal transito pedonale.

giovedì 16 febbraio 2017

Degrado e pericoli a Lecce anche in “centro”. Zona Tribunale di viale De Pietro un “campo di battaglia” per pedoni e disabili.

Degrado e pericoli a Lecce anche in “centro”. Zona Tribunale di viale De Pietro un “campo di battaglia” per pedoni e disabili. L’ennesima prova che si pensa solo alle grandi opere e si tralascia permanentemente il quotidiano Un campo di battaglia anche in pieno centro cittadino per pedoni e disabili. E non si tratta di una sola via, ma di tutta la zona nelle vicinanze del tribunale penale di Lecce tra viale De Pietro, via Calabria, via Stampacchia, e fino alla piazzetta Peruzzi, area ad altissimo “traffico” pedonale, soprattutto per la presenza degli uffici giudiziari del tribunale, della Corte d’Appello, della Procura della Repubblica e dove fino a poco tempo fa vi era la sede universitaria del Parlangeli. La cosa più grave che ci viene segnalata da una solerte cittadina è che sono cinque anni che la situazione di totale degrado e abbandono viene continuamente denunciata all’amministrazione comunale, ed in primis all’assessorato ai lavori pubblici, senza che ad oggi siano seguite le necessarie opere di riqualificazione o solo di sistemazione per consentire di percorrere a piedi, in tranquillità, la zona in questione, senza rischiare la salute o ancor peggio rinunciarvi a transitarla anche se lo si deve fare per recarsi nei luoghi, le aule giudiziarie, dove dovrebbero essere tutelati i propri diritti. Sì rinunciarvi. Perché il problema più eclatante è che non esistono rampe d’accesso per i disabili e gran parte dei tratti di marciapiede, non solo già risultavano impraticabili per essere troppo stretti per coloro che sono su carrozzella. Ma v’è di più. La situazione si è aggravata a seguito del posizionamento stabile dei bidoni per la raccolta differenziata, che hanno reso pressoché impossibile un percorso che era già ad ostacoli - a causa di passaggi troppo stretti, mattoni rotti da anni, voragini, radici e pali della segnaletica stradale inopinatamente installati - e che si è inevitabilmente costretti a percorrere a piedi perché viale De Pietro non presenta, ad oggi, aree di sosta veicolare utilizzabili. Le fotografie postateci sono ancora una volta più eloquenti delle parole, anche se tante sarebbero già spese inutilmente perché, non è da dimenticare che proprio in piazzetta Peruzzi, quella dove vi è il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, ha anche sede l’Unione Cechi di Lecce, che più volte con i suoi rappresentanti avrebbe denunciato le condizioni dell’area e le difficoltà per l’utenza. Tutto ciò - rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” - appare stupefacente se si pensa che, beffa delle beffe, il governo cittadino continui a decantare da tempo la fine dei cantieri delle “grandi opere” delle “Mura Urbiche” e dell’ex convento degli Agostiniani, entrambi adiacenti all’area oggetto delle legittime e perduranti lamentele dei cittadini. Ancora una volta, è questa l’ennesima prova che l’amministrazione capoluogo abbia da sempre improntato la propria azione all’apparenza e ai grandi appalti, piuttosto che ai problemi quotidiani dei propri concittadini. Ci auguriamo, quindi, che il nostro appello-denuncia potrà sensibilizzare gli uffici competenti, con la speranza che tra gli ultimi atti amministrativi del “ventennio”, si potranno effettuare gli inevitabili lavori urgenti di ripristino e di sistemazione della zona.

mercoledì 15 febbraio 2017

Lecce. Via Leuca: l’eterno e assurdo cantiere. Aiuole appena fatte e già ingombrate da rifiuti

Lecce. Via Leuca: l’eterno e assurdo cantiere. Aiuole appena fatte e già ingombrate da rifiuti. E i cittadini segnalano, ma provvedono anche alle pulizie Ormai via Leuca a Lecce è diventato il paradigma di ciò che dovrebbe non significare “cantiere pubblico” e “lavori di ripristino del decoro urbano”. Negli ultimi mesi, infatti, su segnalazione di residenti e commercianti della zona ne abbiamo denunciate di cotte e di crude senza che a ciò sia seguita particolare attenzione da parte dell’amministrazione, quantomeno per non ricascare nei soliti errori. Questa volta le immagini dovrebbero far ridere, se invece non fossero connesse ai pericoli che alcuni automobilisti hanno dovuto sventare nell’evitare bidoni della spazzatura e segnali improvvisati posti sui “panettoni”. Così descrive la situazione verificatasi nella mattinata odierna, ora di punta, un cittadino che ha inteso fotografarla: “ore 11.30 via leuca rifacimento strisce pedonali in che modo barbaro hanno utilizzato i segnali per poter lavorare i bidoni della spazzatura perché non provvisti di transenne e segnali dei lavori in corsi causando disagi agli automobilisti, ma dove sono i controlli dei cantieri, povera Lecce”. Non ci sono più parole, quindi, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, per descrivere quanto accade quotidianamente a Lecce ed in particolare in alcune zone dove sembra mancare del tutto la vigilanza di chi dovrebbe, anziché pensare a multare a raffica i cittadini, controllare anche queste situazioni che creano pericolo e disagi alla normale circolazione stradale.

Ministero della Salute: micotossina tossica nella farina di mais gialla bramata. L’azienda Molino Bresciano la ritira dal mercato

Ministero della Salute: micotossina tossica nella farina di mais gialla bramata. L’azienda Molino Bresciano la ritira dal mercato. Il prodotto risulta contaminato dalle micotossine fumonisine oltre i limiti previsti dalla legge Attenzione alla farina di mais gialla bramata. Il Ministero della Salute, ha pubblicato attraverso il proprio portale web un’importante comunicazione per tutti i consumatori, riguardo al richiamo dal commercio della “Farina di mais gialla bramata” con il marchio “La Bresciana”, confezione da 1 Kg, lotto di produzione 0810016, con termine minimo di conservazione 30-11-2017, prodotta da Molino Bresciano di Coffinardi Giuseppe & C. s.n.c. presso lo stabilimento Vicolo del Molino 10 – Azzano Mella – Brescia. La farina è stata immediatamente richiamata dalla vendita a causa della contaminazione di fumonisine, micotossine che derivano dal genere di funghi Fusarium, oltre i limiti consentiti dalla legge. Nello specifico la micotossina è pericolosa per la salute, può avere effetti tossici sull’organismo, provocando vomito e aumentare il rischio di cancro. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dall'azienda, raccomanda alle persone che hanno acquistato la farina in questione di non consumarla. Pertanto tutti coloro che hanno acquistato il prodotto sono invitati a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita d’acquisto per effettuare il rimborso o la sostituzione dello stesso.

LAMBORGHINI richiama in officina 5900 supercar. Rischio di incendio

LAMBORGHINI richiama in officina 5900 supercar. Rischio di incendio La leggendaria Casa automobilistica italiana sta richiamando migliaia di supercar, compresa la sua ultra-rara modello Veneno per scongiurare il rischio di incendio che potrebbe divamparsi per presunti problemi al sistema di alimentazione. Un provvedimento adottato in seguito alla segnalazione della US National Highway Traffic Safety Administration. Il problema, come si legge in una avviso di richiamo pubblicato dall'agenzia statunitense, sarebbe collegato ad un errore di fabbricazione che potrebbe causare eventuali perdite dai tubi del carburante. Inoltre il rischio di incendio persiste anche quando l'auto viene lasciata incustodita. Il richiamo tecnico in officina è stato predisposto dalla Casa auto e comprende tutti le 12 Veneno attualmente sulle strade. La casa automobilistica sta anche richiamando circa 5.900 Aventadors. Le Veneno a suo tempo, nel 2013, anno di inizio produzione, furono messe in vendita solo in 3 esemplari, come una sorta di opera d’arte al prezzo di 3 milioni di euro. Nel 2016 però, il prezzo di mercato delle vetture aveva già superato i 10 milioni di euro. Lamborghini Veneno è stata realizzata per festeggiare i 50 anni della casa automobilistica. Il suo sviluppo parte dalla Aventador con cui condivide gran parte dei componenti, dal telaio a parti meccaniche. In tutto sono stati prodotti 4 esemplari, di cui solo 3 destinati alla vendita. Gli esemplari hanno 3 colorazioni differenti: verde, bianco e rosso, in onore della bandiera italiana, mentre l’esemplare non in vendita è di colore grigio. La casa auto ha precisato di non essere a conoscenza di incidenti. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta, grazie al servizio che svolge monitorando tutti i richiami tecnici per l'eliminazione di difetti di produzione o di progettazione riguardanti la sicurezza che interessano i veicoli circolanti, anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate vengono tempestivamente informati. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai Concessionari LAMBORGHINI Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. Gli uomini della rinomata casa automobilistica tedesca dovranno apportare i dovuti correttivi e risolvere un problema non certo grave, che durerà mezz'ora, ma destinato comunque a suscitare non poca preoccupazione per la difettosità segnalata che è ancora più rischiosa se si pensa alla potenza di accelerazione che hanno questi modelli. Infatti la Lamborghini Veneno nonostante conservi caratteristiche di un’auto da corsa è omologata per un uso stradale. A rombare sotto il suo cofano c’è un possente propulsore V12 da 6,5 litri di cilindrata derivato da quello già visionato sull’Aventador. Il motore è in grado di sviluppare 552 kW, 750 CV a 8250 giri/min. La coppia motrice è di 690 Nm a 5500 giri/min. La macchina ha un’accelerazione che le permette di passare da 0 a 100 in 2,8 secondi e raggiunge una velocità massima di 355 km/h. Dispone inoltre di un cambio a 7 rapporti e di trazione integrale permanente. La versione coupé ha una massa pari a 1450 kg, le dimensioni, invece, parlano di una lunghezza pari a 4,78 metri, larghezza pari a 1,99 metri, altezza di 1,11 metri e passo di 2,75 metri. Insomma saranno davvero molto delusi i clienti che saranno costretti a rispedire questi splendidi bolidi.