venerdì 31 maggio 2013

Passibile di condanna per lesioni personali e omessa custodia il padrone del cane che morde l’ospite

Passibile di condanna per lesioni personali e omessa custodia il padrone del cane che morde l’ospite. A nulla vale la circostanza che il pastore tedesco reagisca all’involontario pestone sulla zampa durante una festa. L’animale doveva almeno avere la museruola Padroni degli animali attenti perché anche secondo la Cassazione può essere condannato per lesioni personali gravi e omessa custodia il proprietario del cane di grossa taglia che, lasciato incustodito, aggredisce e morde un terzo. A nulla rileva l’accidentalità del fatto che ha causato la reazione dell’animale, in quanto sarebbe stato facilmente evitabile se fosse stato custodito in un luogo non accessibile a terzi o almeno munito di museruola. È una sentenza della Corte di cassazione penale la numero 23352 del 30 maggio 2013 a stabilirlo nel rigettare il ricorso di un giovane condannato per i reati di lesioni personali gravi e omessa custodia, dal Giudice di Pace di Belluno che lo aveva dichiarato colpevole per aver lasciato libero e incustodito senza museruola il proprio cane pastore tedesco che aveva aggredito e morsicato un ospite provocando gravi lesioni personali. Nella fattispecie il 27enne proprietario dell’animale domestico, lo aveva lasciato libero e senza museruola nel corso di una festa tenutasi nel giardino di casa in presenza di molti ospiti: il cane aveva aggredito un invitato a seguito di una pestata involontaria della zampa da parte di un altro dei presenti. In tal senso, per la Suprema Corte non assume alcun rilievo la circostanza che l’episodio sia stato generato da un fatto accidenta: è al contrario importante dal punto di vista penale, la circostanza che l’animale non sia stato custodito in un luogo non accessibile agli ospiti o, quanto, meno sia stato munito di museruola. «La norma prudenziale che impone la custodia di un animale, ancor più, quando trattasi di un cane di razza di grossa taglia e tendenzialmente pericoloso, è stata, dunque, violata dal proprietario, e di conseguenza alcuna censura può muoversi alla sentenza impugnata». Una sentenza che per Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, da una parte dovrebbe portare ad elevare il livello d’attenzione di chiunque possiede un “fido” e dall’altra pone interessanti profili risarcitori per le vittime di aggressioni da parte di ogni tipo di animale domestico lasciato incustodito.

Un Paese che precipita. L’Italia raggiunge il triste primato di disoccupati della zona Euro.

Un Paese che precipita. L’Italia raggiunge il triste primato di disoccupati della zona Euro. Tasso record in Europa al 12,2%, in Italia al 12,8%. Il governo pensa all’IMU e non fa niente per il lavoro È già su tutti i media nazionali ed internazionali la notizia, che non è una notizia se si è a conoscenza della situazione reale, che In Italia il tasso di disoccupati nel primo trimestre del 2013 è salito al 12,8% (+1,8% rispetto a 12 mesi prima) con oltre 3,2 milioni di persone senza un impiego. Lo dicono, quindi, anche i numeri dell'Istat su dati destagionalizzati e provvisori, che siamo già oltre il baratro. A trainare questo dato in negativo è la disoccupazione giovanile e dei giovanissimi: per quelli riguardanti i giovani fra i 15 e i 24 anni la percentuale raggiunge il 41,9%, il massimo storico dal 1977 e un dato inferiore in Europa solo a quelli di Grecia (62,5%), Spagna (56,4%) e Portogallo (42,5%). La situazione lavorativa varia da regione a regione: per le ragazze del Mezzogiorno, la quota di chi si trova costretta a casa ha raggiunto il picco del 52,8%. Non va meglio nel resto dell’UE dove si è arrivati ad un altro traguardo negativo di quasi 20 milioni di senza lavoro Allargando lo sguardo all'insieme dell'Eurozona, risulta un 12,2%, dato che rappresenta pure un nuovo primato. Fra i giovani i disoccupati sono il 24,4%. In base alle cifre dell'Eurostat, nei 17 paesi che hanno adottato la moneta unica in aprile erano senza un impiego 19,37 milioni di persone. Nell'intera Unione Europea, invece, è alla ricerca di un posto l'11% della popolazione attiva. I paesi con i tassi più bassi sono Austria (4,9%), Germania (5,4%) e Lussemburgo (5,6%), mentre all'estremo opposto si trovano, oltre all'Italia, la Grecia (27%), la Spagna (26,8%) e il Portogallo (17,8%). Alla luce di tali ennesime prove del fallimento delle politiche degli ultimi anni che hanno tutelato un’economia fatta di fumo perché rivolta alle banche e ai poteri finanziari, Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, rivolge un ultimo appello al governo che ha pensato in maniera demagogica all’IMU per gettare un po’ di fumo negli occhi ai cittadini, senza avviare immediatamente misure strutturali per il lavoro e per rilanciare l’economia.

giovedì 30 maggio 2013

Crisi: gli europei rinunciano alle vacanze.Gli italiani sono quelli che resteranno di più a casa

Crisi: gli europei rinunciano alle vacanze. Per il 13° Barometro Vacanze Ipsos-Europ Assistance, gli italiani sono quelli che resteranno di più a casa Alcuni indicatori, spesso sottovalutati o non menzionati, stanno a significare obiettivamente che la crisi è ormai di proporzioni enormi e che l’Italia è tra i Paesi maggiormente industrializzati dell’Area UE quello più colpito. L’indice Ipsos-Europ Assistance, “il 13° Barometro Vacanze”, fresco di rilevazione ha stabilito che era dal 2000 che così tanti europei non rinunciavano a programmare le vacanze estive. La crisi, insomma va ripetendo Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, sta modificando coattivamente gli stili di vita degli europei ed in particolar modo quello degli italiani, abituati da trent’anni a questa parte, forse più di tanti altri popoli, ad un’esistenza eccessivamente consumistica per non dire a dir troppo godereccia. Solo il 54% degli interpellati prevede di lasciare il domicilio tra giugno e settembre, 4 punti in meno rispetto a un anno fa e addirittura con un saldo negativo del 12 % in rapporto al 2011. I paesi meridionali, dove maggiori sono i sacrifici richiesti alla popolazione e dove la disoccupazione impera, sono i più toccati: meno di uno spagnolo su due pensa di partire e la percentuale è di poco più alta in Italia. Solo il 53% degli italiani (10 % in meno rispetto al 2012), infatti, prevede di concedersi una meritata vacanza. Gli italiani dedicano lo stesso budget alle vacanze, ma se costretti a tagliare in periodo di crisi, limitano prima le spese di elettronica e abbigliamento. Il 20% degli italiani consulta i social network per scegliere la destinazione delle proprie vacanze e il 49% degli italiani in partenza usa internet per prenotare. Come meta vacanziera resta in testa il mare, ma possibilmente vicino casa. Un’ultima curiosità è rappresentata dalle tutele contro i rischi. Anche in questo caso l’Italia rappresenta il fanalino di coda della classifica di chi sceglie di coprire con polizze assicurative i rischi durante le vacanze.

mercoledì 29 maggio 2013

Disabilità e carceri: sono più di 200 i detenuti portatori di handicap in Italia

La situazione delle carceri italiani è costantemente sotto la lente d’ingrandimento dello “Sportello dei Diritti”, da anni impegnato anche per un miglioramento delle condizioni della popolazione carceraria e per la tutela dei diritti di chi si trova a scontare una pena o è in attesa di giudizio, troppo spesso in condizioni disumane e sicuramente non all’altezza di un Paese che assume di essere “civile”. Questa volta siamo costretti a segnalare chi tra gli ultimi e forse ancora più ultimo, ci si conceda questa licenza, se siamo a parlare degli oltre 200 detenuti disabili presenti negli istituti penitenziari italiani secondo una recente ricerca condotta dalla ricercatrice Catia Ferrieri per l'Università degli studi di Perugia nell’ambito del “POR UMBRIA FSE 2007-2013” dall’eloquente titolo “Carcere e disabilità: analisi di una realtà complessa” che è bene divulgare per non far cadere nel dimenticatoio un ulteriore problematica che riguarda i nostri istituti di detenzione (il documento integrale è scaricabile all’indirizzo http://sanitapenitenziaria.org/documenti/419/download ). Lo studio in questione ha preso in esame solo 84 dei 210 casi “ufficiali” in collaborazione con l'ufficio Detenuti e Trattamento del provveditorato regionale dell'Amministrazione Penitenziaria. Tale numero è dovuto al fatto che su un totale di 416 istituti penitenziari italiani, solo 14 hanno risposto al questionario, inviato a tutti gli assessorati regionali alla sanità delle regioni a statuto ordinario e, previa autorizzazione del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, ai direttori delle case circondariali e di reclusione nelle regioni a statuto speciale. L’indagine si è basata, quindi, sugli 84 detenuti di cui si sono ricevuti i questionari ed ha riguardato sia la presa in carico da parte delle Asl di competenza, sia la compatibilità delle sezioni e reparti detentivi che ospitano detenuti disabili con le norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche. La carenza di risposte da parte di alcune istituzioni delle varie regioni ha fornito solo dati parziali, ed in particolari quelli rivenienti dalle 10 regioni che hanno risposto al questionario: in particolare Umbria, Piemonte, Liguria, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Valle d'Aosta, Lombardia e Veneto. I dati in questione sono aggiornati a luglio 2012. Per brevità mettiamo in evidenza solo i principali. Per ciò che concerne le presenze, la regione (tra quelle che hanno risposto) con il maggior numero di detenuti disabili è la Liguria, con 44 presenze tra la casa circondariale di Genova (40) e quella di Sanremo (4). A seguire la Calabria - con 19 presenze tra Castrovillari e Reggio Calabria e la Campania, con 7 detenuti disabili. Quanto alle differenze per sesso, età, stato civile, il 79,3% dei detenuti disabili è di sesso maschile. Il 35,7% ha un età compresa tra i 40-50 anni, il 20,2% tra i 50-60 anni, il 15,4% tra i 30 e i 40, il 5,9% ha più di 70 anni. Il 40,4% è celibe, mentre il 41,6% è coniugato, il 7,1% è separato o divorziato. Circa la metà dei detenuti disabili ha figli Anche altre differenze sono state prese in considerazione e tra queste la cittadinanza, l’istruzione, e la formazione. I detenuti disabili sono in gran parte italiani (92,8%), circa la metà ha un diploma di scuola media inferiore, il 21,4% ha la licenza elementare, il 14,2% è diplomato alla scuola superiore, il 7,14% è laureato. Il 61,9% non ha seguito corsi di formazione né prima dell'ingresso nell'istituto penitenziario, né durante l'attuale detenzione. Per ciò che riguarda la tipologia di detenzione e di reparto: il 51,1% dei detenuti disabili presi in considerazione è sottoposto ad esecuzione penale, mentre il 27,3% è in custodia cautelare. Per il 19% il dato risulta addirittura sconosciuto. Quasi la metà, in particolare il 47,6% è attualmente assegnato a reparti ordinari, a fronte del 14,2% assegnati a reparti specifici. Un elemento importante da evidenziare è anche la tipologia di disabilità: il 79,7% dei detenuti è affetto da una disabilità fisica, mentre l'11,9% ha una disabilità sia fisica che psichica. Anche in questo caso, per il 3,5% il dato non è conosciuto. Il 19% dei soggetti ha una disabilità legata a una patologia immunitaria, il17,8% è affetto da problemi legati all'apparato cardiocircolatorio, il 17,8%, ha una disabilità legata all'apparato nervoso centrale. Uno spazio da porre all’attenzione riguarda gli aspetti delle indennità e del lavoro. Circa il 50% dei detenuti usufruisce attualmente di una indennità di disabilità erogata dall'Inps o da altri enti, mentre il 38% non ne usufruisce. Pochissimi, ossia solo il 96,4%, non è inserito in una attività all'interno del carcere. Da segnalare come esempio isolato e positivo è quello della Casa Circondariale di Reggio Calabria, dove i detenuti disabili sono inseriti nell'attività di lavanderia e di lavoro all'esterno dell'istituto. Quando si parla di handicap e disabilità non bisogna mai accantonare l’aspetto dell’accessibilità. La ricerca in questo senso evidenzia che il 55,9% dei detenuti disabili è ospitato in sezioni o reparti detentivi con ridotte barriere architettoniche, mentre il 44% in reparti o sezioni aventi barriere architettoniche. Il 42,8% dei detenuti disabili monitorati utilizza ausili per la deambulazione, mentre il 57,1% non ne utilizza. Tra gli ausili, prevalgono la sedia a ruote (16,6%) e i bastoni canadesi (11,9%). Un ultimo dato su cui riflettere riguarda le pene espiate e le pene residue. La pena residua più lunga è di 28 anni, mentre la più breve è di 8 giorni a fronte di una media 1527,78 giorni ossia a 4 anni, 2 mesi e 7 giorni. La pena espiata più lunga è di 19 anni, la più breve è di 16 giorni, mentre la media del tempo in cui il soggetto è in stato detentivo è di 1057,41 giorni, ossia 3 anni e 57 giorni. Alla luce di tali dati, Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, rileva la complessità della situazione invitando i familiari dei detenuti disabili o tutti quelli che hanno conosciuto esperienze simili a segnalarle all’associazione specie per tutti quei casi che hanno riguardato circostanze che sono ritenute come lesive dei propri o altrui diritti.

martedì 28 maggio 2013

Allarme “truffa della Microsoft”

Allarme “truffa della Microsoft”. Le prime segnalazioni dalla Svizzera dal vicino Canton Ticino, ma anche in Italia le prime segnalazioni allo “Sportello dei Diritti” Lo hanno segnalato per primi le forze di polizia elvetiche, che hanno illustrato dettagliatamente come avviene un nuovo tipo di truffa, come al solito apparentemente innocuo. Ma in realtà, lo “Sportello dei Diritti” ha ricevuto analoghe segnalazioni anche in Italia del raggiro in questione che ci hanno portato a provvedere a mettere in guardia i cittadini se dovessero capitare fatti simili. In poche parole, la vittima viene contattata telefonicamente da una persona che sostiene di lavorare per la Microsoft, che a sua volta si sarebbe rivolta all’utente a seguito di una comunicazione ricevuta dai messaggi d'errore provenienti proprio dal pc di questi. Il presunto operatore-malfattore, chiede disponibilità a eseguire manipolazioni sul PC, in modo da scaricare codici, visitare pagine web infettate o procurare un accesso remoto sul sistema operativo Windows. Non è altro che un modo di poter avere libero accesso al computer, dal quale possono copiarne o prelevarne il contenuto. I truffatori, solitamente, parlano in italiano (con forte accento straniero) o in inglese e dicono di provenire da Stati Uniti, Inghilterra o Australia, lasciando come contatto un numero telefonico proveniente da uno di questi paesi. La scelta delle vittime appare essere casuale. Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, fa propri gli avvertimenti della polizia svizzera che rilancia sul Nostro territorio nazionale in attesa di analoghe segnalazioni da parte della Polizia Postale italiana, facendo presente che nessuna società o azienda contatta i propri clienti per risolvere un problema informatico, per richiedere informazioni riservate (quali nome utente e password) oppure per avere accesso, in remoto, a un computer. Quindi, la prima cosa da fare se si è contattati da questi fantomatici addetti dell’azienda di Redmond è riagganciare la cornetta.

Elogio del “Reishi “ il fungo della longevità.

Elogio del “Reishi “ il fungo della longevità. Utilizzato come afrodisiaco per uomo e donna, è anche apprezzato per alleviare gli effetti secondari della chemioterapia e della radioterapia o per favorire la guarigione delle ferite; è inoltre efficace come disintossicante, ma viene anche impiegato nella cura del cancro ed è comunemente usato per numerosi disturbi, quali allergie, angina pectoris, stati di panico e depressione, artrite, asma, ipertensione, bronchite cronica, diabete, ulcera, reumatismi, insonnia, acne, ecc... Direttamente dalla natura arrivano alcune risposte alla domanda di salute che spesso vengono confortate anche dagli studi della medicina. Esistono, infatti, piante che utilizzate nelle cucine o nelle tradizioni mediche di alcuni paesi anche da migliaia di anni, possono apportare benefici sufficientemente conclamati anche a livello della ricerca scientifica. Questa volta, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti, vuol parlare dei benefici ed usi di una pianta, utilizzata come medicina, Reishi che è il nome Orientale del frutto di un fungo basidiomicete, il Ganoderma Lucidum appartenente alla famiglia delle Polyporaceae. E’ noto da millenni in Oriente per le sue straordinarie proprietà curative, ma solo di recente è apparso in Occidente ed è ora di facile reperibilità anche in Italia sotto forma di integratore alimentare. Esistono varie specie di Ganoderma, ma la più utilizzata è la varietà lucidum di un intenso colore rosso e da un intenso sapore amaro. Conosciuto nella tradizione popolare orientale come “l’erba divina dell’immortalità, in grado di aumentare lo stato generale di salute e il benessere fisico. I numerosi studi scientifici effettuati su questo fungo, lo configurano attualmente come sostanza alimentare dalle comprovate caratteristiche benefiche e protettive nei confronti della salute sia fisica, che psicologica dell'individuo. il Ganoderma è impiegato per il trattamento di più di 20 patologie, che vanno dall’emicrania, ipertensione, artrite, nefrite, diabete, ipercolesterolemia, allergie, a importanti problemi cardiovascolari, neurodegenerativi e cancro. Inoltre recenti studi scientifici hanno dimostrato che le sostanze contenute nel Reishi agiscono direttamente sul sistema immunitario e ne rafforzano le difese, rendendolo più resistente agli attacchi dannosi. Questo spiega molti degli effetti che, per tradizione, sono stati attribuiti al fungo, non ultimo quello di favorire la longevità. Utilizzato come afrodisiaco per uomo e donna, è anche apprezzato per alleviare gli effetti secondari della chemioterapia e della radioterapia o per favorire la guarigione delle ferite; è inoltre efficace come disintossicante, ma viene anche impiegato nella cura del cancro ed è comunemente usato per numerosi disturbi, quali allergie, angina pectoris, stati di panico e depressione, artrite, asma, ipertensione, bronchite cronica, diabete, ulcera, reumatismi, insonnia, acne, ecc... Le numerose proprietà farmacologiche del Ganoderma sono dovute a composti organici quali aminoacidi, triterpeni, steroli, lipidi, alcaloidi, polisaccaridi, vitamine e minerali. Più precisamente contiene calcio, ferro e fosforo, vitamine C, D, B, incluso l’acido pantotenico, che è essenziale per la funzione nervosa. Le principali attività farmacologiche: • Aumento delle resistenze specifiche dell’organismo. con proprietà simili al ginseng. L’adenosina contenuta nel Ganoderma spiega il suo impiego nella medicina orientale, per calmare la tensione nervosa. L’adenosina rilascia la muscolatura scheletrica, ha un effetto sedativo sul sistema nervoso centrale, ed è un azione antagonista sulla attività stimolante della caffeina, riduce la stanchezza, il calo di energia, lo stress, l’ansia, l’insonnia. • anti-infiammatorio preventivo di malattie neurodegenerative e cardiovascolari, Il componente responsabile di questa proprietà è stato isolato ed identificato, come un analogo dell’idrocortisone, che non possiede però gli effetti collaterali, caratteristici degli antifiammatori steroidei, e non-steroidei importante poiché l’infiammazione è coinvolta nello sviluppo di serie patologie neurodegenerative tipiche dell’età senile, come il morbo di Alzheimer. L’impiego del Ganoderma è visto nella prospettiva di mitigare gli effetti di questa malattia devastante, non solo per le proprietà antiinfiammatorie, ma anche per la capacità del Ganoderma di agire positivamente sullo stato di benessere degli individui anziani. aumentando l’energia vitale, la facoltà di pensiero e previene la perdita di memoria. L’attività antinfiammatoria di Reishi è stata valutata anche nell’ambito di altre patologie che vedono lo stato infiammatorio concausa della loro insorgenza: le malattie cardiovascolari. • antiipertensivo la pressione arteriosa si riduce con meccanismo ACE – inibitore. La circolazione delle coronarie, cerebrale e di tutto l’organismo migliora, il cuore fatica meno. • migliora l’ossigenazione del sangue il Ganoderma contiene un' elevata concentrazione di germanio, elemento di grande importanza che migliora l’ossigenazione del sangue . • antitrombotico. La valutazione della capacità inibitoria dell’aggregazione piastrinica dell’estratto di Ganoderma, ha condotto all’isolamento e identificazione degli agenti responsabili, derivati dell’adenosina e della guanosina. • ipoglicemico e colesterolo. L’estratto di Ganoderma è risultato efficace nella riduzione dei livelli di glucosio nel sangue, dopo solo due mesi di trattamento. L’attività ipoglicemica è dovuta ad un aumento dei livelli di insulina nel plasma, e ad un accelerato metabolismo del glucosio, sia a livello dei tessuti periferici che del fegato. Il colesterolo tende ad abbassarsi e rientrare nei parametri normali • aumento difese immunitarie e antitumorale. I composti contenuti in Reishi sono stati classificati come potenziatori delle difese , poiché possiedono proprietà immuno-stimolanti. In virtù della capacità di potenziamento delle difese fisiologiche, questo fungo viene attualmente valutato come agente carcinostatico, su base immunomodulatoria, senza peraltro possedere gli effetti collaterali indesiderati degli antitumorali tradizionali. L’effetto antitumorale è mediato dal rilascio di citochine da parte di di macrofagi e linfociti T attivati. Negli ultimi anni si stanno moltiplicando gli studi sulle proprietà antitumorali di Reishi. Le indicazioni per la supplementazione del Ganoderma di nella terapia antitumorale è finalizzato a ridurre gli effetti collaterali della chemio e radio-terapia; al prolungamento della sopravvivenza e al miglioramento della qualità di vita dei pazienti; alla riduzione dei rischi di metastasi; alla prevenzione dell’incidenza e delle recidive della malattia. Queste proprietà sono dovute all’azione di varie sostanze in esso contenute: a) Triterpenoidi citotossici quali gli acidi ganoderici b) Polisaccaridi ad attività antitumorale e i loro complessi proteici; c) Derivati del germanio. il Ganoderma contiene un elevata concentrazione di germanio, importante elemento al quale è riconosciuta l’attività antitumorale attraverso la stimolazione dell’interferone, ed inoltre il germanio è in grado di ridurre il dolore che accompagna gli stadi terminali della malattia cancerosa. d) Fibre alimentari. L’elevato numero di fibre alimentari contenuto nel fungo è costituito da β-glucano, sostanze chitiniche, eteropolisaccaridi, che possiedono un attività carcinostatica sia su base farmacologica che fisiologica, poiché sono in grado di prevenire l’assorbimento e di favorire l’eventuale escrezione di sostanze carcinogeniche. • epatoprotettore difende efficacemente il fegato sia con transaminasi alte, sia un po’ intossicato, o anche grasso (steatosi epatica). Studi clinici su pazienti affetti da epatiti virali A e B hanno documentato miglioramenti incoraggianti. • stitichezza viene migliorata notevolmente grazie all’effetto antinfiammatorio sull’intestino, alle fibre ed all’azione di nutrimento e sviluppo dei fermenti lattici e di eliminazione dei batteri nocivi. ALTRE APPLICAZIONI : In cosmesi le donne orientali utilizzano Reishi per la bellezza della pelle. I benefici osservati sono probabilmente sostenuti dall'effetto potenziante sul sistema ormonale. Inoltre Reishi è contenuto in brevetti giapponesi finalizzati al trattamento dell'alopecia, e della perdita dei capelli. E' un integratore alimentare che agisce favorevolmente sulla capacità di conservare il livello delle difese immunitarie. Le proprietà Le proprietà del ganoderma lucidum reishi, che può essere assunto per via orale, sotto forma di capsule o inserito nel caffè, sono diverse. Possiede un’attività antinfiammatoria, perché contiene un componente riconosciuto come analogo all’idrocortisone e che non dà gli stessi effetti collaterali tipici degli antinfiammatori steroidei. In questo modo si può agire sul nostro stato di benessere, rendendo più ridotte le manifestazioni sintomatologiche di alcune malattie tipiche dell’età senile, come il morbo di Alzheimer. Il fungo aiuta nel mantenere attivo il pensiero e nella prevenzione della perdita di memoria. Inoltre svolge un’attività antitrombotica, impedendo l’aggregazione delle piastrine nei vasi sanguigni. L’estratto è utile per la sua funzione antiipertensiva. E’ stato dimostrato che riesce a ridurre i livelli di glucosio nel sangue, aumentando l’insulina e stimolando il metabolismo del glucosio nel fegato. Allo stesso tempo, conosciute sono le sue proprietà di protezione proprio nei confronti di questo organo, riducendo le transaminasi. Favorisce la circolazione del sangue, anche nei vasi capillari e svolge un’attività immunostimolante a livello cellulare. A questo proposito, è in grado di potenziare i meccanismi di difesa del corpo e allo stesso tempo di abbassare la risposta immunitaria, se ci sono casi di iperattività dello stesso sistema immunitario. Riesce a contrastare la febbre, l’influenza e le bronchiti, elimina la stanchezza e i cali di energia e agisce sul sistema nervoso, esercitando un’azione energetica e contemporaneamente rilassante. Gli effetti collaterali Non sono segnalati particolari effetti collaterali del ganoderma lucidum reishi. Si tratta, infatti, di un prodotto non tossico, che può essere consumato anche per un lungo periodo di tempo. Soltanto alcuni individui particolarmente sensibili possono avvertire alcuni sintomi, come lievi disturbi digestivi, vertigini, eruzioni cutanee e dolore alle ossa, soprattutto nel periodo iniziale dell’assunzione. Si tratta comunque di fenomeni di breve durata e che possono essere ridotti mediante l’assunzione di vitamina C.

lunedì 27 maggio 2013

Made in Italy? Anche le divise dell’esercito italiano sono “Made in Romania”

Troppo spesso, ci continuiamo ad occupare di tutela dei prodotti nazionali e quindi di “Made in Italy”, un vero e proprio marchio da tutelare in molti settori economici, ma che troppo spesso viene disatteso anche dalle istituzioni proprio in quegli spazi d’eccellenza che ci hanno fatto contraddistinguere da generazioni come nel campo dell’abbigliamento e del tessile. In tal senso, Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” è purtroppo costretto a segnalare che non solo molti prodotti di moda, ma anche persino molte uniformi delle nostre forze armate sono prodotte all’estero, in particolare in Romania per la nota circostanza del minor costo del lavoro al prezzo di minori diritti e salari più bassi. Una campagna internazionale denominata “Clean clothes campaign” (Ccc) (dall’inglese “Campagna per gli Abiti Puliti”) ha verificato che sia una buona parte dell’alta moda italiana, ma anche prodotti d’abbigliamento destinati alle istituzioni, vengono prodotti nei Paesi del cosiddetto Sud del Mondo e dell’Est in particolare in Romania, Bulgaria, Moldova. Tale campagna presente anche in Italia con la denominazione “Abiti puliti” (www.abitipuliti.org) è utilizzata per fare pressione sulle aziende del settore tessile e ottenere migliori condizioni di lavoro in una filiera di lavoro particolarmente feroce quanto a sfruttamento dei lavoratori. Ormai sono anni, infatti, che una quota crescente della produzione tessile europea si è spostata al di fuori dei paesi tradizionalmente produttori tant’è che ad oggi il primo fornitore di abiti per i cittadini dell’Ue risulta essere la Cina (14%), seguita dalla Turchia (11%), mentre Polonia e Romania sono al sesto posto (4%). La “Clean Clothes Campaign” con un recentissimo rapporto uscito pochi giorni fa ha evidenziato quale sia la situazioni delle donne nell’industria dell’abbigliamento in Europa orientale ed in Turchia a seguito di un’indagine che ha coinvolto 55 lavoratrici occupate in stabilimenti dalla Polonia alla Romania, dalla Turchia alla Moldavia. I risultati dell’indagine hanno sottolineato ciò che è noto, ma di cui se ne continua a parlare troppo poco: il diritto di associazione sindacale e alla contrattazione collettiva sono ignorati ovunque; i salari sono al di sotto di una retribuzione dignitosa: straordinari non pagati sono la norma come le discriminazioni di vario tipo e condizioni insalubri di lavoro. Va precisato che la Ccc aveva condotto un’inchiesta analoga già sotto anni fa e i problemi sono gli stessi in tutte le regioni salvo la Turchia dove la situazione è addirittura peggiorata. Alla luce del rapporto della “Clean clothes campaign” ci rivolgiamo in primo luogo al Ministero della Difesa e dell’Interno affinché evitino per il prossimo futuro di rifornirsi all’estero per le uniformi allo scopo di contribuire ad un rilancio del tessile in Italia e per dare un taglio a quello che è un contributo indiretto a coloro che umiliano i lavoratori per la minore presenza di tutele nei Paesi di produzione.

domenica 26 maggio 2013

Sicurezza dei farmaci: oltre un milione di confezioni di aspirina sequestrate a Le Havre in Francia

Da tempo lo “Sportello dei Diritti” nella sua attività quotidiana in difesa dei consumatori anche contro le contraffazioni, ha segnalato per mezzo del suo presidente e fondatore Giovanni D’Agata l’aumento vertiginoso della commercializzazione in Europa di un’infinità di tipi di prodotti tra cui sembra occupare un posto sempre più rilevante nel mercato delle falsificazione quello dei farmaci. Sono molteplici, infatti, i sequestri in tutta Europa, in particolare nei centri nevralgici dei traffici doganali, di quantità sempre crescenti di medicinali provenienti dai mercati asiatici con ciò evidenziandosi che è in costante aumento la massa di questa merce contraffatta che riesce ad entrare illegalmente nel Mercato Unico nonostante si tratti di prodotti che hanno diretta contiguità con la salute dei cittadini. Ma la notizia che arriva dalla Francia e che non è stata ancora diffusa in Italia riguarda un fatto sconvolgente perché tratta direttamente uno dei farmaci più comuni e diffusi: l’aspirina. Nel caso in questione si parla, infatti, del "più grande sequestro di farmaci contraffatti di sempre in Francia e l'Unione europea", lo ha detto il Ministro dell’Economia francese commentando la notizia secondo cui circa 1,2 milioni di confezioni di aspirina contraffatte provenienti dalla Cina sono state sequestrate a metà maggio alla dogana di Le Havre. I farmaci sequestrati il 17 maggio scorso avevano viaggiato nascosti in un carico di tè dalla Cina. Uno degli aspetti più eclatanti, sempre secondo il ministero, è che nessun principio attivo dell'aspirina è stato rilevato sui campioni, anche perché la polvere contenuta nei sacchi pare sia essenzialmente composta da glucosio. Le confezioni, secondo quanto diffuso ufficialmente dal ministero "dovevano essere consegnati ad una società spagnola situata nelle Isole Baleari, che presenta tutti gli aspetti di una società-schermo, e probabilmente erano destinati alla vendita nella Penisola Iberica, Francia meridionale e Africa francofona ". Ovviamente i Ministri dell'Economia, Pierre Moscovici, Commercio estero, Nicole Bricq e Bilancio, Bernard Cazeneuve hanno espresso le loro congratulazioni agli investigatori per la gestione delle operazioni doganali a Le Havre, evidenziando che "Questo sequestro illustra il ruolo delle dogane nella lotta contro i grandi traffici internazionali e il proprio controllo sul territorio e di tutela della salute dei cittadini". Il precedente record tra i sequestri di tale tipo era già stato compiuto nel mese di ottobre 2011, sempre nel porto di Le Havre. La polizia doganale transalpina aveva intercettato alcune decine di tonnellate di farmaci contraffatti in due container provenienti dall'Asia. Questi farmaci includevano anti-infiammatori muscolari, gocce per le orecchie, integratori vitaminici o soluzioni contro la caduta dei capelli. Il monito dello “Sportello dei Diritti” è rivolto alle autorità doganali affinché, ovviamente, intensifichino i controlli della merce proveniente in Europa, ma è anche un appello ai cittadini affinché verifichino puntualmente le confezioni acquistate magari facendo attenzione a prodotti eccessivamente scontati che dietro, troppo spesso, nascondono la truffa e i conseguenti rischi per la salute.

“Ritorno al Futuro”: class action per recuperare le tasse ingiustamente pagate

Giovani borsisti pugliesi di “Ritorno al Futuro”. La Regione Puglia in qualità di sostituto d’imposta ha tassato il 100 % delle borse di studio quando doveva farlo solo per la propria quota parte. Lo “Sportello dei Diritti” pronto all’azione collettiva per recuperare il maltolto Lo “Sportello dei Diritti” è a conoscenza della questione fiscale che sta’ molto preoccupando i giovani borsisti pugliesi che avevano ottenuto le borse di studio del progetto denominato “Ritorno al Futuro” indirizzato specificatamente ai giovani laureati disoccupati. In questi giorni tutti i laureati che avevano ottenuto tale sostegno finanziario, stanno ricevendo il modello CUD 2013, in riferimento ai redditi del 2012 con il quale la Regione Puglia in qualità di sostituto d’imposta ha tassato il 100 % delle borse di studio come reddito da lavoro dipendente invece di tassare soltanto la quota parte, pari al 50% a carico dell’amministrazione regionale. In sostanza, i giovani borsisti hanno subito ingiustificatamente una ritenuta fiscale maggiore del dovuto. A questo punto, Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, comunica che l’associazione con la preziosa e fattiva collaborazione del tributarista avv. Maurizio Villani sta approntando un’azione collettiva per promuovere il rimborso, oltre ad interessi come per legge, della maggiore imposta pagata. Per ogni informazione in tal senso tutti gli interessati potranno contattare l’indirizzo email info@sportellodeidiritti.org o il numero telefonico dedicato 3887758250.

sabato 25 maggio 2013

Dichiarazione di Bonn: i ricercatori sentenziano che l’acqua, tra due generazioni non sarà più sufficiente per tutti

Dichiarazione di Bonn: i ricercatori sentenziano che l’acqua, tra due generazioni non sarà più sufficiente per tutti. Un appello alle istituzioni per un uso più razionale dell'acqua per evitare la crisi L’acqua è un bene comune prezioso che dev’essere risparmiato e tutelato da leggi pubbliche dello Stato e da convenzioni della comunità internazionale perché non è inesauribile e se continuiamo a sfruttarla nei modi che oggi continuiamo a perpetrare arriveremo ad una crisi senza precedenti nella storia. Non solo i forum dell’acqua che in questi anni si stanno battendo per la difesa dell’acqua pubblica, ma in questi giorni oltre 500 ricercatori di tutto il mondo riuniti a Bonn in una conferenza, hanno lanciato un appello per un uso più razionale dell'acqua, nella convinzione che sia possibile evitare la crisi. Una crisi che assomiglia ad uno scenario apocalittico: dirottiamo o arginiamo i fiumi che arrivano in mare quasi vuoti, inquiniamo le falde, usiamo grandi quantità di acqua dolce per sfruttare l'energia fossile: se continueremo su questa strada, nell'arco di due generazioni l'acqua non sarà più sufficiente per la maggior parte dei 9 miliardi di persone che popoleranno la Terra. Nell'appello, chiamato 'Dichiarazione di Bonn', i ricercatori hanno rilevato che "la crisi dell'acqua è del tutto evitabile" in quanto è dovuta "solo ad una cattiva gestione di questa risorsa essenziale e insostituibile". È ovvio ed è sotto gli occhi di tutti, quindi, che l'attività umana giochi un ruolo centrale nel sistema idrico globale. Innumerevoli azioni errate individuali si sommano e si riflettono su cambiamenti globali. In questo modo, gesto dopo gesto, l'uomo ha cambiato drasticamente la portata dei fiumi, delle riserve sotterranee d'acqua, alterato la qualità dell'acqua e danneggiato gli ecosistemi acquatici. Con le attuali conoscenze, hanno sottolineato i ricercatori, non è possibile prevedere esattamente quando il limite planetario sarà superato. Se si arriverà a quel punto, secondo gli esperti, "si potrebbero innescare cambiamenti irreversibili con potenziali, catastrofiche conseguenze". Ma tutto ciò può essere ancora evitato, si legge nella dichiarazione, se si applicano le seguenti 6 raccomandazioni: potenziare la ricerca sul sistema idrico globale; elaborare una sintesi delle attuali conoscenze sul sistema acqua per migliorarne la protezione; formare la prossima generazione di ricercatori specializzati nel settore idrico; intensificare il monitoraggio dell'acqua; preferire soluzioni basate sulla salvaguardia degli ecosistemi a costosi interventi strutturali; stimolare l'innovazione nella gestione dell'acqua. L'aumento dell'approvvigionamento idrico e dei servizi igienico-sanitari hanno dato indubbi benefici per le persone di tutto il mondo, ma ora c'è un altro bisogno pressante: arrivare a una gestione dell'acqua basata sul rispetto degli ecosistemi. Ecco perché lo “Sportello dei Diritti”, nella persona del presidente e fondatore Giovanni D’Agata, rilancia anche in Italia l’appello della 'Dichiarazione di Bonn' che riteniamo dovrà essere un punto fermo per i governanti del mondo se non si vuole arrivare ad una catastrofe. Al contempo, chiediamo che il nostro parlamento la faccia propria per essere da esempio nel resto del pianeta.

Ius Soli. Il comune di Lecce condannato a riconoscere la cittadinanza al figlio di immigrata nato in Italia

Ius Soli. Il comune di Lecce condannato a riconoscere la cittadinanza al figlio di immigrata nato in Italia. Manuele è cittadino italiano a tutti gli effetti Nel pieno della discussione sullo Ius Soli arriva un’ordinanza del tribunale civile di Lecce che pochi giorni fa ha riconosciuto la cittadinanza ad un giovane nato in Italia da genitori migranti. La seconda sezione civile del Tribunale di Lecce, in un provvedimento depositato l'11 marzo ma reso noto solo pochi giorni fa, ha sancito che “Se gli affidatari del minore non hanno effettuato le dovute richieste, l’interessato non ha, per motivi legati all’età, alcuna responsabilità per fatti od omissioni altrui”. Insomma, è alla luce di questo che, secondo i magistrati pugliesi, hanno il pieno diritto di essere riconosciuti come cittadini italiani tutti coloro che sono nati in Italia e che abbiano soggiornato sul territorio nazionale fino al raggiungimento della maggiore età. Anche se non hanno avuto l’iscrizione all’anagrafe. Anche se sono sprovvisti di titolo di soggiorno sin dalla nascita. Ragionando a posteriori, infatti, se oggi avessero tutti i requisiti per ottenere sia l’una che l’altro, non possono essere penalizzati. La sentenza in commento è un chiaro esempio che il diritto vive anche dentro testi immobili: coraggiosa e innovativa, ha saputo offrire una lettura nuova di una legge vecchia, restando sempre saldamente ancorata a concetti giuridici incontrovertibili. A.M., è figlio naturale di A.S., cittadina delle Filippine, e di padre non noto. Al momento del parto (30.1.1993) la madre era irregolarmente soggiornante nel territorio nazionale; ciò non di meno, tre giorni dopo, si recava presso l’ufficio anagrafe del Comune, per registrare la nascita del piccolo. Dopo appena quaranta giorni dalla nascita, il Giudice Delegato presso il Tribunale dei Minori di Lecce, preso atto della grave situazione di indigenza in cui versava il nucleo familiare (la madre era clandestina e disoccupata ed era stata vieppiù abbandonata dal compagno - padre naturale del minore), il piccolo veniva collocato in via di urgenza presso un istituto minorile; la decisione veniva ratificata dal Collegio Minorile. Con successivo provvedimento del 16.12.1994, il minore veniva affidato ai coniugi P.–C., che lo accoglievano in famiglia rivolgendogli attenzioni ed amore come se fosse un loro figlio; così come, del resto, essi rappresentavano e rappresentano per l’esponente quei riferimenti genitoriali che la sorte non gli aveva dato dalla nascita. In questo nuovo contesto, il minore ha frequentato le scuole dell’obbligo, fino al diploma; si è sottoposto alle vaccinazioni obbligatorie; ha avuto il suo permesso di soggiorno, la tessera sanitaria e la carta di identità. Così, raggiunto finalmente il traguardo dei 18 anni, si presentava presso il Comune per dichiarare la propria volontà di diventare a tutti gli effetti cittadino italiano, avendone da molto tempo acquisito la cultura, la lingua e lo stile di vita. L’Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Lecce rigettava la richiesta <>.Contro questo provvedimento AM ha promosso ricorso innanzi al Tribunale di Lecce, che lo ha accolto dichiarandolo cittadino italiano. In attesa di una legge chiarificatrice della materia, secondo Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, l’ordinanza in questione interviene di fatto, per la prima volta in Italia, riconoscendo la cittadinanza italiana a un ragazzo nato da migranti dando così speranza a tanti giovani che sognano di diventare cittadini italiani.

venerdì 24 maggio 2013

Un barbecue è due volte più sporco della toilette

Un barbecue è due volte più sporco della toilette. Da una ricerca inglese emerge che la popolazione di germi si annida soprattutto sulla griglia L’arrivo delle belle giornate con la stagione primaverile ed estiva favoriscono il desiderio di passare qualche giornata all’aria aperta e pranzare fuori, in maniera informale, organizzando un pic nic con la famiglia o gli amici. Ma sorpresa: il water non è il posto della casa più a rischio per l’igiene. Uno studio britannico avverte gli appassionati di salsicce e carne alla griglia che la popolazioni di germi, fra cui batteri fecali comel'E. coli e lo Staphylococcus aureus, è presente in massicce quantità su altri oggetti casalinghi come il barbecue. I dati dello studio sono piuttosto impressionanti. Mentre il numero medio di microbi per centimetro quadrato in un water è pari a 759.000, il dato esplode sul barbecue con 1,7 milioni! Un aumento che ammonta al 124% in più di batteri . Secondo i ricercatori su questi oggetti si accumulano scarti di prodotti a base di carne e visceri di animali, culla per batteri d’origine fecale come l’E. coli e la salmonella. Sempre secondo il sondaggio, gli inglesi puliscono la loro griglia del barbecue solo due volte l'anno. Questa è probabilmente una parte della risposta ... E in Italia, sono più puliti? Per Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” i barbecue per i motivi sopra esposti dallo studio hanno in realtà elevati livelli di contaminazione per cui sono un pericolo per l’igiene. La sicurezza degli alimenti somministrati non può prescindere dal rispetto di precise norme igieniche. Un cibo manipolato in modo scorretto o esposto ad inquinamenti di vario tipo può infatti provocare seri danni a chi lo consuma. Le cosiddette malattie a trasmissione oro-fecale, come la salmonellosi, il tifo, le dissenterie, sono infatti provocate dalla ingestione di microbi che a loro volta provengono dalle feci di uomini e/o animali. La contaminazione dei cibi da cattiva igiene dell’alimentarista, può venire da materie prime, da attrezzature, da contatto tra cibi crudi e cibi cotti, da cibo ottenuto da fonti incerte. Pertanto si raccomanda agli addetti alla preparazione dei prodotti alimentari di mettere in atto norme di comportamento che possono contribuire a rafforzare la prevenzione e la sicurezza per tutti i cittadini.

Viaggi e sicurezza. Parigi si sta guadagnando la reputazione di capitale più insicura d’Europa

Viaggi e sicurezza. Parigi si sta guadagnando la reputazione di capitale più insicura d’Europa per la crescente criminalità. Chanel, Dior, Louis Vuitton e altre aziende del lusso francesi sono allarmate dagli attacchi ai turisti nella capitale da scippatori e borseggiatori. Molti gli italiani presi di mira Nell’agosto del 2007 per il tentativo di un banale borseggio attuato da due malviventi perdeva la vita un mite giornalista sportivo leccese di TeleRama, Sergio Vantaggiato, che era andato in vacanza nella Ville Lumière con la famiglia. Si sa che le capitali di ogni paese sono le città a maggiore rischio criminalità ma Parigi ora ha raggiunto il primato di capitale più a rischio criminalità. Non lo dicono le statistiche delle polizie ma il comitato Colbert che riunisce 75 tra le maggiori aziende del lusso tra cui Chanel, Dior, Louis Vuitton e altri marchi allarmati dai frequenti attacchi ai turisti nella capitale tra cui molti italiani da parte di criminali senza scrupoli. Il Comitato Colbert, oggi in una conferenza stampa, ha esortato il Governo ad agire per debellare questa piaga sociale per garantire la sicurezza dei cittadini soprattutto dei turisti. Il Delegato Generale del Comitato Colbert, Elizabeth Ponsolle des Portes, ha dichiarato alla stampa che la fuga dei turisti dalla capitale Parigi compromette i posti di lavoro. Siamo consapevoli, ha dichiarato inoltre, come il turismo estero è una manna per la nostra città e questa insicurezza è un attacco diretto contro il lavoro. Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, invita i cittadini italiani a prestare la massima attenzione possibilmente viaggiando in gruppo ed evitando le periferie che sono i posti dove si annidano le gang criminali.

giovedì 23 maggio 2013

Vuoi un maschio o una femmina? A Basilea, i genitori possono scegliere il sesso del loro bambino

Vuoi un maschio o una femmina? A Basilea, i genitori possono scegliere il sesso del loro bambino. La scelta verrà fatta per prevenire gravi malattie ereditarie I genitori che soffrono di gravi malattie ereditarie possono ormai scegliere il sesso del loro bambino all'ospedale universitario di Basilea. E’ l’unica struttura dell'Europa continentale che propone una simile scelta. Il sesso del bimbo da concepire a deciderlo è l'uomo con il suo cromosoma X o Y. I suoi spermatozoi, infatti, possono essere di due tipi, quelli che contengono un cromosoma sessuale di tipo maschile (tipo Y) e quelli con cromosoma femminile (tipo X); mentre l’ovulo contiene sempre un cromosoma sessuale femminile (X). Quindi, se l’ovulo è fecondato da uno spermatozoo X nascerà una femminuccia, mentre da uno di tipo Y si avrà un maschietto. Mentre il nuovo metodo selettivo, denominato Microsort che viene dagli Stati Uniti. Esso separa gli spermatozoi che possiedono erditarietà femminile da quelli maschili e si basa sul fatto che i cromosomi X femminili contengono più patrimonio genetico dei cromosomi Y maschili. Secondo i medici, riporta Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, grazie a questo metodo è possibile garantire all'80% che il nascituro sarà maschio o femmina, e così prevenire la trasmissione di malattie ereditarie quali la mucoviscidosi o la distrofia muscolare nel bébé. Molte di queste malattie colpiscono un solo sesso. In maggioranza quello maschile. V’è da specificare che la legislazione svizzera autorizza la selezione di spermatozoi, ma unicamente nei casi di gravi malattie ereditarie che provengono da uno dei genitori.

Occhio alla "truffa delle monetine"

Occhio alla "truffa delle monetine". Furbastri nei parcheggi dei supermercati che con una semplice scusa distraggono le vittime per rubare borse o portafogli. Ma c’è anche la variante della richiesta delle indicazioni stradali I furbastri se le inventano di tutte ormai per racimolare qualche euro. E a volte la truffa funziona finché non vengono scoperti o i cittadini iniziano a prestare un po’ più attenzione come quella che Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” invita a tenere dopo aver letto quanto sta accadendo in provincia di Como. Arrivano da lì, infatti, le segnalazioni, circa una diecina, della nuova truffa soprannominata “delle monetine” per il particolare e semplice stratagemma utilizzato per arraffare qualcosa dalle malcapitate vittime, in particolare donne, che una volta riempito il carrello della spesa nei centri commerciali di periferia ritornano presso la propria auto. Nel frangente, il farabutto punta la donna mentre sta caricando le buste della spesa, e lascia cadere a terra qualche spicciolo. Subito dopo con fare cortese avvisa la sfortunata che le sono cadute dalla tasca o dalla borsetta. La sventurata, il più delle volte ci casca e raccoglie le monetine dal suolo. Proprio in quell'attimo di distrazione un complice arraffa la borsa o il portafogli dall'auto e si dilegua. Se prima erano soprattutto gli anziani ad essere colpiti da tali raggiri oggi le vittime sono di tutte le età. Ma la truffa prevede già una variante sempre con l'intervento di due malfattori: una a bordo di un'auto che chiede indicazioni stradali, la seconda che apre lo sportello e prende al volo la refurtiva approfittando della distrazione del malcapitato.

Sterzo difettoso: la Nissan richiama 841000 vetture

La casa automobilistica giapponese Nissan ha riferito di avere richiamato 841.000 veicoli in tutto il mondo a causa di un problema allo sterzo. Un portavoce del gruppo ha riferito che il richiamo coinvolge i modelli della Micra prodotti in Giappone e in Gran Bretagna tra il 2002 e il 2006" a causa di un bullone che non è stato serrato correttamente. Nissan ha venduto queste vetture in Europa, Africa, Medio Oriente, Asia e America Latina, ma sino ad oggi non è stata segnalata alla società nessuna vittima a causa di questo problema. La casa automobilistica ha tenuto a precisare che si tratta di un richiamo cautelativo anche se l’appello riveste carattere di urgenza. Precedentemente all'inizio di aprile, i tre colossi dell'auto giapponesi (Toyota, Nissan e Honda) e la casa automobilistica giapponese Mazda avevano contemporaneamente annunciato un massiccio richiamo di veicoli in tutto il mondo, raggiungendo cumulativamente 3.390.000 unità. Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, vista l’urgenza del richiamo da parte della casa automobilistica per la situazione di pericolo in sui ci si potrebbero trovare gli automobilisti, in via cautelativa, invita i proprietari a contattare i loro locali concessionari Nissan per controllare se le auto hanno quel volante difettoso.

mercoledì 22 maggio 2013

Farmaco contro l’anemia, il Rienso, ritirato dal mercato svizzero

Farmaco contro l’anemia, il Rienso, ritirato dal mercato svizzero dopo quattro casi di ipersensibilità tra cui un decesso Nella quotidiana attività informativa sulla tutela dei diritti dei cittadini e tra questi il diritto alla salute, lo “Sportello dei Diritti” provvede a divulgare al pubblico, fra l’altro, ogni informazione utile in relazione all’utilizzo di farmaci, eventualmente segnalando le procedure messe in campo dagli istituti di controllo, anche stranieri, quando vengono riscontrate anomalie o rischi ed inoltre a tutelare le vittime nelle sedi opportune. L'ultima notizia in questione riguarda quanto deciso dall’istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic che in data di ieri ha ordinato al colosso farmaceutico giapponese Takeda il ritiro dal mercato elvetico in via preventiva ed immediata del farmaco contro l'anemia commercializzato con il nome di Rienso, dopo l’approvazione della Commissione europea nel giugno del 2012. In particolare, tale preparato viene prescritto agli adulti anemici che generalmente soffrono di una patologia renale cronica. A far decidere per questa misura drastica sono stati quattro casi di reazione d'ipersensibilità al prodotto riscontrati nelle scorse tre-quattro settimane, di cui uno addirittura letale. A far scattare l’allarme è stato il sistema di vigilanza noto con il nome "Vigilance" che a seguito di un confronto fra il numero di fiale distribuite finora in Svizzera - circa 1000 – e la frequenza degli annunci, ha rilevato come il rapporto rappresenti un multiplo della frequenza osservata a livello internazionale. Vi è da precisare, che dopo tale comparazione la Swissmedic ha ordinato immediatamente all'azienda interessata il ritiro dell’unico lotto commercializzato in Svizzera, unico paese ove cui sarebbe stato venduto. La contiguità della Svizzera all’Italia ed il gran numero di transfrontalieri che quotidianamente si spostano al di là del confine italiano, spingono Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” ad invitare tutti i nostri connazionali ad evitare di utilizzare tale farmaco eventualmente già acquistato nel paese elvetico ed ad utilizzare prodotti alternativi sinché non saranno chiariti i problemi connessi. In effetti, il Rienso è un medicinale da iniettare che deve essere somministrato solo da medici, ma se qualcuno dovesse essere entrato in possesso dovrebbe evitarne la fruizione. Anche perché reazioni di ipersensibilità al prodotto erano effetti collaterali indesiderati noti e citati nelle informazioni specialistiche, ma un così alto numero di casi rispetto alla quantità commercializzata ha spinto la stessa Takeda e l’Amag, suo partner americano con sede nel Massachussetts, ad avviare un'inchiesta sul lotto in questione. Risale al 2010, l’affidamento della commercializzazione del prodotto da parte del gruppo americano a Takeda, fuori dagli Stati Uniti ove veniva venduto con il nome di Feraheme.

Malattia professionale da “mouse”.Risarcito dall’Inail impiegato per i danni al braccio per l’uso ripetitivo del mouse

Malattia professionale da “mouse”.Risarcito dall’Inail impiegato per i danni al braccio per l’uso ripetitivo del mouse. La «sindrome pronatoria» da “overuse” accertata a carico del lavoratore con incidenza invalidante al 15 per cento come una vera tecnopatia Riconosciuta come malattia professionale la tecnopatia da mouse. Decorsi i termini per il ricorso in Cassazione con conseguente passaggio in giudicato della sentenza della Corte d’appello dell’Aquila che riconosce all’impiegato l’indennizzo Inail per la malattia professionale riportata a causa dell’uso ripetitivo della periferica collegata al personal computer della sua postazione. L’impiegato deve dunque ottenere dall’istituto previdenziale la prestazione di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 38/2000 laddove la patologia lamentata per l’overuse del mouse mostra un’incidenza invalidante al 15 per cento. Il diritto in questione era già stato sancito dalla sentenza 990/12, del tribunale di Pescara. Secondo la decisione si può ritenere connessa al servizio la patologia che ha colpito l’impiegato della banca costretto a smanettare tutti i giorni davanti al monitor del computer aziendale. E infatti la tecnopatia è una malattia professionale che può essere contratta anche a seguito dell’utilizzo di uno strumento in maniera lenta e protratta nel tempo. La CTU in primo grado ha stabilito che tale malattia è stata determinata da «fattori morbigeni» cui l’impiegato bancario è stato esposto nell’esercizio della sua abituale attività lavorativa. Per Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di una prima importante decisione in cui si riconosce la tecnopatia come malattia invalidante che scaturisce dall’uso massivo e ripetitivo di strumenti tecnologici. Insomma anche i moderni “Fantozzi” possono essere tutelati.

martedì 21 maggio 2013

Arrivano gli sgravi a chi assume i licenziati “causa crisi” e li riqualifica

Arrivano gli sgravi a chi assume i licenziati “causa crisi” e li riqualifica. Fino a 190 euro al mese per un anno. Se il datore garantisce la formazione, benefici contributivi anche sui contratti a tempo determinato, part time o a scopo di somministrazione Primi timidi tentativi per rilanciare l’occupazione che vale la pena segnalare alle imprese e ai lavoratori. Arrivano, infatti, con il decreto direttoriale 264/13 del ministero del lavoro gli sgravi contributivi per chi riassume i lavoratori esclusi dal ciclo produttivo nell’anno precedente garantendo loro la formazione professionale. A sostegno del provvedimento sono stanziati 20 milioni di euro che gravano sul Fondo di rotazione per la formazione professionale e per l'accesso al Fondo sociale europeo. Per ciò che concerne le misure adottate, in particolare, Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, segnala il beneficio concesso ai datori di lavoro privati che nel corso del 2013 assumono lavoratori licenziati, nei dodici mesi precedenti, da imprese che occupano anche meno di quindici dipendenti per giustificato motivo oggettivo connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro. L’incentivo riguarda i contratti a tempo determinato o indeterminato, anche part time o a scopo di somministrazione a condizione che l’impresa garantisca interventi di formazione professionale sul posto di lavoro a favore del lavoratore assunto anche mediante il ricorso alle risorse destinate alla formazione continua di competenza regionale. Il bonus in questione ammonta a 190 euro mensili per dodici mesi per i lavoratori assunti a tempo indeterminato e a 190 euro mensili per sei mesi per i lavoratori assunti a tempo determinato. Nel caso di lavoro a tempo parziale il beneficio mensile è moltiplicato per il rapporto tra l’orario di lavoro previsto e quello normale. Anche i lavoratori soci di cooperative che stabiliscono con la propria adesione o successivamente all'instaurazione del rapporto associativo un ulteriore e distinto rapporto di lavoro, in forma subordinata, hanno diritto agli incentivi. Non rientrano, invece tra i beneficiari i lavoratori del settore domestico.

"Cheers" i cubetti che ti evitano la sbornia

"Cheers" i cubetti che ti evitano la sbornia. Piccoli cubetti simili a quelli di ghiaccio, da inserire nei drinks, diventano rossi e lampeggiano se si è alzato troppo il gomito L'idea del cubetto anti sbornia è di uno studente dell'Institute of Technology Media Lab del Massachusetts. Simile a quelli di ghiaccio, si inserisce nel bicchiere da cocktail o da vino se si è a tavola ed una volta arrivati al limite massimo i cubetti, da verdi, mutano nel colore rosso e lampeggiano. Grazie a questi cubetti è possibile tenere il conteggio della quantità di alcool che si assume quando il bicchiere dà l'allarme. I cubetti, soprannominati "cheers", sono del tutto atossici e dotati di trasmettitori a infrarossi che rendono anche possibile l'invio, tramite sms, dell'avviso del superamento della soglia alcolica massima. Diventa così molto difficile ignorare il loro segnale che rende pubblico il superamento della soglia della sobrietà. Per Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, forse grazie a questa trovata qualcuno berrà di meno e potrà rientrare a casa sano e salvo.

lunedì 20 maggio 2013

Crudeltà sugli animali: ultima frontiera delle scommesse clandestine, il trunking

Crudeltà sugli animali: ultima frontiera delle scommesse clandestine, il trunking. Dagli Stati Uniti arriva la nuova moda di chiudere due animali in un bagagliaio e di scommettere su quale uscirà vivo Di gran moda in Florida a Miami il trunking è l’evoluzione del combattimento tra cani che si sta diffondendo a macchia d’olio nel mondo delle scommesse clandestine. Consiste nel chiudere nel retro di un furgone oppure nel portabagagli di un’auto (trunk, in inglese) due esemplari, spesso pitbull, dopo essere stati aizzati l’uno contro l’altro per rendere ancora più crudeli i combattimenti clandestini. Fino a qualche tempo fa si pensava che il trunking fosse solo una leggenda metropolitana. In realtà, questa sanguinosa attività, ultima frontiera delle scommesse clandestine, viene praticata davvero, come hanno dimostrato le indagini del Miami Dade Animal Service Department, il corpo della polizia di Miami, in Florida, che si occupa di crimini che riguardano gli animali. A questo punto gli scommettitori accendono l’autoradio a tutto volume, affinché nessuno capisca cosa sta succedendo nel bagagliaio, e iniziano a vagare senza meta per le strade. Quando la lotta tra i cani termina e il trambusto cessa, l’auto si ferma e gli scommettitori aprono il bagagliaio: il cane sopravvissuto sarà il vincitore, quello morto o moribondo verrà abbandonato ai margini della strada. Visto che il “ring” nel quale combattono i cani è in continuo movimento, rintracciare chi pratica il trunking è molto difficile per la polizia che, al momento, sta cercando di prevenire il problema, applicando la legge che prevede il divieto di possedere pitbull nella contea di Miami. Per Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ancora una volta ci rendiamo conto dell’atrocità a cui l’uomo può arrivare pur di fare soldi facili. Bisogna fermare subito questa crudelta' anche perché a quanto pare questa sconvolgente moda per i combattimenti tra cani si sta diffondendo anche in Italia. Infatti è notizia di questi giorni che è in corso una vera e propria ondata di furti di cani molossi che ha spinto la Polizia ad indagare, dal momento che tutti gli esemplari sono spariti dalle loro abitazioni soltanto nelle ultime settimane. Le forze dell’ordine presumono che tutto possa ricondursi a vere organizzazioni criminali che hanno come vittime i cani. È praticamente ovvio che i molossi rubati potrebbero essere utilizzati sul mercato dei combattimenti clandestini tra cani, un traffico vergognoso. Si presume che la sorte che tocca agli animali coinvolti in questo genere di illecito è quella di essere addestrati alla violenza o, in alternativa, utilizzati come cani-cavia, ossia divenire vittime dei loro simili.

domenica 19 maggio 2013

Monete false. Più controlli sulle società che gestiscono macchinette distributori e parchimetri

Monete false. Le società che gestiscono macchinette tipo distributori di bevande e cibi, sigarette o ticket dei parchimetri le restituiscono ai soggetti indicati dalla legge o le rimettono in circolazione? Proprio ieri lo “Sportello dei Diritti”, aveva segnalato il sequestro da parte degli agenti della dogana dell'aeroporto di Bruxelles di tonnellate di monete da uno e due euro, per usare un eufemismo, nuove di “zecca” provenienti dalla Cina, ovviamente false. Sequestri di tal tipo sono solo la punta di un iceberg, quello della contraffazione degli spiccioli falsi, che solo l’hanno scorso ha segnato un aumento del +17% del numero delle monete sequestrate, in particolare da due euro. Uno dei canali più sfruttati dai falsari e dagli spacciatori per far entrare in circolo le monete false è quello dei distributori automatici di bevande, cibi, sigarette o ticket dei parchimetri, nonostante siano dotati di dispositivi in grado di riconoscere peso e dimensioni, ma anche di rendere a titolo di resto monete, “buone”, una volta usufruito del servizio. L’attenzione dello “Sportello dei Diritti”, è quindi rivolta a tutte quelle società che si occupano di questi apparecchi, ma anche alle “municipalizzate” che introitano migliaia di euro al giorno dai parcometri sparsi sulle strade comunali nei pressi delle aree a pagamento, per comprendere se tutte queste facciano il proprio dovere o se una volta scoperto il denaro “falso”, anziché consegnarlo a uno dei soggetti indicati dalla legge, tra i quali ci sono le banche, gli uffici postali, le società di investimento e di gestione del risparmio, gli agenti di cambio e le imprese di assicurazioni, lo rimettano in circolo in danno di ignari consumatori e dello Stato. È una denuncia, spiega Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che indirizziamo in particolare alla polizia tributaria, affinché faccia le opportune verifiche nei confronti dei soggetti maggiormente interessati, affinché possa essere bloccato uno dei canali di maggiore distribuzione delle monete false. Al contempo, invitiamo le aziende a capitale pubblico, come le municipalizzate che gestiscono i parcometri o quelle titolari di concessioni di tal tipo a fare un’operazione trasparenza e a dichiarare pubblicamente quali sono le loro azioni quando entrano in possesso di spiccioli falsi.

Virus ed epidemie. L’OMS avverte ufficialmente che il coronavirus potrebbe essere trasmesso da persona a persona

Virus ed epidemie. L’OMS avverte ufficialmente che il coronavirus potrebbe essere trasmesso da persona a persona L’11 maggio scorso l’associazione “Sportello dei Diritti”, per prima in Italia segnalava la preoccupazione delle autorità sanitarie europee tra cui l’ECDC (“Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie”) circa i rischi connessi alla diffusione di una possibile epidemia di un pericoloso virus, il coronavirus, che dopo un primo focolaio in Arabia Saudita avrebbe segnato alcuni casi confermati anche in Europa in particolare in Francia, Regno Unito e Germania mentre altri sospetti sempre in Francia. I Coronavirus sono una grande famiglia di virus che causano una vasta gamma di malattie umane, che vanno dal raffreddore alla SARS. Il particolare ceppo isolato nei casi in questione, appartiene a un nuovo tipo di coronavirus (nCoV) che è stato rilevato per la prima volta a metà del 2012 e che non era mai stato identificato negli esseri umani o negli animali. Proprio ieri, però, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato una chiara valutazione circa l'epidemia di coronavirus in Arabia Saudita, ammettendo per la prima volta, le preoccupazioni per un virus che può essere trasmesso da persona a persona, almeno in misura limitata. Il parere della organizzazione internazionale non è altro che un invito ad avviare un'indagine urgente al fine di scovare la fonte del virus e determinare come esso contagi le persone. Questa nuova inquietante valutazione della situazione è emersa anche a seguito di una nuova analisi del rischio pubblicata venerdì scorso dall’ECDC. L’autorità europea ha messo in guardia tutti gli ospedali in Europa, al fine di ricercare e segnalare tempestivamente eventuali casi di coronavirus. Gli avvertimenti sono coincisi con l'Assemblea Mondiale della Sanità, l'assemblea generale annuale dell'OMS dove s’incontrano tutte le autorità sanitarie del mondo che ogni anno si riuniscono a Ginevra. L'incontro di otto giorni inizia lunedì. Fino ad oggi, ricorda Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, sono stati confermati 41 casi di coronavirus. Di questi, 20 sono stati letali. Il virus è stato individuato in Arabia Saudita, Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Germania, Regno Unito e Francia mentre nessuno, fortunatamente è risultato contagiato in Italia.

Emergenza soldi falsi: aumenta il numero di monete in euro contraffatte in circolazione

Emergenza soldi falsi: aumenta il numero di monete in euro contraffatte in circolazione. Presi di mira distributori di bibite o di biglietti ai parchimetri ma sono anche molte quelle che circolano in negozi, bar e supermercati. Ieri sequestrate dagli agenti della dogana dell’aeroporto di Bruxelles tonnellate di monete da uno e due euro nuove di zecca provenienti dalla Cina, ovviamente false. Nel 2012 +17% il numero delle monete sequestrate. Aumenta il numero di monete in euro contraffatte in circolazione. I criminali stanno prendendo di mira principalmente le monete da due euro. Essa resta di gran lunga la moneta più ambita per questa attività criminosa (quasi due monete su tre tra quelle rilevate). Sempre secondo gli inquirenti, le organizzazioni dei falsari hanno individuato nel Belgio il ventre molle dell’Unione per i traffici dalla Cina che è diventata la porta d'ingresso per l'Ue per lo smercio delle monete. Il numero di euro metallici falsi ritirati dalla circolazione è aumentato del 17%, da 157 000 nel 2011 a 184 000 nel 2012. A fronte dei 16,5 miliardi di monete attualmente in circolazione, il tasso di falsificazione è pari a 1 su 100 000 monete autentiche. Intanto in Italia numerosi infatti sarebbero i soldi in metallo contraffatti che circolano in bar, negozi, supermercati. Un fenomeno che se non assume ancora i caratteri dell’emergenza, poco ci manca e che riguarda soprattutto le monete più di valore, tanto che le denunce da parte di negozianti sono sempre di più. Per i negozianti non è sempre facile riconoscere le copie: spesso sono molto simili agli originali e differiscono da questi solo per piccolissimi dettagli. Prese di mira in particolare le macchinette di vario genere, dai distributori di bibite o di biglietti ai parchimetri, anche se sono tarate in modo tale da riconoscere peso e dimensioni delle monete. L’ultima operazione di sequestro di monete in Europa era stata effettuata in Italia il 16 gennaio dai Carabinieri e Guardia di Finanza in collaborazione con l'OLAF. L'operazione di polizia ha impedito ulteriore produzione di un gran numero di monete contraffatte. Una zecca illegale è stata scoperta in un garage in una villa isolata nei pressi di Roma. Tre criminali sono stati arrestati mentre producevano monete false da €1 e €2 a Gallicano nel Lazio, dove sono stati sequestrati circa 120.000 € oltre attrezzature e materiale. Due delle tre persone arrestate erano orafi specializzati nell’incisione. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” è necessaria un'azione più incisiva contro i contraffattori in Europa. Inoltre è importante per i consumatori sapere che la legge prevede che appena si scopre un falso questo deve essere consegnato a uno dei soggetti indicati dalla legge, tra i quali ci sono le banche, gli uffici postali, le società di investimento e di gestione del risparmio, gli agenti di cambio e le imprese di assicurazioni. Spetterà poi a questi soggetti consegnare tempestivamente i soldi sospetti al Centro nazionale di analisi della Zecca dello Stato. Se questi dovessero risultare legittimi, verranno rimborsati i soldi equivalenti, se invece dovessero risultare falsi, nulla sarà dovuto all’esibitore.

sabato 18 maggio 2013

Street Art: a Lecce alcuni murales fanno rivivere la città

Murales e graffiti si o no? Aumentare le sanzioni per chi imbratta le città e i luoghi storici e creare spazi ad hoc per far scatenare la fantasia di quella che può essere considerata una forma d’arte. A Lecce in particolare nel quartiere Santa Rosa alcuni murales fanno rivivere la città. La street art che crea legami all'interno della comunità. Siamo convinti che chi imbratta le città, i monumenti ed i luoghi storici è un criminale e come un criminale dev’essere perseguito e punito. Ricordiamo, infatti, che chi imbratta edifici, palazzi, treni o autobus rischia il carcere da uno a sei mesi o una multa da 300 a mille euro; sanzione che aumenta se il graffito compare su monumenti o in aree di interesse artistico (in questo caso la reclusione arriva fino a un anno e le multe vanno da mille a 3mila euro). Forse le pene individuate dalla legge e in alcuni casi rafforzate da apposite ordinanze dei sindaci in virtù dei poteri loro conferiti, non sono sufficienti se troppo spesso ci svegliamo la mattina con pezzi di patrimonio storico danneggiati dalle bombolette spray di soggetti poco “artistici”. Perché nel Nostro Paese il patrimonio artistico-culturale dev’essere preservato come un bijoux per la ricchezza che esso rappresenta per la nostra comunità nazionale. Al contempo, dobbiamo rilevare che in alcuni luoghi delle Nostre città possano essere dedicati spazi per far sfrenare i writers per realizzare murales e graffiti che in non rari casi assurgono ad essere una forma d’arte. Non a torto, infatti, è stata denominata street – art, perché oltreché restituire bellezza nelle aree emarginate, anche i murales possono rafforzare i legami all’interno di una comunità se ne descrivono la storia e se diventano un modo per far evadere i giovani dalle pericolose routine dei quartieri di periferia. Questi pensieri, spiega Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” sono scaturiti dalle segnalazioni di alcuni cittadini sorpresi dalla ritrovata bellezza di alcuni luoghi dov’era ormai persa nel quartiere Santa Rosa di Lecce, dove alcuni artisti hanno ridipinto alcuni muri di edifici in disuso senza rovinarne la facciata. Ed allora, l’invito dello staff dello “Sportello dei Diritti” è rivolto alle amministrazioni comunali affinché creino spazi ad hoc per far scatenare la fantasia di questi artisti magari creando dei concorsi cittadini in materia.

venerdì 17 maggio 2013

Sicurezza stradale: erba alta negli incroci stradali che diventano trappole

Sicurezza stradale: a causa dell’erba alta cala la visuale negli incroci stradali così da diventare trappole. Lo sfalcio è sempre più occasionale a causa dei tagli alla manutenzione delle strade con conseguente aumento del rischio per ciclisti e motociclisti In questi giorni, dopo avere già richiamato l’attenzione sulla situazione drammatica di molte strade con buche che assomigliano a crateri, con un fondo stradale ormai completamente dissestato, sono pervenute diverse segnalazioni di cittadini e di associazioni “ vittime della strada “ che hanno denunciato il grave pericolo dovuto all'erba molto alta sui margini delle strade in particolare nei pressi degli incroci delle strade comunali, provinciali, dei rondò e sulle corsie di sorpasso dove sono cresciuti veri e propri alberi. A causa delle abbondanti piogge dei mesi scorsi praticamente le strade sembrano una savana per le aiuole spartitraffico trasformate in piccoli boschi con rovi ed erba alti un metro, una vera barriera visiva anche per le auto delle vere trappole; l’erba ha coperto sia i cartelli stradali che i guard rail rendendo di fatto la visibilità degli incroci nulla, anzi sta diventando assente creando un serio pericolo per gli incidenti e per gli incendi. Se di giorno il pericolo è visibile, la notte le erbacce sono un ostacolo "invisibile" che puo' causare incidenti anche mortali". Una volta lo sfalcio avveniva con regolarità e la rasatura dell’erba garantiva visuali adeguate. Oggi non è più così. La trascuratezza nella manutenzione stradale, come al solito addebitabile ai tagli dei fondi delle amministrazioni proprietarie delle strade, non permette i tagli periodici e necessari dell’erba, con un’ulteriore elevazione del rischio sulla strada in particolare per i ciclisti e motociclisti spesso resi invisibili dall’ormai ingovernabile altezza dell’erba. Gli enti preposti alla manutenzione continuano a non intervenire nonostante esistano alcune norme che obbligano la manutenzione. Le condizioni di abbandono delle aree destinate a verde, lasciano desumere che lo sfalcio di quell’erba, la bonifica e la pulizia ordinaria degli spazi verdi dei quartieri non vengono effettuati da mesi se non addirittura dall’estate 2012 e che l’intero settore ambiente è diventato il fanalino di coda nelle priorità dell’amministrazione comunale e provinciale. Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, segnala agli uffici preposti lo stato ormai drammatico di molte strade che si trovano in una condizione tale da non poter ormai più garantire non solo la tutela meccanica dei mezzi, ma anche condizioni minime di sicurezza per conducenti e trasportati. Inoltre chiede con la massima urgenza ad intervenire per ripulire tutti gli incroci stradali dall' erba alta onde evitare gravi incidenti ed altri inconvenienti più o meno gravi e indesiderati.

Sicurezza dei farmaci. La UE raccomanda la sospensione dei medicinali contenenti il miorilassante Tetrazepam

Sicurezza dei farmaci. Gli organismi di vigilanza farmacologica UE raccomandano la sospensione dei medicinali contenenti il miorilassante Tetrazepam. Nell’attività a tutela della salute Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, informa che il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell’EMA (European Medicines Agency) ha concluso che, a seguito di segnalazioni di reazioni cutanee rare ma gravi e talvolta pericolose per la vita, i benefici di medicinali contenenti Tetrazepam non superano più i rischi. Questi farmaci devono essere quindi sospesi in tutta l'Unione europea ( UE ).La raccomandazione del PRAC è stata notificata al Gruppo di Coordinamento per il Mutuo Riconoscimento e le Procedure Decentrate – Medicinali ad uso Umano (CMDH), cui spetterà la posizione definitiva.A seguito di segnalazioni di gravi reazioni cutanee in Francia, l'Agenzia nazionale francese per la sicurezza della salute e dei prodotti medicinali (ASNM) ha condotto una revisione dei dati su tutti gli effetti collaterali di questi medicinali, in particolare sulle reazioni cutanee, registrati nella banca dati del sistema di farmacovigilanza nazionale francese. La revisione ha dimostrato che gli effetti indesiderati a carico della cute si sono verificati a un tasso più elevato rispetto ad altre benzodiazepine (farmaci della stessa classe del Tetrazepam). Inoltre, alcune reazioni cutanee riportate sono state molto gravi, includendo casi di sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (TEN), eritema multiforme e eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (sindrome DRESS).Data la gravità delle reazioni cutanee riportate, l'Agenzia dei medicinali francese ha chiesto al PRAC di rivedere con urgenza l'uso di medicinali contenenti Tetrazepam in tutte le indicazioni.Il PRAC ha valutato tutti i dati disponibili sul rischio di reazioni cutanee con Tetrazepam sulla base dei dati post-marketing in Europa e la letteratura pubblicata. Anche i soggetti interessati (operatori sanitari, pazienti e pubblico in generale) sono stati invitati a presentare informazioni rilevanti ai fini della valutazione.Il PRAC ha concluso che Tetrazepam è associato a un rischio basso di reazioni cutanee gravi, ma maggiore rispetto ad altre benzodiazepine.Il Comitato ha inoltre osservato che, alla luce dei rischi identificati, i dati disponibili sulla sua efficacia non erano sufficienti al fine di sostenerne l’uso nelle indicazioni autorizzate: il trattamento di contratture muscolari dolorose (come mal di schiena e dolore al collo) e la spasticità (eccessiva rigidità dei muscoli). Il PRAC ha considerato che non sono state identificate misure per ridurre sufficientemente il rischio di gravi reazioni cutanee con i medicinali contenenti Tetrazepam date le incertezze sui benefici. Pertanto, il Comitato ha concluso che il rapporto beneficio-rischio di questi medicinali è negativo, e ha raccomandato che le autorizzazioni all'immissione in commercio siano sospese in tutta l'Unione Europea.Il Tetrazepam appartiene alla classe delle benzodiazepine; è assunto per via orale per il trattamento di contratture muscolari dolorose (accorciamento sostenuto di tessuto muscolare) e spasticità (eccessiva rigidità dei muscoli).I medicinali contenenti Tetrazepam sono stati approvati a partire dal 1960 tramite procedure nazionali in diversi Stati membri dell'UE (Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna), e sono disponibili su prescrizione sotto vari nomi commerciali come Myolastan e come farmaci generici.Le benzodiazepine agiscono legandosi a determinati recettori nel cervello, aumentando così l'attività di una sostanza chiamata Acido gamma-ammino butirrico (GABA). Il GABA diminuisce l'eccitabilità di molte cellule cerebrali. Aumentando l'attività del GABA, le benzodiazepine hanno un effetto calmante sulle varie funzioni del cervello. In particolare, Tetrazepam è utilizzato per i suoi effetti miorilassanti.

giovedì 16 maggio 2013

Carceri e malattie infettive. Ricerca Simit-Nps: “Due su tre sono malati”

Non si può più tacere e fare finta di nulla dopo aver letto gli esiti della ricerca SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) sull’impatto delle malattie infettive nelle carceri. Ad evidenziarlo Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che rincara la dose, dichiarando che alla luce di tali dati, lo stato dei penitenziari italiani appare come quello di un qualsiasi Paese del Terzo Mondo, se le malattie infettive hanno raggiunto i livelli individuati nel rapporto anche perché le condizioni carcerarie con gli istituti che “scoppiano”, favoriscono la diffusione di patologie anche per l’inadeguatezza o addirittura l’inesistenza di appositi presidi in grado di contrastarne l’espansione. Lo studio in questione è recentissimo tant’è che è stato presentato durante la V edizione di I.C.A.R., Italian Conference on AIDS and Retrovirus, svoltasi gli scorsi 12, 13 e 14 maggio, presso il Centro Congressi del Lingotto di Torino. E gli elementi emersi sono sconcertanti: la positività per il test di epatite C è pari al 28% dei detenuti, per l’epatite B del 7%, ed il 3,5% per l’Hiv. Peraltro, il 20% presenta una tubercolosi latente, ed il 4% ha presentato test positivi per la sifilide. Un'altra circostanza eclatante e che desta maggiore preoccupazione è che una persona su tre non è a conoscenza di avere una patologia infettiva con la conseguente maggiore possibilità di diffusione di contagi. La ricerca condotta da SIMIT e NPS Italia Onlus (Network Persone Sieropositive) è stata effettuata su venti istituti su un campione pari al 60% dei detenuti, per un totale di circa 2700 unità. Come abbiamo voluto evidenziare, il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non possono restare inerti di fronte a tali cifre, perché dietro queste si nascondono le vite di migliaia di persone per le quali è vero che bisogna garantire la necessaria punizione ovviamente a fini educativi e riabilitativi, ma a cui non si può calpestare la dignità e i diritti di malati o un’adeguata profilassi e attività di prevenzione. Per tali ragioni, lo “Sportello dei Diritti” è pronto ad assumere le difese anche giudiziali di tutti quei detenuti che abbiano contratto malattie infettive negli istituti di pena o che se già ammalati, non siano stati adeguatamente curati all’interno degli stessi.

Estimi catastali: prima udienza di merito innanzi alla Sezione 4 della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce

Prima udienza di merito innanzi alla Sezione 4 della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce sui ricorsi avverso gli avvisi di accertamento sugli estimi catastali. Un aula d’udienza affollata come mai non si era visto in un’aula di commissione tributaria, quella odierna innanzi alla quarta sezione della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce, dove avvocati e cittadini hanno voluto assistere alla discussione del merito delle prime cause avverso gli avvisi di accertamento catastali notificati dall’Agenzia del Territorio di Lecce in tema di rilassamento degli estimi catastali su input dell’amministrazione comunale. Innanzi ai giudici tributari dott. Oronzo De Pascalis in qualità di Presidente della IV sezione, avv. Antonio Cordella e Prof. Francesco De Blasi, relatori, sono stati discussi nel merito per oltre due ore e mezza i primi quattro ricorsi presentati da contribuenti assistiti dall’avv. Maurizio Villani, mentre a sostenere le tesi dell’Agenzia del Territorio erano presenti due dirigenti di cui uno, il responsabile regionale della P.A., venuto direttamente da Bari. La partecipazione di contribuenti e avvocati ha riempito la stanza dove si è tenuta l’udienza tant’è che a momenti non riusciva a contenere i numerosi presenti rimasti quasi tutti in piedi. Al termine dell’esposizione l’avvocato Villani ha chiesto l’annullamento degli avvisi per inesistenza assoluta di motivazione degli atti, con esplicita richiesta di condanna alle spese a carico dell’amministrazione resistente la quale, ovviamente, ha insistito per il rigetto dei ricorsi. Ora si resta in attesa delle prime sentenze, fa presente Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, per le quali un’intera invita collettività è interessata giacché è la prima volta che quasi la totalità dei contribuenti proprietari d’immobili di una città capoluogo di provincia vengono colpiti da avvisi di accertamento, tant’è che anche la stampa nazionale ne ha dato risalto.

mercoledì 15 maggio 2013

Ludopatie: stop ai "Gratta e Vinci" su iPhone, iPad e Android

Lo “Sportello dei Diritti” dice no all’applicazione “Il Gratta e Vinci” su iPhone, iPad e Android. Lo Stato non può incentivare le ludopatie. A rischio soggetti ammalati di gioco ed anche i minori. Si ritiri immediatamente il provvedimento autorizzativo È sbarcata da poco su iPhone, iPod touch, iPad, smartphone e tablet Android l’applicazione ufficiale “Il Gratta e Vinci”senza che alcuno abbia sollevato il benché minimo problema. La app consente a chiunque abbia un “Conto Gioco” presso un rivenditore autorizzato AAMS (selezionalo dalla lista di rivenditori abilitati che si trovano all’interno dell’app stessa) di giocare e scommettere ai veri Gratta&Vinci. Al momento sono disponibili: Sette e Mezzo Mobile (1 euro); Prendi Tutto Mobile (5 euro); Miliardario Mobile (5 euro); Mega Miliardario Mobile (10 euro). La facilità con cui è possibile accedere al gioco e le modalità stesse di fruizione lo rendono particolarmente accattivante e perciò psicologicamente pericoloso, specie per i soggetti più deboli e anche per i minorenni. Infatti, è sufficiente scaricare gratuitamente l’applicazione dall’App Store o dai siti dei rivenditori abilitati, utilizzando il proprio conto gioco (o aprendone uno nuovo) attraverso il quale viene verificata la maggiore età solo per mezzo del codice fiscale, come se anche per un minorenne non sia facile reperire quello dei genitori, dei nonni o di un fratello, un parente o un amico maggiorenne. Ma è soprattutto il sistema utilizzato per “grattare” a destare le maggiori perplessità circa la malcelata volontà di sfruttare le ludopatie o comunque di “sedurre” verso il gioco il fruitore: viene riproposto in versione Mobile l’inconfondibile gesto del “grattare”, in un’esperienza di gioco molto simile a quella reale. Il meccanismo è semplice: basta passare il dito sullo schermo touch del proprio dispositivo per svelare i simboli e i numeri vincenti. Per Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” si tratta dell’ennesimo scandalo di uno Stato che incentiva le ludopatie ed il gioco d’azzardo con ogni mezzo disponibile, al basso scopo d’incamerare risorse a danno di migliaia di cittadini e di famiglie. Per tali ragioni, chiediamo che la società “Lotterie Nazionali S.r.l.” concessionaria esclusiva dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, del servizio di gestione delle Lotterie nazionali ad estrazione istantanea (Gratta e Vinci) anche con partecipazione a distanza (Gratta e Vinci on line), emani un provvedimento immediato che ritiri l’autorizzazione all’applicazione e la cancellazione immediata della stessa dagli store digitali.

Scandalo degli ormoni prescritti ai bambini: che fine ha fatto l’indagine in Italia?

Un’inchiesta del settimanale di approfondimento “Falò” sulla RSI (La radiotelevisione Svizzera in lingua italiana) svela i retroscena dello scandalo degli ormoni somministrati dai pediatri italiani per conto della casa farmaceutica elvetica Sandoz. Che fine ha fatto l’indagine in Italia? Se n’è parlato l’ottobre scorso come di uno scandalo quasi senza precedenti in Italia, ma da allora non se ne conosce l’epilogo. Secondo l’inchiesta condotta dai Nas e coordinata dalle Procure di Bologna e Busto Arsizio e che per la stampa avrebbe visto indagati 67 medici di ospedali pubblici e privati e 12 informatori scientifici, il gruppo farmaceutico svizzero Sandoz avrebbe pagato decine di pediatri italiani affinché prescrivessero alcuni farmaci di sua produzione. In particolare tra i medicinali prescritti soprattutto ai bambini, alcuni in sovradosaggio e abbastanza costosi, c’erano l’Omnitrope, un ormone della crescita che contiene il principio attivo della Somatropina, e il Binocrit, un farmaco che fa aumentare la produzione di globuli rossi. Entrambi sono utilizzati come anabolizzanti e considerati sostanze dopanti. I media avevano parlato di un’indagine complessa da parte della magistratura italiana e della decisione di Sandoz di licenziare dodici dipendenti e dirigenti sospettati appunto di aver cercato di aumentare le vendite ricorrendo a pratiche illegali. Dopo la vasta eco mediatica, in Italia il nulla, mentre in Svizzera viene annunciata sulla prima rete nel programma di approfondimento Falò un reportage di una vicenda che ha assunto non solo profili penalistici che sono sotto la lente d’ingrandimento della magistratura inquirente, ma soprattutto, risvolti umani drammatici, a partire dalle sofferenze dei ragazzi costretti ad assumere ormoni della crescita e quindi per le pericolose conseguenze per la salute per questi giovani. Come presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, spiega Giovanni D’Agata, riteniamo che sia utile far conoscere quanto prima gli esiti dell’inchiesta anche per favorire la possibilità d’intervento nell’eventuale processo penale di tutti quei ragazzi e genitori che hanno subìto incolpevolmente e loro malgrado trattamenti farmacologici se addirittura non necessari, probabilmente eccessivi.

martedì 14 maggio 2013

Estimi catastali. Quasi tutte le sezioni della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce confermano l’orientamento

Estimi catastali. Quasi tutte le sezioni della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce confermano l’orientamento. Arrivano altre sospensive anche dalla sezione 5 e 2, in attesa della discussione del merito la cui prima udienza pubblica è fissata il 16 maggio. Ormai l’orientamento appare pacifico sugli avvisi di accertamento catastali notificati dall’Agenzia del Territorio di Lecce in tema di rilassamento degli estimi catastali. Stamane, infatti, la Commissione Tributaria Provinciale di Lecce ha disposto altre 7 ordinanze di sospensione, in particolare: - la Sezione 5 (Presidente dott. Alfredo Lamorgese) ha disposto la sospensione di due avvisi di accertamento catastali; - la Sezione 2 (Presidente dott. Mario Fiorella) ha disposto la sospensione di 5 avvisi di accertamento catastale notificati a cittadini e società contribuenti. Alla luce di questi provvedimenti segnalatici dal tributarista avvocato Maurizio Villani che per primo aveva segnalato l’illegittimità della procedura attivata su input del Comune di Lecce e realizzata dall’Agenzia del Territorio, è possibile rilevare che quasi tutte le sezioni della Commissione tributaria di Lecce, con i vari Presidenti, si stanno orientando a concedere la sospensiva. Infine, giova ribadire che giovedì 16 c.m. per la prima volta saranno discusse nel merito le cause relative agli estimi catastali dinanzi alla Sezione 4 (Presidente dott. Oronzo De Pascalis - Relatori Avv. Antonio Cordella e Prof. Francesco De Blasi), con la concreta possibilità che entro giugno potranno essere pubblicate le prime sentenze. Un appuntamento, cui nuovamente Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, invita a partecipare tutta la stampa e la cittadinanza interessata per l’eco mediatico e i riflessi sulla collettività che ha assunto l’assurda procedura. Ci attendiamo una notevole partecipazione all’udienza pubblica giacché molti cittadini-contribuenti, hanno fatto sapere che saranno presenti per conoscere dal vivo l’epilogo giudiziario di una vicenda che ha lasciato il segno su tutta una città e non solo.

Crisi economica: come al solito colpite le fasce più deboli e tra questi anche la salute dei bambini italiani

Crisi economica: come al solito colpite le fasce più deboli e tra questi anche la salute dei bambini italiani La crisi e crisi e a pagarne maggiormente gli effetti sono soprattutto le fasce più deboli della popolazione giacché ad essere colpito dalla scure dei tagli dello Stato e di riflesso delle regioni e degli enti locali è il sistema di Welfare che sino ad oggi era riuscito a garantire, tutto sommato maggiore equità sociale e più protezione per i più deboli. Tra i soggetti maggiormente colpiti non solo gli anziani cui la pensione sociale non è sufficiente neanche per arrivare alla seconda settimana del mese ma anche i bambini. A peggiorare secondo gli indici di rilevazione nazionali sono, infatti, le condizioni generali legate a igiene e alimentazione e già si osserva un trend di crescita per alcune malattie infettive, mentre si riducono i servizi di assistenza per i piccoli con malattie croniche. Non sono parole che nascono da un’osservazione non scientifica della società, ma tali assunti scaturiscono da quello che è da considerarsi un vero e proprio appello alle istituzioni lanciato dai pediatri riuniti a Bologna nel recente Congresso nazionale della Società italiana di pediatria (Sip). È su questo Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” sottolinea che non possiamo essere d’accordo: non devono essere i bambini a pagare il prezzo della crisi. È vero che al momento nessuno può o forse vuole diffondere cifre ufficiali, ma i pediatri sono una voce attendibile di quello che sta accadendo sul territorio. La questione è davvero allarmante se il presidente SIP Giovanni Corsello ha testualmente affermato: "Il primo fenomeno che stiamo osservando è che sempre di più i bimbi vengono alimentati con prodotti non adatti a loro, e comunque non per l'infanzia, a partire dall'uso del latte vaccino sin dai primi mesi di vita proprio per il suo costo inferiore". Ancora più preoccupante è un ulteriore campanello d’allarme rilevato dagli specialisti in materia che riguarda il trend di crescita, in alcune regioni italiane, per certe malattie infettive. La conseguenza di tanto è da riferirsi anche al " ridotto ricorso alle vaccinazioni a pagamento in alcune realtà, come quelle per la meningite e il virus Hpv", ha sempre riferito il dott. Giovanni Corsello, oltreché, aggiungiamo noi dello “Sportello dei Diritti”, da un globale peggioramento delle condizioni igieniche delle famiglie italiane La crisi ha portato non solo ad una "riduzione del 20-40% degli accessi agli ambulatori, anche pediatrici, con pagamento del ticket" ma anche ad un aggravamento delle condizioni generali dei piccoli con malattie croniche: "Con la crisi - avverte il presidente Sip - si riducono i servizi di assistenza e ci possono essere maggiori problemi nella fornitura dei cosiddetti farmaci 'orfani' per la cura delle malattie rare, spesso medicinali molto costosi". Se ha “soffrire” è la globalità dei bambini le cui famiglie sono in maggiore difficoltà con un trend in pericolosa crescita, a subire ancora di più la crisi ed i conseguenti tagli alla sanità sono proprio i bambini più fragili. Un grido d’allarme cui le istituzioni, sottolineano dallo “Sportello dei Diritti”, non possono più restare sorde, perché il prezzo di tutto ciò dev’essere pagato da chi la crisi l’ha determinata, ossia i poteri finanziari, e non il sistema del Welfare che sino ad oggi ha garantito un miglioramento delle condizioni del benessere generale ma soprattutto la coesione sociale nel Paese.

lunedì 13 maggio 2013

Scandalo sperimentazione farmaci in Germania : anche gli italiani tuttora si offrono volontari a test clinici in Svizzera

Mentre in Germania monta lo scandalo sulla sperimentazione dei farmaci su bisognosi o ignari cittadini nell’ex Germania dell’Est da parte delle multinazionali occidentali si scopre che anche gli italiani tuttora si offrono volontari a test clinici in Svizzera per poche centinaia di euro Uno scandalo di proporzioni bibliche è stato innescato da un articolo inchiesta del quotidiano "Der Spiegel", che citando fonti del Ministero della Salute, della Medical Products Agency Stasi e dell'Istituto Mar ha scoperto che alcune multinazionali Farmaceutiche Occidentali, nel corso degli anni ‘80 avrebbero effettuato in più di 50 cliniche in tutta la ex Germania dell’Est oltre 600 sperimentazioni di farmaci su circa 50.000 cittadini della DDR usati come cavie. Tra questi, malati, neonati prematuri e alcolisti. In tutto cinquanta aziende farmaceutiche avrebbero dato in appalto, tra il 1983 e il 1989, almeno 165 studi, pagando fino a 440mila euro facendo così divenire la Ddr una sorta di vero e proprio laboratorio per le imprese farmaceutiche occidentali. Tra queste la Bayer e Schering (oggi fuse in un’unica azienda), Hoechst (oggi Sanofi), Boehringer Ingelheim e Goedecke (Pfizer), Sandoz (Novartis). Sarebbe stato dimostrato, peraltro, che diversi test avrebbero portato alla morte o al peggioramento di alcuni pazienti. Quest’inchiesta non è la prima che svela come alcune aziende che nel passato hanno dimostrato di avere pochi scrupoli avrebbero approfittato dei bisogni o dell’ignoranza dei cittadini per provare sulla pelle di questi gli effetti di farmaci in sperimentazione. Un fatto che già con estrema preoccupazione per non dire rabbia, pensavamo fosse isolato ai paesi in via di sviluppo, con la complicità delle amministrazioni e delle autorità locali, ma che secondo altre indagini giornalistiche avrebbe base anche nel cuore d’Europa dove giovani e meno giovani spinti dalla crisi, tutt’oggi si farebbero cavie per poche centinaia di euro. Arrotondare o campare sottoponendosi volontariamente alla somministrazione di farmaci da testare sarebbe diventato un espediente lavorativo che pare richiami molti italiani, soprattutto studenti universitari, verso le cliniche della Confederazione Elvetica, a un passo dal confine italiano. La cifra sarebbe pattuita nell’importo di 1200 euro offerti in cambio di 6 giorni di ricovero e attirerebbe ogni anno circa 750 italiani provenienti soprattutto dal Nord della Lombardia. Il mercato delle cosiddette cavie umane denuncia un incremento degli italiani che volontariamente si offrono, a fronte di una bassissima percentuale di svizzeri che rifuggono da questa pratica pur avendola a portata di mano. Il mercato è aperto, tanto che sulla rete è possibile leggere anche qualche annuncio di reclutamento pubblicato da una società farmaceutica italiana con sede in Svizzera. Tuttavia, è soprattutto dal passaparola che si arriva al contatto, alla presentazione e infine alla convocazione presso l’Ipas, Institute for pharmacokinetic and analytical studies di Mendrisio, divenendo delle cavie umane. Vietati in Italia, o almeno ostacolati dall’iter burocratico, i test clinici su soggetti sani sono legalmente regolamentati nella Confederazione Elvetica da almeno un decennio; la stampa italiana (da Repubblica a Panorama) ha riportato testimonianze del fenomeno che attira persone principalmente dalla Lombardia. A fronte della retribuzione già citata, non è dato sapere quali rischi si corrano, proprio perché il campo degli effetti è quello oggetto d’indagine. Risale al 2000 la creazione in Svizzera di un registro dei volontari per i test di medicamenti. Uno strumento invocato nel paese dopo che nella primavera del 1999 era scoppiato lo scandalo VTX 981030, nome in codice della sperimentazione di un nuovo epatoprotettore affidato alla società farmaceutica Van Tx, registrata a Fiburgo, sul cui operato la procura di Basilea aprì un’inchiesta per le tante inadempienze: selezioni di soggetti stranieri reclutati peraltro con modalità non sempre documentate, compensi non specificati, consenso dei soggetti incompleto. E si noti che, oltre alle grandi multinazionali, la Van Tx annoverava tra i clienti società farmaceutiche di ben dieci paesi stranieri. A quali danni per la propria salute incorrono i volontari sani, non si sa ancora con precisione. Se chi si offre, lo fa volontariamente (talvolta senza essere in bolletta) e dopo essere stato almeno in parte informato, verrebbe da dire, perché preoccuparsi dei rischi cui va incontro? Ci sovviene il tema della tutela dei soggetti più deboli, proprio perché tali, perché si trovano nella condizione di bisogno, per malattia, ignoranza o povertà. Per Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” troppo spesso e con estrema ingenuità nella nostra qualità di consumatori (occasionali o abituali) di farmaci di cui magari contestiamo la sperimentazione farmaceutica sugli animali, non verifichiamo in che misura la stessa passa sull’essere umano, in quali stadi e con quale trasparenza. È ovvio che spetta alle autorità europee e nazionali verificare se le procedure attuate in Svizzera rispettino degli standard minimi di sicurezza per chi si sottopone ai test e d’impedire in caso negativo che si consenta la possibilità di proseguire con sperimentazioni pericolose per la salute. È, altrettanto, chiaro che ciascun cittadino dovrebbe comprendere che dietro a facili ed esigui guadagni si possono sempre nascondere trappole per la propria salute. E per tali ragioni noi dello “Sportello dei Diritti” sconsigliamo vivamente questi test ai comuni cittadini.

domenica 12 maggio 2013

Attenzione alle punture di zecche

Attenzione alle punture di zecche: malattia di Lyme o borreliosi allarme giustificato? Comunque sempre meglio la prevenzione in campagna, nei boschi ma anche in spiaggia Scampagnate, gite nei boschi e spiagge che iniziano ad essere frequentate, così entra nel vivo anche questa primavera che sta già facendo spazio ad un anticipo d'estate, interrotta solo da qualche acquazzone rinfrescante. Ma più si trascorre tempo all'aria aperta in campagna, nei prati, nei boschi o anche nelle spiagge e più aumentano i rischi di essere punti da qualche antipatico insetto. Non solo vespe e zanzare, con quest'ultime che iniziano ad infestare gli ambienti aperti ma mano che si prolungano i caldi e l'umidità dell'aria aumenta, ma si aggiungono i rischi connessi alle punture di un insetto assai fastidioso per non dire pericoloso: la temibile zecca. Questo particolare parassita che si attacca al pelo dei nostri "fidi", ma che non esita a pungere qualsiasi animale a sangue caldo e quindi l'uomo, infatti, è portatore della Borrelia, un batterio responsabile di un’infezione assai diffusa ma poco conosciuta, chiamata malattia di Lyme, o borreliosi. Basti pensare che nel solo 2010 negli Stati Uniti questa infezione é stata identificata in 22mila americani con una diffusione così rapida, che é stata paragonata all’Aids. In Italia, anche se pochi ne parlano, la borreliosi è la più diffusa e rilevante infezione trasmessa da vettore: è seconda solo alla malaria tra le malattie il cui contagio avviene tramite un vettore artropode e nel periodo 1992-1998 ha infettato circa mille persone. In regioni come la zona del Carso, il Trentino e la Liguria è addirittura considerata come una malattia endemica. Lungi dal voler destare alcun tipo di allarme e volendo ricordare come la prevenzione sia sempre la miglior medicina, ricordiamo solamente che la malattia di Lyme colpisce la pelle, le articolazioni, gli organi interni e il sistema nervoso. I primi sintomi possono avere un carattere intermittente. Generalmente si presentano in estate e cominciano con una macchia rossa sulla pelle che si espande rapidamente, nella maggior parte dei casi sul dorso, poi nei casi più gravi e quando c'é scarsa informazione e una diagnosi troppo tardiva, possono svilupparsi disturbi più gravi anche di carattere neurologico come meningiti, mialgie, miocardite, linfocitoma cutaneo. Inoltre, tale patologia si manifesta con disturbi muscolo-scheletrici, problemi alla cute e all’apparato cardiovascolare, disturbi del sonno e del sistema nervoso centrale e periferico. Come già specificato, la borreliosi una volta tempestivamente diagnosticata, viene curata con una terapia antibiotica specifica, al fine di non consentire una cronicizzazione della malattia e gli effetti negativi indicati. È ovvio, rileva Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” che il modo più efficace per limitare l’infezione e le possibili conseguenze è quello di educare chi frequenta le aree endemiche per limitare il più possibile la puntura delle zecche: quando si frequentano aree boschive e prati bisogna usare vestiti chiari, che consentono una migliore individuazione di tali parassiti, e piuttosto spessi con calzature serrate alle caviglie e maniche lunghe chiuse ai polsi. Dovrebbe essere prassi di chiunque, dopo la scampagnata, effettuare un’attenta osservazione sui vestiti e sulle aree cutanee esposte, così da consentire la rimozione precoce di eventuali insetti, utilizzando una pinzetta, la quale non deve schiacciare la zecca, ma afferrarla nel punto in cui inserisce l’apparato boccale nella cute; la ferita dev'essere ovviamente disinfettata immediatamente. Il rischio di trasmissione di agenti infettivi, infatti, è tanto minore quanto più breve è la permanenza del parassita nella cute. In ultimo, anche sulle spiagge sono stati segnalati casi di punture di zecche e conseguenti contagi, sia per la diffusissima prassi di portare i cani in spiaggia che per la presenza di randagi che in alcune località balneari si spostano indisturbati. È ovvio che un tuffo in mare può limitare i rischi di punture, ma un controllo della propria pelle dopo una giornata a mare non fa mai male.