venerdì 31 marzo 2017

Salone invenzioni di Ginevra: premio ad apparecchio che con una foto diagnostica il diabete. Uno scatto della retina rileva la malattia

Salone invenzioni di Ginevra: premio ad apparecchio che con una foto diagnostica il diabete. Uno scatto della retina rileva la malattia Il 45esimo Salone delle invenzioni di Ginevra ha assegnato il suo Gran Premio a un espositore tailandese, M. Tantibundhit, e alla sua apparecchiatura che permette di diagnosticare il diabete attraverso una fotografia della retina. Nel mondo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” sono circa 380 milioni le persone colpite dal diabete e potrebbero arrivare a 600 milioni nel 2035. La malattia si manifesta fra le altre cose attraverso un deterioramento della retina. Con la nuova applicazione mobile, è possibile una diagnosi semplice e immediata, con una valutazione della gravità del problema. Non serve alcuna struttura medica o ospedaliera. La fotografia - fatta in pochi secondi - viene inviata a un programma informatico ed elaborata. In totale il Salone ha ricompensato 52 altre invenzioni fra le migliaia di novità presentate. La manifestazione andrà avanti fino a domenica.

Allerta RASFF, stampi per dolci tossici

Allerta RASFF, stampi per dolci tossici. Potenzialmente pericolosi per la salute per migrazione di ammine aromatiche primarie, scatta il ritiro. Non buone notizie per il consumatore. L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allarme questa settimana da parte del Sistema rapido di allerta europeo per alimenti (RASFF) comprende la migrazione di ammine aromatiche primarie da strumenti per la preparazione e guarnizione di dolci (stampi, forme, utensili da taglio ecc.) prodotti in Cina. Anche se sono a norma, alla prima cottura in forno rilasciano sostanze indesiderate che vanno a finire nelle torte o nei muffins. Il timore sull’eventuale cessione da parte dello stampo per dolci all’alimento non è nuovo: in Francia nel 2005 sono scattati i controlli della “Direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione delle frodi; in Germania l’allarme è scattato all’inizio del 2006. In entrambi i Paesi sono stati individuati prodotti a rischio. In Francia, i controlli a tappeto hanno dato risultati preoccupanti: 44 stampi per dolci su 81 analizzati sono stati dichiarati non conformi alla legge francese. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, alla luce dell'ulteriore allerta di RASFF, invoca“una norma ad hoc per questo tipo di stampi ad uso alimentare, sconosciuta in Italia, più severa e garante della sicurezza del prodotto”. La segnalazione diffusa dal Sistema rapido di allerta europeo, è stata inviata dal Ministero della salute italiano ma non pubblicata sul sito del nuovo portale dedicato alle allerte alimentari.

Allarme depressione tra i giovani: lo “Sportello dei Diritti” per una campagna di prevenzione sociale profonda.

Allarme depressione tra i giovani: lo “Sportello dei Diritti” per una campagna di prevenzione sociale profonda. Sono trascorsi decenni da quando si è iniziato a parlare di depressione tra i giovani e giovanissimi, ma di recente alcune associazioni che si occupano o si sono occupate del fenomeno, hanno lanciato un allarme preoccupante basata sui dati forniti dagli istituti di psichiatria: secondo alcune stime sono circa 1milione i giovani depressi: l'8% dei giovani soffre di nevrosi d'ansia e il 5% di depressioni gravemente limitanti. Inoltre per sette ragazzi su cento, che hanno oggi fra i 18 e i 24 anni, la malattia è cominciata prima della maggiore età. La questione più preoccupante è che spesso il "male di vivere", che può colpire gli adolescenti, non sempre è dichiarato a voce alta. Tanto da passare inosservato. I giovani colpiti, manifestano intenzioni di suicidio e soffrono di disturbi della personalità, di tipo ansioso o maniaco-depressivo. E il fenomeno sembra essere in aumento. Infatti, questa sofferenza non sempre è colta dalla famiglia, anzi risulta che spesso venga nascosta e non curata per vergogna o pregiudizio. Anche per questo probabilmente sono ancora pochi i casi che vengono diagnosticati in modo corretto e ancora meno quelli trattati correttamente. Dal manifestarsi dell'ansia alla cura del giovane sofferente passa molto, troppo tempo. In media da nove mesi a cinque anni, con un 30% di pazienti che non riceve cure adeguate e un 40% che non assume alcuna terapia".E ciò non fa che aggravare la malattia. Del resto per i genitori come per i docenti è difficile fare una diagnosi chiara e precoce perché i sintomi di una depressione adolescenziale sono atipici o vengono facilmente mascherati da problemi fisici o da altre condizioni in apparenza completamente estranee a questo tipo di patologia. Ad esempio i disordini alimentari (anoressia e bulimia), il desiderio di dormire continuamente, l'insonnia, i dolori cronici, le cefalee e i disturbi gastro-intestinali possono nascondere una causa più profonda. Come pure l'abuso d'alcol e di droghe leggere. O i problemi di concentrazione e l'iperattività. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”- anche per l’angosciante aumento di suicidi e casi psicopatologici di tipo depressivo tra i giovani– invita tutte gli enti istituzionali che per le rispettive competenze si occupano dell’argomento, ad adottare politiche più incisive e a potenziare l’attività degli “sportelli psicologici”, mettendo comunque al primo posto campagne di prevenzione sociale che oltre a minare le basi del “male di vivere” giovanile possono contribuire a ridurne notevolmente i gravosi costi sociali. Un contributo rilevante può essere dato da una maggiore sinergia tra le “Commissioni Salute”, presenti in ogni scuola, e le Asl, con i loro “Sportelli psicologici”.

Depressione male del secolo: sono 300 milioni nel mondo i malati

Depressione male del secolo: sono 300 milioni nel mondo i malati. E' tra le prime cause di invalidità e solo il 50% si cura. L'OMS ha creato il 'World Health Day' che si celebra il 7 aprile L' Oms ha lanciato l’allarme: la depressione è il vero male del ventunesimo secolo. Nel mondo colpisce più di 300 milioni di persone, una cifra aumentata del 18% tra il 2005 e il 2015. E a questo tema l'agenzia speciale dell'ONU per la salute ha dedicato il 'World Health Day' che si celebra il 7 aprile, anniversario dell'istituzione dell'organizzazione. Persino nei Paesi ad alto reddito, sottolinea l'Oms, il 50% di chi soffre di depressione non accede ai trattamenti, e in media solo il 3% del budget sanitario è impiegato in questi problemi, una cifra che è meno dell'1% nei Paesi poveri, ma non supera il 5% in quelli ricchi. L'inattività in questo campo costa al mondo mille miliardi di dollari l'anno, mentre un dollaro speso per mitigare il problema ne rende 4 in termini di maggiore produttività e migliore salute. Il primo passo da fare, spiega l'organizzazione, è far uscire allo scoperto chi soffre di patologie mentali, che spesso tende a nasconderle. "Lo stigma continuo associato alle malattie mentali è la ragione per cui abbiamo chiamato la nostra campagna 'let's talk' - spiega Shekhar Saxena, direttore del dipartimento di Salute Mentale dell'Oms -. Per qualcuno che convive con la depressione, parlare con una persona di cui si fida è spesso il primo passo verso la terapia e la guarigione".Dal punto di vista della salute, sottolinea il materiale pubblicato per la campagna, la depressione è anche un fattore scatenante per altri problemi e condizioni mediche. Aumenta il rischio di abuso di sostanze e di malattie come il diabete. "È vero anche l'opposto - si legge -: le persone che hanno queste malattie sono a più alto rischio di depressione". I vertici dell’Oms, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, lanciano l'allarme mettendo in guardia dai rischi della depressione perché nei casi più gravi si può arrivare anche al suicidio: mancanza di appetito, sonno disturbato, chiusura in sé stessi sono sintomi che devono essere presi in seria considerazione.

In 5 anni sequestrate in Ue 20mila armi. Il 34% sono pistole

In 5 anni sequestrate in Ue 20mila armi. Il 34% sono pistole Negli ultimi cinque anni, da gennaio 2010 a marzo 2015, sono state sequestrate nell'Unione Europea 19'246 armi illecite, il 34% delle quali pistole e il 27% fucili. Sono dati contenuti nel rapporto finale del Progetto FIRE - Fighting Illicit Firearms Trafficking Routes and Actors at European Level che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta, iniziato nel 2014 e conclusosi nel 2016, è stato finanziato in parte dalla Commissione Europea. Secondo quanto riportato dal report il maggior numero di sequestri di armi si è registrato nell'Europa occidentale (35% dei casi), seguito dall'Europa mediterranea (26%), dal nord Europa (21%) e dall'Europa orientale (18%). Le principali rotte del commercio di armi, stando allo studio, hanno come punto di partenza gli stati dell'ex Unione Sovietica e della ex Jugoslavia, e tra le maggiori destinazioni emergono Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito e i Paesi scandinavi.

giovedì 30 marzo 2017

Consorzi di bonifica. Altro avviso di accertamento annullato dalla CTP di Lecce

Consorzi di bonifica. Altro avviso di accertamento annullato dalla CTP di Lecce: il consorzio non ha provato l’esecuzione delle opere di bonifica né è riuscito a contrastare la perizia di parte Ancora una volta i giudici tributari di Lecce hanno dato torto al Consorzio di Bonifica Arneo perché non ha dimostrato l’esecuzione di opere di manutenzione e di bonifica concretamente realizzate nell’anno 2014. Infatti, in caso di contestazione da parte del contribuente, come nella fattispecie, l’avviso di accertamento deve essere annullato se il Consorzio di bonifica non rispetta l’onere della prova, come più volte sottolineato dalla Corte di Cassazione, citata dai giudici leccesi, nonché come previsto dall’art. 18 della Legge n. 4 del 2012 della Regione Puglia, correttamente richiamata dai giudici tributari a seguito delle deduzioni formulate nel procedimento introdotto su ricorso dell'avvocato Maurizio Villani. In particolare, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i giudici, con una motivata ed esauriente sentenza, hanno annullato la suddetta ingiunzione non solo perché il Consorzio Arneo non ha provato l’esecuzione delle opere di bonifica, ma anche perché non ha saputo contrastare la documentazione prodotta dal contribuente, tra cui una perizia di parte che, invece, aveva dimostrato che non c’erano state opere di manutenzione e di bonifica concretamente realizzate dal Consorzio nell’anno 2014.

Cassazione: suocera che offende l’onore della nuora davanti ai figli commette reato. I bimbi possono ripeterle

Cassazione: suocera che offende l’onore della nuora davanti ai figli commette reato. I bimbi possono ripeterle Che i rapporti suocera - nuora non siano dei migliori è argomento assai risaputo. Ma la vicenda quest'oggi portata all'attenzione della Suprema Corte di Cassazione vede coinvolti una giovane nuora alle prese con la propria suocera. Secondo la sentenza 16108/17, pubblicata il 30 marzo dalla quinta sezione penale della Cassazione scatta la diffamazione per la suocera che offende l’onore della nuora davanti ai suoi nipotini, anche se i bambini hanno solo due e quattro anni. E ciò perché, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, si configura la comunicazione con più persone ex articolo 595 Cp: i bambini possono cogliere la portata lesiva al di là dello specifico significato delle parole e rendersi strumento di propagazione dei contenuti diffamatori. Confermata la condanna inflitta all’anziana che accusa la vedova di suo figlio di essere la causa della morte del marito, oltre a pronunciare epiteti ingiuriosi che offendono la moralità della nuora. Il tribunale come giudice di secondo grado rovescia l’assoluzione pronunciata dal giudice di pace sul rilievo che i minori, per la loro tenera età, non sarebbero in grado di percepire il messaggio verbale. In realtà i due bambini si trovano proprio nella fase in cui incamerano le conversazioni degli adulti ampliando il loro vocabolario e tendendo poi a emulare gli adulti. E il reato di diffamazione si configura anche quando c’è un accesso iniziale alle espressioni offensive da parte di un unico soggetto, con propalazione successiva. Non si può poi escludere che anche i bimbi possano comprendere il disvalore insito nelle frasi degli adulti quando si tratta di concetti elementari e di parole volgari di uso comune: lo dimostra, ad esempio, il fatto che non ci siano limiti di età per testimoniare, segno che il legislatore non presume che vi siano persone incapaci di recepire gli eventi e di riferirne. Insomma: l’eventuale incapacità dei bambini non può essere fondata su di un dato astratto o convenzionale come l’età ma dovrebbe essere accertata ricorrendo ad accertamenti medici o psicologici. Senza dimenticare che nella specie i nipotini restano scossi dalla sfuriata della nonna, tanto da piangere.

Airbag difettoso. Toyota richiama 2,9 milioni auto nel mondo. Rischio in caso di gonfiaggio

Airbag difettoso. Toyota richiama 2,9 milioni auto nel mondo. Rischio in caso di gonfiaggio L'elenco dei veicoli richiamati dai costruttori, a causa dei malfunzionamenti causati dall'airbag prodotto dalla Takata Corp, si allunga. E' la volta della casa automobilistica Toyota che ha annunciato un nuovo richiamo nel mondo. Il gruppo ha annunciato giovedì di aver richiamato 2,9 milioni di auto a causa di questi airbag difettosi. Il richiamo riguarda 750.000 veicoli in Giappone, 650.000 in Cina, 350.000 in Europa e 1,16 milioni in altri paesi come l'Oceania e America centrale e meridionale. Il richiamo riguarda i modelli Auris, RAV4, la Corolla Axio, la Corolla Fielder e la Noè o Voxy. Gli airbag in caso di gonfiaggio in seguito a collisione, potrebbero rilasciare schegge di metallo e quindi essere potenzialmente pericolosi. I difettosi airbag della Takata hanno costretto alcune case automobilistiche a richiamare circa 100 milioni di veicoli a livello globale. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari Toyota Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

mercoledì 29 marzo 2017

Lotta al fumo, sorprendente performance Italia nella classifica europea

Lotta al fumo, sorprendente performance Italia nella classifica europea. La classifica dei Paesi europei "antifumo" è guidata dal Regno Unito, seguito da Irlanda e Islanda. In fatto di misure per frenare o ridurre il consumo di tabacco, l'Italia brilla nel confronto europeo e si piazza quasi vicino la vetta della classifica: al 13° rango di 35 Paesi presi in considerazione. Rispetto al 2013 l'Italia ha addirittura guadagnato due posizioni. Come risulta dalla speciale classifica UE dei paesi che contro il fumo, fanno di più e meglio svettano, quelle delle politiche del Sud e dell’Est. Nello specifico,dal rapporto "The Tobacco Control Scale 2016 in Europe", divulgato oggi e realizzato dall’Associazione delle leghe europee contro il cancro, sorprendono, in particolare, le straordinarie e sorprendenti performance non solo di Italia, Spagna e Portogallo, ma anche di stati abituati a essere sempre gli ultimi della classe. Come la Romania che, grazie alla recente introduzione del no smoking nei locali pubblici, è passata dal 19° posto del 2013 al 7° di quest’anno. Per gli autori del report nel giro di poco tempo anche le nazioni più recalcitranti si adegueranno agli standard anti-nicotina di quelle che occupano i primi posti. Grazie all’applicazione in tutti gli Stati Membri della recente direttiva europea che ha detto stop alla vendita dei pacchetti da 10 sigarette e all’uso di additivi che la rendono più “gustosa”, come caffeina, vitamine, coloranti delle emissioni, o sostanze che facilitino l’inalazione o l’assorbimento di nicotina. Per una volta la maglia nera spetta, invece, a Germania, Austria e Lussemburgo. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” alla luce di questi dati non bisogna demordere e continuare su questa strada intrapresa con tutti i mezzi consentiti nella lotta contro questo problema che è causa di costi sociali impressionanti, adottando rigorose strategie di carattere transnazionale come questa sollecitata dall'Organizzazione Mondiale Della Sanità.

I computer preferiti agli umani in casa BlackRock. Sceglieranno i titoli su cui investire

I computer preferiti agli umani in casa BlackRock. Sceglieranno i titoli su cui investire Rivoluzione in casa BlackRock, la più grande società di investimento nel mondo che gestisce un patrimonio totale di 5.100 miliardi di dollari, il primo gestore indipendente quotato alla Borsa di New York in termini di masse gestite. I computer sono preferiti agli essere umani nella scelta dei prodotti finanziari da acquistare e vendere. Una decisione legata alle difficoltà della sua divisione per la scelta di titoli, indietro rispetto alle altre di BlackRock, la più grande società di investimento al mondo con in portafoglio 5100 miliardi di dollari di averi. Di fronte alle difficoltà, BlackRock ha stabilito che, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per gli esseri umani battere il mercato con le tradizionali scommesse è sempre più complicato, e per questo annunciato una maggiore enfasi sui computer rispetto agli uomini. La decisione si tradurrà nella perdita di posti di lavoro.

OCSE: attenzione iPhone e iPad contraffatti. "Falso" un telefono su cinque, potrebbero essere venduti anche nei centri commerciali.

OCSE: attenzione iPhone e iPad contraffatti. "Falso" un telefono su cinque, potrebbero essere venduti anche nei centri commerciali. Allarme contraffazione per i prodotti acquistati online. A rischio anche le console dei videogame. Il mercato vale 143 miliardi di dollari. La Cina accusata di essere la principali fonte di produzione. Lo Sportello dei diritti: " Fate attenzione se acquistate degli iPhone e iPad non in negozi specializzati." Finora si supponeva che il mercato degli iPhone e iPad contraffatti riguardasse principalmente la Cina o paesi in cui Apple non vende ufficialmente i propri prodotti. Ora lo denuncia l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), un telefonino su cinque, acquistato all'estero e spedito via corriere o posta, è contraffatto. Il mercato della contraffazione coinvolge tutto l'universo di prodotti e accessori legati agli smartphone, come batterie, caricatori, memory card, tablet, laptop, a fronte di una "domanda insaziabile" che li rende particolarmente "lucrativi" per i falsari. Lo stesso fenomeno si riscontra per le console dei videogame (con un rapporto di uno su quattro). "In media il 6,5% del commercio globale di beni dell'information e communication technology (ICT) riguarda prodotti contraffatti", osserva l'OCSE nell'analizzare i dati del 2013 in vista del "Global Anti-Corruption and Integrity Forum" del 30 e 31 marzo. Un mercato che vale 143 miliardi di dollari e che vede la Cina come "fonte primaria di beni ICT contraffatti". In particolare i falsi telefoni cellulari e tablet sono in tutto identici agli originali, anche il packaging è identico nei minimi dettagli a quello di casa Apple. anche se ci si rende conto della scarsa qualità con cui sono stati impacchettati gli accessori. I falsi dispositivi made in Cina sono veramente ben fatti, tanto da essere facilemte confondibili con gli originali. Premendo il bottone di accensione viene mostrata la schermata Low Battery che subito si spegne. A prima vista il falso può confondere, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma con un po' di attenzione si può riconoscere senza doverlo aprire. Per esempio per quanto riguarda il cellulare, prima di tutto il peso del fake è nettamente inferiore a quello dell'iPhone. Secondo il display di un vero iPhone è costituito da Gorilla Glass, un particolare tipo di vetro molto resistente che la Apple sta applicando a tutti gli iPhone ed iPad, mentre il display del falso è palesemente plastico. Inoltre il falso è facilmente apribile, è chiuso con normali incastri, al suo interno ci sono solo 2 batterie di quelle da orologio ed una luce led blu che serve a far credere che l'iPhone falso sia funzionante. Per quanto riguarda la schermata Low Battery si vede che si tratta di una banalissima stampa su plastica.

Buche killer a Lecce. Salta il chiusino del tombino su viale Giovanni Paolo II (ex viale dello Stadio) al passaggio dell'auto. Sfiorato il dramma

Buche killer a Lecce. Salta il chiusino del tombino su viale Giovanni Paolo II (ex viale dello Stadio) al passaggio dell'auto. Sfiorato il dramma, solo qualche danno all'auto. Anche dove si fanno i lavori, a Lecce il pericolo è sempre in agguato Solo qualche giorno fa, per precisione il 21 marzo scorso, denunciavamo l'ennesima caduta in una buca da parte di un pedone a Lecce ed evidenziavamo il fatto che nel capoluogo salentino non passi giorno in cui cittadini siano coinvolti in eventi simili, al centro come in periferia, soprattutto per la carenza di custodia e di vigilanza da parte dell'amministrazione comunale che, sempre attenta alle grandi opere, ha sempre posto in secondo piano il quotidiano, come la manutenzione di strade e marciapiedi. Questa volta però, l'evento è accaduto in viale Giovanni Paolo II, già noto come viale dello Stadio, dove un automobilista se l'è vista davvero brutta nel momento in cui transitava su un tombino, dal quale è schizzato via il chiusino in ghisa come documentato dalle fotografie trasmesseci. Solo la prontezza di riflessi del guidatore e la fortunata circostanza che non vi fossero motocicli o altri veicoli a breve distanza, ha evitato il peggio. Resta però il fatto - rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” - che appare assurdo che tali episodi riguardino anche vie oggetto di recenti opere pubbliche che dovrebbero restituire alla città strade immuni da qualsiasi vizio, mentre siamo costretti a registrare che tutto ciò accada, quasi sempre, senza che il comune muova un dito nei confronti di chi quei lavori li ha eseguiti. Anche questa volta, quindi, non si pone solo l'annoso problema del diritto al risarcimento dei pregiudizi subìti dal malcapitato, assistito dai legali dello “Sportello dei Diritti”, che si va ad aggiungere alle centinaia di migliaia di euro di citazioni per danni che ogni anno si vede notificare il comune di Lecce per la pessima custodia delle proprie strade e che inevitabilmente, al netto di quelle non accolte, producono un passivo in bilancio non indifferente per le casse cittadine, ma è il problema stesso della manutenzione ordinaria e dei controlli – anche sui lavori eseguiti - a non apparire adeguato ad una città che si dice votata al futuro.

Allerta alimentare del Ministero Salute per la Listeria nella "Tramezzino di kebab, pomodoro e cipolla " R RIVA - Premium. Scatta il ritiro del prodotto

Allerta alimentare del Ministero Salute per la Listeria nella "Tramezzino di kebab, pomodoro e cipolla " R RIVA - Premium. Scatta il ritiro del prodottio Il Ministero della salute mercoledì 29 marzo ha diramato un comunicato che invita i cittadini a non consumare il " Tramezzino di kebab, pomodoro e cipolla " prodotto da R RIVA - Premium con sede dello stabilimento a Nibiobbo (LC) via Gaggio n° 43. Il ritiro riguarda tutti il territorio nazionale del lotto L053R della confezione da 150g in busta sotto vuoto con scadenza minima 29.03.17. Il dolce è prodotto da RIVA Alimentare Uniti srl. La scheda sulla Listeria e le indicazioni sulla prevenzione sono tratte dal sito del Ministero della salute. La presenza nel cibo è tollerata entro precisi limiti dalle norme europee. Quando si superano i limiti prescritti scatta l’allerta e il prodotto viene ritirato dal mercato, perché le persone immunodepresse, anziane o in cura con farmaci immunosoppressori rischiano seriamente di ammalarsi. Le contaminazioni da Listeria sono molto diffuse. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia,non esclude che l'ingerimento del prodotto gastronomico possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione. La listeriosi è un’infezione che si trasmette prevalentemente per via alimentare e può avere effetti gravi nell’uomo. Il germe (Listeria monocytogenes), è un batterio largamente diffuso nell’ambiente, nel terreno e nelle acque di superficie, che tollera gli ambienti salati e le basse temperature (+2/+4°C). Alcune categorie di persone sono più a rischio di contrarre la malattia se presentano un sistema immunitario indebolito: anziani, neonati, donne in gravidanza, soggetti con altre malattie in corso che compromettono il sistema immunitario. Tuttavia anche i soggetti non considerati a rischio possono contrarre l’infezione e in qualche caso manifestare la malattia nella forma gastrointestinale. Il veicolo principale di infezione nell’uomo è il consumo di alimenti pronti al consumo (in inglese: RTE “ready-to-eat”) e di cibo crudo. Il batterio della Listeria si trova più comunemente sulla crosta di formaggi freschi molli, o in formaggi a base di latte crudo, salmone affumicato, carni fresche non stagionate, salumi, ma anche nei vegetali crudi. La cottura dei cibi uccide il germe, la conservazione in frigorifero no. Una persona affetta da listeriosi può manifestare i segni di una sindrome simil-influenzale caratterizzata da febbre e dolori muscolari, a volte preceduti da diarrea o altri sintomi gastro-intestinali. Nel caso di pazienti immuno-compromessi la malattia può evolvere in modo molto più grave con setticemia e meningite. Nelle donne in gravidanza la malattia può portare a complicanze anche gravi per la gestazione. I primi sintomi si possono rilevare anche a distanza di 70-90 giorni dall’assunzione di cibo contaminato.

martedì 28 marzo 2017

Figuraccia italiana presso il nostro consolato in Svizzera. Il Tribunale Federale elvetico ordina di adeguare i salari di due impiegate

Figuraccia italiana presso il nostro consolato in Svizzera. Il Tribunale Federale elvetico ordina di adeguare i salari di due impiegate. Un'altra prova che i diritti dei lavoratori La più alta autorità giuridica della Svizzera, il Tribunale Federale, ha confermato il diritto di due impiegate presso il Consolato generale d'Italia a Lugano, a vedersi riconosciute le differenze salariali dal 2013 come compensazione del danno passato e futuro conseguente alla svalutazione dell'euro rispetto al franco svizzero e alla disparità di trattamento nei confronti dei colleghi con mansioni uguali remunerati in moneta svizzera. Una sentenza pubblicata ieri dall'Alta Corte elvetica ha, infatti, dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero degli Affari Esteri italiano avverso una sentenza del Tribunale d'appello ticinese del settembre 2016 che aveva a sua volta respinto un altro ricorso della Farnesina contro una precedente decisione del giugno 2015 del Pretore di Lugano. Il primo giudice aveva, infatti, aveva parzialmente accolto le richieste delle due dipendenti che avevano chiesto rispettivamente, la prima 54.464,65 euro di salari arretrati e il riconoscimento di un aumento annuale di 11.268,55 euro, mentre la seconda avanzava pretese arretrate di 47.972,25 euro e un aumento di 9.925,30 euro all'anno. Il giudice ticinese aveva condannato il Ministero degli Affari Esteri a pagare alle donne gli importi da loro chiesti a titolo di adeguamenti arretrati ma riducendo a 9.714 euro l'aumento futuro per la prima e a 3.740 euro per la seconda. Secondo la giurisprudenza italiana, spiegano i difensori delle due impiegate, la norma in questione attribuisce al datore di lavoro la facoltà di concedere adeguamenti salariali, ma non dà al dipendente il diritto di pretenderli. Le opponenti, però, per il Tribunale Federale, "obiettano con ragione l'inammissibilità di questa censura, poiché l'applicazione erronea del diritto estero può essere motivo di ricorso in materia civile soltanto nelle cause di natura non pecuniaria". Ed è proprio questa applicazione erronea a essere costata al Ministero la dichiarazione d'inammissibilità del ricorso, oltre al pagamento di 6.000 franchi per spese giudiziarie e 7.000 a titolo di ripetibili alle due impiegate. Una figuraccia, quella italiana, ampiamente pubblicizzata sui media svizzeri, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che dimostra ancora una volta come negli altri stati europei, anche non dell'Unione, la concezione statale dei diritti dei lavoratori conosce avanzamenti e non arretramenti come sta accadendo nel Belpaese ormai da una ventina d'anni di demolizioni di conquiste civili nel campo del diritto del lavoro.

Terremoto per Coca Cola: trovate feci umane nelle lattine vuote

Terremoto per Coca Cola: trovate feci umane nelle lattine vuote Ha dell'incredibile quanto accaduto oltremanica, in Irlanda del Nord che ha costretto la fabbrica di Lisburn della Coca Cola, ad un arresto della produzione di 15 ore. All'interno delle lattine vuote sono state rinvenute tracce di escrementi umani. La prova che fossero contaminate, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è arrivata poco dopo quando sono state analizzate le latte vuote provenienti dalla Germania. Ora la Polizia dell'Irlanda del Nord (PSNI), sta indagando sull'incidente. In un comunicato inviato alle Agenzie di stampa, un portavoce di Coca-Cola ha sottolineato che le lattine in cui sono statti trovati gli escrementi non hanno raggiunto la grande distribuzione: "Si tratta di un incidente isolato che non pregiudica eventuali prodotti attualmente in vendita". La Food Standards Agency ha dichiarato: "La FSA in Irlanda del Nord è a conoscenza di un incidente di contaminazione delle lattine di Coca-Cola a Lisburn. Non ci sono prove che suggeriscono che il prodotto interessato ha raggiunto il mercato".

Vittime del dovere. Il vitalizio dev'essere pari all’assegno per quelle di mafia e terrorismo.

Vittime del dovere. Il vitalizio dev'essere pari all’assegno per quelle di mafia e terrorismo. Le Sezioni Unite della Cassazione confermano la giurisdizione ordinaria e affermano il principio secondo cui la legislazione in materia è finalizzata da un intento perequativo. Confermati definitivamente i diritti di chi si sacrifica per lo Stato Chi si sacrifica per lo Stato non può essere discriminato rispetto alle altre vittime ritenute degne di tutela dall'ordinamento italiano. In buona sostanza è questo il principio stabilito dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che, con la sentenza 7761/17, pubblicata il 27 marzo, hanno rigettato il ricorso del Ministero della difesa. Per i giudici della Suprema Corte, infatti, l’assegno mensile in favore delle vittime del dovere deve essere equiparato all’assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata. La vicenda parte dalla domanda proposta al Tribunale in funzione di Giudice del Lavoro di Firenze ai fini del riconoscimento dello status di “vittima del dovere” per la concessione dei benefici assistenziali. Il giudice ordinario condannava il ministero della Difesa e quello dell’Interno a riconoscergli lo status e i relativi benefici di legge così come la la Corte di appello toscana che confermava la prima sentenza anche in relazione all’ammontare del vitalizio. L'importante decisione in commento oltrechè confermare la correttezza dell'individuazione del giudice ordinario in funzione del giudice del lavoro in relazione a tali vertenze, affronta l'evoluzione normativa comparandola anche con alcune decisioni amministrative. Gli ermellini ricordano, infatti, che «con l’articolo 4, comma 238, della legge 350/03 l’ammontare dell’assegno vitalizio in favore della vittime del terrorismo e della criminalità organizzata è stato raddoppiato; il dpr 243/06, emanato in base all’articolo 1, comma 565, della legge 266/05 all’articolo 4 ha affermato che l’assegno vitalizio dovesse essere corrisposto in un ammontare pari ad euro 258,23; tale disposizione avrebbe creato un’irragionevole diversità di trattamento tra le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e le vittime del dovere: pertanto, il Consiglio di Stato, con varie pronunce, ha, in via interpretativa, chiarito che alla misura dell’assegno indicata nell’articolo 4 del dpr 243/06 non deve essere attribuito il valore di cristallizzazione del relativo importo, in quanto escludere le vittime del dovere e i soggetti equiparati dal disposto raddoppio dell’ammontare dell’assegno equivarrebbe a creare un’ingiustificata disparità di trattamento». In ragione di tali deduzioni in diritto, i giudici di legittimità hanno affermato il seguente principio di diritto: «L’ammontare dell’assegno vitalizio mensile previsto in favore delle vittime del dovere e dei soggetti ad esse equiparati è uguale a quello dell’analogo assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, essendo la legislazione primaria in materia permeata da un simile intento perequativo ed essendo tale conclusione l’unica conforme al principio di razionalità-equità di cui all’articolo 3 della Costituzione, come risulta dal “diritto vivente” rappresentato dalla costante giurisprudenza amministrativa e ordinaria». In termini economici, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta del riconoscimento formale di un sostanziale raddoppio del beneficio economico relativo all'assegno mensile che per le amministrazioni dello Stato doveva essere pari ad € 258,00 soggette a perequazione, mentre con la sentenza in questione si conferma quell'orientamento secondo cui l'importo dev'essere pari ad € 500,00 soggette a perequazione ossia l'importo elevato dalla L. 350 del 2003. È bene ricordare che l'espressione “vittime del dovere”, non è solo una locuzione di circostanza, ma individua, nella legislazione italiana, gli appartenenti alle forze di polizia italiane ed alle forze armate italiane caduti o che abbiano contratto infermità invalidanti nell'adempimento del loro dovere. Nella disciplina prevista dal D.P.R. n. 243/2006 è previsto un particolare elenco di pubblici funzionari particolarmente esposti ad essere vittime nello svolgimento del proprio dovere che sono: i magistrati ordinari della magistratura italiana, gli appartenenti alle forze armate italiane: all'Aeronautica Militare, all'Arma dei Carabinieri, all'Esercito Italiano, alla Marina Militare, alla Guardia di Finanza; gli appartenenti alle forze di polizia italiane: al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al Corpo Forestale dello Stato, alla Polizia di Stato, alla Polizia Penitenziaria, alla Polizia Municipale. La normativa prevede, inoltre, la corresponsione di un assegno di invalidità in genere a tutti gli altri dipendenti pubblici deceduti o che abbiano subìto un'invalidità permanente in attività di servizio o nell'espletamento delle funzioni di istituto per effetto diretto di lesioni. Sono equiparati agli individui suddetti, coloro che abbiano contratto infermità invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative. Lo “Sportello dei Diritti”, associazione che da tempo segue anche le vicende delle “vittime del dovere” plaude, quindi, alla decisione in questione, confermando l'impegno ad assistere su tutto il territorio nazionale tutti coloro che hanno diritto ai benefici della legge vigente che potranno continuare a segnalarci la loro situazione agli indirizzi email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org.

lunedì 27 marzo 2017

Ritirato formaggio Roquefort francese del caseificio Société per Escherichia coli. L’allerta è stata lanciata dalla Germania

Ritirato formaggio Roquefort francese del caseificio Société per Escherichia coli. L’allerta è stata lanciata dalla Germania Un lotto di formaggio Roquefort prodotto dal caseificio francese Société des caves è stato ritirato per la presenza di Escherichia coli. Si tratta del prodotto destinato al banco gastronomia/taglio del peso di circa 100 g. Il lotto richiamato è il numero 3023260001362 con termine minimo di conservazione 15/07/2017. L’allerta è stata lanciata il 27 marzo dalla Germania attraverso il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de. Il formaggio è stato prodotto in Francia e distribuito in Germania ed attraverso la catena di supermercati e ipermercati francese Carrefour. L'Escherichia coli è la specie di batterio più nota del genere Escherichia. Costituisce parte integrante della normale flora intestinale dell'uomo e di altri animali e, nonostante la maggior parte dei ceppi di Escherichia coli siano innocui "ne esistono tuttavia alcuni che mettono a rischio la salute umana, causando disturbi di diversa gravità con crampi addominali, vomito e diarrea con sangue".L'infezione da Escherichia coli che "può provenire da acqua o cibo contaminati - soprattutto da alimenti come frutta e verdura, che vengono spesso consumati crudi, ma anche da latte non pastorizzato e carne non cotta - può risultare molto pericolosa soprattutto per i bambini piccoli e gli anziani, che possono sviluppare una forma di insufficienza renale pericolosa per la vita chiamata sindrome emolitico uremica". Fortunatamente, però, "l'Escherichia coli è sensibile al calore: la cottura dei cibi permette quindi di neutralizzarlo". Nessun farmaco, è in grado di proteggere dall'infezione da Escherichia coli. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, invita chi avesse acquistato il lotto del prodotto presso le gastronomie a non consumare il formaggio. Nessun problema è stato invece rilevato sul restante formaggio Roquefort nei banchi frigoriferi dei supermercati e negozi di gastronomia.

AIFA, ritiro precauzionale per un collirio. Risultati fuori specifica

AIFA, ritiro precauzionale per un collirio. Risultati fuori specifica L’Agenzia Italiana del Farmaco, ha disposto il ritiro, a scopo cautelativo, dei lotti n. 023014 scad. 2/2019 e n. 023015 scad. 3/2020 della specialità medicinale ISCHEMOL A*COLL 10ML 0,05+0,1% - AIC 023540038 della ditta Thea Farma Spa.. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della comunicazione della ditta concernente un risultato fuori specifica a 36 mesi per il lotto n. 023014. Le indicazioni terapeutiche del farmaco ISCHEMOL A COLL sono le forme allergico-iperemiche a carico della congiuntiva e degli annessi oculari. Stati congestizi della congiuntiva. Nello specifico pur presentando scarso assorbimento sistemico deve essere usato con cautela in pazienti affetti da ipertensione, disturbi cardiaci, ipertiroidismo, iperglicemia (diabete) e nei soggetti in corso di trattamentocon farmaci antidepressivi. L'uso nei bambini richiede l'approvazionedel medico. Il prodotto non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la prima apertura del contenitore. La ditta Thea Farma Spa ha comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

Buca stradale nei pressi del confine svizzero: dieci frontalieri denunciano l'ANAS

Buca stradale nei pressi del confine svizzero: dieci frontalieri denunciano l'ANAS. Una grande buca sulla strada tra la Valle Vigezzo e il Ticino ha danneggiato pneumatici, braccetti e sospensioni delle loro auto. Ma è veramente questa la nostra immagine all'estero? Dieci auto danneggiate da una grande buca sulla strada: altrettanti automobilisti pronti a fare causa ad ANAS. E' successo a Ponte Riballesca, nel territorio del Comune di Re (VCO), al confine tra la Valle Vigezzo e Camedo, in Svizzera a causa di una buca formatasi venerdì. sulla statale 337 che collega l'Ossola al Canton Ticino. Danneggiati pneumatici, braccetti e sospensioni delle vetture. Solo in giornata l'ANAS ha provveduto a chiudere la voragine ma le proteste restano. Un incubo le strade italiane anche per i nostri vicini svizzeri, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Eppure ogni anno, per la manutenzione della viabilità, lo Stato investe cinque miliardi di euro. I lavori stradali, rispetto all'ammontare degli appalti pubblici, rappresentano la più alta percentuale sia per gli interventi (il 30,6%) sia per l'ammontare economico (il 34%). Dunque un'industria di dimensioni considerevoli, che conta circa dodicimila imprese, il 14% del totale. Un'emergenza senza fine che provoca morti e feriti, costa ai cittadini centinaia di milioni di euro e fa di molti motociclisti una popolazione di traumatizzati reali o potenziali.

domenica 26 marzo 2017

Finto latte Made in Italy. Il formaggio e la mozzarella sono "italiani", il latte è straniero

Finto latte Made in Italy. Il formaggio e la mozzarella sono "italiani", il latte è straniero Prosegue imperterrita la farsa dei finti prodotti Made in Italy spacciati per italiani. E interessa qualsiasi settore merceologico. Questa settimana, per esempio, sono state sequestrate dai militari del Comando Regione Carabinieri Forestale Puglia e del Coordinamento Territoriale Carabinieri per l’Ambiente del Parco Nazionale “Alta Murgia” di Altamura, formaggi che venivano realizzati con le cagliate industriali, idem per le mozzarelle etichettate “con Latte della Murgia Barese”. Ma in realtà i formaggi venivano realizzati con latte proveniente dell’Ungheria. Sull'etichetta era riportata la dicitura "latte fresco italiano". Nello specifico a Bari e Santeramo è stata accertata la vendita di mozzarelle formaggi con etichette non corrispondenti alla realtà sulla provenienza del latte, mentre in diverse ditte situate nelle città di Andria, di Gioia del Colle e di Fasano, inoltre i Carabinieri hanno sequestrato oltre 1500 Kg di prodotti caseari privi del sistema di tracciabilità inerente l’origine del latte utilizzato, in violazione a quanto previsto dalla specifica normativa di settore sulla sicurezza degli alimenti. Sui tali prodotti non risultavano infatti riportate le fondamentali indicazioni attestanti il giorno di produzione e le materie prime utilizzate. Nel settore alimentare un classico della contraffazione è il formaggio ed in particolare un suo derivato, la mozzarella, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Prodotta con latte di importazione e messa in commercio come se fosse italiana. Nel frattempo, per fortuna, i sequestri fioccano. Secondo gli esperti del settore agroalimentare, una significativa parte delle mozzarelle “italiane” in realtà non sono prodotte con latte italiano ma con latte proveniente per oltre il 50% da Belgio, Francia, Lussemburgo e Ungheria ed è semplicemente la punta di un iceberg, una vera e propria piaga del settore agroalimentare del nostro Paese. Piaga che costituisce una grave forma di raggiro ai danni del consumatore, ma non solo. È anche un caso clamoroso di concorrenza sleale che danneggia tutti quei produttori che mettono in commercio mozzarelle e formaggi realmente italiani. A scorrere gli scaffali di supermercati e negozi di alimentari sembra che la gran parte del latte e dei formaggi che compriamo siano al 100% italiani. Peccato solo che il 50% del latte usato in Italia per produrre formaggi non sia latte italiano ma latte straniero di importazione. Nel solo 2015 “sono arrivati ben 1,8 miliardi di chili di latte in cisterna e 530 milioni di litri già confezionati, tra cui 1,3 miliardi di litri di latte sterile e UHT”, con una stima di “86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte, di cui circa 10 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. La conclusione è che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere all’insaputa dei consumatori. Un inganno che sta mettendo a rischio 40.000 stalle italiane, quasi 200.000 occupati e oltre 22 miliardi di euro di valore generato dalla filiera nel settore lattiero caseario, che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano e che vanta anche 43 formaggi tipici a Denominazione d’origine”. Ce ne dovremmo uscire da questa situazione con l’imminente entrata in vigore del Decreto, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017, inerente l’obbligo di “indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011.

sabato 25 marzo 2017

Mancato passaggio di proprietà del veicolo. Il Giudice di Pace di Lecce ordina la trascrizione della vendita al P.R.A. con effetto retroattivo e condanna alle spese l'acquirente inerte.

Mancato passaggio di proprietà del veicolo. Il Giudice di Pace di Lecce ordina la trascrizione della vendita al P.R.A. con effetto retroattivo e condanna alle spese l'acquirente inerte. Niente più multe, sanzioni e bolli per il venditore dell'autovettura, motociclo o altro veicolo che si è rivolto al giudice per denunciare la perdita di possesso Un problema che riguarda migliaia di cittadini quello del “mancato passaggio” di proprietà dei veicoli. Molti, infatti, quando decidono di vendere il proprio veicolo, sono persuasi dalla circostanza che basti una semplice firma in calce all'atto di compravendita, tralasciando un passaggio fondamentale che è quello della trascrizione nel Pubblico Registro Automobilistico (P.R.A.) che pur non avendo valore cosiddetto “costituitivo” della vendita, che è comunque conclusa attraverso la corresponsione del prezzo e la consegna al nuovo proprietario e da una dichiarazione autenticata anche unilaterale del venditore, libera completamente quest'ultimo dagli obblighi con il Fisco (per esempio il bollo), dal pagamento di sanzioni e multe, se e solo se viene trascritta nel suddetto registro affidato in gestione all'Automobile Club d'Italia (A.C.I.). Ed è così che molti, anche a distanza di anni si vedono notificare verbali al codice della Strada, cartelle di Equitalia per bolli non pagati ed ingiunzione varie per autovetture, motocicli o altri veicoli che non sono più nel loro possesso anche da anni, sol perchè li avevano venduti o permutati, ritenendo a torto che se n'erano liberati con una semplice firma. Sono questi i tanti casi simili pervenuti allo “Sportello dei Diritti”, che alcune volte si sono risolti con una semplice diffida ai nuovi proprietari, mentre per altri si è stati costretti ad agire in giudizio, come nel caso di una donna di un comune limitrofo a Lecce che aveva venduto ad un suo concittadino nel lontano 2009 uno scooter e che si era visti notificare una miriade di multe e bolli non pagati che non la riguardavano. La cittadina allora era costretta a citare il “nuovo” proprietario con il supporto dei legali dell'associazione innanzi al Giudice di Pace di Lecce, nella persona dell'avvocato Franco Giustizieri, che con esemplare sentenza rubricata al n. 4370/2016, accoglieva in pieno le domande della venditrice e accertava e dichiarava l'avvenuto trasferimento di proprietà e la perdita del possesso del veicolo “a far data retroattiva dal 03.12.2009 (ndr ossia quella della compravendita), con ogni conseguenza di legge con riferimento anche alle relative sanzioni del Cds” e ordinava la trascrizione della sentenza al Conservatore del PRA Lecce con spese a carico dell'attrice in anticipo e con diritto di rivalsa nei confronti dell'obbligato, ossia dell'acquirente che veniva, peraltro, condannato anche alle spese di lite. L’importanza della decisione, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sta nel riconoscimente in capo a coloro che vendono o comunque trasferiscono un veicolo - il cui atto di passaggio di proprietà, per sua natura, ai sensi della legge vigente dev'essere trascritto nel P.R.A. - a vedersi riconosciuti i propri diritti con efficacia retroattiva dell'avvenuto trasferimento con la conseguenza che bolli, sanzioni e ogni altro balzello ricadrà in capo al nuovo proprietario e non dovrà essere più pagato o nel caso di avvenuto pagamento si avrà la possibilità di ottenerne la restituzione. In tale ottica, lo “Sportello dei Diritti” continuerà a supportare i cittadini che si trovano in situazione analoghe. Basta rivolgersi al nostro staff inviando una mail agli indirizzi info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org.

venerdì 24 marzo 2017

Lecce, via Leuca inaccessibile ai disabili in carrozzina

Lecce, via Leuca inaccessibile ai disabili in carrozzina. I lavori di miglioramente del decoro urbano di via Leuca un fiasco pazzesco per l'amministrazione cittadina. Ci si chiede come sia possibile che nel 2017 nessuno abbia pensato alla fruibilità per i disabili Siamo stati tra i primi a denunciare le problematiche del “cantiere” di via Leuca a Lecce, prevedendone il fiasco completo già mentre venivano realizzate le opere. Ora dopo tutte le questioni estetiche e quelle relative ai parcheggi realizzati sul marciapiede, a lavori pressochè ultimati, siamo costretti a portare all'attenzione pubblica anche quelle che appaiono come una serie di defaillance realizzative per quanto riguarda la fruibilità della strada ed in particolare della zona pedonale, da parte dei disabili. Anche oggi, infatti, un cittadino ha documentato fotograficamente le oggettive difficoltà che una persona in carrozzella elettrica incontra nel percorrere l'importante arteria cittadina. Tutto ciò, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è assurdo perchè si tratta di un'opera appena ultimata e che quindi dovrebbe contenere in sé tutti i crismi dei più moderni principi di abbattimento delle barriere architettoniche che, non è da dimenticare, costituiscono comunque degli obblighi normativi e regolamentari che tutte le nuove strutture, sia pubbliche che private dovrebbero rispettare. Ma evidentemente il problema per l'amministrazione comunale è irrilevante, tant'è che solo a pochi metri, in via XX settembre, gli uffici comunali presso l'ex clinica “Vallone” presentano la stessa problematica: nessuna rampa di accesso all'ingresso o elevatore. Non ci resta, quindi, che continuare a segnalare anche se le risposte dagli esponenti del governo cittadino non arrivano mai.

Svizzera: primo decesso per morbillo

Svizzera: primo decesso per morbillo Dal mese di gennaio 2017 è stato registrato un preoccupante aumento del numero di casi di morbillo in Italia. Ora il caso di un giovane che è morto in febbraio in Svizzera, a causa di questa malattia anche se era vaccinato, deve fare alzare il livello di guardia, per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni. Il caso svizzero è stato segnalato oggi dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Era dal 2009 che ciò non avveniva in Svizzera. Il giovane è deceduto in un reparto di terapia intensiva a causa di problemi polmonari. Aveva la leucemia e seguiva una cura che metteva a dura prova il suo sistema immunitario. Il vaccino contro il morbillo, che gli era stato somministrato, non è stato in grado di proteggerlo adeguatamente. Nel 2009 a Ginevra era morta una ragazzina francese di 12 anni sempre per questo virus. Il nuovo caso,rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dimostra quanto sia importate estirpare il morbillo in Italia. Molte persone non sono vaccinate contro questa malattia per motivi di salute o non hanno sviluppano una protezione adeguata malgrado la vaccinazione. In Italia a fronte degli 844 casi di morbillo segnalati nel 2016, dall’inizio dell’anno sono già stati registrati più di 700 casi, con un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui si erano verificati 220 casi, di oltre il 230%. La maggior parte dei casi sono stati segnalati da sole quattro Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Più della la metà dei casi rientra nella fascia di età 15-39 anni. Sono stati notificati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari.

giovedì 23 marzo 2017

Allarme amianto a Lecce. In via IV Finite nei pressi della Motorizzazione Civile un capannone abbandonato rivestito di eternit che si sta sgretolando. Urge un sopralluogo dell'Asl

Allarme amianto a Lecce. In via IV Finite nei pressi della Motorizzazione Civile un capannone abbandonato rivestito di eternit che si sta sgretolando. Urge un sopralluogo dell'Asl Nonostante l'amianto costituisca un pericolo concreto per la popolazione, si fa ancora troppo poco per rimuovere o mettere in sicurezza gli immobili ed edifici che presentano coperture del temibile materiale. La questione più grave è che siano presenti anche in luoghi frequentati dai cittadini, come via IV Finite adiacentemente agli uffici della Motorizzazione Civile a Lecce, dove un grande capannone, probabilmente adibito in precedenza ad uso allevamento di pollame, è completamente rivestito da eternit che perlomeno in apparenza si starebbe sgretolando. Almeno così appaiono le fotografie trasmesseci da un cittadino. In casi del genere, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbe essere l'ASL competente, in questo caso quella di Lecce, ad effettuare un sopralluogo e se necessario intimare una bonifica della struttura al proprietario dell'immobile. È evidente, però, che il problema dell'eternit è una questione sempre attuale che richiede una più efficiente pianificazione territoriale degli interventi che, pertanto, non possono essere lasciati solo alle iniziative dei singoli.

Diritto al vegetarianesimo e scuola. Non è possibile che il Comune neghi il menu vegano al bambino della scuola dell’infanzia senza motivarlo

Diritto al vegetarianesimo e scuola. Non è possibile che il Comune neghi il menu vegano al bambino della scuola dell’infanzia senza motivarlo. Accolto il ricorso al Tar di Bolzano di una mamma perchè l'ente elenca solo 4 opzioni alternative di liste di pietanze e non specifica le ragioni giuridiche del diniego Una decisione che farà senz'altro discutere perchè riguarda un tema sempre più scottante in quanto concerne il diritto o meno dei genitori di allevare i figli secondo un'alimentazione vegana che si va a scontrare con le prassi e le regolamentazioni di una società e delle istituzioni ancorate al valore delle diete tradizionali. Ed è il Tar della sezione autonoma di Bolzano a sentenziare l'ok al menu vegano per il bambino che va a scuola dell’infanzia. E lo motiva con il principio secondo cui il Comune non può negare la dieta senza carne, pesce, uova, latte e derivati al bambino che l’ha seguita fin dalla nascita senza una motivazione circa le «ragioni giuridiche» del diniego. Nè l'amministrazione comunale può limitarsi a indicare l’elenco tassativo dei quattro menu alternativi a quello standard che offre ai bimbi dei suoi asili: ogni provvedimento dell’Amministrazione deve infatti essere motivato e mai essa «è libera di agire secondo arbitrio». La sentenza 107/17 costituisce una significativa vittoria di una mamma altoatesina che aveva deciso di proporre ricorso al tribunale amministrativo producendo, peraltro, un certificato medico del pediatra che consigliava di escludere gli alimenti indicati dalla dieta del bambino perché potrebbero avere «effetti non favorevoli», dato che in famiglia il bambino è stato cresciuto seguendo questo tipo di alimentazione. Il provvedimento del comune è stato così annullato per carenza di motivazione perché a fondamento del rifiuto non risulta posta alcuna previsione normativa o regolamentare. Anche in sede giurisdizionale l'ente non è in grado di motivare il diniego: è non ha alcun valore la circostanza che l’amministrazione invochi la delibera della Giunta, limitandosi ad affermare di non avere «alcun obbligo di fornire un menu vegano ai bambini iscritti nei suoi asili» senza indicare alcuna norma o atto: «tanto basta a rendere illegittimo il provvedimento», evidenzia la corte. Anche se la decisione si rifà alla legge regionale del Trentino Alto Adige, il principio applicato è sostanzialmente identico alla normativa nazionale sull’obbligo di motivazione dei provvedimenti amministrativi: l’ente «deve sempre operare secondo la legge», altrimenti non può provvedere esercitando il suo potere. Ovviamente rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non sta a noi stabilire o meno la correttezza della scelta della famiglia, ma resta il fatto che alle amministrazioni comunali, in assenza di specifiche norme e regolamenti in materia, resta preclusa la proibizione della somministrazione di diete vegane o vegetariane anche ai bambini.

mercoledì 22 marzo 2017

Lecce la città delle strisce pedonali invisibili

Pedoni a rischio. A distanza di quasi due mesi dall'allarme lanciato dallo Sportello dei Diritti e da diversi investimenti di cittadini, Lecce rimane la città delle strisce pedonali invisibili Solo il 1 febbraio scorso denunciavamo attraverso un reportage fotografico inoltratoci da un cittadino, la situazione delle strisce pedonali a Lecce che risultano pressoché invisibili sulla gran parte delle vie urbane ed anche nelle zone centrali, non sussistendo quasi nessuna differenza tra strade trafficate e meno. Ora a distanza di quasi due mesi e l'appello lanciato dallo “Sportello dei Diritti” all'amministrazione non è seguita alcuna attività di adeguamento degli attraversi pedonali, con la conseguenza che alcuni investimenti susseguitisi sino ai giorni scorsi proprio sulle “zebre”, potevano senz'altro essere evitati se e solo se si fosse proceduto con la tinteggiatura periodica, senz'altro necessaria dopo il periodo invernale e le piogge. Lo stesso cittadino, quindi, ha deciso di riprendere la propria macchina fotografica per documentare nuovamente la situazione nelle centralissime zone ricomprese tra via Trinchese, piazza S. Oronzo e piazza Mazzini, ove oltre all'”invisibilità” o scarsa visibilità delle strisce pedonali sono desumibili una serie di ostacoli al transito di chi sceglie di percorrere a piedi le vie del centro. Insomma, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, una situazione che si perpetua da parte di un’amministrazione che si decanta per le “grandi opere” e continua a trascurare permanentemente il “quotidiano” ed in particolar modo la sicurezza della circolazione stradale che sarebbe semplicemente garantita con lavori di manutenzione regolari che assicurino la visibilità e la corretta fruibilità degli attraversamenti pedonali.

Farmaco letale? AIFA dispone immediato divieto di utilizzo lotto specialità medicinale GENTAMICINA SOLFATO FISIOPHARMA

Farmaco letale? AIFA dispone immediato divieto di utilizzo lotto specialità medicinale GENTAMICINA SOLFATO FISIOPHARMA L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha disposto ha disposto l’immediato divieto di utilizzo, su tutto il territorio nazionale, del lotto n. 08507P scad. 31/7/2019 della specialità medicinale GENTAMICINA SOLFATO*10F 80MG/2 – AIC 031423066 della Società Fisiopharma Srl.. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della segnalazione di decesso inserita nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza e, pertanto, a tutela della salute pubblica ed in attesa dei risultati delle analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, l’Aifa ha disposto il divieto d’uso del suddetto lotto. Il farmaco Gentamicina Solfato è un farmaco di classe H, Il principio attivo del Gentamicina Solfato è Gentamicina E' utilizzato per il trattamento di Infezioni da germi sensibili alla gentamicina: – Forme pleuro–polmonari: bronchiti, broncopolmoniti, polmonite franca–lobare, pleuriti, empiemi. – Infezioni urinarie acute e croniche: cistiti, pieliti, cistopieliti, pielonefriti, calcolosi infette (del bacinetto, dell’uretere, della vescica), uretriti, prostatiti, vescicoliti. – Stati settici: batteriemie, setticemie, setticopiemie, sepsi neonatali. – Infezioni del sistema nervoso: meningiti, meningoencefaliti, ecc. – Infezioni chirurgiche: ascessi, flemmoni, osteomieliti, infezioni traumatiche. – Infezioni otorinolaringoiatriche: otiti medie purulente, sinusiti, mastoiditi, tonsilliti, faringotonsilliti. – Infezioni ostetrico–ginecologiche: aborto settico, metriti, parametriti, salpingiti, salpingo–ovariti, pelvi–peritoniti, mastiti, ecc. – Ustioni: infezioni insorte nelle gravi ustioni e nei trapianti cutanei, eventualmente in associazione alla forma topica. La ditta Fisiopharma dovrà assicurare l’immediata comunicazione del divieto di utilizzo nel più breve tempo possibile e comunque entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento ministeriale.

Antitrust, più poteri alle autorità nazionali. Diventeranno più efficaci nell'applicare e far rispettare le norme Ue

Antitrust, più poteri alle autorità nazionali. Diventeranno più efficaci nell'applicare e far rispettare le norme Ue Al via nuove regole comuni destinate alle autorità antitrust nazionali, affinché diventino più efficaci nell'applicare e far rispettare le norme Ue. Le nuove norme, osserva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, daranno alle autorità dei singoli Stati membri più poteri, in modo che possano applicare tutte allo stesso modo le decisioni europee che nascono dalla stessa base legale. Inoltre, si assicureranno che esse abbiano le risorse umane e finanziarie per fare il loro lavoro, e che abbiano il potere di raccogliere tutte le prove rilevanti, come avere accesso ai cellulari, pc e tablet. La Commissione europea vuole assicurarsi che abbiano, da sole, tutti gli strumenti per applicare multe e fermare le violazioni. Infine, alcune modifiche renderanno possibile recuperare le multe anche da quelle entità che non hanno una presenza legale sul loro territorio. La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha spiegato che «Le norme antitrust europee fanno funzionare meglio i mercati, e le autorità nazionali lavorano fianco a fianco con quelle europee. Perciò vogliamo che tutte loro siano in grado di prendere decisioni in modo completamente indipendente e che abbiano i giusti strumenti per fermare o sanzionare le infrazioni». Un modo per «far funzionare meglio il mercato unico», e andare incontro a cittadini e imprese europee.

martedì 21 marzo 2017

Dieselgate, inchiesta anche per FCA

Dieselgate, inchiesta anche per FCA Dopo le accuse dell'agenzia per la protezione ambientale americana sulla violazione delle norme sulle emissioni il 15 marzo anche i magistrati francesi hanno aperto un'inchiesta nei confronti di Fiat Chrysler Automobiles (FCA) in merito a supposte violazioni delle norme sulle emissioni inquinanti delle automobili diesel. L'ipotesi su cui lavora la procura è che sia stata compiuta una frode ai danni dei consumatori montando software truccati sulle vetture prodotte dalla casa automobilistica. FCA era entrata in precedenza nel mirino delle autorità statunitensi, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, per alcuni dei suoi veicoli sui quali sarebbe stato montato il software che consente emissioni diesel più alte degli standard. La multa massima che l'Agenzia per la Protezione Ambientale potrebbe comminare e' di 44.359 dollari per ogni auto che viola le norme, per un totale nel caso di FCA di 4,6 miliardi di dollari. Intanto nel Regno Unito, il governo sta testando le emissioni della casa automobilistica Jeep Grand Cherokee.

Meridiana lascia 40 passeggeri a Lagos.

Meridiana lascia 40 passeggeri a Lagos. I passeggeri, che sono arrivati all'aeroporto tra le 9 e le 12 a.m. per un volo delle 14:40 per Milano, non sono sarebbero stati imbarcati perché era in “overbooking” Il vettore aereo italiano che operano voli anche dall'Italia alla Nigeria e viceversa, Meridiana, avrebbe lasciato a terra non meno di 40 dei suoi passeggeri al Murtala Muhammed International Airport (MMIA) a Lagos in data di ieri 21 marzo. Ai passeggeri, che sono giunti all'aeroporto tra le 9 e le 12 a.m. per un volo delle 14.40 con destinazione Milano, sarebbe stato detto che non potevano imbarcarsi sul volo perché era in “overbooking”, ossia che vi fossero più prenotazioni dei posti effettivamente disponibili. Meridiana opera voli in Nigeria due volte alla settimana il martedì e il giovedì. I funzionari del Dipartimento della Protezione dei consumatori (CPD) dell'Autorità nigeriana per l'aviazione civile (NCAA) collegato all'aeroporto hanno detto ai passeggeri interessati di presentare reclamo via e-mail nei confronti del vettore. Una dei passeggeri, secondo quanto apparso sulla stampa locale, ha lamentato che dopo l'invio di una e-mail alla compagnia aerea, le è stato detto da un funzionario NCAA che il suo volo era stato differito addirittura al 31 marzo, ma l'azienda non ha commentato la questione. Una fonte vicina all'autorità di gestione dell'aereoporto avrebbe confermato che il volo era al completo. La signora ha insistito sul fatto che era arrivata in aeroporto in anticipo e avrebbe dovuto essere imbarcata sull'aereo, ma si è interrogata sul perché lei e altri 39 sono stati lasciati a terra. Non sono mancati i disagi per i passeggeri che non hanno potuto prendere il volo, com'è stato rilevato dalla stampa, e che pare non siano stati adeguatamente assistiti a terra. Alcuni avrebbero addirittura lamentato il fatto di essersi dovuti pagare l'albergo a Lagos. Un brutto inconveniente che speriamo venga smentito da Meridiana e che non accada più, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ricorda agli utenti italiani e non che avrebbero subito disagi, che vi è la possibilità di proporre reclamo anche una volta giunti a destinazione.

Tabagismo: in dieci anni -2.5%

Tabagismo: in dieci anni -2.5% Il trattato mondiale antitabacco ha permesso di ridurre in dieci anni, del 2,5% il tasso di tabagismo, che nei 126 Pesi studiati è passato dal 24,7% nel 2005 al 22,2% nel 2015. Il costo del tabagismo al mondo è di più di mille miliardi di dollari annui, fra spese di salute e perdite di produttività. Il trattato obbliga i 180 Paesi che l’hanno ratificato ad attuare una serie di misure, quali: tasse elevate sul tabacco; spazi pubblici senza fumo; avvertimenti dissuasivi sui pacchetti di sigarette; divieto completo per la pubblicità per il fumo, e sostegno ai servizi che aiutano i fumatori a smettere. L'Oms ritiene che le malattie legate al consumo di tabacco costituiscano "una delle più grandi minacce per la salute pubblica che il mondo abbia mai affrontato". Infatti - afferma - circa una persona muore a causa di una malattia legata al tabagismo ogni sei secondi, pari a 6 milioni di persone all'anno circa. Se non saranno adottate misure forti per controllare l'epidemia, tale dato potrebbe superare gli 8 milioni l'anno entro il 2030. In confronto, più morti di HIV/AIDS malaria e tubercolosi messi insieme! Per esempio, quanti consumatori sanno che il fumo è una delle cause principali di cecità, calvizie e tumore della vescica, per non parlare di gravidanza ectopica, cataratta, frattura dell'anca, menopausa precoce, aborto spontaneo e disfunzioni erettili. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” alla luce di questi impressionanti dati non bisogna demordere con tutti i mezzi consentiti nella lotta contro questo problema che è causa di costi sociali impressionanti, adottando rigorose strategie di carattere transnazionale come questa sollecitata dall'Organizzazione Mondiale Della Sanità.

Brasile: carne avariata, stop Ue importazioni. Il Paese sudamericano è coinvolto in un scandalo legato al commercio di carne avariata.

Brasile: carne avariata, stop Ue importazioni. Il Paese sudamericano è coinvolto in un scandalo legato al commercio di carne avariata. L'Unione europea ha annunciato di aver sospeso le importazioni di carne dalle imprese brasiliane coinvolte nello scandalo della carne avariata. Lo rivela la stampa brasiliana citando un portavoce della Commissione europea. La sospensione non riguarda invece le altre aziende esportatrici brasiliane. Secondo gli inquirenti brasiliani, che la scorsa settimana hanno eseguito oltre 300 mandati, tra cui 38 arresti, ispettori del ministero dell'Agricoltura sarebbero coinvolti nello schema fraudolento, che faceva ottenere le licenze attraverso controlli irregolari delle celle frigo. Le indagini hanno inoltre scoperto l'uso di carni già degradate, poi contraffatte attraverso l'acido ascorbico, e persino l'imballaggio di prodotti scaduti. Lo scandalo coinvolge circa 30 aziende del settore, tra cui i colossi JBS, proprietaria dei marchi Friboi e Seara, (più grande produttore mondiale di carne e secondo gruppo alimentare al mondo, noto anche in Italia per aver acquisito, nel 2011, il salumificio Rigamonti) e Brasil Foods (Brf, impresa che nel 2015 aveva tra l’altro ceduto a Parmalat le proprie attività lattiero-casearie), titolare dei marchi Sadia e Perdigao. Il ministero dell'Agricoltura di Brasilia ha comunque precisato di non aver ancora ricevuto comunicazioni ufficiali da Bruxelles. Per il Brasile, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il divieto è un brutto colpo: l'ex colonia britannica è infatti il più grande importatore di carne bovina brasiliana e il quinto di pollame. L'investigatore brasiliano Mauricio Moscardi Grillo ha dichiarato che la carne scaduta è stato esportata in Europa, svelando che quattro contenitori di BRF carne contaminata da Salmonella sono stati fermati in Italia nel 2016, ma nulla è stato fatto nei confronti della società.

Lecce. Storie di ordinario degrado cittadino. Scende dall'auto, mette il piede nella buca e si sloga la caviglia.

Lecce. Storie di ordinario degrado cittadino. Scende dall'auto, mette il piede nella buca e si sloga la caviglia. Quando le vie del capoluogo saranno rese totalmente fruibili? Non passa giornata che non vi sia una caduta in città a Lecce a causa delle condizioni di asfalto e marciapiedi, che più volte noi dello “Sportello dei Diritti” abbiamo definito “groviera”. Accade in centro come in periferia, questa volta in via San Domenico Savio, oggetto di più di un nostro intervento, senza che a ciò sia seguita l'adeguata manutenzione richiesta: una donna di mezz'età, scende da un'auto e mette il piede in uno dei tanti crateri posti sulla suddetta via perdendo l'equilibrio e cadendo. La diagnosi: probabili microfratture. Ed adesso non si pone solo l'annoso problema del diritto al risarcimento dei pregiudizi subìti dalla malcapitata che si va a sommare alle centinaia di migliaia di euro di citazioni per danni che ogni anno si vede notificare il comune di Lecce per la pessima custodia delle proprie strade e che inevitabilmente, al netto di quelle rigettate, producono un passivo in bilancio non indifferente per le casse cittadine, ma è il problema stesso della manutenzione ordinaria a non apparire adeguato ad una città che si dice di avere ambizioni e caratura internazionale. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è possibile, solo per fare un esempio, che non si imponga alla società che gestisce i proventi dei parcheggi, nella fattispecie la S.G.M. S.p.A., di provvedere al controllo periodico ed alla manutenzione delle condizioni delle strade urbane - ovviamente quantomeno per quelle con le “strisce blu” soggette alla vigile “sorveglianza” degli ausiliari - ed alla sua responsabilità diretta in caso di qualsiasi inadempienza o carenza di custodia. In questo modo, si sgraverebbe l'amministrazione comunale dall'onere di “custodire” direttamente la generalità delle strade e si potrebbero meglio destinare i proventi delle sanzioni pecuniarie a progressivi e costanti lavori di riparazione di quelle residue.

AIFA, ritiro lotti dell'antibiotico antineoplastico MITOMYCIN. Risultato fuori specifica del parametro SVP

AIFA, ritiro lotti dell'antibiotico antineoplastico MITOMYCIN. Risultato fuori specifica del parametro SVP L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha disposto il ritiro di alcuni lotti della specialità medicinale della specialità medicinale MITOMYCIN C*INIET 1FL 40MG – AIC 016766040 della ditta Kyowa Kirin Srl. Nello specifico si tratta dei lotti n. 6056737 e 6056738 entrambi con scad. 06/2017. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della segnalazione da parte della ditta concernente “risultato fuori specifica del parametro SVP” in alcune confezioni del medicinale suddetto. La mitomicina e' raccomandata per la terapia di alcuni tipi di neoplasie sia da sola, sia associata con altri farmaci o dopo che il protocollo terapeutico di elezione ha fallito. E' stato impiegato con successo nel tentativo di migliorare la sintomatologia soggettiva ed oggettiva di un gran numero di neoplasie, compresi i carcinomi gastrici, pancreatici, uterini e della mammella; l'adenocarcinoma polmonare; la carcinosi peritoneale; i tumori del colon, della vescica, del retto e della cute. Inoltre e' stato impiegato con qualche successo nei sarcomi, negli epatocarcinomi, nelle leucemie acute e croniche e nel morbo di Hodgkin. La ditta Kyowa Kirim ha comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

AIFA, ritiro lotti della specialità medicinale ANTISPASMINA COLICA

AIFA, ritiro lotti della specialità medicinale ANTISPASMINA COLICA L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha disposto il ritiro di alcuni lotti della specialità medicinale ANTISPASMINA COLICA*30CPR RIV – AIC 002918047 della ditta Recordati Spa.. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato disposto a seguito della comunicazione della ditta concernente un errore di stampa sul retro dell’astuccio. Antispasmina Colica si usa nel trattamento degli spasmi e del dolore dello stomaco e dell'intestino. La ditta Recordati hanno comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

domenica 19 marzo 2017

Villa Comunale a Lecce chiude alle 18,30: prolungare l'orario di apertura. La richiesta di cittadini e turisti

Villa Comunale a Lecce chiude alle 18,30: prolungare l'orario di apertura. La richiesta di cittadini e turisti All'unico polmone verde del centro cittadino, la "Villa Comunale" bisogna prolungarne l'orario d'apertura. Punto nevralgico e spazio verde della città, il parco comunale è meta di sportivi amanti del jogging, ma anche di famiglie che trascorrono lì molte ore della giornata. La villa comunale è aperta tutte le mattine mentre i ragazzi sono a scuola, e di sera, alle 18,30 chiude. Lo chiedono a gran voce cittadini residenti ma anche molti turisti. Sono numerose, infatti, le segnalazioni pervenute allo “Sportello dei Diritti”, da parte di chi la sera vorrebbe trovare un pò di relax nel caos del centro urbano, ma anche da parte di tanti genitori che vorrebbero veder giocare i propri bambini giacchè nella zona più centrale non esiste alcuno spazio verde attrezzato se non la storica "Villa Comunale". Dare la possibilita' a chi vuol passeggiare la sera, in centro, di non doversi sedere per forza in un pub o in una pizzeria e' un fatto che certamente gioverebbe a tutta la citta' anche in considerazione di quei turisti che molto spesso chiedono dove sia un parco o un giardino dove potersi sedere. Non si comprende, infatti, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, perchè l'amministrazione comunale nonostante i ripetuti appelli in merito non abbia mosso un dito per prolungare le ore di fruibilità dell'unico vero parco pubblico cittadino. E' giunta, quindi, l'ora di cambiare registro e di garantire la massima fruibilità della Nostra "Villa Comunale" l’unico spazio verde del centro citta'.

sabato 18 marzo 2017

Piazza Tito Schipa (ex Caserma Massa) a Lecce. L'eterno (e brutto) cantiere.

Piazza Tito Schipa (ex Caserma Massa) a Lecce. L'eterno (e brutto) cantiere. Coniugare urgentemente il ritorno alla disponibilità pubblica dell'area con la tutela delle scoperte archeologiche Siamo in piena campagna elettorale a Lecce ed appare incredibile di come gli esponenti dell'amministrazione comunale, molti dei quali impegnati nella competizione, glissino completamente le loro attenzioni da alcuni argomenti “scottanti”. Una tra tutte è la situazione “bloccata” da anni di piazza Tito Schipa, nota anche come ex caserma Massa, un eterno cantiere che con la sua recinzione metallica in piena città, lascia alla mercè della vista di chiunque si trovi a passare, un'importante area scoperta del centro urbano. E proprio per documentare l'ennesimo permanente scempio, un cittadino ci ha inviato svariate fotografie della situazione, che ancora una volta la dicono tutta sulle difficoltà che ha da sempre trovato il governo cittadino nel risolvere quelle che non dovrebbero essere delle problematiche, come la scoperta di significativi reperti archeologici in una città che non finisce mai di stupire per le presenze storico culturali celate anche nel sottosuolo. In quest'ottica, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rivolge un appello ai candidati sindaci affinchè svelino delle soluzioni rapide e fattibili perchè si coniughi il ritorno alla disponibilità pubblica dell'area con la tutela delle scoperte archeologiche, così come da tempo ha richiesto il Comitato spontaneo sorto per la protezione del sito.

Calamari al cadmio, scatta il ritiro.

Calamari al cadmio, scatta il ritiro. Non buone notizie per il consumatore che crede nella genuinità dei prodotti facenti capo alla grande distribuzione. Ma non sono giorni buoni in generale per i consumatori italiani. Il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti (RASFF), giorno 17 marzo, ha diramato una black list di prodotti alimentari provenienti dall’estero che non rispettano i nostri standard per quanto riguarda l’utilizzo di prodotti chimici e relativi residui. Tutta colpa di una partita di calamari decongelati...(Todarodes sagittatus) al cadmio provenienti dalla Spagna, scoperti dai controlli effettuati dal dipartimento di sanità pubblica e sicurezza alimentare nazionale, finiti nelle rivendite in tutta Italia. Il cadmio, utilizzato soprattutto nell’industria delle vernici e delle batterie, è un metallo estremamente tossico che provoca numerose patologie tra cui alcune letali come attacchi di cuore, cancro e diabete. Il cadmio sostituisce lo zinco in molti complessi metallo-enzimi e molteplici sintomi causati da tossicità da cadmio possono essere condotte di una carenza di zinco indotta da cadmio. Si concentra nei remi, nel fegato in altri organi. È considerato più tossico sia del piombo che del mercurio. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, consiglia alle ditte di prodotti ittici e ai titolari delle rivendite all’ingrosso di prodotti alimentari di bloccare la vendita di questo lotto. Il reato previsto è quello di commercializzazione di alimenti non conformi alla normativa vigente punito con una ammenda di 2580,00 euro. La segnalazione diffusa dal Sistema rapido di allerta europeo, classificata come decisione di rischio grave, è stata inviata dal Ministero della salute italiano ma non pubblicata sul sito del nuovo portale dedicato alle allerte alimentari.

Hoverboard a rischio incendio. In Pennsylvania sono morte due bambine a causa delle fiamme propagatesi dalla batteria surriscaldata

Hoverboard a rischio incendio. In Pennsylvania sono morte due bambine a causa delle fiamme propagatesi dalla batteria surriscaldata Per ora non si conosce né il modello né la marca, ma l'incendio innescato dalle batterie surriscaldate di un hoverboard avrebbe causato la morte di due bambine di tre e dieci anni in Pennsylvania. Il fatto sarebbe avvenuto ad Harrisburg, la capitale dello Stato negli USA, ed anche se le indagini sono ancora in corso, tuttavia, la polizia ritiene che la batteria surriscaldata di un hoverboard sotto carica abbia determinato le fiamme che hanno divorato la bambina di tre anni, mentre sua sorella di dieci anni ha ceduto alle ustioni di alto grado in ospedale. L'hoverboard, che ricorda lo skateboard fluttuante dal film "Ritorno al futuro parte II", sta diventando ormai un mezzo diffusissimo tra i bambini non solo negli Stati Uniti, ma le cronache riportano continuamente problematiche e difetti tecnici. Finora, la Consumer Product Safety Commission, l'agenzia federale americana, ha ottenuto il ritiro di ben 500.000 pezzi di undici diverse aziende a causa del pericolo di esplosione. Un fatto però è certo, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, in primo luogo questi prodotti, le cui batterie ad alta capacità necessitano di essere caricate alla prese elettriche, devono essere sempre tenuti sotto il controllo e la vigilanza degli adulti, così come il loro utilizzo in strada.

venerdì 17 marzo 2017

Vacanza rovinata. Il turista rapinato nel villaggio ha diritto ad essere risarcito anche del danno non patrimoniale

Vacanza rovinata. Il turista rapinato nel villaggio ha diritto ad essere risarcito anche del danno non patrimoniale da parte del tour operator. Riconosciute anche le spese vive per il soggiorno pagato e non goduto Una decisione decisamente a favore dei vacanzieri quella resa dalla Cassazione Civile con l'ordinanza n. 6830 pubblicata il 16 marzo scorso, con la quale un turista rapinato all'interno di un villaggio si è visto confermare anche il diritto al danno non patrimoniale da cosiddetta “vacanza rovinata”. Rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che i giudici della sesta sezione civile hanno, infatti, ritenuto corretta la decisione della Corte di Appello di Campobasso che aveva accolto la richiesta risarcitoria comprendente sia i danni patrimoniali che quelli non patrimoniali di un malcapitato vacanziere che si era visto aggredire riportando, peraltro, lesioni e derubare di un orologio del valore di oltre 2000 euro all'interno di un villaggio. I giudici della corte territoriale, avevano ritenuto giusto condannare il tour operator responsabile dell'organizzazione del viaggio alle «spese vive del soggiorno non portato a compimento e agli ulteriori danni consistenti nelle lesioni patite (pugno sferrato dal rapinatore) e nella vacanza rovinata». Il principio adottato dalla corte di appello, infatti, si conforma all'orientamento della giurisprudenza di legittimità che ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale da vacanza rovinata «purché sussista la gravità della lesione e la serietà del pregiudizio patito dall’istante, al fine di accertarne la compatibilità col principio di tolleranza delle lesioni minime». Nè spetta alla corte di cassazione il sindacato sulla prova della carenza o meno della vigilanza all'interno del villaggio ove avvenne l'aggressione e la rapina. Al tour operator, quindi, non resta che pagare così come è accaduto anche in numerosi precedenti sparsi sul territorio nazionale patrocinati dai collaboratori dello “Sportello dei Diritti”.

giovedì 16 marzo 2017

Genitori folli: figlio in lavatrice per fargli vivere l'emozione della giostra. Salvo per miracolo

Genitori folli: figlio in lavatrice per fargli vivere l'emozione della giostra. Salvo per miracolo Incredulità, sgomento, rabbia. Un fatto atroce ha scosso l'intera Francia. L'episodio è avvenuto sabato a Perpignan (Pyrénées-Orientales). Un bambino di 15 mesi, è rimasto ferito dopo essere stato infilato, nudo, nella lavatrice. Secondo la Polizia è partito come uno scherzo, ma rischiava di trasformarsi in una tragedia. Il padre, ha messo in moto la lavatrice per fare vivere al piccolo l'emozione della giostra. Ma quello che dove essere solo un gioco è diventato un incubo. Quando la madre 19enne del bimbo, ha aperto l'oblò e ha ripreso la creatura tra le braccia, era ferito gravemente. A questo punto è corsa all'ospedale pediatrico di Perpignan raccontando che il piccolo era caduto dalle scale. Tutte scuse, tutti alibi. A nulla è servita la testimonianza dei due genitori che hanno continuato a sostenere agli inquirenti la tesi delle ferite del figlio avvenute per una caduta dalle scale. Il bambino, infatti, presentava delle contusioni multiple a livello della testa e del corpo. Questi lividi non erano compatibili con una caduta, a meno che non sia caduto diverse volte. I medici non credendole hanno immediatamente informato la polizia che ha scoperto l'atroce verità. Le testimonianze raccolte tra i vicini e familiari e il parere del medico legale accreditano infatti la versione della lavatrice. I due genitori ora sono ovviamente in stato di fermo e la Procura francese ha aperto una inchiesta. Una vicenda agghiacciante che viene dalla Francia, ma sta facendo il giro del mondo: è una nuova storia di soprusi, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’ennesimo atto di crudeltà, di spietatezza. La follia umana per poco non uccideva un bimbo di un solo anno

Crisi e nuovi stili di vita. Micro appartamenti perchè si è sempre più soli

Crisi e nuovi stili di vita. Micro appartamenti perchè si è sempre più soli Neanche la crisi permanente è bastata per portare a condizioni più “praticabili” i prezzi del mercato immobiliare che al netto di inevitabili ribassi sono tuttavia rimasti proibitivi per gran parte degli italiani. A ciò si unisca il cambiamento degli stili di vita con molte più persone che o per scelta o perchè rimaste senza nessuno, vivono da sole. E così prende sempre più piede la tendenza nel mercato immobiliare dei microappartamenti: ma al momento sono solo il 18%, la metà di quella che sarebbe la domanda attuale. Le ragioni sono le più disparate, dicevamo: si vive soli per scelta, per lavoro, perché si è troppo giovani o all'opposto troppo vecchi, senza famiglia o senza più moglie o marito. Oppure perché una casa per due ormai è diventata proibitiva. Così, il futuro dell'immobiliare è sempre più dei micro appartamenti: appena il 18% del totale di mercato, oggi, a fronte di una domanda del 35%. Venti metri quadrati - e anche meno - Venti, trenta metri quadrati al massimo, ma in alcuni casi anche parecchi di meno; arredamento funzionale, già predisposto per un locatario che vive all'insegna del minimalismo e degli "angoli": cottura, bagno, living, notte. L'edilizia l'ha compreso da tempo: l'incremento del numero di superfici ridotte a uso singolo è progressivo dal 2000, +11%, ma ancora insufficiente. Una tendenza preoccupante, tuttavia, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che evidenzia come si stia perdendo il concetto di vivere in comune con tutte le conseguenze psicosociologiche che si possono immaginare.

USA: batterio killer nella pizza surgelata.

USA: batterio killer nella pizza surgelata. Attenzione, ai nostri connazionali che potrebbero trovarsi negli Stati Uniti, alla pizza surgelata "a rischio microbiologico". Il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti d'America (United States Department of Agriculture, USDA) ha appena lanciato "l'allarme Listeria" nella pizza surgelata. Immediato il ritiro da parte dell'azienda produttrice RBR Meat Company, Inc. del lotto " Marketside Extra Large Supreme Pizza " preparato in data 23 febbraio 2017 nel formato da 50-60 once e confezionata in una scatola di cartone di colore verde. Il prodotto è stato lavorato presso lo stabilimento di Vernon, California. Motivo del richiamo: possibile presenza di Listeria monocytogenes. Il provvedimento è stato comunicato oggi ai consumatori nella sezione "Avvisi di sicurezza" del sito dell'agenzia federale statunitense: «Il prodotto non deve essere assolutamente consumato. Se si possiede una confezione di "pizza surgelata extra large" Marketside intera o iniziata si prega di riportarla all'esercente». Questi prodotti sono stati spediti ai centri di distribuzione al dettaglio in California, Nevada, Utah e Washington. Il batterio in questione, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,può trovarsi in diversi alimenti dal latte crudo ai formaggi a pasta morbida, dalla carne sia fresca che congelata al pesce fino ai prodotti ortofrutticoli. Può essere molto pericoloso in particolare per gli immunodepressi, per chi ha una malattia cronica e per le donne in gravidanza che rischiano aborti spontanei. I sintomi della listeriosi possono essere più o meno accentuati. Si va dalla forma più lieve e più diffusa caratterizzata da disturbi intestinali con diarrea che si manifesta poco dopo aver mangiato il cibo contaminato. Fino a quella più grave che porta a meningiti, encefaliti e sepsi. La Listeria è molto insidiosa perché può annidarsi in maniera silenziosa nell'organismo per parecchio tempo e manifestarsi anche dopo tre mesi dall'ingestione dell'alimento sotto accusa.

mercoledì 15 marzo 2017

Periferie leccesi abbandonate. Via Vecchia San Pietro in Lama altro emblema del degrado di una città

Periferie leccesi abbandonate. Via Vecchia San Pietro in Lama altro emblema del degrado di una città Potremmo apparire eccessivamente pedanti nel segnalare quotidianamente quanto ci riportano i cittadini sullo stato delle periferie della città di Lecce. Ma a rischio di ripeterci, continueremo a riportare le denunce documentate da coloro che vivono il capoluogo leccese, perchè è intollerabile il gap, mai colmato, tra centro e periferia cittadina. Questa volta è via Vecchia San Pietro in Lama nei pressi della chiesa di Santa Barbara a finire nel mirino del solerte residente di turno che ha fotografato la situazione che si protrae da tempo quasi immemorabile, con rifiuti lasciati in strada ed edifici abbandonati e pericolanti alla mercè dei senzatetto, come se nulla fosse accaduto già nel recente passato ai malcapitati clochard leccesi nella tragedia dell'immobile abbandonato di via Taranto. A questo punto, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è lecito ritenere che l'abbandono delle periferie sia proprio un fatto culturale, o meglio di scarsa cultura istituzionale che si respira in primo luogo nelle amministrazioni comunali susseguitesi negli ultimi vent'anni, e che poi a cascata coinvolge una parte della cittadinanza, che per la verità non è mai stata adeguatamente sensibilizzata verso la tutela del proprio territorio mentre in altre realtà, anche della nostra provincia, sono stati fatti passi da gigante verso virtuosi percorsi comuni di salvaguardia dei luoghi che viviamo.

Auchan ritira lettino per bimbi: rischio intrappolamento arti superiori e inferiori

Auchan ritira lettino per bimbi: rischio intrappolamento arti superiori e inferiori Auchan, la catena francese di ipermercati e centri commerciali ritira dal mercato un modello di lettini per neonati. Il motivo è spiegato sul suo sito web. «Chiediamo alle persone che hanno acquistato questo prodotto di sospenderne subito l’utilizzo e di riportarlo al punto accoglienza del negozio Auchan di riferimento. Il prodotto reso sarà totalmente rimborsato». Nello specifico si tratta del lettino in legno 60x120 codice ean 3254568549373, 3254568550348 e 3254568550331 marca "COMPTINE" fornito da Auchan Export. Ci sarebbe il pericolo per i bimbi di intrappolamento tra le sbarre degli arti superiori e inferiori giudicate troppo larghe. Mentre giocano, infatti, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, potrebbero infilare la testa all’interno e rimanerci incastrati rischiando il soffocamento. Così come potrebbero incastrarsi anche braccia e gambe.

Avviso Esselunga: ritirato prodotto per errore sulla data di scadenza

Avviso Esselunga: ritirato prodotto per errore sulla data di scadenza La società Stabinger ha emesso un avviso diretto ai consumatori per avvertirli che sono state immesse sul mercato confezioni di "Trancetto al tiramisù" da 220 grammi che non vanno consumate oltre il 14 marzo. Questo è accaduto perché per un errore di stampigliatura, sul fondo delle confezioni è stata indicata come data di scadenza 14/03/23 e non quella di quest’anno. L’azienda segnala anche che non c’è alcun pericolo per la salute nel consumare le confezioni prima del 14 marzo 2017. L'allerta è stata lanciata sul sito dei market di Esselunga. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i consumatori a non consumare il lotto in questione e a riportare il prodotto nel punto vendita per la sostituzione o il rimborso. La direzione della catena dei market di Esselunga invita “i consumatori che avessero acquistato il prodotto a riportarlo nei punti vendita e a non consumarlo.

Paura sul volo Pechino-Melbourne, esplodono cuffie

Paura sul volo Pechino-Melbourne, esplodono cuffie L'Australian Transport Safety Bureau (ATSB), l'autorità australiana per la sicurezza dei trasporti, ha emesso un'allerta dopo che una giovane donna, in volo da Pechino a Melbourne, ha riportato lievi bruciature per l'esplosione della batteria delle sue cuffie. Il caso rivelato oggi risale al mese scorso. La donna ha spiegato di essersi addormentata mentre ascoltava della musica, e di essersi svegliata di colpo per il rumore di un'esplosione. "Mi sono sentita bruciare in viso, mi sono toccata la faccia e questo ha fatto scendere le cuffie sul collo", ha raccontato la donna. "Mi sentivo ancora bruciare, così ho afferrato le cuffie e le ho gettate sul pavimento. Facevano scintille e c'erano piccole fiamme". La donna ha riportato lievi bruciature al volto, ai capelli e a una mano. La ATSB, che non ha reso nota la marca delle cuffie, ha evidenziato come tutte le batterie possano potenzialmente prendere fuoco, e ha emesso delle linee guida per il loro trasporto in aereo. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta dell'ennesimo caso segnalato e rimbalzato alle cronache circa i rischi connessi all'uso di questi strumenti. Infatti le cuffie non sono gli unici dispositivi elettronici a rischio esplosione. Il problema nel corso degli anni ha interessato le batterie, spesso non originali, di diversi smartphone. L'ultimo caso è quello che nell'autunno scorso ha portato Samsung a ritirate dal mercato il Galaxy Note 7. Molte sono anche le segnalazioni di esplosione degli hoverboard. L'ultimo episodio, finito in tragedia, risale a venerdì scorso, con un hoverboard in ricarica che ha causato un incendio in una casa di Harrisburg, in Pennsylvania, uccidendo una bambina di tre anni. Proprio per questo, è necessario che le case produttrici adottino maggiori accorgimenti, anche in termini d'informazione ai consumatori per evitare che si ripetano casi analoghi.

martedì 14 marzo 2017

Corte UE: un'azienda può vietare il velo al lavoro. Per i giudici la norma interna non costituisce una discriminazione diretta. La sentenza non ha nessuna radice religiosa

Corte UE: un'azienda può vietare il velo al lavoro. Per i giudici la norma interna non costituisce una discriminazione diretta. La sentenza non ha nessuna radice religiosa Una notizia, per chi si batte contro le discriminazioni, che solleverà anche molte polemiche. "Non costituisce una discriminazione diretta la norma interna di un'impresa che vieta di indossare in modo visibile qualsiasi segno politico, filosofico o religioso." Lo ha deciso la Corte di Giustizia Europea. La Corte era chiamata a pronunciarsi su due casi, avvenuti in Francia e in Belgio, entrambi riguardanti il diritto di indossare il velo islamico sul posto di lavoro. La Corte, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nella sentenza, rileva però che il divieto "può invece costituire una discriminazione indiretta qualora venga dimostrato che l'obbligo apparentemente neutro da essa previsto comporta, di fatto, un particolare svantaggio per le persone che aderiscono ad una determinata religione o ideologia.Tuttavia, tale discriminazione indiretta può essere oggettivamente giustificata da una finalità legittima, come il perseguimento, da parte del datore di lavoro, di una politica di neutralità politica, filosofica e religiosa nei rapporti con i clienti, purché i mezzi impiegati per il conseguimento di tale finalità siano appropriati e necessari".

No al maxi albergo all'ex Ospedale Galateo di Lecce. Lo “Sportello dei Diritti”: i beni pubblici non si svendano ai privati

No al maxi albergo all'ex Ospedale Galateo di Lecce. Lo “Sportello dei Diritti”: i beni pubblici non si svendano ai privati I fallimenti della pubblica amministrazione non si riversino sul patrimonio comune che, al contrario dev'essere reso fruibile a tutti e non solo a fasce minoritarie ed elite. È questa in sintesi l'opinione di Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, avendo appreso della pubblica notizia che per la verità era nell'aria, di destinare l'ex Ospedale Galateo di Lecce di proprietà della Regione Puglia ad albergo privato di lusso sulla base del modello di project financing. Non è la prima occasione, infatti, che l'associazione interviene su questioni analoghe come quella della vicenda del Regina Pacis che era di proprietà della Curia, solo che questa volta la questione è anche più fondata perchè l'ex sanatorio è certamente un bene pubblico e perciò non deve finire nelle mani di pochi. È assurdo, infatti, che l'incapacità di ripensare ad una sua destinazione pubblica e gli anni di abbandono, possano essere delle esimenti per consentire queste opere di privatizzazione di patrimoni della collettività che altrimenti potrebbero essere adattati per la fruizione pubblica nei campi più disparati attraverso, solo per fare un esempio, la sistemazione di uffici pubblici, quali quelli di altri enti. Peraltro, la struttura in questione e il grande parco circostante potrebbero essere da una parte destinati al comune di Lecce per devolvere ad una zona periferica uffici comunali e centralizzarli in un'unica sede senza ulteriore consumo di suolo per realizzarne dei nuovi e dall'altra quale nuovo polmone verde della città, attrezzato per tutti.

lunedì 13 marzo 2017

Triplo infanticidio orrore in Francia,trovati cadaveri di neonati. La tragedia in un appartamento arrestati genitori.

Triplo infanticidio orrore in Francia,trovati cadaveri di neonati. La tragedia in un appartamento arrestati genitori. Macabra scoperta in un appartamento di Pontarlier, in Borgogna, nell'est francese. Il padre questa mattina si è recato al commissariato per raccontare che la moglie di 30 anni gli avrebbe confessato il terribile crimine. Lui stesso avrebbe trovato dei sacchi sospetti che emanavano un odore nauseabondo nel solaio di casa. La polizia ha effettivamente trovato i tre corpi nella casa dei genitori: si tratterebbe di due gemelli nati recentemente e di un altro neonato nato qualche tempo fa. L'inchiesta privilegia la tesi della gravidanza non desiderata, anche se la coppia ha altri 2 figli. L'autopsia deve stabilire le cause esatte della morte dei tre neonati, che sarebbero stati uccisi appena nati. Intanto la Francia è di nuovo sotto choc, dopo che già negli anni scorsi, si era dovuta confrontare con tragedie simili. Gli omicidi in famiglia si consumano con una frequenza paurosa, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, e proprio in questi ultimi anni, in modo maggiore che nel passato, in particolare la cronaca nera è stata fortemente caratterizzata da omicidi avvenuti in ambienti familiari. L'infanticidio e l'omicidio di un bambino per mano materna non sempre maturano in ambienti socialmente compromessi o economicamente difficili ma come nel caso in questione, anche se umanamente inaccettabile, si sospetta che donna affetta da quella che viene definita « negazione di gravidanza», ha usato l'assassinio come contraccettivo.

Nel pesce c'è il mercurio. Ministero salute ritira trance di pesce spada

Nel pesce c'è il mercurio. Ministero salute ritira trance di pesce spada L'avviso è stato pubblicato sul sito del Ministero della salute. Il richiamo riguarda tutto il territorio nazionale e nello specifico interessa i lotti 70898/7899/72476/72477/72478/72838/73409/74330 e 75185 con scadenza minima del 27.05.2017 confezionati in sacchetti trasparenti per alimenti da Effetti Surgelati srl con sede dello stabilimento a Galenzano (FI) via San Morese n° 66. Il ministero della Salute invita, chiunque abbia acquistato il pesce di una confezione dei lotti specificati, a non consumare le trance, ma di restituirle al punto vendita. "Il prodotto non deve essere assolutamente consumato. Motivo del richiamo: presenza di mercurio oltre i limiti.". Nello specifico si tratta di trance spada extra Sashimi "Xiphias Glaudius" congelato glassatura 5% pescato nell'Oceano Pacifico e proveniente dalla Corea. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, consiglia i consumatori, quando si va in pescheria, di preferire pesci mediterranei di piccole dimensioni, come alici e sardine, ricchi di nutrienti e meno a rischio di estinzione. Il buonsenso e le linee guida dei nutrizionisti suggerirebbero di non superare i 100 grammi alla settimana di pesce spada o tonno, mentre per le altre specie complessivamente si può consumare fino a 300-400 grammi di pesce alla settimana, alla luce dei grandi benefici per la salute che ne derivano. L’importante è variare molto le specie da portare in tavola, seguendo la stagionalità anche per il pesce e preferendo il mercato ittico locale. Inoltre, per quanto riguarda questa partita di pesce, chiunque avesse acquistato questi prodotti è invitato a non consumarli e a consegnarli al rivenditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale.

domenica 12 marzo 2017

Canada, barrette energetiche con l'Escherichia Coli: ritirate.

Canada, barrette energetiche con l'Escherichia Coli: ritirate. È allarme in Canada per un batterio molto pericoloso per l'apparato digerente E' quello che è stato rinvenuto in una gamma di prodotti che vengono venduti anche in diversi portali italiani su internet specializzati in prodotti utilizzati dagli sportivi e non solo. Nello specifico si tratta delle barrette energetiche "Solo GI" che potrebbero essere state contaminate dal pericolosissimo e mortale batterio E-Coli. L'allerta è stata lanciata sul sito governativo della Canadian Food Inspection Agency, l'agenzia canadese per il controllo alimentare, che ha richiamato dal mercato centinaia di prodotti tra i più popolari, come le barrette energetiche. In un comunicato stampa lanciato Sabato, l'agenzia governativa ha spiegato che la Nuova Era Nutrition Inc., l'azienda che produce le barrette energetiche, ha ritirato volontariamente il prodotto venduto a livello nazionale nei negozi e su internet. I prodotti sono: SoLo GI Lemon Lift 50 g (UPC 8 97024 00060 0); SoLo GI Lemon Lift 12 x 50 g (UPC 8 97024 00061 7); SoLo GI White Chocolate Cherry 50 g (UPC 8 97024 00109 6); SoLo GI White Chocolate Cherry 12 x 50 g (UPC 8 97024 00110 2); SoLo GI Pineapple Coconut 50 g (UPC 8 97024 00066 2) e per finire SoLo GI Pineapple Coconut 12 x 50 g (UPC 8 97024 00067 9). I prodotti ritirati hanno anche specifiche date di scadenza. L'agenzia governativa canadese ha spiegato che il richiamo è stato innescato da un ritiro in un altro paese. Non sono state segnalate malattie. Il prodotto ritirato deve essere gettato via o restituito al negozio dove è stato acquistato. Il batterio E. coli, ha la capacità di formare verotossina (Vtec). Questo patogeno può causare diarrea, nausea, vomito e febbre nei singoli casi. Alla luce delle notizie provenienti dal Canada, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", invita l'Istituto superiore di sanità che riceve dal Sistema sanitario nazionale tutte le segnalazioni di Sindrome emorragica uremica ed i carabinieri del Nas per individuare eventuali arrivi dagli Stati Uniti e dal Canada dei prodotti contaminati della Nuova Era Nutrition Inc., anche se al momento attuale nel nostro Paese non sono stati segnalati casi dovuti a questo sierotipo.

Ambiente e natura: avvistata per la prima volta nell'Oceano Atlantico una strana specie di balena

Ambiente e natura: avvistata per la prima volta nell'Oceano Atlantico una strana specie di balena. Questi cetacei, che uniscono caratteristiche delle balene e delfini sono stati fotografati nelle Azzorre. Un gruppo di ricercatori è riuscito a filmare per la prima volta diversi individui di Vera's ziphiidae, una specie di balena la cui caratteristica è di avere un muso pronunciato, come i delfini. Gli scienziati, tra i quali il canarino Natacha Aguilar, hanno presentato uno studio che conferma la presenza di questa specie nelle isole Canarie, il confine meridionale nel quale da tempo ne sono state avvistate alcune nell'emisfero settentrionale. I ricercatori, tuttavia, non sono riusciti a catturarli, ma nel corso di una gita con gli studenti intorno alle Azzorre hanno avuto la loro chance. "Improvvisamente quattro balene dal becco sono apparse dal nulla e lentamente hanno nuotato intorno alla barca, così da consentirci di registrare le loro immagini con una piccola macchina fotografica subacquea", ha detto Aguilar nella pubblicazione apparsa su PeerJ, che descrive la registrazione di "storica". Un evento ambientalistico molto significativo, dunque, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che evidenzia come sia sempre più necessaria una potica globale di salvaguardia degli oceani e dei nostri mari per il prezioso e inesitimabile patrimonio di vita che ancora si può scoprire.