sabato 31 gennaio 2015

Feds annuncia nuovo mega richiamo urgente di 2,12 milioni tra automobili e SUV.

Feds annuncia nuovo mega richiamo urgente di 2,12 milioni tra automobili e SUV. Ancora sotto accusa problemi causati dagli airbag difettosi Il Segretario dei Trasporti americano Anthony Foxx, ha annunciato sabato un richiamo di più di 2,12 milioni di automobili e SUV per un difetto che potrebbe causare un malfunzionamento degli airbag. Il richiamo fa seguito a quegli precedenti del 2012, 2013 e 2014 che derivava dalle indagini NHTSA per affrontare un problema con un componente elettronico che potrebbe causare la mancata attivazione degli airbag a seguito di urti e danni consistenti, giudicati dal guidatore sufficienti a tale attivazione o l'attivazione imprevedibile ed indesiderata degli airbag a seguito di lievi urti, talvolta senza danni di carrozzeria per urti delle ruote su buche stradali o dossi. Secondo Mark Rosekind, che dirige il National Highway Traffic Safety Administration, gli interventi sino ad oggi operati sulle autovetture oggetto dei precedenti richiami sono stati inefficaci. NHTSA ha comunicato che ha recentemente scoperto che un piccolo numero di veicoli fissato in quei richiami aveva sperimentato l'attivazione imprevista degli airbag, legata a un componente difettoso da TRW. Nei casi di attivazione imprevista degli airbag, si possono verificare traumi fisici agli occupanti od a terzi a causa di possibili incidenti derivanti dalla improvvisa situazione di panico o scarsa visibilità in cui si potrebbe trovare il guidatore. Il richiamo comprende Acura MDX, Dodge Viper, Jeep Grand Cherokee, Jeep Liberty, Honda Odyssey, Pontiac Vibe, Toyota Corolla, Toyota Matrix e Toyota Avalon da 2000s iniziale: • 2002-2003 Jeep Liberty e 2002-2004 Jeep Grand Cherokee (circa 750.000 veicoli); • 2003-2004 Honda Odyssey; e 2003 Acura MDX (circa 370.000 veicoli); • 2003-2004 Pontiac Vibe; Dodge Viper; e Toyota Corolla, Toyota Matrix e Toyota Avalon (circa 1 milione veicoli, dei quali non tutti sono stati venduti negli Stati Uniti). Circa 1 milione di vetture interessate dal nuovo richiamo sono veicoli di Honda e Toyota che sono coinvolti in un richiamo separato che coinvolgono airbag fatta dall'azienda Takata Corp..irbag difettoso lato conducente come parte del richiamo Takata è stato collegato ad almeno sei morti e ha incluso più di 40 milioni veicoli richiamati in tutto il mondo. In ambienti umidi, alcuni dei gonfiatori difettosi dell'airbag si sono rotti ed esplosi, scagliando schegge metalliche che sono volate all'interno della macchina. Rosekind ha inoltre avvertito: "Questo è purtroppo un problema complicato per i consumatori, che potrebbe essere costretti a tornare al loro rivenditore più di una volta". "Ma questo è un problema di sicurezza urgente, e tutti i consumatori con veicoli interessati dal precedente richiamo dovrebbero avere quel rimedio installato. Una seccatura è molto meglio di una tragedia familiare". I consumatori possono visitare il sito governativo SafeCar.gov per vedere se i loro veicoli sono oggetto a richiamo. NHTSA ha anche istituito una linea telefonica di sicurezza alla quale gli interessati potranno chiamare al numero 888-327-4236 per qualunque informazione si rendesse necessaria. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. Al singolo proprietario, infatti, non costa nulla tale tipo di verifica e nel caso in cui la propria autovettura sia oggetto del richiamo, l’intervento previsto è a totale carico della casa automobilistica che dovrebbe fornire anche un’autovettura sostitutiva per il periodo necessario alla manutenzione straordinaria.

venerdì 30 gennaio 2015

Sanità. Nuovi LEA. Anche l'epidurale a carico delle regioni. Per lo Sportello dei Diritti si tratta di una battaglia vinta.

Sanità. Nuovi LEA. Anche l'epidurale a carico delle regioni. Per lo Sportello dei Diritti si tratta di una battaglia vinta. Ma continua quella per i rimborsi per le donne che hanno già usufruito e pagato. Dovrebbe essere cosa fatta. L'annuncio ufficioso diverrà ufficiale quando il Ministro della Salute renderà pubblici e definitivi i nuovi LEA, acronimo che sta per Livelli Essenziali di Assistenza che lo Stato, o meglio le regioni sono obbligate a garantire senza alcun esborso da parte dei pazienti. E nella lista, dopo una serie di annunci degli scorsi anni pare che finalmente anche il “parto indolore” noto anche come epidurale o peridurale sarà inserito tra le prassi a carico delle regioni. Si tratta, quindi, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, di una battaglia vinta da parte di chi in questi anni si è battuto per un trattamento che dev'essere ritenuto un diritto sacrosanto per le madri, e tra le tante associazioni la nostra, che per prima ha avviato anche azioni giudiziarie per ottenere il rimborso di quanto versato da alcune puerpere ottenendo anche nel novembre dello scorso anno una sentenza favorevole da parte del Giudice di Pace di Lecce che tanto eco ha avuto sulla stampa. Ora speriamo che l'annuncio trovi anche il beneplacito delle regioni e non si tramuti nell'ennesimo proclama politico che rimane solo sulla carta. Ovviamente, l'iniziativa del governo non fermerà le azioni già intraprese da parte dello “Sportello dei Diritti” a tutela di tutte quelle madri che hanno già pagato e stanno procedendo con le richieste di rimborso ed anzi trova una conferma nella scelta politica dell'esecutivo che ha ritenuto valide le nostre doglianze.

Darsena di San Cataldo di Lecce. Dopo la chiusura del porticciolo arriva anche la beffa per centinaia di diportisti

Darsena di San Cataldo di Lecce. Dopo la chiusura del porticciolo arriva anche la beffa per centinaia di diportisti: la cooperativa gerente chiede il “conto” per l'intero anno quando le barche non ci sono più dall'estate scorsa. Lo Sportello dei Diritti: intervenga il Comune e faccia sapere che fine farà un patrimonio dei leccesi letteralmente mandato a mare! Con una riunione tenutasi lo scorso mercoledì 28 gennaio presso la sede dello “Sportello dei Diritti”, alcuni diportisti, o meglio ex diportisti della Darsena di San Cataldo dopo che sono stati sgombrati dallo specchio d'acqua per l'inagibilità dello stesso, hanno espresso il più vivo disappunto ed hanno deciso d'intraprendere ogni iniziativa utile, compreso quella giudiziaria, non escludendo quella penale, dopo che con estrema loro sorpresa la “Cooperativa Pescatori Capo di Leuca Finibus Terrae”, ha deciso di chiedere il saldo relativo ai contratti stipulati nel 2014 che però per forza di cose si è concluso con la “cacciata” dei natanti dal porticciolo già a luglio scorso. Tutti i presenti, infatti, hanno evidenziato, ricevute alla mano, che i ratei erano stati corrisposti integralmente sino alla data in cui hanno dovuto lasciare il porticciolo per le ragioni a tutti note. Nonostante gli stessi non abbiano usufruito di alcun servizio mentre molte delle loro barche non erano più presenti nell'area, il gestore ha comunque deciso di affidarsi ad un legale e procedere con il recupero di somme oltre a spese legali stragiudiziali e accessori, che in tutta evidenza non risultano dovute. Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta dell'ennesima beffa non solo per i diportisti, ma anche per tutta la comunità leccese, in quanto giocoforza viene riportata l'attenzione dell'opinione pubblica sull'annoso problema del “Porto dei Leccesi”, che nei fatti non esiste più a causa dell'inerzia colposa delle amministrazioni comunali susseguitesi che si sono dimostrate incapaci di dotare il comune capoluogo di un'adeguata struttura capace di essere da una parte degna darsena per gli appassionati del mare del luogo, ma anche porto turistico in grado di attrarre ulteriori flussi di viaggiatori. Ecco perché, la Nostra Associazione non solo si fa portavoce delle legittime lamentele dei diportisti che dopo aver regolarmente e per anni i canoni senza ricevere pressoché alcun servizio, sono stati ulteriormente traditi, ma soprattutto chiede che l'ente locale intervenga in prima persona per fermare queste ingiustificate richieste che lasciano il sapore dell'amaro ed aggravano una situazione già di per sé triste. Quest'ennesima vicenda, infine, può essere anche l'occasione affinché il governo cittadino chiarisca una volta per tutte con fatti concreti, e non solo con periodici proclami, che fine deve fare un patrimonio dei leccesi, quale la Darsena, letteralmente mandato a mare!

Miele Ambrosoli ritirato dal commercio per contaminazione da antibiotici. Il Ministero della salute " “Se in casa non usatelo”

Miele Ambrosoli ritirato dal commercio per contaminazione da antibiotici. Il Ministero della salute " “Se in casa non usatelo” Il Ministero della Salute concordemente con l’azienda produttrice, nel silenzio più assoluto delle autorità sanitarie regionali e locali, ha disposto il ritiro di una partita di Miele Ambrosoli ritenuta nociva per la salute pubblica. L’allerta sanitaria riguarda un lotto di vasetti da 250 grammi, il numero M0509, messo in commercio tra giugno e luglio 2014 e recante sulla confezione la data di scadenza 5/2017 ovvero maggio dell’anno 2017. La decisione è stata presa perchè l’Asl del Veneto, durante un controllo sulle derrate alimentari, avrebbe rilevato nel miele la presenza di antibiotici, evidentemente incompatibili con un prodotto che non ne dovrebbe presentare e pertanto nocivi alla salute. Le confezioni vengono ritirate dagli scaffali e dai magazzini dei negozi di alimentari e restituite ai grossisti. In questo periodo di febbri e influenza, quando un buon bicchiere di latte o di tisane con una cucchiaiata di miele, diventa particolarmente confortevole e salutare, diventa dunque d’obbligo andare a controllare le proprie confezioni del prezioso alimento prodotto dalle api. L'azienda produttrice precauzionalmente ha già attivato le procedure di ritiro del prodotto dalla vendita. Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, poichè non risultano tracce di comunicati o di spiegazioni dirette ai consumatori da parte della ditta produttrice. Inoltre, rimarcando l'allerta del Ministero della salute, invita i consumatori a non consumare il prodotto e a restituire le confezioni al punto di vendita per la sostituzione.

Fidanzato invisibile: la soluzione virtuale per donne single.

Fidanzato invisibile: la soluzione virtuale per donne single. È un'applicazione per smartphone, volta a "creare un fidanzato" su misura per ogni utente. Essa risponde ai messaggi, email e foto. Si chiama “Invisible Boyfriend” o “Invisible Girlfriend” e vi manda messaggi di testo e vocali per aiutare a convincere voi stessi o gli altri che avete trovato l’amore. Un telefono che non suona, nessuno che invia messaggi e lo stato di Facebook in "solitario" sono cose del passato con la nuova applicazione "Fidanzato invisibile". Un team di creatori di siti web, Matthew Homann e Kyle Tabor, hanno ideato un servizio speciale per donne single. La piattaforma crea storie di sposi per presentare ad amici e parenti per solo 25 dollari al mese e include 100 messaggi di testo, 10 messaggi vocali, e un messaggio scritto a mano. Per accedere al servizio in primo luogo deve registrarsi e scegliere un profilo del fidanzato ideale. È necessario selezionare una foto dalla galleria, età e nome, gusti, preferenze e persino decidere come interagire. La piattaforma rende la storia davvero credibile tanto specificare dove e quando vi siete incontrati la prima volta. Una volta creato il tipo ideale lui vi chiamera’ e vi mandera’ messaggi “umani” in tempo reale a un telefono il cui codice corrisponde alla città che avete inizialmente selezionato:. Inoltre, le donne possono caricare le loro foto affinché altri utenti li usano come fidanzate virtuali. L'applicazione è disponibile solo negli Stati Uniti e in Canada al momento, ma presto sarà accessibile in Europa e quindi anche in Italia. I suoi creatori stanno studiando la possibilità di fare dei pacchetti che includono chiamate personalizzate, regali e fiori. Utile anche a chi è gay ma vive in ambienti conservatori... osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, insomma, è un po’ come dare la possibilità di scrivere il vostro romanzo.

Barilla ritira dai supermercati Ragù Contadino per errore di etichettatura.

Barilla ritira dai supermercati Ragù Contadino per errore di etichettatura. Sono a rischio coloro che soffrono di allergia. La comunicazione è stata diffusa sul sito della Barilla e riguarda solo i consumatori allergici al sedano e al latte. Il prodotto interessato è il Ragù Contadino Barilla con Vino Rosso 400 gr, Codice Lotto 666136704 con scadenza 18/06/2016 (leggibile sul tappo). Barilla precauzionalmente ha già attivato le procedure di ritiro del prodotto dalla vendita. L'ingestione di cibi contenenti sostanze con potere antigenico non è cosa da prendere alla leggera, perché potrebbe causare degli effetti che si manifestano rapidamente subito dopo l'ingestione di un particolare alimento ed è quindi più facile collegarli al cibo ingerito. Le reazioni dell'organismo oltre ad essere immediate sono, di solito, violente. La reazione allergica produce shock anafilattico e di solito risponde ai tradizionali Test Allergici Cutanei e quindi, è anche relativamente più facile da individuare. Per shock anafilattico si intende una sindrome clinica provocata da esposizione ad un allergene, è la reazione più grave e può, se non curato, portare alla morte. È molto meno frequente delle intolleranze alimentari (su 50 casi, solo 10 sono allergie). Può portare anche alla morte, mentre è molto raro che le intolleranze alimentari possano causare il decesso di una persona. I sintomi delle allergie alimentari sono simili a quelle provocate a chi soffre di allergia ai pollini: sono comuni gli arrossamenti pruriginosi della pelle, gli eczemi, le eruzioni o i gonfiori, l'orticaria, arrossamenti e bolle, le dermatiti; ma anche irritazione delle labbra e della bocca o problemi respiratori (riniti, congiuntiviti, asma) o problemi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali e diarrea). Per tale ragione è facile capire quanto la "sicurezza" di un alimento sia fondamentale per un soggetto allergico … sicurezza che dovrebbe derivare dalla lettura attenta delle etichette. Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che, rimarcando l'allerta della Barilla, invita i consumatori allergici a sedano e/o latte a non utilizzare il prodotto e a contattare e a restituire le confezioni al punto di vendita per la sostituzione. Trattandosi di un problema rilevante, la catena ha avviato anche una campagna di richiamo avvisando i clienti in rete. L’azienda ha attivato un numero verde per i consumatori che potranno contattare il Servizio Clienti Barilla al numero 800862323 per qualunque informazione si rendesse necessaria.

Il sesso non ha età: per gli ultra-70 il desiderio non si spegne. Lo dice uno studio inglese

Il sesso non ha età: per gli ultra-70 il desiderio non si spegne. Due terzi delle donne di età compresa tra 80 e 102 anni, hanno una vita sessuale ricca e appagante. Uno studio della Università di Manchester smentisce i luoghi comuni relativi alla vecchiaia e al sesso dimostrando che il sesso non è "over" per gli anziani che hanno superato i 70 anni. Secondo la ricerca, contrariamente a tanti stereotipi che additano le persone della Terza età come soggetti che hanno appeso il fascino e la cura di sé al chiodo, sono sessualmente attivi. Secondo, oltre metà (54%) degli uomini e quasi un terzo (31%) delle donne over-70 riferiscono di essere sessualmente attivi e un terzo di questi rivela di praticare il sesso abbastanza di frequente, almeno due volte al mese. Sempre lo studio evidenzia come in età matura si vive una seconda primavera sensoriale, e anche se si hanno meno rapporti sessuali completi, è decisamente più alto il grado di soddisfazione. La ricerca inglese è stata condotta da David Lee e pubblicata sugli Archives of Sexual Behavior, coinvolgendo oltre 7000 anziani. In genere diminuisce il numero dei rapporti ma aumentano le coccole "sfiziose". Infatti è emerso anche che molti settantenni e ottuagenari sono ancora affezionati al proprio partner, con il 31% dei maschi e il 20% delle femmine che riferiscono di baciarsi e coccolarsi di frequente. Questo studio dunque, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, smentise i luoghi comuni relativi alla vecchiaia e al sesso. I più maliziosi però potrebbero pensare che ci sia stato un cambiamento nelle abitudini sessuali degli anziani e che sia stato favorito dalla comune pillola blu, il Viagra. In realtà questo "aiutino" ha semplicemente assecondato desideri sessuali e bisogni senza età. La terza età anagrafica infatti non corrisponde più e forse non ha mai corrisposto ad una decadenza sessuale.

Allarme Nissan, richiamo in officina per la Qashqai. Rapex segnala auto con problema allo sterzo

Allarme Nissan, richiamo in officina per la Qashqai. Rapex segnala auto con problema allo sterzo La Nissan ha deciso il richiamo volontario delle Qashqai, Qashqai + 2 e NV200 a livello globale perché il mozzo del volante, collegato al piantone dello sterzo, potrebbe cedere. Se ciò accadesse, il conducente perderebbe il controllo del veicolo. La campagna della Casa giapponese riguarda gli esemplari prodotti tra nel 2012. Il difetto si può presentare quando il carico applicato sul volante è superiore al consueto, come durante le manovre da fermi o a velocità molto bassa. Ad ogni modo la Qashqai non è nuova a problemi sul gruppo sterzo: già nel gennaio 2010 e 2012 era stata richiamata perché una vite del piantone dello sterzo poteva allentarsi causando il distacco di questo dalla scatola guida. L'avviso è inserito nel bollettino n° 11 - A12 / 0075/15 del 30 gennaio 2015 del Rapex - Rapid Alert System for non-food dangerous products - il sistema di segnalazioni istituito dalla Commissione Europea. E il bollettino Rapex conclude sinteticamente '' questo potrebbe mettere in pericolo gli utenti della strada e pertanto non si possono escludere condizioni di guida non sicure''. Pur non essendoci stati incidenti - segnala Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”- è consigliabile che i proprietari di queste auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari in Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai modelli in questione.

Sportello Equitalia di Lecce bloccato l'ultimo giorno del mese utile per i pagamenti.

Sportello Equitalia di Lecce bloccato l'ultimo giorno del mese utile per i pagamenti. I contribuenti beffati costretti ad andare a pagare i bollettini nelle Poste con aggravio di spese. Questa mattina decine di cittadini, dopo aver fatto la fila dietro lo sportello di Equitalia a Lecce, si sono visti opporre l'impossibilità di pagare i propri bollettini per ragioni tecniche non meglio precisate. Questo fatto, è tanto più grave, se si pensa che l'evento sia accaduto proprio l'ultimo giorno utile del mese al fine di pagare i bollettini relativi alle rateizzazioni e pertanto i contribuenti sono stati costretti a correre presso gli uffici abilitati alla ricezione dei versamenti, tra cui soprattutto quegli postali, dove oltre al pagamento dell'importo riportato nel bollettino, si paga l'ulteriore aggravio del servizio. Insomma, per il cittadino contribuente, oltre al danno anche la beffa di aver perso una intera mattinata per assolvere ai propri obblighi, mentre rileva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, Equitalia dimostra la sua inefficienza quando si tratta di agevolare in qualche modo i soggetti deboli.

giovedì 29 gennaio 2015

Allarme NORMACOL: ritirato dal mercato un lotto del noto lassativo. L’Aifa: “Se in casa non usatelo”

Allarme NORMACOL: ritirato dal mercato un lotto del noto lassativo. L’Aifa: “Se in casa non usatelo” E' di ieri la notizia che l'Aifa (l'Agenzia Italiana del Farmaco) ha ritirato dal commercio il medicinale NORMACOL GRANULATO con decorrenza immediata. Il medicinale è usato per il trattamento di breve durata della stitichezza occasionale. Il medicinale è già stata in passato al centro di casi analoghi. Nel luglio del 2014, infatti, le autorità sanitarie italiane avevano sospeso la commercializzazione del medicinale per la presenza di corpi estranei. Il comunicato dell’AIFA è eloquente nel precisare che: " A seguito del provvedimento dello scrivente ufficio prot. N° AIFA/PQ/73507/P del 09/07/2014 concernente divieto di utilizzo e campionamento del medicinale "NORMACOL granuIato”, lotto n. 197995 scad. 12/2016, AIC n. 033728027, della ditta Norgine Italia Srl, sita in Milano, via G. Fara, 20/22, visti i pareri non favorevoli dell'Istituto Superiore di Sanità, prot. n. 0030513 FARM. CHF.15.00 del 18/09/2014 e prot n. 0001112 FARM.CHF.l5.00 del 19/01/2015, ai sensi dell'art 142 del D. L.vo 219/ 2006 e per la motivazione sopra evidenziata , si dispone il ritiro, su tutto il territorio nazionale, del lotto sopra specificato. La ditta Norgine Italia Srl dovrà assicurare l'immediata comunicazione del ritiro entro 48 ore dalla ricezione della presente. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro del lotto del medicinale. In virtù di tale comunicazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai pazienti in trattamento con il medicinale di verificare il numero di lotto e, nel caso corrispondesse a quello ritirato, di sospenderne l'uso e di rivolgersi al proprio medico per una nuova prescrizione. Sempre al medico di famiglia gli assistiti potranno rivolgersi per ottenere qualunque tipo di chiarimento sul provvedimento e per avere maggiori informazioni sui motivi che hanno portato al ritiro dal mercato del NORMACOL GRANULATO.

Sicurezza alimentare. Coop richiama Crispy tacchino, può contenere metallo.

Sicurezza alimentare. Coop richiama Crispy tacchino, può contenere metallo. I clienti possono riportare il prodotto in negozio La COOP ha richiamato a titolo precauzionale e volontario, al fine di garantire la sicurezza i Crispy tacchino surgelati nella confezione da 700 grammi con le date minime di conservabilità 31.12.2014 / 31.01.2015 / 28.02.2015 (numero d’articolo 4.183.285, lotto di produzione 5687318, codice EAN 7630017671448, prezzo fr. 8.30. ). I Crispy tacchino recanti tali date possono contenere frammenti di metallo e in casi estremi il suo consumo può causare ferite. A Coop non è giunta finora alcuna segnalazione di danni alla salute provocati dai prodotti. La merce in questione non è più in vendita nei Punti di vendita interessati: supermercati Coop, Grandi Magazzini Coop City, Coop@home. Per ulteriori domande i clienti potranno rivolgersi al Servizio consumatori Coop, tel. 0848 888 444. Coop ha provveduto a informare il Laboratorio cantonale di Basilea-Città e l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV). L'allerta in questione, sottolinea Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti" risulta pubblicata sul sito COOP http://www.coop.ch/pb/site/medien/node/81635940/Lit/index.html. La nostra associazione, quindi, dato anche il risalto che ha avuto questa notizia al di là delle Alpi, ritiene utile informare anche i nostri connazionali che si trovano all'estero. I clienti che hanno in casa tale prodotto con le date di conservabilità sopra indicate possono riportarlo al punto di vendita. Il prezzo di vendita sarà rimborsato.

Menopausa precoce: sostanze tossiche nei cosmetici potrebbero anticipare la menopausa di ben 4 anni

Menopausa precoce: sostanze tossiche nei cosmetici potrebbero anticipare la menopausa di ben 4 anni Ogni giorno milioni di persone, donne in particolare, usano prodotti cosmetici come saponi, dentifrici, shampoos, balsami, lozioni, creme, deodoranti, deodoranti intimi, oli da corpo, oli e sali da bagno, oli da massaggio, oli abbronzanti o protettivi, oli doposole, smalti per le unghie e loro solventi, mascara, profumi, talco, fondotinta, matite, ombretti, rossetti, lucidalabbra, coloranti e tonici per capelli, lacche e spray per capelli, dopobarba, oli per bambini etc.. Molte altre sostanze chimiche tossiche o potenzialmente tossiche sono poi presenti nell'ambiente casalingo, lavorativo, o per le nostre strade. Ora uno studio condotto per dieci anni in 1442 donne americane in postmenopausa di 61 di età media, ha misurato nel sangue e nelle urine 111 sostanze chimiche sospettate di interferire con la naturale produzione e distribuzione di ormoni nel corpo. Risultati: le donne con i livelli piu' elevati di queste sostanze chimiche arrivano alla menopausa precocemente, dai due ai 4 anni prima delle donne che presentano bassi livelli di queste sostanze. A identificare le 15 sostanze incriminate e' stato un gruppo di ricercatori della Washington University di St Louis in uno studio pubblicato sulla rivista Plos One. Nello studio gli scienziati hanno analizzato i livelli di 111 sostanze chimiche nel sangue e nelle urine di 31.575 donne. Hanno scoperto cosi' che alcune sostanze interferiscono con la produzione naturale e la distribuzione degli ormoni nel corpo. In particolare sono state 15 le sostanze maggiormente associate con la menopausa precoce: nove policlorobifenili (Pcb), tre pesticidi, due ftalati e una sostanza tossica chiamata "furano". Gli ftalati, ad esempio, si trovano negli imballaggi di alcuni alimenti e in prodotti, tra cui i profumi, i rossetti, bagnoschiuma, prodotti per la cura dei capelli e smalti. In genere, vengono utilizzati per ammorbidire la plastica. Questo declino della funzione ovarica non ha solo implicazioni sulla fertilita' di una donna, ma anche sul rischio di soffrire di malattie cardiache, osteoporosi e altri problemi di salute. Le stesse sostanze chimiche sono note per aumentare il rischio di alcuni tumori, della sindrome metabolica e, nelle donne piu' giovani, della puberta' precoce. Per questo, i ricercatori hanno invitato le donne a fare piu' attenzione ai prodotti che usano, preferendo quelli che hanno contenitori in vetro anziche' di plastica. A lanciare il grido d'allarme è la dottoressa Ambra Cooper, professore di ginecologia presso la scuola di medicina della Washington University di St Louis, nel Missouri, co-autotrice dello studio:"Preoccupante". "I nostri risultati suggeriscono che i consumatori dovrebbero essere interessati". Questo è il primo studio di queste dimensioni che indaga sulla correlazione tra menopausa e queste sostanze chimiche. Punto importante: nessuna di queste donne seguiva la terapia ormonale e aveva subito la rimozione dell'ovaio. La pubblicazione, inoltre, cita altri studi che hanno correlato questi prodotti chimici e alcuni tipi di cancro, disfunzioni metaboliche e pubertà precoce nelle ragazze. Come evitare queste sostanze? Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti" spesso è difficile evitare l'esposizione a queste sostanze chimiche in quanto sono in terra, nell'acqua e nell'aria. Si raccomanda di preferire vetro o foglio di alluminio per riscaldare i cibi nel forno a microonde, piuttosto che la plastica e conoscere la composizione dei prodotti cosmetici e dei prodotti per la casa.

Sicurezza alimentare. Eurospin ritira le confezioni di "Datteri" vassoio Deglet Nour per contaminazione

Sicurezza alimentare. Eurospin ritira le confezioni di "Datteri" vassoio Deglet Nour per contaminazione I supermercati Eurospin ritirano dagli scaffali dei punti vendita le confezione di Datteri. Il prodotto riporta sulla confezione il marchio Datteri vassoio Deglet Nour 250 g - MON AMI. Le confezioni interessate riguardano il Lotto 037 D e sono state ritirate dalla vendita perché contengono una sostanza inquinante. Il termine minimo di conservazione sulla confezione indica 12.2016. Il problema riguarda solo questo lotto venduto in tutti i supermercati Eurospin delle regioni: Lazio, Campania, Abruzzo e Molise. Trattandosi di un problema rilevante, la catena ha avviato anche una campagna di richiamo avvisando i clienti in rete. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i consumatori a riportare la confezione nel punto vendita per la sostituzione o il rimborso.

mercoledì 28 gennaio 2015

Bart , una storia a lieto fine. Un gatto "zombie" esce dalla sua tomba e si reca a casa

Bart , una storia a lieto fine. Un gatto "zombie" esce dalla sua tomba e si reca a casa "Zombie" o "miracolato", la vicenda ha quasi dell’incredibile. Il gatto americano Bart, la cui insolita storia ci spaventa, esce fuori dalla sua "tomba" cinque giorni dopo essere stato sepolto per errore dal suo proprietario che lo aveva creduto morto dopo che il gatto era stato investito da un auto sulla strada. Sherry Silk, di Tampa in Florida, presidente dell'Humane Society, ente protezione animali che ha curato il gatto, ha spiegato che Bart, dopo diversi interventi chirurgici, si sta riprendendo e potrà tornare a casa la prossima settimana. Dieci giorni fa la sua proprietaria Ellis Hutson aveva trovato l'animale morente in strada, dopo essere stato investito da un'auto. Secondo il Times di Tampa Bay, Bart, gravemente ferito, non respirava o non era vitale. La proprietaria, signora Ellis Hutson, a quella vista crollò ed ha chiesto a un vicino di seppellire il gatto. Ma cinque giorni dopo, come in una scena degna di un film horror di Stephen King, Bart è riuscito a uscire dalla sua tomba e... andare a casa. "Non riuscivo a crederci. Non avevo visto niente di simile", ha detto al quotidiano Ellis Hutson. Il piccolo malcapitato, riferisce Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato poi trasferito nel rifugio per animali della Humane Society con i vermi nelle ferite. Il gatto è stato operato ieri. I veterinari hanno rimosso l'occhio sinistro e rimesso a posto la sua mandibola. Da oggi, Bart è convalescente ed è alimentato da una sonda.

L'allarme degli esperti: aumento della listeriosi in Europa molto preoccupante.

L'allarme degli esperti: aumento della listeriosi in Europa molto preoccupante. Gli esperti scientifici dell’organismo europeo di vigilanza sulla sicurezza alimentare oggi hanno lanciato l'allarme sulla progressione delle forme mortali di listeriosi, compresa la malattia contratta mangiando gli alimenti. In un parere pubblicato oggi, il Gruppo di esperti sui pericoli biologici (BIOHAZ) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e del centro europeo per la prevenzione delle malattie (ECDC) ha concluso che tra il 2012 e il 2013, i casi di listeriosi sono aumentati dell' 8,6%, confermando una tendenza in forte crescita iniziata nel 2008 specialmente negli ultrasessantenni. Nel parere rivolto in particolare ai produttori, il Gruppo ha inoltre riferito che gli Stati membri dell'UE hanno segnalato 1.763 casi nel 2013. Se questo numero non è allarmante di per sé, continua il rapporto, " le infezioni sono principalmente causa di malattia invasiva e di forme gravi che hanno più alti tassi di mortalità rispetto le altre malattie di origine alimentare". Le morti segnalate sono state in totale 191, con un tasso di mortalità del 15,6% per questa zoonosi, malattia trasmessa all'uomo dagli animali, direttamente o tramite il cibo. Secondo Mike Catchpole, direttore scientifico presso l'ECDC, l'aumento dei casi di listeriosi invasiva "è molto preoccupante perché questa infezione si trasmette principalmente attraverso i cibi pronti che permettono la crescita del batterio e ne sviluppano un’elevata concentrazione durante la catena alimentare. La Listeria può portare alla morte, specialmente tra la popolazione crescente di anziani e pazienti con immunità indebolita in Europa". Invece i casi di Salmonella nell’uomo continuano a diminuire, facendo registrare un calo per l'ottavo anno consecutivo, con 82,694 casi (7,9%) grazie al successo dei programmi di controllo del pollame. Ora, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sentito il parere allarmante degli esperti, è necessario che gli sforzi per ridurre i rischi alla salute umana siano concentrati sulle pratiche di riduzione del rischio, sia nella fase di produzione dei cibi pronti al consumo, sia in casa da parte del consumatore. Pertanto si raccomanda a quest'ultimi di osservare senza interruzioni le temperature di conservazione consigliate e di mantenere i cibi sempre adeguatamente refrigerati, prendendo nota della scadenza dei cibi nel loro frigorifero. Una corretta igiene alimentare e l’adozione di buoni criteri di preparazione sono anch’esse fattori importanti nella prevenzione della Listeria e di altre infezioni di origine alimentare. Si ricorda che la listeriosi è un’infezione di origine alimentare rara ma potenzialmente letale causata da Listeria monocytogenes e caratterizzata da un elevato tasso di mortalità. Le persone anziane e le donne in gravidanza sono particolarmente vulnerabili alla listeriosi, così come i soggetti affetti da patologie immunodepressive, come il cancro e l’HIV.

martedì 27 gennaio 2015

Capolinea dei bus delle Ferrovie del Sud Est a Lecce in via Pitagora. Disagi permanenti per gli studenti delle scuole di piazza Palio.

Capolinea dei bus delle Ferrovie del Sud Est a Lecce in via Pitagora. Disagi permanenti per gli studenti delle scuole di piazza Palio. Non sono bastate le istanze dei cittadini suffragate da quelle del sindaco di Melendugno a far cambiare idea alle Ferrovie del Sud Est che continuano a far permanere i disagi in capo agli studenti delle scuole di piazza Palio costretti - a causa degli orari e dalla scelta ostinata di continuare a mantenere il capolinea presso lo spiazzo di via Pitagora davanti al mercato delle “Settelacquare” - a corse folli ed a rischio della propria incolumità per arrivare in tempo a lezione o per non perdere, al rientro il pullman che li riporta a casa. Il padre di uno dei giovani aveva già fatto rilevare con una richiesta scritta e senza che arrivasse risposta alcuna da parte della società di trasporti in questione, che mentre i capolinea di altre aziende sono collocati in piazza Palio, cosicché da favorire il tempestivo ingresso degli studenti nei diversi edifici scolastici posti nell’area, quello delle FSE, che cura fra le altre la tratta per i giovani melendugnesi e dei paesi limitrofi si trova ancora in via Pitagora a circa un chilometro dai suddetti edifici scolastici. In particolare, il pullman che parte da Melendugno alle 7.30, termina la corsa al citato capolinea posto innanzi al mercato delle “Setteleacquare” alle 8.00 / 8.05 circa se non vi sono inconvenienti. Di conseguenza, gli studenti, quasi tutti minorenni, sono costretti a percorrere di corsa la distanza sino alle scuole per poter tentare di fare il meno tardi possibile, giacchè l’orario previsto generalmente per l’ingresso in classe è quello delle 8.00. La partenza inversa da via Pitagora a Melendugno, prevista per le 13.10, costringe anch’essa, ad una corsa ancor più frenetica dalle scuole sino al capolinea, poiché dall’ora dell’uscita delle 13.00 restano meno di dieci minuti per percorrere il tragitto, costringendo i ragazzi con pesanti zaini sulle spalle, a districarsi tra il traffico intenso dell’ora di punta ed attraversare a piedi pericolose intersezioni, con i connessi rischi per l’incolumità dei giovani coinvolti. Tutti questi particolari, sono stati ampiamente segnalati alle FSE, come detto, anche con apposita nota che risale a quasi due anni fa del sindaco di Melendugno, Marco Potì, mentre nessuna presa di posizione pare sia stata assunta dall’ente di trasporto pubblico che, a dire il vero, sembra se ne sia letteralmente lavato le mani e non abbia intrapreso alcuna iniziativa utile per eliminare questi persistenti disagi facilmente rimovibili con una duplice possibilità d’interventi: spostare il capolinea in Piazza Palio o far passare le corse presso piazza Palio, negli orari utili. Per tali ragioni, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dopo quest’ennesima presa di posizione pubblica, auspichiamo che FSE possa finalmente porre fine a quest’annosa vicenda che, come già rilevato, può essere risolta rapidamente e senza troppi affanni da parte della società di trasporti.

Ocse, strumenti dimenticati nei pazienti: Italia nella media europea

Ocse, strumenti dimenticati nei pazienti: Italia nella media europea. La maglia nera spetta alla Svizzera. Garza, pinze, forbici, asciugamani, tubi di plastica, la lista è lunga degli oggetti che i medici dimenticano troppo spesso nel corpo dei loro pazienti durante le operazioni. Secondo un recente rapporto dell'OCSE gli ospedali italiani hanno però una buona reputazione. Rispetto a tutti gli altri paesi europei, l'Italia si piazza all'incirca a metà della classifica occupando il 6° posto su 16, avendo un numero inferiore di casi "denunciati" rispetto la media in cui inavvertitamente sono stati lasciati oggetti estranei nei corpi dei pazienti. Maglia nera della classifica generale la Svizzera che si colloca all’ultimo posto dei paesi stilata in base al numero di oggetti lasciati nel corpo dei pazienti durante le operazioni. Tali disattenzioni, anche se a volte vengono alla luce solo dopo anni, possono essere fatali, dice l'OCSE. La media europea è del 3,8 per 100’000 operazioni. In Italia la cifra è di 3,5 mentre per l'ultima classificata scende all'11,6. Per fare un confronto la Norvegia è a 6, la Germania a 5,5, la Svezia a 4,4 e la Finlandia a 3,9. Ogni tanto capita di sentire storie di pazienti sottoposti a interventi chirurgici, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che a distanza di tempo scoprono di avere nel proprio corpo oggetti dimenticati dai medici che li hanno operati. Uno dei casi più eclatanti è quello di un bambino leccese di appena 24 giorni di vita, ora ventitrenne a cui un chirurgo, allora luminare, lo ha operato in un'ospedale di Bari per un reflusso renale bilaterale "dimenticando" nella vescica una garza lunga 30 centimetri. Ironia della sorte per la famiglia, in quel periodo l'Ospedale di Bari era assicurato per la responsabilità civile dei propri dipendenti ed anche in proprio con la società d'assicurazioni "Tirrena" che era nel frattempo dichiarata fallita.

Crudeltà verso gli animali. Una donna americana uccide il suo cucciolo annegandolo in bagno per prendere l'aereo.

Crudeltà verso gli animali. Una donna americana uccide il suo cucciolo annegandolo in bagno per prendere l'aereo. Arrestata una 56enne della Florida in Nebraska, rischia fino a cinque anni di carcere . La carnefice di un cucciolo di doberman, una donna della Florida, sospettata di averlo annegato nel bagno del Central Nebraska Regional Airport, è stata portata al carcere di Hall County con l'accusa di abuso di animali. Il sergente di polizia di Grand Island Stan Steele ha detto che la donna avrebbe annegato un dobermann di due settimane, dopo che le è stato negato l'accesso a un volo a causa della giovane età dell'animale, tra l'altro, non equipaggiato in maniera adeguata. La 56enne Cynthia V. Anderson, di Edgewater, in Florida, giovedì scorso, ha prima tentato di imbarcarsi su un volo all'aeroporto di Grand Island, ma non le è stato permesso di partire perché aveva tre giovani cuccioli, tutti ritenuti di 2 settimane di età o ancora più piccoli, ha detto Steele ad "Omaha.com". La donna era stata anche in viaggio con due cani di piccola taglia, ma questi erano dell'età consentita e avevano tutto l'occorrente per prendere il volo, ha aggiunto il poliziotto. I genitori di Anderson, arrivati dal Nebraska occidentale, hanno preso due dei tre cuccioli, dopodiché la donna ha di nuovo cercato di imbarcarsi su un volo l'indomani. Aveva con sé ancora i due cani di piccola taglia e il cucciolo rimasto, che lei ha tentato di nascondere nel bagaglio a mano. Dopo l'imbarco negato sull'ultimo aereo, la 56enne è stata vista entrare in un bagno nel terminal dei passeggeri dell'aeroporto. All'uscita, la sorpresa per la persona entrata subito dopo, la quale ha riferito di aver trovato un cucciolo morto nella toilette. Il sergente di polizia ha riferito che la Central Nebraska Humane Society ha recuperato il cagnolino senza vita e ha fatto l'autopsia. Il risultato? "La morte è stata determinata dall'annegamento", ha comunicato Steele. La donna è stata arrestata con l'accusa di maltrattamento di animali e portata nel carcere di Hall County. Subito dopo è stata rilasciata dopo aver pagato una cauzione di 10.000 dollari. Ora, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, la notizia che sta spopolando tramite la condivisione sui social network, ha sollevato l'indignazione del web. Rimane l’amaro oltre al disgusto che si può provare al sentire storie come quella appena trattata nonostante le leggi a tutela degli animali sottoposti ad inutili e crudeli sofferenze.

lunedì 26 gennaio 2015

Facebook non funziona. Problemi con il sito forse hackerato?

Facebook non funziona. Problemi con il sito forse hackerato? In Italia a qualche minuto Facebook non funziona nella sua funzione desktop. Il problema, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è solo italiano, segnalati problemi anche in America, e potrebbe quindi essere un problema relativoo ad un attacco di hacker o alla supertempesta che sta affliggendo il paese, anche se per ora si tratta solo di congetture. "Fuori servizio", oltre Facebook, diversi altri servizi online da Friendfeed a Instagram.

Liceo Palmieri di Lecce. Un istituto modello nonostante la crisi della "scuola"

Liceo Palmieri di Lecce. Un istituto modello nonostante la crisi della "scuola" Neanche la crisi globale della "scuola", la mancanza del riscaldamento fermano chi vuole "lavorare" come accade a Lecce dove il liceo classico "Palmieri" si conferma punta di diamante della formazione scolastica leccese, come ci riferiscono tanti studenti. Un istituto scolastico dove si è riusciti a coniugare in concreto la lunga tradizione umanistico-liberale e la sensibilità ai valori della cultura scientifica e delle nuove tecnologie. Tali assunti sono ben noti ai leccesi che stanno premiando il liceo con un aumento delle iscrizioni che si è registrato in particolare a seguito della scelta di affidare la direzione scolastica alla professoressa Loredana Di Cuonzo, che è stata senza dubbio l'artefice di questo slancio tra tradizione ed modernità. Il liceo Palmieri - sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” - pur rimanendo nell'immagine collettiva dei salentini quale una scuola rigorosa, sta offrendo una nuova immagine rivolta alla modernità, grazie ad esempio all'utilizzo dei computer e dall'ampliamento dell'offerta formativa con il percorso del Liceo Musicale.

Tribunale vieta a genitori di chiamare la figlia NUTELLA. “Potrebbero subire beffe”

Tribunale vieta a genitori di chiamare la figlia NUTELLA. “Potrebbero subire beffe” Un giudice in Francia ha vietato a genitori di chiamare la figlia 'Nutella' .La coppia di sposi è così affezionata al prodotto realizzato dall'azienda italiana Ferrero che hanno deciso di farla diventare parte della famiglia. L'idea era che la Nutella è popolare, dolce ed accogliente, esattamente come volevano fosse la loro bambina. Il caso è successo il 24 settembre scorso quando a Valenciennes, nel Nord della Francia vicino al confine con Belgio, una coppia si è presentata in Comune chiedendo di registrare una neonata con il nome di Nutella. Una richiesta che l’ufficiale di stato civile ha rifiutato di esaudire, sostenendo che “il nome non era conforme all’interesse del bambino”. La contesta è finta nella mani del procuratore di Valenciennes, il quale ha stabilito la cancellazione del nome Nutella dai registri dello Stato civile e, poiché i genitori non erano presenti all’udienza, ha deciso di ribattezzare la bambina “Ella”. Secondo il giudice, infatti, il nome scelto “corrisponde al nome commerciale di una crema spalmabile” ed è “contrario all’interesse del bambino che potrebbe in seguito subire beffe e riflessioni dispregiative”. Il giudice ha anche sottolineato che la Nutella era stato un marchio registrato da più di 50 anni e questo potrebbe creare problemi legali in futuro. I genitori accogliendo la sentenza, hanno gradito accettando di chiamare la loro bambina 'Ella', anche se, ovviamente, utilizzeranno 'Nutella' come un soprannome a casa. Un altro caso correlato, è invece del 17 ottobre: una coppia che vive a Raismes voleva registrare la figlia con il nome di Fraise (Fragola). Ma anche in questo caso la registrazione all’anagrafe è stata negata: il tribunale ha sentenziato che il nome “sarebbe necessariamente all’origine di beffe” e che “avrebbe ripercussioni negative per la bambina”. Alla fine è stato raggiunto un compromesso: la bimba è stata chiamata Fraisine (Fragolina), nome storicamente utilizzato in Francia nel XIX secolo Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, continua a dilagare la mania dei nomi “improponibili” da dare ai propri figli. Dopo che Francesco Totti e Ilary Blasi hanno chiamato la figlia Chanel e dopo che l’attrice Gwyneth Paltrow ha scelto come nome della primogenita Apple, dalla Francia arrivano due casi che sono stati fermati dal tribunale.

Farmaci difettosi. Aifa, dispone il ritiro di un lotto del medicinale KERITRINA 24 ORE CEROTTI della ditta EG SpA

Farmaci difettosi. Aifa, dispone il ritiro di un lotto del medicinale KERITRINA 24 ORE CEROTTI della ditta EG SpA Oggi l’ennesimo allarme sulla sicurezza dei farmaci è dilagato in tutta Italia. L'Agenzia Italiana del Farmaco ha disposto il ritiro del medicinale KERITRINA 24 ORE CEROTTI con decorrenza immediata. Il medicinale è usato per il trattamento dell'Angina pectoris: come monoterapia o in associazione ad altri farmaci antianginosi quali beta-bloccanti e/o calcioantagonisti. Un comunicato dell’AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco è eloquente nel precisare che: "A seguito della segnalazione della Farmacia Trussardi di Coizate (BG), concernente ritrovamento di cerotti di ” KERITRINA 5 mg/24 ore cerotti" in una confezione del medicinale "KERITRINA 10 mg/24 ore 15 cer0tti” lotto n. 31609 scad. 04/2016, ai sensi dell’art. 70 dei D.lvo 219/2006 e per la motivazione sopra evidenziata, si comunica, il ritiro da parte della ditta del lotto del medicinale sopra riportato. Resta inteso che, nelle more del ritiro, il lotto del medicinale sopra riportato non potrà essere utilizzato. La ditta EG SpA dovrà assicurare l'avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione della presente comunicazione. Entro 5 giorni Ia ditta fornirà all' AIFA le informazioni su eventuali altri lotti interessati ed azioni correttive adottate. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro dei lotti del medicinale. In virtù di tale comunicazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai pazienti in trattamento con il medicinale di verificare il numero di lotto e, nel caso corrispondesse a quello ritirato, di sospenderne l'uso e di rivolgersi al proprio medico per una nuova prescrizione. Sempre al medico di famiglia gli assistiti potranno rivolgersi per ottenere qualunque tipo di chiarimento sul provvedimento e per avere maggiori informazioni sui motivi che hanno portato al ritiro dal mercato del KERITRINA 24 ORE CEROTTI.

domenica 25 gennaio 2015

Onde elettromagnetiche nel centro urbano di Lecce. I cittadini segnalano che persino le centraline delle autovetture arrivano ad essere bloccate

Onde elettromagnetiche nel centro urbano di Lecce. I cittadini segnalano che persino le centraline delle autovetture arrivano ad essere bloccate dalle forti emissioni. Intervengano le autorità Ancora una volta sono cittadini preoccupati a segnalare allo “Sportello dei Diritti” questioni di grande rilevanza per la salute, quando le autorità che dovrebbero vigilare non prendono una posizione pubblica. Questa volta è la denuncia di un automobilista del capoluogo salentino a denunciare una problematica che si sta riscontrando da tempo nella centralissima piazza Mazzini a Lecce dove si stanno verificando fenomeni solo apparentemente inspiegabili se non collegati alle forti emissioni di onde elettromagnetiche causate dai ripetitori presenti in città. L’ennesimo episodio si sarebbe verificato nella serata del 21 gennaio scorso quando l’autovettura è rimasta improvvisamente in panne in quanto la centralina dell'auto è andata in blocco e non permetteva l'accensione del mezzo. Nonostante la chiave inserita e girata ed il quadro degli strumenti acceso, il motore non dava segnali di attività di nessun genere tanto da costringere il malcapitato a contattare un carroattrezzi del Pronto Intervento per il trasporto in officina meccanica. L’autista del mezzo di soccorso come primo intervento invece di caricare l'auto per il trasporto in officina, ha più volte inserito e disinserito la chiusura/antifurto dell'auto ed è riuscito, dopo alcuni tentativi a sbloccare la centralina dell'auto. Alla richiesta del cittadino del perché l’operatore fosse così sicuro di riuscire a mettere in moto l'auto invece di ricoverarla in officina, questi gli riferiva che capita molto spesso questo tipo di inconveniente in varie zone della città, in particolare quelle centrali, e su qualsiasi tipo di auto dotate di centralina elettronica senza distinzione di casa costruttrice, così come sovente accade che non si riescano ad aprire le portiere centralizzate con i telecomandi. Per la verità, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta dell’ennesima segnalazione nell’ultimo periodo ed in particolare da quando alle decine e decine di ripetitori già presenti sui territori urbani si sono aggiunte le antenne per le trasmissioni del cosiddetto “4G”, l’ultima generazione di frequenze per cellulari, e quelle per il wifi di internet da parte di numerosi nuovi operatori presenti sul mercato. Questa selva di nuove apparecchiature che amplificano i segnali e si sommano a quelle presenti generando interferenze è con tutta probabilità la causa dei fenomeni segnalatici che inducono a farci preoccupare per una serie di ragioni che riguardano non soltanto le problematiche connesse all’utilizzo delle autovetture e quindi alla sicurezza stradale, ma ci fanno interrogare sulla miriade di onde elettromagnetiche a svariate frequenze che vengono emesse e che inevitabilmente influenzano le nostre attività quotidiane e con tutta probabilità, a lungo termine, anche la salute di noi cittadini. Alle autorità deputate ai controlli, in primis l’ARPA, le ASL e i comuni, l’ardua risposta ai nostri interrogativi.

Picchiava la moglie usando come arma un cucciolo che è morto.

Picchiava la moglie usando come arma un cucciolo che è morto. Giovedì scorso, il Tribunale del Michigan ha dovuto decidere su un caso molto squallido. E' successo nella contea di Kalamazoo nel Michigan (USA), dove un uomo,dopo aver colpito la sua ragazza in faccia, ha usato come arma un cucciolo di cane di appena due settimane uccidendolo barbaramente, prendendolo dal collo e scaraventandolo ripetutamente contro la moglie. La donna ha trovato il coraggio di denunciare il marito anche per precedenti maltrattamenti in famiglia. I fatti risalgono al novembre 2014.Timothy Tucker, 51 anni, è stato arrestato dalla polizia al culmine della violenta lite con l'accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minaccia aggravata e uccisione di animali. Il piccolo animale è morto defecando sulla come si può leggere sul Michigan Live. Il procuratore della Contea di Kalamazoo ha dichiarato: " Sono 25 anni che svolgo questa professione, ed è una delle prime volte che questi fatti mi fanno venire voglia di vomitare. Questo è semplicemente incomprensibile". Timothy Tucker con precedenti penali specifici per due casi di violenza domestica e per quattro episodi di abusi sugli animali, è stato condannato dal Tribunale a sei mesi di prigione ed a quattro anni di libertà vigilata. Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, il più feroce tra tutti gli animali è l’uomo. Capace di trasformarsi in crudele predatore, è l’unico essere vivente a lasciarsi andare alle più efferate violenze per puro piacere, come in questo caso da cui emerge un legame tra la crudeltà di ogni tipo nei confronti di animali e i comportamenti altrettanto violenti compiuti nei confronti degli essere umani.

Salute. Cina, cellule staminali impiantate per curare un paziente paralizzato

Salute. Cina, cellule staminali impiantate per curare un paziente paralizzato. I chirurghi cinesi hanno condotto un intervento chirurgico unico al mondo Medici cinesi hanno annunciato di avere condotto un intervento senza precedenti, utilizzando cellule staminali per curare un paziente paralizzato. I chirurghi avevano sperimentato per più di 10 anni il metodo su grandi animali. Il chirurgo che ha eseguito l'operazione ha raccontato che le cellule staminali possono produrre elementi rigenerativa del tessuto, così da poter migliorare la capacità di rigenerazione nella parte interessata dalla ferita. Alla luce dei costanti progressi della scienza, secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” le cellule staminali finalmente sono passate dal laboratorio alla clinica. Pare che il futuro sia arrivato: adesso, grazie ad un miglior trattamento delle cellule staminali, interventi un tempo considerati quasi impossibili potrebbero diventare routine.

sabato 24 gennaio 2015

Influenza 2015. Picco in arrivo: 2 milioni gli italiani già colpiti. Quest’anno il virus è più aggressivo

Influenza 2015. Picco in arrivo: 2 milioni gli italiani già colpiti. Quest’anno il virus è più aggressivo Due milioni gli italiani che sono già stati colpiti dall'influenza sino ad oggi con un picco di questa settimana di 519.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 1.911.000 casi. Nella terza settimana di gennaio mezzo milione di cittadini è stato colpito da forme respiratorie acute parainfluenzali, con migliaia di casi di virosi intestinale. Lo dicono i dati inviati all’Istituto Superiore di Sanità dai medici “sentinella” (Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta) e raccolti nel database on line Influnet, gestito dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene opportuno diffondere per metterci in guardia e per cogliere l’occasione per ricordare alcuni semplici consigli. Gli ultimi dati confermano come ci si stia avvicinando al picco influenzale che lo stima per metà febbraio. Marche, Campania, P.A. di Trento ed Emilia-Romagna le regioni maggiormente colpite con l’incidenza che si aggira a 8,55 casi per mille assistiti. Tra le persone più a rischio vi sono gli anziani di età superiore a 65 anni, i bambini di età inferiore a 2 anni, le donne in gravidanza, le persone con patologie cronico-recidivanti e coloro che vivono a contatto delle comunità (ospedali, caserme, scuole, case di cura, ecc.). La capacità dell’influenza di mettere a rischio la salute viene troppo spesso sottovalutata da cittadini e operatori sanitari, basti pensare che, sempre secondo le stime dell’ISS, in Italia si verificano ogni anno in media da 5 a 8 milioni di casi. L’influenza, è opportuno ricordarlo, oltre a causare seri problemi di salute pubblica è responsabile dell’aumento dei tassi di assenza dal lavoro e di perdita di produttività nei Paesi sviluppati. Il rischio di trasmissione dell’infezione può essere ridotto applicando delle regole generali come evitare luoghi affollati, lavarsi regolarmente le mani con acqua e sapone, coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce o starnutisce ed evitare di esporsi a sbalzi di temperatura. Un toccasana indispensabile, è invece il riposo, per chi è malato: per tale ragione è opportuno rimanere a casa, evitando di intraprendere viaggi e di recarsi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti potenzialmente infettanti con altre persone.

Cartelle esattoriali pazze: Equitalia ed il Comune insistono a notificare ingiunzioni per crediti prescritti ed il cittadino si ribella.

Cartelle esattoriali pazze: Equitalia ed il Comune insistono a notificare ingiunzioni per crediti prescritti ed il cittadino si ribella. Il GdP di Lecce annulla la cartella e li condanna anche al pagamento delle spese processuali. Si era rivolta allo “Sportello dei Diritti” per una cartella esattoriale che indicava un credito di oltre duemila euro ed assai risalente nel tempo, non prima di essersi recata presso il Comando Di Polizia Municipale di Lecce, per evidenziare che la pretesa non aveva più ragion d'essere in quanto, non solo non ricordava di aver mai ricevuto quei verbali indicati nell'atto impositivo di Equitalia ma che erano soprattutto ormai trascorsi più di cinque anni e che quindi poteva essere annullata con un semplice atto di autotutela. Per tutta risposta, la cittadina riceveva un secco " faccia ricorso " ed allora la stessa prontamente si recava presso la nostra associazione la quale predisponeva tramite l'avv. Francesco D'Agata, un ricorso dinanzi al GdP di Lecce il quale ha ritenuto fondata l'eccezione di prescrizione del credito di oltre duemila euro per verbali al Codice Della Strda notificati nel 2009 dallo stesso Comando di Polizia Municipale. Il GdP coordinatore dell'ufficio di Lecce nella persona dell'Avv. Anna Maria Aventaggiato, con la sentenza n° 293/15 depositata lo scorso 19 gennaio, ha evidenziato con puntuale motivazione che le multe elevate dai Vigili Urbani di Lecce erano state notificate oltre cinque anni prima rispetto alla cartella esattoriale e che pertanto, " il diritto a riscuotere le somme portate dalla stessa si è prescritto ex art. 28 della L. 689/81 " ed ha condannato al pagamento delle spese di lite sia Equitalia che il Comune di Lecce in solido tra loro che ha liquidato in € 200,00 oltre accessori di legge. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, già in passato si era fatto promotore di una legge che annullasse in automatico le cartelle esattoriali per crediti prescritti, onde evitare il continuo ricorso allo strumento giudiziario da parte dei cittadini perseguitati ed esasperati da richieste spesso infondate o non più dovute, come nel caso di specie, che rappresenta esemplarmente come l'ostinazione delle Pubbliche Amministrazioni di voler fare a tutti i costi cassa, può costituire un boomerang che ritorna dritto dritto in testa alle stesse ed in fin dei conti sempre sui cittadini.

Batterio Listeria: richiamo tortelloni alla ricotta e spinaci "Mondo Italiano".

Batterio Listeria: richiamo tortelloni alla ricotta e spinaci "Mondo Italiano". Il prodotto è contaminato. L'azienda Mondo Italiano venerdì ha annunciato il ritiro a titolo precauzionale dal mercato dei tortelloni alla ricotta e spinaci perché in una di queste, sono stati trovati batteri di listeria. La società è preoccupata per la presenza di batteri che possono causare infezioni potenzialmente gravi nei giovanissimi e nei soggetti più deboli. Infatti la dose infettiva di Listeria è piuttosto bassa: bastano infatti 100 cellule batteriche per grammo di cibo a causare infezione. Il prodotto commercializzato in confezioni da 400 grammi (refrigerato) riporta il codice 08 0748 con scadenza 26.01.2015. Si raccomanda alle persone che detengono prodotti appartenenti al lotto sopra descritto di non consumare e distruggerli, o di chiederne il rimborso. L' intossicazioni alimentare causata da listeriosi può assumere due forme, quella diarroica più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione, e quella invasiva o sistemica, che attraverso i tessuti intestinali e il flusso sanguigno si diffonde sviluppando forme più acute di sepsi, encefaliti e meningiti. In questo caso, tra l’ingestione del cibo a rischio e la manifestazione dei sintomi possono passare anche periodi di tempo piuttosto consistenti, in media sui 30 giorni ma in qualche caso fino a 90 giorni. I soggetti a rischio, che abbiano ingerito alimenti potenzialmente contaminati, e che sviluppino i sintomi nei tre mesi successivi, devono quindi sottoporsi agli esami diagnostici previsti per escludere la presenza di Listeria. I primi sintomi sono spesso simili a quelli di altre malattie derivate da alimenti contaminati: febbre, dolori muscolari, nausea, diarrea. Quando l’infezione si diffonde al sistema nervoso, si possono manifestare emicranie, confusione, irrigidimento del collo, perdita dell’equilibrio o anche convulsioni. La listeriosi è particolarmente pericolosa per le persone immunodepresse, malati di cancro, diabete, Aids, le persone anziane, i neonati e le donne in gravidanza. Le donne in gravidanza sono, secondo i dati dei Cdc americani, 20 volte più suscettibili alla malattia, che può causare aborto spontaneo o parto prematuro, morte in utero o infezione del feto. I sintomi però, nel caso delle donne incinte, sono molto simili a quelli di una influenza leggera. Tra i neonati, che hanno contratto l’infezione dalla madre, il tasso di mortalità è piuttosto elevato, e la malattia si manifesta sia sotto forma di polmonite che di meningite, difficilmente distinguibili a livello sintomatico da infezioni causate da altri agenti patogeni. Nei neonati però la listeriosi può dare luogo anche ad altri sintomi, come perdita di appetito, vomito, irritazione epidermica. Anche quando l’esito della malattia non è fatale, il neonato ha comunque il rischio di subire danni neurologici a lungo termine e sviluppo ritardato. La diagnosi precisa di listeriosi può essere effettuata tramite analisi del sangue e/o del liquido spinale. Le persone che hanno consumato il prodotto in questione e che presentano questi sintomi dovrebbero consultare il proprio medico e richiamare l'attenzione dei consumatori. L'allerta in questione, sottolinea Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti" risulta pubblicata sul sito istituzionale del governo tedesco http://www.lebensmittelwarnung.de/bvl-lmw-de/app/process/warnung/start/bvllmwde.p_oeffentlicher_bereich.ss_aktuelle_warnungen che si occupa di allerte alimentari. La nostra associazione, quindi, dato anche il risalto che ha avuto questa notizia al di là delle Alpi, ritiene utile informare anche i nostri connazionali che si trovano all'estero e che non potrebbero essere messi a conoscenza in virtù della circostanza che l'allerta è indicata in lingua tedesca.

venerdì 23 gennaio 2015

Errori giudiziari: in carcere ingiustamente per 40 anni. Solo oggi 70enne americano scagionato da omicidio

Errori giudiziari: in carcere ingiustamente per 40 anni. Solo oggi 70enne americano scagionato da omicidio. Il caso di un altro detenuto che non ha commesso nessun reato Dopo quasi quarant'anni trascorsi dietro le sbarre per essere stato condannato ingiustamente all'ergastolo, un uomo di 70 della Carolina del Nord, Joseph Sledge, è uscito oggi di prigione e ha affermato che tra le prime cose che vuole fare ci sono una bella dormita in un vero letto e anche un bagno in piscina. Sledge venne condannato al carcere a vita nel 1976 per l'assassinio di una donna e di sua figlia, trovate morte nella loro abitazione. Solo ora si è però arrivati a stabilire la sua innocenza, dopo che uno dei testimoni chiave ha ritrattato e un esperto di Dna ha stabilito che i capelli trovati sulla scena del delitto non sono i suoi. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è il caso che, dimostra come l’infallibilità dei giudici non è che un mito poichè gli uomini sono condannati all’errore, e i giudici, sono uomini. L’errore giudiziario diventa sempre meno un episodio isolato per diventare un fenomeno collettivo, che può minacciare qualsiasi individuo del corpo sociale. La fretta nelle indagini, l’eccessiva fiducia accordata ai testimoni non sempre attendibili, la troppa importanza data alle presunzioni di colpevolezza e agli indizi sono tra i fattori che predispongono all’errore, ai quali va ad aggiungersi la pressione esercitata dall’opinione pubblica che desidera ad ogni costo trovare un colpevole, anche in mancanza di certezze irrefutabili. Come in questo caso, dove pur tardivamente, Joseph Sledge ha avuto la fortuna di imbattersi in un giudice capace di affermare la verità dopo anni di carcere, certificando così un errore che si poteva e che si doveva evitare prima.

Batterio Salmonella: Alnatura ritira le confezioni di sesamo "Tahin". Il prodotto è contaminato.

Batterio Salmonella: Alnatura ritira le confezioni di sesamo "Tahin". Il prodotto è contaminato. L'azienda Alnatura giovedì ha annunciato il ritiro dal mercato confezioni di composta di sesamo Tahin perché in una di queste, venduta nel canton Zurigo, sono stati trovati batteri di salmonella. La società è preoccupata per la presenza di salmonelle, batteri che possono causare infezioni potenzialmente gravi nei giovanissimi e nei soggetti più deboli. Le confezioni commercializzate riportano il codice 1521.921. Si raccomanda alle persone che detengono prodotti appartenenti al lotto sopra descritto di non consumare e distruggerle, o di chiederne il rimborso. Le intossicazioni alimentari causate da salmonella risultano da disturbi gastrointestinali spesso accompagnati da febbre entro 48 ore dopo il consumo di prodotti contaminati. I sintomi possono essere aggravati nei bambini piccoli, pazienti immunocompromessi e anziani. Le persone che hanno consumato il prodotto in questione e che presentano questi sintomi dovrebbero consultare il proprio medico e richiamare l'attenzione di consumatori". L'allerta in questione, sottolinea Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti" risulta pubblicata sul sito istituzionale del governo tedesco che si occupa di allerte alimentari http://www.lebensmittelwarnung.de/bvl-lmw-de/app/process/warnung/start/bvllmwde.p_oeffentlicher_bereich.ss_aktuelle_warnungen.La nostra associazione, quindi, dato anche il risalto che ha avuto questa notizia al di là delle Alpi, ritiene utile informare anche i nostri connazionali che si trovano all'estero e che non potrebbero essere messi a conoscenza in virtù della circostanza che l'allerta è indicata in lingua tedesca.

Ambiente: "Public Eye Lifetime Award" il premio della vergogna è stato consegnato venerdì a Davos alla Chevron.

Ambiente: "Public Eye Lifetime Award" il premio della vergogna è stato consegnato venerdì a Davos alla Chevron. Il colosso petrolifero è stato nominato per il peggior comportamento ecologico e umanitario Anche quest'anno Greenpeace ha assegnato da Davos il Premio della Vergogna: ha vinto il colosso petrolifero americano Chevron. Il vincitore del premio è stato designato come peggior azienda in materia di diritti umani e protezione del pianeta. Tra i sei premi della vergogna consegnati nell’ultimo decennio, gli internauti hanno scelto la compagnia texana. La multinazionale si è aggiudicata la nomina grazie alla denuncia “per il disastro ecologico causato dallo sfruttamento petrolifero nella foresta vergine del nord dell’Equatore”. Lo hanno dichiarato la Dichiarazione di Berna e Greenpeace, le organizzazioni non governative organizzatrici dell’evento. Si è fatto notare, inoltre, che Chevron si rifiuta ancora di pagare la multa di 9,5 miliardi di dollari (8,3 miliardi di franchi) per i danni ambientali provocati nell’Amazzonia ecuadoriana. La manifestazione organizzata a fianco del Forum economico mondiale (WEF) è giunta alla sua ultima edizione, ma gli organizzatori hanno già lanciato un’iniziativa popolare che ha lo scopo di spingere le società elvetiche a rispettare i diritti umani e l’ambiente. I vincitori dei premi, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,, attribuiti come ogni anno a margine del World Economic Forum nella cittadina svizzera, si sono distinti in quanto "particolarmente indifferenti ai diritti umani e all'ambiente".

Attacco hacker a un sito web del Ministero degli Interni francese. Piratate anche le forze di polizia

Attacco hacker a un sito web del Ministero degli Interni francese. Piratate anche le forze di polizia Dopo i siti dei media francesi ad essere colpito è anche la piattaforma online del Segretariato generale del Comitato interministeriale per la prevenzione della criminalità. Il sito web del ministero dell'Interno è stato violato Mercoledì , secondo le informazioni raccolte dalla rivista francese Europa 1. La piattaforma online del Segretariato generale del Comitato interministeriale per la prevenzione della criminalità ( SG - ICPD ) da giovedi , poco dopo le ore 14, è passato all'avviso in " SITO IN MANUTENZIONE" su uno sfondo bianco . L'attacco hacker che ha preso il controllo del profilo è coinciso con il giorno della pubblicazione online di un articolo sulla radicalizzazione. Coincidenza o no, l'hacking si è verificato lo stesso giorno della pubblicazione su questo sito ( www.prevention-delinquance.interieur.gouv.fr ) di una sezione dedicata alla prevenzione della radicalizzazione islamista, con le misure preventive, annunciate mercoledì da Manuel Valls, che intende adottare il governo contro il terrorismo. Per ora , non è possibile collegare questo fatto con l'ondata di attacchi informatici che si sono verificati dopo gli attentati di Parigi , durante il quale 25.000 siti francesi sono stati piratati di cui almeno 1.300 sono stati rivendicati da organizzazioni radicali islamiche . Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ancora una volta è la prova che nessuno è immune agli attacchi informatici comprese le forze di polizia. La nostra preoccupazione che non venga compromessa ulteriormente la privacy e la sicurezza dei cittadini.

Avviso per i celiaci: yogurt senza glutine COOP ritirato per errore di etichettatura

Avviso per i celiaci: yogurt senza glutine COOP ritirato per errore di etichettatura. Nonostante la scritta senza glutine, Yogurt Soja Yo Bene Si COOP frutta e cereali 2x125 gr è stato ritirato perché non idoneo ai celiaci L'ingestione di glutine per una persona affetta dal morbo celiaco non è cosa da prendere alla leggera, perché potrebbe causare irritazione e infiammazione della mucosa intestinale, con conseguenti dolori addominali e diarrea; e anche in assenza di questi sintomi immediati e evidenti, assumere accidentalmente e comunque involontariamente particelle di glutine può, alla lunga, provocare tossicità e danni seri alla salute del paziente celiaco. Per tale ragione è facile capire quanto la "sicurezza" di un alimento sia fondamentale per un soggetto allergico al glutine … sicurezza che dovrebbe derivare dal scegliere prodotti indicati nel Prontuario degli alimenti dell'Associazione Italiana Celiachia e dalla lettura attenta delle etichette. La scritta "SENZA GLUTINE" sulla confezione di un cibo dovrebbe poi facilitare le cose, ma il recente avviso di ritiro dal mercato di Yogurt Soja Yo Bene Si COOP frutta e cereali 2x125 gr di COOP dimostra che non può essere considerata una garanzia. La COOP ha pubblicato oggi sul suo sito un avviso con cui comunica il ritiro dai suoi scaffali dello Yogurt Soja Yo Bene Si COOP frutta e cereali 2x125 gr per un errore di etichettatura. Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che invita gli acquirenti affetti da allergia o intolleranza al glutine, di non consumare tali prodotti e restituire le confezioni al punto di vendita per la sostituzione. Trattandosi di un problema rilevante, la catena ha avviato anche una campagna di richiamo avvisando i clienti sia in rete. L’azienda ha attivato un numero verde per i consumatori che potranno contattare il Servizio Clienti COOP al numero 800-805580.

giovedì 22 gennaio 2015

Discriminazione sessuale: si è dichiarato gay alla visita di leva, la Motorizzazione civile gli ritira la patente

Discriminazione sessuale: si è dichiarato gay alla visita di leva, la Motorizzazione civile gli notifica il provvedimento di revisione della patente di guida. Cassazione condanna la pubblica amministrazione a maxirisarcimento per omofobia. Diffondere il coming out dell'omosessuale è violazione della privacy Una sentenza innovativa la n. 1126 resa in data odierna dalla Suprema Corte che di fatto rafforza il «diritto alla privacy» quella portata all’attenzione da Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”. "E' tenuto al risarcimento del danno per violazione della privacy chi diffonde il coming out dell'omosessuale". La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, ha accolto il ricorso principale di un uomo contro la decisione di merito che riduceva notevolmente l'entità del risarcimento del danno, patito dal ricorrente, in quanto vittima di un comportamento omofobo. Nella fattispecie durante la rituale visita di leva, il ricorrente aveva dichiarato di essere omosessuale, coming out che gli costò la sospensione della patente. L'uomo decideva di citare in giudizio i Ministeri delle infrastrutture e della difesa che, a suo giudizio, avevano palesemente violato la privacy. In secondo grado, l'appello era accolto a metà e veniva ridotta l'entità del risarcimento del danno, da 100mila a 20mila euro. La Corte etnea sosteneva che l'illegittima diffusione dei dati sull'identità sessuale era rimasta circoscritta a un ambito assai ristretto. Tesi che non fa breccia presso “Ermellini”. La forza innovativa dell’importante sentenza sta nel fatto che per la prima volta i giudici di legittimità hanno evidenziato il comportamento delle due amministrazioni che ha «gravemente offeso e oltraggiato la personalità del ricorrente in uno dei suoi aspetti più sensibili e ha indotto nello stesso un grave sentimento di sfiducia nei confronti dello Stato, percepito come vessatorio nell'esprimere e realizzare la sua personalità nel mondo esterno». La Corte di legittimità ha d'altronde ascritto al novero dei diritti inviolabili della persona (art. 2 Cost.) quello che tutela la libera espressione della propria identità sessuale. Diritto, peraltro, oggetto di tutela anche da parte della stessa Cedu. Il tentativo di «edulcorare la gravità del fatto» da parte della Corte territoriale fa acqua da tutte le parti, in quanto il ricorrente, ad avviso della terza sezione civile, è stato «vittima di un vero e proprio comportamento di omofobia». Quanto al danno, la sentenza impugnata è contraddittoria nella motivazione nella parte in cui «la riconduce alla sola conoscenza dei soggetti pubblici che, prima all'ospedale militare, poi alla commissione per la motorizzazione, si erano occupati del caso». Lo stesso procedimento civile instaurato e «la conseguente conoscenza e conoscibilità pubblica della vicenda smentisce tale assunto, senza che, in contrario, valga osservare che, a rendere pubblico il caso in maniera eclatante è stato l'attore, il che equivale a sostenere che l'eclatante pubblicità del caso si sarebbe evitata rinunciando all'esperimento dell'azione giudiziaria, così impedendone la diffusione, la rilevanza, l'eco delle cronache nazionali e internazionali che ne sono seguite». Per farla breve, la Corte di legittimità accoglie il ricorso principale, rigetta l'incidentale e cassa con rinvio la sentenza impugnata.

Farmaci difettosi. Aifa dispone il ritiro di alcuni lotti dei medicinali LAEVOLAC EPS sciroppo e Emoclot 1000

Farmaci difettosi. Aifa dispone il ritiro di alcuni lotti dei medicinali LAEVOLAC EPS sciroppo e Emoclot 1000 Oggi l’ennesimo allarme sulla sicurezza dei farmaci è dilagato in tutta Italia. L'Agenzia Italiana del Farmaco ha vietato l'utilizzo dei medicinali LAEVOLAC EPS sciroppo e di Emoclot 1000. Quest'ultimo è stato ritirato a scopo cautelativo a seguito del parere non favorevole dell’istituto Superiore di Sanità prot. ISS. n° 0000647 del 13/01/2015. I provvedimenti di AIFA dispongono il ritiro con decorrenza immediata di: − LAEVOLAC EPS SCIROPPO, AIC 022711129, lotti n. n. 4745 scad.04/2016, n. 4746 scad.04/2016, ditta Roche SpA, sita in Milano, Piazza Durante, 11. Il medicinale LAEVOLAC EPS sciroppo è indicato nel trattamento dell' Encefalopatia porto sistemica (EPS) e la Cirrosi epatica. − EMOCLOT 1000 lotto n. 461227 scad. 03/2015 AIC n" 02356422, ditta Kedrion S.p.A, sita in Castelvecchio Pascoli (Lucca). Il medicinale EMOCLOT 1000 è indicato nel trattamento e profilassi delle emorragie in pazienti affetti da emofilia A (deficienza congenita di fattore VIII). Trattamento della deficienza acquisita di fattore VIII. Trattamento di emofilici con anticorpi contro il fattore VIII (inibitori: vedere anche Posologia). L'efficacia di Emoclot nella malattia di von Willebrand non è stata dimostrata con uno specifico studio clinico, quindi il prodotto non è indicato nella malattia di von Willebrand. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte delle ditte interessate, procederà al sequestro dei lotti dei medicinali. Nelle more del ritiro i lotti in questione non potranno essere utilizzati. In virtù di tale comunicazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai pazienti in trattamento con i medicinali di verificare il numero di lotto e, nel caso corrispondesse a quegli ritirati, di sospenderne l'uso e di rivolgersi al proprio medico per una nuova prescrizione. Sempre al medico di famiglia gli assistiti potranno rivolgersi per ottenere qualunque tipo di chiarimento sui provvedimenti e per avere maggiori informazioni sui motivi che hanno portato al ritiro dal mercato del LAEVOLAC EPS sciroppo e EMOCLOT 1000.

Nell' olio delle patatine di McDonald ' s vi è silicone

Nell' olio delle patatine di McDonald ' s vi è silicone Grant Imahara, un conduttore di una trasmissione della televisione americana, ha realizzato un reportage per la trasmissione MythBusters (Miti da sfatare) focalizzata sulla composizione di patatine fritte da McDonald. Non una denuncia, ma una sorta di operazione 'trasparenza' voluta dalla stessa catena di fast food. Invitato dal gigante americano nelle sue fabbriche, con una troupe ha seguito tutto il processo di fabbricazione, passo dopo passo, in uno stabilimento in Idaho per seguire la preparazione delle patatine che poi arrivano nei vari negozi. Durante il suo reportage, Grant in particolare ha scoperto che le patatine fritte sono state immerse in olio in due occasioni, una volta in fabbrica e poi nel fast food prima di essere servite. Infine vengono salate, sottoposte a un congelamento rapido e quindi impacchettate per poi essere spedite nei vari fast food. Ha così scoperto che contengono 19 ingredienti, come oli vegetali vari e aromatizzanti. Ci sono colza, soia, soia idrogenata e poi sapore di manzo, grano idrolizzato, latte idrolizzato, acido citrico e polidimetilsilossano (Pmds), una sostanza (della 'famiglia' del silicone) che serve per proteggere le patatine dalle alte temperature. Gli oli e gli aromi avvolgono le patatine una volta che queste sono state raccolte, tagliate e immesse in una macchina che le rende tutte uguali e con quella classica forma. In particolare due componenti sembrano piuttosto disgustosi: Polidimetilsilossano che è utilizzato per produrre lo shampoo ed il Silly Putty, che è un materiale che ha divertenti ed interessanti caratteristiche, si tira e allunga come gomma. Anche il butilidrochinone, un composto chimico del petrolio... Imahara comunque ha rassicurato tutti poichè non c'è alcun motivo di preoccuparsi. Questi due ingredienti sono additivi alimentari utilizzati per "buone ragioni" e sono "sicuri". Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” merita un approfondimento da parte delle autorità sanitarie per verificare se le rilevazioni effettuate siano confermate o meno in virtù del principio di precauzione a tutela dei consumatori.

mercoledì 21 gennaio 2015

La sigaretta elettronica aumenta il rischio di cancro. Uno studio USA lancia l'allarme: più cancerogena da cinque a quindici volte

La sigaretta elettronica aumenta il rischio di cancro. Uno studio USA lancia l'allarme: più cancerogena da cinque a quindici volte Riscaldati e succhiati profondamente, i vapori contenenti nicotina nelle sigarette elettroniche possono formare formaldeide, una sostanza che è da cinque a quindici volte più cancerogena del tabacco, secondo uno studio statunitense pubblicato mercoledì. "Abbiamo trovato che la formaldeide si può formare durante il processo di vaporizzazione delle sigarette elettroniche," scrivono i ricercatori della Portland State University, nell'Oregon, in una lettera pubblicata nell'ultima edizione della rivista scientifica New England Journal of Medicine (NEJM). La ricerca è stata condotta usando una macchina per "inalare" vapore delle sigarette elettroniche a bassa e alta tensione per determinare come la formaldeide, un agente cancerogeno conosciuto, è formato dal liquido miscelato di nicotina, aromi chimici, glicole propilenico e glicerina. Quando l'apparecchiatura è stata alimentata con bassa tensione (3,3 volt), normalmente il liquido riscaldato formatosi nel serbatoio delle sigarette elettroniche non ha prodotto la formaldeide. Queste sigarette sono dotate di resistenza elettrica alimentata da batteria. Ma quando il liquido è stato riscaldato con una tensione maggiore (con 5 volt), si è formata la formaldeide, con livelli sensibilmente superiori a quelli trovati con la combustione delle sigarette convenzionali. Così un consumatore di sigarette elettroniche che inala ogni giorno l'equivalente di tre millilitri di liquido vaporizzato riscaldato, assorbe alcuni 14 milligrammi di formaldeide. In confronto, una persona che fuma un pacchetto di sigarette per ogni carta al giorno assorbe circa tre milligrammi di questa sostanza cancerogena. A lungo termine, l'inalazione di 14 milligrammi (+ o - tre milligrammi) di questa sostanza nociva potrebbe moltiplicare ogni giorno da 5 a 15 volte il rischio di cancro, secondo studi precedenti. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un ulteriore dato che conferma le incertezze circa i possibili rischi connessi all’utilizzo di questi prodotti. Pertanto sarebbe auspicabile che le autorità sanitarie europee e nazionali procedano con verifiche celeri circa l’insussistenza di pericoli per la salute dei consumatori.

Anoressia, l'età scende

Anoressia, l'età scende Le cure somministrate agli anoressici in ospedale sono aumentate del 30% negli ultimi tre anni e l'età dei pazienti s'abbassa: come fa notare l'associazione svizzera Pro Juventute, mentre in passato il problema riguardava soprattutto gli adolescenti, ora non è raro che ne siano toccati bambini finanche di 9-10 anni d'età. Secondo l'organizzazione, a mettere sotto pressione i ragazzini sono, in particolare, i social network e i mezzi d'informazione. L'anno scorso, sempre in Svizzera è stata lanciata una campagna per ricordare a chi non è ancora adulto che "una vita a prima vista perfetta non corrisponde alla realtà". Mentre in Italia, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, negli ultimi anni purtroppo c'è stata una tendenza crescente dei media e dell'opinione pubblica a mettere in ombra un fenomeno che al contrario non conosce una flessione ed anzi per le stesse ragioni rappresentate dall'indagine dell'associazione svizzera e pubblicate sulla stampa nazionale elvetica si sta rivelando sempre più diffusa tra i giovani e giovanissimi. Alle istituzioni, a partire dal Ministero della Salute, non resta che riaccendere i fari su questo diffusissima questione coinvolgendo con campagne informative soprattutto i genitori e le famiglie che sono troppo spesso portate a sottovalutare i problemi connessi alla crescita psicofisica dei propri figli e a non affrontarla con la giusta serietà.

Prodotti deperibili non conservati a dovere. Camion frigo non a norma

Prodotti deperibili non conservati a dovere. Camion frigo non a norma Dalla Svizzera emerge un allarme per un fenomeno alquanto sottovalutato nel Nostro Paese e forse nel resto d'Europa. Ben un camion frigorifero su sei non sarebbe in regola, stando a quanto emerge da uno studio su larga scala effettuato lo scorso anno dall'Associazione dei chimici cantonali svizzeri. Sono state scoperte infrazioni nel 19% dei 900 mezzi pesanti controllati, di diverse classi di peso ma tutti adibiti al trasporto di merci deperibili. Nel 17% dei casi il problema risiedeva nell'insufficiente refrigerazione. Nei veicoli fino a 12 tonnellate (35% non a norma) le infrazioni erano più frequenti rispetto ai mezzi più grossi, utilizzati in genere per i trasporti a lungo raggio. In un terzo circa delle irregolarità constatate il sorpasso di temperatura era considerato lieve, in un terzo marcato e in un terzo non faceva "manifestamente" abbastanza freddo nelle celle frigorifere (oltre 6°C di troppo). Più di una volta si è resa addirittura necessaria l'eliminazione immediata della merce. Un autista in viaggio da due giorni aveva persino ammesso di non aver collegato alla rete elettrica il suo impianto di refrigerazione durante la pausa notturna. Sono dati che invitano a far riflettere e che sinora non risultano essere mai stati oggetto di alcuna approfondita disamina nel Nostro Paese, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che invita le autorità amministrative a partire da quelle di polizia stradale, sino alle ASL ed ai NAS ad effettuare controlli a campione immediati per la tutela dei consumatori incolpevolmente esposti ai rischi della cattiva conservazione dei cibi.

martedì 20 gennaio 2015

Lavoro: licenziati a causa di Facebook.

Lavoro: licenziati a causa di Facebook. Quando il boss dell’azienda legge quello che scrivete sulla piattaforma social. Un post su Facebook per un dipendente può avere conseguenze fatali. Ormai Facebook è diventato parte del nostro quotidiano, un mezzo di comunicazione usato per scambiarsi messaggi con gli amici della nostra rete, dove inserire annotazioni e pensieri personali. Tali pensieri, talvolta, sfociano in veri e propri sfoghi privati, riflessioni poco gentili su cose, situazioni, ed anche persone. Ma molto spesso l’utente tende a scordarsi che la propria bacheca non è privata ma accessibile a più soggetti, che possono leggere e commentare i suoi scritti. Pertanto, chi sparla su Facebook farebbe bene a pensare ai suoi contatti, perché magari tra coloro che leggono c’è anche il capo. Per alcuni dipendenti la piattaforma social come quella di Facebook è stata fatale. Perché chi ha centinaia di «amici» dovrebbe considerare che ogni post equivale ad una dichiarazione gridata ai quattro venti all’interno di una mensa aziendale. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, riporta di seguito una sintesi di esempi di storie lavorative di persone che non sono state prudenti e hanno quindi perso il lavoro, per aver scritto sulla propria bacheca di Facebook commenti poco lusinghieri sul boss dell'azienda e su il collega di lavoro. "Una dipendente inglese, nel suo post su Facebook, si lamentava del lavoro, definendo il capo un «segaiolo perverso». Non si era però ricordata di averlo tra i contatti. Il boss allora aveva preparato un elenco di tutti gli errori fatti dalla collaboratrice e poi l’aveva licenziata." "Al diavolo Obama, non eseguirò certo tutti i suoi ordini.» Per un marine statunitense non è una buona idea offendere pubblicamente, su Facebook, il comandante in capo delle forze armate, annunciando per giunta un atto di insubordinazione. Ora Gary Stein non è più tenuto a eseguire gli ordini di Obama, visto che è stato espulso dall’esercito." "13 assistenti di volo della compagnia aerea britannica Virgin Atlantic nel 2011 si erano scambiati su Facebook qualche episodio vissuto al lavoro, parlando di frequenti guasti ai motori e di scarafaggi in cabina. Alla compagnia la cosa non era piaciuta affatto, e li aveva licenziati." "Nel 2013 Johnny Cook, conducente di bus scolastico nello stato federale della Georgia, Stati Uniti, aveva parlato di uno studente cui non era stato permesso mangiare alla mensa perché gli mancavano 40 Cent. L’istituto aveva licenziato Cook motivando la decisione con il divieto di parlare in pubblico di affari interni alla scuola." "Elizabeth Lauten era l'addetta stampa di un deputato repubblicano del Congresso statunitense. Nel 2014 aveva commentato su Facebook un’apparizione in pubblico delle figlie del Presidente Obama, di 13 e 16 anni, scrivendo tra le altre cose: «Abbigliatevi in modo da guadagnarvi rispetto, e non un posto al bancone del bar». Bisogna sapere che gli attacchi ai figli del presidente USA sono sempre stati tabù: ecco che allora la Lauten poco dopo era stata costretta a dare le dimissioni." "Claudia B., impiegata di una compagnia assicurativa svizzera, era a casa in malattia, avendo dichiarato un’emicrania che la costringeva a stare al buio e le impediva dunque di lavorare davanti allo schermo. Quando il datore di lavoro aveva scoperto che stava su Facebook l’aveva licenziata in tronco, e il tribunale gli aveva dato ragione." "Nedim Zurnaci, funzionario agrario turco, nel corso di un’ispezione presso una fattoria voleva evitare di rovinare le scarpe eleganti nella poltiglia di neve, per cui si era fatto portare in braccio dai contadini attraverso i campi. Poi però le vergognose foto erano comparse su Facebook, e i superiori avevano licenziato Zurnaci per condotta non consona ai valori dell’ente." "Il vice ministro per l’Economia russo, Sergej Beljakov, si era scusato su Facebook per la decisione presa dal suo governo di congelare i versamenti nella cassa pensioni statale. In Russia Il dissenso manifestato in pubblico da parte di membri del governo non è tollerato, e Beljakov era stato licenziato." "Il dipendente di un mobilificio tedesco aveva postato su Facebook la canzone «Bück dich» (in italiano: inchinati) di Deichkind, gruppo musicale electro hip hop, il cui testo recita più o meno così: «Lo straordinario è dato per scontato, non pagato, regalato, sei fregato! Rialzati». L’azienda, non trovando la cosa affatto divertente, l’aveva licenziato. «L’opinione manifestata può essere interpretata solo come accostamento del testo del gruppo musicale Deichkind alle condizioni lavorative della nostra azienda», riportava la lettera di licenziamento."

Attacco hacker a "Le Monde" piratato dall'esercito elettronico siriano.

Attacco hacker a "Le Monde" piratato dall'esercito elettronico siriano. Dopo i siti dei media francesi da L'Express a Le Parisien, a 20minutes, France Inter, Mediapart o Marianne ad essere colpito è anche Le Monde. In questi ultimi giorni, scrive il quotidiano francese, "le nostre infrastrutture e i nostri giornalisti sono rimasti vittime di un attacco informatico elaborato", con gli "hacker che hanno tentato di prendere il controllo del profilo Twitter di Le Monde.fr. e pubblicare messaggi sul nostro sito, prima di lanciare un attacco". Per il quotidiano francese, che intende sporgere denuncia, "il meccanismo di sicurezza per impedire le pubblicazioni di chi non lavora a Le Monde ha funzionato". I siti colpiti sono tutti ospitati dai server della stessa società di web hosting, Oxalide, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ed altri siti non di aziende di media ospitati dalla stessa piattaforma sono irraggiungibili, come quello della catena di vendita di mobili Alinea o quello del portale di bricolage Kiloutou. Per la maggior parte di questi siti, la homepage resta accessibile ma i link e le rubriche sono bloccati.

Il fumo di una canna al giorno non ha alcun effetto sulla salute.

Il fumo di una canna al giorno non ha alcun effetto sulla salute. Fumare "erba" di tanto in tanto non avrebbe alcun effetto significativo sulla funzione polmonare a lungo termine. Non sappiamo se é veramente così, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, però uno studio condotto dall'Università di Emory University in Atlanta potrebbe far cambiare idea anche a qualche proibizionista. Per stabilirlo con un grado scientifico di obiettività, i ricercatori si sono avvalsi di adulti di età compresa tra i 18 e i 49 anni e tutti hanno respirato senza difficoltà dopo parecchi anni. I partecipanti hanno fumato uno spinello al giorno per vent'anni senza avere alcuna malattia polmonare da evidenziare. Ma questa ricerca è la prima a monitorare tale propensione in un lungo arco di tempo. Questo studio sarà pubblicato nel prossimo numero degli Annali dell'American Thoracic Society.

domenica 18 gennaio 2015

Bere alcol prima di andare a letto induce a dormire, ma fa male al riposo e al benessere mentale

Bere alcol prima di andare a letto induce a dormire, ma fa male al riposo e al benessere mentale Lo studio delle onde cerebrali dimostra che l'alcol produce effetti simili sul sonno per coloro che soffrono di dolore cronico. Bere un drink prima di coricarsi può sembrare un'attività adeguata a conciliare il sonno, ma l'effetto, alla fine, è che il riposo peggiora. Questi sono i principali risultati di un equipe di ricercatori che hanno pubblicato il loro lavoro sulla rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research. Per analizzare gli effetti del bere alcolici prima di dormire, sono stati eseguiti elettroencefalogrammi con cui misurare l'attività cerebrale durante il sonno nelle persone tra i 18 ei 21 anni che avevano assunto l'alcool (mezzo litro di vodka e arancia). Anche se l'aumento è stato osservato nel potere delle onde delta, relative alle fasi più profonde del sonno che sono essenziali per un buon riposo, inizialmente è stato anche rilevato un aumento dell'attività delle alfa frontali, che denotano i sintomi di disturbi del sonno. Come spiegano nel loro articolo i ricercatori, guidati da Christian Nicholas dell'Università di Melbourne, i loro risultati suggeriscono che l'attività simultanea delle onde delta e alfa deve essere visto come qualcosa di diverso al solo aumentare dell'attività delle delta positive. Questo fenomeno, chiamato negli anni settanta "sonno alfa-delta", porta a ridurre l'attività di riparazione NREM (non-REM), ossia uno dei periodi per i quali si passa quando si dorme. Inoltre, questa combinazione di alfa e delta onde è stata osservata nei pazienti con disturbi del sonno che si presentano stanchi ed è stato collegato a mal di testa o muscolari e cattivo umore. Hanno visto anche questi aumenti di alfa delta in persone con permanenza di dolore cronico, di conseguenza, ha detto Nicholas, "se il sonno è disturbato, bere regolarmente alcolici prima di dormire, soprattutto per lunghi periodi di tempo, potrebbe avere effetti negativi sul benessere durante il giorno e sulle funzioni neurocognitive come l'apprendimento e la memoria". Si tratta, quindi, di ulteriori evidenze scientifiche oggettive, per Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che confermano tutte le teorie sui danni che l'alcol porta all'organismo e quindi al nostro benessere psicofisico.

L'Aia studia la denuncia palestinese contro Israele per crimini di guerra

L'Aia studia la denuncia palestinese contro Israele per crimini di guerra. Il governo palestinese si era rivolto alla Corte penale internazionale, dopo l'ultima offensiva a Gaza La Corte penale internazionale (ICC) ha deciso di valutare la denuncia presentata dal governo palestinese contro Israele per presunti crimini di guerra commessi a Gaza, e Gerusalemme Est, dal 13 giugno 2014. Attualmente, il passo compiuto dal pubblici ministeri riguarda solo lo studio della documentazione ricevuta per vedere se si possa aprire un indagine formale. Il suo impatto ha superato, tuttavia, il semplice lavoro di ufficio. Ad oggi, la Corte aveva respinto tutte le richieste di questa natura, perché "la Palestina non era uno Stato nell'ambito della famiglia delle Nazioni Unite." La situazione è cambiata lo scorso 2 gennaio, quando Mahmoud Abbas, il presidente palestinese, ha firmato lo Statuto di Roma (testo fondatore del TPI) e ha accettato la sua giurisdizione. Ancor prima, nel 2014, la Svezia aveva già formalmente riconosciuto lo stato palestinese. Da allora, i parlamenti di Francia, Regno Unito, Irlanda e Spagna hanno adottato mozioni non vincolanti per lo stesso scopo. E 'la terza volta negli ultimi cinque anni che l'Autorità Palestinese, cerca di portare Israele innanzi alla giustizia internazionale. Nel 2009, l'accusa ha respinto una procedimento simile per il fatto che lo status di "status di osservatore" presso le Nazioni Unite, non ha permesso ai palestinesi di ratificare lo Statuto di Roma. La Corte, quindi, non era in grado di agire. Nel 2012, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha concesso lo status di "status di osservatore" all'Autorità Palestinese. Passare ad essere riconosciuto quale ente statale era quindi decisivo, perché lo Statuto di Roma è aperto a tutti. Ammettere la giurisdizione della CPI è stato il passo successivo, e lo scorso 2 gennaio "La Palestina è diventata lo Stato membro numero 123". Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che ha accettato la causa contro Israele, sostiene che le formalità di ingresso siano corrette e soddisfano i requisiti necessari". In risposta a questi cambiamenti, Israele ha congelato l'erogazione di 127 milioni di dollari in tasse raccolte sul conto dell'Autorità palestinese stesso. Il governo israeliano è stato molto fermo nella sua convinzione. Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha detto in una dichiarazione che "la decisione è uno scandalo. Pochi giorni dopo che i terroristi hanno massacrati ebrei francesi, la Corte penale internazionale ha aperto un'indagine contro lo Stato ebraico. Israele rifiuta questa decisione. L'ICC è parte del problema anziché parte della soluzione. Netanyahu, che ha aggiunto che "l'Autorità palestinese sta lavorando con il gruppo terroristico di Hamas, mentre Israele lotta contro il terrorismo", ha detto che ha inviato una lettera al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e altri leader internazionali, affermando che la richiesta palestinese di aderire alla Corte penale internazionale "è una grave distorsione della realtà". Il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha minacciato direttamente il tribunale, dicendo che "Israele agirà sulla scena internazionale per risolvere la Corte penale internazionale, un organismo ipocrita che sostiene il terrorismo". A Fatou Bensouda, procuratore capo della Corte, spetta l'ardua scelta di decidere se un fumus boni iuris che il procedimento continui. La denuncia ha elencato i 50 giorni di combattimenti a Gaza registrati tra luglio e agosto 2014, dove quasi 2.000 palestinesi sono stati uccisi. L'ONU ha stimato che più di 400 erano bambini. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da sempre si occupa di tutela dei diritti anche quando si tratta di combattere contro ogni forma di discriminazione, intolleranza e violenza, e che in tal senso ha preso più volte posizione avverso manifestazioni di antisemitismo, ritiene che se i governanti d'Israele non hanno nulla da temere perchè ritengono di non aver commesso alcun "crimine di guerra" contro il popolo palestinese nelle offensive dell'estate scorsa, dovrebbero serenamente porsi al vaglio della Corte Penale Internazionale e accettare serenamente il corso della storia e del relativo processo.

Farmaci difettosi. L'Aifa, dispone il ritiro di un lotto dello sciroppo "LAEVOLAC EPS" della ditta Roche SpA

Farmaci difettosi. L'Aifa, dispone il ritiro di un lotto dello sciroppo "LAEVOLAC EPS" della ditta Roche SpA Oggi l’ennesimo allarme sulla sicurezza dei farmaci è dilagato in tutta Italia. L'Agenzia Italiana del Farmaco ha vietato l'utilizzo del medicinale LAEVOLAC EPS SCIROPPO mg con decorrenza immediata. La sciroppo è un medicinale soggetto a prescrizione medica che è usato per curare l'Encefalopatia porto sistemica (EPS) e la Cirrosi epatica. Un comunicato dell’AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco è eloquente nel precisare che: " A seguito della comunicazione della ditta concernente segnalazioni inerenti cattivo odore e cattivo gusto solo nelle confezioni dei medicinale "LAEVOLAC EPS sciroppo”, AIC n. 022711129, lotti n. 4745 scad.04/2016, n. 4746 scad.04/2016, della ditta Roche SpA, sita in Milano, Piazza Durante, 11, ai sensi deIl'art. 70 del D. l.vo 219/2006 e perla motivazione sopra evidenziata, comunicasi il ritiro dei Lotti sopra riportati. Resta inteso che, nelle more del ritiro, i Lotti sopra riportati non potranno essere utilizzati. Entro 5 giorni la ditta fornirà all' AIFA le informazioni su eventuali altri Lotti interessati ed azioni correttive adottate. La ditta Roche SpA dovrà assicurare l'avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione della presente comunicazione. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro dei lotti del medicinale. In virtù di tale comunicazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai pazienti in trattamento con il medicinale di verificare il numero di lotto e, nel caso corrispondesse a quello ritirato, di sospenderne l'uso e di rivolgersi al proprio medico per una nuova prescrizione. Sempre al medico di famiglia gli assistiti potranno rivolgersi per ottenere qualunque tipo di chiarimento sul provvedimento e per avere maggiori informazioni sui motivi che hanno portato al ritiro dal mercato del LAEVOLAC EPS SCIROPPO.

sabato 17 gennaio 2015

Nuovo orrore in Iraq. Il gruppo terrorista getta nel vuoto dagli edifici gli omosessuali

Nuovo orrore in Iraq. Il gruppo terrorista getta nel vuoto dagli edifici gli omosessuali Un nuovo orrore, commesso dai terroristi, dopo quello di un bambino di dieci anni che uccide a sangue freddo con una pistola due uomini e le bambine fatte esplodere in un mercato in Nigeria da Boko Haram. Questa volta le milizie jihadiste sunnite dello Stato Islamico da diversi giorni hanno diffuso foto nelle quale si mostrano le immagini dei loro crimini contro gli omosessuali. Le immagini agghiaccianti che alimentano la propaganda dello Stato Islamico mirate a infondere terrore mostrano un "omosessuale" gettato dal tetto di alti edifici e torri. Non è da escludere qualche trucco di computer grafica. Motivo per le esecuzioni: l'omosessualità dichiarata o presunta delle vittime. Le esecuzioni pubbliche avverrebbero nelle piazze della provincia irachena di Ninive. Oltre a gettarli nel vuoto dagli edifici, alcuni sarebbero stati anche crocifissi. Per Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, storie orribili di ordinaria persecuzione. Una situazione che ha indotto i gay a fuggire dai regimi omofobi a causa delle discriminazioni sessuali. Centinaia approdano in Italia per sfuggire alle violenze. Nei loro paesi rischiano maltrattamenti, il carcere o peggio la pena capitale. L'Italia ogni anno accoglie centinaia di rifugiati che chiedono asilo perché gay, lesbiche e trans. Arrivano da tutto il mondo. In sette Paesi omosessuali e transessuali sono puniti con la pena di morte e in altri 76 vi sono pene detentive. Per questo il ministero delle Pari Opportunità ha attuato una strategia in loro difesa e per dare supporto a chi chiede asilo tramite le associazioni.

L'influenza ha ucciso 19 bambini solo nell'ultima settimana negli USA

L'influenza ha ucciso 19 bambini solo nell'ultima settimana negli USA, secondo il Centers for Disease Control and Prevention Per il governo, la malattia ha ucciso 45 bambini da 18 stati dal mese di settembre. Ieri, il CDC ha detto che il vaccino antinfluenzale aveva solo il 23% d'efficacia L'influenza ha ucciso 19 bambini solo questa settimana negli USA, portando il numero totale di decessi pediatrici a 45, poiché la stagione influenzale è iniziata lo scorso 28 settembre, secondo gli ultimi dati diffusi dal Centro statunitensi per il controllo e la prevenzione delle Malattie (CDC). La malattia è ancora diffusa in 46 Stati, secondo il rapporto di sorveglianza settimanale del governo. I 45 bambini morti erano di 18 diversi Stati, con lo Stato di New York con un solo caso ed il Texas più d'uno, essendone stati registrati ben sei. "Quest'anno si preannuncia essere pessimo, in particolare per i bambini e gli ultrasessantacinquenni," ha affermato Thomas Frieden, direttore del CDC la settimana scorsa, circa l'influenza. L'alta frequenza di casi può essere attribuito al ceppo H3N2 del virus dell'influenza che è variato, il che significa che il vaccino antinfluenzale di quest'anno non è in grado di proteggere contro di esso. Ieri, il CDC ha infatti comunicato che il vaccino antinfluenzale di quest'anno era efficace solo nel 23% dei pazienti. Insomma, anche dagli USA arriva un monito a non sottovalutare l'influenza, evidenzia Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che sottolinea come ancora oggi costituisca una delle cause principali di decessi tra i bambini ed anziani o comunque soggetti immunodepressi.