venerdì 31 ottobre 2014

Google costretto a risarcire una donna canadese di origine italiana per avere mostrato la sua immagine con il seno nudo

Google costretto a risarcire una donna canadese di origine italiana per avere mostrato la sua immagine con il seno nudo. Nel 2009 Maria Pia Grillo rimase scioccata vedendo pubblicata sul portale di Google Street View una foto che la ritraeva seduta fuori dalla sua abitazione con i seni esposti. Un giudice ha stabilito che ora Google dovrà risarcire 2.250 dollari. Un giudice ha stabilito, un risarcimento della violazione della privacy, a favore di una donna di Montreal per avere Google nel 2009, inserito una sua immagine con i seni esposti sul suo sito Street View Google. Ora l'azienda statunitense che offre servizi online, dovrà pagare alla signora Maria Pia Grillo, 2.250 dollari. Nell'immagine, la signora Grillo è ritratta seduta sulla sua veranda mentre si sporge in avanti. Il viso è sfocato, ma lei ha sostenuto nel processo che l'immagine offre informazioni sufficienti per identificarla. La signora Grillo aveva richiesto all'azienda un risarcimento di 45.000 dollari per danni emotivi, per la depressione e la presa in giro dei suoi colleghi di lavoro di una "banca ben nota", dove ha lavora. Ha inoltre chiesto ed ottenuto che il suo indirizzo venisse offuscato. Il giudice contrariamente a quanto richiesto in causa, non ha ritenuto che il danno emotivo fosse stato causato dall' "incidente" di Google, restando scettico riguardo i tempi con i quali la Grillo ha deciso di avviare il procedimento legale e cioè a distanza di due anni dopo aver trovato l'immagine. Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” da ora in avanti coloro che mappano le strade per conto di Google, devono prestare maggiore attenzione alla privacy dei cittadini per evitare condanne esemplari come questa.

Svizzera: parroco benedice coppia lesbica.

Svizzera: parroco benedice coppia lesbica. In Svizzera il parroco di Bürglen, nel canton Uri, ha benedetto in ottobre una coppia lesbica che glielo aveva chiesto, andando contro la posizione ufficiale della Chiesa cattolica. La diocesi di Coira intende ora occuparsi del caso. Lo ha detto oggi alla stampa il portavoce del consiglio parrocchiale confermando una notizia pubblicata dall'"Urner Wochenblatt". Il parroco ha dichiarato al settimanale di aver esaudito il desiderio della coppia dopo maturata riflessione. Oggi vengono benedetti animali, automobili e persino armi, perché non dovrebbe essere benedetta anche una coppia che vuole percorrere il suo cammino insieme a Dio? ha aggiunto il prete. Il portavoce della diocesi di Coira Giuseppe Gracia ha dichiarato che la Curia non era a conoscenza dei fatti e non ha voluto pronunciarsi su le eventuali conseguenze. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un episodio importante in un paese come l'Italia in cui i gay, dallo Stato laico, non ottengono ancora gli stessi diritti degli eterosessuali. La Chiesa dovrebbe riconoscere tutti i legami affettivi anche perchè l'amore non ha percorsi prestabiliti.

Allarme Mini, ritiro volontario della 3 porte F56 e 5 porte F55 per potenziale rischio distacco della ruota di scorta

Allarme Mini, ritiro volontario della 3 porte F56 e 5 porte F55 per potenziale rischio distacco della ruota di scorta. Rapex segnala lotto prodotte con componente difettoso Le Mini Tourer 3 porte F56 e 5 porte F55 sono state segnalate per un problema tecnico che potrebbe potenzialmente creare 'situazioni di guida non sicure'. L'avviso è inserito nel bollettino del 31 ottobre del Rapex - Rapid Alert System for non-food dangerous products - il sistema di segnalazioni istituito dalla Commissione Europea. Il richiamo che sta per essere attuato dalla casa automobilistica riguarda la 3 porte F56 e la 5 porte F55 costruite tra il dicembre 2013 e 2014 di settembre e, come si legge alla segnalazione "A12/1712/14", si riferisce ad ''un difetto di un dado flangiato sulla piastra di montaggio della ruota di scorta di emergenza che può staccarsi gradualmente. Di conseguenza la ruota di scorta può improvvisamente staccarsi dal veicolo.. ''. E il bollettino Rapex conclude sinteticamente '' questo potrebbe mettere in pericolo altri utenti della strada e pertanto non si possono escludere condizioni di guida non sicure''. Pur non essendoci stati incidenti - segnala Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”- è consigliabile che i proprietari di questa auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari in Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai lotti in questione.

Ebola: uno scherzo in aereo di cattivo gusto è costato molto caro ad un cittadino italiano

Ebola: uno scherzo in aereo di cattivo gusto è costato molto caro ad un cittadino italiano Oggi un italiano è stato condannato da un giudice irlandese a pagare una multa di 2.500 euro in beneficenza per aver fatto uno scherzo di cattivo gusto a bordo di un aereo su un volo tra Milano e Dublino. Roberto Binaschi, 56, è stato arrestato con la moglie e la figlia giovedì all'aeroporto di Dublino per aver scritto "Pericolo Ebola" sul coperchio della tazza di caffè che gli avevano servito durante il volo. Ma scoperta questa frase, l'equipaggio della compagnia irlandese Aer Lingus ha allertato le autorità di terra che poi ha proceduto all'arresto della famiglia una volta scesi dal velivolo. Binaschi si e' difeso davanti al giudice Anthony Halpin dichiarandosi colpevole, "Volevo fare uno scherzo a mia figlia". L'italiano e' incensurato, ma per la legge irlandese, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, simili comportamenti in grado di suscitare allarme costituiscono reato. "Data la paura diffusa del virus nel mondo, si tratta di un reato molto grave. Credo che potrebbe essere paragonato solo a qualcuno che scrive su un fazzoletto 'c'e' una bomba a bordo'", aveva tuonato il procuratore.

giovedì 30 ottobre 2014

Sugardaddying, fenomeno in crescita. Boom dei portali dedicati alle giovani donne in cerca di un uomo anziano e ricco

Sugardaddying, fenomeno in crescita. Boom dei portali dedicati alle giovani donne in cerca di un uomo anziano e ricco Donna giovane e bella cerca uomo anziano e ricco. Un fenomeno dilagante in tutta Europa quello dei portali online che cercano di favorire questo tipo di incontri. E gli anglosassoni hanno coniato un termine curioso per denominarlo: sugardaddying. «L’interesse per il cosiddetto Sugardaddying si rileva al meglio su Google» ha affermato di recente Thorsten Engelmann, responsabile della piattaforma tedesca Mysugardaddy.eu. «Fino a pochi anni fa il termine non veniva usato praticamente mai, mentre oggi viene inserito migliaia di volte nel motore di ricerca». Insomma, l’interesse è alto. Ma il Sugardaddying, sostiene il nostro interlocutore, non sarebbe da confondere con la prostituzione. «I nostri utenti non cercano soltanto una “sveltina" ma qualcuno con cui possano anche passare il tempo libero». Sta registrando una forte crescita pure la piattaforma SeekingArrangement.com, che conta migliaia di membri in tutto il Vecchio Continente. E ben tre quarti sarebbero donne. Il portale in questione è diventato famoso soprattutto grazie al suo eccentrico fondatore, Brandon Wade, che in un’intervista su Cnn aveva dichiarato: «L’amore è un concetto per la gente povera». Un’utente di Mysugardaddy.eu è Laura, una diciottenne svizzera residente a Berna che impiega il suo tempo libero per incontrare uomini anziani e anche guadagnare qualcosa consumando dei rapporti sessuali con loro. «Ho un debole per le persone anziane» ci racconta. «Se poi per la nostra relazione mi pagano pure, tanto meglio». Per lei non si tratterebbe di prostituzione, in quanto non si sente costretta ad accettare qualsiasi uomo. Certo è, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che bisogna stare comunque attenti, perché in un momento di crisi come il nostro il velo tra fenomeni apparentemente innocui come quello di cercare un uomo più che maturo per un po’ di stabilita economica e la prostituzione è assai sottile. Ecco perché spetta alle autorità di pubblica sicurezza di prestare la massima attenzione ai siti d’incontri che in molti casi vengono utilizzati quali canali per il sesso a pagamento.

Germania: arriva la conferma che dal 2016 gli stranieri pagheranno pedaggio autostrade

Germania: arriva la conferma che dal 2016 gli stranieri pagheranno pedaggio autostrade Era stato già annunciato l’estate scorsa ed aveva incontrato numerose resistenze interne e internazionali, il proposito di introdurre un pedaggio sulla rete autostradale tedesca per gli automobilisti con targa straniera, probabilmente a partire dal 2016. Proprio ieri, il ministro dei Trasporti, il cristianosociale Alexander Dobrindt, ha presentato ieri il rinnovato progetto di legge, che secondo le previsioni dovrebbe portare nelle casse teutoniche circa 500 milioni di euro. Il piano del ministro, indigesto anche ad alcuni partner di grande coalizione, prevede un pagamento elettronico, come già avviene per i camion, per tutte le auto che circoleranno sulle autostrade in Germania, al massimo di 130 euro, in media intorno ai 74 euro. Ai contribuenti tedeschi, che saranno tassati anche per l'uso delle strade statali, la somma sarà restituita attraverso uno sconto sulla tassa di circolazione. A pagare, dunque, saranno alla fine solamente le auto e i camper con targa straniera, ma non le moto. Per gli stranieri che intenderanno utilizzare le autostrade tedesche, in alternativa al permesso annuale sarà possibile acquistare pedaggi per dieci giorni, a dieci euro, o per due mesi, a 22 euro. In un database saranno inserite le targhe di tutti i veicoli in regola e telecamere sulle autostrade fotograferanno chi non lo è. Complessivamente il ministero si attende entrate per 3,7 miliardi di euro, 700 milioni dei quali da auto straniere. Sottratti circa 195 milioni di euro di costi per la gestione del nuovo sistema, il guadagno netto per le finanze pubbliche dovrebbe essere pari a 500 milioni di euro circa. Che secondo i piani dovranno essere investiti per migliorare la rete stradale e le infrastrutture. L'introduzione del pedaggio per le auto straniere è stato inserito nel programma di grande coalizione su insistente richiesta della bavarese Csu. Molte critiche alla misure erano arrivate in particolare dai Paesi confinanti, dai quali migliaia di persone si muovono quotidianamente attraverso i confini per lavoro. Il governo sembra averne tenuto conto visto che il pedaggio non si applicherà alle auto immatricolate all'estero che percorrono le strade a due corsie, in modo da esonerare i pendolari oltre confine e chi per esempio dalla Svizzera va a fare la spesa in Germania. Una misura che appare discriminatoria nei confronti degli automobilisti di altri Stati europei e confliggente con la normativa UE sulla libera circolazione di persone e beni, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che come rilevato dai partner di coalizione di Cdu e Spd, e come ci auguriamo che accada, potrebbe essere bloccata sul nascere da Bruxelles.

In Europa dilaga il fenomeno dei clown violenti sulle strade. Un altro attacco segnalato in Belgio

In Europa dilaga il fenomeno dei clown violenti sulle strade. Un altro attacco segnalato in Belgio I "clown del terrore" fanno una nuova vittima in Europa. Anche a Nivelles in Belgio è stato segnalato il caso di un ragazzo che mentre stava rientrando a casa nel quartiere di Maillebotte martedì sera, è stato avvicinato da due individui vestiti da pagliacci che, nonostante il tentativo di fuga l’avrebbero raggiunto e picchiato senza alcun motivo. Un altro fatto di cronaca in un paese dell’UE, quindi, che incrementa i timori della cittadinanza dopo che in Francia episodi come questi sono ormai denunciati quotidianamente sulle cronache. Purtroppo, si tratta di eventi che spesso finiscono sulla rete alimentati dalla capillarità con cui i social network riescono a diffondere fenomeni come questo apparentemente innocui ma che spesso sfociano in atti di vera e propria violenza gratuita perseguibili penalmente Proprio l’altro ieri, infatti, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, metteva in guardia le autorità italiane a non abbassare la guardia e a non sottovalutare questa pericolosa tendenza che pare si stia diffondendo anche in Italia. A questo punto, si rende necessario un maggiore controllo da parte dei gestori dei social network, Facebook su tutti, affinché utilizzino ogni strumento utile per censurare ogni immagine di violenza gratuita, specie tra i più giovani, per evitare ulteriori effetti emulativi in Italia come nel resto d’Europa.

Gli USA la meta preferita dai miliardari per fare studiare i propri figli.

Gli USA la meta preferita dai miliardari per fare studiare i propri figli. L'Università della Pennsylvania è la maggior fabbrica di ricchi al mondo. Nella top 20 non ci sono università italiane. Secondo la classifica "Wealth-X and UBS Billionaire Census 2014", pubblicata oggi, gli atenei americani sfornano più multimilionari di tutti. Nella top 20 non ci sono università italiane. I veri miliardari non hanno studiato nelle autorevoli università britanniche di Oxford e Cambridge, ma i figli dei multimilionari in dollari si sono laureati soprattutto negli atenei americani, che conquistano ben sedici posizioni su venti. Anche in questo caso però c'è una sorpresa, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, legata al fatto che al primo posto della "top 20" non c'è una delle istituzioni della cosiddetta "Ivy League", ossia gli otto più elitari atenei statunitensi, bensì la Pennsylvania State University. Si calcola infatti che da quest'istituto siano usciti ben 25 "paperoni". Harvard e Yale si devono accontentare del secondo e terzo posto, mentre l'unica università britannica nella classifica è la London School of Economics (LSE), al decimo posto. All'11° posto figura l'università statale Lomonosov di Mosca. Nella top 20 non ci sono università nemmeno francesi o tedesche ed Oxford e Cambridge, anche se sono due delle università più prestigiose al mondo, non sono fra quelle che sfornano più super-ricchi.

Mai perdere la speranza. Quando la pensione arriva a... 118 anni! La ultra centenaria Cahuana Andrea Gutierrez ha, 12 figli e svariati nipoti

Mai perdere la speranza. Quando la pensione arriva a... 118 anni! La ultra centenaria Cahuana Andrea Gutierrez ha, 12 figli e svariati nipoti È accaduto in Perù a Cahuana Andrea Gutierrez, la donna più anziana del Paese e forse del mondo, secondo quanto annuncia il ministero dello Sviluppo e dell'Inclusione Sociale di Lima. Tanto ha dovuto attendere una donna peruviana di compiere la bella età di 118 anni per incassare la prima pensione della sua lunga esistenza: un assegno di 42 dollari. Nata secondo l'anagrafe nel 1896, nella regione andina d'Ayacucho (sud-est), racconta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,la donna si era vista in passato rifiutare due volte la concessione di una pensione sociale. Finché non è stata inclusa in testa a un nuovo elenco di circa 400 persone anziane a cui è destinato un programma di sussidi approvato dal governo attuale per i casi di povertà estrema. Cahuana Andrea Gutierrez, che ha avuto dodici figli, otto dei quali non le sono sopravvissuti, è ora la pensionata più vecchia del Perù dinanzi ad altri 424 centenari: la maggior parte dei quali indigenti e originari dei territori delle Ande.

NAS nelle farmacie: ritiro dal commercio di alcuni lotti del medicinale ” BI-EUGLUCON " della ditta Roche SpA

NAS nelle farmacie: ritiro dal commercio di alcuni lotti del medicinale ” BI-EUGLUCON " della ditta Roche SpA. Oggetto di ritiro concernente risultati fuori specifica relativamente al test di dissoluzione I Carabinieri del Nas si sono presentati nei depositi farmaceutici e nelle farmacie di tutta Italia per verificare l'avvenuto ritiro dal mercato del medicinale ” BI-EUGLUCON " della ditta Roche SpA . BI-EUGLUCON è utilizzabile per uso elettivo e specifico nel trattamento del diabete mellito di secondo tipo, in caso di ridotta efficacia della monoterapia con sulfaniluree e spiccata insulinoresistenza. Un comunicato dell’AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco è eloquente nel precisare che: " A seguito della comunicazione della ditta concernente risultati fuori specifica relativamente al test di dissoluzione riguardante il medicinale "BI-EUGLUCON NI 400 mg + 2,5 mg compresse rivestite”, AIC n. 028359014, lotti n. 00674 scad. 10/2015, n. 00679 scad. 07/2016, n. 00680 scad.07/2016, n.00681 scad. 10/2016, n.00682 scad.10/2016, n. 00683 scad.10/2016, :1.00684 scad.10/2016, n. 00685 scad.10/2016 della ditta Roche SpA, sita in Milano, Piazza,Durante, 11, ai sensi dell'art. 70 del D. L,vo 219/2006 e per la motivazione sopra evidenziata, comunicasi il ritiro dei lotti sopra riportati. Resta inteso che, nelle more dei ritiro, i lotti sopra riportati non potranno essere utilizzati. La ditta Roche SpA dovrà assicurare l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione della presente comunicazione. II Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l'avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro dei lotti del medicinale. " In virtù di tale comunicazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i pazienti a non utilizzare il farmaco in questione riferito ai lotti di cui al comunicato istituzionale.

mercoledì 29 ottobre 2014

Rischio di incendio: Chrysler richiama più di 560.000 vetture in officina

Rischio di incendio: Chrysler richiama più di 560.000 vetture in officina. Una parte difettosa potrebbe portare al surriscaldamento e incendio del carburante. La casa automobilistica Chrysler ha avviato il richiamo di 380.000 pick-up e di 180.000 SUV. Sono interessati i marchi di Jeep Grand Cherokee e Dodge Durango, come si desume dai messaggi del gruppo di oggi. Il motivo, risiederebbe nei pick-up dei modelli prodotti dal 2010 al 2014 ai quali si può verificare un incendio del combustibile a causa di una parte difettosa che lo surriscalda mentre per il SUV prodotto nel 2014 è necessario un aggiornamento del software per assicurarsi che il controllo elettronico è funzionante. Solo pochi giorni fa, Chrysler ha dovuto richiamare in officina più di 900.000 veicoli a causa del pericolo di incendio. Chrysler ha comunque tenuto a precisare che finora non sono giunte notizie di incidenti imputabili alla presenza di questi difetti. Pur non essendoci stati incidenti - segnala Giovanni D'Agata presidente dello Sportello dei Diritti” - è consigliabile che i proprietari di questa auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Chrysler Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai lotti in questione. Al singolo proprietario, infatti, non costa nulla tale tipo di verifica e nel caso in cui la propria autovettura sia oggetto del richiamo, l’intervento previsto è a totale carico della casa automobilistica che dovrebbe fornire anche un’autovettura sostitutiva per il periodo necessario alla manutenzione straordinaria.

Potenziale rischio d'incendio per alcune asciugatrici Schulthess

Potenziale rischio d'incendio per alcune asciugatrici Schulthess. I clienti che avessero acquistato questo tipo di prodotti sono invitati a contattare il venditore L'azienda Schultess Maschinen SA e l'Ispettorato federale degli impianti a corrente forte svizzero (ESTI) e mettono in guardia dall'utilizzo delle asciugatrici Spirit TC 4160 eco, realizzate nel 2002. I clienti che avessero acquistato anche in Italia questo tipo di prodotti sono invitati a chiamare il produttore. Schulthess ha infatti verificato che "in un numero ristretto di queste asciugabiancheria uno dei componenti può surriscaldarsi e, in casi molto rari, causare un potenziale pericolo di incendio", indica una nota odierna. Istruzioni per verificare se un'asciugatrice presenta questa anomali, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si trovano sul sito internet seguente link: http://www.schulthess.ch/it/servizio-clientela/riparazione-assistenza/azione-di-messa-in-sicurezza-delle-asciugatrice/

Rapporto "Doing Business 2015" clima degli affari, l'Italia scivola al 52esimo posto

Rapporto "Doing Business 2015" clima degli affari, l'Italia scivola al 52esimo posto perdendo posizioni nella classifica dei paesi con maggiore attrattività per gli investimenti. Al primo posto c'è Singapore, all'ultimo l'Eritrea L'Italia scivola di quattro posizioni e si piazza al cinquantaseisimo rango dei paesi con il miglior clima degli affari al mondo. Nella classifica pubblicata dalla Banca mondiale si colloca al primo posto Singapore, mentre ultima è l'Eritrea. Il rapporto "Doing Business 2015" svelato oggi a Washington esamina la situazione in cui operano le imprese di 189 paesi, ad esempio a quali condizioni possono lanciare la loro attività, aver accesso all'elettricità e a crediti o ottenere permessi di importazione o esportazione. Oltre ad analizzare le regolamentazioni locali vengono aggregati i risultati ottenuti da oltre 10'000 professionisti. In seguito alle critiche di diversi paesi, Cina in testa, la Banca mondiale ha affinato quest'anno la sua metodologia. Ciononostante in cima alla graduatoria si piazzano gli stessi paesi dell'edizione precedente: Singapore (regina dal 2007) è seguita da Nuova Zelanda e Hong Kong. La Top 10 è completata da Danimarca, Corea del Sud, Norvegia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Finlandia e Australia. Ogni parametro ha una propria classifica. L'Italia ad esempio risulta al 46esimo posto per creazione di impresa, ma solo al 116° se si considera l'ottenimento delle licenze edilizie. E per quanto riguarda la Giurisprudenza civile, siamo davvero in basso nella classifica, appena al 146° posto per l'esecuzione dei contratti, mentre guadagniamo posizioni sul versante della insolvibilità, 29°. Sul piano delle tasse e delle imposte, siamo al 141° posto, segno che nel mondo il nostro Paese viene considerato “inospitale” dal punto di vista delle regole fiscali. Il miglior risultato lo raggiungiamo solo nella tutela dei soci minori, dove si guadagna la 21° posizione. Per Giovanni D’Agata fondatore dello “Sportello dei Diritti” nonostante la revisione metodologica continua a non soddisfare tutti, la Banca mondiale sottolinea che il rapporto non riflette tra l'altro gli aspetti legati alla sicurezza, la corruzione o la stabilità macroeconomica dei paesi.

Dilagano i "clown del terrore", e la psicosi di massa è servita.

Dilagano i "clown del terrore", e la psicosi di massa è servita. I pagliacci violenti, figli della cultura pop, si diffondono sui social network generando paura a volte anche ingiustificate Li chiamano i "clown del terrore", e se prima si limitavano a spaventare la gente spuntando nel bel mezzo della notte nei centri urbani, ora balzano agli onori delle cronache anche per qualche episodio di violenza, fisica e verbale sempre meno isolato. In Francia il fenomeno è già conosciuto, ma adesso questi personaggi - il cui scopo pare quello di terrorizzare la gente - hanno fatto capolino anche in Italia. Il terrore si diffonde - una paura - quella che questi pagliacci riescono a suscitare - che trova fondamento, per fare un esempio, nell'episodio dello scorso fine settimana in cui un uomo nel Sud della Francia è stato derubato e brutalmente picchiato con una spranga da uno di questi giovani pagliacci. Ma chi sono questi clown? Per qualcuno si tratta di giovani problematici, che nel branco, coperti da una maschera, si fanno forti. Proprio in seguito alla loro comparsa nelle nostre città si rincorrono su Facebook le immagini di coloro che vogliono testimoniare la loro presenza. "La paura dei pagliacci ha origine in diversi personaggi cari alla cultura pop", spiega il giornale francese "Ouest France" che parla di "rumors 2.0". Il riferimento, ovvio, va a Joker, il nemico di Batman. Ma non solo. Altro terribile esponente dei clown del terrore è il protagonista del romanzo "It" di Stephen King. "Le Monde", invece, spiega che la "grande paura del clown" ha origine da una piccola città della California . "Dal progetto artistico di una coppia che ha scattato le foto di un clown spaventoso per le strade della città", spiega il quotidiano francese. Non bisogna dimenticare infine la popolarità che ha raggiunto la serie "American Horror Story", che nella quarta stagione presenta Twisty, un clown malefico. O, infine, i video comparsi su YouTube di tale "Killer Clown", un personaggio vestito da clown che finge di attaccare i passanti. Terrorizzandoli a morte. Ancora una volta la rete dimostra la faccia della medaglia negativa dello spirito emulativo generato da fenomeni e mode che altrimenti rimarrebbero relegati a rari episodi, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che invita le forze dell'ordine a non abbassare la guardia e a non sottovalutare questa pericolosa tendenza che è sfociata in qualche caso raccontato nel resto d'Europa, in atti di vera e propria violenza perseguibili penalmente.

Arriva la prima casa di riposo per anziani gay in Svizzera

Arriva la prima casa di riposo per anziani gay in Svizzera L'anno scorso era stata la Ministra francese Michele Delaunay a proporre la realizzazione di case di riposo per accompagnare la vecchiaia delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e sieropositive che sono numerose, hanno bisogno di cure specifiche e a volte sono stigmatizzate". Nel novembre del 2013 l'esponente del governo francese aveva presentato un rapporto nel quale Nel evidenziava come attualmente nelle case di riposo esistano forme di discriminazione contro gli omosessuali. La condivisibile proposta, evidentemente, è stata apprezzata anche nella vicina Svizzera che avrebbe anticipato la materiale realizzazione di queste strutture. In particolare, un'associazione denominata Queer Altern fondata ieri, nella città di Zurigo ha annunciato di averne in progetto una struttura entro tre o quattro anni. Vincenzo Paolino, uno degli ideatori, in un’intervista rilasciata alla RTS, ha affermato che non sarà comunque pensata unicamente per lesbiche, gay e transessuali, ma le porte saranno aperte a tutti. Secondo un sondaggio realizzato all’inizio del 2013 in Svizzera, più dell’80% delle persone interrogate riteneva necessaria una struttura di questo tipo. L'unico esempio di casa di riposo di tal genere, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” risulta essere stata realizzata a Berlino. Ancora una volta, però alla luce di questa iniziativa a due passi dai nostri confini sorge spontanea la domanda se idee del genere possano, almeno in astratto, acuire le discriminazioni che permangono in Italia quando si parla di omosessualità. Ovviamente il nostro Paese in questo si distingue per arretratezza culturale che solo attraverso una concreta normativa che abbatta le barriere socio-culturali presenti, anche per il mezzo di leggi anti omofobìa, potrà essere superata.

"Strisce blu". Dev'essere annullato il verbale per ticket non pagato se non è dimostrata la nomina dell'ausiliario del traffico

"Strisce blu". Dev'essere annullato il verbale per ticket non pagato se non è dimostrata la nomina dell'ausiliario del traffico. Nel giudizio di opposizione al verbale, di fronte alla contestazione del trasgressore, è sull'ente che incombe l'onere della prova che l’accertatore fosse autorizzato a rilevare l’infrazione per violazione della normativa sulla sosta Va annullato il verbale elevato sulle strisce blu senza l’esposizione del titolo di pagamento se a contestare l’infrazione è un ausiliario del traffico non abilitato. Di fronte alla contestazione del trasgressore è all’ente che tocca provare, nel giudizio di opposizione al verbale di accertamento, la dimostrazione della legittimità della nomina. A stabilirlo è l’interessante ordinanza 22867/14, pubblicata il 28 ottobre dalla sesta sezione civile della Cassazione che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene utile commentare per evidenziare come spesso le amministrazione comunali, prese dal "far cassa" attraverso il ricorso indiscriminato a parcheggi a pagamento e sanzioni al codice della strada, omettano di adempiere a tutti gli obblighi necessari al fine di procedere alla corretta contestazione delle infrazioni. Nel caso di specie, i Giudici di legittimità hanno accolto il ricorso di un conducente e cassato con rinvio la sentenza impugnata del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il ricorrente, infatti, già innanzi al Giudice di Pace aveva rilevato la nullità del verbale notificatogli dal Comune perché ad accertare l’infrazione era stato un ausiliario del traffico. Il giudice togato del tribunale campano aveva al contrario, ritenuto la sua richiesta infondata: l’agente che aveva rilevato l’infrazione era legittimato all’accertamento. A questo punto l'automobilista ricorreva in Cassazione, dove la Corte ne riteneva fondate le doglianze evidenziando che il Tribunale si fosse limitato ad affermare la legittimazione dell’ausiliario a rilevare l’infrazione, non chiarendo, però, se l’accertatore fosse abilitato a farlo. Gli ermellini hanno rilevato che gli ausiliari del traffico (articolo 1, l. n. 127/1997) sono legittimati ad accertare e contestare le violazioni al codice della strada «solo se queste concernano le disposizioni in materia di sosta, ma non sono abilitati a rilevare infrazioni inerenti a condotte diverse, come quelle attinenti alla circolazione in corsie riservate ai mezzi pubblici, le quali possono essere contestate, oltre che dagli agenti di cui all’articolo 12 Cds, anche dal personale ispettivo delle aziende di trasporto pubblico di persone». Ne consegue che, «proprio perché la legittimazione degli ausiliari del traffico e dei suddetti agenti accertatori ispettivi è ricondotta al possesso di requisiti specifici fissati dalla legge che devono essere recepiti negli appositi provvedimenti amministrativi di nomina, qualora, nel conseguente giudizio di opposizione a verbale di accertamento, l’autorità amministrativa convenuta, a fronte di una specifica contestazione da parte dell’opponente, non offra la prova della legittimità della loro nomina, la domanda di annullamento del verbale deve essere accolta secondo i principi generali sulla ripartizione dell’onere probatorio in siffatto tipo di processo».

martedì 28 ottobre 2014

La truffa del cioccolato bianco

La truffa del cioccolato bianco E' come il cioccolato, ha l'odore del cioccolato ed anche il suo nome: si chiama cioccolato bianco. Tuttavia è un impostore. Lo sapevate, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, infatti, che il cioccolato bianco non contiene cacao a differenza di altri cioccolatini? Il cioccolato bianco è in realtà un composto di burro di cacao, latte, zucchero e lecitina, un componente di grasso che aiuta ad amalgamare tutti i componenti. Ricordiamo che per essere considerato 'vero' cioccolato, deve contenere almeno il 35% di cacao. Il budino al cioccolato, per essere tale deve contenere almeno il 25% di cacao.

lunedì 27 ottobre 2014

Università islamica a Lecce.

Università islamica a Lecce. Non si perda tempo per la sua realizzazione e la politica favorisca il dialogo tra enti e istituzioni per un traguardo che può rendere il capoluogo salentino una capitale permanente della cultura globale Non è possibile che la politica si perda in sterili dibattiti fondati su presupposti ideologici vetusti e senza alcuna apertura verso il futuro, quando si parla della possibilità concreta della realizzazione di un polo culturale di rilevanza internazionale in una piccola cittadina del Sud, da sempre tradizionale crocevia di culture e popoli. Ecco perchè, per tentare di mettere a tacere le diatribe nate dopo il lancio giornalistico della prima Università islamica italiana a Lecce interviene anche Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che sottolinea come non bisogna più perdere tempo e non mettere alcun bastone tra le ruote alla lodevole iniziativa che a quanto pare - per come dichiarato allo stessa associazione da parte dell'avvocato Giampiero Khaled Paladini presidente della Confime, organizzazione di professionisti e aziende, in tutto circa 500, provenienti dalle regioni del Mezzogiorno che si stanno adoperando per la realizzazione - è in dirittura d'arrivo. Siamo certi, infatti, che la creazione di un'università d'ispirazione islamica, la prima in Europa, in un territorio come quello salentino, da sempre propenso al dialogo e all'incontro per ragioni geografiche e storico - sociali, non possa che rappresentare un ulteriore e prezioso elemento in tal senso, rendendo il capoluogo salentino una capitale permanente della cultura globale.

"Crollo Castro" assolto Francesco Rizzo

"Crollo Castro" assolto Francesco Rizzo Si conclude un importante capitolo dell'annosa vicenda nota come "crollo di Castro", che aveva visto tra gli altri, imputato sin dal primo momento il signor Francesco Rizzo, titolare dell'omonima impresa che al momento del crollo eseguiva lavori all'interno di uno degli immbili. Sin da quel 31 gennaio 2009 gli avvocati difensori di questi Francesco D'Agata e Alberto Russi hanno sostenuto l'assoluta assenza di qualsiasi responsabilità in capo al proprio assistito. Oggi con la sentenza del giudice Sansonetti si fa luce su un evento che aveva coinvolto anche il signor Rizzo il quale è stato assolto dalle accuse che gli erano state ascritte dalla Procura della Repubblica di Lecce, in quanto la sua difesa ha ricostruito compiutamente, anche a mezzo dei propri consulenti tecnici, i fatti oggetto del processo nel corso di una lunga e quantomai articolata istruttoria dibattimentale.

Giudici tributari e Costituzione. Giusto processo e giustizia tributaria

Giudici tributari e Costituzione. Giusto processo e giustizia tributaria: la Corte Costituzionale chiarirà se la giustizia tributaria viola i Diritti dell’Uomo. La questione viene sollevata dalla Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Emilia con una dettagliata ordinanza emessa lo scorso 23 settembre e destinata a far discutere tutti gli addetti ai lavori (allegata al presente articolo). La Corte Costituzionale sarà chiamata a decidere se la giustizia tributaria italiana viola la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e il diritto internazionale quanto ai valori di indipendenza ed imparzialità del giudice tributario. E’ questa - in estrema sintesi - la conclusione cui è giunta la Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Emilia con l’ordinanza n. 280/3/2014 con la quale i giudici emiliani, in maniera minuziosa e puntuale (ben 22 pagine), hanno finalmente prospettato possibili profili di incompatibilità dell’attuale assetto ordinamentale della giustizia tributaria con l’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) e l’art. 111 della nostra Carta Costituzionale ed hanno sollevato un’eccezione di legittimità costituzionale di talune disposizioni “sospettate” di violare il diritto internazionale in relazione ai principi di indipendenza ed imparzialità del giudice tributario. Nello specifico, i giudici di merito con l’ordinanza in commento hanno dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale: - quanto al D. Lgs. 31 dicembre 1992, n. 545 degli articoli: a) 2, 15, 31, 32, 33, 34 e 35, in ordine alle attribuzioni di Presidenti, giudici, Direttore delle Segreterie e Segreterie, per quanto attiene il profilo della indisponibilità da parte del Giudice Tributario dei mezzi personali per l’esercizio della giurisdizione, nella parte in cui non assicurano, in conformità alla giurisprudenza della CEDU, la indipendenza sotto il profilo della possibilità di disporre autonomamente del personale ausiliario, attribuendo, invece, tali poteri all'Amministrazione cui appartengono le autorità che emanano gli atti sottoposti al controllo giurisdizionale; b) 13, per quanto attiene alla lesione della apparenza di indipendenza sotto il profilo dell’assetto dei poteri di determinazione del trattamento economico per quanto concerne la previsione della determinazione, liquidazione e amministrazione del compenso da parte della stessa amministrazione cui appartengono anche gli organi che emettono gli atti sottoposti al controllo giurisdizionale, con lesione della apparenza di indipendenza in conformità alla giurisprudenza della CEDU; c) 2, 29-bis, 31 e 35, sotto il profilo della omessa previsione di una autonomia di gestione finanziaria e contabile delle Commissioni Tributarie, nella parte in cui non assicurano, in conformità alla giurisprudenza della CEDU, la apparenza di indipendenza sotto il profilo della possibilità di disporre autonomamente dei mezzi materiali, invece attribuiti alla gestione dell’autorità che emette gli atti da sottoporre al controllo giurisdizionale. - quanto al D. Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546 dell’articolo 6, oltre che dell’art. 51 c.p.c., nella parte in cui non prevedono, accanto alla possibilità di astensione individuale del giudice per motivi “personali”, un rimedio che consenta di rimediare al difetto di apparenza di indipendenza c.d. ordinamentale del giudice ovvero di evitare che venga adottata una decisione che, per effetto della sua adozione da parte di un giudice non apparentemente indipendente per violazione della clausola del giusto processo, ai sensi dell’art. 111 Cost. e 6 Cedu, sia nulla per difetto di costituzione del giudice e, comunque, fonte di responsabilità dello Stato italiano per violazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Come noto, l’art. 111 Cost. dispone, al comma 1, che <> ed al comma 2, che <>. La suddetta norma risulta dal recepimento in Costituzione dei principi di cui all’art. 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), principi che erano già presenti nell’ordinamento italiano e nell’interpretazione giurisprudenziale delle regole di ogni modello di processo. Fondamentale è l’affermazione del rilievo del contraddittorio che deve svolgersi in situazione di parità delle parti stesse del processo. Necessario corollario di questo principio è quello della terzietà ed imparzialità del giudice rispetto alle parti. Solo assicurando questi principi cardine si può realizzare il risultato del giusto processo al fine della garanzia della effettività della tutela giurisdizionale. Se, invece, viene meno il momento della terzietà del giudice rispetto alle parti (il che farà legittimamente dubitare della giustezza ed imparzialità della decisione), il sistema del processo tributario non assicurerà quelle prerogative che ogni sistema processuale deve, invece, in sé contenere e garantire alla collettività. L’ordinanza della C.T.P. di Reggio Emilia si colloca in un momento storico di grande importanza e, peraltro, proprio nell’art. 10 della legge-delega n. 23 dell’11 marzo 2014 di riforma del sistema fiscale è contenuta la delega al Governo per la revisione del contenzioso tributario anche in relazione alla garanzia di assicurare la terzietà dell’organo giudicante. Tale questione è sempre stata ampiamente trattata dall'avvocato Maurizio Villani e rilanciata dallo “Sportello dei Diritti” e dal suo presidente Giovanni D'Agata, ed è attualmente contenuta nella redazione, pure apprestata dal noto tributarista, del progetto di legge di riforma del processo tributario (visionabile sul proprio sito www.studiotributariovillani.it), alla luce della legge delega (art. 10 L. n. 23/2014). Concludendo, come svolgimento dei principi della legge delega e di questa importante ordinanza, si auspica che quanto prima sia riformato l’intero processo tributario con la previsione, tra l’altro, della sottrazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze di ogni potere di intervento nella materia.

domenica 26 ottobre 2014

Stress test BCE: male le italiane. Ecco le 25 banche che non hanno passato l'esame

Stress test BCE: male le italiane. Ecco le 25 banche che non hanno passato l'esame Nove banche italiane falliscono, in prima battuta, l'esame complessivo della Bce, basato sull'Asset quality review che si ferma ai bilanci 2013 e sui due scenari di stress test, quello base e quello avverso. Tra istituti della Penisola che non hanno passato il test il Monte Paschi, Banca Popolare di Milano e Banca Popolare di Sondrio Tra le 130 banche esaminate, 25 non hanno passato a pieni voti gli esami della BCE rappresentano quindi oltre un terzo. Ecco l'elenco per paese che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta: ITALIA: Monte dei Paschi di Siena, Banca Carige, Veneto Banca, Banco Popolare, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Vicenza, Credito Valtellinese, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare dell'Emilia Romagna GRECIA: Eurobank, National Bank of Greece, Piraeus Bank CIPRO: Bank of Cyprus, Cooperative Central Bank, Hellenic Bank BELGIO: Axa Bank Europe, Dexia SLOVENIA: Nova Kreditna Banka Maribor, Nova Ljubljanska banka GERMANIA: Münchener Hypothekenbank FRANCIA: C.R.H. Caisse de Refinancement de l'Habitat IRLANDA: Permanent tsb PORTOGALLO: Banco Comercial Portugues SPAGNA: Liberbank

Nuova pericolosa moda su facebook. Clown aggressivi terrorizzano il Sud della Francia

Nuova pericolosa moda su facebook. Clown aggressivi terrorizzano il Sud della Francia. Invece di far ridere la gente, clown diffondono paura e terrore in Francia. Dopo i primi casi nel nord del paese, l'onda si è diffusa nel sud durante il fine settimana. Arrestati 14 adolescenti mascherati e armati di pistole, coltelli, spranghe o mazze da baseball. Clown aggressivi e violenti, quasi una moda criminale diffusa attraverso Facebook, sta seminando il terrore nella ultime ore nel Sud della Francia, dove la polizia ha finora fermato, in episodi differenti, 14 adolescenti mascherati e armati di pistole, coltelli, spranghe o mazze da baseball. A Montpellier un uomo di 35 anni ha ricevuto 30 sprangate da un criminale vestito da clown, che lo ha derubato insieme a due complici. I tre sono poi stati fermati. In altri tre centri della regione di Héreault diversi automobilisti hanno denunciato di essere stati aggrediti da "clown violenti" la scorsa notte. A Marssiglia, nella stessa regione, un automobilista è stata attaccato da una gang di pagliacci violenti. Ad Agde dei passanti allarmati hanno segnalato alla polizia la presenza di clown aggressivi in un parcheggio, che sono stati poi fermati dalla polizia. La moda si era già diffusa nel nord francese giorni fa via Facebook, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. La scorsa settimana un giovane di 19 anni era stato condannato a Pas-de-Calais a sei mesi per aver terrorizzato dei passanti brandendo un'arma impropria, ovviamente mascherato da clown.

Un test rapido per l'ebola è stato sperimentato da Roche

Un test rapido per l'ebola è stato sperimentato da Roche Il gruppo farmaceutico Roche ha messo a punto di un test rapido per l'ebola: Il presidente della direzione Severin Schwan in un'intervista pubblicata oggi ha dichiarato "Per scopi di ricerca è già pronto. Ora cerchiamo di farlo registrare per la quotidianità clinica, nell'Ue abbiamo già inoltrato i documenti ". Prossimamente seguirà anche la richiesta di autorizzazione alle autorità sanitarie degli Stati Uniti." Secondo la multinazionale renana.Roche, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il virus Ebola non può assumere "una massa pandemica" fuori dall'Africa. Grazie a un buon sistema sanitario nel mondo occidentale ci saranno solo casi singoli, che potranno essere isolati.

sabato 25 ottobre 2014

Aggiornamento epidemiologico: scoppio della malattia del virus di Ebola in Africa occidentale. Circa i 10 mila casi dall'inizio dell'epidemia"e quasi 5'000 morti

Aggiornamento epidemiologico: scoppio della malattia del virus di Ebola in Africa occidentale. Circa i 10 mila casi dall'inizio dell'epidemia"e quasi 5'000 morti Dal dicembre 2013 e a partire dal 19 ottobre 2014, sono stati segnalati 9.936 casi della malattia (EVD) del virus Ebola in Africa occidentale, di cui 4.877 morti. I casi supplementari dagli Stati Uniti e il nuovo caso in Mali segnalato il 23 ottobre non sono stati riconosciuti dall'OMS e non sono inclusi nei dati complessivi. La distribuzione dei casi è come segue: Paesi che hanno segnalato casi nei 42 giorni precedenti (paesi colpiti secondo l'OMS) • Guinea: 1 540 casi e 904 decessi a partire dal 19 ottobre 2014; • Liberia: 4 665 casi e morti 2 705 a partire dal 18 ottobre 2014; • Sierra Leone: 706 3 casi e 1 259 morti a partire dal 19 ottobre 2014; • Mali: uno importato confermato caso dalla Guinea è stato segnalato in Kayes, Mali il 23 ottobre; • Stati Uniti: quattro casi tra cui una morte. Conferma dell'ultimo caso si è verificato a New York il 23 ottobre 2014; • Spagna: un caso, nessun decesso. Il caso è il risultato di trasmissione secondaria in Spagna per un'infermiera che ha curato per un paziente EVD che era stato evacuato dalla Liberia isolata su 6 ottobre 2014; Hanno segnalato casi più di 42 giorni fa (paesi precedentemente commovente secondo l'OMS) • Nigeria: 8 morti e 20 casi. La Nigeria è stata dichiarata libera da Ebola il 19 ottobre 2014; • Senegal: 1 caso importato confermato, nessun decesso. Senegal è stato dichiarato dal virus Ebola il 17 ottobre 2014. Il team di risposta inviato dall'OMS per Ebola ha dimostrato che i casi EVD attuali presentano un decorso dell'infezione simile, rispetto ai precedenti focolai di EVD con i segni e i sintomi identici. Il periodo di incubazione è stato stimato essere 11,4 giorni con intervallo seriale di 15,3 giorni. Il rapporto di contenitore-fatalità stimato tra 010 4 casi con risultato clinico noto in Guinea, Liberia e Sierra Leone è stata del 70,8% (95% CI: 68.6 – 72,8%) con alcuna differenza evidente tra i paesi. Situazione in Guinea, Sierra Leone e Liberia: secondo l'OMS la trasmissione dell'EVD rimane persistente e diffusa in Guinea, Liberia e Sierra Leone. I casi di trasmissione dell'EVD rimangono più bassi in Guinea, ma i numeri dei casi sono ancora molto elevati in termini assoluti. La trasmissione rimane intensa nelle capitali dei tre paesi più colpiti. Il numero dei casi continua ad essere sottostimato, soprattutto dalla capitale liberiana Monrovia. Situazione tra gli operatori sanitari nell'Africa occidentale: a partire dal 19 ottobre 2014, sono stati segnalati 442 operatori sanitari infettati con EVD dei quali 244 sono morti. Di seguito la distribuzione dei casi e dei decessi tra gli operatori sanitari nei cinque paesi colpiti nei dettagli: Numero di casi e decessi di Ebola in operatori sanitari nell'Africa occidentale: Paese Casi di operaio di sanità (% dei casi segnalati) Morti di operaio di sanità (% di decessi segnalati) Guinea 78 (5.1) 41 (4.5) Liberia 222 (4.8) 103 (3.8) Sierra Leone 129 (3.5) 95 (7,5) Nigeria 11 (55,0) 5 (62,5) Spagna 1 (100.0) 0 Stati Uniti d'America 2 (66.0) 0 Totale 443 (4.6) 244 (5.0) Situazione fuori dall'Africa occidentale: STATI UNITI D'AMERICA Un nuovo caso è stato segnalato il 23 ottobre. Il caso riguarda un medico che si offrì volontario in Guinea e recentemente tornato negli Stati Uniti. Il 20 ottobre, il Texas Health Department ha confermato che 43 persone nel Texas che hanno avuto contatto con il paziente infettato da Ebola sono state cancellate dal monitoraggio di due volte al giorno dopo aver superato il periodo di 21 giorni. Il 22 ottobre, la U.S. dipartimento di Homeland Security (DHS) ha annunciato che tutti i passeggeri che arrivano negli Stati Uniti il cui viaggio proviene da Liberia, Sierra Leone o Guinea li sarà richiesto di volare in uno dei cinque aeroporti che hanno la maggiore proiezione e risorse aggiuntive sul posto. Essi saranno attivamente monitorati dalle autorità sanitarie per 21 giorni. I viaggiatori riceveranno un kit all'arrivo e devono segnalare ogni giorno allo stato o sanità pubblica locale. Il kit contiene informazioni e un termometro. Devono misurare la loro temperatura ogni giorno e avvertire se avvertono i sintomi della malattia. Essi devono inoltre comunicare qualsiasi viaggio previsto. Se gli individui non collaborano, "i funzionari della sanità pubblica prenderanno provvedimenti immediati per individuare l'individuo per assicurare che il monitoraggio attivo continui quotidianamente". Spagna Non sono stati segnalati nuovi casi dopo il 6 ottobre in Spagna, quando è risultata positiva un'infermiera . Dal 21 ottobre 2014, è stata dichiarata libera dall' EVD. Ottantatre persone venute a contatto sono ancora in corso di monitoraggio attivo. Mali Il Ministero della salute in Mali ha segnalato che una bambina di due anni che recentemente era arrivata dalla Guinea ha risultata positiva ad Ebola. Questo è il primo caso confermato di infezione del virus di Ebola in Mali . Evacuazioni mediche da paesi colpiti da EVD: Diciassette persone sono state evacuate o rimpatriate dai paesi colpiti da EVD. A partire dal 24 ottobre, ci sono state evacuazioni mediche di nove casi confermati di EVD in Europa (tre in Germania, due in Spagna, uno nel Regno Unito, uno in Francia, uno in Norvegia e uno in Svizzera) e due persone esposte sono state rimpatriate nei Paesi Bassi. Evacuazione medica e rimpatrio da paesi colpiti EVD, a partire dal 24 ottobre 2014 Data di evacuazione Evacuati da Evacuati a Professione Stato Confermato Cittadinanza 2 agosto 2014 Liberia Atlanta (USA) Operaio di sanità Scaricate Sì STATI UNITI D'AMERICA 5 agosto 2014 Liberia Atlanta (USA) Operaio di sanità Scaricate Sì STATI UNITI D'AMERICA 6 agosto 2014 Liberia Madrid (Spagna) Operaio di sanità Morte Sì Spagna 24 agosto 2014 Sierra Leone Londra (Regno Unito) Operaio di sanità Scaricate Sì REGNO UNITO 27 agosto 2014 Sierra Leone Amburgo (Germania) Epidemiologo Recuperato Sì Senegal 4 settembre 2014 Monrovia, Liberia Omaha (USA) Medico (ginecologo) Stabile Sì STATI UNITI D'AMERICA 9 settembre 2014 Kenema, Sierra Leone Atlanta (USA) Medico Stabile Sì STATI UNITI D'AMERICA 14 settembre 2014 Sierra Leone Leiden (Paesi Bassi) Operaio di sanità Scaricate No i Paesi Bassi 14 settembre 2014 Sierra Leone Leiden (Paesi Bassi) Operaio di sanità Scaricate No i Paesi Bassi 19 settembre 2014 Liberia Parigi (Francia) Operaio di sanità Scaricate Sì Francia 22 settembre 2014 Sierra Leone Madrid (Spagna) Operaio di sanità Morte Sì Spagna 22 settembre 2014 Sierra Leone Losanna (Svizzera) Operaio di sanità Ammesso Sconosciuto Non Svizzera 28 settembre 2014 Sierra Leone Maryland (USA) Operaio di sanità Ammesso Sconosciuto STATI UNITI D'AMERICA 2 ottobre 2014 Sierra Leone Francoforte (Germania) Operaio di sanità Stabile Sì Uganda 2 ottobre 2014 Liberia Omaha (USA) Cineoperatore Stabile Sì STATI UNITI D'AMERICA 6 ottobre 2014 Sierra Leone Oslo (Norvegia) Operaio di sanità Sconosciuto Sì Norvegia 8 ottobre 2014 Liberia Leipzig (Germania) Operaio di laboratorio Morte Sì Sudan Ecco la cronologia degli eventi che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta: 23 ottobre 2014: i centri statunitensi per il controllo e la prevenzione (CDC) hanno confermato un nuovo caso segnalato il 23 ottobre a New York City. Il caso è un aiuto medico, volontario in Guinea e recentemente tornato negli Stati Uniti. Inoltre, il Ministero della salute in Mali ha segnalato che una ragazza di due anni recentemente arrivata dalla Guinea ha è risultata positiva ad Ebola. Questo è il primo caso confermato di infezione del virus di Ebola in Mali. 19 ottobre 2014: Nigeria è stata dichiarata libera da Ebola 17 ottobre 2014: Senegal è stato dichiarato libero da Ebola. 14 ottobre 2014: negli USA, un infermiere del Texas Health Presbyterian Hospital che è stato in contatto di un paziente EVD è risultato positivo all'Ebola. 10 ottobre 2014: negli USA, un infermiere del Texas Health Presbyterian Hospital che è stato in contatto di un paziente EVD è risultato positivo all'Ebola. 6 ottobre 2014: le autorità spagnole hanno segnalato un caso confermato di EVD in un infermiere che ha curato il secondo di due pazienti colpiti da EVD che sono stati trasferiti in Spagna. 3 ottobre 2014: in Senegal, tutti i soggetti che sono stati in contatto con il paziente colpito da EVD avevano completato il periodo di follow-up di 21 giorni senza sviluppare la malattia. Nessuna trasmissione locale di EVD è stata segnalata in Senegal. Il caso importato è risultato negativo il 5 settembre. Il Senegal è stato dichiarato libero da Ebola 17 ottobre 2014 (due periodi di incubazione dopo l'ultimo caso isolato risultato negativo). 30 settembre 2014: The US Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha annunciato il primo caso importato di EVD a noi collegato per l'attuale epidemia in Africa occidentale. 23 settembre 2014: uno studio pubblicato dal team di risposta OMS sull'Ebola ha previsto oltre 20.000 casi (5740 in Guinea, 9890 in Liberia e 5000 in Sierra Leone) all'inizio di novembre 2014. Lo stesso studio ha stimato il tempo di raddoppiamento dell'epidemia a 15,7 giorni in Guinea, 23,6 giorni in Liberia e in Sierra Leone 30,2 giorni. 18 settembre 2014: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha riconosciuto lo scoppio EVD come una «minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale» e ha adottato all'unanimità una risoluzione sull'istituzione di un'iniziativa non-ampia che concentra l'attività di tutte le agenzie competenti delle Nazioni Unite per affrontare la crisi . 29 agosto 2014: il Ministero della salute in Senegal ha segnalato un caso confermato importato di EVD di un 21enne maschio nativo della Guinea. 8 agosto 2014: WHO ha dichiarato il focolaio di Ebola in Africa occidentale una evento che riguarda la sanità pubblica di preoccupazione internazionale (PHEIC). Il 23 ottobre, che ha nuovamente confermato che lo scoppio ha continuato a costituire un'emergenza di salute pubblica come un problema internazionale. Fine luglio 2014: un caso sintomatico effettuò un viaggio in aereo a Lagos, in Nigeria, dove ha infettato un numero di operatori sanitari e persone venute in contatto in aeroporto prima che la sua condizione venisse riconosciuta essere EVD. Maggio 2014: Sierra Leone e Liberia segnalano i primi casi. Si presuppone che il contagio è avvenuto dalla Guinea attraverso il movimento di persone infette che hanno attraversato le frontiere terrestri. 22 marzo 2014: il Ministero della salute in Guinea ha allertato WHO di un'epidemia in rapida evoluzione della malattia virale Ebola (EVD) . I primi casi si sono verificati nel dicembre 2013. Lo scoppio è causato da un clade di Zaïre ebolavirus correlato ma distinto da virus che è stato isolato da precedenti epidemie in Africa centrale e chiaramente distinta da ebolavirus Taï foresta che è stato isolato in Costa d'Avorio negli anni 1994 – 1995. I primi casi sono stati segnalati dalla Guinea sud-orientale nella capitale Conakry. Oggi dopo la morte di una bambina di due anni, il Mali si va ad aggiungere a Guinea, Liberia, Sierra Leone, Usa e Spagna come paese in cui l'epidemia è considerata attiva, mentre Nigeria e Senegal sono 'virus free'. Sono 450 invece gli operatori sanitari che si sono infettati, di cui 244 sono morti. Secondo l’OMS il reale numero delle persone colpite dalla malattia potrebbe essere fino a tre volte superiore a causa delle famiglie che preferiscono tenere i malati in casa. Gli esperti ritengono inoltre che sono 15 i paesi africani con un alto rischio di importare il virus.

Inchiesta "Acque rosse": condannato ad otto mesi Giuseppe Valentini, responsabile dall'aprile 2007 dell'unità territoriale di Lecce. A suo carico frode nelle pubbliche forniture e nell'esercizio del commercio. I melendugnesi avevano ragione

Inchiesta "Acque rosse": condannato ad otto mesi Giuseppe Valentini, responsabile dall'aprile 2007 dell'unità territoriale di Lecce. A suo carico frode nelle pubbliche forniture e nell'esercizio del commercio. I melendugnesi avevano ragione Dopo due processi e sette anni di attesa, la verità sull’acqua rossa di Melendugno è stata finalmente stabilità dal Tribunale di Lecce in data 3 ottobre 2014. La sentenza è adesso a disposizione di tutti e chiunque la può leggere e trarne le proprie conclusioni. Sin dal 2004, i cittadini di Melendugno lo avevano denunciato più volte: dai rubinetti esce acqua rossa invece che acqua pulita. Gli utenti, consapevoli di ricevere nelle condutture domestiche delle proprie abitazioni, acqua rossastra, contenente ferro in eccesso e in difformità di qualsiasi parametro di legge, che secondo l’Acquedotto Pugliese era perfettamente potabile, richiesero ad AQP che fosse ripristinata la sicurezza dell’acqua e che, in presenza di acqua palesemente non potabile, fosse loro concessa una riduzione della tariffa, così come le leggi italiane stabiliscono. Alla richiesta non venne mai data risposta e, di conseguenza, venne inoltrato, già nel 2007, un esposto-denuncia che si trasformò nell’inchiesta denominata proprio “Acque rosse”. Subito dopo, in forma di originale protesta, gli utenti iniziarono in massa l’autoriduzione sostanziale delle fatture domiciliate da AQP, fino al 50% dell’onere attribuito. Il primo processo, iniziato nel 2010, a seguito delle indagini avviate dal P.M., dottoressa M.C. Moschettini, si concludeva nel marzo 2014 con la sorprendente assoluzione degli imputati, malgrado le innumerevoli prove portate a sostegno delle tesi dell’accusa tant'è che la Procura della Repubblica di Lecce nella persona del procuratore aggiunto dottor Ennio Cillo ha già proposto appello. La sentenza del 3 ottobre 2014, nel secondo processo “Acque rosse”, ristabilisce la verità dei fatti e per quegli episodi è stata ormai accertata la responsabilità del dott. Giuseppe Valentini, ex direttore AQP della Provincia di Lecce, a partire dal 2007, che è stato condannato, in primo grado, a otto mesi di reclusione (pena sospesa) per frode nelle pubbliche forniture e nell’esercizio del commercio. Il giudice monocratico Silvia Minerva, della prima sezione penale del tribunale di Lecce, ha infatti ribaltato la decisione presa dalla giudice Capano nel marzo scorso, nell'ambito dell'inchiesta principale, che vide la sua completa assoluzione, nonostante dai rilievi sulle condotte idriche e dai numerossisimi campionamenti di acqua fosse risultato che l'acqua era rossa per una presenza eccessiva di ferro, in difformità dei relativi parametri di legge. Comprensibile la soddisfazione dei melendugnesi, riuniti nel Comitato "No Acqua rossa", guidato da Franco Candido, e dello “Sportello dei Diritti” di cui presidente nazionale è il leccese Giovanni D’Agata, che hanno strenuamente lottato per anni perché fosse riconosciuto agli utenti il diritto alla salute e che si sono sempre impegnati in un’instancabile opera di informazione e sensibilizzazione dei cittadini, delle amministrazioni locali, e dello stesso Acquedotto, per la soluzione del problema, rivendicando il diritto all’acqua potabile, pulita e senza aggiunta di metalli pesanti. La sentenza, a così breve distanza di tempo dal processo principale, è la “prova implicita” che il Comitato "No Acqua rossa" di Melendugno e lo “Sportello dei Diritti” che aveva rappresentato numerosi cittadini che si erano costituiti parte civile nel primo processo, avevano ragione a lottare per salvaguardare la salute dei cittadini, mentre chi avrebbe dovuto rappresentare il territorio a tutti i livelli era occupato da altri impegni, sicuramente importanti, ma non altrettanto urgenti. Attendiamo, quindi, che venga stabilità la verità dei fatti anche nel processo "principale", visto che si tratta degli identici reati. Diventa indispensabile, pertanto, che AQP dimezzi subito il costo delle fatture di acqua pregresse e future, nel territorio di Melendugno, conformandosi legittimamente alla sentenza, e che continui nell’opera di risanamento delle vecchie condutture, arrugginite e obsolete, che sono state sostituite soltanto in poco più di venti vie cittadine, con un sensibile miglioramento della qualità dell’acqua, senza comunque risolvere del tutto il problema.

Ebola: in Mali morta la bimba malata. Aveva 2 anni la prima vittima del virus Ebola nel paese africano.

Ebola: in Mali morta la bimba malata. Aveva 2 anni la prima vittima del virus Ebola nel paese africano. La prima malata di ebola in Mali dall'inizio dell'epidemia, una bambina di 2 anni, è morta ieri. La bimba era stata colpita dalla malattia il 20 ottobre e Kayes, nell'ovest del paese, poco dopo essere arrivata con la nonna dalla Guinea, uno dei paesi in cui il virus sta mietendo più vittime. L'indomani era stata ricoverata in ospedale. Secondo l'OMS, ha viaggiato in bus quando già manifestava i primi sintomi e altri viaggiatori potrebbero essere stati esposti al contagio. Quarantatré persone sono sotto osservazione. L'organizzazione ha chiesto a Bamako di creare urgentemente un reparto d'isolamento e di tenere informata l'opinione pubblica. Il Mali è il sesto paese africano in cui la malattia si manifesta, dopo la citata Guinea, la Liberia, la Sierra Leone, la Nigeria e il Senegal. In questi ultimi due è già ufficialmente debellata. Intanto arrivano buone notizie sul fronte della sperimentazione contro il virus osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. In Germania sperimentata terapia contro il virus che è efficace e a basso costo. Il trattamento in questione ha portato alla guarigione di un paziente dopo cinque settimane di terapia in una clinica universitaria di Amburgo e potrebbe essere esportata con successo anche nelle regioni più colpite dall'epidemia perché non necessita di mezzi sperimentali, né di macchinari high-tech. "La può portare avanti qualsiasi infermiera o medico", ha spiegato il medico tedesco Stefan Schmiedel, principale responsabile della terapia del paziente guarito. Il senegalese trattato con successo in Germania è stato curato soprattutto con terapie alimentari di sostegno, in particolare con infusioni. I particolari della cura sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.Se queste misure fossero diffuse maggiormente nelle zone più colpite dall'epidemia, secondo Schmiedel si potrebbe ridurre la mortalità del virus. Un presupposto fondamentale, tuttavia, sarebbe l'adeguata presenza di sanitari: "Il fattore critico è effettivamente il personale", ha spiegato il medico 51enne, che presto partirà per la Sierra Leone con l'organizzazione Medici senza frontiere. L'uomo, padre di quattro bambini, ha spiegato di non avere "affatto paura" di venire infettato: "So come ci si protegge", ha spiegato.

Farmaci difettosi. NAS nelle farmacie per il ritiro dal commercio di alcuni lotti di medicine

Farmaci difettosi. NAS nelle farmacie per il ritiro dal commercio di alcuni lotti di medicine: CITOGEL della ditta Geymonat S.p.A, MENINGITEC della ditta Nuron Biotec BV sita in Olanda , MEROPENEM HOSPIRA della ditta Hospira italia Srl Continua senza sosta l'attività di controllo sulla sicurezza dei farmaci dell’Agenzia Italiana per il Farmaco. Con l’ennesimo allarme l'AIFA ha allertato i Carabinieri del Nas che si sono presentati nei depositi farmaceutici e nelle farmacie di tutta Italia per verificare l'avvenuto ritiro dal mercato dei medicinali: CITOGEL della ditta Geymonat S.p.A. Oggetto di ritiro perché il medicinale analizzato non ha la composizione qualitativa e quantitativa dichiarata. CITOGEL di uso elettivo e specifico in ulcera gastrica, ulcera duodenale, gastrite acuta, gastriti croniche sintomatiche,gastropatia da FANS, esofagite da reflusso. MENINGITEC della ditta Nuron Biotec BV sita in Olanda. Oggetto di ritiro perché in alcuni lotti del medicinale MENINGITEC SOSPENSIONE INIETTABILE IN SIRINGA PRERIEMPITA AIC 035438062 per presenza di corpo estraneo color arancio rossastro identificato come ossido di ferro e acciaio Inossidabile. MENINGITEC è un vaccino indicato nell'immunizzazione attiva di bambini a partire dai 2 mesi di età, di adolescenti e di adulti per la prevenzione della malattia invasiva provocata da Neisseria meningitidis di sierogruppo C. MEROPENEM HOSPIRA della ditta Hospira italia Srl. Oggetto di ritiro a seguito della comunicazione della ditta, concernente difetto nel flaconcino. MEROPENEM HOSPIRA è indicato per il trattamento delle seguenti infezioni negli adulti e nei bambini sopra i 3 mesi d’età • Polmonite, compresa polmonite acquisita in comunità e polmonite nosocomiale • Infezioni broncopolmonari nella fibrosi cistica • Infezioni complicate delle vie urinarie • Infezioni complicate intra-addominali • Infezioni intra e post-partum • Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli • Meningite batterica acuta Meropenem può essere usato nella gestione dei pazienti neutropenici con febbre di sospetta origine d’infezione batterica. In virtù di tali comunicazioni, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i pazienti a non utilizzare i medicinali in questione riferito ai lotti di cui ai comunicati istituzionali.

venerdì 24 ottobre 2014

Crudeltà sugli animali. Foto shock: una trota sopravvive con un coltellino svizzero nella schiena

Crudeltà sugli animali. Foto shock: una trota sopravvive con un coltellino svizzero nella schiena Gli attivisti per i diritti degli animali sono indignati dopo che una trota d'acqua dolce è stata trovata a nuotare nel lago Blausee nell'Oberland Bernese in Svizzera con un coltellino svizzero conficcato nel suo dorso. La foto ben visibile è stata postata da un turista inglese sul sito Imgur che raccoglie migliaia di fotografie su Internet. Peter Zemp, gestore del sito, ha spiegato a "20 Minuten" che l'incidente è avvenuto il 5 ottobre, al di fuori della stagione di pesca. "Dei turisti ci hanno segnalato il pesce. Siamo riusciti a prenderlo lo stesso giorno abbreviando così le sue sofferenze". Peter Zemp pensa che l'autore dello stupido gesto possa essere un turista. Tuttavia vede come improbabile che possa aver prima catturato il pesce per poi agire in quel modo. Zemp ritiene piuttosto che il coltello sia stato lanciato. "Un atto imperdonabile", sottolinea, spiegando che i suoi dipendenti sono molto preoccupati per la salute dei pesci del Blausee. Durante la stagione della pesca, non a caso, tre persone vengono impiegate per garantire che tutte le regole siano rispettate. "Il pesce ha sofferto" - La protezione animali di Zurigo, contattata, non è stata meno severa nel giudicare l'atto: "Condanniamo questo gesto. È maltrattamento", spiega con rabbia Nadja Brodmann, membro della direzione. "È stato scientificamente provato che i pesci sentono il dolore. Vale a dire, possono soffrire. Le persone che fanno queste cose hanno grossi disagi psicologici", asserisce. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se non si tratta di un fotomontaggio allora i responsabili devono essere puniti anche se Peter Zemp confermando l'incidente realmente accaduto ha aggiunto: "il pesce è stato catturato dal personale che ha messo finee alle sue sofferenze lo stesso giorno. Nessuno può, senza giustificazione, causare dolore agli animali, provocare loro sofferenze o altro, e persino metterli in uno stato di ansia o minare la loro dignità. Questo mentre, oltre agli utenti scioccati per le foto, ve ne sono altri che ci scherzano su. Un utente ha postato il seguente commento: "Questo è il luogo dove nascono coltellini svizzeri. Crescono sui pesci come le corna in testa".

Australia: chirurghi trapiantano il primo cuore "morto"

Australia: chirurghi trapiantano il primo cuore "morto" Un chirurgo australiano sostiene di avere trapiantato con successo il primo cuore che in precedenza aveva smesso di battere. I chirurghi di Sydney sono riusciti in tre casi negli ultimi due mesi su tre pazienti affetti da arresto cardiaco nell'ospedale St. Vincent's di Sydney a far rivivere un cuore "morto", conservato in una soluzione speciale e usato dopo un lungo trasporto del paziente. I trapianti sono stati eseguiti. Due dei pazienti, un uomo e una donna, si sono già ripresi bene e il terzo è ancora in terapia intensiva. La procedura è stata definita dal direttore dell'Unità trapianti di cuore e polmoni del nosocomio, Peter MacDonald, "una svolta epocale", che apre la strada a un forte aumento dello stock di cuori disponili per trapianti, e che potrà aumentare del 30% il numero di vite che potranno essere salvate. Finora le unità trapianti potevano contare solo su cuori che battevano ancora, di donatori cerebralmente morti. MacDonald, affiancato dal chirurgo cardiotoracico Kumud Dhital che ha eseguito gli interventi, ha spiegato in una conferenza stampa che i cuori donati erano alloggiati in una console portatile e sommersi in una soluzione protettiva sviluppata da specialisti dell'ospedale stesso. Gli organi venivano poi connessi a un circuito sterile che li faceva battere e li teneva caldi. "Tutto questo è stato possibile grazie allo sviluppo della soluzione protettiva e di una tecnologia che permette di preservare il cuore, di risuscitarlo e di monitorare la sua funzione". La squadra medica lavorava a questo progetto da 20 anni e intensivamente negli ultimi quattro, ha riferito MacDonald. "Abbiamo ricercato per quanto a lungo il cuore può sostenere un periodo in cui cessa di battere. Abbiamo poi sviluppato la tecnica per riattivarlo nella console. Per fare questo abbiamo rimosso sangue dal donatore per caricare il congegno e poi abbiamo estratto il cuore, l'abbiamo collegato al congegno, l'abbiamo riscaldato e ha cominciato a battere", ha spiegato. La tecnica darà la possibilità di trapianti cardiaci in molti paesi del mondo in cui la definizione di morte non è la morte cerebrale ma quella cardiaca, ha osservato. Per i tre pazienti, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il trasporto dell'organo donato dalla località di provenienza dei donatori è durato dalle 5 alle 8 ore.

Corte dei Conti: la pigrizia del dipendente comunale è danno erariale

Corte dei Conti: la pigrizia del dipendente comunale è danno erariale I giudici contabili della Regione Sardegna hanno condannato il responsabile dell'Ufficio tecnico comunale per non essersi mosso ad effettuare accertamenti serie e compiuti avendo preferito dare ascolto alle chiacchiere e dicerie degli abitanti di un comune sardo. La storia parte dall'ormai lontano 1997 quando il dipendente comunale svolgeva le funzioni di responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di San Vero Milis, in provincia di Oristano - che dopo 17 anni dagli eventi presi in esami dalla Corte dei Conti dovrà rifondere a seguito della sentenza n. 205 del 17 ottobre 2014 l'ente locale di € 1.240,00 a titolo di risarcimento del danno erariale dallo stesso arrecato alle casse del Comune. Nel caso di specie il responsabile aveva disposto con ordinanza la demolizione di opere abusive asseritamente realizzate da una cittadina del Comune di San Vero Milis, la quale, alquanto sorpresa per aver ricevuto un simile ordine, aveva impugnato la detta ordinanza, opponendo di non essere la proprietaria dell’immobile di cui si era intimata la demolizione, né la titolare di diritti reali di godimento sul medesimo bene. In seguito alle indagini svolte dal giudice amministrativo in sede di ricorso, era emerso che effettivamente la ricorrente non possedesse alcuna delle qualifiche necessarie per essere destinataria di un ordine di demolizione, e che un tale errore fosse riconducibile alla sola condotta del responsabile dell’Ufficio tecnico dell’ente locale. Quest’ultimo infatti, in una relazione resa dallo stesso e assunta in tale giudizio, specificava che l’errore commesso nell’indicare l’ignara cittadina quale proprietaria dell’immobile, era dovuto al fatto che in tutte le informazioni assunte in loco da numerose persone che in quel periodo abitavano nei fabbricati vicini, il nome della signora era stato indicato in modo chiaro ed esplicito. Per quanto emerso in corso di causa, nei fatti, il responsabile dell’Ufficio comunale, si era affidato alle dicerie dei concittadini circa la riconducibilità della proprietà dell’immobile in capo alla ignara signora, ed aveva omesso di procedere ad ulteriori riscontri documentali al fine di verificare la fondatezza di tali informazioni. Le mancate verifiche hanno così determinato l’accoglimento del ricorso al TAR proposto dalla destinataria dell’ordine di demolizione, con il conseguente annullamento dello stesso e la condanna del Comune al pagamento delle spese di giudizio che i giudici amministrativi avevano stabilito in € 2.000,00. La Corte dei Conti, che era stata adita dal Procuratore Regionale della Sardegna in conseguenza di tale vicenda, con la sentenza in questione ha ritenuto che il detto esborso, oltre a costituire danno erariale poiché costituente una spesa priva di qualsiasi utilità per l’Ente locale, debba essere addebitato alla sola responsabilità del dipendente dell’Ufficio comunale. Nella fattispecie, la corte ha rinvenuto tutti i presupposti previsti dalla legge ai fini della sussistenza di una responsabilità erariale in capo al dipendente pubblico, ossia l’esistenza di un rapporto di servizio, la riconducibilità causale del danno alla condotta del medesimo ed infine l’elemento psicologico del dolo o la colpa grave. Qualificando pressoché come pacifica la sussistenza dei primi due requisiti, la Corte ha tenuto a precisare come la pigrizia dimostrata dal funzionario comunale, portasse inevitabilmente a qualificare gravemente colposa la condotta del medesimo, avendo egli omesso di effettuare i dovuti e necessari riscontri, sul piano documentale, di una realtà erroneamente e superficialmente assunta a base del provvedimento poi giudicato illegittimo dal giudice amministrativo, con soccombenza del Comune e liquidazione, a carico dell’Ente, delle spese di giudizio. In virtù di tali principi, il giudice contabile ha ritenuto responsabile il dirigente pubblico del danno di € 1.240,00, somma che, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può rappresentare un precedente nei confronti dei dipendenti della P.A. affinchè gli stessi siano più accorti quando si tratta di affrontare le pratiche quotidiane che coinvolgono la vita dei propri concittadini.

giovedì 23 ottobre 2014

Segnalato primo caso di Ebola a New York. Il paziente infetto è un medico 33enne

Segnalato primo caso di Ebola a New York. Il paziente infetto è un medico 33enne A New York, un medico è risultato positivo al virus Ebola. Il sindaco di New York Bill de Blasio ha riferito in una conferenza stampa che il medico è stato isolato e non vi era alcun rischio per il pubblico. Il 33enne aveva recentemente trattato pazienti infetti con Ebola in Guinea, Africa Occidentale. Ha lavorato per l'organizzazione Medici Senza Frontiere Secondo il comunicato, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, le autorità sanitarie stanno tentando di identificare tutte le persone che dopo essere stato in contatto con l'infermiera è probabile che sono stati esposti al virus.

Il Comune risponde delle lesioni subite dal cittadino scivolato sulla pavimentazione stradale disconnessa.

Il Comune risponde delle lesioni subite dal cittadino scivolato sulla pavimentazione stradale disconnessa. L'ente deve risarcire i danni secondo la Cassazione che esclude il caso fortuito Un'altra significativa sentenza della Corte di Cassazione in materia di responsabilità degli enti proprietari o custodi delle strade è stata depositata ieri 23 ottobre. A darne notizia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che evidenzia come con la sentenza n. 22528 il Comune sia ritenuto responsabile della caduta del minore scivolato sulla pavimentazione disconnessa non segnalata. I giudici della sesta sezione civile hanno, infatti, accolto le doglianze di un giovane, all'epoca dei fatti minore, che aveva deciso di ricorrere avverso una sentenza della Corte d'appello di Napoli che aveva dato ragione ad un Comune. Il ricorrente chiedeva il risarcimento dei danni da sinistro stradale, perché scivolava su un cubetto instabile della pavimentazione stradale non visibile né tanto meno segnalato che gli causava lesioni personali alla caviglia. Il punto sui cui il giovane insisteva era che la decisione dei giudici di secondo grado aveva applicato al suo caso, una giurisprudenza ormai consolidata in materia, «basata sull'insidia e il trabocchetto». Per gli ermellini, la presunzione di responsabilità di danni alle cose si applica, «ai sensi dell'articolo 2051 c.c. per i danni subiti dagli utenti dei beni demaniali, quando la custodia del bene, intesa quale potere di fatto sulla cosa legittimamente e doverosamente esercitato, sia esercitabile nel caso concreto, tenuto conto delle circostanze, della natura limitata del tratto di strada vigilato». La presunzione, in queste circostanze, resta superata dalla prova del caso fortuito, «e tale non appare il comportamento del danneggiato che cade in presenza di un avvallamento sul marciapiede coperto da uno strato di ghiaino, ma lasciato aperto al calpestio del pubblico, senza alcuna segnalazione delle condizioni di pericolo».

Sentenza shock della Corte di Giustizia Europea in favore dei consumatori

Sentenza shock della Corte di Giustizia Europea in favore dei consumatori: gli aumenti di gas e luce devono essere preannunciati all’utente, fornendo informazioni sul quanto e sul perché. Le direttive comunitarie impongono un alto livello di tutela sulla trasparenza delle condizioni generali di contratto: l’utente deve poter recedere o comunque contestare la revisione della tariffa Duro stop da parte della Corte di Giustizia Europea agli aumenti di luce e gas a sorpresa con una sentenza che farà certamente discutere ma che esprime, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, alcuni principi sacrosanti prima d'ora poco o mai rispettati dagli stati ossequiosi al volere della lobby delle compagnie energetiche. Infatti, per i giudici con sede in Lussemburgo, la società fornitrice, è obbligata a preannunciare all’utente l’incremento delle tariffe, fornendo anche la motivazione. E il consumatore ha diritto a essere posto in condizioni di recedere dal contratto di utenza o comunque di contestare la revisione. La fattispecie si riferisce a controversie che nascono in Germania, ma la sentenza nelle cause riunite C-359/11 e C-400/11, pronunciata il 23 ottobre avrà effetti in tutta l'area UE e obbligherà le imprese ad uniformarsi. I giudici ddlla quarta sezione chiamati a dirimere una controversia pendente innanzi alla Corte federale tedesca tra clienti e fornitori su aumenti scattati tra il 2005 e il 2008 hanno rilevato che gli utenti rientrano nell’obbligo generale di approvvigionamento e sono soggetti a una tariffa standard. Ritengono dunque gli aumenti fatturati dalla compagnia «eccessivi e basati su clausole illegali». E in effetti le direttive comunitarie “energia elettrica” 2003/54 e “gas” 2003/55 non ammettono una normativa nazionale come quella tedesca che determina il contenuto dei contratti di fornitura dell’energia elettrica e del gas e consente ai fornitori di modificare la tariffa, senza però garantire che i consumatori siano informati in tempo utile dei motivi, delle condizioni e della portata del rincaro. I principi comunitari, rilevano i giudici europei, «obbligano gli Stati membri a garantire un elevato livello di tutela dei consumatori riguardo alla trasparenza delle condizioni generali di contratto». Oltre al diritto di recedere dal contratto, previsto dalle direttive in caso di revisione di prezzo, i clienti devono anche avere il diritto di contestare la modifica della tariffa applicata alla fornitura.

Test avverte del rischio di cancro in alcuni tipi di tè nero che sarebbero contaminati da sostanze inquinanti. Controlli immediati anche in Italia

Test avverte del rischio di cancro in alcuni tipi di tè nero che sarebbero contaminati da sostanze inquinanti. Controlli immediati anche in Italia Una vera e propria notizia shock per i bevitori di tè se fosse confermata da ulteriori analisi è apparsa in data di ieri in Germania sui quotidiani: 27 tipi di tè nero sottoposti a test, conterrebbero sostanze potenzialmente cancerogene secondo alcune analisi chimiche effettuate. Per tre prodotti, peraltro, è andata particolarmente male. Quando le temperature scendono, molti prendono una tazza calda di tè. Il tè nero è uno dei tè più popolare per gli europei e per gli "occidentali" in genere: ogni cittadino degli Stati Uniti ne beve una media di 20 litri l'anno. Un'analisi di Stiftung Warentest una delle più importanti associazioni dei consumatori tedesche, ora dimostrerebbe che le sostanze inquinanti contenute nel tè nero sarebbero antrachinoni, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e alcaloidi pirrolizidinici. Tutte le tre sostanze considerate sono potenzialmente cancerogene. L'Alnatura Darjeeling "Foglia di Darjeeling" (3,70 euro per 100 grammi) e il tè di Ceylon Assam Goldmännchen (4,10 euro per 100 grammi) ha superato il limite UE previsto di 20 microgrammi di antrachinone per chilogrammo di tè e la nota era "viziata". Tra i tre peggiori tipi di tè nero si evidenzia il "K-classico Ceylon Assam" dal paese di acquisto (79 centesimi per 100 grammi). Supera il limite per il contenuto di alcaloidi pirrolizidinici: che è pari a 0,4 microgrammi al giorno per una persona di 60 kg - un sacchetto di tè di Kaufland contiene già 0,9 microgrammi di questa sostanza. Evitare completamente il consumo di tè nero, non è tuttavia necessario secondo la Stiftung Warentest. Dopo tutto, ci sono quattro tè, che hanno solo piccole quantità di sostanze inquinanti. Tre di loro appartengono ai più economici tra i prodotti testati: il Ceylon Assam della Norma/Cornovaglia, REWE/Yes! costa solo 79 centesimi per 100 grammi. Anche il Darjeeling solubile da dm / sano plus ha mostrato tali basse quantità di sostanze inquinanti ricevendo così una valutazione di qualità prova «buono». I test effettuati in Germania cercano anche di spiegare come gli inquinanti contaminino il tè. Gli antrachinoni possono essere passati sopra il materiale di imballaggio nel tè. Ma anche potrebbero essere comparsi durante il processo di combustione dell'essiccazione del tè. Gli alcaloidi pirrolizidinici si trovano nell'erba che cresce tra le piante di tè. Accidentalmente potrebbero essere capitati durante la raccolta. Il test dettagliato si può trovare nel numero di novembre della rivista dell'associazione tedesca che ancora una volta svela i pericoli connessi a prodotti della vita quotidiana ritenuti pacificamente innocui come il tè, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”. Anche in questa circostanza, l'organizzazione consumeristica teutonica rivela quali risultano essere le migliori e peggiori tipologie in commercio di beni di consumo secondo test clinici e chimici indipendenti, dimostrando che vi sono prodotti che non meriterebbero di stare sugli scaffali dei supermercati se i controlli fossero effettuati in maniera puntuale dalle autorità sanitarie. Ecco perchè, sulla scia di tali informazioni provenienti dall'estero, anche le nostre istituzioni deputate alle verifiche dovrebbero analizzare i te commercializzati in Italia per fugare ogni dubbio circa l'eventuale potenziale pericolosità di alcuni marchi.

Audi richiama 850.000 vetture per problemi agli airbag

Audi richiama 850.000 vetture per problemi agli airbag Massicci richiami di auto si verificano di mese in mese. Questa volta, è toccato alla casa automobilistica Audi. Un bug pericoloso nel software potrebbe non fare attivare l'airbag in caso di incidente. La casa automobilistica non risponde trascorsi due anni una volta scaduta la garanzia. Lo ha riferito un portavoce confermando che in caso di incidenti un errore del software potrebbe non attivare l'airbag. I richiami riguardano la nuova versione della A4 prodotta nel periodo che va dal 2012 fino metà ottobre di quest'anno. Solo in Germania interessate 150.000 automobili di tutti i modelli (berlina, Avant e Allroad). L'A4 è l'auto più prodotta da Audi. Le indiscrezioni sono della rivista tedesca di settore Auto Motor und Sport. Il portavoce ha inoltre dichiarato che i problemi sono stati notati durante un controllo interno che Audi ha effettuato. Tutti i proprietari dei veicoli colpiti riceveranno una lettera da parte dell'Autorità federale Motor Transport (KBA). "Per i clienti, si tratta solo di mezz'ora da trascorrere in officina". La casa automobilistica tedesca del gruppo Volkswagen, solo l'ultimo di una lunga serie di produttori protagonisti del lancio di un richiamo, ha precisato che la sua iniziativa non è legata a quella avviata in tutto il mondo su milioni di vetture per un problema agli airbag forniti dal componentista giapponese Takata. Il problema degli airbag delle Audi A4 è invece relativo a un difetto del software di gestione che può bloccare il giusto funzionamento nel caso di incidente. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato.È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari dell'Audi nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai modelli in questione. Al singolo proprietario, infatti, non costa nulla tale tipo di verifica e nel caso in cui la propria autovettura sia oggetto del richiamo, l’intervento previsto è a totale carico della casa automobilistica che dovrebbe fornire anche un’autovettura sostitutiva per il periodo necessario alla manutenzione straordinaria.

mercoledì 22 ottobre 2014

Fermiamo la deriva xenofoba in Europa. Dalla Slovacchia proposta shock di un politico: sterilizzazione per i rom

Fermiamo la deriva xenofoba in Europa. Dalla Slovacchia proposta shock di un politico: sterilizzazione per i rom La morsa della crisi attanaglia l'UE e fa crescere l'ondata xenofoba che si rivolge verso le etnie più deboli e storicamente perseguitate. Al di là dell'antisemitismo quale fenomeno mai sopito, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, anche il popolo Rom è spesso oggetto di violenti attacchi non solo da parte di singoli o gruppi politici organizzati tradizionalmente legati all'estrema destra, ma anche di esponenti politici che di volta in volta fanno a gara a chi la spara più grossa, non comprendendo i rischi di rigurgiti emulativi. L'ultimo dalla Slovacchia dove il candidato alle elezioni regionali del prossimo novembre Vladimir Guertler, avvocato e leader del partito regionale 'I magnifici sette' di Kosice (est) nel distretto elettorale Lunik IX ha lanciato una proposta elettorale a dir poco shock: biglietto aereo con destinazione Bruxelles e 10.000 euro come ricompensa per la sterilizzazione. La periferia 'Lunik', dove prevalgono gli abitanti rom, è spesso definita come un 'ghetto' di Kosice. A dirla tutta sono i suoi poster elettorali dove l'esponente politico offre provocatoriamente ai rom un viaggio di sola andata per Bruxelles. "Se facciamo una colletta pubblica per i biglietti aerei, partirete?", chiede poi in uno spot. In un altro manifesto, addirittura, arriva ad invitare le donne rom la sterilizzazione dietro un compenso di 10.000 euro. La sterilizzazione delle donne rom ha suscitato nel passato molte polemiche e la Slovacchia ha perso parecchi processi presso la Corte europea per i diritti umani. Guertler nega tuttavia di essere razzista e dichiara di voler "aiutare" la minoranza, sottraendola a possibili reazioni future della maggioranza slovacca. Nella repubblica del Centro Europa, che è da tempo membro dell'Ue risiedono 400.000 persone di etnia rom su 5,4 milioni abitanti.

I medici italiani scappano dal Belpaese in Europa.

I medici italiani scappano dal Belpaese in Europa. Diffusi dalla Commissione europea i dati sulla mobilità geografica dei professionisti. L’Italia “esporta” medici nel Regno Unito, accoglie infermieri rumeni e, una sorpresa che non è una sorpresa, sempre più avvocati spagnoli, in realtà quasi tutti italiani La fuga di cervelli non si ferma ed è come un'emorragia continua di un patrimonio che pian piano svuota il Nostro Paese delle sue risorse migliori, costrette troppo spesso ad emigrare. A svelare questi particolari flussi migratori la Commissione europea che ha diffuso i dati relativi alle migrazioni dei professionisti, dopo che ottenuta una determinata qualifica in uno specifico Stato membro si spostano in un altro per esercitarla. L'analisi effettuata dall'istituzione europea non sorprende più di tanto perchè si limita ad attestare ciò che molti ormai hanno sperimentato nei propri nuclei familiari. Per esempio, la meta tradizionale è il Regno Unito (33%) che ormai da oltre dieci anni a questa parte si conferma al primo posto tra le preferenze dei neodottori in medicina che ottenuta la qualifica in Italia, la esercitano, in via permanete o temporanea, all’estero, privilegiando come destinazione la Gran Bretagna (37%). A seguire, tra i neomedici la Svizzera (26%). Deve far riflettere un dato assai significativo, ossia che nell’ultimo decennio, su 100 dottori in medicina che lasciano il paese d’origine in Europa, ben 52 sono nostri connazionali. Basti pensare che il secondo paese per maggiore numero di “transfughi” medici, ossia la Germania si ferma solo al 19%. Da contraltare a questa fuga c'è da registrare i flussi in ingresso di professionisti "spagnoli" del settore giuridico e di infermieri rumeni. Nel primo caso, però i numeri non devono ingannare in quanto è vero che molti abogados scelgono l’Italia per esercitare la loro professione, ma altrettanti di questi sono italiani che si abilitano in Spagna, dove è più facile ottenere il titolo. Dopo i laureati nelle scienze mediche, sono storicamente gli insegnanti della scuola secondaria a lasciare l’Italia per approdare all’estero, in Germania (44%) e in secondo luogo ancora nel Regno Unito (28%). A partire dal 2012, tra gli emigranti italiani con una qualifica, gli insegnanti sono superati dagli infermieri. Un flusso in uscita che è cominciato a crescere nel 2007 con destinazione principale la Svizzera. Mentre si evidenzia un leggero calo dei medici verso la Gran Bretagna a fronte di un incremento del numero di veterinari che si dirigono oltre Manica per trovare un'occupazione che latita da noi. Ma ci sono anche altri tipi di professionisti che scelgono di conseguire un diploma o una qualifica nel territorio italiano per poi emigrare: gli istruttori sportivi prediligono la Francia e gli ingegneri industriali si dirigono, con un trend crescente, verso la Spagna. L’Italia è anche la meta tradizionale in cui approdano sempre più professionisti, con una qualche qualifica, dalla Romania (39%). La maggioranza di questi sono infermieri, ma sta aumentando anche l’ingresso di professionisti rumeni con un diploma del settore benessere e estetico. In conclusione, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nel Nostro paese il piatto della bilancia tra emigrazione ed immigrazione di "cervelli" continua a pendere pericolosamente verso la prima e considerando l’Europa dei 28, gli Stati con saldo positivo sono Germania, Regno Unito, Belgio, Repubblica Ceca, Finlandia e Svezia, paesi che a differenza dell'Italia continuano ad investire in innovazione e ricerca anche per tutelare quello che è un capitale da difendere: i propri cittadini che si sono specializzati nelle diverse professioni.

Arriva la precisazione della casa automobilistica Hyundai che invita i propri clienti a recarsi presso le proprie officine.

Arriva la precisazione della casa automobilistica Hyundai che invita i propri clienti a recarsi presso le proprie officine. Dopo la segnalazione da parte del sistema di allerta rapido europeo Rapex circa un potenziale pericolo riguardante lo sterzo di alcuni modelli Hyundai, i30, i30 cw arriva la precisazione della casa automobilistica che invita i propri clienti a recarsi presso le proprie officine autorizzate Lo scorso 18 ottobre Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” segnalava quanto riportato nel bollettino del 17 ottobre del Rapex - Rapid Alert System for non-food dangerous products - il sistema di segnalazioni istituito dalla Commissione Europea circa un grave un grave problema tecnico che potrebbe potenzialmente creare 'situazioni di guida non sicure' nei modelli di vettura Hyundai i30 e i30 cw. Il richiamo previsto da Hyundai riguarda la FD: 25.04.2007 – 31.03.2008; FDe: costruite tra il 01.09.2010 e il 24.05.2012 e, come si legge alla segnalazione "A12/1609/14", e si riferisce ad ''un allentamento di un bullone sul giunto universale del canotto dello sterzo ''. E il bollettino Rapex concludeva sinteticamente ''non si possono escludere condizioni di guida non sicure''. Pur non essendoci stati incidenti la nostra associazione ha consigliato ai proprietari di questi modelli di rivolgersi subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Hyundai Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai lotti di produzione in questione. E puntuale è arrivata la comunicazione della casa automobilistica che ha tenuto a farci conoscere il testo della comunicazione inviata ai propri clienti italiani che di seguito riportiamo integralmente: "Hyundai Motor Company Italy sta proattivamente informando tutti i clienti della situazione, con le seguenti raccomandazioni: Hyundai Motor Company, a seguito di controlli e verifiche, ha deciso di richiamare alcune vetture per effettuare il controllo del corretto serraggio del giunto della colonna sterzo. Al fine di garantire la massima sicurezza, il cliente è invitato a contattare quanto prima l’Assistenza Autorizzata Hyundai più vicina (l’elenco è sempre disponibile sul sito Hyundai.it o contattando il numero verde dello Hyundai Customer Care Center) per concordare un appuntamento e provvedere all’esecuzione dell’intervento senza alcun ritardo, e a titolo completamente gratuito".

Hitler e Mussolini pubblicizzati sui "cremini" di un supermercato della Migros.

Hitler e Mussolini pubblicizzati sui "cremini" di un supermercato della Migros. L'azienda chiede scusa :"Errore imperdonabile" Indignazione per una promozione fallita così virulenta che la Migros, una delle aziende più grandi della Svizzera ammettendo l' "errore imperdonabile", ha chiesto scusa. La gaffe imbarazzante è stata "promossa" dalla Elsa, una filiale della Migros specializzata in latticini. La società in questione ha fatto stampare i ritratti di Hitler e Mussolini sui coperchi dei suoi "cremini", i piccoli contenitori di plastica di panna liquida da aggiungere alla tazza di caffè. Il grande distributore, interpellato al riguardo, ammette un "errore imperdonabile", per il quale chiede comunque scusa. I soggetti in questione, concepiti dalla ditta Karo Versand, sono stati ripresi senza accurato esame e non avrebbero mai e poi mai dovuto essere messi in circolazione, ha detto oggi all'ats Luzi Weber, portavoce della Migros, interpellato sull'informazione pubblicata - con tanto di foto del Führer su un coperchietto - dal giornale "20 Minuten". "In futuro renderemo i nostri controlli per questi prodotti drasticamente più severi", ha aggiunto il portavoce, precisando che i "cremini" incriminati non sono in vendita nelle succursali della Migros: le circa 300 scatole da 200 involucri ciascuna sono state vendute esclusivamente a caffè e ristoranti. Ogni scatola ne conterrebbe in media quattro con il ritratto di Adolf Hitler e altrettanti con quello di Benito Mussolini. Il che significa, calcola "20 Minuten" online, che in circolazione sono finiti 1200 ritratti del Führer e altrettanti del Duce. Secondo il giornale i due defunti dittatori sono parte di una serie di importanti personaggi storici, tra cui figura anche Napoleone. Mentre le varie associazioni antirazziste si chiedono come sia potuto accadere che questi cremini siano arrivati sugli scaffali dei supermercati in Svizzera, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, appare una coincidenza assai singolare che vengano commercializzati se non per uno scopo di rievocazione dei due regimi anche se hanno determinato un passato nefasto per la storia europea e mondiale. Auspichiamo che la casa produttrice in questione elimini ogni equivoco richiamando i cremini interessati dagli scaffali dei supermercati svizzeri.

martedì 21 ottobre 2014

Allarme medicinali falsi. Minacciano la salute pubblica e sostengono le attività della malavita organizzata

Allarme medicinali falsi. Minacciano la salute pubblica e sostengono le attività della malavita organizzata L'associazione svizzera "Stop alla pirateria" è tornata a denunciare il fenomeno delle contraffazioni, in modo particolare dei medicamenti, che minacciano la salute pubblica e sostengono le attività della malavita. "Le imitazioni di prodotti terapeutici sono pericolose - ha insistito ieri a Berna la responsabile del controllo dei medicamenti illegali presso Swissmedic, Ruth Mosimann -. Vengono dosate male, non contengono sostanze attive o includono componenti pericolosi". Purtroppo anche preparati importanti, per esempio le medicine per combattere contro il cancro, non sfuggono alle attività illecite. "Le falsificazioni - ha dichiarato Michel Rudin, segretario generale del Forum dei consumatori della Svizzera tedesca (KF) - permettono alle organizzazioni criminali di generare utili miliardari a livello mondiale, che superano quelli conseguiti dalla vendita di droga". E' evidente, quindi, che se anche dalla Svizzera viene lanciato un allarme di questo tipo dove esistono controlli più minuziosi e capillari di quelli italiani ed europei in generale, allora c'è da preoccuparsi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni continua a denunciare questo tipo di traffici illeciti facilitati dal commercio online. Solo attraverso un aumento dei controlli ed un inasprimento delle sanzioni si potrà combattere efficacemente questa forma di criminalità che trova sempre più terreno fertile anche in dipendenza del fatto del costo, quasi sempre eccessivo di alcuni farmaci indispensabili per la cura di determinate malattie e sui quali appare evidente il sovrabbondante profitto delle cause farmaceutiche.

Uno studio rivela che bere bibite gassate fa male come il fumo

Uno studio rivela che bere bibite gassate fa male come il fumo. Lo zucchero combinato con il gas produce deterioramento delle cellule come il tabacco. La scelta educativa ottimale è di abituare i bambini a bere acqua. Sempre più frequenti studi scientifici rivelano quanto danno causano al corpo le bevande gassate e zuccherate. Ma un nuovo report della University of California, afferma che, oltre a portare malattie cardiache e il diabete, l'organismo viene logorato. Combinando lo zucchero e il gas si accelera la velocità con cui le cellule sono usurate, in un processo simile a quello sperimentato dai fumatori. I ricercatori hanno analizzato campioni di DNA di 5.309 persone tra i 20 ei 65 anni che hanno bevuto regolarmente bibite gassate e soggetti che non lo hanno fatto. I risultati sono stati sorprendenti: coloro che avevano bevuto bevande zuccherate avevano subito una grave accorciamento dei telomeri, strutture che proteggono le estremità dei cromosomi, e che si accorciano con l'invecchiamento del corpo. L'accorciamento dei telomeri è associato a malattie come l'Alzheimer, il diabete, disturbi cardiaci e morte improvvisa in casi estremi. Quelli che assumono l'equivalente di due lattine di bevande di questo tipo al giorno subiranno una riduzione dell'equivalente di 4,6 anni invecchiamento dei telomeri. Elissa Epel, professore presso l'Università della California, consiglia di abituare i bambini a bere acqua. "Il consumo regolare di bevande analcoliche zuccherate influenza lo sviluppo di varie malattie, non solo dallo sforzo di controllo metabolico degli zuccheri nel corpo, ma anche attraverso l'invecchiamento cellulare accelerato dei tessuti," ha specificato. Da anni lo andiamo ripetendo, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, e le ricerche ci danno conferma che bere bevande gassate e zuccherate è una pessima abitudine che si sviluppa sin da bambini ma che può essere stroncata con scelte alimentari più corrette per la salute come quella di eliminarle dalle nostre diete.

Entro il 2016, quasi tutte le auto nuove avranno Internet

Entro il 2016, quasi tutte le auto nuove avranno Internet Un accesso a Internet può trasformare l'auto in un App Center. L'industria automobilistica vuole fare un decisivo balzo in avanti in tal senso. Entro il 2016, infatti, l'80 % delle automobili nuove saranno dotate di accesso a Internet. Navigare in auto su internet, dovrebbe essere uno standard nel prossimo futuro. La fusione tra veicoli ed Internet sarà una "rivoluzione in macchina," secondo quanto ha affermato il presidente dell'Associazione dell'industria automobilistica tedesca (VDA), Matthias Wissmann, lunedì sera ai giornalisti a Berlino. L'industria automobilistica è riluttante a investire tra i 16 ed i 18 miliardi di euro nei prossimi anni. Attualmente, il 20 % delle auto nuove dovrebbe avere accesso a Internet, ha detto l'Amministratore Delegato di VDA Ulrich Eichhorn. L'"auto in rete e integrata" dovrebbe essere in grado di comunicare con altri veicoli e servizi Internet. Ciò causerà la riduzione del numero di incidenti e ingorghi. Inoltre, la vettura sarà dotata di applicazioni in grado di collegarsi con i mezzi pubblici, car-sharing o taxi. Le case automobilistiche vogliono convertire i "servizi in mobilità". E molte di esse già lavorano accanto ai colossi della rete come Google. Quest'ultima a sua volta ha sviluppato da lungo tempo anche una macchina semovente. Ma prima di vedere per le strade automobili robot sarà probabile attendere alcuni anni. Wissmann ha detto che è prevedibile che ciò accada solo a partire dai prossimi 15 anni. Il volume di componenti e servizi per le automobili collegate si prevede che crescerà di quasi sei volte dagli attuali 30 miliardi di euro l'anno a 170 miliardi di euro entro il 2020, secondo quanto previsto dalla società di analisi economiche McKinsey la fine di settembre. Servizi quali i rapporti sul traffico in tempo reale, suggerimenti locali per il rifornimento e il parcheggio o canali musicali on-line hanno già trasformato le auto in una sorta di piattaforma per app su ruote. Insomma, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, c'è da aspettarsi una rivoluzione tecnologica sulle nostre strade i cui effetti ancora non sono completamente prevedibili sia in termini di sicurezza che di cambiamento delle nostre abitudini alla guida.

Manzo all'antrace. Allarme nei supermercati tedeschi.

Manzo all'antrace. Allarme nei supermercati tedeschi. In diversi supermercati, macellerie e grossisti di tutto il territorio nazionale la carne di bovino è stata trovata contaminata dall'antrace. Sono interessate le salsicce ed il gulasch L'Ufficio federale della protezione dei consumatori e della sicurezza degli alimenti (BVL) ha pubblicato un'allerta riguardo la contaminazione della carne bovina con l'antrace. Ecco perchè i produttori hanno ritirato dai tutti i punti vendita i prodotti interessati ancora esposti sugli scaffali. Già venerdì, un comunicato diffuso dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco aveva avvertito che i prodotti di carne bovina erano contaminati in tutta la Germania. Questa sera l'allerta è stata diffusa a tutta la nazione. Dopo l'ultimo avviso che riguardava la regione Reno-Vestfalia del Nord altro antrace è stato trovato nei campioni di carne in sei supermercati, macellerie e carne bovina dei grossisti. "Avviso di precauzione" Secondo il BVL e l'ufficio di stato del Nord Reno-Westfalia l'arrosto di manzo, il Corned Beef, lo stufato di manzo, gli involtini, e altri prodotti sono interessati. Il comunicato diffuso oggi dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco è molto chiaro e non lascia spazio a dubbi: "L'allerta è stata divulgata come misura precauzionale". L'antrace, detta anche "carbonchio", è un'infezione acuta causata dal batterio Bacillus anthracis. Generalmente si manifesta come malattia endemica in animali erbivori selvatici o domestici, quali pecore, bovini, cavalli, capre e suini, ma può anche svilupparsi nell'uomo, per esposizione ad animali infetti, tessuti di animali infetti, inalazione di spore del batterio od ingestione di cibo contaminato da queste. Non sono mai stati registrati casi di trasmissione da uomo a uomo. Dell'antrace esistono diverse forme di differente pericolosità classificate in base alla via d'ingresso: cutanea (la forma più frequente), polmonare (rara) e gastrointestinale (rarissima). I sintomi dell'antrace polmonare sono inizialmente molto simili a quelli di una comune influenza (febbre, tosse, affaticamento) ma nell'arco di tre, quattro giorni degenerano verso un quadro clinico molto più grave, con difficoltà respiratorie, stato di shock e perdita di conoscenza. Se non curata, l'infezione di antrace porta alla morte in circa sette/dieci giorni, con una letalità del 20%, che cresce notevolmente nelle varianti polmonare e intestinale. Il termine deriva dal greco ἄνθραξ, che significa "carbone", dal colore nero delle lesioni cutanee che si sviluppano nelle vittime di questa infezione. L'antrace si trova in tutto il mondo. È più comune nei paesi in via di sviluppo o in paesi senza programmi di prevenzione veterinaria. Certe regioni del mondo hanno un'incidenza più alta di antrace tra gli animali: America Centrale e Meridionale, Europa dell'Est, Africa, Caraibi e Medio Oriente. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal governo tedesco invita i grossisti italiani che hanno acquistato partite di questa carne di astenersi dalla commercializzazione sul nostro territorio, invitando le autorità a vigilare in tal senso.