sabato 30 novembre 2019

Malta, siracusana si gioca diecimila euro di un amico al casinò: bannata a vita.

Malta, siracusana si gioca diecimila euro di un amico al casinò: bannata a vita. La donna italiana potrà più metter piede in nessun casinò maltese, e non potrà più giocare ad alcun gioco d’azzardo online Una siracusana di 47 anni è stata condannata dal Tribunale di Malta per essersi giocata al casinò dei fondi a lei affidati per un investimento. A nulla è servita la difesa dell'avvocato che aveva chiesto l'assoluzione, sottolineando che la donna non aveva precedenti penali e che aveva già rimborsato la somma di 10.000 euro persa al gioco. Le ammissioni di S.P. e la sua richiesta di aiuto per uscire dalla dipendenza dal gioco hanno influito sulla decisione del magistrato, l’imputata è stata infatti condannata a due anni di reclusione con quattro di condizionale, e quindi resterà in libertà. La donna dovrà seguire un trattamento riabilitativo contro la ludopatia di tre anni e non potrà più metter piede in nessun casinò maltese, e non potrà più giocare ad alcun gioco d’azzardo online.. Il gioco d’azzardo, è oramai considerato una patologia vera e propria, che verrà curata presso ogni Asl del territorio. Il nome scientifico della malattia è ludopatia, appunto “dipendenza da gioco d’azzardo”, e il numero delle persone che ne soffrono è sempre in aumento, anche nel nostro Paese, soprattutto tra i giovani. Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, i genitori considerano raramente, o mai, che i giochi di denaro rappresentano un comportamento a rischio. Sono moltissimi coloro che diventano “dipendenti dal gioco” e che per questo mettono in discussione le loro vite, i loro affetti e il loro futuro, coinvolgendo le famiglie in un vero baratro. La situazione rappresenta una tale emergenza tanto da mettere in allerta anche le più alte cariche dello Stato.

Rasff, ritirata in Francia mortadella bio prodotta in Italia per contaminazione da Listeria monocytogenes

Rasff, ritirata in Francia mortadella bio prodotta in Italia per contaminazione da Listeria monocytogenes. Coinvolti i supermercati Auchan in Francia che ritirano dagli scaffali mortadella biologica del salumificio italiano Fumagalli di Como La Francia ha attivato il 29 novembre il Sistema rapido di allerta europeo (Rasff n° 2019.4218) avvisando le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei circa la presenza Listeria monocytogenes in mortadella bio prodotta e venduta in Italia, distribuita anche in Francia. Nello specifico si tratta del lotto 199298 della "Mortadella Bio Fumagalli 70g" confezionata in busta, Codice a barre 8002469691548 con TMC 09/12/2019, prodotta dall'azienda Fumagalli Industria Alimentari SpA in Via Briantea, 18 a Tavernerio, in provincia di Como. Il motivo del ritiro è una contaminazione da Listeria monocytogenes, responsabile della patologia detta listeriosi. Tale malattia è particolarmente pericolosa per le persone immunodepresse, malati di cancro, diabete, Aids, persone anziane, neonati e donne in gravidanza. Nelle persone immunocompetenti l’infezione da listeria è spesso lieve o addirittura asintomatica. Negli individui immunodepressi, invece, possono svilupparsi una serie di sintomi gravi, talvolta letali. Durante la gravidanza la listeriosi può provocare un aborto spontaneo oppure una setticemia o una meningite neonatale. Ecco perché l’allarme è comparso immediatamente. Non si sa ancora se effettivamente il lotto sia stato venduto anche in Italia, questo il Ministyero della Salute ad oggi non lo riporta. Tuttavia, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda a tutti i clienti di non consumare il prodotto del lotto interessato. Non si possono escludere rischi per la salute. Per ulteriori informazioni, chiamare il servizio clienti FUMAGALLI al numero +39 338 6502502. Un analogo problema si era presentato ad ottobre 2014 per la mortadella biologica e prosciutto cotto bio venduti nei supermercati Auchan e Carrefour in Francia, sempre prodotti dal salumificio italiano Fumagalli. Anche in questi casi si è trattato di salumi confezionati in busta ed oltre al ritiro dagli scaffali anche il richiamo per informare i clienti con comunicazioni sul sito e cartelli nei punti vendita. La notizia fu anche ripresa dal Sistema di allerta rapido europeo (Rasff). L’azienda allora sostenne che il problema aveva riguardato solo lotti venduti in Francia.

Dispositivi intrauterini ritirati dal mercato in Francia

Dispositivi intrauterini ritirati dal mercato in Francia. L'Agenzia francese per la vigilanza sui farmaci (ANSM) ha deciso di ritirare dal mercato gli IUD Ancora, Novaplus e Sethygyn della società spagnola Eurogine. Lo "Sportello dei Diritti": un altro caso "Essure"? Partano le verifiche anche in Italia. Pronti a tutelare le donne che hanno subìto conseguenze indesiderate a causa di questi presìdi Dopo il famigerato caso "Essure" della Conceptus Conceptus Inc., azienda sussidiaria della Bayer sollevato per prima in Italia dallo “Sportello dei Diritti” che ha anche avviato una class action in favore delle donne che hanno subìto effetti negativi dall'impianto in questione, altri dispositivi anticoncezionali intrauterini nel mirino delle autorità sanitarie. Per adesso quelle transalpine. I ginecologi d'Oltralpe, infatti, non potranno più impiantare gli IUD (acronimo dell'inglese Intra-Uterine Device, Dispositivi intrauterini) Ancora, Novaplus e Sethygyn della società spagnola Eurogine.. L'agenzia francese per la vigilanza sui farmaci (ANSM), in tal senso, ha appena vietato a seguito di incidenti di rottura durante il ritiro e espulsioni spontanee. "Un'espulsione IUD può mettere in discussione l'efficacia della contraccezione ed esporre a un rischio di gravidanza indesiderata", afferma l'ANSM. Dovrebbe essere noto che questo rischio esiste già per tutti gli IUD e in particolare i tre che sono sono stati rimossi dal mercato. E ha anche comunicato alcune utili indicazioni per le donne. L'agenzia farmaceutica raccomanda alle donne con un IUD da meno di 3 anni di non rimuoverlo. Il rischio di espulsione sembra maggiore oltre questo periodo e ha consigliato alle donne che portano uno di questi IUD di stare attente ai segnali che possono suggerire l'espulsione e che potrebbero essere i seguenti: - Cavo di trazione IUD assente o più lungo del previsto; - dolore addominale; - sanguinamento tra i periodi o dopo il rapporto sessuale; - dolore durante i rapporti. Ciascuno di questi tre IUD verrebbe impiantato a 20.000 donne francesi ogni anno. Quando una paziente ha impiantato uno di questi tre modelli per più di tre anni, dovrà valutare con il proprio ginecologo una possibile rimozione preventiva. A questo punto, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è necessario che anche le autorità sanitarie italiane a partire dall'AIFA e dal Ministero della Salute effettuino tutte le verifiche del caso anche perchè abbiamo potuto appurare che è possibile acquistare online questi prodotti. E comunque invitiamo tutte le donne che abbiano subìto conseguenze indesiderate, a segnalarcele per valutare la fattibilità di ogni tipo d'azione possibile a loro tutela.

Studentesse spiate e filmate nei bagni di una scuola media superiore: la polizia indaga

Studentesse spiate e filmate nei bagni di una scuola media superiore: la polizia indaga. Una studentessa di una scuola per adulti di Zurigo ha scoperto l'apparecchio nascosto nelle toilette e ha lanciato l'allarme. Sul posto è intervenuta la polizia scientifica Scandalo in una scuola media superiore: telecamere nei bagni per “spiare” e "filmare". Tutto è partito dalla scoperta di una studentessa. La ragazza, infatti, ha notato in una delle pareti del bagno un movimento sospetto, confermato poco dopo. All’interno del muro era stata installata una piccola microcamera, al fine di osservare le studentesse nell’intimità. È questa la spiacevole esperienza vissuta martedì da una studentessa nella scuola per adulti "Martin Klee"di Zurigo. La studentessa ha immediatamente reagito, portando la video-camera ai dirigenti scolastici, i quali, cadendo dalle nuvole, hanno immediatamente allertato le autorità. Gli esperti della polizia scientifica, giunti sul posto, hanno subito sequestrato l'apparecchio. Gli agenti dovranno appurare il contenuto delle registrazioni e, nel contempo, cercare di reperire il proprietario. L'intero edificio è stato successivamente controllato: nessun'altra telecamera è stata rinvenuta. Non è dato sapere da quanto tempo la videocamera nel bagno della scuola, filmasse le studentesse nella loro intimità, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. I più ottimisti pensano che l’occhio del grande fratello non ci fosse da molto tempo, una speranza motivata dal fatto che era posizionata in modo abbastanza visibile, il personale delle pulizie avrebbero potuto accorgersene. Però resta il sospetto che il tizio abbia potuto cambiarla di posizione più volte, forse per ottenere delle «inquadrature» migliori. E c’è un altro dubbio, ancora più inquietante: le immagini sono finite su qualche telefonino, sul pc? E se sono in circolazione potrebbero essere utilizzate da qualche sito? Meglio non pensare a questa eventualità, ci sarebbe davvero da fasciarsi la testa. Se ci si sofferma a riflettere quali meccanismi infernali ed incontrollati possono produrre una webcam in una location come una toilette ed un computer collegato ad internet, c’è da impazzire. E’ probabile che tutto ciò si sia evitato grazie al tempestivo intervento degli inquirenti. Appena sono stati informati della scoperta della videocamera si sono immediatamente attivati nelle indagini. Intanto, poichè il problema è speculare nel resto del pianeta, proprio per scongiurare episodi gravi come questo, sarebbe opportuno che il personale di tutti gli istituti scolastici procedessero a controlli dei locali.

Il Comune va condannato al risarcimento dei danni subiti dal pedone caduto per la buca non segnalata, coperta di foglie e cartacce

Il Comune va condannato al risarcimento dei danni subiti dal pedone caduto per la buca non segnalata, coperta di foglie e cartacce anche se posta sulla carreggiata. Non conta che la vittima conosca lo stato dei luoghi. Per non pagare, l’ente deve dimostrare il caso fortuito Non passa giorno che non si legga un provvedimento della Cassazione che non attribuisca responsabilità agli enti custodi delle pubbliche vie. Ciò perché l’incuria sulle nostre strade vige sovrana e l’inerzia delle amministrazioni determina danni, anche letali, ad una miriade di vittime che le percorrono. Proprio per questo, noi dello “Sportello dei Diritti”, ormai da anni siamo impegnati in un’attività volta non solo a segnalare i potenziali pericoli sulle strade e le carenze delle pubbliche amministrazioni a sanarli, ma anche a tutelare i danneggiati dagli eventi lesivi conseguenti alla scarsa o inesistente manutenzione. E per tali ragioni, non possiamo non segnalare anche quest’ennesima ordinanza della Suprema Corte, la 31220/19, pubblicata il 29 novembre dalla sesta sezione civile, che ribadisce l’obbligo dei comuni di risarcire i pedoni caduti nelle buche non visibili e nella fattispecie coperte da fogliame, cartacce e soprattutto non segnalate, quando l’ente non riesce a dimostrare la sussistenza del caso fortuito per liberarsi dalla responsabilità da custodia. E ciò anche quando il percorso è noto alla vittima e la stessa è costretta ad usare la carreggiata perché il marciapiede è ingombro. Nel caso in questione i giudici di Piazza Cavour hanno respinto il ricorso di un comune della Provincia di Messina, e ha confermato la condanna a pagare ad una danneggiata un risarcimento pari a quasi 6.500 euro, più altri 170 a titolo di spese mediche. A nulla vale la circostanza che il Comune abbia rilevato che la donna al momento della caduta stesse camminando affiancata a un gruppo di pedoni e dunque violerebbe l’articolo 190 Cds. Né sottolineare che la donna conosca lo stato dei luoghi e che il sinistro avviene in pieno giorno. Per gli ermellini, nessun vizio logico può essere imputato all’accertamento compiuto dalla Corte d’appello di Messina: l’infortunata risulta costretta a camminare lungo la carreggiata perché il marciapiede, già di per sé angusto, risulta ingombro. E non viene dimostrato che la danneggiata sappia in che condizioni versa la sede stradale. Va dunque escluso che la condotta dell’infortunata interrompa il nesso causale fra la cosa in custodia e l’evento pregiudizievole. E ciò anche se nel valutare la responsabilità di cui all’articolo 2051 Cc bisogna tenere conto del dovere di ragionevole cautela del pedone, riconducibile al principio di solidarietà stabilito articolo 2 della Costituzione. Insomma, un’altra decisione che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ci dà ulteriore sprone a tutelare nelle sedi giudiziarie tutti quei cittadini rimasti vittime di sinistri sulle nostre strade ed a causa del comportamento degli enti proprietari troppo spesso inerte di fronte alla necessità di costante cura e controllo delle vie.

venerdì 29 novembre 2019

Listeria nel formaggio grattugiato.

Listeria nel formaggio grattugiato. L'USAV svizzero lancia l'allerta: rischio grave per la salute. Si tratta del prodotto di Schwyzer Milchhuus nella busta da 1 kg in vendita presso CC Aligro a partire dal 13 novembre 2019. Allerta anche per i frontalieri italiani Schwyzer Milchhuus ha informato il laboratorio dei Cantoni primitivi e l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) della presenza di listeria nel formaggio grattugiato svizzero. L’USAV, l'Ufficio federale sicurezza alimentare svizzero, ha attivato il sistema rapido di allerta sanitario e le agenzie di stampa europee, avvisando i consumatori e le autorità circa la presenza di Listeria monocytogenes nel formaggio grattugiato prodotto in Svizzera e venduto anche all’estero, che prontamente lo “Sportello dei Diritti” ha rilanciato nel nostro Paese. Nello specifico si tratta del formaggio in busta da 1 kg; Schwyzer Milchhuus AG, n. lotti 46.2 e 46.3. Il prodotto era in vendita presso CC Aligro a partire dal 13 novembre 2019. Il motivo del ritiro è una contaminazione da Listeria monocytogenes, responsabile della patologia detta listeriosi. Tale malattia è particolarmente pericolosa per le persone immunodepresse, malati di cancro, diabete, Aids, persone anziane, neonati e donne in gravidanza. Nelle persone immunocompetenti l’infezione da listeria è spesso lieve o addirittura asintomatica. Negli individui immunodepressi, invece, possono svilupparsi una serie di sintomi gravi, talvolta letali. Durante la gravidanza la listeriosi può provocare un aborto spontaneo oppure una setticemia o una meningite neonatale. Ecco perché l’allarme è comparso immediatamente. Non si sa ancora se effettivamente il lotto sia stato venduto anche in Italia, questo l'USAV non lo riporta. Tuttavia, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai numerosi frontalieri italiani e a tutti i clienti di non consumare più il prodotto interessato. Non si possono escludere rischi per la salute.

Ginecologo spiava con telecamere nascoste le pazienti durante le visite intime postando le clip sui siti hot.

Ginecologo spiava con telecamere nascoste le pazienti durante le visite intime postando le clip sui siti hot. Le riprese video erano effettuate all’insaputa delle vittime. La polizia sta indagando sull'ultimo scandalo a luci rosse che le tecnologie e internet hanno regalato alla cronaca di questi giorni. È successo in Ucraina e, nonostante la vicenda salti fuori adesso, i fatti risalgono a pochi mesi fa. Nell’era dei predatori sessuali non ci si finisce di stupire e questa storia rende “normali” anche le narrazioni e le emeroteche che vedono persino un ginecologo ucraino accusato di vendere filmati nascosti allestiti nel suo ufficio. Un filmato di dozzine di sue pazienti è stato postato su un sito porno. Il caso è stato scoperto dopo che una donna, che desiderava rimanere anonima, si è vista ad un esame ginecologico su una pagina pornografica mentre il suo dott. Wenceslas Tripolko esegue un'ecografia. La polizia perquisì immediatamente l'ufficio e trovò una telecamera nascosta in una clinica a Odessa dopo che una donna aveva riferito di tutto. Secondo le informazioni iniziali, la polizia ha scoperto dozzine di registrazioni con dozzine di donne prese a loro insaputa. Sono stati tutti filmati nudi quando visualizzati e il filmato è stato pubblicato su una pagina pornografica senza nome. Il fenomeno è particolarmente diffuso su internet e il trend è in evidente crescita. Lo testimoniano le statistiche da cui si evince che dai 1100 casi di questo genere nel 2010 si è passati agli oltre 6500 del 2017. I set “preferiti” sono le toilette degli esercizi pubblici e delle scuole o i camerini di prova dei negozi di abbigliamento oltre le strutture alberghiere. Le sanzioni per chi si macchia di questi reati vanno dalle sanzioni pecuniarie, che si aggirano sull’equivalente di diecimila euro, alle pene detentive che possono arrivare a sette anni di carcere. Mentre le Autorità studiano forme di censura che possano limitare la diffusione di filmati e fotografie di questo genere, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è esploso il business degli apparati rilevatori di telecamere nascoste. Le vendite di spy-detector avrebbero, infatti, avuto un picco di crescita del 333%. E il problema è speculare nel resto del pianeta.

Possibile presenza di senape: richiamati Grissini con zenzero e lime bio a marchio Bio’s Merenderia

Possibile presenza di senape: richiamati Grissini con zenzero e lime bio a marchio Bio’s Merenderia La tutela de consumatore e la sua salute, prima di tutto. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie. Per questo le catene dei supermercati Auchan e Simply Market hanno diffuso il richiamo di un lotto di grissini biologici a marchio Bio’s Merenderia per una possibile contaminazione da senape, un allergene non dichiarato in etichetta. Il prodotto interessato dal provvedimento è: Grissini con zenzero e lime bio denominazione di vendita "Matt non solo pane Zenzerelli bio" in confezione da 150 grammi, con il numero di lotto L36 19 e il Tmc 02/06/2020. I prodotti da forno richiamati sono stati prodotti da Bio’s Merenderia Srl (ex Bio's Produzione e Distribuzione S.r.l.), nello stabilimento di via Corradina 8/B, a Castiglione di Cervia, in porvincia di Ravenna ma commercializzato da A&D S.p.A. Gruppo Alimentare e Dietetico. All’interno del prodotto ci sarebbe infatti della SENAPE, non dichiarata tra gli ingredienti: chi è allergico alla SENAPE potrebbe dunque avere problemi dal consumo del prodotto da forno. A scopo precauzionale Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai consumatori “ALLERGICI O INTOLLERANTI ALLA SENAPE” di non consumare il prodotto con il numero di lotto segnalato e restituirlo al punto vendita d’acquisto per il rimborso. Per i consumatori che non soffrono di allergie o intolleranze alla SENAPE, il prodotto è sicuro e può essere consumato tranquillamente.

Mozzarella di bufala italiana ritirata per presenza di batterio Listeria

Mozzarella di bufala italiana ritirata per presenza di batterio Listeria. Canadian Food Inspection Agency (CFIA) lancia l'allerta: rischio grave per la salute Una mozzarella di bufala proveniente dal nostro paese e distribuita in Quebec e Ontario è stata prontamente ritirata dal commercio dopo che è stata scoperta una contaminazione pericolosa. In particolare il latticino ritirato dai mercati canadesi, ha provocato un’allerta sanitaria per la presenza del batterio Listeria monocytogenes, che può dare pericolosi disturbi gastrointestinali e può sfociare, per i soggetti a rischio, in malattie sistemiche ben più gravi come la meningite. Il Canada ha attivato il sistema rapido di allerta sanitario e le agenzie di stampa canadesi, avvisando i consumatori e le autorità italiane circa la presenza di Listeria monocytogenes nella mozzarella di bufala prodotta in Italia e venduta all’estero, in Quebec e Ontario che prontamente lo “Sportello dei Diritti” ha rilanciato nel nostro Paese. Nello specifico si tratta della Mozzarella di Bufala Campana a marchio CILENTO prodotta dall'azienda CILENTO S.P.A — VIA CAMPO FELICE, 111 a CELLOLE in provincia di Caserta e commercializzata in Canada dalla ditta AM Berchicci, con sede a Montreal. Il motivo del ritiro è una contaminazione da Listeria monocytogenes, responsabile della patologia detta listeriosi. Tale malattia è particolarmente pericolosa per le persone immunodepresse, malati di cancro, diabete, Aids, persone anziane, neonati e donne in gravidanza. La listeriosi può assumere sostanzialmente due forme: quella diarroica, più tipica delle intossicazioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione; quella invasiva o sistemica, che attraverso i tessuti intestinali e il flusso sanguigno si diffonde sviluppando forme più acute di sepsi, encefaliti e meningiti. Nel secondo caso, quello più grave, tra l’ingestione del cibo a rischio e la manifestazione dei sintomi possono passare anche periodi di tempo lunghi, talvolta fino a tre mesi. Ecco perché l’allarme è comparso immediatamente. Non si sa ancora se effettivamente il lotto sia stato venduto anche in Italia, questo la Canadian Food Inspection Agency (CFIA) non lo riporta. Nelle prossime ore, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il Ministero della salute dovrebbe indicare sul suo sito web (il condizionale è d'obbligo), nella sezione “Avvisi di sicurezza”, i lotti, il produttore e il nome di vendita della mozzarella di bufala interessata da questo richiamo potenzialmente anche a livello europeo.

Indennità di accompagnamento revocata dall'INPS, ma il giudice la restituisce

Indennità di accompagnamento revocata dall'INPS, ma il giudice la restituisce. Il Tribunale del Lavoro di Brindisi ripristina ad una signora invalida di Francavilla Fontana l'indennità dopo l’ingiusta revoca dell’ente Sono tanti i casi di invalidi anche con patologie gravissime che si vedono revocare con provvedimenti incomprensibili e spesso ingiusti le indennità attribuite dall’Inps. In un recente caso ripreso anche dal Nuovo Quotidiano di Puglia, edizione di Brindisi, di ieri e che evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene meritevole di diffusione, il Tribunale del lavoro di Brindisi ha smentito l'ente previdenziale che un anno fa aveva revocato l'indennità di accompagnamento ad una signora già riconosciuta, a partire dall'aprile 2017, "invalida al 100 per cento e titolare dell'indennità di accompagnamento". A seguito di un nuovo accertamento di revisione la commissione medica aveva accertato che non sussistevano più i requisiti e l'Istituto nazionale della Previdenza sociale aveva agito di conseguenza, riducendo a zero l'indennità versata dal 2017. Ingiustizia sanata ora grazie al ricorso in sede civile proposto dall'avvocato Fabio Zecchino in collaborazione con la collega Marisa Ciracì. La revoca dell'accompagnamento era stata decretata il 23 gennaio 2018. "A gennaio 2018 nonostante un quadro clinico ancor più grave, morbo di Parkinson avanzato, seri problemi alla colonna vertebrale ed altre particolari patologie - spiega l'avvocato Zecchino- alla mia assistita le viene revocata l'accompagnamento perché secondo la commissione medica poteva provvedere autonomamente alle ordinarie esigenze di vita quotidiana. Dopo circa due anni giustizia è stata ottenuta". Il Tribunale del Lavoro nei giorni scorsi ha disposto, con effetto retroattivo, che la signora possa continua a percepire l'indennità dal momento della revoca, quindi, da gennaio 2018. L'Inps è stato pure condannato al pagamento delle spese del procedimento. La revoca dell'indennità di accompagnamento rientra nella grande manovra di riordino della spesa per le cosiddette false invalidità, più volte annunciata dagli ultimi Governi. Il problema è che nel calderone sovente capita che finiscano anche migliaia di cittadini che hanno gravi handicap e che spesso frettolosamente e con superficialità vengono privati di un diritto-beneficio che gli consente un indispensabile sostegno stabilito dalla legge. Perché se da una parte è assolutamente giusto andare a punire chi tenta di marciarci, come per esempio un falso invalido che va a giocare a calcetto e fa ogni giorno footing, dall’altra è del tutto ingiusto privare di quel minimo sollievo economico costituito dall’indennità in questione un vero invalido al cento per cento e per di più assolutamente incapace di badare a se stesso.

giovedì 28 novembre 2019

Congo, scontro tra aerei in pista. Un Airbus A330 Turkish Airlines ha distrutto la coda di un veicolo etiope - VIDEO

Congo, scontro tra aerei in pista. Un Airbus A330 Turkish Airlines ha distrutto la coda di un veicolo etiope - VIDEO Fare marcia indietro senza prestare sufficiente attenzione e scontrarsi con un altro veicolo è un incidente che può capitare tra due auto in un parcheggio. Questa volta però la stessa dinamica si è ripetuta in un aeroporto e uno dei due aerei nello scontro ha perso la coda. È successo il 27 novembre nell'aeroporto di N'djili, nel distretto di Tshangu di Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove un Airbus A330 (TC-JOV) di Turkish Airlines, ha distrutto lo stabilizzatore orizzontale di un aereo Ethiopian Airbus A350 mentre il mezzo della Turkish Airlines finiva le manovre di rullaggio. Entrambi i voli sono stati sospesi, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma nessuno è rimasto ferito durante l'incidente. Ecco il video postato sulla pagina di YouTube al link: https://www.youtube.com/watch?v=FlXhU2DnsWU

Peschereccio italiano sequestrato in acque croate: inseguimento notturno a Palagruza.

Peschereccio italiano sequestrato in acque croate: inseguimento notturno a Palagruza. La polizia marittima ha individuato una barca sospetta, l'equipaggio ha tentato la fuga Condanne blande da parte del Tribunale mandamentale di Spalato nei riguardi dei quattro pescatori italiani sorpresi a pescare martedì scorso nelle acque territoriali croate, poco a sud-est di Palagruza. Il comandante del peschereccio, è stato condannato al pagamento di una multa di 41mila kune (5.700 euro) per avere esercitato la pesca con reti a strascico circa 0,32 miglia all’interno delle acque territoriali croate, senza disporre delle necessaria licenza. Inoltre, così nella sentenza emessa ha commesso altre irregolarità e reati riguardanti il passaggio di confine in un’area non preposta a tale scopo; e non ha nemmeno notificato il pescato, respingendo altresì l’ordine della polizia croata di fermarsi. Il peschereccio è stato individuato dal National Maritime Data Center (NPCPP) a sud-est di Palagruza alle 22.15 di martedì, dopo di che hanno riferito dell'avvistamento alla polizia navale. Quando la polizia è arrivata sul posto, hanno avuto conferma dei sospetti che si trattasse di un attraversamento illegale del confine di stato, dato che il peschereccio non si è fermato nonostante gli ordini della polizia, quindi tre ore dopo è stato bloccato mentre i quattro membri dell'equipaggio sono stati arrestati. Una volta sbarcati, sono stati trasferiti a Vis e oggi sono stati ascoltati e poi multati dal Tribunale mandamentale di Spalato. Gli altri tre componenti dell’equipaggio, dovranno pagare una pena pecuniaria di cinquemila kune (circa 700 euro) a testa. Da aggiungere che il quartetto di pescatori dovrà anche pagare le spese processuali che ammontano a 1.240 kune, ossia 168 euro. In passato, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ci sono stati molti casi in cui gommoni italiani, celandosi dietro la volontà di fare del turismo, pescavano di frodo. Molti si immergevano pure nelle acque territoriali croate per poi vendere in nero il pescato ai ristoratori. Ma che dei professionisti si fossero avvicinati talmente alla costa croata, non lo avevo mai visto.

Altro “Stop” della Cassazione alle assicurazioni: risarcibili anche le lesioni non “strumentalmente accertate” come con le radiografie

Altro “Stop” della Cassazione alle assicurazioni: risarcibili anche le lesioni non “strumentalmente accertate” come con le radiografie. L’articolo 138 del Codice delle Assicurazioni modificato dal “Cresci Italia” non limita i mezzi di prova né le soglie di gravità: essenziale la valutazione medico-legale. È sufficiente l’esame visivo e clinico oltre a quello strumentale Altro “Stop” della Cassazione alle assicurazioni che hanno cercato di limitare la risarcibilità delle lesioni facendosi portavoce dell’interpretazione di norme sempre più restrittive che dietro la bandiera del tentativo di stanare l’abuso dei cosiddetti “colpi di frusta” e similari, stanno colpendo anche coloro che hanno subìto lesioni cosiddette micropermanenti ma che non sono state “strumentalmente” accertate. Per la Cassazione, infatti, con un’altra decisione in tal senso, la sentenza 31072/19, pubblicata il 28 novembre dalla terza sezione civile le modifiche apportate dal Decreto “Cresci Italia” agli articoli 138 e 139 del codice delle assicurazioni private non stabiliscono paletti né ai mezzi di prova né alla risarcibilità del danno: va escluso che i postumi di lieve entità debbano essere dimostrati con esami strumentali e restino senza compensazione pecuniaria lesioni che non arrivano a una (asserita) soglia minima di gravità. Conta soltanto che le lesioni siano vere e dovute al sinistro. E vanno accertate con i criteri della medicina legale, che da sempre comprendono l’esame visivo e clinico oltre che la diagnostica per immagini. Nella fattispecie approdata innanzi agli ermellini, è stato accolto il ricorso di un danneggiato contro le conclusioni del sostituto procuratore generale. Per i giudici di legittimità un danno permanente alla salute può sussistere anche senza accertamenti strumentali, quando ricorrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla lesione e relativa genesi. Ed il Tribunale viola l’articolo 138 Cda quando ha escluso la risarcibilità di un danno «suscettibile di accertamento medico-legale» soltanto perché l’accertamento risulta frutto di una mera valutazione clinica. E ciò perché l’articolo 32 comme 3 ter del decreto legge 1/2012 è una norma di quelle che la dottrina definisce «in senso lato»: non contiene comandi o divieti ma si rifà a quelli contenuti in altre norme. Proprio per questo la nuova legge impone l’applicazione rigorosa dei criteri della medicina legale per risarcire i microdanni alla salute causati da sinistri stradali. E ciò per ridurre i costi degli indennizzi e quindi i premi assicurativi. Il tutto non solo per sconfiggere le truffe assicurative anche contro i risarcimenti facili. Un danno alla salute, rilevano i Giudici di Piazza Cavour, se non risulta accertabile obiettivamente non esiste come categoria giuridica, prima ancora che fattuale. «Ma l’obiettività dell’accertamento non s’arresta sulla soglia della mancanza di prove documentali». Erra, quindi, il giudice che aderisce alla Ctu secondo cui i postumi permanenti ci sono ma la sussistenza non deriva da un accertamento strumentale, come ad esempio la radiografia. Un’interpretazione, quest’ultima che è errata e che purtroppo ha preso piede anche a livello dei giudice di pace e dei consulenti ausiliari di quest’ultimi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ecco perché, quest’ennesima decisione contraria, costituisce un ulteriore importante precedente che dovrebbe portare gli ausiliari dei giudici a conformarsi ai criteri stabiliti e a non appiattirsi dietro l’interpretazione sinora data dalle assicurazioni tesa ad escludere in via assoluta la risarcibilità delle lesioni da micropermanenti in assenza di danni strumentali. La nostra associazione con i nostri consulenti è da sempre impegnata a far valere i diritti dei danneggiati anche quando i medici delle assicurazioni si ostinano a non voler riconoscere danni obiettivamente verificabili con i normali criteri medico legali.

L’ente proprietario della strada deve risarcire il motociclista caduto a causa della buca

L’ente proprietario della strada deve risarcire il motociclista caduto a causa della buca. Il centauro deve solo provare il rapporto fra il bene demaniale e la lesione patita, al di là della pericolosità. Comune siciliano condannato a oltre 70mila euro di risarcimento Le nostre strade sono piene di buche, insidie e trabochetti che spesso sono esse stesse causa di sinistri stradali, anche letali. La manutenzione delle pubbliche vie è un obbligo per gli enti proprietari imprescindibile per la salvaguardia della sicurezza stradale e così se un motociclista cade a causa di una buca, è responsabile l’amministrazione. A ribadirlo un’interessante ordinanza, la n. 31065/19, pubblicata il 28 novembre dalla terza sezione civile della Corte di Cassazione. Nella fattispecie, sono stati ritenute sufficienti le prove testimoniali raccolte che hanno confermato come l’incidente sia stato causato dall’asfalto dissestato e poco illuminato. In caso di responsabilità da “cose in custodia” di cui all’articolo 2051 del codice civile, infatti, il danneggiato deve provare soltanto il nesso causale fra la cosa in custodia e la lesione patita, al di là della pericolosità della prima. Peraltro, il giudice d’appello può riqualificare come da cose in custodia la responsabilità dell’amministrazione anche se tutto il procedimento di primo grado si è svolto sul presupposto della responsabilità per colpa, laddove l’attore ha agito prospettando colpe compatibili con la fattispecie del richiamato articolo 2051. Nel caso affrontato dalla Suprema Corte, è diventata definitiva la condanna del Comune a pagare in favore del motociclista oltre 71 mila euro a titolo di danno biologico e 600 per rimborso spese, nonostante il Tribunale di Catania avesse rigettato in prima istanza la domanda risarcitoria dello sfortunato centauro. In particolare, il giudice di primo grado aveva negato il risarcimento sull’erroneo presupposto che il danneggiato non avrebbe provato l’insidia o il trabocchetto. Ma la Corte d’appello ha ritenuto ribaltare tale decisione perché in primo luogo il motociclista ha dimostrato l’esistenza della buca grazie a due testimoni e dall’altra aveva eccepito di aver agito in via principale secondo quanto disposto dall’articolo 2051 Cc e solo in subordine sul presupposto della responsabilità per colpa del comune convenuto. Sul punto il Tribunale aveva sbaglia anche nell’esercitare il potere di qualificare la domanda di cui all’articolo 113 Cpc. Quindi, non conta che il primo grado si svolga sul presupposto della responsabilità ex art. 2043 c.c.: il giudice d’appello ben può riqualificare i fatti costituitivi della pretesa azionata senza essere vincolato dal primo giudice (né da un riferimento formale della parte all’articolo 2043 Cc). È poi irrilevante che la Corte d’appello non dia conto delle testimonianze favorevoli al Comune: la scelta delle risultanze idonee ad accertare i fatti compete al giudice del merito. È essenziale, al contrario, che il danneggiato abbia dimostrato il rapporto fra la buca e la lesione, al di là delle caratteristiche intrinseche della strada: la responsabilità in questione, infatti, è un contrappeso alla signoria che il custode ha sulla cosa, dalla quale trae beneficio. Una decisione che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, costituisce un ulteriore significativo precedente in favore di tutti quei cittadini rimasti vittime di questo tipo d’insidie per ottenere il giusto risarcimento, ma anche un monito per tutti gli enti proprietari e custodi delle strade per incentivare lavori di manutenzione costante della rete viaria.

Multe a gogo a residenti e lavoratori su via Manzoni a Lecce.

Multe a gogo a residenti e lavoratori su via Manzoni a Lecce. Vigili Urbani scatenati hanno elevato sanzioni a coloro che avevano parcheggiato l’auto sulla porzione carrabile davanti ai condomini. Alcuni hanno chiamato Carabinieri e Polizia per verificare la correttezza dell’operato in aree di sosta utilizzate da sempre e pensano a un esposto in Procura. Lo “Sportello dei Diritti” si appella al Comandante della Polizia Locale: si annullino in autotutela In data odierna alcuni cittadini si sono recati presso la sede leccese dello “Sportello dei Diritti” per segnalare quanto accaduto nel corso della mattinata su via Manzoni a Lecce dove tanti, tra residenti e lavoratori, si sono trovati sul parabrezza preavvisi di accertamento di violazioni al Codice della Strada, per 84 euro ciascuna, da parte di agenti della Polizia Locale, per aver sostato “sul marciapiede” in aree da sempre utilizzate per parcheggiare perché a raso rispetto alla via principale e ubicate in apposite rientranze rese fruibili da accessi appositamente realizzati. Ed è subito scattata la protesta. Molti hanno contattato Carabinieri e Polizia per verificare la correttezza dell’operato dei Vigili Urbani e stanno pensando, prima che al ricorso avverso i verbali, a presentare un esposto in Procura. A documentarci quanto successo anche le fotografie scattate che documentano un fatto a dir poco insolito e che non risulta mai accaduto prima anche perché da sempre, tutti coloro che risiedono o che lavorano in zona, ma anche quelli che vi transitano solitamente, hanno bene in mente che quelle “rientranze” sono da tutti considerate aree di parcheggio. A tal proposito, è bene ricordare la definizione di “MARCIAPIEDE” che viene data dalle “NORME FUNZIONALI E GEOMETRICHE PER LA COSTRUZIONE DELLE STRADE” del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Secondo il regolamento esso è “parte della strada, esterna alla carreggiata, rialzata o altrimenti delimitata e protetta, destinata ai pedoni.”. Nella fattispecie, la sussistenza di pavimentazione a raso rispetto all’asfalto stradale e gli appositi accessi, non possono non far propendere nel ritenere che quelle aree non siano dei marciapiedi ma delle zone di sosta concesse, in particolar modo, ai residenti dei condomini adiacenti così come tutti le hanno da sempre considerate. Ancora una volta, quindi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, cercheremo di confidare nel buon senso del Comando della Polizia Locale di Lecce e a tal uopo rivolgiamo un appello al Comandante affinché provveda all’annullamento urgente in via di autotutela dei verbali in questione che appaiono oltremodo illegittimi, oltreché ingiusti per il luogo e le modalità in cui sono stati elevati. In caso contrario, non potremo non supportare tutte le iniziative che i “multati” vorranno intraprendere in ogni sede competente, a partire dagli ovvi ed inevitabili ricorsi in caso di mancato ascolto della presente richiesta.

Muore dopo essere stato leccato dal cane: 63enne contrae una rara infezione e muore nel giro di un paio di settimane

Muore dopo essere stato leccato dal cane: 63enne contrae una rara infezione e muore nel giro di un paio di settimane. Lo Sportello dei Diritti: "È un caso raro e anomalo, ma impone delle accortezze" Un 63enne ha perso la vita in Germania in seguito a un contatto con il suo cane. A condurlo alla morte in poco più di due settimane è stato un batterio che normalmente si contrae attraverso il morso dell’animale. Lo riporta lo “European Journal of Case Reports in Internal Medicine. Secondo quanto descritto l’uomo si è presentato in ospedale con sintomi influenzali che duravano da tre giorni come febbre e respiro corto. Il giorno prima gli erano inoltre comparse delle macchie color porpora sul viso e sulle gambe ed era stato assalito da dolori muscolari agli arti inferiori. A quattro giorni dal ricovero, le analisi svolte hanno permesso di stabilire che aveva contratto il Capnocytophaga canimorsus, un batterio normalmente presente nella cavità orale di cani e gatti. Non l'aveva tuttavia contratto come accade di solito attraverso il morso di un cane, ma facendosi leccare dal proprio amico a quattro zampe. L’infezione gli è stata fatale nel giro di 16 giorni dal ricovero. Gli arti e il viso gli si sono ricoperti di macchie color porpora e l’uomo ha sviluppato encefalopatia, paralisi intestinale, insufficienza renale ed epatica e un’infezione sistemica contro la quale gli antibiotici non hanno potuto molto. Ha inoltre subito un arresto cardiaco dopo il quale è stato rianimato, intubato e ventilato artificialmente. L’insorgere di un grave edema cerebrale ha infine convinto i suoi familiari a spegnere le macchine. I medici dell’Ospedale della Croce rossa di Brema che lo hanno avuto in cura precisano che le infezioni da Capnocytophaga canimorsus sono rare e diventano più spesso fatali in caso di immunodeficienza, asportazione pregressa della milza o abuso di alcool. Il paziente deceduto, tuttavia, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non rientrava in nessuna di queste tre fattispecie. Il decesso del 63enne risale al 2018, ma il suo caso è stato illustrato sullo “European Journal of Case Reports in Internal Medicine” solo recentemente. Nell'abstract dell'articolo non viene specificato in quali aree del viso o del resto del corpo il paziente si fosse fatto leccare dal cane. Secondo i medici di Brema il paziente ha contratto il Capnocytophaga canimorsus anche se non è stato morso da un cane o non è affetto da immunodeficienza. Lo scorso anno un 48enne americano aveva perso braccia, gambe e naso dopo aver contratto lo stesso batterio facendosi leccare da un cane. La raccomandazione per i padroni di cani e gatti è di chiedere urgentemente il consiglio di un medico nel caso in cui accusino dei sintomi influenzali per loro inusuali. Il tipo di batterio, la capnocytophaga canimorsus, fa parte della flora all'interno della bocca del cane e solitamente non provoca malattie significative.

Migros richiama lo yogurt in bustine morbide refrigerate «You To Go alla fragola» e «Petit Suisse To Go alla banana». Le bustine morbide in questione potrebbero contenere corpi estranei (gomma e/o metallo). Non è quindi possibile escludere che sussista un pericolo per la salute. La clientela è pregata di non consumare le bustine morbide interessate dal richiamo. Allerta anche per i frontalieri italiani

Migros richiama lo yogurt in bustine morbide refrigerate «You To Go alla fragola» e «Petit Suisse To Go alla banana». Le bustine morbide in questione potrebbero contenere corpi estranei (gomma e/o metallo). Non è quindi possibile escludere che sussista un pericolo per la salute. La clientela è pregata di non consumare le bustine morbide interessate dal richiamo. Allerta anche per i frontalieri italiani A seguito di un controllo è stato rilevato che yogurt in bustine morbide refrigerate «You To Go alla fragola» e «Petit Suisse To Go alla banana» potrebbero contenere dei frammenti di plastica o metallo. I clienti Migros sono invitati a non consumare più i prodotti. Il richiamo concerne i seguenti articoli: Nome: «You To Go alla fragola» Numero d’articolo: 2050.339 Data minima di conservabilità (= «da consumare preferibilmente entro il»): 27.12. Nome: «Petit Suisse To Go alla banana» Numero d’articolo: 2006.406 Data minima di conservabilità (= «da consumare preferibilmente entro il»): 15.12. e 25.12. Non si possono escludere rischi per la salute in caso di ingestione. Il prodotto è in vendita in tutte le filiali Migros della Svizzera. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai numerosi frontalieri italiani e a tutti i clienti di non consumare più il prodotto interessato. Non si possono escludere rischi per la salute in caso di ingestione (pericolo soffocamento). I clienti che hanno a casa il prodotto interessato possono riportarlo alla loro filiale Migros, dove verrà loro rimborsato il prezzo di vendita.

mercoledì 27 novembre 2019

Così è all'interno il primo sottomarino transoceanico intercettato in Europa carico di droga: ecco il video della Guardia Civil

Così è all'interno il primo sottomarino transoceanico intercettato in Europa carico di droga: ecco il video della Guardia Civil. Gli agenti hanno contato 152 balle di cocaina, che rappresentano 3.000 chili di droga Questa mattina, gli agenti della Guardia Civil spagnola, hanno finito di contare un totale di 152 balle di cocaina che il natante sottomarino stava portando all'interno, pari a 3.000 chili di droga, come già annunciato sulla stampa mondiale. Il sommergibile è realizzato in fibra di vetro ed è il primo ad essere intercettato in Europa. La missione del sottomarino, secondo fonti vicine all'indagini, era di passare la droga tra una nave e l'altra nell'Atlantico. Per Giovanni D’Agata, presidente “Sportello dei Diritti”, il video prova che il traffico di sostanze stupefacenti a livello globale non conosce frontiere ed utilizza metodi sempre più sofisticati ed innovativi per superare i confini e i controlli. Ecco il video postato su YouTube all'indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=_qlpKLHT8vw.

L’invasione dei cinghiali anche in provincia di Lecce.

L’invasione dei cinghiali anche in provincia di Lecce. Un video inedito documenta una mandria in un oliveto nei pressi dell’oasi delle “Cesine”. Lo “Sportello dei Diritti”: un pericolo per la circolazione stradale e per l’economia agricola. Anche una sindaca di un comune salentino coinvolta in un incidente. Devono essere contenuti Una vera e propria mandria con cuccioli al seguito quella ripresa in un oliveto nei pressi della Riserva Naturale delle “Cesine” in agro del Comune di Vernole. Una bella immagine dal punto di vista ambientalistico di una natura che cerca di riappropriarsi di quanto l’uomo ha cercato di prendersi, ma anche un evento che non può che allarmare perché conferma le preoccupazioni di coloro che conoscono le conseguenze dell’inarrestabile proliferare di cinghiali, principalmente ibridi perché discendenti da coppie frutto dell’accoppiamento con maiali e perciò notevolmente più fecondi. Effetti che vanno dai frequenti incidenti stradali, anche gravi, causati dall’improvviso attraversamento di questi suidi alla devastazione delle campagne causata dal passaggio dei branchi con prole. Proprio di recente, ci è stata segnalato che anche una sindaca di un comune salentino abbia investito uno di questi animali e abbia riportato danni alla propria autovettura, mentre molti esemplari sono stati avvistati sino a Torre Sant’Andrea e Borgagne nel Comune di Melendugno. E se è vero che lo “Sportello dei Diritti”, rivela il Presidente, Giovanni D’Agata, ha già assistito molti cittadini coinvolti in investimenti di questi suini un po' ovunque in tutto il Paese, stante la responsabilità civile dei vari enti pubblici cui a seconda delle regioni è demandato il controllo della fauna selvatica, è tuttavia necessario avviare un’opera di prevenzione anche in Provincia di Lecce attraverso una massiccia campagna di contenimento, che non vuol dire per forza di cose abbattimento, dove la situazione sta divenendo a dir poco “incontenibile”. Ecco il video postato su YouTube all'indirizzo : https://youtu.be/foWPm-iQzNg.

Argentina, guarda il cellulare e cade sui binari - VIDEO

Argentina, guarda il cellulare e cade sui binari - VIDEO. La clip della metro di Buenos Aires proviene dal circuito chiuso del centro di monitoraggio della polizia cittadina. L'uomo finito sulle rotaie se l'è cavata con un grosso spavento. La Polizia della capitale ha usato le immagini per sensibilizzare i passeggeri “Alza gli occhi dal telefono quando cammini sulla banchina”. È il consiglio della "Policía de la Ciudad de Buenos Aires". La Polizia ha scelto di accompagnare la raccomandazione, spesso ignorata, con un video d’effetto sul suo profilo Twitter e sulla pagina di YouTuve all'indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=CLTz7dDTotU: un uomo che finisce direttamente sui binari della metro per aver camminato senza alzare lo sguardo dallo smartphone. L'incidente è successo il 26 novembre nella metro di Buenos Aires, in Argentina. L'uomo "Vivo per miracolo" sta bene, come precisa l'autorità, ma per una semplice distrazione, l’episodio sarebbe potuto finire in tragedia. Camminare fissando il cellulare, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, viene definita “smartphone walking”. “Smart”, infatti, è solo il telefono che si tiene in mano e si fissa con ossessione mentre si cammina, mettendo a rischio la propria incolumità e la pubblica sicurezza. Un vizio che non è di certo esclusiva argentino: secondo un recente esperimento sociale condotto da "Found" il vizio dello "smarpthone walking" ha ormai contagiato un italiano su due e provoca sempre più incidenti. Lo "smartphone walking" viene praticato soprattutto nelle grandi metropoli: Milano (61%) e Roma (58%), principalmente da manager (65%) e imprenditori (62%) tra i 30 e i 45 anni e studenti (58%) tra i 16 e i 29. In Italia ancora non sono stati presi provvedimenti, ma nel mondo iniziano a essere imposti o proposti dei divieti.

Scandalo in Germania. L'Esercito tedesco posta con l'hashtag #moda la foto di una divisa con la svastica

Scandalo in Germania. L'Esercito tedesco posta con l'hashtag #moda la foto di una divisa con la svastica. L'uniforme era stata fotografata in un museo di Dresda e pubblicata Ce n'è quanto basta per sollevare, in una Germania già inquieta per la presa sulla società del partito nazionalista di destra Alternative für Deutschland (Afd), severe critiche a chi ha autorizzato un post dell'esercito tedesco sull'account ufficiale di Instagram, la foto di una divisa militare della Wehrmacht con tanto di svastica. Si tratta di un pezzo non originale, preso da una mostra del museo storico di Dresda, cui il post era dedicato. «Anche la moda è un aspetto. Fino ad oggi gli elementi dello stile militare seguivano l'alta moda», il commento. Sul post compariva poi la scritta «retro» e il collegamento all'hashtag «Mode» ("Moda").Materiale sufficiente per sollevare molte polemiche fino alle scuse della Bundeswehr e del ministero della Difesa, guidato da Annegret Kramp-Karrenbauer. Con la pubblicazione si intendeva in realtà dimostrare l'influenza che le divise militari hanno avuto sulla moda nella storia, in Germania, la spiegazione. Ma la foto è stata chiaramente un modo errato di comunicare il concetto: «Ieri abbiamo fatto un errore inaccettabile», si è giustificata la Bundeswehr su Twitter. La foto è stata subito cancellata dall'account, ha detto una portavoce del ministero alla Dpa, porgendo le scuse «in ogni forma». Ovviamente è scoppiato uno scandalo internazionale e all'indignazione dei cittadini per un'immagine shock, si unisce quella di Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni si batte anche contro ogni tipo di rievocazione dei due regimi che hanno determinato un passato nefasto per la storia europea e mondiale, in un momento nel quale sta prendendo piede un’ondata neonazista in tutta Europa, perché è possibile che si utilizzino queste prassi per formare i baby neonazi del terzo millennio. Lo sconcerto e il rigetto non sono però sufficienti e occorre fare molto di più. Chi ha il potere deve adoperarsi per dare un segnale chiaro e inequivocabile all'opinione pubblica.

Carrefour richiama bresaola di tacchino Rigamonti per allergeni non dichiarati in etichetta.

Carrefour richiama bresaola di tacchino Rigamonti per allergeni non dichiarati in etichetta. La tutela de consumatore e la sua salute, prima di tutto. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie. Per questo Carrefour ha diffuso il richiamo di un lotto di bresaola di tacchino Rigamonti per la presenza di latte non dichiarato in etichetta. Il prodotto interessato è venduto in vaschette da 90 grammi con il numero di lotto 719470311 con scadenza 03-02-2020. La bresaola di tacchino richiamata è stata prodotta Rigamonti Salumificio Spa, nello stabilimento di via Stelvio 973, a Montagna in Valtellina, in provincia di Sondrio A scopo precauzionale Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai consumatori “ALLERGICI O INTOLLERANTI AL LATTOSIO” di non consumare il prodotto con i numeri di lotto segnalato e restituirlo al punto vendita d’acquisto per il rimborso. Per i consumatori che non soffrono di allergie o intolleranze al lattosio, il prodotto è sicuro e può essere consumato tranquillamente.

Aifa. Ritirati alcuni lotti di RANITIDINA ZENTIVA

Aifa. Ritirati alcuni lotti di RANITIDINA ZENTIVA L’Aifa ha disposto il ritiro del medicinale RANITIDINA ZENTIVA 150 e 300 mg compresse confezione da 20 compresse, AIC 035335025 e AIC 035335037 dell’azienda farmaceutica ZENTIVA a causa della possibile presenza della impurezza N-nitrosodimethylamine (NDMA). Il ritiro è stato disposto a seguito del divieto di utilizzo alla sospensione dei CEP delle altre officine interessate alla produzione del principio attivo “Ranitidina” e alla comunicazione di ritiro volontario da parte della ditta produttrice ai sensi dell’art. 70 D. L.vo 219/2006. In particolare si tratta dei seguenti lotti: RANITIDINA ZEN*20CPR RIV 150MG – AIC 035335025 – lotti nn. 852137 scad. 30-11-2021, 950759 scad. 30-4-2022, 850490 scad. 28-2-2021, 751461 scad. 31-8-2020, 750491 scad. 31-3-2020 e 651875 scad. 30-11-2019, RANITIDINA ZEN*20CPR RIV 300MG – AIC 035335037– lotti nn. 852139 scad. 30-11-2021, 852138 scad. 30-11-2021, 751899 scad. 30-9-2020, 751462 scad. 31-8-2020, 651877 scad. 30-11-2019 e 651876 scad. 30-11-2019. Questo prodotti nelle scorse settimane erano già stati sottoposti da Aifa a divieto di utilizzo. L’Agenzia italiana del farmaco ricorda anche che i cittadini possono richiedere soluzioni terapeutiche alternative al proprio farmacista di fiducia. La ditta ZENTIVA dovrà assicurare l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione della suddetta comunicazione e non dovrà rilasciare i lotti ancora giacenti nel proprio magazzino.RANITIDINA ZENTIVA, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,si usa per il trattamento sintomatico del bruciore e dell’iperacidità dello stomaco occasionali.

martedì 26 novembre 2019

Gorgonzola italiano ritirato in Germania per presenza di Listeria monocytogenes

Gorgonzola italiano ritirato in Germania per presenza di Listeria monocytogenes Le autorità tedesche hanno ritirato dal mercato alcuni lotti di gorgonzola prodotti in Italia a causa della presenza di Listeria monocytogenes. Nello specifico si tratta del prodotto "SAN FABIO GORGONZOLA DOLCE DOP 200g", EAN 23685390 e "SAN FABIO GORGONZOLA PICCANTE DOP 200g", EAN 22138569, ciascuno con una data di scadenza 26.11.2019, prodotto dall'azienda IGOR srl, in via SS 32 del Sempione, IT - 28062 Cameri in provincia di Novara. Questa misura precauzionale non influisce sui prodotti con altre date di scadenza. l motivo del richiamo precauzionale della data di scadenza interessata è la possibile rilevazione di Listeria monocytogenes nel prodotto con una durata di conservazione del 26.11.2019. A causa di possibili rischi per la salute, la società IGOR srl sconsiglia il consumo del prodotto. La società IGOR srl ha reagito prontamente e ha ritirato le merci dal mercato a titolo precauzionale. Il prodotto è stato venduto in Germania tramite i negozi PENNY, ad eccezione dei mercati degli stati federali di Sassonia, Sassonia-Anhalt, Turingia e Saarland. L’avviso di richiamo è stato ratificato dal Sistema rapido di allerta europeo (RASFF), precisa che il ritiro è avvenuto a scopo precauzionale dopo i test effettuati: dalle analisi è emerso che i prodotti erano risultati contaminati per 160cfu (unità formante colonia) per grammo, ben oltre i limiti consentiti dalla legge. La listeria è una famiglia di batteri composta da dieci specie, tra cui la monocytogenes, causa della listeriosi, malattia che colpisce gli animali e l’uomo per i quali il consumo di cibo o mangime contaminato è la principale via di trasmissione. Le infezioni possono verificarsi anche attraverso il contatto con animali o persone infetti. Anche se cotture superiori a 65° centigradi lo uccidono, il batterio può essere presente in diversi alimenti pronti. Inoltre, a differenza di molti altri batteri di origine alimentare, è in grado di tollerare gli ambienti salati e le basse temperature (tra +2 °C e 4 °C). Attualmente le informazioni sulla distribuzione in Italia non sono ancora disponibili.Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda massima allerta e di rispettare le basilari norme igieniche anche se si può ridurre al minimo il pericolo di contrarre la listeriosi con gli accorgimenti opportuni. Le categorie a rischio dovrebbero evitare di consumare il prodotto richiamato. Per tutti gli altri la regola principale è avere cura nella conservazione degli alimenti,soprattutto nel frigorifero. Inoltre la Listeria sopravvive alle temperature basse del frigorifero, ma muore con il calore della cottura. Per richieste stampa: IGOR srl, SS 32 del Sempione, IT - 28062 Cameri (NO) Signora Emy Scrocco, Tel: 0039 0321 200 256 257.

Cotechini da cuocere richiamati per rischio chimico.

Cotechini da cuocere richiamati per rischio chimico. L’allerta del Ministero della Salute: “Antibiotici nell’insaccato da cuocere del Salumificio Romano Mainelli”. Il ministero della Salute ha diffuso l’avviso di richiamo di due lotti di cotechini da cuocere del Salumificio Romano Mainelli per la presenza di antibiotici sulfamidici nella materia prima comunicata dal fornitore. L'insaccato coinvolto è venduto in unità sottovuoto da 500 grammi circa, con i numeri di lotto 18431921 e 18431931. I cotechini richiamati sono stati prodotti dal salumificio Mainelli Romano Srl, nello stabilimento di via Valsesia 21, a Oleggio, in provincia di Novara (marchio di identificazione IT 876L CE). A scopo precauzionale, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda di non consumare i cotechini con i numeri di lotto segnalati e restituirli al punto vendita d’acquisto.

Prodotti da forno biologici ritirata dal Ministero: «Allergeni non dichiarati», è allerta salute

Prodotti da forno biologici ritirata dal Ministero: «Allergeni non dichiarati», è allerta salute La tutela de consumatore e la sua salute, prima di tutto. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie. Per questo Il Ministero della Salute, nella sezione del sito dedicata agli avvisi alimentari, ha pubblicato oggi un avviso su sette lotti di prodotti da forno biologici, che sono stati ritirati da negozi e supermercati a causa della presenza di allergeni non dichiarati in etichetta. Nello specifico si tratta Treccine alla Pizzaiola Bio - Lotto 3819 da 150 gr con scadenza 16-06-2020, Treccine alla Pizzaiola Bio Lotto 3719 con scadenza 09-06-2020, Sfogliatine lupino e rosmarino Bio Lotto 3619 da 200 gr con scadenza 02-07-2020, Rustici cocco Bio Lotto 37/19 da 200 gr con scadenza 09-07-2020, Schiacciatina sesamo Bio Lotto 3719 da 25 gr con scadenza 09-06-2020, Crackers integrali alla spirulina Bio Lotto 3619 da 200 gr con scadenza 02-07-2020 e Bocconcini sesamo Bio Lotto 3819 da 200 gr con scadenza 16-07-2020a marchio VIAGGIATOR GOLOSO da 300 gr con scadenza 26.11.2019 tutti a marchio BIO’ S MERENDERIA, alimenti prodotti tutti nello stabilimento di Via Corradina 8/B Castiglione di Cervia in provincia di Ravenna. All’interno del prodotto ci sarebbe infatti della SENAPE, non dichiarata tra gli ingredienti: chi è allergico alla SENAPE potrebbe dunque avere problemi dal consumo della piadina stessa. A scopo precauzionale Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai consumatori “ALLERGICI O INTOLLERANTI ALLA SENAPE” di non consumare il prodotto con i numeri di lotto segnalati e restituirlo al punto vendita d’acquisto per il rimborso. Per i consumatori che non soffrono di allergie o intolleranze alla SENAPE, il prodotto è sicuro e può essere consumato tranquillamente.

lunedì 25 novembre 2019

In Italia 3 bimbi a settimana in cura perché insonni: gravi disturbi del sonno a causa degli schermi.

In Italia 3 bimbi a settimana in cura perché insonni: gravi disturbi del sonno a causa degli schermi. Troppi stimoli e cellulari la sera. Esiste una correlazione fra l'esposizione agli schermi elettronici e disturbi del sonno o del comportamento nei bambini. Oltre il 72% dei più piccoli ha serie difficoltà a dormire e manifesta problemi comportamentali. L’insonnia dei giovanissimi sta diventando un problema diffuso, spesso sottovalutato da genitori e pediatri. A lanciare l’allarme sono gli esperti della medicina del sonno,neurologi e psichiatri infantili, che curano sempre più bambini insonni. I bambini che già da molto piccoli trascorrono tanto tempo di fronte allo schermo sviluppano seri disturbi del sonno già entro l’età prescolare. E se l’insonnia diventa cronica può favorire disturbi psichiatrici come la depressione. Ma come mai i giovani dormono poco e male? Troppi stimoli la sera! Sul banco degli imputati la luce blu dei dispositivi tecnologici che modifica la produzione di melatonina, l’ormone del sonno, che regola il ciclo sonno-veglia. Questa luce artificiale manda in tilt l’orologio biologico. Potremmo chiamarla insonnia digitale. Diverse ricerche hanno dimostrato che smanettare su social, cellulari, tablet e videogiochi per ore prima di andare a letto toglie il sonno; si attiva il sistema di veglia e poi ci si gira nel letto per ore, accumulando sempre più stanchezza. Lo riportano i ricercatori della KK Women’s and Children Hospital e National University of Singapore, a seguito dell’analisi dell’associazione tra i bambini esposti agli schermi di aggeggi elettronici come tablet e smartphone prima dei 18 mesi di vita e i disturbi del sonno e del comportamento (EBD), e disturbi dello sviluppo neurologico nei bimbi in età prescolare (NDD). «Abbiamo rilevato una chiara associazione tra un’esposizione precoce ad uno o più monitor presenti nella camera da letto del bambino prima del compimento dei 18 mesi di vita, e la presenza di problemi relativi al sonno, come una bassa qualità del sonno e disturbi comportamentali», ha dichiarato dottor Mae Wong, leader dello studio. «Anche se questa ricerca ha preso come campione bambini con NDD, i risultati sono applicabili alla popolazione generale e si allineano con le prove già esistenti di altri studi effettuati sui bambini in via di sviluppo».La ricerca è stata condotta dal 2015 al 2017 e ha coinvolto 367 bambini di un'età compresa tra i 2 e i 5 anni, a Singapore, con NDD come autismo, ritardi linguistici, ritardi dello sviluppo e problemi di apprendimento. Il 52% dei piccoli partecipanti era esposto ad uno o più schermi prima dei 18 mesi di vita; il 57.7% possedeva almeno uno schermo nella stanza da letto ed oltre il 90% usava gli apparati elettronici più dell’ora limite raccomandata. Oltre il 72% di questi bimbi presentava gravi disturbi del sonno e quasi il 60% aveva gravi difficoltà emotive/comportamentali. La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Journal of Developmental & Behavioral Pediatrics. È ormai un problema di salute pubblica, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti. Il problema, sottovalutato da genitori e pediatri, sta diventando molto diffuso, dilagando e contagiando la generazione dei giovanissimi. quelli sempre connessi, quelli che vivono il cellulare come una protesi. Tuttavia gli esperti sconsigliano ai genitori di vietare lo smartphone la sera, per non scatenare una terza guerra mondiale in famiglia, ma piuttosto di imporsi il dialogo al posto del divieto.

Bambino francese di 9 anni dà da mangiare allo squalo con le mani: l’animale lo ferisce gravemente al braccio

Bambino francese di 9 anni dà da mangiare allo squalo con le mani: l’animale lo ferisce gravemente al braccio. L'incidente è avvenuto nel lagoonarium di Tahiti Un bambino francese di 9 anni di Setè, un comune francese del dipartimento dell'Hérault nella regione dell'Occitania, si trova in vacanza con la sua famiglia a Moorea, Tahiti. Qui, va a visitare un Motu privato, un’isolotto chiamato anche lagoonarium, luogo ricco di pesci e ad un certo punto decide di dare da mangiare a uno squalo con le mani, venendo subito ferito gravemente dall’animale con morsi profondi al braccio e alla mano destra. Il ragazzo, immediatamente uscito dall'acqua, è stato accompagnato all'ospedale di Moorea e poi trasferìto a Papeete, dove è stato operato e ricoverato per diversi giorni. È fuori pericolo e non dovrebbe perdere l'uso del braccio e della mano. Tiago, questo il nome del bimbo, ha osato un po’ troppo e, dato che ha voluto allungare del cibo agli squali con le mani, si è beccato un morso dall’animale. Questo incidente ha causato molta emozione e ansia, fino a Sète, ai parenti della famiglia Ortis, ben noti nella singolare isola. Il papà di Tiago, Guillaume Ortis, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, è infatti il creatore della palla da tennis dell'FC Sète 34 e l'allenatore della squadra francese. Saraa Ortis, la madre, è un'infermiera a Sète che ha pubblicato il video su YouTube all'indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=hpDHJqju9sg&feature=youtu.be, di quanto accaduto che, vista la pericolosità degli squali, poteva avere un finale molto peggiore.

Romania, nave con 15mila ovini si ribalta nel porto, strage di pecore nel Mar Nero

Romania, nave con 15mila ovini si ribalta nel porto, strage di pecore nel Mar Nero. Non è chiaro cosa abbia causato il naufragio - Video Quindicimila ovini 'naufragano' di fronte al porto rumeno di Capu Midia in Romania, migliaia di pecore muoiono annegate, salvate soltanto in 32. Una nave che trasportava bestiame, la "Queen Hind", si è capovolta domenica al porto di di Capu Midia, sulla costa rumena del Mar Nero, provocando la morte di molti degli animali che erano rinchiusi nella stiva. Quando le autorità sono arrivate sul luogo, la nave, che avrebbe dovuto raggiungere l'Arabia Saudita, era già affondata. Le pecore erano destinate per essere macellate secondo il rituale islamico (halal). La Romania è uno dei principali esportatori europei di capi di bestiame, ma è spesso stato criticato per il trattamento riservato agli animali: lo scorso agosto, il Parlamento europeo aveva adottato una risoluzione per chiedere un miglioramento nelle condizioni degli allevamenti intensivi. Nel documento si affermava che il paese esporta circa 70mila pecore all’anno, soprattutto nei paesi del Nord Africa e del Golfo Persico. Non è chiaro cosa abbia causato l'incidente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma diversi esperti e associazioni ambientaliste hanno criticato il metodo con cui le pecore erano trasportate, giudicato disumano e pericoloso. La nave, era lunga 85 metri ed era stata varata nel 1980: non è noto a quale compagnia appartenesse, ma l’equipaggio di 22 persone era interamente di nazionalità siriana. Era salpata da Midia ed era diretta a Jeddah, in Arabia Saudita. La clip dell'affondamento è visionabile sulla pagina di YouTube al link: https://www.youtube.com/watch?v=KqJdyIl6Jt0 .'

domenica 24 novembre 2019

Un pilota Aeroflot muore in volo, atterraggio dʼemergenza Rostov sul Don

Un pilota Aeroflot muore in volo, atterraggio dʼemergenza Rostov sul Don. Il copilota assume i comandi dellʼaereo ed attera senza inconvenienti. Il comandante ha avuto un attacco cardiaco mentre era diretto ad Anapa. Il malore poco dopo il decollo da Mosca Sheremetyevo Oggi il traffico aereo è da bollino nero. Il pilota 49enne del volo di linea SU1546 della Aeroflot è morto mentre stava pilotando verso Anapa, una città della Russia europea meridionale, e il copilota è stato costretto all'atterraggio d'emergenza a Rostov sul Don dove i medici, saliti a bordo per i soccorsi, non hanno potuto far altro che constatare il decesso del comandante. E' quanto accaduto, poco dopo il decollo da Mosca Sheremetyevo, su un aereo della compagnia Aeroflot. Il copilota ha subito dato l'allarme e gestito l'emergenza, poiché nessun medico era su questo volo, ma nulla si è potuto fare per il suo collega. "Quando il comandante ha perso la capacità di operare nelle prime fasi del volo, il copilota ha subito lanciato l'allarme e ha poi deviato la rotta verso Rostov sul Don per atterrare in sicurezza, senza altre complicazioni, mentre alcuni membri dell'equipaggio tentavano invano di rianimare il comandante con il massaggio cardiaco". Questo il racconto della compagnia Aeroflot, citata dall'agenzia di stampa TASS. A bordo dell'Airbus A320, registrato VP-BLH, ci sono 150 passeggeri e 7 membri dell'equipaggio. La causa preliminare della morte è stata un infarto o una trombosi. L'aereo è ripartito più tardi ad Anapa con un altro pilota. E' stata ora aperta un'indagine dal Servizio sulla sicurezza russo del traffico aereo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per far luce su quanto accaduto.

Demenza e calcio: vietare colpi di testa per i ragazzini che giocano a calcio. Lo chiede uno studio svizzero

Demenza e calcio: vietare colpi di testa per i ragazzini che giocano a calcio. Lo chiede uno studio svizzero che dimostra un legame tra le frequenti commozioni cerebrali e la demenza Si dovrebbe vietare ai bambini al di sotto degli 11 anni che giocano a calcio di colpire la palla con la testa fino a quando non avremo compreso meglio i rischi sanitari a lungo termine. E' quanto chiedono due rinomati specialisti svizzeri in neurologia, che auspicano nuove regole per evitare il più possibile i traumi cranici. La ricerca scientifica mostra infatti che frequenti commozioni cerebrali contribuiscono allo sviluppo della demenza. I bambini sono maggiormente esposti al rischio di danni cerebrali in caso di lesioni alla testa, perché hanno il cranio più sottile e muscoli del collo più deboli. Negli Stati Uniti la federazione calcistica ha vietato i colpi di testa ai bambini al di sotto dei 10 anni. ma c'è la possibilità di farlo solo in allenamento per i bambini fino a tredici. Pur non potendo direttamente intervenire altrove, la federcalcio americana ha raccomandato però che tutte le altre organizzazioni adottino la medesima politica. Tutto nasce da un problema drammatico in verità, ed è quello dei traumi cranici a seguito delle botte prese nel football americano: un problema che persiste da anni, e che ha portato a serie problematiche psichiatriche sfociate in atroci omicidi e suicidi. Come sempre negli Stati Uniti sono cominciate le battaglie legali e le class action dei vari gruppi di tutela dei minori o di organizzazioni di genitori, e il caso è arrivato nel 2014 in un tribunale californiano. Un giudice, con una sentenza che fa giurisprudenza, ha deliberato allora che la responsabilità in caso di infortunio e di conseguente richiesta danni sarebbe stata della Federcalcio americana che, per correre ai ripari, ha stabilito in tutta fretta che nel calcio giovanile è vietato colpire la palla con la testa. Tuttavia, è bene precisare, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,che di certezze non ve ne sono. Alcuni esperti ritengono che i frequenti colpi di testa in giovane età possano portare a commozioni cerebrali, lesionare vaste aree cerebrali e si sospetta pure che alla lunga provochino patologie importanti come il morbo di Lou Gerigh (la famigerata Sla), o invalidità di vario tipo. Niente, tuttavia, è sicuro.

Alitalia, controllori di volo in sciopero di quattro ore lunedì 25 novembre: cancellati 137 voli

Alitalia, controllori di volo in sciopero di quattro ore lunedì 25 novembre: cancellati 137 voli. Il personale incrocerà le braccia. Non si escludono disagi anche nelle altre destinazioni europee Confermato per il 25 novembre lo sciopero di 4 ore dei controllori di volo e Alitalia cancella 137 voli. Lo si legge in un annuncio pubblicato dalla compagnia sul sito: «Per lunedì 25 novembre alcune sigle sindacali, hanno proclamato uno sciopero dei controllori di volo dalle ore 13:00 alle ore 17:00. Negli stessi orari sono state confermate altre agitazioni nel settore del trasporto aereo. Alitalia è stata pertanto costretta a cancellare alcuni collegamenti, sia nazionali che internazionali» Per limitare i disagi, la compagnia ha attivato un piano straordinario che prevede l'impiego di aerei più capienti sulle rotte domestiche e internazionali, con l'obiettivo di riprenotare i viaggiatori coinvolti nelle cancellazioni sui primi voli disponibili in giornata. Alitalia prevede che il 60% dei passeggeri riesca a viaggiare nella stessa giornata del 25 novembre. Lo sciopero creerà disagi ai passeggeri in tutta la rete del network Alitalia. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” consiglia di controllare sui siti ufficiali degli aeroporti e di Alitalia lo stato del vostro volo per restare indenni.

Congo, precipita aereo dopo il decollo: i morti sono 23. L'incidente è avvenuto nelle vicinanze di Goma. VIDEO

Congo, precipita aereo dopo il decollo: i morti sono 23. L'incidente è avvenuto nelle vicinanze di Goma. VIDEO È di 23 morti il bilancio dell'incidente aereo avvenuto a Mapendo-Birere, nelle vicinanze di Goma, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Stando ai media locali, che citano le autorità, un Dornier 328-100 bimotore della compagnia Busy Bee è precipitato poco dopo il decollo. Non ci sarebbero superstiti. Le cause dell'incidente, al momento ignote, sono al vaglio di un'inchiesta. Tutte le compagnie aeree DR Congo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono nella lista nera dell'Unione Europea perché la sicurezza a bordo di queste compagnie aeree non può essere garantita. Ecco il video di YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=4kRqwHKf3jA.

Colombia. Cede carrello atterraggio Boeing 737 della Avior Airlines. Video

Colombia. Cede carrello atterraggio Boeing 737 della Avior Airlines. Video Chiusa la pista Nord per i voli in partenza e in provenienza dall’aeroporto di Bogotà in Colombia, il più importante del Sud America, dopo l’incidente ad un Boeing 737-400 della Avior Airlines. Il carrello di atterraggio principale destro dell'aeromobile ha ceduto pochi minuti dopo che il velivolo aveva toccato il suolo. Dopo aver toccato la pista l'aereo ha proseguito la sua corsa fino a quando, a velocità ridotta, si è inclinato sul lato destro. L'allarme è scattato immediatamente: i vigili del fuoco hanno cosparso l'aereo e la pista Nord di schiuma anti-incendio e poi hanno disposto i mezzi pronti a intervenire. Cento le persone a bordo, nessuno è rimasto ferito. L'agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un'inchiesta e inviato due ispettori per offrire assistenza alle indagini per capire cosa sia successo. L'incidente è accaduto il 22 novembre, mentre un Boeing 737-400 con sigla YV3012 di Avior Airlines operava il volo 9V1400 tra Valencia, in Venezuela e Bogotà, in Colombia. Dalle prime informazioni ricevute dall'autorità aeroportuale e da una prima ricostruzione dell'accaduto, fermo restando che l'inchiesta tecnica verrà condotta, l'incidente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato causato dal cedimento del carrello nella fase di atterraggio. Ecco la clip con la ricostruzione dell'incidente pubblicata su un link di Twitter all'indirizzo: https://twitter.com/i/status/1198066760211189761.

sabato 23 novembre 2019

"Un'altra tragedia": una barca di dieci metri con 169 migranti si è capovolta al largo delle coste di Lampedusa, si temono almeno 20 dispersi.

"Un'altra tragedia": una barca di dieci metri con 169 migranti si è capovolta al largo delle coste di Lampedusa, si temono almeno 20 dispersi. Una imbarcazione con più di 169 migranti si è capovolta a un tiro di schioppo da Lampedusa in un naufragio avvenuto questa sera. I soccorritori sono riusciti a mettere in salvo 149 naufraghi. La speranza è che in mare non ci sia più nessuno, ma i sopravvissuti dicono di essere partiti in 169 e se il numero risponde al vero, all'appello mancano venti persone. Sul molo, dove i naufraghi infreddoliti e coi vestiti fradici attendono che un piccolo pulmino, a gruppi di dieci, li porti al coperto, ci sono due uomini disperati perché le loro mogli non sono mai arrivate sulla terraferma, mentre le motovedette continuano le ricerche con raffiche di Libeccio fino a 23 nodi e onde alte, nel buio pesto della sera, coadiuvate da un aereo che perlustra l'area e dalle forze dell'ordine che ispezionano la costa nell'ipotesi che qualcuno possa aver raggiunto l'isola a nuoto. Intanto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, poco prima che giungesse la notizia del naufragio, per la prima volta Francia, Germania, Italia e Malta avevano congiuntamente richiesto alla Commissione europea, l'attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti che si trovano a bordo della Ocean Viking. La richiesta ha fatto sì che fosse individuato il porto sicuro di sbarco, Messina, mentre giungeva la notizia che la Guardia costiera libica aveva salvato 206 migranti in tre operazioni condotte fra giovedì e oggi a nord e ad est di Tripoli. Tuttavia il Mediterraneo, ormai sguarnito di soccorsi, continua ad essere battuto dagli scafisti, pronti a traghettare migranti dall'Africa in Europa. E con i "viaggi della speranza" sono riprese le tragedie in mare anche se il traffico è rallentato, quando le reti di contrabbando sulla costa mediterranea della Libia sono state parzialmente distrutte dalla pesante pressione italiana, con una persona su 14 che muore sulla rotta dalla Libia verso l'Europa secondo i dati dell'anno scorso. Un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato a gennaio ha rivelato che sei rifugiati e migranti sono morti ogni giorno nel 2018 nel tentavano di attraversare il Mediterraneo.

Paura a bordo di un aereo, un motore va a fuoco

Paura a bordo di un aereo, un motore va a fuoco. Uno dei passeggeri ha registrato lo spaventoso momento e lo ha postato su YouTube - VIDEO L'aereo è il sistema di trasporto più sicuro, secondo le statistiche. L'aviazione registra un grave incidente ogni 2,4 milioni di voli, mentre la probabilità di avere un incidente stradale sulle strade italiane è di 1 ogni 350.000 viaggi. Gli aerei vengono sottoposti a controlli giornalieri poco prima del primo volo. Passano anche esami ogni 100 ore, ogni 600 ore, ogni 18 mesi e uno accuratamente ogni 5 anni, il cosiddetto big stop. Quindi è molto difficile che si verifichino guasti. Bene, nonostante tutti questi controlli, il 21 novembre un aereo della Philippine Airlines ha subito un grave incidente proprio nel momento in cui era appena decollato dall'aeroporto internazionale di Los Angeles quando uno dei suoi motori ha preso fuoco. L'aereo, un Boeing 777 con 347 passeggeri a bordo e 5 membri di equipaggio, è partito giovedì scorso alle 11.00 a Manila quando diverse esplosioni sul lato destro del motore hanno sorpreso i passeggeri che hanno visto il motore inghiottito dalle fiamme lasciando un'importante scia di fumo nero. Le immagini sono state registrate da un passeggero con il suo cellulare. L'aereo è partito sessanta minuti più tardi dell'orario previsto a causa di problemi meccanici che, a quanto pare, non potevano essere risolti, e a questo si è aggiunta l'esplosione del motore. Dopo la perdita di potenza, il pilota ha dovuto cambiare rotta e tornare nello stesso aeroporto da cui era appena decollato facendo un atterraggio d'emergenza. Tanta paura sul volo PR 113 delle Philippine Airlines, evidenzia Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Perché quel propulsore, improvvisamente, si è rotto? Per ora non si conoscono le ragioni dell'avaria al reattore. L'esperienza suggerisce che alla base dell'avaria potrebbe esserci la collisione con un uccello. Ecco la clip con la ricostruzione dell'incidente pubblicata su un link di YouTube all'indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=UMOWx5z3Wqc.

Rischio incendio, Volvo richiama mezzo milione di auto diesel

Rischio incendio, Volvo richiama mezzo milione di auto diesel. Alcuni componenti del motore difettosi potrebbero provocare un incendio Ancora automobili destinate a essere ritirate dal mercato nel mondo, tra cui l'Europa, per difetti tecnici. Volvo sta richiamando oltre 500.000 veicoli diesel per ridurre il rischio di incendi del motore nei prossimi mesi, perché alcuni componenti del motore difettosi potrebbero innescare un incendio. Sono interessati i modelli con motori diesel a quattro cilindri prodotti tra il 2014 e il 2019. La soluzione: i concessionari Volvo sostituiranno gratuitamente il componente difettoso, montando in aggiunta un nuovo software e un nuovo sistema di raffreddamento. Questo richiamo è stato condotto con la supervisione della National Highway Traffic Safety Administration o NHTSA, un'agenzia governativa statunitense facente parte del Dipartimento dei Trasporti. Nel 2010, Zhejiang Geely Holding Group, con sede in Cina, ha acquisito la proprietà della casa automobilistica svedese dal colosso automobilistico americano Ford. Il quotidiano Dagens Nyheter di Stoccolma ha riferito sabato che una simile iniziativa è stata presa dalla casa automobilistica tedesca BMW, che ha avviato un'azione per richiamare 12.900 auto diesel vendute in Svezia. La BMW ha dichiarato giovedì che avrebbe richiamato 232.000 auto diesel, di cui 113.000 solo in Germania, a causa di un potenziale rischio di incendio, estendendo un richiamo iniziato l'anno scorso. Tuttavia, il rischio di incendio è "molto basso". Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti”, ancora una volta, grazie al servizio che svolge monitorando tutti i richiami tecnici per l'eliminazione di difetti di produzione o di progettazione riguardanti la sicurezza che interessano i veicoli circolanti, anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate vengono tempestivamente informati. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Volvo Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

Volo Spalato - Roma. Problemi dopo il decollo l'aereo torna indietro.

Volo Spalato - Roma. Problemi dopo il decollo l'aereo torna indietro. Problema in volo e il rientro in aeroporto per poi ripartire la sera stessa. Una piccola odissea, quella vissuta dai passeggeri, tra cui molti italiani, del volo Croatia OU 380 che, venerdì, avevano previsto di andare a Roma. Il volo in questione, era quello appunto in partenza alle 16:13 del 22 novembre dall'aeroporto di Resnik, in Croazia, per la capitale italiana. L'aereo della compagnia Croatia Airlines, un De Havilland (Bombardier) DHC-8-400 Dash 8Q, per problemi tecnici, dopo circa mezzo miglio, è dovuto rientrare allo scalo di partenza, atterrando in sicurezza alle 16:55. Il fatto è successo una ventina di minuti dopo il decollo. Per i passeggeri che erano a bordo dell'aereo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, secondo quanto dichiarato dalle fonti aeroportuali, non c'è stata nessuna conseguenza, se non qualche attimo di paura. I passeggeri sono stati riprenotati su un altro volo. L'aereo è ripartito da Spalato verso le 18:15 ed è arrivato felicemente a Roma, Aeroporto Leonardo da Vinci-Fiumicino, e il personale della compagnia aerea croata si è scusato con i passeggeri per il ritardo.

venerdì 22 novembre 2019

Salmonella nelle cozze sgusciate Selex. L’avviso di richiamo del ministero della Salute per rischio microbiologico

Salmonella nelle cozze sgusciate Selex. L’avviso di richiamo del ministero della Salute per rischio microbiologico Rischio microbiologico per Salmonella spp. Questo il motivo che ha spinto oggi il Ministero della salute a diffondere un avviso di richiamo di un lotto di cozze sgusciate della Selex, marchio presente nei punti vendita di tutta Italia. Nello specifico si tratta del prodotto “cozze cilene sgusciate precotte surgelate”, nella confezione da 250 grammi. Il lotto interessato dal richiamo è il numero RD17 prodotto da Panapesca Spa nello stabilimento di via Mazzini 31 a Massa e Cozzile (PT). Il motivo del richiamo è l’esito positivo nelle analisi per la ricerca di Salmonella spp. A scopo cautelativo e al fine di garantire la sicurezza dei consumatori, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda di non consumare le cozze con il numero di lotto segnalato e restituirlo al punto vendita dove sono state acquistate. Il rischio, rilanciando le raccomandazioni del Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle produzioni zootecniche, è che i mitili prelevati abusivamente possano esser commercializzati al di fuori dei canali legali, mettendo a grave rischio la salute dei consumatori. Mentre i molluschi acquistati esclusivamente attraverso "canali autorizzati all’interno di sacchetti con etichette che ne riportano la provenienza, possono essere acquistati in sicurezza".

Cadmio oltre i limiti consentiti: richiamate le seppie indopacifiche congelate Delizie di Pescato Sottozero

Cadmio oltre i limiti consentiti: richiamate le seppie indopacifiche congelate Delizie di Pescato Sottozero Il Ministero della Salute ha segnalato sul proprio sito inernet il richiamo di un lotto di seppie indopacifiche pulite e congelate a marchio Delizie di Pescato Sottozero qualità extra per la presenza di cadmio oltre i limiti di legge. Il prodotto coinvolto è venduto in sacchetti da 1 kg e sfuso, con il numero di lotto 9D23, (lotto interno: 1902739), e il termine minimo di conservazione 30/04/2021. Le seppie indopacifiche richiamate sono state prodotte per Urbis Food Srl da JJ Sea Foods nello stabilimento di Bara Road, a Mangrol, nello stato del Gujarat, in India (marchio di identificazione 1144-India)., In via cautelativa,o Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda di non consumare le seppie con il numero di lotto segnalato e riportarle al punto vendita d’acquisto.

L’annuncio del Ministero: richiamata l’uvetta sultanina di Eurospin per ocratossina oltre i limiti.

L’annuncio del Ministero: richiamata l’uvetta sultanina di Eurospin per ocratossina oltre i limiti. Il Ministero della salute ha diffuso oggi, il richiamo dal mercato di un lotto di uvetta sultanina Mister Sibamba prodotta da Spinservice nel suo stabilimento a Saruhanli Manisa in Turchia dal momento che le analisi hanno rilevato un livello di ocratossina A oltre i limiti di legge. Si tratta del lotto 450020556-14-1182 con scadenza 30 marzo 2021 in vendita nei discount Eurospin nelle confezioni da 250 grammi.. A scopo precauzionale, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda di non consumare il prodotto ma di restituirlo al punto vendita per la sostituzione o il rimborso.di non far consumare ai bambini il prodotto con il numero di lotto segnalato e riportarlo al punto vendita d’acquisto. L’ocratossina A, spiega l’autorità Europea per la sicurezza alimentare, è una micotossina prodotta da numerose specie fungine appartenenti ai generi Penicillinum e Aspergillus, molto diffusi in natura. Le micotossine come l’OTA si formano durante la crescita delle colture e di solito si sviluppano in seguito durante il deposito; queste sostanze sono state segnalate come contaminanti degli alimenti.I precedenti ritiri relativi a ocratossina A.Non si tratta del primo ritiro di un prodotto legato alla presenza di ocratossina A superiore al limite previsto dal regolamento europeo. Era già successo nel 2018 con diverse confezioni di Mix di bacche e frutta essiccata a marchio WELLNESS MIX e a settembre con le confezioni da 250 grammi del caffè 100% ARABICA MACINATO BIO prodotto dall'azienda Corsino Corsini Spa. E ancora a febbraio era toccato ai Bastoncini con crusca di frumento "AC Conad" prodotte dalla ditta Molino Nicoli S.p.A. Costa di Mezzate (BG).

giovedì 21 novembre 2019

Allarme dal sito web Hoax-Slayer: torna la truffa globale su Facebook dei falsi biglietti aerei gratuiti.

Allarme dal sito web Hoax-Slayer: torna la truffa globale su Facebook dei falsi biglietti aerei gratuiti. Brett M. Christensen dal sito web Hoax-Slayer ha scoperto una nuova truffa su social media e posta elettronica, ecco come riconoscere i finti biglietti aerei in regalo L’avvicinarsi delle vacanze di Natale sta dando nuova energia ai cybercriminali, che cercano di ingannare gli internauti con la solita truffa dei falsi biglietti aerei gratis. Le compagnie di bandiera da qualche giorno sono sfruttate per una campagna phishing particolarmente pericolose. Lo schema di truffe come questa dei falsi biglietti in regalo è sempre lo stesso. La vittima viene portata a cliccare su sul tuo feed di Facebook con la speranza di ricevere i biglietti gratuiti. In realtà, come avvisa sito web Hoax-Slayer, l’utente viene reindirizzato su siti maligni, strutturati per assomigliare in tutto e per tutto all’originale compagnia aerea. Ovviamente le persone che cadono in questa trappola non riceveranno nessun biglietto gratis, avranno “regalato” i loro dati personali a cybercriminali di ogni tipo, che potranno così utilizzarli per compiere i propri scopi. A dire la verità non si tratta della prima volta che gli hacker fingono di essere la compagnia aerea per regalare dei biglietti falsi in cambio dei dati degli utenti, già in passato i cyber criminali avevano usato questa tecnica. Mentre più di recente su WhatsApp si era diffusa la truffa legata a finti biglietti gratuiti RyanAir e Alitalia. Difendersi da questo tipo di raggiri, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, fortunatamente, non è complicato. Per prima cosa ricordiamoci di non cliccare a cuor leggero su post sponsorizzati sui social media o su link in arrivo tramite messaggio di posta elettronica. In secondo luogo evitiamo sempre di inserire i nostri dati personali, come data di nascita, nome, cognome e indirizzo di residenza, su siti poco sicuri: il rischio di subire un furto di identità è altissimo. Hoax Slayer (stilizzato come Hoax-Slayer ) è un sito web creato nel 2003 da Brett Christensen, dedicato all'analisi critica della veridicità delle leggende urbane . Mentre è meglio conosciuto per il debunking di false storie, ospita anche una pagina che elenca leggende urbane strane ma vere. È nato come Yahoo! gruppo prima della creazione del sito Web. Storie che ha sfatato includono video falsi che affermano di rappresentare il Volo 370 della Malaysia Airlines , miti secondo cui la supermoon del 2013 è apparsa più grande di quanto non fosse realmente, e una bufala "Simon Ashton" che afferma che le e-mail di Simon Ashton non dovrebbero essere aperte perché in questo modo si causerà la violazione del computer. Nel 2014 il sito è stato rielaborato, modificando lo stile e la combinazione di colori per le pagine principali e i nuovi report, mentre i vecchi report hanno mantenuto lo stile precedente.

La piccola volpe star dell'aeroporto militare di Galatina indisturbata mangia dalle mani del suo amico uomo - VIDEO

La piccola volpe star dell'aeroporto militare di Galatina indisturbata mangia dalle mani del suo amico uomo - VIDEO Un video, incredibile a dirsi, di una piccola volpe che mangia dalle mani di un umano. Accade nell'aeroporto di Galatina dove i militari, sono riusciti a dare da mangiare a una volpe in cattività. Una volpe per amico, è il curioso e del tutto originale rapporto che si è creato da qualche tempo grazie alla fiducia che è aumentata con questo animale, per sua natura poco socievole, diffidente e guardingo, soprattutto nei confronti dell’uomo. E così ogni sera, l'animale spunta in aeroporto, in attesa della cena che arriva puntualmente e la confidenza è tale che la volpe non esita ad avvicinarsi ai suoi amici umani sino a mangiare dalle loro mani. Si avvicina senza neanche più timore facendosi ben capire che è lì in cerca di qualcosa da mettere sotto i piccoli ma affilatissimi denti. Anche se la storia fa sognare, il fatto riapre il tema su certi atteggiamenti tenuti dagli essere umani nei confronti degli animali selvatici come le volpi, come in questo caso, nutriti da militari all'interno della struttura militare. È risaputo il fatto che queste, siano diventate delle vere e proprie attrazioni. Alle volpi, spesso, per invogliarle ad avvicinarsi viene anche offerto cibo. Volpi che si avvicinano alle case non sono un fatto insolito quindi. Un animale docile, non impaurito dalla presenza dell’uomo. In realtà, nonostante il loro aspetto pacifico, le volpi sono e restano animali selvatici. Anche se non hanno timore dell’uomo e si avvicinano potenzialmente sono sempre animali pericolosi. Da noi non c’è la rabbia e da quel punto di vista siamo abbastanza tranquilli ma le volpi possono anche trasmettere il tetano con un morso nel caso in cui chi viene attaccato non sia vaccinato. A dire degli esperti, la confidenza che questi animali possono dare all’uomo quindi non deve ingannare e basterebbe una minima percezione di pericolo che un morso sarebbe sempre in agguato. Un altro comportamento errato è anche quello di offrire alle volpi del cibo. Si abituano alla troppa confidenza con l’uomo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, e questo non va bene nemmeno per l’animale che, spinto dalla fiducia, potrebbe avvicinarsi a chi ha anche, nei suoi confronti, cattive intenzioni. L’animale selvatico deve rimanere selvatico. La clip è visionabile all'indirizzo internet di YouTube al link: https://youtu.be/OwkJLcDoUoY.

mercoledì 20 novembre 2019

Allarme nazionale: cozze mediterranee dalla Spagna, confezionate in Italia, contaminate con Salmonella

Allarme nazionale: cozze mediterranee dalla Spagna, confezionate in Italia, contaminate con Salmonella. Allerta per cozze contaminate provenienti dalla Spagna e distribuite in Italia. C'è un elevato rischio per la salute Il sistema di rilevazione europeo Rasff lancia l'allarme su cozze mediterranee confezionate e distribuite in tutt'Italia, provenienti dalla Spagna, contaminate dal batterio della Salmonella. I lotti ritirati dal mercato sono sconosciuti. La notifica lanciata dal Rasff, la piattaforma di segnalazione rapida dell’Unione Europea, tramite il suo sito ufficiale è la 2019.4082 del 20-11-2019. Il consiglio, trattandosi di “rischio grave”, è quello di non mangiarle. Questo specifico caso viene considerato particolarmente serio in quanto il Rasff non è riuscito ad individuare i lotti interessati dal ritiro del mercato. La contaminazione da salmonella non riguarda quindi solamente la grande distribuzione ma anche i piccoli punti vendita, pescherie e mercati. La salmonellosi è una malattia infettiva generata dal batterio della Salmonella e si trasmette attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminate. Questa patologia colpisce l’apparato dirigente e provoca principalmente nausea, vomito, diarrea e dolori addominali. La salmonella incubazione si aggira sulle 12-36 ore e si manifesta poi per circa una settimana. Lo Rasff, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, predica cautela per le cozze contaminate in quanto spesso questo alimento viene consumato crudo. Con l’abbattimento e la cattura di batteri della Salmonella vengono inibiti ma è comunque opportuno fare attenzione perché non conoscendo i lotti incriminati è possibile che alcuni abbiano già acquistato i prodotti contaminati.

Ranitidina, ritiro specialità medicinale BUSCOPAN ANTIACIDO

Ranitidina, ritiro specialità medicinale BUSCOPAN ANTIACIDO. Il BUSCOPAN (privo di ranitidina) è, invece, regolarmente disponibile in farmacia. Ancora un richiamo di farmaci a base di ranitidina. Questa volta è l’azienda farmaceutica, Sanofi ad informare i pazienti del richiamo volontario di alcuni lotti del loro farmaco. Il motivo è la presenza dell’impurezza NDMA appartenente alla classe delle nitrosammine. Nello specifico, facendo seguito alle precedenti circolari Federfarma prot. n. 14724/384 del 20 settembre 2019, prot. n. 14820/386 del 23 settembre 2019 e prot. n. 14843/389 del 23 settembre 2019, inerenti il divieto d'uso di alcuni farmaci a base di ranitidina, si tratta dei lotti BUSCOPAN ANTIAC*10CPR EFF 75MG – AIC 039279017. della ditta SANOFI. L'azienda farmaceutica, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sottolinea, inoltre, che il farmaco oggetto di ritiro è il BUSCOPAN ANTIACIDO e non BUSCOPAN (privo di ranitidina) che è, invece, regolarmente disponibile in farmacia.

Bretagna: il mistero dei bambini "sans bras".

Bretagna: il mistero dei bambini "sans bras". Ad Ain e in Bretagna, i bambini nascono con questa malformazione. Una pista ambientale da sostanze tossiche presenti nei pesticidi per spiegare i 25 casi di agenesia trasversale degli arti superiori? Secondo l'Ain, l'agenzia sanitaria pubblica francese, sono venticinque i bambini nati con gravi malformazioni tra il 2000 ed il 2017 nel sud della Francia ed il loro caso viene indicato come il mistero dei "bébé sans bras". Sono i piccoli affetti da agenesia trasversale degli arti superiori venuti al mondo in tre specifiche aree rurali francesi che hanno suscitato particolare interesse rappresentando un'incidenza sospetta e pari ad oltre il doppio dei casi previsti nella media sanitaria locale. In altre parole, questi bambini nascono con una mano, un avambraccio o un braccio in meno. Data l'entità del fenomeno, Public Health France ha condotto un'indagine epidemiologica, che ha reso pubblico il 4 ottobre 2018. Tuttavia, nessuna causa è stata evidenziata. La malformazione a carico degli altri superiori, si manifesta con assenza di mani e/o braccia sin dalla nascita e si sviluppa nei primi due mesi di gestazione, tra il 24° e il 56 ° giorno dal concepimento. L'agenesi trasversale degli arti superiori rappresenta meno di 150 casi all'anno in Francia. Le sue cause possono essere genetiche, legate a vincoli fisici o sostanze tossiche. Con la talidomide, una molecola commercializzata negli anni '60 per curare la nausea delle donne in gravidanza, tra il 1957 e il 1962, 10.000 bambini nacquero senza braccia a causa di questo farmaco. Dunque, il problema può avere origini farmacologiche, genetiche o meccaniche, ma nel caso francese non è stata esclusa anche una pista ambientale. Il Remera, registro locale di sorveglianza che controlla i dati sulle nascite nell'area Rodano-Alpi, situata al confine con Svizzera ed Italia, ha evidenziato la segnalazione sospetta dei numerosi casi, sottolineando soprattutto la loro concentrazione nelle regioni della Bretagna e della Loira Atlantica. Indagando sulle abitudini, il lavoro, le origini delle madri ed i loro consumi durante la gravidanza, i responsabili del Remera hanno potuto rilevare come fattore comune solo la residenza in aree rurali ed in particolare nei pressi di coltivazioni di girasole e mais. La notizia dei numerosi casi di agenesia trasversale degli arti superiori è arrivata ad ottobre 2018 ed oggi, a distanza di un anno, se ne valuta la causalità non essendo stati ancora appurati i fattori scatenanti. Torna, così, in auge proprio la pista ambientale, legata alla possibilità che le gestanti siano entrate in contatto con sostanze tossiche presenti nei pesticidi. Nulla è stato confermato in tal senso poiché nessuna indagine specifica è stata avviata visto che mancavano, sin dall'inizio, indizi tali da ricondurre ai pesticidi così come ad ogni altra causa scatenante poiché totalmente assenti elementi in comune tra le realtà alle quali ogni singolo bèbè sans bras appartiene. L'Ansp, Agenzia nazionale della sanità pubblica, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, pur tranquillizzando i cittadini sull'inesistenza di un'epidemia, ha avviato un'inchiesta su tutto il territorio francese, al fine di provare ad individuare le reali cause del problema. Sta di fatto che la notizia, secondo la quale nella regione dell'Ain contemporaneamente ai bambini senza braccia, nascevano vitelli senza coda, avvalora la pista della causa ambientale dovuta a pesticidi o medicine somministrate agli animali. Tuttavia, in assenza di una risposta definitiva, supportata da dati inconfutabili, il mistero dei bèbè sans bras persiste e s'infittisce a causa delle ipotesi che alimentano la sua inspiegabile natura. Per tale ragione, per la prima volta, la Procura della Repubblica di Marsiglia, ha avviato un'indagine preliminare, a seguito della denuncia presentata dai genitori questa estate. Le indagini, affidate all'Ufficio centrale per la lotta contro le minacce all’ambiente e alla salute pubblica (Oclaesp) e alla brigata della Gendarmeria di Lione, sono state avviate dopo la denuncia presentata all'inizio di agosto dai genitori un bambino nato senza dita nella mano destra, nell'Ain. Secondo il loro avvocato, Fabien Rajon, l'obiettivo della denuncia è "cercare le cause" di questa malformazione e infine conoscere la verità su questo fenomeno che ha colpito anche diversi bambini della Loira Atlantica e del Morbihan tra il 2009 e il 2014.

martedì 19 novembre 2019

Il medico condivide su YouTube immagini scioccanti dei polmoni di un fumatore.

Il medico condivide su YouTube immagini scioccanti dei polmoni di un fumatore. I suoi polmoni estratti carbonizzati diventano uno spot contro il fumo. Ecco il video raccapricciante che ha fatto il giro del mondo con oltre 25 milioni di visualizzazioni Un medico cinese ha rifiutato di trapiantare i polmoni di un morto di 52 anni. Gli organi anneriti si sono dimostrati inadeguati: il risultato di una dipendenza da tabacco di oltre 30 anni. Il dottor Chen Jingyu, primario del Wuxi People’s Hospital, ha deciso di condividere le riprese dell'operazione come strumento per una campagna antifumo. "I test iniziali sull’ossigenazione sembravano buoni, ma quando abbiamo estratto gli organi ci siamo resi conto che era impossibile accettarli per un trapianto", ha spiegato il primario. Il video è stato visto oltre 25 milioni di volte ed è stato giudicato dagli utenti di internet "il miglior spot contro il fumo di sempre". La Cina ha più di 300 milioni di fumatori, un terzo del totale mondiale, secondo l'OMS. Ogni 30 secondi, un cinese muore a causa del tabacco. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” questo video raccapricciante quanto significativo, dove la difficoltà respiratoria è ben evidente nei polmoni rovinati dal fumo, dovrebbe invogliare chiunque a smettere di fumare. Non bisogna demordere con tutti i mezzi consentiti nella lotta contro questo problema che è causa di costi sociali impressionanti, adottando rigorose strategie di carattere transnazionale come questa sollecitata dall'Organizzazione Mondiale Della Sanità. La clip è visionabile sulla pagina di YouTube al link : https://www.youtube.com/watch?v=kTq_QzTQ1Cs.

Scoperto nell'albero più vecchio del mondo il meccanismo della longevità.

Scoperto nell'albero più vecchio del mondo il meccanismo della longevità. Nato prima delle piramidi d'Egitto, ha 5067 anni, è un pino e si trova negli Stati Uniti, sulla catena delle White Mountains. Permetterà di capire come si è evoluta la telomerasi, enzima chiave della lunga vita È un albero, il Pinus longaeva, l'organismo vivente più antico che vanta il primato di pianta di antica del globo terrestre, dall'alto dei suoi 5067 anni. Questa pianta dotata di una straordinaria longevità, permetterà di capire come si è evoluta la telomerasi, l'enzima chiave della longevità, dagli organismi unicellulari all'uomo. La telomerasi è stata isolata per la prima volta in un organismo unicellulare che viveva nella schiuma di un laghetto, e si è poi scoperto essere presente in quasi tutti gli organismi multicellulari, uomo incluso, con un ruolo cruciale nell'invecchiamento e nel cancro. Ora per la prima volta si sono capite struttura e funzioni dell'Rna, la molecola cugina del Dna, nella telomerasi di questo pino Matusalemme, trovando un filo evolutivo che unisce gli organismi unicellulari e gli esseri umani. Ogni volta che la cellula si divide, il Dna dei telomeri, cioè le strutture che proteggono le estremità dei cromosomi e il loro materiale genetico, si restringe. Questo continuo accorciamento funziona come un "orologio molecolare" che segna il conto alla rovescia per la fine della crescita cellulare. A bilanciare il "restringimento" dei telomeri c'è la telomerasi, che compensa l'invecchiamento cellulare aggiungendo repliche di Dna sull'estremità del cromosoma, usando come "stampo" il suo Rna. Ma si è visto che mentre l'Rna dell'organismo unicellulare e degli uomini sono molto diversi tra loro, quello della pianta ha caratteristiche comuni con entrambi, cioè è l'anello mancante, che potrà in futuro aiutare a capire come sviluppare terapie anti-cancro e anti-invecchiamento. Lo spiegano sulla rivista dell'Accademia delle scienze americane (Pnas) i ricercatori dell'università statale dell'Arizona, guidati da Julian Chen. Tuttavia, fino ad alcuni anni fà, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l'albero che si credeva essere il più antico fino ad ora è "Methuselah", un altro Pinus longaeva, che secondo gli studiosi Ed Schulman e Tom Harlan è vivo da ben 4845 anni. Anche "Methuselah" cresce in California, mentre "Prometeus", solo un anno più giovane dell'altro esemplare, ma deceduto, sorge in Nevada. Insomma, negli Stati Uniti gli alberi vengono su proprio sani e forti.