mercoledì 30 gennaio 2008

Controllare i costi accessori delle multe

Basta con il business delle multe a raffica. Per l’automobilista multato fino a 50,00 €uro di oneri accessorie per un verbale notificato. Il componente del Dipartimento Nazionale “Tutela del Consumatore”, Giovanni D’AGATA chiede l’intervento della Corte dei Conti.
Lo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce nel quale da anni è nato un Comitato spontaneo degli “Automobilisti Illegittimamente Multati”, nella sua costante attività tesa a riequilibrare il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini-utenti della strada, ha verificato a seguito delle numerose segnalazioni giunte, che c’è stato un aumento vertigionoso dei costi accessori relativi alla notifica dei verbali al Codice della Strada, coinciso con la tristemente nota prassi della multe a raffica con l’ausilio di società appaltatrici.
Un vero e proprio business se si pensa che tra spese di notifica, di spedizione, visure, stampa ed altri oneri per un verbale di 70,00 €uro si arrivano a richiedere fino ad ulteriori 30,00 €uro, e tutte a carico degli utenti della strada, in virtù delle prescrizioni di legge.
Spese accessorie di difficile interpretazione, anche perché nella gran parte dei casi non vengono riportate analiticamente tutte le voci, destando non pochi sospetti tra i cittadini multati.
Ciò che emerge con lampante evidenza dall’analisi avviata dallo “Sportello dei Diritti” è che la spesa varia da Comando a Comando di Polizia Municipale e se i famigerati strumenti di rilevazione elettronici siano usati dalle Polizie Municipali direttamente o affidati in gestione a società appaltatrici, od ancora se la postalizzazione venga affidata a società terze.
A tali prassi, a dir poco illegittime, ma senz’altro poco trasparenti dev’essere data immediata chiarezza anche perché a livello nazionale la normativa appare carente in virtù dell’assenza di direttive univoche che stabiliscano, quantomeno, un tetto massimo per gli oneri accessori.
Per questi motivi, il componente del Dipartimento Nazionale “Tutela del Consumatore”, Giovanni D’AGATA chiede l’intervento della Corte dei Conti, affinché ci sia un maggiore controllo e una verifica della correttezza e della trasparenza dell’agire amministrativo degli Enti Locali anche nella fase di notifica delle sanzioni amministrative.
Lecce, 30 gennaio 2008
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA





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Tel. 388/9411240 - e mail: dagatagiovanni@virgilio.it

sabato 12 gennaio 2008

Vietare l'uso dei sacchetti e dei contenitori di plastica

La lotta all’emergenza rifiuti, può iniziare con la riduzione fino alla messa al bando dei sacchetti e contenitori di plastica. Il componente del Dipartimento Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, invita il Governo, ad avviare un programma in tal senso, sulla scia di numerosi Paesi industrializzati.
Nelle immagini televisive che provengono da Napoli sull’”emergenza rifiuti” ciò che più colpisce l’occhio del telespettatore è l’enorme quantità di sacchetti e contenitori di plastica ammassati, quasi a coprire e celare gli altri tipi di rifiuti.
Per non parlare della facilità con cui questi prodotti derivati da idrocarburi prendano fuoco e siano tra le maggiori e pericolose fonti di diossina e micro-particelle inquinanti.
Quindi, ci pare opportuno al fine di perseguire politiche volte ad una progressiva riduzione delle fonti d’inquinamento che sia giunto il momento di sostituire sacchetti e contenitori plastici, altamente inquinanti perché di difficile smaltimento, con sacchetti e contenitori biodegradabili o riciclabili.
In molti paesi industrializzati e fra questi in particolare sono da segnalare i casi emblematici dell’Australia e della tanto criticata Cina sono state avviate politiche di progressiva riduzione fino alla messa al bando dei sacchetti e contenitori di plastica.
Anche in Unione Europea, seppur carente di un’univoca disciplina comunitaria in materia, vi sono stati importanti interventi dei singoli Paesi tesi ad una riduzione dell’utilizzo di sacchetti e contenitori in plastica e fra questi vi sono da segnalare quelli d’Irlanda, che addirittura dal 2002 ha reso obbligatorio il pagamento delle buste da parte dei consumatori e di Francia e Germania che dovrebbero vietarne l’utilizzo a partire dall’ormai non lontano 2010.
L’Italia, invece, appare in netto ritardo, anche se la finanziaria dello scorso anno aveva introdotto una normativa che prevedeva la possibilità di sostituire le buste di plastica con altre di materiali biodegradabili di origine nazionale a partire dal 2010.
Per queste ragioni nell’ottica ambientalista perseguita da Italia dei Valori, il componente del Dipartimento Nazionale “Tutela del Consumatore”, Giovanni D’AGATA, invita il Governo, ad adottare misure più rigorose e decisive finalizzate alla definitiva messa al bando di sacchetti e contenitori plastici.
Lecce, 13 gennaio 2008
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA


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