lunedì 31 gennaio 2022

Ansia per un cucciolo di megattera arenatosi ferito sulla spiaggia di Alimos – VIDEO

Ansia per un cucciolo di megattera arenatosi ferito sulla spiaggia di Alimos – VIDEO E’ stato visto a Salamina, meno afflitto, ma si è arenato di nuovo, meno sofferente, ma si è arenato di nuovo Una megattera è stata trovata a pochi metri dalla spiaggia di Alimos. Esperti della guardia costiera greca si sono precipitati cercando di salvare una baby megattera ferita sul muso e pericolosamente vicina, che potrebbe arenarsi sulla spiaggia di Alimos, Atene. La guardia costiera ellenica è intervenuta con una barca e sommozzatori, che hanno raggiunto la balena e l'hanno messa in sicurezza in attesa dei funzionari del centro di soccorso per cetacei ARION che hanno fornito il primo soccorso all'animale. Il professore di Biologia Marina, il dott. Koutsoubas, ha spiegato che questi cuccioli di megattera vanno a sbattere contro le eliche delle navi come in questo caso che sembra essere gravemente ferito sul muso e di solito non finiscono bene. La balena ha commosso tutti con la sua avventura. Ieri i soccorritori l’anno trasportata al largo per vedere se riuscirà a sopravvivere. Poco dopo le 9:00 di venerdì sera, è stato spinto in profondità, a circa 2 miglia dalla costa, senza una presenza umana accanto. Questo decisione è stata presa dagli esperti poiché il cucciolo ha risposto al farmaco e ha nuotato in modo soddisfacente. Eugenia Skoutzou, veterinaria e membro del centro di ricerca per il salvataggio e il trattamento dei cetacei "Arion", ha affermato che la giovane balena è stata vista sabato mattina a Salamina. Ha aggiunto che il mammifero non sembra sofferente e disidratato come ieri, ha un aspetto migliore, non fa movimenti circolari e ci sono buone possibilità che sopravviva. In un nuovo post, "Arion" ha fatto sapere, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che la giovane balena si è arenata su un'isola nel Golfo Saronico, senza menzionare Salamina. La Scuola Veterinaria dell'AUTh insieme ad ARION è stata immediatamente informata dall'Autorità Portuale locale per il reinsediamento della stessa megattera su un'isola Saronica. La Squadra Veterinaria di Soccorso ARION fornisce assistenza medica. La leadership del Ministero della Difesa Nazionale-Marina assiste attivamente all'operazione con un gruppo di subacquei dell'O.Y.K. "Per favore, non molestare il mammifero", hanno raccomandato in una dichiarazione. Secondo l'APE-MPE, la balena è stata vista su una costa rocciosa della spiaggia di Selinia vicino a Salamina come si può vedere aprendo il link del video di seguito riportato: https://www.itemfix.com/v?t=kd48ne&jd=1

Collirio antinfiammatorio ritirato dalle farmacie. Ecco la marca e info

L’AIFA, con apposito provvedimento, ha ordinato il ritiro di un lotto di un collirio del medicinale VERKAZIA. Nello specifico, si tratta del lotto n. 9N20H del medicinale VERKAZIA 1 mg/ml collirio emulsione con scadenza 09/2023, AIC n. 046918049. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato disposto a seguito della comunicazione da parte della ditta SANTEN ITALY SRL concernente possibile rischio di formazione microcristalli del principio attivo in confezioni del medicinale, ed ai sensi dell’art. 70 del D. L.vo 219/2006. VERKAZIA è un farmaco a base del principio attivo Ciclosporina, appartenente alla categoria degli Oftalmologici e nello specifico Altri oftalmologici. E’ commercializzato in Italia dall'azienda SANTEN ITALY SRL con sede in Piazza Sigmund Freud, 1a Milano.

Professore si dà fuoco davanti alla caserma dei Carabinieri.Ecco le immagini del salvataggio

Professore si dà fuoco davanti alla caserma dei Carabinieri. L'uomo, è grave in prognosi riservata, verrà trasferito al Centro grandi ustionati di Napoli non appena sarà stabilizzato. La tragedia è avvenuta a Rende, in provincia di Cosenza. Ecco le immagini del salvataggio Un docente, F. C. di 33 anni, si è dato fuoco davanti alla caserma dei Carabinieri di Rende, in provincia di Cosenza, in Calabria. Secondo quanto si apprende, lavorava in Lombardia come docente e aveva da poco fatto rientro alla sua abitazione di Cosenza. Agli investigatori non risultano episodi pregressi di tipo penale né militanza in gruppi ideologici estremi. L'ipotesi, dunque, è quella di un gesto estremo ed è anche giudicata del tutto fortuita la scelta del luogo dove è stato compiuto. L’uomo avrebbe riportato gravi ustioni sul 70 per cento del corpo ed è stato immediatamente soccorso e trasportato all’ospedale dell’Annunziata dove è stato ricoverato in Terapia intensiva. Si è successivamente deciso il trasferimento al centro grandi ustionati di Napoli. La tragedia si è consumata attorno alle 10 quando l’uomo è arrivato a bordo di una Fiat Seicento gialla, parcheggiandola vicino alla caserma scendendo dall’auto con una tanica in mano. Arrivato davanti all’ingresso si è cosparso di benzina e si è dato fuoco. Non avrebbe detto nulla. E’ stato poi salvato da due persone con un estintore, Roberto Viatore e Dmytro Berezyak entrambi dipendenti di un gommista della zona. Sull’accaduto indagano i carabinieri. Secondo quanto si apprende, l’uomo lavora in Lombardia come docente e aveva da poco fatto rientro in Calabria. L'uomo, rileva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, avrebbe compiuto il gesto senza dire nulla. Di seguito il link del video da scena da film e il relativo salvataggio: https://www.youtube.com/watch?v=ZcMHteROfKM https://www.itemfix.com/v?t=hslurp&jd=1

Consorzi di Bonifica e contributi. La C.T.P. di Lecce annulla un sollecito di pagamento notificato dall’”Arneo” per oltre 2300 euro

Consorzi di Bonifica e contributi. La Commissione Tributaria Provinciale di Lecce annulla un sollecito di pagamento notificato dall’”Arneo” per oltre 2300 euro Il tema del pagamento dei contributi ai consorzi di bonifica e della loro legittimità è tutt’affatto che sopito. Tant’è che continuano a pervenire ai proprietari di beni immobili all’interno delle aree interessate le richieste di pagamento per questo balzello dai più percepito come iniquo o addirittura incomprensibile. In tale ottica, appare interessante la sentenza, ricevuta oggi, della C.T.P. di Lecce – Sez. 2 – che, in accoglimento delle eccezioni di diritto e di merito formulate dall’avvocato Maurizio Villani, ha accolto il ricorso del 23 febbraio 2021 ed ha totalmente annullato il sollecito di pagamento di euro 2.303,88 del Consorzio di Bonifica dell’Arneo notificato alla S.R.L. AGRISUD. La prova del beneficio diretto e specifico grava sempre sull'ente impositore. Siffatta prova presuppone che l 'ente impositore o il concessionario dimostri anzitutto l’inclusione dell'immobile nel perimetro di contribuenza in relazione all'ambito operativo del corrispondente piano di classificazione, in tale ipotesi profilandosi presunzione di beneficio fondiario, considerate le finalità pubblicistiche svolte dai Consorzi sottese alla difesa del suolo e alla salvaguardia dell'ambiente. Sul punto, la Corte Costituzionale, con sentenza n. 2241/2015, ha avuto modo di precisare che "........ il Consorzio, la cui cartella di pagamento sia stata impugnata, ha l’onere di produrre in giudizio il piano di classifica se intende essere esonerato dal dimostrare concretamente i presupposti del potere impositivo e, in particolare, lo specifico beneficio conseguito al fondo onerato, risultando, invece, a tal fine insufficiente la mera dimostrazione dell'esistenza del piano medesimo e in sua mancata impugnazione dinanzi al giudice amministrativo" (cfr. anche Cass. N. 654/2012, n. 11722/2010). Nella fattispecie, se pure il Consorzio ha assolto l'onere di che trattasi, tuttavia, in concreto, le specifiche contestazioni del ricorrente, non contrastate da rilievi puntuali concernenti la lamentata assenza di beneficio diretto al fondo di proprietà, consentono di ritenere superata la presunzione di che trattasi. Segnatamente, possono ritenersi di fatto incontestate, oltre che pertinenti, le risultanze peritali addotte da parte ricorrente - dettagliate e corredate da precisi riferimenti censuari - assurgendo le stesse a prova dell'infondatezza della avversata pretesa contributiva, siccome in tal modo superata la richiamata presunzione di beneficio fondiario. Il fatto che il consorzio ciclicamente attui interventi di manutenzione ordinaria delle opere di sua competenza e di diretta gestione al fine di garantire la migliore salvaguardia delle proprietà immobiliari rimane una mera enunciazione a fronte di quanto documentatamente rappresentato dal ricorrente. Ancora una decisione favorevole ai contribuenti, rileva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”. Tuttavia, anche alla luce di questa sentenza riteniamo sempre più necessario un intervento delle regioni per porre fine alla richiesta di questi pagamenti, tenuto conto che migliaia di contribuenti preferiscono pagare poche decine di euro piuttosto che fare ricorso che, per natura, è oneroso.

domenica 30 gennaio 2022

Madre getta la sua bambina nel recinto degli orsi allo zoo

La mattina del 28 gennaio, una visitatrice dello zoo di Tashkent, la capitale dell'Uzbekistan, per ragioni ancora poco chiare, ha gettato una bambina da un'altezza di quasi cinque metri nel recinto degli orsi bruni. Nonostante i tentativi dei visitatori e dei dipendenti dello zoo, non è stato possibile fermare la donna. Fortunatamente l'orso bruno caucasico soprannominato Zuzu non ha toccato la piccola. I visitatori hanno osservato con orrore il gigantesco predatore che annusava la bambina ferita prima che i frenetici guardiani dello zoo riuscissero ad attirarlo all'interno, salvare la bambina sfuggita all’aggressione e portarla in salvo. La bimba è stata prontamente soccorsa e curata dal servizio medico. Lì, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, hanno scoperto che aveva delle ferite causate dalla caduta da un'altezza di oltre cinque metri, ma che in realtà non era stata attaccata dall'animale. Lo zoo ha riferito che sosterrà le spese mediche. Nel frattempo la donna è stata arrestata per tentato omicidio.

"Mayday" sull'Atlantico: il comandante del volo Martinica - Parigi ha un malore e l’aereo devia all’aeroporto di Lajes, nelle Azzorre

. Il copilota assume i comandi prima di atterrare in sicurezza sull'isola portoghese Con sette aeromobili nella sua flotta (quattro Airbus A330 e tre Boeing 747), la compagnia aerea francese Corsair opera voli frequenti tra Fort-de-France, la capitale dell'isola caraibica francese Martinica, e l'aeroporto di Orly a Parigi. Il volo del 17 gennaio 2022, tuttavia, è stato oggetto di un incidente considerato grave dall'autorità investigativa francese BEA. L'Airbus A330-900 di Corsair, registrato F-HHUG, di appena un anno, doveva operare il volo SS925, da Fort-de-France (FDF) a Parigi Orly (ORY). Il decollo è avvenuto alle 19:19, con meno di 20 minuti di ritardo rispetto al programma. Mentre l'aereo si avvicinava alle Azzorre senza complicazioni, il capitano ha avvertito un malore e non è più stato in grado di pilotare l'aereo. Il primo ufficiale ha preso il controllo dell'aereo e ha subito lanciato il "Mayday". I dati di RadarBox.com rivelano che erano le 05:05 UTC quando l'A330-900 ha deviato verso Lajes (TER) e ha iniziato la discesa verso un atterraggio sicuro sulla pista 15, circa 30 minuti dopo. L’operazione, per fortuna, è avvenuta senza danni per i passeggeri, che sono stati fatti scendere nello scalo in attesa di riprendere il viaggio. Sul posto sono giunte, come sempre quando viene attivato il protocollo di emergenza, le squadre dei vigili del fuoco e i sanitari. Non si conoscono al momento le condizioni del pilota. L'aereo è rimasto a terra per circa 13 ore, poi ha proseguito il volo ed è arrivato a Parigi con un ritardo di circa 13,5 ore. La BEA francese, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha classificato l'evento come un incidente grave e ha aperto un'indagine. L’incidente è stato confermato dal portavoce della compagnia aerea Corsair che non ha rivelato tuttavia dettagli su cosa avrebbe causato il malore del suo comandante.

Covid, trasportata da Lecce a Brescia bimba di 6 mesi positiva in attesa di trapianto con C130J dell’Aeronautica

. La piccola ha viaggiato insieme alla mamma, anche lei positiva al virus, all'interno di una speciale barella di isolamento Un C-130J "Super" Hercules dell'Aeronautica Militare è atterrato all'aeroporto di Brescia Montichiari con a bordo una bimba di appena sei mesi, positiva al Covid e bisognosa di un trapianto urgente di midollo osseo. A richiedere il trasporto aereo d'urgenza è stata la Prefettura di Lecce. La piccola paziente ha viaggiato, insieme alla madre, anch'essa positiva, all'interno di una speciale barella di isolamento avio trasportabile, in gergo tecnico Ati (Aircraft Transport Isolator), assistite da un team specializzato di bio contenimento dell'Aeronautica Militare composto da medici e infermieri dell'Infermeria di Pratica di Mare, hub nazionale della Forza Armata nel coordinamento e la gestione di questo genere di trasporti. Il velivolo, partito dalla base stanziale di Pisa, ha fatto prima scalo a Pratica di Mare per imbarcare la barella ed il team medico, per poi dirigersi sull'aeroporto militare di Lecce Galatina, sede della scuola di volo del 61° Stormo, il cui personale è stato attivato in tempi brevissimi per garantire i servizi aeroportuali essenziali seppure in un giorno non di normale attività per il reparto. Una volta imbarcata la barella, il velivolo è ripartito alla volta di Montichiari, per il successivo trasferimento in ambulanza all'ospedale di Brescia. Il volo di stato, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è avvenuto dopo un coordinamento con la Italian Patient Evacuation Coordination Cell (Itapecc) del Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi), che fornisce consulenza sulla trasportabilità dei pazienti in questo genere di missioni, l'ordine di decollo da parte della Sala Operativa del Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico ad uno degli equipaggi della 46esima Brigata Aerea pronti al decollo per questo tipo di interventi.

Choc in India, bimba di 4 anni "aggredita e ferita gravemente da 5 cani randagi" - VIDEO

Un sentimento di orrore sta montando in India a causa della vicenda di un aggressione di 5 cani randagi ad una piccola bimba di soli 4 anni a Bhopal, la capitale del Madhya Pradesh, nell'India settentrionale. L’attacco sarebbe potuto finire molto male: dalle immagini riprese da una videocamera di sicurezza, si vede la piccola che cerca di scappare dal branco, che poi purtroppo riesce ad accerchiarla. È stata da subito sbattuta a terra e poi aggredita. Attirato dalle urla, un coraggioso uomo accorre in sua difesa, mettendo in fuga i cani scagliandogli delle pietre addosso. Fortunatamente alla bimba rimarrà solo il brutto ricordo di quei drammatici momenti, infatti se l'è cavata solo con ferite profonde alla testa, all'orecchio, alla mano, allo stomaco, alla vita e alla spalla con una copiosa emorragia. E’ stata prontamente accompagnata, prima all’ospedale di Jaypee Hospital e poi indirizzata all'ospedale di Hamidia, dove è stato poi somministrato un vaccino antirabbico. Nella capitale Bhopal, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è aumentato il terrore dei cani randagi. Ci sono segnalazioni di attacchi di cani su base giornaliera. Di seguito il link del video che fà rizzare i capelli: https://www.youtube.com/watch?v=bzIEaA-Da5w https://www.itemfix.com/v?t=abxqai&jd=1

sabato 29 gennaio 2022

Aereo cargo della China Airlines urta con il motore una serie di carrelli portabagagli - VIDEO

Aereo cargo della China Airlines urta con il motore una serie di carrelli portabagagli durante il rullaggio all'aeroporto O'Hare di Chicago, negli Stati Uniti - VIDEO Il 29 gennaio, un Boeing 747-400F della China Airlines Cargo (registrato B-18715) ha subito danni quando si è scontrato con una serie di carrelli portabagagli durante il rullaggio all'aeroporto O'Hare di Chicago, negli Stati Uniti, scatenando il caos. Secondo i dati di Flightradar24, l'aereo operava voli cargo CI5240 tra Taipei, Taiwan, seguiti da Anchorage e Chicago O'Hare. I vigili del fuoco si sono precipitati sull'aereo constatando danni ai motori del lato sinistro dell'aereo. Nessuno è rimasto ferito durante l'incidente. Il video mostra alcuni carrelli portabagagli violentemente spostati dopo che il motore del Boeing 747 li colpisce durante il rullaggio. L’Ufficio investigativo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha avviato un’indagine interna. Ecco il video dell’incidente immortalato dalle telecamere di sicurezza e apparso sui social media: https://www.youtube.com/watch?v=zJlwLKZ62Gk https://www.itemfix.com/v?t=ee63rg&jd=1

venerdì 28 gennaio 2022

Arizona, 21enne muore mentre posa per un selfie vicino al bordo della montagna

Arizona, 21enne muore mentre posa per un selfie vicino al bordo della montagna. Il giovane escursionista è caduto da un sentiero lungo l'Apache Junction precipitando per oltre 200 metri Un 21enne muore mentre posa per una foto sul bordo del sentiero della montagna lungo l'Apache Junction in Arizona. Il corpo di Richard Jacobson, è stato trovato da un altro escursionista vicino a Flatiron Peak al Lost Dutchman State Park il 24 gennaio, dopo essere scivolato mentre tentava di scattare una fotografia vicino al bordo del sentiero. "È scivolato ed è caduto", ha dichiarato il sergente dell'ufficio dello sceriffo della contea di Pinal, Doug Peoble. “Posso dirvi che durante la nostra indagine non c'erano segni di lotta. Nessun segno di uso di droghe di sorta. È stato solo un tragico incidente”. L'altro escursionista, un amico di Jacobson, ha detto che il corpo è stato trovato a 215 metri sotto il loro campeggio. “Come puoi immaginare, era molto sconvolto. Era piuttosto sconvolto emotivamente ", ha aggiunto il sergente Peoble. Secondo il sito web dell'escursionista, ci sono stati diversi smottamenti nella zona e un recensore ha scritto che il sentiero "non è per i deboli di cuore". Il giovane aveva naturalmente deciso di immortalare il momento e posare, con le spalle al ciglio del sentiero, il tempo per una foto ricordo. Un passaggio banale che si è rivelato fatale. Il 21enne escursionista ha infatti chiaramente indietreggiato troppo e si è pericolosamente avvicinato al vuoto prima di scivolare e precipitare giù per la montagna. Nonostante il rapido intervento sul posto, i servizi di emergenza non hanno potuto fare nulla per rianimarlo. La morte è stata dichiarata sul posto. Resta inteso che il Dipartimento di Pubblica Sicurezza dell'Arizona ha inviato un elicottero per assistere con i soccorsi notturni. L’incidente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti" è l’ennesima prova di una strage silenziosa da selfie. Video e diretta Facebook, una strage che continua, una messa in fila di vite sprecate, che davvero è difficile da decifrare con qualsiasi parametro riconducibile al buonsenso della persona umana. Una follia che, come rilevano le statistiche raggruppate da sette ricercatori della Fundación iO, un'organizzazione scientifica spagnola specializzata nello studio delle malattie tropicali e legate ai viaggi, mostrano che il 52% delle morti per selfie sono causate da delle cadute, il 26% dai trasporti, come barche, moto o aerei, il 15% dai treni e il 14% dagli annegamenti. In 13 anni sono morte 379 persone nel tentativo di farsi un selfie. La metà di loro è precipitata nel vuoto perché si era sporta troppo. Solo nei primi sette mesi del 2021 sono decedute 30 persone e la paura dei ricercatori è che il bilancio si aggravi ulteriormente, diventando il più nefasto di sempre. Dal 2008 a oggi sono stati recensiti 379 decessi legati al tentativo d'immortalare l'attimo. Ad essere maggiormente coinvolti sono i giovani adulti, tra i 18 e i 24 anni. Precipitano, vengono investiti o annegano. Sono tutte storie iniziate con un sorriso in camera e finite in tragedia. A volte anche davanti ai propri figli di 5 e 6 anni, come era successo a due genitori polacchi in vacanza in Portogallo che erano caduti da una falesia. O ancora il caso svizzero del maggio 2019, in cui un 35enne del vallesano che si trovava al Creux-du-Van nel canton Neuchâtel, facendosi un selfie, è precipitato nella corona rocciosa per 160 metri. Rientrano nelle cause anche armi, elettricità, cascate, animali e suicidi. Sul caso dell'elettricità, proprio quest'anno un fulmine ha ucciso 16 persone che si stavano facendo un selfie in cima a una torre di guardia del Forte Amber, in India. Ed è l'India, inoltre, il Paese in cui è accaduto più volte che qualcuno trovasse la morte nella ricerca di un selfie. Con 100 morti dal 2008 è la meta più tragica, seguita da Stati Uniti (39), Russia (33) e Pakistan (21). È inoltre possibile vedere anche la nazionalità delle persone decedute fino a oggi: sono 93 indiani, 30 russi, 26 statunitensi e 21 pakistani. Perché su 379 decessi, 250 riguardano persone che risiedono nel paese dove è avvenuto l'incidente e 129 sono turisti. Quest'anno rischia di essere il più nefasto, con già 30 morti nei primi sette mesi, 8 di questi turisti. Da gennaio a luglio è deceduta, in media, una persona ogni 13 giorni mentre si faceva un selfie. Dal 2008 a oggi il picco più alto di morti in un anno è stato il 2019 con 68 morti. Tra i residenti nei paesi dove sono avvenuti gli incidenti, sono stati registrati più morti in persone di 15, 18, 21 e 24 anni di età. I turisti più toccati avevano rispettivamente 19, 24 e 58 anni. I ricercatori hanno inoltre stilato una lista anche in base ai luoghi dove sono avvenuti più incidenti mortali di questo tipo. Tra questi figurano le Cascate del Niagara, il Glen Canyon, la catena montuosa degli Urali e il Taj Mahal. Come spiega Cristina Juesas, una co-autrice dello studio, a BfmTv, “è un numero che tende ad aumentare ogni anno, con unica eccezione il 2020, perché a causa del Covid il turismo di massa era molto diminuito”. La ricercatrice, ha inoltre sottolineato che i professionisti della salute dovrebbero cominciare a mettere in guardia i viaggiatori per “una questione di prudenza ed educazione. Bisogna che le persone siano capaci di riconoscere quando si trovano in un luogo rischioso, come nei pressi di una falesia, dove la probabilità di cadere è piuttosto alta”.

Coronavirus, segnalati dieci casi di BA.2 in Italia sul portale internazionale di dati genomici

Coronavirus, segnalati dieci casi di BA.2 in Italia sul portale internazionale di dati genomici. La variante Omicron del Sars-CoV-2 è sempre più diffusa ed è responsabile di un incremento notevole di casi in quasi tutto il mondo. Denominata BA.2, differisce del 50% con la variante base Le prime segnalazioni della 'sorella' della variante Omicron, indicata con la sigla BA.2, risalgono a metà dicembre in India, dove la variante del SarsCoV2 è diventata rapidamente dominante, e in seguito si è diffusa nelle Filippine, Singapore e Giappone. Nello stesso periodo è stata rilevata anche in Sud Africa e ha raggiunto l'Europa, dove le sequenze sono state identificate in alcuni Paesi scandinavi, fra i quali la Danimarca, in Gran Bretagna, in Germania e in Italia. Infatti, sul portale internazionale dei dati genomici (Gisaid), sono stati segnalati dieci casi italiani di BA.2. Questi si troverebbero in Lombardia, Piemonte, Liguria e Campania. La variante appartiene allo stesso ceppo della Omicron che conosciamo da tempo, ossia il B.1.1.529, ma si distingue per alcune mutazioni sulla proteina Spike, l'artiglio con il quale il virus aggancia le cellule. Per questo motivo, per distinguerla dalla prima versione della Omicron, è stata chiamata BA.2.Gli scienziati di Regno Unito, Austria e Danimarca stanno monitorando con attenzione un sottotipo di Omicron noto come BA.2, che potrebbe essere più contagioso della variante originale BA.1. Le prime analisi, secondo il Financial Times, sembrano suggerire che la sottovariante BA.2 potrebbe avere un «tasso di crescita aumentato» rispetto alla precedente forma di Omicron. L'agenzia invita però alla prudenza: esiste un «basso livello di certezza nelle prime fasi della comparsa di una variante». Il genetista viennese Ulrich Elling ha spiegato a un media nazionale che i due sottotipi BA.1 e BA.2 differiscono l'uno dall'altro circa del 50%. Mentre una metà del genoma è quasi identica in entrambe le varianti, l'altra cambia in modo significativo. Sono finora 426 i casi della sottovariante di Omicron sequenziati nel Regno Unito dall'inizio di dicembre a oggi. Al momento BA.2 non è stata denominata "variante preoccupante", ovvero nella tipologia di rischio più alta per i nuovi ceppi del Sars-CoV-2 che vengono individuati. La professoressa Christina Pagel, capo del dipartimento di ricerca del London University College, afferma che i dati provenienti dalla Danimarca hanno mostrato che il nuovo sottotipo appare particolarmente nelle persone che hanno ricevuto la dose booster di vaccino. «È un po' strano» ha scritto su Twitter «che in Danimarca contagi e ricoveri ospedalieri stiano ancora crescendo anche se sono partiti nel medesimo tempo del Regno Unito» e hanno somministrato più booster. È colpa forse di BA.2, che rappresenta ora la causa del 50% dei contagi?. Tuttavia, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, leggero miglioramento nei dati italiani della pandemia di coronavirus. I nuovi contagi sono 155'697, in calo rispetto ai 167'206 delle 24 ore prima. Il tasso di positività è al 14,97%, stabile rispetto al 15,2% di ieri. Calano di 20 unità i pazienti presenti nelle terapie intensive e di 148 i ricoveri nei reparti Covid. I decessi odierni sono 389, contro i 426 contabilizzati mercoledì.

Salmonella negli zigoli dolci macinati Alnatura

Salmonella negli zigoli dolci macinati Alnatura. Coinvolti i supermercati Migros Un nuovo avviso di richiamo di prodotti alimentari per rischio microbiologico è stato lanciato in queste ore. Questa volta il richiamo precauzionale riguarda gli zigoli dolci macinati Alnatura venduti da Migros che li ha tolti dagli scaffali. In un campione di prova è stata riscontrata la presenza di salmonella. Non è possibile escludere un rischio per la salute e il grande dettagliante ne sconsiglia quindi il consumo. Il richiamo riguarda solo i lotti con le date di scadenza del 12 febbraio 2022, 15 luglio 2022 e 14 settembre 2022. I clienti possono restituire i prodotti corrispondenti e saranno rimborsati del prezzo di acquisto. In singoli casi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sintomi come febbre, diarrea o dolore addominale potrebbero verificarsi dopo il consumo.

Il ministero della Salute: richiamato “Riso Carnaroli” per una contaminazione da soia non dichiarata in etichetta

Il ministero della Salute: richiamato “Riso Carnaroli” per una contaminazione da soia non dichiarata in etichetta. Dopo COOP coinvolti anche i supermercati SELEX La tutela de consumatore e la sua salute, prima di tutto. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie e con i bambini. Per questo il ministero della Salute, ha diffuso sul proprio sito internet, nella sezione destinata ai richiami dei prodotti alimentari, l'immediato richiamo dagli scaffali dei negozi, questa volta dopo COOP, riferita al Riso Carnaroli a marchio SELEX, per la mancata dichiarazione in etichetta della presenza di un allergene (soia). Il lotto di produzione del prodotto interessato è quello della scadenza interessata del 17/11/2022, venduto con lo stesso marchio dalla catena dei supermercati SELEX. Inoltre, le confezioni di vendita interessate sono individuabili anche al peso dichiarato in confezione di 1 kg in busta sottovuoto. Il “Riso Carnaroli” è stato prodotto dall’azienda GRANDI RISO SPA nello stabilimento di Pontelangorino, in provincia di Ferrara, alla via Fronte I° Tronco n 20. Come accennato in precedenza, i richiami sono dovuti alla presenza di un allergene non dichiarato in etichetta, cioè la soia,e sono coinvolti solo i punti vendita COOP di Emilia Romagna, Lombardia, Friuli, Veneto, Marche, Abruzzo. Per precauzione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando le istruzioni di COOP, raccomanda di non consumare i prodotti se si è allergici alla soia. I prodotti in questione sono sicuri per i consumatori che non soffrono di allergia alla soia.

La Cassazione: cade in una buca con la bici in zona pedonale, il Comune condannato a risarcire

La Cassazione: cade in una buca con la bici in zona pedonale,
il Comune condannato a risarcire Per il ciclista caduto a causa di una buca, colpevole è il Comune che avrebbe dovuto prendersi cura della manutenzione di quel tratto di strada. Impossibile gettare la croce addosso al ciclista mentre percorre la pista riservata alle due ruote che finisce in una buca per schivare un passante. Sbagliano i giudici del merito di Brescia a ritenere la responsabilità esclusiva del danneggiato sul rilievo che l’uomo in sella alla bici invade prima una zona pedonale e poi l’area verde: la prima, infatti, è interdetta solo alla circolazione dei veicoli, mentre altre restrizioni devono essere segnalate; quanto al manto erboso, è tutta da verificare la responsabilità dell’ente che lascia aperta e incustodita una buca di notevoli dimensioni. È quanto emerge dall’ordinanza 2667/22, pubblicata il 28 gennaio dalla sesta sezione civile della Cassazione.È accolto dopo una doppia sconfitta in sede di merito il ricorso del ciclista, che ha riportato lesioni al volto cadendo in una cavità del terreno profonda 40 centimetri e larga 50 centimetri per 50. Nella ordinanza gli Ermellini, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, spiegano come l’errore compiuto dal Tribunale prima e dalla Corte d’appello di Brescia poi sta nel ritenere l’evento pregiudizievole interamente imputabile alla «condotta negligente e imprudente del danneggiato». Non ha senso in sede di legittimità discutere della qualificazione dell’area in cui cade il ciclista perché si tratta di una questione che rientra nel merito della vicenda: inutile dunque interrogarsi se il tratto sia o no una prosecuzione della pista, come sostiene il danneggiante, sul rilievo che il Comune avrebbe creato un passaggio ad hoc per consentire ai ciclisti di portarsi sul lato opposto della strada evitando la rotatoria. Risulta invece fondata la questione posta sul regime giuridico dell’area teatro del sinistro. È l’articolo 3, comma primo numero 2, Cds a imporre al Comune di segnalare restrizioni alla circolazione delle bici nell’area pedonale: sbaglia dunque la Corte d’appello a ritenere irrilevante la mancanza di segnaletica orizzontale. L’eventuale imprudenza del ciclista, fra l’altro, non esclude una responsabilità dell’amministrazione che ha lasciato aperta e non intercettabile una buca di rilevante profondità. La parola passa al giudice del rinvio.

giovedì 27 gennaio 2022

Mambisa, il vaccino di Cuba con somministrazione nasale che può prevenire il contagio e la trasmissione da Covid-19

Mambisa, il vaccino di Cuba con somministrazione nasale che può prevenire il contagio e la trasmissione da Covid-19 Cuba non si ferma e avanza nello sviluppo di un nuovo vaccino, Mambisa, che potrebbe prevenire l'infezione da Covid-19, poiché viene somministrato per via nasale. Mambisa diventa dunque il primo candidato vaccino per uso nasale ad iniziare i test clinici sull'uomo, dato che gli studi sono già iniziati con 120 volontari convalescenti dal Covid-19. Il farmaco è stato creato dal Centro de Ingeniería Genética y Biotecnología (CIGB), lo stesso centro responsabile dello sviluppo del vaccino anticovid Abdala, il primo vaccino creato in America Latina. Mambisa è stato sviluppato con una combinazione di due proteine ricombinanti: la RBD dalla spike SARS-CoV-2 e la proteina nucleocapside del virus dell'epatite B. "La ricerca del CIGB ha dimostrato che la proteina nucleocapside del virus dell'epatite B ha un potente effetto adiuvante nello stimolare l'immunità nasale", afferma lo studio. Finora, Mambisa dimostra sicurezza e immunogenicità nella sua fase I/II di sviluppo adattativo, randomizzato, a gruppi paralleli. Durante la fase I, sono stati confrontati tre dispositivi di erogazione nasale, due in forma atomizzata e uno in forma di goccia. Il candidato vaccino Mambisa ha dimostrato di essere un immunizzatore sicuro, poiché gli eventi avversi sono stati per lo più lievi; non si sono verificate situazioni gravi. A 120 volontari, Mambisa ha indotto una risposta anti-RBD più di quattro volte il livello di base. Inoltre, ha aumentato la capacità inibitoria contro il Covid-19 di oltre il 20% a livello sistemico e nella mucosa nasale. Gli esperti ritengono che somministrare il candidato vaccino per via nasale stimoli l'immunogenicità locale nella mucosa, il sito d'ingresso del virus, permettendo così una neutralizzazione precoce, a differenza dei vaccini iniettabili. Attualmente, ci sono altri quattro candidati vaccini somministrati per via nasale nel mondo che hanno raggiunto la fase di sperimentazione clinica, ma non sono ancora stati testati negli esseri umani. Eduardo Martínez Díaz, presidente di BioCubaFarma, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha assicurato che, agendo in una delle porte d’entrata del patogeno nell’organismo, Mambisa potrebbe ottenere quello che sino al momento è stato impossibile, tagliare definitivamente la trasmissione del coronavirus.

Il Tribunale di Roma, nuovo orientamento: illegittimo il verbale per l'infrazione non contestato immediatamente al trasgressore senza un valido motivo

Il Tribunale di Roma, nuovo orientamento: illegittimo il verbale per l'infrazione non contestato immediatamente al trasgressore senza un valido motivo. La mancata contestazione immediata per l'infrazione si giustifica solo con motivazioni concrete. L’omissione costituisce una violazione di legge che rende illegittimi i successivi atti del procedimento amministrativo Nuovo STOP alle multe elevate in modo illegittimo: “Il verbale per l'infrazione non contestato immediatamente al trasgressore senza un valido motivo è illegittimo.” Lo ha stabilito la seconda sezione civile del Tribunale di Roma con la sentenza 17614/21. Un automobilista si era opposto alla decisione del Giudice di pace con la quale aveva ritenuto legittima la mancanza di contestazione immediata dell’infrazione da parte degli agenti. Nella specie, i verbalizzanti avevano operato in presenza dell’autore della trasgressione ma non gli avevano contestato immediatamente la violazione, avevano redatto il verbale e notificato la contestazione, senza indicare i motivi per i quali la contestazione immediata non era stata possibile. Per il Tribunale capitolino, tale pronuncia, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la contestazione immediata costituisce la regola del procedimento sanzionatorio in materia di Codice della strada, mentre la mancanza della stessa rappresenta l’eccezione, la quale deve essere, però, motivata in materia specifica. Pertanto, secondo il giudice non è sufficiente la circostanza che sono state “necessarie verifiche d’ufficio”. Ne consegue, che la contestazione immediata della violazione alle norme del codice stradale ha un rilievo essenziale per la correttezza del procedimento sanzionatorio con la conseguenza che l'omissione costituisce una violazione di legge che rende illegittimi i successivi eventuali atti del procedimento amministrativo. Pertanto, ricorso accolto e verbale annullato.

OOP richiama “Riso Carnaroli” per una contaminazione da soia non dichiarata in etichetta

COOP richiama “Riso Carnaroli” per una contaminazione da soia non dichiarata in etichetta. Coinvolti i punti vendita di Emilia Romagna, Lombardia, Friuli, Veneto, Marche, Abruzzo La tutela de consumatore e la sua salute, prima di tutto. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie e con i bambini. Per questo COOP, ha diffuso sul proprio sito internet l'immediato richiamo dagli scaffali dei sui negozi, questa volta riferita al Riso Carnaroli a proprio marchio, per la mancata dichiarazione in etichetta della presenza di un allergene (soia). Il lotto di produzione del prodotto interessato è quello della scadenza interessata del 13/11/2022, commercializzato con lo stesso marchio da COOP. Inoltre, le confezioni di vendita interessate sono individuabili anche al peso dichiarato in confezione di 1 kg. Come accennato in precedenza, i richiami sono dovuti alla presenza di un allergene non dichiarato in etichetta, cioè la soia,e sono coinvolti solo i punti vendita COOP di Emilia Romagna, Lombardia, Friuli, Veneto, Marche, Abruzzo. Per precauzione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando le istruzioni di COOP, raccomanda di non consumare i prodotti se si è allergici alla soia. I prodotti in questione sono sicuri per i consumatori che non soffrono di allergia alla soia.

mercoledì 26 gennaio 2022

Antico amuleto ebraico scoperto presso l'altare di Giosuè in Samaria

Un antico amuleto ebraico è stato ritrovato tra i resti di uno scavo effettuato presso il sito archeologico del Monte Ebal in Samaria, dove si trova l'altare biblico di Giosuè. L'amuleto contiene un'antica scrittura ebraica, un segno che ricorda un fiore di loto e la lettera ebraica "Aleph". I ricercatori non hanno ancora completato la loro ricerca per capirne l'origine. "Questa è un'ulteriore prova del legame profondo e inseparabile tra il popolo ebraico e la Samaria, il cuore della Terra d'Israele", ha affermato Yossi Dagan, capo del Consiglio regionale della Samaria. La scoperta dell'altare di Giosuè in Cisgiordania da parte dell'archeologo Prof. Adam Zertal, morto nel 2015 e un tempo capo del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Haifa, è una delle scoperte più significative nella storia dell'archeologia in Israele. Il ricercatore, Zvi Koenigsberg, che ha assistito Zertal negli scavi presso l'altare di Giosuè dal 1982 al 1988, ha descritto il processo di ricerca dell'amuleto. "Dopo lo scavo, abbiamo lasciato molti mucchi di terra che abbiamo scavato", ha detto Koenigsberg. “E dato che le pile possono contenere reperti preziosi, un gruppo di amici del Prof. Zertal li ha spostati in un luogo sicuro dove potevano essere ispezionati. Dopo molti anni, sono stati sviluppati i mezzi appropriati per esaminare lo sporco". Koenigsberg ha detto evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che l'amuleto "conteneva qualcosa all'interno.Abbiamo trovato un laboratorio a Praga che esegue fotografie sofisticate che consentono la costruzione di un modello tridimensionale per oggetti di queste dimensioni. Quindi sono andato lì con l'amuleto e sono tornato con i risultati".

Uno squalo verdesca partorisce vicino la riva di San Giorgio a Sciacca in Sicilia – VIDEO

In soccorso quattro donne che aiutano i piccoli a prendere il largo. Non si conoscono le ragioni che hanno spinto la verdesca quasi all'asciutto Un parto in spiaggia davanti a quattro donne, Sabah Benziadi, Marise La Barbera, Doris Ackermann e Palmina Maggio. Le signore si sono ritrovate per caso durante una passeggiata sulla spiaggia di San Giorgio a Sciacca dinnanzi un grosso pesce. Subito si sono accorte che si trattava di uno squalo, della specie verdesca e che era in difficoltà mentre aveva iniziato il parto. Nove i piccoli che alla fine ha dato alla luce. Ha rischiato grosso la verdesca che si è ritrovata quasi spiaggiata durante le fasi salienti della messa alla luce dei nove piccoli. Le quattro donne, avendo immediatamente capito delle difficoltà del pesce, hanno allertato il Circomare di Sciacca che è subito intervenuto con un natante e due agenti che sono riusciti a trascinare il pesce con i piccoli al seguito verso il largo. L'animale, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, come è stato raccontato dai presenti, si era avvicinato alla riva in evidente difficoltà. Di seguito il video pubblicato sui social del lieto evento che ha sollecitato la sensibilità di molti: https://www.youtube.com/watch?v=_EPvNpvewYY https://www.itemfix.com/v?t=dutaay&jd=1

Pescato rarissimo “Pesce Imperatore”. Raro nei mercati ittici e insolito da vedere nel nostro mare

, è l'unico rappresentante della sua famiglia nell'Adriatico. Vive nelle acque tropicali e subtropicali di tutti gli oceani Dalla Croazia la notifica oggi di “un nuovo articolo scientifico che riguarda la segnalazione della cattura di un giovane esemplare, nell’Adriatico, della specie non comune anzi rarissima di Luvaro o Pesce Imperatore (Luvarus imperialis), nello stadio di "astrodermella", rinvenuto lungo la costa sud croata. Si tratta di un esemplare molto raro nel Mediterraneo, unico membro noto della famiglia Luvaridae, ma facilmente riconoscibile per il suo singolare aspetto. Può raggiungere fino a due metri di lunghezza, per 100 kg di peso. È una specie che durante la sua crescita attraversa tre stadi larvali ( hystricinella, astrodermella e luvarella ), e in ognuno di questi stadi differisce notevolmente dall'adulto, motivo per cui probabilmente non è facile da riconoscere. Tirato su con il tramaglio, una volta sceso a terra, il pesce ha destato la curiosità dei pescatori, presenti sulla banchina, che non conoscevano la specie. Il veterinario intervenuto sul posto, ha confermato che si tratta del Luvarus imperialis (Rafinesque, 1810 ), l'unico membro della sua famiglia (Luvaridae) nell'Adriatico, un pesce rarissimo, tanto che si tratta della seconda cattura (conosciuta) nel Mediterraneo. "Si tratta di una specie, spiega il naturalista triestino Nicola Bressi, che di norma vive in acque profonde e lontane dalle coste". Può raggiungere i due metri e i cento chili di peso. Il Luvaro, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è gastronomicamente pregiato. Il pesce, dopo il primo esame da parte del veterinario, è stato trasportato nei laboratori di ricerca dello zooprofilattico per effettuare ulteriori analisi sull’esemplare.

martedì 25 gennaio 2022

Orrore in Messico, corpo neonato utilizzato per contrabbandare droga

Orrore in Messico, corpo neonato utilizzato per contrabbandare droga. Il cadavere è stato trovato in un cassonetto della prigione Altre notizie raccapriccianti dal Messico: diciannove membri del personale carcerario sono stati arrestati dopo che un bambino morto è stato trovato in un cassonetto in una prigione messicana. Secondo gli investigatori che hanno scoperto una vistosa cicatrice sul corpo, il corpo del neonato potrebbe essere stato usato per contrabbandare droga. Tra gli arrestati anche alcuni membri dell'amministrazione carceraria, come ha dichiarato lunedì il procuratore generale dello stato di Puebla, nel Messico centrale. Secondo le indagini, il bambino di tre mesi è stato dissotterrato in un cimitero di Città del Messico e portato nel carcere della città di Puebla, a ben 100 chilometri di distanza. Secondo i media, inizialmente si è ipotizzato che la droga potesse essere stata introdotta di contrabbando nella prigione durante una visita simulata di un familiare nel corpo del bambino, morto il 5 gennaio per un problema allo stomaco. I pubblici ministeri hanno sottolineato che il corpo aveva una cicatrice di un'operazione, ma che tutti gli organi erano a posto. I genitori del bambino sono stati identificati e interrogati. Il corpo è stato scoperto il 10 gennaio. Secondo l'ufficio del pubblico ministero, gli arrestati sono stati indagati per abuso d'ufficio o violazione dei doveri, violazione delle leggi e dei regolamenti su sepolture ed esumazioni. Il governatore di Puebla Miguel Barbosa, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” lunedì ha anche sostituito il capo della polizia e il capo del sistema penitenziario dello stato.

lunedì 24 gennaio 2022

Paura sul volo LOT Polish Airlines tra Varsavia e Bruxelles: cabina depressurizzata

Paura sul volo LOT Polish Airlines tra Varsavia e Bruxelles: cabina depressurizzata - VIDEO Il volo dopo circa un'ora devia e atterra d'emergenza a Dusseldorf, tra i passeggeri scoppia il panico E' fra le circostanze più "mimate" dalle hostess nelle indicazioni per le emergenze in volo: l'uso delle maschere a ossigeno che "piovono" dal soffitto in caso di depressurizzazione della cabina. Il volo LO233 della LOT Polish Airlines di oggi 24 gennaio 2022, è stato costretto ad un atterraggio d'emergenza all'aeroporto di Dusseldorf, dove è stato deviato, per la depressurizzazione della cabina. L'aereo, partito oggi pomeriggio alle ore 16:30 da Varsavia e diretto a Bruxelles, con arrivo previsto alle 18:40, è dovuto deviare e fare un atterraggio di emergenza 40 minuti il decollo. Il volo, era salito a 34.000 piedi e si trovava sopra la Germania. Le maschere di ossigeno sono state dispiegate e l'aereo è sceso a 10.000 piedi. Nel video girato all'interno dell'aereo dal politico polacco Robert Biedroń che ha pubblicato sulla pagina di Facebook ha dichiarato "18,30: siamo appena atterrati all'aeroporto di Düsseldorf. Il volo WAW-BRU ha avuto una decompressione a bordo.La situazione sembrava drammatica, ma è stata gestita. Complimenti all'equipaggio!" Chi ha voluto proseguire il viaggio è stato fatto salire su un aereo sostitutivo ed il volo è arrivato a Bruxelles alle 21:39 con cinque ore di ritardo. E' evidente, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che ogni giorno nel mondo ci sono troppi incidenti sfiorati.Di seguito il video girato all’interno della cabina in fase di discesa dell’aeromobile: https://www.youtube.com/watch?v=_LQ4VK9pH-I https://www.itemfix.com/v?t=j1migd

La Cassazione: offendere i carabinieri su Facebook è reato

. Secondo un nuovo principio di diritto è diffamazione aggravata per chi posta frasi offensive sui social network anche senza far nomi. Respinto il ricorso di un giovane che su Facebook ha inveito contro l'Arma: basta il riferimento a un ampio novero di persone che appartengono a una determinata categoria Aveva pubblicato un commento offensivo nei confronti dei carabinieri sul profilo Facebook. E’ stato denunciato e oggi la sesta sezione penale della Cassazione, con un nuovo principio ha stabilito che “Scatta la diffamazione aggravata per chi posta sui social network frasi offensive anche senza indicazioni nominative.” Nel dettaglio, con la sentenza 2598/22, la Suprema Corte ha respinto il ricorso di un giovane che su Facebook ha inveito contro il personale militare che lo aveva fermato poco prima: basta il riferimento a un ampio novero di persone che appartengono a una determinata categoria. All’imputato era stato contestato di aver espresso frasi minacciose nei confronti dei Carabinieri che lo avevano sorpreso a orinare in una via pubblica e per aver, poi, pubblicato sul social network Facebook un post dal contenuto diffamatorio, sempre rivolto al personale militare che lo aveva condotto in caserma e identificato. Il ricorrente è ricorso in sede di legittimità contestando il provvedimento in cui il giudice ha rilevato una condotta diffamatoria aggravata in quanto, a suo avviso, nelle espressioni virtuali usate non c'è stato nessun riferimento ai destinatari né la possibilità di dedurne l’identità. Insomma, le frasi diffamanti erano riferite ai carabinieri in genere e non a specifici componenti dell'arma. Per i giudici di Piazza Cavour il motivo è infondato perché “non osta all'integrazione del reato di diffamazione l'assenza di indicazione nominativa del soggetto la cui reputazione e lesa, se lo stesso sia ugualmente individuabile sia pure da parte di un numero limitato di persone. Nella sentenza gli Ermellini, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, spiegano come l'individuazione del soggetto passivo deve avvenire attraverso gli elementi della fattispecie concreta, quali la natura e portata dell'offesa, le circostanze narrate, oggettive e soggettive, i riferimenti personali e temporali e simili, i quali devono, unitamente agli altri elementi che la vicenda offre, essere valutati complessivamente, così che possa desumersi, con ragionevole certezza, l'inequivoca individuazione dell'offeso, sia in via processuale che come fatto preprocessuale, cioè come piena e immediata consapevolezza dell'identità del destinatario che abbia avuto chiunque sia entrato in contatto con la propalazione diffamatoria. Al verificarsi di tali presupposti, dunque, dovrà ritenersi configurabile il reato in esame anche quando l'espressione lesiva dell'altrui reputazione risulti apparentemente riferita, in assenza di indicazioni nominative, a un ampio novero di persone, identificato in ragione della appartenenza a un gruppo o una determinata categoria: ciò potrà verificarsi laddove, per le concrete dinamiche in fatto, la propalazione offensiva finisca per riguardare singole individualità ricomprese all'interno di tale più ampio novero di soggetti che siano (e possano sentirsi) concretamente e coerentemente individuabili come destinatarie di detta espressione”.

Con il morto per ritirare la pensione. Il fatto è successo nella cittadina di Carlow, in Irlanda

Con il morto per ritirare la pensione. Il fatto è successo nella cittadina di Carlow, in Irlanda Non è una scena di un film ma una vicenda che se non fosse tragica potrebbe ricordare la commedia americana intitolata 'Weekend con il morto'. La cittadina irlandese di Carlow, nel sud-est del Paese, è infatti sotto shock dopo che il 40enne Declan Haughney aiutato da un amico si è presentato in un ufficio postale sorreggendo lo zio defunto, Peadar Doyle di 66 anni, e fingendo che fosse ancora vivo al fine di ritirare la sua pensione. Tuttavia l'inganno maldestro è stato presto scoperto dall'addetto allo sportello, che ha telefonato alla polizia. Nel frattempo i due hanno preferito abbandonare il corpo dello zio e lasciare l'ufficio postale. Fuga inutile perché la polizia è risalita in fretta alle loro identità. Haughney, con problemi di droga e precedenti penali, ha affermato che il parente sarebbe deceduto mentre i due lo accompagnavano all'ufficio postale, e ha tentato di giustificarsi dicendo che non era sua intenzionale sottrargli la pensione. Sembra però che anche il breve tragitto tra l'abitazione e lo sportello sia sta fatto di fatto trascinando Doyle. Per la polizia infatti evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, era morto da almeno tre ore e fra le cause si ipotizza un attacco di cuore, dato che aveva avuto problemi del genere in passato.

Scoperto in Antartide il più grande incubatoio di pesci ghiaccio al mondo - VIDEO

Scoperto in Antartide il più grande incubatoio di pesci ghiaccio al mondo - VIDEO In ogni nido vi sono circa 1.700 uova Inaspettata e sensazionale scoperta nel Mare di Weddell: 240 chilometri quadrati, non è l'estensione di una foresta o di un parco naturale, ma della più grande colonia di pesci ghiaccio al mondo sui fondali glaciali dell’Antartide, e che rappresenta un elemento chiave per la sopravvivenza dell’ecosistema marino. E’ stata una spedizione di ricerca dell'Alfred Wegener Institute (Bremerhaven, Germania) a trovarla, che ha pubblicato i risultati delle sue osservazioni sulla rivista Current Biology. Con oltre 60.000 tonnellate di biomassa è una delle colonie animali più grandi mai scoperte. Con l'espressione "pesci ghiaccio" ci si riferisce a tutti i pesci del sottordine dei Notothenioidei, che sono perfettamente adattati alla sopravvivenza nelle acque gelide dell'Antartide: per esempio, hanno eliminato l'emoglobina dal sangue, rendendolo meno viscoso e quindi meno soggetto a congelamento, anche grazie alla produzione di speciali proteine antigelo che vengono diffuse nei loro fluidi corporei. Sono quindi i pesci più diffusi nelle acque dell'Antartide, ma finora erano stati osservati in colonie di ridotte dimensioni, con poche decine di nidi. Quella nella quale è incappata la spedizione guidata da Autun Purser è di svariati ordini di grandezza superiore a qualsiasi altra colonia mai incontrata finora: contiene più di 60 milioni di nidi del pesce ghiaccio Neopagetopsis ionah, ciascuno dei quali ospita un singolo esemplare adulto e circa 1.700 uova. La colonia non è stata scoperta per caso: l'area in cui si trova ha una temperatura di circa 2 °C superiore a quella delle acque circostanti, e anche se i ricercatori non hanno ancora dimostrato il legame tra le due cose, c'è il forte sospetto che questo legame esista, e che la colonia si trovi in quell'area proprio per la presenza di una corrente più calda. Le osservazioni sottomarine hanno anche evidenziato la presenza di grandi quantità di cadaveri di pesci intorno alla colonia e, nei paraggi, di una popolazione di foche di Weddell, che con ogni probabilità usano i pesci ghiaccio come una sorta di supermercato. Da morti i pesci forniscono una fonte di cibo per gli spazzini delle comunità bentoniche e probabilmente anche per gli spazzini pelagici. Alla schiusa delle uova, è probabile che i giovani pesci liberati da questa colonia svolgano un ruolo importante nella rete alimentare dell'ecosistema pelagico superiore, dato che i giovani cannictidi trascorrono i loro primi anni più vicino alla superficie del mare». «Alla luce di questa scoperta, concludono i ricercatori, riteniamo vitale proteggere la zona del Mare di Weddel da impatti antropici, istituendo un'area marina protetta regionale nell'ambito della Convenzione sulla conservazione delle risorse biologiche dell'Antartico (CCAMLR)». Per ora la colonia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata lasciata in pace, ma il team ha installato due sistemi di telecamere per monitorarla durante l'inverno, e prevede di tornare sul campo per nuove osservazioni nell'aprile di quest'anno. Altre spedizioni saranno inoltre necessarie per delineare l'estensione completa della colonia e per comprendere meglio cosa comporti per la specie, per gli ecosistemi circostanti e per altra fauna. Di seguito il sensazionale video de più grande incubatoio del mondo: https://www.youtube.com/watch?v=Gdm3qAPyAdY https://www.itemfix.com/v?t=hkayaf&jd=1

domenica 23 gennaio 2022

Atterraggio d'emergenza per un aereo Easyjet in volo per Innsbruck

Atterraggio d'emergenza per un aereo Easyjet in volo per Innsbruck. Sabato un aereo della compagnia aerea britannica Easyjet ha effettuato un atterraggio di emergenza all'aeroporto tedesco Bodensee-Friedrichshafen Momento shock per i passeggeri di una macchina Easyjet! La torre di controllo dell'aeroporto di Friedrichshafen ha segnalato un'emergenza aerea intorno alle 19:45. Un aereo easyJet con 146 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio era in viaggio da Londra a Innsbruck. Prima di Innsbruck, il pilota ha notato improvvisamente del fumo nell'abitacolo. L'atterraggio a Innsbruck non è stato possibile a causa del maltempo. Il pilota è poi volato a Friedrichhafen. Il pilota ha fatto atterrare l'aereo in sicurezza all'aeroporto di Friedrichshafen alle 17:07. Non ci sono stati feriti tra i passeggeri e i membri dell’equipaggio o danni alla macchina. Lo staff tecnico della compagnia aerea sta cercando di scoprire la causa del fumo. Mentre l’Ufficio investigativo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha avviato un’indagine interna. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e il THW e il servizio di soccorso.

Guasto sul volo Parigi Orly-Perpignan: esplode reattore di un Airbus A318

. Brutta avventura per i 50 passeggeri a bordo. Venerdì sera, il motore destro dell'Airbus ha preso fuoco con fiamme da 2 a 3 metri a 1020 m di altitudine e alla velocità di 415 km/h. Il comandante ha deciso di invertire la rotta e rientrare all'aeroporto di Orly Come nei peggiori incubi: partito da Parigi Orly il volo AF-7470 circa 17 minuti prima e diretto a Perpignan con 50 passeggeri a bordo, poco dopo le 20:39 il motore destro emetteva scoppi e molteplici striature di fiamma quando già aveva raggiunto a 1020 m di altitudine e la velocità di 415 km/h. Il botto è fragoroso: il reattore si blocca, perde subito potenza, oscilla e rallenta ma resta stabile. A quel punto, nonostante la possibilità di proseguire il volo anche con un solo motore, il comandante ha deciso di tornare indietro, a Orly. In cabina i passeggeri si accorgono subito di quanto accaduto: difficile non pensare agli ultimi, tragici episodi avvenuti nei cieli di tutto il mondo e non provare il terrore di una picchiata verso terra. Per fortuna, invece, le cose questa volta vanno decisamente meglio e tutte le 50 persone a bordo rientrano in aeroporto sulla pista 25, alle 21:15 sane e salve, seppur parecchio spaventate. In pista, pronti al peggio, erano già schierati tutti i mezzi dei vigili del fuoco di stanza nello scalo parigino, rimasto chiuso al traffico aereo per poco meno di mezz'ora. È la cronaca di un'ordinaria giornata di paura a bordo dell’Airbus A318-100 della compagnia Air France, registrazione F-GUGP, che mette in collegamento Parigi con la città turistica di Perpignan, in Francia. Un’ora che i passeggeri ricorderanno certamente a lungo. Molti di loro, chi non poteva rientrare a casa, hanno passato la notte negli alberghi della città in attesa della nuova partenza, in programma ieri con un altro aereo. Lo conferma Philippe Lacroute, rappresentante dei piloti di Air France, lui stesso pilota di linea. "Gli utenti non erano in pericolo. Il sovraccarico del motore è un guasto noto e controllato dai processi del produttore e dal personale che si allena due volte all'anno su un simulatore", assicura l'esperto. Per quanto estremamente raro, questo danno deriva da un accumulo di aria e cherosene che non circolano normalmente nel compressore del motore."I due si spengono contemporaneamente provocando un'esplosione e fiamme alte da 2 a 3 metri. Il guasto è impressionante", ammette Philippe Lacroute, descrivendo in dettaglio il protocollo di risposta all'emergenza. "Il semplice fatto di ridurre la potenza del reattore, quindi di ridurre la spinta del motore in salita, permette di finire di espellere tutto il combustibile immagazzinato nella parte posteriore del reattore", spiega.E queste sono le istruzioni che sono state applicate venerdì sera. Nessun risultato. Infatti "il capitano ha spento il motore destro che non funzionava bene e si è girato per tornare alla sua base di partenza, la pista di Orly. L'aereo poteva volare con un solo motore su due", insiste Philippe Lacroute, aggiungendo che questo l'incidente si verifica in linea di principio al decollo, " spinto in difficoltà ". In linea di principio, l'aereo avrebbe normalmente stabilizzato la sua rotta a un'altitudine di 11.880 me ad una velocità di 895 km/h. L'aereo è ancora a terra a Parigi circa 24 ore dopo l'atterraggio, in una delle piazzole di sosta dell'aerostazione, in attesa che i tecnici della compagnia francese scoprano cosa ha portato all'esplosione del motore. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un incidente che non ha avuto conseguenze ma che sarebbe potuto terminare in modo tragico.

Clandestino viaggia nel carrello dell'aereo dal Sud Africa ad Amsterdam: vivo dopo oltre 11 ore a -50°

Ha viaggiato oltre 11 ore nascosto nel carrello di atterraggio dove la temperatura scende a -47,78 °C (-54F) e i livelli di ossigeno crollano a 6,3%. Ma il clandestino che oggi è riuscito a passare inosservato e a salire dall'aeroporto in Sud Africa a bordo di un aereo cargo è sopravvissuto. Lo ha trovato la polizia militare olandese, una volta atterrato all’aeroporto di Amsterdam-Schiphol. Non sono stati forniti ulteriori dettagli, oltre al fatto che l'uomo è in condizioni relativamente buone, date le circostanze in cui ha viaggiato, ed è stato portato in ospedale, ha aggiunto questo servizio di guardia di frontiera. Le autorità stanno indagando sull'incidente. Non sono stati rilasciati ulteriori dettagli, né è stata nominata la compagnia aerea a cui apparteneva l'aereo. Un portavoce, tuttavia, ha commentato che era "molto, molto insolito" per qualcuno sopravvivere volando a un'altitudine così alta ea temperature così basse. Mentre per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di una grave falla di sicurezza. Come può essere successo? C'era un complice?». I casi purtroppo, evidenzia sono diversi. In questi ultimi anni sono diversi i casi di passeggeri clandestini, spesso giovani e giovanissimi che hanno tentato, tragicamente, la traversata via aria. Molti di loro sono morti di freddo, o schiacciati dal carrello. Fra i 9'000 e i 10'000 metri di altitudine le temperature scendono anche a -50 gradi celsius. E, i vani dei carrelli, non hanno né riscaldamento ne pressurizzazione.

Aereo Austrian Airlines colpito da fulmine in avvicinamento all'aeroporto di Tirana.

Aereo Austrian Airlines colpito da fulmine in avvicinamento all'aeroporto di Tirana. La macchina è atterrata in sicurezza Spavento per i passeggeri di un volo Vienna-Tirana in Albania: il 20 gennaio, un Airbus A320-200 della Austrian Airlines, registrato OE-LZD che effettuava il volo OS-849 da Vienna (Austria) a Tirana (Albania), era in avvicinamento a Tirana in discesa per 7000 piedi, quando un fulmine ha colpito l'aereo causando il guasto dell'Air Data Reference. La saetta ha poi danneggiato l'elettronica causando l’accensione di diversi display di falso avviso nell'abitacolo. Tuttavia, i piloti sono stati in grado di far atterrare l'aereo in sicurezza in Albania. L'aereo danneggiato è poi rimasto a Tirana fino al 22 gennaio, riporta "Austrian Wings". L'aereo ha continuato per un atterraggio sicuro sulla pista 17 circa 8 minuti dopo. La macchina, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, colpito dal fulmine nella parte anteriore, è rimasto a terra per circa 41 ore dove è stato ispezionato da tecnici della compagnia aerea, che hanno verificato che l'aeromobile non aveva subito danni per effetto Faraday. Atterriti i passeggeri del velivolo, come si evince dalle parole di alcuni testimoni che, peraltro, hanno sottolineato come la professionalità dei piloti abbia gestito la situazione senza troppi disagi per i presenti. Sul volo c'erano anche numerosi bambini, visibilmente spaventati.

sabato 22 gennaio 2022

L'alto numero di mutazioni di Omicron rende gli anticorpi inefficaci. A rivelarlo uno studio

L'alto numero di mutazioni di Omicron rende gli anticorpi inefficaci. A rivelarlo uno studio. Una nuova ricerca indica che le 46 mutazioni trovate nella variante COVID-19 Omicron hanno reso gli anticorpi inefficaci, spiegando l'alto numero di re-infezioni e casi di svolta La variante altamente contagiosa di COVID-19 Omicron ha un gran numero di mutazioni specifiche in modo univoco che le consentono di eludere gli anticorpi preesistenti nel corpo umano, spiegando il suo alto tasso di infezione. Lo ha scoperto una nuova ricerca condotta dall'Università del Minnesota. Lo studio sottoposto a revisione paritaria intitolato "Variante Omicron SARS-CoV-2: caratteristiche uniche e il loro impatto sugli anticorpi preesistenti" è stato pubblicato per la prima volta sul Journal of Autoimmunity ed è stato prodotto da Kamlendra Singh, professore presso l'Università del Missouri College of Medicina veterinaria e assistente direttore del Molecular Interactions Core e ricercatore del Bond Life Sciences Center del college. Il team di ricerca ha deciso di raccogliere dati sulle mutazioni trovate nella proteina spike (proteina S) della variante Omicron. Una proteina S si riferisce a una grande struttura che sporge dalla superficie dello strato più esterno del virus e sono più comunemente associate a tutte le forme di cellule di coronavirus. Il team di ricerca ha trovato un numero senza precedenti di mutazioni nella proteina S di Omicron. Hanno analizzato le sequenze disponibili del virus insieme ai dati strutturali sulla proteina spike per comprendere il possibile impatto che l'alto numero di mutazioni potrebbe avere sul legame degli anticorpi al virus. Gli anticorpi consentono al corpo umano di combattere i virus che entrano nel sistema, impedendo loro di entrare nel sistema immunitario. Mentre all'inizio della pandemia di COVID-19 si pensava che essere infettati da COVID-19, o essere vaccinati contro di esso, avrebbe fornito abbastanza anticorpi per prevenire la reinfezione, la variante Omicron ha dimostrato il contrario, poiché un'elevata quantità di persone viene reinfettata , o infetto nonostante sia completamente vaccinato. Utilizzando sequenze complete della variante Omicron, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, il team di ricerca ha identificato un totale di 46 mutazioni distintive all'interno della variante, 23 delle quali erano completamente uniche e non erano state identificate in nessuna delle precedenti varianti del virus. Due delle mutazioni erano state registrate per la prima volta nella variante Delta o Delta Plus che ha preceduto Omicron di diversi mesi. Delle 46 mutazioni trovate, 30 sono state identificate nella proteina S mentre le restanti erano localizzate altrove nella cellula virale. Dopo aver identificato le mutazioni uniche trovate nella variante Omicron, il team si è rivolto alla ricerca se fossero o meno responsabili della mancanza di risposta anticorpale contro la variante. Utilizzando una struttura della proteina S preesistente presa dalla banca dati delle proteine, una che teoricamente impedirebbe il legame degli anticorpi con un virus, hanno lavorato per valutare se le mutazioni di Omicron avrebbero influenzato in modo simile la proteina S COVID-19, rendendo così anticorpi inefficaci.Attraverso questo metodo, il team ha scoperto che mutazioni specifiche creano interferenza sulla superficie del virus, impedendo agli anticorpi di legarsi ad esso, mentre altre provocano una completa perdita di interazione tra gli anticorpi e il virus, rendendo così gli anticorpi inefficaci contro l'altamente -variante mutata. Ciò, secondo lo studio, suggerisce che l'immunizzazione preesistente (sia da vaccinazione che da precedente infezione) potrebbe non essere più in grado di fornire una protezione ottimale contro la variante Omicron, consentendole di bypassare gli anticorpi ed entrare nel sistema immunitario. "Lo scopo degli anticorpi è riconoscere il virus e fermare il legame, che previene l'infezione", ha affermato Singh della ricerca. “Tuttavia, abbiamo scoperto che molte delle mutazioni nella variante Omicron si trovano proprio dove si suppone si leghino gli anticorpi, quindi stiamo mostrando come il virus continua ad evolversi in modo da poter potenzialmente sfuggire o eludere gli anticorpi esistenti, e quindi continuano a contagiare così tante persone”.

Grande Barriera Corallina, avvistato rarissimo esemplare di polpo "arcobaleno" – VIDEO

. Si tratta di un incontro 'irripetibile' di un esemplare femmina di una specie affascinante che non era stata avvistata per 20 anni Delizierà i bambini che vedono le immagini e potrebbe persino diventare l'animale preferito dei nostri piccoli. Un polpo "arcobaleno" della specie Tremoctopus, è stato avvistato e segnalato da una biologa marina che faceva snorkeling sulla Grande Barriera Corallina. Questo "incontro irripetibile" con l'animale multicolore si è verificato, racconta Jacinta Shackleton, il 6 gennaio scorso, mentre si tuffava intorno alla barriera corallina vicino a Lady Elliot Islandal largo della costa del Queensland nel nord-est dell'Australia. La biologa marina ha sottolineato che "il primo maschio vivo è stato avvistato solo nel 2002". Sono passati vent'anni, quindi, senza che l'inafferrabile polpo sia stato immortalato. Nel suo caso, è stata una femmina, che è più grande e ha una maggioranza e un potente colore arancione. "I colori del suo cappotto erano incredibili ed è stato affascinante vedere il modo in cui si muoveva nell'acqua. Secondo la Great Barrier Reef Foundation, organizzazione no-profit che opera per proteggere l'iconica barriera corallina, questo tipo di polpo viene visto molto raramente dato che si trova in mare aperto e non è facile individuarlo. Tuttavia, questa giovane femmina di Tremoctopus si trovava in acque poco profonde, risultano ben visibile alla biologa: “Quando l'ho visto per la prima volta ho pensato che potesse essere un pesce giovane con le pinne lunghe, ma quando si è avvicinato ho capito che era un polpo ed ero felicissima, non potevo contenere la mia eccitazione”, ha dichiarato al sito web locale Bundaberg Now. La Shackleton ritiene l’incontro come un’opportunità unica nella vita: solo una manciata di persone ne ha mai visto uno in natura. Qualche curiosità sul Tremoctopus: le femmine arrivano fino a 2 metri di lunghezza, mentre i maschi sono lunghi meno di 2,4 centimetri. Inoltre, solamente le femmine hanno dei mantelli che possono essere rimossi per distrarre o colpire i predatori. Pensate, un loro meccanismo di difesa prevede di staccare i tentacoli delle caravelle portoghesi, meduse particolarmente velenose, ma a cui i polpi sono immuni, per utilizzarli come “arma” a scopo difensivo. Sicuramente un incontro irripetibile per me, molto grato!" Scoperta per la prima volta nel 1963,questa specie, chiamata Tremoctopus, fa parte della famiglia dei molluschi cefalopodi e di solito si trova esclusivamente negli oceani tropicali. Le femmine, come quella catturata da Shackleton, hanno membrane prominenti all'interno dei loro unici due tentacoli, la cui forma a foglio giustifica il nome che ricevono come polpo di manta. Quella specie di strato è usata per sembrare di dimensioni molto più grandi e quindi spaventare i loro predatori. Non hanno, come altri polpi, inchiostro per difendersi, quindi in caso di emergenza possono liberarsi della coperta per sconcertare il loro predatore ed essere in grado di fuggire. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” finora gennaio è stato un mese ricco di scoperte e incontri interessanti nel mondo animale. Dopo la scoperta nel mare di Fasano, a Brindisi, ed è lì che è stato avvistato, di un tremoctopus, cefalopode a metà tra un polpo e una seppia, l’attenzione si sposta su un incredibile filmato di un incontro irripetibile con un polpo, immortalato al di sopra della Grande Barriera Corallina che riportiamo di seguito: https://www.youtube.com/watch?v=-EqcmYEA66E https://www.itemfix.com/v?t=o4yi3d

venerdì 21 gennaio 2022

Pubblicato il rapporto “World Watch List 2022” sulla persecuzione dei cristiani nel mondo

Pubblicato il rapporto “World Watch List 2022” sulla persecuzione dei cristiani nel mondo: Afghanistan classificato posto più pericoloso al mondo per i cristiani, seconda la Corea del Nord. Oltre 360 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a causa della loro fede L'Afghanistan è stato classificato come il paese più pericoloso al mondo per chi professa la fede cristiana, scavalcando la Corea del Nord, ora al secondo posto, secondo la World Watch List 2022, pubblicata giovedì dall'agenzia di monitoraggio cristiana Open Doors. Quest'anno si registra il più alto livello di persecuzione da quando la lista è stata pubblicata per la prima volta, 29 anni fa. Secondo il report dell'organizzazione, la situazione è diventata più pericolosa per i cristiani in Afghanistan, dopo che i talebani hanno preso il controllo del Paese. "Quando viene scoperto che un individuo è di fede cristiana, la sua famiglia, clan o tribù deve salvarne l'onore, rinnegando il credente o addirittura uccidendolo. Poiché lasciare l'Islam è considerato un segno di follia, un cristiano può essere forzatamente rinchiuso in un ospedale psichiatrico, ha detto Open Doors nel rapporto annuale. Preoccupante anche la situazione in India, Paese democratico, ma sempre più influenzato dall'ideologia nazionalista induista, secondo la quale essere indiano significa essere indù. Le violenze contro cristiani e altre minoranze è ignorata o incoraggiata da leader politici indiani, e accompagnata da un'impennata di disinformazione sui media. Tuttavia tra i circa 100 Paesi monitorati il rapporto rileva un aumento della persecuzione. Salgono da 74 a 76 quelli che mostrano un livello definibile «alto, molto alto o estremo». Crescono a 360 milioni (340 nel 2021) i cristiani perseguitati, 5.898 quelli uccisi (da 4.761), con la Nigeria sempre epicentro di massacri (4.650) assieme ad altre nazioni dell'Africa subsahariana. Sono state 5.110 le chiese attaccate (4.488 l'anno precedente), 6.175 i cristiani arrestati (da 4.277) e 3.829 i rapiti (da 1.710). Nella lista dei primi dieci Paesi (calcolata solo sugli atti di violenza contro i cristiani) ben 7 le nazioni africane: Nigeria, Centrafrica, Repubblica democratica del Congo, Mozambico, Camerun, Mali e Sud Sudan. La Corea del Nord è stata in cima alla lista dei 50 paesi più avversi alla fede cristiana per oltre due decenni, secondo la Open Doors, poiché "qualsiasi nordcoreano sorpreso a seguire Gesù è a rischio immediato di reclusione, brutali torture e morte", sostiene l'agenzia cristiana. Afghanistan e Corea del Nord sono seguite da Yemen, Somalia, Libia, Arabia Saudita, Maldive, Eritrea, Iran e Iraq. La World Watch List considera 4 tipologie di comunità cristiane: le comunità di espatriati o immigrati, le chiese storiche (cattolici, ortodossi, chiese protestanti tradizionali), le comunità protestanti non tradizionali (evangelici, battisti, pentecostali), e le comunità di convertiti al cristianesimo (da islam e induismo, spesso i più colpiti dalla persecuzione). Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” è preoccupante questo rapporto che ha sottolineato che un credente su sette di in tutto il mondo, affronta persecuzioni a causa della propria religione.

Una nuova barriera corallina incontaminata scoperta a Tahiti

. Si trova tuttavia ad una profondità insolita che ha stupito anche gli studiosi. L'UNESCO: è una delle più grandi barriere coralline individuate a quella profondità Una scoperta che ha dell'incredibile quella fatta da un team di ricercatori marini nel Pacifico del Sud: 3 chilometri di barriera corallina incontaminata compresa tra i 30 e i 65 metri al largo della costa di Tahiti nella Polinesia francese. Il reef è formato principalmente da coralli giganti, con un diametro fino a due metri. Queste sono tutte caratteristiche che hanno sorpreso gli studiosi, in quanto finora la stragrande maggioranza delle barriere coralline conosciute al mondo sono posizionate ad una profondità massima di 25 metri. Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) che ha sostenuto la missione, si tratta di una delle più grandi scoperte a quella profondità. Per Julian Barbiere dell'UNESCO esistono probabilmente molti altri ecosistemi simili di cui non siamo a conoscenza: "Dovremmo lavorare per mapparli e per proteggerli". Le barriere coralline sono un'importante fonte di cibo per altri organismi, quindi la loro localizzazione può aiutare la ricerca sulla biodiversità. Gli organismi che vivono sulle scogliere possono rivelarsi importanti per la ricerca medica e le barriere coralline possono anche fornire protezione dall'erosione costiera e persino dagli tsunami, si legge sul sito dell'Unesco. La Polinesia francese ha subito un significativo evento di sbiancamento dei coralli nel 2019, tuttavia questa barriera corallina non sembra essere stata colpita in modo significativo. Riteniamo che le barriere coralline più profonde possano essere meglio protette dal riscaldamento globale, ha dichiarato la dottoressa Laetitia Hedouin, del Centro nazionale francese di ricerca scientifica. Dopo la scoperta avvenuta a novembre, il team ha effettuato immersioni per un totale di circa 200 ore per studiare la barriera corallina e ha potuto assistere alla deposizione delle uova dei coralli. Ulteriori immersioni sono previste nei prossimi mesi per continuare le indagini. C'è qualcosa di speciale in questa barriera. A livello globale, le barriere coralline sono minacciate da diversi fattori: le attività antropiche come la pesca indiscriminata e l'inquinamento e gli effetti del cambiamento climatico che danneggia questi delicati organismi e i loro ecosistemi causando il tipico sbiancamento. Lo sbiancamento è una risposta allo stress da parte dei coralli dovuto alle acque più calde durante le quali perdono il loro colore, e molti lottano per sopravvivere. Secondo un rapporto del 2020 del Global Coral Reef Monitoring Project tra il 2009 e il 2018, il 14% dei coralli del mondo sono morti. A differenza della maggior parte dei coralli che si trovano in acque relativamente poco profonde, questa barriera si trova a una maggiore profondità: tra i 35 e i 70 metri. La recente eruzione vulcanica a Tonga, che ha scatenato onde di tsunami in tutto il Pacifico non ha colpito la barriera corallina al largo di Tahiti. La scoperta potrebbe aiutare gli esperti a capire perché questa barriera sia stata resiliente al cambiamento climatico e alle pressioni umane, e quale ruolo questi coralli più profondi potrebbero giocare per proteggere l'ecosistema degli oceani. Altre immersioni sono previste nei prossimi mesi. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” la scoperta di questo reef in condizioni così incontaminate è una buona notizia e può ispirare la conservazione futura.

Svizzera, incidenti sul lavoro, ferito gravemente operaio italiano

. Il 40enne della provincia di Varese stava lavorando presso una casa in ristrutturazione. La polizia: “La sua vita è in pericolo” Grave infortunio sul lavoro oggi pomeriggio, attorno alle 15.40, presso una casa in ristrutturazione in via Tamporì a Bellinzona. Un 40enne operaio italiano, residente nella Provincia di Varese, ha picchiato violentemente la testa dopo essere caduto dalla scala a chiocciola da cui stava scendendo. E ora la sua vita è in pericolo. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia cantonale e i soccorritori dalla Croce Verde di Bellinzona che, dopo aver prestato le prime cure all'uomo, lo hanno trasportato all'ospedale. “Le ferite riportate dal 40enne, precisa la polizia, sono serie», tanto “da metterne in pericolo la vita”. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” un altro nostro connazionale, costretto ad emigrare per trovare lavoro, è rimasto vittima del proprio dovere.

giovedì 20 gennaio 2022

Bere più caffè può aiutare a combattere alcune forme di tumore ginecologico

Bere più caffè può aiutare a combattere alcune forme di tumore ginecologico Uno studio scientifico ha rivelato che il consumo di caffè può essere collegato a un minor rischio di cancro dell'endometrio, la mucosa che riveste la superficie interna dell'utero. Nel dettaglio la caffeina è stata individuata come fonte di effetti benefici per alcune patologie ginecologiche. Lo studio ha preso in esame 24 precedenti ricerche sull'assunzione di caffè con 9.833 casi incidenti di cancro dell’endometrio (EC), un tipo di cancro che inizia nel rivestimento dell'utero, con 699.234 individui inclusi nello studio. I risultati hanno rivelato che le donne che consumavano regolarmente caffè avevano un rischio relativo inferiore del 29% di sviluppare il cancro dell'endometrio, rispetto a quelle nella categoria più bassa di consumo di caffè. Mentre gli autori dell'analisi hanno evidenziato una pletora di meccanismi legati ai potenziali effetti antitumorali del caffè, hanno ammesso che sarebbero comunque necessari ulteriori studi, con un campione di grandi dimensioni, "per ottenere maggiori informazioni sui benefici del consumo di caffè in relazione al rischio di EC".Precedenti revisioni scientifiche hanno dimostrato che bere caffè può stimolare alcuni processi digestivi, poiché innesca secrezioni gastriche, biliari e pancreatiche, vitali per la digestione del cibo. La bevanda può avere un effetto protettivo anche contro i calcoli biliari e malattie del fegato come la pancreatite, secondo una revisione di 194 pubblicazioni di ricerca, condotta da Astrid Nehlig, Ph.D., Direttore emerito della ricerca presso l'Istituto nazionale francese di salute e ricerca medica (INSERM). Lo studio, è stato pubblicato sul Journal of Obstetrics and Gynecology Research. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rileva come ancora una volta la scienza dimostra come non sempre ciò che riteniamo particolarmente dannoso, come un paio di tazzine in più di caffè, risulti essere in realtà innocuo o addirittura costituisca un beneficio. Ciò vale particolarmente per quella che è ormai da decenni una bevanda insostituibile per milioni d'italiani.