sabato 31 maggio 2014

Maltrattamento sugli animali: pubblicita' shock di Adidas

Maltrattamento sugli animali: pubblicita' shock di Adidas La nuova campagna pubblicitaria di Adidas riporta una raccapricciante foto con Lukas Podolski, attaccante dell'Arsenal e della Nazionale tedesca, che stringe nelle mani un cuore sanguinante appena macellato di una mucca. L'efficacia del messaggio pubblicitario è costruito su una scena drammatica: "Per la Coppa del Mondo, io ti do il mio cuore!". Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” trova questo manifesto pubblicitario di pessimo gusto che non lascia spazio a dubbi. Il messaggio è promosso da persone, indifferenti e sadiche che stanno utilizzando una foto sicuramente non calzante con la cucina. Solo perché per lo Stato gli animali da macello non hanno diritti, non vuol dire che l’uomo possa ironizzare sulla loro morte. Farlo non è illegale, ma sicuramente è immorale. Per tali ragioni, unendosi al coro dei tanti cittadini inorriditi dallo spot in questione, si rivolge in primis ai vertici della multinazionale tedesca e agli autori del censurabile “spettacolo” per l’immediata rimozione dello stesso.

Facebook apre ai giovanissimi. Il social network sta studiando un sistema supervisionato dai genitori che permetta agli under 13 di aprire account

Facebook apre ai giovanissimi. Il social network sta studiando un sistema supervisionato dai genitori che permetta agli under 13 di aprire account Facebook punta ai giovanissimi. Il social network vuole lanciare un sistema che consenta anche agli under 13 di aprire account su Facebook con la supervisione dei genitori. Al momento Facebook vieta ai giovanissimi di iscriversi e per ampliare agli under 13 il proprio pubblico deve adeguarsi alla legge del 1998 per la tutela dei bambini online. La norma prevede che le aziende ricevano il consenso dei genitori e lo verifichino prima di poter raccogliere o condividere informazioni personali di bambini. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, più volte ha focalizzato l'attenzione sui pregi rappresentati dalle libertà della rete, ma anche sui difetti determinati dall'assenza di puntali controlli. Il problema di rispettare la privacy è sentito anche da Facebook stessa, che può trovarsi in difficoltà in quanto non potrebbe raccogliere dati personali senza il consenso dei genitori. Eppure, secondo un rapporto di un anno fa, esistono almeno 7,5 milioni di bambini sotto i 13 anni che usano il sito, e poco meno della metà hanno meno di 10 anni. Solo un terzo dei genitori sa che i propri figli utilizzano il popolare social network. Non si sta parlando semplicemente del problema dei crimini legati alla sfera sessuale: attraverso Facebook, ad esempio, giovani sprovveduti potrebbero anche diffondere informazioni importanti legate alla sicurezza della famiglia o alle condizioni economiche della stessa. Per questo per arginare il problema la mossa da parte dei dirigenti del social network, per evitare che la privacy dei minori venga meno, è solo quella di realizzare un collegamento fra l'account dei figli e quello dei genitori. In questo modo, tutte le applicazioni e le amicizie sarebbero monitorate dai genitori, che andrebbero ad approvarne o meno l' interazione con i propri figli.

venerdì 30 maggio 2014

Un nuovo trend tra i minori. Carte d'identità false per entrare in discoteca e bere gli alcolici.

Un nuovo trend tra i minori. Carte d'identità false per entrare in discoteca e bere gli alcolici. A Lugano baby band stampavano carte d’identità false e le vendevano ai minorenni. Venivano acquistate dai ragazzini per entrare nei locali pubblici e comprare alcolici. Una tendenza diffusissima anche in Italia Un 18enne e un 17enne svizzeri, domiciliati nel Luganese, con una banale stampante e un software di elaborazione di fotografie producevano false carte d’identità italiane che rivendevano a coetanei, per lo più studenti minorenni. Le carte di identità italiane sono state rivendute a 40 franchi al pezzo per un introito di 2,400 chf. Venivano acquistate dai ragazzini per entrare nei locali pubblici e comprare alcolici. La Magistratura dei minorenni e la Polizia cantonale comunicano che negli scorsi giorni è terminata un'inchiesta relativa alla produzione, alla vendita e all'utilizzo di documenti falsi. Un 18enne e un 17enne, entrambi cittadini svizzeri e domiciliati nel Luganese, hanno contraffatto, tramite computer e un software di elaborazione di fotografie, delle carte di identità italiane poi rivendute a 40 franchi al pezzo (per un indebito profitto di circa 2'400 franchi) a studenti minorenni. I due giovani sono stati denunciati alla Magistratura dei minorenni per falsità in certificati. Sono stati inoltre identificati 37 minorenni che hanno acquistato e utilizzato i documenti falsi per accedere a locali pubblici e per acquistare alcolici. Anche loro sono stati denunciati per falsità in certificati. Sono state finora sequestrate 15 carte di identità italiane false. In Italia negli ultimi mesi si sono registrati numerosi fatti analoghi compiuti in varie città. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si inizia quasi per gioco per aggirare le normative che ne vietano l’ingresso ai minorenni con l’obiettivo di entrare in discoteca e bere alcolici. L'incoscienza dell'età e l'ebbrezza di provare qualcosa di proibito, porta a determinare l'integrazione di reati e a conseguenze penali personali anche gravi. Ovviamente lo “Sportello dei Diritti” invita i genitori e coloro a cui è affidata la custodia dei minori a prestare la massima attenzione al comportamento dei propri figli.

Nuovi timori per la sicurezza per ricambi auto contraffatti. Dall'Australia un allarme destinato a diffondersi in tutto il mondo e soprattutto in Italia

Nuovi timori per la sicurezza per ricambi auto contraffatti. Dall'Australia un allarme destinato a diffondersi in tutto il mondo e soprattutto in Italia Esperti di sicurezza automobilistica in Australia hanno rinnovato gli avvertimenti circa i pericoli conseguenti all'utilizzo di pezzi di ricambio non originali o addirittura contraffatti, per la riparazione a seguito di incidente stradale, che potrebbero addirittura portare a rischiare la vita in caso di un nuovo sinistro. Il problema è venuto a galla perchè mentre sono stati sviluppati sempre più complessi sistemi di sicurezza e sensori airbag per le automobili ed i telai utilizzano una più ampia gamma di acciai leggeri ma ad alta resistenza, in non rari casi i ricambi sostituiti non rispetterebbero quegli stessi standard dei sistemi originali. La questione, secondo l'inchiesta australiana, ma con implicazioni globali, nascerebbe dal fatto che con l'incentivazione all'acquisto di polizze che obbligano a ricorrere a riparatori convenzionati, alcune compagnie di assicurazione avrebbero iniziato ad utilizzare un numero crescente di ricambi non originali - che non sono tipicamente realizzati con gli stessi materiali - per la riparazione dei veicoli sinistrati al fine di ridurre i costi dei danni da incidenti, mentre una minoranza di riparatori "canaglia" starebbero già montando componenti contraffatti. Un esperto di riparazione in Australia che si è occupato di studiare gli effetti conseguenti all'utilizzo di ricambi fasulli, ha lanciato l'allarme per i rischi connessi ad infortuni o addirittura alla perdita della vita. Ed ha avvertito che secondo le linee guida attuali le autorità non arriverebbero a capire l'effettiva causa delle morti o di gravi infortuni perché gli esperti di indagine degli incidenti, per routine non controllano se le auto sono state dotate, per esempio di airbag non originali o contraffatti. Un video agghiacciante su internet dimostra che un centesimo di secondo può significare la differenza tra la vita e la morte quando si tratta di un airbag. Secondo l'insider del settore con 30 anni di esperienza e che ha chiesto di rimanere anonimo nell'inchiesta australiana " potrebbero esserci già stati morti o feriti a causa della loro auto dotata di un airbag non genuino o contraffatto". Ed ha evidenziato che era "un falso argomento" il fatto che si dica che non ci sono stati incidenti segnalati, "perché non c'è modo di dimostrarlo". L'insider ha detto che riparatori "canaglia" sono stati motivati ad adattarsi ad installare ricambi non originali o contraffatti, perché fanno più profitti facendo liquidare alle compagnie di assicurazione il costo dell'articolo originale. L'amministratore delegato della Camera Federale of Automotive Industries australiana, Toby Weber, evidenzia che gli automobilisti devono essere meglio istruiti sulle differenze tra ricambi originali e non originali - e leggere attentamente le condizioni delle loro polizze assicurative. Uno studio condotto da Ford nel 2011, ha rilevato che se gli airbag si attivano prematuramente a bassa velocità perchè non originali, raddoppiano il costo delle riparazioni. Un'altra ricerca condotta da Honda nel 2012, ha scoperto che un ritardo di un centesimo di secondo nell'apertura di un airbag può causare conseguenze ancor più gravi di quelle che si verificherebbero in caso di tempestiva attivazione. "La maggior parte dei consumatori presuppone che la vettura sarà riparato con gli stessi standard come lo era prima dell'incidente", ha detto Weber. "Ma questo non corrisponde necessariamente a verità." I consumatori devono essere consapevoli del contenuto della loro polizza di assicurazione e devono "prestare particolare attenzione se comprende o non comprende l'utilizzo di parti di ricambio originali". Il portavoce di Mercedes-Benz Australia, ha precisato: "Non si tratta di proteggere il proprio business, si tratta di salvare vite umane." Ha detto che le compagnie di assicurazione che favoriscono ricambi non originali "devono assumersi le loro responsabilità pubbliche e lavare il sangue dalle loro mani." Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, quello lanciato in Australia è un allarme destinato a diffondersi globalmente, perchè da anni, come associazione, avevamo già segnalato il fenomeno, la cui crescita poteva essere ulteriormente incentivata in Italia dai recenti provvedimenti pro assicurazioni di riforma del codice delle assicurazioni private, fortunatamente poi bocciati, che sotto la scusa di annunciati ribassi tariffari delle polizze assicurative, nel loro intento avrebbero previsto il ricorso indiscriminato e pressochè obbligatorio a riparatori con stretti legami di dipendenza con le compagnie assicurative ed il definitivo tramonto della figura dell'artigiano - carrozziere di fiducia che certamente non ha interesse a riparare l'auto con pezzi di ricambio del tipo denunciato nel presente comunicato. Ci auguriamo, quindi, che anche per le ragioni evidenziate, i tentativi d'introdurre obblighi del genere nel Nostro Paese siano stoppati sul nascere per evitare che un fenomeno in crescita, quale quello odiernamente denunciato, conosca una definitiva e compiacente consacrazione governativa con norme di legge.

giovedì 29 maggio 2014

Allerta alimentare per vini patacca. Sequestrate in Toscana oltre 30'000 bottiglie di Brunello e di Chianti

Allerta alimentare per vini patacca. Sequestrate in Toscana oltre 30'000 bottiglie di Brunello e di Chianti Da anni lo “Sportello dei Diritti” si batte per la tutela del “Made in Italy” e contro la contraffazione che costituisce una piaga che ha contribuito, e non poco, alla crisi produttiva del Nostro Paese. E' di oggi la notizia che oltre 30'000 bottiglie di vino etichettato come Brunello di Montalcino, Chianti e altre "denominazioni di origine controllata e garantita", ma falso e di scarsa qualità, sono state sequestrate dai Carabinieri del reparto operativo di Siena. L'operazione, ancora in corso in Toscana e in altre regioni del centronord riguarda una vasta frode agroalimentare nella vendita all'ingrosso e al dettaglio. Sequestrati anche ettolitri di vino sfuso pronto per essere piazzato sui mercati internazionali a prezzi dieci volte superiore e falsi documenti di certificazione di qualità. Decine le perquisizioni e le verifiche dei carabinieri, che hanno riguardato cantine, centri d'imbottigliamento, supermercati ed enoteche in Toscana, Umbria, Liguria e Lazio. Il vino sequestrato, di scarsa qualità, dopo essere stato imbottigliato veniva etichettato con false fascette con i sigilli di Stato e quindi commercializzato in Italia ed all'estero ad un prezzo dieci volte superiore al suo reale valore, con un danno al settore vitivinicolo italiano calcolato in centinaia di migliaia di euro. Alcune persone risultano indagate, ma allo stato non vi è alcun coinvolgimento da parte dei produttori di Brunello e delle aziende di Montalcino che, anzi, potrebbero essere parte lesa. L'operazione è ancora in corso nelle regioni di centro-nord e riguarda una vasta frode agroalimentare nella vendita all'ingrosso e al dettaglio. Responsabile del proliferare all’acquisto del “falso” che si sta diffondendo sempre più tra i privati, sono i siti internet che offrono molti prodotti imitati. Ed è in particolare al moltiplicarsi dell’offerta su internet che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si sofferma per mettere in guardia i potenziali acquirenti. Basti ricordare che se da una parte i truffatori responsabili delle falsificazioni ed i venditori rischino una condanna penale, anche gli acquirenti sono soggetti a pesanti sanzioni e a risarcimenti civili da parte delle aziende vittime delle contraffazioni. È vero, che i destinatari degli acquisti online non sono penalmente perseguibili, ma se non rinunciano all’oggetto, vanno incontro ad ulteriori spese legali e possono esser citati in giudizio in sede civile oltreché a pesanti multe da parte delle autorità amministrative e tributarie che dovessero accertare gli illeciti. Acquistare un articolo con marchio contraffatto è, infatti, un illecito amministrativo per il quale le sanzioni previste vanno dai 100 ai 7.000 euro. E non c'è alcuna differenza se l'acquisto viene fatto in strada, in un negozio o su internet.

2 miliardi di persone obese o in sovrappeso. Lo dice uno studio americano. Gli obesi nel mondo sono quasi raddoppiati in trenta anni e costituiscono un decimo della popolazione

2 miliardi di persone obese o in sovrappeso. Lo dice uno studio americano. Gli obesi nel mondo sono quasi raddoppiati in trenta anni e costituiscono un decimo della popolazione L’obesità è una delle piaghe del nuovo millennio con incidenze pesantissime sul welfare di ogni stato per gli effetti sulla salute dei cittadini poiché già il semplice sovrappeso aumenta i fattori di rischio riguardanti le malattie cardiovascolari, il diabete e il cancro ed è all’origine di circa 3 milioni di morti premature ogni anno. Insomma un mondo con troppi chili di cui un terzo della popolazione ha problemi con la bilancia. La conferma viene da uno studio statunitense pubblicato sulla rivista scientifica Lancet. Dal 1980 al 2013, periodo preso in esame, le persone in sovrappeso o obese sono passate da 57 milioni a 2,1 miliardi, dal 29 al 37% per gli uomini e dal 30 al 38% per le donne. A livello regionale viene sottolineato che il problema è particolarmente serio in Medio Oriente e in Nord Africa. Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia rappresentano i paesi ricchi dove il fenomeno è cresciuto di più sia per i maschi sia per le femmine. Per quanto riguarda le nuove generazioni, anche in questo caso sono stati registrati dati preoccupanti: lo scorso anno, oltre il 22% delle ragazze e quasi il 24% dei ragazzi nei paesi sviluppati avevano chili di troppo. Il primato mondiale di obesità spetta alle popolazioni delle isole di Pacifico e Oceania (Nauru, isole Cook e Samoa, Tonga, Polinesia francese), dove il BMI medio raggiunge i 34-35kg/m2. Tra gli stati industrializzati, la crescita più impressionante di sovrappeso e obesità è stata riscontrata in USA. Nella corsa all’obesità dei Paesi ricchi, seguono Nuova Zelanda e Australia (donne), Regno Unito e ancora Australia (uomini). All’ultimo posto il Giappone, con un BMI medio pari a 22 per le donne e 24 per gli uomini. In Europa ed in particolare Belgio, la Finlandia, la Francia, l’Italia (IMC 28 per le donne adulte) e la Svizzera non risulta esservi stato un incremento significativo dell’Indice, ma ciò non deve fare abbassare la guardia agli organismi deputati al controllo della salute pubblica. Alla luce di tale importante studio che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” teneva a diffondere, affinché anche in Italia si approntino delle strategie pubbliche di prevenzione e cura per combattere il fenomeno, non possiamo non concordare nelle proposte autorevoli che vengono dalla Scienza dell'alimentazione secondo cui bisognerebbe realizzare in ogni regione centri di coordinamento di reti assistenziali che attraverso approcci multidisciplinari integrati di tipo riabilitativo, siano adeguate alla diagnosi e cura dell'obesità e dei disturbi dell'alimentazione ed articolate in unità ambulatoriali, semiresidenziali e di ricovero di riabilitazione intensiva. In alcune regioni sta avendo successo il modello definito “hub and spoke” che prevede la concentrazione dell'assistenza di maggiore complessità in centri di eccellenza (hub) e l'invio dei pazienti ai centri periferici (spoke) in relazione alla prosecuzione del percorso terapeutico e riabilitativo.

mercoledì 28 maggio 2014

Porsche richiama 2.500 modelli Macan per possibili problemi ai freni

Porsche richiama 2.500 modelli Macan per possibili problemi ai freni La Porsche ha attivato la procedura di richiamo in officina per decine di migliaia di veicoli. Un difetto all’impianto frenante sarebbe la causa. Ad essere soggette al richiamo in tutto il mondo sono le vetture che secondo la casa automobilistica corrisponderebbero a circa 2500 vetture delle serie Macan. Un portavoce della casa automobilistica di Stoccarda ha comunicato oggi che la ragione sarebbe da individuarsi in un difetto che nel caso peggiore potrebbe causare la rottura del servofreno. Non è la prima volta che la Porsche ha richiamato vetture per procedure di tal tipo. All'inizio del 2014, il colosso automobilistico aveva già richiamato circa 785 vetture 911 GT3 su segnalazione della nostra associazione. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari della Porsche nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai modelli in questione. Al singolo proprietario, infatti, non costa nulla tale tipo di verifica e nel caso in cui la propria autovettura sia oggetto del richiamo, l’intervento previsto è a totale carico della casa automobilistica che dovrebbe fornire anche un’autovettura sostitutiva per il periodo necessario alla manutenzione straordinaria.

La crisi fa ingrassare. Secondo un rapporto pubblicato ieri, l'obesità è aumentata nei paesi OCSE negli ultimi anni. Sovrappeso causato dalla crisi finanziaria del 2008.

La crisi fa ingrassare. Secondo un rapporto pubblicato ieri, l'obesità è aumentata nei paesi OCSE negli ultimi anni. Sovrappeso causato dalla crisi finanziaria del 2008. Obesità e sovrappeso si sono diffusi in maniera esponenziale a seguito della crisi finanziaria del 2008, tra i 34 membri dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (OCSE) economico, secondo un rapporto pubblicato ieri martedì 27 maggio. In questo documento che sarà presentato in data odierna al Congresso Europeo sull'Obesità a Sofia ( Bulgaria ), l'OCSE sottolinea che più della metà degli adulti e un bambino su cinque risulta in media in sovrappeso nei paesi membri dell'Organizzazione. L'obesità è definita come un indice di massa corporea (BMI) maggiore di 30, mentre il sovrappeso è un BMI tra 25 e 30 negli adulti. Il BMI è calcolato tenendo conto delle dimensioni e del peso. E anche se l'aumento dell'obesità è piuttosto rallentato negli ultimi cinque anni nei paesi OCSE, è schizzato in alcuni paesi durante la crisi economica del 2008-2009, che ha comportato una riduzione delle spese alimentari e aumento del consumo di prodotti a basso costo e ad alto contenuto calorico. Secondo il rapporto, ogni aumento dell'1% del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti ha comportato una riduzione dei consumi del 5,6% di frutta e verdura tra il 2007 e il 2009. Nel Regno Unito la spesa alimentare é diminuito del 8,5% in termini reali nel 2008-2009, ma non incidendo sul consumo di calorie, che al contrario è anche leggermente superiore. Uno studio australiano ha dimostrato che, da parte loro le persone colpite dalla crisi avevano un rischio maggiore di diventare obesi del 20% di quelli non colpiti. L'obesità, che é causa di malattie cardiovascolari, diabete e alcuni tumori, é un costo sociale e umano pesante per i paesi OCSE. Le persone con obesità grave muoiono, in media, dieci anni prima rispetto alle persone di peso normale, osserva il rapporto. La gestione del sovrappeso rappresenta una media del 3% della spesa sanitaria in diversi paesi, o tra il 5 e il 10% negli Stati Uniti. Fino al 1980, meno di un decimo degli adulti erano obesi tra gli stati OCSE contro il 18% attuale. I paesi più colpiti sono il Messico, la Nuova Zelanda e Stati Uniti, dove ci sono in media oltre il 30% degli obesi. Ma dopo aver sperimentato una crescita molto rapida nel 1990, la situazione si è stabilizzata e i tassi di obesità non sono aumentati in paesi come il Regno Unito, l'Italia e gli Stati Uniti. In altri paesi, tuttavia, i tassi hanno continuato ad aumentare a un tasso del 2-3% annuo. Si tratta di Australia, Canada, Francia, Messico, Spagna e Svizzera, dice l'OCSE. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” i dati menzionati sono tutti da verificare anche in Italia, dove la crisi economica ha raggiunto il suo picco nel 2012-2013 e, quindi, non ci sarà da stupirsi se la verifica dell'aumento dei tassi di obesità anche per il nostro Paese arriverà con ritardo rispetto a quanto accaduto in altri stati dell'area OCSE dove la crisi ha manifestati i suoi maggiori effetti nel periodo preso in considerazione dal rapporto.

Cadono calcinacci alla scuola primaria “Livio Tempesta” di Santa Rosa a Lecce. Le scuole italiane KO.

Cadono calcinacci alla scuola primaria “Livio Tempesta” di Santa Rosa a Lecce. Le scuole italiane KO. Alcune parti del cornicione dell'edificio adibito a palestra, a causa di incuria e trascuratezza nella gestione dell'immobile pubblico per non aver fatto una puntuale manutenzione, hanno ceduto cadendo a pochi passi dall'ingresso principale della scuola. Un cedimento improvviso e un pezzo di intonaco che si stacca pericolosamente da un cornicione, frantumandosi a terra senza colpire nessuno per fortuna. Proprio per garantire l'incolumità dei bambini, gli insegnanti hanno transennato la zona con un nastro legato anche a delle sedie che fungevano da barriera senza però provvedere alla rimozione delle parti pericolanti della struttura. Non avendo ravvisato alcun pericolo all'interno, la scuola è rimasta aperta. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” invita la Provincia ad affidare il lavoro di immediata messa in sicurezza dell’edificio e di sistemazione del ponteggio di protezione.

martedì 27 maggio 2014

La FDA approva l'etichettatura laser per gli agrumi. Lo Sportello dei diritti chiede che il sistema sia introdotto anche in Italia a tutela dei prodotti Made in Italy.

La FDA approva l'etichettatura laser per gli agrumi. Lo Sportello dei diritti chiede che il sistema sia introdotto anche in Italia a tutela dei prodotti Made in Italy. La FDA (che sta per Food and Drug Administration) Agenzia statunitense per gli Alimenti e i Medicinali, ha approvato l'utilizzo del sistema di etichettatura a laser, brevettato per tutte le varietà agrumicole. L'azienda Natural Light Labeling System che ne aveva depositato il brevetto già da 5 anni ha fatto sapere che tutti i test di questa nuova tecnologia di identificazione, hanno avuto successo. In particolare, non si sono registrati effetti negativi del laser sui frutti e nessuna degradazione del prodotto. La tecnologia di stampa è progettata per non penetrare nella buccia, ma elimina solo il pigmento della superficie. Il sistema offre la massima garanzia di rintracciabilità, è permanente, non trasferibile, perfettamente leggibile e a prova di manomissione. E' stata sollecitata l'approvazione anche per altri tipi di ortofrutticoli. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” il sistema di rintracciabilità permanente deve essere adottato immediatamente anche in Italia a garanzia dei consumatori ma anche del Made in Italy.

Oms: tassate i fumatori. Nonostante le campagne antifumo mondiali fumate seimila miliardi di sigarette in un anno

Oms: tassate i fumatori. Nonostante le campagne antifumo mondiali fumate seimila miliardi di sigarette in un anno Ogni anno vengono fumate sei mila miliardi di sigarette nel mondo. Attualmente, il consumo di tabacco uccide una persona nel mondo ogni 6 secondi. Queste cifre hanno spinto l'Oms a sollecitare oggi a tutti i paesi ad aumentare le tasse sul tabacco per incoraggiare i fumatori a smettere e per impedire ad altre persone di diventare dipendenti da tabacco. Secondo l'Oms, con un aumento delle tasse sul tabacco del 50%, il numero di fumatori diminuirebbe di 49 milioni entro i prossimi tre anni salvando 11 milioni di vite nel mondo. L'aumento dei prezzi del tabacco risulta particolarmente efficace nel dissuadere i giovani che spesso hanno redditi più limitati dal cominciare a fumare. Inoltre incoraggiano i giovani fumatori a ridurre il consumo o a smettere del tutto. Per il direttore del dipartimento per la prevenzione delle malattie non trasmissibili dell'Oms, Douglas Bettcher, "gli aumenti dei prezzi sono da due a tre volte più efficaci nel ridurre il consumo di tabacco presso i giovani" rispetto al resto della popolazione. Basti pensare che solo negli Usa le industrie hanno nei loro database i dati di praticamente tutti i fumatori, e spendono ogni anno più di 400 dollari a testa per pubblicità e offerte speciali. L'Oms ha inoltre calcolato che se tutti i paesi aumentassero le tasse su tabacco del 50% per ogni confezione, i governi guadagnerebbero 101 miliardi di dollari di fatturato globale supplementare. "Questi fondi supplementari potrebbero, e dovrebbero, essere utilizzati per investire in programmi sanitari e sociali", ha osservato Bettcher. L'Oms ricorda che il consumo di tabacco è la principale causa di morte evitabile al mondo. Il tabacco uccide quasi 6 milioni di persone ogni anno, tra i quali 600.000 fumatori passivi. In assenza di interventi, il tabacco ucciderà più di 8 milioni di persone l'anno entro il 2030, con più dell'80% dei quali nei paesi a basso e medio reddito. Inoltre, pochi o pochissimi sono a conoscenza dei reali rischi del fumo. Per esempio, quanti consumatori sanno che il fumo è una delle cause principali di cecità, calvizie e tumore della vescica, per non parlare di gravidanza ectopica, cataratta, frattura dell'anca, menopausa precoce, aborto spontaneo e disfunzioni erettili. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” alla luce di questi impressionanti dati non bisogna demordere con tutti i mezzi consentiti nella lotta contro questo problema che è causa di costi sociali impressionanti, adottando rigorose strategie di carattere transnazionale come questa sollecitata dall'Organizzazione Mondiale Della Sanità.

Milioni rischiano la salute bevendo birra per aumentare i livelli di proteine.

Milioni rischiano la salute bevendo birra per aumentare i livelli di proteine. In tanti stanno mettendo la loro salute a rischio perché credono erroneamente che il cioccolato o anche la birra e vino siano buone fonti di proteine vitali – il "fiore all'occhiello" delle sostanze nutritive Un recente studio ha dimostrato che birra e cioccolato non forniscono proteine "benefiche". Anche supponendo che si ha cognizione di quali siano le fonti di proteine, otto su dieci persone non hanno ancora idea di quante proteine a livello giornaliero hanno effettivamente bisogno. E un quinto non sono a conoscenza che è essenziale consumarle ogni giorno, evidenzia questa ricerca. L'indagine è stata effettuata in Gran Bretagna per conto della società di proteine da bere "Upbeat" per il lancio della settimana nazionale della proteine, che è iniziata ieri e che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene opportuno comunicare anche in Italia per la scarsa attenzione che nel Nostro Paese viene posta sulla necessità di una dieta equilibrata nella quale tutte le componenti siano correttamente assunte. Le proteine, infatti, sono una componente principale di tutti i muscoli, tessuti e organi, e sono necessarie per i nostri organismi per la crescita, la manutenzione e la riparazione delle cellule. Sono anche essenziali per la produzione di anticorpi, per combattere le infezioni e persino mantenere i capelli lucidi e sani, le unghie forti, la pelle fresca e luminosa e le ossa resistenti. Vi è ancora profonda confusione sull'origine delle proteine, tanto che quasi un quinto di noi consumatori pensa che buone fonti sono cereali, pasta e burro mentre l'11 % delle persone è convinto che il cioccolato, la birra ed il vino possono fornire ciò di cui abbiamo bisogno. Effettivamente le proteine provengono da carne e pesce, latticini, uova, tofu, lenticchie e latte di soia. La razione giornaliera media raccomandata di proteine per gli adulti è di 56 grammi per gli uomini e 46 grammi per le donne e dovrebbe essere consumata durante tutta la giornata. Cibo e bevande ricche in nutrienti aiutano la gente sentirsi sazi più a lungo e rende meno probabile il ricorso alla "merenda", secondo gli esperti di nutrizione. Eppure quando si hanno i "morsi della fame", il 55 % di noi sceglie cioccolato, patatine e dolci anche se sono a basso contenuto di proteine. Di conseguenza, il 73 % di noi è soggetto a cali di energia durante la settimana. Il dottor Adam Carey, nutrizionista ed esperto di benessere ha detto: "solo di recente le persone iniziano a rendersi conto dei benefici di diete con proteine sufficienti".

L'alcol dietro alle violenze. Lo dice uno studio commissionato dall'Ufficio federale della sanità pubblica

L'alcol dietro alle violenze. Lo dice uno studio commissionato dall'Ufficio federale della sanità pubblica Circa la metà dei casi che impongono l'intervento della polizia sarebbero colpa degli influssi dell'alcol. Ad evidenziarlo, uno studio commissionato dall'Ufficio federale della sanità pubblica svizzera (UFSP) che sottolinea che l'abuso di alcol sia causa d'insicurezza negli spazi pubblici. La ricerca dimostra statisticamente che all'influsso del consumo problematico di sostanze alcoliche è da ricondurre quasi la metà delle circostanze di violenza fisica e verbale in cui è stato necessario l'intervento della polizia. Gli episodi più frequenti sfociano nelle lesioni personali, nelle vie di fatto e nei litigi. La casistica si concentra soprattutto nelle città, nei quartieri ad alta concentrazione di locali notturni, oppure nelle stazioni ferroviarie, durante le ore notturne del venerdì e del sabato. L'analisi si basa su un sondaggio online svolto, durante una settimana, fra 1'300 agenti attivi sul territorio - nei cantoni di Ginevra, Berna, Lucerna e nella città di Zurigo, nonché su una ventina di interviste dettagliate con esperti. Ancora una volta, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione impegnata da anni anche nella lotta contro l'abuso di alcol, sono i numeri ad evidenziare che gli stati nazionali fanno ancora troppo poco per combattere questa piaga. Ma evidentemente per i nostri governi sono più importanti gli introiti sottesi al commercio di bevande alcoliche, piuttosto che la verifica puntuale degli sconfinati costi sociali che direttamente o indirettamente pesano sul nostro sistema di Welfare.

Le mafie sono tra noi. Anche in Svizzera la polizia lancia l'allerta. Il narcotraffico è l'attività principale della "Ndrangheta"

Le mafie sono tra noi. Anche in Svizzera la polizia lancia l'allerta. Il narcotraffico è l'attività principale della "Ndrangheta" Neanche la storicamente "neutrale" Svizzera è al riparo dalla criminalità organizzata italiana. L’Ufficio federale di polizia (Fedpol), nel suo rapporto annuale, ha lanciato l'allarme secondo cui le mafie del Belpaese allungano pericolosamente i suoi tentacoli sulla Confederazione. Nel report si legge testualmente che: “l'insediamento di organizzazioni mafiose nell'Italia settentrionale e in Svizzera presenta analogie inquietanti” e rappresenta “una minaccia reale per il nostro paese”. Ed ancora, sussistono indizi che anche la ‘Ndrangheta, organizzazione mafiosa di origine Calabrese, si sia insediata sul suolo elvetico con varie strutture relativamente autonome a livello operativo. La Fedpol, peraltro arriva a non escludere che in futuro vengano perpetrati anche sul nostro territorio crimini violenti, fino ad oggi piuttosto rari, a causa delle tensioni interne dell'organizzazione criminale d'origine calabrese. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta di dichiarazioni inquietanti che non sono un buono "sponsor" per l'Italia, che dimostrano quanto sottolineano da anni chi è impegnato nell'antimafia, ossia che la criminalità organizzata dovrebbe essere combattuta con mezzi adeguati a partire dalle origini ossia nel Nostro Paese.

lunedì 26 maggio 2014

Allerta alimentare Repubblica Ceca: pomodori ciliegini marocchini pericolosi per la salute.

Allerta alimentare Repubblica Ceca: pomodori ciliegini marocchini pericolosi per la salute. Le autorita' mettono in guardia " non mangiare nessun pomodoro proveniente dal Marocco " Il Ministero della salute della Repubblica Ceca ha pubblicato due 'allerte' nei giorni 18 e il 19 maggio 2014, riguardo un lotto di pomodori ciliegino marocchini. Anche le autorità sanitarie francesi hanno registrato "26 casi di intossicazione alimentare con una grave sintomatologia con "sintomi digestivi" ascrivibile al consumo di pomodori ciliegini". Le autorità francesi sottolineano come questi siano "i sintomi a breve termine" che "si manifestano molto rapidamente dopo aver consumato i pomodori". A darne notizia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre impegnata anche nella tutela della salute e nella costante informazione dei consumatori. Tutte le persone affette avevano consumato pomodori importati dal Marocco. Secondo la rivista www.h24info.ma, i pomodori sono stati commercializzati da una società francese che produce, confeziona e importa in patria frutta e verdura marocchina. L'azienda ha risposto direttamente a questa accusa: "Siamo stati informati dalle autorità sanitarie francesi circa i reclami dei consumatori sull'indigestione di durata limitata, potenzialmente legata al consumo di una varietà di pomodori ciliegini importati dal Marocco. Anche se nessuna analisi ha rivelato la minima mancanza di conformità (agli standard sanitari) del prodotto, la nostra azienda ha deciso, in via precauzionale, di fermare la commercializzazione di questa varietà dal 2 maggio 2014". I pomodori sono stati venduti in molti supermercati francesi. Le autorità ceche hanno scoperto che l'azienda francese aveva importato oltre 50.000 kg di pomodorini nel paese tra il 20 aprile e il 2 maggio. All'inizio ai consumatori veniva sconsigliato di consumare quel determinato lotto, da giorni invece vengono avvertiti di non mangiare nessun pomodoro proveniente dal Marocco.

Simbolo del saluto nazista pubblicizzato sui fustini del sapone Ariel ora in commercio anche in Svizzera.

Simbolo del saluto nazista pubblicizzato sui fustini del sapone Ariel ora in commercio anche in Svizzera. In Germania il detersivo era stato ritirato perché ritenuto "neonazista" . In Svizzera, invece, è comparso negli scaffali dei supermercati Ad inizio maggio in Germania si era scatenata una scia di polemiche causata dalla confezione grande dei fustini di sapone messa in vendita nei supermercati, dove veniva ostentato un "88" di colore nero su una maglia bianca della nazionale tedesca. Una indignazione per una promozione fallita così virulenta che la Procter & Gamble aveva deciso di ritirare dal mercato la confezione incriminata. Ora mentre in Svizzera si torna a parlare di norme antirazzismo dopo il recente annullamento di una condanna inflitta a un estremista di destra che aveva fatto il saluto fascista, oggi si presenta il caso di Ariel, dove alla Coop di Zurigo-Oerlikon sono comparsi i fustini sulle cui confezioni risparmio sfoggia nero su bianco un "88". Ricordiamo che il numero "88" sta per "HH", "Heil Hitler", come H è l'ottava lettera dell'alfabeto. Il direttore commerciale della P & G Svizzera interpellato dai media ha dichiarato che "i prodotti svizzeri erano stati spediti contemporaneamente a quelli destinati alla Germania, e che Procter & Gamble non ha voluto in nessun modo provocare. L'88 è la somma degli 83 lavaggi che vengono offerti d'abitudine con i cinque supplementari gratuiti. Ci dispiace che siano state fatte delle associazioni di idee sbagliate" ha concluso Gehlen, che ha aggiunto che la confezione con il numero “88” non verrà più consegnata. Mentre le varie associazioni antirazziste si chiedono come sia potuto accadere che il prodotto ritirato in Germania sia ora arrivato sugli scaffali dei supermercati in Svizzera, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, appare una coincidenza assai singolare, tenuto conto che il simbolo numerico indicato, è notoriamente ritenuto connesso al simbolo del saluto nazista. Auspichiamo che la casa produttrice in questione elimini ogni equivoco richiamando i fustini interessati dagli scaffali dei supermercati svizzeri, così come ha fatto in Germania.

domenica 25 maggio 2014

Allerta alimentare: scoperto pesticida Metamidofos nei ravioli importati dalla Cina

Allerta alimentare: scoperto pesticida Metamidofos nei ravioli importati dalla Cina Secondo quanto ha fatto sapere la polizia giapponese in un resoconto pubblicato dal Ming Pao Daily News, alcuni test hanno confermato la presenza di alti livelli del pesticida Metamidofos nei ravioli provenienti dalla Cina. La dose corrispondeva a tremila ppm, che è diecimila volte superiore al livello massimo di sicurezza. Secondo gli esperti una dose così alta di Metamidofos non può essere dovuta ai residui di pesticidi, piuttosto è stato volutamente mescolato nei ravioli. La pratica diffusa della produzione non etica da parte delle aziende alimentari, combinata con le scarse politiche cinesi di regolamentazione, ha portato a complicazioni per la salute per centinaia di migliaia di persone. Le aziende immorali responsabili degli effetti negativi derivanti dal consumo di cibo contaminato spesso non risarciscono le vittime delle pratiche alimentari illegali. I responsabili sono a volte difficili da individuare, perché in molti casi ci sono più gruppi o individui coinvolti. Le vittime includono i bambini che bevono il latte in polvere contaminato, gli abitanti del villaggio che mangiano le colture che sono state annaffiate con sostanze chimiche tossiche e anche consumatori di altri Paesi, che involontariamente mangiano i prodotti alimentari contaminati importati dalla Cina. In cima a tutto ciò, c’è il cuore straziato di famigliari e amici delle vittime, che non sanno mai a chi rivolgersi in quanto i medici si rifiutano di aiutarli. Come è facile ipotizzare rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” finiamo con il mangiarci anche i veleni. Sì, avete letto bene, ci mangiamo i veleni. Infatti Metil Paration, Metamidofos, Etoprofos, anche se ai più sembrano astrusi nomi, null’altro sono che parte di ciò che viene commercializzato, con tanto di autorizzazione ministeriale fino al 2017, come prodotto fitosanitario per l’agricoltura. Sull’etichetta dell’insalata dovrebbero scrivere “prodotto altamente tossico”, “la produzione inquina l’ambiente”, “può uccidere chi lo coltiva”, “per produrlo si può esplodere”, perché questi sono i rischi connessi all’uso di queste sostanze. In Nicaragua hanno vietato e stanno vietando tutti e tre i prodotti tossici sopra citati, tra i principali (“Consenso de las autoridades para prohibir agrotóxicos en Nicaragua”). Noi invece ne proroghiamo l’uso fino al 2017 anche se il metamidofos è un antiparassitario che è vietato in molti paesi sotto tutte le formulazioni e le applicazioni perché è nocivo per la salute umana e l'ambiente. Può essere utilizzato solo per la ricerca o di laboratorio in quantità inferiore a scopi 10Kg.3 Una circolare emessa dal Segretariato per la convenzione di Rottendam ha citato uno studio che mostra una maggiore tossicità del metamidofos su acefato: "In uno studio controllato, dove egli è stato somministrato una dose combinata di metamidofos e acefato maschi e femminili gruppi di volontari, è stata osservata una depressione della colinesterasi prevalentemente in quelli che ricevono più metamidofos: proporzione di acefato (1:4 invece di 1:9)." Una maggiore concentrazione totale (0,2 mg/Kg) somministrata per la più piccola proporzione (1:9), non ha provocato alcun depressione dell'attività enzimatica. L'esposizione umana al metamidofos può causare neuropatia ritardata nell'uomo. Il metamidofos è inoltre tossico per i pesci.

Litoranea S. Cataldo. Bene la messa in sicurezza, ma ridotti all'osso i parcheggi.

Litoranea S. Cataldo. Bene la messa in sicurezza, ma ridotti all'osso i parcheggi. La proposta dello "Sportello dei Diritti": si faccia il senso unico di marcia per recuperare spazio utile per le auto in sosta Siamo intervenuti più volte nel corso degli anni, o meglio delle scorse estati, sul problema della sosta a pagamento decisa dalla precedente amministrazione del Comune di Vernole, che lungi dal mettere definitivamente in sicurezza il trafficatissimo tratto di litoranea che porta ai lidi di San Cataldo, aveva ben pensato di "fare cassa" piazzando "strisce blu" sia su un lato che sull'altro della carreggiata nel periodo estivo. Una battaglia che era andata avanti a suon di ricorsi alle centinaia di multe, ma che alla fine si ripresentava ogni anno perchè la strada rimaneva più o meno nelle stesse condizioni. Quest'anno ed in particolare con l'approssimarsi dell'imminente stagione balneare, molti cittadini pur plaudendo alla lodevole iniziativa della messa in sicurezza della strada da parte del nuovo governo cittadino - come chiaramente dimostrano le fotografie che postiamo di seguito - una serie d'interrogativi si pongono sulla non irrilevante circostanza che la corretta delimitazione con un cordolo per favorire il passaggio pedonale e quello delle biciclette, ha di fatto però eliminato più della metà dei parcheggi per le automobili, con la conseguenza che nei periodi di maggior presenza di turisti e bagnanti sarà pressoché impossibile essere fortunati a trovare un posto auto. Sono tanti, infatti, i frequentatori della "spiaggia dei leccesi" che ci hanno segnalato il problema e ci hanno evidenziato una serie di proposte. Data l'impossibilità di creare nuove aree di sosta in quanto si dovrebbe andare ad intaccare il delicato habitat della pineta che si affaccia sulla strada, l'unica via da seguire è quella di rendere la strada a senso unico per recuperare spazio utile dal lato destinato a zona di sosta. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si fa portavoce di quanto auspicato da molti cittadini in tal senso, affinché tale idea sia presa in considerazione dal Comune di Vernole prima dell'arrivo del "pieno" della stagione estiva.

Litoranea S. Cataldo. Bene la messa in sicurezza, ma ridotti all'osso i parcheggi.

Litoranea S. Cataldo. Bene la messa in sicurezza, ma ridotti all'osso i parcheggi. La proposta dello "Sportello dei Diritti": si faccia il senso unico di marcia per recuperare spazio utile per le auto in sosta Siamo intervenuti più volte nel corso degli anni, o meglio delle scorse estati, sul problema della sosta a pagamento decisa dalla precedente amministrazione del Comune di Vernole, che lungi dal mettere definitivamente in sicurezza il trafficatissimo tratto di litoranea che porta ai lidi di San Cataldo, aveva ben pensato di "fare cassa" piazzando "strisce blu" sia su un lato che sull'altro della carreggiata nel periodo estivo. Una battaglia che era andata avanti a suon di ricorsi alle centinaia di multe, ma che alla fine si ripresentava ogni anno perchè la strada rimaneva più o meno nelle stesse condizioni. Quest'anno ed in particolare con l'approssimarsi dell'imminente stagione balneare, molti cittadini pur plaudendo alla lodevole iniziativa della messa in sicurezza della strada da parte del nuovo governo cittadino - come chiaramente dimostrano le fotografie che postiamo di seguito - una serie d'interrogativi si pongono sulla non irrilevante circostanza che la corretta delimitazione con un cordolo per favorire il passaggio pedonale e quello delle biciclette, ha di fatto però eliminato più della metà dei parcheggi per le automobili, con la conseguenza che nei periodi di maggior presenza di turisti e bagnanti sarà pressoché impossibile essere fortunati a trovare un posto auto. Sono tanti, infatti, i frequentatori della "spiaggia dei leccesi" che ci hanno segnalato il problema e ci hanno evidenziato una serie di proposte. Data l'impossibilità di creare nuove aree di sosta in quanto si dovrebbe andare ad intaccare il delicato habitat della pineta che si affaccia sulla strada, l'unica via da seguire è quella di rendere la strada a senso unico per recuperare spazio utile dal lato destinato a zona di sosta. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si fa portavoce di quanto auspicato da molti cittadini in tal senso, affinché tale idea sia presa in considerazione dal Comune di Vernole prima dell'arrivo del "pieno" della stagione estiva.

Allerta sanitaria per contagio da epatite C all'Ospedale Regionale di Lugano: causa siringa?

Allerta sanitaria per contagio da epatite C all'Ospedale Regionale di Lugano: causa siringa? L'infezione a catena va cercata nell'ambito delle procedure preparatorie a un esame Tac Il Dipartimento della sanità e socialità (Dss) ha diffuso la notizia secondo cui quattro persone, nel dicembre dello scorso anno, sono state infettate dal virus dell'epatite C presso l'Ospedale Regionale di Lugano. Il comunicato dichiara che la causa del contagio va ricercata nell'ambito delle procedure preparatorie per un esame di Tomografia assiale computerizzata (TAC), in particolare in una manipolazione errata che ha reso possibile la trasmissione del virus a quattro pazienti. La causa potrebbe essere riscontrata nell'utilizzo di una siringa, che si utilizza per immettere nella vena del paziente una piccola dose di cloruro di sodio, operazione che precede l'immissione in vena del "liquido di contrasto" e che serve per verificare se la "via" è aperta a dovere. Questo liquido il Nacl, potrebbe, in questo caso, essere stato prelevato da una sacca da un litro, utilizzabile per più pazienti ed è quindi qui che potrebbe esserci stato il problema. Questa operazione, semplice e di routine, capita che debba essere ripetuta", per cui l'operatore sanitario toglie la siringa dal braccio del paziente e la infila nuovamente nella sacca per riempirla una seconda volta della dose di cloruro di sodio. A questo punto è ipotizzabile che il paziente affetto da epatite C abbia involontariamente causato l'infezione. A seguito di tale allerta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” evidenzia che al momento, comunque, rimane solo un'ipotesi la modalità del contagio.

sabato 24 maggio 2014

Il Viagra può modificare la forma e la crescita dei funghi porcini.

Il Viagra può modificare la forma e la crescita dei funghi porcini. Lo dice una ricerca svizzera secondo cui il farmaco può modificare la forma e la crescita dei Boleti porcini. Il Viagra, usato per curare la disfunzione erettile maschile, può modificare la crescita e la forma dei Boleti porcini. E` in sostanza quanto si evince dallo studio scientifico "Il Viagra induce la crescita frattale nei funghi della Svizzera italiana" pubblicato nel numero di maggio della rivista internazionale "Annals of Improbable Research". La ricerca è stata svolta dal professor Gabriele A. Losa, affiliato al The Virtual Fractal Lab. Come riferisce lo stesso professore, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” "i risultati virtuali indicano che il numero di boleti per metro quadro o densità numerica aumenta con il tempo in modo significativo unicamente nelle aree boschive trattate con il farmaco mentre rimane immutato nelle aree boschive di controllo: tuttavia la lunghezza mediana dei boleti cresciuti nelle aree trattate con il sildenafil risulta diminuita. Per contro, l'esame morfologico realizzato tramite la Geometria Frattale, ideata da Benoît Mandelbrot nell'ultimo quarto del secolo scorso, rivela che gambo e cappello dei boleti trattati con viagra mostrano profili più lisci e meno irregolari ( ridotta dimensione frattale) dei boleti raccolti nelle aeree di controllo".

Eutanasia: suicidio assistito anche per gli anziani non gravemente ammalati.

Eutanasia: suicidio assistito anche per gli anziani non gravemente ammalati. Riesplode il dibattito in Svizzera dopo che l'organizzazione di assistenza al suicidio Exit intende estendere l'aiuto alle persone anziane colpite da malattie anche non mortali. Che si sia d’accordo o meno, l’Italia è sempre in ritardo anche sui temi etici e non c’è ancora una legge che regola la fine della vita Nella vicina Svizzera, proprio in queste ore è riesploso il dibattito dopo che, l'organizzazione di assistenza al suicidio Exit intende aiutare a mettere fine alla loro esistenza anche persone anziani in condizioni non gravi, alle quali è compromessa pesantemente la loro vita. Sin da subito, come sovente accade quando si tratta di temi “forti”, il web si è mobilitato con posizioni contrastanti a sostegno o meno della decisione. In futuro l'organizzazione di assistenza al suicidio Exit intende aiutare a mettere fine alla loro esistenza anche persone anziane che soffrono di malanni che, per quanto non mortali, compromettono pesantemente la loro vita. Lo ha deciso oggi a Zurigo l'assemblea generale dell'associazione, che ha proceduto ad adattare in tal senso gli statuti. Concretamente l'anziano che vorrà accedere ai farmaci necessari per il suicidio forniti da Exit dovrà sottoporsi a valutazioni mediche meno intense di quelle richieste a un paziente più giovane. Il grado di sofferenza potrà inoltre essere minore. Exit verificherà però a fondo le motivazioni della persona che vuole mettere fine alla sua vita, per evitare che la decisione venga maturata su pressione esterna, per esempio dei parenti. Al minimo segnale di questo tipo l'organizzazione rifiuterà il suo aiuto, ha spiegato la presidente Saskia Frei in una conferenza stampa. Vi è da specificare, però che la Svizzera ha avuto il coraggio di regolamentare l’eutanasia passiva, consentendo in alcuni casi la possibilità d’interrompere i trattamenti medici e la somministrazione di farmaci per il dolore, in dosi potenzialmente fatali. L’Eutanasia "attiva" invece è legale solo in due paesi europei, Paesi Bassi e Belgio. Sono una trentina invece in tutto gli italiani andati in Svizzera per non fare più ritorno. Connazionali "che muoiono in esilio". Al di là del pensiero di ciascuno di noi, su di un tema così delicato, ciò che però emerge nel nostro Paese, secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” e che l’Italia è sempre in ritardo anche sui temi etici e non c’è ancora una legge che regola la fine della vita. È evidente, quindi, da parte di larghe fasce della politica nazionale il volersi sottrarre dalla discussione su temi etici fondamentali che riguardano l’esistenza e la sofferenza di centinaia di migliaia di cittadini.

10.000 bambini "perduti" in Italia. Lo "Sportello dei Diritti" per nuovi strumenti per combattere i rapimenti di minori

10.000 bambini "perduti" in Italia. Lo "Sportello dei Diritti" per nuovi strumenti per combattere i rapimenti di minori Non si tratta di numeri, ma di storie. Ma dietro le cifre ci sono vicende umane e purtroppo, troppe tragedie. Perchè sono tanti, troppi i bambini scomparsi in Italia. Perchè se i dati rilevano che ci sono stati più di diecimila casi dal 1974 a oggi vuol dire che nel Nostro Paese si fa ancora troppo poco per impedire il fenomeno della "scomparsa dei bambini". Basti pensare che solo nel 2011 i minori scomparsi in Italia sono stati 78 di cui 27 sono stati sottratti da uno dei genitori, 38 sono fuggiti da istituti e 13 sono scomparsi per motivazioni varie. Questi sono casi recenti che si vanno a sommare alle decine e decine di quelli di cui non si conosce la fine da anni o addirittura decenni e per i quali, purtroppo, si è in molti casi persa ogni speranza. I principali responsabili (nel 45% degli episodi) sono i genitori stessi dei bambini, prelevati senza il consenso dell’ex partner. Continuano a registrarsi fughe di minori da casa che per la verità sono aumentate a causa dell'utilizzo di internet e dei social network che consentono di ampliare la rete delle conoscenze anche ben al di fuori del comune di residenza. Non solo, da un’analisi più dettagliata emerge che almeno la metà dei giovani sono “recidivi”. Tornando alle cifre che fotografano la gravità del fenomeno, vi sono quelle ufficiali della Sezione Minori della Polizia di Stato: il rapporto della Direzione Centrale della Polizia Criminale che si ferma al 2012, ha rivelato che i minori ancora da ritrovare dal 2007 al 1° aprile 2012 sono ben 2.649, di cui il 24,3 % è composto da bambini italiani e il 75,7% da minori di origine straniera, di cui 1.201 residenti nel Nord Italia e 830 nel Sud. Da questa impietosa statistica non vengono computati i casi di bambini che erano minori all’epoca della loro scomparsa e che oggi hanno raggiunto e superato la maggiore età. Molti di questi sono diventati tristemente famosi e continuano periodicamente a tornare sulle cronache per i possibili strascichi giudiziari o perchè le loro famiglie, a ragione, non si arrendono anche se sono passati anni o addirittura decenni. Perchè la speranza, per chi non viene ritrovato è sempre accesa poiché al di là delle vicende finite nella cronaca nera di bambini scomparsi e poi ritrovati da morti, vi sono casi, per la verità pochissimi, nei quali a distanza di tempo qualcuno è stato rintracciato. Perchè inevitabilmente, più passa il tempo, e più le speranze si affievoliscono. Ed è su questo che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” chiede di intervenire. Sulla necessità di dotare le forze dell'ordine e la magistratura inquirente di tutti gli strumenti affinché passi il meno tempo possibile dalla data della denuncia della scomparsa all'avvio delle indagini. Vi è da specificare, inoltre, che l’Italia aderisce all'organismo "Missing Children Europe", ente strutturato che riunisce 28 Ong di 19 paesi europei e la Svizzera. Del Nostro Paese fanno parte Telefono Azzurro, l’Associazione Aurora di Bologna e il "Centro Nazionale per i bambini scomparsi e sessualmente abusati". Ancora pochi sanno che questa struttura ha ben pensato d'individuare un unico numero da chiamare per diramare la notizia della scomparsa di un minore: il "116000".

80 euro: insegnanti presi in giro?

80 euro: insegnanti presi in giro? Un nostro collaboratore, il professor Franco Candido ci segnala quanto pubblicato dalla rivista online “Orizzonte Scuola” (http://www.orizzontescuola.it/node/41341), in merito a ciò che sta accadendo in concreto in merito agli annunciati 80 euro in busta paga per il comparto degli insegnanti. Sul sito è possibile leggere che “il Ministero dell’Economia ha comunicato che l’aumento corrisposto con le buste paga del mese di maggio è solo ipotetico, perchè il credito si determina sul reddito presunto e non effettivo. A fine anno in migliaia saranno così chiamati a restituire i soldi sulla base dell’imponibile reale. Tanto è vero che lo stesso Mef avverte: chi vuole può procedere sin d’ora alla rinuncia dell’attribuzione del credito. (…) Alla fine della fiera appena il 40% degli insegnanti percepirà l’aumento. Su 735mila professori in servizio solo 300mila. E per tanti sarà anche inferiore a quanto strombazzato dall’Esecutivo. Tutti gli altri continueranno a percepire stipendi da fame, superati negli ultimi due anni pure dall’inflazione. Per la maggior parte del personale che lavora nella scuola italiana, in particolare per gli insegnanti, gli 80 euro di aumento previsti dal Governo si stanno rivelando una polpetta avvelenata. Non solo al 60% dei docenti, che ha oltre 50 anni e uno stipendio medio lordo superiore al “tetto” dei 26mila euro indicati nell’art. 1 del D.L. 66 del 24 aprile 2014 sulla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, non andrà nulla: ora si scopre, attraverso una comunicazione odierna del Ministero dell’Economia, che l’aumento corrisposto con le buste paga del mese di maggio è solo ipotetico, perchè il credito è stato determinato sul reddito presunto e non effettivo. A fine anno, in fase di conguaglio, sarà poi determinata l'effettiva spettanza in base al reddito complessivo reale e ai giorni lavorati. Per migliaia di insegnanti che percepiscono redditi al limite della soglia prevista dal beneficio fiscale, si sta quindi profilando la concreta possibilità che i benefici acquisiti in busta paga nei prossimi otto mesi vengono poi restituiti a fine 2014. Tanto è vero, comunica il Mef, che “sul portale NoiPA sarà disponibile a breve un’apposita funzione self service che consentirà agli amministrati di comunicare direttamente al sistema la rinuncia all’attribuzione del credito”. (…) Su 935mila docenti in servizio quest’anno nella scuola pubblica, percepiranno il bonus quindi mezzo milione di dipendenti. Tra i prof solo 300mila su 735mila totali: quindi, complessivamente, solo quattro su dieci”. (…) La morale, conclude la rivista specializzata, è che “la vicenda del bonus ai dipendenti non finisce di regalare sorprese al mondo della scuola. È la riprova – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – che alla scuola si è cercato di dare davvero un ‘contentino’. Mentre per adeguare lo stipendio agli altri Paesi, (…) occorrono soldi veri emessi con le Finanziarie: solo così sarà possibile sovvertire un trend già segnato, con l’indennità di vacanza contrattuale bloccata fino al 2017 ai valori del costo della vita di cinque anni fa”. E' evidente, alla luce di ciò che sta accadendo, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che il governo dovrà fare estrema chiarezza sui punti evidenziati, affinchè la misura a sostegno del reddito comunicata in pompa magna non si riveli il solito annuncio o la solita bufala per raccogliere qualche consenso nelle urne.

venerdì 23 maggio 2014

Guantanamo: per la giustizia americana chi fa sciopero della fame può essere nutrito a forza

Guantanamo: per la giustizia americana chi fa sciopero della fame può essere nutrito a forza Negli Stati Uniti un giudice federale ha dato il permesso al Pentagono di 'nutrire a forza' un siriano detenuto da 12 anni. alla base di Guantanamo, da tempo in sciopero della fame. Il detenuto è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza senza una incriminazione formale. La sentenza stabilisce che l'alimentazione forzata può avvenire solo in caso di pericolo di vita, e anche se il prigioniero può attraverso la procedure della cannula inserita nella gola sentire dolore. Il verdetto è stato firmato dal giudice distrettuale Gladys Kessler, che ha intimato però alle autorità di esplorare metodi alternativi che risparmino sofferenze non necessaria. "Sono stata di fronte ad una scelta angosciante" - ha scritto Kessler - emettere un ordine che bloccasse i militari dall'alimentare forzatamente Abu Wàel Dhiab "nonostante la possibilità molto tangibile della sua morte", oppure permettere al personale di Guantanamo di agire "al possibile costo di grande dolore per il detenuto". "Ma la Corte anche se non in posizione di raggiungere decisioni mediche complesse sul come tenere in vita il prigioniero - dice la sentenza - non può semplicemente permettere che il signor Dhiab muoia". Oggi, 23 maggio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” fa un anno da quando Obama fece la sua promessa di chiudere il carcere di massima sicurezza di Guantanamo. Per Amnesty International “un anno dopo poco è cambiato perché gli Usa continuano a non mettere il rispetto dei diritti umani al centro della strategia anti-terrorismo, loro che si dichiarano da sempre i campioni dei diritti umani”.

Strage miniera in Turchia. Sono 432 i bambini rimasti orfani. L'età media dei piccoli senza padre è di 10 anni

Strage miniera in Turchia. Sono 432 i bambini rimasti orfani. L'età media dei piccoli senza padre è di 10 anni Nella miniera di carbone di Soma si trovavano 787 lavoratori quando si è verificata l’esplosione, destinata a diventare il più grave incidente di questo genere mai accaduto in Turchia. Il disastro ne ha ucciso 301, lasciando senza padre 432 bambini, la cui età media è di 10 anni. La maggior parte uccise da avvelenamento da monossido di carbonio. Un numero che lascia attoniti. Diversi media internazionali hanno riferito che le maschere antigas utilizzate dai minatori, sarebbero state fornite ai lavoratori già scadute da diversi anni. Pare che fossero state acquistate economicamente nel 1993 in Cina e siano durate solo 45 minuti rispetto alle 2 ore che dovrebbero di norma garantire. Il gas e il denso fumo hanno invaso le gallerie della miniera dopo l'esplosione e il conseguente incendio. Lo stato interverrà per garantire loro aiuti economici, ha detto il ministro, riferisce l'agenzia semi-ufficiale Anadolu. Secondo la stampa turca la miniera di Soma, teatro del peggiore disastro industriale della Turchia moderna, rimarrà chiusa per tre mesi. Nelle altre miniere della zona il lavoro è ripreso ieri ad una settimana dalla strage dei 301 minatori. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” evidenzia che è nostro dovere sensibilizzare tutte quelle persone vicine al problema e che vogliono intervenire con forme di sostegno o azioni positive. Ci sono tanti modi per aiutare i bambini orfani, come l’adozione a distanza al costo di un caffè al giorno, le donazioni libere, il sostegno delle aziende solidali, le esperienze di volontariato.

Negli Stati Uniti d'America pena di morte verso la fine?

Negli Stati Uniti d'America pena di morte verso la fine? La Corte Suprema ha nuovamente fermato il boia rinviando l'iniezione letale per un condannato in Missouri Gli Stati Uniti hanno un legame strettissimo con la pena capitale fin dalla loro nascita, ma questa pratica ha ricevuto sempre maggiori consensi dall'inizio degli anni Ottanta del Novecento fino ad oggi. Ma da oggi sembrerebbe che la pena di morte in America forse è davvero in ritirata. Ieri notte è la terza volta dopo il fiasco del boia in Ohio e in Oklahoma che, una condanna a morte con un'iniezione letale, questa volta in programma in Missouri, viene rinviata. A fine aprile la notizia della lunga agonia di Clayton Lockett, l'uomo morto in Oklahoma in seguito a una lunga agonia per l'inefficacia dell'iniezione letale,. aveva provocato shock nel mondo. Un segnale importante. Questa volta il caso del detenuto Russell Bucklew, condannato per l'uccisione nel 1996 del suo rivale in amore, è molto specifico: soffre di una malattia congenita che gli provoca frequenti emorragie e rischia di morire "soffocato nel suo stesso sangue" nel lettino dell'iniezione: una punizione "eccezionalmente crudele, e dunque incostituzionale", hanno sostenuto i suoi avvocati. I togati di Washington, nelle cui mani era stato messo il destino di Bucklew dal collega italo-americano conservatore e cattolico Sam Alito, hanno deciso di non intromettersi nella polemica girando la patata bollente all'Ottavo Circuito delle Corti d'Appello che 48 ore prima aveva bloccato l'esecuzione a collegio ristretto per poi dare luce verde in sessione plenaria. Per Bucklew le speranze di non venire giustiziato sono in realtà davvero molto esili. E tuttavia, la decisione della Corte, è una inversione di rotta rispetto alla pratica di respingere i ricorsi in extremis dei condannati a morte. Potrebbe essere un segnale che i massimi giudici degli Stati Uniti, dopo aver visto Lockett morire di infarto 43 minuti dopo l'inizio dell'iniezione letale in Oklahoma, siano anche loro preoccupati che la carenza di farmaci da impiegare nelle iniezioni letali hanno costretto gli Stati a far uso di laboratori non ufficiali per procurarsi le sostanze delle iniezioni letali e che queste sostanze possano non essere regolamentari. Sino ad oggi i metodi di esecuzione sono stati molteplici e sono cambiati nel corso del tempo. La sedia elettrica, l'impiccagione e la camera a gas, a seguito di una lunga fase di contestazioni da parte dell'opinione pubblica, sono state analizzate dalla Corte Suprema degli Stati Uniti che, malgrado non le abbia definite incostituzionali, le ha sospese in quanto potrebbero essere considerate punizioni crudeli e inusuali in alcuni casi. Anche l'iniezione letale è stata portata sul tavolo della Corte Suprema - che l'ha definita, con voto quasi unanime, costituzionale. In alcuni Stati dove la pena di morte è in vigore al condannato viene concesso di scegliere il metodo; in Florida la sedia elettrica è tra le opzioni, in Utah può essere applicata la condanna, su richiesta del condannato, tramite un metodo ormai fuori uso in tutti gli altri stati, la fucilazione. Un'altra violazione dei diritti umani e civili tutto americano è il criterio razzista nelle decisioni delle giurie. Per esempio in Georgia la pena di morte è ancora oggi presente e utilizzata come punizione per i crimini più gravi. In questo Stato, in tutta la sua storia, un omicida bianco, accusato di aver assassinato un nero, non è mai stato giustiziato. Negli Stati Uniti d'America gli studi scientifici e le ricerche condotte dalle università per capire se l'esistenza e l'applicazione della pena di morte influiscono sull'aumento o la diminuzione della criminalità, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono state centinaia nel corso del tempo, e sono arrivate alla stessa conclusione di una ricerca fatta nel 1988 dalle Nazioni Unite: non esistono prove che confermino che l'essere a conoscenza della pena capitale possa avere un effetto deterrente sui criminali. Gli Stati Uniti d'America sono attualmente uno dei 76 stati del mondo in cui è prevista l'applicazione della pena capitale, mentre in 120 altri stati tale pena è stata abolita. Amnesty International si oppone incondizionatamente alla pena di morte, ritenendola una punizione crudele, disumana e degradante ormai superata, abolita nella legge o nella pratica (de facto), da più della metà dei paesi nel mondo. La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può essere inflitta a innocenti. Non ha effetto deterrente e il suo uso sproporzionato contro poveri ed emarginati è sinonimo di discriminazione e repressione.

Una nuova ricerca accende la speranza per un vaccino contro la malaria.

Una nuova ricerca accende la speranza per un vaccino contro la malaria. I ricercatori del Rhode Island Hospital negli Stati Uniti stanno cercando di trovare un modo per fermare il parassita della malaria affinché non si diffonda attraverso i globuli rossi. Gli scienziati hanno scoperto una proteina che impedisce ai parassiti che causano la malaria di lasciare i globuli rossi e di diffondere la malattia mortale. Questo potrebbe portare ad un vaccino per prevenire la progressione della malaria, che com'è tristemente noto uccide un bambino ogni 15 secondi in alcune parti dell'Africa e dell'Asia sud-orientale. Il capo dell'equipe il dott. Jonathan Kurtis, ha detto che gli esperimenti sono stati condotti su topi ma potrebbero essere condotti anche sugli esseri umani. In poche parole se è intrappolato nei globuli rossi, non può andare da nessuna parte, e non può fare alcun danno ulteriore. Nello studio, pubblicato sulla rivista Science, i topi sono stati vaccinati con anticorpi che contengono la proteina. E sulle cavie da laboratorio si è potuto verificare un livello inferiore di parassiti della malaria e una maggiore sopravvivenza rispetto ai topi non vaccinati. Il dottor Kurtis ha spiegato: "molti ricercatori stanno cercando di trovare il modo di sviluppare un vaccino contro la malaria impedendo al parassita di entrare nel globulo rosso, e qui abbiamo trovato un modo per bloccarlo, una volta che è entrato.Se è intrappolato nel globulo rosso, non può andare da nessuna parte, e non può fare alcun danno ulteriore." Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta di un'importante passo avanti che potrebbe contribuire a salvare milioni di vite umane nel mondo, giacchè, la malaria è una piaga che tutt'oggi fa ancora vittime nonostante i progressi della medicina.

Viaggiare sicuri. Thailandia: per Tour Operator tutto normale. E' invece nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi sono da prevedere ulteriori manifestazioni, attentati e scontri violenti in tutto il Paese e, in particolare, nell'area di Bangkok.

Viaggiare sicuri. Thailandia: per Tour Operator tutto normale. E' invece nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi sono da prevedere ulteriori manifestazioni, attentati e scontri violenti in tutto il Paese e, in particolare, nell'area di Bangkok. Lo Sportello dei diritti esorta alla prudenza Anche se per il momento il colpo di stato militare in Thailandia non preoccupa, le agenzie di viaggio continuano normalmente l'attività in rapporto con il paese del Sudest asiatico, sono previsti nei prossimi giorni e nelle prossime settimane ulteriori manifestazioni, attentati e scontri violenti in tutto il Paese e, in particolare, nell'area di Bangkok. In queste ultime ore la situazione è calma, affermano i Tour Operator, pur esortando i turisti alla prudenza. Non ci sono problemi all'aeroporto internazionale di Bangkok o per il trasferimento dei turisti, "tutto funziona normalmente", anche nella capitale. In ogni caso hanno esortato i passeggeri a rispettare il coprifuoco tra le 22 e le 5 del mattino e ad evitare gli assembramenti. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” raccomanda ai turisti ed i nostri connazionali già presenti sul territorio thailandese di evitare in tutto il paese "manifestazioni e assembramenti di qualsiasi tipo, anche se spesso sembrano una festa popolare". Il rischio di attentati e scontri violenti è elevato. Evitare anche il Lumphini Park nel centro di Bangkok e tenersi lontano dalle marce di protesta e dagli assembramenti di persone. Ieri era giunta dalla Thailandia la notizia che i nuovi dirigenti militari avevano vietato gli assembramenti di più di cinque persone. La direttiva riguarda tuttavia soltanto quelli aventi "scopi politici".

Istat Italia: giù gli alimentari marzo, -6,8%. Siamo in piena recessione. Calano le vendite, ancora.

Istat Italia: giù gli alimentari marzo, -6,8%. Siamo in piena recessione. Calano le vendite, ancora. Le vendite al dettaglio scendono ancora in Italia, in calo a marzo del 3,5% su base annua. Lo rileva l'Istituto nazionale di statistica (Istat), che per gli alimentari segna un crollo del 6,8%, come non accadeva dall'inizio delle serie storiche, ovvero dal 1995. Ma il confronto annuo risente della Pasqua, caduta quest'anno ad aprile, mentre nel 2013 era in calendario a marzo. Nonostante le smentite dei nostri politici, l'Istat continua a fotografare un'Italia in piena recessione. Eppure gli effetti negativi continuano a farsi sentire: aumentano i disoccupati in Italia, calano vendite e acquisti di ogni generi, dai supermercati al commercio. Sulla contrazione, sia tendenziale che congiunturale, pesa soprattutto la negativa performance del comparto alimentare. Uno scenario drammatico, secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, quello tratteggiato dall’Istat, che dati alla mano sottolinea come tutte le difficoltà che sta attraversando il settore, a partire dalla forte impennata dei prezzi di alcuni prodotti che se de un lato, ha contratto le vendite nei supermarket, dall'altro ha, di fatto, reso sempre più cara la spesa delle famiglie italiane. Il costo della spesa è aumentato facendo così raggiungere ad alcuni beni di largo consumo, come la pasta, ben il 50% di aumento in un anno.

giovedì 22 maggio 2014

Saluto fascista non punibile in Svizzera. Dure critiche dall'estero per la sentenza del Tribunale federale svizzero.

Saluto fascista non punibile in Svizzera. Dure critiche dall'estero per la sentenza del Tribunale federale svizzero. Annullata una sentenza che condannava un manifestante di estrema destra che aveva compiuto il saluto nazi-fascista sul praticello del Grütli l'8 agosto del 2010. Fare il saluto nazista in pubblico per esprimere le proprie convinzioni personali non è punibile penalmente: lo diventa se l'autore intende promuovere a terzi l'ideologia del Terzo Reich. È quanto precisa oggi il Tribunale federale (TF), annullando la condanna inflitta a un partecipante a una manifestazione di estrema destra tenutasi sul praticello del Grütli l'8 agosto del 2010. Il gesto, che riporta al secolo dei totalitarismi, delle guerre e delle immani tragedie della storia europea, in Svizzera di principio non è vietato. In Repubblica Ceca, Austria, Germania e Italia il saluto romano è vietato per legge. Il tema che ha fatto il giro del mondo ha suscitato reazioni contrastanti e ha infiammato il dibattito sui blog e sui forum. Nel 2013 il Tribunale cantonale urano, in seconda istanza, aveva riconosciuto colpevole l'uomo di discriminazione razziale. Nel corso di un raduno organizzato dal Partito degli svizzeri di orientamento nazionale (PNOS) aveva alzato il braccio destro per una ventina di secondi mentre veniva recitato il giuramento del Grütli, estratto dal "Guglielmo Tell" di Friedrich Schiller. Oltre a 150 estremisti, sul posto c'erano anche escursionisti e turisti. Il TF accoglie ora il ricorso dell'interessato e annulla la condanna inflitta ad Altdorf, che prevedeva 10 aliquote giornaliere da 50 franchi e 300 franchi di multa. In base alla legge - scrivono i giudici di Losanna nella loro sentenza - è punibile soltanto la propagazione di una ideologia razzista, come quella nazionalsocialista, ciò che non si è verificato nel caso in questione. Secondo il Giudice, colui che compie il saluto romano in pubblico per mostrare ad amici o sconosciuti le proprie convinzioni di estrema destra non è punibile fin tanto che il suo gesto non li influenza, spingendoli ad aderire alle stesse posizioni. Motivando la sua decisione, l'Alta Corte ricorda infine come in un rapporto del 30 giungo 2010 sul divieto di esibire in pubblico simboli razzisti il Consiglio federale si sia espresso allo stesso modo. (Sentenza 6B_697/2013 del 28 aprile 2014). Sono pochi coloro che comprendono la decisione del Tribunale federale. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” , la sentenza è sprezzante della storia e offensiva per le vittime dei regimi che hanno vissuto la guerra, la tragedia, la sofferenza dei campi di concentramento, delle camere a gas, le montagne di cadaveri e le lacrime di bambini.

Viaggiare sicuri. Trasmissione locale di Schistosoma in Corsica, Francia: rischio limitato ai residenti e le persone che visitano l'area, infezione solo attraverso il contatto con acqua dolce

Viaggiare sicuri. Trasmissione locale di Schistosoma in Corsica, Francia: rischio limitato ai residenti e le persone che visitano l'area, infezione solo attraverso il contatto con acqua dolce A partire dal 16 maggio 2014, sono stati segnalati undici casi di cui sei dalla Francia e cinque dalla Germania della schistosomiasi urogenitale (Schistosoma haematobium). Tutti i casi sono stati esposti all'acqua dolce in una zona piscina naturale nel sud della Corsica (Cavu fiume). Questa è la prima infezione contratta localmente di Schistosoma haematobium in Francia. La malattia è nota per essere altamente endemica nella sua distribuzione geografica. Pertanto, il rischio di contrarre l'infezione esiste solo per i residenti e le persone che visitano l'area interessata e svolgono attività lavorative o ricreative nel fiume. Schistosoma (Weinland, 1858) è un genere di platelminti della classe dei trematodi. Include numerose specie di parassiti, responsabili di parassitosi umane e animali. Nell'uomo sono l'agente eziologico della schistosomiasi. L'adulto vive nei vasi sanguigni dei mammiferi, dove si riproduce sessualmente. Possono essere riconosciuti due sessi distinti che presentano dimorfismo sessuale, caso singolare tra i platelminti che sono di norma ermafroditi. Le uova fuoriescono dall'organismo ospite tramite l'urina. Allo stadio larvale detto miracidio il parassita infetta un ospite intermedio gasteropode acquatico. Al termine di una fase di riproduzione asessuata le larve effettuano la metamorfosi ad un secondo stadio larvale detto cercaria ed emergono dall'ospite uccidendolo. La cercaria vive allo stato libero nell'acqua ed è in grado di penetrare la cute sana dei mammiferi. Una volta trovato l'ospite definitivo il parassita passa alla forma adulta e ricomincia il ciclo. La schistosomiasi è una malattia parassitaria. Poiché i viaggi verso tale destinazione aumentano durante l'estate, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la vigilanza deve essere mantenuta per i casi importati di Schistosoma nell'UE, anche al fine di aumentare la consapevolezza tra i medici, gli operatori sanitari e le autorità di sicurezza del sangue. Una persona può essere infettata dal parassita dopo il contatto con l'acqua dolce contaminata. L'infezione può rimanere asintomatica per un lungo periodo, ma può causare danni progressivi al tratto uro-genitale. La malattia non è endemica nell'UE, la distribuzione geografica attuale copre l'Africa sub-sahariana, il Medio Oriente e la penisola araba. Tuttavia, casi importati nella UE sono individuati frequentemente tra migranti e viaggiatori di ritorno da zone endemiche.

L'Interpol ha sequestrato più di 9 milioni di farmaci falsi

L'Interpol ha sequestrato più di 9 milioni di farmaci falsi L'Interpol ha sequestrato 9,4 milioni di farmaci contraffatti o falsi e potenzialmente pericolosi, durante un'operazione eseguita simultaneamente in 111 paesi e sui siti web dove acquistare i medicinali o che fanno una pubblicità ancora più mirata. Lo ha annunciato oggi il portavoce dell'organizzazione della Cooperazione di Polizia con sede a Lyon. Secondo l'Interpol, che riunisce 190 paesi membri, l'operazione chiamata "Pangea VII" è la più grande mai eseguita contro i farmaci contraffatti. Durante l'operazione condotta dal 13 al 20 maggio, questa ha portato all'apertura di 1,235 indagini, la rimozione di 19.000 annunci che pubblicizzavano farmaci illeciti e la chiusura di oltre 10.600 siti di vendita al dettaglio di internet. L'Interpol ha inoltre dichiarato "Nel corso dell'operazione sono stati arrestati in tutto il mondo 237 individui ed è stato effettuato il sequestro di farmaci potenzialmente pericolosi per un valore di oltre 36 milioni di dollari". Tra i 9,4 milioni di farmaci contraffatti sequestrati durante l'operazione sono incluse le pillole dimagranti, trattamenti contro il cancro e disturbi dell'erezione, farmaci contro il raffreddore o tosse, la malaria o prodotti per abbassare il colesterolo. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” come dimostra l'operazione dell'Interpol, il giro di affari legato ai farmaci contraffatti è colossale. Non lo ripeteremo mai abbastanza: i farmaci vanno acquistati solo ed esclusivamente in farmacia. E l´uso di questi medicinali falsi è talmente diffuso che perfino i medici di base sono convinti che i loro pazienti vi abbiano fatto ricorso almeno una volta nella loro vita. Non su Internet peraltro lo vieta la legge, né su canali alternativi come banchetti improvvisati o simili che pure ci possono sembrare più pratici, economici e convenienti. Ne va della nostra salute.

mercoledì 21 maggio 2014

Commissione europea: sicurezza degli alimenti e dei mangimi. Richiamati prodotti italiani esportati all'estero

Commissione europea: sicurezza degli alimenti e dei mangimi. Richiamati prodotti italiani esportati all'estero Durante la scorsa settimana il sistema di allerta rapido comunitario per alimenti e mangimi (Rasff) ha diffuso 56 segnalazioni di prodotti pericolosi inclusi nella lista dei "serious risk" ossia di quelli più a rischio. Per quanto riguarda le segnalazioni di prodotti italiani esportati il rischio segnalato riguarderebbe un lotto di carne bovina macinata surgelata in cui le autorità francesi segnalano la presenza di tossina di Shiga, generata dal batterio Escherichia coli, mentre Cipro segnala presenza di DNA di ruminanti in mangime per pesci veicolato attraverso Spagna. A seguito di tale allerta europea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” evidenzia come le aumentate esigenze in termini di sicurezza alimentare, caratteristiche nutrizionali e merceologiche, associate alla qualità del prodotto (acquistato o somministrato), devono necessariamente indurre il settore dei controlli ufficiali degli alimenti a adeguamenti e cambiamenti nella conduzione delle verifiche, con conseguente aggiornamento delle attrezzature e tecnologie impiegate, in relazione alle esigenze di mercato e agli standard qualitativi che si vogliono raggiungere. La sicurezza degli alimenti dipende da diversi fattori tra loro correlati (corretto svolgimento di tutte le fasi lungo la filiera produttiva, modalità e tipologie di verifica aziendale, trasparenza dei dati, ecc.) e i controlli sanitari devono essere effettuati in tutte le fasi della produzione. Ne consegue che una politica tesa a tutelare la salute del consumatore, deve necessariamente prendere in considerazione l’intera filiera, mediante l’attuazione e la pianificazione di controlli mirati. A tale proposito, vale la pena ricordare che la somministrazione di proteine animali trasformate era stata vietata 12 anni fa per contrastare l’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina (Bse).

Lecce salvato un pappagallo in strada

Lecce salvato un pappagallo in strada Salvato uno splendido esemplare di pappagallo Cenerino Coda Rossa. Un lieto fine immediato per Bonjour, un pappagallo di un paio di anni, che domenica scorsa si era smarrito in via Torre Chianca a Lecce. L’intervento della Polizia Municipale e degli uomini della Vigilanza Velialpol, era scattato immediatamente dopo la segnalazione di questo volatile, mentre svolazzava in Piazza Sant'Oronzo ed alla fine appoggiandosi sul basolato per terra. dove una folla sempre più copiosa di curiosi si è accalcata nei dintorni per seguire le operazioni di salvataggio. Gli agenti hanno raggiunto il pappagallo e senza spaventarlo sono riusciti a catturarlo senza fargli del male. Il proprietario è stato individuato immediatamente, in quanto aveva presentato ieri denuncia di smarrimento al Comando di Polizia Municipale e chiamato si è riportato a casa lo splendido esemplare. A segnalare questa storia a lieto fine è Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” grazie ad un cittadino che è voluto rimanere anonimo che aveva visto l'uccello fermandolo fino all'arrivo degli operatori di Polizia Municipale.

Allarme ONU: boom droghe sintetiche senza precedenti tra i giovani

Allarme ONU: boom droghe sintetiche senza precedenti tra i giovani Allarme ONU sulle droghe sintetiche, che stanno registrando "un'espansione senza precedenti". Il mercato degli stupefacenti resta fiorente e questo delle droghe sintetiche è il filone più in “voga” del momento. A preoccupare, si legge nel rapporto annuale sulle sostanze stupefacenti, anche la crescita enorme dello 'sballo legale', ossia la diffusione di quelle sostanze non proibite che producono gli stessi effetti delle droghe illegali. Secondo il dossier dell'Unodc (l'agenzia Onu per la droga e il crimine), nel mondo ci sono 348 nuove droghe legali, 100 delle quali introdotte nell'ultimo anno. Le più diffuse sono quelle che imitano gli effetti della cannabis, passate da 60 nel 2012 a 110 nel 2013. E il fatto che lo 'sballo legale' non sia più limitato ad un mercato di nicchia, ma sia disponibile a livello mondiale, per gli esperti delle Nazioni Unite è particolarmente preoccupante. In Europa - secondo il rapporto - nel 2011 il 4,8% dei ragazzi dai 15 ai 24 anni ha fatto uso di droghe legali, pari a quasi tre milioni di persone. Ma il mercato sta crescendo rapidamente e le percentuali potrebbero essere molto più alte. I tassi più elevati sono stati riportati in Irlanda, con il 16,3%, Polonia con il 9%, Lettonia con l'8,8% e Gran Bretagna con l'8,2%. Per quanto riguarda le droghe sintetiche, la più comune è l'anfetamina, seguita da ecstasy e metanfetamina. Novità in Italia è un tipo di hashish sintetico dal maggiore livello allucinogeno. Gli esperti stanno assistendo a episodi di ricoveri in psichiatria e cambiamenti comportamentali dovuti agli alti livelli di questo tipo di hashish che dà uno “sballo” molto più forte. In particolare tra i consumatori giovani, che secondo i dati stanno aumentando sino a superare gli over 25 come numero complessivo. A seguito di tale allerta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rivolge un appello ai genitori dei figli non solo minorenni affinchè vigilino e monitorino l’attività dei propri figli, data la facile reperibilità di queste droghe a basso costo, perché anche in questo campo l’educazione risulta essere un fattore fondamentale per lo sviluppo psico sociale della generazione dei giovani. Questi prodotti sono venduti online come alternative sicure e legali alle droghe classiche con effetti a volte devastanti. A fianco alle ultime novità, però, purtroppo a riprendere quota è anche la “vecchia” eroina. Che è arrivata a costare pochissimo, intorno ai dieci euro a dose.

Attacco alla privacy. eBay consiglia di cambiare la password. Violati 100 milioni di account?

Attacco alla privacy. eBay consiglia di cambiare la password. Violati 100 milioni di account? Oggi arriva la notizia secondo cui un attacco hacker avvenuto su eBay avrebbe consentito di carpire i dati di 100 milioni di clienti, anche se il sito di vendita on line esclude che "I dati finanziari non sono stati compromessi". Nella notte, un post, scomparso in pochi minuti, ma che parecchi hanno avuto il tempo di twittarlo è apparso sul blog ufficiale di Paypal: “eBay chiederà a tutti gli iscritti di cambiare password”. Niente testo, solo il titolo. A quanto è dato sapere, pirati informatici sono entrati nei computer del più grande sito di aste del mondo. Solo in Itala conta trenta milioni di inserzioni in ogni momento. A seguito di tale azione criminosa, il colosso informatico ha comunicato di non avere prove effettive di attività non autorizzate nei confronti di utenti di eBay , e nessuna evidenza di qualsiasi accesso non autorizzato alle informazioni finanziarie o carte di credito, che vengono memorizzate separatamente in formato criptato. “Tuttavia - prosegue il post - la modifica delle password è consigliata e contribuirà a migliorare la sicurezza per gli utenti di eBay”. Nei prossimi giorni tutti gli iscritti saranno invitati a cambiare la password, con comunicazioni dirette via mail o sul sito di eBay. . I numeri emersi dopo tale grave colpo alla sicurezza globale, per Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” anche se in realtà a distanza di oltre un mese dall’attacco, la stessa società non ha confermato il furto, danno la conferma che dopo quelli a Vodafone e T-Mobile in Germania, e "Playstation Network" di Sony, i dati sensibili di milioni di clienti in possesso di grandi società possono essere costantemente essere messi alla mercè di più o meno abili criminali informatici nonostante le rassicurazioni di queste multinazionali. Siamo costretti, quindi, a ribadire che la questione dei sistemi di sicurezza dei dati informatici diventa un affare non solo di Stato ma globale, per la quale in assenza di adeguate tutele per i cittadini (si veda per esempio lo scandalo delle intercettazioni ad opera della NSA), lo “Sportello dei Diritti” si appella ancora una volta alla platea degli utenti ed ai consumatori affinché prestino la massima attenzione ai propri dati, e di adottare quelle semplici accortezze come quella di utilizzare password diverse per account diversi e di cambiarle regolarmente. Un altro consiglio è quello di tenere d’occhio sempre il proprio conto e di denunciare immediatamente all’autorità e alla propria banca ogni anomalia per ottenere la restituzione dell’eventuale maltolto.

martedì 20 maggio 2014

Nel 2030 il tumore al pancreas diventerà seconda causa morte. Lo dice uno studio USA

Nel 2030 il tumore al pancreas diventerà seconda causa morte. Lo dice uno studio USA Secondo uno studio del "Pancreatic cancer Action Network", pubblicato sulla rivista specializzata "Cancer Research" in quindici anni, il tumore del pancreas è avviato a divenire la seconda causa di morte per cancro negli Stati Uniti, sorpassando in fatalità i tumori del colon e del seno. Ma secondo la nuova analisi, nel 2030, il tumore polmonare resterà il killer numero 1 seguito da quello appunto del pancreas: in termini assoluti, le proiezioni parlano nel 2030 di 156'000 decessi per cancro dei polmoni, 63'000 per pancreas, 51'000 per neoplasia del fegato. Le diagnosi più frequenti rimarranno però quelle per tumore della prostata, del seno, dei polmoni. A quanto pare, sottolinea Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, l'aumento dei decessi per la neoplasia del pancreas appare collegato all'incremento dell'età media della popolazione in quanto colpisce prioritariamente gli ultra 65enni. Oggi le tre principali cause di morte per cancro negli Usa sono polmoni, colon, seno.

Un altro verbale elevato con autovelox annullato per la non corretta procedura di rilevazione.

Un altro verbale elevato con autovelox annullato per la non corretta procedura di rilevazione. Il Gdp di Venezia dice stop alla multa contestata con l'apparecchio elettronico se il limite di velocità non è segnalato anche a sinistra sulla strada a più corsie. La segnaletica dev'essere poter visibile per tutti gli automobilisti Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” segnala ancora un'importante decisione in materia di multe elevate con autovelox, anch'essa destinata a far discutere. Il Giudice di pace di Venezia, Nadia Santambrogio ha ritenuto non valido il verbale contestato con autovelox su una strada a più corsie poiché il cartello con il limite di velocità si trova soltanto a destra e non anche a sinistra della carreggiata. Non vi è dubbio, infatti, che il segnale debba essere visibile anche per coloro che percorrono le corsie interne in virtù dell’articolo 104 Dpr 495/92. Peraltro, la presenza di lavori stradali non esonera l’amministrazione dall’indicare la velocità consentita sul tracciato, anzi aumenta le esigenze di tutela dei veicoli in circolazione. Con la sentenza 892/14 è stato, infatti, accolto il ricorso di un automobilista per un verbale rilevato sul ponte della Libertà del capoluogo veneto. Il magistrato onorario, nel caso di specie ha rilevato che risulta violato l’articolo 104, comma 3, del Dpr 495/92 secondo cui quando le strade hanno due o più corsie per senso di marcia il segnale o il divieto posto a destra della carreggiata non è sufficiente: bisogna adattarsi alle condizioni locali, ripetendo la segnalazione a sinistra oppure posizionare i cartelli che pongono obblighi o divieti al di sopra della carreggiata. Ciò per consentire anche agli automobilisti che percorrono le corsie interne di avere contezza della disciplina della circolazione stradale in quel determinato tracciato. Sono le fotografie prodotte in giudizio dal ricorrente ad inchiodare l'ente accertatore: la strada in questione risulta inequivocabilmente essere composta da più di due corsie e non vi è alcun segnale con il limite di velocità sulla sinistra (o al di sopra della carreggiata). A nulla vale la doglianza della PA secondo cui sul tratto di strada interessato sia in corso un cantiere stradale nel momento in cui il veicolo del trasgressore sfreccia a 67 chilometri orari mentre il limite è fissato a 40. Per il giudice la presenza di lavori in corso sul tracciato, infatti, rende ancor più contingenti le esigenze di sicurezza e, dunque, anche l'obbligo dell’amministrazione di far conoscere all’utente della strada le prescrizioni da rispettare.

Danni permanenti per gioco violento, scontri di gioco pericolosi tra calciatori durante le partite di calcio.

Danni permanenti per gioco violento, scontri di gioco pericolosi tra calciatori durante le partite di calcio. Giovanissimo calciatore deceduto per uno scontro di gioco. Lo sport deve correre ai ripari quando lo scontro tra avversari non è stato solo un semplice contrasto di gioco. L'attaccante del Persiraja, squadra professionistica indonesiana, Akli Fairuz è deceduto per le lesioni riportate in seguito a un calcio ricevuto all'addome Una vicenda incredibile, quanto triste, quella accaduta in Indonesia: uno scontro di gioco su un campo da calcio ha portato alla morte della giovane promessa. L’attaccante del Persiraja ha riportato ferite interne, da prima sottovalutate, talmente gravi da portarlo alla morte qualche giorno dopo l’accaduto. Nella partita contro il PSAP Sigli, valida per la seconda divisione indonesiana, in fase di attacco il ragazzo ha ricevuto un calcio all'addome dal portiere avversario, Agus Rahman, uscito di porta senza controllo. Gli animi in campo si sono accesi, è scoppiata una rissa, ma in seguito tutto è tornato alla normalità e il malcapitato addirittura ha seguito la parte restate della partita da bordo campo. Nei giorni seguenti Akli Fairuz è stato ricoverato in ospedale per complicazioni, si sono evidenziate importanti lesioni interne, con interessamento dell'intestino e della vescica. L’operazione subita non ha scongiurato il peggio, il ragazzo è morto dopo sei giorni. Ora è stato superato il limite. Basta al gioco violento. Il calcio è uno sport violento ma proprio per questo si deve prestare particolare attenzione nella punizione esemplare dei colpi pericolosi e irregolari, per proteggere i giocatori dagli infortuni. Bisogna fare di tutto per tutelare i giocatori di ogni ruolo (attacco, difesa.) da infortuni non strettamente collegati a cause di gioco, provocati da comportamenti illegali e pericolosi: ogni condotta che mette deliberatamente a rischio la sicurezza dei giocatori deve essere punita. Occorre, pertanto, una presa di posizione forte da parte della FIFA e di tutte le federazioni calcistiche. Basti pensare che una ricerca scientifica di un centro specializzato nello studio delle encefalopatie traumatiche dell'Università di Boston, ha effettuato un'analisi approfondita sulle conseguenze a lungo termine dei traumi subiti in carriera. Problemi degenerativi della memoria, depressione, danni cronici sembrano effetti permanenti derivati dai frequenti scontri di gioco. Se nei casi più tragici è messa addirittura a rischio la vita degli atleti, a preoccupare club e campioni è la frequenza di infortuni che possono far sfumare in pochi istanti investimenti (per i team) e carriere (per i giocatori), ma soprattutto è la pericolosa spirale emulativa che preoccupa, perchè i giovani che si cimentano nel nostro sport "nazionale" sono portati a prendere esempio da ciò che accade nelle arene dove si giocano gli incontri professionistici e prendono spunto dai comportamenti dei loro beniamini. Non possiamo continuare a non dare il giusto risalto a storie come quella assai esemplificativa sullo stato di questo sport, accaduta nella lontana Indonesia, sottolinea Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”. Perchè i mondiali di calcio brasiliani sono alle porte e non pretendere un calcio davvero "pulito" a partire da questo fondamentale momento significherebbe perpetuare un modo d'intendere lo sport che crea ancora troppi gravi danni non solo tra i professionisti ma tra milioni di giovani e meno giovani che si dilettano in questa pratica.

Ambiente. E' reato abbandonare un’auto in pessime condizioni nell’area pubblica. La carcassa della vettura è un rifiuto pericoloso.

Ambiente. E' reato abbandonare un’auto in pessime condizioni nell’area pubblica. La carcassa della vettura è un rifiuto pericoloso. Abbandonare una carcassa di auto è sintomo di inciviltà ed è un reato perseguibile penalmente. È quanto sancisce la Cassazione con la sentenza n. 20492, depositata oggi dalla terza sezione penale, che conferma la pena inflitta dal Tribunale di Termini Imerese per il reato previsto dall’articolo 6 della l. n. 210/2008 al proprietario dell’automobile che l'abbandona in pessimo stato in un parcheggio pubblico. La colpa addebitata al ricorrente era di aver abbandonato un rifiuto pericoloso, la sua auto, in un’area pubblica. Il ricorrente contestava la riqualificazione del reato operata dal giudice di merito, che aveva definito la carcassa dell’auto un «veicolo fuori uso» e «rifiuto speciale». L’ammenda comminata ammontava a 2mila euro. Il giudice di merito ha richiamato la giurisprudenza di legittimità in merito alla categorizzazione in rifiuto speciale, «che insegna come, per qualificare un veicolo fuori uso e quindi rifiuto speciale, rilevano la volontà di abbandono da parte del proprietario e l’oggettiva inidoneità del veicolo a svolgere la sua funzione». In tema di gestione dei rifiuti, continua Piazza Cavour, «deve essere considerato fuori uso in base alla disciplina di cui all’articolo 3 D.Lgs. 209/03, sia il veicolo di cui il proprietario si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, sia quello destinato alla demolizione, ufficialmente privo delle targhe di immatricolazione, anche prima della materiale consegna a un centro di raccolta, sia quello che risulti in evidente stato di abbandono, anche se giacente in area privata». Pertanto, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il proprietario condannato alle spese processuali. A seguito di tale sentenza Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” evidenzia come le nostre città, tra i vari problemi permanenti che l’assillano, ne hanno uno che in teoria non dovrebbe essere difficile da risolvere quello dell'abbandono delle automobili in pessimo stato o delle vere e proprie carcasse. Infatti girando per le strade del centro e della periferia è facile imbattersi nelle carcasse fatiscenti, malsane e fonti d’inquinamento ambientale e sociale. Non passa settimana senza che tale problema non venga ripreso dai media locali o non susciti dibattiti, proteste e prese di posizione da parte dei cittadini o dei politici che provano ad affrontarlo. Inoltre molte auto abbandonate si presentano con abitacoli sventrati che ospitano senza tetto e tossicodipendenti, in condizioni igieniche e di degrado indegne di un paese civile. Il problema delle "carcasse d'auto" in Italia non è secondario se pensiamo che ogni anno sono rottamati nella sola città di Roma 130.000 veicoli, che se fossero messi in fila formerebbero una coda di 500 kilometri, otto volte il raccordo anulare!

lunedì 19 maggio 2014

Tifo per il calcio può nuocere alla salute.

Tifo per il calcio può nuocere alla salute. Gli appassionati di calcio a rischio salute. Lo dice uno studio secondo cui aumenta lo stress, gli infarti, il consumo di alcol, e le violenze domestiche. Secondo uno studio dell'Istituto di ricerca di biomedicina e di epidemiologia dello sport (Irmes) di Parigi, i tifosi di calcio durante i grandi eventi sportivi, come per esempio, i mondiali di calcio sono a rischio salute. Jean-François Toussaint, direttore del prestigioso Istituto ha avvertito: "Il rischio principale è da ricercare nello stress emotivo che si accumula nel corso delle partite che riguardano la squadra del cuore". L'intervista è stata pubblicata dal quotidiano lussemburghese "Illustré.lu", che oggi ha pubblicato un articolo sul pericolo che corrono i tifosi di calcio durante i grandi eventi sportivi, come per esempio, i mondiali di calcio. L'esperto francese aggiunge che il rischio diventa più elevato quando la propria squadra perde. Dei ricercatori spagnoli hanno misurato il livello di cortisolo un ormone il cui tasso aumenta con lo stress tra 50 tifosi di sesso maschile e femminile prima, durante e dopo la finale del mondiale 2010 contro i Paesi Bassi. I livelli di cortisolo aumentavano in modo massiccio proprio prima della partita, soprattutto tra i tifosi più appassionati, in particolar modo tra i giovani uomini, prima di crollare dopo la vittoria (1 a 0 per la Spagna). Mentre secondo un'inchiesta realizzata a Monaco di Baviera le entrate ospedaliere durante i mondiali di Germania del 2006 sono aumentate del 266% nei giorni in cui giocava la squadra nazionale tedesca di calcio. Addirittura dei ricercatori dell'Università inglese di Birmingham avrebbero addirittura consigliato di bandire i calci di rigore "per ragione di salute pubblica". Un appello lanciato dopo aver scoperto che i casi di infarti al miocardio erano aumentati del 25 % il giorno in cui l'Inghilterra aveva perso contro l'Argentina al mondiale di Francia del 1998. Nei giorni delle sconfitte della squadra nazionale inglese ai mondiali di 2002, 2006, e 2010 si è constatato l'aumento del 38% delle violenze coniugali nella contea di Lancashire (Liverpool). Dati questi che arrivano dalla polizia inglese. I principali responsabili sarebbero gli ormoni e non soltanto il testosterone, che sono associati all'aggressività. Dei ricercatori francesi da parte loro hanno calcolato che i tifosi ingurgitavano in media il 20% in più di calorie quando la loro squadra perdeva rispetto a quando vinceva, con una predilezione per i grassi saturi e gli zuccheri aggiunti, considerati nocivi per la salute. La ragione è relativamente semplice: quando la squadra del cuore perde, i tifosi si sentono minacciati nella loro identità. A seguito di tale allerta per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” di primo acchito queste conclusioni potrebbero sembrare banali. Dando un'occhiata alle statistiche però si trovano conferme che mostrano un aumento dei problemi cardiaci, di suicidi, di casi di depressione, di incidenti stradali causati dall'eccessivo consumo di bevande alcoliche.

Allarme "fame" in Sudan.

Allarme "fame" in Sudan. L'Unicef rinnova l'appello a tutte le parti a concedere accesso libero e sicuro all'assistenza umanitaria e a rispettare gli accordi per fermare la violenza contro i bambini. Alla vigilia della conferenza umanitaria dei donatori di Oslo l'Unicef lancia l'allarme: "50mila rischiano di morire senza cibo e per il colera". Entro fine anno, stima l'ONU, metà degli abitanti del Sudan saranno a rischio. Migliaia e migliaia di bambini dei tre Stati più colpiti dal conflitto nel Sud Sudan rischiano di morire e di ammalarsi, anche a causa della minaccia del colera avverte Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Anche se continuano gli sforzi per fornire assistenza umanitaria, senza una soluzione politica complessiva e un quadro di costruzione della pace più ampio che porti alla coesione sociale, la crisi peggiorerà ulteriormente, con profonde conseguenze e un forte impatto sui più vulnerabili, in particolare i bambini. Secondo l'organizzazione, ben 50.000 bambini potrebbero morire di malnutrizione; 740.000 bimbi sotto i cinque anni sono ad alto rischio di insicurezza alimentare. Molti già ricorrono a mangiare cibi selvatici, come erbe e bulbi. Più di mezzo milione di bambini sono fuggiti dalle violenze. Entro la fine di questo anno, secondo le stime Onu, metà dei 12 milioni di abitanti del Sud Sudan saranno in fuga, colpiti dalla fame o deceduti. Almeno la metà di questi sono bambini, così come i bambini e le donne costituiscono la maggioranza di coloro che fuggono nei paesi limitrofi. Già l'80% dei bambini al di sotto dei cinque anni nei tre stati maggiormente colpiti dal conflitto - Jonglei, Upper Nile e Unity - è a elevato rischio di contrarre malattie e di morire. Nonostante 80.000 persone siano state pienamente vaccinate contro il colera, il Ministero della Salute ha confermato un'epidemia di colera a Juba. Il numero di casi di colera raddoppia ogni giorno e cresce la preoccupazione per questa malattia mortale. Inoltre, le donne e le ragazze subiscono sempre più spesso aggressioni sessuali. Scuole e ospedali sono state attaccate o utilizzate dalle parti in conflitto. Più di 9.000 bambini sono stati reclutati nelle forze armate da entrambe le parti. "In questo momento i bambini del Sud Sudan hanno bisogno di assistenza umanitaria; hanno bisogno che i loro leader proteggano le loro vite, i loro diritti ed il loro futuro e hanno bisogno che il mondo li ascolti e porti avanti azioni in loro favore" afferma il vicedirettore generale dell'Unicef Yoka Brandt. L'Unicef rinnova l'appello a tutte le parti a concedere accesso libero e sicuro all'assistenza umanitaria e a rispettare gli accordi per fermare la violenza contro i bambini.