venerdì 30 settembre 2016

Febbre del Nilo: uomo contagiato in Sicilia, è il primo caso. Al 29 settembre segnalati in Italia 14 nuovi casi

Febbre del Nilo: uomo contagiato in Sicilia, è il primo caso. Al 29 settembre segnalati in Italia 14 nuovi casi È ufficiale il primo caso di contagio del virus West Nile, meglio conosciuto come virus della febbre del Nilo in Sicilia, a Trapani. A confermarlo è l'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). La febbre West Nile è una malattia infettiva virale e acuta che viene trasmessa dalle zanzare ai mammiferi (uomo compreso) a loro volta infettate da uccelli selvatici (gazze, piccioni e corvidi) che fanno da serbatoio. La febbre del Nilo che non è trasmissibile da uomo a uomo ha un’incubazione che varia dai 3 ai 15 giorni dalla puntura della zanzara infetta. Nella buona parte dei casi la malattia decorre come un’infezione senza sintomi, in altri decorre come una sindrome influenzale e in casi rari può dare origine a una grave forma febbrile, con interessamento del sistema nervoso centrale. La zanzara che può trasmettere la febbre del Nilo è quella comune (Culex pipiens), largamente diffusa nel territorio, che ha l’abitudine di pungere di notte. Al momento non esiste un vaccino per l’uomo e l’unica prevenzione è l’esporsi il meno possibile alle punture di zanzare. Il virus sviluppa disturbi gravi solo nello 0,4% delle persone colpite. Inoltre gli aggiornamenti dello “Sportello dei Diritti” circa i contagi della temibile febbre del Nilo Occidentale segnano, purtroppo 14 nuovi casi in Italia, quattro nelle province recentemente colpite di Novara (1), quindi Trapani (1) e Vicenza (2) e 10 in tre già colpito Province: Bologna (1), Mantova (4), Modena (1), Ravenna (2) e Rovigo (2). Al 29 settembre, sono stati segnalati un totale di 171 casi di febbre del Nilo occidentale (WNF) in esseri umani in Stati membri dell'UE e 229 casi nei paesi limitrofi, a partire dall'inizio della trasmissione della stagione 2016. Nei paesi vicini, Israele ha segnalato otto nuovi casi, tutti in zone già colpite: distretto centrale (3), Haifa (1), Distretto settentrionale (2), Southern district (1) e Tel Aviv (1). La Russia ha segnalato 14 casi confermati nellla regione di Oblast ' già colpita: Astrakhan (1), Saratov (8) e Voronezh (5). Anche la Serbia ha segnalato due nuovi casi confermati nel distretto del Banato meridionale già colpito. Giovanni D’AGATA, presidente dello “Sportello dei Diritti” ricorda che il rapporto settimanale dell’ECDC, sulla febbre del Nilo occidentale comprende la mappa della attuale distribuzione geografica dei casi umani autoctoni segnalati nell'UE e nei paesi vicini, un aggiornamento della situazione e una tabella che presenta i casi nei paesi e le zone colpite. Tutte le informazioni sono fornite al fine di informare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della salute nelle zone con in corso di trasmissione del virus del Nilo occidentale agli esseri umani al fine di sostenere l'attuazione delle normative vigenti. In particolare, secondo la legislazione sulla sicurezza sangue dell'UE, gli Stati membri devono avviare tutte le misure di controllo per garantire la sicurezza del sangue nel caso di contagi del virus in questione. Una sfida importante per l'attuazione del suddetto regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.

IRBA, CTP Lecce: stangata a Agenzia delle Dogane. Annullate cartelle carenti di adeguata motivazione a due esercenti di distributori di carburanti

Avvisi di accertamento l'IRBA, l'imposta regionale sui carburanti a carico delle stazioni di servizio. Non dev'essere pagata perchè gli avvisi di accertamento mancano di informazioni ed ambiguità del tributo. La Commissione Tributaria Provinciale di Lecce annulla gli avvisi emessi dall'Agenzia delle Dogane nei confronti di due esercenti. Quattro sentenze gemelle sono state pubblicate in data di ieri dalla Commissione Tributaria Provinciale di Lecce – Sezione 2 - in materia IRBA, la famigerata imposta - salasso a carico dei gestori delle stazioni di servizio. I giudici tributari leccesi in totale accoglimento delle eccezioni di diritto e di merito proposte dall'avvocato Maurizio Villani, hanno annullato gli avvisi di pagamento notificati dall’Agenzia delle Dogane di Lecce a due contribuenti che gestiscono pompe di benzina, per l’IRBA Anni 2008 e 2009, di circa 270.000,00 euro. L’IRBA è un’imposta sui carburanti introdotta dalla Regione Puglia negli anni 2008 e 2009, abolita per l’anno 2010, e reintrodotta dal 2011. I giudici tributari hanno annullato gli avvisi di pagamento perché contrari alle norme dello Statuto dei diritti del contribuente per mancanza di informazioni ed ambiguità del tributo stesso. Inoltre i giudici hanno rilevato la decadenza dell’azione di riscossione nonché il difetto di motivazione nell’individuazione del soggetto passivo di imposta. Appunto per questo, la CTP di Lecce, prima in Italia (perché l’IRBA è stata introdotta anche in altre Regioni d’Italia), ha totalmente annullato gli avvisi di pagamento in contestazione. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sottolinea l'importanza della decisione soprattutto perché gli uffici fiscali devono scrupolosamente rispettare lo Statuto dei diritti del contribuente (Legge n. 212/2000).

Ritiro straordinario lotto integratore alimentare SKATTO

Ritiro straordinario lotto integratore alimentare SKATTO La Società Chiesi, con propria nota del 30 settembre 2016, ha comunicato di aver deciso, in via del tutto autonoma e precauzionale, di effettuare un ritiro cautelativo volontario del lotto V50544 scad. 12-2017 dell'integratore alimentare SKATTO Q10 GOCCE 60ML cod. 924546068. Il provvedimento, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito di alcune segnalazioni concernenti modifiche delle proprietà organolettiche del prodotto apparentemente verificatesi nel tempo sul lotto in questione. La Società Chiesi specifica che tali modifiche, pur non implicando alcun rischio per i pazienti/consumatori, comporterebbero comunque una sensazione olfattiva sgradevole, atipica per il prodotto. Skatto Q10 100 mg/ml Integratore alimentare liquido a base di Coenzima Q10. È una molecola organica ubiquitaria nei sistemi biologici e, all’interno dei mitocondri, è impegnato nella fase aerobica e nella produzione di energia. Il Coenzima Q10 svolge un’azione protettiva dai danni provocati da scarsa ossigenazione migliorando l’utilizzo dell’ossigeno a livello cellulare. Indicato in caso di scarso apporto con la dieta o di aumentato fabbisogno di tale nutriente. Non Contiene glutine. La Chiesi invita pertanto a sospendere immediatamente la vendita del lotto in questione ed eventuali confezioni presenti nelle farmacie dovranno essere rese alle aziende distributrici presso le quali è avvenuto l'acquisto.

Ritrovati due Van Gogh rubati. Trafugati nel 2002 a Amsterdam, trovati nel napoletano durante un'operazione anti camorra. L'Italia si conferma crocevia dei traffici d'arte

Ritrovati due Van Gogh rubati. Trafugati nel 2002 a Amsterdam, trovati nel napoletano durante un'operazione anti camorra. L'Italia si conferma crocevia dei traffici d'arte "La chiesa riformata di Neunen" e la "Vista dalla spiaggia di Scheveningen", due quadri di Van Gogh dal valore inestimabile, sono stati ritrovati dalla Guardia di Finanza a Napoli, nel corso di un'operazione anti camorra dedita al traffico internazionale di cocaina. I due quadri erano stati rubati insieme ad altri dipinti il 7 dicembre 2002 al Van Gogh Museuum di Amsterdam. I due Van Gogh sono stati ritrovati in un locale di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, nel corso di un'attività investigativa per il contrasto alla camorra che ha portato anche al sequestro di diverse decine di milioni di euro. Le opere rientravano tra le opere d'arte più ricercate al mondo, inserite dall'Fbi tra le 'Top ten art crimes', le due tele di Van Gogh ritrovate nei giorni scorsi nel Napoletano, ma solo oggi - dopo le opportune verifiche sull'autenticità - mostrate alla stampa. «Una, quella della chiesa di Nuenen, ha spiegato a Napoli in conferenza stampa Axel Ruger, direttore del museo Van Gogh di Amsterdam, è unica nel suo genere ed ha un particolare valore simbolico - affettivo perché il pastore di quella chiesa era il papà di Van Gogh. La spiaggia di Scheveningen invece, viene ritratta in un altro dipinto custodito nel museo di New York. Entrambe le tele fanno riferimento ai primi anni di attività dell'artista».Un importante ritrovamento, quindi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", che conferma come negli ultimi anni si sta trasformando in modo radicale l'attività criminale in questo specifico settore, distinta principalmente in quattro categorie e cioè ladri, ricettatori, riciclatori e trafficanti, con la formazione di ‘gruppi’ malavitosi, appartenenti a varie organizzazioni complesse ed eterogenee, somiglianti a vere e proprie aziende commerciali, il cui fine ultimo è costituito dal profitto. I malviventi agiscono all’interno del gruppo di cui fanno parte, coadiuvati spesso da ‘tecnici’che concluso il loro ‘lavoro’ si allontanano dal luogo del reato, e realizzano il furto o il trafugamento illecito dei beni culturali su commissione, con una continua opera di spoliazione del patrimonio artistico dal valore universalmente conosciuto, che viene sottratto indebitamente da un ambiente adatto alla sua conservazione, ma soprattutto dalla fruizione dei cittadini e dalla ricerca degli specialisti. L’oggetto rubato subisce spesso un fenomeno di ‘ripulitura’, con piccole modifiche alla struttura o smembramento in più parti, ad opera di restauratori di pochi scrupoli, prima della sua reintroduzione sul mercato illecito internazionale o nazionale, al fine di renderne più difficoltosa l’identificazione. Con false certificazioni di legittimità, smerciano la refurtiva, seguendo l’andamento e le preferenze del mercato di tale settore, ovvero adeguandosi alle richieste del momento. I beni culturali di valore medio-basso sono venduti generalmente in negozi di rigattieri o nei molti mercatini dell’antiquariato, mentre quelli di valore medio-alto sono inviati nei più redditizi mercati internazionali, ove è molto più facile la vendita e più difficile la loro identificazione, oppure proposti al mercato attraverso case d’asta, negozi di antiquari, o fatti acquistare a collezionisti o autorevoli istituzioni museali straniere. Nel caso di esportazione di dipinti di particolare valore, il trafficante ridipinge sopra il supporto originale una raffigurazione moderna, che, una volta raggiunta la destinazione desiderata, sia asportabile con facilità; nel caso degli affreschi, si usa spesso ricoprirli con una patina di gesso per esportarli come pannelli per costruzioni. Questo ritrovamento conferma che l’Italia è spesso luogo di transito a livello internazionale di rotte di destinazione verso l’estero, con articolate catene organizzative e ‘prolifiche’ e modalità che rientrano nel riciclaggio, oppure è scelta come destinazione finale di traffici illeciti di beni culturali.

giovedì 29 settembre 2016

USA: depositata class action contro Samsung per le lavatrici a rischio esplosione come il Note 7

USA: depositata class action contro Samsung per le lavatrici a rischio esplosione come il Note 7 Ancora guai per Samsung. Dopo i Galaxy Note 7 adesso anche le lavatrici dell'azienda sudcoreana sembrano essere a rischio esplosione. Secondo i clienti che vivono in Texas, Georgia e Indiana e che hanno avviato una causa nel New Jersey per ottenere la class action contro Samsung, l' esplosione delle lavatrici non è simile come quella della "batteria del Galaxy Note 7", in particolare non si sprigionerebbero fiamme come per il telefono ma l'effetto sarebbe simile e le lavatrici Samsung andrebbero in pezzi. Per risolvere il problema, la società sudcoreana ha contattato la U.S. Consumer Product Safety Commission (CPSC), per capire come agire e come aumentare la sicurezza sulle sue lavatrici. Allo stato attuale non è chiara la quantità di modelli interessati dal problema, e se questi siano stati venduti esclusivamente negli Stati Uniti. La Commissione ha suggerito di utilizzare solo il ciclo delicato per lavare la biancheria, in quanto la velocità di centrifuga inferiore "riduce il rischio di lesioni di impatto o di danni materiali che potrebbero far staccare il cestello e quindi provocare esplosioni". La Thaxton racconta di "un suono fortissimo" che "sembrava una bomba esplosa accanto al mio orecchio" quando la sua lavatrice "esplose" l'8 aprile di quest'anno. "Le unita' coinvolte possono manifestare vibrazioni anomale che possono rappresentare un rischio di ferite personali o di danni alla proprieta' quando vengono lavate lenzuola, oggetti ingombranti o a prova-d'acqua" ha affermato Samsung. Non sono interessati i modelli a caricamento frontale. Un portavoce della Samsung, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”ha confermato alla stampa che l'azienda è a conoscenza della questione, ma ha detto che è "importante notare che i clienti Samsung hanno completato centinaia di milioni di carichi senza incidenti dal 2011.

Studio: antidolorifici possono danneggiare il cuore. Non tutto ciò che è buono per il dolore, è anche un bene per il cuore.

Studio: antidolorifici possono danneggiare il cuore. Non tutto ciò che è buono per il dolore, è anche un bene per il cuore. Alcuni inibitori COX-2 una classe di farmaci antinfiammatori appartenente alla famiglia dei farmaci antinfiammatori non-steroidei (FANS), possono aumentare il rischio di insufficienza cardiaca e in funzione della dose. Questo vale anche per farmaci come l'ibuprofene e diclofenac, disponibili senza prescrizione medica in farmacia. Questo è il risultato di uno studio finanziato dall'Unione europea, che è stato pubblicato sulla rivista BMJ. Si tratta del gruppo di farmaci chiamati farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS). Questi includono i non steroidei, agenti anti-infiammatori della prima generazione (FANS) e la nuova generazione di agenti anti-infiammatori, gli inibitori selettivi della COX-2 inibitori. Essi sono a seconda del farmaco, assunti per il dolore, le infiammazioni e la febbre ed in parte possono essere prescritti senza ricetta in farmacia, sono. E’ già noto che gli antidolorifici possano finire nel muscolo cardiaco. Un ampio studio danese, ha dimostrato che un’insufficienza cardiaca esistente è peggiorata in soggetti che assumevano FANS ed è stato anche associato ad un aumento del rischio di attacco cardiaco o di morte. Ma anche senza precedenti malattie aumenterebbe il rischio. Un team internazionale di ricerca guidato da Giovanni Corrao della Università degli Studi di Milano-Bicocca, ha cercato di capire per quali farmaci e a quali dosi si avrebbe un rischio di danni cardiaci. Questo studio ha valutato i dati di quasi dieci milioni di adulti provenienti da Germania, Paesi Bassi, Inghilterra e Italia, a cui sono stati prescritti antidolorifici tra il 2000 e il 2010. Qui 23 erano FANS convenzionali e $ gli inibitori della COX-2 inclusi nell'analisi. Il gruppo di confronto era costituito da 8.246.403 pazienti ed ha riguardato i seguenti farmaci: ketorolac Etoricoxib (Arcoxia) Indometacina (vari. Generic) Rofecoxib (Vioxx ritiro 2004) sulindac Piroxicam. (Vari farmaci generici) Acemetacine (Rantudil e generici) Diclofenac (Voltaren e generici) Dexibuprofen (Deltaran) nimesulide Ibuprofene (ad esempio Aktren, Nurofen, Dolormin e vari. Generic) Naproxen (Aleve e vari. Generic) Valdecoxib (Bextra Ritiro 2005) Nabumetone (Arthaxan, Relifex) Tiaprofenico (Surgam) Lornoxicam tenoxicam Ketoprofene (Gabrilen) Aceclofenac (Beofenac) Meloxicam (Mobec e vari. Generic) combinazioni diclofenac Proglumethacin (Protaxon) Flurbiprofen Nel gruppo di antidolorifici, ci sono stati 92.163 ricoveri per insufficienza cardiaca. Se il paziente aveva assunto negli ultimi 14 giorni alcuni FANS, il rischio aumentava del 19 %, per quanto rigurarda diclofenac, ibuprofene, indometacina, ketorolac, naproxen, nimesulide, piroxicam e l'inibitore COX etoricoxib 2 e rofecoxib. Per diclofenac, etoricoxib, indometacina, piroxicam e rofecoxib a dosi molto elevate, il rischio era raddoppiato. Anche dosi già medie di a indometacina e etoricoxib hanno contribuito negativamente. Celecoxib, tuttavia, il più prescritto inibitore COX-2, a questo proposito è stato poco appariscente in dosi normali. Va detto che l'età media dei soggetti, pari a 77 anni era piuttosto alto e costituisce un limite alla ricerca. I ricercatori hanno evidenziato che questo è stato uno studio osservazionale, quindi non si poteva chiaramente dedurre il rapporto causa ed effetto. Eppure ci sarebbe un legame innegabile tra i FANS e inibitori COX 2 più comunemente usati con un aumento del rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca. Inoltre, il rischio sembra dipendere dal principio attivo e la dose utilizzata. Gli autori sperano che lo studio possa contribuire a informare i medici e le autorità di vigilanza sul rischio. In un editoriale sullo studio condotto da cardiologi danesi, è stato indicato che un piccolo aumento del rischio cardiovascolare per l'assistenza sanitaria è già preoccupante, perché i principi attivi sono utilizzati massicciamente. Peraltro, gli antidolorifici sono disponibili in molti paesi nei supermercati e senza consultazione. Questo porta all'idea sbagliata diffusa che i FANS sono innocui e sicuri per tutti, viene sottolineato. Pertanto, il fatto che i cardiologi richiedano una regolamentazione più severa è giustificato. Vedono anche la necessità di una consulenza di un medico o il farmacista, le informazioni del paziente sul corretto uso e i rischi potenziali. Al di là di assenza di certezze scientifiche circa l’effettiva dannosità degli antidolorifici, Un dato è certo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”: l’eccesso può provocare danni ed i soggetti a rischio malattie cardiache devono prestare la massima attenzione. Come hanno voluto sottolineare i cardiologi danesi, infatti, è sempre meglio rivolgersi ad un medico, magari a quello di famiglia, prima di assumere con frequenza i farmaci in questione.

Coop richiama il "Sugo all'astice" di Arbi. Errore di etichettatura, per omissione dell'allergene

Coop richiama il "Sugo all'astice" di Arbi. Errore di etichettatura, per omissione dell'allergene: contiene dei solfiti non dichiarati sulla confezione, a rischio gli allergici Il "Sugo all'astice" gr 220 prodotto da Arbi contiene solfiti non dichiarati e, per questo motivo, è state richiamato da Coop. Lo conferma oggi l'azienda Arbi Dario Spa in un comunicato avvisando di avere già avviato il ritiro preventivo e volontario, causa errore di etichettatura, per omissione dell'allergene solfiti contenuto in alcuni degli ingredienti che può causare intolleranza in soggetti sensibili. Interessati sono i lotti di produzione: 060416 con scadenza 28/09/2017, lotto 180516 con scadenza 09/11/2017 e lotto 050716 del 27/12/2017. L'azienda inoltre specifica che il richiamo si riferisce solo al prodotto menzionato e limitatamente ai lotti sopra specificati. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rilanciando l'invito dell'azienda e di Coop, consiglia ai clienti che hanno acquistato tale prodotto che sono sensibili al solfito di non consumarlo e di riportarlo al punto di vendita. E' stimato che circa l' 1% della popolazione è sensibile ai solfiti e la sensibilità porta a sintomi abbastanza gravi come difficoltà respiratoria, fiato corto, asma, tosse. Inoltre, si possono manifestare altre sindromi più o meno gravi, ad esempio: orticaria, nausea, dolore al petto, rossore al volto, tipico di quando si beve un bicchiere di vino contenente una quantità eccessiva di solfiti.

Metalli pesanti nella dieta dei bambini

Metalli pesanti nella dieta dei bambini. Uno studio senza precedenti dell’Agenzia alimentare francese rivela la presenza di nove sostanze inquinanti nel cibo per i più piccoli (latte in polvere, omogeneizzati, biscotti) in dosaggi preoccupanti per gli infanti I risultati sono preoccupanti. Un importante studio dell'Anses (acronimo di Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail), l’ente pubblico francese per la sicurezza alimentare che ha riguardato l'alimentazione dei bambini, ha rilevato che sono ben nove gli inquinanti, tra cui i metalli pesanti e PCB, presenti nelle diete dei bambini che possono rappresentare un rischio nei dosaggi assunti normalmente. L'ente pubblico ha analizzato per sei anni quasi 670 sostanze in molti prodotti consumati dai bambini sotto i tre anni d’età, così come nel latte materno. Il 97% di sostanze valutate non preoccupano, rassicura l'Agenzia nazionale della sicurezza sanitaria del cibo, ambiente e lavoro. Ma per nove sostanze, trovate nel latte in polvere, omogeneizzati e biscotti, "un numero significativo di bambini presenta un’esposizione superiore ai valori tossicologici di riferimento", conclude l'Agenzia. Data questa situazione, si è “obbligatoriamente” chiamati a continuare gli sforzi per "comprendere meglio l'origine della presenza di queste sostanze chimiche nella dieta" e ad adottare misure per controllare le emissioni nell'ambiente e regolamentazione delle soglie di esposizione. Lo stesso ente ricorda anche che la diversificazione alimentare non dovrebbe intervenire prima del sesto mese. Le osservazioni dimostrano che l'esposizione dei bambini agli inquinanti aumenta a seguito dell'introduzione di altro cibo oltre il latte materno. Fra i nove composti per i quali la situazione è considerata "critica" sono tre i metalli pesanti, considerati tossici per la salute: arsenico, presente soprattutto in omogeneizzati di verdure e pesce, riso e cereali, nichel, in "prodotti a base di cioccolato" e il piombo, nelle verdure ed acqua. Anses incrimina anche la diossina, Furano e i prodotti chimici dei circuiti stampati (PCB) utilizzati come lubrificanti o rivestimenti impermeabili, difficilmente degradabili nell'ambiente e che si accumulano nei tessuti delle persone che li ingeriscono, soprattutto nel pesce. Altri inquinanti si trovano nei piatti dei bambini: tossine da stampe, acrilamide, una sostanza che si forma durante la cottura a temperature elevate di alcuni alimenti, classificato come possibile cancerogeno e Furano, anch’esso etichettato come possibile cancerogeno. Per sette altre sostanze, tra cui alluminio e cobalto, Anses ritiene inoltre che "il rischio non può essere eluso". Per valutare meglio l'effettiva esposizione dei bambini di meno di tre anni a queste sostanze, Anses ha utilizzato uno studio del 2005 che aveva raccolto per tre giorni cibo e quantità ingerita da un campione rappresentativo di infanti. Certamente l’agenzia non ha voluto destare facili allarmismi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma ha voluto segnalare la necessità di sforzi comuni tra produttori ed enti affinché si risolva il problema della permanenza di tracce di questi elementi che a lungo termine possono comportare problemi, anche gravi, per la salute dei più piccoli. Analogamente, sarebbe necessario che sia le istituzioni europee cui compete la salvaguardia dei cittadini dell’Unione, che quelle nazionali dovrebbero attuare analoghe politiche come quelle sollecitate dall’Anses.

mercoledì 28 settembre 2016

USA: Tyson richiama i "nuggets", i famosi bocconcini di pollo fritto. La carne è contaminata da "pezzi di plastica".

USA: Tyson richiama i "nuggets", i famosi bocconcini di pollo fritto. La carne è contaminata da "pezzi di plastica". La multinazionale Tyson Foods, il super colosso USA della carne, famosa per essere fornitore delle catene di Mc Donald's e di molti altri fast food americani, sta richiamando a scopo preventivo i nuggets, i famosi bocconcini di pollo impanati e fritti, poichè possono essere contaminato con "materiali plastico." Lo ha riferito martedì in un comunicato stampa il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti. Inoltre, interessati dal ritiro, sono anche i prodotti con il marchio Panko venduti nei negozi Costco Wholesale Cor e quegli con il marchio Spare Time venduti ad un grossista della Pennsylvania. L’indagine è stata condotta dall'azienda dopo le segnalazioni di alcuni clienti che hanno rivelato la presenza di oggetti estranei all'interno dei prodotti di pollo. L'azienda ha riferito che non sono state segnalate conseguenze alle persone. L'allerta in questione, sottolinea Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti" risulta pubblicata sul siti istituzionali del governo che si occupa di allerte alimentari. La nostra associazione, quindi, dato anche il risalto che ha avuto questa notizia negli Stati Uniti, ritiene utile informare anche i nostri connazionali che si trovano all'estero e che non potrebbero essere messi a conoscenza in virtù della circostanza che l'allerta è indicata in lingua inglese. L'altro aspetto è che l'azienda statunitense produttrice si trova adesso su una montagna di pollo fritto panato. Resta da sperare che 40 milioni di galline non siano morte invano.

martedì 27 settembre 2016

Bevono cognac adulterato, 23 morti in Ucraina. Preoccupazione per gli europei che visitano quelle regioni

Bevono cognac adulterato, 23 morti in Ucraina. Preoccupazione per gli europei che visitano quelle regioni Almeno 23 persone sono morte dopo aver bevuto cognac adulterato in meno di una settimana in Ucraina nella regione di Kharkiv, nell'est del paese. Lo riferiscono le autorità locali. Dopo aver bevuto la bevanda alcolica hanno accusato forti dolori allo stomaco e sono stati ricoverati, ma per molti di loro non c'é stato scampo. Complessivamente sono 18 le persone che sono rimaste uccise, tra cui cinque nelle sole ultime 24 ore. Altre 21 invece sono state ospedalizzate. La polizia della regione di Donetsk ha inoltre segnalato la morte di cinque persone, tre uomini e due donne, a Liman, che hanno bevuto lo stesso cognac. Le autorità hanno avviato un'inchiesta per produzione e contrabbando degli alcolici. Il ministro della salute ha dichiarato alla stampa che altre " persone che hanno consumato l'alcol sono ricoverate in uno stato critico", esortando gli ucraini ad acquistare solo bevande legali in un paese dove continuano ad aumentare le tasse sull'alcool. Tutte le vittime avevano bevuto cognac e l'autorità sospettano l'aggiunta nella bevanda dell'alcool metilico, una sostanza mortale. Preoccupazione per gli europei che visitano quelle regioni maggiormente interessate. È una prassi antica, quella di adulterare, modificare, annacquare liquidi per lucrarci su qualche soldo in più dalla vendita al dettaglio, ma in questo particolare momento, in cui ogni attività commerciale è colpita dalla crisi, nessuna esclusa, non essendo esenti quelle del tempo libero come i bar, pub, lounge, pare che il fenomeno sia in rapida ascesa in Ucraina ma anche nella vicina Russia che conta ancora ogni anno migliaia di morti. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, questi fatti c’inducono ad invitare tutti i nostri connazionali che si trovano in quell'area del Paese a prestare molta attenzione a cosa viene versato nel bicchiere.

Fumo: nel 2015 vendute in Ue 53 miliardi sigarette illegali. L'Italia secondo mercato a rischio un numero considerevole di posti di lavoro

Fumo: nel 2015 vendute in Ue 53 miliardi sigarette illegali. L'Italia secondo mercato a rischio un numero considerevole di posti di lavoro Secondo gli esperti che hanno partecipato al convegno 'Changing trends in smuggling', organizzato da Euractiv a Bruxelles, nel 2015, sono stati consumati 53 miliardi di sigarette illegali, che rappresentano più del totale delle sigarette vendute legalmente in Spagna. Questa attività criminale, che porta al consumo una sigaretta su 10, costa ai governi dell’Ue 11,3 miliardi di perdite erariali, con una crescita del fenomeno delle 'illicit whites', sigarette prodotte legalmente ma vendute attraverso il contrabbando, che vedono l'Italia come secondo mercato. La quota delle 'illicit whites' prodotte nei Paesi confinanti con l'Ue a est ma anche in Asia, è passata dal 13% del 2009 al 35,4% dello scorso anno. L'Italia, dopo la Polonia, è il Paese dove si smerciano di più, con 2,3 miliardi di sigarette, e dove vi è circa l'8% del mercato illegale europeo. Ogni anno, hanno spiegato gli esperti citando le stime del rapporto Sun di Kpmg, circa 11,5 miliardi di euro di tasse vengono persi in Ue. "C'è un problema con l'Ucraina - ha sottolineato Dana Meager, sottosegretario all'Economia della Repubblica Slovacca, ma grandi quantità arrivano anche dalla Russia e dalla Bielorussia". Il fenomeno, è strettamente legato ad altre attività criminali. "Quella delle sigarette di contrabbando non è un'attività di poco peso è una criminalità che alimenta anche altri flussi che non sono solo del tabacco, sono legati al commercio della droga, delle armi e anche delle persone, e finanzia grandi gruppi criminali e anche terroristici". L’Italia è il primo produttore di tabacco in Europa, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, e il quattordicesimo al mondo e conta nel nostro Paese circa 200.000 addetti, tra cui 55.000 rivenditori e più di 3.000 imprese agricole con una radicata presenza nelle regioni Campania, Veneto, Umbria, Toscana e Lazio. Ogni anno il commercio illecito di prodotti del tabacco mette a rischio un numero considerevole di posti di lavoro. Il commercio illecito di sigarette è un fenomeno transnazionale che vede coinvolte organizzazioni criminali di diversi Paesi, talvolta legate tra loro da accordi per la gestione dei traffici e per la spartizione dei profitti.

lunedì 26 settembre 2016

AIFA: divieto di utilizzo del medicinale antipsicotico "LEPONEX".

AIFA: divieto di utilizzo del medicinale antipsicotico "LEPONEX". L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha disposto il divieto di utilizzo del medicinale LEPONEX 100 mg 28 compresse, della ditta NOVARTSI FARMA SPA. Nello specifico si tratta dei lotti n. U0189 scadenza 6/2018; LEPONEX 25 mg 28 compresse, lotto n. U0106 scadenza 6/2018. Il provvedimento, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito delle analisi condotte nell’ambito del programma di controllo annuale della composizione dei medicinali per l’anno 2015, visto i pareri “non favorevoli” espressi dall’Iss. Il trattamento con Leponex è indicato per pazienti schizofrenici resistenti al trattamento e per i pazienti schizofrenici che presentano reazioni avverse gravi di tipo neurologico non trattabili con gli altri farmaci antipsicotici, compresi gli antipsicotici atipici. La resistenza al trattamento viene definita come mancanza di miglioramento clinico soddisfacente nonostante l’uso di dosi appropriate di almeno due differenti farmaci antipsicotici, incluso un atipico, prescritti per un periodo di tempo adeguato. Il trattamento con Leponex è indicato inoltre nei disturbi psicotici in corso di malattia di Parkinson, dopo il fallimento di una gestione terapeutica classica.

AIFA: ritiro volontario lotti specialita’ medicinale antipertensivo "IRBETENS".

AIFA: ritiro volontario lotti specialita’ medicinale antipertensivo "IRBETENS". L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha disposto il ritiro volontario dei lotti sottoindicati (cfr. circolare citata nei precedenti), in quanto la proposta di eliminare le incisioni sulle compresse non è stata accettata: lotto 451283 scad. 31-08-2017 specialità medicinale IRBETENS*28CPR RIV 150MG – AIC 041888025, lotto 451303 scad. 31-08-2017 specialità medicinale IRBETENS*28CPR RIV 300MG – AIC 041888037. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito a seguito dell'annullamento parziale della variazione di tipo IB relativa al medicinale IRBETENS. Questo medicinale è indicato negli adulti per il trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale. E' indicato anche per il trattamento della malattia renale nei pazienti adulti ipertesi con diabete mellito di tipo 2 come parte di un trattamento farmacologico antipertensivo (vedere paragrafo 5.1). I lotti in questione non potranno essere utilizzati e la ditta Nova Farmaceutici dovrà assicurarne l'avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.

domenica 25 settembre 2016

Lecce, “Salviamo la fontana di Santa Rosa” abbandonata nel degrado. Lo Sportello dei Diritti promuove adozione e ristrutturazione

Lecce, “Salviamo la fontana di Santa Rosa” abbandonata nel degrado. Lo Sportello dei Diritti promuove adozione e ristrutturazione Immortalata in tante cartoline e fotografie, per decenni è stata il simbolo del rione di Santa Rosa a Lecce ma ora la fontana di Piazza Indipendenza versa in gravi condizioni. Oggi questo patrimonio pubblico è in stato di abbandono: la fontana è inattiva, i fari che le davano luce di sera sono spenti, e le vasche che la compongono sono asciutte e solo una è piena di acqua piovana decantata che ristagnando è divenuta maleodorante e brodo di coltura per le larve e le zanzare. Inoltre all' interno della stessa vi sono depositate ad opera di ignoti vandali, bottiglie, lattine e cartacce di ogni genere, concedendo in tal modo uno spettacolo tutt'altro che edificante per i residenti, mentre il fetore dell'urina proveniente dai giardinetti adiacenti ti assale. Questa fontana, oltraggiata dall'incuria, ormai da lungo tempo, eletta bersaglio da piccoli teppisttelli d'occasione, ricettacolo di ogni genere di rifiuti, rischia di scomparire. Non si puo’ piu’ rimandare, necessita di un urgente restauro tuona Giovanni D'Agata, che in qualità di presidente dello “Sportello dei Diritti”, chiede, pertanto, che si intervenga nel più breve tempo possibile per restituire la fontana ai suoi vecchi fasti, garantendole, magari, anche adeguata illuminazione anche per continuare a dare slancio a quel processo di unità di immagine e di decoro che deve essere proprio dell'intera città.

Diagnosi errata confina un uomo per 43 anni su sedia rotelle. Ora cammina

Diagnosi errata confina un uomo per 43 anni su sedia rotelle. Ora cammina Un sessantenne portoghese, Rufino Borrego, ha trascorso 43 anni della propria vita su una sedia a rotelle per un errore medico prima di essere in grado di camminare di nuovo grazie alla scoperta della sua vera e propria malattia. Mentre i medici dell'ospedale di Santa Maria in Lisbona all'età di 13 gli avevano diagnosticato la distrofia muscolare incurabile, un neurologo ha corretto l'errore nel 2010, scoprendo che ha sofferto di miastenia congenita. La semplice assunzione di farmaci per l'asma, indicato nel trattamento di questa malattia rara, che si traduce in debolezza muscolare, gli ha permesso di recuperare l'uso delle gambe. Il 12 maggio 2011, è stato in grado di camminare raggiungendo il suo solito Bistro vicino a casa sua a Alandroal nel sud-est del Portogallo. Ora 61 anni, Rufino Borrego conduce una vita normale e deve subire solo due sessioni di fisioterapia all'anno. La sua malattia era praticamente sconosciuta dal mondo medico alla diagnosi sbagliata alla fine degli anni 1960. La casistica degli errori medici è molto ampia spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, e, ultimamente, oggetto di un crescente contenzioso cui, almeno sul versante penale, in Italia il Legislatore ha cercato di porre rimedio con il famoso decreto Balduzzi. Risulta fondamentale, in ogni caso, prima di intraprendere costose azioni, rivolgersi ad un serio professionista che possa compiutamente valutare, dall’esame della documentazione medica e con una visita del paziente, la sussistenza effettiva di una responsabilità in capo al medico o alla struttura ospedaliera.

Rio 2016: richiamo senza precedenti delle medaglie vinte che si spellano

Rio 2016: richiamo senza precedenti delle medaglie vinte che si spellano Salire sul podio delle Olimpiadi mettendosi al collo una medaglia è una di quelle cose che davvero nella vita non hanno prezzo. Ma le medaglie di Rio 2016 dei Giochi Olimpici e Paralimpici stanno per essere richiamate dal Comitato Organizzatore di Rio 2016. Il motivo? Molte di esse in bronzo, argento ed oro, presentano problemi nella vernice che si sta spellando e si rimuove con estrema facilità. Secondo quanto riportato dal quotidiano il "O Globo", il comitato Olimpico e paralimpico invierà gli oggetti alla zecca, sia degli atleti brasiliani che stranieri, in cambio di quelle nuove. In particolare quelle del campione paralimpico Daniel Dias, che ha vinto nove medaglie si sono quasi tutte spellate. Un richiamo senza precedenti per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ormai rimarrà negli annali della storia delle Olimpiadi.

Lecce, furto di griglie in ghisa delle strade. Nel mirino dei ladri anche le caditoie per lo scolo della pioggia. Pericolo che qualcuno ci finisca dentro e si faccia molto male.

Lecce, furto di griglie in ghisa delle strade. Nel mirino dei ladri anche le caditoie per lo scolo della pioggia. Pericolo che qualcuno ci finisca dentro e si faccia molto male. Non è possibile, ci rubano ogni cosa! Si ripetono ormai con preoccupante regolarità i furti delle caditoie per lo scolo della pioggia; le strade restano con piccole voragini e oltre ai costi da sostenere c’è pure il pericolo che qualcuno ci finisca dentro e si faccia molto male. Eppure lo “Sportello dei Diritti” aveva denunciato i pericoli connessi alle nuove fonti di approvvigionamento dei ladri di materie prime che si sono messi a rubare quantità industriali di ferro e ghisa, entrati ai primissimi posti della graduatoria dei metalli più rubati anche perché l’oggetto dei furti, riguarda prodotti rivendibili nel mercato illegale dei cosiddetti ferrivecchi. Ma dopo aver segnalato i furti di portalampade dei pali artistici in ghisa dell'illuminazione pubblica, i predoni hanno superato sé stessi arrivando a rubare tombini, griglie di ferro degli scoli dell'acqua piovana e coperchi in ferro o ghisa delle società dei pubblici servizi facendo diventare le strade, e sono tante anche in Italia, profonde groviere, pericolosissime per la circolazione. L’altra notte in via Rapolla a Lecce si sono registrati furti di diverse griglie, non ancora sostituite dai tecnici del Comune. L'allarme del presidente dello “Sportello dei Diritti” Giovanni D'Agata, è rivolto alle pubbliche amministrazioni affinché adottino tutti gli strumenti possibili di vigilanza anche perché questi furti, al di là del pur grave aspetto economico, che pesa non poco sulle casse municipali, non solo colpiscono il decoro e l’arredo urbano ma contribuiscono a rendere meno sicure le strade visto che la mancanza dei chiusini e delle grate poste sui pozzetti di raccolta delle acque meteoriche, determina uno stato di grave pericolo alla circolazione veicolare e pedonale. E’ indispensabile, dunque, una maggiore collaborazione dei cittadini affinché segnalino a quanti sono istituzionalmente addetti al controllo del territorio ogni comportamento sospetto nell’interesse della comunità, così da scoraggiare il ripetersi di questi gravi episodi.

sabato 24 settembre 2016

In Germania scatta l’allerta per il latte contaminato da batterio

In Germania scatta l’allerta per il latte contaminato da batterio Le autorità sanitarie tedesche sono in allerta. Il gruppo Hochwald-food sta procedendo al richiamo del latte di marche diverse contaminato da batterio. Si tratta di prodotti con date di scadenza minima tra il 27 e il 31 dicembre di quest'anno. Secondo la società, il batterio, scoperto durante le ispezioni di routine, si è sviluppato durante la produzione. Dal momento che se consumato non si può escludere un pericolo per la salute, tutti i lotti interessati sono stati richiamati per motivi di sicurezza, tuttavia ne sono già state vendute diverse confezioni. I prodotti sono stati venduti a livello nazionale in varie catene di supermercati. Secondo la società, sono interessati i seguenti prodotti: ✔ Mark penny, 1 litro, 3,5% con i dati di durata minima, 27.12.2016, 28.12.2016, 29.12.2016, 30.12.2016, riempito e l'identificazione mark DE-RP 221 CE - mark penny, 1 litro, 1,5%, 27.12.2016, 30.12.2016, riempito o disabilitare RP 221 CE-. ✔Marke Gutes Land, 1 litro, 1,5%, 27.12.2016, 28.12.2016,29.12.2016, 30.12.2016, DE-RP 221 CE - terra di buona marca, 1 litro, 3,5%, 26.12.2016, 27.12.2016,28.12.2016, DE-RP 221 CE - marchio K-classic, 1 litro, 1,5%, 29.12.2016, riempito, DE-RP 221 CE-. ✔ Marke K-classic, 1 litro, 3,5%, 28.12.2016, DE-RP 221 CE-. ✔Marke Korrekt, 1 litro, 1,5%, 27.12.2016, DE-RP 221 CE-. ✔Marke Gut & Günstig, 1 litro, 1,5%, 27.12.2016, 30.12.2016, DE-RP 221 CE-. ✔Marke Gut & Günstig, 1 litro, 3,5%, 27.12.2016, DE-RP 221 CE-. ✔ Marke Milbona, 1 litro, 1,5%, 27.12.2016, DE-RP 221 CE In Italia la domanda nel mercato di latte, supera di molto la reale produzione per cui potenzialmente l’origine del latte venduto nel nostro Paese, non sempre è italiana. Dopo una veloce scansione del codice a barre, si scopre che il latte può provenire anche dalla Germania. Con la conclusione che gli scaffali dei supermercati sono pieni di latte non italiano, anche quando viene spacciato per italiano, e perciò potrebbe comunque essere stato commercializzato anche in Italia sotto altro brand. Il condizionale tuttavia è d'obbligo, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia. Il ritiro del latte è avvenuto in Germania, ma data l'ampia risonanza che l'accaduto ha avuto nei notiziari in lingua tedesca, la nostra associazione, ha ritenuto opportuno, comunque, diffondere la notizia anche in italiano, per aiutare i nostri connazionali che potrebbero trovarsi all'estero e non conoscere bene il tedesco. L'invito è pertanto di prestare la massima attenzione a quanto acquistato da ora ai prossimi mesi. In tutto il mondo, circa 420 000 persone muoiono ogni anno per le infezioni da alimenti contaminati di cui 125 000 sono bambini!

Yahoo sul banco degli imputati, citata in giudizio per negligenza dopo cyberattacco del 2014. Si tratta della prima causa che rischia di diventare una class action

Yahoo sul banco degli imputati, citata in giudizio per negligenza dopo cyberattacco del 2014. Si tratta della prima causa che rischia di diventare una class action C’era da aspettarselo: dopo la clamorosa notizia sul maxi cyberattacco degli account Yahoo, ecco partire le prime denunce per dare via ad una class action all’indirizzo dell'operatore di servizi Internet americano Yahoo Inc.. Che, da qui ai prossimi mesi, sarà il bersaglio preferito degli avvocati Made in USA, considerando quanto è esposta in materia di sicurezza dopo il suddetto attacco hacker. Per chi ha mancato le notizie di ieri, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ricorda che sono compromessi ben 500 milioni di profili e tutti i dati personali che contengono. Le accuse contro Yahoo da parte di Ronald Schwartz che ha presentato una denuncia in un tribunale federale di San Jose, in California per conto di tutti gli utenti di Yahoo negli Stati Uniti, puntano sulla tutela degli utenti e sulla negligenza mostrata in materia di sicurezza, anche considerato che resta una delle società tecnologiche più esperte sul fronte Internet. Inoltre, molti utenti sottolineano l’atteggiamento scorretto della stessa Yahoo nel nascondere il problema finché non è stata costretta ad ammetterlo. Si tratta di una prima azione legale al mondo per un cyberattacco contro un motore di ricerca da uno dei suoi utenti.

Al Nord è allerta Virus Febbre del Nilo: segnalati 14 nuovi casi umani. Colpiti anche ruminati ad Imola e a Lotzorai (Ogliastra), in Sardegna

Al Nord è allerta Virus Febbre del Nilo: segnalati 14 nuovi casi umani. Colpiti anche ruminati ad Imola e a Lotzorai (Ogliastra), in Sardegna La febbre del Nilo occidentale ha di nuovo colpito in Italia, tutta colpa delle zanzare. Pochissimi ne parlano, ma lo “Sportello dei Diritti” ha continuato fin dall’inizio dell’estate appena passata a diffondere i dati relativi alla pericolosa diffusione di un virus conosciuto come “Febbre del Nilo occidentale” che anche il centro europeo per la prevenzione delle malattie e controllo (ECDC) ha tenuto sotto stretto monitoraggio. Alla data del 22 settembre sono stati registrati ulteriori 14 casi umani di “West Nile”, tre nelle province recentemente colpite di Milano (1) e Ravenna (2) e 11 su cinque in Province già contagiate dal virus: Bologna (4), Ferrara (1), Mantova (3), Modena (1) e Verona (2). Per l’Unione Europea, invece sono 149 complessivamente i casi confermati ad oggi e 205 i casi registrati nei paesi limitrofi. Colpiti anche ruminanti: un altro caso di West Nile Virus (il nome più internazionale della nostrale Febbre del Nilo) dopo quello di inizio settembre che a Castel San Pietro Terme, in provincia di Imola, ha colpito un cavallo. Questa volta la vittima è un asino, deceduto in un allevamento di Lotzorai (Ogliastra), in Sardegna. La Asl di Lanusei ha diramato ufficialmente i risultati dell'esame condotto dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e Molise "G.Caporale", che è il centro di referenza nazionale per la sorveglianza veterinaria relativamente al West Nile Virus. La febbre del Nilo occidentale è una malattia provocata dal virus West Nile diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. Il virus viene trasmesso principalmente dalle zanzare in particolare quelle del tipo Culex, talmente diffuse nell’area del Po da essere state ribattezzate “zanzare notturne padane”. Oltre alla trasmissione per mezzo della puntura di zanzara, il virus può essere trasmesso, molto più raramente come sottolinea l’Iss, l’Istituto superiore di Sanità, da trapianti di organi, trasfusioni di sangue e per via fetale in gravidanza. Il periodo di incubazione varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La febbre del Nilo occidentale è, nella maggior parte dei casi, una malattia asintomatica. I sintomi, dice l’Iss, sono febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. La loro intensità è variabile: come hanno dimostrato i due casi di agosto del lodigiano, negli anziani i sintomi possono essere più gravi, mentre nei bambini è più frequente una febbre leggera, mediamente più alta nei giovani, accompagnata da arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. In meno dell’1% delle persone infette i sintomi possono aggravarsi e possono comparire anche disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici, continuano gli esperti dell’istituto, possono essere permanenti: in circa 1 caso su 1000 il virus può causare un’encefalite letale. In Italia la febbre del Nilo occidentale è stata identificata per la prima volta nel 1998 in Toscana, in un focolaio che ha provocato la morte di sei cavalli, ricorda il ministero della Salute. Dal momento che non esiste un vaccino per la febbre del Nilo occidentale, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’unico modo per ridurre il rischio di contagio è quello di esporsi il meno possibile alle punture di zanzare. Per allontanare le zanzare può essere utile un ventilatore. Infatti le zanzare temono il vento che impedisce loro di volare e inoltre l’aria mossa allontana gli odori dell’uomo, il vero bersaglio delle zanzare. I repellenti naturali come la citronella sono spesso inefficaci perché le zanzare hanno imparato ad associare questi odori alla presenza dell’uomo, così come fanno con i profumi delle donne, i dopobarba, ecc.. Per non essere punti l’unico modo è cospargere le parti esposte con un insetto repellente. Ce ne sono di vario tipo, sono efficaci almeno nell’ora dopo l’applicazione, ma tutti hanno una certa tossicità e si assorbono. Per questo si sconsiglia il loro uso sui bambini. Tra le altre misure preventive, svuotare i vasi di piante e fiori o altri contenitori con acqua stagnante o meno come le ciotole per animali, e usare zanzariere alle finestre. Ancora, meglio evitare le zone lacustri e le pozze d’acqua e coprirsi con pantaloni, camicie o magliette a maniche lunghe.

venerdì 23 settembre 2016

Nullo l’avviso di accertamento notificato prima del termine di 60 giorni dalla conclusione della verifica fiscale.

Nullo l’avviso di accertamento notificato prima del termine di 60 giorni dalla conclusione della verifica fiscale. Per la CTR di Lecce l’inosservanza del termine di garanzia lede il diritto di difesa del contribuente Con un’importante sentenza depositata il 12 settembre scorso, la numero 2096/16, la Commissione Tributaria Regionale di Bari, sezione staccata di Lecce, a seguito di apposita eccezione sollevata dall’avvocato Maurizio Villani, sin dal ricorso introduttivo del giudizio e ritenuta non meritevole di accoglimento in primo grado, ha accolto l’atto di appello di una società contribuente per violazione dell’art. 12, comma 7, della Legge n. 212 del 27/08/2000 (Statuto del contribuente). Nello specifico, i giudici di seconde cure hanno ritenuto nullo l’avviso di accertamento notificato prima del termine di 60 giorni dalla conclusione della verifica fiscale, sottolineando come la inosservanza di detto termine di garanzia, priva il contribuente della facoltà di presentare entro 60 giorni osservazioni e richieste all’Ufficio, affinché le stesse vengano valutate prima dell’emissione dell’avviso di accertamento, pena la violazione del principio di “collaborazione e buona fede tra amministrazione e contribuente”. Con tale pronuncia rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i giudici tributari salentini si sono conformati al consolidato orientamento della Corte di Cassazione (Cass. SS. UU. n. 18184/13, ribadito da ultimo con ordinanza n. 5361/2016) che ritiene illegittimo, salvo specifiche ragioni d’urgenza, l’atto impositivo emesso ante tempus, in quanto detto termine è posto a garanzia del pieno dispiegarsi del contraddittorio procedimentale.

Cassazione e barriere architettoniche : “I bancomat devono essere accessibili al disabile” altrimenti lo discrimina. E' la legge che impone di consentire l’accesso a chi è costretto sulla sedia a rotelle

Cassazione e barriere architettoniche : “I bancomat devono essere accessibili al disabile” altrimenti lo discrimina. E' la legge che impone di consentire l’accesso a chi è costretto sulla sedia a rotelle L’agenzia dell’istituto di credito deve adeguare lo sportello in modo che possa beneficiare del servizio anche chi è costretto sulla sedia a rotelle. È quanto emerge dalla sentenza 18762/16, pubblicata il 23 settembre dalla terza sezione civile della Cassazione. L’accesso e la fruibilità del servizio bancomat, in edifici pubblici o privati, deve essere “assicurato” in favore delle persone con disabilità mediante la rimozione di tutti gli ostacoli architettonici e questo deve avvenire anche in mancanza di “norme regolamentari di dettaglio che dettino le caratteristiche tecniche che luoghi, spazi, parti, attrezzature o componenti di un edificio o parti di questo debbano avere per consentire l’accesso”. Diversamente, la persona diversamente abile può rivolgersi al giudice chiedendo la tutela antidiscriminatoria, che ben può essere azionata nei confronti dei privati oltre che delle amministrazioni pubbliche. Accolto il ricorso proposto dal correntista della banca proposto ai sensi dell’articolo 3 della legge 67/2006 contro la discriminazione delle persone diversamente abili. Non conta che il regolamento di cui al dm 236/89 non contenga norme di dettaglio per predisporre lo sportello all’utilizzo da parte di chi ha «ridotta o impedita capacità motoria»: la barriera architettonica va eliminata in quanto costituisce un ostacolo al comodo e autonomo utilizzo del servizio Atm e pone il cliente della banca in posizione di svantaggio rispetto agli altri. Sta al giudice del merito individuare i criteri tecnici da seguire, magari avvalendosi di altri regolamenti sopravvenuti, se risultano utili; è rimessa alla sua alla sua discrezionalità l’adozione di ogni altro provvedimento necessario a far cessare gli effetti della discriminazione. E spetta al giudice del rinvio stabilire anche se il correntista ha diritto a essere risarcito dalla banca per non aver potuto finora ritirare i soldi allo sportello: bisogna verificare se sussistono gli estremi della responsabilità extracontrattuale ex articolo 2043 Cc. L’istituto di credito rischia la pubblicazione della sentenza di condanna su di un quotidiano locale. La parola torna alla Corte d’appello in diversa composizione. Importante sentenza della Cassazione, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che rende obbligatorio il bancomat a misura di disabile. Si spera che le banche vorranno tenerne conto, visto che in parte finora non lo fanno.

Prodotti pericolosi: bandito e ritirato gel bagno e shampoo per bambini. Lo segnala RAPEX, il sistema europeo di allerta per i consumatori

Prodotti pericolosi: bandito e ritirato gel bagno e shampoo per bambini. Lo segnala RAPEX, il sistema europeo di allerta per i consumatori Il RAPEX, il sistema europeo dedicato al monitoraggio e alla denuncia del commercio di articoli pericolosi, periodicamente segnala ai vari Stati membri dell'Unione Europea quali beni necessitano di un ritiro immediato dal commercio. La segnalazione di oggi riguarda un gel bagno e shampoo per bambini, prodotto in Grecia, chiamato “Hello Kitty Shampoo & Bath gel” (EAN: 5206642000452 / 1423108; Categoria: cosmetici) della DELKAM. Il gel è contenuto in un tubetto con l’immagine di un gatto stampata sul davanti. Il prodotto presenta un rischio chimico a causa dell’alto contenuto di batteri mesofili aerobi (CFU/g 43000), che possono causare infezioni. Le analisi, infatti, hanno evidenziato una conta microbica totale aerobica superiore al valore-soglia raccomandato. Il microrganismi aerobici mesofili non devono superare i 102 cfu/g o 102 cfu/ml per i prodotti in categoria 1 ed i 103 cfu/g o 103 cfu/ml per i prodotti in categoria 2. La contaminazione può causare irritazione agli occhi e infiammazione della congiuntiva. Il prodotto non è, quindi, conforme al Regolamento (CE) n.1223/2009 sui prodotti cosmetici e per questo è stato bandito e ritirato dal mercato. Nei fatti però ciò non sempre avviene, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” e può accadere che alcuni di questi prodotti vengano banditi solo in alcuni Paesi e continuino ad essere venduti illegalmente in altri o immessi direttamente nel Web per essere smerciati con più facilità. Se avete questo prodotto in casa o in qualsiasi esercizio commerciale, il consiglio è quello di non usarlo più.

Lavoro e finta abolizione delle Province. La pseudoriforma “Delrio” mette in ginocchio i “Centri per l’impiego” cui non pervengono le risorse da Stato e Regioni. A Lecce non ci sono più soldi neanche per la cart’igienica.

Lavoro e finta abolizione delle Province. La pseudoriforma “Delrio” mette in ginocchio i “Centri per l’impiego” cui non pervengono le risorse da Stato e Regioni. A Lecce non ci sono più soldi neanche per la cart’igienica. L’ennesima prova che la riforma “Delrio” rappresentasse una sciagura per il Sistema Paese e per gli assetti dell’organizzazione dello Stato era circostanza nota già nel momento in cui veniva votata in parlamento, ma che si arrivasse a tanto forse era inimmaginabile. Perché al di là delle denunce che lo “Sportello dei Diritti”, ha già pubblicamente rivelato nei mesi scorsi, adesso ne arriva un’altra che riguarda degli uffici che costituiscono da sempre un punto di riferimento per il mercato del lavoro nazionale: i centri per l’impiego, una volta noti come uffici di collocamento, che pur non rimanendo formalmente nell’ambito delle funzioni delle morenti province in attesa di passare sotto la gestione della nascente ANPAL, Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, in questa lunghissima fase di transizione (non si sa, infatti, quando verrà a pieno compimento il nuovo ente), rischiano la più completa paralisi perché da Stato e Regioni non giungono le risorse necessarie per consentirne la gestione né tutte le amministrazioni regionali si sono attivate per trovare soluzioni, anche temporanee, al problema.Solo per fare un esempio tra Provincia di Lecce e Regione Puglia è partito un braccio di ferro affinché la seconda stanziasse alla prima la quota di finanziamento previsto dalla legge e che a tutt’oggi non risulta mai pervenuta. Una guerra nella quale però a perdere sono i lavoratori ed i dipendenti assegnati ai “centri per l’impiego”, ove a breve in assenza di copertura finanziaria, verrà sospesa nell’ordine: - la fornitura di carta, cancelleria, materiale igienico sanitario e di pulizia; - dal prossimo 1 ottobre non sarà garantito il servizio di noleggio dei fotocopiatori, la fornitura dei toner, il servizio postale; - sospesa la erogazione dei buoni pasto. Mentre vi è certezza che saranno inoltre individuate le azioni da porre in essere per contenere i costi relativi alle utenze telefoniche, energia elettrica e termica, acqua. Trovare parole in un dramma che contribuirà all’ulteriore “mazzata” al sistema gestionale del mercato del lavoro già piegato da un’offerta sempre più limitata a fronte della disoccupazione dilagante, è difficile, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che sottolinea anche come la riforma delle Province dimostri la sua decontestualizzazione ed estraneità ai reali bisogni del Paese. Ciò tantopiù che i centri per l’impiego non spariscono dall’assetto complessivo del “sistema lavoro” neanche in questa fase della vita dello Stato mentre per una parte di esso, a partire da questo Governo, sembra che non servano più così come le migliaia di dipendenti di questi uffici che non meritano questo trattamento.

martedì 20 settembre 2016

Nigeria fa causa per quasi 13 miliardi di dollari contro le più importanti compagnie petrolifere per le esportazioni di petrolio "illegali". Coinvolta anche l’italiana Eni

Nigeria fa causa per quasi 13 miliardi di dollari contro le più importanti compagnie petrolifere per le esportazioni di petrolio "illegali". Coinvolta anche l’italiana Eni Il governo della Nigeria ha citato in giudizio diverse multinazionali leader del petrolio per un totale di 12,7 miliardi di dollari di petrolio greggio che presumibilmente è stato esportato illegalmente negli Stati Uniti tra il 2011 e il 2014, secondo quanto dichiarato da fonti governative del paese africano in data di ieri. Le udienze inizieranno la prossima settimana innanzi all'alta corte federale a Lagos per esaminare i casi presentati contro le consociate nigeriane dei colossi del petrolio tra cui l’americana Chevron, la britannico-olandese Shell, Agip dell’italiana ENI, la francese Total e Brasoil della brasiliana Petrobras, secondo le risultanze del tribunale. Le compagnie petrolifere non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento. La Nigeria è stata il più grande produttore di petrolio dell'Africa, fino agli attacchi dei militanti di Boko Haram per ridurre la produzione, tanto che è stata superata dall'Angola lo scorso marzo. Lo scandalo potrebbe provocare nuova rabbia contro le compagnie petrolifere già accusate di inquinare terreni agricoli e zone di pesca. Alla base del movimento armato del delta del Niger ci sarebbe, infatti, la frustrazione delle popolazioni locali contro i produttori di petrolio, tanto che i militanti chiedono alle multinazionali di lasciare il paese. I funzionari addetti al caso, hanno sostenuto che il governo della Nigeria ritiene che le società non hanno dichiarato più di 57 milioni di barili di spedizioni di petrolio greggio. Questo dato è stata dedotta dalla attenta verifica delle esportazioni dichiarate e ciò che è stato effettivamente scaricato negli Stati Uniti. Alcune navi cariche avrebbero registrato meno petrolio quando hanno lasciato la Nigeria per raggiungere gli Stati Uniti, mentre alcune intere navi non avrebbero dichiarato nulla, hanno detto che i funzionari, che hanno parlato a condizione di anonimato perché i casi sono ancora in tribunale. Gli Stati Uniti sono stati il più grande importatore di petrolio della Nigeria fino a quando non iniziarono a sfruttare le proprie riserve di petrolio di scisto, anche se le esportazioni nigeriane verso gli Stati Uniti sono aumentate di sei volte nel corso di quest'anno, secondo l'Opec. Lo sfruttamento dell’Africa e delle sue risorse non conosce sosta e fine, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che sottolinea come ancora una volta negli scandali di caratura internazionale risultino coinvolte le nostre aziende di Stato.

USA, Listeria nei biscotti "Eggo" Kellogg's. Rischio contaminazione Listeria monocytogenes, ritirati in 25 Stati.

USA, Listeria nei biscotti "Eggo" Kellogg's. Rischio contaminazione Listeria monocytogenes, ritirati in 25 Stati. Attenzione alle tradizionali cialde importate dagli USA, potrebbero essere contaminate con Listeria monocytogenes. I waffle Eggo sono molto apprezzati negli Stati Uniti e sono prodotti dall'azienda Kellogg's. In Italia non sono tanto diffusi, anche se si tratta di un tipo di dolce che sta prendendo sempre più piede, e non è raro vederlo nelle pasticcerie e nelle creperie. Ma lunedì la Food and Drug Administration (FDA) ha dichiarato, avvisando la popolazione sul proprio sito istituzionale, di avere appena avviato un’inchiesta al riguardo in collaborazione con la Centers for Disease Control statunitense oltre che i funzionari sanitari locali, dopo che Kellogg Co. ha annunciato che stava ritirando alcune delle cialde popolari in 25 stati nel timore che potessero essere state contaminate dalla listeria. Il maxi-ritiro riguarda le cialde "Eggo Nutri-Grain " causa contaminazione batterica potenzialmente fatale. La società Kellogg Co, ha dichiarato di non aver ricevuto, fino ad ora, segnalazioni di malattie legate agli individui che hanno consumato le cialde, ma ha deciso, in collaborazione con la FDA, di lanciare il richiamo per prudenza. Questa non è la prima volta che il marchio Eggo Kellogg ha affrontato un richiamo per listeria. Secondo la CNN, la FDA ha scoperto il batterio in un impianto di Atlanta nel 2009. Listeria è una famiglia di batteri composta da dieci specie. Una di queste, La listeria è un batterio che provoca la listeriosi, malattia che espone a rischio aborto spontaneo le donne in gravidanza. La listeriosi può assumere due forme, quella diarroica, tipica delle infezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione, e quella invasiva, che attraverso i tessuti intestinali e arriva al sangue e si diffonde sviluppando sepsi, encefaliti e meningiti. In questo caso le malattie si possono sviluppare anche tre mesi dopo l’ingestione del cibo infetto. I primi sintomi, spiega l’Istituto superiore di Sanità, “sono spesso simili a quelli di altre malattie derivate da alimenti contaminati: febbre, dolori muscolari, nausea, diarrea. Quando l’infezione si diffonde al sistema nervoso, si possono manifestare emicranie, confusione, irrigidimento del collo, perdita dell’equilibrio o anche convulsioni”. La listeriosi è particolarmente pericolosa per le persone immunodepresse, i malati di cancro, di diabete, di Aids, le persone anziane, i neonati e le donne in gravidanza, nelle quali può provocare un aborto spontaneo. Inoltre, continua l’Istituto superiore di Sanità, “tra i neonati, che hanno contratto l’infezione dalla madre, il tasso di mortalità è piuttosto elevato, e la malattia si manifesta sia sotto forma di polmonite che di meningite, difficilmente distinguibili a livello sintomatico da infezioni causate da altri agenti patogeni. Nei neonati però la listeriosi può dare luogo anche ad altri sintomi, come perdita di appetito, vomito, irritazione epidermica. Anche quando l’esito della malattia non è fatale, il neonato ha comunque il rischio di subire danni neurologici a lungo termine e sviluppo ritardato”. Alla luce dell'allerta che arriva dagli USA ed in attesa di una risposta del ministero del Welfare, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, invitiamo ad evitare il consumo dei lotti delle barrette importati dagli Stati Uniti. Sul sito del nostro ministero della Salute non c’è ancora alcuna informazione.

Deodoranti con sali di alluminio è allarme tumore. Uno studio conferma i sospetti

Deodoranti con sali di alluminio è allarme tumore. Uno studio conferma i sospetti Andate a fare la spesa, prendete un prodotto, leggete “clinicamente testato” o “dermatologicamente testato”, disponibili in spray, roll-on o creme e fiduciosi infilate nel carrello, portate alla cassa, pagate e spalmate sul vostro corpo. Ma “Clinicamente Testato” e “Dermatologicamente Testato” significa semplicemente che hanno fatto dei patch test con il prodotto finito, cioè, l’azienda ha preso un cerotto, ci ha messo su un po’ di prodotto e lo ha appiccicato su uno o più volontari. La legge non impone nessun protocollo valido per effettuare queste sperimentazioni. Quindi, con tale dicitura non vi è alcuna tutela. E’ scritto che è clinicamente testato, ma non ci sono i risultati. Le profumazioni sono innumerevoli. I deodoranti/antitraspiranti che usiamo quotidianamente contengono fino al 20% di sali di alluminio sotto forma di cloridrati d’alluminio e di idrati di zirconio, l’alluminio è un pericolo per il nostro organismo, risulta addirittura mortale se usato in quantità eccessive. L’alluminio, inoltre, è considerato fattore causante di alcune gravi patologie neurodegenerative come l’Alzheimer. Ora uno studio allarmante dimostra che i la maggior parte dei deodoranti hanno in comune: contengono sali di alluminio, che riducono la formazione di sudore sotto le braccia. Il loro impiego deriva dal fatto che riescono a chiudere i pori in modo da lasciare fuoriuscire meno sudore. Questo è sicuramente pratico, ma anche pericoloso. Ad affermarlo sono i ricercatori di Clinique des Grangettes a Ginevra, riusciti a dimostrare che i sali di alluminio possono provocare il cancro al seno. Le cellule della mammella hanno subito una serie di modifiche, che sono caratteristiche dello sviluppo di forme tumorali maligne (come si afferma in un comunicato stampa). Nelle cellule della mammella dei topi, esposte alle stesse concentrazioni di alluminio delle ghiandole mammarie umane, si sono formate delle cellule tumorali aggressive che si sono diffuse in modo esteso. Secondo i ricercatori, ulteriori studi sono ancora necessari per comprendere meglio il ruolo dei sali di alluminio nello sviluppo del cancro al seno. Tuttavia hanno chiesto alle autorità sanitarie di limitare l'uso di questi sali. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un ulteriore dato che conferma le incertezze circa i possibili rischi connessi all’utilizzo di questi prodotti. Pertanto sarebbe auspicabile che le autorità sanitarie europee e nazionali procedano con verifiche celeri circa l’insussistenza di pericoli per la salute dei consumatori. Lo studio principalmente finanziato da una fondazione privata di Ginevra e dalla Ginevra Cancer League.è stato pubblicato sull' "International Journal of Cancer": il biologo Stefano Madriota e l'oncologo André-Pascal Sappino hanno effettuato dei test sui topi e documentato i risultati.

lunedì 19 settembre 2016

Pezzi di metallo in alcuni prodotti Sammontana: ritirati dai punti vendita

Pezzi di metallo in alcuni prodotti Sammontana: ritirati dai punti vendita In seguito ai risultati emersi dai controlli di qualità interni, la Sammontana ha deciso di ritirare dalla vendita, a titolo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza, le confezioni di prodotti di prima colazione surgelati, come croissant etc." dei marchi Mongelo, Professional e Tre Marie. Il motivo? Minuti filamenti metallici nei prodotti. Come si legge sul sito dell'azienda si tratta nello specifico dei prodotti: - Marchio Mongelo (codice 1410 Pancioko, lotto 6254; codice 1540 cornetto zuccherato crema curvo, lotto 6243; codice 6239 cornetto zuccheretto albicocca curvo, lotto 6243; codice 6240 cornetto zuccheratto vuoto curvo, lotto 6243). - Marchio Professional (codice 6175, croissant diritto, lotti 6242 e 6250; codice 6207, croissant curvo vuoto, lotto 6242). - Marchio Tre Marie (codice 6057, croissant prestige albicocca, lotto 6243; codice 6088, grancroissant crema, lotto 6254; codice 6090, grancroissant albicocca Os, lotti 6243 e 6250; codice 6091, grancroissant crema Os, lotti 6245, 6246 e 6253; codice 6092, grancroissant nocciola-cacao Os, lotto 6247; codice 6093 grancroissant vuoto Os, lotti 6243, 6245 e 6253; codice 6131, delizia lampone, lotti 6247). Il loro consumo può portare a lesioni. Pertanto chi ha già acquistato il prodotto o chi ne avesse a casa delle confezioni, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può riportarlo in negozio dove il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa. Per informazioni è possibile anche contattare il numero verde 800753852 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, oppure inviare una mail all'indirizzo sammontana@sammontana.it.

domenica 18 settembre 2016

Autostrade: lo scandalo dell’A16 nel tratto tra Baiano a Candela (107 km) col limite massimo ad 80 km/h.

Autostrade: lo scandalo dell’A16 nel tratto tra Baiano a Candela (107 km) col limite massimo ad 80 km/h. Multe a gogo per l’abbassamento della velocità massima meno di una strada provinciale. E si paga il pedaggio! Intervenga il Ministero delle Infrastrutture. Pronta la class action dello “Sportello dei Diritti” per il rimborso del pedaggio E’ proprio il caso di dire che l’Italia è un Paese a due velocità. Si perché mentre al Nord i tratti autostradali, anche di montagna, salvo rarissime limitazioni si possono percorrere a 130 all’ora o addirittura a 150 su quelli a tre corsie ove possibile come stabilito dall’articolo 142 del Codice della Strada, basta camminare lungo la A16 – anche nota come autostrada dei Due Mari per il fatto che collega il Tirreno all’Adriatico - nel tratto lunghissimo tra Baiano e Candela pari a ben 107 chilometri, per scoprire, che la velocità massima consentita è di 80 km/h su tutta la direttrice e nei due sensi di marcia, meno di una qualsiasi strada provinciale dove normalmente il limite è di 90 km/h orari. Ma la questione non finisce qui: l’autostrada a due sole corsie per senso di marcia, è gestita dalla nota società privata “Autostrade per l’Italia” ed è a normale pedaggio come stabilito dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, una sorta di truffa di Stato perpetrata a danno di milioni di pendolari, autotrasportatori e chiunque, dalle Puglie volesse raggiungere Napoli, la Capitale e l’occidente d’Italia in generale e viceversa. D’altronde, le quattroruote sono il mezzo più utilizzato dalle categorie suelencate, giacché la cronaca scarsezza di treni, e l’assenza totale di quelli veloci, spinge coloro che si spostano nelle direttrici suindicate ad utilizzare l’automobile e a beccarsi tutti i rischi connessi compreso quello ancor più truffaldino di autovelox e tutor che dalla scorsa primavera abbondano sul tratto “incriminato” quasi a voler costituire una trappola istituzionalizzata per tutti coloro che lo attraversano credendo di poter viaggiare ad una velocità consona alla denominazione che è stata data all’A16, ossia quella di autostrada ai sensi del richiamato Codice della Strada.Pagare come se si percorresse una “normale” autostrada è una beffa, infatti, ma lo è ancor di più se ogni volta per transitarla ci si mette quasi tre quarti d’ora in più del previsto, con il rischio comunque di spingere un po’ di più il piede sull’acceleratore nella convinzione che ci si trova su un’autostrada e che i cartelli col limite di 80 km/h messi qua e là non indicano un limite generale, ma solo quello di brevi tratti, mentre ci si culla poi sul fatto che il limite “dovrebbe” tornare su quello normale e si viene categoricamente smentiti quando a distanza di un mesetto a casa o in azienda arriva la busta verde con una “bella” multa variabile ai sensi dei diversi commi dell’articolo 142 del C.d.S., tra i minimi edittali di 41 euro se va bene e si superano gli 80 entro un massimo di 10 Km/h e gli 828 euro se si supera lo stesso limite di oltre 60 km/h (praticamente come se si andasse poco oltre i canonici 130 km/h previsti per le autostrade).E va bene, quindi, tutelare la sicurezza stradale e l’incolumità di chiunque attraversa l’Appennino, ma non si chiamasse autostrada ciò che non lo è più nel momento in cui si è deciso di abbassare per oltre un centinaio di chilometri il limite, non si pretendesse più il pedaggio e non si vessassero più i cittadini “ingannati” con migliaia di sanzioni al C.d.S. se non si è in grado di metterla in sicurezza e garantire il transito ad una velocità consona alla denominazione attuale.Un vero e proprio scandalo tutto italiano, ribadisce Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che non solo si è impegnata a coadiuvare i cittadini nella redazione dei ricorsi alla miriade di verbali piovuti dopo l’abbassamento del limite, ma che sta valutando l’ipotesi di una “class action” per il rimborso del pedaggio pagato da chi è transitato negli ultimi mesi e percorrerà in futuro il lungo tratto di A16 interessato se il Ministero delle Infrastrutture non vorrà intervenire prima per risolvere la vicenda.

Errore macabro post sisma. Scambio di salme per un cittadino rumeno ed un italiano. Giuseppe ha rischiato di essere sepolto in Romania al posto di Victor

Errore macabro post sisma. Scambio di salme per un cittadino rumeno ed un italiano. Giuseppe ha rischiato di essere sepolto in Romania al posto di Victor L’immane tragedia del sisma della notte tra il 23 e 24 agosto non conosce fine per alcune famiglie. Tra macerie, disperazione e dolore, anche lo stupore per due sorelle del villaggio rumeno di Vâlcea Fârtăţeşti che non solo hanno dovuto subire le conseguenze della morte dei due genitori venuti in Italia per lavorare e defunti quella terribile notte, ma quando le due salme erano giunte in Romania, hanno fatto la macabra scoperta che quella del padre Victor era stata scambiata con quella di un italiano di nome Giuseppe. Ora sono nuovamente in attesa che la salma sia rimpatriata nel paese d’origine. Sono queste, tra le tante, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, le storie che seguono un evento che ha sconvolto le esistenze di migliaia di famiglie italiane e non che vivevano e lavoravano una accanto all’altra tanto che errori del genere sono lì a testimoniarle.

Un altro milione di cellulari Samsung richiamati a causa delle batterie difettose.

Un altro milione di cellulari Samsung richiamati a causa delle batterie difettose. Preoccupazione per la loro sicurezza di alcuni passeggeri all'aeroporto internazionale di Tucson dopo il richiamo del Samsung Galaxy Note 7. La US Consumer Product Safety degli Stati Uniti ha imposto la misura del richiamo di un milione di telefonini cellulari Samsung del modello Galaxy Note 7 acquistati prima del 15 settembre, in quanto a rischio esplosione a causa di un difetto nelle batterie. Gli Usa sono il primo paese ad imporre un richiamo ufficiale del modello dopo la Corea del Sud. La commissione americana per la protezione dei consumatori ha fatto sapere che sono in tutto 92 gli episodi registrati ad oggi negli Usa. Preoccupazione intanto tra i passeggeri dei voli dopo che la Federal Aviation Administration degli Stati Uniti d'America (FAA), osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha emesso il divieto di utilizzo dei telefoni sugli aerei, a non caricarlo in volo e a non conservarlo in un bagaglio da stiva. Il dispositivo deve essere spento completamente e scollegato da qualsiasi fonte di alimentazione durante un volo. Il motivo è sempre uguale: il rischio esplosione, che a bordo di un volo potrebbe avere conseguenze ben più drammatiche rispetto a quelle causate dalle esplosioni dello smartphone di Samsung in queste settimane.

sabato 17 settembre 2016

Al via la class action contro la banca Wells Fargo.

Al via la class action contro la banca Wells Fargo. Citata in giudizio per l'apertura di circa 2 milioni di conti correnti fittizi ad ignari clienti, la banca è sospettata di frode, negligenza, invasione della sfera privata e altre accuse Al via una causa promossa da alcuni clienti che mirano ad ottenere lo status di una class action contro Wells Fargo & Co, coinvolta in uno scandalo per i falsi conti aperti dai dipendenti a nome di ignari clienti. Un'azione legale è stata avviata nella Corte distrettuale dello Utah per frode, negligenza, invasione della sfera privata e altre accuse. La banca è già stata condanna dal Consumer financial protection bureau, l'organismo per la tutela dei consumatori creato con la riforma di Wall Street, a pagare 190 milioni di dollari per le sue ''pratiche illegali'' consistenti nell'apertura di circa 2 milioni di account, senza la conoscenza dei clienti, al fine di soddisfare gli obiettivi di vendita. La nostra associazione, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che già nel passato è stata promotrice di denunce contro la finanza creativa anche se nel settore assicurativo, ancora una volta, alla luce di questa notizia, chiarisce come " la produzione capitalistica viene colta periodicamente da una vertigine, nella quale si vuole fare denaro senza la mediazione del processo di produzione”. Tutto ciò mentre l’economia reale, quella relativa alla produzione di beni e servizi, annaspa, va in crisi, ed i cittadini sono costretti a fare i conti con disagi e privazioni, precarietà e disoccupazione. Ciò consiste nel fatto che una parte rilevante del quantitativo di moneta circolante, già ridottosi per effetto della recessione, anziché dirigersi verso gli investimenti nei settori produttivi dell’economia segue ormai la via della speculazione fine a se stessa. E, come tutti sanno, la speculazione non si fregia di nessuna utilità sociale, essendo la sua missione quella di tirare profitti dalla compravendita di titoli finanziari, per il solo, e rapido, arricchimento di chi ne è artefice, degli scommettitori professionali, per intenderci. Se dal denaro, anche da quello virtuale, si può tirare fuori altro denaro, direttamente, velocemente, senza “la mediazione del processo di produzione”, perché attardarsi nell’impresa faticosa del produrre per guadagnare? Sarà stata, questa, anche la valutazione di tanti capitani d’impresa, che, negli ultimi anni, hanno pensato bene di investire i loro capitali in attività finanziarie anziché reimmetterli nel ciclo produttivo. Per tale ragione si deve mettere un limite alla speculazione finanziaria introducendo regole ed elementi di trasparenza. Non intervenire significherebbe condannare le nostre società alla catastrofe.

Eutanasia per un bambino: Belgio sotto choc. È la prima volta al mondo che un bambino ottiene il diritto all'eutanasia.

Eutanasia per un bambino: Belgio sotto choc. È la prima volta al mondo che un bambino ottiene il diritto all'eutanasia. In silenzio e nella discrezione più assoluta, per la prima volta in Belgio un minorenne è morto per eutanasia. È il primo caso del genere dall’adozione, in Belgio, della legge sull’eutanasia, 12 anni fa. Non vengono riportati dettagli né sull'età né sulla malattia del minore, ma solo che l'eutanasia è stata praticata nelle Fiandre. È la prima volta che si chiede l'applicazione della legge del 2014, che consente ai genitori di scegliere la morte per i propri figli, malati terminali, dopo averne fatto richiesta al medico curante, il quale deve sottoporre il caso e ricevere l'autorizzazione del Dipartimento di controllo federale e valutazione dell'eutanasia. La legge specifica che anche il minore deve esprimere una forma di consenso. Questo primo caso di eutanasia su un bambino in Belgio, e quindi nel mondo dimostra come il fenomeno dell’eutanasia appare ormai fuori controllo, commenta Giovanni D’AGATA, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Secondo lo studio condotto in merito dall’Istituto europeo di Bioetica, infatti, le morti ufficiali per morte assistita sarebbero quintuplicate, passando dai 235 casi del 2003 ai 1.133 del 2011. In Olanda il 47% dei decessi per eutanasia non verrebbe riportato, mentre il 32% delle vittime non avrebbe richiesto di morire inoltre non sarebbe più neanche necessario presentare richiesta scritta. La preoccupazione è che tale liberalizzazione si estenda nella pratica, anche con violazioni della norma, che le Istituzioni non saranno in grado di arginare come è già successo nei Paesi Bassi dove la stessa commissione di vigilanza appositamente istituita si sarebbe dichiarata “impotente” nello svolgere il proprio compito. Una vera e propria anomalia da tener presente, anche nel nostro paese.

venerdì 16 settembre 2016

Carrefour e Globo ritirano TRENINO CIUF CIUF: "Rischio soffocamento".

Carrefour e Globo ritirano TRENINO CIUF CIUF: "Rischio soffocamento". "Possibilità di rottura con un rilascio di piccoli pezzi che potrebbero provocare un rischio d’ingestione", ha spiegato Globo in una nota“ Occhio ai giocattoli. In via precauzionale e al fine di garantire la vostra sicurezza, i supermercati Carrefour e l'azienda GLOBO S.p.A. oggi hanno annunciato il ritiro dal mercato del TRENINO CIUF CIUF (codice EAN 8014966365853), un giocattolo che potrebbe essere pericoloso per i più piccoli. L'oggetto in questione, potrebbe rompersi in piccole parti che potrebbero provocare un rischio d'ingestione, fino al soffocamento. Per fortuna non sono stati segnalati incidenti, ma prima che possa verificarsi qualcosa di drammatico, l'azienda GLOBO S.p.A. è intervenuta per recuperare il giocattolo TRENINO CIUF CIUF immesso sul mercato. Anche Carrefour ha annunciato la decisione sul suo sito, invitando “a non utilizzare il prodotto e a riportarlo al punto vendita per il cambio o il rimborso, mettendo in guardia sui pericoli che si corrono facendo giocare i bambini con questo giocattolo". La catena dei supermercati, è intervenuta eliminando subito dalla vendita il "pericoloso" oggetto, ma ciò non basta perché attualmente è stato venduto altrove, e dunque ci sono dei bimbi che da un momento all'altro potrebbero correre dei rischi se ingoiassero qualche piccola parte di cui è costituito il giochino. Ecco perché GLOBO S.p.A. ha lanciato un appello a tutti i genitori, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, affinché si rechino al negozio più vicino per restituire il giocattolo, ottenendo in cambio un immediato rilascio di un buono spesa fruibile all’ interno del Punto Vendita. L'obiettivo è quello di non far circolare più questo giocattolo potenzialmente pericoloso per i bimbi: si spera che gli avvisi fatti circolare online vengano letti da tutti i genitori che hanno acquistato TRENINO CIUF CIUF, e che trovino il tempo per restituirli. Per info: servizio.consumatori@globo.it | globospa@pec.it Telefono: 045-6509666

Usa: class action mette sotto accusa "L'Oreal" per la vendita di un prodotto che farebbe perdere i capelli

Usa: class action mette sotto accusa "L'Oreal" per la vendita di un prodotto che farebbe perdere i capelli Un balsamo per capelli L'Oreal commercializzato per le donne afro-americane che promette "più volume, capelli setosi" invece provocherebbe la perdita di capelli, secondo una class-action americana contro il colosso francese di cosmetici. L'azione sosterrebbe che il prodotto è stato realizzato con un "pericoloso mix di sostanze irritanti e sostanze potenzialmente tossiche". La citazione prende di mira il relaxer non-soda di L'Oreal commercializzato con il marchio soft Sheen-Carson e pubblicizzato da celebrità come le modelle Cynthia Bailey e Johnny Wright, parrucchiere per la First Lady Michelle Obama. Il prodotto sarebbe responsabile di "lesioni preoccupanti e dolorose, tra cui la perdita dei capelli e la rottura così come l'irritazione del cuoio capelluto, vesciche e bruciori", viene indicato nell'atto di citazione, che è stato depositato mercoledì in un tribunale federale in California. Gli aderenti all'azione sarebbero già 100.000, ha detto l'avvocato Ben Meiselas, che ha già rappresentato celebrità, tra cui Michael Jackson. Meiselas ha detto che le sanzioni potrebbero superare "diverse" centinaia di milioni di dollari e ha detto alla AFP che era "felice" di impegnarsi in trattative bonarie. "È' per loro se vogliono evitare un processo", ha detto. L'Oreal non ha risposto immediatamente ad una richiesta di commento. Nella commercializzazione del prodotto, L'Oreal ha propagandato l'uso di olio di amla, che è derivata da LRD, un uva spina indiana. Ma nella causa è sostenuto che il prodotto conteneva "quasi nessun" olio di Amla ed era invece realizzato con un "pericoloso mix di sostanze irritanti e sostanze potenzialmente tossiche." Tra i querelanti l'attrice Sharon Manier della California, che è stata attratta da annunci pubblicitari che promuovevano le qualità di "ringiovanimento" del relaxer. Ma la Manier ha potuto subito sperimentare irritazione del cuoio capelluto, seguita dalla perdita di capelli. La stessa attualmente starebbe cercando di coprire le aree di perdita di capelli ed è acquistando costosi ricostituenti per capelli per aiutarli ha ricrescere", si legge nell'atto.Un'altra eclatante azione collettiva negli Stati Uniti, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che si augura che anche in Italia si possa definitivamente realizzare un modello simile di class action per gli effetti positivi in capo ai consumatori che potrebbe avere.

giovedì 15 settembre 2016

Fiat richiama nel mondo quasi due milioni di auto per airbag difettosi

Fiat richiama nel mondo quasi due milioni di auto per airbag difettosi. Collegati a questo mal funzionamento tre incidenti mortali e cinque persone ferite. L'Italia è sicura? Fiat Chrysler sta per richiamare in tutto il mondo 1,9 milioni di veicoli nelle officine per un difetto agli airbag. "E 'possibile che l'air bag non viene attivato in caso di incidenti": lo ha comunicato l'azienda automobilistica oggi giovedì 16 settembre. Oggetto del richiamo sono i modelli costruiti tra il 2010 al 2014. I modelli su cui è stato montato l'airbag difettoso sono in vendita anche in Italia e in Europa e quindi il sistema di sicurezza sotto accusa equipaggia anche le auto nel nostro Paese. Questo mal funzionamento finora ha provocato tre incidenti mortali e cinque feriti. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari FIAT, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

mercoledì 14 settembre 2016

Ancora treni bloccati sulla dorsale Adriatica. Il Frecciabianca Milano - Lecce fermo oltre 3 ore e mezza a Termoli.

Ancora treni bloccati sulla dorsale Adriatica. Il Frecciabianca Milano - Lecce fermo oltre 3 ore e mezza a Termoli. Una vera e propria piaga i ritardi dei treni sulla dorsale adriatica che confermano nuovamente il gap infrastrutturale Nord - Sud. Ancora una volta cittadini bloccati all'interno dei convogli è ancora una volta lamentele a go go per i ritardi accumulati dovuti ai cronici problemi della linea ferroviaria. Il treno Frecciabianca Milano Lecce che sarebbe dovuto arrivare nel capoluogo alle 21.05 si é fermato nella stazione di Termoli per oltre tre ore ed é ripartito dalla cittadina molisana praticamente quando doveva già essere in stazione a Lecce. Non é tollerabile, che in un Paese che ambisce ad essere moderno e che tenta ancora di rimanere tra i Grandi, accadano quotidianamente questi fatti, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che non smette di puntare il dito contro le politiche infrastrutturali di questo governo che come i precedenti ha dimenticato il Sud anche per ciò che riguarda le più urgenti ed indifferibili opere di adeguamento delle reti esistenti

Regalare mazzo di fiori può essere stalking.

Regalare mazzo di fiori può essere stalking. Un uomo di settant'anni è stato condannato dal tribunale di Torino a dodici mesi di reclusione, con la condizionale. Regalare un mazzo di fiori a chi si ama può essere un reato? Generalmente no, ma se i fiori sono diretti alla propria ex e non sono graditi, si configurare il reato di stalking. Il caso riguarda un uomo di settant'anni che è stato condannato dal tribunale di Torino a dodici mesi di reclusione, con la condizionale. Ha rivolto all'ex compagna una quantità di premure, regali e gentilezze non richieste. "Sono ancora perdutamente innamorato di lei", ha spiegato al giudice nel corso del processo dopo aver preso la parola. Gli episodi passati al vaglio del processo sono numerosi: oltre a recapitarle delle rose, che la donna, non apprezzandole, distribuì ai passanti, l'imputato, fra l'altro, le portò l'automobile dal meccanico, a sua insaputa, per una riparazione. L'avvocato difensore ha sottolineato che non si può parlare di una persecuzione scandita da angherie o violenze. "Il mio assistito, ha detto, voleva soltanto manifestare il suo interesse per lei. E soprattutto non pensava di compiere atti di una portata tale da determinare uno stato d'ansia. La paura, poi, era fuori discussione. Qui si parla di amore. Un amore che è stato condannato". La relazione fra i due, cominciata nel 1992, si era interrotta dopo vent'anni. Solo una volta, a quanto si è detto, l'imputato fece in modo di incrociare la donna, in quel momento con un amico, in un locale pubblico: si fece vedere, ma non si avvicinò. All'attempato corteggiatore, dunque, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che aveva agito spinto dall'amore per la donna che sperava di riconquistare, gli è stato considerato il reato sussistente. Si, perchè, anche la Cassazione recentemente con la sentenza n. 18559/2016, ha confermato la condanna per stalking nei confronti di un uomo reo di aver inviato fiori chiaramente non graditi ad una donna, poichè, secondo la Suprema Corte, la condotta molestatrice si risolve in una serie di contegni proprio per il fatto della loro maniacale ripetitività, assunta nei confronti di una persona che non gradisce, rendendoli insopportabili.

lunedì 12 settembre 2016

Svizzera, rubati esplosivi in base militare. La scoperta nei magazzini della scuola di fanteria di Aarau

Svizzera, rubati esplosivi in base militare. La scoperta nei magazzini della scuola di fanteria di Aarau Il furto, sarebbe stato compiuto nella base militare svizzera di Aarau, una città, capitale del cantone di Argovia. Lo ha reso pubblico un comunicato diffuso lunedì dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). Il furto è stato scoperto con una verifica effettuata la scorsa settimana nelle casse di munizioni della fanteria in ferma continuata della scuola reclute. All'appello mancano diversi chili di esplosivi. La giustizia militare ha avviato un'inchiesta, anche se s’ignora per adesso se la matrice sia terrorista o criminale, ma il furto mostra lacune gravissime nel dispositivo antiterrorismo approntato in tutto l’esagono dalle autorità osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,. "Si tratta di episodi estremamente rari", ha riferito all'ATS il portavoce dell'esercito Daniel Reist, senza poter fornire informazioni né sul tipo di esplosivo di cui si è persa traccia né sulla quantità esatta del materiale sparito. Per il momento non è stata emessa alcuna allerta per la popolazione:si potrebbe trattare di un furto o di un errore verificatosi nel caricare le casse.

AIFA: ritirato lotto di un antibiotico specialita’ medicinale AZITROMICINA ZENTIVA. Allerta rapida lanciata dall'autorità della Repubblica Ceca

AIFA: ritirato lotto di un antibiotico specialita’ medicinale AZITROMICINA ZENTIVA. Allerta rapida lanciata dall'autorità della Repubblica Ceca L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha disposto il ritiro del lotto n. 2540116 scad. 12-2017 della specialità medicinale AZITROMICINA ZEN*3CPR RIV500MG – AIC 038667022 della ditta Zentiva Italia Srl. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito del Rapid Alert della Repubblica Ceca e alla comunicazione della ditta, concernente un potenziale evento di frammischiamento a livello di confezionamento secondario del suddetto medicinale. AZITROMICINA ZENTIVA è utilizzato per il trattamento L’azitromicina è un antibiotico appartenente alla classe dei macrolidi ed indicato nel trattamento delle infezioni batteriche sostenute da patogeni sensibili al principio attivo. E’ utile in caso di infezioni delle vie respiratorie (bronchiti, polmoniti, sinusiti, tonsilliti e faringiti); infezioni genitali come clamidia e gonorrea; prostatiti ed uretriti; ulcera molle (sostenuta da Haemophilus ducreyi); infezioni da Mycoplasma hominis; infezioni odontostomatologiche ed infezioni della cute e dei tessuti molli. E’ altresì efficace nel trattamento della sindrome del legionario; del morbo di Crohn; di infezioni protozoarie causate da toxoplasma; della sinusite batterica acuta di grado lieve; dell’acne infiammatoria; della congiuntivite batterica; della diarrea del viaggiatore, nonché nell’eradicazione dell’Helicobacter Pylori (in associazione ad altri farmaci). Il lotto in questione non potrà essere utilizzato e la ditta Zentiva del Gruppo Sanofi dovrà assicurarne l'avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.

SMS: truffa con falso 'sondaggio Decathlon da 150€'

SMS: truffa con falso 'sondaggio Decathlon da 150€'. Arrivano a raffica messaggi che propongono un sondaggio Decathlon da 150€ in regalo. Si tratta di una truffa Dopo H&M, IKEA e Zara, arrivano adesso i finti buoni Decathlon! L'allerta arriva dalla Polizia di Stato, anche stavolta il mezzo di diffusione è il cellulare con le app SMS e Whatsapp. Il finto messaggio che propone un buono Decathlon con 150€ in regalo. La truffa consiste nel chiedere agli utenti la disponibilità a rispondere ad un sondaggio in cambio di un buono, dove si viene invitati a cliccare un link, che porta ad una pagina dove sembra di aver già vinto ma in realtà non è così: ci si registra con i propri dati personali ed il proprio numero di cellulare e si risponde ad un sondaggio che serve per ottenere una vostra anagrafica completa. Chiaramente si tratta di un raggiro e il colosso Decathlon è del tutto estraneo alla cosa. A parere di Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” non si tratta altro che della scoperta, questa volta in massa, del cosiddetto furto d’identità da rivendere a molte società di marketing e telemarketing. Una prassi assai in voga tra i truffatori nostrani che consente attraverso la duplicazione di documenti ed a volte con la complicità degli operatori dei vari settori, l’attivazione di servizi a pagamento, utenze, conti correnti bancari a discapito di malcapitati cittadini. Una volta ricevuto l’avviso anche se da amici e parenti, il consiglio dello “Sportello dei Diritti” è, quindi, di non aprire il link http://zn.al/0tNbG e di cancellare il messaggio. L'utente raggirato, nel rispondere potrebbe attivare, nei casi più gravi, l'iscrizione a servizi a pagamento non richiesti.

domenica 11 settembre 2016

Sprechi a Lecce. Impianti d'irrigazione accesi mentre imperversa il nubifragio

Sprechi a Lecce. Impianti d'irrigazione accesi mentre imperversa il nubifragio Ore 13.30 circa a Lecce. Mentre imperversa il nubifragio, peraltro preannunciato, chiunque passava nelle vicinanze della rotatoria sulla circonvallazione di Lecce nei pressi del centro commerciale "Centrum", con le vie trasformatesi in torrenti impetuosi, ha potuto assistere al solito spreco: l'impianto d'irrigazione del bel prato che costituisce da tappeto verde con annessa vegetazione tropicale al centro del rondò, continuava ad innaffiare come se nulla accadesse come documentano le fotografie scattate da un cittadino e inviateci prontamente.Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta della prova che a Lecce il nostro governo cittadino poco se ne importa degli sprechi in barba a ciò che sta accadendo a servizi sociali e politiche abitative, perchè per i nostri amministratori è più importante che un bel prato verde sia sempre più rigoglioso, piuttosto che preservare i servizi minimi per i cittadini stessi.

USA: maxi risarcimento per essersi punta con un ago in un parcheggio di un supermercato americano

USA: maxi risarcimento per essersi punta con un ago in un parcheggio di un supermercato americano. La cliente si sarebbe accontentata di 12mila dollari, ma la struttura ha rifiutato Target, uno dei più grandi gruppi della vendita al dettaglio degli Stati Uniti, famoso anche per avere preso posizione contro la discriminazione sessuale e di genere invitando a scegliere camerini e bagni in base alla propria identità gender, è stata condannato a pagare un risarcimento milionario a una cliente che si è accidentalmente punta con l’ago di una siringa nel parcheggio di una delle sue filiali. Nello specifico un Tribunale del South Carolina l'ha condannato a risarcire 4,6 milioni di dollari anche se , la cliente, Carla Denise Garrison, aveva inizialmente richiesto solo il rimborso delle spese mediche pari a 12mila dollari. I fatti contestati risalgono al maggio del 2014. Carla Denise Garrison aveva parcheggiato nel posteggio del Target di Anderson, la cittadina del South Carolina in cui vive. Quando era scesa dall’auto con sua figlia di 8 anni, la bambina aveva raccolto un ago ipodermico da terra. Strappandoglielo di mano, la donna si era accidentalmente punta. Dopo aver riportato l’incidente al supermercato era stata medicata e portata in ospedale per accertamenti e per un trattamento inteso a scongiurare l’infezione da hiv. Questa cura l’aveva costretta a letto e aveva obbligato suo marito ad assentarsi dal lavoro per assisterla. Una serie di esami ha poi fortunatamente escluso sia l’infezione da hiv che l'epatite. La sentenza commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, oltre ad essere una condanna esemplare, ha messo in evidenza la questione che riguarda i controlli dei parcheggi dei supermercati e dei centri commerciali che, come succede anche in Italia, sono diventati luoghi per delinquere, per spacciare e per drogarsi. Un'intensificazione dei controlli potrebbe senz'altro ridurre i rischi per i clienti.

Rifiuti sulle strade extraurbane. Una semplice soluzione all'inciviltà: cestini sulle piazzole di sosta

Rifiuti sulle strade extraurbane. Una semplice soluzione all'inciviltà: cestini sulle piazzole di sosta Un problema cronico delle strade, specie del Sud Italia, sono le montagne di rifiuti che si accumulano sulle arterie più e meno trafficate che rendono meno ameni i percorsi di chi le attraversa. Al di là dello scarso senso di civiltà che é dato riscontrare ancora in diverse zone d'Italia, come si diceva, in particolar modo nel Mezzogiorno, dove ogni tipo di residuo viene ancora abbandonato sul ciglio delle strade ed in particolare nelle piazzole di sosta, un esempio di come si possa, se non risolvere, quantomeno attenuare, questo scempio é dato dalla messa a disposizione di cestini da parte degli enti "custodi" e proprietari delle vie con la ovvia necessità di raccolta periodica dei sacchi d'immondizia. Tale prassi, infatti, é ormai consolidata in alcune regioni come documentano le fotografie scattate in Toscana sulla Senese Aretina che appare oltremodo pulita e sgombra da rifiuti, mentre in altre pare che non si conosca, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,, che ricorda comunque che costituisce illecito amministrativo l'abbandono di oggetti sulle strade - sanzionabile con multe che variano a seconda del tipo - ma soprattutto una manifestazione di grande inciviltà. L'invito, quindi, alle amministrazioni che gestiscono le strade, oltreché d'incentivar i controlli per sanzionare chi getta rifiuti, di compiere un semplice gesto: dotare le piazzole di sosta di cestini.

sabato 10 settembre 2016

Montagne killer: cade sulle Alte Alpi, muore italiano.

Montagne killer: cade sulle Alte Alpi, muore italiano. L'alpinista settantenne era a 1.600 metri di quota con altri due compagni quando è precipitato sul versante francese. Un alpinista italiano di 71 anni è morto sabato pomeriggio sul versante francese delle Alte Alpi. Dopo avere raggiunto una quota di 1.600 metri lungo la via di Pelvoux, con altri due alpinisti, era sul versante Ecrins quando è precipitato per 50 metri. In discesa, il trio si trovava su una cresta che presenta un'ampia fessura che divide le pareti prese dagli scalatori, quando è caduto lungo il percorso della Draille, una zona appartenente al sito dell'Ailefroide che è una montagna del Massiccio delle Écrins. Quest'ultima presenta un'ampia fessura che divide la roccia presa dagli scalatori. Un tedesco è morto domenica scorsa in circostanze simili. I due compagni della vittima, anche italiani, sono rimasti illesi. L'alpinista è morto sul colpo e la sua salma è stata recuperata dai soccorritori della gendarmeria di Platoon (PGHM). Con una media di quasi un morto al giorno, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’estate che sta per chiudersi potrebbe essere archiviata come una tra le più luttuose degli ultimi anni che ha visto coinvolto non solo alpinisti ma anche semplici escursionisti.

giovedì 8 settembre 2016

Il batterio killer in alcuni prodotti bio HANOJU, scatta l'allerta

Il batterio killer in alcuni prodotti bio HANOJU, scatta l'allerta. Il prodotto ritirato dall'azienda dopo che alcuni controlli di routine hanno trovato tracce di Escherichia coli (VTEC) in alcuni campioni. Lo segnala oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco L'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco ha lanciato un'allerta che potrebbe interessare anche l'Italia, per alcuni prodotti biologici ed integratori alimentari della HANOJU. Questa gamma di prodotti è stata ritirata da tutti i punti vendita e dai negozi on line su internet, perché nel corso delle analisi di laboratorio è stato trovato l’Escherichia coli VTEC produttore di shigatossina, un batterio pericoloso responsabile della famosa epidemia dei germogli di fienogreco che in Germania nel 2011, ha colpito centinaia di persone e provocato oltre 50 morti, il ricovero di 4.174 persone, 864 delle quali sono state colpite da un’insufficienza renale acuta, una patologia che spesso si può curare solo con la dialisi. Da allora in Europa è massima allerta sul problema con controlli continui sui prodotti, dopo che l'epidemia da E coli si è guadagnato il secondo posto nella classifica delle intossicazioni alimentari europee dopo la Mucca pazza. Secondo le informazioni raccolte sul sito del portale del governo tedesco "Lebensmittelwarnung.de", il ritiro è stato deciso volontariamente dalla stessa società proprietaria del marchio, durante i controlli interni. Nello specifico si tratta dei prodotti "Bio Erba d'orzo" in compresse da 180, 250, 500, 600, 1000 e 2000, lotti n° 525 817 e 529 918 aventi scadenza minima 15/09/2017 e 26/10/2017. L’azienda precisa che " Caro cliente HANOJU, come avrete visto nelle ultime settimane sul nostro sito web, le nostre compresse di "erba di grano" sono state richiamate. Non possiamo escludere, in questa fase che questi prodotti dell'azienda HANOJU, sono contaminati da batteri E. coli, che hanno la capacità di formare verotossina (VTEC). Questo patogeno può causare diarrea, nausea, vomito e febbre nei singoli casi. Dal momento che abbiamo la nostra erba di orzo per le compresse attualmente fornita dallo stesso produttore, abbiamo bisogno di ampliare il richiamo su questo articolo." Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo tedesco, ricorda che l’Escherichia coli VTEC, è un batterio che vive nella parte inferiore dell'intestino dell'uomo e degli animali a sangue caldo. Il suo nome completo è Escherichia.coli dal nome dello scopritore, il medico tedesco Theodor Escherich. È necessario per la digestione del cibo. La sua presenza nell'acqua segnala contaminazioni fecali. Di fronte a questa nuova allerta da prodotti Bio, dunque, secondo la nostra ssociazione, sarebbe opportuno introdurre nuove regole e nuove procedure per la vendita di semi destinati ad essere consumati crudi. La cosa più logica sarebbe quella di obbligare i produttori ad una preventiva sterilizzazione di tutti i semi. E’ troppo rischioso affidare ai consumatori la germinazione, senza informarli sulle precauzioni da adottate. Sino ad ora però le etichette dei prodotti non sono cambiate ( Secondo il Canadian Food Inspection la soluzione migliore per evitare problemi è di sterilizzare i semi prima della germinazione con acqua clorata oppure con l’irradiazione; un’alternativa l’immersione in aceto o in acqua calda a 70°C per pochi minuti).