mercoledì 31 dicembre 2014

L'Australia abolisce i lettini abbronzanti. Dal 1° gennaio i solarium saranno vietati in gran parte del Paese. Una misura per lottare contro il melanoma

L'Australia abolisce i lettini abbronzanti. Dal 1° gennaio i solarium saranno vietati in gran parte del Paese. Una misura per lottare contro il melanoma Il 1° gennaio 2015 entra in vigore in Australia il divieto di utilizzo dei solarium, con l'obiettivo di combattere il melanoma, tumore per il quale il Paese detiene il primato mondiale. Il divieto verrà applicato negli Stati di Victoria, Queensland, Nuovo Galles del Sud, Australia del Sud, Tasmania e a Canberra, mentre lo Stato dell'Australia occidentale prevede di procedere in un secondo tempo. L'unica regione restante, l'Australia del Nord, ha invece deciso di non introdurre il divieto in quanto non dispone di solarium sul suo territorio. L'Australia è così il secondo Paese al mondo, dopo il Brasile, ad adottare questa misura. Il divieto è scattato dopo che è stato scientificamente provato che, mentre un tempo le lampade UV si ritenevano più sicure del sole perchè si pensava che non emettessero i raggi ultravioletti di tipo B causa d scottature sulla pelle, oggi si sa che le lampade UV sono anche più pericolose del sole. Infatti le lampade solari emettono UVA (cioè onde di lunghezza corta che provocano tumori) e anche una piccola percentuale di raggi UVB dato che imitano le radiazioni del sole. Ma il rischio maggiore è la violenza dei raggi artificiali delle lampade solari: nelle lampade di ultima generazione, cioè le lampade UVA ad alta pressione a vapori di mercurio e alogenuri metallici, l’ intensità è fino a 15 volte superiore a quella del sole a mezzogiorno. Questi apparecchi che garantiscono un’ abbronzatura rapida ed esposizioni brevi, hanno quasi del tutto soppiantato le classiche lampade solari a tubi fluorescenti per i lettini e le apparecchiature facciali. Il rischio principale oltre un invecchiamento precoce della pelle, è rappresentato dai tumori della pelle: si registra infatti un aumento di melanomi ed epiteliomi che compaiono anche in età precoce. Pertanto la notizia, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata accolta con entusiasmo dall'Osservatorio australiano sul cancro, i cui dati sono incontrovertibili. Nel 2011 più di 2.000 australiani sono morti di cancro della pelle e la maggior parte di questi decessi sono attribuibile al melanoma. Inoltre l'uso del solarium prima dei 35 anni aumenta dell'87% il rischio di sviluppare melanoma. Nel Paese vengono diagnosticati ogni anno 11.000 casi, il tasso più elevato del mondo. Non c'è nessun dubbio sul fatto che esista un legame tra l'uso regolare delle lampade abbronzanti ed il melanoma maligno. Anche secondo gli esperti dell’ Istituto inglese Cancer Research l’ uso regolare dei solarium sotto i 35 anni comporta un aumento del 75% del rischio. Tanto peggio se ci si espone da giovani.

lunedì 29 dicembre 2014

Terapia Di Bella e libertà di cura. Una nuova importante sentenza del Giudice del Lavoro di di Foggia: "Asl paghi le cure".

Terapia Di Bella e libertà di cura. Una nuova importante sentenza del Giudice del Lavoro di di Foggia: "Asl paghi le cure". Il Tribunale ha ordinato la distribuzione gratuita del multitrattamento alle ammalate e alla rifusione delle spese per le cure sostenute Con un’importante ed innovativa sentenza del 27.12.2014 il Tribunale di Foggia in funzione del Giudice del Lavoro, ha autorizzato la somministrazione gratuita a carico dell’ASL di Foggia del multi trattamento conosciuto come “Terapia di Bella”. Nel dispositivo, viene ripercorsa la 'battaglia' scientifica che ha portato alla bocciatura della sperimentazione del metodo Di Bella nel 1998, ma viene precisato che "l'efficacia terapeutica di un farmaco e la sua insostituibilità può essere sempre provata nel caso concreto. Il fatto riguarda due donne madre e figlia, rispettivamente di 65 e 37 anni, che a pochi mesi di distanza l’una dall’altra, avevano scoperto di avere un tumore al seno. La più giovane, dopo il fallimento delle chemioterapie, si è rivolta al figlio del medico modenese che ha iniziato a curarla. Dopo un anno e mezzo i risultati sono stati visibili e alla fine dell’anno successivo le metastasi erano pressoché scomparse, lasciando solo una piccola cicatrice al fegato, così come hanno potuto constatare i medici dello Ieo di Milano che hanno dovuto prendere atto, nonostante le loro certezze, della nuova situazione. Entrambe si erano sottoposte alla cura con successo. Il magistrato del tribunale foggiano, con ampia e condivisibile motivazione ha rilevato che se nei casi specifici è provata l’efficacia terapeutica e l’insostituibilità della cura in questione a fronte della “palliatività” delle cure tradizionali poste a carico del Servizio Sanitarie, il “MDB” potrà, pertanto, risultare terapia farmaceutica da porsi a carico del SSN. Pertanto, la Asl di Foggia è stata condannata a rimborsare le spese sostenute dalle due pazienti perché, per il giudice, su di loro: "I farmaci associati alla cura con il metodo Di Bella si sono rivelati efficaci e insostituibili, essendo fallite le prescrizioni terapeutiche offerte dalla medicina ufficiale". Inoltre una terapia farmacologica è indispensabile se è efficace ed è insostituibile se, per le particolari condizioni del soggetto, gli altri farmaci del prontuario dovessero risultare incompatibili o concretamente inefficaci". La sentenza spazza via le obiezioni anche rispetto al giro d’affari dei ritrovati relativi alla terapia messa a punto dallo scienziato modenese: "La cura Di Bella, ribadisce il magistrato, risponde al principio dell’economicità poiché i farmaci di questa terapia hanno un costo inferiore rispetto a quelli del circuito oncologico ufficiale". Nella fattispecie, il giudice del lavoro ha, infatti, ritenuto documentata l’efficacia dei farmaci e dell’intera terapia producendo un miglioramento della patologia tumorale, mentre la terapia ufficialmente riconosciuta è risultata essere stata inefficacie. La novità, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è solo l’annosa questione della libertà di cura ed il diritto all’assistenza da parte dello Stato, ma soprattutto che il giudice del lavoro sia intervenuto a sancire il diritto al rimborso delle spese sinora sostenute dalla paziente che risultano integralmente poste a carico dell’ASL di Foggia. Lo “Sportello dei Diritti”, che ricordiamo è nato proprio a seguito delle battaglie di Carlo Madaro, non può non plaudere a decisioni del genere che vengono incontro agli ammalati restituendo speranza quando altre cure “certificate” non portano ad una guarigione o ad un miglioramento delle condizioni di vita e pertanto continuerà nell’attività di assistenza di tutti i cittadini che vorranno intraprendere azioni giudiziarie in tal senso.

domenica 28 dicembre 2014

Sicurezza. Impronta digitale del ministro della difesa tedesco von der Leyen copiata da hacker

Sicurezza. Impronta digitale del ministro della difesa tedesco von der Leyen copiata da hacker. Un relatore al convegno annuale del Chaos Computer Club di Amburgo ha dimostrato come si possono replicare le impronte digitali utilizzando solo alcune fotografie. L'hacker Jan Krissler ha messo in guardia il mondo basandosi su alcune tecnologie di sicurezza. Jan Krissler, conosciuto anche tramite il suo alias "Starbug", in una conferenza di hacker ha annunciato che ha copiato l'impronta digitale del ministro della difesa tedesco Ursula von der Leyen. Parlando all'annuale "Chaos Computer Club" di Amburgo, infatti, Krissler ha sottolineato i pericoli nel fare affidamento sulle tecnologie di sicurezza che non sono sempre necessariamente sicure. Krissler ha spiegato di non avere neanche bisogno di un oggetto che aveva toccato la ministra per fare quanto poi ha realizzato. Utilizzando diverse foto ravvicinate al fine di catturare ogni angolo, Krissler ha utilizzato un software disponibile in commercio, chiamato VeriFinger per creare un'immagine dell'impronta digitale del ministro. Insieme al compagno hacker Tobias Fiebig, Krissler ha lavorato presso l'Università tecnica di Berlino sulla ricerca nelle debolezze dei sistemi di sicurezza biometrici. Krissler aveva già fatto una bravata simile nel 2008 con un'impronta digitale del ministro dell'interno di allora e attuale ministro delle finanze Wolfgang Schäuble. Jan Krissler intende dimostrare come i sistemi che utilizzano queste stampe o le scansioni dell'iride per verificare l'identità, che stanno diventando sempre più diffuse e popolari, possono essere superate con astuzia. Lo stesso ha dato l'esempio del software di riconoscimento facciale che può essere ingannato dalla fotografia di una persona, così come ha dimostrato che le impronte digitali false possono ingannare i sensori di impronte digitali dell'iPhone. Nel 2013, Krissler ha precisato come siano attendibili le password molto più che le sue impronte digitali, secondo quanto evidenziato sullo Spiegel Online. Lo Spiegel ha segnalato anche un altro buco di sicurezza emerso dalla conferenza: la possibilità di carpire il codice PIN di un utente dai riflessi durante lo scatto di un selfie. Il Chaos Computer Club oppure CCC, è la più grande organizzazione di hacker in Europa. Ancora una volta, sottolinea Giovanni D'Agata, fondatore e presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli hacker dimostrano di essere al passo coi sistemi di riconoscimento che si vanno diffondendo nel mondo. Ragion per cui si deve continuare nello sforzo per garantire maggiore sicurezza e tutela della privacy da parte dei governi e delle società che si occupano del settore.

Intolleranze natalizie. Sindaco francese fa installare gabbie metalliche intorno alle panchine per dissuadere i senzatetto a dormire

Intolleranze natalizie. Sindaco francese fa installare gabbie metalliche intorno alle panchine per dissuadere i senzatetto a dormire Non sempre Natale è sinonimo di solidarietà e tolleranza. Una prova abbastanza eclatante è la decisione del sindaco di Angoulême in Francia, che ha fatto installare gabbie metalliche intorno alle panchine per impedire ai senzatetto di dormirci sopra proprio durante il periodo natalizio. La scusa: la zona era diventata teatro di lotte quotidiane fra persone senza fissa dimora. Una rete metallica è stata collocata intorno alle panchine pubbliche con l'annunciata idea di prevenire che i senzatetto bevessero e dormissero lì. Le gabbie sono state erette proprio alla vigilia di Natale ad Angoulême, nella Francia sud-occidentale, per come riportato sul giornale "Sud Ouest". Sono quindi immediatamente piovute critiche verso il sindaco, Xavier Bonnefont, accusandolo di mancanza di "empatia" per quelli senza casa. Tuttavia, il vice di Bonnefont, Joel Guitton, ha difeso la mossa, dicendo le panche erano "usate da persone che consumano alcol regolarmente". Il quotidiano "Sud Ouest" sostiene che la piazza dove si trovano i sedili era diventata la scena delle lotte regolari tra persone senza fissa dimora. Al di là delle inevitabili polemiche tra accuse e difese che sono scattate in Francia, per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta dell'ennesimo episodio d'intolleranza che si verifica nel cuore dell'Europa dove le amministrazione pubbliche non si dimostrano più in grado di incanalare il crescente disagio sociale ed utilizzano, troppo spesso, scelte discutibili, populistiche e "scenografiche" per attirare l'attenzione e sviare l'opinione pubblica da queste loro incapacità.

"Qualità della vita 2014" di Italia Oggi: la provincia di Lecce scivola al 97° posto su 110

"Qualità della vita 2014" di Italia Oggi: la provincia di Lecce scivola al 97° posto su 110. Penultima dopo Foggia in Puglia. Impietosa per la provincia di Lecce e per tutta la Puglia la 16esima edizione dell'indagine sulla 'Qualità della vita 2014' condotta dall'università La Sapienza di Roma per Italia Oggi. Più di un brutto passo in dietro si registra nella classifica complessiva delle province, tiene a precisare Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, in quanto dall'85° posto dell'anno scorso, il Salento leccese è scivolato al 97°, preceduto in Puglia solo da Foggia, tra le peggiori province per qualità della vita. Si tratta di dati che dovrebbero far pensare e non poco la politica e le scelte degli ultimi anni a livello locale e regionale, che ripropongono da una parte la scarsa qualità di una classe dirigente dimostratasi non all'altezza della valorizzazione, sotto il profilo delle proprie vocazioni, un intero territorio dalle potenzialità incredibili e praticamente inespresse, e dall'altra l'antico dilemma del baricentrismo regionale e della scarsa qualità, inadeguatezza e quantità degli investimenti per migliorare le condizioni di vita dei salentini, tanto che Lecce si collocherebbe all'ultimo posto nazionale nella speciale classifica del "tenore di vita" dei propri cittadini. Una delle visibili conseguenze di questa drammatica situazione socioeconomica è la drammatica e crescente tendenza all'emigrazione oltreconfine che si sta registrando negli ultimi mesi da ogni comune della Terra d'Otranto di nostri concittadini alla ricerca del "reddito perduto" a sostegno delle proprie famiglie.

sabato 27 dicembre 2014

Cozze a rischio a causa dell’acidità negli oceani

Cozze a rischio a causa dell’acidità negli oceani. Gli scienziati avvertono che il cambiamento climatico minaccia le cozze a livello mondiale Gli amanti del pesce e delle prelibatezze del mare saranno essere preoccupati per la notizia. Uno studio condotto dall'Università di Glasgow sostiene che i gusci dei frutti di mare più popolari stanno diventando fragili a causa dell'aumentata acidità degli oceani. Il che lascerebbe le cozze più vulnerabili ai predatori ed alle correnti oceaniche. I ricercatori ritengono che lo stesso problema potrebbe minacciare anche le ostriche e altri molluschi. Gli oceani stanno diventando più acidi, a detta degli esperti, perché assorbono l'anidride carbonica atmosferica che contribuisce al cambiamento climatico. L’aumento dell’acidità riduce il numero di ioni di bicarbonato nel mare, che sono vitali per la creazione dei gusci dei molluschi bivalve. I gusci sono costituiti da carbonato di calcio e da materiale organico, prodotto da un processo noto come biomineralizzazione. L'esterno poi è composto di calcite e lo strato interno è costituito da aragonite. I ricercatori dell'università scuola di geografica e scienze della terra hanno effettuato lo studio sulle comuni cozze blu simulando quattro livelli di acidità in proiezione anche per il futuro di ciò che potrebbe accadere in mare nei prossimi decenni. Il capo dell’equipe di studiosi dottoressa Susan Fitzer ha detto: "abbiamo trovato che i livelli aumentati di acidificazione nel loro habitat hanno un impatto negativo sulla capacità delle cozze di creare i loro gusci. Al di là degli effetti, per così dire, “culinari”, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ancora una volta gli effetti dei cambiamenti climatici si svelano a livello scientifico e dovrebbero indurre la comunità internazionale ad adottare misure più incisive per la riduzione dell’anidride carbonica nell’atmosfera.

venerdì 26 dicembre 2014

Cyberattacco a Natale su Network di Sony. I servizi online delle console di Sony e di Microsoft sono inaccessibili.

Cyberattacco a Natale su Network di Sony. I servizi online delle console di Sony e di Microsoft sono inaccessibili. Playstation Network era già stato preso di mira da hacker nel 2011. Sconosciuti aggressori hanno paralizzato i servizi online della rete di Sony Playstation con un attacco on-line per diverse ore. I servizi online delle console di Sony e di Microsoft, Playstation Network e Xbox Live, sono inaccessibili venerdì dopo un assalto, a Natale, da parte di pirati informatici. Su Twitter il cyberattacco è stato rivendicato da un utente sotto lo pseudonimo Lizard Squad, un gruppo di hacker che aveva già minacciato il gruppo giapponese in passato. L’autenticità del messaggio, tuttavia, è difficile da verificare. Non è la prima volta che Playstation Network è preso di mira. Nel 2011 era stato disattivato per 3 settimane dopo il furto dei dati di 77 milioni di utilizzatori della piattaforma di gioco. Il Natale 2014 è stato dunque caratterizzato dalla cyber-criminalità per Sony che, dopo le minacce di un gruppo di hacker, aveva rinunciato alla distribuzione del film “The interview”, decisione che però ha revocato. La pellicola è infatti uscita in circa 300 sale negli Stati Uniti (anziché nelle 2'500 previste inizialmente) ed è noleggiabile sul web. Il down temporaneo della piattaforma rileva Giovanni D'Agata, fondatore e presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è un caso isolato rievocando i fantasmi del 2011 dove un altro attacco informatico ha consentito di rubare dal "Playstation Network" di Sony i dati di ben 77 milioni di account utente di cui 32 milioni in Europa. Ancora una volta ritorna, quindi, il sistema della sicurezza nel campo della telefonia e della rete ed ancora una volta lo “Sportello dei Diritti”, ricorda ai consumatori di stare sempre attenti ai propri dati, e di adottare quelle semplici accortezze come quella di utilizzare password diverse per account diversi e di cambiarle regolarmente. Un altro consiglio è quello di tenere d’occhio sempre il proprio conto e di denunciare immediatamente all’autorità e alla propria banca ogni anomalia per ottenere restituzione dell’eventuale maltolto.

Le Poste francesi provano i droni per consegnare i pacchetti in zone isolate o nelle aree colpite dal maltempo.

Le Poste francesi provano i droni per consegnare i pacchetti in zone isolate o nelle aree colpite dal maltempo. Per ora, sono solo in fase di test, ma la consegna di pacchi per via aerea potrebbe presto diventare una realtà. In combinazione con l'azienda Atechsys, Geopost una controllata delle Poste nazionali francesi, ha affermato che sono stati superati con successo i test con un prototipo di drone con sei motori. E "nel sito del Centro per gli studi e test per i modelli indipendenti" con sede a Pourrières nel Var, è stato sperimentato un drone che in grado di portare avanti un pacco di quattro kilogrammi e di grandi dimensioni (40 cm x 30 x 20 cm), entro un raggio di ben 20 chilometri. Il primo test che ha inviato la sonda ad una distanza di 1200 metri per una consegna di un pacchetto di 2 kg ha avuto successo. L'idea di un prototipo di sei motori è stata una buona scelta secondo Matin Kasbari Mustafa, capo dell'Atechsys che ha rilevato "a differenza di alcuni concorrenti che utilizzano quattro motori, la nostra opzione di consegna, anche se in caso di guasto di un motore ". "Con un drone, sarà possibile consegnare i prodotti farmaceutici molto rapidamente in un ospedale. Si potrà consegnare beni di prima necessità in una zona colpita dal maltempo", dice Mustafa Kasbari. "La Poste" potrebbe anche usare i droni per trasportare i pacchetti ad abitazioni isolate, anche se la legge francese vieta per il momento ai droni commerciali il sorvolo di aree popolate. L'azienda Atechsys ha invitato alla prudenza in quanto il dispositivo deve ancora essere testato più volte, in particolare per verificare la resistenza e la forza. Un'idea innovativa e che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, potrebbe essere l'"uovo di colombo" per un utilizzo serio e con finalità economico- sociale di questi apparecchi che si stanno diffondendo in ogni dove.

giovedì 25 dicembre 2014

Allerta alimentare: Auchan ritira dagli scaffali il salame "Strolghino di Culatello"

Allerta alimentare: Auchan ritira dagli scaffali il salame "Strolghino di Culatello" del salumificio italiano Prosciuttificio San Michele s.r.l. a causa della pericolosità per la salute di un lotto del prodotto E’ in corso in Italia il ritiro dagli scaffali del salame "Strolghino di Culatello" confezionato dal salumificio italiano Prosciuttificio San Michele s.r.l.. con sede in Via Cavo, 16 - 43037 Lesignano dè Bagni (Parma). Il prodotto ritirato appartenente unicamente al LOTTO 14 4464 faceva parte dell’assortimento Auchan ed è stato ritirato per una non conformità microbiologica. Lo strolghino è un salame di dimensioni ridotte tipico delle province Parma e Piacenza. È ottenuto dalle rifilature magre del culatello e del fiocco di prosciutto, a loro volta ricavati da suini pesanti italiani. Viste le dimensioni e la composizione magra, questo insaccato ha una stagionatura breve, di solito di 20 giorni. È insaccato nella budellina suina ed è caratterizzato da una macinatura fine della carne. Trattandosi di un problema rilevante, la catena ha avviato anche una campagna di richiamo avvisando i clienti sia in rete. L’azienda ha attivato un numero verde per i consumatori 0521-857640. Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che invita gli acquirenti che lo avessero acquistato a non consumare il salame e a riportarlo al punto vendita per il rimborso.

Irlanda. Clinicamente morta ma incinta e tenuta in vita da macchine. L’Alta Corte deve decide se staccarle

Irlanda. Clinicamente morta ma incinta e tenuta in vita da macchine. L’Alta Corte deve decide se staccarle L’Alta Corte composta da tre giudici in Irlanda, ha l’arduo compito di decidere in questi giorni circa il caso di una donna clinicamente morta ma incinta ed ancora collegata a delle macchine, per capire se sia il caso di continuare a tenerla in vita e dare al feto sopravvissuto e di solo 17 settimane, una possibilità di nascere. Sono ben cinque i gruppi di avvocati che rappresentano la donna, il suo feto, i suoi genitori, il suo compagno e l'ospedale che hanno espresso le proprie motivazioni innanzi all'Alta corte di Dublino, tanto che la vicenda ha riacceso le polemiche nel Paese sull'aborto. La decisione dei tre giudici potrebbe arrivare a breve e contro il verdetto si potrà presentare ricorso in Corte suprema. Il problema giuridico, ma anche morale, sta nel fatto che per la Costituzione irlandese la vita della donna e quella del suo feto dovrebbero per legge godere della stessa protezione. E’ già accaduto che in passato gli ospedali irlandesi hanno già cercato di tenere in vita donne incinte collegate ai macchinari per la sopravvivenza, anche se cerebralmente morte, nella speranza di salvare il feto. Negli ultimi due casi, avvenuti nel 2001 e 2003, i feti morirono dopo una settimana o due. Nel caso di questo Natale, i genitori e il compagno della donna hanno chiesto espressamente che l'ospedale stacchi le macchine. Al contrario i difensori del centro medico se da una parte hanno stabilito che la donna è già clinicamente morta, dall’altra hanno chiesto di non staccare la spina perché temono che venga intentata una causa perché i macchinari sono essenziali per la sopravvivenza immediata del feto. La legge irlandese sembrerebbe orientata al fatto che, se verrà ordinato di porre fine alle funzioni vitali della paziente, i medici cercheranno di tenere il feto in vita per altre 17 settimane per poi farlo nascere. I medici irlandesi hanno chiesto per decenni leggi più chiare sulle occasioni in cui possono porre fine a una gravidanza. Al momento le leggi consentono le interruzioni solo quando ritenute necessarie per salvare la vita della donna. Ogni anno, in media 4mila donne irlandesi si recano in Inghilterra per abortire. In Europa, quindi, si pongono ancora problemi per la difformità legislativa circa l’aborto, anche se, rileva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” questi sono casi limite in cui, molto spesso l’aspetto etico e l’opinione pubblica possono influenzare le difficili decisioni che i giudici sono chiamati ad affrontare.

In arrivo il bollo per le auto storiche.

In arrivo il bollo per le auto storiche. Lo “Sportello dei Diritti”: fuga dei collezionisti nei Paesi dell’Est e rottamazioni a gogo anche di auto di rilevante interesse storico e collezionistico Quello che doveva essere il governo delle Riforme e della riduzione delle tasse si sta smentendo categoricamente con la ripetuta introduzione di balzelli e tributi che andranno a pesare, e non poco, sulle tasche degli italiani già dissanguati dai livelli di tassazione fra i più alti al mondo. Le conseguenze di queste scellerate misure si stanno già sentendo giacché per esempio, con l’introduzione della tariffa piena del bollo auto per le auto di età compresa tra 20 e 30 anni anche se inserite nelle liste perché non più considerate di interesse storico, alcuni cittadini ci hanno già segnalato che è partito un fuggi fuggi generale verso l’estero, in particolare nei Paesi dell’Est, su tutti la Bulgaria, dei collezionisti in possesso di veicoli che rientrano nei criteri individuati dalla Legge di Stabilità, mentre molti si sarebbero già recati presso le Motorizzazioni Civili di ogni dove in Italia per restituire le targhe. Ha denunciare questo ennesimo scempio è Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che di seguito riporta un interessante articolo dei tributaristi leccesi Maurizio Villani e Iolanda Pansardi che spiega in maniera puntuale su chi e quanto inciderà la misura in questione. “Se la Legge di Stabilità è approvata anche alla Camera, dal 2015 si dovrà pagare tariffa piena il bollo per le auto di età compresa tra 20 e 30 anni anche se inserite nelle liste perché non più considerate di interesse storico. Ovvero tutte le auto immatricolate tra il 1985 e 1995, attualmente esentate, non godranno dell’agevolazione e dovranno pagare il bollo. Per quanto riguarda le polizze assicurative, saranno le assicurazioni a valutare cosa fare”. Questa la brutta notizia per coloro che possiedono una “vecchia auto” in garage, introdotta dalla legge di Stabilità con la modifica all’art. 63 della legge 21 novembre 2000, n. 342. Finora, infatti, non erano interessati dal superbollo i veicoli costruiti da oltre trent'anni e gli autoveicoli di particolare interesse storico o collezionistico, costruiti tra 20 e 30 anni fa, riconosciuti tali dall’ Asi (Auto-moto club storico italiano) o dalla Fmi (Federazione motociclistica italiana). Tali veicoli, che erano soggetti a un regime di favore, continuavano a pagare la tassa automobilistica qualora circolavano, in base agli importi forfetari stabiliti dalla Regione di residenza dell'intestatario del veicolo. Giova ricordare, a tal proposito, cosa recita l’art. 63 su citato: <<1. Sono esentati dal pagamento delle tasse automobilistiche i veicoli ed i motoveicoli, esclusi quelli adibiti ad uso professionale, a decorrere dall'anno in cui si compie il trentesimo anno dalla loro costruzione. Salvo prova contraria, i veicoli di cui al primo periodo si considerano costruiti nell'anno di prima immatricolazione in Italia o in altro Stato. A tal fine viene predisposto, per gli autoveicoli dall'Automobilclub Storico Italiano (ASI), per i motoveicoli anche dalla Federazione Motociclistica Italiana (FMI), un apposito elenco indicante i periodi di produzione dei veicoli. 2. L'esenzione di cui al comma 1 è altresì estesa agli autoveicoli e motoveicoli di particolare interesse storico e collezionistico per i quali il termine è ridotto a venti anni. Si considerano veicoli di particolare interesse storico e collezionistico: a) i veicoli costruiti specificamente per le competizioni; b) i veicoli costruiti a scopo di ricerca tecnica o estetica, anche in vista di partecipazione ad esposizioni o mostre; c) i veicoli i quali, pur non appartenendo alle categorie di cui alle lettere a) e b), rivestano un particolare interesse storico o collezionistico in ragione del loro rilievo industriale, sportivo, estetico o di costume. 3. I veicoli indicati al comma 2 sono individuati, con propria determinazione, dall'ASI e, per i motoveicoli, anche dalla FMI. Tale determinazione è aggiornata annualmente. 4. I veicoli di cui ai commi 1 e 2 sono assoggettati, in caso di utilizzazione sulla pubblica strada, ad una tassa di circolazione forfettaria annua di lire 50.000 per gli autoveicoli e di lire 20.000 per i motoveicoli. Per la liquidazione, la riscossione e l'accertamento della predetta tassa, si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni che disciplinano la tassa automobilistica, di cui al testo unico delle leggi sulle tasse automobilistiche, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 5 febbraio 1953, n. 39, e successive modificazioni. Per i predetti veicoli l'imposta provinciale di trascrizione è fissata in lire 100.000 per gli autoveicoli ed in lire 50.000 per i motoveicoli.>>. Orbene, sul punto è utile evidenziare, che l’Attestato di storicità rilasciato dall’Asi non comporta alcun pagamento di iscrizione ad uno dei suoi club affiliati per quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate, con la Risoluzione 112/E del 29 novembre 2011, e stabilito dalla Suprema Corte con la sentenza 3837 del 15 febbraio 2013: “La disciplina di legge che qui rileva non impone certo ai cittadini l’iscrizione all’Asi come presupposto per beneficiare dell’esenzione, (…) sicché suonerebbe assolutamente estranea al precetto normativo la pretesa che esenzione e vincolo associativo costituiscono un binomio necessario”.

mercoledì 24 dicembre 2014

Argentina: tribunale concede a una scimmia diritti umani. Secondo il giudice l’orangotango Sandra è una "persona".

Argentina: tribunale concede a una scimmia diritti umani. Secondo il giudice l’orangotango Sandra è una "persona". Il verdetto permetterà a Sandra di lasciare lo zoo in cui era rinchiusa. Sandra, un'orangotango, rinchiusa da due decenni nello zoo di Buenos Aires, è stata dichiarata da un tribunale argentino una “persona non umana” illegalmente detenuta e potrà così riguadagnare la libertà. Per perorare la sua causa è stato messo in campo uno strumento legale normalmente usato per richiedere la scarcerazione degli umani e il risultato è stato in effetti inusuale per un orangotango. La sua causa era stata sposata dall’Association of Officials and Lawyers for Animal Rights. Secondo il gruppo animalista, l’orango disponeva di funzioni cognitive sufficienti per non essere considerato un oggetto. Con un verdetto che potrebbe fare scuola, il tribunale ha ora concordato che Sandra deve godere dei diritti fondamentali di una «persona non umana», ivi compreso quello alla libertà. L’orango si trasferirà così in un rifugio per animali dove vivrà più libero e lontano dagli sguardi dei visitatori. Al contrario all'inizio di dicembre negli USA, una Corte d'appello dello stato di New York ha stabilito che uno scimpanzé chiamato Tommy, tenuto in una proprietà privata, non era da considerare una persona e quindi non gli poteva essere concesso alcun diritto. Secondo quest'ultima sentenza, agli animali non possono essere conferiti diritti speciali come le persone, perchè non sono in grado di soddisfare gli obblighi sociali ed i doveri come fa l'uomo. La Corte in Argentina, tuttavia, vede diversamente gli animali in cattività. Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” questa sentenza mette in discussione il futuro stesso degli animali in cattività tenuti negli zoo, soprattutto di quegli che non rispettano gli standard più elevati a soddisfare al meglio i bisogni naturali degli animali, e di quelli utilizzati per sperimentazioni scientifiche.

Medici in Kansas scoperta nuova malattia da puntura di zecche soprannominato 'virus Bourbon'

Medici in Kansas scoperta nuova malattia da puntura di zecche soprannominato 'virus Bourbon' Il CDC, l’Agenzia Federale Americana per il Controllo delle Malattie, ha lavorato in sinergia con l'ospedale dell'Università del Kansas dopo che un uomo è morto questa estate a seguito di una puntura di zecca. Un nuovo virus sarebbe responsabile del decesso di questo cittadino del Kansas questa estate, secondo quanto affermato dallo stesso Centro statunitense per il Controllo delle Malattie. John Seested, di Fort Scott, è morto per insufficienza organica dopo che è stato morso da una zecca. I test sulle malattia da zecche standard effettuati presso l'ospedale dell'Università del Kansas avevano dato risultato negativo, e Seested non ha risposto alle terapie tradizionali. "E 'stato molto frustrante. Questo è uno dei maggiori problemi con il mio lavoro, che adoro: quando noi non possiamo rispondere a queste domande, quando non possiamo aiutare i pazienti o le loro famiglie, " ha affermato il dottor Dana Hawkinson, un infettivologo presso l'ospedale universitario. Ma i ricercatori presso l'ospedale e il CDC ora hanno determinato che è stato un virus sinora sconosciuto ad uccidere Seested. Hanno soprannominato il "Bourbon"virus dal nome della contea in cui il paziente ha vissuto. I sintomi della malattia da punture di zecche, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, includono febbre alta, forte mal di testa, dolori muscolari e nausea.

Multe stradali. Da gennaio contestarle costerà di più

Cancellata dalla Legge di Stabilità l’esenzione per i costi di notifica per le cause di valore inferiore a 1.033 euro e quindi anche per i ricorsi alle multe innanzi al Giudice di Pace D’ora in avanti, se la Legge di Stabilità dovesse essere confermata dall’ultimo passaggio alla Camera, sarà un lusso ricorrere verso una multa ingiusta o illegittima o per farsi riconoscere un credito inferiore a 1.033,00 euro. Dopo l’introduzione del contributo unificato nelle controversie inferiori a 1.100,00 euro da parte dell’ultimo governo Berlusconi - che nel corso soli 4 anni da essere esente è lievitato dai 30 euro ai 43 euro attuali con ulteriore ritocco fissato a ben 47 euro a partire dal prossimo 1 gennaio - i governi succedutisi pur aumentandolo gradualmente avevano avuto il “pudore” di lasciare esenti le spese di notifica per questi processi di valore modesto per non aggravare la cittadinanza anche di questi costi che altrimenti avrebbero nei fatti dissuaso il ricorso alla giustizia non solo per le controversie di poco conto, ma soprattutto contro le multe ingiuste elevate dagli enti locali e dalle forze di polizia stradale. Dal primo gennaio, invece, il Governo Renzi ha ben pensato di affliggere ulteriormente i cittadini obbligando al pagamento anche le notifiche con gli ufficiali giudiziari nelle cause e nelle attività conciliative in sede non contenziosa davanti al giudice di pace, di valore inferiore a 1.033 euro (contro gli attuali 46 euro di contributo unificato): si tratta di spese di spedizione e indennità di trasferta che comunque avranno un carattere dissuasivo per qualsiasi cittadino che vorrà, per esempio, ricorrere avverso una multa ingiusta anche se d’importo inferiore ai 100 euro e così preferirà pagarla piuttosto che spendere altre decine e decine di euro per poter accedere alla Giustizia e vedersela annullare. La norma è inserita nella manovra di fine anno, approvata sabato scorso (con la fiducia) dal Senato, dopo già la prima approvazione della Camera. Ora il testo di legge (che ha subìto delle modifiche a palazzo Madama) dovrà fare un secondo (e formale) passaggio nell’aula dei deputati per diventare definitivamente legge. Un nuovo balzello a dir poco ingiusto e che è attuato sulla falsariga del concetto antidemocratico e contro-Giustizia che più si aumentano i costi delle cause e meno cittadini ne faranno, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che auspica un ripensamento dell’ultima ora, rivolgendo un appello al Presidente del Consiglio Renzi e al Ministro della Giustizia Orlando affinché stralcino questa misura che costituirebbe l’ennesimo scempio ed uno schiaffo in faccia agli italiani di uno Stato che non è più garante del sacrosanto diritto alla difesa cristallizzato nell’articolo 24 della Nostra Costituzione.

Multe di Natale: sindaco di Padova cancella centododicimila verbali elevati con l'autovelox

Multe di Natale: sindaco di Padova cancella centododicimila verbali elevati con l'autovelox Il sindaco di Padova, Massimo Bitonci, in occasione del Natale, ha deciso di annullare le infrazioni rilevate dagli autovelox posti in tangenziale, dovuto alla necessità probabilmente di rivedere gli impianti. In due mesi gli otto occhi elettronici posti lungo le tangenziali di Padova avevano immortalato 112'421 eccessi di velocità sfornando altrettante multe. La "grazia" osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata resa possibile dal fatto che le sanzioni non sono ancora state verbalizzate e quindi nemmeno contabilizzati i milioni di euro che avrebbero portato in cassa. È stato calcolato, che da quelle multe Padova avrebbe potuto incassare tra i sei e i sette milioni al mese.

Usa, revocato divieto per bisex e gay: potranno tornare a donare il sangue

Usa, revocato divieto per bisex e gay: potranno tornare a donare il sangue Dopo 31 anni cade negli Stati Uniti il divieto di donare il sangue per bisessuali e gay. La FDA, dopo aver attentamente esaminato e considerato i moderni test per l'Hiv e le prove scientifiche prima di acconsentire ad un cambiamento, ha deciso di mettere fine a una politica lanciata in pieno allarme Aids. Restano comunque delle restrizioni, in particolare per gli omosessuali e bisex che hanno avuto rapporti sessuali con partner dello stesso sesso nell'anno precedente alla donazione. Il bando per omosessuali e bisex era a vita ed era imposto, sotto la spinta dell'allarme Aids degli anni 80, per proteggere le scorte di sangue in un periodo in cui si sapeva poco del male. La Williams Institute dell'Università della California ha stimato che il cambiamento potrebbe consentire un aumento delle riserve di sangue degli Stati Uniti tra il 2 e il 4 per cento. La Federal Drug Administration (FDA) ha però lasciato delle restrizioni: per donare bisognerà non avere avuto rapporti sessuali da almeno un anno. Questo periodo di differimento è stato lasciato perché c'è un periodo di alcuni mesi chiamato finestra dopo l'infezione in cui il virus dell'hiv, pur presente nel sangue, può non essere rilevato dai test. Questo periodo finestra è al di sotto dei 12 mesi. Secondo il comitato consultivo per la sicurezza del sangue, tessuti e organi (SaBTO) il priodo di incubazione dell'HIV varia dai 9 ai 15 giorni, a seconda del tipo di test. Per l'epatite B, che provoca la malattia del fegato, è 66 giorni. In Italia, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la restrizione dura quattro mesi dopo il cambiamento di partner.

martedì 23 dicembre 2014

Sicurezza prodotti. 7 milioni di macchine per il caffè Keurig richiamate negli Stati Uniti e in Canada, rischio sicurezza.

Sicurezza prodotti. 7 milioni di macchine per il caffè Keurig richiamate negli Stati Uniti e in Canada, rischio sicurezza. Il produttore di macchina per il caffè Keurig ha richiamato a titolo precauzionale e volontario, al fine di garantire la sicurezza, il modello Mini Plus Brewing sistema K10 prodotto tra il 2009 e il luglio 2014. Il Mini Plus Brewing Sistema K10 è venduto anche in Italia. Motivo del richiamo del modello che ha un dispositivo difettoso: " nell'ambito delle procedure di controllo qualità è stato riscontrato che il modello in questione può provocare ustioni significative. " I clienti che hanno acquistato questo articolo, riferisce Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono pregati di riportarlo presso il punto di vendita abituale, per essere interamente rimborsato.

Studio allarmante. I movimenti delle dita su touchscreen modificano il cervello

Il cervello delle persone che utilizzano smartphone e tablet viene quotidianamente modificato in particolare dall'uso dal rapido e frequente movimento delle dita sullo schermo. Questo è il risultato di un nuovo studio dell'Istituto di neuroinformatica dell'Università di Zurigo e del Politecnico federale di Zurigo che ha indagato l'impatto che la destrezza delle dita degli utenti di touchscreen ha sul cervello. Secondo lo studio ogni regione del corpo ha, infatti, una corrispondenza con una zona della corteccia sensomotoria. Nel caso di violinisti, per esempio, l'area che rappresenta le dita che guidano lo strumento è maggiore rispetto ad altre persone. I ricercatori hanno studiato l'attività cerebrale corticale innescata da movimenti delle dita in 37 persone, di cui 26 erano utenti di smartphone touchscreen e 11 di cellulari tradizionali. Tramite elettroencefalografia hanno registrato i movimenti di pollice, indice e medio, rivelando che la rappresentazione corticale differiva notevolmente tra i due gruppi. "La tecnologia digitale che usiamo quotidianamente plasma l'elaborazione sensoriale del cervello in misura sorprendente", spiega uno degli autori, Arko Ghosh. I ricercatori hanno ad esempio rilevato che l'attività corticale dipende dalla frequenza di utilizzo dello smartphone: più era stato usato nei precedenti dieci giorni, maggiore era il segnale nel cervello, in particolare nella zona corrispondente al pollice. Non è risultato rilevante per quanto tempo gli utenti di smartphone avessero posseduto e fatto uso del dispositivo. Ovviamente, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” occorrerebbe una seria e decisiva ricerca completamente indipendente per stabilire con certezza oggettiva i rischi connessi all'uso degli smartphone e tablet. In ogni caso, l'UE ed i singoli Stati europei dovrebbero lanciare campagne di sensibilizzazione su vasta scala sui rischi dell'uso intensivo di tali apparecchi se vogliono evitare un disastro per la salute enorme come per il tabacco o l'amianto.

lunedì 22 dicembre 2014

Contro i licenziamenti collettivi promessi da Unipolsai

Contro i licenziamenti collettivi promessi da Unipolsai. Lo "Sportello dei Diritti" al fianco dei lavoratori del gruppo e con i sindacati per impedire uno scempio che sarebbe il primo nella storia del rapporto tra compagnie assicurative e dipendenti Nel silenzio pressochè generale, UnipolSai ha da tempo preannunciato il licenziamento collettivo di ben 321 lavoratori. Ed ora che lo scorso 11 dicembre con una lettera in cui giudica concluso il confronto e si ritiene «libera di assumere le iniziative del caso», l'azienda ha di fatto rotto le trattative con i sindacati spianandosi la strada verso il recesso dei rapporti di lavoro con oltre trecento lavoratori che a breve potranno vedersi mandati a casa. Di seguito, quindi, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta il comunicato a firma congiunta della Segreteria Nazionale e del "Coordinamento FNA Gruppo Unipol" del sindacato autonomo di categoria FNA che fotografa eloquentemente la situazione, confidando nella massima diffusione da parte della stampa nazionale perchè si conosca tempestivamente e prima della conclusione dell'incontro che si terrà in data odierna, quanto sta facendo nei confronti dei lavoratori un'azienda che si pone tra le leader del mercato assicurativo e che annovera nella sua tradizione uno spirito mutualistico che evidentemente sta per essere definitivamente messo da parte per far posto al bieco "sentimento" del profitto. "UnipolSai si è posta l’obiettivo di fare un regalo natalizio alla categoria: i licenziamenti collettivi, mascherati dalla necessità di “eliminare” i lavoratori vecchi per “salvare” quelli giovani. Chiariamo che questo concetto potrebbe non essere assurdo, ma non è mai stato applicato da alcuna compagnia assicurativa italiana, neppure da quelle in crisi e che tutte le riorganizzazioni del settore sono sempre state effettuate con accordi con le organizzazioni sindacali che garantivano, sempre, la non applicazione della legge 223, indispensabile per effettuare i licenziamenti collettivi. Tutte le rappresentanze sindacali delle varie compagnie, su tutto il territorio nazionale, hanno sino ad oggi sempre rifiutato e lottato contro l’applicazione dei licenziamenti collettivi ed hanno sempre vinto. Lo spauracchio di un’applicazione unilaterale della legge 223, da parte delle compagnie, è sempre esistito, ma non è mai stata applicata perché le compagnie d’assicurazioni vendono fiducia ed un eventuale stato di crisi della compagnia con licenziamenti collettivi non è ipotizzabile che venga preso in considerazione dai vari managements, perché dichiarare lo stato di crisi di una compagnia equivale a dichiarare le dimissioni del gruppo dirigente. Uno degli elementi di maggior valore delle garanzie dei dipendenti direzionali è stato, fino ad ora, l’assenza di licenziamenti collettivi. Anche le compagnie più malmesse sul mercato hanno sempre evitato l’applicazione della legge 223 ed hanno fatto, con le Organizzazioni sindacali, accordi basati sulla volontarietà ed il ricorso a strumenti non traumatici. Non ci risulta che UnipolSai sia un’azienda in crisi, ed i risultati del settore banca non giustificano allarmismi; nei primi nove mesi dell'anno la compagnia registra un utile netto consolidato di 593 milioni, in linea con l'obiettivo fissato nel piano industriale, nel 2013 e 2014 ha continuato ad assumere, ha dipendenti che effettuano un esorbitante numero di ore di straordinario, non favorisce la concessione del part time, non incentiva adeguatamente l’esodo volontario di coloro che non hanno requisiti per la pensione o per il fondo di solidarietà (così come fanno in genere le compagnie del settore) e non ha ancora avviato gli annunciati piani di riconversione professionale; inoltre nell’ultimo testo consegnato alle organizzazioni sindacali è previsto un documento allegato che riporta il numero di giovani (150) che UnipolSai si impegnerebbe ad assumere (forse è per pudore che questa clausola non è stata inserita nell’accordo di uscite obbligatorie?). L’estensione dell’accesso al fondo di solidarietà, a coloro che maturerebbero il requisito del pensionamento dopo il 2019, sarebbe uno strumento che aiuterebbe a raggiungere numeri superiori e senza traumi. A questo punto sorge naturale una domanda: dove sono gli esuberi? Ricordiamoci che la legge 223 prefigura un iter molto preciso per risolvere gli esuberi in modo non traumatico e che, solo alla fine di un confronto conseguente ad uno stato di crisi, è possibile iniziare le procedure di licenziamento, comunque mai applicate nelle compagnie d’assicurazioni italiane. La F.N.A. non ritiene che ricorrano i presupposti per licenziare e che si cerchi l’avallo del sindacato per poter semplicemente allontanare i lavoratori più anziani, che sono solo più costosi: questa politica non è certamente nuova nel mercato assicurativo e viene chiamata svecchiamento ed è stata sempre condotta, sino ad oggi, con uscite volontarie incentivate. A fronte di una riorganizzazione che presenta alcune carenze, in cui sono stati scarsamente attesi i criteri stabiliti nell’accordo di fusione del 18 dicembre 2013, e non sono stati garantiti, tra l’altro, l’equilibrio quali-quantitativo delle attività tra le diverse piazze e la valorizzazione delle professionalità ivi presenti, assumerebbe un’importanza strategica l’estromissione dei famosi 321 esuberi (stranamente questo numero è rimasto immutato malgrado le diverse fuoriuscite degli ultimi mesi!) che, come agnelli sacrificali, consentirebbero finalmente di poter dare attuazione agli interventi di risanamento per il raggiungimento degli obiettivi aziendali di contenimento dei costi! Oltre a generare uno scontro generazionale, con conseguente divisione dei colleghi che favorisce soltanto l’azienda, vengono violati i diritti individuali dei lavoratori. Rammentiamo che questa manipolazione dei diritti apre una strada molto pericolosa e, una volta introdotto, il principio dell’obbligatorietà in futuro potrebbe colpire altre categorie di lavoratori, a partire dal prossimo piano industriale (2016), che potrebbe prevedere il “sacrificio” di un numero ben più elevato di colleghi: non solo quelli con i requisiti per la pensione o l’accesso al fondo di solidarietà, ma anche coloro che sono impiegati in attività non ritenute essenziali o esternalizzabili. UnipolSai ha, inoltre, da poco tempo acquisito il gruppo Fondiaria Sai, con ineccepibili capacità imprenditoriali, che hanno consentito un enorme balzo in avanti del Gruppo, non solo in termini di fatturato ma anche di profittabilità. Purtroppo, la dichiarata volontà di uscire dall’Ania, se non vengono conseguiti una ridefinizione degli organismi e la nomina di un nuovo Presidente, nonché la determinazione di introdurre, per primi nel settore, i licenziamenti collettivi segnano un cambio di marcia nella strategia tradizionale di Unipol che trova precedenti nell’operato di Marchionne in Fiat e nel Governo Renzi, a proposito dei Jobs Act. Come organizzazione sindacale abbiamo sempre tutelato e continuiamo a tutelare, in tutte le compagnie, le ragioni e i diritti dei lavoratori di qualsiasi età e non possiamo, né vogliamo modificare o cedere diritti individuali. Nel corso dell’incontro di domani (23 dicembre) con l’amministratore delegato, saremo disponibili a ricercare tutte le soluzioni che il buon senso ci potrà suggerire, ma saremo fermi rispetto ai valori che ci animano ed al patrimonio sociale e culturale che il settore ha saputo raggiungere".

Mobbing. Sussiste il reato di maltrattamenti in famiglia anche nell’azienda con 25 dipendenti

Mobbing. Sussiste il reato di maltrattamenti in famiglia anche nell’azienda con 25 dipendenti ed anche se il lavoratore ha sopportato a lungo il mobbing dei capi Il mobbing torna alla ribalta con una sentenza della Cassazione penale, la numero 53416/14, depositata ieri 22 dicembre che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile portare all'attenzione per i rilevanti profili giuridici e le conseguenze in termini di maggiori tutele per i lavoratori, rappresentati con la decisione in questione. Per i giudici di legittimità, infatti, non conta il numero dei dipendenti in azienda, ma la qualità delle condotte persecutorie poste in essere dai vertici societari ai fini della rilevanza penale del mobbing. Nè esclude la configurabilità il fatto che la vittima sia un addetto che ha un’anzianità di servizio non trascurabile e avrebbe sopportato a lungo le vessazioni dei capi. Per gli ermellini, anche in un’azienda che non è una bottega artigiana ma annovera ben venticinque addetti, infatti, può sussistere il reato di "maltrattamenti in famiglia" di cui all'articolo 572 Cp a carico dei vertici societari per la mortificazione e l’isolamento del singolo lavoratore. Ai fini della configurabilità del delitto in questione rileva la sussistenza in azienda di un rapporto «para-familiare», sul vecchio modello artigiano-apprendista, che ben può configurarsi quando ad esempio c’è un “padre-padrone” che gestisce i rapporti in modo del tutto autoritario nell’ambito di un rigido schema relazione “supremazia-subalternità”. Con la decisione in commento, i giudici dalla sesta sezione penale della Suprema Corte hanno accolto il ricorso del procuratore generale presso la Corte d’appello contro l’assoluzione pronunciata in appello in favore del presidente e dell’amministratore delegato della società riformando la precedente decisione di primo grado. Per i giudici di Piazza Cavour la motivazione del provvedimento che aveva assolto i vertici aziendali risulta viziata sotto diversi profili: anzitutto l’esclusione della configurabilità del reato decisa sul mero rilievo del numero di addetti, che pure non è la dimensione delle microimprese sotto i dieci dipendenti. Tale rilievo deriva dal fatto che risulta sempre necessaria da parte del giudice una valutazione sulle effettive dinamiche delle relazioni fra il titolare e dipendenti, anche se nelle imprese più grandi i rapporti fra dirigenti e sottoposti tendono a essere più superficiali e spersonalizzati. In definitiva, rileva l’eventuale stato di soggezione da parte del dipendente che si ritiene perseguitato. A nulla vale quanto affermato dalla difesa, secondo cui le vessazioni lamentate dalla dipendente siano il trattamento riservato per prassi alle lavoratrici che tornano dalla maternità (prassi invero molto triste). Né giova sostenere che il rapporto fra l’azienda e la parte offesa dal reato vada avanti da lungo tempo: l’atteggiamento dittatoriale del titolare può azzerare ogni anzianità di servizio o mansione. In tal senso risulta inconferente il rilievo secondo cui la parte offesa abbia sopportato a lungo le condotte discriminatorie: il dipendente potrebbe esservi stato costretto perché ha bisogno di lavorare e non ha alternative professionali. In ultimo, la configurabilità del reato non può essere negata in base alla circostanza secondo cui la lavoratrice abbia denunciato il mobbing alla procura della Repubblica, al sindacato e ai giornali. E ciò perché è impossibile riconoscere l’esclusione ex post del delitto per il fatto che la vittima abbia azionato tutti gli strumenti di reazione in suo potere per opporsi alla prevaricazione e ottenere la persecuzione delle condotte patite. Parola al giudice del rinvio.

HIV: infezione di massa in un villaggio della Cambogia. 90 persone compresi i bambini nello stesso villaggio infetti da HIV

HIV: infezione di massa in un villaggio della Cambogia. 90 persone compresi i bambini nello stesso villaggio infetti da HIV. Forse un medico ha diffuso il virus. In un remoto villaggio della Cambogia, c'è un' infezione di massa da HIV. Circa 90 persone con età compresa tra i 5 e gli 80 anni risultano essere infettati con il virus. I risultati delle analisi sono affidabili, ha dichiarato il dott. Didier Fontenille, direttore dell'Istituto Pasteur nella capitale Phnom Penh. Un medico potrebbe essere responsabile dell'infezione. Secondo l'UNICEF la Cambogia è il paese asiatico con il più alto tasso di infezione di HIV. Pertanto, circa 120.000 persone vivono con il virus. Questo numero corrisponde a circa il due per cento della popolazione. Nel mondo sono 42 milioni le persone colpite da Hiv/Aids. A detenere il triste primato di regione più colpita nel mondo sempre l'Africa subsahariana, con 29,4 milioni di persone che convivono con il virus o con la malattia conclamata, seguita dai paesi del Sud-est asiatico (6 milioni) e dall'America Latina (1,5 mln). Più bassi ma consistenti i numeri dell'Europa Occidentale, con 570 mila malati, del Nord America (980 mila), dell'Europa Orientale e l'Asia Centrale (1,2 mln). Questi gli ultimi dati aggiornati al 2002. Nel 2002 sono morti per Hiv/Aids 3,1 milioni di persone nel mondo, mentre le nuove infezioni sono state 5 milioni, 800 mila delle quali registrate fra bambini con meno di 15 anni. In Italia è la più alta prevalenza di persone affette da Hiv in Europa occidentale con oltre 1000 decessi l’anno. Complessivamente, sono circa 140mila gli italiani sieropositivi, il 15-25% dei quali non è al corrente della propria condizione. Circa l’80% dei contagi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, ma solo il 35% dei ragazzi e delle ragazze in Italia usa il preservativo. Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” numeri che indicano come l’epidemia sia tutt’altro che vinta.

Auto cinesi con amianto. Probabile richiamo in Italia di 4'500 mila unità.

Auto cinesi con amianto. Probabile richiamo in Italia di 4'500 mila unità. La campagna di richiamo e di bonifica è in corso da settimane e finora ha interessato un migliaio di unità La casa automobilistica cinese Great Wall sta richiamando quattromilacinquecento vetture che potrebbero contenere parti in amianto. Interessata l'Italia dove le vetture sono state importate da quanto risulta da un'inchiesta della procura di Torino, che da un anno, sta svolgendo accertamenti. La campagna di richiamo e di bonifica, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è in corso da settimane e finora ha interessato un migliaio di unità. Cinquantadue Aziende sanitarie locali, in tutta Italia, sono state interpellate perché verifichino lo stato dei lavori.

domenica 21 dicembre 2014

Occhio al “pesce palla”. Non va assolutamente mangiato.

Occhio al “pesce palla”. Non va assolutamente mangiato. Dopo l’allerta dell’anno scorso lanciata dallo “Sportello dei Diritti” anche l'Istituto oceanografico di Spalato ha recentemente lanciato un vero e proprio allarme Poco più di un anno fa, per la precisione il 16 novembre 2013, lo “Sportello dei Diritti”, per la prima volta in Italia rilanciava un allerta alimentare a seguito della pesca nelle acque nostrane di un pesce apparentemente innocuo, ma le cui carni sono velenosissime e pericolose per l’uomo: il Lagocephalus sceleratus, una specie di pesce palla che si sta diffondendo anche nel mar Mediterraneo, che dopo essere passato dal Mar Rosso dov’è originario attraverso il canale di Suez, ha fatto capolino in Grecia, passando per Israele, Rodi, la Turchia ed è arrivato sino alle acque siciliane dove era stato pescato l’autunno dello scorso anno presso Lampedusa. Non appena rinvenuto dai pescatori siciliani, l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ne ha dato notizia alle autorità sanitarie per il tramite di una nota con la quale ha segnalato alle Asl la presenza del vertebrato nelle acque nostrane. Ora, anche l'Istituto oceanografico di Spalato ha recentemente lanciato un vero e proprio allarme: anche in Alto Adriatico è arrivato il "Lagocephalus sceleratus", detto anche pesce palla argenteo. Sono numerosi, infatti, i pescatori istriani che ne hanno catturato un esemplare. Il problema è che la carne del "Lagocephalus sceleratus" contiene una tossina mortale (tetradotossina) che porta alla paralisi del sistema respiratorio. Si tratta quindi di una conferma, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che la tropicalizzazione delle nostre acque sta favorendo la diffusione di numerose specie di pesci esotiche di cui alcune pericolose come quella in questione. Per tali ragioni, è doveroso mettere in guardia i cittadini e i pescatori a non mangiarlo in caso di eventuale cattura. Sottovalutare tale evento potrebbe portare, infatti, a conseguenze dannose per la salute, giacché le carni di questo tipo di pesce sono altamente tossiche anche dopo la cottura, e consumi occasionali hanno già causato alcuni decessi in altri Paesi del bacino del Mediterraneo.

Papa Francesco genera un fenomeno turistico da tutto il mondo.

Papa Francesco genera un fenomeno turistico da tutto il mondo. La vendita di passaggi dall'Argentina a Roma sono aumentati del 205% quest'anno. Il Vaticano ha ricevuto nel 2014 a 7 milioni di turisti. Le vendite di voli dall’Argentina per Roma sono aumentate del 205% da quando Bergoglio è divenuto il nuovo primate della Chiesa cattolica. Quest'anno, inoltre, sarebbe stato registrato un record di 7 milioni di turisti in Vaticano. Lo scossone generato nel mondo dal nuovo papa si riflette anche nel turismo. Dall'elezione al soglio pontificio nel marzo 2013, Jorge Bergoglio ha dato vita ad un fenomeno che ha causato un aumento a dir poco significativo nelle vendite della tratta da Buenos Aires a Roma e viceversa. Secondo quanto pubblicato questa settimana dal sito Todo Noticias, che ha segnalato quanto comunicato dal tour operator più grande di Argentina, Despegar.com, la vendita di voli per Roma ha conosciuto, per l’appunto, un + 205 % dal 2012 (ossia prima dell’elezione di Bergoglio) al 2014, con un boom nel 2013, il primo anno del papato. La Aerolíneas Argentinas, la compagnia aerea che esegue quattro voli diretti alla settimana tra Buenos Aires e Roma, ha anche indicato che i passeggeri su tale rotta sono aumentati del 35% rispetto al 2012. Il conciliante ed a volte spregiudicato “Francisco”, ha aperto la sede pontificia anche a personalità di origine. Da politici come la presidente Cristina Fernández o Daniel Scioli alle figure del mondo dell’intrattenimento come Jorge Rial o Wanda Nara. Ma non solo l’Argentina. Quella che è stata chiamata “attrazione turistica” del Papa ha raggiunto livelli globali: quest'anno un record di 7 milioni di turisti hanno varcato le porte del Vaticano, dove avrebbero speso 5 miliardi di euro. Una moltitudine di persone da ogni parte della Terra per le quali si è accesa una nuova speranza che Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” si augura non sia disattesa e che possa continuare a svolgere quella missione di pace, di fratellanza e umiltà cui sin dal primo momento Bergoglio pare abbia deciso d’ispirarsi con la scelta del nome del Santo d’Italia.

Contrasto all'evasione fiscale. Dati bancari comprati dalle autorità tedesche per combattere l'evasione fiscale.

Contrasto all'evasione fiscale. Dati bancari comprati dalle autorità tedesche per combattere l'evasione fiscale. La Renania Settentrionale-Vestfalia ha nuovamente acquistato un CD di dati di clienti di una banca svizzera La Renania Settentrionale-Vestfalia ha nuovamente acquistato un CD di dati di clienti di una banca svizzera, secondo a Bild am Sonntag, che riferisce anche di operazioni contro clienti di Credit Suisse nella Renania settentrionale-Vestfalia. Stando al domenicale, il CD conterrebbe informazioni su migliaia di clienti tedeschi che presso la banca in questione disporrebbero di conti con un patrimonio fino a cinque milioni di euro (6,02 milioni di franchi). Le autorità fiscali di Wuppertal, una delle maggiori città del Land, stanno esaminando i dati. Le operazioni contro i clienti di Credit Suisse sarebbero state realizzate grazie a informazioni comprate nel 2012. Il Land settentrionale, dal 2010, ha comprato vari CD con informazioni su evasori fiscali e da allora quasi 19'000 persone si sono autodenunciate. Il governo del Land, contattato dall'agenzia Reuters, ha rifiutato di prendere posizione facendo valere il segreto fiscale. Insomma, un esempio di come sia possibile impostare una efficace strategia di contrasto all'evasione fiscale come sembra si sia decisa a fare la Germania. Negli ultimi tempi, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il numero di autodenunce è aumentato anche in altri Länder. Il trend si spiega con il fatto che dal prossimo primo gennaio le condizioni per sfuggire alle sanzioni saranno rese più severe e le multe saranno più salate. Mentre in Italia, non si ha come obiettivo primario quello di eliminare l'evasione, quanto quello di incrementare il gettito fiscale. Tutto ciò in un'ottica di interesse di casta particolare, poichè nell'economia in nero, rientrano anche le tangenti ed i beneficiari di tangenti che non possono essere che quegli stessi esponenti politici che dovrebbero combattere l'evasione.

Corte di Giustizia: “ l’obesità può costituire un handicap sul lavoro

Corte di Giustizia: “ l’obesità può costituire un handicap sul lavoro. E va pertanto tutelata”. Persone che sono obese potrebbero ora essere classificate disabili. Per la Grande Sezione l’obesità, rientra nella nozione di handicap allorché impedisce, a talune condizioni, la piena ed effettiva partecipazione della persona alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori. I datori di lavoro dovranno prendere misure appropriate per soddisfare le esigenze dei dipendenti in sovrappeso Certamente farà discutere per le implicazioni in materia di occupazione e di condizioni di lavoro la sentenza C-354/13, pubblicata il 18 dicembre dalla Corte di giustizia europea. Il caso riguarda il sig. Karsten Kaltoft, cittadino danese, che è stato per quindici anni alle dipendenze del comune di Billund (Danimarca) in qualità di babysitter. Nell’ambito di tale attività, era tenuto a occuparsi di bambini nella sua abitazione. Il 22 novembre 2010, il comune ha posto fine al suo contratto di lavoro. Sebbene il licenziamento fosse motivato da un calo del numero di bambini di cui occuparsi, il comune non ha indicato le ragioni per le quali la sua scelta è caduta sul sig. Kaltoft. Durante tutta la vigenza del suo contratto di lavoro, il sig. Kaltoft è stato considerato obeso ai sensi della definizione fornita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). La questione dell’obesità del sig. Kaltoft è stata sollevata durante il colloquio di licenziamento, ma le parti non concordano sul modo in cui sarebbe stata discussa. Il comune nega, infatti, che l’obesità facesse parte delle ragioni del licenziamento del sig. Kaltoft. Il Fag og Arbejde (FOA), un’organizzazione sindacale che agisce per conto del sig.Kaltoft, ritenendo invece che tale licenziamento derivi da una discriminazione illegittima fondata sull’obesità, ha adito un giudice danese per far constatare tale discriminazione e richiedere il risarcimento del danno. Il tribunale di Kolding (retten i Kolding, Danimarca) chiede alla Corte di giustizia di precisare se il diritto dell’Unione vieti in modo autonomo le discriminazioni fondate sull’obesità. In via subordinata, chiede se l’obesità possa costituire un handicap e se rientri nell’ambito di applicazione della direttiva. Nella sua sentenza la Corte rileva, innanzitutto, che il principio generale di non discriminazione è un diritto fondamentale che costituisce parte integrante dei principi generali del diritto dell’Unione. Tale principio vincola quindi gli Stati membri allorché una situazione nazionale rientra nell’ambito di applicazione del diritto dell’Unione. A tale proposito, la Corte ricorda che nessuna disposizione dei Trattati e del diritto derivato dell’Unione in materia di occupazione e di condizioni di lavoro contiene un divieto di discriminazione fondato sull’obesità in quanto tale. La direttiva sulla parità di trattamento in materia di lavoro non menziona l’obesità quale motivo di discriminazione e il suo ambito di applicazione non deve essere esteso al di là delle discriminazioni fondate sui motivi tassativamente elencati. Inoltre, nemmeno la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è applicabile a una situazione del genere. La Corte constata poi che il fascicolo non contiene alcun elemento che consenta di ritenere che un licenziamento asseritamente fondato sull’obesità in quanto tale rientri nell’ambito di applicazione del diritto dell’Unione. Le conclusioni della Corte. La Corte conclude, di conseguenza, che, il diritto dell’Unione non sancisce alcun principio generale di non discriminazione in ragione dell’obesità in quanto tale, per quanto riguarda il lavoro e le condizioni di occupazione. Quanto alla questione se l’obesità possa costituire un “handicap” ai sensi della direttiva, la Corte ricorda che l’oggetto della stessa è stabilire un quadro generale per la lotta, in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, alle discriminazioni fondate su uno dei motivi elencati nella direttiva, tra i quali figura l’handicap. La nozione di handicap ai sensi della direttiva si riferisce a una limitazione risultante segnatamente da menomazioni fisiche, mentali o psichiche durature, la quale, in interazione con barriere di diversa natura, può ostacolare la piena ed effettiva partecipazione della persona alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori. Tale nozione si riferisce non soltanto a un’impossibilità di esercitare un’attività professionale, ma altresì a un ostacolo a svolgerla. Infatti, la direttiva si propone di attuare la parità di trattamento e mira segnatamente a garantire che una persona con disabilità possa accedere a un lavoro o svolgerlo. Inoltre, sarebbe in contrasto con la finalità della direttiva che l’origine dell’handicap rilevasse ai fini della sua applicazione. Inoltre la Corte rileva che la definizione della nozione di handicap precede la determinazione e la valutazione delle misure di adattamento appropriate che, conformemente alla direttiva, i datori di lavoro devono attuare, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, per consentire ai disabili di accedere a un lavoro, di svolgerlo o di avere una promozione (a meno che dette misure comportino per il datore di lavoro un onere finanziario sproporzionato). La mera circostanza che nei confronti del sig. Kaltoft non siano state adottate siffatte misure di adattamento non è sufficiente a ritenere che non possa essere considerato come un soggetto portatore di handicap ai sensi della direttiva. Per tali motivi la Corte conclude che qualora, in determinate circostanze, lo stato di obesità di un lavoratore comporti una limitazione, risultante da menomazioni fisiche, mentali o psichiche, che, in interazione con barriere di diversa natura, può ostacolare la piena ed effettiva partecipazione della persona interessata alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori e qualora tale limitazione sia di lunga durata, una siffatta condizione rientra nella nozione di “handicap” ai sensi della direttiva. Tale sarebbe il caso, se l’obesità del lavoratore non gli consentisse di partecipare alla vita professionale in ragione di una mobilità ridotta o dell’insorgenza di patologie che gli impediscano di svolgere il suo lavoro o che determinino una difficoltà nell’esercizio dello stesso. A questo punto, secondo la Corte, spetta al giudice nazionale determinare se l’obesità del sig. Kaltoft rientri nella definizione di handicap. La sentenza, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” ha già sollevato serie preoccupazioni circa l'impatto immediato e a lungo termine sui datori di lavoro, che ora dovrebbero prendere misure appropriate per soddisfare le esigenze dei dipendenti in sovrappeso. Ciò potrebbe includere un più ampio parcheggio per le auto e modifiche ai sedili, scrivanie, ascensori e porte antincendio. Certamente non mancherà chi si scandalizzerà per questa decisione, che al contrario è un importante passo avanti per combattere le discriminazioni sui luoghi di lavoro fatto dalla giurisprudenza europea.

Furti nei treni. L’azienda ferroviaria e il gestore delle carrozze sono responsabili per il furto nei vagoni letto del treno.

Furti nei treni. L’azienda ferroviaria e il gestore delle carrozze sono responsabili per il furto nei vagoni letto del treno. Nessuna imprudenza per il passeggero non se il reato è stato commesso mentre l’addetto alla vigilanza dormiva nel suo scompartimento. Per il viaggiatore sussiste il diritto alla sorveglianza Arriva dalla Cassazione un duro colpo alle aziende dei trasporti ferroviari e alle società addette alla gestione delle carrozze. Troppe volte, infatti, hanno pensato di scamparla liscia dalla loro responsabilità per i furti subiti dai viaggiatori che soventemente continuano ad accadere sulla nostra rete ferroviaria come da tempo denuncia Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”. Un’importante sentenza della Suprema Corte, infatti, obbligherà implicitamente le stesse ad innalzare i livelli di controllo a bordo delle proprie vetture perché con la decisione 26887/14, pubblicata il 19 dicembre l’azienda dei trasporti e la società addetta alla gestione delle carrozze dalla terza sezione civile sono ritenute responsabili in solido del furto subito dal passeggero nel vagone letto e dovranno pagare integralmente la perdita subita dai viaggiatori. Nella fattispecie i Giudici di Piazza Cavour hanno accolto in parziale riforma della sentenza di merito, il ricorso di una coppia di coniugi, derubati nel loro scompartimento durante un viaggio in treno. I due cittadini avevano adito la Giustizia per chiedere l’accertamento delle responsabilità delle società per un furto di notevoli proporzioni, 50 milioni delle vecchie lire, al fine di ottenere il risarcimento del relativo danno. La sottrazione dei beni avvenne mentre la coppia stava riposando; il ladro si era introduotto nel vagone letto da loro occupato, forzandone la serratura. In particolare, in tale circostanza, era stata sottratta la borsa della donna, contenente oggetti di valore. La Corte d’appello di Roma aveva respinto le doglianze della coppia nei confronti dell’azienda ferroviaria che si era vista respingere le domande in primo grado, accogliendo, al contrario l’appello avverso la società addetta alla gestione dei vagoni letto, con conseguente riduzione del risarcimento dei danni. I due utenti, ritenevano a quel punto utile ricorrere per Cassazione, i cui giudici riformavano la decisione di secondo grado in loro favore. Gli ermellini, hanno ritenuto in primo luogo ineccepibile il fatto che la borsa contenente danaro e preziosi della signora poteva considerarsi «bagaglio in quanto, entrata nello scompartimento letto, ha cessato di indossarla come accessorio del suo abbigliamento, e 1’ha naturalmente posata all’interno della sua privata dimora, chiusa a chiave, secondo le prescrizioni ricevute e predisposte per garantire la sicurezza, anche del bagaglio con tale modalità trasportato». Interesse pubblico che il legislatore considera «meritevole di tutela anche penale a decorrere dall’entrata in vigore della legge 94/2009, articolo 3 comma 26, che infatti ha configurato un’autonoma aggravante se il fatto (furto) è commesso all’interno di mezzi di pubblico trasporto». Ne consegue che i coniugi non hanno commesso alcuna imprudenza «nel confidare sull’attuazione delle cautele dovute dal trasportatore per scongiurare 1’evento verificatosi». Non vi è dubbio che il furto costituiva un rischio «espressamente previsto» nel regolamento della società, incaricata dall’azienda di trasporti per l’esecuzione del servizio di carrozza letto, «e perciò rientrante nella sua sfera di controllo e di organizzazione di misure necessarie per scongiurarne l’accadimento, e non in quella dei viaggiatori che avendo pagato anche il servizio di carrozza-letto avevano il diritto di esigere la sorveglianza necessaria a che nessuno vi potesse entrare indisturbato mentre loro erano chiusi dall’interno, come invece è accaduto mentre il dipendente della società dormiva profondamente nella sua garitta, così non impedendo il furto aggravato che aveva l’obbligo di impedire». Questa grave omissione di sorveglianza è idonea a configurare la colpa grave ed esclusiva del trasportatore e della società per il furto subito dai coniugi.

sabato 20 dicembre 2014

Ebola aggiornamento epidemiologico: l'epidemia continua a uccidere in Guinea, Liberia e Sierra Leone

Ebola aggiornamento epidemiologico: l'epidemia continua a uccidere in Guinea, Liberia e Sierra Leone. Il virus ha causato la morte di quasi 500 persone negli ultimi 4 giorni in Africa Dal dicembre 2013 e sino al 17 dicembre 2014 il numero di morti causati dall’epidemia di ebola è salito a 6 915 su un totale di 19'031 casi di contagio conosciuti nei paesi africani maggiormente colpiti, vale a dire Guinea, Liberia e Sierra Leone. Questo è l’ultimo aggiornamento epidemiologico, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, diffuso dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e pubblicato dall' European Centre for Disease Prevention and Control, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). Da questi dati si deduce che nei tre paesi, negli ultimi quattro giorni, il virus ha causato il decesso di quasi 500 persone. Il maggior numero di casi, 8'759, sono stati registrati in Sierra Leone, contro i 7'819 in Liberia. Quest’ultimo paese ha però registrato il maggior numero di morti, con 3'346 decessi. I Paesi con un caso iniziale o casi o con trasmissione localizzata sono: •Stati Uniti: quattro casi tra cui un decesso. L'ultima persona infetta testata negativamente l' 11 novembre 2014 a New York. •Mali: otto casi, sei morti. •Nigeria, Senegal e Spagna sono dichiarate indenni EVD dopo aver segnalato casi correlati a questa epidemia attuale in Africa occidentale.

In Cina elettroshock sui gay. Sentenza storica da un tribunale: un uomo indennizzato

In Cina elettroshock sui gay. Sentenza storica da un tribunale: un uomo indennizzato. Fino al 2001 l'omosessualità era classificata come una malattia mentale Un tribunale di Pechino ha risarcito un gay cinese che era stato sottoposto ad elettroshock nel tentativo farlo diventare eterosessuale. La sentenza che è stata subito esaltata da associazioni per la difesa dei diritti omosessuali prevede un risarcimento di 3500 yuan, circa 460 euro. Insomma, per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta di una decisione che è una pietra miliare in un Paese in cui fino al 2001 l'omosessualità era classificata come una malattia mentale e tuttora i pregiudizi omofobi sono comuni. Le leggi cinesi, dall’impianto discriminatorio, hanno poco a che fare con la giustizia, la medicina o la psicologia ma hanno radici politiche. La situazione comunque sta cambiando e, ad esempio, ogni anno si svolge una gay pride a Shanghai. Il gay ha raccontato che il trattamento cui era stato sottoposto prevedeva scariche elettriche inflitte mentre gli veniva detto di pensare al sesso con un altro uomo. La terapia, che lo ha danneggiato a livello fisico e mentale, includeva anche sedute di ipnosi.

USA: mele caramellate preconfezionate collegate a 5 morti per contaminazione da batterio della listeria

USA: mele caramellate preconfezionate collegate a 5 morti per contaminazione da batterio della listeria. A lanciare l'allarme l'Agenzia di sicurezza alimentare statunitense. Ritirati i prodotti contaminati Il temibile batterio listeria colpisce ancora. Questa volta negli USA, dove 5 persone sono morte negli ultimi mesi per listeriosi dopo aver consumato mele caramellate. A dare l'allarme sono i funzionari dell'Agenzia di sicurezza alimentare nazionale che invitano i consumatori ad evitare di acquistare le mele caramellate preconfezionate perché sono legate a quattro morti e a più di due dozzine di malattie in 10 Stati. Le mele caramellate sono più popolari nel periodo di Halloween, e lo scoppio è iniziato poco prima di allora, a metà ottobre. Ma la varietà prodotta commercialmente può avere una durata di un mese o più, e alcuni possono ancora essere sugli scaffali. Il Centers for Disease Control and Prevention ha riferito che almeno 26 persone sono state ospedalizzate. Di queste, cinque sono morti. L'agenzia ha comunicato che l'83 per cento delle persone malate che sono state intervistate hanno segnalato di avere consumato mele caramellate preconfezionate prima di ammalarsi. Il CDC ha inoltre comunicato che l'inchiesta sulle morti e le malattie è in "rapida evoluzione." Christopher Braden, un epidemiologo presso la CDC, ha detto che l'agenzia sta ancora cercando di determinare quali marche sono coinvolte e come il prodotto si possa essere infettato. La listeria monocytogenes è responsabile per l'appunto della listeriosi, un’infezione alimentare che può causare anche meningite, setticemia e aborti. Il batterio può sopravvivere molte settimane anche nei prodotti conservati in frigorifero in quanto trova nel freddo un ambiente adatto alla sua proliferazione. Nei siti di produzione alimentare può contaminare di continuo prodotti semilavorati e alimenti finiti. Si evita con una pulizia accurata delle superfici. La listeriosi è più rara rispetto ad altre infezioni alimentari, come la salmonellosi, ma ha conseguenze più gravi nei soggetti a rischio ovvero: donne in gravidanza, anziani over 65 e individui con sistema immunitario compromesso da patologie (es. tumori) o terapie. In questi soggetti il consumo di alimenti con bassi livelli di listeria (10.000 batteri per grammo, limite molto superiore rispetto al tetto fissato dall’Ue, cioè 100 batteri per grammo) può provocare meningite e setticemia, con un tasso di mortalità del 20%. Disturbi che colpiscono il feto nelle donne in gravidanza, soggette anche ad aborto e parto prematuro. Negli individui sani invece il consumo di cibi contaminati con alti livelli di listeria (oltre 1.000.000 batteri per grammo) può dar luogo solo a sintomi gastroenterici, febbre e dolori muscolari, che si possono manifestare entro due mesi dall'assunzione. Una volta indivuato il batterio nel sangue, viene curato con una terapia antibiotica. La malattia si trasmette solo ingerendo cibi contaminati. Gli alimenti più a rischio sono i cibi pronti con una vita commerciale superiore a 15 giorni (es. formaggi non stagionati, salumi a breve stagionatura, salmone affumicato, insalate pronte). Mentre negli alimenti che si consumano solo cotti (carne, pollo) non costituisce un rischio poiché le alte temperature lo inibiscono. Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” sottolinea come i focolai di listeria generalmente causano più morti di altri agenti patogeni come la salmonella o l'Escherichia coli. Un focolaio di listeria legata a Cantalupo in Colorado nel 2011 ha causato 33 morti. Il CDC ha rivelato che il focolaio legato alle mele caramellate contaminate scoppiò il 17 ottobre e le malattie diagnosticate e correlate hanno iniziato a manifestarsi il 27 novembre. L'agenzia ha inoltre comunicato che le malattie sviluppatesi nei i primi giorni di dicembre potrebbe essere state non ancora segnalate. Tra gli infettati potrebbero esserci neonati, bambini ed anziani. Tra nove delle malattie sono coinvolte una donna incinta o un infante. La Listeria è pericolosa per le donne incinte, perché la malattia può essere passata al feto anche se la madre non mostra segni di malattia. Può ammalarsi un neonato o portare ad aborto spontaneo, ad un parto prematuro. Il CDC comunque ha rassicurato che sino ad oggi non sono stati segnalati in questa epidemia aborti o perdite fetali. Il prodotto può essere pericoloso per la salute e non deve essere mangiato e se qualcuno detiene a casa le mele caramellate preconfezionate di non mangiarle di buttarle via, avendo cura di avvolgerle bene prima di buttarle nel cestino.

venerdì 19 dicembre 2014

HIV : sangue del lama potrebbe contenere la "chiave" per la produzione di un vaccino salva-vita.

HIV : sangue del lama potrebbe contenere la "chiave" per la produzione di un vaccino salva-vita. Verso la scoperta che potrebbe portare alla svolta definitiva nella lotta contro l'HIV e l'Aids. Lo sostiene una nuova ricerca scientifica. Gli anticorpi del sistema immunitario dell'animale sudamericano facilmente sconfiggono il virus killer. Gli anticorpi del sistema immunitario dell'animale sudamericano hanno una sorprendente capacità di sconfiggere il virus. È un fatto nuovo e che dà speranza se può essere replicato in qualche modo con un'iniezione per gli esseri umani. La ricerca dimostra che gli anticorpi del lama sono efficaci contro almeno 60 ceppi del virus, che uccide più di 1 milione di persone ogni anno. Una dei ricercatori, la Dott. ssa Laura McCoy, ha dichiarato che questo dimostra che l'immunizzazione può indurre anticorpi potenti e ampiamente neutralizzanti in lama con caratteristiche simili agli anticorpi umani. A partire dal 2011, attualmente in tutto il mondo ci sono 33 milioni di persone che vivono con l'HIV e l'AIDS. Gli esperti hanno sinora ammesso che fino ad oggi i tentativi di sviluppare un vaccino efficace contro l'HIV sono stati "deludenti". La maggior parte delle ricerche precedenti di un vaccino si è concentrato sulla formazione del sistema immunitario umano per rilevare il virus e reagire contro di esso prima dell'infezione. I primi sintomi dell'HIV e AIDS si manifesta in alcuni casi attraverso sintomi di tipo influenzale quali febbre, linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi), faringite (mal di gola), rash (manifestazioni cutanee), mialgia (dolore muscolare), malessere, piccole piaghe in bocca e nell’esofageo.Più raramente compaiono anche mal di testa, nausea e vomito, ingrossamento del fegato/milza, perdita di peso, mughetto, sintomi neurologici. Ma il nuovo studio, condotto dalla University College London (UCL), ha dimostrato che il lama, un grosso camelide originario del Sudamerica, produce "anticorpi neutralizzanti" non trovati in esseri umani che si sono dimostrati efficaci nel bloccare il virus mortale. L'approccio innovativo nell'esaminare la risposta del lama al virus è stato condotto dal ricercatore dell'UCL, la Dott. ssa Laura McCoy, la Prof. ssa Robin Weiss esperta del virus HIV e Theo Verrips, uno studioso esperto dell'anticorpo del lama. I tre scienziati hanno osservato che una combinazione di quattro anticorpi del lama può distruggere una vasta area del virus dell'HIV consentendo agli anticorpi di fissare il virus disarmandolo. Il team della Dr McCoy aveva precedentemente scoperto uno di questi anticorpi. Ma l'ultimo studio, pubblicato sulla rivista PLOS Pathogens, ha scoperto altri anticorpi destinati a diverse parti del virus ed è la combinazione degli anticorpi che lo rende così efficace. Ad evidenziarlo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. La scoperta migliora le probabilità che un vaccino diretto contro l’HIV sviluppato sulla base delle nuove scoperte sarebbe efficace.

Farmaci difettosi. Aifa, stop all'uso del medicinale Ebixa 5 mg per un difetto della pompa erogatrice inclusa nella confezione del medicinale

Farmaci difettosi. Aifa, stop all'uso del medicinale Ebixa 5 mg per un difetto della pompa erogatrice inclusa nella confezione del medicinale L'Agenzia Italiana del Farmaco ha vietato in via precauzionale l'utilizzo del medicinale Ebixa 5 mg della ditta H. Lundbeck Italia SpA con decorrenza immediata. La soluzione è indicata per il trattamento di pazienti con malattia di Alzheimer da moderata a grave Un comunicato dell’AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco è eloquente nel precisare che: " Si fa seguito al provvedimento prot. AIFA/PQ/130556 del 12/12/2014 e alla successiva comunicazione della ditta H. Lundbeck Italia SpA, sita in Milano via Moscova 3, pervenuta in data 16/12/2014, concernente un difetto della pompa erogatrice inclusa nella confezione del medicinale Ebixa 5 mg erogazione, soluzione orale flacone da 50 mi — AIC 035681055/E; si comunica ai sensi dell'art. 70 del D. L.vo 219/2006 e perla motivazione sopra evidenziata, il ritiro volontario da parte della ditta dei Iotti n° 362619 - 362621 - 363160 con scadenza dicembre 2016. Resta inteso che, nelle more del ritiro, il lotto non potrà essere utilizzato. La ditta H. Lundbeck Italia SpA dovrà assicurare l'immediata comunicazione del ritiro entro 48 ore dalla ricezione della presente comunicazione. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro dei lotti del medicinale. In virtù di tale comunicazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai pazienti in trattamento con il medicinale di verificare il numero di lotto e, nel caso corrispondesse a quello ritirato, di sospenderne l'uso e di rivolgersi al proprio medico per una nuova prescrizione. Sempre al medico di famiglia gli assistiti potranno rivolgersi per ottenere qualunque tipo di chiarimento sul provvedimento e per avere maggiori informazioni sui motivi che hanno portato al ritiro dal mercato del Ebixa 5 mg .

Sicurezza alimentare, avviso ai consumatori: alcaloidi tropanici nella pappa di miglio ai cereali con riso di Alnatura

Sicurezza alimentare, avviso ai consumatori: alcaloidi tropanici nella pappa di miglio ai cereali con riso di Alnatura. Richiamti due articoli. I clienti sono invitati a restituire la “pappa di miglio ai cereali con riso» e la «pappa lattea al miglio» Il comunicato diffuso oggi dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare svizzero è molto chiaro e non lascia spazio a dubbi. In due tipi di articoli prima del consumo sono state rilevati valori troppo elevati di alcaloidi tropanici. Non possono essere esclusi rischi per la salute. Per questo motivo Migros e Alnatura richiamano l'articolo “pappa di miglio ai cereali con riso». Durante un controllo interno di Alnatura sono state riscontrate in una partita del prodotto tracce di alcaloide tropanico, una sostanza vegetale. Come misura preventiva Migros ha deciso di ritirare anche l'articolo «pappa lattea al miglio» di Alnatura. Migros prega i clienti di smettere da subito di alimentare i bambini con le pappe ai cereali interessate dal ritiro. Gli articoli sono in vendita in diverse filiali Migros in tutta la Svizzera. Gli articoli possono essere restituiti in qualsiasi esercizio, ottenendo il rimborso del prezzo di acquisto. Gli alcaloidi tropanici sono presenti naturalmente in alcuni vegetali, come difesa dai predatori. Durante il raccolto, può accadere che i semi di questi vegetali siano raccolti insieme ai cereali e rientrino nel processo di elaborazione. Possono causare sintomi acuti come stordimento, mal di testa o nausea. Si consiglia ai genitori che hanno alimentato i loro bambini con questo prodotto di consultare un pediatra nel caso in cui i bambini accusino disturbi di salute. Per maggiori Le moderne analisi di laboratorio permettono oggi di individuarne le tracce residue. Il ritiro avviene perché il prodotto «pappa di miglio ai cereali con riso» di Alnatura con data di scadenza 30.08.2015 supera il valore indicativo consentito. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo svizzero, invita i consumatori di astenersi dall’acquisto del lotto interessato invitando chi lo ha già effettuato a non utilizzare il prodotto e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione. Per evitare futuri problemi, aziende ed autorità non possono dare per scontato che i prodotti alimentari siano tutti e sempre sicuri; servono verifiche sul campo approfondite, sui processi e sui controlli, in laboratorio e a tavolino. Sono episodi del tutto evitabili, se si procede nella maniera giusta. L’altra cosa da ribadire è che le altre pappe al miglio non coinvolte si possono mangiare con serenità.

Allarme Jeep, Chrysler e Dodge: richiamati i modelli Cherokee, 200 e RAM per problemi meccanici

Allarme Jeep, Chrysler e Dodge: richiamati i modelli Cherokee, 200 e RAM per problemi meccanici. Rapex segnala lotto prodotte con componente difettoso I modelli Cherokee, 200 e RAM della Jeep, Chrysler e Dodge sono state segnalati per un problema tecnico che potrebbe potenzialmente creare 'situazioni di guida non sicure'. L'avviso è inserito nel bollettino del 19 dicembre del Rapex - Rapid Alert System for non-food dangerous products - il sistema di segnalazioni istituito dalla Commissione Europea. Il richiamo che sta per essere attuato dalla casa automobilistica riguarda la Cherokee costruite tra il 21 maggio ed il 6 Giugno 2014, la Chrysler 200 costruite tra il 21 maggio ed il 5 Giugno 2014 e la Dodge RAM 21 maggio ed il 5 Giugno 2014, come si legge alla segnalazione " n°22 - A12 / 2006/14", si riferisce al " fissaggio degli ammortizzatori sull'asse posteriore che può rompersi senza preavviso, con conseguente ridotta stabilità di guida e danni ad altri componenti critici per la sicurezza del veicolo. Vi è quindi un rischio di incidente''. E il bollettino Rapex conclude sinteticamente '' questo potrebbe mettere in pericolo altri utenti della strada e pertanto non si possono escludere condizioni di guida non sicure''. Pur non essendoci stati incidenti - segnala Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”- è consigliabile che i proprietari di questa auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari in Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai lotti in questione.

giovedì 18 dicembre 2014

Corte di Giustizia: l’ovulo umano manipolato ma non fecondato può essere brevettato a fini industriali

Corte di Giustizia: l’ovulo umano manipolato ma non fecondato può essere brevettato a fini industriali. Per la Grande Sezione per aversi un vero embrione deve sussistere la capacità intrinseca che si sviluppi in individuo: tale condizione non si configura nel processo di sviluppo iniziato dopo la partenogenesi Certamente farà discutere per le implicazioni bioetiche la sentenza C-364/13, pubblicata il 18 dicembre dalla Corte di giustizia europea secondo cui un ovulo umano manipolato ma non fecondato può essere brevettato a fini industriali. I Giudici della Grande Sezione della Corte, ritengono così che per essere qualificato come embrione, un ovulo umano non fecondato deve necessariamente avere la capacità intrinseca di svilupparsi in essere umano: un ovulo attivato per partenogenesi che abbia iniziato un processo di sviluppo non può essere considerato come un embrione umano. Una statuizione che nei fatti ribalta un precedente del 2011della stessa Corte, quando aveva stabilito che «la nozione di embrione umano comprendeva gli ovuli umani non fecondati» in quanto «tali ovuli erano tali da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano», il che li rendeva non brevettabili. Ora i giudici europei si spingono oltre evidenziando che ciò non necessariamente avviene in tutti i casi. «Il solo fatto che un ovulo umano attivato per partenogenesi inizi un processo di sviluppo non è sufficiente per considerarlo un embrione umano». In via definitiva: quando può essere dimostrato che da un ovulo non potrà derivare un essere umano, allora l’uso di tale ovulo risulta brevettabile a fini industriali o commerciali. Il caso era partito da un ricorso della multinazionale del settore biotech che ritiene appunto che gli ovuli da essa usati nei suoi processi industriali non siano in grado di svilupparsi in esseri umani. Non mancherà chi si scandalizzerà per questa decisione, sottolinea Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” che al contrario lo ritiene un importante passo avanti verso la scienza e la ricerca fatto dalla giurisprudenza europea.

Il pedaggio in Germania per strade ed autostrade per stranieri è legge.

Il pedaggio in Germania per strade ed autostrade per stranieri è legge. I tedeschi avranno uno sconto sulla tassa di circolazione. Il ministro dei Trasporti: "Conforme al diritto europeo" Il governo tedesco ha varato il pedaggio sulle autostrade e sulle strade federali tedesche. L'introduzione della tassa è prevista per il 2016. Per il ministro dei Trasporti Alexander Dobrindt (Csu) "il pedaggio deciso è conforme al diritto europeo". Un annuncio, dato in conferenza stampa a Berlino, che arriva dopo le riserve espresse a Bruxelles di fronte a una tassa che discriminerebbe gli stranieri e che ha sollevato molte discussioni in Germania. Secondo il disegno di legge approvato in Gabinetto, chi ha un veicolo registrato in Germania sarà scaricato dell'importo corrispondente al cosiddetto "Maut" con un alleggerimento delle tasse sul veicolo, in linea con le promesse della Csu bavarese che intendeva con questa misura colpire solo gli utenti stranieri. Dall'introduzione del pedaggio la Germania si aspetta 500 milioni di euro all'anno di introiti. Si tratta di una misura "ragionevole, leale e giusta", ha detto Dobrindt. Una disposizione che, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, al contrario, come avevamo ribadito lo scorso ottobre appare discriminatoria nei confronti degli automobilisti di altri Stati europei e confliggente con la normativa UE sulla libera circolazione di persone e beni. In tal senso è da ritenersi auspicabile un intervento urgente di Bruxelles per stoppare l'iniziativa.

Internet: attacco globale di hacker.

Internet: attacco globale di hacker. ICANN, l'organismo che regola la rete del mondo, ha annunciato che un gruppo di hacker è riuscito a penetrare nel sistema. Compromessi parte dei sistemi, a rischio gli account utente e le attività dei registrar L'ICANN, Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, l'organismo di controllo e autogoverno del mondo di internet, ha annunciato che oggi giovedì 18 dicembre la compromissione di alcuni dei sistemi interni in seguito a un'azione di phishing andata a segno di un gruppo di hacker che è riuscito a penetrare nel sistema. Gli ignoti cyber-criminali hanno ottenuto l'accesso agli account amministrativi di alcuni impiegati grazie a email fasulle ma apparentemente inviate da ICANN stessa, ha spiegato l'organizzazione, e oltre agli account utente sono finiti nel mirino anche i sistemi interni di ICANN come il Centralized Zone Data Service (CZDS). Il servizio CZDS viene utilizzato dai registrar e da altri soggetti di terze parti impegnati nel settore dei domini per accedere ai file della zona root del sistema DNS, vale a dire la componente del DNS a cui è deputato il compito di risolvere le query per i domini di primo livello e la loro identificazione con i rispettivi indirizzi IP.Il furto di identità ha permesso ai cybercriminali di accedere alle informazioni presenti nella zona root del DNS, oltre ai dati degli utenti che fanno uso del sistema, incluse email e hash delle password. Il rischio, a questo punto, è che gli ignoti autori della breccia sfruttino le informazioni così acquisite per perpetrare nuovi e più pericolosi attacchi alle infrastrutture e alle aziende che operano con la Rete. ICANN (Corporation for assegnati nomi e numeri di Internet), che ha attribuito i nomi dei domini, siti web, sarà sotto il controllo degli Stati Uniti alla fine del prossimo anno. A sottolinearlo è Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che ritiene fondamentale l'implementazioni di migliori sistemi di sicurezza informatica e maggiore collaborazione tra le forze di polizia postale di tutto il mondo, stante l'indubbia transnazionalità del fenomeno dell'hacking.

Sette ragazze adolescenti incinte dopo una gita scolastica.

Sette ragazze adolescenti incinte dopo una gita scolastica. Un'escursione fatidica di una classe di una scuola bosniaca fa oggi notizia. Sette ragazze hanno riferito di essere rimaste incinte durante il viaggio d'istruzione. La gita scolastica di cinque giorni riguarda una classe di una scuola della Bosnia è ovviamente qualcosa è andato fuori controllo. Le sette ragazze hanno un'età comprensiva tra i 13 e i 14 anni. "E 'ovvio che ci sono omissioni da parte dei genitori, ma anche delle istituzioni scolastiche". Il problema sembra interessare l'intero paese. E' preoccupante sia il numero di ragazze sessualmente attive di età compresa tra i 13 ed i 15 anni di età, che il numero di donne minorenni in gravidanza. Ora nel paese si discute per la mancanza di istruzione e di educazione sessuale. Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” accompagnare gli studenti nei viaggi d'istruzione è diverso rispetto a dover fare lezione in classe. Bisogna controllare che non succeda nulla ed assicurarsi che tutti i ragazzi siano al sicuro. Ma non sempre ci si riesce. Molto spesso, infatti, durante tali occasioni gli adolescenti vivono il loro primo impatto con il sesso, presi dalla loro voglia sfrenata di libertà. La lontananza dei genitori, che li attendono trepidanti a casa, la complicità con i compagni di classe, non sono altro che ingredienti utili a far sì che la gita scolastica si riveli un’ opportunità concreta per vivere la fatidica prima volta. Per questo diversi insegnanti ritengono che non ne valga la pena: troppi rischi e troppe implicazioni penali e civili. Così negli ultimi 10 anni il numero degli insegnanti disponibili ad accompagnare gli studenti in gita si è dimezzato.

mercoledì 17 dicembre 2014

Ancora decisioni antitaliane dalla Svizzera. Un italiano di terza generazione espulso dalla Svizzera.

Ancora decisioni antitaliane dalla Svizzera. Un italiano di terza generazione espulso dalla Svizzera. Ha commesso alcuni reati. Ma è nato in Svizzera, parla il dialetto bernese ed è sposato con una svizzera. In Italia conosce solo lontani parenti L'antitalianità d'Oltralpe conosce purtroppo anche il placet di alcune autorità. Un italiano di terza generazione, per come reso noto dalla stampa locale, deve lasciare la Svizzera dopo aver scontato diversi anni di prigione. La decisione in questione è stata presa dal Tribunale amministrativo del canton Berna. Le "gravi colpe" dell'uomo sarebbero di per sé sufficienti a giustificare l'espulsione, si legge nella sentenza pubblicata in data odierna. Il cittadino, un trentatrenne d'origini italiane ma nato in Svizzera, fra il 2007 e il 2011 è stato condannato a pene detentive di più anni, per rapina, furto e altri reati. Dopo la seconda sentenza, il Cantone ha deciso per l'espulsione. Il Tribunale amministrativo ha oggi confermato questa linea. L'uomo, per quanto è dato sapere, è attualmente a piede libero, ma avrà tempo fino al 15 gennaio 2015 per lasciare il Paese. Non è ancora chiaro se ci sarà un ricorso presso il Tribunale federale. L'italiano, nell'impugnare la decisione del Cantone, aveva però ricordato di essere nato in Svizzera, di parlare il dialetto locale e di essere sposato con una cittadina elvetica. In Italia conosce invece solo lontani parenti. Insomma, per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta di una decisione che manifesta il sentimento di antitalianità crescente, presente anche tra alcune istituzioni d'Oltralpe, che non può non essere oggetto di una presa di posizione da parte delle nostre autorità, prime fra tutte il Ministero degli Esteri e la nostra rappresentanza diplomatica in Svizzera prima che si trasformi in vera e propria xenofobia non solo a danno dei nostri connazionali e dei transfrontalieri, ma soprattutto per coloro che da generazioni hanno ormai residenza stabile, anche per nascita, al di là delle Alpi.

Archeomafie e traffico illecito internazionale di reperti archeologici: L'Italia blocchi il commercio di beni culturali rubati in Siria

Archeomafie e traffico illecito internazionale di reperti archeologici: l'Italia blocchi il commercio di beni culturali rubati in Siria Nell’era delle vendite su internet, il commercio illecito di beni culturali rubati o esportati illegalmente dai paesi soggetti a sommovimenti popolari o guerre civili, trova terreno assai fertile. Come già accaduto, per esempio, con la “Guerra del Golfo”, il peggioramento della situazione geopolitica degli stati dell'area mediorientale, ha portato ad un amplificazione del fenomeno della dispersione illegale, la cui crescita risulta essere in espansione per come segnalato a seguito d'inchieste internazionali e che vede l'Italia quasi da obbligato crocevia per i traffici illeciti di opere d’arte, libri antichi, documenti e reperti verso l’estero. Questa volta tocca alla Siria, dove il grande patrimonio storico artistico ed archeologico rischia di essere gravemente disperso e depauperato dalla permanente crisi politica che stenta a trovare una soluzione come ci documentano i flussi di profughi che arrivano sulle nostre coste quotidianamente. Elementi che ci permettono di affermare che su internet ci sono delle offerte a dir poco dubbiose. Questa constatazione, rileva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, deve spingere l'Italia a bloccare in ogni modo l'importazione, l'esportazione, il transito, la vendita, la distribuzione, l'intermediazione e l'acquisto di beni culturali appartenenti al patrimonio culturale della Siria qualora si possa ragionevolmente sospettare che i beni siano stati rubati o esportati illegalmente da questo Paese.

martedì 16 dicembre 2014

Cassazione: il furto nel supermercato è solo tentato furto.

Cassazione: il furto nel supermercato è solo tentato furto. Il "monitoraggio" dell'azione furtiva, di fatto, ne impedisce l'attuazione I taccheggiatori che nascondono la refurtiva sotto ai vestiti se scoperti dal personale del negozio e beccati all'uscita non rischiano una condanna per furto. ma solo per tentato furto, con una pena più mite, diminuita da un terzo a due terzi anche se il reato è punito con il carcere da sei mesi a tre anni. A stabilirlo sono le Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza n. 52117, che ha riconosciuto una linea morbida che si impone, visto che la vigilanza e il possesso della merce da parte del soggetto danneggiato non sono mai venuti meno. Il fatto riguarda una coppia di Bergamo che ha cercato di trafugare da un supermercato tre flaconi di profumo, del caffè e dei biscotti. I due avevano rimosso la placchetta antitaccheggio e nascosto la merce sotto ai vestiti; arrivati alle casse avevano pagato solo un prodotto e si erano avviati all'uscita, dove però erano stati fermati da un addetto alla sicurezza che li seguiva a vista, essendosi accorto da prima del loro comportamento. La Corte, ha stabilito che "il monitoraggio" dell'azione furtiva, che sia operata dai dipendenti o da telecamere, e il conseguente intervento a tutela della proprietà della merce "impediscono la consumazione del delitto di furto, che resta allo stadio del tentativo, in quanto l'agente non ha conseguito, neppure momentaneamente, l'autonoma ed effettiva disponibilità della refurtiva, non ancora uscita dalla sfera di vigilanza e di controllo" del soggetto danneggiato. Non è sufficiente di conseguenza lo spostamento della cosa "dal luogo in cui si trova", in quanto "la vendita self service abilita l'avventore al prelievo", né vale l'obiezione che solo la sorveglianza dell'addetto abbia impedito di trafugare la refurtiva, poiché "non è in discussione la sussistenza della attività delittuosa" ma "la relativa definizione giuridica". Tra l'altro il delitto "tentato" si caratterizza proprio "per la mancata verificazione dell'evento dovuta a cause indipendenti dalla volontà dell'agente". Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” il massimo organo della Cassazione è stato chiamato a fare chiarezza tra orientamenti contrapposti. In questi casi si tratta di furto consumato o va derubricato a tentativo, e il reato si compie al momento dell'occultamento o solo quando si è varcata l'uscita senza pagare.