domenica 31 dicembre 2017

WhatsApp bloccato in mezza Europa. L'applicazione di messaggistica è momentaneamente inaccessibile per numerosi utenti

WhatsApp bloccato in mezza Europa. L'applicazione di messaggistica è momentaneamente inaccessibile per numerosi utenti Milioni di persone nel panico questa sera: gli utenti di Whatsapp in questi minuti stanno avendo difficoltà ad accedere alla famosa applicazione di messaggistica istantanea per smartphone. Secondo le segnalazioni, la panne sta colpendo principalmente il continente europeo e in particolare la Germania, la Svizzera, l’Italia, la Spagna, l’Ungheria e buona parte del Regno Unito. Altre zone colpite includono l'India e alcune località del Brasile. Il motivo del malfunzionamento non è al momento noto, ma potrebbe essere causato dallo scambio di auguri per l'imminente anno nuovo. Chi tenta di inviare un messaggio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rimane diversi minuti a guardare il simbolo dell'orologino prima di accorgersi che il servizio non funziona.

Donne alla guida? Sono una sicurezza

Donne alla guida? Sono una sicurezza. Statistiche sugli incidenti e osservazioni degli psicologi del traffico sfatano il detto “donne al volante, pericolo costante”. A parità d'incidenti, in base ai chilometri percorsi, quelli causati dagli uomini sono più gravi Il vecchio adagio "donna al volante pericolo costante" è da tempo un falso mito già soppiantato dalle statistiche sulle strade di mezzo mondo. Perchè quello che veniva chiamato "gentil sesso" rappresenterebbe una sicurezza alla guida più degli uomini, secondo i dati rivenienti dagli incidenti, ma anche dalle osservazioni degli psicologi del traffico. A tal proposito, lo “Sportello dei Diritti” ritiene molto interessante quanto riportato dall'Ufficio prevenzione e infortuni (Upi) svizzero, il centro elvetico che ha mandato federale per la prevenzione degli infortuni al servizio della popolazione, secondo cui le donne al volante sarebbero più disciplinate e si assumerebbero meno rischi rispetto agli uomini, e ciò benché abbiamo meno esperienza. Rispetto agli uomini, rileva in particolare la psicologa Uwe Ewert dell'Upi, le donne non amano la velocità e sono meno spesso sotto l'influenza dell'alcool. Questi due fattori di rischio distinguono chiaramente, a dire degli esperti, i due sessi quando sono al volante. Il numero di incidenti è più o meno uguale quando vengono messi in relazione ai chilometri percorsi, con però una differenza fondamentale. «Gli incidenti causati dagli uomini risultano molto più gravi rispetto a quelli provocati da donne», evidenza la Ewert. La possibilità di ferirsi gravemente o di morire è nettamente più alta tra gli esponenti del sesso "forte". Le donne guidano molto di meno sulle autostrade, dove il rischio di incidenti è più basso. Mentre causano numerosi incidenti agli incroci. Da un punto di vista statistico, gli uomini sono due volte più numerosi rispetto alle donne ad essere coinvolti in incidenti gravi, secondo un'analisi dell'Upi. In Svizzera, nel 2016, si sono registrati 2600 uomini coinvolti in incidenti gravi rispetto a 1400 donne. Gli incidenti gravi causati da donne sono dovuti in buona parte al non rispetto della precedenza: sono due volte più frequenti degli incidenti causati da disattenzione o eccessiva velocità, e otto più elevati rispetto agli incidenti provocati dall'alcool. Tra gli uomini, il mancato rispetto della precedenza è la causa principale di incidenti, ma tale dato è solo due volte più elevato rispetto alla disattenzione, la velocità o l'alcool che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si confermano le cause principali di sinistri stradali sulle strade europee e per le quali è corretto l'incremento di misure dei governi tesi sanzionare i comportamenti che mettono a repentaglio la sicurezza e l'incolumità dei cittadini.

Titoli di coda su una bevanda alcolica cult: bere gin (o altri superalcolici) rende tristi.

Titoli di coda su una bevanda alcolica cult: bere gin (o altri superalcolici) rende tristi. Uno studio britannico conferma una voce popolare secondo cui rum, gin, vodka e altri spiriti provocano depressione più del vino o della birra Non è più solo una voce popolare quella secondo cui i superalcolici sarebbero causa di depressione. Un ampio studio britannico ha dimostrato che bere alcolici cult come il gin, rende tristi. È così che il gin colpisce la nostra mente. Alcuni ricercatori hanno voluto scoprire come le diverse bevande alcoliche influenzano le menti dei consumatori. È diventato chiaro, per quanto riportato sul British Telegraph , che gli spiriti causano episodi molto più depressivi rispetto a chi assume vino o birra. Il professor Mark Bellis, direttore del Dipartimento di sanità pubblica del Galles, ha dichiarato al giornale: "Per secoli, la storia di rum, gin, vodka e altri spiriti è stata tragica ed è vero che sono più associati alle lacrime [...] Mentre crescenti livelli di alcol riducono la capacità del cervello di sopprimere le emozioni impulsive o valutare le conseguenze della loro vita.". Soprattutto il gin è spesso associato alla provocazione di esplosioni emotive. Nel 17 ° secolo, in Inghilterra la bevanda era addirittura chiamata "la rovina della madre". Dopo che il governo aveva autorizzato la produzione di gin senza licenza, sono sorte migliaia di distillerie e la bevanda economica è stata consumata in grandi quantità, soprattutto dalle donne povere. È stato quindi accusato di infertilità e presumibilmente ha causato un declino nella popolazione di Londra. Non c'è, quindi, da stupirsi che il gin sia associato alle lacrime. E se lo dicono dalla patria di questo superalcolico si tratta, quindi, di un'ulteriore conferma - rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” associazione che tra le sue molteplici attività si batte contro la diffusione e l'abuso di alcolici - che bere alcol fa male e provoca conseguenze dannose per la salute e per la nostra psiche.

sabato 30 dicembre 2017

Autostrade più care, arrivano nuovi aumenti nel 2018: automobilisti e camionisti dovranno sborsare più soldi. Lo Sportello dei diritti:"Così si tagliano le gambe alla ripresa".

Autostrade più care, arrivano nuovi aumenti nel 2018: automobilisti e camionisti dovranno sborsare più soldi. Lo Sportello dei diritti:"Così si tagliano le gambe alla ripresa". Amara sorpresa per chi è partito in vacanza nei giorni scorsi. Al rientro dalle ferie, in gennaio, troverà un inaspettato regalo da parte delle autorità italiane. A partire con il nuovo anno, infatti, le tariffe saranno "adeguate" dal Ministero dei Trasporti con ritocchi, diverse volte, decisamente consistenti. A titolo d’esempio, sulla tratta tra Aosta ovest e Morgex la tariffa crescerà del 52,69% (oltre 3 euro in più), mentre la tratta Milano-Torino aumenta di oltre l’8% rispetto al 2017. La Pedemontana lombarda, registrerà un aumento dell’1,7%, mentre chi andrà da Milano a Bergamo pagherà quasi il 5% in più, da 3,50 a 3,60 euro. Sulle vecchie autostrade il traffico è in netta crescita, gli addetti sono in continua diminuzione, gli ammortamenti completati, gli investimenti promessi (in cambio degli aumenti tariffari) non sono mai stati realizzati e nonostante questo il Governo autorizza aumenti consistenti. Critiche da Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, contro la politica lobbystica dei concessionari che sta letteralmente impoverendo tutta la mobilità del Paese: “Così si tagliano le gambe alla ripresa". E' inaccettabile dover sostenere nuovi aumenti dei pedaggi autostradali perché lo vogliono le lobby a scapito dei cittadini, che già devono affrontare una crisi economica generale.

Capodoglio spiaggiato a Porto Selvaggio, marina di Nardò. Dopo la pubblica denuncia dello “Sportello dei Diritti” arriva l’indagine della Procura della Repubblica di Lecce avviata dal Procuratore Leone De Castris.

Capodoglio spiaggiato a Porto Selvaggio, marina di Nardò. Dopo la pubblica denuncia dello “Sportello dei Diritti” arriva l’indagine della Procura della Repubblica di Lecce avviata dal Procuratore Leone De Castris. Si tratterebbe della prima inchiesta giudiziaria europea per l’accertamento delle cause della morte di questi mammiferi marini. Tra le possibili, i famigerati airgun per le prospezioni petrolifere Lo “Sportello dei Diritti” esprime grande soddisfazione dopo aver appreso dell’apertura di un’indagine da parte della Procura della Repubblica di Lecce a seguito del ritrovamento lo scorso 15 dicembre della carcassa del grande esemplare di capodoglio nelle acque di Porto Selvaggio, ed in particolare nella baia di Torre Uluzzo, marina di Nardò. Il fascicolo che sarebbe sul tavolo del Procuratore della Repubblica Leonardo Leone De Castris, ha sostanzialmente raccolto l’invito pubblico formulato dalla nostra associazione, circa il necessario accertamento delle cause della morte del grande mammifero marino, anche per i precedenti di numerosi ritrovamenti analoghi che si sono susseguiti negli ultimi anni e che non avevano fornito delle risposte circa eventuali responsabilità umane ed in particolare per la non astratta possibilità che a cagionarne la morte possano essere state le operazioni per le note attività di mappatura geologica che da tempo interessano i mari intorno all’Italia, e per quanto di competenza l’Adriatico e lo Jonio, con prospezioni sismiche a mezzo di air gun, le cui onde sonore provocano il disorientamento degli animali a insospettire più di qualcuno tra gli addetti ai lavori e in particolare chi ha a cuore l’ecosistema del Mediterraneo. È notorio, infatti, che da tempo nei nostri mari sono in corso ricerche tese ad individuare possibili giacimenti di gas o di petrolio ed il principale metodo utilizzato per individuare gli eventuali giacimenti consiste nella scansione dell'intera zona prescelta mediante dei dispositivi detti “airguns” (cannoni d'aria) che, trainati da apposite navi, emettono suoni per via dell'introduzione nella colonna d'acqua di aria ad altissimi livelli di pressione: l'eco di questi suoni, riflessa dal fondale, rivela presenza, profondità e tipologia del giacimento. In ogni caso, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” al di là degli esiti, l’inchiesta opportunamente e tempestivamente avviata dal Procuratore della Repubblica di Lecce e delegata alla Guardia Costiera di Gallipoli sarebbe la prima in Italia, se non in Europa, in una materia così delicata che potrebbe vedere contrapposti gli interessi generali e imprescindibili alla tutela ambientale e dei delicati equilibri degli ecosistemi marini con quelli di pochi tesi all’esclusivo sfruttamento delle risorse presenti sotto la superficie dei nostri mari da parte delle multinazionali dell’energia.

venerdì 29 dicembre 2017

È allerta per epidemia di origine alimentare da Norovirus in una partita di ostriche provenienti dalla Francia.

È allerta per epidemia di origine alimentare da Norovirus in una partita di ostriche provenienti dalla Francia. Rasff (il sistema di allerta rapido) dell’UE lancia l’allarme per rischio grave per la salute. Lo “Sportello dei Diritti": “non andrebbero mai consumate crude. Il mollusco è considerato un veicolo naturale del virus” Attenzione alle ostriche provenienti dalla Francia, dove è stata sospesa la commercializzazione di una partita in seguito alla presenza di norovirus, ovvero la causa più comune di gastroenteriti acute di origine non batterica. Per questo motivo la partita francese del ricercatissimo simbolo del cenone di Capodanno ha subìto uno stop da parte del sistema di allerta rapido per gli alimenti e i mangimi europeo (RASFF). Anche se il lotto incriminato (presumibilmente) è stato ritirato dal mercato occorre essere prudenti e quando si va in pescheria, controllare sempre la provenienza. È stato proprio il sistema di allerta comunitario a segnalarlo, avviando una campagna di ritiro e di richiamo, fra i prodotti contaminati distribuiti anche in Italia. Nello specifico nella notifica numero 2232/2017 del 29/12/2017, si segnalano le ostriche vive (Crassostea gigas), analizzate il 12/12/2017, collegate ad un'epidemia di origine alimentare. Il Norovirus è uno degli agenti patogeni più sfuggenti, ma anche uno dei più diffusi tra la popolazione. Il periodo di incubazione del virus è di 12-48 ore, mentre l’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. I sintomi sono: nausea, vomito, diarrea acquosa, crampi addominali. In qualche caso c'è anche la febbre. Negli ultimi anni l’ipotesi che questo virus abbia un’incidenza comparabile a quella di batteri come Escherichia coli o Salmonelle è sempre più una certezza. Potrebbe essere la causa delle gastroenteriti che spesso vengono confuse con altre infezioni e non sono riconosciute. Per questo la comunità scientifica sta cercando di affrontare meglio il problema, prendendo spunto anche da casi specifici come quello delle ostriche, consumate crude e contaminate che si registrano sempre con maggiore frequenza. Occorre però sottolineare che ostriche e molluschi bivalve sono solo una parte dei veicoli a fianco di altri “mezzi” come acqua, frutta e verdura. Per questo motivo, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non andrebbero mai consumate crude anche se questo comportamento stride con molte abitudini e tradizioni culinarie. Di qui l’invito ad analizzare con molta attenzione i frutti di mare e soprattutto di consumarli solo cotti, anche perché è stato dimostrato che il norovirus resiste per settimane nei tessuti del mollusco, e non viene eliminato con le normali depurazioni industriali realizzate prima della vendita.

Lotta all’obesità. Arriva il cerotto per combattere l’eccesso di grasso corporeo

Lotta all’obesità. Arriva il cerotto per combattere l’eccesso di grasso corporeo. Un team di ricercatori della Nanyang Technological University di Singapore avrebbe sviluppato un dispositivo che potrà ridurre il grasso corporeo del 30% in meno di un mese senza dover praticare sport Nella lotta all’obesità arriva l’annuncio di un nuovo metodo rivoluzionario sviluppato da scienziati della Nanyang Technological University di Singapore. L’equipe di ricerca avrebbe inventato un cerotto di un centimetro quadrato in grado di trasformare i grassi “cattivi” in grasso bruno che, invece di immagazzinare grassi, brucia calorie. Il cerotto, coperto da centinaia di micro-aghi, anche più sottili di un capello, inietta gradualmente una dose di due farmaci combinati che aiutano a perdere peso. Viene applicato sulla pelle per due minuti, mentre i micro-aghi penetrano nella pelle, prima di essere rimossi, consentendo al trattamento di avere effetto. Testato sui topi, il metodo ha permesso di ridurre l'aumento di peso e la massa grassa dei roditori di oltre il 30% in sole quattro settimane. "Anche se i cerotti sono stati molto efficaci nei topi, ci aspettiamo che saranno ancora più efficaci sugli esseri umani perché il nostro strato di grasso si accumula direttamente sotto pelle, così gli aghi saranno in grado di raggiungere il grasso. ancora più efficacemente", ha detto il professor Chen Peng, uno dei ricercatori del team. Questa nuova tecnologia sarà testata sull'uomo in uno o due anni. Tuttavia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, secondo quanto è stato rivelato, sarà necessario attendere tra cinque e dieci anni - se tutto andrà bene - per farlo arrivare sul mercato.

ALDI SUISSE ritira per rischio Listeria monocytogenes Poulet Snack nelle varietà classico. Non si possono escludere problemi di salute in caso di consumo

ALDI SUISSE ritira per rischio Listeria monocytogenes Poulet Snack nelle varietà classico. Non si possono escludere problemi di salute in caso di consumo A causa di una elevata presenza di Listeria monocytogenes in alcune confezioni di Poulet Snack, il dettagliante ALDI SUISSE richiama la varietà classica, con erbe e piccante della marca Böklunder. La presenza di Listeria monocytogenes è stata riscontrata dal produttore durante un controllo di routine, si legge in una nota odierna di ALDI, secondo cui non si possono escludere problemi di salute in caso di consumo. Da qui la decisione di un ritiro a titolo preventivo. Coinvolta la confezione da 150 g, nelle varietà classico, con erbe e piccante. L’articolo non può essere consumato e può essere restituito dai clienti in tutte le filiali ALDI SUISSE. Il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa. Per ulteriori informazioni il fornitore Zur Mühlen Gruppe ha attivato un servizio hotline raggiungibile al seguente numero: +49 157 7320 6217 (dal lunedì alla domenica dalle ore 08.00 alle 20.00). Il fornitore Zur Mühlen Gruppe si scusa per i disagi recati alla clientela. Quest’articolo è stato in vendita in tutte le filiali ALDI SUISSE AG. Non potendo escludere del tutto eventuali rischi per la salute, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda anche ai numerosi frontalieri italiani, massima allerta.

Non sono dovuti gli interessi e gli aggi indicati nella cartella esattoriale se non sufficientemente motivati.

Non sono dovuti gli interessi e gli aggi indicati nella cartella esattoriale se non sufficientemente motivati. Importante sentenza della Commissione Tributaria Regionale di Bari, sezione di Lecce che ha annullato gli interessi e gli aggi pretesi dal Fisco indicati in una cartella da oltre 800mila euro Va annullata la cartella esattoriale limitatamente alla non debenza degli interessi ed aggi perché non sufficientemente motivati. Così l’importante sentenza n. 3802/2017, depositata il 22/12/2017 e ritirata in data odierna, emessa della Commissione Tributaria Regionale di Bari – Sez. 23 – di Lecce che ha accolto le tesi difensive esposte dall’avvocato Maurizio Villani che difendeva un’azienda salentina nella sua qualità di contribuente che aveva ricevuto una cartella di pagamento di oltre ottocentomila euro. Infatti, nelle cartelle esattoriali gli interessi ed aggi devono essere indicati in modo preciso e chiaro per consentire al contribuente di effettuare la ricostruzione del calcolo operato e verificare, quindi, la correttezza di quanto richiesto. I giudici leccesi hanno correttamente applicato principi già espressi dalla Corte di Cassazione – Sez. Tributaria – con le sentenze nn. 4516/2012, 24024/2015 e 9799/2017. Infatti, i giudici di legittimità hanno precisato che la cartella esattoriale, quando non sia stata preceduta da avviso di accertamento, deve essere motivata in modo congruo, sufficiente ed intellegibile, tale obbligo derivando dai principi di carattere generale indicati, per ogni provvedimento amministrativo, dall’art. 3 della Legge n. 241 del 1990, e recepiti, per la materia tributaria, dall’art. 7 della Legge n. 212 del 2000 (Statuto dei Diritti del Contribuente), come peraltro già chiarito dalla stessa Corte di Cassazione con la sentenza n. 26330 del 16/12/2009. Il contribuente non deve svolgere difficili indagini matematiche e finanziarie per comprendere come si sia arrivati alla cifra iscritta a ruolo, perché in tal modo viene violato il suo diritto di difesa, come chiaramente precisato dalla succitata sentenza n. 4516/2012 della Corte di Cassazione – Sez. Tributaria -. Pertanto, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i contribuenti possono tempestivamente impugnare le cartelle esattoriali se manca un riferimento chiaro e preciso sul calcolo degli interessi e degli aggi.

Acqua naturale Viviland Fonte Valle Reale da 1,5 l ritirata da MD.

Acqua naturale Viviland Fonte Valle Reale da 1,5 l ritirata da MD. L’azienda di distribuzione alimentare comunica il richiamo di un lotto destinato ai soli punti vendita del Sud “per potenziale contaminazione microbica” e invita i consumatori a riportarlo per il rimborso. Lo “Sportello dei Diritti”: ancora un richiamo alimentare non pubblicato sul portale del Ministero della Salute Con una semplice locandina su foglio bianco affissa il 22.12.2017 in alcuni punti vendita, MD S.p.A., impresa della distribuzione alimentare, ha comunicato il richiamo di Acqua naturale Viviland Fonte Valle Reale da 1,5 l relativa ad un lotto specifico di produzione. In particolare, l’azienda ha invitato a riportare il lotto “B 7289 A” con scadenza 17.04.2019 destinato ai soli punti vendita del Sud “per potenziale contaminazione microbica”, ai fini del relativo rimborso. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è importare prestare attenzione alla comunicazione in questione perché, con tutta probabilità e dal tenore della locandina, è assai presumibile che il prodotto sia stato già distribuito ai consumatori ed in assenza di ulteriori notizie in merito è bene riportarlo con la massima solerzia presso il punto vendita d’acquisto. Tuttavia, è opportuno rilevare che ancora una volta, come in casi analoghi di altri prodotti alimentari, non risulta alcuna pubblicazione della comunicazione sul portale del Ministero della Salute dedicato agli avvisi di richiamo alimentare da parte degli operatori.

giovedì 28 dicembre 2017

NaturaSì richiama Brioches vuota e Brioches albicocca per la possibile presenza di frammenti di plastica dura. Il prodotto NON VA CONSUMATO

NaturaSì richiama Brioches vuota e Brioches albicocca per la possibile presenza di frammenti di plastica dura. Il prodotto NON VA CONSUMATO NaturaSì ha pubblicato l’avviso di richiamo delle confezioni di Brioches con farina integrale macinata a pietra e Brioches all'albicocca con farina integrale macinata a pietra prodotte per EcorNaturaSì spa - Via L. De Besi 20/C - Verona da FRACCARO SPUMADORO S.P.A. sede e stabilimento via Circonvallazione Ovest, 25/27 Castelfranco V.to (TV) per la possibile presenza di frammenti di plastica dura nel prodotto. A essere interessato dal richiamo le confezione da Brioches con farina integrale macinata a pietra - 5x35g Ecor da consumarsi preferibilmente entro lo 03/03/18 e Brioches all'albicocca con farina integrale macinata a pietra - 5x45g Ecor da consumarsi preferibilmente entro lo 03/03/18. Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, non esclude che l’ingerimento del prodotto possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione. Per tale ragione NaturaSì invita i consumatori che hanno acquistato il prodotto in questione a non consumarlo, ma a riportarlo presso il punto vendita d’acquisto dove si provvederà al rimborso e a chiarire eventuali dubbi.

Claire's Accessories richiama in USA nove prodotti per il trucco a causa delle preoccupazioni per la possibile presenza di amianto

Claire's Accessories richiama in USA nove prodotti per il trucco a causa delle preoccupazioni per la possibile presenza di amianto Claire's Accessories, un noto brand americano specialista nella bellezza sbarcato da un po' anche in Italia, ha richiamato diversi prodotti dopo che sono emerse preoccupazioni in relazione alla possibile presenza di amianto in alcuni di essi. A riferirlo USA Today dopo che una madre di Rhode Island, Kristi Warner, aveva avuto dei sospetti circa i componenti del trucco glitter di sua figlia e l’aveva inviato a un laboratorio indipendente per dei test. Secondo la donna, il trucco è risultato positivo per la presenza di cristalli di tremolite che è classificata, anche dalla normativa italiana, come amianto (se asbestiforme). Comprensibilmente preoccupata, la Warner, che lavora per uno studio legale, ha acquistato più prodotti dai negozi Claire’s in diversi stati ed ha fatto svolgere delle analisi. I test hanno dimostrato la presenza di tremoliti di amianto in tutti i prodotti. Il 23 dicembre, Claire ha risposto sui social media, scrivendo che "... la sicurezza dei nostri clienti è di fondamentale importanza e siamo appassionati della sicurezza e dell'integrità dei nostri prodotti., Come risultato della recente inchiesta di WJAR- TV, abbiamo preso la misura precauzionale di ritirare gli articoli in questione dalla vendita e condurremo un'indagine immediata sui presunti problemi ". Il 28 dicembre è seguita una dichiarazione aggiuntiva in cui si legge: "Abbiamo incaricato un laboratorio indipendente per testare i prodotti citati al fine di determinare se le notizie recenti sono accurate. Nel frattempo abbiamo interrotto le vendite dei prodotti e stiamo emettendo rimborsi completi ai clienti interessati. Come sempre, la sicurezza dei nostri clienti e dei prodotti è la nostra priorità assoluta". Sebbene ci fossero rapporti precedenti che riguarderebbero fino a 17 prodotti, Claire's ha fornito un elenco di nove prodotti soggetti a richiamo che risultano essere i seguenti con i relativi codici di produzione: - Ultimate Mega Make Up Set, code 71844; - Metallic Hot Pink Glitter 48 Piece Makeup Set, code 76094; - Pink Glitter Cellphone Makeup Compact, code 26556; - Bedazzled Rainbow Heart Makeup Set, code 11767; - Rainbow Bedazzled Star Make Up Set, code 20926; - Rainbow Glitter Heart Shaped Makeup Set, code 97275; - Mint Glitter Make Up Set, code 74769; - Rainbow Bedazzled Rectangle Make Up Set, code 21044; - Pink Glitter Palette with Eyeshadow & Lip Gloss, code 97276. È possibile visualizzare l'elenco completo ufficiale dei prodotti richiamati con le immagini associate al seguente link http://www.claires.com/product-and-safety.html?lang=en_GB Nonostante i noti e conclamati pericoli per la salute pubblica - che vanno dal cancro ai polmoni e il mesotelioma ad altre malattie polmonari - gli Stati Uniti sono uno dei pochi paesi industrializzati che non ha ancora completamente vietato l'uso e l'importazione di prodotti di amianto. In effetti, è possibile trovare ancora amianto in beni di uso comune come parti di veicoli e isolanti. Non è chiaro, se i prodotti oggetto di richiamo siano esportati anche in Europa ed in Italia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Tuttavia, proprio sul sito ufficiale di Claire’s è presente il numero verde 800 596 341 destinato ai consumatori italiani per avere ulteriori informazioni.

Oms: "Gaming disorder" ossia l'ossessione per video giochi diventa malattia mentale

Oms: "Gaming disorder" ossia l'ossessione per video giochi diventa malattia mentale L'ossessione per i video giochi diventa malattia mentale: il "gaming disorder", ossia il disturbo da gioco è stato incluso nella lista dell'OMS delle malattie per il 2018. Lo ha stabilito l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms): un disturbo è un "comportamento ricorrente o persistente di sufficiente gravità" da risultare un'invalidità significativa a diversi livelli. Un simile comportamento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, lo si nota quando si dà priorità al gioco nonostante le conseguenze e lungo un periodo di un arco di tempo di almeno un anno. Gregory Hartl, portavoce dell'Oms, ha anche sottolineato che per ora si tratta solo di una descrizione a livello clinico del disturbo, non ci sono, quindi, opzioni per la prevenzione o la cura.

Un uomo scopre sul giornale d'essere morto. E' accaduto a Natale ad un cittadino francese

Un uomo scopre sul giornale d'essere morto. E' accaduto a Natale ad un cittadino francese Conoscenti in lacrime, parenti preoccupati,....Natale imprevisto a casa di un uomo residente nella città francese di Ferte-Bernard (Sarthe, West). Sulla pagina dei necrologi di due giornali locali, il Municipio aveva infatti aveva fatto pubblicare con inserzioni fuorvianti il nome dello sfortunato che annunciavano la sua morte. In realtà si trattava di uno scherzo di pessimo gusto, "scoperto" a distanza di due giorni, quando qualcuno, si è anche recato a casa del morto per le rituali condoglianze. Nel giro di poco, tuttavia, si è scoperto che non era morto. A quel punto il Municipio ha subito fatto pubblicare la smentita. Il fatto, naturalmente, è stato denunciato alla locale Gendarmeria che ha avviato le indagini. Ora, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si dovranno chiarire se il gesto è il frutto di un’esplicita minaccia di morte o un atto di goliardia, uno scherzo di cattivo gusto, che qualcuno, forse amico dell’uomo, ha voluto fare sotto Natale.

Allarme Istat: Paese sempre più vecchio. Un terzo famiglie è single

Allarme Istat: Paese sempre più vecchio. Un terzo famiglie è single I problemi che affliggono l’Italia: Paese sempre più vecchio, con i single che ormai sono un terzo delle "famiglie", con pochi bambini che nascono e la speranza di vita che si allunga. Un quadro preoccupante quello che emerge dal "Rapporto Istat 2017". Il dato che spicca di più è quello delle famiglie composte da una sola persona: sono ormai un terzo del totale (passate da 20,5 a 31,6%) mentre si riducono quelle numerose con cinque o più componenti (da 8,1 a 5,4%). Continua il calo delle nascite, ma torna ad aumentare la speranza di vita: passa da 80,1 a 80,6 anni per gli uomini e da 84,6 a 85,1 per le donne. Nel 2016 si sono riempite 473'438 culle, 12.342 in meno rispetto all'anno precedente. E il calo delle nascite continua a essere affiancato dalla posticipazione dell'evento: le gravidanze avvengono, infatti, in età sempre più avanzata. Il Nord-Est è l'area geografica con la speranza di vita più alta anche nel 2016, mentre il Mezzogiorno è caratterizzato da una vita media più bassa. Aumentano i matrimoni ma ancora di più i divorzi: nel 2015 le nozze riprendono a crescere passando dai 189.765 dell'anno precedente a 194.377. Sul fronte delle separazioni si passa dalle 89'303 del 2014 a 91'706 del 2015 mentre per i divorzi l'aumento è decisamente più marcato: da 52'355 salgono a 82'469, un'impennata dovuta soprattutto all'entrata in vigore a metà 2015 del "divorzio breve". Dai dati dell'Istat sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, un dato sconfortante che emerge è che nel volgere di vent'anni, il numero medio di persone che compongono una famiglia è sceso da 2,7 (media 1995-1996) a 2,4 (media 2015-2016).

Resistenza agli antibiotici dei batteri: “rubano” il DNA.

Resistenza agli antibiotici dei batteri: “rubano” il DNA. Dalla Svizzera un’importante che conferma gli effetti negativi dell’abuso di antibiotici I batteri non sono solo in grado di sviluppare la resistenza agli antibiotici da soli, ma anche di “rubarla” da altri usando delle tossine. La scoperta è stata pubblicata dalla svizzera Università di Basilea sulla rivista "Cell Reports". L’equipe di ricerca, guidata dal professor Marek Basler ha dimostrato come determinati germi iniettino una miscela di proteine tossiche nei loro concorrenti in modo da farli scoppiare e carpire il loro materiale genetico, accumulando così resistenza. L'obiettivo è di moltiplicarsi in modo più indisturbato possibile. Il meccanismo crea problemi negli ospedali, dove i pazienti portano con sé numerosi bacilli e dove vengono utilizzati diversi antibiotici, contro cui si sviluppano così più spesso resistenze. La ricerca ha evidenziato che "l'uso frequente e spesso negligente di antibiotici" contribuisce a diffondere sempre più in fretta le resistenze. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un’ulteriore conferma degli effetti negativi dell’abuso di antibiotici che stanno rendendo sempre più virulenti i batteri e quindi più difficili da combattere.

Carrefour richiama 17 lotti di latte UHT Accadì Granarolo per presenza di grumi e di instabilità al riscaldamento o bollitura. NON RISULTANO RISCHI per la salute in caso di consumo.

Carrefour richiama 17 lotti di latte UHT Accadì Granarolo per presenza di grumi e di instabilità al riscaldamento o bollitura. NON RISULTANO RISCHI per la salute in caso di consumo. Dopo la segnalazione fatta il 22 dicembre dallo “Sportello dei Diritti”, anche le grandi catene dei supermercati richiamano alcuni prodotti Granarolo. Ieri l’annuncio rivolto ai consumatori è stato diramato anche dalla catena della grande distribuzione Carrefour e riguarda 17 lotti di latte UHT Accadì senza lattosio, prodotto dalla GRANAROLO S.p.A. con sede dello stabilimento a Soliera (MO), Via Verdi 74. I lotti del latte hanno evidenziato presenza di grumi e di instabilità al riscaldamento o bollitura del latte. Nello specifico si tratta dei lotti che sono consultabili sulla pagina internet del sito http://www.foodsafeit.com/carrefour-richiamo-latte-uht-granarolo/ .La difettosità, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non comporta problemi di sicurezza del prodotto e di salute dei consumatori. Carrefour, a scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei propri clienti, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto con medesimi lotti di appartenenza, di riportarlo al punto vendita. Contatti per ulteriori informazioni CONTATTARE IL NUMERO VERDE: 800-805580

mercoledì 27 dicembre 2017

Epidemia di salmonella tra neonati collegata a lotti di latte artificiale contaminati della “Lactalis Group” in Francia.

Epidemia di salmonella tra neonati collegata a lotti di latte artificiale contaminati della “Lactalis Group” in Francia. Dopo la segnalazione del 3 dicembre scorso dello Sportello dei Diritti anche il Ministero della Salute rilancia l’allerta: “Epidemia in Francia di infezioni da salmonella agona collegata a preparazioni infantili distribuite a livello internazionale” Dopo la segnalazione del 3 dicembre scorso dello “Sportello dei Diritti”, anche il Ministero della Salute italiano rilancia l’allerta sull’aumento dei casi d’infezione in Francia da Salmonella Agona nei lattanti di età minore di sei mesi comunicato dalle autorità sanitarie transalpine il 2 dicembre. Com’è noto, infatti, le successive indagini hanno identificato un’epidemia di Salmonella enterica sierotipo Agona associata con preparazioni infantili prodotte dal gruppo Lactalis Nutrition Santé in Francia. Al 21 dicembre, sono stati identificati ben 35 casi confermati di infezione da Salmonella Agona fra i bambini d’età minore di sei mesi in diverse regioni della Francia. Sedici bambini sono stati ospedalizzati e tutti si sono completamente ripresi e non sono stati segnalati decessi. La nota ufficiale del Ministero della Salute, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata esclusivamente trasmessa via mail ed è stata pubblicata sul sito www.salute.gov.it http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=813&area=Malattie infettive&menu=vuoto L’epidemia era associata al consumo di quattro differenti marche di preparazioni infantili, inclusi prodotti destinati a lattanti con speciali necessità mediche. Il 10 dicembre, la Lactalis Nutrition Santé ha ritirato e richiamato oltre 600 lotti (oltre 7000 tonnellate) dei prodotti implicati che sono stati preparati dal 15 febbraio 2017 sino ad ora. I prodotti per l’infanzia implicati sono stati distribuiti internazionalmente in oltre 50 paesi e territori. Il 21 dicembre 2017, la Lactalis Group ha effettuato un nuovo richiamo includendo tutti i prodotti per lattanti e nutrizionali preparati o confezionati nell’impianto di Craon da febbraio 2017. Sono in corso interventi per rintracciare la distribuzione dei prodotti inclusi in questo richiamo ampliato e saranno comunicati ai paesi colpiti attraverso INFOSAN quando vengono identificati. Interventi di sanità pubblica Le autorità francesi hanno ordinato la sospensione della commercializzazione e dell’esportazione e il richiamo di diverse preparazioni infantili prodotte dal gruppo Lactalis Nutrition Santé dal 15 febbraio 2017. Il 9 dicembre, le autorità sanitarie hanno emanato tre allerta ai farmacisti e alle strutture sanitarie in Francia per interrompere la consegna dei prodotti in questione. Le raccomandazioni per una possibile sostituzione appropriata sono pubblicate sul sito web del Ministero della Solidarietà e Salute. Al 15 dicembre 2017, le preparazioni infantili richiamate erano state esportate nei seguenti 48 paesi (inclusa la Francia) e territori: Afghanistan, Algeria, Andorra, Bahrain, Bangladesh, Burkina Faso, Cambogia, Cameroon, Cina, Congo, Cipro, Costa d’Avorio, Francia, Gabon, Georgia, Grecia, Guinea, Haiti, Hong Kong SAR (Cina), Iraq, Kosovo1, Kuwait, Libano, Madagascar, Mali, Monaco, Marocco, Olanda, Pakistan, Paraguay, Perù, Qatar, Romania, Arabia Saudita, Serbia, Seychelles, Slovenia, Spagna, Sudan, Svizzera, Taiwan (Cina), Togo, Turchia, Ucraina, Emirati Arabi Uniti, Vietnam, Yemen, Repubblica ex-Iugoslava di Macedonia. I prodotti erano anche stati distribuiti nei territori e dipartimenti francesi d’oltremare. Lavorando a stretto contatto con il punto di contatto d’emergenza in Francia della Rete Internazionale di Autorità per la Sicurezza Alimentare (INFOSAN), il Segretariato INFOSAN ha informato i punti di contatto d’emergenza INFOSAN (e i punti focali nazionali per il RSI) nei paesi riceventi esterni all’Unione Europea (UE) sui dettagli rilevanti inerenti la distribuzione per facilitare le loro indagini, il richiamo e le misure di gestione. I paesi appartenenti all’UE sono stati informati direttamente attraverso il Sistema di Allerta Rapido Europeo per alimenti e mangimi (RASFF). Nella valutazione del rischio effettuata dall’OMS è riferito che: I prodotti in questione sono a rischio di causare una grave infezione nei lattanti (gruppo suscettibile a rischio di malattia grave e complicazioni) che consumino i prodotti. Sono in corso gli accertamenti da parte delle autorità francesi per identificare la fonte dell’epidemia. Epidemie simili si sono verificate in precedenza, nonostante le strette misure preventive adottate. Le passate epidemie concernevano altre manifatture e localizzazioni geografiche multiple. Le preparazioni infantili in polvere non sono prodotti sterili. La Salmonella è comune negli ingredienti crudi e può sopravvivere in condizioni sfavorevoli e secche per lunghi periodi di tempo. Le preparazioni infantili con acqua tiepida possono permettere la crescita rapida/moltiplicazione delle Salmonelle inizialmente presenti con un basso livello di contaminazione, che possono, a loro volta, causare gravi malattie ed epidemie fra i lattanti. Raccomandazioni dell’OMS: L’OMS raccomanda di non applicare alcuna restrizione ali viaggi o al commercio con la Francia in base alle attuali informazioni disponibili su questo evento. Se bambini che hanno consumato questi prodotti dovessero mostrare sintomi quali diarrea con o senza febbre, si raccomanda ai genitori di contattare un dottore il più presto possibile. I casi individuati di Salmonella Agona dovrebbero essere segnalati alle autorità sanitarie nazionali. Si raccomanda ai consumatori di seguire le linee guida FAO/OMS per la preparazione, conservazione e manipolazione sicura di preparazioni infantili in polvere, disponibili online, al link seguente: • FAO/WHO guidelines on the safe preparation, storage and handling of powdered infant formula Nel caso in cui la sostituzione di alcuni dei prodotti in questione non fosse disponibile, le autorità francesi hanno raccomandato di scaldare le preparazioni infantili per due minuti a 70°C e lasciar raffreddare a 37°C prima di somministrarla al lattante. Ciò dovrebbe inattivare i batteri Salmonella. Questo provvedimento può essere utilizzato come una soluzione pratica provvisoria finché non si sia identificato un sostituto appropriato. Ulteriori informazioni sono disponibili ai link seguenti: • WHO fact sheet on Salmonella • List of recalled products: French health authorities recommend parents who still have boxes corresponding to these lots not to use them".

Coop richiama dagli scaffali alcuni lotti di latte Granarolo senza lattosio Accadì per presenza di grumi

Coop richiama dagli scaffali alcuni lotti di latte Granarolo senza lattosio Accadì per presenza di grumi. Nessun rischio per la salute dei consumatori. Dopo la segnalazione dello Sportello dei diritti anche le grandi catene dei supermercati richiamano alcuni prodotti Granarolo. L’annuncio rivolto ai consumatori è stato diramato dalla catena della grande distribuzione Coop e riguarda alcuni lotti di latte Accadì, che hanno evidenziato presenza di grumi e di instabilità al riscaldamento/bollitura del latte. Per questa ragione, in via precauzionale, la COOP, dopo la segnalazione fatta il 22 dicembre dallo “Sportello dei Diritti”, ne ha disposto il ritiro da tutti i supermercati. Nello specifico si tratta dei lotti del: Latte microfiltrato P.S. alta digeribilità Bene Sì Coop 1 litro SCADENZA dal 31/12/2017 al 5/01/2018; Latte Accadì 1% di grassi a lunga conservazione senza lattosio (<0,01%) con vitamine A e D3 SCADENZA 23/03/2018 - 22/03/2018; Latte Accadì 1% di grassi UHT a lunga conservazione senza lattosio (<0,01%) con vitamine A e D3 SCADENZA 15/03/2018 - 16/03/2018 - 17/03/2018 - 19/03/2018 - 20/03/2018 - 21/03/2018 - 22/03/2018; Latte Accadì scremato UHT a lunga conservazione senza lattosio (<0,01%) con vitamine A e D3 SCADENZA 16/03/2018 - 17/03/2018 - 22/03/2018 - 23/03/2018 - 24/03/2018; Latte Accadì parzialmente scremato UHT a lunga conservazione senza lattosio (<0,01%) SCADENZA 19/03/2018 - 20/03/2018 - 21/03/2018; Latte Accadì scremato UHT a lunga conservazione senza lattosio (<0,01%) con vitamine A e D3 SCADENZA 21/03/2018 - 22/03/2018. La difettosità, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non comporta problemi di sicurezza del prodotto e di salute dei consumatori. COOP precauzionalmente ha gia' ritirato il prodotto dalla vendita. Si invitano i consumatori che avessero acquistato il prodotto a non utilizzare il prodotto e restituirlo al punto vendita per il rimborso. Per informazioni si prega di contattare il numero verde 800-805580. L’avviso di richiamo dei prodotti e dei lotti è stato pubblicato sul sito dell'azienda.

martedì 26 dicembre 2017

Pacchi di Natale smarriti da Poste Italiane e corrieri. Tante segnalazioni allo “Sportello dei Diritti”.

Pacchi di Natale smarriti da Poste Italiane e corrieri. Tante segnalazioni allo “Sportello dei Diritti”. Il caso emblematico dei doni per il piccolo Matteo: plico con i regali per le Feste Natalizie per il neonato e la sua mamma misteriosamente «scomparso» nel tragitto dalla Puglia a Manchester. Sparito nel nulla nonostante la tracciabilità elettronica anche se è stato pagato un supplemento per la consegna veloce. E per avere informazioni telefoniche, c’è un numero a pagamento. Pronte azioni risarcitorie dello “Sportello dei Diritti” per tutti gli utenti che lamentano un analogo trattamento Nonostante si sia da un pezzo nel terzo millennio e l’informatizzazione delle procedure sia ormai la regola, anche il sol tentare di spedire un pacco o un plico attraverso Poste Italiane o corriere in qualsiasi periodo dell’anno può rivelarsi non solo impresa molto costosa, ma soprattutto inutile, perché dopo la fila allo sportello postale, la maniacale attenzione che tanti dedicano all’imballaggio e infine costi di spedizione sempre più onerosi, si rischia letteralmente di veder sparire nel nulla il «pacco». Non ne parliamo poi nel periodo delle Festività Natalizie quando di migliaia di piccoli e grandi doni accompagnati dal pensiero che una volta giunti a destinazione avrebbero potuto allietare e far sentire un po' più a casa o a manifestare affetto o stima, chi sta lontano centinaia o addirittura migliaia di chilometri, se ne perde completamente traccia. Ciò, nonostante, la tracciabilità elettronica e, magari, anche il pagamento di un supplemento per la consegna veloce perché si sperava che il collo, carico di un piccolo pensiero o di ogni ben di Dio arrivasse nelle mani della persona cara o stimata giusto in tempo per la Festa. E proprio dai casi emblematici, che insieme ai tanti che sono giunti nei giorni scorsi all’attenzione dello “Sportello dei Diritti”, vogliamo testimoniare attraverso il racconto di uno di questi, il grande disservizio cui siamo costretti noi italiani, specialmente in questo periodo, in cui aumentano a dismisura le spedizioni e di conseguenza le defaillance da parte di Poste Italiane e spedizionieri vari. Nei primissimi giorni di dicembre, per la precisione il 4, la nonna di Matteo, da poco nato nei pressi di Manchester in Inghilterra da mamma italiana, aveva ben pensato di preparare un pacco pieno di regali per il nuovo nato e sua madre. Con tutta la cura del mondo aveva deciso di spedirlo tramite Poste Italiane consegnandolo ad uno sportello di Lecce che poi, com’è noto si affida a SDA, società del Gruppo per le operazioni materiali di spedizione. Si tratta di un bel plico, di quasi 15 chili, preparato da una mamma del Sud per la propria figlia emigrata e poi realizzatasi all’estero e diventata da poco a sua volta mamma, imballato a regola d’arte, e dopo averlo etichettato con tutte le indicazioni corrette di mittente e destinataria, comprensive di numeri telefonici vari, per ogni eventualità, paga 37 euro, convinta che, non può non arrivare entro la settimana di Natale. Almeno così dovrebbe essere, perché viene anche rassicurata che pagando un supplemento si sarebbero ridotti anche i tempi. Ma così non è, purtroppo. Dopo quel 4 dicembre è iniziata un’odissea per quel pacco. La consegna, sinora, non è mai stata effettuata e in Inghilterra, mamma e papà del piccolo Matteo se ne sono fatti quasi una ragione perché nonostante le rassicurazioni iniziali non arriva nessun avviso, nessuna spiegazione né da parte di Poste Italiane né da SDA. Ovviamente mittente e destinatario controllano in continuazione da quei primi giorni di dicembre il cosiddetto tracking online di quel plico, che purtroppo risulta virtualmente bloccato in uno dei centri di spedizione italiani. Solo virtualmente. E così avviano una lotta surreale per avere quantomeno informazioni. Chiamano al numero dedicato, ma, beffa delle beffe la chiamata risulta a pagamento. Si tratta di un 199 i cui costi variano dai 5,67 ai 14,49 centesimi al minuto a seconda del giorno e della fascia oraria della telefonata. Insomma, alla fine, passato il Natale, viene quasi da gettare la spugna perché quei doni, quando arriveranno, se arriveranno, al di là del loro valore materiale, non avranno più lo stesso senso di quelli che si potevano scartare sotto l’albero. Non si tratta, purtroppo, di un caso isolato, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma di uno dei migliaia di casi di pacchi smarriti che si continuano a verificare nonostante il miglioramento delle tecnologie e delle tecniche di spedizione. Non bisogna mai dimenticare, che Poste Italiane, SDA, o qualsiasi spedizioniere, in qualità di vettore è responsabile civilmente ai sensi dell’articolo 1693 del codice civile della perdita o deterioramento del bene consegnatoli. In quanto tale, il vettore diviene custode del bene sol perché lo riceve. Per sottrarsi da questo tipo di responsabilità, lo spedizioniere non deve dimostrare di aver agito con diligenza ma fornire una prova negativa, vale a dire che la perdita del bene sia dipesa da caso fortuito, dalla natura o dai vizi delle cose stesse o dal loro imballaggio, o dal fatto del mittente o da quello del destinatario. È bene, quindi, sottolineare che il mittente, il destinatario o persona da essi delegata, in caso di smarrimento o danneggiamento del plico, sono legittimati a rivolgere un reclamo alle Poste nel termine di tre mesi decorrenti dalla data di spedizione; le Poste dovranno fornire una risposta nei 45 giorni successivi alla ricezione del reclamo. In caso di perdita totale del bene, il destinatario ha diritto ad ottenere il rimborso delle spese di spedizione e, a seconda della tipologia di spedizione, ha altresì diritto di vedersi riconosciuto il valore dichiarato del bene. Nel caso in cui non si ottenga risposta o venga negato il rimborso, o quello proposto non sia ritenuto congruo, si può adire l'autorità giudiziaria, previo esperimento dell’invito a negoziazione assistita, invocando la responsabilità per inadempimento. Sono troppi, però coloro che rinunciano a qualsiasi tipo di azione un po' per rassegnazione, un po' per inerzia o per disinformazione. Ecco perché noi dello “Sportello dei Diritti”, dopo le decine e decine di segnalazioni ricevute in questo periodo siamo pronti ad assistere tutti gli utenti che lamentano un analogo trattamento.

sabato 23 dicembre 2017

Su Amazon set per la circoncisione genitale

Su Amazon set per la circoncisione genitale. La notizia dall’Austria: un kit fai-da-te per praticare l’escissione del prepuzio di bambini e neonati che ha causato indignazione. Inserzione prontamente rimossa Tramite Amazon, l’azienda di commercio elettronico statunitense, con sede a Seattle nello stato di Washington nonché la più grande Internet company al mondo, si trova proprio di tutto. Ma pensare di trovare anche un set che consente di praticare la circoncisione genitale maschile a casa, forse questo fa pensare che è necessaria una costante e maggiore vigilanza proprio da parte delle aziende che vendono online prima che le inserzioni vengano pubblicate. Ecco perché la notizia ha provocato indignazione un po' dappertutto ed ovviamente Amazon ha reagito alla protesta provvedendo a cancellare l’inserzione dall’assortimento tra le migliaia e migliaia di prodotti che si possono trovare. È ovvio che qualsiasi tipo di chirurgia presenti dei rischi, specialmente se l'intervento è eseguito da persone non addestrate e praticato nei confronti di neonati e bambini. È lecito ed auspicabile, quindi, pretendere maggiore vigilanza, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per ogni tipo di vendita online, perché non si verifichino più episodi del genere.

Cadoro ritira lotto surgelato di vellutata di zucca e carote Bellavita

Cadoro ritira lotto surgelato di vellutata di zucca e carote Bellavita. Il prodotto non va assolutamente consumato, ma riconsegnato al venditore. Accertata la presenza del batterio Listeria monocytogenes Occhio ai prodotti sugli scaffali: Cadoro ha ritirato un lotto di vellutata di zucca e carote surgelata biologica a marchio Bellavita chiedendo ai clienti che l’avessero acquistato di non consumarlo e riportarlo al punto vendita. A spingere i supermercati Cadoro ad applicare il protocollo e diffondere l’avviso di richiamo è stata la presenza del batterio Listeria monocytogenes nel lotto L32117E con scadenza al 17/05/2019, distribuito dall’azienda produttrice, Pagan Srl. La vellutata coinvolta dal richiamo è venduta in buste da 550 g. Il batterio indicato nel richiamo si trova nell’acqua, nel terreno, nella vegetazione e nelle feci di diverse specie animali. Può contaminare diversi alimenti, tra cui latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte ed è responsabile della Listeriosi. L’infezione “si presenta principalmente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, con sintomi a carico del sistema gastrointestinale, ma in casi più gravi può essere causa di meningite (per esempio per anziani e persone immunocompromesse)”. In gravidanza, invece, può provocare aborti e parti prematuri. Anche se il rischio di infezione esiste anche in presenza di bassi livelli di carica batterica, soggetti adulti e in buona salute possono anche consumare alimenti contaminati senza presentare alcun sintomo. In caso contrario è necessario sottoporsi a una cura antibiotica.

Allerta RAPEX: conservante neurotossico in cosmetico, causa eczema e reazioni pericolose.

Allerta RAPEX: conservante neurotossico in cosmetico, causa eczema e reazioni pericolose. Trovata sostanza chimica metilisotiazolinone contenuta nella crema per le mani marca "Envie". Alcuni cosmetici contengono due molecole che dovrebbero essere scartate da qualsiasi prodotto non risciacquabile, secondo le recenti direttive europee. Uno tra i cosmetici più amati dalle donne ha dunque tra i suoi componenti un vero e proprio veleno. Si tratta dell’allergizzante Methylisothiazolinone (MIT) e del parente Metilcloroisotiazolinone (MCI), trovati nella crema per le mani "ENVIE". E a richiamare l'attenzione sul pericolo è l'allerta per contaminazione di "rischio serio" che è stata lanciata ieri, 22 dicembre dal Rapex, un sistema comunitario di allerta rapido per i prodotti pericolosi della Commissione Europea, con tanto di pubblicazione di una black list di cosmetici contaminati, su segnalazione del Ministero della Salute dell'Estonia. Il RAPEX sul suo sito al numero dell'avviso A12/1852/17, ha pertanto segnalato il ritiro della "Crema per le mani dermoprotettiva" della "ENVIE" confezionata in tubo bianco da 100 ml e precisamente l'articolo numero di lotto / codice a barre: 8032618832089; 8 10 12, prodotto in Italia. Secondo l’elenco degli ingredienti, il prodotto contiene metilisotiazolinone (MI) e metilcloroisotiazolinone (MCI). Il contatto cutaneo con prodotti che contengono MCI e MI possono provocare la dermatite da contatto allergica a persone sensibilizzate. Le autorità sanitarie europee hanno così allertato gli altri paesi e il consiglio è di non utilizzare questi prodotti cosmetici per rischio di reazioni allergiche. Il cosmetico è stato ritirato dalle vendite a scopo preventivo, poichè non è conforme al regolamento per i prodotti cosmetici. La American Contact Dermatitis Society, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha lanciato l'allerta sul METHYLISOTHIAZOLINONE ( in breve : MI) Contact Allergen of the Year per il 2013. In una ricerca pubblicata recentemente su Contact Dermatology una clinica di New York denunciava che hanno visto salire il numero di sensitizzazioni da MI dal 1.94% del 2009 al 6.02% nel 2012. Ma quello che ha reso clamoroso l’allarme per questo ingrediente cosmetico è stato un servizio della BBC dove si segnalavano 150 casi di risposte allergiche , più o meno gravi, ad un prodotto della Johnson & Johnson che lo contiene: la lozione solare 1 DAY LONG a marchio PIZ BUIN. Lo scandalo ha obbligato la J&J a comunicare che dall’estate 2014 questo prodotto è stato commercializzato con formula modificata: senza METHYLISOTHIAZOLINONE all’interno. Al solito di queste cose da noi proprio non si parla o si parla con negligente ritardo. Oggi il methyisothiazolinone ( in breve MI ) è presente in migliaia di diversi prodotti cosmetici. Visto che varie ricerche oltre ad indicare l’MI come un potente allergene a contatto lo segnalano come potenziale neurotossina, come è possibile che un ingrediente così problematico abbia avuto una così ampia diffusione ed utilizzo nonostante le severe e rigorose norme europee sulla sicurezza ?

Responsabilità medica: la decisione delle Sezioni Unite dopo la riforma Gelli-Bianco

Dopo la riforma Gelli-Bianco in tema di responsabilità medica in ambito penale, l’esercente la professione sanitaria risponde per imperizia se sbaglia a scegliere le linee-guida o ad attuarle con colpa grave. Anche le sole negligenza e imprudenza possono configurare il reato. Arrivano le direttive delle Sezioni unite penali della Cassazione su morte o lesioni al paziente Con la riforma attuata dalla legge Gelli-Bianco in tema di responsabilità medica, che ha innovato anche l’ambito penale introducendo l’articolo 590 sexies nel codice, le Sezioni Unite penali della Cassazione hanno ritenuto dover intervenire per fornire le linee guida giurisprudenziali, una sorta di “interpretazione autentica” della nuova normativa, attraverso l’informazione provvisoria 31/2017 pubblicata il 21 dicembre, che ha risolto il contrasto di giurisprudenza creatosi di recente. Queste, le soluzioni interpretative adottate dal Supremo Collegio, attraverso la suindicata informazione provvisoria, che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, costituiranno importanti regole sia per gli operatori del diritto che dovranno applicare la legge, che per coloro che dovranno tutelare vittime, pazienti e i loro prossimi congiunti, in tutte le vicende che potranno integrare responsabilità degli operatori sanitari. L'esercente la professione sanita risponde, a titolo di colpa, per morte o lesioni personali derivanti dall'esercizio di attività medico-chirurgica: a) se l'evento si è verificato per colpa (anche "lieve") da negligenza o imprudenza; b) se l'evento si è verificato per colpa (anche "lieve") da imperizia: 1) nell'ipotesi di errore rimproverabile nell'esecuzione dell'atto medico quando il caso concreto non è regolato dalle raccomandazioni delle linee-guida o, in mancanza, dalle buone pratiche clinico-assistenziali; 2) nell'ipotesi di errore rimproverabile nella individuazione e nella scelta di linee-guida o di buone pratiche che non risultino adeguate alla specificità del caso concreto, fermo restando l'obbligo del medico di disapplicarle quando la specificità del caso renda necessario lo scostamento da esse; c) se l'evento si è verificato per colpa (soltanto "grave") da imperizia nell'ipotesi di errore rimproverabile nell'esecuzione, quando il medico, in detta fase, abbia comunque scelto e rispettato le linee-guida o, in mancanza, le buone pratiche che risultano adeguate o adattate al caso concreto, tenuto conto altresì del grado di rischio da gestire e delle specifiche difficoltà tecniche dell'atto medico.

venerdì 22 dicembre 2017

OMS: Contagi da Vaiolo delle scimmie in Nigeria. Lo “Sportello dei Diritti”: turisti e viaggiatori prestino attenzione anche se il rischio di contagio è dichiarato “basso”

OMS: Contagi da Vaiolo delle scimmie in Nigeria. Lo “Sportello dei Diritti”: turisti e viaggiatori prestino attenzione anche se il rischio di contagio è dichiarato “basso” Lo scorso 20 settembre 2017, l’OMS ha ricevuto la notifica di una sospetta epidemia umana di vaiolo delle scimmie in Nigeria, e più in particolare nello Stato di Bayelsa. Le indagini di laboratorio sono state condotte da numerosi centri epidemiologici, e nel dettaglio: Centro Nigeriano per il Controllo delle Malattie (NCDC) Laboratorio di Referenza Nazionale, Istituto Pasteur di Dakar e Centro di Collaborazione OMS per gli ortopoxvirus, Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie degli Stati Uniti (US CDC) di Atlanta. Dal 4 settembre al 9 dicembre, sono stati segnalati 172 casi sospetti e 61 casi confermati in diverse parti del paese. I casi confermati dal laboratorio sono stati segnalati da quattordici stati (su 36 stati in totale)/territori: Akwa Ibom, Abia, Bayelsa, Benue, Cross River, Delta, Edo, Ekiti, Enugu, Lagos, Imo, Nasarawa, Rivers e Federal Capital Territory (FCT). I casi sospetti sono stati segnalati da 23 stati/territori che comprendono: Abia, Adamawa, Akwa Ibom, Bayelsa, Benue, Cross River, Delta, Edo, Ekiti, Enugu, Federal Capital Territory (FCT), Imo, Kaduna, Kano, Katsina, Kogi, Kwara, Lagos, Ondo, Oyo, Nasarawa, Niger, e Rivers. La maggioranza dei casi sono di sesso maschile (75%) e d’età compresa fra 21 e 24 anni (età mediana =30 anni). È stato segnalato un decesso in un paziente immunocompromesso che non riceveva terapia antiretrovirale. Si sono verificati cluster di casi all’interno degli stati, tuttavia non esistono evidenze di connessioni epidemiologiche fra stati. Inoltre, i risultati del sequenziamento genetico del virus isolato all’interno degli stati e fra stati diversi, suggerisce l’esistenza di fonti multiple di introduzione del virus nella popolazione umana. Sono in corso ulteriori indagini epidemiologiche. Risposta di sanità pubblica L’NCDC ha disattivato il suo Centro Operativo di Emergenza (EOC) e le attività di risposta saranno coordinate da un gruppo di lavoro tecnico che comprende tutti i partner attivi nella risposta. L’NCDC ha inoltre inviato team di risposta rapida (RRTs) in tutti gli stati in cui sono stati confermati casi ed inoltre fornisce supporto tecnico remoto agli altri stati. Sono in corso le attività di sorveglianza, indagine sui casi e rintraccio dei contatti. Il Sistema di sorveglianza e gestione della risposta alle epidemie (SORMAS) è iniziato il 4 novembre 2017 e viene utilizzato per migliorare la gestione dei dati e la mappatura in tempo reale dei casi e dei contatti. Sono state attivate strutture per la gestione dei casi, incluse unità d’isolamento, in cui viene fornita assistenza palliativa. Gli operatori sanitari hanno ricevuto una formazione sulla gestione dei casi e sono state diffuse informazioni al pubblico relativamente al rischio di vaiolo delle scimmie, tramite i mass media, diffondendo le principali informazioni, utilizzando comunicati stampa e conferenze stampa. Il vaiolo delle scimmie, una zoonosi rara che si verifica sporadicamente nelle aree forestali dell’Africa centrale e occidentale, è causata da un orthopoxvirus che può dare una malattia mortale. Le manifestazioni della malattia sono simili a quelle del vaiolo umano (eradicato nel 1980), tuttavia il vaiolo delle scimmie nelle persone è meno grave. La malattia è auto-limitante con una sintomatologia che generalmente si risolve entro 14-21 giorni. Il trattamento è solo di supporto. Si tratta della prima epidemia in Nigeria dal 1978. Il virus è trasmesso attraverso il contatto diretto con sangue, fluidi corporei e lesioni cutanee/mucose degli animali infetti (ratti, scoiattoli, scimmie, ghiri, scimpanzé, roditori del genere Rhabdomys e altri roditori). La trasmissione secondaria da persona a persona è limitata, tuttavia può verificarsi a seguito di esposizione ad aerosol respiratorio, al contatto con persone infette o con materiali contaminati. Durante le epidemie di vaiolo delle scimmie, il fattore d’infezione più significativo è l’aerosol respiratorio e il contatto diretto con i fluidi corporei, le lesioni cutanee del paziente o gli oggetti quali gli abiti recentemente contaminati dalle secrezioni del paziente o dagli essudati delle lesioni. In assenza di un trattamento specifico o di un vaccino, l’unico modo di ridurre l’infezione nelle persone consiste nell’aumentare le conoscenze delle persone sui fattori di rischio, quali lo stretto contatto con animali selvatici, inclusi i roditori, e nell’educare le persone relativamente alle misure che possono adottare per ridurre l’esposizione al virus. È importante implementare le misure di sorveglianza e l’identificazione rapida dei nuovi casi per contenere l’epidemia. I messaggi educativi di sanità pubblica dovrebbero focalizzarsi sui seguenti rischi: • ridurre il rischio di trasmissione dagli animali alle persone. Nelle regioni endemiche, le iniziative per prevenire la trasmissione dovrebbero focalizzarsi nell’evitare di consumare o di toccare animali malati o che vengono trovati morti nell’ambiente selvatico. Dovrebbero essere indossati guanti e altri indumenti protettivi appropriati quando si maneggiano animali malati o i loro tessuti infetti; • ridurre il rischio di trasmissione da persona a persona. Le persone infette da vaiolo delle scimmie dovrebbero essere poste in isolamento e dovrebbero essere applicate misure di prevenzione e controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie che ospitano pazienti infetti. Dovrebbero essere evitati i contatti fisici stretti con persone infette da vaiolo delle scimmie fino alla loro guarigione. Dovrebbero essere indossati guanti, maschere facciali e indumenti protettivi durante l’assistenza alle persone malate in qualsiasi luogo siano ricoverate. È importante lavarsi le mani dopo aver assistito o essersi recati in visita da una persona malata. In base alle informazioni disponibili, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’OMS raccomanda di non applicare alcuna restrizione ai viaggi o al commercio con la Nigeria o con le aree colpite. Attualmente il rischio che i viaggiatori internazionali vengano in contatto con il vaiolo delle scimmie in Nigeria è basso.

Glutine in spaghetti bio senza glutine di grano saraceno e amaranto «King Soba».

Glutine in spaghetti bio senza glutine di grano saraceno e amaranto «King Soba». Allerta di RASFF alle persone allergiche al glutine: "Si raccomanda non consumare il prodotto che è stato immediatamente ritirato dal commercio" Il Sistema europeo di allarme rapido (RASFF), ha informato i ministeri della salute degli stati membri UE della presenza di glutine negli spaghetti biologici di grano saraceno e amaranto «King Soba». I negozi BIO in Italia hanno immediatamente ritirato il prodotto coinvolto dagli scaffali. Nei punti vendita è stato posto un avviso. Nello specifico l'articolo in questione è: Spaghetti senza glutine di grano saraceno e amaranto «King Soba» 250 g Data minima di conservabilità: 31.08.2018 Lotto: 18816BR Punti vendita: varie drogherie e negozi di prodotti biologici. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda alle persone allergiche al glutine di non consumare il prodotto, che non costituisce invece alcun pericolo per coloro che non presentano tale allergia.

Granarolo richiama latte Accadì: ecco i prodotti ed i lotti

Granarolo richiama latte Accadì: ecco i prodotti ed i lotti Granarolo oggi ha richiamato, in via precauzionale, alcuni lotti di latte Accadì, che hanno evidenziato presenza di grumi e di instabilità al riscaldamento/bollitura del latte. Nello specifico si tratta dei lotti: LQ7325E LATTE UHT PS ACCADÌ 500 ML BOTTIGLIA 8002670163094 scadenza 20/03/2018; LQ7324E LATTE UHT PS ACCADÌ 500 ML BOTTIGLIA 8002670163094 scadenza 19/03/2018; LQ7326E LATTE UHT PS ACCADÌ 500 ML BOTTIGLIA 8002670163094 scadenza 21/03/2018; LQ7321E LATTE UHT SCREMATO ACCADÌ 500 ML BOTTIGLIA 8002670163100 scadenza 16/03/2018; LQ7322E LATTE UHT SCREMATO ACCADÌ 500 ML BOTTIGLIA 8002670163100 scadenza 17/03/2018; LQ7327E LATTE UHT SCREMATO ACCADÌ 500 ML BOTTIGLIA 8002670163100 scadenza 22/03/2018; LQ7328E LATTE UHT SCREMATO ACCADÌ 500 ML BOTTIGLIA 8002670163100 scadenza 23/03/2018; LQ7329E LATTE UHT SCREMATO ACCADÌ 500 ML BOTTIGLIA 8002670163100 scadenza 24/03/2018; LQ7324D LATTE ACCADI' UHT 1% VIT TEA 1LTX6 8002670163605 scadenza 19/03/2018; LQ7325D LATTE ACCADI' UHT 1% VIT TEA 1LTX6 8002670163605 scadenza 20/03/2018; LQ7320D LATTE ACCADI' UHT 1% VIT TEA 1LTX6 8002670163605 scadenza 15/03/2018; LQ7321D LATTE ACCADI' UHT 1% VIT TEA 1LTX6 8002670163605 scadenza 16/03/2018; LQ7322D LATTE ACCADI' UHT 1% VIT TEA 1LTX6 8002670163605 scadenza 17/03/2018; LQ7326D LATTE ACCADI' UHT 1% VIT TEA 1LTX6 8002670163605 scadenza 21/03/2018; LQ7327D LATTE ACCADI' UHT 1% VIT TEA 1LTX6 8002670163605 scadenza 22/03/2018; LQ7327D LATTE ACCADI’ UHT SCREMATO VIT TEA 1LTX6 8002670163186 scadenza 22/03/2018; LQ7326D LATTE ACCADI’ UHT SCREMATO VIT TEA 1LTX6 8002670163186 scadenza 21/03/2018; LQ7328X LATTE ACCADI’ UHT 1% VIT TETRAPRISMA 500ML 8002670163612 scadenza 23/03/2018; LQ7329X LATTE ACCADI’ UHT 1% VIT TETRAPRISMA 500ML 8002670163612 scadenza 24/03/2018. Sono in corso verifiche, e da quelle effettuate sino ad oggi, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non risultano rischi per la salute in caso di consumo. Per eventuali informazioni, si invitano i consumatori a chiamare gratuitamente il numero verde: 800-848015 attivo nei seguenti orari: 9.00-13.00 e 14.00-18.00 dal lunedì al venerdì. Il numero verde rimarrà attivo anche nelle giornate 23, 24, 25 e 26 dicembre. L’avviso di richiamo dei lotti è stato pubblicato sul sito dell'azienda.

Auchan richiama un lotto di Colatura di Alici a marchio Sapori di Mare per la presenza di istamina in eccesso. Interessati solo i punti IPER di Bussolengo, Porta di Roma, Nola, Pompei, Palermo Fondo Raffo

Auchan richiama un lotto di Colatura di Alici a marchio Sapori di Mare per la presenza di istamina in eccesso. Interessati solo i punti IPER di Bussolengo, Porta di Roma, Nola, Pompei, Palermo Fondo Raffo Auchan oggi ha richiamato un lotto (L.08/2017) di Colatura Alici a marchio SAPORI DI MARE, per la presenza di istamina oltre il limite consentito. L'avvertenza ai consumatori è di non consumare il prodotto e di restituirlo al punto vendita. L'alimento è prodottodalla ditta IASA srl con sede dello stabilimento in via Nofilo n 25 84080 Pellezzano. La scadenza delle confezioni del peso da 100 ml è del 31/08/219. Interessati solo i punti IPER di Bussolengo, Porta di Roma, Nola, Pompei, Palermo Fondo Raffo. La presenza di quantità elevate di istamina non è un elemento da sottovalutare, riferisce Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,perché può causare reazioni allergiche anche gravi. L’istamina è una sostanza tossica che si forma dalla degradazione dell’istidina, un amminoacido abbondante nel tonno, sgombri e altri pesci della stessa famiglia, ed è un indicatore di cattiva conservazione. L’istamina provoca la sindrome sgombroide, un’intossicazione caratterizzata da arrossamento, prurito, mal di testa, difficoltà a deglutire, nausea, vomito e diarrea. I sintomi compaiono da pochi minuti a un paio d’ore dal consumo dell’alimento contaminato e nella maggior parte dei casi non richiedono l’intervento medico. L’avviso di richiamo del lotto è stato pubblicato sul sul sito dell'azienda.

giovedì 21 dicembre 2017

Polmoni sani con una dieta ricca di pomodori e mele. Lo dice una nuova ricerca americana

Polmoni sani con una dieta ricca di pomodori e mele. Lo dice una nuova ricerca americana Anche la dieta può contribuire al miglioramento delle condizioni dei polmoni per gli ex fumatori specie se ricca di mele e pomodori. In particolare, mele e pomodori aiuterebbero a riparare i polmoni provati dal vizio e a rallentarne il naturale declino dovuto all'età. A rivelarlo un nuovo studio della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora. La ricerca in questione è stata pubblicata sulla rivista European Respiratory Journal e condotta nell'ambito del progetto di ricerca Ageing Lungs in European Cohorts (ALEC) Study, finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall'Imperial College di Londra. L’equipe di ricercatori ha preso in esame i dati provenienti da oltre 650 persone, ex fumatori e non fumatori. Hanno valutato il loro consumo di frutta e verdura con questionari ad hoc misurando la loro funzione polmonare con esami specifici come la spirometria, sia all'inizio dello studio sia 10 anni dopo. L'autrice dello studio, Vanessa Garcia-Larsen ha precisato che "l'effetto protettivo sui polmoni si vede con consumi giornalieri di almeno due pomodori e di almeno tre porzioni di frutta, la mela in particolare". Si tratta di quantità importanti, che tuttavia per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non sbilancerebbero le nostre diete, ed in particolare quella mediterranea.

Lidl richiama il prodotto «Deluxe FONDUE CHINOISE con carne di tacchino »

Lidl richiama il prodotto «Deluxe FONDUE CHINOISE con carne di tacchino ». Non si può escludere che nel prodotto siano presenti corpi estranei, nello specifico pellicola di plastica trasparente Il fornitore Lüthi & Portmann ha annunciato il richiamo del prodotto "Deluxe fondue chinoise con carne di tacchino, 400 grammi", in vendita nei negozi Lidl. Secondo quanto si legge in un comunicato odierno dell'azienda, non si può escludere che nel prodotto siano presenti corpi estranei, nello specifico pellicola di plastica trasparente. Il problema riguarda i lotti con data di scadenza 03/18 e 04/18. Ai fini della tutela del consumatore, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, Lidl Svizzera ha reagito immediatamente alla segnalazione ritirando gli articoli in questione dalla vendita. La catena di grande distribuzione invita i clienti a non consumare e a restituire presso una filiale il prodotto interessato. Il prezzo d'acquisto verrà rimborsato, anche senza scontrino. Si raccomanda anche ai numerosi clienti frontalieri italiani massima attenzione.

Il colera uccide in Yemen, Kenya e Zambia. Allerta del Ministero della salute.

Il colera uccide in Yemen, Kenya e Zambia. Allerta del Ministero della salute. In Yemen è in corso la peggiore epidemia di colera al mondo. I sospetti casi hanno superato la soglia del milione. Lo ha dichiarato giovedì a Ginevra il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), dichiarandosi scioccato per le cifre che la malattia ha raggiunto nel paese, messo in ginocchio da una guerra che dura ormai da tre anni. Allerta del nostro Ministero della salute anche per un’epidemia di colera in corso nello Zambia ed in Kenia. Dal 28 settembre al 7 dicembre 2017, nella capitale dello Zambia, Lusaka sono stati segnalati 547 casi inclusi 15 decessi (tasso di mortalità 1,8%) dall’inizio dell’epidemia. Dal 5 novembre 2017 si è osservato un aumento del numero dei casi con un totale di 136 casi segnalati nella settimana iniziata il 26 novembre. Anche per il Kenya dal 1 gennaio al 29 novembre 2017, il Ministero della salute ha notificato all’OMS 3967 casi probabili e confermati dal laboratorio in totale, inclusi 76 decessi (tasso di mortalità 1,9%). Fra i casi segnalati, 596 sono stati confermati dal laboratorio. Alla data del 29 novembre, sette contee continuano ad avere focolai epidemici attivi di colera (Embu, Garissa, Kirinyaga, Mombasa, Nairobi, Turkana, and Wajir).L’epidemiologia del colera in Kenya nel 2017 è caratterizzata da una trasmissione continua nelle comunità colpite associata a focolai epidemici nei campi di rifugiati e nelle istituzioni o durante eventi collettivi. La trasmissione continua nelle comunità è responsabile di circa il 70% dei casi totali con la maggioranza dei casi proveniente dalla contea della capitale, Nairobi. La trasmissione nei campi di rifugiati si è verificata principalmente nelle contee di Garissa e Turkana, ed ha causato circa il 23% di tutti i casi segnalati. Entrambe le contee ospitano grandi campi di rifugiati, in particolare i campi di rifugiati di Dadaab e Kakuma. I rifugiati in questi campi provengono da paesi attualmente colpiti da emergenze complesse e da grandi epidemie di colera. Il sette per cento dei casi si è verificato nelle istituzioni e in eventi di massa, in cui molte persone si infettano da una fonte specifica. Il paese è soggetto a epidemie di colera ogni anno, tuttavia, le grandi epidemie cicliche si verificano approssimativamente ogni cinque – sette anni e durano per due – tre anni. l’epidemia si presenta in cluster che si verificano in due maggiori tipi di ambiente. Il primo, i campi di rifugiati, particolarmente di Kakuma e Dadaab, e il secondo nella popolosa contea della capitale Nairobi. Entrambi gli ambienti destano preoccupazione, considerando le condizioni di sovraffollamento e il limitato accesso all’assistenza nel primo ambiente e l’elevata densità della popolazione nel secondo ambiente. Ciò può causare la diffusione dell’epidemia in altri distretti. Inoltre, le precedenti epidemie hanno mostrato che i casi aumentano durante la stagione delle piogge, iniziata recentemente. Inoltre, diversi fattori fisici, sociali, politici e ambientali aumentano la vulnerabilità e la suscettibilità della popolazione del paese all’epidemia di colera. Questi fattori includono: siccità in alcune regioni, conflitti e mancanza di sicurezza nel Corno d’Africa, e l’aumentata mobilità all’interno e verso il paese di persone in fuga dai conflitti che colpiscono la Somalia e il Sud Sudan. In generale, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il rischio dell’epidemia attuale è valutato essere elevato a livello nazionale e basso a livello regionale e globale. L’OMS, comunque, non raccomanda alcuna restrizione dei viaggi o del commercio con Yemen, Kenya e Zambia in base alle informazioni attualmente disponibili sull’epidemia.

Antipruriginoso ritirato a scopo precauzionale dalle farmacie. Ecco i lotti

Antipruriginoso ritirato a scopo precauzionale dalle farmacie. Ecco i lotti L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha disposto il ritiro, a scopo precauzionale, di due lotti di un antinfiammatorio della ditta Almirall Spa nelle seguenti confezioni: lotto n. 634161 scad. 8/2018 e lotto n. 634161 scad. 8/2018 della specialità medicinale MUNDOSON FLUIDO*EMULS30G 1MG/G – AIC 040574028. Il provvedimento si è reso necessario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a seguito della notifica di allerta proveniente dall’agenzia tedesca e successiva comunicazione pervenuta dalla ditta concernente “risultato fuori specifica”. Mundoson Fluido è indicato per il trattamento dei sintomi delle infiammazioni cutanee che rispondono al trattamento topico con corticosteroidi come ad esempio le dermatiti atopiche e la psoriasi (con esclusione della psoriasi a larghe placche) Mundoson Fluido è indicato per il trattamento sintomatico delle patologie infiammatorie e del prurito del cuoio capelluto quali la psoriasi del cuoio capelluto. La ditta Almirall ha comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

Audi richiama 330mila veicoli: rischio incendio. I modelli coinvolti sono l'A4, l'A5 e il Q5 degli anni compresi fra il 2011 e il 2015

Audi richiama 330mila veicoli: rischio incendio. I modelli coinvolti sono l'A4, l'A5 e il Q5 degli anni compresi fra il 2011 e il 2015 Audi ha annunciato ieri di dover richiamare dal mercato tedesco 330'000 auto per rischio d'incendio, a causa di un difetto tecnico all'impianto di riscaldamento. I modelli coinvolti sono l'A4, l'A5 e il Q5 degli anni compresi fra il 2011 e il 2015. Finora si sono verificate solo alcune dozzine di episodi e non ci sono stati feriti. Già lo scorso ottobre il colosso tedesco aveva dovuto richiamare in fabbrica, negli USA, 250'000 modelli per lo stesso problema. A livello mondiale sono interessate 1,27 milioni di vetture, di cui 875'000 in Europa e 47'000 in Asia. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari Audi Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

mercoledì 20 dicembre 2017

Mobbing: datore risponde di atti vessatori compiuti nei confronti del dipendente

Mobbing: per la Cassazione l’esercizio abusivo del potere disciplinare e l’emarginazione allo scopo di estromettere il dipendente configurano una condotta sanzionabile e giustificano il risarcimento dei danni nei confronti del lavoratore Chi credeva che il mobbing non fosse più un tema d’attualità a livello giurisprudenziale per la Cassazione, si sbagliava di grosso. Perché la sezione lavoro della Suprema Corte, con la sentenza 30606 pubblicata il 20 dicembre, ha ribadito alcuni principi fondamentali per la configurabilità e sanzionabilità delle condotte vessatorie da parte dei datori che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nella battaglia che l’associazione conduce in materia, ritiene utile riportare all’attenzione. In particolare, è mobbing l’esercizio abusivo del potere disciplinare e l’emarginazione allo scopo di estromettere il dipendente. Allo stesso tempo, per gli ermellini, anche i comportamenti di carattere vessatorio con intento persecutorio posti in essere dall’azienda o da altri dipendenti sono utili a configurare la fattispecie. Nel caso affrontato dal collegio di legittimità, è stato rigettato il ricorso di una società nei confronti di un proprio dipendente. Il motivo, o meglio il “pretesto” che aveva causato l’illegittima reazione aziendale era costituito dalla circostanza che l’uomo si era rivolto al sindacato per far tutelare i propri interessi. Da quel momento era stato emarginato, spostato di reparto e oggetto di una serie di contestazioni disciplinari pretestuose che avevano fatto ammalare il lavoratore e lo avevano indotto a rassegnare le dimissioni. Il tribunale di Trento, aveva riconosciuto nel comportamento dell’azienda un’ipotesi di mobbing e l’ha condannata al risarcimento del danno. Decisione che era stata ritenuta corretta anche dalla Corte d’Appello. In particolare la corte di merito aveva affermato che era stato dimostrato il motivo che aveva causato la reazione ed il conseguente inizio di cambiamento e di atteggiamento da parte della società. Inoltre, era stato dimostrato un abusivo esercizio del potere disciplinare da parte della società nonché l'intento persecutorio che avrebbe indotto il lavoratore a rassegnare le dimissioni. Tutte circostanze che avrebbero causato una lesione alla salute e quindi la sussistenza di danni biologici oltre a quelli patrimoniali relativamente all’indennità sostitutiva del preavviso. La Cassazione, nel respingere il ricorso, ha affermato che: «La Corte territoriale si è attenuta, infatti, nell'esame della fattispecie, ai parametri normativi elaborati in tema di "mobbing" dalla giurisprudenza di legittimità (Cass. 17.2.2009 n. e da ultimo ribadita da Cass. 6.8.2014 n. 17698) secondo cui 'ai fini della configurabilità del mobbing lavorativo devono ricorrere': a) una serie di comportamenti di carattere persecutorio —illeciti o anche leciti se considerati singolarmente- che, con intento vessatorio, siano posti in essere contro la vittima in, modo miratamente sistematico e prolungato nel tempo, direttamente da parte del datore di lavoro o di un suo preposto o anche da parte di altri dipendenti, sottoposti al potere direttivo dei primi b) l'evento lesivo della salute, della personalità o della dignità del dipendente; c) il nesso eziologico tra le descritte condotte e il pregiudizio subito dalla vittima nella propria integrità psico-fisica e/o nella propria dignità; d) l'elemento soggettivo, 'cioè l’intento persecutorio unificante di tutti i componenti lesivi. In 'tema di onere della prova, poi, la Corte di merito si è adeguata, facendone corretta applicazione, al criterio in virtù del quale incombe al lavoratore che lamenti di avere subito, a causa dell'attività lavorativa svolta, un danno alla salute, l'onere di provare l'esistenza di tale danno, come pure la nocività dell'ambiente di lavoro, nonché il nesso tra l'uno e l'altro, mentre se vi sia stata prova di tali circostanze sussiste per il datore di lavoro l'onere di provare di avere adottato tutte le cautele necessarie ad impedire il verificarsi del danno e che la malattia dei dipendente non sia ricollegabile alla inosservanza di tali obblighi (Cass. 29.1.2013 n, 2038; Cass. 17.2.2009 n. 3786).». Nel caso concreto, infatti, la Corte d’appello ha individuato il motivo che aveva causato la reazione di parte datoriale, ha analizzato oggettivamente gli episodi con riguardo alla emarginazione del dipendente e all'abusivo esercizio del potere disciplinare, valutando nello specifico i singoli provvedimenti e ha, infine, ritenuto provati l'elemento psicologico, il nesso causale e i danni patiti.

Truffe telematiche. Martellante phishing sui nostri dispositivi per accedere abusivamente ai conti correnti online.

Truffe telematiche. Martellante phishing sui nostri dispositivi per accedere abusivamente ai conti correnti online. ING DIRECT ancora nel mirino di hacker e truffatori telematici. Occhio a non far diventare il “conto arancio” un “conto in rosso”. L’allerta su Comissariato di PS On Line della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: non cliccate e non rispondete a questo tipo di richieste truffaldine Navigare o essere comunque connessi nella jungla della rete attraverso i nostri dispositivi diventa sempre meno sicuro, perché le truffe online sono sempre più un fenomeno irrefrenabile che solo la prevenzione e l’accortezza di noi singoli utenti può limitare. Questa volta, nella quotidiana attività tra le tante dello “Sportello dei Diritti” di segnalazione sui rischi della rete per ogni cittadino, informiamo che in data odierna è stata pubblicato dalla Polizia di Stato tramite un post pubblicato su “Commissariato di PS On Line – Italia” l’invito a prestare attenzione all’attività di phishing che può coinvolgere anche i titolari di conti correnti della banca ING DIRECT per evitare che il noto “conto arancio” diventi un “conto in rosso”. Come al solito, si crea preoccupazione nell’utente attraverso un messaggio che persuade a seguire entro 48 ore delle istruzioni per evitare una fantomatica sanzione da 500 euro. Questo il testo dell’allerta della Polizia Postale: “LA FINTA ZUCCA. Può un istituto bancario comminare una sanzione? Sicuramente no. E’ palesemente un messaggio truffaldino.”. Il phishing, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è un tipo di truffa effettuata tramite la “rete” attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale. Il modo migliore per difendersi, è quello di non rispondere mai a questi messaggi palesemente strani e quindi di non cliccare sui link cui solitamente conducono o rispondere alle richieste di dati bancari o sensibili. Il problema però è sempre lo stesso: molte imprese, professionisti e utenti continuano a cascarci perché troppo spesso non si riflette quando viene toccato il proprio conto corrente o carta di credito e si agisce d’istinto. Bisogna, quindi, solo prestare più attenzione e accertarsi sempre della provenienza del messaggio anche perché le banche o gli istituti finanziari non utilizzano mai questo tipo di procedura per le loro comunicazioni. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgersi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Farmaco antinfiammatorio ed antireumatico bloccato e ritirato dalle farmacie. Ritiro precauzionale per un problema di qualità, ecco i lotti

Farmaco antinfiammatorio ed antireumatico bloccato e ritirato dalle farmacie. Ritiro precauzionale per un problema di qualità, ecco i lotti La Società Polifarma, in qualità di concessionario e distributore di vendita in nome e per conto del titolare AIC IBI Istituto Biochimico Italiano, ha comunicato di procedere immediatamente al blocco della commercializzazione e successivo ritiro dalle farmacie di un farmaco antinfiammatorio ed antireumatico. Nello specifico, si tratta delle confezioni di due lotti e precisamente lotto 012 scadenza Agosto 2020 e lotto 013 scadenza Agosto 2010 della specialità medicinale IBIFEN*OS GRAT EFF 30BUST 50MG – AIC 024994170. Il ritiro precauzionale dei lotti sopra indicati si è reso necessario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a seguito di un problema di qualità. IBIFEN è indicato per il trattamento artrite reumatoide, spondilite anchilosante, gotta acuta, osteoartrosi a varia localizzazione, sciatalgie, radicoliti, mialgie, borsiti, tendiniti, tenosinoviti, sinoviti, capsuliti, contusioni, distorsioni, lussazioni, strappi muscolari, flebiti, tromboflebiti superficiali, linfangiti, affezioni flogistiche dolorose in odontoiatria, otorinolaringoiatria, urologia e pneumologia e nel trattamento sintomatico di episodi dolorosi acuti in corso di affezioni infiammatorie dell'apparato muscoloscheletrico.

martedì 19 dicembre 2017

Truffe online. Continuano i messaggi di accrediti di fantomatiche somme depositate sul proprio conto

Truffe online. Continuano i messaggi di accrediti di fantomatiche somme depositate sul proprio conto. L’allerta anche su Commissariato di PS On Line della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: non cliccate sull’invito a seguire il tutorial. Si tratta di comunicazioni false da cestinare immediatamente Sta diventando un tormentone il tentativo di truffa telematica che, attraverso un messaggino ricevuto sui nostri dispositivi, comunica l’accredito o il deposito di somme sul proprio conto corrente con l’invito a seguire semplici procedure per prelevarle immediatamente come, per esempio, quella di guardare un fantomatico tutorial. Ovviamente, come abbiamo più volte ripetuto noi dello “Sportello dei Diritti”, si tratta sempre di tentativi di truffa, che sono immediatamente verificabili, non solo perché vengono utilizzati sistemi mai utilizzati dall’utente, ma se non si aspetta alcuna somma o se la cifra indicata non corrisponde a quella che si doveva ricevere, è chiaro che dietro c’è sempre qualche malintenzionato pronto ad approfittare. Anche la Polizia Postale, ha più volte invitato a prestare attenzione ai messaggi di questo tipo ricevuti tramite le nostre app di messaggeria istantanea. Proprio nelle ultime ore, in tal senso attraverso un post pubblicato sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”, ha rilanciato questa allerta con tanto di screenshot del messaggio che contiene un invito “fasullo” a guardare un tutorial, che alla fine si rileva quale l’ennesimo sistema per accedere abusivamente ai nostri dispositivi. Come nelle precedenti, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. il nostro consiglio è di non cliccare sui link cui solitamente conducono o seguire le procedure che vengono comunicate, né rispondere alle richieste di dati personali o bancari. È sufficiente, dunque, cestinare questi messaggi, cancellandoli prontamente dal proprio dispositivo. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgersi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

domenica 17 dicembre 2017

Truffe online. Postepay e conti Bancoposta di Poste Italiane nel mirino costante di hacker e truffatori.

Truffe online. Postepay e conti Bancoposta di Poste Italiane nel mirino costante di hacker e truffatori. L’allerta su Commissariato di PS On Line della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti” rilancia l’allarme sulla miriade di tentativi di frode: massima attenzione ai messaggi che riceviamo via mail e sui nostri dispostivi che ci chiedono di compilare/aggiornare i nostri dati Postepay e BancoPosta di Poste Italiane, sempre più nel mirino di hacker e truffatori telematici attraverso semplici, ma efficaci stratagemmi che puntano al numero, più che alla "raffinatezza" degli artifici, per accedere ai nostri sistemi di pagamento o ai nostri conti correnti. Già lo scorso mese, infatti, noi dello “Sportello dei Diritti”, ricordammo che la diffusione dei conti correnti e di prodotti creditizi o di pagamento di Poste Italiane tra la platea dei residenti in Italia, anche in ragione delle caratteristiche della clientela che comprende tanti anziani, giovanissimi o stranieri e quindi soggetti potenzialmente più vulnerabili, costituisce da sempre uno dei principali canali delle frodi telematiche. Non passa istante, infatti, che sul territorio nazionale non si senta qualcuno che abbia ricevuto sulla propria mail o sul proprio dispositivo quale smarthpone, tablet o pc, un messaggio che inviti a mettere mano ai propri dati o a cliccare su qualche link che riguarda la propria Postepay, il proprio conto BancoPosta o prodotti similari. Si tratta nella quasi generalità dei casi di comunicazioni truffaldine da parte di malintenzionati, come lo “Sportello dei Diritti” va ripetendo da tempo, nel mettere in guardia la platea di consumatori e utenti dal rischio di frodi on line. Ancora una volta, è la Polizia Postale con l’ultimo post pubblicato sulla sua pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” a lanciare l’allarme su una problematica difficile da risolvere per la mole di segnalazioni che riceve da tutt’Italia in relazione ai messaggi utilizzati dagli hacker, che utilizzano ripetutamente il logo di Poste Italiane per tentare di sorprendere quanti più titolari possibili di Postepay, BancoPosta o prodotti della stessa azienda. Questo il testo dell’allerta odierna della Polizia Postale corredata dallo screenshot di un tipico messaggio che è possibile ricevere e che è bene conoscere: “POSTE ITALIANE. Anche quest’anno la truffa che ha ad oggetto clienti di Postepay/Bancoposta ha raggiunto numeri elevati”. Tale ennesima allerta da parte dell'autorità di polizia competente, c'induce a ritenere che ormai le frodi di questo tipo stiano raggiungendo numeri da capogiro, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. I messaggi in questione costituiscono, infatti, una delle modalità più subdole di hacker e truffatori telematici. La tecnica è sempre la stessa: invitare a comunicare i propri dati o a seguire procedure in apparenza banali paventando la possibilità di vedersi bloccato il proprio conto o la propria carta se non si seguono le istruzioni fornite entro un termine breve. Si tratta sempre di tentativi di frode che attraverso email o messaggerie istantanee, inducono l’utente a prendere in considerazione le relative comunicazioni per le modalità utilizzate, per il tono del messaggio e le sue caratteristiche visive che simulano nel logo, colori e caratteri quelli normalmente utilizzati quelle di Poste Italiane. Come sempre, è bene ricordare che il modo migliore per difendersi è quello di prestare costantemente attenzione ad ogni messaggio che ci giunge, leggendolo attentamente e cestinarlo subito dopo, una volta verificato il contenuto truffaldino. È sufficiente, quindi, non cliccare sui link cui solitamente conducono, non rispondere alle richieste di dati personali o bancari o aprire gli allegati che spesso sono contenuti, per evitare qualsiasi tipo di conseguenza pregiudizievole. Non ci stancheremo mai di ribadire che Poste Italiane non utilizza mai queste modalità per le proprie procedure o attività. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Elogio del mandarino. Un toccasana per la nostra salute. Tra le qualità è un nemico di ansia e insonnia

Elogio del mandarino. Un toccasana per la nostra salute. Tra le qualità è un nemico di ansia e insonnia Nel percorso periodico dello “Sportello dei Diritti”, sulle proprietà di frutta e verdura di stagione non poteva mancare, nel mese di dicembre, il mandarino. La pianta, come si sostiene tra gli esperti, è originaria della Cina tropicale, e la sua etimologia è identica al nome dato agli antichi funzionari politici imperiali (e alla relativa famiglia di lingue) in quanto questi erano vestiti con un mantello arancione. La coltivazione del frutto arrivò in Europa soprattutto in Portogallo e in Spagna, dove cominciò a diffondersi intorno al XV secolo. Al di là delle disquisizioni storiche, è un frutto immancabile sulle tavole delle feste, ma anche quale semplice spuntino nelle fredde giornate invernali, ma soprattutto può vantare un'enorme quantità di proprietà benefiche per il nostro corpo: a partire dalla sua buccia, capace di ritardare l'invecchiamento della pelle, nonché mediante oli essenziali di calmare l'ansia, sedare l'insonnia e al contempo combattere la ritenzione idrica. Il mandarino, inoltre, è ricchissimo di vitamina C, un alleato prezioso per il corretto funzionamento del nostro cervello, ma può vantare anche un numero importante di fibre, carotene, vitamine del gruppo B e vitamina A, oltre a tanto ferro, magnesio e acido folico. Per tale ragione ogni mandarino è un autentico toccasana per l'intestino e l'apparato digerente in generale. Inoltre, una piccola curiosità del mandarino che in pochi conoscono: a differenza di tanti altri frutti, i semi del mandarino non solo sono commestibili, ma regalano un importante surplus di vitamine. La polpa dei mandarini, infine, previene il raffreddore e aiuta a mantenere elastici i vasi capillari; la vitamina P, invece, è un alleato prezioso contro la ritenzione idrica, favorendo il processo di diuresi. Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, un frutto per tutti che non potrà assolutamente mancare nelle nostre diete per i prossimi mesi freddi.

Capolinea stazione di Lecce dei bus. Sparito da tempo il punto informazione e vendita biglietti. Turisti, viaggiatori e leccesi spaesati. Lo “Sportello dei Diritti”: il Comune e l’SGM lo riattivino

Capolinea stazione di Lecce dei bus. Sparito da tempo il punto informazione e vendita biglietti. Turisti, viaggiatori e leccesi spaesati. Lo “Sportello dei Diritti”: il Comune e l’SGM lo riattivino È da tempo che lo “Sportello dei Diritti”, riceve segnalazioni da parte di turisti, viaggiatori, ma anche dagli stessi leccesi, letteralmente spaesati quando giungono al capolinea della fermata dei bus urbani presso la stazione di Lecce, dove da tempo, ormai, è sparito il punto vendita e ufficio informazione dei trasporti. La postazione ora smantellata, costringe chiunque non abbia un mezzo e non voglia o possa prendere un taxi, a brancolare nel buio e a non sapere a chi rivolgersi per potersi spostare nel capoluogo salentino. Si tratta, quindi, di una carenza intollerabile per una città come Lecce, a dichiarata vocazione turistica, dove un punto informazioni dei trasporti urbani e per l’acquisto di ticket o abbonamenti, nella sede nevralgica per la circolazione, quale la centralissima stazione ferroviaria, è assurdo che continui a non esserci. Ecco perché, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si rivolge alla nuova amministrazione comunale e all’SGM affinché trovino una soluzione urgente al problema e installino nuovamente l’indispensabile punto informazioni e vendita biglietti.

sabato 16 dicembre 2017

Paura sul volo Ryanair, aereo rientra a Malpensa per una perdita di carburante. La spia del velivolo ha segnalato l'anomalia

Paura sul volo Ryanair, aereo rientra a Malpensa per una perdita di carburante. La spia del velivolo ha segnalato l'anomalia Paura sul volo Ryanair diretto a Palermo. Per un guasto, l'aereo appena decollato dall'aeroporto di Malpensa alla volta dell'aeroporto di Punta Raisi è tornato dopo pochi minuti nello scalo lombardo perché la spia del velivolo segnalava una perdita di carburante. L'imprevisto è accaduto intorno alle 7. Il Boeing 737, ottenuta l'autorizzazione, è nuovamente atterrato e i passeggeri sono stati fatti salire a bordo di un altro velivolo che è partito dopo due ore. Fonti dell'aeroporto precisano che non vi sono state complicazioni per il traffico dello scalo. Lo “Sportello dei Diritti” nella persona del presidente Giovanni D'Agata, ha definito l'incidente "un episodio gravissimo" che "avrebbe potuto seriamente mettere in pericolo l'incolumità dei passeggeri" e chiede "verifiche sull'accaduto, ma anche la revisione di tutti gli aeromobili".

Recrudescenza della truffa online con la falsa “Raccomandata digitale tracciata” che ci invita a cliccare per aprire una fantomatica lettera

Recrudescenza della truffa online con la falsa “Raccomandata digitale tracciata” che ci invita a cliccare per aprire una fantomatica lettera. Si moltiplicano le segnalazioni della frode per insinuarsi nei nostri dispositivi che abbiamo segnalato a novembre. Anche la Polizia Postale invita nuovamente all’attenzione. Lo “Sportello dei Diritti” ricorda: anche un innocuo click su “CLICCA QUI per aprire la lettera” può costarci “caro” Lo scorso 7 novembre lo “Sportello dei Diritti”, ha segnalato l’ennesima truffa online che hacker e truffatori tentano di realizzare per trarci in inganno al fine di sottrarci dati personali o bancari ed anche per insinuarsi nei nostri dispositivi online, attraverso la simulazione dei sistemi più utilizzati dai vari portali istituzionali o di aziende. Si trattava, in particolare, dell’ardita frode della finta “raccomandata digitale tracciata” che approfitta della simulazione di nuovi servizi digitali utilizzati dagli utenti, come quelli della corrispondenza ordinaria per via elettronica, per trarli in inganno e sottrarre dati o insinuarsi nei dispositivi se si seguono le istruzioni costituite semplicemente da un banale “CLICCA QUI”. A preoccupare la Polizia Postale, è la recrudescenza di questo sistema, come segnalato in un post pubblicato nelle scorse ore sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” con tanto di fotografia che rappresenta lo screenshot di quanto può giungere sulle nostre caselle di posta elettronica o messaggerie istantanee. Si tratta della prova, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che i malfattori del digitale non temono nulla e che quindi smartphone, tablet o pc, sono permanentemente a rischio se ci connettiamo alla rete e diamo per scontati i contenuti che ci vengono proposti. È bene, quindi, ricordare, che il modo migliore per non subire conseguenze pregiudizievoli è quello di prevenire: valutare il servizio che ci viene offerto, e una volta appurata la non corrispondenza della fonte con quelli normalmente utilizzabili con i canali ufficiali di aziende (nel caso specifico quelle che si occupano di servizi postali) o istituzioni, non rispondere, cestinarli e comunque non cliccare mai sui link cui solitamente conducono. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgersi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

venerdì 15 dicembre 2017

Capodoglio spiaggiato a Porto Selvaggio, marina di Nardò. Lo “Sportello dei Diritti”: la procura di Lecce sequestri la carcassa e ordini un’autopsia per accertare le cause della morte.

Capodoglio spiaggiato a Porto Selvaggio, marina di Nardò. Lo “Sportello dei Diritti”: la procura di Lecce sequestri la carcassa e ordini un’autopsia per accertare le cause della morte. Una delle cause potrebbero essere gli airgun per le prospezioni petrolifere Una brutta sorpresa, non solo per gli ambientalisti, quella della carcassa del grande esemplare di capodoglio che, fluttuante tra le onde nella sua imponente mole, sbatteva contro la scogliera di Porto Selvaggio, ed in particolare nella baia di Torre Uluzzo, a causa delle forti correnti e onde causate dalla mareggiata di scirocco che nelle ultime ore ha agitato le acque del Mar Jonio. Un evento, che fa ritornare la mente allo spiaggiamento di sette esemplari della stessa specie avvenuto il 10 dicembre 2009 alla foce di Capojale - Laguna di Varano (Fg) e sul litorale di Vieste (Gargano) e che, quindi, non costituisce un episodio isolato per una specie che nelle acque del Mediterraneo è ritenuta più che vulnerabile per colpa dell’uomo. Autorevoli studi scientifici, infatti, affermano che al 99% le cause dello spiaggiamento sono attribuibili ad attività umane, come l'inquinamento chimico o elettromagnetico, anche perché questi animali sono particolarmente sensibili alle interferenze dei sonar delle imbarcazioni. E sono proprio le attività di mappatura geologica che da tempo interessano i mari intorno all’Italia, e per quanto di competenza l’Adriatico e lo Jonio, con prospezioni sismiche a mezzo di air gun, le cui onde sonore provocano il disorientamento degli animali a insospettire più di qualcuno tra gli addetti ai lavori e in particolare chi ha a cuore l’ecosistema del Mediterraneo. È notorio, infatti, che da anni nei nostri mari sono in corso ricerche tese ad individuare possibili giacimenti di gas o di petrolio ed il principale metodo utilizzato per individuare gli eventuali giacimenti consiste nella scansione dell'intera zona prescelta mediante dei dispositivi detti “airguns” (cannoni d'aria) che, trainati da apposite navi, emettono suoni per via dell'introduzione nella colonna d'acqua di aria ad altissimi livelli di pressione: l'eco di questi suoni, riflessa dal fondale, rivela presenza, profondità e tipologia del giacimento. In occasione dello spiaggiamento sul Gargano, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” depositammo un esposto denuncia, cui fece seguito un’interrogazione parlamentare del deputato pugliese Pierfelice Zazzera, ma non un’altrettanto soddisfacente risposta da parte delle autorità. Lo stesso Ministero della Difesa, cui compete attraverso la Guardia Costiera il controllo delle coste, nell’affermare l’assenza di esercitazioni di tipo militare, già all’epoca non diede alcun riscontro in merito alla presenza costante e nota di navi autorizzate alle prospezioni e che avrebbero potuto senz’altro influenzare i sistemi naturali d’orientamento dei cetacei con il conseguente loro probabile spiaggiamento. È necessario, quindi, che questa volta - che si unisce ai sempre più frequenti spiaggiamenti di numerosi altri cetacei di più piccole dimensioni, quali i delfini - la Procura di Lecce, provveda al sequestro immediato della carcassa al fine dell’effettuazione di un’autopsia per accertare le cause della morte del povero mammifero marino. Quest’occasione potrebbe essere quella giusta per svelare la verità sul decesso di questo grande esemplare, affinché sia eliminato ogni dubbio circa la casualità o meno del suo spiaggiamento. Perché se davvero dovesse essere conseguenza dello sconsiderato sfruttamento delle risorse marine effettuato da soggetti senza scrupoli, che compiono ricerche di depositi di gas e petrolio, o da un altrettanto sconsiderato modo di gestire i traffici marini, civili o militari, allora anche la politica dovrebbe trarne immediatamente le conseguenze.