domenica 30 aprile 2017

Per un'educazione senza percosse "No Hitting Day".

Per un'educazione senza percosse "No Hitting Day". Il 30 aprile si svolge nel mondo la Giornata internazionale dell’educazione non violenta. La violenza, fisica e psichica, sui bambini non è affatto una soluzione. Una sberla è già di troppo Oggi, domenica, si svolge nel mondo la Giornata internazionale dell’educazione non violenta, “No Hitting Day”con più di 500 manifestazioni. All’origine del movimento contro le punizioni corporali verso i bambini vi è l’Associazione statunitense EPOCH (End Physical Punishment for Children) il cui scopo è attirare l’attenzione del grande pubblico sulle punizioni corporali nei confronti dei bambini. Nel 2001 è stata promossa, con il sostegno delle Nazioni Unite, l’iniziativa mondiale“End all Corporal Punishment on Children”. In Europa, nel 1979 la Svezia con la sua Legge è stata la prima a vietare le punizioni corporali nei confronti dei bambini. Da allora, 51 altri Paesi (purtroppo non l’Italia) hanno anche loro modificato le loro Leggi in questa direzione. Nel 2003 la Giornata della Non Violenza Educativa è stata introdotta in Francia da Catherine Dumonteil Kremer, ideatrice dei laboratori per genitori “Vivere e Crescere Insieme”. Dal 2013 Myriam Nordemann che conduce in esclusiva per l’Italia i laboratori, promuove a Milano un'iniziativa di sensibilizzazione intorno a questa giornata, traduce e diffonde il materiale elaborato da Catherine per l’occasione. Secondo alcuni studi, per il 20% dei genitori uno schiaffo non è un atto di violenza, per il 30% circa una sonora sculacciata non rientra nel concetto di violenza e per il 12% nemmeno le botte. Non rivolgere la parola per diversi giorni quale punizione psichica non costituisce poi violenza per la metà degli interpellati. Tutto questo significa che la violenza fisica e psichica non è necessariamente percepita come tale da molti genitori. In Italia, nessuna delle nostre leggi vieta esplicitamente l’uso della violenza nell’educazione, diversamente da quanto avviene in altri 26 Stati europei. Eppure, le conseguenze negative della violenza fisica sullo sviluppo infantile sono numerose. Al contrario delle ferite visibili, molte di queste conseguenze non sono tuttavia riconoscibili al primo sguardo. La violenza non è mai uno strumento educativo efficace e nemmeno legittimo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ed il dolore fisico sui più piccoli è inutile. A febbraio 2015, il Comitato dell’ONU per i diritti dei bambini affermava ancora una volta che l'Italia adempie solo parzialmente ai suoi doveri di protezione nel quadro della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo. Mentre una sberla data a un adulto viene punita penalmente, in caso di violenza sui bambini le autorità intervengono solo tardivamente, ammesso che tale violenza venga riconosciuta. Questa differenza di trattamento giuridico non è accettabile, considerando la particolare fragilità dei bambini e la protezione loro dovuta. Lo “Sportello dei Diritti” ricorda che la violenza non è mai una soluzione e non è accettabile in alcuna forma ed esorta a non lasciare alcuno spazio alla violenza nell’educazione. Questo dovrebbe essere sancito anche nella legislazione e per questo la nostra associazione promuove un ancoraggio giuridico del divieto delle punizioni corporali, non solo per il bene dei bambini, ma anche per il bene dei genitori.

Avviati studi clinici sul farmaco cubano contro il cancro renale: l'Heberferon

Avviati studi clinici sul farmaco cubano contro il cancro renale: l'Heberferon Partiranno nel corso dell'anno a l'Avana i test clinici sull'Heberferon, un farmaco contro il cancinoma renale, da parte del Centro di ingegneria genetica e biotecnologia (CIGB con il suo acronimo spagnolo), che lo ha sviluppato. Il dottor Iraldo Bello, il ricercatore che ha guidato l'equipe medica, ha annunciato che i primi test riguarderanno circa 300 pazienti che soffrono di cancro ai reni. Bello ha detto che questa formulazione, una combinazione sinergica di ricombinante umano alfa-2b e gli interferoni di gamma, è stata applicata con buoni risultati contro il carcinoma delle cellule basali, il più frequente tumore della pelle. Egli ha aggiunto che quest'anno condurranno anche una sperimentazione clinica con l'Heberferon in pazienti con tumori cerebrali maligni. Gli studi preclinici e altre ricerche pilota sugli esseri umani mostrano che i risultati con questo prodotto, unico nel suo genere nel mondo, possono essere molto promettenti in queste due indicazioni, ha detto l'esperto. Il CIGB e il gruppo di controllo nazionale sul cancro sviluppano laboratori a cui partecipano oncologi, patologi e altri specialisti per istruire i medici circa l'uso del farmaco, che è già stato applicato a 800 pazienti cubani con carcinoma delle cellule basali. Bello ha speso più di 20 anni nella ricerca di questo prodotto, che ha suscitato interesse in diversi paesi. La dottoressa Olaine Gray, coordinatore nazionale della forza lavoro speciale contro il cancro della pelle, ha detto che negli ultimi decenni il cancro della pelle è aumentato nel mondo ed è tra la prime cause d'incidenza di questa malattia maligna. La specialista ha ricordato che la causa scatenante del cancro alla pelle è l'eccesso di esposizione alla luce solare, in particolare alla radiazione ultravioletta. Come associazione che si occupa anche di far conoscere l'evoluzione della ricerca scientifica che riguarda ogni possibile miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, - rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” - riteniamo opportuno segnalare anche questi studi al di fuori dei soliti schemi generalmente occupati dalle multinazionali del farmaco che lasciano poco spazio a ricerche più o meno indipendenti e che solo per questo non vuol dire che non abbiano fondamenti scientifici e conseguenze potenzialmente benefiche per la cura delle malattie.

sabato 29 aprile 2017

Svizzera, ucciso un italiano. Sparatoria fuori da una club house a Sargans

Svizzera, ucciso un italiano. Sparatoria fuori da una club house a Sargans. Lo sparatore, un 28enne a sua volta italiano, si è consegnato alla polizia Un 40enne italiano è stato ucciso sabato sera a colpi d'arma da fuoco a Sargans, un comune nel canton San Gallo. Il fatto di sangue è accaduto in prossimità di una Club House verso le 21:30. La ha reso noto, riferisce Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la polizia cantonale. Allertati dai passanti che hanno tentato di rianimare la vittima, i soccorritori ne hanno constatato il decesso. Poco dopo aver tirato, lo sparatore presunto - un italiano di 28 anni, a sua volta residente della regione - si è costituito alle forze dell'ordine, consegnando l'arma del delitto. Sul posto sono accorsi il procuratore pubblico e numerosi poliziotti. Le persone in grado di fornire informazioni sull'accaduto sono invitate a contattare la polizia cantonale sangallese allo: 058 229 49 49.

Hebervital: scienziati cubani presentanto i risultati dei test clinici del farmaco cubano multicura. Un workshop nazionale a l'Avana sul medicinale frutto della biotecnologia cubana

Hebervital: scienziati cubani presentanto i risultati dei test clinici del farmaco cubano multicura. Un workshop nazionale a l'Avana sul medicinale frutto della biotecnologia cubana Ematologi, oncologi, ortopedici, dentisti, specialisti di terapia intensiva e altri tra scienziati e medici cubani si sono incontrati a L'Avana per annunciare i vantaggi e la nuova ricerca clinica sull'Hebervital, un farmaco che viene utilizzato nel sistema sanitario nazionale di Cuba, con notevoli vantaggi in diversi processi patologici, ha detto Iris Lugo, specialista di comunicazione del Centro d'Ingegneria Genetica e di Biotecnologia (CIGB con il suo acronimo spagnolo) di Cuba. Sviluppato proprio dal CIGB, il medicinale è utilizzato su pazienti che effettuano chemioterapia, radioterapia, trapianti di midollo osseo e immunodepressi, secondo quanto affermato dagli esperti. È applicato anche ai pazienti con le difese dell'organismo in regressione e con una storia di infezioni gravi o ricorrenti, e i suoi benefici includerebbero la riduzione dell'uso di antibiotici e la frequenza di ospedalizzazione. L'uso tempestivo di questo farmaco permetterebbe di completare la chemioterapia e la radioterapia e i regime di terapie nei pazienti neoplastici, al fine di fornire la migliore efficacia del trattamento ed un miglioramente della qualità della vita. Secondo gli esperti, l'Hebervital è un fattore stimolante di prima linea nel sostenere la terapia anticancro perché aumenta il numero di cellule staminali, che successivamente vengono raccolte per essere iniettate. Esso avrebbe dimostrato efficacia anche nella cura della cirrosi epatica, dell'insufficienza arteriosa periferica, delle patologie del ginocchio e dell'anca, così come nelle lesioni cutanee, alopecia e cicatrici a causa dell'acne giovanile, tra gli altri disturbi. Durante il primo incontro nazionale sull'estensione dell'uso dell'Hebervital, il dottor Porfirio Hernández, un esperto dell'Istituto di ematologia e immunologia, ha sottolineato i vantaggi di questo farmaco che è stato utilizzato per 15 anni nella pratica medica, con risultati molto buoni, soprattutto in oncologia ed ematologia. Effetti di un farmaco che ricorda quelli della “Terapia Di Bella”, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che tra i suoi fondatori annovera proprio l'ex pretore di Maglie Carlo Madaro, famoso per la sua battaglia per la libertà di cura all'inizio degli anni '90. Sarebbe, quindi, interessante capire se la comunità scientifica internazionale ne abbia voluto approfondire la conoscenza, anche se è lecito dubitarne, giacchè al di fuori delle longae manus delle multinazionali farmaceutiche.

venerdì 28 aprile 2017

Salute e benessere. Andare in bici: un’attività anti-cancro per una ricerca scozzese

Salute e benessere. Andare in bici: un’attività anti-cancro per una ricerca scozzese. Pedalare anche solo per andare e tornare dal lavoro, è utile alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, tumori e tutte le cause di morte precoce, meglio che camminare Fare attività fisica è ormai universalmente riconosciuto come un modo utile e forse necessario per migliorare le nostre condizioni di vita. Un recentissimo studio pubblicato sulla rivista scientifica BMJ, ci da anche la conferma che utilizzare la bicicletta come mezzo di trasporto (primario o anche secondario) può abbassare drasticamente le probabilità di incappare in una malattia cardiovascolare o in un carcinoma mortale e la percentuale indicata potrebbe far cambiare a molti il proprio stile di vita: le possibilità si ridurrebbero del 45 %. Ma v'è di più: coloro che utilizzano regolarmente la bici corrono il 41% di rischio in meno di morire prematuramente a causa di qualsiasi altra malattia. La ricerca è stata condotta da ricercatori dell’Institute of Cardiovascular and Medical Sciences della Glasgow University, in Scozia, che hanno preso in considerazione i dati rivenienti da ben 300mila individui di mezza età tra uomini e donne, osservando le loro abitudini quotidiane per 5 anni e registrando ogni eventuale causa di morte, cancro, e malattia del cuore. Ed i risultati sono stati a dir poco stupefacenti: per le persone che guidano o che prendono i mezzi pubblici ogni giorno per recarsi sul posto di lavoro, il rischio di incappare in un problema di salute si innalza del 27% rispetto a coloro che al contrario scelgono di camminare, e di oltre il 40% rispetto a chi preferisce andare in bicicletta. «Pedalare per tutta la strada verso il posto di lavoro, o anche solo parte di essa, è stato associato ad un sostanzioso calo del rischio di sviluppare un’avversa condizione di salute», ha dichiarato dottor Jason Gill, dell’equipe scozzese.«Se queste associazioni sono causali, significa che avere delle normative che rendano più semplice e più sicuro circolare in bicicletta in città – come per esempio la creazione di corsie appositamente create per i ciclisti, l’apertura di negozi di noleggio bici, ecc. – può senza dubbio contribuire a migliorare il livello della sanità pubblica». In Italia la percentuale di utenti della strada a pedali, secondo alcune statistiche, è arrivata addirittura al 9% (in numeri assoluti sono circa 5 milioni di persone). Complice la crisi economica e la ricerca di più salutari stili di vita è, infatti, visibilmente cambiato il rapporto dei cittadini con questo ecologico mezzo di locomozione, basti pensare che secondo il censimento Istat del 2001 i cittadini che sceglievano la bici come mezzo di trasporto urbano erano appena il 2,9% della popolazione adulta. Anche se il traffico e la scarsa sicurezza delle nostre strade – rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” - fa evitare a molti l’uso di questo salutare mezzo di trasporto che viene ancora troppo poco incentivato dalle nostre istituzioni ad ogni livello.

Diete in palestra redatte da chi non è abilitato. Si rischia di rispondere del reato di “Esercizio abusivo della professione”.

Diete in palestra redatte da chi non è abilitato. Si rischia di rispondere del reato di “Esercizio abusivo della professione”. La Cassazione conferma la condanna di due titolari di palestre del brindisino che avevano predisposto schede alimentari ai propri utenti Un fenomeno diffusissimo negli ambienti delle palestre e comunque in ambito sportivo quello di fornire il servizio di redazione di diete personalizzate da parte di soggetti sprovvisti di titoli abilitanti, come quello di dietista o biologo, che la Cassazione ritiene suscettibile di sanzione penale per “esercizio abusivo della professione” proprio per le possibili ricadute in termini di salute nei confronti degli utenti. A stabilirlo la Sesta Sezione Penale della Suprema Corte che con la sentenza numero 20281/17 pubblicata il 28 aprile 2017, ha confermato la condanna della Corte di Appello di Lecce per il reato di cui all'articolo 348 codice penale, nei confronti di due titolari di palestre del brindisino che erano stati indagati a seguito di un'apposita inchiesta della guardia di finanza dopo che erano state rinvenute schede alimentari per i propri utenti in una più vasta operazione volta al contrasto di tali fenomeni. Nella fattispecie, già in primo grado il Tribunale di Brindisi aveva appurato come nessuno dei due ricorrenti fosse in possesso di un titolo abilitativo di dietista o biologo, ritenuto indispensabile per prestazioni di questo tipo nonostante, come detto, fossero state rinvenute presso i centri gestiti dagli imputati «plurime schede alimentari personalizzate, con indicazione delle caratteristiche fisiche di ogni cliente sottoposto a valutazione, espresso diario alimentare con limitazione temporale di validità di tali indicazioni e previsione di revisione delle prescrizioni alle date indicate». In ragione di tali elementi probatori, la lettura «riduttiva degli eventi» prospettata dagli imputati che evidenziavano l'erronea ricostruzione formulata dal Tribunale prima e dalla Corte d'Appello poi, ritenendo sussistente solo «l'elargizione di generici consigli alimentari», anche per i giudici di legittimità non risulta essere fondata rispetto la differente realtà ricostruita dai giudici territoriali. Nel caso in oggetto, per gli ermellini «l'individuazione dei bisogni alimentari dell'uomo attraverso schemi fissati per il singolo con rigide previsioni e prescrizioni» è prerogativa esclusiva del medico biologo o di altre categorie professionali per le quali è comunque prescritta una specifica abilitazione (medici, farmacisti, dietisti). In nessun caso, quindi, tali competenze possono essere esercitate «proprio per le ricadute in termini di salute pubblica che tali prescrizioni assumono», da persone «prive di competenza in tema sanitario». La natura esemplare della sentenza in commento, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbe far riflettere quanti, tra operatori e utenti di palestre e esercizi sportivi, continuano a perseverare in attività che possono mettere potenzialmente a repentaglio la salute, così com'è già accaduto in casi di cronaca non rari né remoti nel tempo. È, quindi, vivamente consigliabile che diete ed ogni attività cui è riservata una specifica competenza professionale, siano prescritte da soggetti regolarmente abilitati e specificatamente competenti.

Falsi miti sui cibi 'light': uno studio americano sostiene che potrebbero far ingrassare, favorire infiammazione cerebrale e problemi metabolici

Falsi miti sui cibi 'light': uno studio americano sostiene che potrebbero far ingrassare, favorire infiammazione cerebrale e problemi metabolici Uno studio americano smentirebbe i fautori di una dieta a base di cibi cosiddetti "light" o low fat. Sono, ormai, almeno tre decenni, che tante aziende, anche tra le multinazionali dell'alimentare, hanno scelto di lanciare questo tipo di prodotti decantandone il loro basso contenuto calorico e talvolta accentuando un loro presunto ruolo nel controllo del peso, mentre una ricerca su animali pubblicata sulla rivista Physiology & Behavior, da Krzysztof Czaja dell'Università della Georgia, sosterrebbe che potrebbero addirittura far ingrassare oltre che favorire altri problemi quali infiammazione cerebrale e problemi metabolici. I generi alimentari in questione, che sono diventati quasi una scelta obbligata per coloro che vogliono dimagrire, contengono in zuccheri tutto quello che non hanno in grassi, spiega Czaja, quindi, pur essendo effettivamente meno calorici di un analogo cibo con normale contenuto di grassi, in realtà non sortirebbero gli effetti sperati da chi li consuma. Il ricercatore avrebbe verificato tali conseguenze sottoponendo topolini a una dieta con cibi "diet", poveri di grasso e quindi ricchi di zuccheri, e confrontandoli con topolini con una dieta bilanciata per contenuto di grassi e zuccheri. Nonostante questi ultimi mangiassero più grassi dei primi, i topolini alimentati con cibi "dietetici", low fat, accumulano, per metà delle calorie consumate, la stessa quantità di grasso corporeo dei topi che mangiano in modo equilibrato. Le ragioni sarebbero abbastanza semplici da comprendere: in primo luogo, pochi grassi significa più zuccheri che in eccesso fanno male al metabolismo e aumentano il rischio diabete, ricorda Czaja; in secondo, mangiare low fat porta a mangiare di più proprio perché i cibi sono meno calorici e quindi ci si sazia meno; in ultimo l'eccesso di zuccheri si trasforma in grasso corporeo anche se si consumano meno calorie rispetto a una dieta bilanciata. La dieta low fat è risultata anche legata a infiammazione a livello cerebrale. Come al solito, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, queste ricerche ci portano a sostenere che una dieta sana e equilibrata e il giusto movimento quotidiano sono i migliori toccasana per una vita che non ci privi anche dei piaceri della “gola”.

giovedì 27 aprile 2017

Helix tattoo, la nuova tendenza che spopola su Instagram

Helix tattoo, la nuova tendenza che spopola su Instagram Helix tattoo è il nome della nuova tendenza che sta letteralmente spopolando su Instagram, ovvero il disegno all'inchiostro sul bordo esterno dell'orecchio. C’è stato un ciclo per i tribali, uno per le ancore e i velieri, uno per i nomi e le date ed ora è il momento del tatuaggio che viene fatto lungo il bordo esterno dell'orecchio, quello che definisce la parte superiore e gira verso l'interno. In pratica con un minuscolo ago si creano dei disegni all'inchiostro permanenti che seguono le linee curve. I risultati sono tatuaggi con ramificazioni, fiori, oppure l'imitazione di orecchini che solitamente vengono messi in questo punto. Quest'ultima moda del mondo dei tatuaggi, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sicuramente avrà un grande successo tra le donne ma anche tra il popolo maschile.

Ogni anno 6 milioni di morti per il tabacco. I non fumatori europei che perdono la vita ogni anno sono 19mila

Ogni anno 6 milioni di morti per il tabacco. I non fumatori europei che perdono la vita ogni anno sono 19mila. Ogni sei secondi muore un fumatore, in confronto più morti di HIV/AIDS, malaria e tubercolosi messi insieme! Ogni anno vengono fumate sei mila miliardi di sigarette nel mondo. Solo un'azione drastica potrebbe arginare questa tendenza irreversibile. Una potrebbe essere quella d'imporre livelli di tasse adeguate su sigarette e altri prodotti del tabacco. Di fatto troppo pochi sono i governi nel mondo che hanno utilizzato delle misure più efficaci per lottare contro il tabagismo. Perchè il tabacco provoca 6 milioni di morti l'anno nel mondo, ovvero determina più decessi di alcol, Aids, droghe e incidenti stradali messi insieme. È l'ultimo monito contro il fumo arrivato dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). È quanto emerge da uno studio dell'Oms e del National Cancer Institute degli Stati Uniti, pubblicato lo scorso gennaio nel rapporto "The economics of tobacco and tobacco control".In Europa il fumo uccide ogni anno circa 700.000 persone e 19.000 europei non fumatori muoiono annualmente per effetto dell'esposizione al fumo passivo. Uno scenario dinanzi al quale l'Oms ha assunto una posizione chiara: attuare una convinta politica di controllo «anche attraverso le tasse sul tabacco e l'aumento del prezzo delle sigarette», ha affermato l'Oms nel recente Rapporto, può far risparmiare agli Stati «miliardi di dollari e salvare milioni di vite».Se non controllata, «l'industria del tabacco e l'impatto mortale dei suoi prodotti - avverte l'Oms - costano alle economie del mondo più di mille miliardi di dollari annualmente in spese sanitarie e perdita di produttività». L'Oms ritiene che le malattie legate al consumo di tabacco costituiscano "una delle più grandi minacce per la salute pubblica che il mondo abbia mai affrontato". Infatti - afferma - circa una persona muore a causa di una malattia legata al tabagismo ogni sei secondi, pari a 6 milioni di persone all'anno circa. Se non saranno adottate misure forti per controllare l'epidemia, tale dato potrebbe superare gli 8 milioni l'anno entro il 2030. In confronto, più morti di HIV/AIDS malaria e tubercolosi messi insieme! Per esempio, quanti consumatori sanno che il fumo è una delle cause principali di cecità, calvizie e tumore della vescica, per non parlare di gravidanza ectopica, cataratta, frattura dell'anca, menopausa precoce, aborto spontaneo e disfunzioni erettili. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” alla luce di questi impressionanti dati non bisogna demordere con tutti i mezzi consentiti nella lotta contro questo problema che è causa di costi sociali impressionanti, adottando rigorose strategie di carattere transnazionale come questa sollecitata dall'Organizzazione Mondiale Della Sanità.

Innocent richiama smoothie: possibile soffocamento. Un pezzo di plastica potrebbe essere finito nelle bottigliette

Innocent richiama smoothie: possibile soffocamento. Un pezzo di plastica potrebbe essere finito nelle bottigliette. Lo segnala oggi oltre l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco anche il produttore Attraverso un avviso pubblicato sul sito web, l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco (BVL) ha annunciato che è stato disposto il ritiro volontario dalla vendita delle bottigliette "Super Smoothie Antioxidant". Nello specifico Il produttore di frullati Innocent richiama un suo smoothie a causa del rischio di soffocamento: un pezzo di plastica potrebbe essere finito nelle bottigliette di "Super Smoothie Antioxidant" da 360 ml con la data di scadenza 27.05.2017. Lo comunica oggi, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, anche Innocent sul suo sito internet, raccomandando di non consumare il prodotto e consigliando di chiamare il numero 071/244.60.76 per il risarcimento.

mercoledì 26 aprile 2017

Inasprimento delle sanzioni per guida distratta da cellulari, smartphone e tablet?

Inasprimento delle sanzioni per guida distratta da cellulari, smartphone e tablet? La distrazione è dietro l'angolo e tutte le categorie di automobilisti non sono immuni, ma camionisti ed autotrasportatori sempre più soggetti a potenziali abbassamenti della concentrazione. Più gravi sanzioni non servono se non ci sono controlli “certi” e non si verifica l'utilizzo di apparati wireless e bluetooth Proprio la scorsa settimana si è alquanto discusso dell'intento del Governo, per il tramite del viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Riccardo Nencini, di un inasprimento delle sanzioni per coloro che utilizzano alla guida cellulari, tablet e altri strumenti. In particolare, la già severa normativa prevista dall'art. 173 del Codice della Strada, che stabilisce una sanzione pecuniaria minima di 169 euro (con possibilità di riduzione del 30 % in caso di pagamento nei cinque giorni dall'accertamento) e la decurtazione di cinque punti dalla patente la prima volta che si viene “beccati” e la sospensione da uno a tre mesi in caso di recidiva nel corso dei due anni successivi, prevederebbe attraverso un apposito decreto, l'immediata sospensione della patente già alla prima violazione e la cancellazione della possibilità di ridurre la sanzione pecuniaria anche nel caso di pagamento nei cinque giorni. A rendere necessarie tali modifiche, sarebbe la crescente tendenza alla distrazione da parte di tutte le categorie degli automobilisti, senz'altro acuite dalle crescenti e quasi illimitate possibilità di utilizzo degli strumenti tecnologici, in particolare di smartphone e tablet. Ne discende che tra le principali cause di sinistri stradali e quindi di vittime vi è la guida distratta, con l'ulteriore conseguenza che nel mirino dell'autorità si rischia di finire tutti, perchè se è un comportamento doverosamente punibile quello di chi stacca le mani dal volante per compiere le più svariate attività estranee alla guida - come più volte abbiamo evidenziato noi dello “Sportello dei Diritti” - sono tantissimi sul territorio nazionale i casi di conducenti erroneamente sanzionati dalle forze di polizia stradale, perchè magari si trovavano per puro caso a passarsi una mano nei capelli proprio nel momento che incrociavano una pattuglia, in quanto la valutazione di questo tipo di condotte è purtroppo sottoposta alla soggettività degli accertatori che possono essere confusi dalle più svariate variabili.Se però è vero che nessuna categoria tra coloro che conduce un veicolo è immune dal problema perchè tutti siamo iperconnessi, tutti presenti con i nostri profili sui social network, e lungi dal voler generalizzare o criminalizzare anche chi lavora e vive percorrendo le nostre strade, tuttavia proprio di recente è stata posta all'attenzione pubblica nella vicina Svizzera, l'incidenza di sinistri stradali causati da camionisti distratti da tablet e smartphone, fenomeno che coincide con la dotazione fra le imprese di trasporto e logistica di questi strumenti che attraverso un sistema computerizzato monitorizzano i dipendenti in tempo reale. E sempre per gli elvetici, ciò causerebbe ulteriori fonti di distrazione. Tra le ragioni dell'abbassamento della soglia di attenzione degli autotrasportatori vi sarebbe anche la non trascurabile circostanza che oggi guidare un camion sia molto più semplice rispetto al passato, per la presenza sui veicoli di ultima generazione di sistemi di assistenza alla guida che rendono molto più agevole ogni manovra e in generale le percorrenze, tanto da comportare, almeno potenzialmente, una riduzione della concentrazione. Si tratta, quindi, di una serie di congiunture determinate dalle nuove tecnologie che, in attesa della rivoluzione promessa e non remota dei mezzi a guida autonoma, effettivamente lasciano pensare della necessità, quantomeno, di una maggiore attenzione nei controlli, più che di un inasprimento delle sanzioni. In tal senso, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, pene più gravi non servono se non ci sono controlli certi e non si verifica l'utilizzo di apparati wireless e bluetooth nei confronti di qualsiasi conducente di veicoli su strada. Perchè se in una società come la nostra è pressochè impossibile impedire a chiunque di essere connesso in rete e attivo su social e internet, figuriamoci a chi passa gran parte della propria esistenza seduto su un sedile da guida lontano per giorni e settimane da affetti e famiglia, tuttavia è senz'altro realizzabile la prospettiva d'incentivare fattivamente semplici accortezze, anch'esse di natura tecnologica, quali gli strumenti indicati che consentono di tenere ben salde le mani sul volante.

Sedia a rotelle rubata ad un disabile, la denuncia e il ritrovamento diventano social. Su Twitter una pagina per segnalare la ‘scomparsa’ della propria due ruote

Sedia a rotelle rubata ad un disabile, la denuncia e il ritrovamento diventano social. Su Twitter una pagina per segnalare la ‘scomparsa’ della propria due ruote. Un 33enne svizzero, nato senza braccia e gambe, è incappato in una brutta disavventura, domenica, a Lione (F). Ma la storia si è conclusa bene con il ritrovamento Si parla a più riprese di come i social network abbiamo in diversi modi cambiato la nostra vita, in alcuni casi migliorandola, in altri peggiorandola e isolandoci dal mondo. Oggi però vogliamo segnalarvi l'esperienza di una domenica intensa, quella appena trascorsa, in Francia. Tutti gli occhi erano puntati sui due candidati che sarebbero passati al secondo turno delle presidenziali. Gil Meyland, 33enne di Yverdon, era invece in visita presso un amico a Lione. La sua è stata però una domenica di angoscia e rabbia. Focomelico (nato senza braccia e gambe), l'uomo si muove grazie a una sedia a rotelle. «L'abitazione del mio amico non è accessibile alla mia sedia. Ho dovuto lasciarla fuori, verso le 14:30», racconta a 20 minutes. Due ore più tardi, la sua sedia non c'era più. «Ho chiamato la polizia, ma, con le elezioni, la loro priorità era altrove. Così, ho fatto un annuncio su Twitter», spiega il deputato socialista e attuale animatore presso la Radio Nord Vaudois. Colui che è diventato famoso sui social network con il soprannome di "Garyas" su Twitter scrive: «Attenzione, mi hanno rubato la rotelle elettrica di fronte alla casa di un amico, Quai Pierre Scize, a Lione .... Si prega di aprire gli occhi».L'informazione è stata condivisa più di 20.000 volte. «Mi sentivo smarrito. Ma i tweet mi hanno permesso di dare informazioni utili alla polizia. Intorno all'una del mattino sono stati in grado di trovare la mia sedia», aggiunge felice Gil. Per una volta, possiamo dire “Grazie Twitter” per il lieto fine, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Infatti, grazie alla segnalazione di un'internauta che aveva avvistato la sedia abbandonata è stato possibile recuperare la sedia a rotelle. «Gli ho chiesto l'indirizzo per inviargli una scatola di cioccolatini. Ma lei gentilmente ha declinato. I social network hanno anche lati positivi». Secondo le immagini delle telecamere a circuito chiuso, i ladri sono due giovani. Ma, trovando la sua sedia, Gil Meyland ha deciso di lasciar cadere la cosa. «La batteria era a terra, un cavo era stato danneggiato», conclude. Un tecnico è stato in grado di riparare il danno.

Anelgesico ritirato dalle farmacie. Il lotto è stato ritirato per risultato fuori specifica

Anelgesico ritirato dalle farmacie. Il lotto è stato ritirato per risultato fuori specifica La Società Pfizer, ha comunicato che sta provvedendo al ritiro cautelativo volontario dal mercato del lotto n. 300958E01 scadenza 06/2018 della specialità medicinale TALWIN*IM IV 5F 1ML 30MG – AIC 021410030. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito di un risultato fuori specifica riscontrato nel corso degli studi di stabilità sul suddetto lotto. TALWIN è un analgesico utilizzato nel trattamento del dolore acuto e cronico ribelle agli analgesici minori. La Società Pfizer invita pertanto a sospendere immediatamente la dispensazione del suddetto lotto e, le confezioni eventualmente al momento giacenti in farmacia, dovranno essere immagazzinate in area sicura e predisposte per lo smaltimento.

Ministero Salute ritira dai supermercati un lotto di “cono alle mandorle” a marchio Sapori Artigianali per possibile presenza di corpo estraneo

Ministero Salute ritira dai supermercati un lotto di “cono alle mandorle” a marchio Sapori Artigianali per possibile presenza di corpo estraneo Il Ministero della salute mercoledì 26 aprile ha diramato un comunicato rivolto ai consumatori dove è stato ritirato un lotto del “cono alle mandorle”. La confezione sottoposta a richiamo è stata prodotta dall’Azienda Saladine S.r.l con sede dello stabilimento alla via Strà 166 37030 Colognola Ai Colli (VR) e fa parte della linea “il Viaggiator Goloso”, marchio commerciale usato dalla catena di supermercati. Il provvedimento, disposto in via del tutto precauzionale, riguarda il lotto C2-93 con data di scadenza al 30/11/2017. A rendere necessario il provvedimento è la possibile presenza di corpo estraneo. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, invita i consumatori che fossero in possesso di una o più confezioni appartenenti al lotto sottoposto a richiamo, possono restituirle al punto vendita in cui sono state acquistate. L’avviso di richiamo del lotto è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute.

martedì 25 aprile 2017

Finlandia, in vendita on line le "giacche del genocidio" dell'ex Jugoslavia.

Finlandia, in vendita on line le "giacche del genocidio" dell'ex Jugoslavia. Si tratta di giacche utilizzate dai soldati serbi durante le guerre degli anni novanta. Giallo sugli acquirenti Montano le polemiche per la messa in commercio di capi di abbigliamento che promuovono l’odio. Sul sito finlandese di vendite on line Varustelika, specializzato in abbigliamento e materiale militare, sono andate a ruba quelle che venivano presentate come "giacche del genocidio dell'Esercito jugoslavo". Come riferiscono i media a Belgrado, si tratta di giacche utilizzate dai soldati serbi durante le guerre degli anni novanta nella ex Jugoslavia. Su esse non vi erano tracce di sangue né strappi nel tessuto. Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, esprime la propria indignazione, definendo la vendita "scandalosa e spregevole". Le giacche sarebbero state comprati da acquirenti alcuni simpatizzanti dell'estrema destra.

Rumore eccessivo dannoso per bimbi.

Rumore eccessivo dannoso per bimbi. In Svizzera esiste una Commissione Federale per la lotta contro il rumore che invita genitori e operatori a proteggere le orecchie dei più piccoli. In Italia poca attenzione al problema. Lo Sportello dei Diritti: occorre agire Un problema estremamente sottovalutato nel Nostro Paese quello del rumore e delle conseguenze sulla salute, specie dei più piccoli. Ma l'eccesso di chiasso causato dal traffico di ogni genere, ed anche dalla radio, tv o dagli smartphone, ha conseguenze negative sullo sviluppo cognitivo e fisico dei bambini. L'allarme è lanciato da un'istituzione elvetica nata appositamente, la Commissione federale per la lotta contro il rumore che, in occasione della giornata contro il rumore prevista per domani 26 aprile denominata "La quiete stimola", invita genitori e operatori a proteggere le orecchie dei più piccoli, riducendo le fonti di frastuono in casa e prendendosi cura che sia loro garantito un sufficiente periodo di quiete e riposo.Le conseguenze cui sono oggetto gli adulti esposti al rumore - una persona su cinque in Svizzera che è un paese notoriamente meno esposto al problema, per esempio rispetto ad alcune aree italiane - sono noti e documentati da molti studi, precisa la nota: maggiore incidenza di patologie cardiovascolari come infarto e ictus, nonché aumento dei casi di diabete.Meno conosciuti, ma non meno produttivi di effetti, sono i pregiudizi derivanti dall'eccesso di baccano sui giovani. In Italia non sono note statistiche recenti e pertanto ci pare opportuno far riferimento a quelle riferite dall'ente svizzero anche perchè rappresentano senz'altro percentuali in difetto rispetto a quelle nostrane: infatti, circa il 18% dei ragazzi in Svizzera di età compresa tra i sette e i 19 anni sviluppano difficoltà di apprendimento a causa dell'esposizione a rumore eccessivo da traffico stradale. Il rumore provoca una diminuzione della capacità di concentrazione, rallenta i processi di apprendimento e, in generale, nuoce alle prestazioni cognitive dei bambini.In particolare, lo sviluppo linguistico viene perturbato quando i più giovani sono esposti a inquinamento fonico costante (fracasso proveniente da traffico stradale, aereo o ferroviario, da radio e televisione, da giocattoli rumorosi o da conversazioni mediante telefoni cellulari). Ciò impedisce ai bambini, per esempio, di filtrare parole chiare dal rumore di fondo e di ripeterle, con una conseguente mancanza di una base importante dell'apprendimento della lingua.L'esposizione al rumore, peraltro, provoca nei più piccoli il rilascio nel sangue di ormoni dello stress, ciò che può condurre a pressione sanguigna elevata e sovrappeso in età infantile e a un aumento delle malattie cardiovascolari in età adulta.Per non parlare poi delle conseguenze immediate: un'esposizione a frequenze superiori a 100 decibel, oppure a un carico fonico superiore a 80 decibel per più di 10 minuti, può provocare un danno all'udito irreversibile. I bambini più piccoli sono particolarmente in pericolo perché il collegamento tra orecchio e cervello non è ancora completamente sviluppato. Per questo motivo anche un'esposizione più breve e meno intensa può causare danni uditivi permanenti. Alla luce di questi dati e dell'allarme lanciato da un'istituzione autorevole, senz'alcun dubbio rapportabile anche all'Italia, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rilancia l'invito a genitori, operatori e a chiunque abbia una responsabilità sui bambini a prestare la massima attenzione e a ridurre il più possibile l'esposizione dei piccoli a fonti di rumore. Resta, comunque, necessaria una maggiore accortezza verso la prevenzione e la vigilanza delle istituzioni in tutte quelle aree a forte impatto di traffico o industriale, affinchè s'impegnino ad un contenimento delle frequenze anche attraverso delle forme d'incentivazione per l'utilizzo delle più moderne tecnologie finalizzate alla riduzione dei rumori.

BMW richiama negli USA l'ammiraglia M760Li xDrive.

BMW richiama negli USA l'ammiraglia M760Li xDrive. Problemi al radiatore dell'olio del motore. Un difetto che ha provocato l'intervento dell'organo statunitense per la sicurezza autostradale La BMW dell'America del Nord ha comunicato ufficialmente il richiamo di circa 97 vetture vendute negli USA per un problema riguardante le linee radiatore dell'olio del motore. Secondo un bollettino dell'Highway Traffic Safety, agenzia governativa statunitense facente parte del Dipartimento dei Trasporti., alcune di queste vetture possono risentire di un difetto delle linee del radiatore dell'olio del motore che possono allentare causando una perdita d'olio nel vano motore. L'olio motore che fuoriesce può finire sui dischi freno anteriore, allungando la distanza necessaria per arrestare il veicolo e aumentando il rischio di un incidente. L’ente e la casa di produzione automobilistica hanno già ricevuto alcune lamentele, segnalazioni critiche sui difetti. Il richiamo comprende i modelli anno 2017-2018 della M760Li xDrive. BMW posta avvisi di richiamo ai proprietari che dovrebbe cominciare entro il 1° giugno. Se il modello corrisponde a quegli oggetto del richiamo, i proprietari possono avviare le loro auto da un concessionario BMW, che installerà il nuovo radiatore dell'olio motore, gratuitamente. La M760Li xDrive, è la nuova ammiraglia bavarese, una limousine da 610 cavalli capace di scattare da 0 a 100 km/h in 3”7 e di raggiungere i 305 km/h. Prestazioni migliori della M6 Coupé, attuale benchmark sportivo della casa tedesca. Il merito è del poderoso motore twin turbo V12 di 6.6 litri, che oltre alla cavalleria da supercar sviluppa una coppia di ben 800 Nm a 1550 giri-minuto, rendendo scattante una berlinona lunga 5,24 metri e pesante 2,2 tonnellate. Un ritorno, quello del 12 cilindri, a 30 anni dal debutto della 750i col 5.0 da 300 cv, il primo V12 tedesco di serie dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Non è la prima volta che Bmw avvia azioni di richiamo per difetti di fabbricazione. Negli ultimi anni, ad esempio, sono stati richiamati circa 750mila esemplari di Serie 1, Serie 3, X1 e Z4 per un difetto all’impianto elettrico. In questo caso, erano coinvolti gli esemplari prodotti tra il mese di marzo e il mese di luglio del 2011, ma solo quelli venduti in Usa, Canada, Giappone e Sud Africa e non in Europa. Nel 2013, nel mese di maggio, la casa bavarese ha richiamato 220mila esemplari di Bmw Serie 3 prodotti tra il mese di dicembre del 2001 e il mese di marzo del 2002, per la sostituzione degli airbag difettosi. Tuttavia, il maxi richiamo di Bmw risale al mese di marzo del 2012, quando è stata avviata la relativa azione che ha coinvolto ben 1,3 milioni di esemplari delle precedenti Serie 5 e Serie 6. Tutti gli esemplari di questi due modelli, prodotti tra il 2003 e il 2010, avevano i cavi della batteria montati in modo errato. Ciò poteva causare il cortocircuito dell’impianto elettrico dell’auto e, in alcuni casi, addirittura l’incendio. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari della BMW nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.Al singolo proprietario, infatti, non costa nulla tale tipo di verifica e nel caso in cui la propria autovettura sia oggetto del richiamo, l’intervento previsto è a totale carico della casa automobilistica che dovrebbe fornire anche un’autovettura sostitutiva per il periodo necessario alla manutenzione straordinaria.

lunedì 24 aprile 2017

Malattie rare: fuori mercato il farmaco Glybera che corregge i grassi

Malattie rare: fuori mercato il farmaco Glybera che corregge i grassi. Dal prossimo ottobre l'azienda "uniQure" specializzata nella terapia genica umana interromperà la commercializzazione del farmaco più costoso al mondo Il Glybera, la prima applicazione per la terapia di una malattia rara nella quale il malato non ha un enzima che permette di digerire i grassi, non verrà più prodotto a partire dal prossimo ottobre. Il farmaco diventato famoso per essere ritenuto il più costoso del mondo, dato il prezzo di un milione di dollari a confezione contenente 21 flaconcini, è stata la prima terapia genica commerciale approvata in Europa nel 2012. L’annuncio è giunto dalla uniQure, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l'azienda che ha messo a punto il preparato contro la deficienza di lipoproteina lipasi, una malattia genetica estremamente rara (affligge 1 individuo su circa 1 milione) che causa un non corretto metabolismo dei grassi. Da allora il farmaco è stato usato solo su un paziente. L'azienda ha quindi deciso di non rinnovare la richiesta di commercializzazione, garantendo che la terapia sarà comunque disponibile per tutti i pazienti per cui verrà richiesta entro il 25 ottobre 2017, data di scadenza della prima autorizzazione. In uno o due soggetti su un milione il gene che codifica l'enzima non funziona e costringe il paziente ad una dieta con appena il 20% dei grassi necessari. Nei casi più gravi, per cui è stato approvato, i pazienti soffrono di pancreatiti ricorrenti. Grazie al Glybera, i pazienti affetti da LPLD possono, per la prima volta, contare su un trattamento medico per questa patologia, tanto grave quanto complessa. Il deficit della lipoproteina lipasi provoca attacchi ricorrenti di pancreatite acuta, e in molti pazienti determina l'insorgenza precoce di diabete e di complicanze cardiovascolari. Questa terapia incide notevolmente e in maniera positiva sulla vita di questi pazienti, che fino 5 anni addietro potevano solo attenersi ad una dieta rigorosa per limitare la quantità di grassi ingerita. Contribuendo a normalizzare il metabolismo dei globuli di grasso, Glybera impedisce l'infiammazione del pancreas ed evita quindi il dolore, le patologie correlate e, se somministrato abbastanza precocemente, anche le co-morbilità associate". La diagnosi di LPLD deve essere confermata da un test genetico. Questo farmaco va somministrato esclusivamente ai pazienti con livelli rilevabili di proteina LPL. La reazione avversa più comunemente riferita è il dolore alle estremità, che colpisce circa un terzo dei pazienti. Eppure l’arrivo del Glybera sul mercato era stato salutato come la svolta verso la messa a disposizione di terapie efficaci contro malattie rarissime per le quali non esistono ancora trattamenti specifici.

Marciapiedi di guerra a Lecce. Via Bormida sembra Aleppo

Marciapiedi di guerra a Lecce. Via Bormida sembra Aleppo Vista la corsa alla riparazione di numerose strade in periodo elettorale a mo' di propaganda nella città di Lecce, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, approfitta per segnalare la situazione di Via Bormida, come denunciatoci da un cittadino che ha documentato fotograficamente lo stato del marciapiede, che se decontestualizzato, sembrerebbe simile a quelli visti nelle cronache di Aleppo dopo i bombardamenti, più che quello di una città in stato di pace da 70 anni. Ancora una volta le fotografie parlano più di ogni appello. S'intervenga dunque perchè non solo è un pugno nell'occhio ma offende soprattutto tutti quei cittadini in carrozzella o con difficoltà deambulatorie a cui è letteralmente impedito il transito nella suddetta via.

Anche la FAO s'interessa della Xylella fastidiosa. La Convenzione internazionale per la protezione delle piante (IPPC) pubblica un nuovo documento informativo

Anche la FAO s'interessa della Xylella fastidiosa. La Convenzione internazionale per la protezione delle piante (IPPC) pubblica un nuovo documento informativo e parla della situazione pugliese La Convenzione internazionale per la protezione delle piante (IPPC, il suo acronimo in inglese) ha rilasciato un nuovo dettagliato documento informativo sulla Xylella fastidiosa (https://www.ippc.int/static/media/uploads/IPPC_factsheet_Xylella_final.pdf) per spiegare la natura dei batteri, che sono potenziali vettori, la loro presenza globale, la diffusione, così come le misure di controllo e prevenzione. In questo documento, l'agenzia fa notare che il batterio sarebbe una seria minaccia per l'agricoltura, l'ambiente e l'economia; e che la loro distribuzione geografica si è sviluppata notevolmente negli ultimi anni, quindi esso richiede sforzi coordinati di natura globale per impedire ulteriori sforzi diffusione. Inoltre, l'IPPC evidenzia che la Xylella fastidiosa è un parassita trasmesso da vettori, che può portare alla morte delle piante infette e, a seconda delle specie ospiti e sottospecie di batteri (fastidiosa, multiplex o pauca), può indurre una serie di malattie. In particolare, la Xylella fastidiosa ha una vasta gamma di ospiti naturali, tra cui molte erbacee e piante legnose, colture e erbacce. A questo proposito, il campo ospite copre più di 350 specie di piante. Tuttavia, molte specie di piante sono asintomatiche o gli ospiti possono avere sintomi diversi mesi dopo l'infezione, che, a loro avviso, rendono difficile la diagnosi e la gestione. Non poteva mancare, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il riferimento alla Puglia: nel documento si legge che la recente espansione del “disseccamento rapido degli ulivi” (CODIRO) in Italia (Puglia), causata da una subspecie, si estende per circa 180.000 ettari, anche di alberi centenari di una parte significativa della zona infetta. "Data l'importanza economica, sociale, ambientale, culturale e storica degli ulivi nella zona del focolaio così come nel resto della regione mediterranea, l'impatto del patogeno negli olivi è significativo, " aggiunge. Ad avviso degli esperti FAO, la gestione della malattia sul campo è "molto difficile" a causa della complessità dei padroni di casa e vettori, in modo che i metodi più efficaci nella lotta contro la malattia comprendono: prevenzione e / o contenimento come l'uso materiale di propagazione di sorveglianza "sano" e la diagnosi precoce del patogeno, la distruzione di piante e strategie per il controllo vettoriale infetti.

domenica 23 aprile 2017

Trova una garza intrisa di sangue nell'hamburger di McDonald's.

Trova una garza intrisa di sangue nell'hamburger di McDonald's. La cosa peggiore che possa capitare al fast food? Mangiare un panino e trovare nel bel mezzo una garza intrisa di sangue. Uno schifo simile a quello che deve aver provato un cliente di un McDonald's di Brétigny-sur-Orge, in Essonne,Francia. Un giovane di 24 anni ha ordinato un panino "Grilled cheese & bacon", un nuovo panino McDonald, per trovarci dentro nientemeno che una benda insanguinata. La reazione del gestore del McDonald: "Ho ricevuto le scuse solo quando il direttore del punto vendita è venuto fuori. E nessuno mi ha saputo dire come ci sia finita la garza insanguinata e quali azioni prenderanno in futuro." L’uomo ha raccontato di non essere stato nemmeno risarcito dal colosso degli hamburger. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rileva che McDonald’s, sta collezionando una serie di problemi negli ultimi mesi: dai pezzi di plastica rinvenuti nei nuggets al pollo allo scandalo della carne scaduta acquistata da una ditta cinese, al dente umano finito nelle patatine di una filiale nipponica. Meglio per i consumatori verificare il contenuto.

sabato 22 aprile 2017

Pezzi di palline da golf nelle patatine fritte, l'azienda le ritira

Pezzi di palline da golf nelle patatine fritte, l'azienda le ritira. Comprare delle patatine fritte e trovare pezzi di palline da golf: la sgradevole esperienza è capitata a dei clienti negli Stati Uniti d'America. Le indagini interne hanno stabilito che l'oggetto fritto a puntino, era plastica. Sull'origine del corpo estraneo l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari (FDA) ha notizie precise: "Pezzi di palline da golf sono stati trovati in un lotto di patate fritte surgelate della ditta Harris Teeter e venduto nel Nord Carolina. Nello specifico si tratta dei sacchetti da 2 chili di patatine fritte surgelate "Southern Style Hash Browns". Il produttore americano McCain Foods USA Inc., le ha ritirate dagli scaffali dei punti vendita”. Secondo l'allerta lanciata dalla FDA ecco la causa della contaminazione: palline da golf “potrebbero essere state inavvertitamente raccolte con le patate utilizzate per produrre questo cibo e finite nella fabbrica americana dove le patatine sono state confezionate prima di essere spedite.” Con questo richiamo ha spiegato la FDA nel comunicato si vuole informare i consumatori che hanno acquistato il prodotto menzionato, che le tracce di plastica possono rappresentare un rischio, in quanto se ingerite possono provocare soffocamento o occlusione intestinale. Pertanto i clienti sono invitati a non consumare questo prodotto. Non sono coinvolti dal provvedimento i paesi europei, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. In ogni caso, bisogna prestare la massima attenzione agli acquisti via internet anche su siti stranieri e negozi online come Amazon, Prozis, Veggie Shop24 e Walmart e a quanto acquistato da ora ai prossimi mesi. Nessun prodotto dovrebbe giungere nei nostri negozi. Di nuovo, una cautela nella verifica di quanto acquistato non è mai troppa.

venerdì 21 aprile 2017

Micotossine nella farina di riso RUS-C. Punti vendita: diversi commercianti al dettaglio e negozi di specialità esotiche in Italia.

Micotossine nella farina di riso RUS-C. Punti vendita: diversi commercianti al dettaglio e negozi di specialità esotiche in Italia. Lo segnala oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare svizzero Ancora un richiamo alimentare coinvolge l’Europa. La notizia arriva dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare svizzero (USAV) che ha lanciato un'allerta alimentare per la farina di riso «Rice Flour Roasted» venduta in diversi negozi al dettaglio e di specialità esotiche della Svizzera nonché altrove in Europa e quindi anche in Italia. Nella farina di riso della marca RUS-C sono state rilevate notevoli tracce delle micotossine fumonisina, deossinivalenolo e zearalenone. Non possono essere esclusi rischi per la salute. L'articolo in questione è la confezione da 1 kg del Lotto 150905 avente data minima di conservabilità 9.2018. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo svizzero, raccomanda alle persone che hanno acquistato il prodotto con la data di conservabilità menzionata sopra di non consumarlo. Le aflatossine sono sostanze tossiche prodotte da muffe. L’ingerimento di tali sostanze è, tra le altre cose, un fattore di rischio per l’insorgenza del cancro al fegato. Le aflatossine non vengono distrutte con la cottura.

giovedì 20 aprile 2017

Fotocopia del permesso invalidi esposta sul parabrezza sull'auto noleggiata. Il titolare non risponde di falso

Fotocopia del permesso invalidi esposta sul parabrezza sull'auto noleggiata. Il titolare non risponde di falso. Per la Cassazione il fatto non sussiste se l’originale è custodito in casa per evitare che si perda se si cambia frequentemente auto per ragioni di lavoro Negli ultimi anni si è assistito a frequenti blitz delle forze di polizia locale contro un fenomeno vergognoso come quello della duplicazione abusiva e la contraffazione di permessi sosta per invalidi. Tutte queste operazioni che si sono concluse spesso con una marea di denunce hanno però colpito troppe volte nel mucchio senza verificare le ragioni per le quali alcuni titolari del pass lo avevano coscientemente fotocopiato perchè per ragioni legittime ne avevano bisogno. Ed è così che in uno di questi casi è intervenuta a metterci una chiara pietra sopra la Cassazione che ha espresso un principio che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è senz'altro legittimo e che può essere sintetizzato nel concetto secondo cui chi per motivi di lavoro noleggia un’auto esponendo la fotocopia e non l’originale del permesso invalidi non incorre nel reato di falso perché non si espone a un’abusiva moltiplicazione di autorizzazione amministrativa. I giudici della quinta sezione penale della Suprema Corte, infatti, con la sentenza 18961/17, pubblicata in data 20 aprile, hanno accolto il ricorso ed annullato senza rinvio con la formula più ampia, ossia perchè il fatto non sussiste la sentenza della Corte di Appello di Milano che aveva condannato una donna che rispondeva dell'accusa di aver contraffatto il permesso invalidi rilasciato dal Comune esponendo su un veicolo la fotocopia e quindi per falsità materiale commessa da privato. Nella fattispecie, l'imputazione di falso riguardava una fotocopia di un’autorizzazione al parcheggio della quale la donna era comunque l’effettiva titolare. I giudici di Piazza Cavour, sulla scia dei precedenti in materia di fotocopie del permesso-invalidi esposte sul veicolo al posto di quello originale regolarmente posseduto nel ribadire che «se è vero che la fotocopiatura a colori del tutto simile all’originale può comportare il ricorrere di una falsificazione rilevante, è altrettanto vero che, pur non costituendone il momento consumativo, l’utilizzo concreto della fotocopia non è del tutto irrilevante nella configurazione del reato de quo». Nel caso di specie, la proprietaria deteneva l’originale dell’autorizzazione a casa e non poteva esser utilizzato da alcun soggetto diverso dalla titolare, mentre aveva esposto la fotocopia su un veicolo noleggiato in occasione di un suo viaggio per ragioni di lavoro. Quindi, «ben plausibile» è la giustificazione che la fotocopia era usata per evitare il rischio, durante i frequenti viaggi lavorativi, che l’originale venisse smarrito; in tal senso, «la presenza di due fotocopie nell’auto a noleggio sulla quale si trovava ben può dar conferma della plausibilità di quel timore».

Allergeni non segnalati in etichetta: Simply Market ritira lotto prodotto dolciario da forno.

Allergeni non segnalati in etichetta: Simply Market ritira lotto prodotto dolciario da forno. Il lotto è stato ritirato per la mancata segnalazione di frutta a guscio sull’etichetta. Simply Market ritira dagli scaffali dei supermercati di Milano e Provincia, a titolo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza alimentare, le confezioni di dolci "Petit Fleur" della Pasticceria Zunino. Si tratta del lotto 01610 avente scadenza minima 28/08/2017 - Ean 802478000144 da 200 g. Il motivo del ritiro, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, è la rilevata presenza di frutta a guscio, allergene non dichiarato in etichetta. Il prodotto potrebbe infatti scatenare allergie nei consumatori che soffrono di ipersensibilità alla frutta a guscio, per la presenza accidentale di tracce indesiderate di questo componente nel cibo messo in vendita ma non riportato nella lista degli ingredienti. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza alla soia. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare senza problemi il prodotto. I clienti allergici alla frutta a guscio che hanno acquistato il prodotto sono pregati di non consumarlo/utilizzarlo e di riportarlo al punto vendita per il rimborso. Per eventuali informazioni contattare la ditta Zunino G. Carlo, via Sambù 3, 17048, Urbe (SV) al numero 019726130. Simply Market si scusa per l'errore e invita i clienti che dovessero aver acquistato il lotto interessato a tornare nei negozi per procedere con la sostituzione del prodotto.

AIFA dispone immediato divieto d’uso lotti specialità medicinale ALBIOMIN.

AIFA dispone immediato divieto d’uso lotti specialità medicinale ALBIOMIN. Il provvedimento è stato disposto per questo farmaco plasmaderivato per motivi esclusivamente precauzionali L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha disposto il divieto d’uso lotti specialità medicinale ALBIOMIN, un prodotto della ditta Biotest Italia Srl derivato dal plasma umano. Il provvedimento si è reso necessario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a seguito della segnalazione pervenuta dalla ditta concernente un guasto tecnico verificatosi durante la produzione dei suddetti medicinali, in attesa dei risultati dei controlli da parte della ditta. Nello specifico si tratta dei lotti ALBIOMIN*INF 250ML 50G/L 5% - AIC 039073010 Lotto Scadenza B231025_02 31/12/2017; B231075_02 28/02/2018; B231154_01 30/04/2017; B231214_02 31/07/2017; B231374_01 31/10/2017; ALBIOMIN*FL 50ML 200G/L 20% - AIC 039073022; Lotto Scadenza B234316_02 28/02/2019; B234565_06 31/03/2018; B234575_05 31/03/2018; B234645_03 30/04/2018; B234646_01 31/03/2019; B235236_01 30/06/2019; B235765_01 30/11/2018; B235946_01 31/10/2019; B238086_01 30/11/2019, ALBIOMIN*INF 100ML 200G/L 20% - AIC 039073034, Lotto Scadenza B236075_02 31/01/2018; B236116_02 28/02/2019; B236166_04 31/03/2019; B236256_03 31/05/2019; B236615_04 31/10/2018 e B236734_03 30/11/2017. La ditta Biotest Italia ha comunicato l’avvio della procedura di divieto di utilizzo che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

Consiglio d'Europa chiede di limitare il ricorso alla custodia cautelare. L'Italia, paese degli abusi di potere, si adegui

Consiglio d'Europa chiede di limitare il ricorso alla custodia cautelare. L'Italia, paese degli abusi di potere, si adegui La custodia cautelare dev'essere applicata solo come ultima risorsa, secondo il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio di Europa (CPT) nel suo rapporto annuale pubblicato in data odierna 20 aprile 2017. L'importante organismo ha esortato i 47 Stati membri ad offrire ai prevenuti soddisfacenti condizioni di detenzione. Il CPT è l'istituzione responsabile per il monitoraggio delle carceri europee per valutare come vengono trattati i detenuti. Nel 2016, i suoi esperti hanno spesso notato che la custodia cautelare era soggetta a pessime condizioni, nonché ad un piano di attività carcerarie “impoverito”. "La custodia cautelare può avere gravi effetti psicologici e conseguenze gravi, come la rottura dei legami familiari o la perdita di un lavoro o un alloggio," richiama il Presidente del CPT, Mykola Gnatovskyy, citato in un comunicato stampa. Inoltre, il cronico problema della sovrappopolazione carceraria è grande a causa dell'elevata percentuale di prigionieri in attesa di giudizio all'interno della popolazione carceraria, comunica il CPT. Quest'ultimo invita, pertanto, gli Stati ad utilizzare e rendere effettive delle misure alternative come la cauzione, gli arresti domiciliari, la sorveglianza elettronica o la confisca dei passaporti. In Italia nel solo 2016 secondo il rapporto annuale di Antigone, l'associazione che da anni si occupa delle condizioni carcerarie nel nostro Paese, il 34,9% della popolazione carceraria (ben 18.908 su 54.072 detenuti) era detenuto in custodia cautelare, contro una media del 25% rispetto agli altri 47 Stati membri del Consiglio. Sull''Italia è regolarmente puntato il dito per le sue cattive condizioni di detenzione principalmente per quelle che riguardano indagati ed imputati in attesa di giudizio. "La custodia cautelare dovrebbe essere imposta per la durata più breve possibile. "Dovrebbe essere il risultato di una valutazione individuale circa i seguenti rischi: i rischi di un nuovo reato, pericolo di fuga, danno agli elementi di prova o influenza su testimoni o ostruzione al regolare svolgimento della giustizia", secondo il Presidente del CPT. È un fatto gravissimo rilevato anche dalla comunità internazionale, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che nonostante la recente modifica della normativa nazionale - che nel tentativo di adeguarsi alle pressanti raccomandazioni delle istituzioni europee e alla necessità di condizioni più umane e meno afflittive, ha riformato nel 2015 il codice di procedura penale in materia di misure custodiali preventive - avrebbe dovuto farci assistere ad una concreta riduzione dei casi di custodia cautelare, mentre si è registrato l'esatto contrario, con un aumento delle richieste e dei provvedimenti in tal senso. Non è possibile, in tale ottica, tollerare che oltre un terzo della popolazione carceraria sia in attesa di giudizio e soprattutto, fino a prova contraria, non colpevole dei reati ascritti. È evidente, quindi, se giunge un richiamo così forte da parte da un organismo internazionale così autorevole, che bisogna fare davvero qualcosa di concreto per evitare il perseverare di abusi, spesso patiti dai soggetti più deboli che hanno meno possibilità di ottenere adeguata difesa, come gli immigrati, i meno abbienti e comunque tutti coloro che sono stretti nella morsa di una Giustizia non sempre adeguata all'insostituibile funzione attribuitale.

Al via la sostituzione dei contatori del gas. Il gestore della rete cambia nome. Gli utenti sono smarriti e chiedono di saperne di più.

Al via la sostituzione dei contatori del gas. Il gestore della rete cambia nome. Gli utenti sono smarriti e chiedono di saperne di più. Nei mesi scorsi la società “2i Rete gas” ha inviato agli utenti di alcune zone della provincia di Lecce una comunicazione con la quale preannunciava che a partire dal 19 aprile 2017, si sarebbe dato corso alla sostituzione del contatore del gas, in attuazione delle direttive deliberate dall’Autorità AEEGSI. Immediata la preoccupazione degli utenti: Perché questo cambiamento «obbligato», da Enel a “2i Rete gas””, senza che l’utente l’abbia richiesto? Quali saranno i vantaggi, ammesso che ve ne siano? E quali invece i nuovi costi? Queste «novità» interesseranno anche i contatori e la rete dell’energia elettrica? Se, come sembra, si passerà al “mercato libero”, gli utenti dovranno aspettarsi degli aumenti in bolletta di gas e luce? Salute Salento ha chiesto un approfondimento a Gianni D’Agata, responsabile dello “Sportello dei diritti”. Di seguito i chiarimenti dell’associazione di tutela dei consumatori. «Non si tratta del passaggio ad una nuova società venditrice del gas, ma di una vicenda collegata all'acquisizione da parte della società 2i Rete Gas di Enel Rete Gas. Con il passaggio della rete (i tubi che portano il gas nelle case) da Enel (o Eni, o altre aziende, a seconda delle zone) alla "nuova" società, nulla cambia nella vendita del combustibile che continua ad essere ceduto dal venditore finale che può rimanere Enel Energia, Eni, o altra società con la quale si aveva e si mantiene il rapporto contrattuale in quanto il mercato del metano era già stato liberalizzato da diversi anni con le conseguenti oscillazioni tariffarie che per il consumatore finale restano molto contenute. Per la corrente elettrica permane invece tuttora il cosiddetto "mercato a maggior tutela" che tuttavia dovrà essere sostituito completamente da quello "libero", salvo proroghe, a far data dal 2018. Per la sostituzione dei nuovi contatori non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione di eventuali anomalie nel computo dei consumi. Anche se nell'intenzione dell'Autority vi era la eliminazione del problema dei consumi stimati che ha comportato tante vertenze tra utenti e società fornitrici. Con i contatori digitali, a controllo remoto, i consumi dovrebbero essere solo quelli effettivi e non “ipotetici”. Anche per questo vigileremo attentamente».

mercoledì 19 aprile 2017

Confezioni di Novalgina sciroppo ritirate dal mercato argentino: "Carica microbica insufficiente".

Confezioni di Novalgina sciroppo ritirate dal mercato argentino: "Carica microbica insufficiente". L'organo di controllo argentino di farmaci, alimenti e tecnologia medica (ANMAT) ha ritirato dagli scaffali delle farmacie un lotto completo di Novalgina sciroppo perché non soddisfa i requisiti stabiliti. Il prodotto è un analgesico ed antipiretico. Secondo il comunicato diramato dal Ministero della Salute la ditta Sanofi Aventis ARGENTINA SA ha avviato il richiamo del seguente prodotto: Novalgina / Dipirona 50 mg / ml - Sciroppo x 200 ml - Certificato n ° 18262 - Lot 1B649M scadenza 12/2018 . In pratica è facile capirne il motivo spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Il controllo microbiologico delle sostanze medicinali durante il processo di produzione dei farmaci è fondamentale per garantire la sicurezza e la qualità del prodotto. Uno dei parametri importanti nel controllo qualità microbiologico è la ricerca e valutazione della carica microbica o bioburden. Il bioburden è la popolazione di microrganismi vitali presente in un prodotto prima del processo di sterilizzazione. L'Amministrazione nazionale dei farmaci, Food and Medical Technology (ANMAT) pertanto raccomanda alla popolazione che si astenga dal consumare le unità corrispondenti al lotto dettagliato che potrebbe causare problemi alla salute. Il lotto oggetto del richiamo, comunque non è distribuito in Italia.

Forum su Internet guidano i giovani al suicidio. Gruppi russi invogliano i ragazzi a uccidersi

Forum su Internet guidano i giovani al suicidio. Gruppi russi invogliano i ragazzi a uccidersi. "Ho spiegato alla gente perché è meglio morire", ha detto un utente. Tre volte superiore rispetto alla media mondiale: il tasso di suicidi tra i minori in Russia. Ma esistono forum anche in italiano I genitori russi sono allarmati: nascono e crescono su internet i cosiddetti squadroni della morte rivolti ai giovani con l'espresso invito a suicidarsi. Decine di casi di suicidio di adolescenti troverebbero il fondamento su questi forum nei social network, secondo una ricerca pubblicata dal quotidiano "Novaya Gazeta". "Ho spiegato solo a poche persone perché è meglio morire", avrebbe detto apertamente un tale Filipp Budeikin, giovane che farebbe parte di questi “squadroni della morte”. Poco dopo, il ventiduenne sarebbe stato arrestato a San Pietroburgo. Egli sarebbe il mentore di un gruppo occulto nel Regno Unito – che avrebbe incitato 15 giovani al suicidio – tramite l'equivalente russo di Facebook. Putin avrebbe già proposto pene più severe per l'incitamento al suicidio. "In primo luogo, è necessario costruire gruppi dal contenuto deprimente", ha detto Budeikin media locali. "Poi il gioco ha inizio." In questo "gioco", i partecipanti devono rispondere a determinati compiti, come ad esempio farsi del male. Se non lo fanno, sarebbero ricattati, secondo quanto scoperto dalla "Novaya Gazeta". Il suicidio è uno dei principali tabù in Russia. Ma dopo che il giornale ne ha parlato pubblicamente, il presidente Wladimir Putin in persona è sceso in campo, esprimendo preoccupazione e ha chiesto pene più severe per l'istigazione al suicidio. Il tasso di suicidi tra i minori, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità è tre volte superiore alla media mondiale in Russia. Dopo che il tasso era in declino, è nuovamente aumentato del 57 % l'anno scorso, ha sostenuto il difensore civico dei diritti dei bambini russi, Anna Kuznetsova. Essa conduce alla crescita delle "squadre della morte" indietro. Tra novembre 2015 e aprile 2016, 130 adolescenti si sono uccisi in Russia. Decine di loro sono stati incitati apertamente da gruppi su internet secondo la "Novaya Gazeta". Anche nella vicina Ucraina, i suicidi sono aumentati in modo significativo tra i giovani. La polizia ha bloccato l'accesso a 500 gruppi sui social network. Dei 70 adolescenti scomparsi segnalati quotidianamente, secondo la polizia ucraina da 20 a 30 membri % di questi sono dovuti agli “squadroni della morte”. Tuttavia gli esperti russi e ucraini invitano a non sopravvalutare il fenomeno. Alcuni hanno accusato la "Novaya Gazeta" di esagerare singoli casi di storie di orrore. Ma le dichiarazioni di Budeikins, "mentore" di uno dei gruppi della morte, sono certamente inquietanti. Ha descritto i suoi coetanei come "persone senza valore" e "rifiuti biodegradabili". Il suo obiettivo è di “ripulire la società”. Per la morte di un adolescente, lui non si sente responsabile, "Sono stati loro che hanno preso la decisione," dice. "Nessuno li ha costretti." Si tratta, indubbiamente di dichiarazioni orripilanti e non circoscritte alla sola Russia, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Gruppi e forum del genere esistono purtroppo anche altrove, come in Italia, e continuano a proliferare sulla rete ed in particolare sui social network di mezzo mondo. Proprio in tal senso, l'allarme lanciato nell'Est Europa, non dovrebbe essere completamente sottovalutato dalle autorità ed in particolar modo dalla Polizia Postale che, nell'ottica di prevenzione che egregiamente svolge, dovrebbe prontamente segnalare all'autorità giudiziaria comportamenti di tal tipo ai fini di provvedimenti inibitori, perchè non dobbiamo dimenticare che “l'istigazione o aiuto al suicidio” è un reato previsto dal codice penale italiano dall'articolo 580 che prevede il carcere fino a dodici anni.

Ministero Salute ritira dai supermercati formaggio "Taleggio DOP" per rischio microbiologico

Ministero Salute ritira dai supermercati formaggio "Taleggio DOP" per rischio microbiologico Il Ministero della salute venerdì 19 aprile ha diramato un comunicato rivolto ai consumatori dove è stato ritirato lotto di formaggio TALEGIO DOP ean 8012666504862 per rischio microbiologico a marchio “Terre d'Italia”. A rendere necessario il provvedimento è la possibile presenza di Listeria monocytogenes. E' interessato dal richiamo il formaggio da 200 grammi con scadenza al 27 aprile 2017 prodotto da Casarrigoni srl, Taleggio (BG) Fraz. Peghera via A. Arnoldi 575. Nello specifico si tratta del lotto produzione 75087. Il prodotto è commercializzato da GS Spa via Caldera n 21 Milano. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, invita i consumatori che sono in possesso del formaggio oggetto del provvedimento a non consumare il prodotto e a restituirlo al punto vendita d’acquisto. L’avviso di richiamo del lotto è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute.

martedì 18 aprile 2017

Kärcher ritira un detergente per pavimenti in vendita da Coop. In casi estremi il prodotto può causare forti irritazioni o ustioni

Kärcher ritira un detergente per pavimenti in vendita da Coop. In casi estremi il prodotto può causare forti irritazioni o ustioni La Kärcher AG richiama per motivi di sicurezza un detergente. Il prodotto è in vendita presso Coop Edile+Hobby e altri rivenditori. Il detergente non può più essere utilizzato. In casi estremi, può causare forti irritazioni o ustioni. Da Coop Edile+Hobby è interessato l’articolo 6.295.943 Detergente universale per superfici in pietra nella bottiglia da 500 ml per FC 5 con la data di conservabilità 20.02.2021 e il numero di lotto 011731054830 02. I clienti in possesso del detergente sono pregati di non utilizzarlo più. La vendita, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata bloccata e l’importo pagato sarà restituito in qualsiasi centro Coop Edile+Hobby. Per ulteriori informazioni i clienti possono rivolgersi al Servizio clienti Coop.

USA: ergastolo alla nonna che terrorizzava la nipote vestita da strega.

USA: ergastolo alla nonna che terrorizzava la nipote vestita da strega. Volto dipinto di verde e costume nero, la bruciava con le sigarette, la schiaffeggiava e la colpiva con un mattarello Addosso un costume nero e la faccia dipinta di verde, assomigliante ad una strega. Una donna di 51 anni dell'Oklahoma per oltre un anno ha commesso abusi sulla sua nipotina di sette anni. L'aguzzina, che nelle violenze si è avvalsa della complicità del fidanzato 31enne, è stata condannata all'ergastolo per maltrattamento e abuso di minore. L'uomo è stato condannato invece a trent'anni di carcere. La nonna, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si faceva chiamare "Nelda the witch" (Nelda la strega) e perpetrava ogni tipo di violenza ai danni della piccola, dalle bruciature con le sigarette agli schiaffi alle percosse con un mattarello. A un certo punto l'ha tolta da scuola e costretta alla fame oltre che a farla dormire fuori con il suo cane. Prima di emettere la sentenza, nell'aula del tribunale è stato mostrato un video in cui la donna afferra la nipote per il collo e poi la trascina lungo in pavimento. Si sente anche dire che vuole mangiarla.

Ministero della Salute sospende vendita lotto medicinale veterinario antibatterico CEFSHOT

Ministero della Salute sospende vendita lotto medicinale veterinario antibatterico CEFSHOT Il Ministero della salute ha diramato un comunicato che sospende con effetto immediato la vendita sul territorio italiano del lotto medicinale veterinario antibatterico CEFSHOT della ditta Zoetis Italia. Nello specifico si tratta del lotto ALS018AR scad. 7/2019 del medicinale veterinario CEFSHOT DC*24SIR 250MG – AIC 104765019. Il farmaco è indicato per il trattamento delle mastiti sub-cliniche alla messa in asciutta e per la prevenzione di nuove infezioni batteriche della mammella durante il periodo d'asciutta delle bovine, sostenute da Staphylococcus aureus, Streptococcus agalactiae, Streptococcus dysgalactiae, Streptococcus uberis, Trueperella pyogenes, Escherichia coli e Klebsiella spp.. La Società Zoetis Italia, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il maggior gruppo mondiale nella medicina veterinaria, ha comunicato che la sospensione è a titolo cautelativo e compiuta su richiesta del Ministero della Salute.

Gioco azzardo, "perdo, ma non smetto". Ecco il perché la dipendenza

Gioco azzardo, "perdo, ma non smetto". Ecco il perché la dipendenza: all'origine la scarsa capacità di valutare il rischio. Cervello sotto accusa L’università di Kyoto ha svelato il meccanismo di cosa ci sia dietro questa abitudine così dannosa. Secondo lo studio la dipendenza dell'azzardo è legata a un disturbo mentale caratterizzato da un'eccessiva assunzione di rischi nonostante i risultati negativi: si continua a perdere, ma si continua anche a giocare. La ricerca, ha coinvolto 50 volontari: 21 con disturbo da gioco d'azzardo e 29 considerati sani, utilizzando la risonanza magnetica funzionale. "Nei primi abbiamo osservato un'attività diminuita nella corteccia prefrontale dorsolaterale, regione coinvolta nella flessibilità cognitiva, evidenzia Hidehiko Takahashi, autore principale dello studio, ciò indica che questi soggetti non hanno la capacità di adattare il loro comportamento al livello di pericolo della situazione". Se le persone “sane” prendono decisioni valutando la probabilità di successo in base al livello di rischio tollerabile, chi ha una dipendenza come il gioco d'azzardo è incline invece verso un'azione inutilmente imprudente. Già in precedenza erano state dimostrate alterazioni in alcune aree del cervello relative al rischio e alla ricompensa. Il gioco d’azzardo, è oramai considerato una patologia vera e propria, che verrà curata presso ogni Asl del territorio. Il nome scientifico della malattia è ludopatia, appunto “dipendenza da gioco d’azzardo”, e il numero delle persone che ne soffrono è sempre in aumento, anche nel nostro Paese. Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è necessario informare le famiglie: i genitori considerano raramente, o mai, che i giochi di denaro rappresentano un comportamento a rischio. Sono moltissimi coloro che diventano “dipendenti dal gioco” e che per questo mettono in discussione le loro vite, i loro affetti e il loro futuro, coinvolgendo le famiglie in un vero baratro. La situazione rappresenta una tale emergenza tanto da mettere in allerta anche le più alte cariche dello Stato. La ricerca giapponese è stata pubblicata su Translational Psychiatry.

Ministero della Salute, divieto di utilizzo dispositivo medico per ipertermia oncologica "AMICA GEN"

Ministero della Salute, divieto di utilizzo dispositivo medico per ipertermia oncologica "AMICA GEN" Il Ministero della salute ha diramato un comunicato che invita a tutti gli operatori sanitari operanti sul territorio italiano e a tutte le strutture sanitarie che dispongono dei dispositivi AMICA GEN il divieto di utilizzo. Nello specifico si tratta del dispositivo medico codici prodotto AGN-3.0, AGN H 1.0 e AGN R 1.0. fabbricato dal HS Hospital Service Srl. La Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del Ministero della salute, è venuta a conoscenza della possibile non conformità dei dispositivi in oggetto. A tutela della salute pubblica e per la sicurezza dei pazienti, in via precauzionale, in attesa della conclusione dell’azione di richiamo dei prodotti avviata dal fabbricante HS Hospital Service S.r.l., la Direzione Generale emana raccomandazioni a tutte le strutture sanitarie che dispongono dei dispositivi AMICA GEN in oggetto e a tutti gli operatori sanitari operanti sul territorio Italiano di prontamente isolare, o comunque rendere indisponibili all’utilizzo tali prodotti fino al richiamo da parte del fabbricante per la verifica completa dell’apparecchiatura o eventuale sostituzione. L’operatore sanitario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è invitato a segnalare tempestivamente ogni eventuale incidente che coinvolga i dispositivi medici citati in oggetto come previsto dalla vigente normativa sui dispositivi medici (D.Lgs.46/97 e s.m.i.).

lunedì 17 aprile 2017

Autostrade: casellanti in sciopero. Pedaggi solo con casse automatiche e Telepass

Autostrade: casellanti in sciopero. Pedaggi solo con casse automatiche e Telepass Dalle 22 di lunedì e per 24 ore, sulle autostrade italiane scatta uno sciopero dei casellanti, che potrebbe provocare parecchi disagi al traffico. Diverse porte manuali resteranno chiuse per l’assenza degli esattori, mentre il pagamento del pedaggio sarà possibile solo attraverso le casse automatiche. I servizi di assistenza al cliente e il funzionamento degli impianti per il pagamento del pedaggio dovuto per legge, spiega Giovanni D’Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", saranno comunque garantiti con intervento di personale della Viabilità di Autostrade per l’Italia.

Frutta antidepressivo naturale. Lo dice uno studio spagnolo

Frutta antidepressivo naturale. Lo dice uno studio spagnolo Mangiare frutta e verdura quotidianamente ed in modo abbondante potrebbe aiutarci a combattere quello che è stato da alcuni sociologi definito come il male del terzo millennio, la depressione. Ad evidenziarlo, i risultati emersi da una recente ricerca condotta dalla University of Las Palmas de Gran Canaria. Non un'indagine qualsiasi, ma uno studio condotto su un campione di oltre 15mila persone che con metodo scientifico avrebbe chiarito ciò che era un sentire comune e un dato noto già a seguito di precedenti ricerche, ossia che una dieta a base di frutta, oltre ad avere tantissimi benefici sulla nostra salute fisica, avrebbe effetti incredibilmente positivi anche sulla nostra salute mentale. Ed i risultati sono illuminanti: un consumo abbondante di frutta e verdura, soprattutto se quotidiano, protegge il nostro cervello da ogni tipo di patologia che riguarda il cervello umano. Al contrario, una dieta ricca di carni e grassi ci espone al rischio di andare incontro a depressione. In particolare, oltre alla frutta e alla verdura, sono risultati di grande impatto anche i legumi e la frutta secca, tutti alimenti ricchi di acidi grassi omega 3, oltre alle tante vitamine e minerali. È chiaro, peraltro, che associare una dieta equilibrata a uno stile di vita salutare, fatto di tanta attività fisica e pochissimi vizi, completerebbe un quadro che altrimenti non avrebbe gli stessi effetti desiderati. Non si tratta della “scoperta dell'acqua calda”, per Giovanni D’Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ma di un contributo scientifico ad evidenze già note ai nostri nonni, che dovrebbe contribuire a sensibilizzare la popolazione ad abbandonare abitudini alimentari iperproteiche e sganciate dalla nostra tradizione mediterranea che, purtroppo, si sono sempre più diffuse, specie tra le fasce più giovani della cittadinanza.

domenica 16 aprile 2017

Farmaco antiepilessia e disturbo bipolare “Depakin” di Sanofi. Scatta la denuncia per lesioni gravi

Farmaco antiepilessia e disturbo bipolare “Depakin” di Sanofi. Scatta la denuncia per lesioni gravi di una madre svizzera non informata sui rischi per i feti Una donna svizzera che assumeva il Depakin fin dall'adolescenza, un farmaco usato dalla fine degli anni '60 per la cura dell'epilessia e per il disturbo bipolare, prodotto dalla multinazionale Sanofi, ha comunicato attraverso il suo legale, di aver denunciato per lesioni gravi il Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV), i propri medici e la società farmaceutica. La denuncia partirebbe dall'assunto che la donna non fosse stata informata dei rischi per i feti che deriverebbero dall'assunzione del medicinale durante le due gravidanze nel 2002 e nel 2004 che avevano visto nascere entrambi i suoi bambini affetti da gravi disturbi cognitivi ed autismo, tanto da dover anche seguire una formazione scolastica specializzata. Si tratterebbe, secondo la stampa elevtica, della prima azione legale di questo tipo nell'ambito di uno scandalo che sarebbe legato all'antiepilettico. L'avvocato della signora ha riferito che la sua cliente assumeva il Depakin fin dall'adolescenza e che "nessuno aveva evocato un possibile legame fra questo farmaco e le malformazioni". Peraltro, nel corso di una delle due gravidanze, il personale medico aveva menzionato possibili anomalie quali il labbro leporino e la spina bifida, ma, dopo l'ecografia dei tre mesi, aveva rassicurato la donna sull'assenza di difetti del feto. E per assurdo, il neurologo avrebbe addirittura “ben pensato” di aumentare la dose del farmaco, aggravandone così i rischi. La struttura ospedaliera CHUV che si era occupata del monitoraggio ginecologico durante la gestazione, non avrebbe ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale. La denuncia sarebbe comunque estesa anche ai medici che avevano seguito la donna, l'ospedale Rivera-Chablais dove ha partorito e la filiale di Meyrin (Ginevra) dell'azienda Sanofi, che produce il medicamento “incriminato”. Vale la pena ricordare che contro la casa farmaceutica, alla fine del 2016, è stata già avviata in Francia una "class action" da un'associazione nata appositamente per tutelare quelle che si definiscono “vittime del Depakin”, allo scopo di ottenere risarcimenti per le decine di migliaia di bambini che sarebbero interessate dallo scandalo. Secondo l'associazione in questione, Sanofi non avrebbe messo al corrente dei rischi per i feti del principio attivo, il sodio valproato, nonostante fossero evidenti addirittura sin dagli anni '80. Al contrario, in Italia, della questione non se n'è parlato nonostante l'ampia discussione avviata all'estero sui rischi per la salute dei nascituri che ha portato all'avvio di azioni legali. Ovviamente, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", la nostra associazione che da anni fra le sue molteplici attività si occupa di tutelare anche i cittadini e i parenti delle vittime che hanno subìto problematiche connesse all'assunzione di farmaci, monitorerà la situazione e si rivolge a tutti coloro che avessero notizia di problematiche analoghe a quelle denunciate dalla donna svizzera a seguito dell'utilizzo del Depakin, di segnalarcelo per poter valutare tutte le azioni possibili a loro protezione.

sabato 15 aprile 2017

Cassazione: è un obbligo per i genitori mantenere anche i figli cinquantenni.

Cassazione: è un obbligo per i genitori mantenere anche i figli cinquantenni. Se il figlio ha bisogno di aiuto, i genitori devono aiutarlo anche se è adulto e vaccinato Di nuovo la Cassazione decreta l’obbligo per un genitore di mantenere i figli. Anche se i pargoli sono ormai adulti, anche se hanno passato il quarto di secolo. Lo sa bene un'anziana donna che ha visto confermata anche in Cassazione la propria condanna a versare in favore del figlio ultracinquantenne 300 euro al mese a titolo di assegno alimentare. Gli ermellini con la sentenza numero 9415/2017 hanno posto fine a una controversia giudiziaria durata oltre venti anni, all'esito della quale ad avere la meglio è stato il figlio, maturo ma disoccupato, nonostante abbia quasi completato il percorso di studi per ottenere la laurea in giurisprudenza e si sia diplomato in violino in conservatorio. Le motivazioni alla base del riconoscimento del diritto dell'uomo ad ottenere gli alimenti dall'anziana madre si leggono chiaramente nella sentenza di appello, nella quale il giudice del merito ha ritenuto raggiunta la prova della sussistenza del presupposto della prestazione alimentare considerando la sua situazione di bisogno e le infruttuose: disponibilità a tenere lezioni di violino e svolgere attività di attacchinaggio, iscrizione all'ufficio di collocamento, richiesta di essere richiamato a svolgere il servizio militare, partecipazione a un concorso pubblico bandito dal Ministero della Giustizia. In corso di causa, inoltre, è emerso che la condizione soggettiva dell'uomo è gravemente compromessa dall'essere egli affetto da seri problemi psicologici e relazionali. Alla luce di queste e altre circostanze, pacifiche e comprovate, e ritenuti infondati tutti e quattro i motivi proposti dalla mamma in Cassazione per la riforma della sua condanna, la donna deve ora rassegnarsi a pagare e a continuare, quindi, a mantenere il figlio nonostante la sua età avanzata. Gli addetti ai lavori, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", spiegano, che è una sentenza della Cassazione del 2007 ad aver fatto scuola: «l'obbligo dei genitori di concorrere tra loro, secondo le regole dell'art.148 c.c. al mantenimento dei figli non cessa automaticamente con il raggiungimento della maggiore età, ma perdura immutato finché il genitore interessato non provi che il figlio ha raggiunto l'indipendenza economica (o sia stato avviato ad attività lavorativa con concreta prospettiva di indipendenza economica), ovvero finché non sia provato che il figlio stesso, posto nelle concrete condizioni per poter addivenire all'autosufficienza, non ne abbia, poi, tratto profitto per sua colpa…» (Cassazione civile , sez. I, 11 gennaio 2007 , n. 407). Questa abitudine molto italiana vizia il mercato del lavoro con enormi danni per la collettività: perchè quei giovani che si sentiranno sempre le spalle coperte potranno continuare ad accettare stage gratuiti o con rimborsi spese indignitosi, o cocopro sottopagati, tranquilli e certi che tanto la "differenza" ce la metteranno mamma e papà. Andando quindi a "dopare" il mercato. Il grande assente, in questo frangente, è lo Stato. Un welfare state degno di questo nome, con aiuti alle giovani coppie, affitti a prezzo agevolato, ammortizzatori sociali per non essere costretti a correre da mamma e papà tra un contratto a progetto e l’altro, sarebbero un sostegno ben più sano, per i giovani, di quello delle famiglie d’origine.

USA: maxi richiamo urgente omeopatici per denti bambini

USA: maxi richiamo urgente omeopatici per denti bambini. La Food and Drug Administration mette in guardia su pillole e gel dopo una decina di morti e 400 eventi avversi. Provato il rapporto causa-effetto confermando elevati livelli di belladonna in alcuni prodotti omeopatici di dentizione È allarme negli Stati Uniti: dieci bambini sono morti dopo aver utilizzato compresse omeopatiche per la dentizione perche' contengono quantita' variabili di belladonna, sostanza potenzialmente pericolosa per bambini. E altri 400 piccoli avrebbero accusato aventi avversi come convulsioni, letargia, difficoltà respiratorie, debolezza muscolare, arrossamento della pelle, stipsi e difficoltà a urinare. La Food and Drug Administration, l’agenzia regolatoria americana su farmaci e alimenti ha allertato le famiglie invitando i genitori a non somministrare questi prodotti ai bambini per calmare i dolori dentali e di portarli dal medico se dovessero insorgere effetti collaterali. L’agenzia Usa ha comunicato giovedì infatti il maxi ritiro dagli scaffali delle principali catene di farmacie, diffusissime Oltreoceano, che però sono venduti anche online, dopo che «il rapporto causa effetto è stato provato» testando campioni dei prodotti. I decessi e gli effetti collaterali si sono verificati negli ultimi sei anni. Hyland dentizione e' in pastiglie contenenti diversi componenti tra i quali, appunto, la belladonna che puo' essere dannosa se somministrata in quantità elevata per i bambini, infatti, puo' indurre un livello ridotto di coscienza, convulsioni, difficolta' o rallentamento della respirazione, letargia, sonnolenza, debolezza muscolare, arrossamento della pelle, stipsi, difficolta' a urinare o agitazione. Già nel 2010 la Fda aveva messo in guardia sulle compresse omeopatiche per la dentizione di Hyland per le presunte alte dosi di belladonna, sostanza che se assunta in quantità eccessive può causare gravi problemi. Alla luce di questo allarme con cui la FDA mette in guardia i consumatori, considerato che il fenomeno compresse omeopatiche per la dentizione, seppure in misura minore, interessa anche l'Europa e l'Italia, Giovanni D’Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", rivolge un invito al Ministero della Salute affinché avvii tutte le iniziative opportune per monitorare la consistenza del fenomeno anche in Italia ed eventualmente prendere le misure idonee sulla falsariga di quanto sta facendo la FDA in America. Lo "Sportello dei Diritti" oltre mettere in guardia i genitori, segnala come alternative alla somministrazione di questi farmaci un massaggio alle gengive con dita pulite, l’uso di frutta surgelata per dare sollievo o un po’ di paracetamolo in caso di dolori insistenti.

venerdì 14 aprile 2017

Non dare mai ai bambini il tablet prima di farli andare a dormire.

Non dare mai ai bambini il tablet prima di farli andare a dormire. Uno studio britannico afferma che i più piccoli perdono più di quindici minuti di sonno per ogni ora di utilizzo L'utilizzo di tablet e smarthpone anche tra i bambini in tenerissima età è un fenomeno diffusissimo ed in crescita vorticosa, tanto che sono molteplici le ricerche che stanno focalizzando l'attenzione sui probabili effetti collaterali – nei più disparati campi della medicina e delle scienze umane, dall'oftalmogia, sino alla sociologia - che l'uso e quasi sempre l'abuso, possono causare nei più piccoli. È chiaro che è ancora prematuro parlare di conoscibilità degli effetti a lungo termine sia in termini positivi che negativi, perchè si tratta di una questione aperta e tutto sommato recente, ma le prime indagini scientifiche ci stanno facendo già comprendere che conseguenze ce ne sono e che è sempre opportuno evitare un'esposizione prolungata alle attività ed alle app dei touchscreen. L'ultimo studio britannico pubblicato su Scientific Reports, e che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene meritevole di ampia diffusione per una sensibilizzazione di chi cresce ed educa i più piccoli, rileva un dato basato su un'indagine abbastanza ampia di un campione di 715 genitori di bambini al di sotto dei tre anni. Secondo la ricerca, ogni ora passata dai bambini utilizzando smartphone e tablet causa loro una perdita di sonno di 15,6 minuti a notte. L'equipe di ricercatori guidata da Tim Smith, della Birkbeck University of London, ha messo in relazione i dati raccolti, intervistando mamme e papà su quanto spesso i loro figli giocassero con questi apparecchi e la quantità di ore notturne dormite. La ricerca ha dimostrato che il 75% dei nati sotto i 36 mesi ha utilizzato un touchscreen quotidianamente mentre la percentuale variava dal 51% di quelli tra i 6 e 11 mesi e il 92% di quelli tra i 25 e i 36 mesi. Tuttavia, al di là degli aspetti negativi, l'analisi ha anche evidenziato che usare attivamente questi oggetti accelera lo sviluppo delle capacità motorie. "Non bisogna aver fretta di introdurre la tecnologia nella vita dei bambini: impareranno comunque come usarla. Un'età ragionevole è dopo i 2 anni", ha spiegato Elena Bozzola, consigliera nazionale della Società italiana di pediatria. Ed ha concluso: "L'utilizzo non deve eccedere i 15-20 minuti. In età scolare al massimo due ore al giorno, meglio se frazionate in intervalli e comunque mai prima di andare a dormire".

GB, Nestlè ritira un lotto di merendine KitKat. Allergene non dichiarato

GB, Nestlè ritira un lotto di merendine KitKat. Allergene non dichiarato Nestlè ha annunciato che è stato disposto il ritiro dalla vendita in Gran Bretagna di un lotto delle merendine KitKat perché è possibile sia stata erroneamente confezionata con una variante di burro d'arachidi che può creare problemi a chi ne è allergico. "Nonostante le confezioni rechino correttamente sul prodotto la dicitura 'può contenere arachidi o nocciolè, spiega Nestlé , c'è il rischio che il prodotto possa essere inconsapevolmente consumato anche da chi è allergico. Il Gruppo precisa che il prodotto è comunque sicuro, e che il richiamo è dovuto a motivi precauzionali, e che non riguarda gli altri prodotti KitKat in commercio. Per questo motivo Nestlè ha avvisato i consumatori di prestare attenzione all'etichetta. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza alle arachidi. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare senza problemi il prodotto. Infine, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, evidenzia che il lotto oggetto del richiamo non è distribuito in Italia.

AIFA: tolte dal commercio le bombole OSSIGENO LINDE MEDICALE di specifici lotti con valvole difettose.

AIFA: tolte dal commercio le bombole OSSIGENO LINDE MEDICALE di specifici lotti con valvole difettose. Le valvole erano difettose e le bombole erogavano ossigeno criogenico in misura diversa da quella richiesta. È il risultato degli accertamenti disposti dall'Agenzia Italiana del Farmaco che ha disposto il ritiro di alcuni lotti delle bombole per ossigeno compresso, potenzialmente pericolose per chi le utilizza. Il provvedimento si è reso necessario a seguito della segnalazione da parte della ditta Linde Medicale Srl Via Pio Semeghini, 38, 00155 Roma, del farmaco OSSIGENO*COMPR 200BAR 14LT IRV –AIC 039133071 confezionato nelle bombole identificate con il codice seriale di seguito riportato: codice seriale codice seriale 38031602129126, 38031602163835, 38031602168578, 38031602159976, 38031602163776, 38031602162153,38031602070017, 38031602163139,38031602070117, 38031602070496,38031602071533, 38031602070132, 38031602078391, 38031602071758, 38031602079049, 38031602103673, 38031602180224, 38031602163776, 38031602145595, 38031602151694, 38031602078210, 38031602078184, 38031602163552, 38031602163596, 38031602079861 e 38031602070036. L’ossigeno (compresso o criogenico) viene somministrato attraverso l’aria inalata, preferibilmente ricorrendo ad apparecchi dedicati (quali, per esempio, una cannula nasale o una maschera facciale). Il provvedimento si è reso necessario, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,a seguito della comunicazione della ditta concernente un difetto delle valvole riduttrici. La ditta Linde Medicale ha comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.
Larve vive di Anisakis in sgombri dai Paesi Bassi, scatta il ritiro Il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti (RASFF), giorno 13 aprile, ha diramato una black list di prodotti alimentari provenienti dall’estero che non rispettano i nostri standard inviandola al Ministero della salute italiano. Tutta colpa di una partita di sgombri refrigerati (Scomber scombrus) infestati da larve vive di parassiti Anisakis (massiccia presenza), provenienti dai Paesi Bassi, scoperti dai controlli effettuati dal dipartimento di sanità pubblica e sicurezza alimentare nazionale, finiti nelle rivendite in tutta Italia. L’anisakis è un verme parassita del pesce crudo che è capace di annidarsi nelle pareti dello stomaco e che può essere ingerito semplicemente mangiando del pesce crudo o, comunque, poco cotto, marinato o in salamoia. Il nome scientifico della malattia provocata dall’anisakis è l’anisakidosi, la quale è diffusa soprattutto nelle zone del mondo in cui si consuma maggiormente il pesce crudo: ad esempio, in Giappone, ma anche in Europa e USA da quando è impazzata la passione per il sushi, che può essere anche causa della sindrome sgombroide. Questo parassita è visibile a occhio nudo: si tratta, infatti, di vermi lunghi e somiglianti a capelli bianchi. I sintomi dell’anisakidosi includono dolori addominali, diarrea, sangue e muco nelle feci, nausea, vomito, meteorismo, distensione addominale e febbre. Nei casi più gravi, possono, poi, verificarsi forti mal di pancia, ostruzione dell’intestino tenue e perforazioni intestinali e dello stomaco. La sintomatologia può fare la propria comparsa da un’ora a due settimane dall’ingestione delle larve in questione presenti nel pesce crudo e, solo raramente, queste vengono espulse con il vomito. Potrebbero, inoltre, verificarsi bruciore in gola e sensazione di prurito provocati dal verme che si muove nella bocca e nella gola. Questo parassita, oltre all’anisakiasi, può causare anche delle allergie: l’anisakiasi gastro-allergica, che provoca orticaria e una forma anafilattica che può provocare shock anafilattici e morte. I sintomi possono, inoltre, proseguire anche dopo la rimozione o la morte del parassita. Alla comparsa dei primi segni e sintomi, è necessario recarsi al pronto soccorso, dove un medico, tramite una serie di analisi ed esami, stabilirà la diagnosi e la terapia più adatta al caso specifico. Oltre allo studio dei sintomi, alla visita medica e agli esami del sangue, potrebbe essere necessario effettuare ulteriori test, come l’endoscopia, la radiografia o la gastroscopia: una volta estratto, il verme viene sottoposto a diagnosi parassitologica. La cura consiste, prima di tutto, nella rimozione del parassita dall’organismo mediante endoscopia o intervento chirurgico ma, in alcuni casi, l’infezione può anche risolversi da sola con un trattamento sintomatico e con l’espulsione del parassita tramite vomito, tosse o feci. Quando l’infezione porta a un’ostruzione dell’intestino tenue, potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico: l’ostruzione avviene quando il verme riesce a bucare la mucose e viene aggredito dal sistema immunitario, formando un granuloma che può provocare l’occlusione intestinale. Di fondamentale importanza è la prevenzione e attuare delle precauzioni per il consumo di pesce crudo. È opportuno evitare di consumare pesce crudo o poco cotto: la cottura del pesce deve avvenire almeno a una temperatura di 63 °C per poter uccidere eventuali parassiti; mentre, il congelamento dovrebbe avvenire almeno a meno 18 °C per 24 ore: sia le alte che le basse temperature sono nemiche di questo verme. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, consiglia alle ditte di prodotti ittici e ai titolari delle rivendite all’ingrosso di prodotti alimentari di bloccare la vendita di questo lotto. La segnalazione diffusa dal Sistema rapido di allerta europeo, classificata come decisione di rischio grave, è stata inviata dal Ministero della salute italiano ma non pubblicata sul sito del nuovo portale dedicato alle allerte alimentari.