venerdì 1 aprile 2016

Cure dimagranti con le anfetamine. Il gup del Tribunale di Roma decide per il rinvio a giudizio di funzionari, farmacisti

Cure dimagranti con le anfetamine. Il gup del Tribunale di Roma decide per il rinvio a giudizio di funzionari, farmacisti e l'ex comandante del Nas dei Carabinieri di Roma. In particolare sotto accusa la fendimetrazina che è continuata ad essere commerciata nelle farmacie italiane prima che il ministero della Salute la ritirasse dal commercio E' passato più di un anno dalla richiesta di rinvio a giudizio ed al termine dell'udienza preliminare sono arrivati i rinvii a giudizio per ben nove persone, fra funzionari del ministero della Salute, farmacisti per concorso in omissione di atti d’ufficio. Tra loro tre farmacisti, due responsabili dell’ufficio Vigilanza farmacie delle Asl Roma A e C, due dirigenti dell’ufficio VIII del ministero della Salute e l’ex comandante dei carabinieri del Nas nella Capitale.Il giudice per le indagini preliminari Giacomo Ebner ha ritenuto sussistente la fondatezza delle accuse da parte della Procura della Repubblica di Roma per non aver disposto controlli per evitare che venissero preparati in alcune farmacie romane medicinali a base di fendimetrazina, un farmaco anftetaminico anoressizzante. Secondo gli approfondimenti investigativi il ministero aveva omesso di includere la sostanza nelle tabelle dei farmaci vietati. Il composto è una sostanza vietata da almeno 25 anni negli Stati Uniti ma che in ha circolato liberamente in farmacia senza che il ministero - anche fronte di decessi accertati - ne impedisse la vendita. Tutto parte, come avevamo segnalato noi dello “Sportello dei Diritti” dal coraggio di Michele Marzulli, padre di Luigi, una delle vittime che aveva intrapreso, pressoché da solo, una battaglia per la Verità e la Giustizia, e che era riuscito a denunciare alla procura capitalina questi fatti portando il magistrato Francesco Dall’Olio, a chiedere cinque anni fa, il ritiro del prodotto dal commercio. Da qui scaturisce la richiesta di processo che verte su fatti avvenuti tra il 2008 ed il 2011 e che comincerà il 13 luglio prossimo davanti ai giudici dell’VIII sezione del tribunale di Roma. Unici prosciolti, rispetto alle precedenti undici richieste di rinvio a giudizio per la stessa accusa Marcella Marletta, già direttore pro tempore della Direzione Generale dei dispositivi medici e dei servizi farmaceutici del ministero della Salute, e Germana Apuzzo, ex direttore dell’ ufficio VIII Stupefacenti. L’indagine in questione non è rimasta però isolata ed ha generato un nuovo capitolo recente. Quello che riguarda altre molecole anoressizzanti come la fenilpropanolamina, anch’essa inserita nella tabella dei farmaci vietati. Secondo la procura però ancora una volta il ministero avrebbe agito con colpevole ritardo. E il ritiro della fenilpropanolamina (in realtà equivalente alla precedente fendimetrazina) è avvenuto solo durante l’estate 2015. Un ritardo colpevole secondo l’ex procuratore aggiunto Leonardo Frisani che ha avviato un’inchiesta sul punto. Ipotizzando alcune omissioni in atti d’ufficio al ministero. Nel frattempo a pagare sono state altre vittime di farmaci anoressizzanti, il cui numero secondo gli addetti ai lavori sarebbe cresciuto nel silenzio pressochè generale, dei media. Ecco perchè Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” - che da anni sostiene la battaglia del dottor Marzulli e delle famiglie delle vittime che ci auguriamo col prossimo processo giunga al pieno riconoscimento della Verità e Giustizia che merita - ritiene doveroso riportare ancora una volta l'attenzione sulla questione affinché l'opinione pubblica ne abbia la più ampia conoscenza e contezza.

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