mercoledì 14 dicembre 2016

Il batterio killer degli ulivi è arrivato a Mentone alle porte della Liguria. E' il ceppo ST53 lo stesso che ha infettato gli olivi della Puglia

Il batterio killer degli ulivi è arrivato a Mentone alle porte della Liguria. E' il ceppo ST53 lo stesso che ha infettato gli olivi della Puglia La presenza della Xylella, nota ai più come il batterio killer in grado di far morire le piante e contro il quale per il momento non sembrano esservi rimedi, è stato per la prima volta individuato alle porte della Riviera, a Mentone. Lo rendono noto fonti ufficiali anche se al momento tutte le ispezioni e tutte le analisi di laboratorio sono risultate negative. Già da tempo è noto che il territorio francese ne ospitasse alcuni focolai. I primi ritrovamenti risalgono all’estate del 2015 in Corsica e all’autunno dello stesso anno in Costa Azzurra. Ma solo le ultime analisi effettuate nel 2016 hanno confermato che il ceppo ST53 della sottospecie pauca di Xylella fastidiosa che ha infettato gli olivi pugliesi è lo stesso che ha colpito le piante francesi. Alla luce di questa conferma, a soli 5 km di distanza dalla Riviera, è scattata alta la guardia nel ponente e nel resto della Liguria, dove il servizio fitosanitario regionale ha effettuato già nei mesi passati attività di monitoraggio nei comuni di Ventimiglia e Olivetta San Michele, i quali si trovano nei dieci chilometri della zona tampone attorno al focolaio di Mentone. La presenza del batterio killer Xylella Fastidiosa anche alle porte della Liguria, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dimostra che tutti dobbiamo sentirci impegnati a combattere questa particolarissima problematica, nessuno escluso, un’emergenza fitosanitaria che sta minacciando gli ulivi non solo salentini. Ricordiamo che Xylella fastidiosa è un batterio agente patogeno che determina un disseccamento rapido dell’olivo ma anche di altri fruttiferi quali il pesco il mandorlo, la vite e molte varietà di agrumi. A seconda della specie della pianta, i sintomi possono non essere immediatamente visibili al momento del contagio e manifestarsi dopo alcune settimane e in alcuni casi anche dopo anni.

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