sabato 3 ottobre 2015

USA: Class Action contro Nestlé per sfruttamento lavoro minorile

USA: Class Action contro Nestlé per sfruttamento lavoro minorile Una denuncia collettiva nei confronti di Nestlé, Hershey's e Mars è stata depositata in California (USA) presso lo studio di avvocatura Hagens Berman specializzato nella difesa dei consumatori. Nestlé è accusata di complicità in schiavitù e per sfruttamento di bambini nei campi di cacao in Costa d'Avorio, ha comunicato lo studio d'avvocatura sul suo sito internet. Lo studio contesta ai fornitori di cacao la tratta e il lavoro forzato dei bambini. "I consumatori che si sono rivolti a noi sono scioccati dal fatto che dolciumi che essi consumano abbiano un prezzo di produzione oscuro e amaro", ha detto Steve Berman citato nel comunicato."Il lavoro minorile non ha posto nella nostra catena di creazione di valore", scrive Nestlé interrogata dall'agenzia finanziaria awp. Il gruppo aggiunge tuttavia che occorre un atteggiamento "proattivo e orientato sul lungo termine" di tutte le parti per sradicare lo sfruttamento dei bambini in Costa d'Avorio. Denunce collettive come quella depositata in California non rappresentano il metodo adatto, viene sottolineato. "Prendiamo misure per eliminare a tappe il lavoro minorile. Esaminando ogni caso affrontiamo il problema alla radice", ha aggiunto Nestlé. Molto denaro è stato investito in particolare per migliorare le condizioni di vita dei coltivatori di cacao. Inoltre in Costa d'Avorio esiste un sistema di sorveglianza contro il lavoro dei bambini, conclude Nestlé.Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, quello dello sfruttamento dei minori e' un vergognoso segreto che sembra stare dietro molti altri prodotti. Parliamo di centinaia di migliaia di bambini. Bambini venuti da Paesi più poveri, sono venduti a "caporali", che esigono da loro un lavoro pericoloso e massacrante della durata di 20 ore giornaliere, e pagato poco o nulla; in caso contrario sono picchiati o addirittura uccisi. E’ chiaro che qualcosa occorre fare. E se nemmeno il Congresso americano è riuscito a fermare questo immondo traffico di schiavi, forse a riuscirci potrebbero essere i consumatori boicottando questi prodotti e a unirsi alla denuncia collettiva.

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